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Anno IV - Numero 76 - Mercoledì 1 aprile 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Economia Attualità Cronache Altro che ripresa: disoccupati record Battisti: l’Italia inchioda il Brasile I profughi sfamano i nostri poveri a pag. 2 Fruch a pag. 11 a pag. 3 INTERVISTA ESCLUSIVA A MARINE LE PEN, DOPO IL SUCCESSO ALLE ULTIME AMMINISTRATIVE LA TRAGEDIA DI FROSINONE Lo schianto, la morte, il silenzio re anni e una vita intera davanti. Uno schianto sulla strada, la corsa disperata in ospedale, le sirene spiegate, i medici al capezzale, il trasbordo nella Capitale e un elicottero che bisogna andare lontano per prenderlo e tenere in vita la speranza di farcela. E il cuore che si ferma. Un piccolo, grande cuore che forse poteva continuare a battere se solo ci fosse stato quell’elicottero a disposizione, vicino e non lontano. La burocrazia che ha sulla coscienza la vita di un bambino. E la “grande” stampa che si gira dall’altro lato. Non una riga, per Giuliano. Non una riga sulle edizioni nazionali dei grandi quotidiani. E non si tratta di fare della bassa speculazione sul dramma di un passerotto cui la sorte ha spezzato le ali. Perché la stessa preoccupazione mia di sollevare il problema dell’eliporto all’Ospedale di Frosinone è la stessa di un uomo del Pd, Riccardo Agostini. Ma è anche la stessa del direttore dell’Ares 118 di Frosinone che, per ovviare alla mancata realizzazione dell’elipista nel nosocomio del capoluogo ciociaro, a dicembre scorso ha firmato una convenzione con l’aeroporto militare di Frosinone. Solo che questa convenzione, non essendo mai stata ratificata, non è entrata in vigore. E per Giuliano e i suoi genitori, nella notte di sabato, non è stata sufficiente una corsa verso l’Ospedale di Frosinone. Ma ne è stata imposta una seconda, ancor più drammatica, verso quello di Alatri, dove l’elisuperficie c’è e funziona. Giuliano ad Alatri è arrivato. Sull’elicottero della speranza per il Gemelli di Roma è salito. Ma dal Gemelli non è tornato. Quattordici chilometri e mezzo, tanta è la strada che separa lo Spaziani di Frosinone dal San Benedetto di Alatri. Venti, venticinque minuti ci vogliono per percorrere questa strada perché sì, è una statale, ma è una di quelle statali, la 155, che non consentono nemmeno di raggiungere in sicurezza la velocità di 90 chilometri all’ora. Due chilometri e duecento metri, invece, la distanza dallo Spaziani all’aeroporto militare. Tre minuti il tempo per percorrerli. Forse anche di meno. Quanto avrebbe potuto cambiare, per Giuliano, quel quarto d’ora? Quei venti minuti? A questa domanda dovrebbe rispondere non solo chi ha sulla coscienza il non aver concluso gli atti formali della convenzione, rendendo quindi necessario un trasbordo in ambulanza, ma anche quei colleghi della “grande e libera” stampa che non hanno degnato di una sola riga i loro spazi per raccontare questa storia. Francesco Storace T “COSÌ CAMBIO LA FRANCIA” “Sovranità e identità nazionale le nostre parole d’ordine” di Gian Luigi Ferretti poche ore di distanza dal secondo turno delle amministrative francesi, che hanno segnato l’avanzata della formazione di destra del Front national, Il Giornale d’Italia ha intervistato Marine Le Pen, leader del partito. In Italia i media hanno parlato di una sconfitta del Front national. Anche da voi è andata così? Devo dire che in Francia nessuno è arrivato ad affermare una bestialità del genere. Anzi quasi tutti hanno A constatato come il livello del Fn non cessi di salire, elezione dopo elezione. Quindi è contenta dei risultati? Sono stati risultati che hanno sancito un’importantissima radicalizzazione territoriale e rappresentano quindi solide fondamenta per la costruzione delle prossime vittorie, prima le Regionali di dicembre e poi le Presidenziali del prossimo anno. In queste elezioni dipartimentali il Front national è arrivato primo in ben 43 dipartimenti, è il segnale che sta per avvenire qualcosa. Si dice che a dicembre lei si can- GIUDICE TURCO SEQUESTRATO E UCCISO CON I TERRORISTI diderà alla presidenza della Regione Nord-Pas de Calais, dove il Fn ha grandi chances… Non ho ancora deciso perché mi candiderò alla presidenza della Repubblica e sto valutando se una dura campagna elettorale per le presidenziali sia compatibile, in termini di tempo e di energie, con la guida di una grande Regione. Lei ha affermato che alle Regionali il Fn avrà grandi risultati… Ho serie speranze di conquistare quattro o cinque Regioni. Quello che è sicuro è che il sistema elettorale delle Regionali è diverso da quello delle Dipartimentali e quindi le logiche non sono le stesse. Per vincere l’Ump e il Ps dovrebbero fare una lista insieme e in quel caso quello che io chiamo UMPS (Ump+Ps) mostrerebbe il suo vero volto. A cosa è dovuto il successo del Front national? Alle nostre parole d’ordine, come sovranità, identità nazionale, democrazia e non oligarchia, patriottismo economico e non ultraliberismo. (Nella foto, le signore Le Pen con Gian Luigi Ferretti: al centro Marine, con la sorella Yann e la nipote Marion Maréchal) RENZI SI “CUCINA” ALFANO DANDOGLI UN SEMINUOVO E INUTILE MINISTERO Mezzogiorno di fuoco. Lento opo vent’anni, e senza che alcuno ne sentisse la mancanza - quanto meno per come era stato concepito e utilizzato fino ad allora - torna il ministero del Mezzogiorno (e non “per” il Mezzogiorno, che dopotutto avrebbe una sua differenza, non solo lessicale). A resuscitarlo è Matteo Renzi, salito agli onori delle cronache con la nomea di ‘rottamatore’. E che invece, oltre a non dismettere un fico secco, adesso si permette pure di far tornare in vita un Ministero perso nelle nebbie dei democristiani “A fra’, che te serve?” e di quella Cassa che dava prebende a uomini del Nord per aprire fabbriche al Sud, e spesso chiuderle subito dopo aver incassato il dovuto e anche di più. Il premier-segretario Pd ha dunque deciso di rispolverare il Ministero che andrà ad occuparsi delle terre e degli elettorati da Caserta a Lampedusa, per darlo in dote ad Angelino Alfano. Una dote che però sa tanto di pegno di divorzio, altro che luna di miele. Il Nuovo centrodestra, infatti, aveva un po’ puntato i piedi dopo le dimissioni-cacciata di Maurizio Lupi dai Trasporti e Infrastrutture, e voleva lo stesso ministero. Niente da fare: Matteo D Blitz di sangue Vignola a pag. 6 lo ha promesso a Delrio, il fido Graziano che ha fatto innamorare Papa Francesco per la sua prole numerosa, e che quindi andrà a sedersi sulla poltrona dei Grandi Affari. Il ristoro per gli alfaniani che ieri sono saliti da Mattarella insieme a Renzi e a ‘toh chi si rivede Maurizio Lupi’ - arriva perciò da questo ministero, inutile quasi come le politiche dell’Ncd ‘a sostegno’ del governo. Sarà una scatola vuota, forse una copia carbone uscita male del ministero degli Affari regionali. Dovrebbe avere almeno la delega per i fondi europei, che però nessun sottosegretario si lascerà scippare. E tra una manciata di mesi, Renzi avrà buon viso (a cattivo gioco) di mettere alla porta una volta per tutte Alfano e i suoi compari. Anche perché in realtà quel nuovo ministero, che equivale pur sempre a una poltrona, lo ha promesso a una lady del Pd, tanto per tenersi buona pure questa componente del partito, con le indiscrezioni che vanno dalla Picierno alla onnipresente Finocchiaro, fino alla Moretti, nell’ipotesi niente affatto peregrina che quest’ultima venga ‘trombata’ dagli elettori del Veneto. Igor Traboni 2 Mercoledì 1 aprile 2015 ATTUALITA’ ALTRO CHE RIPRESA: L’ISTAT CERTIFICA L’AUMENTO DELLA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA, SOPRATTUTTO GIOVANILE Renzi è “occupato” a prenderci in giro E i famosi settantanovemila nuovi posti in realtà sono solo contratti di lavoro cambiati l tasso di disoccupazione torna a salire e a febbraio arriva alla poco invidiabile percentuale del 12,7%, dopo il calo registrato a dicembre e a gennaio scorsi, che aveva fatto stappare bottiglie di spumante a Renzi & c. che neanche a cento feste di nozze tutte assieme. L’Istat invece ora certifica l’aumento, anche sull’intero anno oltre che sul mese precedente, precisando che si tratta di dati non confrontabili con quelli del governo sulle 79mila attivazioni di nuovi contratti: “sono dati di diversa natura e non necessariamente significano nuovi occupati. Possono anche essere transizioni dal tempo determinato ad altro tipo di contratti”. Sale in particolare il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) al 42,6% a febbraio, con un aumento di 1,3 punti rispetto al mese precedente e di 0,1 punti rispetto all’anno precedente. A febbraio ci sono 868 mila giovani occupati, 40mila in meno rispetto all'anno precedente e 34mila in meno rispetto a gennaio. Il tasso di occupazione giovanile scende così al 14,6%. Al tempo stesso crescono gli inattivi fino a 4,4 milioni di ragazzi e aumentano di 35mila unità in una anno e di 20mila unità in un mese. Il tasso di inattività giovanile tocca così il 74,6%. Solo la Grecia e la Spagna fanno peggio di noi tra le giovani generazioni in cerca di lavoro. Gli occupati di sesso maschile sono “sostanzialmente stabili” mentre quelli di sesso femminile diminuiscono in un mese di 42mila unità. Anche il tasso di disoccupa- I INTERVISTA AL NEW YORK TIMES Matteo torna Fonzie: “Io sono giovane” on che ne abbia mai dismesso del tutto gli abiti, ma ieri Matteo Renzi, in un’intervista al New York Times, ha di nuovo indossato il giubbotto alla Fonzie ed è tornato a fare il giovanotto di belle speranze, quello che tutti fa cadere ai suoi pedi (in verità nel telefilm Happy Days erano le belle ragazze americane, a largo del Nazareno meno prosaicamente tutti quelli della direzione Pd). E così al giornale statunitense, Matteo da Firenze ha detto tra l’altro: "Per l''Italia questo è il tempo delle decisioni. Io sono il più giovane leader che il Paese abbia mai avuto. Userò la mia energia e il mio dinamismo per cambiare il mio Paese. Penso sia il tempo di scrivere una pagina nuova per l''Italia. Non posso attendere i vecchi problemi del passato". Poi si è ricordato di essere (anche) di sinistra e ha provato a darle una carta d’identità: “Dare più diritti ai giovani (e di conseguenza a se stesso, ndr), dare opportunità a una nuova generazione. In Italia abbiamo avuto un apartheid del lavoro. Il Jobs act è la cosa più di sinistra che abbia fatto". Poi, uno dei suoi paragoni di assoluta e commovente modestia, con il Labour di Tony Blair: “Per Blair l’azzardo fu trasformare il Partito laburista da un partito perdente a un partito vincente". Ecco perché l’ex rottamatore ha detto di sentirsi “il Tony Blair italiano”. N zione cresce al 14,1% per le donne (+0,3 punti su mese e +0,9 punti su anno) mentre per gli uomini è all’11,7% (invariato sul mese e in calo di 0,3 punti nell’anno). Il tasso di disoccupazione in Italia a febbraio è stato più alto della media dell’Eurozona (11,3%). Secondo i dati Eurostat, la disoccupazione italiana è la sesta più alta della Ue dopo Grecia (26,0%, dato di dicembre 2014), Spagna (23,2%), Ungheria (18,5%), Cipro (16,3%) e Portogallo (14,1%). Continua a calare, seppur lentamente, il tasso di disoccupazione nell’Eurozona. Secondo Eurostat a febbraio è dell’11,3%, mentre a gennaio era a 11,4% e nel febbraio 2014 era a 11,8%. Nella Ue a 28% la disoccupazione è al 9,8% (9,9% a gennaio e 10,5% 12 mesi prima). Secondo la stima di Eurostat nella Ue-28 a febbraio i disoccupati sono 23,8 milioni, mentre nell’Eurozona sono 18,2 milioni. Rispetto allo stesso mese del 2014 i senza lavoro sono diminuiti rispettivamente di 1,547 milioni e di 0,643 milioni. I tassi di disoccupazione più bassi sono quelli di Germania, che fa registrare il nuovo minimo (4,8%), Austria (5,3%), Repubblica Ceca e Regno Unito (5,5%). In Francia è a 10,3%. TANGENTI A ISCHIA, TRA I DEM PREVALE LA LINEA GARANTISTA: “SPETTA ALLA MAGISTRATURA FARE LE INDAGINI” Il Pd sospende Ferrandino, ma non lo caccia In manette pure il sindaco di Santa Maria Salina, nelle isole Eolie, per peculato ome da prassi, il Pd prende le distanze da Giuseppe Ferrandino, il sindaco di Ischia finito in carcere nell’inchiesta della procura di Napoli per presunte mazzette pagate da una cooperativa rossa, la Cpl Concordia, per la metanizzazione dei comuni dell’isola campana. Sospende (ma non caccia) l’illustre tesserato non spendendo nemmeno una parola in sua difesa, lasciando “alla magistratura il compito di fare le indagini e individuare eventuali responsabilità”. Fiducia nella giustizia, dunque. Prevale la linea garantista, perché a essere sbattuto dentro è stato un “democratico” e non certo un esponente di centrodestra. Impossibile gridare quindi allo scandalo C e prendere le distanze da un amministratore che per la pubblica accusa sarebbe stato corrotto da una società emiliana a suon di mazzette. Nessuna parola da parte di Renzi e Orfini circa quei contributi (certificati e sicuramente leciti, ma che evidenziano come le coop finanziano esponenti del partito democratico) ricevuti da Cècile Kyenge, dal senatore Ugo Sposetti, dalla Lista civica Zingaretti o dal comitato per Ambrosoli. Oltre ai 10mila euro stanziati per la campagna elettorale dell’attuale sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli. Il tutto mentre il presidente dell’Authority anti-corruzione vuole far luce sull’ipotetico giro di bustarelle che ha portato all’arresto di 9 persone. Raffaele Cantone ha chiesto gli atti ufficialmente ai suoi ex colleghi della procura