La Ginnastica e la Scoliosi - SIEF Società Italiana di Educazione Fisica

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La Ginnastica e la Scoliosi - SIEF Società Italiana di Educazione Fisica
numeroUNOduemiladodici
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5
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Editoriale
Un vaccino... per la vita
3
clinica e management
I disturbi del sonno in età evolutiva 5
Linfoma di Burkitt
19
Le strategie alimentari del pediatra per gli adolescenti
con il diabete e che praticano attività sportiva
20
Ipertransaminasemia persistente:
dal riscontro occasionale alla diagnosi 22
Dolicocolon con ptosi del colon in paziente
con angioedema-orticaria: un caso clinico
26
Notizie dalle aziende
Primavera e idratazione: l’acqua e i sali minerali in essa contenuti,
aiutano a curare asma e allergie
29
Approfondimenti e notizie
La ginnastica e la scoliosi
31
L’attività sportiva: componente indispensabile in età pediatrica
per la prevenzione del sovrappeso e dell’obesità
38
La prevenzione della morte improvvisa in soggetti
in età evolutiva praticanti attività sportiva
40
Attività professionale
Manifesto della Medicina Integrata
44
Il pediatra di famiglia e la pensione: come è oggi e come cambia
46
Ciao Vittorio
50
Attualità e cultura
La magia dell’Alhambra 51
22
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29
31
40
46
“Rivista stampata su carta TCF (Total Chlorine Free) e verniciata idro”.
approfondimenti e notizie
La ginnastica
e la scoliosi
Cristina Baroni
Presidente SIEF
Società Italiana di Educazione Fisica
Nell’affrontare questo importante argomento iniziamo ribadendo alcuni
concetti, già espressi nei due articoli precedenti1, relativi al significato
del termine “ginnastica”, per passare poi all’esposizione del tema del
rapporto tra ginnastica e scoliosi basandoci in modo pressoché esclusivo (e le ragioni di ciò sono chiarite nelle parole che concludono questo
nostro scritto) sugli studi e sulle ricerche effettuate, ormai da più di un
ventennio, presso l’Istituto Duchenne di Firenze, Scuola Nazionale di
Educazione Fisica, e presentati nel corso del XIII Congresso Nazionale
SIEF “Il trattamento incruento della scoliosi. Il corsetto Chêneau e la
Ginnastica Medica al servizio della persona” (Lido di Camaiore, 8-9
novembre 2008), dal quale sono emersi fatti e considerazioni che pongono in una luce nuova tale rapporto (Fig. 1).
L’esercizio fisico, oggetto della
Ginnastica
“La Ginnastica è la scienza che studia l’esercizio fisico, gli effetti che con esso si possono produrre sull’organismo umano e che ha per fine il conseguimento ed il mantenimento della
buona salute” (da G. Mercuriale,
1530-1606, modificata).
Questa definizione precisa il
campo d’azione specifico della materia, stabilendo da un
lato la sua autonomia nei
confronti della medicina
(che non ha lo stesso oggetto, l’esercizio fisico),
d’altro canto la sua vicinanza ad essa, in quanto
ambedue rivolte, ma su
questo torneremo, alla
“buona salute”.
C. Baroni, La ginnastica e lo “sport”, Il Medico Pediatra (2010), 4:33-7 e Il piede piatto e la ginnastica correttiva, Il Medico Pediatra (2011), 1:37-41.
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approfondimenti e notizie
che abbiamo fatto ci avrà magari fatto
smaltire delle calorie, ma non è certo
stato benefico per la nostra colonna
vertebrale…
Da qui dunque la necessità di studiare
le implicazioni insite in ciascun esercizio, perché ciascun esercizio (e ce ne
sono infiniti…) può fare bene per un
verso e male per un altro, ed occorre una attenta e consapevole “visione
d’insieme” per poter stabilire quale
sia quello che, per quelle persone in
quel momento, può essere veramente
importante, utile, e soprattutto scevro
da “effetti collaterali” negativi.
In altre parole, questa definizione stabilisce che lo studio della Ginnastica
fornisce una competenza specifica
nell’esercizio fisico (di cui le Scienze
Motorie sono solo un aspetto), che
le consente di applicarlo in tutte le
sue infinite varietà, con la massima
sicurezza e anche con la massima efFigura 1.
