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Anno IV - Numero 76 - Mercoledì 1 aprile 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Economia
Attualità
Cronache
Altro che ripresa:
disoccupati record
Battisti: l’Italia
inchioda il Brasile
I profughi sfamano
i nostri poveri
a pag. 2
Fruch a pag. 11
a pag. 3
INTERVISTA ESCLUSIVA A MARINE LE PEN, DOPO IL SUCCESSO ALLE ULTIME AMMINISTRATIVE
LA TRAGEDIA
DI FROSINONE
Lo schianto,
la morte,
il silenzio
re anni e una vita intera davanti.
Uno schianto sulla strada, la
corsa disperata in ospedale, le
sirene spiegate, i medici al capezzale,
il trasbordo nella Capitale e un elicottero che bisogna andare lontano
per prenderlo e tenere in vita la
speranza di farcela. E il cuore che si
ferma. Un piccolo, grande cuore che
forse poteva continuare a battere se
solo ci fosse stato quell’elicottero a
disposizione, vicino e non lontano.
La burocrazia che ha sulla coscienza
la vita di un bambino. E la “grande”
stampa che si gira dall’altro lato. Non
una riga, per Giuliano. Non una riga
sulle edizioni nazionali dei grandi
quotidiani. E non si tratta di fare della
bassa speculazione sul dramma di
un passerotto cui la sorte ha spezzato
le ali. Perché la stessa preoccupazione
mia di sollevare il problema dell’eliporto all’Ospedale di Frosinone è la
stessa di un uomo del Pd, Riccardo
Agostini. Ma è anche la stessa del
direttore dell’Ares 118 di Frosinone
che, per ovviare alla mancata realizzazione dell’elipista nel nosocomio
del capoluogo ciociaro, a dicembre
scorso ha firmato una convenzione
con l’aeroporto militare di Frosinone.
Solo che questa convenzione, non
essendo mai stata ratificata, non è
entrata in vigore. E per Giuliano e i
suoi genitori, nella notte di sabato,
non è stata sufficiente una corsa
verso l’Ospedale di Frosinone. Ma
ne è stata imposta una seconda,
ancor più drammatica, verso quello
di Alatri, dove l’elisuperficie c’è e
funziona.
Giuliano ad Alatri è arrivato. Sull’elicottero della speranza per il Gemelli
di Roma è salito. Ma dal Gemelli
non è tornato.
Quattordici chilometri e mezzo, tanta
è la strada che separa lo Spaziani di
Frosinone dal San Benedetto di Alatri.
Venti, venticinque minuti ci vogliono
per percorrere questa strada perché
sì, è una statale, ma è una di quelle
statali, la 155, che non consentono
nemmeno di raggiungere in sicurezza
la velocità di 90 chilometri all’ora.
Due chilometri e duecento metri, invece, la distanza dallo Spaziani all’aeroporto militare. Tre minuti il tempo per percorrerli. Forse anche di
meno.
Quanto avrebbe potuto cambiare,
per Giuliano, quel quarto d’ora? Quei
venti minuti? A questa domanda dovrebbe rispondere non solo chi ha
sulla coscienza il non aver concluso
gli atti formali della convenzione,
rendendo quindi necessario un trasbordo in ambulanza, ma anche quei
colleghi della “grande e libera” stampa che non hanno degnato di una
sola riga i loro spazi per raccontare
questa storia.
Francesco Storace
T
“COSÌ CAMBIO LA FRANCIA”
“Sovranità e identità nazionale le nostre parole d’ordine”
di Gian Luigi Ferretti
poche ore di distanza dal
secondo turno delle amministrative francesi, che
hanno segnato l’avanzata
della formazione di destra
del Front national, Il Giornale d’Italia
ha intervistato Marine Le Pen, leader
del partito.
In Italia i media hanno parlato di
una sconfitta del Front national.
Anche da voi è andata così?
Devo dire che in Francia nessuno è
arrivato ad affermare una bestialità
del genere. Anzi quasi tutti hanno
A
constatato come il livello del Fn non
cessi di salire, elezione dopo elezione.
Quindi è contenta dei risultati?
Sono stati risultati che hanno sancito
un’importantissima radicalizzazione
territoriale e rappresentano quindi
solide fondamenta per la costruzione
delle prossime vittorie, prima le Regionali di dicembre e poi le Presidenziali del prossimo anno. In queste
elezioni dipartimentali il Front national è arrivato primo in ben 43 dipartimenti, è il segnale che sta per
avvenire qualcosa.
Si dice che a dicembre lei si can-
GIUDICE TURCO SEQUESTRATO E UCCISO CON I TERRORISTI
diderà alla presidenza della Regione Nord-Pas de Calais, dove il
Fn ha grandi chances…
Non ho ancora deciso perché mi
candiderò alla presidenza della Repubblica e sto valutando se una dura
campagna elettorale per le presidenziali sia compatibile, in termini
di tempo e di energie, con la guida
di una grande Regione.
Lei ha affermato che alle Regionali il Fn avrà grandi risultati…
Ho serie speranze di conquistare
quattro o cinque Regioni. Quello
che è sicuro è che il sistema elettorale
delle Regionali è diverso da quello
delle Dipartimentali e quindi le logiche non sono le stesse. Per vincere
l’Ump e il Ps dovrebbero fare una
lista insieme e in quel caso quello
che io chiamo UMPS (Ump+Ps) mostrerebbe il suo vero volto.
A cosa è dovuto il successo del
Front national?
Alle nostre parole d’ordine, come
sovranità, identità nazionale, democrazia e non oligarchia, patriottismo
economico e non ultraliberismo.
(Nella foto, le signore Le Pen con Gian Luigi
Ferretti: al centro Marine, con la sorella Yann
e la nipote Marion Maréchal)
RENZI SI “CUCINA” ALFANO DANDOGLI UN SEMINUOVO E INUTILE MINISTERO
Mezzogiorno di fuoco. Lento
opo vent’anni, e senza che
alcuno ne sentisse la mancanza - quanto meno per
come era stato concepito e utilizzato
fino ad allora - torna il ministero
del Mezzogiorno (e non “per” il
Mezzogiorno, che dopotutto avrebbe una sua differenza, non solo
lessicale). A resuscitarlo è Matteo
Renzi, salito agli onori delle cronache con la nomea di ‘rottamatore’. E che invece, oltre a non dismettere un fico
secco, adesso si permette pure di far tornare in
vita un Ministero perso nelle nebbie dei democristiani “A fra’, che te serve?” e di quella Cassa che
dava prebende a uomini del Nord per aprire fabbriche al Sud, e spesso chiuderle subito dopo
aver incassato il dovuto e anche di più.
Il premier-segretario Pd ha dunque deciso di rispolverare il Ministero che andrà ad occuparsi
delle terre e degli elettorati da Caserta a Lampedusa,
per darlo in dote ad Angelino Alfano. Una dote
che però sa tanto di pegno di divorzio, altro che
luna di miele. Il Nuovo centrodestra, infatti, aveva
un po’ puntato i piedi dopo le dimissioni-cacciata
di Maurizio Lupi dai Trasporti e Infrastrutture, e
voleva lo stesso ministero. Niente da fare: Matteo
D
Blitz di sangue
Vignola a pag. 6
lo ha promesso a Delrio, il fido
Graziano che ha fatto innamorare
Papa Francesco per la sua prole
numerosa, e che quindi andrà a
sedersi sulla poltrona dei Grandi
Affari. Il ristoro per gli alfaniani che ieri sono saliti da Mattarella
insieme a Renzi e a ‘toh chi si
rivede Maurizio Lupi’ - arriva perciò
da questo ministero, inutile quasi
come le politiche dell’Ncd ‘a sostegno’ del governo. Sarà una scatola vuota,
forse una copia carbone uscita male del ministero
degli Affari regionali. Dovrebbe avere almeno la
delega per i fondi europei, che però nessun sottosegretario si lascerà scippare. E tra una manciata
di mesi, Renzi avrà buon viso (a cattivo gioco) di
mettere alla porta una volta per tutte Alfano e i
suoi compari. Anche perché in realtà quel nuovo
ministero, che equivale pur sempre a una poltrona,
lo ha promesso a una lady del Pd, tanto per
tenersi buona pure questa componente del partito,
con le indiscrezioni che vanno dalla Picierno alla
onnipresente Finocchiaro, fino alla Moretti, nell’ipotesi niente affatto peregrina che quest’ultima
venga ‘trombata’ dagli elettori del Veneto.
Igor Traboni
2
Mercoledì 1 aprile 2015
ATTUALITA’
ALTRO CHE RIPRESA: L’ISTAT CERTIFICA L’AUMENTO DELLA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA, SOPRATTUTTO GIOVANILE
Renzi è “occupato” a prenderci in giro
E i famosi settantanovemila nuovi posti in realtà sono solo contratti di lavoro cambiati
l tasso di disoccupazione torna a
salire e a febbraio arriva alla poco
invidiabile percentuale del 12,7%,
dopo il calo registrato a dicembre e
a gennaio scorsi, che aveva fatto
stappare bottiglie di spumante a Renzi & c.
che neanche a cento feste di nozze tutte
assieme. L’Istat invece ora certifica l’aumento, anche sull’intero anno oltre che sul
mese precedente, precisando che si tratta
di dati non confrontabili con quelli del governo sulle 79mila attivazioni di nuovi contratti: “sono dati di diversa natura e non
necessariamente significano nuovi occupati.
Possono anche essere transizioni dal tempo
determinato ad altro tipo di contratti”.
Sale in particolare il tasso di disoccupazione
giovanile (tra i 15 e i 24 anni) al 42,6% a
febbraio, con un aumento di 1,3 punti rispetto al mese precedente e di 0,1 punti
rispetto all’anno precedente. A febbraio ci
sono 868 mila giovani occupati, 40mila in
meno rispetto all'anno precedente e 34mila
in meno rispetto a gennaio. Il tasso di occupazione giovanile scende così al 14,6%.
Al tempo stesso crescono gli inattivi fino a
4,4 milioni di ragazzi e aumentano di 35mila
unità in una anno e di 20mila unità in un
mese. Il tasso di inattività giovanile tocca
così il 74,6%. Solo la Grecia e la Spagna
fanno peggio di noi tra le giovani generazioni in cerca di lavoro.
Gli occupati di sesso maschile sono “sostanzialmente stabili” mentre quelli di sesso
femminile diminuiscono in un mese di
42mila unità. Anche il tasso di disoccupa-
I
INTERVISTA AL NEW YORK TIMES
Matteo torna Fonzie:
“Io sono giovane”
on che ne abbia mai dismesso del tutto gli abiti,
ma ieri Matteo Renzi, in
un’intervista al New York Times,
ha di nuovo indossato il giubbotto alla Fonzie ed è tornato a
fare il giovanotto di belle speranze, quello che tutti fa cadere
ai suoi pedi (in verità nel telefilm
Happy Days erano le belle ragazze americane, a largo del
Nazareno meno prosaicamente tutti quelli della direzione Pd).
E così al giornale statunitense, Matteo da Firenze ha detto tra
l’altro: "Per l''Italia questo è il tempo delle decisioni. Io sono il
più giovane leader che il Paese abbia mai avuto. Userò la mia
energia e il mio dinamismo per cambiare il mio Paese. Penso
sia il tempo di scrivere una pagina nuova per l''Italia. Non
posso attendere i vecchi problemi del passato".
Poi si è ricordato di essere (anche) di sinistra e ha provato a
darle una carta d’identità: “Dare più diritti ai giovani (e di conseguenza a se stesso, ndr), dare opportunità a una nuova generazione. In Italia abbiamo avuto un apartheid del lavoro. Il
Jobs act è la cosa più di sinistra che abbia fatto".
Poi, uno dei suoi paragoni di assoluta e commovente modestia,
con il Labour di Tony Blair: “Per Blair l’azzardo fu trasformare il
Partito laburista da un partito perdente a un partito vincente".
Ecco perché l’ex rottamatore ha detto di sentirsi “il Tony Blair
italiano”.
N
zione cresce al 14,1% per le donne (+0,3
punti su mese e +0,9 punti su anno) mentre
per gli uomini è all’11,7% (invariato sul
mese e in calo di 0,3 punti nell’anno).
Il tasso di disoccupazione in Italia a febbraio
è stato più alto della media dell’Eurozona
(11,3%). Secondo i dati Eurostat, la disoccupazione italiana è la sesta più alta della
Ue dopo Grecia (26,0%, dato di dicembre
2014), Spagna (23,2%), Ungheria (18,5%),
Cipro (16,3%) e Portogallo (14,1%).
Continua a calare, seppur lentamente, il
tasso di disoccupazione nell’Eurozona. Secondo Eurostat a febbraio è dell’11,3%,
mentre a gennaio era a 11,4% e nel febbraio
2014 era a 11,8%. Nella Ue a 28% la disoccupazione è al 9,8% (9,9% a gennaio e
10,5% 12 mesi prima). Secondo la stima di
Eurostat nella Ue-28 a febbraio i disoccupati
sono 23,8 milioni, mentre nell’Eurozona
sono 18,2 milioni. Rispetto allo stesso mese
del 2014 i senza lavoro sono diminuiti rispettivamente di 1,547 milioni e di 0,643
milioni. I tassi di disoccupazione più bassi
sono quelli di Germania, che fa registrare
il nuovo minimo (4,8%), Austria (5,3%),
Repubblica Ceca e Regno Unito (5,5%). In
Francia è a 10,3%.
TANGENTI A ISCHIA, TRA I DEM PREVALE LA LINEA GARANTISTA: “SPETTA ALLA MAGISTRATURA FARE LE INDAGINI”
Il Pd sospende Ferrandino, ma non lo caccia
In manette pure il sindaco di Santa Maria Salina, nelle isole Eolie, per peculato
ome da prassi, il Pd prende le distanze da Giuseppe Ferrandino, il sindaco di Ischia finito in
carcere nell’inchiesta della procura di Napoli
per presunte mazzette pagate da una cooperativa
rossa, la Cpl Concordia, per la metanizzazione dei comuni dell’isola campana. Sospende (ma non caccia)
l’illustre tesserato non spendendo nemmeno una
parola in sua difesa, lasciando “alla magistratura il
compito di fare le indagini e individuare eventuali responsabilità”. Fiducia nella giustizia, dunque. Prevale
la linea garantista, perché a essere sbattuto dentro è
stato un “democratico” e non certo un esponente di
centrodestra. Impossibile gridare quindi allo scandalo
C
e prendere le distanze da un amministratore che per
la pubblica accusa sarebbe stato corrotto da una
società emiliana a suon di mazzette. Nessuna parola
da parte di Renzi e Orfini circa quei contributi (certificati
e sicuramente leciti, ma che evidenziano come le
coop finanziano esponenti del partito democratico)
ricevuti da Cècile Kyenge, dal senatore Ugo Sposetti,
dalla Lista civica Zingaretti o dal comitato per Ambrosoli.
Oltre ai 10mila euro stanziati per la campagna elettorale
dell’attuale sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli.
