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16
set
2012
MESSINA, L’OPERAZIONE ANTIMAFIA GOTHA 3: L’ACCUSA NEI CONFRONTI
DELL’EX SINDACO DI MAZZARA’ SANT’ANDREA CARMELO NAVARRAPostato da
Enrico Di GiacomoCommentaCronaca da Messina e dintorni, Inchieste
NAVARRA Carmelo:
14) art. 416 ter c.p. perché, in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2007 per il
comune di Mazzarà Sant’Andrea, prometteva ed almeno in parte consegnava somme di
denaro all’associazione mafiosa denominata “famiglia barcellonese”, riconducibile a “Cosa
Nostra” siciliana, ed in particolare a quella sua articolazione denominata dei “Mazzaroti”,
avente specifica competenza sul territorio di Mazzarà Sant’Andrea, affinchè tale
organizzazione fornisse ed assicurasse l’appoggio elettorale per la sua elezione a sindaco di
quel comune.
In Mazzarà Sant’Andrea, nel 2007.
Le dichiarazioni di BISOGNANO CARMELO.
BISOGNANO Carmelo ha affermato di conoscere da tempo NAVARRA Carmelo, attuale
sindaco del comune di Mazzarà S.Andrea, eletto nel 2007, il quale aveva ricoperto tale
incarico anche nel precedente quinquennio, a seguito delle precedente elezioni amministrative
del 2002.
BISOGNANO ha sostenuto che egli, nel 2002, quando era ancora libero, si era adoperato per
fare eleggere Navarra Carmelo come Sindaco di Mazzarrà, cosa che in effetti era avvenuta.
Egli aveva “cercato i voti” per il Navarra, dando specifiche disposizioni in tal senso ai
componenti della sua organizzazione, i quali, a loro volta, si erano adoperati per procacciare i
voti sul territorio. Il collaboratore ha precisato di aver esercitato questa attività di ricerca di
voti non come un qualsiasi cittadino interessato alla vita politica del proprio paese, ma
avvalendosi della sua qualità di capo dell’organizzazione di Mazzarrà e dando disposizioni ai
suoi accoliti affinchè si votasse per il Navarra.
BISOGNANO ha precisato di non aver ricevuto denaro per tale suo intervento e di essersi
adoperato per quelle elezioni non solo perché lo riteneva un soggetto valido, ma anche perché
contava sul suo aiuto per i successivi appalti e progetti che di lì a poco si sarebbero messi in
cantiere nel comune di Mazzarà. Il collaboratore ha usato un’espressione moto efficace
laddove ha riferito che “il Navarra, come sindaco, era un soggetto che “remava nella mia
stessa direzione” ed anche in quella del precedente sindaco di Mazzarà, Giambò Nello”.
Il collaboratore ha anche precisato quali avrebbero dovuto essere i principali lavori pubblici
che di lì a poco si sarebbero dovuti eseguire nell’ambito del Comune di Mazzarrà
Sant’Andrea: in primo luogo la nuova discarica di rifiuti solidi urbani in contrada Zuppà di
Mazzarrà Sant’Andrea, poi un’altra discarica di inerti, le piazzole di compostaggio, il
consolidamento del cimitero di Mazzarrà, la realizzazione della Casa per Anziani a Mazzarrà,
la realizzazione del parco fotovoltaico ed infine il consolidamento di una scuola elementare
sempre a Mazzarrà. Si trattava di progetti già in essere ma che si dovevano sviluppare e
portare ad esecuzione e per il quale il BISOGNANO stesso avevo un forte interesse
economico. Costui ha sottolineato il fortissimo legame, personale e politico, esistente fra
GIAMBO’ Sebastiano, detto “Nello”, precedente sindaco di Mazzarà Sant’Andrea prima che
venisse eletto il NAVARRA, successivamente divenuto presidente della società mista
TIRRENOAMBIENTE, deputata alla gestione delle discariche che sono state realizzate in tale
comune, e lo stesso NAVARRA Carmelo (“… io e i componenti della mia organizzazione
abbiamo deciso di appoggiare l’elezione di Carmelo NAVARRA, dunque di farlo eleggere,
perché costui operava ed era nello stesso contesto di GIAMBO’ Sebastiano, era la continuità
rispetto a costui.”). Il collaboratore ha riferito che egli, nella imminenza delle elezioni del
2002, si incontrò con il GIAMBO’numerosissime volte a Mazzarrà Sant’Andrea e, proprio
durante uno di questi incontri, ebbe a chiedergli quale atteggiamento avrebbero dovuto
assumere lui stesso e la sua organizzazione rispetto a quelle elezioni (“Ricordo che rivolsi a
Nello la seguente frase, ovviamente sempre riferendomi alle imminenti elezioni comunali:
”Nello, comu semu cumminati?!”).
BISOGNANO ha aggiunto che GIAMBO’ gli rispose in modo molto sintetico, ma
estremamente significativo: “amu a’puttari a Melo!!!”: GIAMBO’, in quella occasione, si
riferiva al fatto che il BISOGNANO stesso e la sua organizzazione dovevano sostenere proprio
la candidatura di Carmelo NAVARRA: bastarono quelle poche parole perché i due si
capissero e non c’era alcuna esigenza di parlare in modo più esplicito.
Il collaboratore ha precisato che non ci fu neanche bisogno di accordarsi espressamente sul
fatto che il sostegno elettorale garantito dalla sua organizzazione avrebbe dovuto essere
successivamente ricambiato con un “aiuto” da parte dell’amministrazione di Carmelo
NAVARRA, il quale avrebbe dovuto “garantire” per i lavori pubblici che di lì a poco si
sarebbero dovuti realizzare in quel comune.
BISOGNANO ha precisato che egli parlò di tali circostanze, sempre prima delle elezioni del
2002, anche direttamente con Carmelo NAVARRA, durante un incontro a Mazzarrà: in
quella occasione egli gli disse: “non ti preoccupare, a posto, è tutto sistemato, andrà tutto
bene!”: in quel modo il capomafia mazzaroto fece chiaramente capire al suo interlocutore che
egli e la sua organizzazione avrebbero garantito il loro appoggio elettorale. Secondo il
racconto di BISOGNANO, Carmelo NAVARRA sapeva benissimo che l’appoggio elettorale
che egli stesso gli avrebbe garantito proveniva dal rappresentante su Mazzarrà
dell’organizzazione barcellonese.
Il collaboratore ha poi specificato di non aver parlato esplicitamente con NAVARRA dei
benefici in campo economico che egli pretendeva in cambio del suo appoggio elettorale, visto
che ciò era comunque scontato; di tale circostanza, però, ne aveva comunque parlato, seppure
in modo implicito, con lo stesso Nello GIAMBO’: anche il NAVARRA, perciò, era
consapevole dell’ “accordo” stretto fra lo stesso BISOGNANO e GIAMBO’.
BISOGNANO ha poi raccontato che egli, in ossequio al patto concluso, comunicò a tutti i suoi
accoliti che essi stessi e le loro famiglie avrebbero dovuto votare per Carmelo NAVARRA. In
particolare egli lo comunicò a ROTTINO Antonino ed a CALABRESE Tindaro, i quali, a loro
volta, lo fecero sapere a tutti i “ragazzi” di Mazzarrà. In ogni caso, durante la competizione
elettorale, non vi fu bisogno di nessuna pressione da parte sua e del suo gruppo perché era
sufficiente che si sapesse che i “Mazzaroti” appoggiavano Carmelo NAVARRA.
BISOGNANO ha aggiunto che l’ “accordo” concluso con NAVARRA e GIAMBO’
comprendeva anche un ulteriore impegno da parte sua: egli, infatti, sarebbe dovuto intervire,
avvalendosi del suo carisma criminale, per risolvere “… tutti i problemi, le contestazioni, che
sarebbero potute sorgere con i privati, con l’opposizione politica, nonché con le altre
pubbliche amministrazioni quando si sarebbero dovute realizzare le opere pubbliche in
programmazione”.
BISOGNANO, in effetti, ha elencato quelli che furono i “suoi interventi”, come per esempio
quello riguardante la sistemazione di una strada ricadente nel comune di Terme Vigliatore:
era infatti sorto un problema, consistente nel fatto che per accedere alla vecchia discarica di
Mazzarrà Sant’Andrea bisognava necessariamente transitare su una strada intercomunale in
pessime condizioni, che ricadeva per metà nella competenza del comune di Terme Vigliatore,
e che era necessario ripristinare. Gli amministratori del comune di Mazzarrà Sant’Andrea
avevano contattato gli amministratori del comune di Terme Vigliatore, ma non avevano
ottenuto il benestare per provvedere alla manutenzione ed al ripristino di tale strada. Per tale
motivo GIAMBO’ contattò il BISOGNANO e gli chiese di “sistemare” quella situazione.
BISOGNANO, puntualmente, si procurò un incontro con Carmelino GIUNTA, il quale aveva
un qualche ruolo all’interno dell’amministrazione di Terme Vigliatore, e gli espose il prolema.
Il collaboratore ha precisato che quella rivolta al GIUNTA fu “una proposta unilaterale”, nel
senso che rifiutarla sarebbe stata una libera scelta del GIUNTA, ma comunque a suo rischio e
pericolo; di lì a poco, in effetti, il problema venne superato.
Un altro “intervento” ricordato dal BISOGNANO è stato quello su un tale Ciccio CANNONE.
Anche questa vicenda si verificò dopo le elezioni del 2002, quasi contestualmente ai fatti
relativi a Carmelino GIUNTA. CANNONE Francesco era un soggetto che stava creando dei
problemi all’amministrazione NAVARRA per quanto riguarda la realizzazione della nuova
discarica di contrada Zuppà, alla cui progettazione si stava provvedendo in quel periodo.
GIAMBO’, di conseguenza, contattò BISOGNANO e si raccomandò a lui (“vedi quello che
puoi fare Melo!”): ciò bastò perché quest’ultimo capisse il da farsi: egli, infatti, commissionò
un attentato ai danni della farmacia del CANNONE ai suoi accoliti, ROTTINO Antonino,
TRIFIRO’ Carmelo e TRIFIRO’ Maurizio, i quali esplosero alcuni colpi di calibro 38 alla
vetrata di quell’esercizio commerciale. Poco dopo egli fece affondare anche una pilotina del
CANNONE, a Portorosa. Il collaboratore ha precisato che il CANNONE, pur non facendo
parte dei consiglieri comunali di opposizione, controllava alcuni di questi consiglieri, aveva un
certo seguito fra la popolazione di Mazzarrà e si opponeva alla realizzazione della discarica
per motivi ambientali. Dopo quegli attentati dimostrativi, però, non venne più fatto alcuna
concreta opposizione in seno al consiglio comunale ed il progetto sulla nuova discarica venne
di lì a poco approvato ed eseguito.
Un altro episodio che secondo BISOGNANO è da ricollegarsi all’accordo con GIAMBO’ e
NAVARRA è quello relativo a CRUPI Domenico. Successivamente agli attentati a
CANNONE e dopo che costui era stato riportato a più miti consigli, un soggetto che ancora
protestava “in piazza” contro la realizzazione della discarica era il consigliere di minoranza
CRUPI Domenico.
Anche in questo caso BISOGNANO organizzò un attentato per convincerlo a non “fare
ostruzionismo”.
Il collaboratore ha specificato che i benefici derivanti dall’ “accordo” concluso con GIAMBO’
e NAVARRA, e consistenti nella possibilità di partecipare alle commesse pubbliche, sarebbero
andati “non solo a BISOGNANO Carmelo, ma anche a tutta l’organizzazione mafiosa
barcellonese”. Egli, infatti, avrebbe fatto lavorare in quelle commesse non soltanto le imprese
a lui riconducibili, ma anche tutti gli altri appartenenti all’organizzazione che avevano
disponibilità di imprese. Anche questi ultimi soggetti, dunque, avrebbero lavorato e ottenuto
profitti, oltretutto leciti: egli, in pratica, avrebbe fatto diventare l’intera organizzazione
barcellonese “socia della discarica”.
BISOGNANO ha precisato che di questi aspetti specifici non parlò direttamente con
GIAMBO’ e NAVARRA, come del resto era ovvio che fosse, visto che a questi interessava
soltanto che, una volta ottenuta la vittoria elettorale, non vi fossero “problemi” nella
realizzazione di quelle opere pubbliche. Egli, invece, ne parlò direttamente con RAO Giovanni
e Sam DI SALVO.
BISOGNANO ha ricordato che, proprio nell’ottica di quell’accordo intervenuto a monte con
GIAMBO’ e NAVARRA, egli potè visionare il progetto della nuova discarica di Mazzarrà,
prima ancora che il Consiglio Comunale approvasse la relativa delibera di incarico.
Sempre in quest’ottica devono essere lette alcune ulteriori vicende narrate dal collaboratore:
quella inerente un accordo concluso con GIAMBO’ per la fornitura di inerti per la nuova
discarica (“… con GIAMBO’ Sebastiano mi accordai, in quel periodo, di provvedere alla
fornitura di terra per la copertura della nuova discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, così come
avevo già fatto in precedenza con riferimento alla vecchia discarica tramite l’impresa della
mia compagna TRUSCELLO Teresa.”).
La vicenda riguardante una fattura con ammontare “concordato” per i lavori inerenti la
vecchia discarica di Mazzarà S. Andrea (“… Successivamente, poiché ero spazientito per la
situazione che si era venuta a creare, vi fu un altro incontro tra me, Giambò e Innocenti
nell’ufficio del Sindaco, che non era più Giambò, ma Navarra Carmelo, nel corso del quale ci
accordammo per dimezzare la fattura a circa 110.000,00 euro, con l’accordo che la rimanente
somma sarebbe stata recuperata attraverso i lavori successivi alla chiusura della discarica”).
La vicenda riguardante un’altra discarica di inerti (“… dopo le elezioni del 2002 ho discusso
direttamente con NAVARRA Carmelo della questione inerente la discarica di inerti. Preciso
che la discarica di inerti è cosa diversa dalla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in contrada
Zuppà, la quale ha ad oggetto rifiuti solidi urbani; la discarica di inerti, invece, riguarda solo
materiale di risulta…. Parlai di questo progetto direttamente con Carmelo NAVARRA, anche
perché in quel periodo avevo avuto notizia di un finanziamento regionale che era stato
stanziato proprio per la realizzazione di quella discarica. Gli comunicai che avrei provveduto
io direttamente, ed in prima persona, ad individuare l’area dove sarebbe dovuto sorgere
quella discarica di inerti e NAVARRA si mostrò del tutto d’accordo. In altre parole io avrei
acquistato la disponibilità dell’area tramite TRUSCELLO Teresa e poi l’avrei ceduta al
Comune, o vendendogliela o affittandogliela. … anche in questo caso i benefici economici
derivanti dalla gestione di quell’area non sarebbero andati soltanto a me ma anche, almeno in
parte, all’organizzazione barcellonese; ciò anche perché non si trattava di un semplice appalto
di lavori ma della gestione di un servizio che si protraeva nel tempo. Quel progetto non andò
in porto poiché venni successivamente arrestato per l’operazione “icaro” nel novembre del
2003.”).
La vicenda riguardante la realizzazione del parco fotovoltaico (“… un altro lavoro che
rientrava nell’accordo concluso con GIAMBO’ e NAVARRA Carmelo era quello riguardante
la realizzazione del parco fotovoltaico a Mazzarrà Sant’Andrea. L’accordo con GIAMBO’ era
che io avrei acquistato un terreno adiacente ad un altro, già di proprietà della mia famiglia, e
lì sarebbe stato realizzato un parco fotovoltaico. Melo NAVARRA era anche lui d’accordo;
era costui che avrebbe dovuto mettere la firma su quel progetto nella sua qualità di sindaco
del Comune di Mazzarrà, nonché di proprietario delle quote di maggioranza di TIRRENO
AMBIENTE… Invece, dopo il mio arresto del novembre 2003, tali accordi non furono più
rispettati…”)
BISOGNANO, infine, ha ricordato che a causa del suo arresto per l’operazione “Icaro” gli
accordi con GIAMBO’ e NAVARRA non furono “più portati avanti”: egli, infatti, aveva
ormai perduto il controllo del territorio.
Il collaboratore ha reso dichiarazioni anche sulle successive elezioni amministrative svoltesi
nel 2007, a seguito delle quali NAVARRA fu nuovamente eletto; in quel periodo
BISOGNANO era ancora detenuto.
Quest’ultimo ha riferito che FUMIA Enrico, mentre erano entrambi detenuti presso la casa
circondariale di Messina, gli confidò che Giambo’ Sebastiano, all’epoca presidente della
Società Tirreno Ambiente di Mazzarrà, aveva messo a disposizione dei “Mazzaroti” una
somma considerevole, circa ottocentomila euro, per far eleggere come sindaco NAVARRA
Carmelo (“Navarra Carmelo è stato riletto nel 2007. Ho avuto conferma di tale notizia da
Fumia Enrico, mentre eravamo codetenuti, nel febbraio del 2009, presso la casa Circondariale
di Messina Gazzi. Lo stesso Fumia mi disse che Giambo’ Sebastiano, detto Nello, all’epoca
presidente della Società Tirreno Ambiente di Mazzarrà, aveva messo a disposizione la somma
di ottocentomila euro da utilizzare per fare eleggere come primo cittadino il NAVARRA
Carmelo. Fumia Enrico mi disse che questa somma era destinata ai “ragazzi” di Mazzarrà S.
Andrea, ossia ai c.d. mazzarroti, facenti parte di tale organizzazione che in quel periodo erano
liberi sul territorio, ossia Trifirò Carmelo, Fumia Enrico, ARTINO Ignazio e Munafò Aldo
Nicola ed altri; costoro sono intervenuti sul territorio per fare eleggere il Navarra. … In
effetti, FUMIA Enrico, nel febbraio del 2009, mentre eravamo detenuti insieme a Messina, mi
rivelò che Nello GIAMBO’ aveva preso accordi direttamente con CALABRESE Tindaro e gli
aveva promesso la somma di 800 mila euro da destinare per la rielezione di Carmelo
NAVARRA. … FUMIA mi disse anche che CALABRESE si riunì con gli altri mazzaroti, fra
cui lo stesso FUMIA e ARTINO Ignazio, comunicando i termini dell’accordo intervenuto con
il GIAMBO’. CALABRESE dispose che l’organizzazione mazzarota si impegnasse per la
rielezione del sindaco NAVARRA, cosa che in effetti fu fatta.”).
BISOGNANO ha comunque precisato che FUMIA gli rivelò che quella somma promessa non
fu mai consegnata, anche perché di lì a poco intervennero gli arresti per l’operazione “Vivaio”
(… Il FUMIA mi disse, altresì, che una volta che NAVARRA era stato eletto, quei soldi
promessi non furono consegnati perché di lì a poco intervennero gli arresti per l’operazione
“Vivaio”, verificatisi nell’aprile 2008. FUMIA collegava la mancata percezione dei quella
somma agli arresti del 2008, anche perché si trattava di una somma rilevante e non poteva
essere erogata tutta in una volta. Ovviamente si trattava di un vantaggio economico molto
minore rispetto a quello che avrei tratto io se fossi riuscito ad inserirmi nell’indotto relativo
alle opere pubbliche che ho prima menzionato. In questo caso il vantaggio che avrebbe
ricevuto l’organizzazione era semplicemente quella somma di 800 mila euro e non la gestione
economica di tutti gli affari relativi a quelle opere pubbliche, cosa a mio parere ben più
rilevante.”).
BISOGNANO, da ultimo, ha aggiunto che FUMIA gli specificò anche che CALABRESE e gli
altri “Mazzarroti” erano intervenuti non solo per raccogliere voti, ma si erano anche attivati
per impedire che si presentassero liste contrapposte a quelle di NAVARRA, formate da
persone valide, idonee a raccogliere molti voti. FUMIA, sempre in quella circostanza, gli
rivelò che si era presentato inizialmente Pietro TORRE con una sua lista e che poi questa lista
era stata fatta ritirare, proprio su interessamento e pressioni di CALABRESE Tindaro.
Si riportano le dichiarazioni di BISOGNANO Carmelo.
Navarra Carmelo
A.D.R.: Conosco Navarra Carmelo, attuale sindaco del Comune di Mazzarrà S.Andrea, il
quale, in passato, svolgeva l’incarico di tesoriere presso il Comune di Rodì Milici. Mi risulta
anche che egli avesse svolto incarichi precedenti nella medesima amministrazione di
Mazzarrà S.Andrea. (verbale del 9.5.2011)
Nello Giambo, “gestore” del comune.