Gli Atti di questo Congresso, con un
DVD allegato, sono pubblicati sul numero 2/2009 della rivista “I.D. Educazione
Fisica”, organo ufficiale della SIEF.
ficacia.
Ciò consente alla Ginnastica, che
in questo caso prende il nome di
“Ginnastica Medica”3, di rivolgersi anche alle persone che, per motivi vari
Essa sottolinea anche un dato che a
prima vista può sembrare banale, ma
che non lo è affatto: il fatto cioè che
l’esercizio fisico non è positivo tout
court per la nostra salute.
ed in modo continuativo o temporaneo, abbisognano anche di trattamenti fisioterapici e/o riabilitativi, ma che
non per questo devono essere esentate dal “fare ginnastica” (Fig. 2).
da considerarsi senz’altro un eser-
Lo “star bene”
della Ginnastica
cizio fisico (“atto motorio voluto e
Il fine della “buona salute” come ab-
precisato”) , spesso porta ad un mal
biamo visto, avvicina la ginnastica alla
di schiena che ci indica che l’esercizio
Medicina, ma nello stesso tempo la al-
Ad esempio zappare la terra, che è
2
Figura 2.
Per la Presentazione di questo Congresso
vedi il nostro sito www.sief.eu
lontana, distinguendo le due discipline
in modo netto.
Infatti la “salute” per la Medicina (ma
non solo per essa, se si considera la
complessa definizione data dall’OMS)
non è la “buona salute” ricercata dalla Ginnastica. Per intendersi: al medico basta che un braccio, magari prima
bloccato e/o dolorante, riesca a sollevarsi in alto per stabilire che questo
braccio sia “a posto”.
La Ginnastica invece non parte dal
presupposto della malattia, ma da
quello della completa efficienza fisica
del corpo umano, quella data da Madre
Natura e che rimanda al nostro essere
“selvaggio”, capace non solo di camminare e correre, ma anche di saltare,
lanciare, arrampicarsi, lottare, nuotare
e via dicendo… Questo braccio quindi per la Ginnastica, a quel punto dove
Così lo ha definito Emilio Baumann, grande Maestro della Ginnastica italiana (1843-1916) in Ginnastica e Scienza, 1910.
Il termine compare fin dagli inizi della storia della Ginnastica, nei testi dei suoi grandi Maestri. Il termine è stato oggi ridefinito dalla SIEF nel 1997, e tale
definizione ha contribuito a stilare il documento elaborato dalla SIGM e pubblicato sulla sua rivista “La Ginnastica Medica” (1998) XLVI (fasc.3/4): 64.
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approfondimenti e notizie
A tutti i bambini del mondo
Figura 3.
Nell’iconografia di Enea che salva,
portandolo sulle spalle, il padre Anchise,
(qui ne “L’incendio di Borgo” di Raffaello) troviamo una delle più belle e suggestive esemplificazioni del motto “essere forti per essere
utili”, concetto che fu fatto proprio da tutti i
grandi maestri nella storia della Ginnastica.
l’ha “lasciato” il medico, è solo agli inizi
del suo percorso, e dovrà imparare a
sospendersi, a lanciare, a trasportare… ed iniziare quindi il suo cammino verso la riacquisizione di capacità
motorie che la civiltà e la società moderne ci hanno fatto perdere, e senza
le quali siamo comunque un po’ meno
“sani”, meno efficienti, meno pronti ad
affrontare un eventuale imprevisto e
sicuramente meno disposti ad aiutare
qualcuno in pericolo… (Fig. 3).
L’ultimo concetto su cui vogliamo
tornare, anch’esso necessaria premessa per affrontare il tema che ci
siamo proposti, è quello riassunto in
una sorta di Desiderata scritto, ormai
diversi anni or sono, dall’Ortopedico
Marco Pecchioli, socio fondatore e
“motore” della nostra società, e rivolto “A tutti i bambini del mondo”.