di Napoli, “per capire se ci siano appalti che possono essere commissariati”. Intanto D’Alema potrebbe essere interrogato in qualità di persona informata sui fatti per provare a chiarire uno dei punti cruciali delle indagini, ovvero i rapporti che la coop rossa ha intessuto con la politica e la pubblica amministrazione. Da Ischia passando per Messina e provincia. Dove agli arresti domiciliari è finito il primo cittadino di Santa Maria Salina, Massimo Lo Schiavo. Arrestato con l’accusa di peculato, si sarebbe appropriato di una somma di denaro pari a 36mila euro. I risparmi di una coppia di anziane sorelle successivamente de- cedute. Proprietarie di una casa e vari beni, avendo bisogno di assistenza, nel giugno 2013 furono trasferite in una casa di riposo a Leni per essere curate. Solo dopo aver chiesto all’amministrazione di custodire i loro averi. Alla presenza dei vigili urbani il sindaco prese il denaro e lo sigillò all’interno di due buste. Dopo la morte di una delle due sorelle è stato nominato un amministratore di sostegno dell’altra anziana, presto deceduta. Con il “curatore” che ha chiesto al sindaco di restituire la somma di denaro e le chiavi dell’abitazione. Ma il primo cittadino a quanto pare non ha voluto riconsegnare il dovuto e dopo aver versato 6.000 euro all’amministratore ha iniziato ad accampare scuse dicendo che la somma lasciata dalle donne era di soli 25mila euro e di non sapere più dove fossero i sacchetti con i soldi. Ma nel corso delle indagini i carabinieri hanno risolto il mistero: si trovavano all’interno della sua abitazione. OPPORTUNITÀ PER 30MILA GIOVANI ITALIANI, MA ANCHE PER QUELLI CON PERMESSO DI SOGGIORNO Servizio civile, ecco il bando per il 2015 stato pubblicato il Bando 2015 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, che porterà oltre 30mila giovani dai 18 ai 29 anni (non compiuti) a effettuare un'esperienza di un anno di Servizio Civile in Italia o all’estero. Da quest’anno, insieme ai cittadini italiani, potranno partecipare anche familiari dei cittadini dell’Unione europea non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; titolari di permesso di soggiorno per asilo e titolari di permesso per protezione sussidiaria che abbiano gli altri requisiti di parteci- È pazione (età e non sussistenza di condanne penali). “Soggetti di Autonomia”, “La Casa delle Genti” e “Girasole” sono i progetti presentati dal Gruppo Umana Solidarietà per offrire a 33 ragazzi e ragazze la possibilità di supportare con il loro operato le attività di assistenza ai rifugiati, di sostegno al disagio adulto e di cooperazione internazionale in favore di minori vittime di abusi e violenze. Un impegno per la solidarietà che vede 4 regioni interessate dal progetto e in cui opera il GUS: Marche, Puglia, Lazio e Sardegna e 10 le sedi in cui saranno realizzati i progetti: Ancona, Macerata, Jesi, Chiaravalle, San Benedetto del Tronto, San Ginesio, Servigliano, Roma, Salento, Villasimius. La sede all''estero è in Sri Lanka, nel distretto di Ahangama, nella Provincia meridionale del Paese. Il Gus offre a 29 giovani in Italia e 4 in Sri Lanka l’opportunità di partecipare per un anno ad un progetto di Servizio Civile Nazionale e poter contribuire allo sviluppo dei progetti realizzati dal Gus, vivendo un’esperienza di cittadinanza attiva e coesione sociale. Tutte le informazioni per poter partecipare al bando 2015 e le modalità di presentazione della candidatura sono disponibili sul sito del Gus all’indirizzo: http://gusitalia.it/servizio-civile-con-il-gus. Per qualsiasi altra informazione è possibile inviare una mail a [email protected] Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Mercoledì 1 aprile 2015 ATTUALITA’ APPROVATO DALLA CAMERA UN ORDINE DEL GIORNO PER ARRIVARE ALL’ESTRADIZIONE DEL TERRORISTA ROSSO L’Italia rompe col Brasile sul caso Battisti Iniziativa del leghista Pini, che si dice soddisfatto: “Questa è giustizia autentica” di Igor Traboni orse il Brasile ce lo rimanda, quel terrorista che ha insanguinato uno dei periodi più bui della storia italiana. Ma quanto meno adesso l’Italia, dopo tanta insipienza, si è mossa ufficialmente nei confronti dello Stato sudamericano. La Camera ha infatti approvato ieri un ordine del giorno della Lega per l'estradizione di Cesare Battisti, il terrorista rosso condannato in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi, commessi in Italia quando faceva parte dei Proletari armati per il comunismo, e poi riparato prima in Francia e ora in Brasile, in entrambi i casi protetto e coccolato da ambienti della sinistra. Ora il governo italiano, secondo il testo letto in Aula dal Sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, "è impegnato a intraprendere, tenendo conto della collaborazione esistente con il Brasile, tutte le iniziative politiche necessarie a consentire l'estradizione in Italia di Cesare Battisti". Soddisfatto il deputato leghista Gianluca Pini, firmatario dell’ordine del giorno, che su twitter ha poi così commentato: "Obiettivo politico raggiunto: estradizione per Cesare Battisti o compromessi i rapporti con il Brasile. L''antiterrorismo non può non occuparsi dei terroristi rossi, assassini fino ad oggi scandalosamente protetti per ragioni politiche. Questa è #giustiziaautentica". Ecco il testo dell’ordine del giorno depositato da Pini:“La Camera, apprezzando l'ampiezza degli interventi internazionali delle Forze ar- F mate e della Cooperazione allo sviluppo sui maggiori teatri di crisi in Africa, Asia ed Europa; rilevando come la scelta di operare con le Forze Armate di altri Paesi evidenzi sempre una significativa solidarietà politica, tanto in circostanze ordinarie, quando ci si DA COMUNISTA A FONDATORE DEL PARTITO: ORA L’EX MINISTRO HA ADERITO AL GRUPPO MISTO, INSIEME ALLA COMPAGNA Bondi e Repetti via da Forza Italia a sindaco comunista a pretoriano berlusconiano. E ora? In fuga, dall’azzurro al grigio del Gruppo Misto. Sic transit gloria mundi, verrebbe da dire leggendo della decisione di Sandro Bondi e compagna, ovvero Emanuela Repetti. Che ieri non hanno mancato di completare la propria parabola politica e personale lasciando Forza Italia. Difficile che sia l’ultimo domicilio, questo è chiaro. Certamente però Sandro Bondi, da fondatori di Forza Italia, avrà preso la decisione con profondo travaglio. Già ne assunse una, all’inizio degli anni ’90, parecchio difficile: da sindaco comunista di Fivizzana, sua città natale sull’Appennino toscano, saltò il fosso verso il partito dell’allora centrodestra nascente. Manovra difficile per uno che vendeva l’Unità porta a porta e, sempre in gioventù, arrotondava piazzando polizze dell’Unipol. Non che la notizia possa prendere qualcuno in contropiede: l’ex ministro e la sua compagna e collega senatrice ebbero qualche settimana fa, più precisamente il 3 marzo scorso, un incontro con Silvio Berlusconi ad Arcore. Il leader di Forza Italia ricucì pazientemente lo strappo, convinse D addestra sulla base di programmi preconcordati, quanto in quelle straordinarie in cui si opera congiuntamente sui teatri di crisi; sottolineando, in particolare, il precedente della cooperazione militare bilaterale italobrasiliana nell'ambito dell'attività di soccorso NIENTE PROSCIOGLIMENTO, LA CASSAZIONE CONFERMA LA PRESCRIZIONE Abbiamo una banca. E anche da mangiare Confermato il risarcimento di 80mila euro al sindaco di Torino, “danneggiato” dalla pubblicazione dell’intercettazione: finalmente il “povero” Piero Fassino può arricchire il suo regime alimentare l “povero” Fassino, intercettato sugli affari per niente chiari del suo partito, avrà comunque i suoi 80mila euro di risarcimento dagli editori de Il Giornale. E in un Paese dove le intercettazioni scandiscono il tempo della politica, aver pubblicato quelle dei post-comunisti che esultano (“abbiamo una banca!”) resta una colpa, seppure prescritta. I giudici della sesta sezione penale della corte di Cassazione hanno rigettato il ricorso avanzato dai difensori di Silvio e Paolo Berlusconi contro la dichiarazione di prescrizione emessa il 31 marzo scorso dalla corte d'appello di Milano nell'ambito del processo Unipol. I ricorrenti avevano chiesto il proscioglimento nel merito dalle accuse di concorso in rivelazione di segreto d'ufficio. Il sostituto procuratore generale Francesco Salzano aveva invece chiesto ai giudici la conferma della prescrizione. Secondo Salzano, l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, diede "il suo as- I la Repetti (che aveva annunciato l’addio attraverso una lunga lettera al Corriere della Sera) a ripensarci, cercando anche di rispolverare l’ormai ventennale amicizia con Sandro Bondi (che, anche lui, con una lunga lettera alla Stampa del 2014 aveva annunciato il suo “distacco” da Forza Italia). I commentatori politici intravedono le prime crepe nel berlusconismo di ferro di Bondi al periodo in cui era ministro, e le fanno anzi coincidere con le crepe, anzi coi crolli, di Pompei che nei fatti ne agevolarono le dimissioni. Bondi, in quell’occasione, fu lasciato solo in balia delle critiche onnipresenti (anche se Pompei, nel corso degli anni, ha continuato a crollare senza analoghe indignazioni straordinarie): non aveva tutti i torti. Più recentemente, l’insoddisfazione di Bondi e Repetti si era cristallizzata verso il “cerchio magico del Cav”, verso una linea di partito nella quale non si riconoscevano. Pare che la rimozione dei coordinatori piemontesi a Torino e Verbania, considerati troppo vicini a Fitto dagli attuali vertici R.V. del partito. prestata ad Haiti; stigmatizzando, tuttavia, l'atteggiamento non collaborativo dimostrato dal Brasile nella gestione della vicenda collegata alla mancata estradizione in Italia di Cesare Battisti, condannato all'ergastolo in contumacia dalla magistratura del nostro Paese per reati di terrorismo – quattro omicidi in concorso – e non certo vittima di una presunta negazione del diritto alla libertà di opinione ed espressione del pensiero; ritenendo che la protezione di fatto accordata dalle autorità brasiliane a quello che per la giustizia del nostro Paese è un terrorista conclamato rappresenti un gesto incompatibile con relazioni di autentica solidarietà politica ed amicizia, il comma 3 dell'articolo 13 prevede la possibilità che la prosecuzione della partecipazione ad alcune operazioni internazionali sia subordinata alla soluzione di questioni pendenti che riguardano cittadini italiani, impegna il Governo a sospendere ogni forma di cooperazione e collaborazione in campo politico-militare con il Brasile, a partire da quelle che regolano l'accesso di ufficiali brasiliani ai centri ed agli istituti di formazione militare del nostro Paese, fino al perfezionamento dell'estradizione in Italia di Cesare Battisti”. Anche se il dispositivo è stato poi leggermente cambiato, ma non nelle premesse, resta il dato di fondamentale importanza che si tratta del primo documento ufficiale approvato in un ramo del parlamento che impegna un governo ad un impegno totale, senza mezze misure, all’estradizione di Battisti nell’ambito dei rapporti con il Brasile. senso alla pubblicazione della telefonata tra Fassino e Consorte nella consapevolezza che era un'intercettazione coperta da omissis che avrebbe avuto un impatto enorme sui mass media, tanto che la frase 'abbiamo una banca' è rimasta nella memoria collettiva", ha detto il procuratore sottolineando che "senza l'apporto decisivo di Silvio Berlusconi non vi sarebbe stata pubblicazione". Durante l'udienza ha tenuto la sua arringa anche l'avvocato Carlo Grosso, che rappresenta Piero Fassino, parte civile in questo procedimento nell'ambito del quale gli è stato riconosciuto il diritto ad un risarcimento di circa 80 mila euro a carico di Silvio e Paolo Berlusconi."Si era alla vigilia di una rilevante tornata elettorale ha detto Grosso nella quale si ipotizzava la vittoria della coalizione politica guidata da Romano Prodi". In questo contesto la notizia dell'intercettazione Fassino-Consorte "era molto succosa". Chissà perché, verrebbe da chiedere a Fassino e al suo legale. "Chi può mai pensare che una notizia di tale rilevanza politica potesse essere pubblicata senza l'avallo di Silvio Berlusconi che era la persona che avrebbe avuto vantaggio politico dall'esplosione della notizia, divulgata ampiamente anche dai media internazionali", ha aggiunto Grosso chiedendo ai giudici di respingere i ricorsi di Silvio e Paolo Berlusconi contro la dichiarazione di prescrizione del processo Unipol dal quale chiedono di essere prosciolti da ogni responsabilità. "Il risultato finale della pubblicazione di quella intercettazione è stato molto dannoso - ha proseguito il legale di Fassino - e questo determina la solidarietà del risarcimento", ossia il fatto che Silvio e Paolo Berlusconi sono chiamati a risponderne insieme. E infatti la Suprema Corte ha confermato il risarcimento di 80.000 euro in favore dell’attuale sindaco di Torino. Giustizia è fatta. O no? Robert Vignola 4 Mercoledì 1 aprile 2015 ATTUALITA’ RISPARMIARE SI’, MA NON A QUESTO PREZZO: PROTESTA DI PIAZZA CONTRO LA SCELLERATA IPOTESI DI ACCORPAMENTO Giù le mani dalla Forestale di Emma Moriconi l Governo vuole risparmiare. Bella pensata, non c'è che dire. Il problema è che vuole farlo tagliando una delle poche cose che funzionano. È il caso del Corpo Forestale dello Stato, e ieri la protesta è scesa in piazza, a Roma. "Giù le mani dalla Forestale", "Non vogliamo essere i nuovi agnelli sacrificali" sono alcuni degli slogan gridati da