Progetto Archeologia Bauladu
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Progetto Archeologia Bauladu
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione Proposta per cofinanziamento progetto di ricerca annuale Comune di Bauladu (OR) PAESAGGI DEL MONTIFERRU MERIDIONALE E DEL CAMPIDANO DI MILIS. ARCHEOLOGIA E TERRITORIO TRA RICERCA, TUTELA E VALORIZZAZIONE La presente proposta, sinteticamente illustrata, riguarda un progetto di ricerca articolato in una annualità e denominato “Paesaggi del Montiferru meridionale e del Campidano di Milis. Archeologia e territorio tra ricerca, tutela e valorizzazione”. Il progetto riguarda, nella prospettiva della ricostruzione archeologica dei paesaggi antichi e medievali, l’analisi di un’area della Sardegna centro – occidentale, costituita dalla zona meridionale del massiccio vulcanico del Montiferru e dalla parte settentrionale del Campidano di Milis. L’area è compresa tra gli attuali territori comunali di Bauladu, Bonarcado, Narbolia, Milis, Seneghe e Tramatza, nella provincia di Oristano e si estende su una superficie di circa 186 Km2, dalla regione costiera di Is Arenas sino ai confini con l’altopiano basaltico di Abbasanta. Il progetto si basa su un approccio globale al territorio e punta ad una ricostruzione delle dinamiche insediative e delle trasformazioni dei paesaggi, in maniera diacronica, dalle prime realtà insediative alla fine del medioevo. L’approccio multidisciplinare e diacronico con il quale si intende procedere è basato sulla convinzione che i paesaggi rappresentino dei veri e propri archivi dell’evoluzione culturale nei quali si sono stratificate le tracce di strutture poste in stretta connessione reciproca (abitati, spazi della produzione, della trasformazione o del consumo, luoghi di potere, luoghi di transito, luoghi di culto, luoghi simbolici, necropoli ecc.) che sarebbe limitativo indagare separatamente. Tra le motivazioni che hanno portato alla scelta di questo territorio come base del progetto di ricerca si possono annoverare, 1) una sostanziale omogeneità geomorfologica: si è scelto volutamente di non comprendere i territori sommitali del massiccio montano, proprio per un discorso di sostanziale omogeneità e di diretta relazione con le aree pianeggianti del settentrione campidanese, al fine di mettere in risalto il carattere intermedio e di collegamento tra diverse realtà storico - geografiche specifico di questo territorio; 2) l’esistenza di confini naturali in grado di circoscrivere l’area; 3) le caratteristiche di area intermedia dal punto di vista geografico tra le aree costiere e pianeggianti del Campidano e le aree più interne e montane; 4) le caratteristiche di zona di confine in differenti fasi storiche: in particolare il rio Pischinappiu poté assumere la funzione di confine tra i territori delle antiche città di Tharros e Cornus, tra le diocesi paleocristiane di Sines/Tharros e Cornus/Senafer (territori diocesani ereditati poi rispettivamente dall’arcidiocesi di Oristano e dalla diocesi di Bosa) e infine tra i giudicati di Arborea e di Torres; 5) l’abbondanza di risorse naturali, che hanno condizionato l’insediamento umano e le mutazioni nell’assetto insediativo. Tra queste meritano particolare attenzione la copiosità dei corsi d’acqua e delle sorgenti, le potenzialità produttive delle fertili pianure sud – occidentali, le grandi estensioni pascolative delle aree collinari, le riserve di legname e selvaggina dei versanti montani, ma anche le risorse minerarie, in modo specifico il ferro, di cui sono particolarmente ricche le andesiti del Montiferru. Una ricerca di questo tipo deve necessariamente essere concepita “in divenire” cioè in continuo aggiornamento, come un complesso di informazioni che si riprendono in esame e si perfezionano rileggendo i dati alla luce delle successive acquisizioni, essendo questo un territorio caratterizzato da un enorme potenziale informativo grazie alla presenza di una grande quantità di siti archeologici stratigraficamente intatti. A questo proposito una ricerca concepita come progetto dinamico e in continuo aggiornamento può rappresentare, oltre che un tentativo di ricostruzione diacronica dei paesaggi e di sintesi storica, un ideale strumento di tutela conservativa o conoscitiva dei singoli siti siano essi monumentali o no - e del paesaggio con le proprie stratificazioni, soprattutto in