Spunti di discussione Risk Management E Sintesi dati “Resoconto

Transcript

Spunti di discussione Risk Management E Sintesi dati “Resoconto
ICAAP
Spunti di discussione Risk Management
E
Sintesi dati “Resoconto 2009”
Perché l’ICAAP?
(Internal Convergence of Capital Measurament and Capital Standards)
• “Il secondo pilastro di Basilea II non è pensato semplicemente per
assicurare che le banche abbiano capitale adeguato per supportare tutti i
rischi della propria attività, ma anche per incoraggiare le banche a
sviluppare ed usare meglio le tecniche di risk management nel monitoraggio
e nella gestione dei propri rischi.”
• “Il secondo pilastro di Basilea II riconosce la responsabilità del management
della banca nello sviluppo di un processo di valutazione del capitale interno
e nell’assegnazione di obiettivi di capitale che sono commisurati al profilo di
rischio della banca ed al control environment.”
• “Basilea riconosce la relazione che esiste tra l’ammontare del capitale
posseduto dalla banca per fronteggiare i propri rischi e la robustezza ed
efficacia dei processi di risk management e di controlli interni della banca. In
ogni caso, incrementare il capitale non deve essere riconosciuto come
l’unico modo per incrementare i rischi. Altri mezzi sono il rafforzamento del
risk management, l’applicazione di limiti interni,...”
I 4 principi chiave
(Internal Convergence of Capital Measurament and Capital Standards)
• Principio 1: le banche devono avere un processo per valutare l’adeguatezza
del proprio capitale complessivo in relazione al proprio profilo di rischio e
una strategia per il mantenimento dei propri livelli di capitale.
• Principio 2: le autorità di vigilanza devono rivedere e valutare le stime di
adeguatezza del capitale interno delle banche e le relative strategie, come
anche la loro abilità nel monitorare ed assicurare la loro conformità con i
ratios di capitale regolamentare. Le autorità di vigilanza devono
intraprendere appropriate azioni di vigilanza se non sono soddisfatte dai
risultati di questo processo.
• Principio 3: le autorità di vigilanza devono aspettarsi che le banche operino
al di sopra dei ratios di capitale regolamentare minimi e devono avere la
capacità di richiedere alle banche di detenere capitale in eccesso rispetto al
minimo.
• Principio 4: le autorità di vigilanza devono cercare di intervenire ad uno
stadio iniziale per prevenire che il capitale cada al di sotto dei livelli minimi
richiesti per supportare le caratteristiche di rischio di una particolare banca
e devono richiedere rapide azioni riparatrici se il capitale non è mantenuto o
ripristinato.
Disposizioni generali Bankit
Banca d’Italia (circ. 263/06)
• Le banche effettuano un’autonoma valutazione della propria adeguatezza
patrimoniale, attuale e prospettica, in relazione ai rischi assunti e alle
strategie aziendali.
• “Le banche definiscono strategie e predispongono strumenti e procedure
per determinare il capitale che esse ritengono adeguato - per importo e
composizione - alla copertura permanente di tutti i rischi ai quali sono o
potrebbero essere esposte, anche diversi da quelli per i quali è richiesto il
rispetto dei requisiti patrimoniali”
• Il processo ICAAP è imperniato su idonei sistemi aziendali di gestione dei
rischi e presuppone adeguati meccanismi di governo societario, una
struttura organizzativa con linee di responsabilità ben definite, efficaci
sistemi di controllo interno.
• La responsabilità di tale processo è rimessa agli organi societari, i quali
ne definiscono in piena autonomia il disegno e l’organizzazione secondo le
rispettive competenze e prerogative. Essi curano l’attuazione e promuovono
l’aggiornamento dell’ICAAP, al fine di assicurarne la continua rispondenza
alle caratteristiche operative e al contesto strategico in cui la banca opera.
• Il processo ICAAP deve essere documentato, conosciuto e condiviso dalle
strutture aziendali e sottoposto a revisione interna.