rappresentanze sindacali, membri del Corpo, associazioni ambientaliste e animaliste (tra le altre Lipu e Legambiente), ma anche privati cittadini e parlamentari: tutti hanno urlato a gran voce il loro dissenso a tanta scelleratezza. Il caso è quello di un emendamento al disegno di legge sulla pubblica amministrazione, che prevede di accorpare il Corpo ad altre forze di polizia. Da domani se ne parlerà in Senato ed è evidente come la questione farà discutere e non poco. Ad alzare la voce sono tanti, a cominciare da Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu, che evidenzia come "non c'è chiarezza sul progetto del Governo che prevede lo smembramento di un Corpo di circa 200 anni che si è sempre occupato dell'ambiente, della natura, degli animali e della biodiversità". Anche il rappresentante sindacale dell'Ugl della Forestale Federico Menichini dice la sua: "Non c'è un criterio logico né programmazione nel disegno di razionalizzazione delle forze di polizia, sono ottomila gli uomini e le donne che ogni giorno si impegnano sul territorio portando la propria esperienza e conoscenza anche in zone poco accessibili e spesso trascurate, devono rafforzarci non accorparci". Insomma la piazza urla il suo "no" a questo provvedimento scellerato che va a toccare una delle istituzioni di cui l'Italia può andare maggiormente fiera. Anche Andrea Laganà del Snf, si è espresso in questo senso: "Vogliamo dire un no secco a questo provvedimento di un governo eletto da nessuno che vuole far scomparire la Forestale dai boschi, dalle montagne dove operiamo I tutti i giorni. Una scellerata manovra finalizzata solo ad uno spot elettorale dove si vuole far passare questa riorganizzazione perché siamo il Corpo più piccolo". In merito scende in campo anche Silvio Berlusconi: "Il riordino delle Forze di Polizia - dice - non può passare attraverso la soppressione del Corpo forestale: disperdere un patrimonio di competenza così importante per la protezione dell'ambiente, dell'agricoltura e del territorio sarebbe un grave errore. È giusto eliminare le sovrapposizioni di competenza tra le varie forze dell'ordine, ma il progetto del governo procede in modo affrettato ad accorpamenti che non garantiranno maggiore efficienza ma, anzi, rischiano di generare confusione in un settore, quale quello della polizia ambientale e agroalimentare, importantissimo per la tutela della salute dei cittadini e del nostro Made in Italy. La Forestale - dice ancora - ha sempre adempiuto ai propri compiti istituzionali in modo professionale e con grande dedizione, sapendosi adeguare ai cambiamenti della società. Non la sacrifichiamo sull'altare delle 'riforme a tutti i costi', dell'ennesimo annuncio dalle ricadute nulle se non addirittura dubbie". Sul tema si è espresso anche Gianni Alemanno, già Ministro dell'Agricoltura: "Tutti gli ex Ministri dell'Agricoltura, da De Cesaro a Pecoraro Scanio alla De Girolamo, hanno manifestato solidarietà ai 7mila forestali e solo l'attuale Ministro Martina sta nascondendo la testa sotto la sabbia. Il Corpo forestale è un pezzo pregiato di un sistema di sicurezza del territorio e scioglierlo significherebbe soltanto abbassare la tutela dell'ambiente e della natura, consegnandola nelle mani di nessuno. Non ci si può lamentare ogni giorno del dissesto idrogeologico, dei rifiuti tossici e proporre con la scusa della spending review lo scioglimento della Forestale. Del resto è evidente a tutti che con l'accorpamento non si realizzeranno risparmi e per questo chiederemo al governo Renzi di correggere questo errore clamoroso". La Forestate spopola anche nelle fiction, come in ‘A un passo dal cielo’ con Terence Hill L’APPROFONDIMENTO Due secoli di storia e tutela dell’ambiente l Corpo Forestale dello Stato nasce nel 1822, si tratta di una realtà altamente specializzata che costituisce un fiore all'occhiello del nostro Paese. Si tratta di una "forza di polizia ad ordinamento civile, specializzata nella tutela del patrimonio naturale e paesaggistico, nella prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale e agroalimentare" come si legge sul sito web, che scrive ancora: "La molteplicità dei compiti affidati alla Forestale affonda le radici in una storia professionale dedicata alla difesa dei boschi, che si è evoluta I nel tempo fino a comprendere ogni attività di salvaguardia delle risorse agroambientali, del patrimonio faunistico e naturalistico nazionale". L'Italia possiede meraviglie naturali come pochi altri luoghi al mondo, e i problemi connessi a queste sono infiniti, a cominciare dalle discariche illegali fino all'inquinamento, dagli incendi all'abusivismo edilizio, dal bracconaggio alla pesca nelle acque interne, dalla tutela delle specie faunistiche minacciate di estinzione alla sicurezza alimentare, dalla sicurezza negli impervi territori montani alla ga- ranzia di ordine, sicurezza e pubblico soccorso in tutte le circostanze in cui i territori siano sotto la sua osservazione e tutela, come nel caso delle piste da sci, dove si occupa anche della prevenzione del rischio valanghe monitorando costantemente il territorio. L'Italia, Paese ricchissimo in termini naturalistici oltre che culturali, artistici e storici, ha già perso moltissimo del suo prestigio internazionale. Veder scomparire il Corpo Forestale dello Stato significherebbe sapere di essere più vulnerabili, sia dentro che fuori. TORNA IN AUGE LA QUESTIONE SPENDING REVIEW, IL NUOVO COMMISSARIO COME IL SUO PREDECESSORE Da Cottarelli a Gutgeld, sforbiciate a chiacchiere La promessa del Guru del premier: “Nel 2016 elimineremo 10 miliardi di spesa pubblica” di Marcello Calvo i torna a parlare di spending review, Matteo Renzi ci riprova. Da quando il commissario Carlo Cottarelli è stato trasferito, lo scorso ottobre, al Fondo monetario con un incarico prestigioso, le spese anziché ridotte sono addirittura aumentate. Con le promesse del premier naufragate in un mare di buoni propositi, rimasti tali. Dopo le critiche, l’idea del primo ministro S volta a rilanciare il tutto. Dando un nuovo impulso alla revisione della spesa pubblica, incaricando di questa autentica missione all’apparenza impossibile il suo consigliere economico Yoram Gutgeld, già deputato del Pd. Naturalizzato italiano da anni, nato a Tel Aviv, da pochi giorni ha preso il posto di Cottarelli. C’è già chi lo chiama Mani di forbice e chi, al contrario, pensa che non riuscirà a risolvere nulla. Tant’è, il Guru del Rottamatore è ambizioso e ai microfoni di Radio 24 lancia la sfida: “L’obiettivo per il 2016 - ha spiegato – è tagliare di 10 miliardi la spesa pubblica. E lo faremo entro novembre di quest’anno per inserire il tutto nella legge di stabilità”. I settori dove intervenire? Le pensioni sono da escludere, tra le ipotesi i troppi corpi delle Forze dell’ordine, cinque. Oltre che il risanamento di sanità e trasporti. Basta riavvolgere il nastro e fare un salto indietro al settembre scorso quando a Cernobbio, intervenendo al Forum Ambrosetti, Cottarelli parlava di tagli possibili da 20 miliardi in 1.000 giorni (il lasso di tempo che l’ex sindaco di Firenze s’è dato per cambiare il paese). Per capire come, nonostante siano passati 7 mesi dall’annuncio scoppiettante, i propositi dell’esecutivo siano rimasti sempre gli stessi. Buone intenzioni, promesse, chiacchiere. E la solita aria fritta. Le nuove entrate scovate dall’esecutivo, come la maggiorazione dell’Isi (fotocopia dell’Imu), non bastano infatti a coprire le spese del 2015. Pertanto, se non si taglia la spesa pubblica di almeno 8 miliardi, si deve ricorrere alla solita clausola di salvaguardia: l’aumento dell’Iva dal 22 al 23,5%. Tradotto, ennesima mazzata tra capo e collo per imprese e famiglie. Bisogna dunque intervenire e subito. Ma l’impresa eccezionale è quella di essere ambiziosi, fortissimamente ambiziosi. E modestamente, Gutgeld lo è: “Se riusciremo a fare di più – ha aggiunto – potremmo continuare nell’operazione di riduzione delle tasse iniziata quest’anno”. Sarebbe interessante capire a quale si riferisce, ma soprattutto sapere cosa succederà se l’obiettivo non dovesse essere centrato, come probabile, ancora. LE NOSTRE ECCELLENZE CONTINUANO A ESSERE “REGALATE” AL MERCATO INTERNAZIONALE L’Italia è in svendita, ma Renzi esulta Plaude la fusione tra Yoox e gli svizzeri, ormai ci sono rimaste solo le mutande Italia è in (s)vendita. Le nostre eccellenze continuano ad essere “regalate” al mercato internazionale. E’ tempo di saldi: complice la grande crisi economica e un mix micidiale composto da una pressione fiscale a dir poco elevata (siamo la matrigna d’Europa) e un sistema complesso, i colossi mondiali seguitano a fare shopping nel Belpaese, senza sosta. Puntano le nostre perle e le acquistano, mettendo a segno veri e pro- L’ pri affaroni. Non solo Poltrona Frau, Parmalat, Telecom, Loro Piana, Gucci, Bottega Veneta, Bulgari, Fendi, Acqua di Parma, Krizia, Pirelli e Duty Free. A finire nelle mani svizzere per 1,3 miliardi di euro, oltre al gruppo dei Benetton, anche Yoox. La reginetta delle blue chip italiane con il suo +173% fatto registrare in 12 mesi. La web company, fondata da Federico Marchetti appena 15 anni fa, ha sottoscritto un accordo con Compagnie Finaciere Richemont per una fusione con la controllata Pret-A-Porter, principale retailer a livello mondiale di lusso on-line. Con la holding di Ginevra che deterrà il 50% del nuovo gruppo che continuerà ad essere quotato alla Borsa di Milano e manterrà sede in Italia. Ci hanno colonizzato ma c’è chi, come Matteo Renzi, che invece di strapparsi le vesti e disperarsi per l’ennesima cessione di un nostro gioiello, su twitter si compli- menta con il team di Yoox: “Tanto di cappello, bravissimi e in bocca al lupo”. Questo, l’incredibile cinguettio del premier. Ci stiamo vendendo anche l’anima. Ma chi rappresenta il paese sembra ignorarlo. Trascurando un concetto fondamentale: ci sono cose che non hanno prezzo. Storia, costumi, arte, cibo, terre, sono elementi cardine del nostro paese. Portateci via tutto, ma non radici e identità. Continua il massacro del made in Italy mentre c’è chi lo avalla. Non c’è rimasto niente, se non le mutande. Il Belpaese apre le porte allo straniero ed è pronta a farsi portar via pure i gioielli di famiglia. M.C. Non ci resta che piangere. 5 Mercoledì 1 aprile 2015 DA ROMA E DAL LAZIO IL PUNTO ALL’ESAME DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA MAFIA CAPITALE Buontempo-Montesi: loculi perenni gratuiti. Parola all’aula Buzzi si difende: “Ho lavorato onestamente” Il proponente Dario Rossin (Forza Italia): “Un atto doveroso e di dignità politica, non soltanto una semplice concessione” di Giuseppe Sarra eodoro Buontempo e Bruno Montesi. Due personaggi differenti, ma molto simili. In comune avevano il servizio per Roma. Il primo, esponente storico della destra romana e nazionale, spentosi il 24 aprile di due anni fa dopo una breve malattia, a servizio per anni delle periferie malandate della Capitale e sempre pronto in difesa dei più deboli. Il secondo, vigile urbano, deceduto a soli 32 anni dopo essersi gettato nel Tevere per salvare una donna, Pierina Cassisi, che aveva tentato il suicidio: lei se la cavò con qualche giorno di prognosi; il vigile, invece, morì un anno dopo per leptospirosi contratta nell’acqua infetta. Ma l’eroe, che lasciò una moglie e tre figli, ha rischiato assurdamente di finire in una fossa comune. Qualche mese fa, infatti, l’Ama ha chiesto 2.200 euro per il suo loculo. Da lì, la colletta raccolta dai vigili e una missiva inviata dall’associazione delle polizie locali al sindaco Marino. Un fatto che ha suscitato tantissime polemiche da vigili e opinione pubblica nei confronti dell’amministrazione comunale. Oggi, però, l’Assemblea capitolina dovrà esprimersi sulla concessione gratuita perenne dei loculi per Buontempo e Montesi su proposta di Dario Rossin, vicecapogruppo di Forza Italia in Campidoglio, calendarizzata ieri durante la capigruppo. Rossin filerà tutto liscio? Oppure teme che la sinistra si metterà di traverso? Spero di sì. Mi auguro che sulla figura di queste persone non ci siano problemi. Poi Teodoro Buontempo e Bruno Montesi, seppur diversi tra loro, hanno dato qualcosa di importante a questa città. Ovviamente la T palla di vetro non ce l’ho, ma se le concessioni sono state inserite all’ordine del giorno, denota almeno in una parte della maggioranza un po’ di sensibilità su temi che non hanno colore politico. Sarebbe assurdo inserire la proposta all’ordine del giorno e poi bocciarla. Se poi la parte più estrema della sinistra, quella più ideologizzata, votasse contro e si mettesse sulle barricate, sarebbe un pessimo segnale per chi ha onorato la città. Che ricordo ha di Buontempo? Dal 2010 al 2013 ho avuto l’onore di fare il segretario romano de La Destra quando Teodoro era presidente. Ho il ricordo di una persona integerrima e dedita al lavoro: il classico uomo d’altri tempi. Non ero ancora consigliere comunale, ma non potrò mai dimenticare quando parlò in aula per 48, ininterrottamente, sul bilancio. Che idea si è fatta di quello che è accaduto sul caso Montesi in questi giorni? E’ scandaloso che nessuno si fosse ricordato di concedere un loculo a chi per un gesto di puro eroismo ha messo a repentaglio la propria vita salvando una donna che stava affogando nel Tevere. Quando ero capogruppo de La Destra in Campidoglio, feci intitolare la scuola di Polizia municipale al compianto vigile urbano. Se la proposta venisse approvata, che importanza avrebbe