relazione alla futura pianificazione territoriale. Una pianificazione che non potrà prescindere dalla valorizzazione del territorio, anche nella prospettiva di uno sviluppo sociale ed economico dell’area. In relazione a questi presupposti, il progetto è strutturato in modo tale che alle ricerche territoriali, da attuare tramite ricognizioni sistematiche, possano essere affiancate indagini intensive (scavi archeologici) indirizzate su alcuni siti ritenuti particolarmente significativi. Contestualmente, il progetto si pone l’obiettivo di pensare e programmare una valorizzazione integrata dei paesaggi compresi nei territori dei sei comuni di Bauladu, Bonarcado, Milis, Narbolia, Seneghe e Tramatza considerati come parti di un unico comprensorio inestricabilmente unito da problematiche geografiche, ambientali, storiche e culturali. Il progetto di ricerca si pone in netta continuità con quanto già realizzato nei territori dei comuni di Bonarcado, Milis, Narbolia e Seneghe a partire dall’anno 2013, con il progetto biennale, omonimo di quello oggetto della presente proposta, cofinanziato dai quattro comuni sopra citati (50%) e dal Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università degli Studi di Sassari (50%). Tra le attività di ricerca portate avanti in questi anni si citano, tra le altre, le ricognizioni di superficie attuate nei territori dei comuni interessati, gli scavi archeologici avviati nell’insediamento di Cobulas/Cuccuru de is Zanas a Milis, gli interventi di pulizia, rilievo topografico e valorizzazione attuati nei siti del Nuraghe Mesu Maiore e della Tomba dei Giganti di Sa facch’e s’altare a Seneghe, l’intervento di pulizia, rilievo tramite strumento laserscanner 3D, e studio delle stratigrafie murarie attuato nel complesso abbaziale di Santa Maria di Bonarcado. Inoltre, parte dei risultati delle ricerche sono illustrati in alcune pubblicazioni di ambito scientifico: - G. Maisola, “Paesaggi medievali tra ricerca e divulgazione: i territori del Montiferru meridionale e del Campidano di Milis (Sardegna centro – occidentale)”, Medioevo in Formazione. Fra ricerca e divulgazione, (a cura di) Alberto Luongo e Marco Paperini, Livorno 2014, pp. 68 – 77. - G. Maisola, “Paesaggi medievali della Sardegna centro – occidentale. Dinamiche insediative e organizzazione del territorio nel Montiferru meridionale e nel Campidano di Milis”, in Archeologi in Progress – il cantiere dell’archeologia di domani, Atti del V Convegno dei Giovani Archeologi (Catania, 23 – 26 maggio 2013), a cura di R. Brancato, G. Busacca, M. Massimino, Bologna 2015, pp. 494 – 508. - G. Maisola, “Paesaggi del Montiferru meridionale e del Campidano di Milis. Continuità e trasformazioni tra I e VII secolo”. L’ Africa Romana XX, in corso di stampa. Nel corso di questi anni le ricerche si sono svolte sempre a stretto contatto con le comunità locali e con il diretto coinvolgimento delle stesse, grazie ad una continua divulgazione pubblica dei risultati delle ricerche in corso e ad una strategia comunicativa in grado di coinvolgere la società a tutti i livelli. La nascita dell’Associazione Tocoele (Associazione per la tutela e la valorizzazione dei paesaggi del Montiferru meridionale), con i suoi oltre 180 soci tesserati, costituisce la chiara dimostrazione del funzionamento della strategia, tanto che la stessa associazione è diventata un punto di forza fondamentale per la prosecuzione delle attività di ricerca sul territorio e un punto di riferimento per le tematiche di valorizzazione e tutela dei paesaggi e dei beni culturali in questa area della Sardegna. Attività previste nel territorio di Bauladu (anno 2016) Nell’ambito del progetto in questione, il territorio di Bauladu, che costituisce la parte orientale più interna del comprensorio indagato, nonché l’area di transizione tra il Campidano di Milis, il Campidano di Oristano e le zone di altopiano della Sardegna centrale, sarà interessato dalle seguenti attività: 1) Ricognizioni sul campo. Le ricognizioni consistono in una indagine sistematica effettuata percorrendo a piedi, “palmo a palmo”, alcune aree definite “zone campione” all’interno del territorio. I ricognitori si dispongono in squadra “a pettine” con una distanza tra un ricognitore e l’altro variabile a seconda delle condizioni di visibilità (es. maggiore nei casi di bassa visibilità, terreni incolti o coperti di macchia, minore nei