Spunti di discussione Risk Management E Sintesi dati “Resoconto
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Spunti di discussione Risk Management E Sintesi dati “Resoconto
ICAAP Spunti di discussione Risk Management E Sintesi dati “Resoconto 2009” Perché l’ICAAP? (Internal Convergence of Capital Measurament and Capital Standards) • “Il secondo pilastro di Basilea II non è pensato semplicemente per assicurare che le banche abbiano capitale adeguato per supportare tutti i rischi della propria attività, ma anche per incoraggiare le banche a sviluppare ed usare meglio le tecniche di risk management nel monitoraggio e nella gestione dei propri rischi.” • “Il secondo pilastro di Basilea II riconosce la responsabilità del management della banca nello sviluppo di un processo di valutazione del capitale interno e nell’assegnazione di obiettivi di capitale che sono commisurati al profilo di rischio della banca ed al control environment.” • “Basilea riconosce la relazione che esiste tra l’ammontare del capitale posseduto dalla banca per fronteggiare i propri rischi e la robustezza ed efficacia dei processi di risk management e di controlli interni della banca. In ogni caso, incrementare il capitale non deve essere riconosciuto come l’unico modo per incrementare i rischi. Altri mezzi sono il rafforzamento del risk management, l’applicazione di limiti interni,...” I 4 principi chiave (Internal Convergence of Capital Measurament and Capital Standards) • Principio 1: le banche devono avere un processo per valutare l’adeguatezza del proprio capitale complessivo in relazione al proprio profilo di rischio e una strategia per il mantenimento dei propri livelli di capitale. • Principio 2: le autorità di vigilanza devono rivedere e valutare le stime di adeguatezza del capitale interno delle banche e le relative strategie, come anche la loro abilità nel monitorare ed assicurare la loro conformità con i ratios di capitale regolamentare. Le autorità di vigilanza devono intraprendere appropriate azioni di vigilanza se non sono soddisfatte dai risultati di questo processo. • Principio 3: le autorità di vigilanza devono aspettarsi che le banche operino al di sopra dei ratios di capitale regolamentare minimi e devono avere la capacità di richiedere alle banche di detenere capitale in eccesso rispetto al minimo. • Principio 4: le autorità di vigilanza devono cercare di intervenire ad uno stadio iniziale per prevenire che il capitale cada al di sotto dei livelli minimi richiesti per supportare le caratteristiche di rischio di una particolare banca e devono richiedere rapide azioni riparatrici se il capitale non è mantenuto o ripristinato. Disposizioni generali Bankit Banca d’Italia (circ. 263/06) • Le banche effettuano un’autonoma valutazione della propria adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, in relazione ai rischi assunti e alle strategie aziendali. • “Le banche definiscono strategie e predispongono strumenti e procedure per determinare il capitale che esse ritengono adeguato - per importo e composizione - alla copertura permanente di tutti i rischi ai quali sono o potrebbero essere esposte, anche diversi da quelli per i quali è richiesto il rispetto dei requisiti patrimoniali” • Il processo ICAAP è imperniato su idonei sistemi aziendali di gestione dei rischi e presuppone adeguati meccanismi di governo societario, una struttura organizzativa con linee di responsabilità ben definite, efficaci sistemi di controllo interno. • La responsabilità di tale processo è rimessa agli organi societari, i quali ne definiscono in piena autonomia il disegno e l’organizzazione secondo le rispettive competenze e prerogative. Essi curano l’attuazione e promuovono l’aggiornamento dell’ICAAP, al fine di assicurarne la continua rispondenza alle caratteristiche operative e al contesto strategico in cui