Mostra/Apri - Facoltà di Architettura
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Librerie | Bookcase ANCONA Librerie Feltrinelli, C.so Garibaldi 35 ASCOLI PICENO Libreria Rinascita di Giorgio Pienotti, Piazza Roma 7 BARI La Feltrinelli LIBRI & MUSICA, Via Melo 119 - Libreria Campus de La Nuova Edit.Scient., via G.Torna 86 BENEVENTO Alisei libri s.r.l., viale dei Rettori 73/f BOLOGNA Librerie Feltrinelli, P.zza Ravegnana 1 BRESCIA Librerie Feltrinelli, Via G. Mazzini 20 FERRARA Librerie Feltrinelli, Via Garibaldi 30/a FIRENZE Libreria L.E.F., Via Ricasoli 107/R - Librerie Feltrinelli, Via dei Cerretani 30/32 r GENOVA Libreria Punto di Vista, Stradone S. Agostino 58/R - Librerie Feltrinelli, via XX Settembre 231/233 r LECCE Libreria Liberrima (Socrate s.r.l), Corte dei Cicala 1 MESTRE Librerie Feltrinelli, p.zza XXVII Ottobre 1- Centro Le Barche MILANO Art Book Triennale s.a.s., viale Alemagna 6 - Coop. Studio e Lavoro a r.l, via Durando 10 - Cuesp/Iulm, Via Carlo Bo 8 - La Cerchia s.r.l., via Candiani 102 - La Feltrinelli LIBRI & MUSICA, C.so Buenos Aires 33/35 - Libreria Clup Società Cooperativa, via Ampere 20 - Libreria Hoepli, via Hoepli, 5 - Librerie Feltrinelli, via Ugo Foscolo 1/3 MODENA Librerie Feltrinelli, via Cesare Battisti 17 NAPOLI Feltrinelli LIBRI & MUSICA, via Cappella Vecchia 3 - Libreria Antica & Mo- gio Verduci, vico Diodato Lioy 11 - Librerie Feltrinelli, via T. D’Aquino 70 PADOVA Librerie Feltrinelli, via San Francesco 7 PALERMO Libreria Dante, Quattro Canti di Città 172 - Libreria La Goliardica, via Calderai 67/69 - Librerie Feltrinelli, via Maqueda 395/399 PARMA Librerie Feltrinelli, via della Repubblica 2 PESCARA Libreria Campus s.a.s.di Michetti F.& C., v.le Pindaro, 85 - Libreria dell’Università, viale Pindaro 51 - Librerie Feltrinelli, C.so Umberto, 5/7 PISA Librerie Feltrinelli, C.so Italia, 50 RAVENNA Librerie Feltrinelli, via IV Novembre 7 REGGIO CALABRIA Libreria Pepo di Pellicanò, v.le della Libertà 36/c ROMA La Feltrinelli LIBRI & MUSICA Nella rubrica Opening interventi differenti si soffermano sul come e perchè nel design contemporaneo si sia diffusa una radicale revisione dei rapporti dimensionali degli artefatti, materiali e immateriali. Federica Dal Falco da al fenomeno una lettura storicomorfologica abbracciando una esperienza visuale che va dall’arte al design degli artefatti, includendo anche le più recenti opere architettoniche. Clara Tosi Pamphili si sofferma sul fenomeno ampiamente sentito e manipolato dalla moda e Mario Rullo ne delinea le dinamiche nell’ambito della comunicazione. Different point of views describe how and why in contemporary design the whole idea of the size and proportion of artefacts, material and immaterial, is radically under review within the Opening section. Federica Dal Falco gives this phenomenon a historical-morphological interpretation embracing a visual experience which stems from art right through to artefact design, including the most recent works of architecture. Clara Tosi Pamphili takes a look at the phenomenon as perceived and manipulated by fashion and Mario Rullo outlines its dynamics in the world of communication. Nelle rubriche Designer e Factory parleremo di Jaime Hayon, Richard Schulman e i fratelli Bouroullec con tre diversi approcci progettuali all’Off-Scale e di Serralunga, l’azienda dei giganteschi vasi in plastica colorata e retroilluminata che grazie all’importazione in Italia della tecnologia del rotomoulding si è imposta a livello internazionale sposando pienamente la logica scalare della contemporaneità. Da Hayon, autore degli spettacolari Showpieces per note aziende di design, alla lettura compiuta da Andrea Branzi, dei prodotti disegnati dai fratelli Bouroullec. Per finire con un grande protagonista internazionale della fotografia Richard Schulman, che nei suoi soggetti rappresenta l’ambiguità edificio/oggetto e la maestosità delle architetture contemporanee. The Designer e Factory sections illustrate different approaches to Off-Scale design: from Jaime Hayon, Richard Schulman and Bouroullec brothers to Serralunga, the company which makes giant vases in coloured, backlit plastic converting and imported rotomoulding technology into Italy. In this way it was able to dominate