Formazione - Salesian Digital Library

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Formazione - Salesian Digital Library
Formazione nel contesto dei personal media
(e dei media convergenti)
Consulta Mondiale CS, approvato 25-02-09
Formazione
La Ratio, dopo 10 anni: come rappresenta le realtà della cultura digitale dopo
un rapido sviluppo di questi dieci anni? Non è che la Ratio può contenere tutti
i dettagli ma gli orientamenti più generali devono rispondere alle situazioni
cambiate.
Formazione del 'digital native' di oggi
una seria formazione critica che renda capaci di giudizi rispettosi e
obiettivi su persone ed eventi e porti a prendere posizione circa i
modelli culturali e le norme della convivenza sociale. (Ratio 3.1.5 n.
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In questa prospettiva è importante saper leggere criticamente e usare responsabilmente i mezzi di comunicazione sociale
Ecologia dei Media
Bisogna guardare la 'ecologia' comunicativa del 'digital native' di oggi come
anche per gli 'immigranti digitali'.
Si può paragonare la 'ecologia' del 1975 con quella di oggi:
Cioè, possiamo prendere informazioni oggi da un arco molto più ampio di
fonti, tramite mezzi omnipresenti e da diversi dispositivi. Una volta (1975) era
una questione della radio, della tv, del telefono, della posta (non elettronica) e
del giornale, e nel contesto di una comunità, queste fonti erano sotto il 'controllo'
della comunità, che vuol dire che la comunità ha messo gli apparecchi (radio, tv)
alla disposizione dei membri, c'erano telefoni in diversi posti ssi nella comunità
e così via. Ma dall'illustrazione qui sotto si vede che la situazione ha cambiato
irrevocabilmente.
Personale e convergente
Il CG26 ha evidenziato due tipi di media in particolare, 'personale' e 'convergente'. Sono questi i media ben rappresentati nella graca qui sotto. 'Personal
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Figura 1:
Figura 2:
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media' tra cui i dispositivi mobili che permettono un arco di possibilità che
vent'anni prima richiedevano diversi media: con un cellulare oggi un utente può
inviare e ricevere messaggi, scattare una foto, giocare, accedere alla rete, inviare
posta elettronica, ascoltare musica, guardare un video..... media convergente.
La cultura dei personal media può compromettere la maturazione
della capacità di relazione ed espone soprattutto i giovani al pericolo
di incontri e dipendenze fortemente negative; è in questo 'cortile' che
dobbiamo farci presenti per ascoltare, illuminare, orientare. (Il CG
26)
Altrove, il Capitolo Generale ha chiesto ai vari dicasteri che riettino sulle 'nuove
sde della cultura dei personal media per la formazione'.
Quali sono queste
sde?
Sda: controllo
Quando c'è una 'cultura' vuol dire che c'è un modo di vivere, con i suoi modelli di comportamento, le sue convinzioni, i suoi signicati simbolizzati. Quali
potrebb'essere le caratteristiche determinanti di 'una cultura di personal media' ? Una caratteristica potrebb'essere lo spostamento nel 'locus' di controllo.
I mezzi di comunicazione sociale, ormai omnipresenti, mobili, personali e convergenti sono dicilmente sotto un controllo comunitario come era il caso una
volta. Altra questione potrebb'essere quelle della creazione dei contenuti; si c'è
una cosa che distingue tra i 'personal media' e i 'public media', è il fatto che
l'individuo è il creatore dei contenuti nei 'personal media'.
La questione del-
l'uso responsabile, quindi, deve tener conto delle questioni di controllo i della
creazione dei contenuti.
Sda: comunità
Altra sda culturale è il cambio da 'place-to-place' a 'person-to-person' per
quanto riguarda le comunicazioni e come inuisce la vita della comunità. Nel
caso del telefono sso, io chiamo a un'altra comunità nel luogo dove quella comunità è ubicata, anche se cerco un membro di quella comunità.