la banca opera. • Il processo ICAAP deve essere documentato, conosciuto e condiviso dalle strutture aziendali e sottoposto a revisione interna. Disposizioni generali Bankitalia Key words: • Valutazione autonoma; • Adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica; • Rischi assunti globalmente anche in relazione alle strategie; • Copertura rischi (anche non attuali) con patrimonio (in termini di importo e di composizione); • Reportistica annuale, ma attività continua. Principio di proporzionalità Il processo di controllo prudenziale si conforma al principio di proporzionalità, in base al quale: - i sistemi di governo societario, i processi di gestione dei rischi, i meccanismi di controllo interno e di determinazione del capitale ritenuto adeguato alla copertura dei rischi devono essere commisurati alle caratteristiche, alle dimensioni e alla complessità dell’attività svolta dalla banca; - la frequenza e l’intensità dello SREP (controlli da parte di Banca d’Italia) tengono conto della rilevanza sistemica, delle caratteristiche, delle dimensioni e della complessità delle banche. Principio di proporzionalità In ogni caso: - Il calcolo del capitale complessivo richiede una compiuta valutazione di tutti i rischi a cui le banche sono o potrebbero essere esposte. - Le banche definiscono per quali tipi di rischi diversi da quelli di primo pilastro è opportuno adottare metodologie quantitative, che possono condurre alla determinazione di capitale interno, e per quali invece si ritengono più appropriate, in combinazione o in alternativa, misure di controllo o attenuazione. - Le banche devono essere in grado di spiegare nel dettaglio alla Banca d’Italia le definizioni adottate, le metodologie utilizzate, l’effettiva considerazione di tutti i rischi rilevanti nonché le differenze, per i rischi fronteggiati dal requisito patrimoniale del primo pilastro, tra il sistema adottato internamente e quello regolamentare. - Nella determinazione del capitale interno complessivo le banche possono tenere conto, oltre che della necessità di copertura delle perdite inattese a fronte di tutti i rischi rilevanti, anche dell’esigenza di far fronte a operazioni di carattere strategico (ingresso in nuovi mercati, acquisizioni) ovvero di mantenere un adeguato standing sui mercati. Principio di proporzionalità Classe di appartenenza Criteri 1: Unicredit Banche autorizzate per almeno un requisito di primo pilastro a metodi avanzati 2: Gruppo Etruria Banche non autorizzate a metodi avanzati, ma con attivo di bilancio > 3,5 miliardi di euro 3: BPPM Altre Fasi del processo ICAAP • Individuazione dei rischi • Misurazione/Valutazione dei singoli rischi e del relativo capitale interno (stress testing) • Misurazione del capitale interno complessivo • Determinazione del capitale complessivo e riconciliazione con PV Fase 1: Individuazione rischi • 4 Rischi Pillar I (di credito, di mercato, di controparte, operativo) • Rischio di concentrazione; • Rischio di tasso di interesse del Banking Book; • Rischio di liquidità; • Rischio residuo; • Rischi derivanti da cartolarizzazioni; • Rischio strategico; • Rischio reputazionale; • Altri rischi rilevanti. Indicazioni Bankit – Classe 3 (BPPM) Rischio Metodo calcolo Actions - Strategie Credito Primo pilastro – stress test solo sensitivity Minimum requirements Controparte Primo pilastro – stress test solo sensitivity N/A Mercato Primo pilastro N/A Operativo Primo pilastro Minimum requirements Concentrazione Metodo semplificato - Stress test solo sensitivity Minimum requirements Tasso interesse BB Metodo semplificato - Stress test solo sensitivity Minimum requirements Liquidità Policy N/A Residuo Qualitativo Processo Cartolarizzazioni Qualitativo N/A Strategico Qualitativo Processo Reputazionale Qualitativo Processo Altro Qualitativo N/A Resoconto Icaap 2009 – Rischio di credito