Disposizioni generali Bankitalia
Key words:
• Valutazione autonoma;
• Adeguatezza patrimoniale attuale e
prospettica;
• Rischi assunti globalmente anche in
relazione alle strategie;
• Copertura rischi (anche non attuali) con
patrimonio (in termini di importo e di
composizione);
• Reportistica annuale, ma attività continua.
Principio di proporzionalità
Il processo di controllo prudenziale si conforma al principio
di proporzionalità, in base al quale:
- i sistemi di governo societario, i processi di gestione dei
rischi, i meccanismi di controllo interno e di
determinazione del capitale ritenuto adeguato alla
copertura dei rischi devono essere commisurati alle
caratteristiche, alle dimensioni e alla complessità
dell’attività svolta dalla banca;
- la frequenza e l’intensità dello SREP (controlli da parte di
Banca d’Italia) tengono conto della rilevanza sistemica,
delle caratteristiche, delle dimensioni e della complessità
delle banche.
Principio di proporzionalità
In ogni caso:
- Il calcolo del capitale complessivo richiede una compiuta
valutazione di tutti i rischi a cui le banche sono o potrebbero
essere esposte.
- Le banche definiscono per quali tipi di rischi diversi da quelli di
primo pilastro è opportuno adottare metodologie quantitative, che
possono condurre alla determinazione di capitale interno, e per quali
invece si ritengono più appropriate, in combinazione o in alternativa,
misure di controllo o attenuazione.
- Le banche devono essere in grado di spiegare nel dettaglio alla
Banca d’Italia le definizioni adottate, le metodologie utilizzate,
l’effettiva considerazione di tutti i rischi rilevanti nonché le differenze,
per i rischi fronteggiati dal requisito patrimoniale del primo pilastro,
tra il sistema adottato internamente e quello regolamentare.
- Nella determinazione del capitale interno complessivo le banche
possono tenere conto, oltre che della necessità di copertura delle
perdite inattese a fronte di tutti i rischi rilevanti, anche dell’esigenza
di far fronte a operazioni di carattere strategico (ingresso in nuovi
mercati, acquisizioni) ovvero di mantenere un adeguato standing sui
mercati.
Principio di proporzionalità
Classe di appartenenza
Criteri
1: Unicredit
Banche autorizzate per almeno un
requisito di primo pilastro a metodi
avanzati
2: Gruppo Etruria
Banche non autorizzate a
metodi avanzati, ma con attivo
di bilancio > 3,5 miliardi di euro
3: BPPM
Altre
Fasi del processo ICAAP
• Individuazione dei rischi
• Misurazione/Valutazione dei singoli rischi
e del relativo capitale interno (stress
testing)
• Misurazione del capitale interno
complessivo
• Determinazione del capitale complessivo e
riconciliazione con PV
Fase 1: Individuazione rischi
• 4 Rischi Pillar I (di credito, di mercato, di
controparte, operativo)
• Rischio di concentrazione;
• Rischio di tasso di interesse del Banking Book;
• Rischio di liquidità;
• Rischio residuo;
• Rischi derivanti da cartolarizzazioni;
• Rischio strategico;
• Rischio reputazionale;
• Altri rischi rilevanti.