Ma oggi,
invece, il cellulare, il 'pager', la rete senza li vuol dire che non è più un caso
che l'individuo è vincolato ad un luogo specico. Anche dentro di una comunità, anche se i membri sono collegati, il collegamento non è alla base di un
luogo particolare (casa, scuola, oratorio...). Tutto questo fa parte della cultura
di 'personal media'.
Oggi le persone possono adoperare in una rete di infor-
mazione, di collaborazione, di supporto, per essere sociabili, per avere un senso
di appartenenza. Allora, bisogna domandarci qual'è l'eetto sul modo di vivere
in comunità?
È necessariamente una cosa male il 'networked individualism' ?
Come possiamo dirigere questo al favore della comunità?
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Sda: interattività
Che signica il termine 'personal media' ?
E troppo facile considerarlo come
narcisismo, egoismo, perché contemporaneamente potrebb'essere interattività,
con la scelta personale di essere interattivo. Questo è una competenza, e 'networking' oppure interattività non è una competenza che troviamo nella Ratio.
Nella cultura digitale 'networking', lavorando in collegamento ad una rete, è una
competenza di vita e non è ciò che facciamo solo quando abbiamo bisogno di
qualcosa. È vero che i principi che fanno parte delle relazioni del sistema preventivo sono principi che partecipano nella competenza di 'networking', però ci
sarebbe grande valore se reinterpretiamo questi principi alla luce dell'esperienza
di networking oggi. Perché? Perché il fattore che ha cambiato molto dal tempo
di Don Bosco è il fattore tecnologico. La tecnologia facilita networking.
E ci sono altre sde nell'ambito dell'interattività. Interattività virtuale non
signica necessariamente l'accettazione dell'altra persona....e a volte non permette una conoscenza di chi è l'altra persona. L'interattività può essere anche
un feticcio che non supera il problema di solitudine.
Quindi bisogna formare
il nativo digitale come un individuo comunicativo, non solo come un individuo
che sa collegarsi, interagire; bisogna formare l'individuo come chi comunica, chi
ascolta, chi capisce
Sda: l'io
Si chiede come l'era digitale cambia un senso dell'io unitario. Culture che hanno simboli stabili possono produrre un tale senso dell'io, ma può farlo anche il
mondo post-moderno e frammentato? Può farlo la cultura digitale? Le tecnologie CMC (Computer-Mediated-Communication) orono opportunità per entrare
nelle ambienti articiali, negli spazi dove possono interagire l'uno con l'altro. Ma
oltre le loro capacità di trattare dati, le informazioni, i computer sono anche
situati socialmente. Per entrare il ciberspazio, le persone adottano 'personae' e
giocano con identità e ruoli molteplici, perché le possibilità di incontrarsi con
altri sono innite sulla autostrada dell'informazione. L'io digitale in ciberspazio
sda le nozioni tradizionali dell'io e chiama una ridenizione dell'io quando è
esteso dentro del ciberspazio.
Le persone incontrano circostanze paradossali
quando si costruiscono nel ciberspazio.
Quando interfacciano con i computer
sono persuasi dell'illusione dello spazio o del luogo indietro il monitor nel quale
costruiscono con fantasia e consapevolmente le loro identità digitali, le rappresentano o le percepiscono mentre interagiscono con identità digitali. Si può
trascurare il corpo in ciberspazio.
Si può considerare il costruire tecnologica-
mente l'io in ciberspazio come l'aggiungere una nuova dimensione alla nozione
del suo proprio io.
La Ratio tenta a rispondere alla situazione postmoderna
in genere, e sottolinea la necessità di un equilibrio psichico, particolarmente
necessario in un contesto che può portare alla frammentazione e alla fragilità
psicologica (Ratio n.
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alla sda specica indicata qui sopra.
La Ratio è, in genere, un documento completo, e la questione non è che non
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dice le cose giuste, ma che le nuove percezioni per quanto riguarda l'io umano
nella cultura digitale non è attualmente ben evidenziato.
Allora, quando la
Ratio parla della necessità di riessione (la capacità riettere, il bisogno di
riessione personale), ormai ha un ulteriore motivo per farlo: viviamo in una
cultura digitale che sempre tenta di essere collegata, che non ha molto tempo
per il silenzio.