per la città di Roma? Reputo che sia un atto doveroso e di dignità politica, non soltanto una semplice concessione. Tra l’altro andrebbe a sanare l’ennesima mancanza di sensibilità politica di questa amministrazione, che in questi giorni ha suscitato le giuste rimostranze da parte del Corpo municipale e del sottoscritto. MA NON È DETTA L’ULTIMA PAROLA. I RINCARI SONO DIETRO L’ANGOLO Il denaro a Odevaine “non era frutto di corruzione”, ma “il compenso per consigli e informazioni” nell'ambito della propria attività pochi giorni dai primi segnali di cedimento di Luca Odevaine, vicino prima a Veltroni e poi a Zingaretti, è tornato a parlare con i pm anche Salvatore Buzzi, ras delle cooperative, tra i principali indagati nell’inchiesta Mondo di mezzo. E lo ha fatto nel corso del faccia a faccia con il procuratore aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Giuseppe Cascini. “Non sono un mostro”, ha detto Buzzi durante le dichiarazioni spontanee, prendendo inoltre le distanze dall’appellativo di “disonesto”. Riguardo le affermazioni di Odevaine, ex vice capo di gabinetto di Veltroni e già capo della polizia provinciale sotto la giunta Zingaretti, che ha ammesso di aver preso denaro da Buzzi spiegando che per lui svolgeva “un ruolo di facilitatore”, visto che lo aiutava a risolvere i problemi, il “re delle cooperative” ha chiarito che quel denaro non era frutto di corruzione, ma “il compenso per consiglio ed informazioni che riceveva nell’ambito della propria attività”. Non solo. Buzzi ha tenuto a precisare: “Ho cercato di la- A vorare in modo onesto nel mondo delle cooperative del terzo settore. Ho cercato di restituire il contesto di lavoro, i vari rapporti con le istituzioni e non solo”. Il suo legale, l’avvocato Alessandro Diddi, ha poi fatto sapere che “siamo pronti a sostenere nuovi incontri con i pubblici ministeri e restiamo a disposizione di chi indaga”. Ora Buzzi attenderà la decisione della Corte di Cassazione, quando tra dieci giorni esaminerà il suo ricorso per la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare. Attualmente il presidente della 29 giugno si trova nel carcere nuorese di Badu ‘Carros e detenuto in regime di massima sicurezza. E' accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso. DUE FERITI LIEVI. DIECI GIORNI DI PROGNOSI AL VICECOMANDANTE Strisce blu? Passo indietro Rom bastonano i vigili Marino-Improta rinunciano alla richiesta di sospensiva dopo la sentenza del Tar che ha bocciato i rincari L’assessore Danese: “La città mi sta esplodendo sotto le mani”. Marucci (Ospol): “Gli agenti in Italia non sanno se sono impiegati o poliziotti” nnesima giravolta mariniana. Nonostante l’assessore Improta avesse annunciato il ricorso al Consiglio di Stato perché, secondo lui, il Tar aveva espresso “valutazioni politiche”, a sorpresa il Campidoglio ha rinunciato alla richiesta di sospensiva della sentenza dei giudici amministrativi. Insomma, l’amministrazione comunale è tornata sui suoi passi, evitando un’altra figuraccia. Il tribunale amministrativo, accogliendo il ricorso del Codacons, aveva bocciato gli aumenti delle tariffe per le strisce blu. Scongiurando una vera mazzata per i romani che, al momento, non saranno costretti a pagare 1,50 euro l’ora per la sosta a pagamento. Nulla è cambiato, quindi. Almeno fino al prossimo 15 settembre, quando “i giudici decideranno nel merito se confermare o meno la bocciatura decisa dal Tar”, fa sapere il E Codacons, che comunque ha assicurato: “Il Comune di Roma dovrà non solo adeguare gli strumenti di pagamento per consentire agli automobilisti la sosta di un’ora al costo di 1 euro, ma anche reintrodurre le agevolazioni cancellate con la delibera bocciata dal Tar, ossia l’abbonamento giornaliero da 4 euro e quello mensile da 70 euro”. Ma dal Campidoglio non mollano. A vestire i panni dell’avvocato ci ha pensato il vicesindaco Luigi Nieri, che indirettamente ha preso le distanze dall’assessore Improta, che due settimane fa aveva parlato di una sentenza “culturalmente sbagliata”. “Le sentenze non si commentano”, ha detto l’esponente di Sel a Radio Cusano Campus. E quindi, sulla stessa lunghezza d’onda di Improta, “se ci sono dei difetti dal punto di vista tecnico o amministrativo nelle delibere le rifaremo. Ma il governo di Roma spetta al sindaco, alla giunta e all’Aula consiliare”. I romani possono dormire sonni tranquilli almeno fino a settembre. Perché l’intento di Marino e compagni è chiaro: “In centro resterà la tariffa da 1,50 euro all’ora, tariffa diversa fuori dall’anello ferroviario”. Parola di Improta. na polveriera. Dopo Tor Sapienza e Corcolle, altri scontri sono andati in scena nella periferia romana, questa volta nel quartiere di La Rustica. I tafferugli tra i vigili urbani e i rom hanno raggiunto l’apice intorno alle 8 di ieri mattina quando, nei pressi del centro d’accoglienza nomade, “appena giunti sul posto siamo stati aggrediti a colpi di scope e bastoni”, ha fatto sapere la Polizia locale del gruppo Sicurezza pubblica ed emergenziale. La struttura, avvolta dalle fiamme tra domenica e lunedì, era stata dichiarata inagibile dall’altro ieri. Gli agenti si erano recati quindi sul posto per continuare le operazioni di bonifica, ma “un gruppo di una sessantina di rom ci hanno presi a parolacce, ci hanno aizzato i cani contro e volevano impedirci U di entrare per la bonifica del centro, occupandolo abusivamente di nuovo”, ha denunciato il Corpo. Il bilancio parla di due vigili urbani feriti lievemente, mentre è di 10 giorni “salvo complicazioni”, invece, la prognosi per il vicecomandante della Polizia locale, Antonio Di maggio. Il referto medico, rilasciato all’ospedale di Tor Vergata, per Di Maggio parla di “politrauma da aggressione alla spalla e braccio sinistro”. Dopo un’ora dagli scontri, una rom è stata trasportata in ospedale da un’ambulanza. Accusava forti dolori al petto. Gli altri quattro zingari fermati, sono poi riusciti a scappare. La situazione è tornata alla calma grazie all’arrivo sul posto di rinforzi provenienti da Ponte di Nona e dai vicini commissariati di polizia e carabinieri. “È la prova lampante che la polizia è continuamente esposta a rischio aggressione e non ha gli strumenti di protezione: il giubbotto antitaglio, il casco protettivo e i guanti rinforzati”, ha lamentato al Giornale d’Italia Luigi Marucci, segretario dell’Ospol, uno dei sindacati più rappresentativi della Polizia locale. “Non abbiamo neanche una polizza assicurativa”, ha aggiunto Marucci, ricordando che “il governo Monti ha cancellato l’equo indennizzo”. “Ho la città che mi sta esplodendo sotto le mani”, è stata invece la denuncia dell’assessore alle Politiche sociali di Roma, Francesca Danese. Solidarietà al Corpo è stata espressa anche dal sindaco Marino: “Chi alza le mani sui vigili non è il benvenuto”, ha detto il primo cittadino, criticato dalle forze di minoranza. 6 Mercoledì 1 aprile 2015 ESTERI NELLE ORE IN CUI IL PAESE RESTAVA AL BUIO PER UN MISTERIOSO BLACK OUT, A ISTANBUL È SCATTATO L’ALLARME Sequestri, scontri a fuoco, black out: cose turche Preso in ostaggio e minacciato di morte un procuratore che indagava sulle violenze di Gezi Park. È rimasto gravemente ferito nel blitz per liberarlo, poi è spirato. Uccisi anche i due sequestratori. Tensione alle stelle a Turchia ha vissuto ieri una giornata tra le più ricche di apprensione della sua breve e pur travagliata storia. Con la crisi di Istanbul che ha fatto davvero vacillare le istituzioni. In un quadro già reso difficile da numerose fonti di tensione, è stato l’assalto al Palazzo di Giustizia di Istanbul a far precipitare la situazione. Un gruppo armato ha fatto irruzione nell’edificio, nel primo pomeriggio, e si è diretto verso l’ufficio del procuratore Mehmet Selim Kiraz. Quest’ultimo è stato subito preso in ostaggio e minacciato in diretta web di essere giustiziato. Si tratta del magistrato che indaga sulla morte di un adolescente colpito alla testa dalla polizia durante le proteste anti-governative nel 2013. A mostrarlo al mondo, dicendosi pronti a tutto pur di far valere le loro ragioni, gli attivisti di un gruppo di estrema sinistra, il Partito - Fronte rivoluzionario di Liberazione del popolo (Dhkp-C), che pur avendo sparato vari colpi durante l’assalto avevano lasciato andare il personale, affiggendo bandiere rosse con falci a martello e stelle gialle al posto dei quadri istituzionali. Le drammatiche immagini del procuratore con la pistola alla tempia hanno fatto il giro del mondo, insieme con la richiesta dei sequestratori: giustizia su Gezi Park, le proteste che ne scaturirono e il sangue che fu versato ad Istanbul. In particolare quelle di Berkin Elvan, il giovane colpito alla testa nel giugno del 2013 e poi morto dopo nove mesi di coma un anno fa, in ospedale. La cellula del movimento, una formazione d’ispirazione marxista-leninista considerata un gruppo terroristico al pari delle nostre Brigate Rosse, dava l’ultimatum a poche ore: L confessione da parte degli autori delle atrocità di piazza o esecuzione del magistrato. Nel frattempo le autorità turche convocavano le unità di crisi, mandavano le forze di sicurezza turche hanno già fatto ingresso all’interno del Palazzo decretavano il silenzio stampa. Tra i pochi a parlare proprio il padre di Berkin Elvan, il ragazzo ucciso mentre andava a prendere il pane nel corso delle proteste di Gezi Park. In serata, invece, il sangue è stato versato: quello dei terroristi, nella fattispecie, ma anche del procuratore, rimasto ferito nell’operazione per liberarlo. Si sono avvertiti spari ed esplosioni, alla fine sono rimasti uccisi i due estremisti, che lo tenevano in ostaggio. Il procuratore è stato trasportato d'urgenza al vicino ospedale Florence Nightingale: inutili i tentativi di NEL 2006 L’OMICIDIO DI DON SANTORO DAL MONDO Sacerdote italiano ucciso a Trabzon: si riapre il caso L e indagini sull'assassinio del sacerdote italiano Andrea Santoro, ucciso in Turchia mentre pregava in una chiesa, potrebbe ripartire e le autorità giudiziarie turche dovrebbero quanto prima riaprire un fascicolo d’inchiesta. Per l'omicidio del sacerdote cattolico, 61 anni, incardinato nella diocesi di Roma e ammazzato a Trabzon il 5 febbraio 2006, è stato condannato a una pena di 18 anni di carcere il giovane turco Oguzhan Akdin, che all'epoca dell'omicidio aveva 16 anni. Adesso però le autorità della Turchia, nel riconsiderare il caso, tornano a prendere in considerazione i dubbi che l'omicidio possa essere stato commesso da solo proprio da un adolescente, peraltro con forti problemi di miopia, ma che in quell'occasione avrebbe esploso tre colpi senza mancare mai il bersaglio. Secondo quanto riportato dalla stampa turca, emergono elementi che confermano la negligenza con cui allora furono condotte le indagini. Il caso doveva essere assegnato alla competenza dei dipartimenti giudiziari incaricati delle indagini sul terrorismo e la criminalità organizzata, mentre è stato seguito da quello che si occupa semplicemente di pubblica sicurezza. Anche la ricerca di indizi nell'abitazione del condannato sarebbe stata condotta in modo superficiale, così come le dichiarazioni processuali dell'indagato sono poi risultate vaghe e confuse. A suo tempo, durante lo svolgimento del tenerlo in vita, è spirato a causa delle ferite riportate. Tutto ciò è avvenuto proprio mentre il blackout più massiccio degli ultimi 15 anni stava colpendo larga parte della Turchia. Dalle 9.30, ora italiana di ieri, oltre 40 province infatti sono rimaste senza elettricità, creando forti disagi, al sistema dei trasporti. Secondo quanto riferito dai controllori di volo, undici dei sedici radar dell'aviazione civile sarebbero finiti fuori uso. Anche la capitale Istanbul ed Ankara sono state interessate dall'interruzione di energia elettrica, dove è stata interrotta la circolazione di tram e metropolitana. È stato sgomberato pure il tunnel che collega la parte europea del paese a quella asiatica. Sempre ieri, un tribunale turco ha assolto tutti i 236 ufficiali militari a processo perché sospettati di essere dietro al presunto complotto del 2003 volto a rovesciare l'allora primo ministro Recep Tayyip Erdogan. Secondo quanto ha comunicato a Reuters un avvocato della difesa, la decisione è stata presa dopo che il procuratore incaricato del caso ha fatto sapere che le prove digitali presentate erano inammissibili. Un quadro generale che, in attesa che si dissipi il polverone, fa pensare quanto poco sia stabile uno Stato che rappresenta un tassello davvero fondamentale negli equilibri geopolitici eurasiatici e in particolare del Medio Oriente e del Mediterraneo. Robert Vignola ELEZIONI NIGERIA: VINCE L’OPPOSIZIONE L'opposizione si è dichiarata vincitrice nelle elezioni presidenziali in Nigeria. Pur avendo recuperato molto grazie ai successi registrati in alcuni Stati petroliferi del Sud, di cui è originario, il capo dello Stato uscente è stato ampiamente superato da Buhari, un generale a riposo, di fede musulmana e natio del Nord, già alla testa del Paese più popoloso dell'Africa fra la fine del 1983 e l'agosto 1985, alla guida però di una giunta militare. IRAQ: ISIS SCACCIATA DA TIKRIT processo, la procura turca dichiarò inoltre di non aver trovato riscontri alle notizie di stampa secondo cui il giovane omicida apparteneva a un gruppo di estremisti nazionalisti e fondamentalisti, guidati da un anziano «hoja» (maestro). La pista accreditata dalle indagini e dall'esito del processo delineò l'omicidio come il gesto isolato