Indicazioni Bankit – Classe 3 (BPPM)
Rischio
Metodo calcolo
Actions - Strategie
Credito
Primo pilastro – stress test
solo sensitivity
Minimum requirements
Controparte
Primo pilastro – stress test
solo sensitivity
N/A
Mercato
Primo pilastro
N/A
Operativo
Primo pilastro
Minimum requirements
Concentrazione
Metodo semplificato - Stress
test solo sensitivity
Minimum requirements
Tasso interesse BB
Metodo semplificato - Stress
test solo sensitivity
Minimum requirements
Liquidità
Policy
N/A
Residuo
Qualitativo
Processo
Cartolarizzazioni
Qualitativo
N/A
Strategico
Qualitativo
Processo
Reputazionale
Qualitativo
Processo
Altro
Qualitativo
N/A
Resoconto Icaap 2009 – Rischio di credito
Rischio di credito
Situazione puntuale al 31.12.2008
Esposizione
xxxxxxx
RWA (attivo
ponderato per il
rischio)
xxxxxxx
Rischio di credito
Situazione puntuale prevista al 31.12.2009
Requisito patrimoniale (8%)
xxxxxxxx
Esposizione
xxxxxxx
RWA (attivo ponderato
per il rischio)
xxxxxxx
Requisito patrimoniale
(8%)
xxxxxxx
La simulazione per il 2009 è stata elaborata partendo dall’ipotesi di incremento degli impieghi previsto
dal budget (+xx%) e formulando le seguenti ipotesi:
• per le esposizioni delle classi di analisi diverse dagli impieghi alla clientela è previsto un incremento
pari a quello definito per gli stessi impieghi alla clientela, secondo gli obiettivi definiti a livello di Budget
2009;
• costanza rispetto al 31.12.2008 dei valori relativi ai margini non utilizzati degli affidamenti concessi,
sulla base dell’ipotesi che gli stessi affidamenti aumentino per un importo pari all’aumento degli
utilizzi;
• costanza rispetto al 31.12.2008 dei valori delle garanzie reali ipotecarie acquisite (fair value) e
conseguente costanza della parte di esposizione coperta dalle stesse garanzie cui è possibile applicare
le tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM);
• sostanziale stabilità, rispetto al 31.12.2008, dei valori relativi alle esposizioni verso intermediari
vigilati.
Resoconto 2009 – Stress test sul Rischio di
credito
L’analisi di stress testing è stata elaborata con riferimento alla composizione delle esposizioni rilevate
al 31 dicembre 2008 e alle previsioni per il 31 dicembre 2009, che confermano un’esposizione netta
prevalente verso il settore imprese ed una considerevole presenza di impegni derivanti da linee di
credito accordate e non utilizzate.
Conseguentemente e coerentemente sono state elaborate le analisi di stress testing con riferimento
alla componente Rischio di Credito della Banca formulando le ipotesi descritte nella seguente tabella:
Stress test Rischio di credito Situazione puntuale al
31.12.2009
Stress test Rischio di credito Situazione puntuale al 31.12.2008
Ipotesi
Descrizione
Completo utilizzo
linee di fido accordate
(posizioni principali)
Rapporto volumi
utilizzato/accordato
(posizioni principali)
Completo utilizzo
linee di fido accordate
(tutte le posizioni )
Rapporto volumi
utilizzato/accordato
(totale posizioni della
clientela)
RWA
Requisito
patrimoniale
(8%)
Diff. requisito
rispetto
31.12.2008
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
Esposizione
Esposizione
xxxxxxxx
xxxxxxxx
Tasso di ingresso a
Pass. a sofferenza (tasso
peggiore area Abruzzo-Molise sofferenza rettificata
(=4,41%)
periodo 1997-2008)
xxxxxxxx
xxxxxxxx
Pass. a sofferenza (doppio del Tasso di ingresso a
tasso peggiore area Abruzzo- sofferenza rettificata
Molise periodo
b.2 1997-2008) (=8,82%)
xxxxxxxx
xxxxxxxx
Pass. a sofferenza (tasso
peggiore settore “edilizia” area
Abruzzo-Molise periodo 19972008)
Tasso di ingresso a
sofferenza rettificata
comparto "Edilizia ed
opere pubbliche" (=
20,04%)
RWA
xxxxxxxx
Requisito
patrimoniale
(8%)
Diff. requisito
rispetto
30.06.2008
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
Passaggio posizioni in
Pass. a sofferenza posiz. con classe di rating CC a
rating CC
sofferenza
Diminuzione valore
immobili a garanzia
Peggioramento
valutazione merito
creditizio Stato Italiano
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
Garanzie ipotecarie:
diminuzione valore
immobili del 10%
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
Diminuzione classe di
merito attribuita da
Moody's allo Stato
Italiano
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
xxxxxxxx
Resoconto 2009 – Rischio di mercato e di
controparte
La BPPM non è soggetta a rischi di mercato e di controparte, né sono previsti sviluppi dell’attività tali
da renderla ad essi vulnerabile nel 2009.
Resoconto 2009 – Rischio operativo
Il metodo standard per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte di tale rischio applica una
ponderazione del 15% alla media del margine d’intermediazione dell’ultimo triennio.