casi di alta visibilità, terreni arati e spogli). Nel corso delle ricognizioni si documentano le aree dove si rinvengono concentrazioni di materiali di superficie (es. frammenti ceramici, spesso ultimo indizio dell’esistenza di un insediamento o di una necropoli ecc.) e si raccolgono alcuni campioni dei materiali stessi, che forniranno elementi utili per inquadrare la cronologia e la tipologia del sito. Qualora si rinvengano siti con strutture murarie visibili si provvederà alla realizzazione di planimetrie e prospetti delle stesse. Questa fase, alla quale seguirà la schedatura di ogni singolo sito e la conseguente georeferenziazione (esatto posizionamento geografico, tramite strumentazione GPS), costituisce la base del processo di lettura e interpretazione dei paesaggi che si sono avvicendati nel corso dei secoli e uno strumento essenziale per valutare l’entità del patrimonio archeologico di un territorio, anche in relazione a future iniziative di valorizzazione. 2) Analisi della toponomastica del territorio e confronto con le fonti scritte medievali, in particolare con il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, nel quale vengono citati un gran numero di villaggi, chiese, insediamenti produttivi compresi all’interno del territorio comunale, onde ricostruire nel dettaglio l’articolazione dei paesaggi del periodo giudicale. 3) Interventi da attuare in alcuni “siti campione” particolarmente rappresentativi, con ricognizioni di superficie, pulizia e cura delle aree (potature di piante, diserbo), da realizzare anche con la collaborazione di personale volontario (associazioni) e/o di operai comunali. Tali operazioni potranno permettere, oltre che un incremento delle conoscenze, grazie ad esempio alla migliore visibilità strutturale dei monumenti, anche un primo passo verso una fruizione degli stessi. 4) Inserimento di alcuni “siti campione” particolarmente rappresentativi, ad esempio il sito di Santa Barbara, senza dubbio tra i più interessanti non solo del territorio di Bauladu, ma di tutto il comprensorio del progetto, nelle procedure per la richiesta, da inoltrare al MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo), per la concessione di scavo archeologico, la cui direzione sarà affidata al Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari, secondo il modello già avviato da due anni nel sito di Cobulas/Cuccuru de is zanas, nel confinante comune di Milis. 5) Riordino e studio, con la collaborazione di studenti, specializzandi e dottorandi in discipline archeologiche dell’Università di Sassari, dei reperti derivanti da indagini archeologiche effettuate in passato su alcuni siti del territorio e custoditi presso locali del Comune di Bauladu, con l’affidamento di tesi di laurea o di specializzazione aventi come oggetto i suddetti reperti. 6) Attivazione di percorsi di fruizione storico – archeologici nel territorio, con attività di manutenzione (da realizzare con la collaborazione diretta delle comunità locali e delle associazioni) in zone interessate da tracce di viabilità antica e medievale. 7) In relazione al punto precedente, organizzazione periodica di escursioni e visite guidate aperte al pubblico, per favorire la conoscenza del patrimonio storico – culturale e paesaggistico del comune e per far conoscere lo stesso al pubblico dei potenziali visitatori. 8) Organizzazione periodica di conferenze pubbliche per illustrare alla popolazione i risultati delle ricerche in atto e per sensibilizzare i cittadini verso la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico della propria comunità. Piano finanziario per Assegno di ricerca annuale COMUNE QUOTA Bauladu 3.870,00 € Bonarcado 3.870,00 € Milis 3.870,00 € Narbolia 3.870,00 € Seneghe 3.870,00 € Tramatza 3.870,00 € TOT. 23.220,00 € Per l’attivazione della procedura del bando è necessario che il comune si impegni formalmente, con delibera e lettera di accompagnamento da consegnare entro il mese di novembre del 2015, al versamento della quota entro il mese di gennaio 2016 a: Università di Sassari/Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione, a mezzo girofondi Banca d’Italia, Tesoreria Università di Sassari, IBAN IT26G0100003245522300034835, indicando la causale (Finanziamento Assegno di Ricerca “Paesaggi del Montiferru meridionale e del Campidano di Milis. Archeologia e territorio tra ricerca, tutela e valorizzazione”).