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I generi poetici
nell’età giulio-claudia
La stagione d’oro della poesia
minore
Poesia astronomica sotto Tiberio:
GERMANICO (15 a.C. - 19 d.C., nipote e figlio adottivo di
Tiberio e grande generale): Aratea e Prognostica in
esametri, alquanto lacunosi: traduzione dei Phainòmena
kài Prognòseis di ARATO DI SOLI (IV-III a.C.), poemetto
didascalico di contenuto astronomico.
Prima di lui avevano tradotto il poemetto VARRONE
ATACINO (la sua traduzione è perduta) e CICERONE
MANILIO, Astronomica, 5 libri: poemetto
didascalico in esametri sull’astronomia (che
Manilio non distingue dall’astrologia), forse
incompiuto. È dedicato a Tiberio.
Contenuto:
• La sfera celeste;
• concetti fondamentali dell’astronomia;
• oroscopi;
• oroscopi;
• le costellazioni non zodiacali.
Manilio: genere di riferimento è la
poesia astronomica
La linea del genere:
• Arato III sec. a.C.
Grecia
• Varrone Atacino, Germanico, Manilio
Roma
Appendix Vergiliana
• è una raccolta di 33 carmi di diversa
composizione metrica
• Le probabilità che siano stati composti da
Virgilio sono in realtà molto basse, per alcune
composizioni addirittura nulle
• Il termine appendix fu usato per la prima
volta dall'umanista Scaligero nel 1572, e si
riferisce alla consuetudine di stampare
questi testi tutti assieme e in appendice
alle opere di Virgilio.
Raccolta eterogenea
Aetna (Etna)
Catalepton (Alla spicciolata)
Ciris (Airone)
Copa (Ostessa)
Culex (Zanzara)
Dirae (Maledizioni)
Epigrammata (Epigrammi)
Moretum (Focaccia)
Elegiae in Mecenatem
Priapea (Canti a Priapo)
Fedro e la tradizione della favola in versi
• Autonomia di un genere
• Favole in versi
• I modelli greci
LA DIPENDENZA DA ESOPO
• (LA)
« Aesopus auctor quam materiam repperit,
Hanc ego polivi versibus senariis.
Duplex libelli dos est: quod risum movet
Et quod prudentis vitam consilio monet. »
• (IT)
« Con metro umile, né a dure leggi avvinto,
Ciò ch'Esopo inventò, resi più adorno.
Due pregi ha il libriccino; muove il riso ,
E con saggio consiglio regge il vivere. »
(Fedro - Fabulae, I, Prologo)
• Fedro dà alle sue favole maggiore dignità
letteraria, riscrivendole in versi senari.
• Le sue favole hanno un doppio scopo: divertire il
lettore, con scene di carattere comico, ma di
suggerire anche "saggi consigli" (prudentia
consilia) per vivere
• L'uso del senario giambico, proprio della
commedia latina, viene scelto da Fedro per
evidenziare non solo il carattere popolare ma
anche la romanità dell'opera.
Libro II, favola 5
A Roma c’è una razza di faccendieri, che corre trepidamente,
preoccupata nel tempo libero; ansimante gratuitamente, col
far molto facendo nulla, dannosa per sé ed odiosissima agli
altri. Voglio guarire questa, se tuttavia posso, con una
favolettta vera; il costo della fatica è attendere. Mentre Tiberio
Cesare dirigendosi a Napoli, era arrivato nella sua villa di
Misero, che per mano di Lucullo posta in cima al monte,
osserva il mare siculo ed osserva l’etrusco, uno dei
maggiordomi, cinti in alto, e la tunica di lino gli stava attillata
dalle spalle, mentre le frange pendevano, mentre il signore
passeggiava (lungo) i bei viali; cominciò a spargere col
secchiello di legno la terra che bruciava, esagerando
garbatamente il lavoretto: ma viene deriso. Poi per note
scorciatoie corre avanti per un altro viale, bloccando la
polvere. Cesare conosce il personaggio, e capisce la cosa: ”Ehi”,
dice il signore. Quello allora si precipita, svelto per la gioia
d’una sicura donazione. Allora la così grande maestà del
sovrano scherzò: ”Non hai fatto molto ed il lavoro per nulla
perisce; con me gli schiaffi ( della libertà) si vendono a molto
di più.”