Il tutto mentre il presidente dell’Authority anti-corruzione
vuole far luce sull’ipotetico giro di bustarelle che ha
portato all’arresto di 9 persone. Raffaele Cantone ha
chiesto gli atti ufficialmente ai suoi ex colleghi della
procura di Napoli, “per capire se ci siano appalti che
possono essere commissariati”. Intanto D’Alema potrebbe essere interrogato in qualità di persona informata
sui fatti per provare a chiarire uno dei punti cruciali
delle indagini, ovvero i rapporti che la coop rossa ha
intessuto con la politica e la pubblica amministrazione.
Da Ischia passando per Messina e provincia. Dove
agli arresti domiciliari è finito il primo cittadino di
Santa Maria Salina, Massimo Lo Schiavo. Arrestato
con l’accusa di peculato, si sarebbe appropriato di
una somma di denaro pari a 36mila euro. I risparmi
di una coppia di anziane sorelle successivamente de-
cedute. Proprietarie di una casa e vari beni, avendo
bisogno di assistenza, nel giugno 2013 furono trasferite
in una casa di riposo a Leni per essere curate. Solo
dopo aver chiesto all’amministrazione di custodire i
loro averi. Alla presenza dei vigili urbani il sindaco
prese il denaro e lo sigillò all’interno di due buste.
Dopo la morte di una delle due sorelle è stato nominato
un amministratore di sostegno dell’altra anziana,
presto deceduta. Con il “curatore” che ha chiesto al
sindaco di restituire la somma di denaro e le chiavi
dell’abitazione. Ma il primo cittadino a quanto pare
non ha voluto riconsegnare il dovuto e dopo aver
versato 6.000 euro all’amministratore ha iniziato ad
accampare scuse dicendo che la somma lasciata
dalle donne era di soli 25mila euro e di non sapere
più dove fossero i sacchetti con i soldi. Ma nel corso
delle indagini i carabinieri hanno risolto il mistero: si
trovavano all’interno della sua abitazione.
OPPORTUNITÀ PER 30MILA GIOVANI ITALIANI, MA ANCHE PER QUELLI CON PERMESSO DI SOGGIORNO
Servizio civile, ecco il bando per il 2015
stato pubblicato il Bando 2015
del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile
Nazionale, che porterà oltre 30mila
giovani dai 18 ai 29 anni (non
compiuti) a effettuare un'esperienza di un anno di Servizio Civile in
Italia o all’estero. Da quest’anno,
insieme ai cittadini italiani, potranno partecipare anche familiari
dei cittadini dell’Unione europea
non aventi la cittadinanza di uno
Stato membro che siano titolari
del diritto di soggiorno o del diritto
di soggiorno permanente; titolari
del permesso di soggiorno CE
per soggiornanti di lungo periodo;
titolari di permesso di soggiorno
per asilo e titolari di permesso
per protezione sussidiaria che abbiano gli altri requisiti di parteci-
È
pazione (età e non sussistenza di
condanne penali).
“Soggetti di Autonomia”, “La Casa
delle Genti” e “Girasole” sono i
progetti presentati dal Gruppo
Umana Solidarietà per offrire a 33
ragazzi e ragazze la possibilità di
supportare con il loro operato le
attività di assistenza ai rifugiati, di
sostegno al disagio adulto e di
cooperazione internazionale in favore di minori vittime di abusi e
violenze.
Un impegno per la solidarietà che
vede 4 regioni interessate dal progetto e in cui opera il GUS: Marche,
Puglia, Lazio e Sardegna e 10 le
sedi in cui saranno realizzati i progetti: Ancona, Macerata, Jesi, Chiaravalle, San Benedetto del Tronto,
San Ginesio, Servigliano, Roma,
Salento, Villasimius. La sede
all''estero è in Sri Lanka, nel distretto di Ahangama, nella Provincia meridionale del Paese.
Il Gus offre a 29 giovani in Italia e
4 in Sri Lanka l’opportunità di partecipare per un anno ad un progetto di Servizio Civile Nazionale
e poter contribuire allo sviluppo
dei progetti realizzati dal Gus, vivendo un’esperienza di cittadinanza attiva e coesione sociale.
Tutte le informazioni per poter partecipare al bando 2015 e le modalità
di presentazione della candidatura
sono disponibili sul sito del Gus
all’indirizzo: http://gusitalia.it/servizio-civile-con-il-gus. Per qualsiasi
altra informazione è possibile inviare una mail a [email protected]
Via Giovanni Paisiello n.40
00198 Roma
Tel. 06 85357599 - 06 84082003
Fax 06 85357556
email: [email protected]
Direttore responsabile
Francesco Storace
Amministratore
Roberto Buonasorte
Capo Redattore
Igor Traboni
Progetto grafico
Raffaele Di Cintio
Società editrice
Amici del Giornale d’Italia
Sito web
www.ilgiornaleditalia.org
Per la pubblicità
Responsabile Marketing
Daniele Belli
tel. 335 6466624 - 06 37517187
mail: [email protected]
-----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma
n° 286 del 19-10-2012
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Mercoledì 1 aprile 2015
ATTUALITA’
APPROVATO DALLA CAMERA UN ORDINE DEL GIORNO PER ARRIVARE ALL’ESTRADIZIONE DEL TERRORISTA ROSSO
L’Italia rompe col Brasile sul caso Battisti
Iniziativa del leghista Pini, che si dice soddisfatto: “Questa è giustizia autentica”
di Igor Traboni
orse il Brasile ce lo rimanda, quel
terrorista che ha insanguinato uno
dei periodi più bui della storia italiana. Ma quanto meno adesso l’Italia,
dopo tanta insipienza, si è mossa
ufficialmente nei confronti dello Stato sudamericano. La Camera ha infatti approvato ieri
un ordine del giorno della Lega per l'estradizione di Cesare Battisti, il terrorista rosso condannato in contumacia all’ergastolo per quattro
omicidi, commessi in Italia quando faceva
parte dei Proletari armati per il comunismo,
e poi riparato prima in Francia e ora in Brasile,
in entrambi i casi protetto e coccolato da ambienti della sinistra.
Ora il governo italiano, secondo il testo letto
in Aula dal Sottosegretario alla Difesa Domenico
Rossi, "è impegnato a intraprendere, tenendo
conto della collaborazione esistente con il
Brasile, tutte le iniziative politiche necessarie
a consentire l'estradizione in Italia di Cesare
Battisti".
Soddisfatto il deputato leghista Gianluca Pini,
firmatario dell’ordine del giorno, che su twitter
ha poi così commentato: "Obiettivo politico
raggiunto: estradizione per Cesare Battisti o
compromessi i rapporti con il Brasile. L''antiterrorismo non può non occuparsi dei terroristi
rossi, assassini fino ad oggi scandalosamente
protetti per ragioni politiche. Questa è #giustiziaautentica".
Ecco il testo dell’ordine del giorno depositato
da Pini:“La Camera, apprezzando l'ampiezza
degli interventi internazionali delle Forze ar-
F
mate e della Cooperazione allo sviluppo sui
maggiori teatri di crisi in Africa, Asia ed Europa; rilevando come la scelta di operare
con le Forze Armate di altri Paesi evidenzi
sempre una significativa solidarietà politica,
tanto in circostanze ordinarie, quando ci si
DA COMUNISTA A FONDATORE DEL PARTITO:
ORA L’EX MINISTRO HA ADERITO AL GRUPPO MISTO, INSIEME ALLA COMPAGNA
Bondi e Repetti
via da Forza Italia
a sindaco comunista a
pretoriano berlusconiano. E ora? In fuga, dall’azzurro al grigio del Gruppo
Misto. Sic transit gloria mundi,
verrebbe da dire leggendo
della decisione di Sandro
Bondi e compagna, ovvero
Emanuela Repetti. Che ieri
non hanno mancato di completare la propria parabola
politica e personale lasciando
Forza Italia. Difficile che sia
l’ultimo domicilio, questo è
chiaro. Certamente però Sandro Bondi, da fondatori di
Forza Italia, avrà preso la decisione con profondo travaglio. Già ne assunse una, all’inizio degli anni ’90, parecchio difficile: da sindaco comunista di Fivizzana, sua città
natale sull’Appennino toscano,
saltò il fosso verso il partito
dell’allora centrodestra nascente. Manovra difficile per
uno che vendeva l’Unità porta
a porta e, sempre in gioventù,
arrotondava piazzando polizze dell’Unipol.
Non che la notizia possa prendere qualcuno in contropiede:
l’ex ministro e la sua compagna e collega senatrice ebbero qualche settimana fa,
più precisamente il 3 marzo
scorso, un incontro con Silvio
Berlusconi ad Arcore. Il leader
di Forza Italia ricucì pazientemente lo strappo, convinse
D
addestra sulla base di programmi preconcordati, quanto in quelle straordinarie in cui
si opera congiuntamente sui teatri di crisi;
sottolineando, in particolare, il precedente
della cooperazione militare bilaterale italobrasiliana nell'ambito dell'attività di soccorso
NIENTE PROSCIOGLIMENTO, LA CASSAZIONE CONFERMA LA PRESCRIZIONE
Abbiamo una banca.
E anche da mangiare
Confermato il risarcimento di 80mila euro al sindaco
di Torino, “danneggiato” dalla pubblicazione
dell’intercettazione: finalmente il “povero”
Piero Fassino può arricchire il suo regime alimentare
l “povero” Fassino, intercettato sugli affari per
niente chiari del suo partito, avrà comunque i suoi
80mila euro di risarcimento
dagli editori de Il Giornale.
E in un Paese dove le intercettazioni scandiscono il tempo della politica, aver pubblicato quelle dei post-comunisti che esultano (“abbiamo una banca!”) resta una
colpa, seppure prescritta. I
giudici della sesta sezione
penale della corte di Cassazione hanno rigettato il ricorso
avanzato dai difensori di Silvio
e Paolo Berlusconi contro la
dichiarazione di prescrizione
emessa il 31 marzo scorso
dalla corte d'appello di Milano
nell'ambito del processo Unipol. I ricorrenti avevano chiesto il proscioglimento nel merito dalle accuse di concorso
in rivelazione di segreto d'ufficio. Il sostituto procuratore
generale Francesco Salzano
aveva invece chiesto ai giudici
la conferma della prescrizione. Secondo Salzano, l'ex presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, diede "il suo as-
I
la Repetti (che aveva annunciato l’addio attraverso una
lunga lettera al Corriere della
Sera) a ripensarci, cercando
anche di rispolverare l’ormai
ventennale amicizia con Sandro Bondi (che, anche lui, con
una lunga lettera alla Stampa
del 2014 aveva annunciato il
suo “distacco” da Forza Italia).
I commentatori politici intravedono le prime crepe nel
berlusconismo di ferro di
Bondi al periodo in cui era
ministro, e le fanno anzi coincidere con le crepe, anzi coi
crolli, di Pompei che nei fatti
ne agevolarono le dimissioni.
Bondi, in quell’occasione, fu
lasciato solo in balia delle
critiche onnipresenti (anche
se Pompei, nel corso degli
anni, ha continuato a crollare
senza analoghe indignazioni
straordinarie): non aveva tutti
i torti. Più recentemente, l’insoddisfazione di Bondi e Repetti si era cristallizzata verso
il “cerchio magico del Cav”,
verso una linea di partito nella
quale non si riconoscevano.
Pare che la rimozione dei coordinatori piemontesi a Torino
e Verbania, considerati troppo
vicini a Fitto dagli attuali vertici
R.V.
del partito.
prestata ad Haiti; stigmatizzando, tuttavia, l'atteggiamento non collaborativo dimostrato
dal Brasile nella gestione della vicenda collegata alla mancata estradizione in Italia di
Cesare Battisti, condannato all'ergastolo in
contumacia dalla magistratura del nostro
Paese per reati di terrorismo – quattro omicidi
in concorso – e non certo vittima di una presunta negazione del diritto alla libertà di
opinione ed espressione del pensiero; ritenendo che la protezione di fatto accordata
dalle autorità brasiliane a quello che per la
giustizia del nostro Paese è un terrorista conclamato rappresenti un gesto incompatibile
con relazioni di autentica solidarietà politica
ed amicizia, il comma 3 dell'articolo 13 prevede la possibilità che la prosecuzione della
partecipazione ad alcune operazioni internazionali sia subordinata alla soluzione di
questioni pendenti che riguardano cittadini
italiani, impegna il Governo a sospendere
ogni forma di cooperazione e collaborazione
in campo politico-militare con il Brasile, a
partire da quelle che regolano l'accesso di
ufficiali brasiliani ai centri ed agli istituti di
formazione militare del nostro Paese, fino al
perfezionamento dell'estradizione in Italia di
Cesare Battisti”.
Anche se il dispositivo è stato poi leggermente
cambiato, ma non nelle premesse, resta il
dato di fondamentale importanza che si tratta
del primo documento ufficiale approvato in
un ramo del parlamento che impegna un governo ad un impegno totale, senza mezze misure, all’estradizione di Battisti nell’ambito dei
rapporti con il Brasile.
senso alla pubblicazione della
telefonata tra Fassino e Consorte nella consapevolezza
che era un'intercettazione coperta da omissis che avrebbe
avuto un impatto enorme sui
mass media, tanto che la frase
'abbiamo una banca' è rimasta nella memoria collettiva",
ha detto il procuratore sottolineando che "senza l'apporto
decisivo di Silvio Berlusconi
non vi sarebbe stata pubblicazione". Durante l'udienza
ha tenuto la sua arringa anche
l'avvocato Carlo Grosso, che
rappresenta Piero Fassino,
parte civile in questo procedimento nell'ambito del quale
gli è stato riconosciuto il diritto
ad un risarcimento di circa
80 mila euro a carico di Silvio
e Paolo Berlusconi."Si era alla
vigilia di una rilevante tornata
elettorale ha detto Grosso nella quale si ipotizzava la
vittoria della coalizione politica guidata da Romano Prodi". In questo contesto la notizia dell'intercettazione Fassino-Consorte "era molto succosa".
Chissà perché, verrebbe da
chiedere a Fassino e al suo
legale. "Chi può mai pensare
che una notizia di tale rilevanza politica potesse essere
pubblicata senza l'avallo di
Silvio Berlusconi che era la
persona che avrebbe avuto
vantaggio politico dall'esplosione della notizia, divulgata
ampiamente anche dai media
internazionali", ha aggiunto
Grosso chiedendo ai giudici
di respingere i ricorsi di Silvio
e Paolo Berlusconi contro la
dichiarazione di prescrizione
del processo Unipol dal quale
chiedono di essere prosciolti
da ogni responsabilità. "Il risultato finale della pubblicazione di quella intercettazione
è stato molto dannoso - ha
proseguito il legale di Fassino
- e questo determina la solidarietà del risarcimento", ossia il fatto che Silvio e Paolo
Berlusconi sono chiamati a
risponderne insieme. E infatti
la Suprema Corte ha confermato il risarcimento di 80.000
euro in favore dell’attuale sindaco di Torino. Giustizia è
fatta. O no?