the international market embracing the contemporary logic of scale. From Hayon, creator of spectacular Showpieces for well-known design companies, to the interpretation by Andrea Branzi of designs by the Bouroullec brothers. And ending with the great international photographer Richard Schulman, whose subjects represent the ambiguity between buildings and objects and the majesty of contemporary architecture. Off scale design n_31 derna Fiorentino, Calata Trinità Maggiore 36 - Libreria C.L.E.A.N., via D. Lioy 19 - Libreria Il Punto di Bia- Off scale design In Innovation&Research si mettono a confronto due ricerche sulla relazione scalare nel tempo. Da un lato le Bubblecars, un fenomeno sviluppatosi nell’Europa postbellica che necessitava di nuovi mezzi per la mobilità di massa e che nel “piccolo” è riuscito a condensare l’innovazione del suo tempo, dall’altro una lettura fenomenologica dell’Off-scale nel progetto degli artefatti materiali ed immateriali della contemporaneità. The Innovation&Research section is about two researches in scale over the course of time. On the one hand Bubblecars, a phenomenon which arose in postwar Europe, where new vehicles were required to address mass-mobility needs and “small” encapsulated the innovation of the times. On the other hand is the phenomenological appraisal of Off-scale in the contemporary design of material and immaterial artefacts. La rubrica Open Space illustra un’interessante ricerca su oltre 1.200 marchi che evidenzia le diverse matrici culturali ed estetiche alle quali la grafica di inizio secolo si riferiva. Un gusto Decò che non negava influenze ed elaborazioni linguistiche cubiste o futuriste. The Open Space section reports an interesting research on over 1.200 brands highlights the different cultural and aesthetic origins which early 20th Century graphic art relates to. It was an Art Deco taste which did not deny cubist or futuristic influences and linguistic processes. Nella rubrica CloseUp parliamo di SUV, uno dei simboli del gigantismo contemporaneo. Un grande veicolo, evoluzione dei fuoristrada e figlio di scenari bellici, trasferito in una mobilità quotidiana che ne apprezza la sicurezza e la posizione elevata di guida. Più grande = più forte, più potente, più importante. CloseUp section is about SUV, one of the symbols of contemporary gigantism. A great vehicle which has evolved from off-road vehicles and war scenarios to be transferred to a daily mobility, where its high driving position and sense of security are much appreciated. Bigger = stronger, more powerful, more important. n_31 diid Prossimo numero | Next Issue Rivista bimestrale - Bimonthly magazine innovazione e ricerca - innovation and research diid disegno industriale industrial design innovazione e ricerca innovation and research diid disegno industriale industrial design 32_08 DAS Design After School a cura di | edited by Loredana Di Lucchio, Lorenzo Imbesi Off scale design Il prossimo numero di DIID, il cui titolo esprime gli intenti, mette a fuoco il lavoro dei giovani designer dopo la scuola che, negli studi di progettazione, nei team di aziende o nei centri di ricerca, esprimono prodotti che spaziano dai più classici del furniture, del fashion e del transportation, a manufatti con un’alta componente tecnologica. Designer After School parte dalle riflessioni del mondo accademico, per poi raccontare una professione attraverso le testimonianze dei progettisti under 40 nei diversi ambiti di attività, per chiudere con la rilettura di un momento storico che ha rappresentato un drastico cambiamento di rotta del design italiano: il Radical. As titled, next issue of DIID will focus the work of young Designers After School working in design offices, teams in companies and research centres, which create products from the more traditional furniture, fashion and transportation design, to the higher technological goods. Designer After School starts from the reflections of the academic world, to carry on with the witnesses of designers under 40 through their sectors of activity, to end up revising an historical movement standing for a drastic change in Italian design: the Radical. In copertina | cover Pixel Ballet, Jamie Hayon, Bisazza € 10,00 Off scale design Vice