Sai nuotare ............. no
allora impara
Sai fare le capriole ............. no
allora impara
Sai sciare ............. no
allora impara
Sai pattinare ............. no
allora impara
Sai saltare alla cordicella ............. no
allora impara
Sai fare la verticale ............. no
allora impara
Sai lottare per difenderti ............. no
allora impara
Sai andare in bicicletta ............. no
allora impara
Sai saltare ............. no
allora impara
Sai arrampicarti ............. no
allora impara
Sai andare a cavallo ............. no
allora impara
Sai scalare le montagne ............. no
allora impara
Sai tirare con l’arco ............. no
allora impara
Sai ............. no
allora impara
impara più cose possibile
Imparare tutte queste cose però può essere pericoloso; ad esempio, imparare a
nuotare... si può affogare!! Imparare a far le capriole... ci si può far male... allora l’Educazione Fisica ti prende per mano e ti insegna come si fa ad imparare
tutte queste cose senza farsi male... nel minor tempo possibile... ed anche se non
si è «tagliati»... E poi?... E poi le sai fare e ti ritrovi un corpo molto più efficiente
di quando non le sapevi fare; inoltre hai imparato tante cose che puoi utilizzare
nelle esperienze della vita quotidiana, o per divertirti; le puoi insegnare ai tuoi
amici, ai tuoi figli, o ti possono essere utili per aiutare gli altri.
E non devi impararle per vincere gli altri; devi impararle perché è bello.
Non serve a granché dire: “io sono più bravo di te”: quella è una nevrosi.
Marco Pecchioli
Questo scritto sottolinea il carattere
distintivo della ginnastica, che è quello di proporre non uno solo ma tanti
esercizi fisici, tutti finalizzati al “conseguimento ed al mantenimento della
buona salute”, tutti quindi importanti
ed utili, tesi all’acquisizione di quell’efficienza fisica che non solo può farci
stare e sentire meglio, ma che può anche servire per aiutare gli altri…
A questo punto, dopo aver ricordato le
caratteristiche della Ginnastica ed aver
stabilito sia la sua autonomia rispetto al
mondo della Medicina che la sua distinzione dal mondo dello Sport, possiamo
iniziare a parlare del rapporto che la
Ginnastica può avere con la Scoliosi,
limitandoci a sottolineare di questa
complessa patologia gli aspetti che riguardano da vicino il nostro tema.
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approfondimenti e notizie
Figura 4.
Gli esercizi di sospensione, per il loro effetto traente sulla colonna vertebrale, costituiscono parte importante in tutta la Ginnastica, ed anche nel programma di Ginnastica
Medica nei casi di scoliosi.
La ginnastica
è una necessità
igienica per tutti,
quindi anche per
chi ha una scoliosi
grado di potenzialità e, anche, di diffi-
togenetica certa, la deformità resta
coltà per chi la insegna.
infatti l’oggetto di ogni trattamento
Essa prevede a questo livello la mas-
attuale, cruento (con la chirurgia) od
sima collaborazione con l’Ortopedi-
incruento (con corsetto e ginnastica),
co, come capirono coloro che già nel
trattamento che in ogni caso mira a
Tutti dovrebbero fare ginnastica, fin da
1952, a Venezia, fondarono la SIGM
correggerla o comunque a prevenirne
piccoli e per tutta la vita, per mante-
Società Italiana di Ginnastica Medica
un eventuale aggravamento.
nere il proprio corpo efficiente, per
(www.sigm.it), voluta proprio da un
quanto possibile e compatibilmente
grande Ortopedico come Carlo Pais e
con gli “accidenti” della vita…
da un insegnante di Educazione Fisica,
Chi ha una scoliosi non è malato, deve
Mario Gallo.
semplicemente fare della ginnastica
La scoliosi
tà (e che per questo prende il nome di è una deformità,
Ginnastica Medica), cercando di fare non una malattia
che tenga conto di questa sua deformi-
tutto il possibile per migliorarla (Fig.
Almeno finché non verrà trovata la
4) e soprattutto facendo in modo di
causa della scoliosi più diffusa, quella
non peggiorarla con esercizi dannosi
cosiddetta idiopatica, la deformità che
(Fig. 5).
ne consegue costituisce “IL” problema
Ecco la “scienza dell’esercizio fisico”,
della scoliosi.
ecco dove essa arriva al suo massimo
In mancanza di una diagnosi eziopa-
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Figura 5.
Gli esercizi che prevedono la flessione
forzata (diversa dalla inclinazione) del
busto sono da evitarsi, nella scoliosi così
come per tutte le altre persone.
approfondimenti e notizie
Figura 6.