Rischio di credito Situazione puntuale al 31.12.2008 Esposizione xxxxxxx RWA (attivo ponderato per il rischio) xxxxxxx Rischio di credito Situazione puntuale prevista al 31.12.2009 Requisito patrimoniale (8%) xxxxxxxx Esposizione xxxxxxx RWA (attivo ponderato per il rischio) xxxxxxx Requisito patrimoniale (8%) xxxxxxx La simulazione per il 2009 è stata elaborata partendo dall’ipotesi di incremento degli impieghi previsto dal budget (+xx%) e formulando le seguenti ipotesi: • per le esposizioni delle classi di analisi diverse dagli impieghi alla clientela è previsto un incremento pari a quello definito per gli stessi impieghi alla clientela, secondo gli obiettivi definiti a livello di Budget 2009; • costanza rispetto al 31.12.2008 dei valori relativi ai margini non utilizzati degli affidamenti concessi, sulla base dell’ipotesi che gli stessi affidamenti aumentino per un importo pari all’aumento degli utilizzi; • costanza rispetto al 31.12.2008 dei valori delle garanzie reali ipotecarie acquisite (fair value) e conseguente costanza della parte di esposizione coperta dalle stesse garanzie cui è possibile applicare le tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM); • sostanziale stabilità, rispetto al 31.12.2008, dei valori relativi alle esposizioni verso intermediari vigilati. Resoconto 2009 – Stress test sul Rischio di credito L’analisi di stress testing è stata elaborata con riferimento alla composizione delle esposizioni rilevate al 31 dicembre 2008 e alle previsioni per il 31 dicembre 2009, che confermano un’esposizione netta prevalente verso il settore imprese ed una considerevole presenza di impegni derivanti da linee di credito accordate e non utilizzate. Conseguentemente e coerentemente sono state elaborate le analisi di stress testing con riferimento alla componente Rischio di Credito della Banca formulando le ipotesi descritte nella seguente tabella: Stress test Rischio di credito Situazione puntuale al 31.12.2009 Stress test Rischio di credito Situazione puntuale al 31.12.2008 Ipotesi Descrizione Completo utilizzo linee di fido accordate (posizioni principali) Rapporto volumi utilizzato/accordato (posizioni principali) Completo utilizzo linee di fido accordate (tutte le posizioni ) Rapporto volumi utilizzato/accordato (totale posizioni della clientela) RWA Requisito patrimoniale (8%) Diff. requisito rispetto 31.12.2008 xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx Esposizione Esposizione xxxxxxxx xxxxxxxx Tasso di ingresso a Pass. a sofferenza (tasso peggiore area Abruzzo-Molise sofferenza rettificata (=4,41%) periodo 1997-2008) xxxxxxxx xxxxxxxx Pass. a sofferenza (doppio del Tasso di ingresso a tasso peggiore area Abruzzo- sofferenza rettificata Molise periodo b.2 1997-2008) (=8,82%) xxxxxxxx xxxxxxxx Pass. a sofferenza (tasso peggiore settore “edilizia” area Abruzzo-Molise periodo 19972008) Tasso di ingresso a sofferenza rettificata comparto "Edilizia ed opere pubbliche" (= 20,04%) RWA xxxxxxxx Requisito patrimoniale (8%) Diff. requisito rispetto 30.06.2008 xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx Passaggio posizioni in Pass. a sofferenza posiz. con classe di rating CC a rating CC sofferenza Diminuzione valore immobili a garanzia Peggioramento valutazione merito creditizio Stato Italiano xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx Garanzie ipotecarie: diminuzione valore immobili del 10% xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx Diminuzione classe di merito attribuita da Moody's allo Stato Italiano xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxx Resoconto 2009 – Rischio di mercato e di controparte La BPPM non è soggetta a rischi di mercato e di controparte, né sono previsti sviluppi dell’attività tali da renderla ad essi vulnerabile nel 2009. Resoconto 2009 – Rischio operativo Il metodo standard