ADR: Navarra Carmelo è stato il sindaco di Mazzarrà nel 2002, ma in pratica chi gestiva il
Comune sin da quella data, era Nello Giambo, ex sindaco del comune, successivamente
divenuto presidente della Tirreno Ambiente; faceva ciò con la cooperazione di Renzo
Mirabito già nominato esperto ambientale e Ravidà Roberto, tecnico comunale. (verbale del
9.5.2011)
ADR: La società Tirreno Ambiente che gestiva la discarica di Mazzarrà S.Andrea era
amministrata da tale Innocenti Pino, mentre il presidente della medesima società era Giambò
Sebastiano. All’interno della medesima società vi era anche tale Mirabito Renzo, il quale
ricopriva l’incarico di consulente ambientale della Tirreno Ambiente. Per quanto riguarda il
comune di Mazzarrà, oltre al sindaco Navarra, vi era anche RAVIDA’ Roberto, responsabile
dell’ufficio tecnico, il quale si occupava delle progettazioni. (verbale del 9.5.2011)
ADR: Il prof. Giambò Sebastiano pur non essendo organico dell’organizzazione ha usufruito
di tutta una serie di favori dal gruppo, per come sopra detto.(VERBALE DEL 14.5.2011)
Le elezioni del 2002: l’appoggio elettorale dell’organizzazione.
ADR: Anche io in precedenza, nel 2002 circa, all’epoca libero, mi sono adoperato per fare
eleggere Navarra Carmelo come Sindaco di Mazzarrà, cosa che in effetti è avvenuta. Ho
cercato i voti per il Navarra ed ho dato le disposizioni in questo senso ai componenti della mia
organizzazione, i quali, a loro volta, si sono adoperati per procacciare i voti sul territorio.
Anche in questo caso ho esercitato questa attività di ricerca dei voti avvalendomi della mia
qualità di capo dell’organizzazione di Mazzarrà ed ho dato disposizioni affinchè si votasse per
il Navarra. Bastava che io dessi queste disposizioni, senza neanche essere troppo esplicito e le
persone di Mazzarrà votavano di conseguenza.
ADR: Nel 2002 non ho ricevuto denaro dal Giambò e mi sono adoperato per le elezione del
Navarra sia perché lo ritenevo un soggetto valido, sia perché contavo nel suo aiuto per i
successivi appalti e progetti che di lì a poco si sarebbero messi in cantiere nel medesimo
comune. Il Navarra, come sindaco, era un soggetto che “remava nella mia stessa direzione” ed
anche in quella del precedente sindaco di Mazzarà, Giambò Nello. (verbale del 9.5.2011)
A.D.R.: confermo le dichiarazioni del 9.5.2011, di cui mi date lettura (ndr: verbale del
9.5.2011, di cui sopra).
Quando ho detto in questo verbale che contavo nell’aiuto di Melo Navarra, una volta che
costui fosse stato eletto, per i successivi appalti e progetti che di li a poco si sarebbero messi in
cantiere nel medesimo Comune, mi riferivo a principali lavori pubblici che di li a poco
sarebbero stati eseguiti nell’ambito del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, tra cui in primo
luogo la nuova discarica di rifiuti solidi urbani da realizzare in contrada Zuppà di Mazzarrà
Sant’Andrea, un’altra discarica di inerti, le piazzole di compostaggio, il consolidamento del
cimitero di Mazzarrà, la realizzazione della Casa per Anziani a Mazzarrà e la realizzazione
del parco fotovoltaico, il consolidamento di una scuola elementare sempre a Mazzarrà. Si
trattava di progetti già in essere ma che si dovevano sviluppare e portare ad esecuzione e per i
quali io avevo un forte interesse economico, non certo politico. (verbale del 28.10.2011)
Le elezioni del 2002: l’“accordo” con Nello Giambò.
A.D.R.: io e componenti della mia organizzazione abbiamo deciso di appoggiare l’elezione di
Carmelo NAVARRA, dunque di farlo eleggere, perché costui operava ed era nello stesso
contesto di GIAMBO’ Sebastiano, era la continuità rispetto a costui. Prima delle elezioni, io e
GIAMBO’ Sebastiano, detto Nello, ci siamo incontrati numerosissime volte a Mazzarrà
Sant’Andrea; ricordo che lui “scendeva” molto spesso a Mazzarrà il sabato e la domenica.
Durante uno di questi numerosi incontri che abbiamo avuto, io ho chiesto a Nello, riferendomi
alle imminenti elezioni del 2002, come io e la mia organizzazione avremmo dovuto
comportarci. Ricordo che rivolsi a Nello la seguente frase, ovviamente sempre riferendomi
alle imminenti elezioni comunali: ”Nello, comu semu cumminati? Il GIAMBO’ mi rispose, in
modo molto sintetico ma significativo: “amu a’puttari a Melo!!”, GIAMBO’ ovviamente si
riferiva al fatto che io e la mia organizzazione dovevamo sostenere la candidatura di Carmelo
NAVARRA; ciò perché, come ho già detto, Melo NAVARRA era “la continuità” di Nello
GIAMBO’.
A.D.R.: bastarono quelle poche parole per capirci perfettamente e non c’era alcuna esigenza
di parlare in modo più diffuso ed esplicito. In particolare non ci fu bisogno di accordarci
esplicitamente sul fatto che il sostegno elettorale garantito da me e la mia organizzazione
sarebbe dovuto essere stato successivamente ricambiato con un “aiuto” che l’amministrazione
di Carmelo NAVARRA ci avrebbe dovuto garantire nei lavori pubblici che di li a poco si
sarebbero dovuti realizzare. Ribadisco che ciò era assolutamente scontato ed implicito. Ci
siamo incontrati numerosissime volte, “a decine”, in quel periodo con Nello GIAMBO’, ma in
ogni caso bastò quell’unico incontro che ho prima menzionato per sancire questo accordo.
A.D.R.: tale incontro con GIAMBO’ ricordo che avvenne immediatamente fuori dalla Casa
Comunale di Mazzarrà Sant’Andrea, prima che entrambi entrassimo in tale luogo. Ricordo
che in quella medesima occasione GIAMBO’ mi comunicò che lui stava sostenendo Carmelo
NAVARRA e disse anche: “puttamu a Melu, stiamo facendo la lista!” io risposi: “vabbene,
fate la lista!”, così assicurando il mio benestare e la mia collaborazione. Non ci fu bisogno di
aggiungere altro. (verbale del 28.10.2011)
Le elezioni del 2002: l’ “accordo” con Melo Navarra.
A.D.R.: parlai di tali circostanze, sempre prima delle elezioni del 2002, anche direttamente
con Melo, ossia Carmelo NAVARRA, ricordo che lo incontrai a Mazzarrà e gli dissi: “non ti
preoccupare, a posto, è tutto sistemato, andrà tutto bene!”. Usai questa espressione perché so
che lui è un tipo ansioso ed era in ansia per le imminenti competizioni elettorali.
A.D.R.: in quel modo io gli ho comunicato che avrei garantito il mio appoggio elettorale e che
tale appoggio proveniva sia da BISOGNANO Carmelo come persona, sia da BISOGNANO
Carmelo come rappresentante del gruppo dei barcellonesi sul territorio di Mazzarrà
Sant’Andrea. Carmelo NAVARRA sapeva benissimo che l’appoggio elettorale che io gli avrei
garantito proveniva dal rappresentante su Mazzarrà dell’organizzazione barcellonese. Lo
sapeva benissimo Melo. “Anche l’aria che si respira a Mazzarrà, del resto, sa che io ero il
rappresentante dell’organizzazione barcellonese. (verbale del 28.10.2011)
A.D.R.: non ho parlato esplicitamente con Melo NAVARRA dei benefici in campo economico
che avrei tratto in cambio del mio appoggio elettorale, cui prima ho fatto cenno, ma ne ho
parlato esplicitamente con Nello GIAMBO’. Ribadisco che Melo NAVARRA è una persona
molto riservata, piuttosto ansiosa. Ricordo, addirittura, che in una occasione gli feci uno
scherzo, e cioè mi divertii a collocare due cartucce vuote dietro la maniglia della sua
autovettura 147. Sottolineo che si trattava esclusivamente di uno scherzo.
In ogni caso Melo sapeva benissimo che fra me e GIAMBO’ esisteva questo accordo, nel senso
che io avrei garantito loro l’appoggio elettorale e in cambio ne avrei ricevuto vantaggi
economici in vista delle opere pubbliche che si era in procinto di realizzare nel Comune di
Mazzarrà.
A.D.R.: i rapporti tra Melo NAVARRA e GIAMBO’ Sebastiano sono strettissimi; NAVARRA
è succube di GIAMBO’ tanto che se lui aveva un problema in Comune, la prima persona che
chiamava era GIAMBO’. GIAMBO’ aveva le chiavi del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea,
anzi non le aveva mai lasciate, e ciò non solo in senso figurato ma anche in senso materiale.
GIAMBO’, infatti, anche quando non era più sindaco, dopo le elezioni di Melo NAVARRA,
aveva sempre libero accesso nella casa comunale di Mazzarrà. Ho constatato personalmente
più volte che lui entrava nella stanza del sindaco e disponeva liberamente di questa stanza,
tanto che si sedeva dietro la sua scrivania. Ho fatto diverse riunioni in quella stanza insieme a
GIAMBO’, ovviamente parlo del periodo in cui era sindaco Carmelo NAVARRA. Durante
qualcuna di queste riunioni mi è capitato di sedere anch’io dietro quella scrivania e di avere
telefonato con il telefono del sindaco.
A.D.R.: tra queste riunioni che si sono svolte all’interno della stanza del sindaco NAVARRA,
vi è stata quella con Carmelino GIUNTA per il problema della strada di accesso alla vecchia
discarica, di cui andrò a parlare successivamente, nonché quella relativa all’ammontare della
fattura rilasciata dall’impresa TRUSCELLO per la fornitura della terra alla vecchia
discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, di cui ho parlato ampiamente nei verbali nei verbali del
9.5.2011 e 14.5.2011.
In altre occasioni capitava che io entrassi mentre Carmelo NAVARRA o GIAMBO’ Nello o
altri soggetti del Comune stavano parlando. Io entravo liberamente anche se prima bussavo.
Certamente non potevo firmare in prima persona le delibere del Comune di Mazzarrà
Sant’Andrea.
A.D.R.: ho già detto in precedenza che vi erano accordi preesistenti tra GIAMBO’ e
NAVARRA in base ai quali GIAMBO’ doveva ricoprire l’incarico di presidente della
TIRRENO AMBIENTE; egli, non potendo contestualmente ricoprire anche la carica di
sindaco, scelse la prima, ossia quella di presidente di TIRRENO AMBIENTE.
A.D.R.: come ho già detto, l’accordo fra me, GIAMBO’ e Melo NAVARRA, in base al quale
io ho garantito il mio appoggio elettorale e quello dell’organizzazione in cambio di “aiuto” per
i lavori pubblici che si sarebbe andati a realizzare, prevedeva “annessi e connessi”. Voglio a
questo punto specificare che la parola “aiuti” è un po’ riduttiva, nel senso che costoro non
erano liberi di scegliere se farmi lavorare o meno in quei lavori pubblici, ma “dovevano”
assecondare le mie richieste in quei campi; ciò proprio in base a quell’accordo che vi era stato
in precedenza. Quindi, loro potevano concedere lavori o commesse ad altre imprese solo nel
caso in cui ciò non fosse stato di mio interesse. Volendo fare un esempio, i lavori per la piccola
manutenzione per il comune di Mazzarrà Sant’Andrea non era cosa che mi interessasse
particolarmente ed infatti ho lasciato che fossero affidati ad altri soggetti quali le imprese
SOTTILE, GIARDINA, GENOVESE ed altre ancora. (verbale del 28.10.2011)
Le elezioni del 2002:
gli “annessi e connessi” dell’“accordo” con Melo Navarra e Nello Giambò
A.D.R.: ritornando agli “annessi e connessi” dell’accordo con NAVARRA e GIAMBO’, cui ho
prima fatto cenno, vi era anche il fatto che io avrei risolto tutti i problemi, le contestazioni,
che sarebbero potute sorgere con i privati, con l’opposizione politica, nonché con le altre
pubbliche amministrazioni quando si sarebbero dovute realizzare le opere pubbliche in
programmazione e che ho prima indicato.
A.D.R.: era implicito e scontato, con GIAMBO’ e NAVARRA, che io mi sarei occupato anche
di tali problemi. (verbale del 28.10.2011)
Le elezioni del 2002: la “scesa in campo della famiglia”.
A.D.R.: successivamente, sempre durante la competizione elettorale, io comunicai a tutti i
miei accoliti che tutti loro e le loro famiglie avrebbero dovuto votare per Carmelo
NAVARRA. In quella occasione, durante la competizione elettorale non vi fu bisogno di
nessuna pressione da parte mia e del mio gruppo perché era sufficiente che si sapesse che io e
il mio gruppo appoggiavamo Carmelo NAVARRA. Non ci fu bisogno di troppa “pubblicità”
anche perché questo, ossia l’eccessiva “pubblicità”, non è mai stato il mio modo di operare. Io,
per esempio, andavo al bar e dicevo ai miei paesani: “dobbiamo votare per Melo
NAVARRA”; non c’era bisogno che io imponessi niente a nessuno, bastava quel mio indirizzo
che esprimevo. Certamente non potevo fare discorsi “malavitosi” ed esprimevo quello che era
il mio indirizzo politico.
A.D.R.: comunicai che dovevamo sostenere Carmelo NAVARRA in particolar modo a
ROTTINO Antonino ed a CALABRESE Tindaro, i quali, a loro volta, lo fecero sapere a tutti i
ragazzi di Mazzarrà. Ricordo che non comunicai esplicitamente tali direttive a mio cognato
FUMIA Enrico poiché in quel periodo non eravamo più in buoni rapporti in quanto io avevo
iniziato la mia relazione con TRUSCELLO Teresa, come più volte dichiarato. In ogni caso,
CALABRESE avrebbe comunque comunicato ciò a FUMIA e ad ARTINO i quali, in ogni
caso, erano già dalla parte di Carmelo NAVARRA tanto che la moglie di ITALIANO
Salvatore, socio di fatto di ARTINO e FUMIA, era già schierata e presente nella lista di
Carmelo NAVARRA. (verbale del 28.10.2011)
Pietro Torre
A.D.R.: conosco Pietro TORRE, lontano parente di mia zia, di professione vivaista, persona
che rispetto. Costui, in occasione della competizione elettorale del 2002, sosteneva la lista di
SIMONE Orazio, anche se non era inserito direttamente in quella lista. Nego nel modo più
assoluto di avere sostenuto in occasione delle elezioni del 2002 la lista di SIMONE Orazio dal
momento che io avevo preso accordi con NAVARRA e GIAMBO’ e non certo con SIMONE.
In vista dell’ottenimento dei vantaggi che ho prima indicato, avrei anche potuto stringere un
accordo di quel tipo con SIMONE Orazio, ma ciò era certamente più facile con NAVARRA e
GIAMBO’, i quali era già “inquadrati” ed al corrente di tutto. Con SIMONE, invece, sarebbe
stato più faticoso in quanto avrei dovuto “spiegargli” tutti i termini di quell’accordo ed avrei
anche potuto “sbatterci contro”.
Aggiungo che Pietro TORRE si candidò direttamente in un epoca precedente, ossia nel 1992,
ma costui in quella occasione rifiutò il mio appoggio elettorale. Ricordo che gli proposi di
interessarmi ma lui mi rispose di farmi gli affari miei e che preferiva affrontare la
competizione elettorale senza il mio appoggio. In effetti costui perse le elezioni. (verbale del
28.10.2011)
La sistemazione di una strada ricadente nel comune di Terme Vigliatore, dopo le elezioni del
2002.
A.D.R.: nell’ambito di questo accordo con GIAMBO’ e Melo NAVARRA sono da inquadrarsi
alcuni episodi che ho già narrato in precedenza in altri verbali, come il mio “intervento” con
Ciccio CANNONE e con la pubblica amministrazione di Terme Vigliatore. Con riferimento a
tale ultimo episodio era sorto il problema consistente nel fatto che per accedere alla vecchia
discarica di Mazzarrà Sant’Andrea bisognava necessariamente transitare su una strada
intercomunale in pessime condizioni, che ricadeva per metà nella competenza del comune di
Terme Vigliatore e che era necessario ripristinare. Gli amministratori del comune di
Mazzarrà Sant’Andrea avevano contattato gli amministratori del comune di Terme
Vigliatore, ma non avevano ottenuto il benestare per provvedere alla manutenzione ed al
ripristino di tale strada. Non credo che vi fossero stati atti amministrativi ufficiali, ma in ogni
caso la sostanza era questa. Per tale motivo il Prof. GIAMBO’ mi contattò e mi chiese di
sistemare questa situazione. Io chiamai CAMPISI Agostino e gli chiesi di contattare e di
procurarmi un incontro con Carmelino GIUNTA, il quale aveva un ruolo all’interno
dell’amministrazione di Terme Vigliatore, anche se non so dire se costui ricoprisse incarichi
ufficiali. In ogni caso era un personaggio che aveva appoggiato quella amministrazione
comunale ed aveva influenza sulla stessa. Mi recai presso il suo studio di ingegnere situato in
Terme Vigliatore, salita ex Ciappazzi, di fronte la farmacia LA MAESTRA, e gli esposi il
problema. Costui mi chiese un po’ di tempo. Preciso che la mia era una proposta
“unilaterale”, nel senso che io gli chiesi se mi poteva fare questo favore, ma in realtà egli
“doveva” farmelo, rifiutarlo sarebbe stata una sua libera scelta, ma a suo rischio e pericolo; io
in ogni caso non lo minacciai in alcun modo. GIUNTA, successivamente, ricontattò CAMPISI
Agostino e costui me lo fece sapere. Di li a poco, in effetti, io, GIAMBO’ e lo stesso Carmelino
GIUNTA tenemmo una riunione a tre, di quello che ho già prima menzionato, nella stanza del
sindaco Carmelo NAVARRA.
Ovviamente questo fatto si verificò dopo le elezioni del 2002, il sindaco era già Carmelo
NAVARRA, ma per i motivi che ho già detto, la sua presenza a quella riunione era superflua.
In ogni caso, Carmelo NAVARRA era al corrente di tutta la vicenda dal momento che il
Comune di Terme Vigliatore aveva, almeno di fatto, negato l’autorizzazione proprio a lui.
Ricordo che quella riunione si svolse nel pomeriggio quando il Comune era chiuso e non c’era
nessuno. Preciso che quella riunione fu solo una formalità dal momento che ero stato già io a
decidere tutto; in ogni caso volevo fare vedere a Nello quale fosse la persona che si era
interessata dell’intera vicenda.
A.D.R.: GIAMBO’ si rivolse a me in tale circostanza sia perché ci conoscevamo, sia perché
ero un personaggio autorevole sul territorio; è ovvio che se si fosse interessato di questa
vicenda un comune cittadino diverso da me non avrebbe avuto lo stesso risultato. Certamente
il mio intervento fu determinate per risolvere quella vicenda in tempi rapidi senza dovere
affrontare complicati iter burocratici. Il lavoro sulla strada venne effettivamente realizzato
senza che il comune di Terme Vigliatore frapponesse ulteriori ostacoli; quel lavoro fu
realizzato dal comune di Mazzarrà e l’incarico venne affidato alla ditta ROTELLA. (verbale
del 28.10.2011)
ADR: Sempre per quanto riguarda la vecchia discarica di Mazzarrà, poiché per accedervi
bisognava transitare attraverso una strada in condizioni pessime e ricadente nel Comune di
Terme Vigliatore, era necessario ripristinarla. Il Comune di Terme Vigliatore non intese
risistemare questa strada, al punto da negare l’autorizzazione ai camion di transitarla. Il prof.
Giambò a quel punto mi chiamò dicendomi di sistemare questa situazione. Incaricai Agostino
Campisi, chiedendogli di informarsi su chi fossero gli amministratori di quel Comune. Il
Campisi poco dopo mi fissò un appuntamento con tale Giunta Carmelino, il quale aveva un
ruolo che (non: n.d.r.) so quale fosse all’interno dell’amministrazione comunale di Terme
Vigliatore. Andai presso il suo studio, mi presentai, gli esposi il problema ed egli si manifestò
disponibile dicendomi che dovevamo parlare anche con Giambò. Mi incontrai con Giunta e
Giambò nell’ufficio del sindaco Navarra e si raggiunse l’accordo che quella strada andava
risistemata; cosa che poi avvenne. (VERBALE DEL 14.5.2011)
Il “convincimento” nei confronti di Ciccio Cannone per la realizzazione della nuova discarica,
dopo le elezioni del 2002.
