RACCONTI UMORISTICI Sto sognando …. sto sognando un buffet
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RACCONTI UMORISTICI Sto sognando …. sto sognando un buffet
RACCONTI UMORISTICI Sto sognando …. sto sognando un buffet. Ci sono tutti i cibi più buoni del mondo, comunemente chiamati “cibi spazzatura”. Sto mangiando tutto. Quando all'improvviso un hot dog gigante mi salta addosso leccandomi. Quando mi sveglio Lilli, il mio cane, mi sta leccando con quella lingua, lunga quanto una macchina, che potrebbe arrivare persino al bar vicino alla mia casa e leccare tutti i gelati. La spingo dall'altro lato del letto dicendo qualche parolaccia. Mi alzo dal letto e vestendomi velocemente, perchè è tardi, mi sono accorto di aver indossato ... un altro pigiama. Quando ho preparato la cartella e mi sono vestito, correttamente, sono andato a scuola e, una volta arrivato, ho notato che ho dimenticato la cartella.. Ritorno a casa, prendo la cartella. Ritorno a scuola con i libri del martedì e mi dicono “oggi è giovedì”. Quindi di nuovo ritorno a casa. Cambio i libri, vado a scuola. Quando entro in classe la prof. mi chiede il motivo del mio ritardo. Io, dopo un minuto di silenzio le dico: “Pensavo fosse domenica!” Insabato Daniele, classe II A Questa mattina suona la sveglia, una sveglia che sembra la colonna sonora dell'esorcista. Pensando che fossero le 7,30, arrivo in cucina assonnata come una zombie che va in cerca di una tazza di latte. Arrivo in cucina, guardo l'orologio, che secondo mia madre è l'orologio più esatto del mondo, solo perchè ha messo l'ora vedendola dal programma televisivo “pomeriggio cinque”. Segna le 8,10: in fretta metto il latte sul fornello. Nel frattempo vado a lavarmi. Appena arrivo davanti al fornello il latte, lo vedo che esce dal pentolino che sembra l'Etna in eruzione. Spengo subito il fornello. Bevo in fretta la mia tazza di latte, che ormai è diventato ricotta. Combinazione non trovo il mio giubbotto. Giro per tutta la casa, come se fossi una mosca in cerca di una finestra aperta …. Era nell'armadio. Sono le 8,30, la campanella a scuola sarà già suonata. Io scendo di casa e arrivo a scuola dopo dieci minuti. Salgo le scale a due alla volta: sembro una rana! Nel frattempo penso ad una scusa da inventare. Entro in classe e la prof mi chiede: “come mai sei arrivata in ritardo Valeria?” Io rispondo: “Professoressa questa mattina il gallo che ogni giorno puntualmente canta alle 7,30 per svegliarmi, oggi aveva mal di gola e non mi ha potuto svegliare” Valeria Pellegrino, classe II A