per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte di tale rischio applica una ponderazione del 15% alla media del margine d’intermediazione dell’ultimo triennio. Il capitale interno risultante per il 2008 è compendiato nella seguente tabella: Coefficiente metodo BIA 15% Margine di intermediazione IAS al 31/12/2006 xxxxxx Margine di intermediazione IAS al 31/12/2007 xxxxxx Margine di intermediazione IAS al 31/12/2008 xxxxxx Requisito patrimoniale al 31/12/2008 xxxxxx Capitale interno al 31/12/2008 xxxxxx Tenendo in considerazione i dati di proiezione del budget predisposto per l’anno 2009, il margine di intermediazione prospettico al 31 dicembre 2009 sarà pari a xx milioni di euro, da cui deriva un requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi di euro xx al 31/12/2009. Gli stress test effettuati sul rischio operativo non hanno evidenziato requisiti patrimoniali aggiuntivi. Resoconto 2009 – Rischio di concentrazione Requisito single name. L’algoritmo per il calcolo del capitale interno da detenere per far fronte al rischio di concentrazione è: GA = C×H×E(i) dove GA è definito come Granularity Adjustment, ovvero il capitale interno necessario; C indica la costante di proporzionalità, dedotta tramite interpolazione lineare e determinata da Banca d’Italia. Il valore di C è funzione della “probabilità di default” e della “perdita stimata associata all’evento default”. H è l’indice di Herfindahl che individua la concentrazione del rischio del portafoglio e viene calcolato come rapporto fra la somma dei quadrati delle esposizioni ed il quadrato della somma delle esposizioni. E(i) è il totale delle esposizioni della banca. Il risultato ottenuto applicando la metodologia sopra esposta ai valori di bilancio del 31 dicembre 2008, illustrato nella seguente tabella, evidenzia che la Banca necessita di un capitale pari a euro xx (x% del patrimonio di vigilanza, verso un limite fissato dal CdA del x%) per far fronte al rischio di concentrazione, in condizioni normali: Descrizione C Esposizione PD Cedacri consortile 2002-2007 (1,55%) xx xxxxxx H GA xxxxx xxxxxx Il capitale interno prospettico al 31 dicembre 2009 è stato calcolato in base alle previsioni di Budget 2009. Il requisito risultante è pari a euro xx (x% del patrimonio di vigilanza). La relativa quantificazione ai fini del calcolo del rischio di concentrazione è di seguito riportata: Descrizione Esposizione prospettica 31.12.2009 C xx PD Cedacri consortile 2002-2007 (1,55%) xxxxxx H prospettica 31.12.2009 xxxxx GA prospettica 31.12.2009 xxxxxx Resoconto 2009 – Stress test sul Rischio di concentrazione Requisito single name. Sintesi dei risultati degli stress test sulla base delle ipotesi formulate sui valori al 31 dicembre 2008 ed al 31 dicembre 2009: Stress test Rischio di concentrazione “singlename” Situazione puntuale al 31.12.2009 Stress test Rischio di concentrazione “single-name” Situazione puntuale al 31.12.2008 Descrizione Pass. a sofferenza (tasso peggiore area AbruzzoMolise periodo 1997-2008) Pass. a sofferenza (doppio del tasso peggiore area AbruzzoMolise periodo 19972008) Esposizione H GA C Esposi zione H GA Diff. GA rispetto al 31.12.2009 Tasso ingresso a sofferenza rettificata (=4,41%) Tasso ingresso a sofferenza rettificata (=8,82%) Diminuzione della valutazione di merito creditizio delle singole posizioni (aumento costante C) Massimo valore di PD previsto a livello normativo (PD=10%) Completo utilizzo delle linee di fido accordate Rapporto volumi utilizzato/accordato (totale posizioni della clientela) Aumento della concentrazione degli impieghi della banca (aumento valore fattore H) C Diff. GA rispetto al 31.12.2008 Aumento 10% indice di Herfindahl Tutte le ipotesi considerate non evidenziano fabbisogni significativi di capitale aggiuntivo, tali da far prendere in considerazione eventuali interventi correttivi. Resoconto 