Il capitale interno risultante per il 2008 è compendiato nella seguente tabella:
Coefficiente metodo BIA
15%
Margine di intermediazione IAS al 31/12/2006
xxxxxx
Margine di intermediazione IAS al 31/12/2007
xxxxxx
Margine di intermediazione IAS al 31/12/2008
xxxxxx
Requisito patrimoniale al 31/12/2008
xxxxxx
Capitale interno al 31/12/2008
xxxxxx
Tenendo in considerazione i dati di proiezione del budget predisposto per l’anno 2009, il margine di
intermediazione prospettico al 31 dicembre 2009 sarà pari a xx milioni di euro, da cui deriva un
requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi di euro xx al 31/12/2009.
Gli stress test effettuati sul rischio operativo non hanno evidenziato requisiti patrimoniali aggiuntivi.
Resoconto 2009 – Rischio di concentrazione
Requisito single name.
L’algoritmo per il calcolo del capitale interno da detenere per far fronte al rischio di concentrazione è:
GA = C×H×E(i)
dove GA è definito come Granularity Adjustment, ovvero il capitale interno necessario;
C indica la costante di proporzionalità, dedotta tramite interpolazione lineare e determinata da Banca
d’Italia. Il valore di C è funzione della “probabilità di default” e della “perdita stimata associata
all’evento default”.
H è l’indice di Herfindahl che individua la concentrazione del rischio del portafoglio e viene calcolato
come rapporto fra la somma dei quadrati delle esposizioni ed il quadrato della somma delle esposizioni.
E(i) è il totale delle esposizioni della banca.
Il risultato ottenuto applicando la metodologia sopra esposta ai valori di bilancio del 31 dicembre
2008, illustrato nella seguente tabella, evidenzia che la Banca necessita di un capitale pari a euro xx
(x% del patrimonio di vigilanza, verso un limite fissato dal CdA del x%) per far fronte al rischio di
concentrazione, in condizioni normali:
Descrizione
C
Esposizione
PD Cedacri consortile 2002-2007
(1,55%)
xx
xxxxxx
H
GA
xxxxx
xxxxxx
Il capitale interno prospettico al 31 dicembre 2009 è stato calcolato in base alle previsioni di Budget
2009. Il requisito risultante è pari a euro xx (x% del patrimonio di vigilanza). La relativa
quantificazione ai fini del calcolo del rischio di concentrazione è di seguito riportata:
Descrizione
Esposizione
prospettica
31.12.2009
C
xx
PD Cedacri consortile 2002-2007
(1,55%)
xxxxxx
H prospettica
31.12.2009
xxxxx
GA
prospettica
31.12.2009
xxxxxx
Resoconto 2009 – Stress test sul Rischio di
concentrazione
Requisito single name.
Sintesi dei risultati degli stress test sulla base delle ipotesi formulate sui valori al 31 dicembre 2008 ed al
31 dicembre 2009:
Stress test Rischio di concentrazione “singlename”
Situazione puntuale al 31.12.2009
Stress test Rischio di concentrazione “single-name”
Situazione puntuale al 31.12.2008
Descrizione
Pass. a sofferenza (tasso
peggiore area AbruzzoMolise periodo 1997-2008)
Pass. a sofferenza
(doppio del tasso
peggiore area AbruzzoMolise periodo 19972008)
Esposizione
H
GA
C
Esposi
zione
H
GA
Diff. GA
rispetto al
31.12.2009
Tasso
ingresso a
sofferenza
rettificata
(=4,41%)
Tasso ingresso
a sofferenza
rettificata
(=8,82%)
Diminuzione della
valutazione di merito
creditizio delle singole
posizioni (aumento costante
C)
Massimo
valore di PD
previsto a
livello
normativo
(PD=10%)
Completo utilizzo delle linee
di fido accordate
Rapporto volumi
utilizzato/accordato
(totale posizioni
della clientela)
Aumento della
concentrazione degli
impieghi della banca
(aumento valore fattore H)
C
Diff. GA
rispetto al
31.12.2008
Aumento 10%
indice di
Herfindahl
Tutte le ipotesi considerate non evidenziano fabbisogni significativi di capitale aggiuntivo, tali da far prendere in
considerazione eventuali interventi correttivi.