Robert Vignola
4
Mercoledì 1 aprile 2015
ATTUALITA’
RISPARMIARE SI’, MA NON A QUESTO PREZZO: PROTESTA DI PIAZZA CONTRO LA SCELLERATA IPOTESI DI ACCORPAMENTO
Giù le mani dalla Forestale
di Emma Moriconi
l Governo vuole risparmiare. Bella pensata, non c'è che dire. Il problema è
che vuole farlo tagliando una delle poche cose che funzionano. È il caso del
Corpo Forestale dello Stato, e ieri la
protesta è scesa in piazza, a Roma.
"Giù le mani dalla Forestale", "Non vogliamo
essere i nuovi agnelli sacrificali" sono alcuni
degli slogan gridati da rappresentanze sindacali, membri del Corpo, associazioni ambientaliste e animaliste (tra le altre Lipu e Legambiente), ma anche privati cittadini e parlamentari: tutti hanno urlato a gran voce il loro
dissenso a tanta scelleratezza. Il caso è quello
di un emendamento al disegno di legge sulla
pubblica amministrazione, che prevede di accorpare il Corpo ad altre forze di polizia. Da
domani se ne parlerà in Senato ed è evidente
come la questione farà discutere e non poco.
Ad alzare la voce sono tanti, a cominciare da
Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu,
che evidenzia come "non c'è chiarezza sul
progetto del Governo che prevede lo smembramento di un Corpo di circa 200 anni che si
è sempre occupato dell'ambiente, della natura,
degli animali e della biodiversità". Anche il
rappresentante sindacale dell'Ugl della Forestale Federico Menichini dice la sua: "Non c'è
un criterio logico né programmazione nel disegno di razionalizzazione delle forze di polizia,
sono ottomila gli uomini e le donne che ogni
giorno si impegnano sul territorio portando
la propria esperienza e conoscenza anche in
zone poco accessibili e spesso trascurate, devono rafforzarci non accorparci". Insomma la
piazza urla il suo "no" a questo provvedimento
scellerato che va a toccare una delle istituzioni
di cui l'Italia può andare maggiormente fiera.
Anche Andrea Laganà del Snf, si è espresso
in questo senso: "Vogliamo dire un no secco a
questo provvedimento di un governo eletto
da nessuno che vuole far scomparire la Forestale dai boschi, dalle montagne dove operiamo
I
tutti i giorni. Una scellerata manovra finalizzata
solo ad uno spot elettorale dove si vuole far
passare questa riorganizzazione perché siamo
il Corpo più piccolo". In merito scende in
campo anche Silvio Berlusconi: "Il riordino
delle Forze di Polizia - dice - non può passare
attraverso la soppressione del Corpo forestale:
disperdere un patrimonio di competenza così
importante per la protezione dell'ambiente,
dell'agricoltura e del territorio sarebbe un
grave errore. È giusto eliminare le sovrapposizioni di competenza tra le varie forze dell'ordine, ma il progetto del governo procede
in modo affrettato ad accorpamenti che non
garantiranno maggiore efficienza ma, anzi, rischiano di generare confusione in un settore,
quale quello della polizia ambientale e agroalimentare, importantissimo per la tutela della
salute dei cittadini e del nostro Made in Italy.
La Forestale - dice ancora - ha sempre adempiuto ai propri compiti istituzionali in modo
professionale e con grande dedizione, sapendosi adeguare ai cambiamenti della società. Non la sacrifichiamo sull'altare delle
'riforme a tutti i costi', dell'ennesimo annuncio
dalle ricadute nulle se non addirittura dubbie".
Sul tema si è espresso anche Gianni Alemanno,
già Ministro dell'Agricoltura: "Tutti gli ex
Ministri dell'Agricoltura, da De Cesaro a Pecoraro Scanio alla De Girolamo, hanno manifestato solidarietà ai 7mila forestali e solo
l'attuale Ministro Martina sta nascondendo la
testa sotto la sabbia. Il Corpo forestale è un
pezzo pregiato di un sistema di sicurezza
del territorio e scioglierlo significherebbe
soltanto abbassare la tutela dell'ambiente e
della natura, consegnandola nelle mani di
nessuno. Non ci si può lamentare ogni giorno
del dissesto idrogeologico, dei rifiuti tossici
e proporre con la scusa della spending review
lo scioglimento della Forestale. Del resto è
evidente a tutti che con l'accorpamento non
si realizzeranno risparmi e per questo chiederemo al governo Renzi di correggere
questo errore clamoroso".
La Forestate spopola
anche nelle fiction, come in
‘A un passo dal cielo’
con Terence Hill
L’APPROFONDIMENTO
Due secoli di storia e tutela dell’ambiente
l Corpo Forestale dello Stato
nasce nel 1822, si tratta di
una realtà altamente specializzata che costituisce un
fiore all'occhiello del nostro
Paese. Si tratta di una "forza
di polizia ad ordinamento civile, specializzata nella tutela
del patrimonio naturale e paesaggistico, nella prevenzione
e repressione dei reati in materia ambientale e agroalimentare" come si legge sul
sito web, che scrive ancora:
"La molteplicità dei compiti
affidati alla Forestale affonda
le radici in una storia professionale dedicata alla difesa
dei boschi, che si è evoluta
I
nel tempo fino a comprendere
ogni attività di salvaguardia
delle risorse agroambientali,
del patrimonio faunistico e
naturalistico nazionale". L'Italia possiede meraviglie naturali come pochi altri luoghi al
mondo, e i problemi connessi
a queste sono infiniti, a cominciare dalle discariche illegali fino all'inquinamento,
dagli incendi all'abusivismo
edilizio, dal bracconaggio alla
pesca nelle acque interne,
dalla tutela delle specie faunistiche minacciate di estinzione alla sicurezza alimentare, dalla sicurezza negli impervi territori montani alla ga-
ranzia di ordine, sicurezza e
pubblico soccorso in tutte le
circostanze in cui i territori
siano sotto la sua osservazione
e tutela, come nel caso delle
piste da sci, dove si occupa
anche della prevenzione del
rischio valanghe monitorando
costantemente il territorio.
L'Italia, Paese ricchissimo in
termini naturalistici oltre che
culturali, artistici e storici,
ha già perso moltissimo del
suo prestigio internazionale.
Veder scomparire il Corpo Forestale dello Stato significherebbe sapere di essere più
vulnerabili, sia dentro che
fuori.
TORNA IN AUGE LA QUESTIONE SPENDING REVIEW, IL NUOVO COMMISSARIO COME IL SUO PREDECESSORE
Da Cottarelli a Gutgeld, sforbiciate a chiacchiere
La promessa del Guru del premier: “Nel 2016 elimineremo 10 miliardi di spesa pubblica”
di Marcello Calvo
i torna a parlare di spending review,
Matteo Renzi ci riprova. Da quando
il commissario Carlo Cottarelli è
stato trasferito, lo scorso ottobre, al
Fondo monetario con un incarico prestigioso, le spese anziché ridotte sono
addirittura aumentate. Con le promesse
del premier naufragate in un mare di
buoni propositi, rimasti tali.
Dopo le critiche, l’idea del primo ministro
S
volta a rilanciare il tutto. Dando un
nuovo impulso alla revisione della spesa
pubblica, incaricando di questa autentica
missione all’apparenza impossibile il
suo consigliere economico Yoram Gutgeld, già deputato del Pd. Naturalizzato
italiano da anni, nato a Tel Aviv, da
pochi giorni ha preso il posto di Cottarelli. C’è già chi lo chiama Mani di
forbice e chi, al contrario, pensa che
non riuscirà a risolvere nulla. Tant’è, il
Guru del Rottamatore è ambizioso e ai
microfoni di Radio 24 lancia la sfida:
“L’obiettivo per il 2016 - ha spiegato –
è tagliare di 10 miliardi la spesa pubblica.
E lo faremo entro novembre di quest’anno per inserire il tutto nella legge
di stabilità”. I settori dove intervenire?
Le pensioni sono da escludere, tra le
ipotesi i troppi corpi delle Forze dell’ordine, cinque. Oltre che il risanamento
di sanità e trasporti.
Basta riavvolgere il nastro e fare un
salto indietro al settembre scorso quando
a Cernobbio, intervenendo al Forum
Ambrosetti, Cottarelli parlava di tagli
possibili da 20 miliardi in 1.000 giorni
(il lasso di tempo che l’ex sindaco di Firenze s’è dato per cambiare il paese).
Per capire come, nonostante siano passati 7 mesi dall’annuncio scoppiettante,
i propositi dell’esecutivo siano rimasti
sempre gli stessi. Buone intenzioni, promesse, chiacchiere. E la solita aria fritta.
Le nuove entrate scovate dall’esecutivo,
come la maggiorazione dell’Isi (fotocopia
dell’Imu), non bastano infatti a coprire
le spese del 2015. Pertanto, se non si
taglia la spesa pubblica di almeno 8 miliardi, si deve ricorrere alla solita clausola
di salvaguardia: l’aumento dell’Iva dal
22 al 23,5%. Tradotto, ennesima mazzata
tra capo e collo per imprese e famiglie.
Bisogna dunque intervenire e subito.
Ma l’impresa eccezionale è quella di
essere ambiziosi, fortissimamente ambiziosi. E modestamente, Gutgeld lo è:
“Se riusciremo a fare di più – ha
aggiunto – potremmo continuare nell’operazione di riduzione delle tasse iniziata quest’anno”. Sarebbe interessante
capire a quale si riferisce, ma soprattutto
sapere cosa succederà se l’obiettivo
non dovesse essere centrato, come
probabile, ancora.
LE NOSTRE ECCELLENZE CONTINUANO A ESSERE “REGALATE” AL MERCATO INTERNAZIONALE
L’Italia è in svendita, ma Renzi esulta
Plaude la fusione tra Yoox e gli svizzeri, ormai ci sono rimaste solo le mutande
Italia è in (s)vendita. Le nostre eccellenze continuano ad essere “regalate” al mercato internazionale.
E’ tempo di saldi: complice la grande
crisi economica e un mix micidiale composto da una pressione fiscale a dir poco
elevata (siamo la matrigna d’Europa) e
un sistema complesso, i colossi mondiali
seguitano a fare shopping nel Belpaese,
senza sosta. Puntano le nostre perle e le
acquistano, mettendo a segno veri e pro-
L’
pri affaroni.
Non solo Poltrona Frau, Parmalat, Telecom,
Loro Piana, Gucci, Bottega Veneta, Bulgari,
Fendi, Acqua di Parma, Krizia, Pirelli e
Duty Free. A finire nelle mani svizzere
per 1,3 miliardi di euro, oltre al gruppo
dei Benetton, anche Yoox. La reginetta
delle blue chip italiane con il suo +173%
fatto registrare in 12 mesi. La web company, fondata da Federico Marchetti appena 15 anni fa, ha sottoscritto un accordo
con Compagnie Finaciere Richemont per
una fusione con la controllata Pret-A-Porter, principale retailer a livello mondiale
di lusso on-line. Con la holding di Ginevra
che deterrà il 50% del nuovo gruppo che
continuerà ad essere quotato alla Borsa
di Milano e manterrà sede in Italia.
Ci hanno colonizzato ma c’è chi, come
Matteo Renzi, che invece di strapparsi le
vesti e disperarsi per l’ennesima cessione
di un nostro gioiello, su twitter si compli-
menta con il team di Yoox: “Tanto di cappello, bravissimi e in bocca al lupo”. Questo, l’incredibile cinguettio del premier.
Ci stiamo vendendo anche l’anima. Ma
chi rappresenta il paese sembra ignorarlo.
Trascurando un concetto fondamentale:
ci sono cose che non hanno prezzo. Storia,
costumi, arte, cibo, terre, sono elementi
cardine del nostro paese. Portateci via
tutto, ma non radici e identità.
Continua il massacro del made in Italy
mentre c’è chi lo avalla. Non c’è rimasto
niente, se non le mutande. Il Belpaese
apre le porte allo straniero ed è pronta a
farsi portar via pure i gioielli di famiglia.
M.C.
Non ci resta che piangere.
5
Mercoledì 1 aprile 2015
DA ROMA E DAL LAZIO
IL PUNTO ALL’ESAME DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA
MAFIA CAPITALE
Buontempo-Montesi: loculi
perenni gratuiti. Parola all’aula
Buzzi si difende: “Ho
lavorato onestamente”
Il proponente Dario Rossin (Forza Italia): “Un atto doveroso
e di dignità politica, non soltanto una semplice concessione”
di Giuseppe Sarra
eodoro Buontempo e Bruno
Montesi. Due personaggi differenti, ma molto simili. In comune
avevano il servizio per Roma. Il
primo, esponente storico della
destra romana e nazionale, spentosi il 24
aprile di due anni fa dopo una breve malattia, a servizio per anni delle periferie
malandate della Capitale e sempre pronto
in difesa dei più deboli. Il secondo, vigile
urbano, deceduto a soli 32 anni dopo
essersi gettato nel Tevere per salvare una
donna, Pierina Cassisi, che aveva tentato il
suicidio: lei se la cavò con qualche giorno
di prognosi; il vigile, invece, morì un anno
dopo per leptospirosi contratta nell’acqua
infetta. Ma l’eroe, che lasciò una moglie e
tre figli, ha rischiato assurdamente di finire
in una fossa comune. Qualche mese fa, infatti, l’Ama ha chiesto 2.200 euro per il suo
loculo. Da lì, la colletta raccolta dai vigili e
una missiva inviata dall’associazione delle
polizie locali al sindaco Marino. Un fatto
che ha suscitato tantissime polemiche da
vigili e opinione pubblica nei confronti
dell’amministrazione comunale.
Oggi, però, l’Assemblea capitolina dovrà
esprimersi sulla concessione gratuita perenne dei loculi per Buontempo e Montesi
su proposta di Dario Rossin, vicecapogruppo di Forza Italia in Campidoglio, calendarizzata ieri durante la capigruppo.
Rossin filerà tutto liscio? Oppure teme
che la sinistra si metterà di traverso?
Spero di sì. Mi auguro che sulla figura di
queste persone non ci siano problemi. Poi
Teodoro Buontempo e Bruno Montesi, seppur diversi tra loro, hanno dato qualcosa di
importante a questa città. Ovviamente la
T
palla di vetro non ce l’ho, ma se le concessioni sono state inserite all’ordine del giorno,
denota almeno in una parte della maggioranza un po’ di sensibilità su temi che non
hanno colore politico. Sarebbe assurdo inserire la proposta all’ordine del giorno e
poi bocciarla. Se poi la parte più estrema
della sinistra, quella più ideologizzata, votasse contro e si mettesse sulle barricate,
sarebbe un pessimo segnale per chi ha
onorato la città.
Che ricordo ha di Buontempo?
Dal 2010 al 2013 ho avuto l’onore di fare il
segretario romano de La Destra quando
Teodoro era presidente. Ho il ricordo di
una persona integerrima e dedita al lavoro:
il classico uomo d’altri tempi. Non ero
ancora consigliere comunale, ma non potrò
mai dimenticare quando parlò in aula per
48, ininterrottamente, sul bilancio.