Tutti e due sono limiti.
Un ssazione con il collegarsi, e una
mancanza di silenzio, le costanti interruzioni non permettono riessione senza
dicoltà e in questo contesto diventa anche dicile ascoltare Dio.
Il 'digital
native' di oggi ha bisogno di una formazione al rispetto per il silenzio, per la
riessione, e il rispetto sia del suo proprio io che dell'io degli altri.
Sda: tutto è breve!
Qui ci sembra che troviamo un arco di sde. La Rete favorisce contenuti brevi,
le informazione arrivano in pezzetti.
Esiste una critica educativa della breve
curva d'attenzione degli studenti di oggi, vista come risultato dei 'bits e bytes',
i grossi pezzi di informazione.
Questo da una parte. Da altro canto vediamo la svalutazione di lunghezza e
di profondità che in termini della formazione è una mancanza ancora più seria.
Si gioca, in questo contesto, siamo sicuri, con il fenomeno degli impegni a breve
termine. E non si può neanche zippare una cultura!
Sda: Connetti! Connetti!
Quando c'è la situazione che si indossa i media (altro senso di 'personal media' !), che diventano un capo d'abbigliamento, e quando non c'è bisogno che un
dispositivo sia ubicato in un posto particolare che devo visitare per utilizzarlo, e
quando aggiungiamo tutte le capacità della telefonia senza li, poi, ci sembra che
abbiamo un nuovo imperativo a connettere, collegare, agganciare. Lo pensiamo
maleducato chi risponde al cellulare quando siamo in una conversazione sica.
È un inosservanza culturale.
C'era una volta quando insegnavamo il galateo,
e oggi bisogna ricuperare il costume.
Certo che nel mondo nuovo del 'digital
native' ci sono nuove regole. L'uso del cellulare è un caso in questione, non solo
il galateo, ma c'è il pericolo che diventa un feticcio per l'individuo totalmente
immerso nel mondo del suo io.
A chi chiamo e quando non importa purché
chiamo qualcuno! Una cosa è sicuro, che la soluzione alla sda non è proibire
l'uso del cellulare.
SMS? È uno sviluppo legittimo che possiamo descrivere in termini linguistici,
e l'educatore (di lingua, di grammatica....) può intervenire, sviluppare strategie
adeguate per il fenomeno a quel livello.
Però c'è un altro aspetto, una altro
livello nel Torre di Babel! Si chiama 'speech act' in inglese. Quando siamo collegati tramite una connessione vocale, i due (o di più) partecipanti stabiliscono
un contesto. Ma non è così con SMS. Le convenzioni della forma permettono
abbreviazione che nel suo turno porta ad una mancanza di contesto, ruoli ingarbugliati di chi parla, di chi è il destinatario, e l'insieme della situazione tocca
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anche il senso, crea sentimenti di sconvolgimento. Diventa un altro campo di
interesse per la formazione.
La questione è come le tecnologie e gli utenti sono integrati in diversi contesti
sociali in questo caso nel contesto di una comunità religiosa. Da una parte
sembra che i 'personal media' in particolare creano le monadi piuttosto che uno
spazio per la comunità genuina, possiamo adottare una visione più positiva aiutando la gente capire che queste tecnologie anche facilitano, orono opportunità
per una conoscenza dell'altro. Ovviamente parliamo di questioni concrete come
discernimento, le competenze critiche....
Sda: formazione permanente
La tecnologia, specialmente la tecnologia digitale, non è più qualcosa distinta,
qualcosa che possiamo studiare come oggetto, spassionatamente. È ormai così
integrata che fa parte dello stesso atto di comunicazione, una parte del processo di creare senso. Implicitamente coinvolge l'idea di formazione permanente.
Il conoscere, l'imparare è adesso un processo che coinvolge la tecnologia non
come un elementi 'dall'esterno', né come un arco di strumenti, ma qualcosa
pienamente integrata. I nostri giovani sono coinvolti nelle reti sociali, nelle 'comunità di pratica' da una tenera età.