A.D.R.: l’altro episodio che ho prima accennato è quello relativo a Ciccio CANNONE. Anche
questa vicenda si verificò dopo le elezioni del 2002, quasi contestualmente ai fatti relativi a
Carmelino GIUNTA. In questo caso, come ho già detto in altri verbali, CANNONE Francesco
stava creando dei problemi all’amministrazione NAVARRA per quanto riguarda la
realizzazione della nuova discarica di contrada Zuppà, alla cui progettazione si stava
provvedendo in quel periodo. Nello GIAMBO’, in una occasione, riferendosi all’operato del
CANNONE mi disse: “vedi quello che puoi fare Melo!”. Specifico che GIAMBO’ non mi disse
esplicitamente di intervenire sul CANNONE, ma era sufficiente che mi dicesse questa frase,
oppure quella dal seguente tenore: “ci sono problemi con Ciccio in Consiglio Comunale”,
perché io capissi il da farsi. Confermo le dichiarazioni del 9.5.11 relative ai fatti che
riguardano CANNONE Francesco di cui mi date sommaria lettura. Come ho già detto in quel
verbale, commissionai l’attentato ai danni della sua farmacia a ROTTINO Antonino,
TRIFIRO’ Carmelo e TRIFIRO’ Maurizio, i quali esplosero alcuni colpi di cal. 38 alla vetrata
di quell’esercizio commerciale. Successivamente ROTTINO mi disse che il vetro della
farmacia si era forato ma non era andato in frantumi. Non so se ci sia una denuncia contro
ignoti per quei fatti, anche perché il vetro fu sostituito con facilità. Poco dopo feci affondare
una pilotina del CANNONE a Portorosa accanto al cavalcavia che attraversa il centro
commerciale. A quest’ultima spedizione partecipai anche io. Specifico che la pilotina fu
solamente fatta affondare e fu successivamente recuperata agevolmente. Specifico che Ciccio
CANNONE in quel periodo si opponeva alla realizzazione della nuova discarica in contrada
Zuppà, sostenendo, tra le altre motivazioni, che quelle discarica avrebbe comportato
esalazioni nocive, “puzza” e che Mazzarrà, invece che la città dei vivai sarebbe diventata la
città della spazzatura. Il CANNONE non faceva parte formalmente dei consiglieri comunali di
opposizione, ma controllava alcuni di questi consiglieri e portava avanti questo tipo di
rivendicazioni. Egli aveva un certo seguito fra la popolazione di Mazzarrà. Dopo quegli
attentati dimostrativi non venne più fatto alcuna serie e concreta opposizione in seno al
consiglio comunale; l’opposizione si limitò “a parlare”, ma in ogni caso il progetto sulla nuova
discarica venne di li a poco approvato ed eseguito. CANNONE capì quale era la motivazione
di questi attentati e nei successivi consigli comunali non si registrarono opposizioni
significativi, anche perché dopo quegli attentati io assistetti personalmente alle sedute del
consiglio comunale. Non so se vi sia qualche relazione di servizio dei Carabinieri di Furnari o
di qualche altra stazione che attestano la mia presenza alle sedute del consiglio comunale.
Anche questo, come ho già detto era un “annesso e connesso” di quell’accordo intervenuto con
GIAMBO’ e Melo NAVARRA. (verbale del 28.10.2011)
ADR: Un altro episodio che ricordo si è verificato sempre con la prima amministrazione
Navarra, dunque nel 2002, allorquando era in corso la decisione sulla realizzazione ed
ubicazione della nuova discarica. In quel periodo alcuni esponenti dell’opposizione, tra cui
Cannone Francesco, stavano creando in consiglio comunale alcuni problemi
all’Amministrazione retta dal Navarra, sempre per quanto riguarda la realizzazione di quella
discarica. In una circostanza, Nello Giambò, ovviamente interessato a quella realizzazione, si
lamento’ con me personalmente dei problemi che gli stava creando l’opposizione di
minoranza, tra cui Ciccio Cannone. In quella specifica occasione, lo stesso Giambò mi disse:
“vedi quello che puoi fare, Melo!”. Il Giambò non mi disse esplicitamente di compiere azioni
eclatanti o attentati, ma io compresi che dovevo porre in essere “una opera di convincimento”
nei confronti di costoro. Io infatti commissionai un attentato alla farmacia del Cannone a
Rottino Antonino, Trifirò Carmelo e Trifirò Maurizio, i quali esplosero alcuni colpi di cal. 38
alla vetrata di quella farmacia. Poco dopo feci affondare anche una pilotina del Cannone
ormeggiata a Portorosa. A ques’ultima spedizione partecipai anche io, oltre alle predette
persone. I fatti narrati si riferiscono all’anno 2002, in pendenza dell’approvazione del
progetto relativo alla nuova discarica di Mazzarrà S.A., in contrada Zuppà.
ADR: Cannone si opponeva alla realizzazione della nuova discarica per motivi ambientali,
sostenendo che la zona di Mazzarrà era un territorio di vivai.
ADR: Dopo gli attentati che abbiamo commesso ai danni di Cannone, la minoranza non ha
più fatto alcuna opposizione in seno al consiglio comunale, tanto che la discarica venne
successivamente approvata e realizzata. Addirittura Cannone Francesco è oggi l’attuale
Presidente della Tirreno Ambiente.
ADR: Giambò non mi disse nulla dopo quegli attentati, ma era sottinteso che si trattava di
una condotta che a lui era favorevole per i suoi interessi imprenditoriali, in qualità di
presidente della Tirreno Ambiente. (verbale del 9.5.2011)
ADR: Non ho mai parlato esplicitamente di questi attentati con Giambò Sebastiano e Navarra
Carmelo, dopo che essi furono commessi.
ADR: Ora che mi ricordo, in quel periodo, ossia quando Giambo’ mi disse che vi erano dei
problemi per l’approvazione della nuova discarica di contrada Zuppà a causa
dell’opposizione della minoranza ed io realizzai gli attentati, chiesi al Giambo’ medesimo se
quelle condotte non avessero potuto suscitare troppo clamore, destando l’attenzione anche su
di me e la mia organizzazione. Il Giambo’ mi tranquillizzò e mi disse che era “coperto” con gli
organi deputati al controllo, ossia con la Prefettura e con la Regione. Mi disse: “non ti
preoccupare, alla Prefettura c’è la COCODE’, me la vedo io. Per quanto riguarda la Regione,
se la vede RENZO MIRABITO con CICCIO CIMINO”.
ADR: Ciccio CIMINO era un onorevole della zona di Patti, che io comunque non conosco.
(verbale del 9.5.2011)
L’attentato ai danni di Crupi Domenico per la realizzazione della nuova discarica, dopo il
2002.
A.D.R.: un altro episodio che si ricollega sempre a questo accordo con GIAMBO’ e
NAVARRA è quello relativo a CRUPI Domenico. Successivamente agli attentati a
CANNONE e dopo che costui era stato riportato a più miti consigli, un soggetto che ancora
protestava in piazza contro la realizzazione della discarica era il consigliere di minoranza
CRUPI Domenico. Costui faceva opposizione, secondo me, solamente perché voleva
“mangiare” da quell’affare. Anche in questo caso, quando ero ancora libera e non ero stato
arrestato per l’operazione “Icaro”, programmai un attentato per convincerlo a non fare
problemi e a non creare ostruzionismo. Lo avevo anche più volte avvisato, avevo parlato con
lui, ovviamente senza minacciarlo, ma costui dopo qualche giorno ricominciava come prima.
Per questi motivi diedi disposizioni a ROTTINO Antonino, TRIFIRO’ Carmelo, TRIFIRO’
Maurizio e CALABRESE Tindaro di bruciargli l’autovettura, credo in uso alla moglie.
Successivamente fui arrestato per “Icaro”, la cosa non andò in porto. In effetti quell’attentato
venne portato a termine da queste persone sulla base di quell’incarico che avevo
precedentemente dato. In effetti, questo attentato venne commesso proprio dai soggetti che ho
prima menzionato, così come ho già detto nel verbale del 9.5.11, del quale mi state dando
sommaria lettura. (verbale del 28.10.2011)
ADR: Altro attentato è stato commesso nel 2001/2002, per la medesima motivazione, ai danni
di un consigliere di minoranza, tale CRUPI Domenico. Anche in questa occasione diedi
incarico a Rottino Antonino, Trifirò Carmelo e Trifirò Maurizio di incendiare la vettura in
uso alla moglie del Crupi, una Fiat Uno.
ADR: Alla sollecitazione che mi fate, e cioè che l’incendio dell’autovettura di Crupi potrebbe
essere avvenuto in un periodo successivo al mio arresto, avvenuto nel novembre del 2003, non
escludo che effettivamente tale ultimo attentato possa essere avvenuto successivamente al mio
arresto. Ribadisco che la motivazione di quell’attentato era sempre la stessa, nel senso che si
voleva condizionare un altro consigliere di minoranza contrario alla realizzazione della
discarica. Dunque non sono stato io a commissionare quell’attentato, ma si trattò di una
iniziativa di qualcuno dei “ragazzi” di Mazzarrà, probabilmente Rottino Antonino, a me
vicino. Non escludo che Rottino si sia consultato in quel periodo con Calabrese Tindaro per
porre in essere tale attentato. (verbale del 9.5.2011)
L’assunzione di gente di Mazzarà.
A.D.R.: un altro degli accordi presi “a monte” con NAVARRA e GIAMBO’, prima delle
elezioni, in cambio del nostro appoggio elettorale era quello che in occasione dell’esecuzione e
della gestione di quelle opere pubbliche che ho prima menzionato dovevano essere assunti
soggetti di Mazzarrà. Infatti, io non volevo che a Mazzarrà vi fossero troppe persone “a
spasso” le quali non solo facevano danno ma richiamavano anche l’attenzione delle forze
dell’ordine. In ogni caso ci tenevo a che persone di Mazzarrà lavorassero e quando io ho
parlato con la gente di Mazzarrà per farla votare a favore di Carmelo NAVARRA, ho fatto
leva sul fatto che ci sarebbe stato lavoro per loro. (verbale del 28.10.2011).
ADR:Effettivamente con il prof. Giambò si raggiunse l’accordo che per la realizzazione della
discarica dovevano lavorare soltanto operai del posto, cosa che consentiva al Giambò di
ottenere anche un considerevole ritorno elettorale. (VERBALE DEL 14.5.2011)
Le elezioni del 2002 e i benefici per l’intera “organizzazione barcellonese”.
A.D.R.: come ho già detto, il mio interesse per l’accordo preso con GIAMBO’ e Carmelo
NAVARRA consisteva nel fatto che io avrei ottenuto l’affidamento di lavori per le imprese a
me riconducibili in occasione delle opere pubbliche che si sarebbero realizzate.
A.D.R.: i benefici che sarebbero derivati dall’esecuzione di tali lavori, o dalla gestione dei
relativi servizi, come ad esempio la gestione della nuova discarica, dovevano andare non solo a
BISOGNANO Carmelo, ma anche a tutta l’organizzazione mafiosa barcellonese. Infatti, avrei
lavorato in queste commesse pubbliche non soltanto io, o meglio le imprese a me riconducibili,
ma anche tutti gli altri appartenenti all’organizzazione che avevano disponibilità di imprese.
Anche questi soggetti avrebbero lavorato e ottenuto profitti, oltretutto leciti. Infatti, in
pratica, io avrei fatto diventare l’intera organizzazione barcellonese “socia della discarica” nel
senso che l’avrei fatta partecipe di tutti i lavori che sarebbero derivati dalla realizzazione e
dalla gestione della discarica. Specifico che i lavori sarebbero consistiti non soltanto nella
costruzione della discarica, ma anche nella gestione di tutti i servizi che ruotavano intorno alla
discarica stessa e che si riferivano all’ATO ME2. Anzi, preciso che i profitti che derivavano
dalla gestione dei servizi sarebbero stati di gran lunga superiori a quelli derivanti dalla
gestione della discarica. In quel modo ci sarebbero stati “mezzi da prendere a noleggio” ed io
avrei assicurato lavoro anche a tanti soggetti vicini all’organizzazione, che in quel momento
erano “a spasso” e creavano problemi dedicandosi a rapine o altri atti illeciti che
richiamavano l’attenzione delle forze dell’ordine. Volendo fare un esempio, avevo promesso al
defunto DE PASQUALE Carmelo, ucciso nel gennaio 2009, che gli avrei fatto ottenere lavori
di questo tipo proprio al fine di non continuare a svolgere tali attività.
A.D.R.: per noi dell’organizzazione è importante ottenere introiti “legali” derivanti dal lavoro
e non dalle estorsioni, sia perché questa è la vera fonte economica, sia perché in tal modo non
si allarmavano le forze dell’ordine e l’opinione pubblica. Il nostro obiettivo ultimo, infatti, è
quello di acquisire “lavori leciti” mentre l’estorsione è solo una forma di controllo sul
territorio.
A.D.R.: di questi aspetti specifici non parlai direttamente con GIAMBO’ e Carmelo
NAVARRA; a loro interessava soltanto che, una volta ottenuta la vittoria elettorale, non vi
fossero “problemi” nella realizzazione di quelle opere pubbliche.
A.D.R.: io parlai invece di questi aspetti e della possibilità concreta di ottenere lavori “leciti”,
in relazione alla nuova discarica di Mazzarrà Sant’Andrea contrada Zuppà, per tutta
l’organizzazione direttamente con RAO Giovanni e Sam DI SALVO, e ciò anche prima delle
elezioni del 2002. Anche con costoro non furono necessari lunghi discorsi, bastando poche
concise battute. Ricordo che DI SALVO, in una occasione, mi disse: “come sia comminati con
la discarica?!” e io gli risposi: “tutto a posto!”. Bastarono quelle poche parole per intenderci,
perché lui capisse che io mi stavo occupando concretamente della nuova discarica e che non vi
sarebbero stati problemi. Se, invece, vi fossero stati problemi certamente mi sarei rivolto a lui
per farmi coadiuvare nella loro risoluzione o per ricevere qualche consiglio. Non parlai
esplicitamente delle votazioni che si sarebbero svolte, dal momento che costui non era di
Mazzarrà e non conosceva nessuno, bastando io ad assicurare l’elezione del NAVARRA.
A.D.R.: informai dei miei progetti relativi alla nuova discarica di Mazzarrà Sant’Andrea,
sempre prima delle elezioni del 2002, anche RAO Giovanni. Anche in questo caso bastarono
poche scarne frasi. In una circostanza, infatti, egli mi chiese come stesse andando la discarica
e io gli risposi “dumannaci a tò frati!”, ovviamente riferendomi a Sam DI SALVO e
volendogli significare che non c’era alcun problema. In ogni caso, ribadisco, che sia Sem DI
SALVO, sia RAO Giovanni erano perfettamente a conoscenza dei miei progetti sulla nuova
discarica e anche se avevano avuto notizia di qualche problema, come per esempio quello che
si era verificato nella nuova discarica di Tripi con la ditta PETTINA, ove io aveva
commissionato degli attentati nei confronti dei mezzi di questa ditta – vicende di cui ho
parlato in altri verbali -, costoro sapevano che di tutte quelle vicende mi stavo occupando
personalmente io.
A.D.R.: io dovevo necessariamente informare costoro su tali aspetti in quanto vertici
dell’organizzazione; dovevo rendicontarli altrimenti mi avrebbero “messo in un sacco e
buttato a mare”. Del resto ho mantenuto lo stesso atteggiamento anche con riferimento alla
gestione delle estorsioni. Dunque, RAO Giovanni e Sam DI SALVO erano perfettamente al
corrente che, se tutto fosse andato in porto, anche loro stessi avrebbero potuto lavorare con
l’indotto della discarica, eventualmente utilizzando imprese non direttamente riconducibili a
loro, e dunque trarne notevoli profitti. Ho già detto che ciò che avrebbe prodotto grossi
guadagni era non tanto la costruzione della discarica o la sua gestione quanto tutti i servizi
connessi. (verbale del 28.10.2011)
Calabrese e Rottino.
A.D.R.: non ho informato in modo specifico CALABRESE e ROTTINO dei miei progetti sulle
opere pubbliche che si sarebbero dovute realizzare nell’ambito del Comune di Mazzarrà e
degli accordi presi in tal senso con GIAMBO’ e NAVARRA, dal momento che gli stessi
CALABRESE e ROTTINO, nell’ambito dell’organizzazione, erano miei sottoposti ai quali
non ero tenuto a relazionare; ciò a differenza di quanto ho fatto con RAO e DI SALVO,
soggetti miei pari, se non al di sopra nell’ambito dell’organizzazione criminale. Mi limitai a
impartire a CALABRESE e ROTTINO le direttive “per cercare” voti in favore di Carmelo
NAVARRA, e prospettai loro che ciò avrebbe comunque prospettato dei vantaggi lavorativi e
dunque economici per tutti noi. Non ritenni di informare costoro di tutti i particolari di
quell’accordo dal momento che erano soggetti propensi a fare passi più lunghi delle loro
gambe. Per esempio, erano soliti acquistare mezzi prima ancora di ottenere commesse,
indebitandosi sino al collo, e firmando cambiali. (verbale del 28.10.2011)
Il progetto del prof. Baiano sulla nuova discarica.
A.D.R.: anche l’episodio che ho già riferito in altri verbali, ossia il fatto che RAVIDA’
Roberto mi fece visionare il progetto della nuova discarica di Mazzarrà redatto dal Prof.
Baiano, prima ancora che il Consiglio Comunale approvasse la delibera di incarico di quella
progettazione nei confronti del medesimo professionista, si inquadra in questi accordi che io
avevo preso con Carmelo NAVARRA e GIAMBO’ Sebastiano. Questo progetto mi fu
mostrato da RAVIDA’ Roberto all’interno del suo ufficio, nel Comune di Mazzarrà; si
trattava di una serie di lucidi che io avevo chiesto espressamente a GIAMBO’ di farmi vedere.
Incontrai GIAMBO’ Nello e sapendo che era stato approntato quel progetto, e che erano state
individuate le aree su cui doveva sorgere la discarica, gli dissi: “me lo fate vedere questo
progetto!”. In effetti RAVIDA’, col consenso di GIAMBO’, me lo mostrò. Quel progetto mi fu
mostrato proprio perché anche io ero “un attuatore” della nuova discarica, insieme a loro,
ossia gli stessi GIAMBO’ e NAVARRA.
A.D.R.: RAVIDA’ sapeva che io ero interessato al progetto della nuova discarica ed in ogni
caso era una persona alla quale in precedenza avevo fatto parecchi favori, di cui ho già
parlato. In ogni caso il RAVIDA’ non conosceva in dettaglio gli accordi che erano stati presi
tra me, GIAMBO’ e NAVARRA, al quale il GIAMBO’ relazionava. (verbale del 28.10.2011)
A dimostrazione del controllo di quel comune da parte del Giambò, ricordo una circostanza
specifica: in occasione della esecuzione della nuova discarica di Mazzarrà S. A., ubicata nella
Contrada Zuppà, il progetto esecutivo fu redatto da tale professore Baiano prima ancora che
il consiglio comunale approvasse la delibera di incarico per quella progettazione. Dico questo
perché mi sono recato presso l’ufficio tecnico del comune di Mazzarrà ed in quella occasione
Ravidà Roberto mi fece visionare il progetto già pronto, prima ancora che venisse deliberato
l’incarico stesso. Non solo, ma addirittura erano già state individuate, in quel progetto, le aree
dove doveva sorgere la discarica; ciò prima ancora che il consiglio comunale avesse affrontato
tale argomento e senza che fossero interpellati i relativi proprietari dei terreni, dove avrebbe
dovuto sorgere la discarica. (verbale del 9.5.2011)
ADR: Mentre si continuava a conferire a Tripi, divenuta nel frattempo discarica
comprensoriale, prima che si saturasse, posto che era già stata chiusa quella di Mazzarrà,
venne realizzato un progetto, prima ancora che fosse dato incarico formale
dall’amministrazione comunale, per la costruzione di altra discarica, sempre a Mazzarrà.
Questo progetto venne effettuato dall’ing. Baiano per conto della Tirreno Ambiente, che già
era subentrata alla Messina Ambiente nella gestione della discarica di Tripi. In questo
progetto erano già state individuate le aree dove doveva sorgere la discarica prima ancora
che, come detto, l’amministrazione deliberasse. Io stesso vidi il progetto negli uffici del
Comune. Tutto ciò venne concepito da Giambò, Rotella, Innocenti e Ravidà. Nell’area
interessata alla nuova discarica ricadevano dei fondi di Rotella Michele il quale, in previsione,
ne acquistò degli altri destinati ad uliveto che sarebbero stati oggetto di espropri.
ADR:Un fondo coltivato a roseto era già di proprietà del Rotella. (VERBALE DEL 14.5.2011)
Gli accordi con Giambò sulla fornitura di inerti per la nuova discarica.
A.D.R.: con GIAMBO’ Sebastiano mi accordai, in quel periodo, di provvedere alla fornitura
di terra per la copertura della nuova discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, così come avevo già
fatto in precedenza con riferimento alla vecchia discarica tramite l’impresa della mia
compagna TRUSCELLO Teresa. (verbale del 28.10.2011)
Le vicenda della fattura “concordata” per i lavori inerenti la vecchia discarica di Mazzarà S.