2009 – Rischio di concentrazione “Geo – settoriale” Requisito Geo-settoriale. La metodologia utilizzata per il calcolo del rischio di concentrazione geo-settoriale è quella elaborata dal “Laboratorio Rischio di concentrazione” organizzato dall’ABI. In base a tale metodologia, l’add-on di capitale interno per il rischio di concentrazione geo-settoriale viene determinato attraverso l’applicazione di un “coefficiente di ricarico” al requisito patrimoniale relativo al rischio di credito e calcolato in ottica Primo Pilastro. Il “coefficiente di ricarico” da applicare viene individuato attraverso l’utilizzo di specifiche tabelle, distinte per area geografica di riferimento. In considerazione che l’indice di Herfindahl della Banca (xx%) è inferiore a quello di benchmark riferito all’Italia Meridionale (xx%), è possibile sostenere che, coerentemente con le indicazioni del “Laboratorio ABI, l’add-on di capitale interno per il rischio di concentrazione geo-settoriale è pari a zero, sia in ottica attuale al 31.12.2008 sia in ottica prospettica al 31.12.2009. Resoconto 2009 – Rischio di tasso d’interesse Il rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario si riferisce all’esposizione economicopatrimoniale di una banca a variazioni dei tassi. Essendo legato all’attività bancaria core tale rischio è da considerarsi rilevante per la Banca. Al fine della determinazione del rischio derivante dal tasso di interesse è stata utilizzata la metodologia semplificata di cui all’allegato C del Titolo III, Capitolo 1 della Circolare di Banca d’Italia 263 del 27 dicembre 2006. Tale metodologia è coerente con quanto concesso dall’Autorità di Vigilanza alle banche classificate di “classe tre”, quali la Banca Popolare delle Province Molisane. L’esposizione al rischio di tasso d’interesse è determinata attraverso il seguente schema: • • • • • • Determinazione delle “valute rilevanti”; Classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali (14 fasce previste); Ponderazione delle esposizioni nette all’interno di ciascuna fascia (shock ipotizzato 200 b.p.); Somma delle esposizioni ponderate delle diverse fasce; Aggregazione delle esposizioni nelle diverse valute; Determinazione dell’indicatore di rischiosità (espresso come rapporto tra le esposizioni aggregate ed il patrimonio di vigilanza) Al 31.12.2008, l’indice di rischiosità calcolato per BPPM secondo lo schema precedente è pari allo xx% del patrimonio di vigilanza (ben al di sotto del limite di tolleranza del x% fissato dal CdA). In ottica prospettica al 31.12.2009, l’indice di rischiosità calcolato si riduce ulteriormente allo xx% del patrimonio di vigilanza, a causa dell’attesa crescita della raccolta diretta da clientela superiore a quella degli impieghi tale da determinare equilibrate, tra positive e negative, esposizioni nette per singole fasce. Resoconto 2009 – Stress test sul Rischio di tasso d’interesse Sono stati condotti degli stress test sia in relazione alla situazione al 31/12/08 che prospettica al 31/12/2009 ipotizzando variazioni dei tassi di interesse di 250 e 300 punti base. I risultati dell’analisi di stress evidenziano che l’indice di rischiosità al 31/12/08 si attesterebbe rispettivamente allo xx% (shock di 250 bp) ed allo xx% (shock di 300 bp) del patrimonio di vigilanza. L’ipotesi analoga, riportata ai dati al 31/12/09, evidenzia un indice di rischiosità pari a xx% (shock di 250 bp) e xx% (shock di 300 bp). Sulla base delle analisi effettuate è possibile affermare che BPPM non è significativamente esposta al rischio di tasso d’interesse, nemmeno in ipotesi di shock di particolare entità sui mercati. Resoconto 2009 – Rischio di liquidità Il rischio di liquidità è definito come il rischio che la Banca non sia in grado di adempiere alle proprie obbligazioni alla loro scadenza. Ai fini della disciplina relativa al rischio