Al cuore della loro interazione c'è una
cultura digitale di fare senso. I giovani hanno un contesto globalizzato e tocca
la nostra formazione, soprattutto la formazione permanente che dev'essere una
realtà molto diversa per questi giovani che fossero per noi.
Dobbiamo anche
rivisitare questo aspetto della Ratio.
Quali sono gli elementi che costituiscono questo contesto diverso? La cittadinanza attiva, l'alfabetizzazione digitale, 'networking', la conoscenza multiculturale, il lavoro d'équipe, la collaborazione, che vuol dire che la cultura digitale
non è solo un contesto, non è solo gli strumenti, ma fa parte integrale di come
le persone di oggi intuiscono il senso delle cose. Il contesto per i giovani di oggi
e un contesto a lungo termine e globalizzato, che ha il suo risvolto particolare
quando una persona entra un gruppo e deve imparare la cultura di quel gruppo. Gli esseri umani sono tutti membri di una cultura digitale, e entrano nuovi
gruppi già con quella appartenenza alle spalle. Quella appartenenza anche fa
parte del cammino di vita, della formazione permanente. Non diciamo che non
sia possibile concentrare sulla formazione permanente relativo al gruppo, ma
diciamo che sarà sempre in un contesto più ampio.
E ci sono questioni concreti.
Siamo ormai abituati alla posta elettronica
da 20 anni ma non c'è stato, no ad ora, un'analisi adeguata di come essa
ha cambiato l'atto comunicativo nella comunità religiosa. Non è che la posta
elettronica è solo una facilità aggiunta, ma che ha cambiato irrevocabilmente il
modo di comunicare. Non ci sono nora a posto le deontologie. Ad esempio, la
dinamica sociale creata dalle connessioni veloci, dalla stessa posta elettronica, è
una dinamica di immediatezza. Assumiamo che una persona risponderà subito
ad una e-mail, e quando la risposta non è immediata la tendenza è ascrivere
motivi che magari non sono validi. La idea che una persona sarà presente perché
noi abbiamo bisogno di quella persona proprio adesso non è un'assunzione valida
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ma un'assunzione trasferita la tecnologia lo fa possibile ma questo non signica
che la persona deve sentire la necessità rispondere subito.
Non è sempre una situazione di sda
A volte, non siamo pienamente consapevoli del 'peso' di signicato di una parola.
'Sda' ha il suo contesto particolare provocativo, una storia del duello,
la sentinella che sda e così via. Non possiamo scappare questo signicato ogni volta che impieghiamo la parola, quindi parlare della 'sda della cultura di
personal media per la formazione' non scappa il senso di provocazione, dell'intrusione.
Il buon formatore-educatore guarda anche gli aspetti positivi della
parola. Se accettiamo che il mondo si è spostato decisivamente da una logica
di 'broadcast' a quella di molti-a-molti, e che i 'personal media' (compreso il
portatile, Facebook....) fanno parte di questo molti-a-molti, ci accorgiamo per
prima delle implicazioni, tra cui: l'eccesso di informazione, 'data smog', l'uso
inltrato, molteplice della retorica e della persuasione che si contendono per
attrarre la nostra attenzione. Poi, come educatori, traiamo almeno una conclusione: bisogna una nuova competenza oggi come assemblare le informazioni
alla nostra disposizione. Qui i 'personal media' ci aiutano. Un 'digital native'
e non pochi gli 'immigranti' utilizzano RSS (Rich Site Summary in inglese)
perché aiuta a selezionare le informazioni che interessano. L'uso di RSS è una
competenza che permette che stabiliamo come obiettivo le questioni, le storie
che ci interessano. RSS permette che personalizziamo le notizie, ci iscriviamo a
gruppi. RSS aiuta anche nel relazionare diverse pezzetti di informazione.
Almeno nelle fasi della formazione iniziale, in termini della Ratio, possiamo insegnare qualcosa sulla 'economia di attenzione' che ha sviluppato dalla
situazione di molti-a-molti e dei 'personal media'.