da pare di un fanatico squilibrato. La pubblica accusa chiese l'ergastolo, ma venne poi applicata la legge turca in base alla quale un minorenne non può essere condannato ad una pena superiore a vent'anni di carcere. Questa volta il “santuario sunnita” pare essere stato liberato. E la liberazione completa di Tikrit potrebbe far segnare l’inizio di un’alleanza sul campo tra sciiti e sunniti, importantissima per estirpare la malerba dell’Isis dalle terre del Medio Oriente. Il primo ministro iracheno Haider al Abadi ha dato l’annuncio dopo duri combattimenti nel week-end per riprendere la città dalle milizie del “Daesh”, nella prima vera operazione militare contro gli uomini del Califfato guidato dallo sceicco Abu Bakr al Baghdadi. Abadi si è congratulato con le forze di sicurezza irachene e i volontari popolari (combattenti paramilitari sciiti che hanno svolto un ruolo fondamentale nella battaglia) “per la storica pietra miliare”. LUBITZ DEPRESSO, LUFTHANSA SAPEVA Andreas Lubitz, il copilota dell'aereo Germanwings schiantatosi in Francia provocando la morte di 150 persone (lui compreso), aveva informato nel 2009 la Lufthansa di avere avuto in precedenza una forte depressione. La compagnia aerea ha inviato i relativi documenti alla Procura, incluse le email di Lubitz ai suoi istruttori di volo. Intanto, secondo quanto dichiarato dal presidente Francois Hollande, tutte le vittime dello schianto dell'Airbus Germanwings saranno identificate entro la fine della settimana. UCCISE UN’ITALIANA, CONFESSA DOPO 28 ANNI Ha finalmente un nome l'assassino di Antonella Bazzanella, la cameriera trentina uccisa a soli 25 anni il 21 giugno 1987 a Karlsruhe, in Germania. A 28 anni dal delitto, un uomo di 47 anni si è presentato alla polizia di Basilea, in Svizzera, confessando l'omicidio. "Voleva liberarsi da un peso insopportabile che gli gravava sulla coscienza", dicono gli inquirenti. Sarà ora l'esame del Dna a confermare la colpevolezza del 47enne. 7 Mercoledì 1 aprile 2015 STORIA COSÌ IL MONDO GUARDAVA IL DUCE /14 La “straordinaria energia” di Mussolini che “riluce di pensiero” La Woche: "In Italia, a differenza della Germania, il pensiero della Patria unisce l'intera Nazione" di Emma Moriconi stremamente interessante, ancora in tema di come la stampa germanica guardava a Mussolini e all'Italia, è il passaggio che segue, anche questo tratto dalla Woche: "Che il pensiero della Patria sia la dominante forza del movimento fascista lo troviamo simbolicamente espresso nelle parole che Mussolini, appena giunto dalla stazione e presentatosi al Quirinale, in camicia nera, disse al re, salutandolo: 'Io porto a Vostra Maestà l'Italia di Vittorio Veneto , che ha ricevuto la consacrazione di una nuova vittoria e sono il fedele servitore di Vostra Maestà'. Con un colpo e quasi senza spargimento di sangue i fascisti sono di fatto i signori di tutta l'Italia, perché in Italia, a differenza della Germania, il pensiero della Patria unisce l'intera nazione". È bello leggere queste parole e pensare che vennero scritte da osservatori esterni: i tedeschi ci invidiavano l'amor di Patria, ed era il 1923. Ma quanta amarezza pensare che non è più così, e da tempo ormai. Questo ragionamento suscita moltissime riflessioni che tuttavia ci porterebbero troppo fuori strada rispetto al tema di questo speciale, basterà osservare come quell'amor di Patria mancò irrimediabilmente con la guerra civile, non tornò e chissà se tornerà mai. E pensare che era il nostro motivo primo di orgoglio di popolo. Proseguiamo nel nostro approfondimento, ecco cosa scrive ancora la nota rivista tedesca: "E solo per amore della Patria è Mussolini un avversario del parlamentare reggimento di camarille e E Foto da “Il Meridiano” della democrazia. Egli non abolirà il parlamentarismo, ma Egli lo porrà al servizio della Patria senza tanti riguardi. Il gigantesco successo del fascismo è dovuto unicamente al suo spirito patriottico". Proseguiamo andando a vedere cosa scrive invece il Leipziger Tageblatt: "L'attuale situazione politica in Italia è completamente dominata da Mussolini e dal suo partito. Come era da prevedersi, la prima eccitazione causata dalla rivoluzione fascista, ha a poco a poco ceduto il posto ad una concezione più ponderata. Non sono mancati i pessimisti e i malcontenti, ma il fascismo ha prontamente abbattuto gli ultimi avversari" Nel pro- sieguo evidenzia come di problemi l'Italia ne abbia ancora, ma che "in confronto all'attitudine oscillante dei Governi anteriori, il forte regime di Mussolini viene considerato come un vero beneficio e la paura di un ritorno alla situazione preesistente è così grande che, all'infuori di rare eccezioni, in tutti i partiti e in tutte le frazioni si è consolidata la persuasione della necessità di appoggiare l'attuale ministero". E poi sottolinea il concetto riprendendo le parole di un senatore appartenente al partito liberale, che secondo l'articolista "rappresenta nel miglior modo l'opinione pubblica italiana: 'Guai all'Italia se anche Mussolini dovesse fallire'". Ancora il Berlingske Tidende scrive: "Mussolini rappresenta un Governo forte e risoluto: un paese non può progredire senza essere guidato da uomini di polso. I fascisti vogliono che il re usufruisca dei suoi poteri e si assuma le conseguenti responsabilità: tutto il popolo italiano sta dietro Mussolini: il tempo dei bolscevisti e dei comunisti è in Italia tramontato per sempre. La marcia dei fascisti lungo le vie della capitale d'Italia fu uno spettacolo dell'antica Roma". Cambiamo contesto e andiamo a leggere cosa scrive invece La Tribune de Genève: "La leggenda rappresenta Mussolini come un atleta che, la passione del combattimento, spinge a cercare occasioni di lotta. Si potrebbe dire con altrettanta giustezza che Mussolini ha orrore delle chiacchiere, e che vi pone fine con dei mezzi rapidi. Ciò è giusto, ma non è tutto. Mussolini prende la via più corta perché sa dove vuole arrivare. La sua straordinaria energia riluce di pensiero, e ci si ingannerebbe completamente, comparandolo all'Ercole antico che i greci raffiguravano con una piccola testa per dare maggior risalto al suo torso e alla sua muscolatura. La conseguenza, la coerenza, l'unità dei suoi atti possono esplicarsi soltanto per l'unità delle sue vedute. Più tardi, tra molti anni, quando si scriverà la sua biografia, si dipingerà in lui l'uomo d'azione, si mostrerà come egli abbia incarnato le aspirazioni del popolo italiano e quali dure esperienze abbiano temprato la sua forza. Se le manie del nostro tempo dovessero ancora sussistere in quei tempi, si trascurerà la sua dottrina, la si farà risultare dalle circostanze, sarà indicato quello che fu preso in prestito ai programmi più opposti, e, forse, non si vorrà vedere che un opportunismo il quale dissimula l'elasticità delle sue combinazioni, con l'audacia del gesto. Sarà necessaria, allora, tutta una serie di ricerche storiche per scoprire quello che oggi, invece, dà chiaramente nell'occhio: il Fascismo non è solamente un fatto, un movimento riuscito, è una concezione generale, una dottrina". Lascio al lettore il piacere di commentare quanto sopra esposto dal quotidiano di Ginevra. A noi basta rilevare come nel nostro piccolo siamo interpreti, in qualche modo, di quella ricerca. Novantadue anni dopo. “Con una mano vigorosa ha rimessa l’Italia sul retto sentiero” Illustrazione da delcampe.net iamo ancora tra le pagine de La Tribune de Genève, che continua il suo approfondimento sulla figura di Benito Mussolini dicendo che "chi non è vissuto in Italia dal 1918 al 1922 non comprenderà che cosa avveniva in quel periodo. Sembrava in certi momenti che la bella e grande Italia dovesse piombare nell'anarchia, perdere i frutti della vittoria, e rinnegare i principii di una tradizione millenaria. Il fascismo in breve S ha ristabilito l'ordine. Esso ha reso un immenso servigio non solamente all'Italia ma anche all'Europa intiera. Era una sorgente di preoccupazioni lo stato di un Paese ricco in civiltà e condannato ai disordini interni. La latinità sembrava destinata alla bancarotta. Mussolini ha salvato l'Italia dalla demagogia, con una mano vigorosa l'ha rimessa sul retto sentiero. Lenin dichiarava un giorno che egli faceva fidanza sull'Italia. Cicerin dichiarava che Vittorio Emanuele sarebbe stato un ottimo presidente dei Soviety italiani, un complimento certamente atroce. Tutto questo è svanito grazie all'opera delle Camicie nere. Le grandi iniziative di restaurazione dell'ordine, della politica, delle finanze, dei mezzi di comunicazione si sono compiute o sono in procinto di compiersi. Resta ancora molto da fare, ma ci vuol tempo, della pazienza e della prudenza. Il fascismo è divenuto lo Stato: ora bisogna che divenga la nazione". Il volumetto di Luigi Vicentini è una piccola miniera di informazioni: subito a seguire racconta di come venne a Roma a conoscere Mussolini Alfredo A. Haighton, magnate della finanza olandese e membro del Consiglio Centrale della Lega degli Attualisti (Fascisti) dell'Aja del quale riferisce le parole su come sia giudicato Mussolini nel loro Paese. Ecco cosa dice Haighton: "Come il più grande uomo politico d'Italia e forse del mondo. Lloyd George, Asquit, Baldwin, Poincaré, Clemenceau, Benes, Pasic, Venizelos, non reggono - sebbene celebratissimi nelle loro Nazioni, al confronto con il vostro grande statista". E continua: "Egli è invero formidabile. La sua ascensione al potere ha del miracoloso. I vostri libri - che, nelle traduzioni francese, tedesca ed inglese - hanno fatto conoscere il Fascismo italiano all'Estero, bene scolpiscono la fortissima personalità di Colui che, voi italiani, oggi appellate con una sola e magica parola: Il Duce. Si, egli è veramente il Duce di 40 milioni di Italiani, popolo prolifico e valoroso, che s'incammina fieramente per una via di gloria e di grandezza romana, dopo aver vinta la durissima guerra contro un secolare nemico: l'Austria-Ungheria. Tutti gli occhi del mondo, si può dire, oggi sono fissi sul Presidente del Consiglio d'Italia che ha debellato il bolscevismo nella vostra Nazione salvando così il resto dell'Europa dalla immancabile contaminazione leninista". Nella prossima puntata parleremo ancora dell'argomento facendo brevemente il punto anche sul cosiddetto "Fascismo olandese". [email protected] 8 Mercoledì 1 aprile 2015 ECONOMIA CON LA FINE DEL REGIME DELLE QUOTE, AUMENTERÀ L’IMPORTAZIONE ANCHE DEI PRODOTTI CASEARI Italia invasa dal latte proveniente dall’estero La Coldiretti: a rischio tanti allevatori. E la provenienza non viene neppure riportata in etichetta on la fine del regime delle quote latte è prevedibile un aumento della produzione lattiera comunitaria che quest'anno è stimata pari al 6%, con il rischio di una vera invasione straniera in Italia dove si importa già quasi il 40% dei prodotti lattiero caseari consumati". E' questo quanto emerge dal ''Dossier sull''attuazione delle quote latte in Italia'' presentato in occasione della mobilitazione degli allevatori della C Coldiretti per la fine del regime quote latte, ieri a Roma in Piazza del Foro di Traiano, con la pronipote della mucca ''Onestina'', simbolo della battaglia per il Made in Italy degli allevatori onesti "che hanno resistito a disattenzioni, errori, ritardi e compiacenze che si sono ripetuti in questi decenni". Ora a temere per la sopravvivenza "sono soprattutto gli allevamenti da latte che risiedono nelle zone più fragili e sensibili del nostro Paese e dell'Unione. Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall''estero, ma nessuno lo sa - denuncia la Coldirettiperché non è obbligatorio riportarlo in etichetta". Dalle frontiere italiane passano "ogni giorno 24 milioni di litri di latte equivalente tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate polveri di caseina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all''insaputa dei consumatori". "Complessivamente in Italiasottolinea ancora la Coldiretti- sono arrivati 8,6 miliardi di chili in equivalente latte (fra latte liquido, panna, cagliate, polveri, formaggi, yogurt e altro) che vengono utilizzati in latticini e formaggi all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori perché non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. Ad essere spacciato come italiano è il latte proveniente in cisterne soprattutto da Germania, Francia, Austria, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia e Olanda". In particolare si assiste "ad un aumento dell'import dei Paesi dell'Est (+18% Ungheria, +14% Slovacchia, +60% Polonia) e una diminuzione di quello importato dai Paesi dell''Ovest (-7% dalla Germania e -13% dalla Francia), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi dieci mesi del 2014". Ci sono anche "le cagliate da impiegare nella produzione di mozzarelle che arrivano principalmente dai Paesi dell''Est per un quantitativo che ha raggiunto il milione di quintale all'anno ed è diretto per un terzo in IN BILICO 248 LAVORATORI Esuberi alla Ntv, non c’è l’accordo nterrotta la trattativa sugli esuberi in Ntv, la Nuovo trasporto viaggiatori di Italotreno. Azienda e sindacati non hanno infatti trovato un’intesa sulla durata dell'accordo per i contratti di solidarietà. E così l'azienda ha avviato la procedura di mobilità per 248 dipendenti su poco meno di mille totali. I sindacati hanno quindi proclamato uno sciopero. Mentre i sindacati, sul piede di guerra, rispondono con lo sciopero. L'azienda ha chiesto un accordo di cinque anni, con la disponibilità ad una verifica biennale, ma per i sindacati l'accordo non poteva andare oltre i due anni, come previsto dalla legge. Per i sindacati l'azienda ha proposto "soluzioni incompatibili" con le disposizioni di legge in materia di ammortizzatori sociali che prevedono un anno di soli- I Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio Campania". Tra i Paesi esportatori "la Lituania negli ultimi 3 anni ha triplicato le spedizioni in Italia". darietà rinnovabile con un altro anno, oltre ad aver rifiutato le controproposte sindacali. "Il sindacato non può sottoscrivere accordi contrari alla legge e neppure subire ricatti", affermano Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf e Fast Ferrovie, ricordando che in questo mese di trattative per la gestione di 222 esuberi dichiarati da Ntv, i sindacati si sono mostrati disponibili ad una solidarietà biennale al 21% con verifiche periodiche pur di evitare la mobilità. In queste ore il Cda di Ntv varerà la richiesta di mobilità, che costituisce l'anticamera del licenziamento per 248 persone. Il sindacato prepara lo sciopero, attivando la procedura di legge per la dichiarazione del primo di una lunga serie di astensioni dal lavoro. 