Il Pianoforte: Storia e tecnica
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Il Pianoforte: Storia e tecnica
Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Il Pianoforte: Storia e tecnica Presentazione E' con grande piacere che raccolgo l' invito di offrire qualche articolo di carattere divulgativo sulla storia e sulla fisica del pianoforte, dagli albori ai nostri giorni, pensando che questo sia un bellissimo "luogo" di incontro per gli appassionati di cose belle, di arte e quindi, anche di Pianoforti. Un sito questo, che fornisce una splendida cornice al tema. Si cercherà di seguire un ordine cronologico, addentrandoci di tanto in tanto nelle nozioni di carattere tec Vedremo anche la splendida e (in alcuni casi) perfetta tecnologia del pianoforte moderno, menzionando Sarà, credo, emozionante anche notare come lo sviluppo dello strumento abbia influenzato la letteratura 1 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Vi dò quindi appuntamento a presto, sperando di esaudire le vostre aspettative. Un Prototipo che viene da lontano Gentili Lettori, iniziamo a tracciare una storia della nascita del Pianoforte in modo forse leggermente differente dal convenzionale. Sapranno in molti infatti che il padre ideatore fu Bartolomeo Cristofori da Padova, precisamente nel 1707. Riteniamo però che ci siano alcune notizie preliminari che meritino attenzione.Facciamo qualche passo indietro nel tempo. Possiamo definire un "prototipo" degli strumenti a corde percosse, quindi anche del Pianoforte, il Monoc Fu usato per studi riguardanti i rapporti matematici dei suoni. Foto 1 : Monocordo, attribuito a Pitagora, 580 a.C. circa 2 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Una singola corda, presumibilmente di budello, tesa tra due ponticelli su una scatola di legno, recava, incollata sul legno sotto la corda, una striscia di carta riportante le suddivisioni matematiche degli intervalli prodotti dalla corda stessa. Premendo la corda nei punti segnati sulla carta si otteneva, pizzicando, il suono corrispondente alle indicazioni sulle suddivisioni matematiche. Se per esempio, idealmente parlando, tendessimo una corda ad una determinata frequenza, poniamo 500 Herz, premendola esattamente a metà della sua lunghezza e pizzicandola, la sua frequenza raddoppierebbe, portandosi a 1000 Herz, (questo nella teoria, non considerando la cosiddetta disarmonicità di una corda, che nella pratica introduce qualche "errore" di scostamento dei multipli di una frequenza fondamentale). Il monocordo entrò poi nella pratica musicale delle Chiese Greche e Romane, fornendo una buona guida al coro. Guido D Arezzo intorno al 100 d.C. inventò poi il ponticello mobile, che permetteva di variare la lunghezza della corda e relativa frequenza, ottenendo in tal modo rapidamente una differente intonazione, in funzione dei diversi utilizzi. Foto 2 3 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Da menzionare il fatto che in Cina, molti secoli prima (nel 2000 a.C.circa), era in uso il "Ke" (FOTO 2), una sorta di monocordo di dimensioni molto superiori, dotato di circa cinquanta corde, tese a gruppi su differenti capotasti mobili, quindi "accordabili" diversamente e indipendentemente tra i vari gruppi. Dopo il monocordo di Guido D Arezzo lo sviluppo fu rapidissimo. Ad esso furono applicati i tasti, già in uso sugli Organi liturgici, crebbe il numero di corde, alle estremità dei tasti furono applicate delle tangenti per la percussione delle corde, inoltre la possibilità di regolazione dell'intonazione serviva da guida per il coro. Furono condotti molti esperimenti fino al XII e XIII secolo, si costruirono così strumenti in grado di fornire tutte le note di una scala musicale preordinata. Tali esperimenti culminarono con l'invenzione del "Clavicytherium" (FOTO 3). Quest'ultimo ebbe il sistema di corde (sempre in budello) posizionate in modo triangolare a forma di arpa Foto 3 : Il Clavicordo 4 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Da qui il passo verso il Clavicordo, vero antenato del Pianoforte, fu breve. Nel prossimo articolo parleremo dell'invenzione e dell'impiego del Clavicordo. La marcia di avvicinamento: Clavicordo, Spinetta, Virginale e Clavicembalo Il Clavicordo Siamo arrivati dunque al successore del "Clavicytherium", visto in precedenza. Lo strumento che vede la luce è il "Clavicordo", (foto1+2) sec XV ; l'origine risale al tardo medioevo ed è da considerarsi una derivazione del monocordo. 