La poesia "minore" sotto Nerone
• NERONE, Troica, poema epico sulla guerra di Troia;
perduto
• ILIAS LATINA, riduzione dell’"Iliade" in ca. 1000
esametri latini
• CALPURNIO SICULO, 7 egloghe bucoliche alla
maniera di Virgilio
• LAUS PISONIS, panegirico in esametri di Pisone
(forse l’organizzatore della congiura contro Nerone);
l’autore potrebbe essere Calpurnio Siculo.
Il teatro
• la pantomima
LA SPETTACOLARIZZAZIONE
DELLA CULTURA
• Le RECITATIONES
Le declamationes
Seneca il vecchio
Oratorum et rhetorum sententiae, divisiones,
colores“ abbiamo notizie sulla moda delle
declamationes, vuoti esercizi di retorica che
testimoniano il cambiamento di ruolo di
un'arte la cui funzione era sempre stata
fondamentale nell'educazione dei cives.
• Egli divide le declamationes in controversia e
suasoria (genere giudiziale la prima, politico la
seconda), e ne raccoglie dei libri. Questi esercizi
retorici, che Seneca il Vecchio attacca come segno
della decadenza romana, sono caratterizzati da uno
stile esagerato e spettacolare, simile all'asianesimo
• Il ruolo della letteratura è ora quello di spettacolo, un
bene di consumo volgare realizzato per le masse: i
temi sono volutamente strani e inconsueti (colores),
affrontati con grande abuso di figure retoriche
Gli storici del consenso
Velleio Patercolo
Panegirico di Tiberio
Valerio Massimo
sostegno al regime
• VELLEIO
PATERCOLO (Irpinia,
? - Roma, ca. 30 d.C.):
Historiae, 2 ll.,
lacunose (dai tempi
antichi all’età
contemporanea, con
particolare riguardo per
Tiberio, che l’autore
adula vistosamente).
• VALERIO MASSIMO (?,
età di Augusto e Tiberio):
Factorum et dictorum
memorabilium libri
novem: non è una vera
opera storica, ma una
raccolta, in 9 ll., di
exempla (dei vizi e delle
virtù) romani e stranieri,
per un totale di 94
rubriche; opera destinata
alle declamationes
retoriche, di un evidente
conformismo etico e
politico.
Curzio Rufo:
tra storiografia e romanzo
Historiae Alexandri Magni, 10 vol.
Caratteristiche del sovrano macedone:
• Amicitia
• Patientia
• Iracundia
• Clementia
• Superbia
• Cupiditas gloriae
• Eroe da romanzo
• Letteratura da “intrattenimento”
• Gusto per l’esotico
• Alone fiabesco e meraviglioso
Curzio Rufo e l’influsso sul
ROMANZO DI ALESSANDRO
(Basso impero e medioevo)
Le discipline tecniche
e la prosa scientifica
• La medicina: Celso
• L’agricoltura: Columella
• La geografia: Pomponio Mela
• La precettistica culinaria: Apicio
• POMPONIO MELA Chorogràphia (=
"descrizione dei luoghi"), 3 ll. Descrive tutto
il mondo conosciuto; punto di riferimento è
il Mediterraneo. È il primo vero e proprio
geografo latino. Importanti excursus
etnografici
• MARCO GAVIO APICIO (età di
Tiberio): De re coquinaria (= "sulla
culinaria"): 10 ll
• AULO CORNELIO CELSO (età di Tiberio;
forse medico):Artes, trattato enciclopedico
che comprendeva 6 discipline (agricoltura,
medicina, retorica, arte militare, filosofia,
giurisprudenza).Possediamo: solo la
sezione De medicina (8 ll.).
