Centro Studi CNI - 02 ottobre 2012
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Centro Studi C.N.I. - 02 ottobre 2012 INDICE RASSEGNA STAMPA Centro Studi C.N.I. - 02 ottobre 2012 PREVIDENZA PROFESSIONISTI Sole 24 Ore 02/10/12 P. 24 Le Casse di previdenza scelgono l'«obiezione » Matteo Prioschi 1 02/10/12 P. 26 Corsia preferenziale per il condominio Saverio Fossati 2 02/10/12 P. 25 «Nucleare, problemi in 19 centrali francesi» Giovanni Caprara 3 02/10/12 P. 1 Infrastrutture, ora un mercato dei capitali Alberto Quadrio Curzio 4 02/10/12 P. 24 Gli impianti fotovoltaici limitano la cumulabilità Giorgio Gavelli, Gian Paolo Tosoni 6 CONDOMINIO Sole 24 Ore NUCLEARE Corriere Della Sera INFRASTRUTTURE Sole 24 Ore FOTOVOLTAICO Sole 24 Ore ISTITUTI TECNICI Sole 24 Ore 02/10/12 P. 25 Istituti tecnici, direzione a rischio per i tagli al Miur 7 RIFORMA FORENSE Italia Oggi 02/10/12 P. 30 La riforma inciampa Benedetta Pagelli 8 Invalidità, in pista i professionisti Carla De Lellis 9 PRESTAZIONI ASSISTENZIALI Italia Oggi 02/10/12 P. 29 COMMERCIALISTI Sole 24 Ore 02/10/12 P. 24 Indice Rassegna Stampa «Commercialisti, confronto sui programmi» 10 Pagina I ® Scade il termine della spending review: pochi pagamenti Le Casse di previdenza scelgono l'«obiezione» In attesa di chiarimenti accantonati gli importi Matteo Prioschi Il termine fissato per il 3o settembre dalla spending review è stato superato senza che sia arrivata una proroga, così le Casse di previdenza dei professionisti hanno sostanzialmente confermato l'orientamento emerso nei giorni scorsi. Di fronte alla richiesta di versare alla Tesoreria dello Stato irisparmi derivanti dal taglio ai consumi intermedi (almeno il5% nel 2012, per un totale di circa 6 milioni di euro come riportato dal Sole 24 Ore. coni), la maggior parte ha deciso di non rispettare la'scadenza. Nelle scorse settimane il tono del confronto tra enti di previdenzaprivati e governo si era alzato, dopo la decisione dell'Adepp (l'associazione che riunisce venti casse) diimpugnare la circolari della Ragioneria dello Stato con cui si ricordava il nuovo obbligo, nonché gli altri provvedimenti in materia. In seguito era emerso l'orientamento di sedici casse a non versare quanto richiesto entro la scadenza del 30 settembre. In base a una verifica condotta ieri dal Sole 24 Ore, risultano aver adempiuto all'obbligo la cassa forense, quella dei ragionieri e quella dei commercialisti, nonché l'Enpaia. A tale elenco dovrebbe aggiungersi Inarcassa, mentre tra i non aderenti all'Adepp, Enasarco è orientata apagare. Le motivazioni di chi ha adem- Previdenza professionisti piuto sono riconducibili alla volontà di non violare la norma, anche se non condivisa. «La legge va rispettata - spiega Paolo Saltarelli, presidente della Cassa dei ragionieri e periti commerciali anche se non piace, perché in sostanza si tratta di una tassa o cculta.Abbiamo versato circa 25omila euro, con riserva di restituzione. Vedremo con i nostri legali come procedere, mi auguroche ci sia un'azione congiunta in Adepp». Sulla stessa linea la Cnpadc: «La lettera che accompagna il versamento - precisa il presidente WalterAnedda- evidenzia la volontà di richiedere il rimborso e agire in tutte le sedi possibili per averlo». Molti altri, invece, pur provvedendo ad accantonare in bilancio quanto dovuto, hanno deciso di non pagare. Così hanno fatto, per esempio, l'Inpgi e 1'Enpab. «Attendiamo la circolare del ministero - afferma Sergio Nunziante, presidente dell'ente diprevidenza deibiologi - perché abbiamo molti dubbi su cosa rientra tra i consumi intermedi, e aspettiamo anche per il 30 ottobre, la sentenza del Consiglio di Stato». L'Enpam, invece, sottolinea che mentre con la spending review si chiede una mano per risanare i conti, lo Stato a sua volta è in debito per lasuaparte di contributi per l'indennità di maternità: gli arretrati degli ultimi otto anni