5 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi foto 1 Foto 2 ll'termine (da claves -tasti- + chorda) è registrato per la prima volta nel 1404. Curiosamente, in 6 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Italia nei sec.XVI-XVII è anche indicato con i nomi di "buonaccordo o bonaccordo". Foto 3 La differenza fondamentale risiede nel fatto che, le (circa) 22 corde metalliche di cui è costituito, vengono percosse da una lamina metallica anzichè pizzicate. Vediamo nell'illustrazione (foto3) la conformazione della tangente metallica applicata al tasto. La filosofia costruttiva è semplice: la tangente, percuotendo la corda, la suddivide in due parti, esattamente come nel monocordo, ma il processo è ottenuto tramite l'azionamento di tasti anzichè il pizzico. Possiamo definirlo il primo cordofono da tasto, che insieme a clavicembalo e organo costituisce il gruppo degli strumenti fondamentali nella prassi esecutiva fino al sec.XVIII. La forma è simile ai (ovviamente successivi) pianoforti "a tavolo", cioè rettangolare. Durante i secoli XVI e inizio XVII furono apportati molti miglioramenti e modifiche, cosicchè divenne diffusissimofino ad una discreta parte del diciottesimo secolo, quindi molto tempo dopo l'apparizione e affermazione del pianoforte. Si passò da una iniziale estensione di 3 ottave, 37 tasti, all'ampliamento della stessa, che arrivò anche a 77 tasti, con tavola armonica avente fino a cinque ponticelli, similarmente al "Ke", 7 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi strumento cinese in precedenza menzionato. La conformazione tipica del Clavicordo, vede la tavola armonica che occupa solo metà del corpo dello strumento, tipicamente il lato destro. La parte fronte-tasti invece reca una copertura asportabile, per poter effettuarne la manutenzione meccanica e l'accordatura. Generalmente, possiede un maggior numero di tasti rispetto alle corde (Clavicordo legato), differenza quest'ultima fondamentale rispetto al Clavicembalo e strumenti coevi. Ciò è giustificato dal fatto che i diversi tasti, percuotendo la corda in punti differenti su una medesima corda, controllano nello stesso istante timbro e altezza della nota. Si costruirono Clavicordi con due ed anche tre tasti per ogni corda, nei primi strumenti inoltre si hanno 2 tangenti applicate a ciascun tasto. Vien naturale pensare che, simili caratteristiche (per non chiamarle limitazioni ), rendono difficilmente eseguibili le composizioni anche più semplici. Dobbiamo arrivare fino al 1725, quando il tedesco Daniel Faber costruisce un Clavicordo avente un tasto per ciascuna nota (Clavicordo slegato). Inoltre, per minimizzare la vibrazione spuria della parte corta di ogni corda (musicalmente non utile), conseguente al contatto con la tangente, viene applicato un feltro avvinghiato alle corde stesse, che ha la funzione di smorzare questa parte di corda. Ricapitolando, il Clavicordo possiede quattro importanti caratteristiche comuni al pianoforte moderno: - tavola armonica indipendente - corde metalliche - metodo di percussione delle corde (impatto anzichè pizzico) - (più tardi) applicazione dei pedali e del sistema di "damping", onde allungare la vibrazione delle corde e/o modificarne il timbro. Aggiungiamo che, dato l'alto numero di strumenti ritrovati in Italia rispetto al resto d Europa, l'invenzione ed evoluzione è da attribuirsi al nostro Paese. L aggiunta di questi importanti miglioramenti, permette all'esecutore di ricavare espressività e dinamica del suono. In due parole il "piano e il forte"; novità dunque assoluta br> Il suono risulta molto "simpatetico" e dal carattere spirituale, permette una squisita gamma di sfumature, crescendo e decrescendo. Possiamo definirlo come "il primo strumento a tasti con un anima", per giunta molto sensibile La storia annovera (tra gli altri) un grandissimo estimatore e virtuoso del Clavicordo, nientemeno che J.S.Bach; é fatto noto che lo preferì ai primi esemplari di pianoforti. W.A.Mozart poi, ne portava spesso uno con sè, per la pratica giornaliera, nei suoi lunghi viaggi itineranti, anche per via delle dimensioni contenute. Tuttavia, dato il suono esile e soffice, non accontentava le esigenze di molti utilizzatori e amatori, che richiedevano strumenti più potenti, in grado di sprigionare maggior potenza e 8 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi proiezione sonora. La Spinetta "...intorno al 1503, Giovanni Spinnetti da Venezia, costruì uno strumento dalla forma oblunga, con un estensione della tastiera di 4 ottave. La Spinetta appunto..."