direttore | Deputy Director Raimonda Riccini Coordinamento scientifico | Scientific Coordination Committe Achille Bonito Oliva, Massimo D’Alessandro, Tonino Paris Corso di Laurea in Disegno Industriale, La Sapienza, Università di Roma Mario Morcellini Facoltà di Scienze della Comunicazione, La Sapienza, Università di Roma Francesco Cervellini, Eduardo Vittoria Corso di Laurea in Disegno Industriale e Ambientale, Università di Camerino Vanni Pasca Corso di Laurea in Disegno Industriale, Facoltà di Architettura di Palermo Roberto Perris Corso di Laurea in Disegno Industriale, Politecnico di Bari Medardo Chiapponi Facoltà di Design e Arti, Università IUAV di Venezia disegno industriale industrial design indice Direttore responsabile | Managing Director Tonino Paris 04 editorial 04 Tonino Paris 04 Off scale and contemporary landscape 10 Carlo Martino 10 Da Off-Scale a In-Scale - Off-Scale becomes the In-Scale 16 opening 16 Federica Dal Falco 16 La sindrome di Lemuel - The Lemuel Syndrome Andrea Branzi 22 Clara Tosi Pamphili 22 Smisuratamente fashion - Immensely fashionable Facoltà di Design, Politecnico di Milano Redazione | Editorial Staff Sabrina Lucibello 28 Mario Rullo 28 Le visioni di Alice - Alice’s visions Coordinamento redazionale | Editorial Coordination Committe Carlo Martino Designer 36 Loredana di Lucchio Factory Fiorella Bulegato - Federica Dal Falco designer 36 Emanuele Cucuzza 36 Jaime Hayon “design is not design anymore” Innovazione e Ricerca | Innovation and Research Lorenzo Imbesi Open Space 44 Paolo Ciacci, Riccardo Russo 44 Richard Shulman: il Gigantismo nella fotografia 44 Richard Schulman: Gigantism in photography Sabrina Lucibello CloseUp Napoli: Vincenzo Cristallo e Alfonso Morone Milano: Alessandro Biamonti Palermo: Marinella Ferrara, Dario Russo, Cinzia Ferrara Roma: Barbara Deledda,Ombretta Giovannini, Paolo Balmas Venezia: Simona Romano, Olga Barmine 52 Andrea Branzi 52 Fratelli e progetti - Brothers in design Boston: Kristian Kloeck e Carla Farina Buenos Aires: Pablo Hungaro Hong Kong: Victor Lo, Lorraine Justice Parigi: Federica Dal Falco 60 factory 60 Francesco Zurlo 60 Serralunga: ceci n'est pas une vase... - Serralunga: this is not a pot… Segreteria di redazione | Editorial Headquarter Via Angelo Brunetti 42, 00186 Roma - tel/fax +39063225362 [email protected] 72 Progetto grafico | Art director Roberta Sacco innovation&research Impaginazione | Production Matteo Bedendo | Factory LSD 72 Carlo Martino 72 Il design delle Bubblecars - Designing the Bubblecar Traduzione | Translations A cura di | by Claudia Vettore 78 Carlo Martino 78 Il Gigantismo nel Design contemporaneo - Gigantism in contemporary Design Rivista bimestrale | Bimonthly magazine Fondata e diretta da | Founded and Directed by Antonio Paris Registrazione presso il Tribunale di Roma 86/2002 del 6 marzo 2002 | Registered in Rome, Italy ISSN: 1594-8528 Anno / year VI , 31_2008 / I 86 86 Nicoltta Cardano 86 Marchi Decò - Decò trademarks Editore | Publisher Rdesignpress Via Angelo Brunetti 42, 00186 Roma - tel/fax +39 06 3225362 http://www.rdesignpress.it e-mail: [email protected] close up Redazione | Editorial Offices Via Angelo Brunetti 42, 00186 Roma - tel/fax +39 06 3225362 http://www.disegnoindustriale.it e-mail: [email protected] 86 Arcangelo Jecker 86 Il gigantismo e i Suv - Gigantism and Suvs Distribuzione librerie | Distribution through bookstores joo distribution – milano Distribuzione estero | Distribution for other countries s.i.e.s. srl – milano 20092 cinisello balsamo (milano), via bettola 18 – tel. 02 66030400 – fax 02 66030269 www.siesnet.it e-mail [email protected] 86 Sara Palumbo 86 Scheda tecnica - Techical sheet Concessionaria pubblicità | Concessionary agent for advertising Roma designpiu srl Via Angelo Brunetti 42, 00186 Roma - tel/fax +39 06 3225362 e-mail: [email protected] http://www.romadesignpiu.it Stampa | Printing Tipografia Ceccarelli, Grottedi Castro - VT Segnalazione COMPASSO D’ORO 2004 open space numero curato da | issue by Carlo Martino 78 grande evoluzione Il gigantismo nel design contemporaneo Gigantism in contemporary design Carlo Martino Fat Spot, Tom Dixon, lampada da terra|floor light, 2006 Misses flower power, Philippe Starck with Eugeni Quitllet, vases