ammonterebbero a oltre 20 milioni di euro. In attesa che la situazione si chiarisca, c'è chi si è portato avanti per sapere come recuperare quanto eventualmente versato. La Fondazione Fasc ha provveduto a interpellare il ministero del Lavoro circa le modalità operative per l'adempimento e l'indicazione per richiedere l'eventuale restituzione delle somme qualora fossero versate. IL quadro OI I LA NORMA Il comma 3 dell'articolo 8 della legge 135/2012 (spending review) impone alle Casse di previdenza di versare alla Tesoreria dello Stato quanto risparmiato tagliando i consumi intermedi. Il risparmio deve essere del 5% ne[ 2012 e del 10% negli anni successivi. Per l'anno in corso il termine perii versamento è stato fissato a l 30 settembre 02 11 PRESUPPOSTI La richiesta di contri buto si basa sul fatto che le Casse di previdenza sono inserite nell'elenco Istat degli enti che rientrano nel conto economico consolidato dello Stato. Le Casse contestano tale situazione in quanto per il sostentamento si basano sui contributi degli iscritti e non gravano sul bilancio statale 031 LE DECISIONI Due sentenze del Tar danno ragione alle Casse, ma si èin attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato, previsto il30 ottobre. Nei giorni scorsi le Casse riunite nellAdepp hanno deciso di impugnare le circolari ministeriali in materia Pagina 1 e `: m L° re Possibile una rapida approvazione dopo la quasi unanimità dei consensi ottenuta a Montecitorio Corsia preferenziale per 11 condominio È già stata concessa la.«sede deliberante» alla commissione Giustizia del Senato Saverio Fossati Corsia di accelerazione per lariformadelcondominio: contro ogni abitudine, il disegno di legge As 71-B, approvato dalla Cameragiovedì scorso, ègiàstato assegnato alla commissione Giustizia in sede deliberante. Questo vuol dire che in poco tempo ilSenato potrebbe approvare il testo, senza modifiche, rendendolo così definitivo. Per il senatore Franco Mugnai, «padre» della riforma e probabile relatore "di ritorno" si tratta di valutare se le modifiche della Camera hanno stravoltola filosofia che ispiravalaversione di Palazzo Madama: se i principi di fondo resistono, spiega Mugnai, al massimo si tratterà di piccole modifiche che alla Camera passeranno senza difficoltà. Le modifiche più importanti (si veda il Sole 24 Ore del 27 e 28 settembre) sono: il riconoscimento del supercondominio, che seguirà semplicemente le regole generali; la possibilità di far cessare le attività che danneggiano le destinazioni d'uso delle parti comuni; la possibilità di modificare le stesse destinazioni d'uso con la maggioranza di 4/5 dei millesimi e dei condomini; la possibilità di distaccarsi dal riscaldamento centralizzato quando non derivino squilibri e pagando solo manutenzione straordinaria e messa a norma della caldaia; le maggioranze ridotte (500 millesimi e la metà dei condomini) per innovazioni che riguardino sicurezza, salubrità, barriere architettoniche, realizzazione diparcheggi o impianti di energie rinnovabili, di videosorveglianza o di trasmissione via etere o via cavo; le regole per le spese degli ascensori sono equiparate a quelle delle scale; la nomina dell'amministratore, resa obbligatoria solo in caso vi siano più di otto condomini e con una serie di requisiti di "regolarità" giuridica, di frequenza di corsi di formazione e di possesso di polizza rc su richiesta dei condomini; le nuo- Condominio ve attribuzioni dell'amministratore e le sue nuove responsabilità, dall'obbligo di "perseguire" entro sei mesi i morosi all'apertura del conto corrente condominiali, la cui mancata osservanzapuò condurre in alcuni casi allarevoca giudiziale; la durata in carica dell'amministratore, un anno automaticamente rinnovabile senza limiti salvo delibera contraria; la redazione del bilancio condominiale con registro di contabilità, riepilogo finanziario e nota sintetica esplicativa