Quali sono le implicazioni
di una economia di attenzione? Le vediamo in azione. Il mondo commerciale
deve funzionare alla base di domanda e oerta che a turno ha bisogno di abbondanza e di scarsezza. Però l'informazione non è scarsa, quindi ci sono due
risultati una scarsezza falsa perché le informazioni sono 'chiuse a chiave' e
dobbiamo pagare prima di accedere, e un altro risultato che non è necessariamente male la scarsezza di attenzione.
Dipende come maneggiamola.
La
scarsezza di attenzione diventa il fuoco della produttività, e per questo troviamo diverse 'palcoscenici' per presentarci. YouTube! Bisogna aiutare ai giovani
come interpretare il fenomeno e usarlo con discrezione. I 'personal media' sono
un elemento in un grande cambiamento nell'epistemologia. Non è tutto male.
C'è stato un grande cambiamento, per esempio, dalla stampa ai multimedia. E
questo inuisce il modo in cui capiamo la verità nel senso che la verità ha una
lunghissima associazione con la parola stampata. Non è che la stampa non ha
potuto integrare le immagini i disegni da lungo tempo; non è questo il punto,
ma che oggi la stampa, le immagini, l'audio e il video convergono.
E più di
un semplice combinazione di testo e immagine, ma è un'integrazione. Michael
Heim dice che la verità è ormai presentata in processi molto più vicini a rituale,
all'iconograa che nelle proposizioni espresse in testo, e che la verità incarnata
come la Parola Sacra è trasmessa in un insieme di rituali, immagini integrati
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con testo-parola. Ci dice qualcosa importante? Che magari la discussione dei
'personal, convergent media', della realtà virtuale appartiene alla discussione
della liturgia, dei sacramenti?
E se guardiamo la nostra tradizione salesiana vediamo qualcosa che non ha
perso il suo valore e che addirittura ha un valore particolare nel contesto di
cui parliamo: la conoscenza narrativa. Don Bosco era un gran raccontatore e
impiegava la narrativa a tanti livelli, compreso la famosa buona notte di tre
minuti. La conoscenza narrativa non ha mai reso conto ad una epistemologia
rigida della verità (dichiarazioni della verità) e invece il ruolo e la signicatività
che ha assume un maggior importanza oggi, dato che la creazione dei contenuti
(authoring) per mezzo dei 'personal media' è così importante. Sembra essenziale
formare i futuri educatori alla capacità plasmare narrativa come una forma di
conoscenza.
Una visione 2020
La Ratio era riveduta 10 anni fa.
Dopo 10 anni, bisogna guardare in avanti
almeno altro 10 anni al 2020.
Ci sono (almeno) tre 'leggi' nel mondo digitale. La legge di Moore che dice
che la potenza del computer raddoppia ogni 18 mesi; la legge del 'disco' che dice
che la capacità della memoria di un computer raddoppia ogni 12 mesi; la legge
di Gilder che dice che la potenza comunicativa raddoppia ogni 2 a 3 anni. Non
importa se ci crediamo tanto a questi come 'leggi' o no.
è il rapido sviluppo.
La cosa signicante
Possiamo dire che nel 2020 il dispositivo mobile sarà lo
strumento normale per accesso all'Internet per la maggior parte dei popoli del
mondo e che certi conni, p.e.
tra momenti personale e momenti di lavoro,
tra presenza virtuale e presenza sica, saranno meno chiari.
Che signica in
termini delle relazioni umane? Non posso rispondere in forma precisa ma posso
pensare a un mondo dove, al meno in termini personali, tutto è disponibile
tutto il tempo, la informazione sarà disponibile a richiesta, la gente può creare
contenuti a scelta, le reti sociali avranno sempre più importanza, e la gente
può facilmente fare 'time-shift' e 'space-shift', le conversazioni crescono (cioè
coinvolgendo più persone), si approfondono (cioè la tecnologia permette più
profondità)..... con implicazioni per i rapporti umani.