9 Mercoledì 1 aprile 2015 ECONOMIA I DATI RESI NOTI DAGLI OPERATORI DEL SETTORE HANNO DELL’INCREDIBILE Da noi solo il turismo mordi-e-fuggi Negli ultimi sei anni aumentano i visitatori e diminuisce la spesa: per le loro vacanze lunghe gli stranieri preferiscono Spagna e Francia. Rispetto alle quali non avremmo niente da invidiare IL CASO SICILIANO di Robert Vignola on la crisi l’Italia ha saputo vendere peggio il proprio marchio. Una verità che ha dell’incredibile, soprattutto nel momento in cui tale affermazione va attribuita al comparto del turismo. Eppure è proprio così, anzi quanto emerge da un’analisi di Confturismo, branca settoriale della Confcommercio, sul turismo internazionale e l’Italia andrebbe ulteriormente approfondita. Perché i dati sono davvero sorprendenti. A partire dalla verità che, rispetto al 2008, nel Bel Paese sono arrivate più persone eppure hanno speso meno. Com’è possibile? I numeri sono impietosi. Negli ultimi sei anni, gli arrivi dei turisti stranieri nel nostro paese sono aumentati di 8 milioni passando da quasi 42 milioni del 2008 a poco più di 50 milioni del 2014, anno che ha registrato oltre 184 milioni di pernottamenti per una spesa di 34 miliardi di euro. Sembrerebbe una crescita: invece non lo è. A maggior ragione quando gli analisti si sono preoccupati di confrontare il dato con quelli di Francia e Spagna, evidentemente due “concorrenti” in questo particolare mercato, sul quale hanno da offrire (se ne facciano una ragione) assai meno del nostro paese. Ebbene, chi ha incrociato i dati probabilmente è sobbalzato sulla sedia: in Spagna, dove il numero di arrivi internazionali nel 2014 (50,8 milioni) è simile a quello dell’Italia, le entrate valutarie sono state maggiori (49 miliardi), così come in Francia che ha visto 42 miliardi di entrate con un Franceschini boccia Crocetta: “Mi mette in imbarazzo…” C P numero di arrivi (46 milioni) addirittura inferiore a quello dell’Italia. Il risultato è che in Italia la spesa per arrivo è di 681 euro, in Francia di 914 euro ed in Spagna di 959 euro. Secondo Confturismo, quindi, da noi gli stranieri spendono meno perché minore è la spesa media per pernottamento (un turista straniero spende 312 euro in Francia, 186 in Italia), ma anche perché più breve è la durata del soggiorno (la permanenza media è di 5,1 giorni in Spagna e di 3,7 giorni in Italia). Tutto ciò fa sì che al turismo italiano manchino all’appello circa 14 miliardi di entrate valutarie (quasi 1 punto di Pil), che si avrebbero se il nostro paese avesse il livello di permanenza media della Spagna. Gli analisti sono giunti quindi alla conclusione che “la mancata valorizzazione di elementi attrattivi, una scarsa integrazione dei servizi sul territorio, RISPARMIO SU PIENO E PERNOTTAMENTO TRA LIVORNO E VIENNA Con l’auto sul treno: un servizio vincente ome si sviluppa il turismo? Con le infrastrutture. Gli esperti del settore non mancano di lamentare una certa carenza in merito da parte dell’Italia. Eppure basterebbe prendere esempio dai paesi più vicini. L’Austria, ad esempio, che a dispetto di un’orografia particolarmente tormentata non manca di sapere come… si abbattono pure le montagne. Anche quest’anno, ad esempio, è partito il servizio che le Öbb (Ferrovie Austriache) offrono in collaborazione con Trenitalia: il collegamento ferroviario diretto tra la Toscana e l’Austria, con possibilità di trasporto auto e moto al seguito. Il convoglio ha ripreso a circolare tra Livorno e Vienna dallo scorso fine settimana. Sul treno è possibile scegliere la sistemazione tra posti a sedere, cuccette e vagoni letto. Il biglietto con il posto a sedere (prenotazione inclusa) è acquistabile a partire da 39 euro con l’offerta speciale SparSchiene. Naturalmente è possibile usufruire del collegamento anche senza l’auto o la moto al seguito. Il treno C alermo e Cefalù. L’Etna e la sua costa, da Taormina fino a Siracusa. Il barocco della Val di Noto, Piazza Armerina, la Valle dei Templi, le sue bellissime Eolie, Egadi e Pelagie. Eppure, sono parole del ministro competente Dario Franceschini, in tema di turismo “la Sicilia mi mette in imbarazzo. Da lì arrivano molte lamentele. Se il governo regionale vuole una mano, noi siamo pronti ad aiutarlo. Perché, purtroppo non tutti lo sanno, ma io, nel senso del mio ministero e del mio governo nazionale, non ho nessuna competenza in Sicilia, perché per gli accordi costituzionali Stato-Regione a Statuto Speciale la proprietà di tutti i beni culturali è della Regione. La tutela, le stesse soprintendenze, dipendono dalla Regione, le politiche turistiche, ovviamente, dipendono dalla Regione, quindi è un imbarazzo perché spesso ricevo proteste per cose che non posso fare”. Non bisogna neanche leggere troppo tra le righe per accorgersi che l’uomo del Pd vede in Rosario Crocetta un vero e proprio limite per un’isola che parte da Livorno Centrale alle 19.20 con arrivo alle 08.37 a Vienna Hauptbahnhof; dalla stazione viennese partirà invece alle 20.18 per giungere a Livorno Centrale alle 08.50: circolerà da Livorno via Pisa e Firenze ogni sabato fino al 26 settembre 2015, mentre il ritorno da Vienna circolerà ogni venerdì fino al 25 settembre 2015, così come in numerose date aggiuntive nei giorni festivi e in estate. Se quindi in estate si vede qualche turista mitteleuropeo in più in Versilia o all’Isola d’Elba, forse sapremo di chi è merito. Idem dicasi per turisti italiani (provenienti da tutta una fascia che va da Roma a Genova) che potranno girare con l’auto Vienna, Bratislava, l’Ungheria ammortizzando il costo del pernottamento (si dorme a bordo treno) e del pieno. Ampliare questo servizio sarebbe un’opportunità incredibile per la circolazione dei viaggiatori in estate e potrebbe essere una valida alternativa alle code ai caselli. La sfida turistica si vince anche così. R. V. un deficit infrastrutturale fanno sì che il nostro Paese non sia in grado di proporre ai turisti stranieri un bouquet di offerta più ampio e, dunque, maggiori occasioni di spesa”. Difficile dargli torto: che l’Italia diventi paese da turismo mordi-e-fuggi ha davvero dell’inaudito. Se uno pensa a Napoli, con la città e le sue isole Capri e Ischia, con il polo archeologico di Pompei ed Ercolano, con la penisola sorrentina, è difficile credere che non possa passare solo là una settimana. Così come Roma: per visitarla tutta non basta un weekend. Stessa cosa per la Toscana, idem per Venezia qualora si fosse capaci di andare a proporre pacchetti orientati anche alla scoperta del patrimonio artistico, balneare e termale del solo Veneto. Sarà un caso che le grandi città dell’arte italiana siano tutte amministrate dal centro-sinistra? Chissà potrebbe da sola fungere da punta di diamante del Bel Paese. “C'è – ha aggiunto Franceschini - la totale disponibilità a collaborare con la Regione Sicilia perché le potenzialità sono infinite, sono enormi: stanno in particolare in sud Italia, in Campania, in Sicilia. Davvero, pensare che lì si unisce la bellezza del mare e la bellezza del paesaggio a un patrimonio incredibile, e vedere quel numero di turisti così limitato fa molta rabbia”. D’altronde gli ultimi dati sulle presene turistiche in Sicilia sono impietosi: è soltanto la nona regione per numero di visite. E Crocetta intanto continua nelle sue ormai proverbiali giravolte: “Basta coi privati, nel turismo culturale si faccia spazio ai precari”, aveva proclamato due anni fa. Nel frattempo sono piovuti ricorsi su ricorsi per la gestione scippata di spazi che erano stati, negli anni precedenti, legittimamente assegnati. Adesso la giunta regionale vuol fare marcia indietro, l’ennesima. Ma a scendere da un “veicolo” che ci si è dimostrati incapaci di guidare, neanche R. V. ci pensano. LA STATISTICA Germania colosso dei viaggi, attrae sempre più italiani olosso economico europeo: anche nel turismo. La Germania attira visitatori, propone innovative scoperte delle proprie tradizioni. E cresce, mostrando di aver appreso alla perfezione le tecniche del marketing territoriale, probabilmente anche grazie ad un sistema capace, nel suo complesso, di fare rete. E ad essere attratti dal fascino della vacanza in terra teutonica sono proprio gli italiani. L'Ufficio Federale di Statistica, nel 2014, ha certificato il numero complessivo dei pernottamenti di ospiti stranieri in Germania. Ne è vento fuori che la repubblica federale ha superato i 75 milioni e mezzo, con un aumento del 5,1 per cento rispetto al 2013. In questo quadro spicca il dato relativo al nostro Paese. Malgrado la crisi economica, anche l'Italia si conferma come un importante bacino d'utenza. Da gennaio a dicembre 2014, i pernottamenti di ospiti italiani si sono attestati su oltre 3,65 milioni, equivalenti a una crescita del 5 per cento rispetto all'anno precedente. Per il 2015 le prospettive si annunciano altrettanto buone. A gennaio si è già C avuto un ulteriore balzo in avanti con un aumento dei pernottamenti italiani in Germania dell'8,5 per cento. Tra le mete più desiderate dai nostri connazionali, a livello di Lander, spicca la vicina e pittoresca Baviera che si conquista da sola il 32,2%, seguita dalla città-Stato di Berlino che ne fa registrare il 24,2%. Più staccato il Baden-Wurttenberg, con il 12,2% del totale dei pernottamenti. A livello di città Berlino balza in testa seguita da Monaco, Francoforte e Colonia. La lunghezza media del soggiorno è di tre notti e mezzo, con una media di spesa di 132 euro al giorno. Interessante anche il dato sui viaggi d’affari, che sono più di uno su quattro del totale. Ulrich Rüter, Delegato dell’Engt (ente nazionale germanico del turismo per l’Italia), la vede così: “Le statistiche continuano a decretare la crescita della Germania come destinazione turistica. Pensiamo che tra i tanti motivi di questo successo ci sia la capacità di unire un ricchissimo patrimonio storico e culturale con la modernità. Malgrado le spinte verso il futuro, il nostro Paese non perde di vista aspetti importanti come la sostenibilità e continua a coltivare antiche tradizioni. Negli ultimi anni, per esempio, la gastronomia tedesca si è molto evoluta, ottenendo importanti riconoscimenti”. Un esempio che anche l’Italia dovrebR. V. be seguire. 10 Mercoledì 1 aprile 2015 DALL’ITALIA IL GRIDO D'ALLARME DEI CENTRI DELLA SARDEGNA Poveri comuni... meno servizi e più tasse In due anni tagliati oltre 300 milioni di euro di trasferimenti. Il presidente dell’Anci, Piersandro Scano: “Il Patto di stabilità va eliminato, è un esercizio pazzesco di autolesionismo” di Barbara Fruch omuni sempre più poveri in Sardegna. I sindaci dell’Isola hanno dovuto fare i conti, negli ultimi anni, con un taglio di ben 316 milioni. La denuncia è stata fatta dal presidente dell’Anci, Piersandro Scano, il quale, assieme ai rappresentanti di Aiccre, Asel e del Consiglio delle autonomie locali ha reso pubblica la mappa dei tagli comune per comune. Dei 316 milioni di euro sottratti alla casse comunali nel triennio 20132015, e quindi in raffronto con l’ultimo dato del 2012, i tagli nazionali della spending review ammontano a 253,7 milioni. A questi si devono aggiungere 35,1 milioni del decreto Irpef per dare copertura agli 80 euro in busta paga, i 14,4 della famigerata vicenda dell’Imu agricola, gli 11 milioni delle sforbiciate regionali sul Fondo unico degli enti locali e del taglio al fondo povertà effettuato con la manovra sull'Irap di circa 900 mila euro. “I Comuni hanno dato un contributo spropositato al risanamento della finanza statale – afferma Piersandro Scano - negli ultimi quattro-cinque anni, i finanziamenti sono diminuiti del cinquanta per cento e in certi C Piersandro Scano Comuni hanno toccato il 60%. Quando abbiamo incontrato a Cagliari il ministro Alfano gli abbiamo chiesto di spiegare al consiglio dei ministri che in questo modo i Comuni dovranno chiudere. Ora è in preparazione il decreto enti locali con interventi compensativi ma non tali da cambiare il quadro – ha aggiunto - Il Patto di stabilità va eliminato, perché è un esercizio pazzesco di autolesionismo, se non un contributo formale allo Stato stiamo arrivando ad un livello di non sostenibilità. Ci sono 10/15 miliardi disponibili per la spesa immediata dei Comuni che non possono essere toccati, e che significherebbero cantieri, opere e occupazione”. La Corte dei conti