pots, Kartell, 2008 La ricerca sul fenomeno del gigantismo nel design contemporaneo trova degli “indicatori” oggettivi in quegli artefatti che contemplano l’esistenza di un modello antecedente, come i più recenti prodotti di restyling. Essi, oltre a delineare un fenomeno nostalgico, forniscono realmente una “scala” misurabile del gigantismo perché hanno dei precedenti a cui è possibile compararli e, tranne in rari Mini Minor di Issigonis, degli anni Sessanta, risulti più grande del 15 % rispetto del modello da cui deriva e la nostra Nuova Fiat 500, presentata allo scadere del cinquantesimo anniversario della capostipite, nel luglio del 2007, lo è invece del 20% del modello del ’57. Ed ancora, restando nell’ambito dell’automotive, ma entrando nello scenario di derivazione bellica, la Jeep Wrangler del 2007 risulti più lunga individuale. Nel caso dei prodotti di restyling appena esposti, infatti, l’ammodernamento del modello precedente è sempre passato oltre che per un upgrade tecnologico, per una visibile revisione scalare, secondo la semplice equazione: aggiornamento = ingrandimento. Non sono esenti dal fenomeno neanche oggetti di uso quotidiano, come per esempio è accaduto ad un altro caso emblematico del Made in Italy: la caffettiera Moka coinvolto essenzialmente il manico, più lungo e posto ad una distanza di sicurezza maggiore rispetto al volume in alluminio, ed il pomello sul coperchio, che si offre ad una presa più comoda e immediata. Il modello rivisto della caffettiera, non solo ha sposato una leggera revisione delle linee estetiche dell’archetipo ma ha migliorato il comfort d’uso dell’oggetto. È attraverso l’analisi di modelli di restyling che si conferma quindi di cause che si proietta indistintamente su tutti gli elementi esperienziali del quotidiano, ad iniziare dallo spazio fino ai prodotti materiali e immateriali. Oggi, infatti, è il bisogno di un maggiore comfort a guidare la scelta di spazi più ampi, arredati con oggetti più comodi, e in assenza di tali spazi, di oggetti comunque evocativi di esperienze spaziali dilatate. Ho più volte infatti sostenuto che il design casi, risultano univocamente frutto di un processo di ingrandimento. Attraverso il semplice confronto, si offrono, infatti, come veri e propri test scientifici e tangibili del fenomeno dell’Off-scale. Per cui è accaduto che la Mini della BMW, presentata nel 1997 a Francoforte ed entrata in produzione nel 2000, pur conservando i somatismi della di ben 900 mm e più larga di 300, rispetto al modello Willys MB del 1941. Sensibili revisioni dimensionali quindi, quelle appena descritte, certamente debitrici di una concezione ormai diffusa del comfort che non concede più deroghe riduzionistiche all’esperienza del trasporto della Bialetti. Sebbene nel modello Dama, recente ristilizzazione della Moka, la caffettiera abbia conservato alcuni dei principali rapporti proporzionali “dell’oggetto primo” (G. Kubler, La forma del tempo, 1972), gli ingombri si sono dilatati di circa 20 mm, sia in larghezza che in altezza. A ben guardare, le modifiche hanno la tesi, introdotta nell’opening, secondo cui la revisione scalare sembra porsi come una delle leggi evolutive del design degli artefatti. Una revisione scalare che ha radici sia in un rinnovato e diffuso bisogno di comfort, sia in una rivisitazione dimensionale dei rapporti visuali, che ha però risvolti semantici. Una concomitanza dell’arredamento ha spesso sopperito alla scarsa qualità dello spazio architettonico interno, ponendosi come alternativa qualificativa, se non istitutiva, del luogo. Questa teatralità dell’oggetto d’arredamento è stata più volte riconosciuta da autorevoli storici e teorici del design quali Andrea Branzi e Maurizio Vitta. 