• Tentativo di creazione di un manuale
enciclopedico: anticipazione di età flavia
con il grandioso progetto di Plinio il Vecchio
con la Naturalis Historia
• COLUMELLA: Il suo trattato De re rustica,
in dodici volumi, ci è pervenuto integro, e
rappresenta la maggiore fonte di
conoscenza circa l'agricoltura romana,
insieme ai lavori di Catone il Vecchio e
Varrone, che cita entrambi
occasionalmente. Il libro X, in onore di
Virgilio, è in esametri.
• Fra le discipline tecniche l’agricoltura
occupa una posizione di privilegio
• De re rustica: coltivazione dei campi, degli
alberi, della vite, allevamento degli animali
Apicio
....a tavola nessuno riconoscerà quello che
mangia....
Qualche curiosità su Apicio.....
De re coquinaria
• Libro primo
Il primo libro contiene suggerimenti vari, dal
come preparare un vino speciale, al come
rendere chiaro il vino nero, come conservare
a lungo certa frutta aromatico e certe
verdure, come conservare a lungo la carne,
come riconoscere il miele cattivo, come
conservare le olive
• Libro secondo
Il secondo libro, o Sarcoptes, è dedicato all’impiego di
carni tritate. È da sottolineare, finalmente, l’uso di
alimenti poveri ed erbe aromatiche. Le ricette sono
perlopiù di facile esecuzione.
• Libro terzo
Il libro terzo, o Cepuros, è dedicato agli ortaggi. Verdure, frutta,
formaggio, legumi e farinacei erano la base dell’alimentazione
dei romani. Apicio spiega con cura come conservarli al meglio e
li considera quasi una ghiottoneria e soprattutto un cibo sano,
buono, quasi benefico. Lo ritiene un saporito medicinale e non
solo un contorno.
• Libro quarto
Apicio contraddistingue il quarto libro con il nome di
Pandette che è un nome di origine greca, che significa
«contenitore di ogni cosa» ed è proprio questo il
significato che aveva in mente l’autore, vista la varietà degli
alimenti qui trattati. Ricette per salse, torte, piatti di
verdure, antipasti, piatti con frutta cotta e formaggi.
• Libro quinto
Libro quinto o dei legumi : grande sagra dei legumi e
delle varie farine che se ne ricavano . Piselli e lenticchie
molto spesso servono per fare una farcia da inserire in una
sorta di pasta dura che viene chiamata conchiglia .
• Libro sesto
Nel libro sesto si parla di come cucinare cacciagione da
piuma e animali da cortile. Appaiono in questo capitolo
struzzi, gru, fenicotteri, pavoni e pappagalli con le
indicazioni per preparare salse particolarmente adatte
alle loro carni.
• Libro settimo
Il libro settimo viene pomposamente chiamato delle “
Vivande prelibate “ C’è un poco di tutto e serve a farci
comprendere cosa ghiottoni dell’ epoca giudicavano
squisito. Vagine sterili , calli di dromedario , cotenne ,
piedini di maiale e di cinghiale , fegato d’ oca , poppa di
scrofa , lombi , rognoni , prosciutti.
• Libro ottavo
Il libro ottavo è dedicato a quei quadrupedi di
cui si mangiavano normalmente le carni.
Apicio inizia questo capitolo con cinghiale e
continua con cervo, camoscio, capretto,
agnello, lattonzolo, maiale, lepre.
• Libro nono e decimo
Capitolo nono il mare, capitolo decimo il
pescatore. Sono interamente dedicati al pesce,
ai molluschi e ai crostacei, ma più che della
preparazione vera e propria di queste carni
Apicio si preoccupa di consigliare le salse più
adatte. Solo raramente le carni di pesce nelle
sue ricette hanno il sopravvento sulle spezie