Andrea:
ADR: A questo punto specifico che la vecchia discarica di Mazarrà, realizzata dall’impresa
CA.TI.FRA. di cui ho finora parlato, era gestita dall’impresa SANGERMANO. In quel
periodo l’impresa TRUSCELLO aveva eseguito dei lavori all’interno della “vecchia”
discarica per la fornitura di terreno vegetale, ai fini della copertura degli inerti. Aggiudicatasi
le commesse, l’impresa Truscello procedette quindi alla fornitura del terreno. Nonostante i
lavori fossero in fase di ultimazione e benché l’impresa Truscello avesse sempre lavorato
regolarmente, la SANGERMANO non procedeva ad onorare i suoi debiti. Ricordo che vi era
una nostra fattura del luglio del 2002 ammontante ad oltre 200 mila euro. Mi ero già rivolto a
RAVIDA’ Roberto e Renzo MIRABITO per ottenere il saldo di quanto dovuto alla Truscello,
ma questi avevano preso tempo. Successivamente venni invitato a recarmi a Messina, presso
l’Ufficio di RENZO MIRABITO. Lì trovai, oltre al MIRABITO stesso, anche Nello
GIAMBO’, mentre in una stanza attigua si trovata Pino INNOCENTI. GIAMBO’ e
MIRABITO, in quella occasione, mi invitarono espressamente a ridurre l’importo della
fattura. Io non acconsentiti e me ne andai, invitando a seguirmi RAVIDA’ Roberto, che mi
aveva accompagnato. Benchè furibondo, al fine di ottenere in qualche modo il pagamento di
quei lavori, mi incontrai successivamente all’interno dell’ufficio del sindaco NAVARRA, con
GIAMBO’ ed INNOCENTI. Specifico che il sindaco Navarra non era presente a
quell’incontro, ma egli ci mise a disposizione la sua stanza per quell’incontro. Aggiungo che
GIAMBO’ “aveva le chiavi del comune” di Mazzarà e quindi non c’era bisogno che
interpellasse il Navarra per quella riunione. GIAMBO ed INNOCENTI mi convinsero ad
emettere una fattura di importo inferiore, riferendomi che mi avrebbero compensato con altri
lavori che avrei dovuto eseguire successivamente, sempre nell’ambito di quella discarica,
consistenti nel completamento della copertura della discarica; in quell’occasione avrei dovuto
presentare un’altra fattura, maggiorata anche del vecchio importo non liquidatomi. Io, alla
fine acconsentii, strappai la vecchia fattura e ne emisi una nuova, con l’importo che essi stessei
mi avevano richiesto. Specifico che la fattura originale dovrebbe ancora trovarsi nella
contabilità della SANGERMANO. (verbale del 9.5.2011)
ADR:Tornando al conferimento del materiale vegetale per la copertura dei rifiuti, dopo le
prime forniture intendevo cominciare ad emettere le fatture, ma il prof. Giambò mi disse di
provvedere successivamente con un’unica fattura. Successivamente l’impresa Truscello
cominciò ad avere problemi economici per i troppi cantieri aperti sicché, nonostante le
indicazioni del prof. Giambò, nel mese di agosto 2002 la stessa emise una fattura per l’importo
di circa 250 mila euro comprensiva di IVA, fattura che venne inviata direttamente alla sede
centrale della Sangermano. Nonostante ciò, trascorsi alcuni mesi non ci venne pagato quanto
fatturato. Insistetti ripetutamente con Giambò ottenendo assicurazioni che sarei stato pagato,
cosa che non avvenne. Vi fu un incontro a Messina negli uffici di Renzo Mirabito tra Giambò,
il geom. Ravidà e naturalmente io stesso nel corso del quale vennero fatti strani discorsi tra
cui il prezzo troppo alto e venni invitato a dimezzare la fattura già emessa. A quel punto vista
la situazione dissi a Ravidà di andar via. Dopo l’infruttuoso incontro la Truscello fece dei
solleciti alla Sangermano per il pagamento di quanto dovuto.
ADR: Successivamente, poiché ero spazientito per la situazione che si era venuta a creare, vi
fu un altro incontro tra me, Giambò e Innocenti nell’ufficio del Sindaco, che non era più
Giambò, ma Navarra Carmelo, nel corso del quale ci accordammo per dimezzare la fattura a
circa 110.000,00 euro, con l’accordo che la rimanente somma sarebbe stata recuperata
attraverso i lavori successivi alla chiusura della discarica. La fattura originaria venne
sostituita nella contabilità dell’impresa Truscello con un’altra emessa nei confronti di altro
committente per importo diverso ma recante lo stesso numero di quella iniziale emessa alla
Sangermano. Successivamente, a seguito del predetto accordo, la Truscello emise altra
fattura, di data posteriore, alla Sangermano per l’importo di 110 mila euro. Dalla lettura
dell’ordinanza Vivaio ho preso atto che invece la Sangermano ha portato in contabilità
entrambe le fatture beneficiando così di un fittizio credito di IVA e reddito ai fini
dell’imposta. A seguito di questi fatti Innocenti e Giambò mi invitarono ad interloquire
esclusivamente con loro per qualunque problema e non più con il Mirabito. (VERBALE DEL
14.5.2011)
La nuova discarica di Mazzarà
ADR:I lavori per la realizzazione della nuova discarica cominceranno nel novembre 2003,
quando io fui arrestato. (VERBALE DEL 14.5.2011)
La discarica di inerti.
A.D.R.: dopo le elezioni del 2002 ho discusso direttamente con NAVARRA Carmelo della
questione inerente la discarica di inerti. Preciso che la discarica di inerti è cosa diversa dalla
discarica di Mazzarrà Sant’Andrea in contrada Zuppà, la quale ha ad oggetto rifiuti solidi
urbani; la discarica di inerti, invece, riguarda solo materiale di risulta, non comporta
problemi di scoli o percolato e dunque produce minori danni ambientali; inoltre la discarica
di R.S.U. comporta un volume di affari notevolmente più grande. Parlai di questo progetto
direttamente con Carmelo NAVARRA, anche perché in quel periodo avevo avuto notizia di
un finanziamento regionale che era stato stanziato proprio per la realizzazione di quella
discarica. Gli comunicai che avrei provveduto io direttamente, ed in prima persona, ad
individuare l’area dove sarebbe dovuto sorgere quella discarica di inerti e NAVARRA si
mostrò del tutto d’accordo. In altre parole io avrei acquistato la disponibilità dell’area
tramite TRUSCELLO Teresa e poi l’avrei ceduta al Comune, o vendendogliela o
affittandogliela. Sempre secondo quell’accordo, io avrei dovuto occuparmi, sempre tramite la
TRUSCELLO, anche della gestione diretta di quella discarica. In tal modo avrei realizzato un
doppio utile. Il NAVARRA fu completamente d’accordo, cosicché il Comune si sarebbe
limitato ad individuare solo formalmente quell’area che invece nei fatti avevo scelto io.
L’iniziativa partì da me e lui si mostrò d’accordo.
A.D.R.: anche in questo caso i benefici economici derivanti dalla gestione di quell’area non
sarebbero andati soltanto a me ma anche, almeno in parte, all’organizzazione barcellonese;
ciò anche perché non si trattava di un semplice appalto di lavori ma della gestione di un
servizio che si protraeva nel tempo. Quel progetto non andò in porto poiché venni
successivamente arrestato per l’operazione “icaro” nel novembre del 2003. Successivamente
ho appreso da notizie giornalistiche che invece l’area è stato individuata dalla società
TIRRENO AMBIENTE in contrada Merlo di Mazzarrà Sant’Andrea su un terreno di
proprietà di Saro CATTAFI. (verbale del 28.10.2011)
ADR: Mi riservo di riferire altre vicende relative al vecchio ed al nuovo sito della discarica di
Mazzarrà S. Andrea, in sede di ulteriori dichiarazioni che dovrò rendere con riferimento ai
fatti di cui al processo Vivaio. Segnatamente: … …
finanziamento concesso dalla Regione al Comune di Mazzarrà relativo alla costruzione di una
discarica di inerti da realizzare su un terreno che io avrei dovuto acquistare mediante
l’appoggio di Carmelo Navarra; successivo interessamento di Saro Cattafi nella vicenda, in
seguito al mio arresto; … … (verbale del 9.5.2011)
Il parco fotovoltaico.
A.D.R.: un altro lavoro che rientrava nell’accordo concluso con GIAMBO’ e NAVARRA
Carmelo era quello riguardante la realizzazione del parco fotovoltaico a Mazzarrà
Sant’Andrea. L’accordo con GIAMBO’ era che io avrei acquistato un terreno adiacente ad
un altro, già di proprietà della mia famiglia, e lì sarebbe stato realizzato un parco fotovoltaico.
Melo NAVARRA era anche lui d’accordo; era costui che avrebbe dovuto mettere la firma su
quel progetto nella sua qualità di sindaco del Comune di Mazzarrà, nonché di proprietario
delle quote di maggioranza di TIRRENO AMBIENTE; ovviamente il progetto, come di
consueto, sarebbe dovuto passare prima attraverso la giunta comunale con la formulazione
della relativa proposta, poi attraverso il consiglio comunale per l’approvazione di tale
proposta ed infine per la firma del sindaco su quella delibera.
Invece, dopo il mio arresto del novembre 2003, tali accordi non furono più rispettati; il parco
fotovoltaico fu realizzato nel terreno originariamente individuato ma senza che venisse data
alla mia famiglia la possibilità di acquistarlo. Infatti la mia famiglia, essendo proprietaria del
terreno contiguo, avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione ed acquistarlo agevolmente.
Invece il Comune non rispettò il patto e fece acquistare il terreno a ROTELLA Michele. Mio
padre, dal momento che io ero in carcere, non fu in grado di far valere il suo diritto di
prelazione e non si attivò di conseguenza. (verbale del 28.10.2011)
L’arresto nel 1993.
A.D.R.: quando sono stato arrestato nel novembre 2003, come ho già accennato, gli accordi
con GIAMBO’ e NAVARRA non sono stati più portati avanti. Collego ciò sicuramente al mio
arresto e al fatto che io ho perduto il controllo del territorio. Come ho già detto, la discarica di
inerti è stata posizionata su un terreno riconducibile a Saro CATTAFI; il centro per anziani è
stato realizzato in contrada Castello, in un terreno di MESSINA Domenico; il parco
fotovoltaico è stato realizzato su un terreno poi acquistato da ROTELLA al posto di mio
padre; con riferimento alla nuova discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, non ho ricevuto più
commesse significative; con riferimento a tale ultima opera, l’impresa TRUSCELLO si è
limitata a fornire argilla a ROTELLA per l’impermeabilizzazione della nuova discarica, ma si
è trattato di un rapporto intercorrente esclusivamente con ROTELLA. In questo modo tutti
gli accordi che erano stati fatti saltarono. (verbale del 28.10.2011)
Navarra e Giambò testimoni nel processo Mare Nostrum, nel 2005.
A.D.R.: effettivamente ho citato NAVARRA Carmelo e GIAMBO’ Sebastiano come testi a
difesa nel processo “Mare Nostrum”. Costoro sono stati escussi dinnanzi la Corte d’Assise di
Messina, presidente Dott. MASTROENI, nel 2005 circa. Io li ho citati regolarmente e loro
sono venuti. Certamente non ho avuto alcun timore che loro, in quella sede, potessero rivelare
notizie per me compromettenti. (verbale del 28.10.2011)
Elezioni del 2007
ADR: Navarra Carmelo è stato riletto nel 2007. Ho avuto conferma di tale notizia da Fumia
Enrico, mentre eravamo codetenuti, nel febbraio del 2009, presso la casa Circondariale di
Messina Gazzi. Lo stesso Fumia mi disse che Giambo’ Sebastiano, detto Nello, all’epoca
presidente della Società Tirreno Ambiente di Mazzarrà, aveva messo a disposizione la somma
di ottocentomila euro da utilizzare per fare eleggere come primo cittadino il NAVARRA
Carmelo. Fumia Enrico mi disse che questa somma era destinata ai “ragazzi” di Mazzarrà
S.Andrea ossia ai c.d. mazzarroti, facenti parte di tale organizzazione che in quel periodo
erano liberi sul territorio, ossia Trifirò Carmelo, Fumia Enrico, ARTINO Ignazio e Munafò
Aldo Nicola ed altri; costoro sono intervenuti sul territorio per fare eleggere il Navarra.
ADR Specifico meglio che da noi l’attività di propaganda elettorale non avviene in modo
esplicito ed è sufficiente dire: “bisogna portare come sindaco Navarra Carmelo!”. (verbale del
9.5.2011)
A.D.R.: come ho già detto, Carmelo NAVARRA è stato rieletto sindaco nel 2007, mentre io
ero ormai in carcere da parecchio tempo. Confermo le dichiarazioni del 9.5.11 di cui mi date
lettura (ndr: vedi sopra). …
In effetti, FUMIA Enrico, nel febbraio del 2009, mentre eravamo detenuti insieme a Messina,
mi rivelò che Nello GIAMBO’ aveva preso accordi direttamente con CALABRESE Tindaro e
gli aveva promesso la somma di 800 mila euro da destinare per la rielezione di Carmelo
NAVARRA. In altre parole GIAMBO’, sempre secondo quanto riferitomi da FUMIA, aveva
promesso che CALABRESE Tindaro e gli altri componenti dell’organizzazione di Mazzarrà
avrebbero percepito una somma pari a 800 mila euro se avessero procurato la rielezione di
Carmelo NAVARRA. FUMIA mi disse anche che CALABRESE si riunì con gli altri
mazzaroti, fra cui lo stesso FUMIA e ARTINO Ignazio, comunicando i termini dell’accordo
intervenuto con il GIAMBO’. CALABRESE dispose che l’organizzazione mazzarota si
impegnasse per la rielezione del sindaco NAVARRA, cosa che in effetti fu fatta. Il FUMIA mi
disse, altresì, che una volta che NAVARRA era stato eletto, quei soldi promessi non furono
consegnati perché di lì a poco intervennero gli arresti per l’operazione “Vivaio”, verificatisi
nell’aprile 2008. FUMIA collegava la mancata percezione dei quella somma agli arresti del
2008, anche perché si trattava di una somma rilevante e non poteva essere erogata tutta in
una volta. Ovviamente si trattava di un vantaggio economico molto minore rispetto a quello
che avrei tratto io se fossi riuscito ad inserirmi nell’indotto relativo alle opere pubbliche che
ho prima menzionato. In questo caso il vantaggio che avrebbe ricevuto l’organizzazione era
semplicemente quella somma di 800 mila euro e non la gestione economica di tutti gli affari
relativi a quelle opere pubbliche, cosa a mio parere ben più rilevante.
A.D.R.: ribadisco che, secondo quello che mi disse FUMIA Enrico, i soldi erano stati promessi
da GIAMBO’ a ragazzi di Mazzarrà Sant’Andrea, intendendo con questi i ragazzi
appartenenti all’organizzazione dei mazzarroti.
A.D.R.: in precedenza, quando ero tornato libero sul territorio nel settembre 2008, avevo
incontrato ARTINO Ignazio, ma costui non mi disse nulla su questa vicenda. Tali circostanze
mi furono riferite soltanto da FUMIA Enrico quando ci ritrovammo in carcere nel febbraio
2009. Gli incontri con ARTINO Ignazio furono sporadici ed ebbero per oggetto argomenti che
in quel periodo erano per me molto più urgenti: l’assegnazione e la spartizione dei lavori
nell’ambito di opere quali il metanodotto e l’eolico, dove avrei potuto inserirmi
immediatamente.
A.D.R.: FUMIA, sempre quando eravamo in carcere insieme a Messina, mi specificò che
CALABRESE e gli altri mazzarroti che in quel periodo erano liberi sul territorio, erano
intervenuti non solo per raccogliere voti, ma si erano anche attivati per impedire che si
presentassero liste contrapposte a quelle di NAVARRA, formate da persone valide, idonee a
raccogliere molti voti. FUMIA, infatti, sempre in quella circostanza, mi disse che si era
presentato inizialmente Pietro TORRE con una sua lista e che poi questa lista era stata fatta
ritirare, proprio su interessamento e pressioni di CALABRESE Tindaro.
A.D.R.: FUMIA, invece, non mi fece esplicitamente il nome di NAVARRA Carmelo, ma è
ovvio che il “contesto” era sempre quello.
A.D.R.: sono sicuro che FUMIA, quando mi raccontò queste cose, non le aveva appreso né da
fonti giornalistiche, né tantomeno dalla lettura dell’ordinanza “Vivaio”, ove si parla di
pressioni elettorali, ma senza alcun riferimento allo stanziamento di somme di denaro.
FUMIA non ha letto queste cose dai giornali anche perché non è tipo che legge i quotidiani e
ha da poco imparato a leggere e scrivere. Almeno in quel periodo non era in grado di leggere e
scrivere con velocità. (verbale del 28.10.2011)
Le ultime vicende del parco fotovoltaico, nel 2008.
A.D.R.: conosco un tale PANTANO Giovanni di Mazzarrà Sant’Andrea. Non mi risulta di
avere avuto contatti con costui, quando sono tornato libero nel settembre 2008.
A questo punto l’Ufficio da lettura di un passo dell’intercettazione ambientale svoltasi in data
10.2.09, tra BISOGNANO Carmelo e PANTANO Giovanni, a bordo della Porshe Cayenne in
uso a BISOGNANO Carmelo (allegato n. 163 all’informativa dell’operazione “Torrente”),
laddove si dice:
“GIOVANNI =…questo del fotovoltaico glielo votiamo ora giovedì…però con il vincolo che
debbono lavorare gente di Mazzarrà…
BISOGNANO =…stanno lavorando troppe persone da fuori…Giovanni, sia alla discarica….
(cade il collegamento).
A.D.R.: ora che mi leggete questo passo, confermo di essere io a parlare con PANTANO
Giovanni e che quello sono espressioni mie, che io uso abitualmente. Quando tornai a
Mazzarrà, mi interessai nuovamente alle opere pubbliche che si stavano svolgendo anche
perché ero interessato economicamente ad esse. Quella conversazione si inquadra, dunque, in
un mio tentativo di riprendere il controllo dei lavori pubblici su Mazzarrà. In quella
conversazione il PANTANO, che in questo momento ricordo fare parte del consiglio comunale
di Mazzarrà, mi informava che in seno a detto consiglio comunale si stava trattando
l’approvazione del progetto del parco fotovoltaico. Devo dire che sono a conoscenza del fatto
che il consiglio aveva in corso l’approvazione del progetto, quando invece il parco fotovoltaico
era già stato completamente realizzato. Io stesso ho visto con i miei occhi, in quello stesso
periodo, il parco fotovoltaico già realizzato e completo, mancava solo l’allaccio alla rete
elettrica. In quella conversazione io mi stavo assicurando che venisse assunta gente di
Mazzarrà Sant’Andrea. (verbale del 28.10.2011)
Le dichiarazioni di GULLO Santo.
Anche GULLO Santo ha rilasciato precise e dettagliate dichiarazioni sulle ultime elezioni
amministrative di Mazzarà S. Andrea, svoltesi, come è noto, nel 2007.
Egli ha riferito, innanzitutto, che nel 2007 la sua organizzazione criminale aveva svolto
campagna elettorale per un veterinario della provincia di Messina, di cui però non ricordava
il nome. Il collaboratore ha precisato che era il 2007, dal momento che FUMIA Enrico,
CALABRESE Tindaro e TRIFIRO’ Carmelo erano ancora liberi, non essendosi ancora
verificata l’operazione “VIVAIO”. In quella specifica occasione, CALCO’ LABRUZZO
Salvatore si presentò presso la sua officina e gli consegnò i bigliettini elettorali del veterinario,
dicendogli che dovevano dargli una mano per farlo eleggere. Secondo il racconto di GULLO,
CALCO’ LABRUZZO precisò che non erano previsti soldi a titolo di corrispettivo.
Il collaboratore ha riferito che egli, successivamente, si incontrò anche con FUMIA Enrico, il
quale gli confermò l’impegno dell’organizzazione in favore di quel veterinario ed il fatto che
da costui essi, comunque, non “stavano prendendo soldi”: il veterinario doveva fare delle
cortesie a CALABRESE Tindaro o a CALCO’ LABRUZZO Salvatore per quanto riguarda il
“risanamento” degli animali, in materia veterinaria.