Che idea si è fatta di quello che è accaduto sul caso Montesi in questi giorni?
E’ scandaloso che nessuno si fosse ricordato
di concedere un loculo a chi per un gesto
di puro eroismo ha messo a repentaglio la
propria vita salvando una donna che stava
affogando nel Tevere. Quando ero capogruppo de La Destra in Campidoglio, feci
intitolare la scuola di Polizia municipale al
compianto vigile urbano.
Se la proposta venisse approvata, che
importanza avrebbe per la città di Roma?
Reputo che sia un atto doveroso e di dignità
politica, non soltanto una semplice concessione. Tra l’altro andrebbe a sanare
l’ennesima mancanza di sensibilità politica
di questa amministrazione, che in questi
giorni ha suscitato le giuste rimostranze
da parte del Corpo municipale e del sottoscritto.
MA NON È DETTA L’ULTIMA PAROLA. I RINCARI SONO DIETRO L’ANGOLO
Il denaro a Odevaine “non era frutto di
corruzione”, ma “il compenso per consigli e
informazioni” nell'ambito della propria attività
pochi giorni
dai primi segnali di cedimento di Luca Odevaine, vicino prima
a Veltroni e poi a Zingaretti, è tornato a
parlare con i pm anche Salvatore Buzzi,
ras delle cooperative, tra i principali indagati nell’inchiesta
Mondo di mezzo.
E lo ha fatto nel corso
del faccia a faccia
con il procuratore
aggiunto Michele
Prestipino e il sostituto Giuseppe Cascini.
“Non sono un mostro”, ha
detto Buzzi durante le dichiarazioni spontanee, prendendo
inoltre le distanze dall’appellativo di “disonesto”. Riguardo
le affermazioni di Odevaine,
ex vice capo di gabinetto di
Veltroni e già capo della polizia provinciale sotto la giunta
Zingaretti, che ha ammesso
di aver preso denaro da Buzzi
spiegando che per lui svolgeva “un ruolo di facilitatore”,
visto che lo aiutava a risolvere
i problemi, il “re delle cooperative” ha chiarito che quel
denaro non era frutto di corruzione, ma “il compenso
per consiglio ed informazioni
che riceveva nell’ambito della
propria attività”.
Non solo. Buzzi ha tenuto a
precisare: “Ho cercato di la-
A
vorare in modo onesto nel
mondo delle cooperative del
terzo settore. Ho cercato di
restituire il contesto di lavoro,
i vari rapporti con le istituzioni
e non solo”.
Il suo legale, l’avvocato Alessandro Diddi, ha poi fatto sapere che “siamo pronti a sostenere nuovi incontri con i
pubblici ministeri e restiamo
a disposizione di chi indaga”.
Ora Buzzi attenderà la decisione della Corte di Cassazione, quando tra dieci giorni
esaminerà il suo ricorso per
la revoca dell’ordinanza di
custodia cautelare.
Attualmente il presidente della
29 giugno si trova nel carcere
nuorese di Badu ‘Carros e
detenuto in regime di massima sicurezza. E' accusato di
associazione per delinquere
di stampo mafioso.
DUE FERITI LIEVI. DIECI GIORNI DI PROGNOSI AL VICECOMANDANTE
Strisce blu? Passo indietro
Rom bastonano i vigili
Marino-Improta rinunciano alla richiesta di sospensiva
dopo la sentenza del Tar che ha bocciato i rincari
L’assessore Danese: “La città mi sta esplodendo
sotto le mani”. Marucci (Ospol): “Gli agenti in Italia
non sanno se sono impiegati o poliziotti”
nnesima giravolta mariniana. Nonostante l’assessore Improta avesse
annunciato il ricorso al Consiglio di Stato perché, secondo
lui, il Tar aveva espresso “valutazioni politiche”, a sorpresa
il Campidoglio ha rinunciato
alla richiesta di sospensiva
della sentenza dei giudici amministrativi. Insomma, l’amministrazione comunale è tornata
sui suoi passi, evitando un’altra
figuraccia. Il tribunale amministrativo, accogliendo il ricorso del Codacons, aveva
bocciato gli aumenti delle tariffe per le strisce blu. Scongiurando una vera mazzata
per i romani che, al momento,
non saranno costretti a pagare
1,50 euro l’ora per la sosta a
pagamento.
Nulla è cambiato, quindi. Almeno fino al prossimo 15 settembre, quando “i giudici decideranno nel merito se confermare o meno la bocciatura
decisa dal Tar”, fa sapere il
E
Codacons, che comunque ha
assicurato: “Il Comune di
Roma dovrà non solo adeguare gli strumenti di pagamento per consentire agli automobilisti la sosta di un’ora
al costo di 1 euro, ma anche
reintrodurre le agevolazioni
cancellate con la delibera bocciata dal Tar, ossia l’abbonamento giornaliero da 4 euro
e quello mensile da 70 euro”.
Ma dal Campidoglio non mollano. A vestire i panni dell’avvocato ci ha pensato il vicesindaco Luigi Nieri, che indirettamente ha preso le distanze dall’assessore Improta, che
due settimane fa aveva parlato
di una sentenza “culturalmente
sbagliata”.
“Le sentenze non si commentano”, ha detto l’esponente di
Sel a Radio Cusano Campus.
E quindi, sulla stessa lunghezza d’onda di Improta, “se ci
sono dei difetti dal punto di
vista tecnico o amministrativo
nelle delibere le rifaremo. Ma
il governo di Roma spetta al
sindaco, alla giunta e all’Aula
consiliare”.
I romani possono dormire
sonni tranquilli almeno fino a
settembre. Perché l’intento di
Marino e compagni è chiaro:
“In centro resterà la tariffa da
1,50 euro all’ora, tariffa diversa
fuori dall’anello ferroviario”.
Parola di Improta.
na polveriera. Dopo Tor
Sapienza e Corcolle, altri scontri sono andati
in scena nella periferia romana, questa volta nel quartiere di La Rustica. I tafferugli
tra i vigili urbani e i rom
hanno raggiunto l’apice intorno alle 8 di ieri mattina
quando, nei pressi del centro
d’accoglienza nomade, “appena giunti sul posto siamo
stati aggrediti a colpi di scope
e bastoni”, ha fatto sapere la
Polizia locale del gruppo Sicurezza pubblica ed emergenziale. La struttura, avvolta
dalle fiamme tra domenica e
lunedì, era stata dichiarata
inagibile dall’altro ieri. Gli
agenti si erano recati quindi
sul posto per continuare le
operazioni di bonifica, ma
“un gruppo di una sessantina
di rom ci hanno presi a parolacce, ci hanno aizzato i cani
contro e volevano impedirci
U
di entrare per la bonifica del
centro, occupandolo abusivamente di nuovo”, ha denunciato il Corpo.
Il bilancio parla di due vigili
urbani feriti lievemente, mentre è di 10 giorni “salvo complicazioni”, invece, la prognosi
per il vicecomandante della
Polizia locale, Antonio Di maggio. Il referto medico, rilasciato all’ospedale di Tor Vergata, per Di Maggio parla di
“politrauma da aggressione
alla spalla e braccio sinistro”.
Dopo un’ora dagli scontri,
una rom è stata trasportata
in ospedale da un’ambulanza.
Accusava forti dolori al petto.
Gli altri quattro zingari fermati,
sono poi riusciti a scappare.
La situazione è tornata alla
calma grazie all’arrivo sul posto di rinforzi provenienti da
Ponte di Nona e dai vicini
commissariati di polizia e carabinieri.
“È la prova lampante che la
polizia è continuamente esposta a rischio aggressione e
non ha gli strumenti di protezione: il giubbotto antitaglio,
il casco protettivo e i guanti
rinforzati”, ha lamentato al
Giornale d’Italia Luigi Marucci, segretario dell’Ospol, uno
dei sindacati più rappresentativi della Polizia locale. “Non
abbiamo neanche una polizza
assicurativa”, ha aggiunto Marucci, ricordando che “il governo Monti ha cancellato
l’equo indennizzo”.
“Ho la città che mi sta esplodendo sotto le mani”, è stata
invece la denuncia dell’assessore alle Politiche sociali di
Roma, Francesca Danese.
Solidarietà al Corpo è stata
espressa anche dal sindaco
Marino: “Chi alza le mani sui
vigili non è il benvenuto”, ha
detto il primo cittadino, criticato
dalle forze di minoranza.
6
Mercoledì 1 aprile 2015
ESTERI
NELLE ORE IN CUI IL PAESE RESTAVA AL BUIO PER UN MISTERIOSO BLACK OUT, A ISTANBUL È SCATTATO L’ALLARME
Sequestri, scontri a fuoco, black out: cose turche
Preso in ostaggio e minacciato di morte un procuratore che indagava sulle violenze di Gezi Park. È rimasto
gravemente ferito nel blitz per liberarlo, poi è spirato. Uccisi anche i due sequestratori. Tensione alle stelle
a Turchia ha vissuto ieri una giornata
tra le più ricche di apprensione della
sua breve e pur travagliata storia.
Con la crisi di Istanbul che ha fatto
davvero vacillare le istituzioni. In un
quadro già reso difficile da numerose fonti di
tensione, è stato l’assalto al Palazzo di Giustizia
di Istanbul a far precipitare la situazione.
Un gruppo armato ha fatto irruzione nell’edificio, nel primo pomeriggio, e si è diretto
verso l’ufficio del procuratore Mehmet Selim
Kiraz. Quest’ultimo è stato subito preso in
ostaggio e minacciato in diretta web di essere
giustiziato. Si tratta del magistrato che indaga
sulla morte di un adolescente colpito alla
testa dalla polizia durante le proteste anti-governative nel 2013. A mostrarlo al mondo, dicendosi pronti a tutto pur di far valere le loro
ragioni, gli attivisti di un gruppo di estrema
sinistra, il Partito - Fronte rivoluzionario di Liberazione del popolo (Dhkp-C), che pur avendo sparato vari colpi durante l’assalto avevano
lasciato andare il personale, affiggendo bandiere rosse con falci a martello e stelle gialle
al posto dei quadri istituzionali. Le drammatiche
immagini del procuratore con la pistola alla
tempia hanno fatto il giro del mondo, insieme
con la richiesta dei sequestratori: giustizia su
Gezi Park, le proteste che ne scaturirono e il
sangue che fu versato ad Istanbul. In particolare
quelle di Berkin Elvan, il giovane colpito alla
testa nel giugno del 2013 e poi morto dopo
nove mesi di coma un anno fa, in ospedale.
La cellula del movimento, una formazione
d’ispirazione marxista-leninista considerata
un gruppo terroristico al pari delle nostre
Brigate Rosse, dava l’ultimatum a poche ore:
L
confessione da parte degli autori delle atrocità
di piazza o esecuzione del magistrato.
Nel frattempo le autorità turche convocavano
le unità di crisi, mandavano le forze di sicurezza turche hanno già fatto ingresso all’interno del Palazzo decretavano il silenzio
stampa. Tra i pochi a parlare proprio il
padre di Berkin Elvan, il ragazzo ucciso
mentre andava a prendere il pane nel corso
delle proteste di Gezi Park.
In serata, invece, il sangue è stato versato:
quello dei terroristi, nella fattispecie, ma anche
del procuratore, rimasto ferito nell’operazione
per liberarlo. Si sono avvertiti spari ed esplosioni, alla fine sono rimasti uccisi i due estremisti, che lo tenevano in ostaggio. Il procuratore
è stato trasportato d'urgenza al vicino ospedale
Florence Nightingale: inutili i tentativi di
NEL 2006 L’OMICIDIO DI DON SANTORO
DAL MONDO
Sacerdote italiano ucciso
a Trabzon: si riapre il caso
L
e indagini sull'assassinio del sacerdote italiano Andrea Santoro,
ucciso in Turchia mentre pregava
in una chiesa, potrebbe ripartire e le
autorità giudiziarie turche dovrebbero
quanto prima riaprire un fascicolo d’inchiesta. Per l'omicidio del sacerdote
cattolico, 61 anni, incardinato nella diocesi
di Roma e ammazzato a Trabzon il 5
febbraio 2006, è stato condannato a una
pena di 18 anni di carcere il giovane
turco Oguzhan Akdin, che all'epoca dell'omicidio aveva 16 anni.
Adesso però le autorità della Turchia,
nel riconsiderare il caso, tornano a prendere in considerazione i dubbi che
l'omicidio possa essere stato commesso
da solo proprio da un adolescente, peraltro con forti problemi di miopia, ma
che in quell'occasione avrebbe esploso
tre colpi senza mancare mai il bersaglio.
Secondo quanto riportato dalla stampa
turca, emergono elementi che confermano la negligenza con cui allora furono
condotte le indagini. Il caso doveva essere assegnato alla competenza dei dipartimenti giudiziari incaricati delle indagini sul terrorismo e la criminalità organizzata, mentre è stato seguito da
quello che si occupa semplicemente di
pubblica sicurezza. Anche la ricerca di
indizi nell'abitazione del condannato sarebbe stata condotta in modo superficiale, così come le dichiarazioni processuali dell'indagato sono poi risultate
vaghe e confuse.
A suo tempo, durante lo svolgimento del
tenerlo in vita, è spirato a causa delle
ferite riportate.
Tutto ciò è avvenuto proprio mentre il
blackout più massiccio degli ultimi 15
anni stava colpendo larga parte della
Turchia. Dalle 9.30, ora italiana di ieri,
oltre 40 province infatti sono rimaste
senza elettricità, creando forti disagi,
al sistema dei trasporti. Secondo quanto
riferito dai controllori di volo, undici
dei sedici radar dell'aviazione civile
sarebbero finiti fuori uso. Anche la capitale Istanbul ed Ankara sono state
interessate dall'interruzione di energia
elettrica, dove è stata interrotta la circolazione di tram e metropolitana. È
stato sgomberato pure il tunnel che
collega la parte europea del paese a
quella asiatica.
Sempre ieri, un tribunale turco ha assolto tutti i 236 ufficiali militari a processo perché sospettati di essere dietro
al presunto complotto del 2003 volto
a rovesciare l'allora primo ministro
Recep Tayyip Erdogan. Secondo quanto ha comunicato a Reuters un avvocato
della difesa, la decisione è stata presa
dopo che il procuratore incaricato del
caso ha fatto sapere che le prove digitali presentate erano inammissibili.
Un quadro generale che, in attesa che si
dissipi il polverone, fa pensare quanto poco
sia stabile uno Stato che rappresenta un
tassello davvero fondamentale negli equilibri
geopolitici eurasiatici e in particolare del
Medio Oriente e del Mediterraneo.
Robert Vignola
ELEZIONI NIGERIA:
VINCE L’OPPOSIZIONE
L'opposizione si è dichiarata
vincitrice nelle elezioni presidenziali in Nigeria.