della gestione; la possibilità di modificare a maggioranza le tabelle millesimali; lo stop ai divieti di tenere animali domestici e nuove sanzioni da Zoo a 8oo euro per le violazioni del regolamento. Sono sostanzialmente positive le reazioni delle associazioni di categoria: « È una legge di grande equilibrio, rispettosa dei diritti proprietari e frutto di un lavoro corale del quale va dato atto ai Gruppi parlamentari» ha detto il Presidente della Confedilizia, Corrado SforzaFogliani. Diversificata l'opinione delle associazionidegli amministratori: Secondo Pietro Membri, presidente dell'Anaci «L'Anaci non è contenta e si rammarica per una occasione perduta da parte del Legislatore, il quale avrebbe potuto maggiormente valorizzare la figura professionale dell'amministratore condominiale e immobiliarè». Per Silvio Rezzonico, a capo della Fna «La norma è palesemente più equilibrata erazionale di quellavarata dal Senato» e per Giuseppe Bica, presidente dell'Anammi è «Una normativa più vicina alle esigenze dei condomini e dei professionisti». Laura Coglitore, presidente diAlac Roma, apprezzala modifica amaggioranza delle tabelle ma critica l'equiparazione dell'ascensore alle scale. Pagina 2 La Commissione europea Edf La centrale nucleare Edf a Thionville, Francia (Reuters) « . nroble 1 centra 9 . t . » Diciannove centrali nucleari francesi non sarebbero completamente adeguate ai criteri di sicurezza richiesti dall'Europa secondo un documento preparato dalla Commissione di Bruxelles e rivelato dal quotidiano Le Figarò. Il documento riguarda un'indagine condotta sulle 134 centrali esistenti nei 14 Paesi europei e avviata dopo l'incidente di Fukushima in Giappone. Allora, oltre a una ricognizione, vennero effettuati anche degli stress test per verificare la tenuta degli impianti soprattutto per le varie condutture. Le 1g centrali segnalate, quattro delle quali vicine ai confini italiani, manifesterebbero delle «carenze» ma «in generale la situazione è soddisfacente» nota il commissario Ue all'energia Guenther Oettinger e non si chiede alcuna chiusura. Si fa però notare che mancano degli strumenti di misurazione sismica e gli equipaggiamenti di soccorso in caso di incidente non sono adeguati. Queste carenze erano già state individuate dall'autorità di sicurezza nucleare francese Asn e l'Edf, proprietaria delle centrali, si era già impegnata a provvedere. Gli impianti britannici, svedesi, spagnoli e tedeschi ne sono invece regolarmente dotati. Secondo gli autori del rapporto le centrali devono prevedere anche eventi estremi, come è accaduto in Giappone, e intervenire per garantire la sicurezza. Questo discorso vale per tutti i 134 reattori esaminati (58 sono francesi). Secondo l'indagine saranno necessari da 1o a 24 miliardi di euro per sanare completamente la situazione nelle 14 nazioni. Il nucleare in Francia è sotto la lente politica del presidente François Hollande che ha già confermato la chiusura della centrale di Fessenheim, la più vecchia della rete francese, entro il 2o16. Tuttavia, il rapporto, che dovrà essere consegnato ai rispettivi capi di Stato interessati per una valutazione, segnala anche un elemento a favore dei rettori francesi Epr di cui gli altri in Europa sarebbero sprovvisti. Esso riguarda un sistema di arresto che se fosse stato installato a Fukushima avrebbe impedito il disastro. Giovanni Caprara 0 RIPRODl1LONE RISFRV.4Tk Nucleare Pagina 3 EUROPA E CRESCITA Infrastrutture, ora un mercato dei capitali di Alberto Quadrio Curzio Per orientare la crescita europea (che oggi non c'è) alla strategia «Europa 2020» per uno sviluppo «intelligente, sostenibile e inclusivo» la Commissione europea ha presentato nell'ottobre 2011un progetto di strumenti finanziari innovativi basati su una comune «piattaforma di titoli azionari e di debito della Ue». La proposta (o più propriamente la «comunicazione») della Commissione