GULLO ha poi riferito che nella stessa occasione in cui parlò con il FUMIA del sostegno
elettorale in favore del veterinario, costui gli confidò che mentre “non prendevano niente” per
quel loro “interessamento”, lui stesso, ossia il FUMIA, ed ARTINO Ignazio “stavano
ricevendo la somma di diecimila euro da un soggetto”, il cui nome non ricordava, ma che era
in corsa per le elezioni di sindaco del comune di Mazzarrà Sant’Andrea, nel 2007. Il
collaboratore subito dopo ha precisato: “FUMIA Enrico, in quella occasione, mi disse
esplicitamente che a lui ed ad ARTINO Ignazio era stata promessa la somma complessiva di
diecimila euro in cambio del loro interessamento per tali elezioni. FUMIA Enrico mi specificò
anche che, così come concordato con il candidato a sindaco, cinquemila euro sarebbero stati
versati in anticipo e cinquemila euro successivamente alle elezioni. In effetti quella persona
venne eletta a sindaco in quel comune. L’accordo, sempre in base a quello che mi è stato
riferito dal FUMIA Enrico, era stato concluso direttamente tra ARTINO Ignazio, FUMIA
Enrico e la persona candidata a sindaco. FUMIA Enrico mi disse anche che la somma di
diecimila euro era prevista a favore del FUMIA Enrico e dell’ARTINO Ignazio, ma qualcosa
sarebbe andato anche a MUNAFO’ Aldo Nicola.”. GULLO Santo ha aggiunto che almeno una
parte di quei soldi fu effettivamente versata, così come gli fu riferito da un altro sodale ed
appartenete al gruppo dei “Mazzaroti”, ossia ARTINO Ignazio: “… Sono a conoscenza che
quei soldi vennero effettivamente corrisposti. Infatti, dopo le elezioni si presentò da me in
officina ARTINO Ignazio e parlai anche con lui di questa vicenda. ARTINO Ignazio mi
confermò che lui e FUMIA Enrico avevano ricevuto i soldi e che la cosa era andata bene.
ARTINO Ignazio mi confermò che lui e FUMIA Enrico avevano ricevuto la somma
complessiva di diecimila euro e che qualcosa era stata data anche a MUNAFO’ Aldo Nicola.”.
Il collaboratore ha poi precisato in cosa fosse consistito “l’impegno elettorale” dei suoi sodali:
“Costoro avevano procacciato voti per quello che sarebbe poi divenuto effettivamente il
sindaco di Mazzarrà, girando per quel paese e dicendo alle persone che dovevano votare per
lui. Tutte le persone di Mazzarrà conoscevano ARTINO Ignazio, FUMIA Enrico e MUNAFO’
Aldo Nicola come soggetti dell’organizzazione, e quindi tutti acconsentivano a votare nel
modo da loro richiesto. Qualcuno gli poteva anche “fare la negativa”, ma i più non
rischiavano. In quell’occasione, costoro non consegnavano buoni di benzina a differenza di
quanto ho fatto io, e convincevano le persone facendo loro capire che un domani avrebbero
potuto ricevere favori oppure minacciandole.”. GULLO Santo ha specificato di non ricordare
il nome del sindaco, ma di essere comunque sicuro che si trattava delle elezioni del maggio
2007 e che non poteva essere il 2008 perché quei soggetti che aveva prima menzionato, ossia
FUMIA Enrico, MUNAFO’ Aldo Nicola e CALABRESE Tindaro, vennero arrestati nel 2008
a seguito dell’operazione “VIVAIO”. Il collaboratore ha precisato di aver parlato delle
vicende inerenti le elezioni amministrative del comune di Mazzarà S. Andrea anche con un
terzo soggetto organico alla famiglia “barcellonese”, ossia lo stesso CALCO’ LABBRUZZO
Salvatore: “Successivamente all’elezione del sindaco del comune di Mazzarrà Sant’Andrea,
ho avuto un colloquio anche con CALCO’ LABRUZZO Salvatore su queste vicende. In
officina parlammo dei pochi voti che aveva ottenuto il veterinario e commentammo il successo
della persona che era stata eletta sindaco a Mazzarrà. CALCO’ LABRUZZO Salvatore
osservò che FUMIA Enrico ed ARTINO Ignazio si erano impegnati nelle elezioni del
candidato poi eletto dal momento che avevano avuto lo stimolo dei soldi, a differenza di
quanto era successo con il veterinario. Con CALCO’ LABRUZZO Salvatore non parlammo
esplicitamente di cifre.”. Il collaboratore ha specificato che sebbene i tre soggetti con cui aveva
parlato di questa vicenda, ossia FUMIA Enrico, ARTINO Ignazio e CALCO’ LABRUZZO
Salvatore, non gli fecero espressamente il nome di CALABRESE Tindaro, era scontato che
costoro avessero agito con la sua autorizzazione ed il suo benestare: “FUMIA Enrico,
ARTINO Ignazio e CALCO’ LABRUZZO Salvatore non mi fecero espressamente il nome di
CALABRESE Tindaro, ma era ovvio che questi soggetti agivano con l’autorizzazione ed il
benestare di CALABRESE Tindaro, che del resto in quel periodo era il soggetto che
comandava a Mazzarrà Sant’Andrea e dunque su queste stesse persone. In situazioni
analoghe accadeva normalmente che la persona eletta come sindaco ricambiava il favore
ottenuto dalla nostra organizzazione criminale facendo ottenere dei lavori. Non so specificare
se poi questi lavori siano stati affidati, ma, ribadisco, si tratta di una cosa assolutamente
normale e scontata che succede sempre in queste occasioni.”. GULLO Santo ha precisato di
non ricordare a quale partito appartenesse il soggetto che poi venne eletto sindaco di Mazzarà
Sant’Andrea, anche se ARTINO Ignazio, FUMIA Enrico e CALCO’ LABRUZZO Salvatore
gli fecero sicuramente il nome di quel soggetto: “Non ricordo a quale partito appartenesse il
soggetto che poi venne eletto sindaco di Mazzarà Sant’Andrea. ARTINO Ignazio, FUMIA
Enrico e CALCO’ LABRUZZO Salvatore mi fecero sicuramente il nome di questo soggetto,
anche se io in questo momento non lo ricordo. Costoro mi dissero che egli era rimasto
contento del loro operato, ma non mi dissero le modalità specifiche con cui avevano preso i
soldi.”. Il collaboratore ha precisato che in quel periodo i “vecchi” barcellonesi non si
interessarono di quelle elezioni: “I barcellonesi in quel periodo non si interessavano
direttamente alle elezioni al sindaco per il comune di Mazzarrà Sant’Andrea ed in pratica
lasciarono mano libera a chi, come ARTINO Ignazio, FUMIA Enrico e CALCO’
LABRUZZO Salvatore, controllava più da vicino il territorio di Mazzarrà.”. Da ultimo
GULLO Santo ha aggiunto un’ultima circostanza che gli fu riferita sempre da FUMIA
Enrico, mentre erano entrambi detenuti a Messina: “Un’altra circostanza che posso riferire a
proposito di questa persona mi è stata riferita sempre da FUMIA Enrico, mentre eravamo
entrambi detenuti in carcere a Messina. FUMIA mi disse che questa stessa persona si stava
interessando, nella sua qualità di Sindaco, per procurare un posto presso il Comune di
Mazzarrà al figlio del FUMIA stesso, Daniele, di circa ventitre – ventiquattro anni. FUMIA
mi disse che si trattava di un’assunzione imminente alle dipendenze del Comune. Non so se
poi ciò sia avvenuto. Questo discorso si verificò dopo che lo stesso FUMIA mi aveva
raccontato l’episodio della promessa e della dazione dei diecimila euro in cambio dei voti, cui
prima ho fatto cenno.”.
Si riportano per esteso le dichiarazioni di GULLO Santo.
Propaganda elettorale in favore del sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea nel 2007.
Nel 2007 – 2008 circa, la nostra organizzazione criminale ha svolto campagna elettorale per
un veterinario della provincia di Messina, che operava nelle nostre zone, di cui non ricordo il
nome. Volendo essere più precisi credo si trattasse del 2007, dal momento che FUMIA Enrico,
CALABRESE Tindaro e TRIFIRO’ Carmelo erano ancora liberi e non vi era stata
l’operazione “VIVAIO”.
CALCO’ LABRUZZO Salvatore si presentò presso la mia officina e mi consegnò i bigliettini
elettorali del veterinario dicendomi che dovevamo dargli una mano per farlo eleggere, anche
se mi precisò che non erano previsti soldi a titolo di corrispettivo. Successivamente, mi
incontrai con FUMIA Enrico, il quale mi confermò l’impegno in favore del veterinario ed il
fatto che da costui non stavano prendendo soldi. Se non ricordo male, il veterinario doveva
fare delle cortesie a CALABRESE Tindaro o a CALCO’ LABRUZZO Salvatore per quanto
riguarda il “risanamento” degli animali, dunque in materia veterinaria: probabilmente si
tratta di certificazioni aventi ad oggetto lo stato di salute degli animali. In quella stessa
occasione in cui parlai con FUMIA Enrico, costui mi disse che mentre non prendevano niente
per il loro interessamento in favore del veterinario, lui ed ARTINO Ignazio stavano ricevendo
la somma di diecimila euro da un soggetto, il cui nome non ricordo, ma che era in corsa per le
elezioni di sindaco del comune di Mazzarrà Sant’Andrea, nel 2007. FUMIA Enrico, in quella
occasione, mi disse esplicitamente che a lui ed ad ARTINO Ignazio era stata promessa la
somma complessiva di diecimila euro in cambio del loro interessamento per tali elezioni.
FUMIA Enrico mi specificò anche che, così come concordato con il candidato a sindaco,
cinquemila euro sarebbero stati versati in anticipo e cinquemila euro successivamente alle
elezioni. In effetti quella persona venne eletta a sindaco in quel comune. L’accordo, sempre in
base a quello che mi è stato riferito dal FUMIA Enrico, era stato concluso direttamente tra
ARTINO Ignazio, FUMIA Enrico e la persona candidata a sindaco. FUMIA Enrico mi disse
anche che la somma di diecimila euro era prevista a favore del FUMIA Enrico e dell’ARTINO
Ignazio, ma qualcosa sarebbe andato anche a MUNAFO’ Aldo Nicola.
ADR: Sono a conoscenza che quei soldi vennero effettivamente corrisposti. Infatti, dopo le
elezioni si presentò da me in officina ARTINO Ignazio e parlai anche con lui di questa
vicenda. ARTINO Ignazio mi confermò che lui e FUMIA Enrico avevano ricevuto i soldi e che
la cosa era andata bene. ARTINO Ignazio mi confermò che lui e FUMIA Enrico avevano
ricevuto la somma complessiva di diecimila euro e che qualcosa era stata data anche a
MUNAFO’ Aldo Nicola.
ADR: Costoro avevano procacciato voti per quello che sarebbe poi divenuto effettivamente il
sindaco di Mazzarrà, girando per quel paese e dicendo alle persone che dovevano votare per
lui. Tutte le persone di Mazzarrà conoscevano ARTINO Ignazio, FUMIA Enrico e MUNAFO’
Aldo Nicola come soggetti dell’organizzazione, e quindi tutti acconsentivano a votare nel
modo da loro richiesto. Qualcuno gli poteva anche “fare la negativa”, ma i più non
rischiavano. In quell’occasione, costoro non consegnavano buoni di benzina a differenza di
quanto ho fatto io, e convincevano le persone facendo loro capire che un domani avrebbero
potuto ricevere favori oppure minacciandole.
ADR: Non ricordo il nome del sindaco ma sicuramente si trattava delle elezioni del maggio
2007; ribadisco che non era il 2008 perché questi soggetti, quantomeno FUMIA Enrico,
MUNAFO’ Aldo Nicola e CALABRESE Tindaro, vennero arrestati nel 2008 a seguito
dell’operazione “VIVAIO”. Io a dicembre del 2006 ero ancora in galera ed uscii dal carcere
nel gennaio del 2007. Sempre in quel periodo l’avvocato CALDERONE Tommaso mi segnalò
altre persone, anche se per altre elezioni diverse da quelle comunali di Mazzarrà
Sant’Andrea. A tal riguardo, ricordo che si recò presso la mia officina in quel periodo tale
ARLOTTA Albino dicendomi che era stato mandato dall’avvocato CALDERONE Tommaso
e chiedendomi se potevo trovare dei voti per una ragazza di San Piero Patti. L’ARLOTTA mi
disse se potevo fare questo favore all’avvocato CALDERONE ed io chiesi dei soldi in cambio.
Quando l’ARLOTTA mi ribadì che veniva per conto dell’avvocato CALDERONE, io
specificai che allora ne volevo il doppio.
Successivamente all’elezione del sindaco del comune di Mazzarrà Sant’Andrea, ho avuto un
colloquio anche con CALCO’ LABRUZZO Salvatore su queste vicende. In officina parlammo
dei pochi voti che aveva ottenuto il veterinario e commentammo il successo della persona che
era stata eletta sindaco a Mazzarrà. CALCO’ LABRUZZO Salvatore osservò che FUMIA
Enrico ed ARTINO Ignazio si erano impegnati nelle elezioni del candidato poi eletto dal
momento che avevano avuto lo stimolo dei soldi, a differenza di quanto era successo con il
veterinario. Con CALCO’ LABRUZZO Salvatore non parlammo esplicitamente di cifre.
ADR: FUMIA Enrico, ARTINO Ignazio e CALCO’ LABRUZZO Salvatore non mi fecero
espressamente il nome di CALABRESE Tindaro, ma era ovvio che questi soggetti agivano con
l’autorizzazione ed il benestare di CALABRESE Tindaro, che del resto in quel periodo era il
soggetto che comandava a Mazzarrà Sant’Andrea e dunque su queste stesse persone. In
situazioni analoghe accadeva normalmente che la persona eletta come sindaco ricambiava il
favore ottenuto dalla nostra organizzazione criminale facendo ottenere dei lavori. Non so
specificare se poi questi lavori siano stati affidati, ma, ribadisco, si tratta di una cosa
assolutamente normale e scontata che succede sempre in queste occasioni.
ADR: Non ricordo a quale partito appartenesse il soggetto che poi venne eletto sindaco di
Mazzarà Sant’Andrea. ARTINO Ignazio, FUMIA Enrico e CALCO’ LABRUZZO Salvatore
mi fecero sicuramente il nome di questo soggetto, anche se io in questo momento non lo
ricordo. Costoro mi dissero che egli era rimasto contento del loro operato, ma non mi dissero
le modalità specifiche con cui avevano preso i soldi.
ADR: Ribadisco che i soggetti ora citati mi dissero che avevano intascato diecimila euro per il
procacciamento di voti che avevano operato a Mazzarrà Sant’Andrea.
ADR: I barcellonesi in quel periodo non si interessavano direttamente alle elezioni al sindaco
per il comune di Mazzarrà Sant’Andrea ed in pratica lasciarono mano libera a chi, come
ARTINO Ignazio, FUMIA Enrico e CALCO’ LABRUZZO Salvatore, controllava più da
vicino il territorio di Mazzarrà. Un intervento diretto da parte dei barcellonesi ci fu invece in
occasione delle elezioni del farmacista CATTAFI a sindaco del comune di Furnari. Durante il
periodo elettorale, in occasione della prima candidatura del CATTAFI, GULLOTI Giuseppe
si adoperò attivamente per le elezioni di costui. Mi riservo di specificare in seguito tali
circostanze. (verbale del 26.9.2011)
La promessa di un’assunzione per il figlio di Fumia da parte del sindaco di Mazzarrà
Sant’Andrea nel 2007.
ADR: Il nome di NAVARRA Carmelo che mi fate in questo momento lo collego al Comune di
Mazzarrà, credo che sia il Sindaco o un assessore di questo Centro.
ADR: Ho già parlato delle elezioni amministrative del Comune di Mazzarrà nel 2007 e del
fatto che colui che era candidato in tali elezioni, e che successivamente è divenuto Sindaco,
aveva promesso e poi erogato la somma di diecimila euro a FUMIA Enrico e ARTINO Ignazio
per ottenere in cambio dei voti. Non sono in grado di associare con sicurezza il nome di
NAVARRA a questa persona che ha poi vinto le elezioni nel 2007. Posso però senz’altro
affermare che questa stessa persona, e cioè il Sindaco vincente nel 2007, è a disposizione
dell’organizzazione, nel senso che faceva favori alla stessa e che era una persona con cui noi
potevamo parlare e trattare.
ADR: Voglio sottolineare che questa è una mia supposizione basata sull’episodio di
compravendita di voti che ho prima riferito e sul fatto che in definitiva quello era il Sindaco
che volevano far salire i Mazzarroti.
Un’altra circostanza che posso riferire a proposito di questa persona mi è stata riferita
sempre da FUMIA Enrico, mentre eravamo entrambi detenuti in carcere a Messina. FUMIA
mi disse che questa stessa persona si stava interessando, nella sua qualità di Sindaco, per
procurare un posto presso il Comune di Mazzarrà al figlio del FUMIA stesso, Daniele, di circa
ventitre – ventiquattro anni. FUMIA mi disse che si trattava di un’assunzione imminente alle
dipendenze del Comune. Non so se poi ciò sia avvenuto. Questo discorso si verificò dopo che lo
stesso FUMIA mi aveva raccontato l’episodio della promessa e della dazione dei diecimila
euro in cambio dei voti, cui prima ho fatto cenno.
ADR: Non so se questo Sindaco abbia avuto rapporti con BISOGNANO e CALABRESE
Tindaro.
ADR: So che ai lavori di somma urgenza resisi necessari a seguito delle alluvioni che hanno
interessato i Comuni di Furnari , Mazzarrà ed altri, si sono interessati i mazzarroti, fra cui
CALCO’ LABRUZZO Salvatore e ARTINO Ignazio, ma non so altro. (verbale del 28.9.2011)
Giambò Sebastiano
ADR: Non conosco Giambò Sebastiano. (verbale dell’8.6.2011)
I RISCONTRI
Le elezioni amministrative del 2002 e del 2007
Carmelo NAVARRA nato a Mazzarrà Sant’Andrea il 23.8.1950, ivi residente, via Pace n. 15,
di fatto domiciliato in Furnari, via Vecchia Russo, è stato sindaco del comune di Mazzarà nel
2002.
In precedenza, sotto la precedente sindacatura di GIAMBO’ Sebastiano (dal 1993 al 2001), il
NAVARRA aveva ricoperto l’incarico di vice – sindaco. Il NAVARRA ha ricoperto il nuovo
incarico di sindaco nel maggio del 2007, dopo aver riportato una netta vittoria elettorale,
ottenendo il 72,74% dei voti, contro il 27,26% conseguito dalla lista contrapposta, denominata
“GIOVENTU’ MAZZARRESE”, rappresentata da Silvia PERDICHIZZI, figlia di
PERDICHIZZI Franco, impiegato presso l’Ufficio Tecnico Comunale di quel paese. In quella
competizione si era presentato come candidato anche Pietro TORRE, il quale, però, dopo
poco tempo, aveva ritirato la sua candidatura. Costui si identifica in TORRE Pietro, nato a
Mazzarrà Sant’Andrea il 20.1.1937, ivi residente via Immacolata nr. 17, vivaista, ex sindaco di
Mazzarrà Sant’Andrea dal 1980 al 1990, imprenditore agricolo, gravitante nell’area D.S.. Il
TORRE aveva annunciato la sua ricandidatura nella competizione elettorale per le
amministrative del 13 e 14 maggio successivo, asseritamente perché sollecitato “dallo stato di
abbandono in cui versava l’unica attività economica mazzarrese, quella florovivaistica” (cfr.
informativa “Vivaio” e misura cautelare “Vivaio”, in atti).
Procedimento “Torrente”:
la vicenda del parco fotovoltaico in località Castellaci; gli “stretti rapporti” fra Giambò e
Navarra
Come si è già visto, BISOGNANO ha sottolineato il fortissimo legame, personale e politico,
esistente fra GIAMBO’ Sebastiano, precedente sindaco di Mazzarà Sant’Andrea prima che
venisse eletto il NAVARRA, e lo stesso NAVARRA Carmelo (“…io e i componenti della mia
organizzazione abbiamo deciso di appoggiare l’elezione di Carmelo NAVARRA, dunque di
farlo eleggere, perché costui operava ed era nello stesso contesto di GIAMBO’ Sebastiano, era
la continuità rispetto a costui.”). In altri passaggi della sua deposizione, il collaboratore ha
affermato: “Navarra Carmelo è stato il sindaco di Mazzarrà nel 2002, ma in pratica chi
gestiva il Comune sin da quella data, era Nello Giambo, ex sindaco del comune,
successivamente divenuto presidente della Tirreno Ambiente”; ancora, BISOGNANO ha
dichiarato:“…io e componenti della mia organizzazione abbiamo deciso di appoggiare
l’elezione di Carmelo NAVARRA, dunque di farlo eleggere, perché costui operava ed era
nello stesso contesto di GIAMBO’ Sebastiano, era la continuità rispetto a costui.”. Ed ancora:
“…i rapporti tra Melo NAVARRA e GIAMBO’ Sebastiano sono strettissimi; NAVARRA è
succube di GIAMBO’ tanto che se lui aveva un problema in Comune, la prima persona che
chiamava era GIAMBO’. GIAMBO’ aveva le chiavi del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea,
anzi non le aveva mai lasciate, e ciò non solo in senso figurato ma anche in senso materiale.