Pur avendo recuperato molto
grazie ai successi registrati in
alcuni Stati petroliferi del Sud,
di cui è originario, il capo dello
Stato uscente è stato ampiamente superato da Buhari, un
generale a riposo, di fede musulmana e natio del Nord, già
alla testa del Paese più popoloso
dell'Africa fra la fine del 1983
e l'agosto 1985, alla guida però
di una giunta militare.
IRAQ: ISIS
SCACCIATA DA TIKRIT
processo, la procura turca dichiarò inoltre
di non aver trovato riscontri alle notizie
di stampa secondo cui il giovane omicida
apparteneva a un gruppo di estremisti
nazionalisti e fondamentalisti, guidati da
un anziano «hoja» (maestro). La pista accreditata dalle indagini e dall'esito del
processo delineò l'omicidio come il gesto
isolato da pare di un fanatico squilibrato.
La pubblica accusa chiese l'ergastolo,
ma venne poi applicata la legge turca in
base alla quale un minorenne non può
essere condannato ad una pena superiore
a vent'anni di carcere.
Questa volta il “santuario sunnita” pare essere stato liberato.
E la liberazione completa di
Tikrit potrebbe far segnare l’inizio di un’alleanza sul campo
tra sciiti e sunniti, importantissima per estirpare la malerba
dell’Isis dalle terre del Medio
Oriente.
Il primo ministro iracheno Haider al Abadi ha dato l’annuncio
dopo duri combattimenti nel
week-end per riprendere la città
dalle milizie del “Daesh”, nella
prima vera operazione militare
contro gli uomini del Califfato
guidato dallo sceicco Abu Bakr
al Baghdadi.
Abadi si è congratulato con le
forze di sicurezza irachene e i
volontari popolari (combattenti
paramilitari sciiti che hanno
svolto un ruolo fondamentale
nella battaglia) “per la storica
pietra miliare”.
LUBITZ DEPRESSO,
LUFTHANSA SAPEVA
Andreas Lubitz, il copilota dell'aereo Germanwings schiantatosi in Francia provocando la
morte di 150 persone (lui compreso), aveva informato nel
2009 la Lufthansa di avere avuto
in precedenza una forte depressione.
La compagnia aerea ha inviato
i relativi documenti alla Procura,
incluse le email di Lubitz ai
suoi istruttori di volo. Intanto,
secondo quanto dichiarato dal
presidente Francois Hollande,
tutte le vittime dello schianto
dell'Airbus Germanwings saranno identificate entro la fine
della settimana.
UCCISE UN’ITALIANA,
CONFESSA
DOPO 28 ANNI
Ha finalmente un nome l'assassino di Antonella Bazzanella,
la cameriera trentina uccisa a
soli 25 anni il 21 giugno 1987
a Karlsruhe, in Germania.
A 28 anni dal delitto, un uomo
di 47 anni si è presentato alla
polizia di Basilea, in Svizzera,
confessando l'omicidio.
"Voleva liberarsi da un peso insopportabile che gli gravava
sulla coscienza", dicono gli inquirenti.
Sarà ora l'esame del Dna a
confermare la colpevolezza del
47enne.
7
Mercoledì 1 aprile 2015
STORIA
COSÌ IL MONDO GUARDAVA IL DUCE /14
La “straordinaria energia” di Mussolini che “riluce di pensiero”
La Woche: "In Italia, a differenza della Germania, il pensiero della Patria unisce l'intera Nazione"
di Emma Moriconi
stremamente interessante,
ancora in tema di come la
stampa germanica guardava a Mussolini e all'Italia,
è il passaggio che segue,
anche questo tratto dalla Woche:
"Che il pensiero della Patria sia la
dominante forza del movimento fascista lo troviamo simbolicamente
espresso nelle parole che Mussolini,
appena giunto dalla stazione e presentatosi al Quirinale, in camicia
nera, disse al re, salutandolo: 'Io
porto a Vostra Maestà l'Italia di Vittorio Veneto , che ha ricevuto la
consacrazione di una nuova vittoria
e sono il fedele servitore di Vostra
Maestà'. Con un colpo e quasi senza
spargimento di sangue i fascisti sono
di fatto i signori di tutta l'Italia, perché
in Italia, a differenza della Germania,
il pensiero della Patria unisce l'intera
nazione". È bello leggere queste parole e pensare che vennero scritte
da osservatori esterni: i tedeschi ci
invidiavano l'amor di Patria, ed era
il 1923. Ma quanta amarezza pensare
che non è più così, e da tempo
ormai. Questo ragionamento suscita
moltissime riflessioni che tuttavia ci
porterebbero troppo fuori strada rispetto al tema di questo speciale,
basterà osservare come quell'amor
di Patria mancò irrimediabilmente
con la guerra civile, non tornò e
chissà se tornerà mai. E pensare
che era il nostro motivo primo di orgoglio di popolo. Proseguiamo nel
nostro approfondimento, ecco cosa
scrive ancora la nota rivista tedesca:
"E solo per amore della Patria è
Mussolini un avversario del parlamentare reggimento di camarille e
E
Foto da “Il Meridiano”
della democrazia. Egli non abolirà
il parlamentarismo, ma Egli lo porrà
al servizio della Patria senza tanti
riguardi. Il gigantesco successo del
fascismo è dovuto unicamente al
suo spirito patriottico".
Proseguiamo andando a vedere cosa
scrive invece il Leipziger Tageblatt:
"L'attuale situazione politica in Italia
è completamente dominata da Mussolini e dal suo partito. Come era da
prevedersi, la prima eccitazione causata dalla rivoluzione fascista, ha a
poco a poco ceduto il posto ad una
concezione più ponderata. Non sono
mancati i pessimisti e i malcontenti,
ma il fascismo ha prontamente abbattuto gli ultimi avversari" Nel pro-
sieguo evidenzia come di problemi
l'Italia ne abbia ancora, ma che "in
confronto all'attitudine oscillante dei
Governi anteriori, il forte regime di
Mussolini viene considerato come
un vero beneficio e la paura di un
ritorno alla situazione preesistente
è così grande che, all'infuori di rare
eccezioni, in tutti i partiti e in tutte le
frazioni si è consolidata la persuasione
della necessità di appoggiare l'attuale
ministero". E poi sottolinea il concetto
riprendendo le parole di un senatore
appartenente al partito liberale, che
secondo l'articolista "rappresenta nel
miglior modo l'opinione pubblica
italiana: 'Guai all'Italia se anche Mussolini dovesse fallire'".
Ancora il Berlingske Tidende scrive:
"Mussolini rappresenta un Governo
forte e risoluto: un paese non può
progredire senza essere guidato da
uomini di polso. I fascisti vogliono
che il re usufruisca dei suoi poteri e
si assuma le conseguenti responsabilità: tutto il popolo italiano sta dietro
Mussolini: il tempo dei bolscevisti e
dei comunisti è in Italia tramontato
per sempre. La marcia dei fascisti
lungo le vie della capitale d'Italia fu
uno spettacolo dell'antica Roma".
Cambiamo contesto e andiamo a
leggere cosa scrive invece La Tribune de Genève: "La leggenda rappresenta Mussolini come un atleta
che, la passione del combattimento,
spinge a cercare occasioni di lotta.
Si potrebbe dire con altrettanta giustezza che Mussolini ha orrore delle
chiacchiere, e che vi pone fine con
dei mezzi rapidi. Ciò è giusto, ma
non è tutto. Mussolini prende la via
più corta perché sa dove vuole arrivare. La sua straordinaria energia
riluce di pensiero, e ci si ingannerebbe completamente, comparandolo all'Ercole antico che i greci raffiguravano con una piccola testa per
dare maggior risalto al suo torso e
alla sua muscolatura. La conseguenza, la coerenza, l'unità dei suoi atti
possono esplicarsi soltanto per l'unità
delle sue vedute. Più tardi, tra molti
anni, quando si scriverà la sua biografia, si dipingerà in lui l'uomo
d'azione, si mostrerà come egli abbia
incarnato le aspirazioni del popolo
italiano e quali dure esperienze abbiano temprato la sua forza. Se le
manie del nostro tempo dovessero
ancora sussistere in quei tempi, si
trascurerà la sua dottrina, la si farà
risultare dalle circostanze, sarà indicato quello che fu preso in prestito
ai programmi più opposti, e, forse,
non si vorrà vedere che un opportunismo il quale dissimula l'elasticità
delle sue combinazioni, con l'audacia
del gesto. Sarà necessaria, allora,
tutta una serie di ricerche storiche
per scoprire quello che oggi, invece,
dà chiaramente nell'occhio: il Fascismo non è solamente un fatto, un
movimento riuscito, è una concezione generale, una dottrina". Lascio
al lettore il piacere di commentare
quanto sopra esposto dal quotidiano
di Ginevra. A noi basta rilevare come
nel nostro piccolo siamo interpreti,
in qualche modo, di quella ricerca.
Novantadue anni dopo.
“Con una mano vigorosa ha rimessa l’Italia sul retto sentiero”
Illustrazione da delcampe.net
iamo ancora tra le pagine de La Tribune de
Genève, che continua il suo approfondimento
sulla figura di Benito Mussolini dicendo
che "chi non è vissuto in Italia dal 1918 al 1922
non comprenderà che cosa avveniva in quel periodo. Sembrava in certi momenti che la bella e
grande Italia dovesse piombare nell'anarchia,
perdere i frutti della vittoria, e rinnegare i principii
di una tradizione millenaria. Il fascismo in breve
S
ha ristabilito l'ordine. Esso ha reso un immenso
servigio non solamente all'Italia ma anche all'Europa intiera. Era una sorgente di preoccupazioni
lo stato di un Paese ricco in civiltà e condannato
ai disordini interni. La latinità sembrava destinata
alla bancarotta. Mussolini ha salvato l'Italia dalla
demagogia, con una mano vigorosa l'ha rimessa
sul retto sentiero. Lenin dichiarava un giorno
che egli faceva fidanza sull'Italia. Cicerin dichiarava
che Vittorio Emanuele sarebbe stato un ottimo
presidente dei Soviety italiani, un complimento
certamente atroce. Tutto questo è svanito grazie
all'opera delle Camicie nere. Le grandi iniziative
di restaurazione dell'ordine, della politica, delle
finanze, dei mezzi di comunicazione si sono compiute o sono in procinto di compiersi. Resta
ancora molto da fare, ma ci vuol tempo, della
pazienza e della prudenza. Il fascismo è divenuto
lo Stato: ora bisogna che divenga la nazione".
Il volumetto di Luigi Vicentini è una piccola
miniera di informazioni: subito a seguire racconta
di come venne a Roma a conoscere Mussolini
Alfredo A. Haighton, magnate della finanza olandese e membro del Consiglio Centrale della Lega
degli Attualisti (Fascisti) dell'Aja del quale riferisce
le parole su come sia giudicato Mussolini nel
loro Paese. Ecco cosa dice Haighton: "Come il
più grande uomo politico d'Italia e forse del
mondo. Lloyd George, Asquit, Baldwin, Poincaré,
Clemenceau, Benes, Pasic, Venizelos, non reggono
- sebbene celebratissimi nelle loro Nazioni, al
confronto con il vostro grande statista". E
continua: "Egli è invero formidabile. La sua
ascensione al potere ha del miracoloso. I vostri
libri - che, nelle traduzioni francese, tedesca ed
inglese - hanno fatto conoscere il Fascismo
italiano all'Estero, bene scolpiscono la fortissima
personalità di Colui che, voi italiani, oggi appellate
con una sola e magica parola: Il Duce. Si, egli è
veramente il Duce di 40 milioni di Italiani, popolo
prolifico e valoroso, che s'incammina fieramente
per una via di gloria e di grandezza romana,
dopo aver vinta la durissima guerra contro un
secolare nemico: l'Austria-Ungheria. Tutti gli
occhi del mondo, si può dire, oggi sono fissi sul
Presidente del Consiglio d'Italia che ha debellato
il bolscevismo nella vostra Nazione salvando
così il resto dell'Europa dalla immancabile contaminazione leninista".
Nella prossima puntata parleremo ancora dell'argomento facendo brevemente il punto anche
sul cosiddetto "Fascismo olandese".
[email protected]
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Mercoledì 1 aprile 2015
ECONOMIA
CON LA FINE DEL REGIME DELLE QUOTE, AUMENTERÀ L’IMPORTAZIONE ANCHE DEI PRODOTTI CASEARI
Italia invasa dal latte proveniente dall’estero
La Coldiretti: a rischio tanti allevatori. E la provenienza non viene neppure riportata in etichetta
on la fine del regime delle quote latte
è prevedibile un aumento della produzione lattiera comunitaria che quest'anno è stimata pari al 6%, con il rischio
di una vera invasione straniera
in Italia dove si importa già
quasi il 40% dei prodotti lattiero caseari consumati". E'
questo quanto emerge dal
''Dossier sull''attuazione delle
quote latte in Italia'' presentato
in occasione della mobilitazione degli allevatori della
C
Coldiretti per la fine del regime quote latte, ieri a Roma
in Piazza del Foro di Traiano,
con la pronipote della mucca
''Onestina'', simbolo della battaglia per il Made in Italy
degli allevatori onesti "che
hanno resistito a disattenzioni,
errori, ritardi e compiacenze
che si sono ripetuti in questi
decenni".
Ora a temere per la sopravvivenza "sono soprattutto gli
allevamenti da latte che risiedono nelle zone più fragili
e sensibili del nostro Paese e
dell'Unione. Tre cartoni di latte
a lunga conservazione su
quattro venduti in Italia sono
stranieri mentre la metà delle
mozzarelle sono fatte con latte
o addirittura cagliate provenienti dall''estero, ma nessuno
lo sa - denuncia la Coldirettiperché non è obbligatorio riportarlo in etichetta".
Dalle frontiere italiane passano
"ogni giorno 24 milioni di litri
di latte equivalente tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate polveri di caseina per
essere imbustati o trasformati
industrialmente e diventare
magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all''insaputa dei consumatori".
"Complessivamente in Italiasottolinea ancora la Coldiretti- sono arrivati 8,6 miliardi
di chili in equivalente latte
(fra latte liquido, panna, cagliate, polveri, formaggi, yogurt e altro) che vengono utilizzati in latticini e formaggi
all'insaputa dei consumatori
e a danno degli allevatori perché non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. Ad essere spacciato
come italiano è il latte proveniente in cisterne soprattutto
da Germania, Francia, Austria,
Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia e Olanda".
In particolare si assiste "ad
un aumento dell'import dei
Paesi dell'Est (+18% Ungheria, +14% Slovacchia, +60%
Polonia) e una diminuzione
di quello importato dai Paesi
dell''Ovest (-7% dalla Germania e -13% dalla Francia),
secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai
primi dieci mesi del 2014".