è indirizzata al Parlamento e al Consiglio europeo per la formulazione del bilancio della Ue 2014-2020 e perla modifica della regolamentazione finanziaria associata. La Commissione ha anche rafforzato a fine luglio questa iniziativa per sperimentare subito un'emissione pilota di project bond suppostati dalla Ue e dalla Banca Europea per gli investimenti (Bei) per finanziare progetti di investimenti a lungo termine (Ilt). Si punta a riorientare così il bilancio della Ue per avere effetti di attrazione moltiplicata su una ampia gamma di finanziamenti specie per gli Ilt in infrastrutture cruciali per uscire dalla crisi. Consideriamo due aspetti (l'urgenza e l'attuazione) di queste iniziative riferendoci anche ad una più ampia analisi e azione condotte in sede europea ed italiana da Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti. L'urgenza. Bassanini, con enfasi crescente e condivisibile, segnala che s'è fatto pocoper creare nellaUeunmercato dei capitali per le infrastrutture (anche se i primi fondi europei quali Marguerite, Inframed, Eeef sono partiti). Il finanziamento delle infrastrutture è ancora in gran parte dato dalle banche commerciali che lo stanno riducendo drasticamente sia a causa di Basilea 3 sia per un conseguente maggiore orientamento in impieghi a breve termine sia per l'aumento dei costi di raccolta causati dal declassamento dei rating sovrani e bancari dei Paesi periferici. Nell'ultimo trimestre 20u i prestiti bancari per il "Project financing " sugli Ilt sono calati di quasi il 40% per le banche Ue più deboli e quasi il 2o% per quelle più forti. Quanto agli investitori istituzionali (assicurazioni, fondi pensione, fondi comuni), che potrebbero essere più inclini agli investimenti di lungo termine per la temporalità dei loro obblighi verso i creditori, la regolazione (in particolare Solvency 2) è una barriera grave per il project fmancing. Se si considera che gli investitori istituzionali mondiali collocano solo il 2% in prodotti finanziari collegati a infrastrutture su un totale di 5omila miliardi di euro (di cui i6mila europei) da essi detenuti, si capisce il potenziale da utilizzare. Continua > pagina 5 Infrastrutture Pagina 4 Infrastrutture, ora il mercato dei capitali L'attuazione. Gli strumenti finanziari innovativi prefigurati dalla Commissione e da supportare con il bilancio Ue sono una ampia gamma: partecipazioni azionarie o finanziamento di debito con prestiti, garanzie, compartecipazione al rischio. Essi hanno la capacità di attrarre ulteriorifmanziamenti da parte di investitori pubblici e privati garantiti sia dalla condivisione del rischio con laUe sia dall'applicazione di rigorose procedure Ue nella valutazione dei progetti. La Commissione a tal fine ha proposto un capitolo specifico nella regolamentazione finanziaria annessa al bilancio Ue all'esame del Parlamento europeo. Sarebbe cruciale tenere almeno tre direttrici, ben sintetizzate da Bassanini, per favorire gli Ilt con il project financing, il partenariato pubblico privato, i project bond. In primo luogo una rimodulazione della regolamentazione europea (Solvency 2, Crd 4 per l'attuazione di Basilea 3, eccetera) che penalizza molto(anche) gli Ilt senza i quali l'economia non cresce con effetti negativi anche sulla stabilità finanziaria che il solo rigore non garantisce. Anche i sistemi regolatori nazionali vanno riformati nel segno della semplicità e stabilità, della riduzione dei costi burocratici con sistemi di vigilanza e giudiziari affidabili ed efficienti. In secondo luogo ci vogliono adeguati incentivi fiscali a sostegno degli Ilt ma anche del risparmio e dell'azionariato a lungo termine che li sostiene. Gli Ilt, se ben gestiti ed attuati generano reddito, e quindi entrate fiscali che possono superare gli iniziali incentivi. In terzo luogo gli strumenti finanziari per gli Ilt possono prendere a model- Infrastrutture lo i