Resoconto 2009 – Rischio di concentrazione
“Geo – settoriale”
Requisito Geo-settoriale.
La metodologia utilizzata per il calcolo del rischio di concentrazione geo-settoriale è quella elaborata dal
“Laboratorio Rischio di concentrazione” organizzato dall’ABI.
In base a tale metodologia, l’add-on di capitale interno per il rischio di concentrazione geo-settoriale
viene determinato attraverso l’applicazione di un “coefficiente di ricarico” al requisito patrimoniale
relativo al rischio di credito e calcolato in ottica Primo Pilastro.
Il “coefficiente di ricarico” da applicare viene individuato attraverso l’utilizzo di specifiche tabelle, distinte
per area geografica di riferimento.
In considerazione che l’indice di Herfindahl della Banca (xx%) è inferiore a quello di benchmark riferito
all’Italia Meridionale (xx%), è possibile sostenere che, coerentemente con le indicazioni del “Laboratorio
ABI, l’add-on di capitale interno per il rischio di concentrazione geo-settoriale è pari a zero, sia in ottica
attuale al 31.12.2008 sia in ottica prospettica al 31.12.2009.
Resoconto 2009 – Rischio di tasso d’interesse
Il rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario si riferisce all’esposizione economicopatrimoniale di una banca a variazioni dei tassi. Essendo legato all’attività bancaria core
tale rischio è da considerarsi rilevante per la Banca.
Al fine della determinazione del rischio derivante dal tasso di interesse è stata utilizzata la metodologia
semplificata di cui all’allegato C del Titolo III, Capitolo 1 della Circolare di Banca d’Italia 263 del 27
dicembre 2006. Tale metodologia è coerente con quanto concesso dall’Autorità di Vigilanza alle
banche classificate di “classe tre”, quali la Banca Popolare delle Province Molisane.
L’esposizione al rischio di tasso d’interesse è determinata attraverso il seguente schema:
•
•
•
•
•
•
Determinazione delle “valute rilevanti”;
Classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali (14 fasce previste);
Ponderazione delle esposizioni nette all’interno di ciascuna fascia (shock ipotizzato 200
b.p.);
Somma delle esposizioni ponderate delle diverse fasce;
Aggregazione delle esposizioni nelle diverse valute;
Determinazione dell’indicatore di rischiosità (espresso come rapporto tra le esposizioni
aggregate ed il patrimonio di vigilanza)
Al 31.12.2008, l’indice di rischiosità calcolato per BPPM secondo lo schema precedente è pari allo xx%
del patrimonio di vigilanza (ben al di sotto del limite di tolleranza del x% fissato dal CdA).
In ottica prospettica al 31.12.2009, l’indice di rischiosità calcolato si riduce ulteriormente allo xx% del
patrimonio di vigilanza, a causa dell’attesa crescita della raccolta diretta da clientela superiore a
quella degli impieghi tale da determinare equilibrate, tra positive e negative, esposizioni nette per
singole fasce.
Resoconto 2009 – Stress test sul Rischio di
tasso d’interesse
Sono stati condotti degli stress test sia in relazione alla situazione al 31/12/08 che prospettica
al 31/12/2009 ipotizzando variazioni dei tassi di interesse di 250 e 300 punti base.
I risultati dell’analisi di stress evidenziano che l’indice di rischiosità al 31/12/08 si attesterebbe
rispettivamente allo xx% (shock di 250 bp) ed allo xx% (shock di 300 bp) del patrimonio di vigilanza.
L’ipotesi analoga, riportata ai dati al 31/12/09, evidenzia un indice di rischiosità pari a xx% (shock di 250
bp) e xx% (shock di 300 bp).
Sulla base delle analisi effettuate è possibile affermare che BPPM non è significativamente esposta al rischio
di tasso d’interesse, nemmeno in ipotesi di shock di particolare entità sui mercati.
Resoconto 2009 – Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità è definito come il rischio che la Banca non sia in grado di adempiere alle proprie
obbligazioni alla loro scadenza.