80 Volage, Philippe Starck, divano | sofa, Cassina, 2008 Flap, Francesco Binfarè, divano | sofa, Edra, 2000 Ma nel contemporaneo, la capacità autoreferenziale dell’artefatto, si fonde comunque con una forte domanda di comodità, una teatralità sommata al comfort, che ha trovato nell’enfatizzazione scalare una nuova chiave progettuale. Già A. Branzi, a proposito della monumentalità dei mobili rinascimentali, riconosceva loro un senso di “autonomia” rispetto allo spazio reale, ed una capacità architettoniche come quelle di Boffi a cui ci ha abituato Piero Lissoni. Oggetti che si pongono come spazi nello spazio, veri e propri abitacoli, in cui è possibile muoversi liberamente, senza costrizioni. Oggetti spesso esito di quella ricerca verso l’essenzialità tanto cara a Donald Judd, e ai seguaci del minimalismo. Una ricerca che già nelle opere dell’artista compensava la sobrietà delle linee con l’ingrandimento e l’iterazione in cui il piatto medio di portata raggiunge i 36 cm di diametro, passiamo ad un Off-Scale trasferito nella produzione di massa per la ristorazione, con la linea Graffiti di Tognana in cui comunque lo stesso piatto supera i 30 cm di diametro. Siamo in entrambi i casi oltre i 24-28 cm del piatto di portata ordinario. Il “Fuori Scala” ha influenzato anche gli oggetti nomadi del quotidiano, dall’abbigliamento agli maschile non è meno sensibile a tale influenza, in modo particolare nell’accessorio e se tra questi inseriamo gli orologi, possiamo avere un “polso” del fenomeno Off-Scale, anche in questo ambito merceologico. Indicativo, infatti, è il successo di cronometri dal diametro non inferiore ai 40 mm e il fiorire di restyling di modelli storici tutti orientati all’ingrandimento. Infine l’aspetto visuale del marchio/sfondo. In questo senso è ancora il mondo automobilistico a fornirci delle prove relative per esempio all’ingrandimento degli “stemmi” rispetto alla superficie dell’auto. Fermo restando quest’ultima, per esempio, il simbolo Volkswagen nei modelli più recenti è passato dai 90 mm ai 130 mm. Stessa sorte hanno subito i marchi sui packaging di prodotti di largo consumo, oltre ai loghi di testate. In questo scenario “esortativa e ammonitrice della grandezza” (Capire il Design, Giunti 2007, p.80); autonomia e capacità evocativa e simbolica che possiamo ritrovare anche oggi nei mobili Off-Scale. Enormi divani, come Boa o Flap, prodotti da Edra, che con gli oltre 350 cm di larghezza e 160/190 cm di profondità (una superficie pari ad un’intera camera da letto singola negli standard residenziali popolari) si offrono come fulcri di ampi spazi living privati e pubblici. Lunghissimi tavoli come quelli proposti da Horm o da Ycami, pensati per una convivialità allargata e cucine dei volumi. Un ingrandimento che porta con sè proprio il principio di comfort, di comodità, associato a quello di libertà. Ma l’Off-scale è virale, ed ha investito molte altre tipologie merceologiche. Pensiamo alle stoviglie che ci vengono proposte per la casa o a sostegno di un rinnovato Food Design, nei ristoranti di qualità. Piatti che, all’estenuante ricerca del decoro originale, contrappongono una semplice dilatazione dimensionale. Dalla serie Mediterraneo disegnata da Marta Laudani e Marco Romanelli per Driadekosmo, accessori. Nel fashion indirizzato alle donne, certamente più libero, non sono mai mancati versioni extralarge di texture e temi decorativi relativi a tessuti e a dettagli tipologici come per esempio i grandi colli di Krizia. Ma è certamente l’accessorio di moda ad aver subito la maggiore influenza dalla tendenza Off-Scale. Grandi fibbie come nel caso di cinture e borse Fendi e Gucci, piuttosto che grandi cappelli come quelli in paglia di Angelo Marani, o occhiali extralarge come quelli proposti da Versace o Bottega Veneta. L’abbigliamento gigantismo, che ha interessato fortemente la comunicazione e gli schemi consolidati della grafica. In questo caso, il comfort, che potrebbe essere prevalentemente visivo ha poco peso, quanto lo ha piuttosto il rapporto “figura/ sfondo”, e cioè le relazioni proporzionali che hanno regolato con equilibrio i due elementi. L’Off-Scale nella comunicazione ha certamente investito il tema figura, ingrandendolo smisuratamente rispetto allo sfondo. Dalla maxigrafica che ha investito la scena urbana e l’architettura contemporanea, alla relazione della comunicazione, l’Off-Scale ha fornito uno strumento di riconoscibilità e di differenziazione rispetto ad una scala certamente minore. Il rischio è certamente quello che il complessivo innalzamento di scala annulli in breve tempo l’efficacia dello strumento. Concludendo, se da un lato l’OffScale rappresenta un naturale fattore evolutivo dell’artefatto, soprattutto se pensato in funzione del maggiore bisogno di comfort, il suo risvolto “Iconico” rischia di contraddire la sua natura: la differenza. 