(foto4+5) 9 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Il Questa foto nome termine 5 deriva fusiuna riferisce molto bella ad leggenda probabilmente una fotovariante 4 purtroppo, da del"spina", clavicembalo, in auge "penna"..dal fino adiqualche forma nome oblunga, decennio del plettro poligonale fa, deputato mai confermata o triangolare, alla produzione da fatti rispett con d Foto Le corde 6 infatti, corrono trasversalmente o in modo obliquo rispetto ai tasti. La meccanica invece non pre Grazie armonica; strumento) Ildinamico velocità. A un sensibile Tuttavia Se trasportati, Foto sistema plettro causa suono ne 7costruirono a raggiunse pizzicava di Lquesta clavicordo. della molto di innovazione espressività questo spesso che produzione corda; portò nasale, innovativa di la "pizzico", collocati una svariate corda ad nessun questa, andava vastissima "che del un (con geometria, discreto su suono nonché sapeva lunghezze. piano tavoli (una creata unpopolarità. però, moto oincremento del tavola onde diforte... dal sicorda" materiale la Gli riuscì verso compositore amplificarne meccanica armonica strumenti nbsp; se ad l'alto) della paragonato utilizzato allungare Nessun estesa sempre potenza più quindi, tramite il suono. piccoli per controllo le per eal non sonora. abili corde comunque ilpiù tutta poi plettro, permetteva artifici dolce potevano espressivo... elaad superficie lae di ampliare alla Spinetta straordinariamente fraseggio. ilessere stessa controllo dello /span> laproduceva tavola facilmente maniera e Virginale 10 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi In Inghilterra la Spinetta veniva chiamata Virginale. Molti scrittori della storia degli strumenti sono incorsi in errore affermando che il Virginale differisce, a livello costruttivo, dalla Spinetta. Studi accurati e comparazioni hanno dimostrato il contrario; non ci sono differenze vitali tra i due strumenti. Naturalmente, vari costruttori in Italia Germania e Inghilterra, condussero esperimenti rivolti ad aumentare la qualità e potenza sonora; anche la geometria della cassa si prestò a notevoli varianti. Rimbault, verso la fine del XVI sec. costruì un Virginale a forma di Arpa, tale strumento può essere considerato come il progenitore (ma solo nella forma del pianoforte verticale che tutti conosciamo. Possiamo dire che i costruttori dell'Europa continentale utilizzarono di preferenza forme triangolari, al contrario degli Inglesi che preferirono forme quadrate (square) o verticali. Clavicembalo Menzioniamo infine il Clavicembalo, da "Clavis (tasto)+Cembalo (salterio)" (foto8+9). L utilizzo della classica forma "a coda" (in tedesco flugel), pare attribuirsi per la prima volta ad un costruttore italiano, tale Geronimo da Bologna nel 1521. Il motivo fu, nuovamente, il desiderio di ottenere grande potenza sonora. Un ampia cassa e un numero maggiore di corde, aprirono nuovi orizzonti ai costruttori. 11 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi foto 8 La meccanica, lo abbiamo già detto, era uguale a quella della spinetta, fatta eccezione per i modelli di C Tuttavia la sonorità imboccò la stessa natura "nasale" della spinetta, mascherata e non evidente in un ut 12 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi foto 9 Estenuanti esperimenti, senza successo, furono condotti dai costruttori, nel tentativo di eliminare o minim Certamente fu considerato dai compositori dell'epoca uno strumento dalle grandi risorse, la letteratura a Ne furono costruiti anche a due tastiere, con due e fino a tre corde per ogni tasto, raggiungendo così ne 13 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Italiani, francesi, fiamminghi, tedeschi e inglesi si cimentarono nella produzione, raggiungendo vette assolute per raffinatezza estetica e tecnico-costruttiva, fino a quando comparve il genio di Bartolomeo Cristofori. Si può dunque considerare il Clavicembalo come strumento europeo per eccellenza. Su di esso si formarono i musicisti europei per una dozzina di generazioni, dalla seconda metà del 1400 fino alla fine del 1700. Subì poi, nel sec.1800 una totale e improvvisa eclissi a favore del nascente pianoforte. Vedremo, partendo da queste informazioni basilari, come quest'ultimo nacque. Si trattò di una geniale invenzione, di una vera rivoluzione, che influenzò profondamente anche lo stile delle composizioni, oltrechè la tecnica tastieristica e il modo di porgere il fraseggio musicale. Cristofori, l' inventore Dobbiamo al genio di Bartolomeo Cristofori (Padova 1655 - Firenze 1731) l'idea decisiva da cui nasce il pianoforte. Il grande merito, al di là dell'invenzione meccanica (già di per sè geniale), fu quello di intuire il bisogno di nuovo, anche dal punto di vista del suono. Con la sua invenzione, aprì la strada a inediti orizzonti sonori, dai quali i compositori trassero nuove idee. 14 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Bartolomeo