Ci sono anche "le cagliate
da impiegare nella produzione di mozzarelle che arrivano principalmente dai
Paesi dell''Est per un quantitativo che ha raggiunto il
milione di quintale all'anno
ed è diretto per un terzo in
IN BILICO 248 LAVORATORI
Esuberi alla Ntv,
non c’è l’accordo
nterrotta la trattativa sugli esuberi in Ntv, la Nuovo trasporto
viaggiatori di Italotreno. Azienda
e sindacati non hanno infatti trovato un’intesa sulla durata dell'accordo per i contratti di solidarietà. E così l'azienda ha avviato
la procedura di mobilità per 248
dipendenti su poco meno di mille
totali. I sindacati hanno quindi
proclamato uno sciopero.
Mentre i sindacati, sul piede di
guerra, rispondono con lo sciopero. L'azienda ha chiesto un
accordo di cinque anni, con la
disponibilità ad una verifica biennale, ma per i sindacati l'accordo
non poteva andare oltre i due
anni, come previsto dalla legge.
Per i sindacati l'azienda ha proposto "soluzioni incompatibili"
con le disposizioni di legge in
materia di ammortizzatori sociali
che prevedono un anno di soli-
I
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
Campania". Tra i Paesi esportatori "la Lituania negli ultimi
3 anni ha triplicato le spedizioni in Italia".
darietà rinnovabile con un altro
anno, oltre ad aver rifiutato le
controproposte sindacali.
"Il sindacato non può sottoscrivere
accordi contrari alla legge e neppure subire ricatti", affermano
Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl
Taf e Fast Ferrovie, ricordando
che in questo mese di trattative
per la gestione di 222 esuberi
dichiarati da Ntv, i sindacati si
sono mostrati disponibili ad una
solidarietà biennale al 21% con
verifiche periodiche pur di evitare
la mobilità.
In queste ore il Cda di Ntv varerà
la richiesta di mobilità, che costituisce l'anticamera del licenziamento per 248 persone. Il sindacato prepara lo sciopero, attivando la procedura di legge per
la dichiarazione del primo di una
lunga serie di astensioni dal lavoro.
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Mercoledì 1 aprile 2015
ECONOMIA
I DATI RESI NOTI DAGLI OPERATORI DEL SETTORE HANNO DELL’INCREDIBILE
Da noi solo il turismo mordi-e-fuggi
Negli ultimi sei anni aumentano i visitatori e diminuisce la spesa: per le loro vacanze lunghe
gli stranieri preferiscono Spagna e Francia. Rispetto alle quali non avremmo niente da invidiare
IL CASO SICILIANO
di Robert Vignola
on la crisi l’Italia ha saputo
vendere peggio il proprio
marchio. Una verità che
ha dell’incredibile, soprattutto nel momento in cui
tale affermazione va attribuita al
comparto del turismo. Eppure è
proprio così, anzi quanto emerge
da un’analisi di Confturismo, branca
settoriale della Confcommercio, sul
turismo internazionale e l’Italia andrebbe ulteriormente approfondita.
Perché i dati sono davvero sorprendenti.
A partire dalla verità che, rispetto
al 2008, nel Bel Paese sono arrivate
più persone eppure hanno speso
meno. Com’è possibile? I numeri
sono impietosi. Negli ultimi sei anni,
gli arrivi dei turisti stranieri nel nostro
paese sono aumentati di 8 milioni passando da quasi 42 milioni del 2008 a
poco più di 50 milioni del 2014, anno
che ha registrato oltre 184 milioni di
pernottamenti per una spesa di 34 miliardi di euro.
Sembrerebbe una crescita: invece non
lo è. A maggior ragione quando gli analisti si sono preoccupati di confrontare il
dato con quelli di Francia e Spagna, evidentemente due “concorrenti” in questo
particolare mercato, sul quale hanno da
offrire (se ne facciano una ragione) assai
meno del nostro paese. Ebbene, chi ha
incrociato i dati probabilmente è sobbalzato sulla sedia: in Spagna, dove il
numero di arrivi internazionali nel 2014
(50,8 milioni) è simile a quello dell’Italia,
le entrate valutarie sono state maggiori
(49 miliardi), così come in Francia che
ha visto 42 miliardi di entrate con un
Franceschini boccia Crocetta:
“Mi mette in imbarazzo…”
C
P
numero di arrivi (46 milioni) addirittura
inferiore a quello dell’Italia. Il risultato è
che in Italia la spesa per arrivo è di 681
euro, in Francia di 914 euro ed in Spagna
di 959 euro.
Secondo Confturismo, quindi, da noi gli
stranieri spendono meno perché minore
è la spesa media per pernottamento
(un turista straniero spende 312 euro in
Francia, 186 in Italia), ma anche perché
più breve è la durata del soggiorno (la
permanenza media è di 5,1 giorni in
Spagna e di 3,7 giorni in Italia). Tutto
ciò fa sì che al turismo italiano manchino
all’appello circa 14 miliardi di entrate
valutarie (quasi 1 punto di Pil), che si
avrebbero se il nostro paese avesse il
livello di permanenza media della Spagna. Gli analisti sono giunti quindi alla
conclusione che “la mancata valorizzazione di elementi attrattivi, una scarsa
integrazione dei servizi sul territorio,
RISPARMIO SU PIENO E PERNOTTAMENTO
TRA LIVORNO E VIENNA
Con l’auto sul treno:
un servizio vincente
ome si sviluppa il turismo?
Con le infrastrutture. Gli
esperti del settore non
mancano di lamentare una certa
carenza in merito da parte dell’Italia. Eppure basterebbe prendere esempio dai paesi più vicini.
L’Austria, ad esempio, che a dispetto di un’orografia particolarmente tormentata non manca
di sapere come… si abbattono
pure le montagne. Anche quest’anno, ad esempio, è partito il
servizio che le Öbb (Ferrovie
Austriache) offrono in collaborazione con Trenitalia: il collegamento ferroviario diretto tra
la Toscana e l’Austria, con possibilità di trasporto auto e moto
al seguito. Il convoglio ha ripreso
a circolare tra Livorno e Vienna
dallo scorso fine settimana. Sul
treno è possibile scegliere la sistemazione tra posti a sedere,
cuccette e vagoni letto. Il biglietto
con il posto a sedere (prenotazione inclusa) è acquistabile a
partire da 39 euro con l’offerta
speciale SparSchiene. Naturalmente è possibile usufruire del
collegamento anche senza l’auto
o la moto al seguito. Il treno
C
alermo e Cefalù. L’Etna
e la sua costa, da Taormina fino a Siracusa. Il
barocco della Val di Noto,
Piazza Armerina, la Valle dei
Templi, le sue bellissime Eolie, Egadi e Pelagie. Eppure,
sono parole del ministro competente Dario Franceschini,
in tema di turismo “la Sicilia
mi mette in imbarazzo. Da lì
arrivano molte lamentele. Se
il governo regionale vuole una
mano, noi siamo pronti ad
aiutarlo. Perché, purtroppo
non tutti lo sanno, ma io, nel
senso del mio ministero e del
mio governo nazionale, non
ho nessuna competenza in Sicilia, perché per gli accordi
costituzionali Stato-Regione
a Statuto Speciale la proprietà
di tutti i beni culturali è della
Regione. La tutela, le stesse
soprintendenze, dipendono
dalla Regione, le politiche turistiche, ovviamente, dipendono dalla Regione, quindi è
un imbarazzo perché spesso
ricevo proteste per cose che
non posso fare”.
Non bisogna neanche leggere
troppo tra le righe per accorgersi che l’uomo del Pd vede
in Rosario Crocetta un vero e
proprio limite per un’isola che
parte da Livorno Centrale alle
19.20 con arrivo alle 08.37 a
Vienna Hauptbahnhof; dalla stazione viennese partirà invece alle
20.18 per giungere a Livorno
Centrale alle 08.50: circolerà da
Livorno via Pisa e Firenze ogni
sabato fino al 26 settembre 2015,
mentre il ritorno da Vienna circolerà ogni venerdì fino al 25
settembre 2015, così come in
numerose date aggiuntive nei
giorni festivi e in estate.
Se quindi in estate si vede qualche turista mitteleuropeo in più
in Versilia o all’Isola d’Elba, forse
sapremo di chi è merito. Idem
dicasi per turisti italiani (provenienti da tutta una fascia che va
da Roma a Genova) che potranno
girare con l’auto Vienna, Bratislava, l’Ungheria ammortizzando
il costo del pernottamento (si
dorme a bordo treno) e del
pieno. Ampliare questo servizio
sarebbe un’opportunità incredibile per la circolazione dei viaggiatori in estate e potrebbe essere
una valida alternativa alle code
ai caselli. La sfida turistica si
vince anche così.
R. V.
un deficit infrastrutturale fanno sì che il
nostro Paese non sia in grado di proporre
ai turisti stranieri un bouquet di offerta
più ampio e, dunque, maggiori occasioni
di spesa”.
Difficile dargli torto: che l’Italia diventi
paese da turismo mordi-e-fuggi ha davvero dell’inaudito. Se uno pensa a Napoli,
con la città e le sue isole Capri e Ischia,
con il polo archeologico di Pompei ed
Ercolano, con la penisola sorrentina, è
difficile credere che non possa passare
solo là una settimana. Così come Roma:
per visitarla tutta non basta un weekend. Stessa cosa per la Toscana, idem
per Venezia qualora si fosse capaci di
andare a proporre pacchetti orientati
anche alla scoperta del patrimonio artistico, balneare e termale del solo Veneto.
Sarà un caso che le grandi città dell’arte
italiana siano tutte amministrate dal centro-sinistra? Chissà
potrebbe da sola fungere da
punta di diamante del Bel Paese. “C'è – ha aggiunto Franceschini - la totale disponibilità
a collaborare con la Regione
Sicilia perché le potenzialità
sono infinite, sono enormi:
stanno in particolare in sud
Italia, in Campania, in Sicilia.
Davvero, pensare che lì si unisce la bellezza del mare e la
bellezza del paesaggio a un
patrimonio incredibile, e vedere quel numero di turisti
così limitato fa molta rabbia”.
D’altronde gli ultimi dati sulle
presene turistiche in Sicilia
sono impietosi: è soltanto la
nona regione per numero di
visite. E Crocetta intanto continua nelle sue ormai proverbiali giravolte: “Basta coi privati, nel turismo culturale si
faccia spazio ai precari”, aveva proclamato due anni fa.
Nel frattempo sono piovuti ricorsi su ricorsi per la gestione
scippata di spazi che erano
stati, negli anni precedenti,
legittimamente assegnati.
Adesso la giunta regionale
vuol fare marcia indietro, l’ennesima. Ma a scendere da un
“veicolo” che ci si è dimostrati
incapaci di guidare, neanche
R. V.
ci pensano.
LA STATISTICA
Germania colosso dei viaggi,
attrae sempre più italiani
olosso economico europeo: anche nel turismo. La Germania
attira visitatori, propone innovative scoperte delle proprie tradizioni. E cresce, mostrando di aver
appreso alla perfezione le tecniche
del marketing territoriale, probabilmente anche grazie ad un sistema
capace, nel suo complesso, di fare
rete.
E ad essere attratti dal fascino della
vacanza in terra teutonica sono proprio gli italiani. L'Ufficio Federale di
Statistica, nel 2014, ha certificato il
numero complessivo dei pernottamenti di ospiti stranieri in Germania.
Ne è vento fuori che la repubblica
federale ha superato i 75 milioni e
mezzo, con un aumento del 5,1 per
cento rispetto al 2013.
In questo quadro spicca il dato relativo al nostro Paese. Malgrado la
crisi economica, anche l'Italia si conferma come un importante bacino
d'utenza. Da gennaio a dicembre 2014,
i pernottamenti di ospiti italiani si
sono attestati su oltre 3,65 milioni,
equivalenti a una crescita del 5 per
cento rispetto all'anno precedente.
Per il 2015 le prospettive si annunciano
altrettanto buone. A gennaio si è già
C
avuto un ulteriore balzo in avanti con
un aumento dei pernottamenti italiani
in Germania dell'8,5 per cento.
Tra le mete più desiderate dai nostri
connazionali, a livello di Lander, spicca
la vicina e pittoresca Baviera che si
conquista da sola il 32,2%, seguita
dalla città-Stato di Berlino che ne fa
registrare il 24,2%. Più staccato il
Baden-Wurttenberg, con il 12,2%
del totale dei pernottamenti. A livello
di città Berlino balza in testa seguita
da Monaco, Francoforte e Colonia.
La lunghezza media del soggiorno
è di tre notti e mezzo, con una media
di spesa di 132 euro al giorno. Interessante anche il dato sui viaggi
d’affari, che sono più di uno su quattro del totale.
Ulrich Rüter, Delegato dell’Engt
(ente nazionale germanico del turismo per l’Italia), la vede così: “Le
statistiche continuano a decretare
la crescita della Germania come
destinazione turistica. Pensiamo che
tra i tanti motivi di questo successo
ci sia la capacità di unire un ricchissimo patrimonio storico e culturale con la modernità. Malgrado
le spinte verso il futuro, il nostro
Paese non perde di vista aspetti importanti come la sostenibilità e continua a coltivare antiche tradizioni. Negli
ultimi anni, per esempio, la gastronomia tedesca si è molto evoluta, ottenendo importanti riconoscimenti”.
Un esempio che anche l’Italia dovrebR. V.
be seguire.
10
Mercoledì 1 aprile 2015
DALL’ITALIA
IL GRIDO D'ALLARME DEI CENTRI DELLA SARDEGNA
Poveri comuni... meno servizi e più tasse
In due anni tagliati oltre 300 milioni di euro di trasferimenti. Il presidente dell’Anci,
Piersandro Scano: “Il Patto di stabilità va eliminato, è un esercizio pazzesco di autolesionismo”
di Barbara Fruch
omuni sempre più poveri
in Sardegna. I sindaci dell’Isola hanno dovuto fare i
conti, negli ultimi anni, con
un taglio di ben 316 milioni.
La denuncia è stata fatta dal presidente dell’Anci, Piersandro Scano,
il quale, assieme ai rappresentanti
di Aiccre, Asel e del Consiglio delle
autonomie locali ha reso pubblica
la mappa dei tagli comune per comune.
Dei 316 milioni di euro sottratti alla
casse comunali nel triennio 20132015, e quindi in raffronto con l’ultimo
dato del 2012, i tagli nazionali della
spending review ammontano a 253,7
milioni. A questi si devono aggiungere 35,1 milioni del decreto Irpef
per dare copertura agli 80 euro in
busta paga, i 14,4 della famigerata
vicenda dell’Imu agricola, gli 11 milioni delle sforbiciate regionali sul
Fondo unico degli enti locali e del
taglio al fondo povertà effettuato
con la manovra sull'Irap di circa 900
mila euro.
“I Comuni hanno dato un contributo
spropositato al risanamento della
finanza statale – afferma Piersandro
Scano - negli ultimi quattro-cinque
anni, i finanziamenti sono diminuiti
del cinquanta per cento e in certi
C
Piersandro Scano
Comuni hanno toccato il 60%. Quando abbiamo incontrato a Cagliari il
ministro Alfano gli abbiamo chiesto
di spiegare al consiglio dei ministri
che in questo modo i Comuni dovranno chiudere. Ora è in preparazione il decreto enti locali con interventi compensativi ma non tali
da cambiare il quadro – ha aggiunto
- Il Patto di stabilità va eliminato,
perché è un esercizio pazzesco di
autolesionismo, se non un contributo
formale allo Stato stiamo arrivando
ad un livello di non sostenibilità. Ci
sono 10/15 miliardi disponibili per
la spesa immediata dei Comuni che
non possono essere toccati, e che
significherebbero cantieri, opere e
occupazione”.