Integrazione
La Ratio deve trovare un modo per riconoscere una nuova e importante realtà
che al momento non si trova.
Ci sono riferimenti ai 'mezzi di comunicazione
sociale' e il bisogno a 'usarli responsabilmente', ma il contesto rimane ancora
quello dove sono visto come strumenti. C'è adesso un'altra realtà che dobbiamo
nominare a trattare. La cultura digitale, come rappresentata da questi media
è un modo di vivere (a way of life), e come un modo di vivere (omnipresente,
personale, convergente) è in concorrenza con altri modi di vivere, compreso la
vita consacrata.
Un candidato per la vita consacrata ha fatto una scelta per
questa vita, ma non signica, non può signicare, in fatti, che ha riutato l'altro
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modo di vivere. La domanda è come integrare il modo di vivere nella cultura
digitale con il modo di vivere la vita consacrata, in modo che la integrità, la
autenticità della vita consacrata non sarà compromessa.
La chiave è l'integrazione.
Nella
Vita Consecrata
di Giovanni Paolo II, ci
dice che la formazione deve includere ogni aspetto della vita cristiana. E deve
orire, perciò, una preparazione umana, culturale, spirituale e pastorale che da
attenzione all'integrazione armoniosa di tutti i suoi elementi.
Prima che era
eletto come Papa, scrivendo sotto il suo nome di Karol Wojtyla, aveva indicato
che l'integrazione è raggiungibile solo per atti di padronanza di sé stesso, del
dono di sé stesso.
I persona media e i media convergenti hanno bisogno di
strategie personali e integrativi di formazione.
In tempi recenti l'enfasi nella vita religiosa, nel seminario, è stato messo
su due strumenti concreti che mirano questo tipo di integrazione: il progetto
comunitario e il progetto personale di vita. La sda adesso è cercare che questi
strumenti contengono un riferimento adeguato alla sde che provengono dal
contesto mediatico di oggi, i 'personal media', i media convergenti. Il progetto
personale non è un elenco di cose da fare ma signica la programmazione di
una vita a breve-medio-lungo termine alla luce del carisma e della missione
dell'istituto di appartenenza. Solleva domande di identità (chi sono hic et nunc,
e chi devo essere per essere fedele a me stesso e alla mia vocazione?) ......
Le virtù
Bisogna portare il concetto della vita virtuosa ai media di oggi che di sé stesso
non sembrano riempito delle virtù! Ci sono risorse nel
Cattolica che possono aiutarci:
Catechsimo della Chiesa
n. 1834 Le virtù umane sono disposizioni stabili dell'intelligenza e
della volontà, che regolano i nostri atti, ordinano le nostre passioni
e indirizzano la nostra condotta in conformità alla ragione e alla
fede. Possono essere raggruppate attorno a quattro virtù cardinali:
la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza.
n. 1835 La prudenza dispone la ragione pratica a discernere, in ogni
circostanza, il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per
attuarlo.
n. 1836 La giustizia consiste nella volontà costante e ferma di dare
a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto.
n. 1837 La fortezza assicura, nelle dicoltà, la fermezza e la costanza
nella ricerca del bene.
n.
1838 La temperanza modera l'attrattiva dei piaceri sensibili e
rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati.
n. 1839 Le virtù morali crescono per mezzo dell'educazione, di atti deliberati e della perseveranza nello sforzo.
purica e le eleva.
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La grazia divina le
Don Chávez avevo già indicato materiale di questo tipo nella sua lettera del
2005 (AGC390):
Si richiede dunque la formazione ad un buono spirito di discernimento e, più ampiamente, una comprensione informata circa la natura
dei mass-media, le tecniche da loro usate e l'impatto che esse hanno
sui recettori. Diventa necessario inculcare il principio etico fondamentale, e cioè che la persona umana e la comunità umana sono
il ne e la misura dell'uso dei mezzi di comunicazione sociale.
La
comunicazione dovrebbe essere fatta da persone a benecio dello
sviluppo integrale delle persone.
É vero nel caso dei mass media e
a fortiori
10
dei personal media.