82 Mediterraneo, Marta Laudani & Marco Romanelli, servizio per la tavola | tableware, DriadeKosmo Railmaster XXL, Ø 49,2 mm, Omega, 2006 Quadrato, Quadrato collection, cronografo | chronograph, Tissot NMX-62, Boxed Set collection, cronografo | chronograph, Nautica, 2007 Research into the phenomenon of gigantism in contemporary design can find objective ‘indicators’ in products that are based on a previous model, as is the case in the latest restyling projects. In addition to representing a wave of nostalgia, they also provide a genuine means of measuring gigantism, because it is possible to compare them with their predecessors. With only a few, rare exceptions to the rule, they model. Staying in the automobile field but moving on to vehicles with a military background, the 2007 Jeep Wrangler is a good 900 mm longer and 300 mm wider than the 1941 Willys MB. The notable changes in dimensions mentioned above were undoubtedly brought about by a now widespread concept of comfort which will no longer allow even a single instance of downsizing in the personal The Shape of Time, 1972), it has expanded by about 20 mm, both in width and in height. Looking at it in detail, the changes were essentially to the handle, which is longer and placed at a safe distance further away from the aluminium body, and the knob on the lid, which offers a quicker, easier grip. The revamped version of the coffee maker does not only present a slight reworking of the lines of the original in terms of in our daily lives, ranging from space to material and immaterial products. Nowadays the need for more habitable environments leads to the choice of larger spaces, furnished with more comfortable items. When this is not possible, the impression of larger spaces is created with the items selected. I have stated on various occasions that the design of furnishings has often made up for the poor on size. When discussing the monumental appearance of renaissance furniture, Branzi recognized its ‘autonomy’ compared to actual space, and an ability to ‘exhort and rebuke size’ (Capire il Design, Giunti 2007, p. 80); we can still find this evocative and symbolic capacity and autonomy today in off-scale furniture. Enormous sofas, such as Edra’s Boa or Flap, which are over 350 cm long and show there is a clear enlargement process going on. Indeed, simply by placing products alongside each other it is possible to gain scientific, tangible results regarding the ‘off-scale’ approach. BMW’s Mini was presented in 1997 in Frankfurt and went into production in 2000. While it resembles Issigonis’s Mini Minor of the 1960s, it is actually 15% bigger than the original version. The new Fiat 500, presented in July 2007 as its illustrious ancestor celebrated its fiftieth anniversary, is 20% larger than the 1957 transport experience. In each of these cases, modernizing the previous model not only entailed a technological upgrade but also a visible change in size, in line with a simple equation: updating = enlarging. Everyday objects are no exception to the rule, as can be seen in the case of another typically Italian product: Bialetti’s Moka coffee maker. While the Dama model, a restyled version of the Moka that was released recently, has some of the relative proportions of the ‘prime object’ (G. Kubler, aesthetics, it has also improved the comfort for the user. Through analysis of restyling projects, it is possible to confirm the theory put forward in the Opening that changes in scale seem to be part of the laws of evolution for product design. Behind them is a renewed and widespread need for comfort, as well as a revised concept of dimensions in visual relationships, which also brings semantic implications. This combination of causes indiscriminately influences all of the elements that play a part quality of internal architectural spaces, playing a role as a qualifying, if not constitutive, alternative for the location. This theatrical aspect of furnishings has been recognized a number of times by influential design historians and theoreticians such as Andrea Branzi and Maurizio Vitta. In the present day, the selfreferential capacity of products is