La Corte dei conti certifica che dal
2010 il comparto degli enti locali ha
subito un taglio complessivo di circa
31 miliardi di euro, la stessa magistratura contabile “ha evidenziato dice il presidente dell'Aiccre Sardegna, Tore Sanna - un incremento
della spesa in capo all'amministrazione dello Stato per 70 mld nel
2013, cioè lo Stato risparmia tagliando non i propri rami secchi
ma i servizi nelle periferie. Il Governo continua a dare incarichi a
destra e manca perché gli esperti
possano portare avanti la spendind
review, poi gli elenchi di potenziali
sforbiciate si restringono non a tagli
di spesa della grande burocrazia,
ma per eliminare la presenza dello
Stato sul territorio, che si ripercuote
sulle comunità territoriali, scaricando
sui Comuni l'esazione dei tributi e
la chiusura di uffici - conclude Sanna
- Non è più in piedi nessuno dei
processi legati ad una visione federalistica dello Stato, ma solo una
visione centralista che non si trascina
dietro la virtuosità del modello francese”.
I tagli nazionali hanno colpito duramente tutti i comuni delle province
sarde: Cagliari ad esempio ha visto
una riduzione di trasferimenti pari
a 32 milioni e 46.042,9 mila euro;
quello di Quartu Sant’Elena
9.811.635,63, Selargius 2.840.394,23.
Poi ancora Nuoro (sempre nel triennio 2013-2015) ha subito una perdita
PARLA L’ARCIVESCOVO DI NAPOLI, CRESCENZIO SEPE
“Gomorra è offensiva”
critiche alla serie tv
“La violenza e la prepotenza ci sono e non vanno nascoste
ma non si può identificare in esse l’intera comunità”
ochi giorni fa aveva “calmato” l’entusiasmo incontenibile le suore di
clausura che avevano circondato
Papa Francesco, in un video che era
rimbalzato ben presto sui social media.
Ora l’Arcivescovo di Napoli, il cardinale
Crescenzio Sepe è tornato a farsi sentire
criticando la serie tv Gomorra in onda
su Sky, che vede tra gli ideatori anche
lo scrittore Roberto Saviano (autore dell’omonimo romanzo).
“Cosa penso di serie tv come ‘Gomorra’? È da considerare, innanzitutto, che
si tratta pur sempre di una rappresentazione più o meno romanzata della
realtà che diventa esagerazione e offesa
per l’intera comunità quando generalizza
e offre una visione e un’immagine falsata
della realtà stessa – spiega l’arcivescovo
in un intervista sul numero di 'Chi' in
edicola mercoledì da oggi – La violenza
e la prepotenza ci sono e non vanno
nascoste ma non si può identificare in
esse l’intera comunità, fatta per la stragrande maggioranza di persone perbene, oneste, laboriose, rispettabili ed
eccellenti. Questi filmati, come pure le
rappresentazioni teatrali, debbono sempre avere un fine informativo e formativo,
in modo che, senza nascondere nulla,
spieghino allo spettatore che esiste un
certo male affinché si difenda da esso
e lo combatta, ma mettendo in contrapposizione anche il bene, che pure esiste
P
IN BREVE
AREZZO
SPARA ALLA MOGLIE E SI SUICIDA
Tragedia familiare a Monastero,
frazione sulle colline di Arezzo,
tra i comuni di Bagnoro e Santa
Firmina. Graziano Rossi, 53 anni,
e Maria Paola Trippi, 51, marito e
moglie, sono stati trovati privi di
vita nella loro abitazione. L'allarme
è stato lanciato poco dopo la mezzanotte di lunedì dai figli, che vivono nello stesso stabile. L'arma
che ha sparato è una doppietta,
un fucile da caccia detenuto nell'abitazione.
Pare non vi siano dubbi sul fatto
che si tratti di omicidio- suicidio:
l’uomo, titolare dell'impresa edile,
avrebbe esploso un primo colpo
contro la moglie, che era a letto e
forse dormiva. Poi ha rivolto l'arma
verso di sé togliendosi la vita.
Inutile l'intervento del 118. Secondo quanto trapelato tra i due
potrebbe esserci stata una violenta
crisi di gelosia. Secondo parenti
e conoscenti, la coppia sarebbe
stata unita ma negli ultimi mesi
si sarebbero verificate spesso
delle violente discussioni, sembra
scaturite proprio da accesi attacchi
di gelosia da parte del marito.
CATANIA
ed è tanto. Altrimenti si finisce con il
proporre un esempio da imitare o una
immagine distorta che danneggia la
città”.
Non è di certo la prima volta che la
serie televisive sulla mafia sollevano il
polverone. Nel 2010 l’allora premier,
Silvio Berlusconi, criticò sceneggiati e
libri che parlavano di criminalità organizzata e che avrebbero danneggiato
l'immagine dell’Intero paese. Oltre ad
additare Gomorra il Cav aveva detto
chiaro e tondo di voler “strozzare” chi
ha fatto le serie della Piovra e chi scrive
libri sulla mafia “che non ci fanno fare
una bella figura”.
Fatto sta che negli ultimi anni le fiction
su mafia, camorra, ndrangheta, sull’onda
del successo del genere, si sono moltiplicate. E il successo sembra assicurato,
anche se a pagarne le spese, potrebbe
B.F.
essere l’intero paese.
di 5.591.318,64 milioni, Alghero
7.687.804,38, Sassari e Porto Torres
rispettivamente 23.307.456,9 e
2.843.320,56
mln,
Oristano
6.036.684,85, Olbia 10.625.524,6.
Una situazione drammatica che però
pare interessi poco. Proprio negli
scorsi giorni in visita in Sardegna
era arrivata Laura Boldrini. La “presidente” della Camera, di tutto si è
occupata, tranne della denuncia dei
sindaci che lamentano una situazione
ormai insostenibile.“Ho trovato una
Sardegna con tanti problemi, una
Sardegna che soffre la crisi, una regione ferita, ma al tempo stesso una
terra forte che non si tira indietro –
ha detto la Boldrini, a Nuoro durante
la conferenza stampa che ha chiuso
la visita alla casa museo di Grazia
Deledda – E ho trovato forza soprattutto tra le donne che ho incontrato,
le imprenditrici per esempio, che
quando sono cadute hanno trovato
la forza di rialzare la testa”.
Una forza d’animo che continua a
distinguere molti cittadini italiani
che, comunque, sono arrivati all’esasperazione. Alla pesantissima crisi
economica, anno dopo anno, continuano a calare i servizi. Il tutto a
fronte di un’impennata delle tasse,
arrivate ormai a livelli insostenibili.
E dal Governo non arrivano di certo
risposte confortanti.
LITE IN STRADA: FREDDATO UN
UOMO
Una lite tra ragazzini per una fidanzata sarebbe all’origine dell’omicidio di Giovanni Di Bella, il
rigattiere incensurato di 46 anni
che è stato ucciso lunedì sera nel
quartiere di Librino, a Catania. I
carabinieri hanno arrestato
un19enne, fratello di uno dei due
litiganti giovanissimi. Secondo
quanto emerso nel pomeriggio di
lunedì il figlio della vittima aveva
avuto un acceso diverbio con un
altro minore del luogo, a causa di
un comune interesse per una ragazza. Un diverbio che avrebbe
coinvolto per un chiarimento, da
un lato la vittima, in quanto padre
del 14enne, e dall’altro A.M., di
19 anni, fratello del 13enne. Dalle
parole si è passati agli insulti fino
al tragico epilogo. In serata quando
il 46enne è uscito di casa l’assassino gli ha sparato un colpo
di pistola al torace. Inutili i soccorsi
dei vicini: letale l’emorragia.
VICENZA
CIOCCOLATA SCADUTA:
INTOSSICA I NIPOTI
Ha preparato ai nipotini, ad un
loro amichetto e al figlio una cioccolata calda. Peccato che quella
bevanda fosse scaduta nel lontano1990. Risultato: i quattro e la
stessa nonna, residente a Vicenza,
sono rimasti intossicati. Non è
stato difficile scoprire la causa
dell'intossicazione alimentare dal
momento che la merenda offerta
dall'anziana era l'unico pasto consumato insieme dalle persone
coinvolte.
Dopo aver bevuto la cioccolata
infatti i tre bambini e i due adulti
(compresa la nonna) hanno iniziato
ad avere vomito e diarrea, tanto
che uno dei piccoli è stato portato
in ospedale. I sospetti sono ovviamente caduti sulla bevanda: la
nonna dopo aver guardato bene
la busta si è accorta che era scaduta nel 1990. La donna è scattata
la denuncia d'ufficio per lesioni
colpose.
11
Mercoledì 1 aprile 2015
DALL’ITALIA
GORIZIA – IL PARADOSSO AL CARA DI GRADISCA
Lavoratori senza stipendio: sfamati dai profughi
I dipendenti della cooperativa che gestisce il centro per i richiedenti asilo non vengono pagati da sei mesi.
“Ormai facciamo pena anche agli immigrati che a volte ci aiutano, sanno che stiamo peggio di loro”
mmigrati più ricchi degli italiani. Un paradosso? Sicuramente. Ma purtroppo è anche
la triste realtà. È quanto avviene al Cara di Gradisca
d'Isonzo, in provincia Gorizia, dove
i profughi hanno deciso di aiutare i
dipendenti della cooperativa che
gestisce la struttura, senza stipendio
da sei mesi.
Come racconta il quotidiano locale
’Il Piccolo’ sono sessanta i lavoratori
(dipendenti della Connecting People
e coop collegate), divisi tra operatori
per l'assistenza alla persona, magazzinieri, mediatori culturali, linguistici e legali, che da ottobre non
vengono pagati. E a metà aprile vedranno scadere anche la copertura
della cassa integrazione.
Nessuna entrata dunque a fronte di
spese continue: le bollette, i mutui
e il costo della vita ordinaria. Soldi
che loro non hanno. Ma i profughi
sì. E sono proprio i richiedenti asilo
infatti a dargli una mano. “Ormai
facciamo pena anche agli immigrati
– affermano i dipendenti – Molti di
noi stanno come loro, se non peggio.
A volte si sono offerti di aiutarci”.
Il sistema dell’accoglienza del Bel-
I
paese continua così a generare nuovi
poveri proprio all’interno dei confini
nazionali. “Un richiedente asilo ha
voluto pagare le merendine che mio
figlio si porta a scuola – ha raccontato
al quotidiano locale una lavoratrice
– E voleva darmi anche i soldi per
un paio di pantaloni. ‘Mi ha detto:
prenditeli tu, stai peggio di me in
questo momento’...”.
La disperazione dilaga e c’è chi,
pur di sfamare sé stesso e la sua famiglia, sarebbe disposto a portare
a casa i pasti del Cara. Ma, in questo
caso, è impossibile: per regolamento
quello che non viene consumato
nella struttura deve finire nel cestino.
“Magari prendiamo un po’ di frutta
o acqua rischiando di venire ripresi”
confessano ammettendo che talvolta
“quei ragazzi ci offrono del loro
cibo, pasta o altro...”.
Ai dipendenti si aggiungono poi i
liberi professionisti a partita Iva,
quali medici e infermieri. Anche in
questo caso, la situazione non migliora. Le fatture non pagate (anche
per oltre un anno) hanno costretto
molti ad abbandonare l’incarico.
“Siamo stanchi – lamentano i dipendenti – di questo continuo palleggio
di responsabilità fra azienda e Prefettura. Lavoriamo per conto di uno
Stato completamente assente e che
invece dovrebbe essere il nostro
garante. Cerchiamo di essere il più
professionali possibile, ma psicologicamente siamo molto provati”.
E non mancano infatti coloro che
hanno risentito pesantemente della
situazione. In due casi è stato riscontrato un esaurimento nervoso.
C’è anche chi ha tentato il suicidio:
“sono stato sfrattato, presto non saprò
dove andare a dormire”. Poi c’è chi
non riesce a pagare l’assicurazione
della macchina e rischia ogni giorno
il sequestro del mezzo, oppure chi
è costretto a chiedere i soldi agli
anziani genitori per ‘campare’.
L’ennesima faccia di un’Italia indegna che però vuole continuare ad
accogliere immigrati, costi quel che
costi.
Barbara Fruch
UDINE – ENNESIMO CASO DI BULLISMO NELLE SCUOLE
Razzismo tra italiani: picchiata perché triestina
La denuncia della madre della vittima dopo numerosi episodi di violenza avvenuti in due istituti
di Tolmezzo: “Si è lamentato addirittura un insegnante perché non poteva fare lezione in friulano”
ssere offesi, derisi ed addirittura
picchiati solo perché italiani.
Possibile? Sì, e la cosa diventa
ancora più assurda se un fatto del
genere avviene in Italia. Questo è
quello che è accaduto ad una ragazza
triestina, trasferitasi a Tolmezzo per
frequentare un Istituto con un indirizzo
di suo gradimento e costretta lo
scorso anno a cambiare scuola per
sfuggire alle persecuzioni da parte
di altri studenti, per poi trovarsi a vivere di nuovo una situazione simile
nel nuovo istituto. A denunciare il
tutto è la madre della ragazza.
frequentava. Quest’anno la storia si è
ripetuta. Oltre il carattere di mia figlia
che, come detto, è un’adolescente
un po’ timida, agli occhi dei nuovi
compagni di scuola c’era un’altra
cosa per loro ben più grave: era triestina. Di nuovo mia figlia è stata
oggetto di pesanti vessazioni prima
da parte di una compagna spalleggiata da altre ragazze, poi con attacchi
verbali e violenze psicologiche di
ogni genere da parte di altri compagni
fino ad arrivare ad offese verso la
propria città di origine, Trieste, e al
suo essere triestina.
Partiamo dall'inizio: cosa è accaduto
a sua figlia?
Ci siamo trasferite in Carnia due anni
fa, unicamente per permettere a mia
figlia di frequentare il CEFAP di Tolmezzo, percorso di studio che lei
aveva sempre voluto seguire. Purtroppo, nel corso dell’anno scolastico
ha subito continuamente una sistematica violenza mentale e addirittura
fisica, culminata lo scorso maggio
con un’aggressione per mezzo di
schiaffi, pugni ed addirittura una martellata ad una spalla. Classificare il
tutto come mero “bullismo” sarebbe
riduttivo. Di questi maltrattamenti inizialmente non ho saputo nulla dato
che mia figlia, di carattere timido e
schivo, ha provato a nascondere le
angherie di cui era vittima. Ingenuamente ho pensato che i lividi di cui
mi ero accorta fossero dovuti all’attività
svolta nell’istituto professionale per
imprenditore agricolo montano che
Come si è mossa per cercare di
risolvere questa situazione?