Ai fini della disciplina relativa al rischio di liquidità è stata redatta una strategia di gestione della liquidità
che prevede un sistema di sorveglianza della posizione finanziaria netta al fine di verificare
periodicamente il rischio di liquidità oltre che di un piano di emergenza che individua, tra l’altro, le
strategie di intervento e le responsabilità delegate agli organi aziendali.
Come diffuso nella prassi, non è stato calcolato capitale interno a copertura del rischio di liquidità.
Il limite operativo, monitorato almeno mensilmente, fissato dal CdA attiene al mantenimento di un positivo
saldo netto di posizioni cumulate in scadenza.
La disaggregazione per forme tecniche ha mostrato una posizione di liquidità assolutamente
bilanciata.
Anche gli scenari di stress ipotizzati non hanno evidenziato sostanziali elementi di criticità nella posizione di
liquidità dell’Istituto.
Resoconto 2009 – Rischio residuo
Il rischio residuo è definito come il rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di
credito utilizzate dalla banca risultino meno efficaci del previsto.
L’Area Controlli e Pianificazione ha, in base alle analisi effettuate mirate alla verifica dell’esistenza del
rischio residuo per la Banca, adottato un approccio qualitativo per la sua determinazione e per la
verifica della significativà che tale rischio ha nell’attività della Banca stessa.
Sulla base delle verifiche effettuate (una sola posizione a sofferenza di importo contenuto al 31/12/2008) e
della mancanza di serie storiche connessa al recente avvio operativo della Banca, si è ritenuto di non
effettuare degli accantonamenti patrimoniali specifici a fronte di tale rischio.
Resoconto 2009 – Rischio strategico
Il rischio strategico è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale
derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata
di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.
Con riferimento alla definizione data del rischio strategico, la Banca ritiene di considerare tale rischio con
una spiccata determinazione qualitativa, ed ha orientato la propria attenzione nella predisposizione di
adeguati presidi di controllo, non ritenendo quindi, allo stato attuale, la necessità di effettuare
accantonamenti di capitale direttamente legati a questa tipologia di rischio.
Resoconto 2009 – Rischio reputazionale
Il rischio reputazionale è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale
derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti,
azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza.
Le analisi condotte hanno evidenziato che al 31 dicembre 2008 la Banca non ha registrato reclami da parte
della clientela e non ha subito citazioni in giudizio.
Non è dunque possibile allo stato individuare eventi generatori di cattiva reputazione.
Resoconto 2009 – Dati di sintesi
Con riferimento ai rischi rilevanti nella seguente tabella è riepilogato l’ammontare del capitale interno al 31
dicembre 2008 relativo a ciascun rischio, confrontato sia con i risultati registrati al 30 giugno 2008 che
con quelli prospettici al 31 dicembre 2009:
Capitale interno precedente
resoconto (30/06/2008)
xxxxx
Capitale interno attuale
(31/12/2008)
xxxxx
Capitale interno prospettico
(31/12/2009)
xxxxx
Controparte
0
0
0
Mercato
0
0
0
Operativo
xxx
xxx
xxx
Tasso di interesse
xxx
xxx
xxx
Concentrazione “single name”
xxx
xxx
xxx
Concentrazione geo-settoriale
0
0
0
Liquidità
0
0
0
Residuo
0
0
0
Reputazionale
0
0
0
Strategico
0
0
0
xxxxxxx
xxxxxxx
xxxxxxx
Rischio
Credito
Capitale interno complessivo
Alla data del 31 dicembre 2008 il capitale complessivo (corrispondente al patrimonio di vigilanza) risulta euro
xxxx. Gli elementi che compongono il capitale complessivo, tutti di qualità primaria, risultano adeguati alla
copertura del capitale interno complessivo. L’eccedenza di capitale complessivo è pari ad euro xxxx (differenza
tra capitale complessivo e capitale interno allla data).
In termini di valutazione prospettica al 31 dicembre 2009, l’eccedenza di capitale complessivo atteso,
considerando stabile l’attuale capitale sociale, sarà di circa euro xx milioni, e quindi adeguata agli obiettivi di
sviluppo della Banca.