certifica che dal 2010 il comparto degli enti locali ha subito un taglio complessivo di circa 31 miliardi di euro, la stessa magistratura contabile “ha evidenziato dice il presidente dell'Aiccre Sardegna, Tore Sanna - un incremento della spesa in capo all'amministrazione dello Stato per 70 mld nel 2013, cioè lo Stato risparmia tagliando non i propri rami secchi ma i servizi nelle periferie. Il Governo continua a dare incarichi a destra e manca perché gli esperti possano portare avanti la spendind review, poi gli elenchi di potenziali sforbiciate si restringono non a tagli di spesa della grande burocrazia, ma per eliminare la presenza dello Stato sul territorio, che si ripercuote sulle comunità territoriali, scaricando sui Comuni l'esazione dei tributi e la chiusura di uffici - conclude Sanna - Non è più in piedi nessuno dei processi legati ad una visione federalistica dello Stato, ma solo una visione centralista che non si trascina dietro la virtuosità del modello francese”. I tagli nazionali hanno colpito duramente tutti i comuni delle province sarde: Cagliari ad esempio ha visto una riduzione di trasferimenti pari a 32 milioni e 46.042,9 mila euro; quello di Quartu Sant’Elena 9.811.635,63, Selargius 2.840.394,23. Poi ancora Nuoro (sempre nel triennio 2013-2015) ha subito una perdita PARLA L’ARCIVESCOVO DI NAPOLI, CRESCENZIO SEPE “Gomorra è offensiva” critiche alla serie tv “La violenza e la prepotenza ci sono e non vanno nascoste ma non si può identificare in esse l’intera comunità” ochi giorni fa aveva “calmato” l’entusiasmo incontenibile le suore di clausura che avevano circondato Papa Francesco, in un video che era rimbalzato ben presto sui social media. Ora l’Arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe è tornato a farsi sentire criticando la serie tv Gomorra in onda su Sky, che vede tra gli ideatori anche lo scrittore Roberto Saviano (autore dell’omonimo romanzo). “Cosa penso di serie tv come ‘Gomorra’? È da considerare, innanzitutto, che si tratta pur sempre di una rappresentazione più o meno romanzata della realtà che diventa esagerazione e offesa per l’intera comunità quando generalizza e offre una visione e un’immagine falsata della realtà stessa – spiega l’arcivescovo in un intervista sul numero di 'Chi' in edicola mercoledì da oggi – La violenza e la prepotenza ci sono e non vanno nascoste ma non si può identificare in esse l’intera comunità, fatta per la stragrande maggioranza di persone perbene, oneste, laboriose, rispettabili ed eccellenti. Questi filmati, come pure le rappresentazioni teatrali, debbono sempre avere un fine informativo e formativo, in modo che, senza nascondere nulla, spieghino allo spettatore che esiste un certo male affinché si difenda da esso e lo combatta, ma mettendo in contrapposizione anche il bene, che pure esiste P IN BREVE AREZZO SPARA ALLA MOGLIE E SI SUICIDA Tragedia familiare a Monastero, frazione sulle colline di Arezzo, tra i comuni di Bagnoro e Santa Firmina. Graziano Rossi, 53 anni, e Maria Paola Trippi, 51, marito e moglie, sono stati trovati privi di vita nella loro abitazione. L'allarme è stato lanciato poco dopo la mezzanotte di lunedì dai figli, che vivono nello stesso stabile. L'arma che ha sparato è una doppietta, un fucile da caccia detenuto nell'abitazione. Pare non vi siano dubbi sul fatto che si tratti di omicidio- suicidio: l’uomo, titolare dell'impresa edile, avrebbe esploso un primo colpo contro la moglie, che era a letto e forse dormiva. Poi ha rivolto l'arma verso di sé togliendosi la vita. Inutile l'intervento del 118. Secondo quanto trapelato tra i due potrebbe esserci stata una violenta crisi di gelosia. Secondo parenti e conoscenti, la coppia sarebbe stata unita ma negli ultimi mesi si sarebbero verificate spesso delle violente discussioni, sembra scaturite proprio da accesi attacchi di gelosia da parte del marito. CATANIA ed è tanto. Altrimenti si finisce con il proporre un esempio da imitare o una immagine distorta che danneggia la città”. Non è di certo la prima volta che la serie televisive sulla mafia sollevano il polverone. Nel 2010 l’allora premier, Silvio Berlusconi, criticò sceneggiati e libri che parlavano di criminalità organizzata e che avrebbero danneggiato l'immagine dell’Intero paese. Oltre ad additare Gomorra il Cav aveva detto chiaro e tondo di voler “strozzare” chi ha fatto le serie della Piovra e chi scrive libri sulla mafia “che non ci fanno fare una bella figura”. Fatto sta che negli ultimi anni le fiction su mafia, camorra, ndrangheta, sull’onda del successo del genere, si sono moltiplicate. E il successo sembra assicurato, anche se a pagarne le spese, potrebbe B.F. essere l’intero paese. di 5.591.318,64 milioni, Alghero 7.687.804,38, Sassari e Porto Torres rispettivamente 23.307.456,9 e 2.843.320,56 mln, Oristano 6.036.684,85, Olbia 10.625.524,6. Una situazione drammatica che però pare interessi poco. Proprio negli scorsi giorni in visita in Sardegna era arrivata Laura Boldrini. La “presidente” della Camera, di tutto si è occupata, tranne della denuncia dei sindaci che lamentano una situazione ormai insostenibile.“Ho trovato una Sardegna con tanti problemi, una Sardegna che soffre la crisi, una regione ferita, ma al tempo stesso una terra forte che non si tira indietro – ha detto la Boldrini, a Nuoro durante la conferenza stampa che ha chiuso la visita alla casa museo di Grazia Deledda – E ho trovato forza soprattutto tra le donne che ho incontrato, le imprenditrici per esempio, che quando sono cadute hanno trovato la forza di rialzare la testa”. Una forza d’animo che continua a distinguere molti cittadini italiani che, comunque, sono arrivati all’esasperazione. Alla pesantissima crisi economica, anno dopo anno, continuano a calare i servizi. Il tutto a fronte di un’impennata delle tasse, arrivate ormai a livelli insostenibili. E dal Governo non arrivano di certo risposte confortanti. LITE IN STRADA: FREDDATO UN UOMO Una lite tra ragazzini per una fidanzata sarebbe all’origine dell’omicidio di Giovanni Di Bella, il rigattiere incensurato di 46 anni che è stato ucciso lunedì sera nel quartiere di Librino, a Catania. I carabinieri hanno arrestato un19enne, fratello di uno dei due litiganti giovanissimi. Secondo quanto emerso nel pomeriggio di lunedì il figlio della vittima aveva avuto un acceso diverbio con un altro minore del luogo, a causa di un comune interesse per una ragazza. Un diverbio che avrebbe coinvolto per un chiarimento, da un lato la vittima, in quanto padre del 14enne, e dall’altro A.M., di 19 anni, fratello del 13enne. Dalle parole si è passati agli insulti fino al tragico epilogo. In serata quando il 46enne è uscito di casa l’assassino gli ha sparato un colpo di pistola al torace. Inutili i soccorsi dei vicini: letale l’emorragia. VICENZA CIOCCOLATA SCADUTA: INTOSSICA I NIPOTI Ha preparato ai nipotini, ad un loro amichetto e al figlio una cioccolata calda. Peccato che quella bevanda fosse scaduta nel lontano1990. Risultato: i quattro e la stessa nonna, residente a Vicenza, sono rimasti intossicati. Non è stato difficile scoprire la causa dell'intossicazione alimentare dal momento che la merenda offerta dall'anziana era l'unico pasto consumato insieme dalle persone coinvolte. Dopo aver bevuto la cioccolata infatti i tre bambini e i due adulti (compresa la nonna) hanno iniziato ad avere vomito e diarrea, tanto che uno dei piccoli è stato portato in ospedale. I sospetti sono ovviamente caduti sulla bevanda: la nonna dopo aver guardato bene la busta si è accorta che era scaduta nel 1990. La donna è scattata la denuncia d'ufficio per lesioni colpose. 11 Mercoledì 1 aprile 2015 DALL’ITALIA GORIZIA – IL PARADOSSO AL CARA DI GRADISCA Lavoratori senza stipendio: sfamati dai profughi I dipendenti della cooperativa che gestisce il centro per i richiedenti asilo non vengono pagati da sei mesi. “Ormai facciamo pena anche agli immigrati che a volte ci aiutano, sanno che stiamo peggio di loro” mmigrati più ricchi degli italiani. Un paradosso? Sicuramente. Ma purtroppo è anche la triste realtà. È quanto avviene al Cara di Gradisca d'Isonzo, in provincia Gorizia, dove i profughi hanno deciso di aiutare i dipendenti della cooperativa che gestisce la struttura, senza stipendio da sei mesi. Come racconta il quotidiano locale ’Il Piccolo’ sono sessanta i lavoratori (dipendenti della Connecting People e coop collegate), divisi tra operatori per l'assistenza alla persona, magazzinieri, mediatori culturali, linguistici e legali, che da ottobre non vengono pagati. E a metà aprile vedranno scadere anche la copertura della cassa integrazione. Nessuna entrata dunque a fronte di spese continue: le bollette, i mutui e il costo della vita ordinaria. Soldi che loro non hanno. Ma i profughi sì. E sono proprio i richiedenti asilo infatti a dargli una mano. “Ormai facciamo pena anche agli immigrati – affermano i dipendenti – Molti di noi stanno come loro, se non peggio. A volte si sono offerti di aiutarci”. Il sistema dell’accoglienza del Bel- I paese continua così a generare nuovi poveri proprio all’interno dei confini nazionali. “Un richiedente asilo ha voluto pagare le merendine che mio figlio si porta a scuola – ha raccontato al quotidiano locale una lavoratrice – E voleva darmi anche i soldi per un paio di pantaloni. ‘Mi ha detto: prenditeli tu, stai peggio di me in questo momento’...”. La disperazione dilaga e c’è chi, pur di sfamare sé stesso e la sua famiglia, sarebbe disposto a portare a casa i pasti del Cara. Ma, in questo caso, è impossibile: per regolamento quello che non viene consumato nella struttura deve finire nel cestino. “Magari prendiamo un po’ di frutta o acqua rischiando di venire ripresi” confessano ammettendo che talvolta “quei ragazzi ci offrono del loro cibo, pasta o altro...”. Ai dipendenti si aggiungono poi i liberi professionisti a partita Iva, quali medici e infermieri. Anche in questo caso, la situazione non migliora. Le fatture non pagate (anche per oltre un anno) hanno costretto molti ad abbandonare l’incarico. “Siamo stanchi – lamentano i dipendenti – di questo continuo palleggio di responsabilità fra azienda e Prefettura. Lavoriamo per conto di uno Stato completamente assente e che invece dovrebbe essere il nostro garante. Cerchiamo di essere il più professionali possibile, ma psicologicamente siamo molto provati”. E non mancano infatti coloro che hanno risentito pesantemente della situazione. In due casi è stato riscontrato un esaurimento nervoso. C’è anche chi ha tentato il suicidio: “sono stato sfrattato, presto non saprò dove andare a dormire”. Poi c’è chi non riesce a pagare l’assicurazione della macchina e rischia ogni giorno il sequestro del mezzo, oppure chi è costretto a chiedere i soldi agli anziani genitori per ‘campare’. L’ennesima faccia di un’Italia indegna che però vuole continuare ad accogliere immigrati, costi quel che costi. Barbara Fruch UDINE – ENNESIMO CASO DI BULLISMO NELLE SCUOLE Razzismo tra italiani: picchiata perché triestina La denuncia della madre della vittima dopo numerosi episodi di violenza avvenuti in due istituti di Tolmezzo: “Si è lamentato addirittura un insegnante perché non poteva fare lezione in friulano” ssere offesi, derisi ed addirittura picchiati solo perché italiani. Possibile? Sì, e la cosa diventa ancora più assurda se un fatto del genere avviene in Italia. Questo è quello che è accaduto ad una ragazza triestina, trasferitasi a Tolmezzo per frequentare un Istituto con un indirizzo di suo gradimento e costretta lo scorso anno a cambiare scuola per sfuggire alle persecuzioni da parte di altri studenti, per poi trovarsi a vivere di nuovo una situazione simile nel nuovo istituto. A denunciare il tutto è la madre della ragazza. frequentava. Quest’anno la storia si è ripetuta. Oltre il carattere di mia figlia che, come detto, è un’adolescente un po’ timida, agli occhi dei nuovi compagni di scuola c’era un’altra cosa per loro ben più grave: era triestina. Di nuovo mia figlia è stata oggetto di pesanti vessazioni prima da parte di una compagna spalleggiata da altre ragazze, poi con attacchi verbali e violenze psicologiche di ogni genere da parte di altri compagni fino ad arrivare ad offese verso la propria città di origine, Trieste, e al suo essere triestina. Partiamo dall'inizio: cosa è accaduto a sua figlia? Ci siamo trasferite in Carnia due anni fa, unicamente per permettere a mia figlia di frequentare il CEFAP di Tolmezzo, percorso di studio che lei aveva sempre voluto seguire. Purtroppo, nel corso dell’anno scolastico ha subito continuamente una sistematica violenza mentale e addirittura fisica, culminata lo scorso maggio con un’aggressione per mezzo di schiaffi, pugni ed addirittura una martellata ad una spalla. Classificare il tutto come mero “bullismo” sarebbe riduttivo. Di questi maltrattamenti inizialmente non ho saputo nulla dato che mia figlia, di carattere timido e schivo, ha provato a nascondere le angherie di cui era vittima. Ingenuamente ho pensato che i lividi di cui mi ero accorta fossero dovuti all’attività svolta nell’istituto professionale per imprenditore agricolo montano che Come si è mossa per cercare di risolvere questa situazione? Lo scorso anno, quando ho scoperto che aveva molti lividi da tempo e mi nascondeva la violenza subita, in classe e fuori, ho contattato i carabinieri, dato che la scuola temporeggiava oltremodo nell’accertamento delle responsabilità e nell’approfondimento della vicenda. I carabinieri mi hanno invitata a recarmi in ospedale per far visitare