Lo scorso anno, quando ho scoperto
che aveva molti lividi da tempo e mi
nascondeva la violenza subita, in classe
e fuori, ho contattato i carabinieri, dato
che la scuola temporeggiava oltremodo
nell’accertamento delle responsabilità
e nell’approfondimento della vicenda.
I carabinieri mi hanno invitata a recarmi
in ospedale per far visitare mai figlia e
refertare gli effetti della violenza subita.
Di conseguenza, la denuncia è poi
partita automaticamente.
E
In seguito alla sua denuncia come
si sono comportati la dirigente
scolastica, il personale docente, i
compagni di classe?
Purtroppo non bene. Lo scorso anno,
in seguito alla denuncia, mia figlia è
stata accusata di essere una bugiarda,
di essersi inventata tutto. La classe ha
fatto quadrato attorno al “bullo” di
turno, la scuola ha sostenuto che non
vi erano prove e che mia figlia si contraddiceva nel raccontare gli eventi,
di conseguenza non è stato preso
nessun provvedimento disciplinare.
Quest’anno la situazione è pressoché
identica, con mia figlia emarginata e
costretta a subire offese e soprusi.
Nemmeno le minacce di sospensione
sembrano sortire alcun effetto. A questo si aggiunge l’ignavia dei professori,
che spesso, al contrario, hanno fatto
pure ironia su questi fatti, al punto
che un insegnante si è lamentato perché, a causa della presenza di mia figlia, non poteva fare lezione in friulano.
Mi chiedo, sarebbe passato sotto silenzio un caso analogo con un extracomunitario come vittima, offeso solo
per la sua provenienza? Probabilmente
molti di questi bulli sanno che prendere
di mira uno straniero può costare caro.
Insultare una triestina invece pare sia
consentito.
Quindi non è cambiato niente dopo
il suo intervento e la sua richiesta
di aiuto?
Inizialmente no, anzi la situazione era
peggiorata. Mia figlia, sempre più isolata, sedeva in fondo alla classe in un
banco singolo ed era continuamente
oggetto di offese. La cosa più carina
che le dicevano era “Triestina di m…
.”, atteggiamento che l’indolenza dei
professori non faceva che alimentare,
invece di smorzare. Ora, dopo la riunione scolastica indetta per sabato
dalla preside, la situazione è leggermente migliorata. Mia figlia è sempre
isolata in fondo all’aula, classica forma
di discriminazione, ma, perlomeno, le
offese sono cessate e le malelingue,
almeno per il momento, tacciono.
Come continuerà la sua battaglia
contro questa vergogna?
Finché mia figlia verrà maltrattata continuerò a combattere in ogni modo e
maniera. Per fare un esempio, l’episodio
della martellata dello scorso anno è
ora al vaglio del tribunale dei minori
di Trieste.
Classifica questi fatti solo come
bullismo o come vero e proprio
razzismo?
Come da lei già accennato, non andiamo lontano dalla verità affermando
che se al posto di sua figlia si fosse
trovato un immigrato la questione sarebbe certamente diventata subito di
pubblico dominio. Più che razzismo,
questo è solo un pretesto per sfogare
il malessere sociale ed il degrado
morale di cui i giovani di oggi sono
preda in massa. Naturalmente, essendo
mia figlia italiana e vivendo una situazione personale ben più diffusa nelle
scuole di quanto si pensi, il caso non
ha avuto risonanza mediatica. Solamente i primi due giorni, un giornalista
locale ha dato peso alla cosa per poi
fare inspiegabilmente retromarcia. C’è
stata qualche influenza politico-istituzionale? Forse sì, forse no. Di certo è
stato strano l’improvviso cambio di
opinione in merito all’approfondimento
di questa assurda vicenda.
Emanuele Piloni
NAPOLI
Uccisero due rom
innocenti per
vendetta: arrestati
ccisero senza alcun motivo
due rom per omaggiare il
boss: sono cinque le persone
finite in manette, ritenute affiliate
al clan Mazzarella di Napoli, egemone nella zona del Mercato.
L’episodio risale al 2004: i sicari
del clan fecero una rappresaglia
nel campo nomadi di Secondigliano
per soddisfare il desiderio di vendetta del boss Franco Mazzarella
che poco prima aveva subìto un
furto in casa mentre era ai domiciliari. Nell'agguato freddarono
Mirko e Goran Radosavljevic: i
due, del tutto estranei alla vicenda,
furono scelti a caso. Il gruppo
criminale è ritenuto responsabile
anche di altri due omicidi, quello
di Francesco Ferrone, avvenuto il
3 febbraio del 2004 e quello di
Antonio Scafaro, avvenuto il 6
marzo del 2005. A fare luce sui
quattro assassinii hanno contribuito
alcuni collaboratori di giustizia,
ex esponenti di rilievo del clan
Mazzarella, tra cui Giuseppe Persico, che ebbe, nell'ambito dell'organizzazione camorristica, anche il ruolo di reggente. Persico,
infatti, era alle dirette dipendenze
di Franco Mazzarella.
U
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Mercoledì 1 aprile 2015
SOCIETA’
BATTUTE QUOTIDIANE DIVENTANO, IN BOCCA A QUESTO PERSONAGGIO STRAORDINARIO, UN'OCCASIONE PER SORRIDERE
Osho, spiritualità e ironia, anche sui social
Una pagina Facebook parodizza con simpatia la mistica del maestro indiano, perché "solo chi è intelligente può ridere"
on è la solitudine che crea in te la
tristezza; è la tua idea: "Io non
dovrei essere solo" che la crea; è
la tua idea: "Essere solo significa
essere triste" che crea in te il problema. La solitudine è uno stato assolutamente
bello, perché è uno stato di libertà profonda".
È solo una dei tanti bellissimi e profondi concetti di vita espressi da Osho, il mistico indiano,
maestro spirituale della meditazione, ancora
oggi seguitissimo ed amato, che ha fatto della
sua vita una celebrazione della gioia e dell'armonia. Un personaggio interessante, i cui
concetti sono condivisi da moltissime persone
in tutto il mondo e che ha preso piede anche
nei social, in molteplici forme. Le sue frasi inneggianti alla vita e alle sue meraviglie sono
un toccasana per lo spirito, le sue riflessioni
forniscono lo spunto per approfondire le varie
tematiche connesse alla filosofia della vita e,
in alcuni casi, anche per riderci su con ironia
semplice, diretta e sana. È il caso di una
pagina Facebook che si chiama "Le più belle
frasi di Osho" e che mette in bocca al mistico
frasi che oggi sono nell'uso comune, soprattutto
tra i romani. Qualche esempio: Osho è a
tavola e sta mangiando, "questa domani ripassata in padella è ancora più bona", commenta. Oppure, seduto in giardino mentre
gusta un bicchiere di vino, dice "c'hai messo
l'acqua e nun te pagamo". Ancora, Osho con
un berretto bianco e azzurro che commenta:
"Ma 'sta Lazio?". E poi Osho che consola un
uomo disperato e gli dice: "Nun te posso
vede' così, ma sai quante ne trovi mejo de
quella?".
Sono battute di tutti i giorni messe in bocca
ad un maestro della spiritualità, per sorridere
un po' e per prendere la vita con leggerezza.
Abbiamo raggiunto l'autore della pagina, Federico Palmaroli, e gli abbiamo rivolto qualche
domanda. Ecco cosa ci ha detto nella breve
intervista che segue.
N
Sei stato anche criticato per l'utilizzo del
nome e dell'immagine di Osho, quanto pensi
siano fondate queste critiche?
Si stanno sollevando questioni di violazione di
copyright come pretesto per farmi eliminare
le foto o addirittura chiudere la pagina. Come
ho già detto a una tua collega, se avessi preso
quelle foto e le avessi accompagnate a reali
pensieri di Osho nessuno avrebbe detto nulla.
Comunque voglio dire una cosa: sono sempre
più i seguaci di Osho che sono tra i più accesi
sostenitori della mia pagina. E questo credo
che non possa essere sottovalutato.
Cosa fai nella vita, di che ti occupi?
Nella vita faccio tutt'altro, ma l'ironia è una
parte integrante di me. Ritengo di aver creato
qualcosa di divertente per tutti, perché nessuno
di noi sfugge alla pronuncia di tutte le frasi associate alle immagini. Neanche Osho, se fosse
stato romano, ne sarebbe stato esente. Quindi
non c'è nessuna offesa, ma pura cronaca parodizzata.
Come ti è venuta in mente un'idea così simpatica ed originale?
Sono un grande osservatore della realtà, ne
sottolineo e ne parodizzo gli aspetti più comuni,
e ho provato ad associare espressioni "di larghissimo consumo" a un personaggio così spirituale come Osho. Il contrasto che ne è derivato
ha creato questo "mostro".
Qual è il messaggio che vuoi mandare a
chi legge, è solo ironia e voglia di ridere o
c'è dell'altro?
L'unica finalità della pagina è far ridere, senza
approfondire altre tematiche. Oggi è toccato a
Osho, domani chissà...
I lettori ti scrivono? che ti dicono? come
reagiscono i social a questo tipo di ironia?
Sì, mi scrivono tantissime persone ed è bello
vedere i fan cimentarsi in prove di associazione
foto-frase che poi mi inoltrano in privato per
una sorta di approvazione. Se ancora non ho
pubblicato nessun contributo esterno è solo
perché entrare nel tipo di filosofia ironica su
cui ho impostato questo lavoro creativo è abbastanza difficile. Non lo dico per superbia, ma
perché è così. Però sembra davvero diventato
un gioco virtuale condiviso ed è gratificante.
A BREVE NELLA CAPITALE SARÀ POSSIBILE CONDIVIDERE ANCHE LE DUE RUOTE
Ma si, ha ragione Federico Palmaroli, ridere,
sorridere, giocare con la vita, anche con i
suoi momenti di difficoltà aiuta a superarli,
a prenderli con filosofia. Del resto, lo disse
anche Osho: "Noi vogliamo che il mondo sia
meno serio e più sensibile alla vita; certo,
dev'essere sincero, ma non serio. Noi vogliamo che il mondo impari che il senso
dell'umorismo è una delle qualità fondamentali di un uomo religioso. Se non ridi ti lasci
sfuggire moltissimi misteri della vita: la risata
ti rende un bambino innocente e ti collega
all'esistenza; ti unisce al fragore dell'oceano,
al silenzio delle stelle. La risata fa dell'uomo
l'unico essere intelligente del mondo, perché
solo chi è intelligente può ridere. Ma l'intelligenza va stimolata, va usata, altrimenti si
impigrisce e muore".
Emma Moriconi
RICERCA SPAGNOLA
La dieta mediterranea
Dalla California un nuovo fenomeno per abbattere costi, fa bene e non inquina
Dopo il car-sharing, arriva “Scooterino”
traffico e l’inefficienza dei trasporti pubblici
ulla scia dell’enorme successo ottenuto nel nostro Paese del carsharing, che vede al primo posto
la città di Milano, arriva Scooterino. Attraverso un app, ora si potranno condividere anche le “due ruote” in barba al
traffico e all’inefficienza del trasporto
pubblico.
L’Italia rispetto al 2013 ha registrato un
aumento del 70% delle richieste con i
suoi 220mila iscritti e 3.000 auto e vede
Milano confermare il suo primato in
questo particolare mercato, con quasi
l’80%. È quanto emerso dall’analisi condotta a livello mondiale dalla società
globale di consulenza aziendale AlixPartners e presentata a Milano nel corso
durante il Forum Auto Motive, dove veicolano i dibattiti dibattiti sui temi della
mobilità a motore.
Mentre nella Capitale si affaccia un'altra
tipologia di “condivisione”, complice
del fenomeno anche il clima che predilige la scelta dello scooter, la novità
arriva direttamente dalla California.
Non solo turisti in giro con la Vespa,come
la suggestiva ed indimenticabile pellicola
“Vacanze romane”, il motorino sarà utilizzato per gli spostamenti anche per i
residenti che non posseggono tale mezzo.
Scooterino sta per arrivare ufficialmente
S
a Roma con l'obiettivo di mettere in
contatto chi si sposta in motorino nella
capitale. Basterà, quindi un app in stile
Uber, ma dedicata a moto e motorini.
In fase ancora di lancio, ma è già possibile accedere al sito web del servizio,
che conta 130 proprietari di scooter e
almeno 300 passeggeri. Si tratta ancora
una volta della condivisione di un mezzo
di trasporto appartenente a privati per
facilitare e rendere più economici gli
spostamenti in città.
L'idea è di pagare direttamente al proprietario dello scooter un rimborso per
il passaggio ricevuto. Lo scooterista
passerà a prendere l'utente che ha richiesto un passaggio portando con sé
obbligatoriamente un casco per il passeggero.
In questo modo la mobilità diventerà
potenzialmente più sostenibile grazie
alla riduzione del numero di mezzi di
trasporto in circolazione. Il servizio propone passaggi in scooter a costi economici, in competizione persino con i
mezzi pubblici. Il servizio reso dagli
scooteristi dipenderà anche dalla loro
affidabilità attraverso i feedback degli
utenti a fine corsa.
Chantal Capasso
a dieta mediterranea,
non solo è salutare ma
salva anche l'ambiente. I motivi per abbracciare
la dieta mediterranea non
sembrano legati ai benefici
fisici che questo tipo di alimentazione apporta al nostro organismo. Riduce anche gli effetti negativi dello
smog. Scientificamente provato che la dieta mediterranea allunga la vita, ora
arrivano altre conferme.
La scoperta dell’impatto
ambientale della dieta mediterranea si deve ad uno
studio pubblicato su Journal of Health Services Research & Policy. Proprio
questo evidenzia come
questo tipo di menù rilascia
un'impronta di carbonio
molto inferiore a quello
per esempio inglese o
americano.
Gli autori della ricerca
sono spagnoli, i quali hanno
pensato di misurare l'impronta di carbonio dei cibi
della tavola spagnola ed
hanno così scoperto che
questa impronta è pari a
5,08 kg di CO2, molto in-
L
feriore rispetto alla dieta
del Regno Unito (7,4 kg di
C02e) o a quella americana
(tra 8,5 e 8,8 kg di CO2e).
Sotto la lente d’ingrandimento i menù di ben 448
pasti e altrettante cene servite negli ospedali di Juan
Ramón Jimenez di Huelva,
dell'università Jaume I di
Castellón e dell'università
di Huelva, basate su una
dieta assolutamente mediterranea.
“Questi menù avrebbero
potuto essere serviti in qualunque scuola - ha dichiarato Rosario Vidal, autore
principale dello studio -, ristorante o famiglia spagnola. Le ricette includono piatti
tipici come la zuppa di gazpacho andalusa, il pisto
manche, la paella o il puchero simile allo stufato”.
Gli studiosi , in base ai risultati di ricerca, hanno
creato un database e su
questo hanno calcolato l'impronta di Co2 scoperto
proprio che la dieta Mediterranea inquina in sostanza molto di meno di qualsiasi altra dieta.
Ch.C.