GIAMBO’, infatti, anche quando non era più sindaco, dopo le elezioni di Melo NAVARRA,
aveva sempre libero accesso nella casa comunale di Mazzarrà. Ho constatato personalmente
più volte che lui entrava nella stanza del sindaco e disponeva liberamente di questa stanza,
tanto che si sedeva dietro la sua scrivania. Ho fatto diverse riunioni in quella stanza insieme a
GIAMBO’, ovviamente parlo del periodo in cui era sindaco Carmelo NAVARRA. Durante
qualcuna di queste riunioni mi è capitato di sedere anch’io dietro quella scrivania e di avere
telefonato con il telefono del sindaco. Tra queste riunioni che si sono svolte all’interno della
stanza del sindaco NAVARRA, vi è stata quella con Carmelino GIUNTA per il problema della
strada di accesso alla vecchia discarica, di cui andrò a parlare successivamente, nonché quella
relativa all’ammontare della fattura rilasciata dall’impresa TRUSCELLO per la fornitura
della terra alla vecchia discarica di Mazzarrà Sant’Andrea …”). La vicenda di seguito
riportata, compiutamente esposta nell’informativa “Torrente” (cfr. Informativa Torrente,
par. 3.2.1, pag 137 e segg), appare emblematica della stretta “sinergia” con cui sono soliti
operare il sindaco di Mazzarà S. Andrea, NAVARRA Carmelo, ed il presidente di Tirreno
Ambiente, GIAMBO’ Sebastiano, e dunque appare riscontrare pienamente le precedenti
dichiarazioni di Bisognano. La vicenda che si andrà ad esporre trova il suo necessario
presupposto nella circostanza che la società Tirreno Ambiente ha di recente realizzato un
parco fotovoltaico in località Castellaci di Mazzarà S. Andrea, denominato “Energia Pulita1”.
L’imprenditore Rotella aveva personalmente condotto le trattative per l’acquisto del relativo
terreno con i suoi proprietari, aveva versato una caparra di 10.000 euro ai medesimi e poi
aveva fatto concludere il contratto di compravendita direttamente a Giambò Sebastiano, nella
sua veste di presidente di Tirreno Ambiente e formale acquirente del terreno.
Successivamente, il consiglio comunale di Mazzarà S. Andrea, con apposita deliberazione
consiliare, approvava “il progetto per la realizzazione di un parco fotovoltaico”, così dando
atto che quell’opera doveva ancora essere realizzata e che era ancora allo stato di
progettazione. In realtà quell’opera, alla data della deliberazione consiliare in oggetto,
risultava già abusivamente realizzata, come è dato desumere da una inequivocabile
annotazione del ROS: infatti, in data 12.2.2009, il personale della Sezione A/C aveva
provveduto ad effettuare delle riprese fotografiche proprio in località Castellaci di Mazzarrà
Sant’Andrea, accertando che già esisteva una vasta area interessata dalla presenza
dell’impianto fotovoltaico (All. 252, Informativa Torrente). Le intercettazioni che seguono
testimoniano il fortissimo “imbarazzo” avvertito da diversi esponenti della maggioranza,
nonché, in prima persona dagli stessi Navarra e Giambò, nell’ambito delle loro rispettive
cariche, i quali si trovavano a dover approvare, almeno sulla carta, il “progetto” di un’opera
che invece già da tempo era stata realizzata. La vicenda, per ciò che qui rileva, appare
emblematica ed altamente indicativa della stretta sinergia e comunanza di interessi con cui
sono soliti operare GIAMBO’ e NAVARRA, in piena sintonia con quanto dichiarato dal
BISOGNANO. Il 10/01/09, l’assessore al bilancio PIETRAFITTA si metteva in contatto
telefonico con TROVATO Maria Concetta, vice Presidente del Consiglio Comunale di
Mazzarrà Sant’Andrea e con questa discuteva, oltre che dei problemi connessi alle proprie
dimissioni, anche ad una riunione del Consiglio Comunale nella quale sarebbe stata affrontata
la vicenda di interesse della TIRRENOAMBIENTE. Proprio TROVATO Maria Concetta, a
tal proposito, tranquillizzava il suo interlocutore specificando che tutti i consiglieri avevano
trovato un accordo per non obbiettare alcuna eccezione e per far passare così la delibera di
interesse. Solo il soggetto indicato come “il Presidente”, poi individuato nel Presidente del
Consiglio Comunale MEZZATESTA Antonino Giovanni, aveva manifestato un
comportamento non allineato a quello del gruppo ed aveva posto delle domande
evidentemente “scomode”.
(All. 221)
PIETRAFITTA Carmelo e Mariuccia (…)
[15:35:05] La donna dice che tutti i consiglieri faranno passare il provvedimento sul
fotovoltaico senza creare problemi ed aggiunge “tranne il presidente che ha avuto tutti quei
problemini… che voleva sapere… ed ora… però nessuno ha problemi di farglielo passare…”
In data 12/1/09 perveniva presso l’Assessorato Industria di Palermo una missiva in cui il
GIAMBO’, nella qualità di Presidente di Tirreno Ambiente, riferiva che la società intendeva
realizzare in località “Castellaci” un impianto fotovoltaico e che l’area interessata
dall’intervento ricadeva, nel vigente P.R.G., in zona agricola, mentre ricadeva in zona “D3
Area produttiva…” nel P.R.G. adottato con deliberazione nr. 6 del 22/03/07 del Commissario
Straordinario in sostituzione del Consiglio Comunale; che era necessaria, per realizzare
l’opera, l’approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale, in quanto in variante
alle previsioni urbanistiche vigenti nel territorio, ma conforme alle previsioni dell’adottato
P.R.G., ancora all’esame dei competenti Organi Regionali. In ragione di quanto sopra, si
chiedeva l’approvazione del progetto in questione ai sensi degli artt. 18 e 19 del D.P.R. 327/01,
mediante deliberazione del Consiglio Comunale, e la conseguente sollecita trasmissione della
deliberazione Consiliare all’ARTA Dipartimento Regionale Urbanistica per le conseguenti
determinazioni di tale amministrazione ex art. 19 c.4 del predetto decreto.
In data 4/02/09, presso l’ufficio del Sindaco di Mazzarrà S.Andrea, alla presenza del
Presidente del Consiglio Comunale MEZZATESTA Antonino Giovanni e di altri non meglio
identificati soggetti, GIAMBO’ Sebastiano provvedeva ad illustrare alcuni degli aspetti di
interesse: rappresentava agli astanti che la società aveva avviato – senza specificare su quale
area – le procedure per ottenere dagli organi amministrativi regionali l’autorizzazione a
realizzare l’impianto e che tale autorizzazione era stata acquisita con procedura di “silenzio
assenso”; che tale diritto acquisito metteva la stessa società nella posizione di poter chiedere il
risarcimento dei danni all’’Assessorato; che tuttavia, a causa di intervenuti rapporti con
l’Assessore all’Industria GIANNI, forieri di positivi sviluppi anche per ulteriori investimenti
sul territorio di Mazzarrà, era stato deciso dalla società di ripresentare nuovamente la
richiesta autorizzativa, la quale, però necessitava di un particolare che veniva fatto apparire
quasi come inconsistente rispetto al futuro energetico ed occupazionale del territorio e, cioè,
dell’approvazione della conformità urbanistica da parte del Consiglio Comunale. A tal
proposito egli minacciava di comunicare l’eventuale rifiuto da parte del Consiglio Comunale
alla Regione, con la conseguente perdita delle opportunità di nuovi investimenti sul territorio.
Progr. 6550 “…Giambò sostiene che il Piano Regolatore di Mazzarrà Sant’Andrea è in itinere
ma che l’istruttoria è divenuta complessa quasi come se fosse quello della città di Roma…
Giambò spiega che è sua intenzione mantenere buoni rapporti con l’Assessorato Industria
della Regione e che quindi la T.A. non si avvarrà del silenzio-assenso perché allorquando la
stessa società dovesse avanzare ulteriori istanze di autorizzazione incontrerebbe sicuramente
degli ostacoli da parte dell’organo regionale per l’atteggiamento assunto dalla TA nelle
precedenti istruttorie; tale accordo, ovvero non avvalersi del silenzio-assenso, aveva
comportato l’attivazione, da parte della T.A., delle normali vie tese ad ottenere
l’autorizzazione e che in conferenza dei servizi la società avrebbe avuto la necessità di
rappresentare che il Consiglio Comunale aveva approvato la conformità urbanistica del
progetto.
Progr. 6551 “Mezzatesta chiede su cosa deve deliberare il Consiglio e Giambò risponde che si
tratta di approvare la conformità urbanistica del progetto e che successivamente l’Assessore
all’Industria avrebbe convocato la conferenza dei servizi per valutare tutti i pareri necessari
per il rilascio dell’autorizzazione. Giambò dice che comunque avevano realizzato l’opera,
sostenendo testualmente “tanto oggi o domani lo approvano” e che quindi il Consiglio
Comunale doveva approvare la conformità del progetto allo strumento urbanistico senza
adottare la variante, precisando che, se la destinazione d’uso dei suoli era agricola, sarebbe
dovuta rimanere tale, anche in virtù del fatto che il nuovo piano regolatore, ancora in itinere,
individua la medesima area come zona industriale.
Progr. 6560 “…Giambò ribadisce la necessità della presenza di tutti i consiglieri comunali per
addivenire alla soluzione delle problematiche in discussione.
Il 10/02/09, alle ore 17.52, GIAMBO’ Sebastiano apprendeva telefonicamente dal vice Sindaco
GRASSO Giuseppe che alcuni consiglieri di minoranza, nonostante il precedente 4/02/09 non
avessero sollevato in sede di riunione alcuna eccezione di sorta, si erano recati dal Tecnico
Comunale per sottolineare la necessità di apporre, in sede di delibera, il riferimento ad una
sanatoria con la quale, di fatto, veniva approvata l’esistenza dell’opera.
(All. 242)
GIAMBO’ Sebastiano conversa con Pippo (GRASSO), il quale lo informa che da Roberto
RAVIDA’ sono andati PERDICHIZZI Francesco, la moglie, Domenico CRUPI e forse anche
ITALIANO per il progetto del fotovoltaico. In quanto non vogliono mettere la dicitura che
riporta ma qualcosa tipo sanatoria e quindi non si spiega come mai l’altra sera non hanno
detto niente e che adesso che “sono arrivati i padri … hanno iniziato a fare bordello …”.
GIAMBO’ dice che allora possono anche non votare perchè non può passare come sanatoria.
Pippo aggiunge che sono andati anche da Carmela CATALANO e da GAROFALO ”
allarmando tutti” e quindi entro giovedì devono risolvere questa situazione. GIAMBO’ allora
dice: ” … va be non l’approvano, non c’è problema se non l’approvano … Pippo, non è una
cosa dell’altro mondo no …
GIAMBO’ provvedeva immediatamente a contattare MIRABITO Lorenzo, esperto
ambientale della società Tirreno Ambiente. Ovviamente il MIRABITO sottolineava che
l’approvazione in sanatoria sarebbe stata possibile solo per l’eventuale difformità dell’opera;
ogni menzione al fatto che l’impianto fotovoltaico fosse anche nella sola fase di ultimazione,
avrebbe comportato l’immediato sequestro e la successiva ordinanza di demolizione.
(All. 243)
GIAMBO’ Sebastiano chiama MIRABITO Lorenzo e gli chiede se quell’approvazione del
progetto del fotovoltaico al consiglio comunale può essere fatto in sanatoria; Lorenzo dice di
no poichè non è previsto dalla norma. GIAMBO’ dice che i consiglieri di minoranza sono
andati da Roberto RAVIDA’ e gli hanno detto che poichè il progetto è stato già fatto lo
possono approvare solo in sanatoria. MIRABITO Lorenzo dice che la sanatoria può essere
approvata solo se la realizzazione è stata fatta in difformità e comunque, dopo aver avuto
conferma che il progetto è della TIRRENO AMBIENTE, dice di aspettare qualche settimana
poichè il nuovo piano energetico prevede la possibilità di costruire in zone agricole dando la
priorità alle aziende che hanno sede in Sicilia.
Alle ore 12.57 dell’11/02/09, il sindaco NAVARRA Carmelo, prima di rinviare l’esame dei
dettagli ad un incontro di persona con il GIAMBO’, rappresentava che erano sorti dei
problemi con alcuni consiglieri della minoranza e che era opportuno, alla luce di ciò,
concordare una nuova proposta “…prendendo atto di quello che c’è”.
Dopo circa un’ora, il PIETRAFITTA, dagli uffici del Comune di Mazzarrà, con tono
allarmato, comunicava al GIAMBO’ che la proposta da portare in consiglio stava per essere
modificata con l’aggiunta della dizione: “in corso di costruzione” (All. 247).
Alle ore 14.06, il PIETRAFITTA lo ricontattava, per farlo conferire con il Segretario
Comunale, Dott.ssa DI MENTO Pasqualina. Quest’ultima sottolineava che alcuni consiglieri
avevano sollevato un eccezione nella proposta, visto che si chiedeva una delibera per
l’approvazione di un progetto di un’opera, in realtà già realizzata.
(All. 248)
GIAMBO’ = Carmelino…
PIETRAFITTA = io sono qua con la segretaria
GIAMBO’ = si
PIETRAFITTA = ma dice che ti hanno chiamato, dice che ti ha chiamato il Sindaco e ti…per
questa cosa qua..
GIAMBO’ = ah signora carissima..
SEGR. COM. = eh…
GIAMBO’ = il sindaco quando mi ha chiamato, mi ha detto, cioè io sto risolvendo la
situazione, non mi ha detto, tecnicamente non mi ha detto cosa stava facendo, non mi ha detto
cosa era successo…
SEGR. COM. = no, lui gli ha detto, sto cercando di risolvere la situazione perchè è nato
l’inghippo, le problematiche, tutte queste cose, perchè l’opera è già realizzata, questa era la
cosa no?, ora dice loro non hanno nessun problema a votare anche così, però vogliono avere
dice, maggiore contezza..
GIAMBO’ = ma di chè?
SEGR. COM. = i consiglieri..
GIAMBO’ = eh..
SEGR. COM. = i consiglieri per esempio tipo…Garofalo, Carmen…
…
SEGR. COM. = lei ha chiesto appunto che venisse approvato il progetto, ai sensi dell’articolo
19 del D.P.R., visto che appunto si intende realizzare quest’opera…
GIAMBO’ = si.
SEGR. COM. = loro invece hanno fatto proprio..la problematica, si l’opera è realizzata,
perchè non si deve dire che effettivamente si è determinato il silenzio-assenso, quello che poi
diceva il sindaco…
…
SEGR. COM. = si…in questi termini, e penso che oggi Pippo la contatterà perchè voleva
parlare con lei e hanno parlato pure con Roberto in questi termini dice: ma che ci sono
problemi se si scrive così, perchè dice, non si deve fare evincere che l’opera è già realizzata…
…
GIAMBO’ = cioè mi faccia capire che vuole dire lo stato dei luoghi e lo stato dei fatti..
SEGR. COM. = si dice praticamente, che effettivamente l’opera è stata realizzata, che il
consiglio comunale si deve esprimere ai sensi dell’articolo 19 in quanto si tratta di una
variante allo strumento urbanistico, no… in questi termini quà, però siccome, dice nella
proposta da tutto quello che c’è, c’è scritto si intende realizzare… l’opera da realizzare,
porterà benefici, occupazione etcc.etcc.., dice: ma che si approva un progetto di un opera già
realizzata…questo era il punto di domanda…ora non lo so, io penso che Pippo oggi in ogni
caso verrà a cercarla, si metterà in contatto con lei..
Il giorno seguente, 12/02/09, data fissata per lo svolgimento del Consiglio Comunale, un
intenso scambio di telefonate fra gli indagati, dimostrava la febbrile attività preparatoria
posta in essere proprio da GIAMBO’ e da PIETRAFITTA per addivenire al raggiungimento
dell’obiettivo.
Effettivamente, poco prima dello svolgimento della riunione consiliare del 12.2.2009,
all’interno dell’ufficio del Sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, veniva registrata una
conversazione, tra le ore 16:34 e le ore 18.30 circa, nel corso della quale interveniva
GIAMBO’ Sebastiano. GIAMBÒ Sebastiano e NAVARRA Carmelo, alla presenza del tecnico
comunale RAVIDÀ Roberto e di una donna n.m.i., interloquivano in ordine alle possibili
opposizioni che avrebbero potuto essere sollevate nel corso della seduta consiliare.
PRG: 7671
Giambò Sebastiano spiega a Navarra Carmelo che allorquando ha illustrato la situazione
all’Assessore Gianni, questi ha convocato immediatamente i propri assistenti (la
conversazione diventa incomprensibile per i forti fruscii) e che conviene mantenere buoni
rapporti poiché la T.A. ha presentato due progetti per la loro zona; [16:45:45] Bussano alla
porta e Navarra Carmelo riferisce a qualcuno che sono occupatissimi. [16:46:43] Navarra
Carmelo riferisce il giorno precedente ha proposto l’approvazione ad alcuni consiglieri e gli è
stato risposto “… allora noialtri dobbiamo fare una cosa che …” (non finisce la frase) ed alle
rimostranze di Giambò di aver già compiutamente spiegato la questione il Navarra risponde
che non può farci niente se le persone non hanno capito e quindi aggiunge di aver contattato
immediatamente qualcuno (di cui non si capisce il nome) per vedere come risolvere la
questione precisando che si deve approvare una cosa che è già cominciata. Navarra Carmelo
poi rappresenta le preoccupazioni rappresentategli da terzi in merito all’approvazione ed in
particolare che “… esce un cretino che ti fa una denuncia e ti trovi nel mezzo …”. Navarra
racconta che gli è stato spiegato dalle terze persone a cui si riferisce che ” … tu ti trovi ad
approvare un progetto come se l’opera è ancora da cominciare …” [16:48:30]. A questo punto
al Navarra si aggiunge la voce di una donna che interviene nel discorso dicendo che si devono
tutelare aggiungendo che possono verbalizzare che la procedura seguita è quella dell’art. 19
del DPR dando atto che l’opera è parzialmente realizzata. Navarra dice di chiedere a
qualcuno se lo possono dire. [16:49:47] La donna dice che possono mettere questa dicitura nel
verbale e non nella delibera. [16:50:06] Navarra chiede a qualcuno perchè non vuole
comprendere le sue ragioni (di Navarra, ndr.) e Giambò dice qualcosa di incomprensibile.
[16:51:00]
Come emerge dalla copia della deliberazione acquisita dal ROS (All. 265), alle ore 18.30 del
12/02/09, aveva inizio la seduta del Consiglio Comunale alla presenza del Sindaco NAVARRA,
del Vice Sindaco, degli assessori RAVIDA’, TORRE e BUCOLO nonché dei consiglieri
MEZZATESTA Antonio Giovanni, TROVATO Maria, DA CAMPO Antonino, GAROFALO
Salvatore, PANTANO Giovannino, CATAPANO Carmela, CATALFAMO Filippo,
ITALIANO Mario, COSTA Gian Filippo, RIZZO Carlo, CRUPI Giuseppe e PERDICHIZZI
Silvia.
Gli ultimi tre, facenti parte della minoranza, prima che fosse introdotto l’argomento di cui
all’O.d.G., dichiarando di non voler prendere parte alla trattazione, si allontanavano
dall’aula.
La seduta veniva sospesa alle ore 19.05. Tale sospensione veniva sfruttata da GIAMBÒ
Sebastiano per convocare una ulteriore riunione nell’ufficio del Sindaco NAVARRA, alla
presenza dei protagonisti della vicenda. Messo alle strette da un consigliere davanti
all’evidenza che l’ordine del giorno del Consiglio Comunale facesse riferimento
“all’approvazione di un progetto per un impianto da realizzare”, il NAVARRA rispondeva di
aver concordato con il Presidente del Consiglio Comunale che nella deliberazione sarebbe
stato evidenziato che l’impianto era in fase di realizzazione.
(All. 267)
PRG: 7688
[19:16:45] NAVARRA Carmelo si dice concorde con quello che sostiene Maria ed aggiunge
che alla ripresa del Consiglio, tra 15 o 20 minuti, dirà che lui è sempre stato a favore della
realizzazione dell’impianto fotovoltaico e non è interessato alle opposizioni allo stesso che sono
solo di natura politica. Ritiene al contrario legittime le perplessità di alcuni consiglieri che gli
hanno fatto notare che “all’ordine del giorno c’è scritto -approvazione progetto esecutivo di
fotovoltaico da realizzare…-” Navarra ripete due volte “da realizzare” ponendo l’attenzione
su tale dicitura ed appena dopo aggiunge “…però là già è… parte è realizzato…”. NAVARRA
poco dopo prosegue dicendo “… al di là di ciò che già vi ha spiegato Nello il fatto centrale qual
è?… che l’Assessorato Industria vuole partire come se fossimo allo stato zero… zero… come
se non ci fosse niente… per poter fare tutte… conferenza dei servizi, acquisire tutti i pareri e
dare il via. Quindi questo passaggio del Consiglio Comunale poteva anche essere superato…
non fatto… però loro vogliono una legittimazione alla variazione di piano regolatore… che va
fatto con l’articolo 19…” segue una spiegazione tecnica e quindi NAVARRA prosegue
“…cosa per la quale siamo chiamati… e nella discussione, per superare le remore … cioè…
legittime direi NELLO …dei consiglieri comunali… che dice: – ma già là c’è – (inc.)… il fatto
che esca la minoranza è tutto un dire… il fatto che ieri Franco PERDICHIZZI se n’è andato
dal tecnico comunale a fare bordello…”.