Queste foto, presentate al Congresso SIEF del 2008, appartengono ad una Maestra di Ginnastica, la cui scoliosi di 54° Cobb (le
rx sono quelle attuali) risulta essere assolutamente poco visibile esteticamente, grazie al corsetto Chêneau ed alla Ginnastica Medica
da lei costantemente praticata. Il filmato presentato tra gli altri in quella sede (tutti visionabili nel DVD allegato agli Atti congressuali)
testimonia la vitalità fisica di questa persona, che ha potuto e può godere in modo completo del suo corpo, compresa una tranquilla
maternità. Si potrebbe dire lo stesso se si fosse operata?
Ciò significa che il controllo della deformità costituisce il solo obiettivo che
attualmente si più pensare di raggiungere: ed in questo campo trova sicuramente uno spazio importante la ginnastica (si pensi al ruolo che può avere la
strutturazione dello schema corporeo
nella autocorrezione del gibbo), mentre
la chirurgia, nelle migliori delle ipotesi,
può arrivare a correggere esteriormente la deformità ma, comunque sia,
lascia alla persona un corpo che, a causa dell’intervento stesso, non potrà mai
più acquistare – o riacquistare – quelle
capacità e quelle funzioni motorie di
cui abbiamo parlato in precedenza, e
che costituiscono la differenza tra un
corpo “subito” e un corpo “vissuto”…
senza contare poi che esso pregiudica
la possibilità di agire in modo incruento
nei confronti di disturbi e dolori che
negli anni successivi, e a volte proprio
Questo nuovo approccio al trattamento della scoliosi è stato presentato in occasione del XIII Congresso
Nazionale SIEF, nel corso del quale il
Dott. Marco Pecchioli ha affermato:
“Nel trattamento della scoliosi la curva della colonna vertebrale ed in modo
specifico la angolazione misurabile alla
Rx NON HA RILEVANZA ai fini della
buona riuscita del trattamento, ma ciò
che ha rilevanza è la correzione della
deformità esteriore ed il miglioramento
della funzionalità motoria, perché da
questi due elementi dipende la qualità
della vita di quella persona sul piano
relazionale e sul piano della autosufficienza 4” (Fig. 6).
a causa dell’intervento stesso, possono
insorgere.
Essa infatti provvede a compensare
quell’atrofia muscolare che l’utilizzo
La ginnastica
è fondamentale
nel caso di utilizzo
di un corsetto
di un corsetto inevitabilmente comporta; favorisce l’efficacia delle spinte
correttive del corsetto migliorandone
così la tollerabilità; provvede a mantenere agili tutte quelle articolazioni
che col corsetto possono non avere
una completa escursione articolare
(ROM); educa la persona, attraverso
lo sviluppo di uno schema corporeo
sempre più affinato, a gestire in modo
corretto il proprio corpo nei movimenti della vita quotidiana, anche
quando il corsetto non verrà più usato5. Infine, ma non meno importante,
contribuisce a far sentire il giovane che
porta il corsetto una persona come
le altre, anzi a volte, proprio perché
fa ginnastica, anche più efficiente dei
suoi coetanei… e questo può aiutare
non poco a “sopportare” il corsetto,
in anni in cui il rapporto con il proprio
corpo definisce la propria personalità
ed è strumento di valutazione e misura nei rapporti con gli altri.
M. Pecchioli, Efficacia del trattamento della scoliosi idiopatica con corsetto Chêneau e Ginnastica Medica secondo le tecniche I.D., I.D. Educazione Fisica (2009),
2:55.
5
Ibidem, 53-58.
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approfondimenti e notizie
La ginnastica
non può
correggere, da sola,
la scoliosi
Questa affermazione è estremamente
importante, e potrebbe contribuire
a migliorare il rapporto che i medici
hanno con il mondo della ginnastica,
che da sempre ha inseguito (e purtroppo ancora a volte persiste in questo errore…) il miraggio di “curare”
la scoliosi.
Diverso è invece il caso dell’Atteggiamento Scoliotico, che come si sa non
presenta la strutturazione propria della scoliosi (infatti è un Paramorfismo)
ed è risolvibile quindi con la sola
Ginnastica Correttiva.
Il problema della Diagnosi Differenziale,
che si pone in modo importante specialmente quando ci si trova di fronte a
lievi deformazioni del tronco in bambini ancora piccoli, è di pertinenza chiaramente ortopedica e pertanto non
rientra nelle nostre competenze.