mai figlia e refertare gli effetti della violenza subita. Di conseguenza, la denuncia è poi partita automaticamente. E In seguito alla sua denuncia come si sono comportati la dirigente scolastica, il personale docente, i compagni di classe? Purtroppo non bene. Lo scorso anno, in seguito alla denuncia, mia figlia è stata accusata di essere una bugiarda, di essersi inventata tutto. La classe ha fatto quadrato attorno al “bullo” di turno, la scuola ha sostenuto che non vi erano prove e che mia figlia si contraddiceva nel raccontare gli eventi, di conseguenza non è stato preso nessun provvedimento disciplinare. Quest’anno la situazione è pressoché identica, con mia figlia emarginata e costretta a subire offese e soprusi. Nemmeno le minacce di sospensione sembrano sortire alcun effetto. A questo si aggiunge l’ignavia dei professori, che spesso, al contrario, hanno fatto pure ironia su questi fatti, al punto che un insegnante si è lamentato perché, a causa della presenza di mia figlia, non poteva fare lezione in friulano. Mi chiedo, sarebbe passato sotto silenzio un caso analogo con un extracomunitario come vittima, offeso solo per la sua provenienza? Probabilmente molti di questi bulli sanno che prendere di mira uno straniero può costare caro. Insultare una triestina invece pare sia consentito. Quindi non è cambiato niente dopo il suo intervento e la sua richiesta di aiuto? Inizialmente no, anzi la situazione era peggiorata. Mia figlia, sempre più isolata, sedeva in fondo alla classe in un banco singolo ed era continuamente oggetto di offese. La cosa più carina che le dicevano era “Triestina di m… .”, atteggiamento che l’indolenza dei professori non faceva che alimentare, invece di smorzare. Ora, dopo la riunione scolastica indetta per sabato dalla preside, la situazione è leggermente migliorata. Mia figlia è sempre isolata in fondo all’aula, classica forma di discriminazione, ma, perlomeno, le offese sono cessate e le malelingue, almeno per il momento, tacciono. Come continuerà la sua battaglia contro questa vergogna? Finché mia figlia verrà maltrattata continuerò a combattere in ogni modo e maniera. Per fare un esempio, l’episodio della martellata dello scorso anno è ora al vaglio del tribunale dei minori di Trieste. Classifica questi fatti solo come bullismo o come vero e proprio razzismo? Come da lei già accennato, non andiamo lontano dalla verità affermando che se al posto di sua figlia si fosse trovato un immigrato la questione sarebbe certamente diventata subito di pubblico dominio. Più che razzismo, questo è solo un pretesto per sfogare il malessere sociale ed il degrado morale di cui i giovani di oggi sono preda in massa. Naturalmente, essendo mia figlia italiana e vivendo una situazione personale ben più diffusa nelle scuole di quanto si pensi, il caso non ha avuto risonanza mediatica. Solamente i primi due giorni, un giornalista locale ha dato peso alla cosa per poi fare inspiegabilmente retromarcia. C’è stata qualche influenza politico-istituzionale? Forse sì, forse no. Di certo è stato strano l’improvviso cambio di opinione in merito all’approfondimento di questa assurda vicenda. Emanuele Piloni NAPOLI Uccisero due rom innocenti per vendetta: arrestati ccisero senza alcun motivo due rom per omaggiare il boss: sono cinque le persone finite in manette, ritenute affiliate al clan Mazzarella di Napoli, egemone nella zona del Mercato. L’episodio risale al 2004: i sicari del clan fecero una rappresaglia nel campo nomadi di Secondigliano per soddisfare il desiderio di vendetta del boss Franco Mazzarella che poco prima aveva subìto un furto in casa mentre era ai domiciliari. Nell'agguato freddarono Mirko e Goran Radosavljevic: i due, del tutto estranei alla vicenda, furono scelti a caso. Il gruppo criminale è ritenuto responsabile anche di altri due omicidi, quello di Francesco Ferrone, avvenuto il 3 febbraio del 2004 e quello di Antonio Scafaro, avvenuto il 6 marzo del 2005. A fare luce sui quattro assassinii hanno contribuito alcuni collaboratori di giustizia, ex esponenti di rilievo del clan Mazzarella, tra cui Giuseppe Persico, che ebbe, nell'ambito dell'organizzazione camorristica, anche il ruolo di reggente. Persico, infatti, era alle dirette dipendenze di Franco Mazzarella. U 12 Mercoledì 1 aprile 2015 SOCIETA’ BATTUTE QUOTIDIANE DIVENTANO, IN BOCCA A QUESTO PERSONAGGIO STRAORDINARIO, UN'OCCASIONE PER SORRIDERE Osho, spiritualità e ironia, anche sui social Una pagina Facebook parodizza con simpatia la mistica del maestro indiano, perché "solo chi è intelligente può ridere" on è la solitudine che crea in te la tristezza; è la tua idea: "Io non dovrei essere solo" che la crea; è la tua idea: "Essere solo significa essere triste" che crea in te il problema. La solitudine è uno stato assolutamente bello, perché è uno stato di libertà profonda". È solo una dei tanti bellissimi e profondi concetti di vita espressi da Osho, il mistico indiano, maestro spirituale della meditazione, ancora oggi seguitissimo ed amato, che ha fatto della sua vita una celebrazione della gioia e dell'armonia. Un personaggio interessante, i cui concetti sono condivisi da moltissime persone in tutto il mondo e che ha preso piede anche nei social, in molteplici forme. Le sue frasi inneggianti alla vita e alle sue meraviglie sono un toccasana per lo spirito, le sue riflessioni forniscono lo spunto per approfondire le varie tematiche connesse alla filosofia della vita e, in alcuni casi, anche per riderci su con ironia semplice, diretta e sana. È il caso di una pagina Facebook che si chiama "Le più belle frasi di Osho" e che mette in bocca al mistico frasi che oggi sono nell'uso comune, soprattutto tra i romani. Qualche esempio: Osho è a tavola e sta mangiando, "questa domani ripassata in padella è ancora più bona", commenta. Oppure, seduto in giardino mentre gusta un bicchiere di vino, dice "c'hai messo l'acqua e nun te pagamo". Ancora, Osho con un berretto bianco e azzurro che commenta: "Ma 'sta Lazio?". E poi Osho che consola un uomo disperato e gli dice: "Nun te posso vede' così, ma sai quante ne trovi mejo de quella?". Sono battute di tutti i giorni messe in bocca ad un maestro della spiritualità, per sorridere un po' e per prendere la vita con leggerezza. Abbiamo raggiunto l'autore della pagina, Federico Palmaroli, e gli abbiamo rivolto qualche domanda. Ecco cosa ci ha detto nella breve intervista che segue. N Sei stato anche criticato per l'utilizzo del nome e dell'immagine di Osho, quanto pensi siano fondate queste critiche? Si stanno sollevando questioni di violazione di copyright come pretesto per farmi eliminare le foto o addirittura chiudere la pagina. Come ho già detto a una tua collega, se avessi preso quelle foto e le avessi accompagnate a reali pensieri di Osho nessuno avrebbe detto nulla. Comunque voglio dire una cosa: sono sempre più i seguaci di Osho che sono tra i più accesi sostenitori della mia pagina. E questo credo che non possa essere sottovalutato. Cosa fai nella vita, di che ti occupi? Nella vita faccio tutt'altro, ma l'ironia è una parte integrante di me. Ritengo di aver creato qualcosa di divertente per tutti, perché nessuno di noi sfugge alla pronuncia di tutte le frasi associate alle immagini. Neanche Osho, se fosse stato romano, ne sarebbe stato esente. Quindi non c'è nessuna offesa, ma pura cronaca parodizzata. Come ti è venuta in mente un'idea così simpatica ed originale? Sono un grande osservatore della realtà, ne sottolineo e ne parodizzo gli aspetti più comuni, e ho provato ad associare espressioni "di larghissimo consumo" a un personaggio così spirituale come Osho. Il contrasto che ne è derivato ha creato questo "mostro". Qual è il messaggio che vuoi mandare a chi legge, è solo ironia e voglia di ridere o c'è dell'altro? L'unica finalità della pagina è far ridere, senza approfondire altre tematiche. Oggi è toccato a Osho, domani chissà... I lettori ti scrivono? che ti dicono? come reagiscono i social a questo tipo di ironia? Sì, mi scrivono tantissime persone ed è bello vedere i fan cimentarsi in prove di associazione foto-frase che poi mi inoltrano in privato per una sorta di approvazione. Se ancora non ho pubblicato nessun contributo esterno è solo perché entrare nel tipo di filosofia ironica su cui ho impostato questo lavoro creativo è abbastanza difficile. Non lo dico per superbia, ma perché è così. Però sembra davvero diventato un gioco virtuale condiviso ed è gratificante. A BREVE NELLA CAPITALE SARÀ POSSIBILE CONDIVIDERE ANCHE LE DUE RUOTE Ma si, ha ragione Federico Palmaroli, ridere, sorridere, giocare con la vita, anche con i suoi momenti di difficoltà aiuta a superarli, a prenderli con filosofia. Del resto, lo disse anche Osho: "Noi vogliamo che il mondo sia meno serio e più sensibile alla vita; certo, dev'essere sincero, ma non serio. Noi vogliamo che il mondo impari che il senso dell'umorismo è una delle qualità fondamentali di un uomo religioso. Se non ridi ti lasci sfuggire moltissimi misteri della vita: la risata ti rende un bambino innocente e ti collega all'esistenza; ti unisce al fragore dell'oceano, al silenzio delle stelle. La risata fa dell'uomo l'unico essere intelligente del mondo, perché solo chi è intelligente può ridere. Ma l'intelligenza va stimolata, va usata, altrimenti si impigrisce e muore". Emma Moriconi RICERCA SPAGNOLA La dieta mediterranea Dalla California un nuovo fenomeno per abbattere costi, fa bene e non inquina Dopo il car-sharing, arriva “Scooterino” traffico e l’inefficienza dei trasporti pubblici ulla scia dell’enorme successo ottenuto nel nostro Paese del carsharing, che vede al primo posto la città di Milano, arriva Scooterino. Attraverso un app, ora si potranno condividere anche le “due ruote” in barba al traffico e all’inefficienza del trasporto pubblico. L’Italia rispetto al 2013 ha registrato un aumento del 70% delle richieste con i suoi 220mila iscritti e 3.000 auto e vede Milano confermare il suo primato in questo particolare mercato, con quasi l’80%. È quanto emerso dall’analisi condotta a livello mondiale dalla società globale di consulenza aziendale AlixPartners e presentata a Milano nel corso durante il Forum Auto Motive, dove veicolano i dibattiti dibattiti sui temi della mobilità a motore. Mentre nella Capitale si affaccia un'altra tipologia di “condivisione”, complice del fenomeno anche il clima che predilige la scelta dello scooter, la novità arriva direttamente dalla California. Non solo turisti in giro con la Vespa,come la suggestiva ed indimenticabile pellicola “Vacanze romane”, il motorino sarà utilizzato per gli spostamenti anche per i residenti che non posseggono tale mezzo. Scooterino sta per arrivare ufficialmente S a Roma con l'obiettivo di mettere in contatto chi si sposta in motorino nella capitale. Basterà, quindi un app in stile Uber, ma dedicata a moto e motorini. In fase ancora di lancio, ma è già possibile accedere al sito web del servizio, che conta 130 proprietari di scooter e almeno 300 passeggeri. Si tratta ancora una volta della condivisione di un mezzo di trasporto appartenente a privati per facilitare e rendere più economici gli spostamenti in città. L'idea è di pagare direttamente al proprietario dello scooter un rimborso per il passaggio ricevuto. Lo scooterista passerà a prendere l'utente che ha richiesto un passaggio portando con sé obbligatoriamente un casco per il passeggero. In questo modo la mobilità diventerà potenzialmente più sostenibile grazie alla riduzione del numero di mezzi di trasporto in circolazione. Il servizio propone passaggi in scooter a costi economici, in competizione persino con i mezzi pubblici. Il servizio reso dagli scooteristi dipenderà anche dalla loro affidabilità attraverso i feedback degli utenti a fine corsa. Chantal Capasso a dieta mediterranea, non solo è salutare ma salva anche l'ambiente. I motivi per abbracciare la dieta mediterranea non sembrano legati ai benefici fisici che questo tipo di alimentazione apporta al nostro organismo. Riduce anche gli effetti negativi dello smog. Scientificamente provato che la dieta mediterranea allunga la vita, ora arrivano altre conferme. La scoperta dell’impatto ambientale della dieta mediterranea si deve ad uno studio pubblicato su Journal of Health Services Research & Policy. Proprio questo evidenzia come questo tipo di menù rilascia un'impronta di carbonio molto inferiore a quello per esempio inglese o americano. Gli autori della ricerca sono spagnoli, i quali hanno pensato di misurare l'impronta di carbonio dei cibi della tavola spagnola ed hanno così scoperto che questa impronta è pari a 5,08 kg di CO2, molto in- L feriore rispetto alla dieta del Regno Unito (7,4 kg di C02e) o a quella americana (tra 8,5 e 8,8 kg di CO2e). Sotto la lente d’ingrandimento i menù di ben 448 pasti e altrettante cene servite negli ospedali di Juan Ramón Jimenez di Huelva, dell'università Jaume I di Castellón e dell'università di Huelva, basate su una dieta assolutamente mediterranea. “Questi menù avrebbero potuto essere serviti in qualunque scuola - ha dichiarato Rosario Vidal, autore principale dello studio -, ristorante o famiglia spagnola. Le ricette includono piatti tipici come la zuppa di gazpacho andalusa, il pisto manche, la paella o il puchero simile allo stufato”. Gli studiosi , in base ai risultati di ricerca, hanno creato un database e su questo hanno calcolato l'impronta di Co2 scoperto proprio che la dieta Mediterranea inquina in sostanza molto di meno di qualsiasi altra dieta. Ch.C.