[19:21:22] Entra qualcuno nell’ufficio e NAVARRA gli dice che può entrare e spiega che
stavano parlando del fotovoltaico. Navarra quindi prosegue: “… e allora: siccome c’è questa
legittima cosa e c’è la possibilità…. qua c’è una massa di gente che… cerca di colpire e non
guarda niente… perchè oltretutto sono riusciti (inc.)… e sbandierano il vessillo della
correttezza e della (inc.). Ora… ieri sera quando mi hanno rappresentato questa cosa…
perchè io non ero presente e voi lo sapete tutti… io ho detto: -vediamo quello che si può fare-.
Devo andare dal tecnico con Pippo a parlare e là anche il tecnico dice :-va bene, nelle linee
della discussione chiaramente, nel corpo deliberativo si fa capire… si dice… ci vuole uno,
come Pippo, o io o l’intervento di qualche consigliere…che dice: – sono a favore alla
realizzazione di questo coso qua…che già è partito…di cui già è in movimento la macchina
della costruzione-. Non è una grande cosa… stiamo tutti tranquilli così nessuno può dire:-tu
hai approvato una cosa che già è fatta, ma tu mi parli di… cose…-. Così stiamo più tranquilli.
Siete d’accordo su questa strada?”.
Il Sindaco interpella tutti i presenti facendo i nomi di Carmen e Maria per sapere se sono
d’accordo sulla sua proposta e le voci si accavallano rendendo incomprensibili le risposte.
[19:23:10] Interviene Giambò e dice: “… il problema è che quando noi abbiamo attivato la
procedura… no? Chiedendo l’autorizzazione all’Assessorato Industria… questi
dell’Assessorato Industria non hanno risposto…” Il seguito della spiegazione di Giambò non
risulta comprensibile a causa del sovrapporsi delle vosi fino a [19:24:16] ” …con l’assessore
industria e con l’assessore al territorio … che ha cazziato la sua funzionaria e dice: – vabbè
mettiamoci ad un tavolo e vediamo se possimo ricucire lo strappo che c’è… con noi, con il
Comune ecc.. Facciamo la Conferenza dei Servizi… e ripartiamo da zero…”
[19:26:26] Interviene un uomo che evidenzia che nell’ordine del giorno c’è scritto che si tratta
dell’”approvazione di un progetto” che quindi andava fatta prima di costruire. Il Sindaco lo
interrompe dicendo che questa cosa sarà detta e che sarà evidenziato il fatto che l’impianto è
in costruzione. Aggiunge che si tratta di un dubbio che ha anche lui .. “mi sono confrontato
con il presidente… e mi pare che il presidente è anche d’accordo nel fare questo passaggio
all’interno dell’atto deliberativo… punto. E siamo tutti sereni.”. A questo punto interviene
Giambò e spiega che tutto nasce dal ritardo della risposta dell’Assessorato Industria. “… fai il
progetto, il progetto lo mandi all’Assessore all’Industria, L’Assessore all’industria per
attivare le procedure ed attivare la Conferenza dei servizi ha… un massimo di tempo
disponibile no? al massimo 180 giorni. Se entro 180 giorni…, non per tutti… per quei progetti
di questo tipo… che non c’è costruzione di cemento armato… che non chiedono la
Valutazione di Impatto Ambientale…” [19:28:12] a questo punto interviene NAVARRA e
dice a Giambò che queste cose non le deve dire e che basta che dica “…siccome sono passati i
180 giorni… noialtri… abbiamo potuto fare…stop. Però siccome ora vogliamo trovare un
accordo con l’Assessorato all’Industria… (si accavallano le voci)…” GIAMBO’ dice che lui
comunque vuole spiegare alla persona che ha fatto l’obiezione e che comprende la domanda e
riassumendo quanto detto dall’uomo dice “…io prima approvo un progetto e poi lo
costruisco…capisco…”. A questo punto interviene una donna ribadendo “Scusa NELLO…
questa era stata la discussione che c’era stata l’altra volta. Il primo MEZZATESTA… che poi
questa sera se n’è uscito così. Mezzatesta che disse? Che avevano sbagliato l’ordine del
giorno… e tutti quanti in maniera corale… anche fuori, anche i tecnici… e questo e
quell’altro… dice: -come l’hanno già fatto ed è approvazione… sbagliato…-” e spiega che
questa fu l’obiezione che fece determinare il rinvio.
La riunione, quindi, riprendeva alle ore 19.30 alla presenza del Presidente del Consiglio
Comunale. Il Sindaco interveniva per affermare, dopo le ulteriori lodi al progetto, alcuni
concetti così riportati nel verbale di consiglio: “…gli pare che sia questa la strada anche per
preservare l’ambiente. C’è da approvare un progetto per un impianto fotovoltaico, in linea
amministrativa, non tecnica, in quanto in variante allo strumento urbanistico, ai sensi
dell’art. 19 del D.P.R. 327/2001. (…) E’ giusto approvare il progetto di questa opera che è già
in itinere e di cui si va orgogliosi. Questa approvazione è un atto a sé stante che poteva pure
non esserci, perché c’è stato un rimbalzo di competenze fra l’Assessorato all’Industria e
l’Assessorato Territorio e Ambiente. Quindi, invita tutti ad approvare il progetto di
quest’opera che, ripete, è già in fase di realizzazione.”
Il Consiglio Comunale, accolto l’invito del Presidente, con nove voti favorevoli espressi per
appello nominale dei nove consiglieri presenti, deliberava di approvare la proposta di
deliberazione, presentata da Vice Sindaco, Geom. GRASSO Giuseppe, che veniva allegata
all’atto e che riportava testualmente: progetto esecutivo per la realizzazione, in località
Castellaci di Mazzarrà Sant’Andrea, di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia
elettrica da fonti rinnovabili, della potenza complessiva di 997,79 Kwp in variante al Piano
Regolatore Generale ai sensi dell’art. 19 del DPR 327 dell’08/06/2001 e s.m.i. Esaurita la
votazione e, quindi, la trattazione dell’argomento, rientravano in aula i Consiglieri CRUPI,
RIZZO e PERDICHIZZI del Gruppo di Minoranza.
Come si può notare, dunque, l’ufficio del Sindaco del Comune di Mazzarrà S. Andrea
diveniva il luogo prescelto dagli stessi NAVARRA e GIAMBO’ per adottare, di comune
accordo ed in perfetta sintonia tra loro, un banale “escamotage”, una sorta di “espediente
terminologico”, con il quale “ovviare al problema” di un parco fotovoltaico realizzato ancor
prima della sua approvazione; si trattava, in definitiva, di un espediente escogitato per
“mettersi al riparo” dalle possibili “conseguenze” di alcune procedure amministrative, a voler
essere indulgenti, scarsamente lineari e cristalline, cui essi stessi avevano dato causa.
Procedimento Vivaio:
i precedenti rapporti tra Giambo’, Navarra e Bisognano
Si è già visto come BISOGNANO, nel corso delle sue dichiarazioni, abbia lungamente
accennato ai suoi precedenti e datati rapporti con GIAMBO’ e NAVARRA, anche a causa
della sua attività imprenditoriale svolta nell’ambito delle discariche, dapprima attraverso
l’impresa di TRUSCELLO Teresa e poi attraverso la società FUTURA 2004: si pensi, a solo
titolo di esempio, alla vicenda della “fattura concordata” per i lavori inerenti la vecchia
discarica di Mazzarà S. Andrea: “A questo punto specifico che la vecchia discarica di
Mazarrà, realizzata dall’impresa CA.TI.FRA. di cui ho finora parlato, era gestita
dall’impresa SANGERMANO. In quel periodo l’impresa TRUSCELLO aveva eseguito dei
lavori all’interno della “vecchia” discarica per la fornitura di terreno vegetale, ai fini della
copertura degli inerti. Aggiudicatasi le commesse, l’impresa Truscello procedette quindi alla
fornitura del terreno. Nonostante i lavori fossero in fase di ultimazione e benché l’impresa
Truscello avesse sempre lavorato regolarmente, la SANGERMANO non procedeva ad
onorare i suoi debiti. Ricordo che vi era una nostra fattura del luglio del 2002 ammontante ad
oltre 200 mila euro. Mi ero già rivolto a RAVIDA’ Roberto e Renzo MIRABITO per ottenere
il saldo di quanto dovuto alla Truscello, ma questi avevano preso tempo. Successivamente
venni invitato a recarmi a Messina, presso l’Ufficio di RENZO MIRABITO. Lì trovai, oltre al
MIRABITO stesso, anche Nello GIAMBO’, mentre in una stanza attigua si trovata Pino
INNOCENTI. GIAMBO’ e MIRABITO, in quella occasione, mi invitarono espressamente a
ridurre l’importo della fattura. Io non acconsentiti e me ne andai, invitando a seguirmi
RAVIDA’ Roberto, che mi aveva accompagnato. … … …”.
I contatti ed i rapporti imprenditoriali fra tali soggetti sono ampiamente documentati
nell’indagine “Vivaio” e nella relativa ordinanza del Gip, alle quali si rinvia integralmente
(cfr. ordinanza Vivaio, par. 2.2.: Le discariche di Tripi e Mazzarà S Andrea: capi 32- e 33- pg.
25 e segg.).
In particolare, tali vicende, relative ai lavori eseguiti nella discarica di Mazzarrà
Sant’Andrea, sono state oggetto di diverse informative redatte da ROS nel corso di alcune
attività di indagine eseguite nel tempo e precisamente:
• informativa n. 47/12-2-2003 del 19/03/2007 relativa all’indagine “Scipione”, nella quale sono
stati riportati anche gli esiti relativi ai lavori che il BISOGNANO Carmelo, attraverso
l’impresa TRUSCELLO, aveva eseguito all’interno della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea
– pag. 117 e segg.;
(Vds All.10- stralcio dell’informativa Scipione );
• informativa n. 54/24-2004 del 25/06/2007, relativa all’indagine “Vivaio-Nenè” contenete un
capitolo riguardante le cointeressenze dei “mazzarroti” nell’indotto delle discariche di Tripi e
Mazzarrà Sant’Andrea – pag. 777 e segg.;
(Vds All. 11 – stralcio dell’informativa Vivaio-Nenè ).
Dalla lettura dei sopra citati documenti emergono evidenti riscontri alle dichiarazioni rese da
BISOGNANO Carmelo e precisamente:
• dal 21/08/2001 al 20/11/2002 era stata operativa la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea,
ubicata in ctr. Zuppà, vecchio sito, che, fino al 10/09/2002, era stata gestita dall’ATI
CAVAGLIA’- SANGERMANO, mentre, dal 10/09/2002 al 20/11/2002, era stata gestita dalla
TIRRENO AMBIENTE SpA;
• INNOCENTI Giuseppino , all’epoca, era presidente ed amministratore della SAN
GERMANO srl.;
• nella vecchia discarica comunale l’ATI CAVAGLIÀ – SAN GERMANO aveva affidato alle
seguenti imprese i lavori di movimento terra:
o SOTTILE COSTRUZIONI sas di SOTTILE Nicola, opere di movimento terra da effettuare
all’interno della stessa discarica;
o Impresa TRUSCELLO Teresa, fornitura del terreno da prelevare all’esterno per la
copertura dei rifiuti.
• con il subentro della TIRRENO AMBIENTE all’ATI CAVAGLIÀ – SAN GERMANO,
avvenuto il 10/09/2002, l’impresa TRUSCELLO Teresa aveva continuato a fornire il terreno
utilizzato per la copertura dei rifiuti, sino ai primi mesi del 2004, operando solo ed
esclusivamente nel vecchio sito di Mazzarrà Sant’Andrea;
• SOTTILE Roberto , escusso a s.i., aveva riferito che:
o la vecchia discarica ubicata in ctr. Zuppa aveva operato dal dicembre del 2001 al dicembre
del 2002 ed era gestita dalla società “SAN GERMANO ”;
o che in detto impianto, fino al dicembre del 2002, data in cui era stato chiuso, aveva lavorato
l’impresa denominata “TRUSCELLO”, che si occupava di movimento terra utilizzando uno o
due camion condotti da propri autisti, di cui uno avente il nome di battesimo “Beniamino”.
• GIAMBO’ Sebastiano , escusso a s.i., aveva dichiarato che:
o dal 1993 al 2002 aveva anche ricoperto la carica di sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, prima
di diventare presidente del CdA della TIRRENO AMBIENTE;
o nel 2000 il comune di Mazzarrà Sant’Andrea aveva indetto una gara d’appalto per la
costruzione di questa discarica. Tale appalto se l’era aggiudicato l’impresa barcellonese di
CALABRESE Tindaro ;
o dal 2001 al 2002 prima l’impresa SAN GERMANO – CAVAGLIA’, la quale aveva stipulato
il contratto a termine con il comune per la gestione della discarica e, poi, la TIRRENO
AMBIENTE, società mista creata ad hoc, si erano avvalse della collaborazione dell’impresa
TRUSCELLO Teresa, che il dichiarante aveva indicato come riconducibile a BISOGNANO
Carmelo, in quanto dallo stesso effettivamente gestita. L’impresa del BISOGNANO si era
occupata di trasportare ingenti quantitativi di terra in discarica, con i quali erano stati
ricoperti i cumuli di rifiuti;
• i vertici della TIRRENO AMBIENTE, ossia l’amministratore delegato INNOCENTI
Giuseppino ed il Presidente del Consiglio di Amministrazione GIAMBO’ Sebastiano, avevano
riferito informalmente che l’impresa TRUSCELLO, anche nell’anno 2002, aveva lavorato nel
vecchio sito di Mazzarrà Sant’Andrea a seguito di contratto stipulato con la Società SAN
GERMANO, fornendo, attraverso la medesima società, la seguente documentazione in copia:
o fattura n. 28 del 02/07/2002 emessa dall’Impresa TRUSCELLO per un importo di €
251.160,16, comprensiva d’IVA, relativa alla fornitura di materiale inerte arido (terra) fino al
30/06/2002;
o comunicazione del 04/11/2002 dell’impresa TRUSCELLO relativa al sollecito di pagamento
della fattura sopra indicata;
o comunicazione del 27/11/2002 n. 02SGE0646GI/SF dell’IMPRESA SAN GERMANO che
restituiva all’impresa TRUSCELLO Teresa la fattura in argomento e, facendo riferimento a
degli accordi intercorsi, richiedeva di riemettere una nuova fattura per complessivi €
100.000,00 IVA compresa; tale comunicazione era a firma del presidente del C.d.A.,
Giuseppino INNOCENTI;
o comunicazione datata 10/12/2002 dell’impresa TRUSCELLO relativa ad un ulteriore
sollecito di pagamento della fattura datata 02/07/2002;
o fattura n. 47/02 del 18/12/2002 emessa dall’impresa TRUSCELLO a favore della SAN
GERMANO per l’importo di € 110.000.000 comprensivo d’IVA relativa alla fornitura di
materiale inerte arido.
(Vds All. 12 – documentazione intercorsa tra la ditta TRUSCELLO Teresa e la ditta SAN
GERMANO).
Infine, dal 10.12.2003 a tutt’oggi, opera la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea nel nuovo sito
di C.da Zuppà.
DALLA RICHIESTA DI MISURA CAUTELARE DELLA DDA DI MESSINA.
Op. “Gotha 3″: Il TdR completa i ricorsi. Restano in carcere il “capo dei capi” Rosario Pio
Cattafi, l’imprenditore Giovanni Bontempo, l’autotrasportatore Giuseppe Triolo ed il tecnico
comunale Roberto Ravidà.
13 agosto 2012 – Scritto da giuseppelazzaro
Un provvedimento di custodia cautelare in carcere annullato, due concessioni di arresti
domiciliari e dieci arresti in carcere (due non sono stati discussi per rifiuto degli stessi
indagati) confermati. Si è conclusa con questo quadro la serie di ricorsi presentati dai legali di
fiducia degli indagati coinvolti nell’operazione “Gotha 3”, scattata il 24 luglio scorso. Il
Tribunale del Riesame di Messina nell’ultima seduta di venerdì con verdetti arrivati sabato
sera 11 agosto, ha confermato la custodia cautelare in carcere per l’avvocato Rosario Pio
Cattafi, l’imprenditore Giovanni Bontempo, l’autotrasportatore Giuseppe Triolo e il tecnico
comunale Roberto Ravidà e rigettando le richieste di scarcerazione o, in subordine, di
concessione dei domiciliari avanzate ai loro avvocati. Rosario Pio Cattafi è considerato il
“capo dei capi” dei clan barcellonesi. I collaboratori di giustizia (Carmelo Bisognano e Santo
Gullo ed i catanesi Umberto Di Fazio ed Eugenio Sturiale, elementi di spicco del clan
Santapaola, nonché Alfio Giuseppe Castro e Nino Santapaola, fratello del “boss” etneo
Benedetto “Nitto”), hanno indicato l’avvocato Cattafi come colui che faceva riciclaggio
internazionale di denaro sporco per conto dei Santapaola, intrattenendo saldi rapporti con i
Madonia di Gela e con i Corleonesi, da Leoluca Bagarella, cognato del “boss” Totò Riina ai
fratelli Vitale di Partinico. Sempre collegato a Giuseppe Gullotti, il capo della cosca vincente
di Barcellona al tempo della faida, Cattafi avrebbe anche operato per rendere ospitalità a
“Nitto” Santapaola che, da latitante, tra il 1992 ed il 1993, qualche mese prima del suo arresto
avvenuto nelle campagne di Mazzarrone (Catania), si sarebbe rifugiato nel barcellonese.
Giuseppe Triolo, autotrasportatore di contrada Bafia del comune di Castroreale, secondo
l’accusa si sarebbe intestato fittiziamente, acquisendo il 98% delle quote del capitale sociale,
di una ditta che, nella realtà, sarebbe collegata a Carmelo Giambò, ritenuto tra i sicari più
temibili dei clan barcellonesi e già in carcere sia per la “Gotha 1” che per la “3”.
Il geometra Roberto Ravidà è considerato come uno dei “colletti bianchi” dell’inchiesta. Da
capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea avrebbe avuto collegamenti
per favorire il clan dei “Mazzarroti”, sia sotto la guida dell’attuale pentito Carmelo
Bisognano che sotto quella di Tindaro Calabrese. Tra i protagonisti per la realizzazione della
discarica di Mazzarrà, il geometra Ravidà, che ricopriva il ruolo di capo dell’Ufficio Tecnico
al comune di Oliveri sino al giorno dell’arresto, è accusato di avere garantito l’aggiudicazione
degli appalti pubblici ad imprese vicine al “clan dei barcellonesi”. Il TdR ha rigettato infine il
ricorso, presentato dall’avvocato Alessandro Pruiti Ciarello, anche per Giovanni Bontempo,
l’imprenditore trentacinquenne di Capo d’Orlando ma domiciliato a Brolo. Nell’ordinanza di
custodia cautelare, firmata dal Gip di Messina Massimiliano Micali, il Bontempo è accusato di
associazione mafiosa in relazione ad alcuni episodi. Nel primo lo si vede accusato di avere
protetto e curato la latitanza di Gaspare Pulizzi, al tempo (luglio 2007), capo riconosciuto
della famiglia mafiosa di Carini, alleata con Cosa Nostra palermitana. Il Pulizzi, all’epoca, era
ricercato dalla Dda di Palermo, attraverso l’ordinanza di custodia cautelare relativa
all’operazione “Occidente”, scattata il 21 gennaio 2007. Sul Bontempo il giudice scrive…
“Con l’aggravante…per avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art.