Cristofori (Padova Il Pianoforte 1655 - Firenze di Bartolomeo 1731) Cristofori Il Pianoforte di Bartolomeo Cristofori 15 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Foto 1 L 'esigenza era chiara: avere a disposizione la "potenza" sonora di un grande clavicembalo, unita all'es 16 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Foto 2 Dobbiamo citare il fatto che il Principe Ferdinando de Medici assunse il cembalaro padovano presso la s Altra grossa opportunità fu quella di incontrare musicisti famosi, che divennero utilizzatori dei suoi strumenti. Della sua produzione sono rimasti tre pianoforti (fortepiani) costruiti nel 1720, 22, 26, due clavicembali del 22 e 26 e due spinette, di attribuzione incerta. L idea, solo apparentemente semplice, fu quella di applicare i martelli al posto delle penne che pizzicavano le corde,dotando la meccanica della possibilità di svincolare il martello stesso al tasto, una volta effettuata la percussione della corda; il cosiddetto, celeberrimo, "scappamento". In questo modo si aveva il completo controllo sulla dinamica da imprimere alla percussione. Ecco lo schema della sua meccanica, datato 1712 (foto3) 17 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi foto Si aziona Ilibera Splendido Una fatto caduta due noti successiva 3che punti dila ildel vibrare martello geniale il /i> tasto martello fondamentali fino versione viene intuizione; e include dopo al prolungato, ritorno di la datata una la percussione. il funzione sistema del meccanica 1726 tasto includendo tasto sidi inpresenta abbassare posizione odierna: è completamente il paramartello, già di "sistema lomolto riposo. smorzatore, evoluta tasto" avente indipendente /lasciando (foto4); "sistema funzione dal la così differenza cavalletto". disistema raccogliere la corda che sta nel la Il foto corda. Ecco altri (Musik tasto due 4laLa Instrumenten stesso foto strumenti meccanica della aziona meccanica si trovano Museum del anche moderno lo adider Roma smorzatore Cristofori Universitat). pianoforte (Museo conservata che ha Nazionale (Foto5) ininquesto questo al Metropolitan degli caso disegno Strumenti alza ilil Museum seme feltro Musicali) al per didii sopra futuri New e a York, sviluppi. Lipsia della gli foto Per inserì cassa Iprogetto, nuovo. patavinus pianoforti arrivare 5la delnuova studiando clavicembalo inventor oggi a questi meccanica rimasti faciebat erisultati, ridisegnando della quale da Florentia". sua Cristofori pianoforte. strumento produzione il tutto, lavorò ospitante Resosi rendendo recano prima conto lasu la nuova così dicitura però undi clavicembalo, meccanica, dell'impossibilità fatto "Bartholomeus il progetto riprese per assolutamente ildidè quale integralmente utilizzare Christophoris costruì la e il 18 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Foto L' invenzione avvenimento 6 è segnalata suscitò vasta nel eco 1711inda Europa, Scipione soprattutto Maffei, con Germania un articolo e Inghilterra sul "Giornale che non de Letterati tardarono d Italia", ad inte Fotoi musicisti Tra 7 che contribuirono alla divulgazione del pianoforte di Cristofori possiamo menzionare il cele 19 / 20 Il Pianoforte: Storia e tecnica Scritto da S. Rogledi Tra di Ferrini Il Anche conferma L nascita piano Gli che a molto Vedremo Stefano Foto A Nel costruttore anno tavolo quel proposito anni gli iniziò testamento 8 più ealtri e J.S.Bach'venne periodo, successivo di forte", 50, Rogledi (foto ilnel tarda) della ad una cantante celebri 60 di fiorentino estendersi prossimo 6-7-8) composizione nel Scarlatti, evalidità Farinelli, e della 70 Americus 1732, musicisti alla Francesco vedono (notiamo Regina era artistica capitolo a morte in vale opera conoscenza che Inghilterra dunque in Backers l'affermazione espressamente la possedeva sono di l'arretratezza contatto di De della pena cosa Cristofori, Lodovico Castris. inserito menzionati sua con accadde ricordare ad dicon questo opera uno invenzione. il la dello primo negli Giustini. Cristofori del storia dedicata strumento parallelamente cinque che di progetto strumento, strumento ambienti pianoforte Johannes registra rimase menzioniamo pianoforti allo dimusicali Zumpe strumento: ben un anche suggerendo un Zumpe a in allievo coda avvenimento impressionato fiorentini, Germania in nonostante più anche inglese, con pubblico, di"Sonate elevati Cristofori, (pare) gliilacquistati economici epiù importante; costruito Austria. di dallo la con alcune da celebre quel datazione tale Cimbalo lastrumento; evidentemente periodo, produzione nel pianoforti modifiche. Giovanni cantante la1771. di afu in serviz su co 20 / 20