di liquidità è stata redatta una strategia di gestione della liquidità che prevede un sistema di sorveglianza della posizione finanziaria netta al fine di verificare periodicamente il rischio di liquidità oltre che di un piano di emergenza che individua, tra l’altro, le strategie di intervento e le responsabilità delegate agli organi aziendali. Come diffuso nella prassi, non è stato calcolato capitale interno a copertura del rischio di liquidità. Il limite operativo, monitorato almeno mensilmente, fissato dal CdA attiene al mantenimento di un positivo saldo netto di posizioni cumulate in scadenza. La disaggregazione per forme tecniche ha mostrato una posizione di liquidità assolutamente bilanciata. Anche gli scenari di stress ipotizzati non hanno evidenziato sostanziali elementi di criticità nella posizione di liquidità dell’Istituto. Resoconto 2009 – Rischio residuo Il rischio residuo è definito come il rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca risultino meno efficaci del previsto. L’Area Controlli e Pianificazione ha, in base alle analisi effettuate mirate alla verifica dell’esistenza del rischio residuo per la Banca, adottato un approccio qualitativo per la sua determinazione e per la verifica della significativà che tale rischio ha nell’attività della Banca stessa. Sulla base delle verifiche effettuate (una sola posizione a sofferenza di importo contenuto al 31/12/2008) e della mancanza di serie storiche connessa al recente avvio operativo della Banca, si è ritenuto di non effettuare degli accantonamenti patrimoniali specifici a fronte di tale rischio. Resoconto 2009 – Rischio strategico Il rischio strategico è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo. Con riferimento alla definizione data del rischio strategico, la Banca ritiene di considerare tale rischio con una spiccata determinazione qualitativa, ed ha orientato la propria attenzione nella predisposizione di adeguati presidi di controllo, non ritenendo quindi, allo stato attuale, la necessità di effettuare accantonamenti di capitale direttamente legati a questa tipologia di rischio. Resoconto 2009 – Rischio reputazionale Il rischio reputazionale è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza. Le analisi condotte hanno evidenziato che al 31 dicembre 2008 la Banca non ha registrato reclami da parte della clientela e non ha subito citazioni in giudizio. Non è dunque possibile allo stato individuare eventi generatori di cattiva reputazione. Resoconto 2009 – Dati di sintesi Con riferimento ai rischi rilevanti nella seguente tabella è riepilogato l’ammontare del capitale interno al 31 dicembre 2008 relativo a ciascun rischio, confrontato sia con i risultati registrati al 30 giugno 2008 che con quelli prospettici al 31 dicembre 2009: Capitale interno precedente resoconto (30/06/2008) xxxxx Capitale interno attuale (31/12/2008) xxxxx Capitale interno prospettico (31/12/2009) xxxxx Controparte 0 0 0 Mercato 0 0 0 Operativo xxx xxx xxx Tasso di interesse xxx xxx xxx Concentrazione “single name” xxx xxx xxx Concentrazione geo-settoriale 0 0 0 Liquidità 0 0 0 Residuo 0 0 0 Reputazionale 0 0 0 Strategico 0 0 0 xxxxxxx xxxxxxx xxxxxxx Rischio Credito Capitale interno complessivo Alla data del 31 dicembre 2008 il capitale complessivo (corrispondente al patrimonio di vigilanza) risulta euro xxxx. Gli elementi che compongono il capitale complessivo, tutti di qualità primaria, risultano adeguati alla copertura del capitale interno complessivo. L’eccedenza di capitale complessivo è pari ad euro xxxx (differenza tra capitale complessivo e capitale interno allla data). In termini di valutazione prospettica al 31 dicembre 2009, l’eccedenza di capitale complessivo atteso, considerando stabile l’attuale capitale sociale, sarà di circa euro xx milioni, e quindi adeguata agli obiettivi di sviluppo della Banca.