Ciò che va però evidenziato è l’opportunità, in questi casi, di far eseguire comunque della buona Ginnastica
Correttiva, perché essa, per le caratteristiche che abbiamo evidenziato
finora, non presenta rischi legati ad
eventuali effetti dannosi dell’esercizio fisico ed agisce comunque in
senso positivo sia per la costruzione
di un corpo efficiente che per l’affinamento di quello schema corporeo
che potrà risultare particolarmente
importante nel caso poi di scoliosi
vera.
Figura 7.
Grazie alla presenza dai grandi attrezzi, una palestra ben attrezzata sostituisce al
meglio, per la possibilità di unire molteplicità degli stimoli e sicurezza durante l’esecuzione degli esercizi, quell’ambiente naturale di cui i nostri bambini possono sempre
meno usufruire.
Quale ginnastica?
La Ginnastica Correttiva, come abbiamo visto nel nostro precedente articolo (v. nota 1), così come la Ginnastica
Medica, resta sempre Ginnastica, e si
svolge in ambienti e con personale
(l’insegnante di Educazione Fisica) del
tutto diversi dagli esercizi svolti in ambito sanitario.
Essa si svolge infatti in una palestra
provvista di tutti gli attrezzi dell’educazione fisica classica (Fig. 7), in un ambiente quindi che di per sé, essendo
fatto per sostituire quell’ambiente naturale di cui oggi i nostri bambini non
possono più godere, è ricco di stimoli
ed è di fondamentale importanza per
dare ai bambini la possibilità di crescere e svilupparsi “secondo natura”, in
un mondo in cui la natura viene sempre più ignorata ed anzi calpestata,
con le conseguenze che ormai sono
sotto gli occhi di tutti.
Ma non basta.
La Ginnastica, per avere tutti i benefici di cui abbiamo parlato, deve essere
“fatta bene”.
“Fatta bene” significa che chi la insegna si pone, sempre e continuamente,
la domanda “a cosa serve questo esercizio (perché lo propongo)?”.
Su questo punto v. C. Baroni, L. Grazzini, La ginnastica nell’insegnamento universitario, in “I.D. Educazione Fisica”, 2 (2010) (relazione presentata in occasione del XIV Congresso Nazionale SIEF “l Quadro Svedese. Il ruolo dei grandi attrezzi nell’Educazione Fisica scolastica”, Prato, 16 ottobre 2010. Gli Atti
di questo Congresso costituiscono l’intero numero della rivista).
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approfondimenti e notizie
La necessaria premessa alla risposta è
la conoscenza (da parte dell’insegnante ovviamente, non dell’allievo) dei vari
esercizi e, più tecnicamente parlando,
dell’esatta “localizzazione dell’effetto
motorio” di ognuno di essi.
Ad oggi, nelle varie Università di
Scienze Motorie ciò non viene studiato.
Al suo posto vengono studiate le varie discipline mediche (anatomia, fisiologia, traumatologia…), che sono
le “scienze di base” della ginnastica,
alcune attività sportive, con i loro
Regolamenti, i gesti tecnici, ecc., insie-
me a nozioni relative al Management
dell’Azienda Palestra 6.
Ciò fa sì che, oggi come ieri, non sia
facile trovare palestre dove venga proposta, al di là di ogni moda o delle a
volte stravaganti ed astruse richieste
da parte dell’utenza, della Ginnastica
eseguita con le caratteristiche di
cui abbiamo parlato: il Maestro di
Ginnastica infatti sa bene quello che
occorre alle persone, e non si “vende”
alle richieste di nessuno.
Le “tecniche I.D.” (Istituto
Duchenne) sono state studiate
proprio con questa impostazio-
ne, e sono nate per ridare valore
e dignità alla Ginnastica.
Per questo, esse sono ritenute dalla
SIEF, Società scientifica della materia,
quanto di più avanzato ci sia attualmente (in Italia ma non solo) in questo specifico settore (la Ginnastica),
nella convinzione che oggi più che mai
essa potrebbe rispondere, se diffusa
in modo adeguato ed in tutte le sue
sfaccettature (Ginnastica Formativa, di
Mantenimento per Adulti, Correttiva,
Medica…) in tutta la popolazione, ai
bisogni veri (e non a quelli indotti…)
delle persone. ■
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d’orthopédie des scolioses suivant la technique
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