blended with a strong demand for comfort. This, combined with theatricality, has found a new design outlet in the emphasis 160 cm - 190 cm wide (covering an area equivalent to the floor space of an entire single bedroom in standard Italian council housing) play the role of hubs in large private and public living spaces. Extra-long tables such as those by Horm or Ycami are designed for socializing in larger groups and for use in architectonic kitchens like the Boffi ones that Piero Lissoni has made part of our world. These objects are like spaces within space, genuine dwellings in which it is possible to 84 Golf GT1, Volkswagen a confronto | compair, retro | back side move freely, without restrictions. They are often the outcome of the research into essentiality that was so dear to Donald Judd and the followers of minimalism. In the artist’s quest, he compensated for the sobriety in the lines of his work with enlargement and repetition of volumes. Inherent to this increase in size is the principle of comfort, associated with the concept of freedom. However, the off-size approach is viral and it has affected many other product types. Take, for example, the tableware that is now available for the home or to provide support for renewed Food Design in the best restaurants. These dishes contrast an exhaustive quest for original decoration with a simple increase in size. From the Mediterraneo series designed by Marta Laudani and Marco Romanelli for Driadekosmo, with the average plate reaching a diameter of 36 cm, oversize goods have moved into mass production for catering purposes. In Tognana’s Graffiti line, the plates have a diameter of over 30 cm. Both examples go beyond the standard 24 cm – 28 cm. The outsize approach has also influenced the roaming items in daily life, from clothing to accessories. In women’s fashion, which is undoubtedly freer than its male counterpart, there have always been extra-large versions of decorative styles and textures in materials and typological details, such as the colossal collars by Krizia. However, fashion accessories are definitely the items that have been most affected by the oversize trend. There are big buckles for belts and bags by Fendi and Gucci, huge hats like Angelo Marani’s straw offerings, and extra-large eyewear such as that by Versace and Bottega Veneta. Male clothing is no less susceptible to this influence, particularly when it comes to accessories. If we include timepieces on the list, we can keep a close ‘watch’ on the oversize phenomenon in this merchandise sector too. This is shown by the success of chronometers with diameters of at least 40 mm and by the boom in revamped historical models, which all tend towards enlargement. Finally, there is the visual aspect of gigantism, which has had a profound influence on communication and the established patterns of graphic design. In this case, comfort, which may be mainly visual, has little impact compared to the ‘figure/background’ ratio, in other words the proportional relationships with which the two elements have been balanced. In communication, the offscale approach has certainly affected figures, immeasurably enlarging them compared to the background. From the outsize graphics that have appeared in the urban landscape and in contemporary architecture, to the relationship between the emblem and the background. In this regard, we can go back to the world of motoring to find proof concerning, for instance, the increased size of badges compared to the surface area of the car. In recent models, to cite an example, the Volkswagen symbol has gone from 90 mm to 130 mm. The brands on the packaging of consumer goods have undergone the same process, as have the logos of newspapers. In this communication scenario, off-scale has provided a means of guaranteeing recognition and differentiation from smaller scales. The danger is that, in a short space of time, all-round increases in size will cancel out the efficiency of the approach. In conclusion, while off-scale goods represent a step in the natural evolution of products, especially when one considers the greater need for comfort, the ‘iconic’ aspect of the phenomenon risks contradicting the reason behind its very existence: to be different.