416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione stessa (rispettivamente Cosa
Nostra palermitana, riconducibile a Salvatore Lo Piccolo e “Cosa Nostra Barcellonese”,
riconducibile, fra gli altri, anche a Tindaro Calabrese”. E proprio a quest’ultimo, al tempo
capo del clan dei “Mazzarroti” e adesso in regime di 41 bis (carcere duro), Bontempo avrebbe
fatto un favore andando a prelevare in compagnia di altre persone, secondo le accuse
contenute nell’ordinanza, il Pulizzi allo svincolo della A20 a Termini Imerese per portarlo a
Capo d’Orlando dove fu ospite, per tre giorni, dell’abitazione di un giornalista locale,
Massimo Reale, oggi consigliere comunale, ignaro dell’identità del personaggio al quale aveva
affittato la sua abitazione sulla via Pirandello, a due passi dal mare. Proprio per questo, a
seguito anche delle successive dichiarazioni dello stesso Pulizzi dopo il suo arresto, il Reale è
indagato a piede libero e la richiesta di arresto, avanzata nei suoi confronti dai pm della Dda,
è stata rigettata. Un altro episodio contestato al Bontempo è riferito ad un incontro che
avrebbe visto protagonisti a Furnari, in casa di una certa Cettina Gitto, l’ex capo dei
“Mazzarroti” e poi pentito Carmelo Bisognano, l’imprenditore di Gioiosa Marea Tindaro
Marino, arrestato nell’ambito di “Gotha 1” il 24 giugno dello scorso anno e lo stesso Giovanni
Bontempo, spesso insieme al Marino come documentato dalle immagini riprese dai
carabinieri del Ros che hanno eseguito l’operazione. Secondo un verbale di dichiarazioni
firmato da Bisognano e datato 20 dicembre 2010, ai primordi della collaborazione, il Marino
in quell’incontro si lamentava di Tindaro Calabrese per la gestione della latitanza di alcuni
“pezzi grossi” di Cosa Nostra palermitana che, oltre al suddetto Pulizzi, sarebbero stati
nascosti, per un diverso periodo di tempo, nella zona di Capo d’Orlando e hinterland.
Nell’ambito della “Gotha 3” a Giovanni Bontempo sono stati anche sequestrati beni per
diversi milioni di euro.
Per il resto il TdR ha scarcerato Antonino Calderone, 37 anni, di Barcellona Pozzo di Gotto e
concesso gli arresti domiciliari per il capo area della Banca Popolare di Lodi di Messina
Sergio D’Argenio, 52 anni, di Messina. Antonino Calderone, detto “Caiella”, è tornato libero
per carenza di gravi indizi di colpevolezza. L’uomo era accusato di fare parte del commando
che, nella notte fra il 3 ed il 4 settembre 1993, a Barcellona, uccise tre giovani di Milazzo:
Giuseppe Raimondi, 27 anni, Giuseppe Martino, 29 anni e Giuseppe Geraci, 33 anni
(quest’ultimo, rimasto gravemente ferito nell’agguato, morì in ospedale il 26 aprile 1994).
Altra posizione che cambia dopo il passaggio in Riesame è quella del bancario messinese
Sergio D’Argenio, che va agli arresti domiciliari. Sono invece state confermate le accuse e la
custodia in carcere per Agostino Campisi, 51 anni, di Terme Vigliatore; Giuseppe Isgrò, 47
anni, di Barcellona; Salvatore Campanino, 48 anni, di Terme Vigliatore e Giuseppe Ruggeri,
47 anni, di Taormina. Inoltre il capo del clan dei “Mazzarroti” Tindaro Calabrese, 39 anni, di
Mazzarrà Sant’Andrea e Salvatore Carmelo Trifirò, 40 anni, di Terme Vigliatore, già in
carcere da tempo per altra causa (Calabrese è ristretto al “41 bis”, il regime del carcere duro),
hanno rinunciato al ricorso in aula. In precedenza il TdR aveva concesso gli arresti
domiciliari a Giusy Lina Perdichizzi, 37 anni, di Barcellona, moglie di Carmelo Giambò,
esponente di spicco del clan dei “Barcellonesi”. Il collegio ha cassato l’aggravante dell’articolo
7 (l’avere agevolato l’associazione mafiosa) contestato alla donna, alla quale sono stati
sequestrati diversi beni perché, secondo la Dda, nella disponibilità del marito. Anche sul
patrimonio il collegio ha adottato provvedimenti, dissequestrando e restituendole una parte
dei beni. Rigettati invece i ricorsi presentati dallo stesso Carmelo Giambò, 41 anni, di
Barcellona e da Giovanni Rao, 51 anni, ritenuto il capo del mandamento mafioso di
Castroreale, collegato ai “Barcellonesi”, anche loro raggiunti dal provvedimento cautelare
non solo per la “Gotha 3” ma anche per la “Gotha 1” scattata il 24 giugno 2011. Infatti
Giambò e Rao sono detenuti in carcere già da oltre un anno e la Dda, con la “Gotha 3”, ha
mosso loro nuove accuse, sulla scorta delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e dei
titolari di alcune imprese sottoposte al racket. I legali di fiducia degli indagati sono gli
avvocati: Tino Celi, Alessandro Pruiti Ciarello, Antonello Scordo, Tommaso Calderone, Carlo
Autru Ryolo, Giovambattista Freni, Giuseppe Lo Presti, Giuseppe Carrabba, Bernardo
Garofalo, Tommaso Autru Ryolo e Carmelo Occhiuto.
L’INDAGINE.
All’alba del 24 luglio, in diverse località della provincia di Messina, i carabinieri del Ros e del
Comando Provinciale, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere emessa dal Gip Massimiliano Micali, su richiesta del Procuratore di Messina Guido
Lo Forte e dei sostituti della Dda di Messina D’Anna, Verzera, Di Giorgio e Cavallo, nei
confronti di 15 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, omicidio,
intestazione fittizia di beni ed altri delitti aggravati dalle finalità mafiose. Contestualmente,
sono stati sottoposti a sequestro preventivo, beni per un valore complessivo stimato in oltre 15
milioni di euro. I provvedimenti scaturiscono dalla prolungata attività condotta dal
Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) dei carabinieri in direzione dei sodalizi mafiosi
attivi lungo la costa tirrenica della provincia, articolatasi negli ultimi anni in ripetuti
interventi repressivi che hanno colpito gli esponenti della famiglia mafiosa di Barcellona
Pozzo di Gotto e delle sue diramazioni territoriali. L’ultima tranche dell’indagine “Gotha” si
era conclusa nel giugno 2011 con l’arresto di 18 persone per associazione mafiosa, omicidi,
estorsioni, porto e detenzione abusiva d’arma da fuoco, intestazione fittizia di beni ed altri
delitti, tutti aggravati dalle finalità mafiose. L’indagine “GOTHA III” ha ulteriormente
circostanziato l’assetto organizzativo ed i plurimi interessi illeciti della famiglia mafiosa
barcellonese, sodalizio operante nella provincia di Messina, giudiziariamente già riconosciuto
in primo e secondo grado nel processo “MARE NOSTRUM” fino al 1994, poi colpito dagli
esiti dei procedimenti “ICARO”, “ERIS”, “VIVAIO” E “TORRENTE”, frutto delle attività
investigative del Ros. Le attività d’indagine sviluppate dal Ros, le convergenti dichiarazioni
rese da più collaboratori di giustizia tra i quali Carmelo Bisognano e Santo Gullo,
organicamente inseriti nella famiglia mafiosa barcellonese, Teresa Truscello (ex convivente di
Bisognano), destinataria di una misura cautelare personale e reale, emessa nell’ambito
dell’indagine “TORRENTE” e Alfio Giuseppe Castro, già imputato e condannato nell’ambito
del processo scaturito dall’operazione “VIVAIO”, poiché ritenuto il referente mafioso per la
provincia di Messina per conto di Cosa nostra catanese e le ammissioni di alcuni imprenditori
edili recentemente raggiunti da provvedimenti di sequestro del patrimonio ritenuto, dalla
Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, frutto dell’attività illecita del
menzionato sodalizio criminale, hanno permesso di definire altri episodi estorsivi finalizzati al
controllo di appalti pubblici e di attività economiche nella provincia di Messina attribuibili
alla responsabilità di Giovanni Rao, Giuseppe Isgrò, Carmelo Salvatore Trifirò, Giuseppe
Ruggeri e Salvatore Campanino. Tale attività illecita era stata in passato già oggetto
dell’indagine “OMEGA” condotta dal Ros che, il 30 luglio 2003, aveva permesso l’adozione di
un provvedimento cautelare personale nei confronti di alcuni soggetti attualmente indagati
nell’indagine “GOTHA III”, ritenuti organici e componenti della “cupola” mafiosa
barcellonese. Con la terza tranche della “Gotha” è stata fatta luce anche su altri interessanti
aspetti dell’associazione criminale barcellonese, documentandone le dinamiche criminali per
un consistente arco temporale. Tra gli aspetti di maggiore rilevanza figura il triplice omicidio
di Sergio Raimondi, Giuseppe Martino e Giuseppe Geraci, commesso a Barcellona nella notte
fra il 3 ed il 4 settembre 1993, per il quale erano stati assolti con sentenza definitiva i
barcellonesi Carmelo D’Amico e Salvatore Micale. Le risultanze delle attività tecniche e
dinamiche sviluppate dal Ros hanno altresì consentito di dimostrare – stando alle conclusioni
del provvedimento del Gip – l’appartenenza alla mafia del noto avvocato barcellonese Rosario
Pio Cattafi. Sono state infatti meticolosamente riscontrate le dichiarazioni rese da alcuni
recenti ed importanti collaboratori di giustizia della mafia barcellonese e catanese (Bisognano,
Gullo, Castro), i quali hanno indicato il Cattafi come soggetto apicale dell’organizzazione
barcellonese e collettore fiduciario dei proventi illeciti conseguiti dai membri apicali e storici
delle due citate organizzazioni mafiose. Tale patrimonio info-investigativo ha dato riscontro
alle propalazioni di altri numerosi soggetti che nel passato avevano descritto l’odierno
indagato come organicamente inserito nella famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto ed
intraneo alla famiglia mafiosa catanese di Cosa Nostra riconducibile al capo Benedetto
Santapaola. E’ stata fatta luce, inoltre, sull’evoluzione delle dinamiche criminali interne della
famiglia mafiosa di Barcellona anche nel periodo immediatamente successivo all’arresto in
provincia di Palermo di Bernardo Provenzano, ammanettato dopo 43 anni di latitanza il 10
aprile 2006 in un casolare di Montagna dei Cavalli, in territorio della sua Corleone, quando
Salvatore e Sandro Lo Piccolo, rispettivamente padre e figlio, avevano cercato di realizzare un
riassetto generale di Cosa Nostra palermitana e delle sue diramazioni provinciali. A tal
proposito le indagini hanno permesso di appurare che la famiglia mafiosa barcellonese,
nonché quella dei tortoriciani riconducibile, all’epoca, a Sebastiano Bontempo Scavo, fratello
dei capi Cesare e Vincenzo (entrambi ristretti al carcere duro da anni), sono state
rappresentate – fino al momento del suo arresto (10 aprile 2008 per l’op. “Vivaio” – dal
referente provinciale di Cosa Nostra Tindaro Calabrese, il successore di Bisognano a capo del
clan dei “Mazzarroti”, ritualmente affiliato dai menzionati Lo Piccolo, in deroga all’assetto
preesistente che ha storicamente visto interloquire i rappresentanti dei sodalizi mafiosi
messinesi con Cosa Nostra tramite la famiglia Santapaola di Catania o tramite il mandamento
mafioso di San Mauro Castelverde per mezzo del defunto rappresentante mistrettese
Sebastiano Rampulla. Per l’accusa, quindi, Tindaro Calabrese ha continuato a reggere
l’articolazione criminale dei” Mazzarroti” del sodalizio barcellonese controllando le attività
criminali nell’ambito del proprio territorio (ed a tal proposito sono state documentate le
infiltrazioni nel Comune di Mazzarrà Sant’Andrea presso il quale ha prestato servizio il
tecnico comunale Roberto Ravidà, anch’egli tratto in arresto) ed ha rappresentato un punto
di riferimento per Cosa Nostra nella provincia di Messina. In tale ottica è stata documentata
la vicenda della latitanza a Capo d’Orlando di Gaspare Pulizzi, uomo di fiducia della famiglia
dei Lo Piccolo, nonché reggente della famiglia mafiosa di Carini. Risulta dalle indagini che
costui sia stato ospitato per tre giorni del mese di luglio del 2007 a Capo d’Orlando con il
pieno appoggio e la copertura logistica di Tindaro Calabrese, individuata tramite
l’imprenditore Giovanni Bontempo, anche quest’ultimo tratto in arresto. Il Bontempo, oltre a
fornire appoggio per conto di Cosa Nostra, ha operato imprenditorialmente in sinergia con il
sodalizio mafioso barcellonese e con quello tortoriciano mettendo a disposizione la propria
attività professionale al servizio della criminalità organizzata durante il periodo della
reggenza di Tindaro Calabrese ed in epoca successiva, anche grazie all’intervento di Tindaro
Marino, di Gioiosa Marea, altro imprenditore già tratto in arresto il 24 giugno 2011 con le
operazioni “Gotha”. Per tali ragioni Giovanni Bontempo è stato raggiunto altresì da una
misura cautelare di tipo patrimoniale che ha interessato buona parte degli illeciti profitti
accumulati nel corso degli anni grazie alla mafia ed alle connivenze di alcuni importanti
funzionari di banca, tra i quali il messinese Sergio D’Argenio, capo area della Banca Popolare
di Lodi, anch’egli arrestato. Contestualmente, la misura cautelare emessa dal Gip Micali ha
riguardato anche Carmelo Giambò, noto esponente mafioso già tratto in arresto con
l’operazione “Gotha” in quanto ritenuto responsabile dell’omicidio di Antonio Ballarino,
scomparso il 20 marzo 1993 (i cui resti erano stati rinvenuti sepolti in località Piano Gorne del
Comune di Mazzarrà Sant’Andrea nell’inverno 2011), Giusy Lina Perdichizzi, coniugata col
citato Giambò, nonché Giuseppe Triolo, ritenuti responsabili di intestazione fittizia dei beni
finalizzata all’elusione della normativa antimafia e per questo raggiunti da contestuale
provvedimento di sequestro del patrimonio mobiliare ed immobiliare. Dopo le operazioni
“BATANA”, “MONTAGNA”, “VIVAIO”, “POZZO”, “TORRENTE” e “GOTHA” che
avevano già duramente colpito Cosa Nostra messinese, la “GOTHA III” depotenzia
ulteriormente la struttura mafiosa indagata, da anni ai vertici del panorama delinquenziale
dell’area tirrenica.
I 5 INDAGATI A PIEDE LIBERO.
Nelle 242 pagine dell’ordinanza dell’operazione “Gotha 3”, oltre ai 15 arrestati, figurano 5
indagati a piede libero e per i quali i pm della Dda avevano chiesto l’arresto che è stato
rigettato dal Gip Massimiliano Micali. Gli indagati sono SALVATORE LO PICCOLO, 70
anni, dopo l’arresto di Bernando Provenzano definito il nuovo capo di Cosa Nostra
palermitana, “boss” del quartiere San Lorenzo ed il figlio SANDRO, 37 anni: entrambi sono
stati arrestati nel blitz di Giardinello (Palermo) del 5 novembre 2007 insieme a due
fiancheggiatori e si trovano ristretti al “41 bis”, il regime del carcere duro. Quindi
SALVATORE CALCO’ LABRUZZO, 60 anni il prossimo 16 agosto, allevatore nato a
Tortorici, residente a Tripi, arrestato ed in carcere dal 24 giugno 2011, quando rimase
coinvolto nell’operazione “Gotha 1” con l’accusa di associazione mafiosa finalizzata
all’omicidio: la Dda lo accusa di essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio di Sebastiano
Lupica, allevatore di Tortorici, ucciso a metà degli anni ’90 e soppresso. Quindi è indagato
l’ex sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea CARMELO NAVARRA, 62 anni il prossimo 23
agosto, in carica sino all’inizio del maggio scorso quando ha esaurito il doppio mandato, per la
vicenda discatica. Infine indagato è anche il consigliere comunale di Capo d’Orlando di
maggioranza MASSIMO REALE, 39 anni, la cui posizione, comunque, appare marginale. Il
nome di Reale entra negli atti in quanto l’abitazione affittata al capo della famiglia mafiosa di
Carini Gaspare Pulizzi durante la sua latitanza (per una settimana nel mese di luglio del 2007)
è intestata proprio al consigliere comunale orlandino. Dagli atti, comunque, emerge che Reale
affittò l’appartamento al latitante che si presentò sotto falso nome (Francesco) e che dimorò
con la moglie ed i figli per una settimana di vacanze (circostanze che il giudice ha riconosciuto
come chiaramente a discolpa di un possibile favoreggiamento). Il tutto a seguito di una precisa
richiesta che Giovanni Bontempo fece a Reale nell’ambito della loro amicizia ma, in quella
occasione, il Bontempo non rivelò a Reale né le generalità del Pulizzi e né il ruolo egemone che
aveva in Cosa Nostra palermitana quale capo della famiglia di Carini.
I 15 ARRESTATI.
Le persone colpite dal provvedimento restrittivo sono:
1. BONTEMPO GIOVANNI, NATO A S.AGATA MILITELLO (ME), CLASSE 1977,
RESIDENTE A CAPO D’ORLANDO (ME), IMPRENDITORE;
2. CALABRESE TINDARO, NATO A NOVARA DI SICILIA (ME), CLASSE 1973, IVI
RESIDENTE, DETENUTO PRESSO ISTITUTO DI PENA;
3. CALDERONE ANTONINO, NATO A BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME),
CLASSE 1975, IVI RESIDENTE, SORVEGLIATO SPECIALE; TORNATO IN LIBERTA’
ANCHE SE RESTA INDAGATO;
4. CAMPANINO SALVATORE, NATO A CASTROREALE (ME), CLASSE 1964,
RESIDENTE A TERME VIGLIATORE (ME), IMPRENDITORE;
5. CAMPISI AGOSTINO, NATO A PATTI (ME), CLASSE 1961, RESIDENTE IN TERME
VIGLIATORE (ME), DETENUTO PRESSO ISTITUTO DI PENA;
6. CATTAFI ROSARIO PIO, NATO A BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME), CLASSE
1952, IVI RESIDENTE, AVVOCATO;
7. D’ARGENIO SERGIO, NATO A MESSINA, CLASSE 1960, IVI RESIDENTE,
FUNZIONARIO DI BANCA; AI DOMICILIARI;
8. GIAMBO’ CARMELO, NATO A BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME), CLASSE
1971, IVI RESIDENTE, DETENUTO PRESSO ISTITUTO DI PENA;
9. ISGRO’ GIUSEPPE, NATO A BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME), CLASSE 1965,
IVI RESIDENTE, DETENUTO PRESSO ISTITUTO DI PENA;
10. PERDICHIZZI GIUSY LINA, NATA A BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME),
CLASSE 1975, IVI RESIDENTE, COMMERCIANTE, AI DOMICILIARI;
11. RAO GIOVANNI, NATO A CASTROREALE (ME), CLASSE 1961, IVI RESIDENTE,
DETENUTO PRESSO ISTITUTO DI PENA;
12. RAVIDA’ ROBERTO, NATO AD OLIVERI (ME), CLASSE 1955, IVI RESIDENTE,
GEOMETRA;
13. RUGGERI GIUSEPPE, NATO A TAORMINA (ME), CLASSE 1965, IVI RESIDENTE,
COMMERCIANTE;
14. TRIFIRO’ CARMELO SALVATORE, NATO A BARCELLONA POZZO DI GOTTO
(ME), CLASSE 1972, RESIDENTE A TERME VIGLIATORE (ME), DETENUTO PRESSO
ISTITUTO DI PENA;
15. TRIOLO GIUSEPPE, NATO A BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME), CLASSE
1976, RESIDENTE A CASTROREALE (ME), IMPRENDITORE.
ELENCO BENI SOTTOPOSTI A SEQUESTRO:
NELL’AMBITO DELLA MEDESIMA ATTIVITÀ SONO STATI ESEGUITI
PROVVEDIMENTI DI SEQUESTRO PREVENTIVO DELLE SEGUENTI SOCIETA’
RICONDUCIBILI AGLI ARRESTATI GIAMBO’ CARMELO, BONTEMPO GIOVANNI E
TRIOLO GIUSEPPE, PER UN VALORE COMPLESSIVO DI OLTRE 15 MILIONI DI
EURO:
• NILO COSTRUZIONI S.R.L. con sede in corso Cavour a Messina;
• BIEBI S.R.L., con sede in via Libertà a Capo d’Orlando;
• OPERIS COSTRUZIONI S.R.L., con sede a Roma;
• SICILCASA S.R.L., con sede a Brolo in via Gabriele D’Annunzio;
• EUROMARE S.R.L., con sede a Brolo in via Gabriele D’Annunzio;
• EDIL SICILIA S.R.L, con sede a Brolo in via Trento;
• TG TRASPORTI SNC DI TRIOLO GIUSEPPE & C., con sede a Castroreale;
• NG COSTRUZIONI SRL;
• IMPRESA INDIVIDUALE PERDICHIZZI GIUSY LINA con sede a Barcellona;
• IMPRESA INDIVIDUALE GIAMBO’ CARMELO con sede