fondi azionari come Marguerite (che si avvia a sottoscrizioni pari a 1,5 miliardi di euro partendo dai 710 messi dai fondatori e che filiando altri strumenti di debito potrebbe arrivare a mobilitare 40-5o miliardi in Ilt) varato nel 2009 dalle Casse depositi e prestiti europee (italiana, francese, tedesca, spagnola, polacca), dalla Bei e dalla Commissione europea. Lungo queste linee l'Italia deve essere pro-attiva avendo il valore aggiunto della Cassa Depositi e prestiti e di un ministro per gli Affari europei come Moave- L'URGENZA Finora nella Ue si è fatto poco per creare un mercato dei capitali per le infrastrutture e la regolazione non aiuta ........................................................................ L'ATTUAZIONE Gli strumenti finanziari innovativi sono un'ampia gamma: partecipazioni azionarie, finanziamento di debito, garanzie ........................................................................ ro Milanesi. Perciò dobbiamo premere per il varo dei project bond della Bei con garanzia della Ue per con= correre, con altre risorse azionarie o di debito, al fi= nanziamento di singoli progetti europei nel quadro delle Ten (Trans-Europeam Network) di cui abbiamo) scritto in «Investire sulle reti per riunire l'Europa» (Il Sole 24 Ore, 26 settembre 2012). Perché diversamente la Ue regredirà e i giovani senza lavoro diventeranno adulti sfiduciati di un continente che invecchia. Alberto Quadrio Curzio ® RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 5 Incentivi. Parere del ministero dello Sviluppo economico Gli impianti fotovoltaici limitano la cumulabilità Giorgio Gavelli Gian Paolo Tosoni =_r Matrimonio difficile tra la "Tremonti ambientale" e la tariffa incentivante maturata con la produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici. Il ministero dello Sviluppo economico in rispostaa una domanda di chiarimento presentata dallo Studio Rodi & Partner, ha precisato che solo «le tariffe del II conto energia sono cumulabili nei limiti del 20 per cento del costo dell'investimento». In pratica tale interpretazione restrittiva esclude che la deduzione dal reddito imponibile prevista dalla Tremonti ambientale (articolo 6, legge 388/2000) possa sommarsi alle tariffe del III, IV e V conto energia. Questo orientamento ministeriale lascia molto perplessi in quanto giunge dopo che l'articolo 19 del decreto 5 luglio 2012 aveva introdotto una norma interpretativa che consente la cu- Fotovoltaico mulabilità dei due benefici (si veda Il Sole 24 Ore del24 agosto e 28 settembre). Di parere favorevole al cumulo si è espressa anche l'Assonime nell'approfondimento 8/2011. La questione risulta di notevole importanza in quanto il mancato rispetto dei limiti relativi al- L'INTERPRETAZIONE Solo con il secondo conto energia oltre alla tariffa agevolata si può dedurre il costo dell'investimento ......................................................................... la cumul abilità determina la p erdita dellapossibilità dibeneficiare della tariffa incentivante, oltre al recupero delle minori imposte dovute per effetto della detassazione non spettante. Si ricorda che l'articolo 19 del decreto del5luglio scorso (cosiddetto V conto energia) stabi- lisce la possibilità di cumulare il beneficio derivante dalla detassazione ambientale con la tariffa incentivante. Nel limitare tale possibilità richiama il decreto che ha introdotto il II conto energia (Dm 19 febbraio 2007). Da qui nasce laletturarestrittiva del ministero. Quest'ultimo interpreta lo specifico richiamo al decreto del 2007 come la volontà del legislatore di limitare l'ambito di applicazione del cumulo. Pertanto ilbeneficio fiscale della Tremonti ambientale sarebbe fruibile soltanto con la tariffa incentivante del II conto energia. Quindi il ministero esclude la cumulabilità della tariffa del III, IV, e V conto energia sostenendo inoltre che non è esplicitamente prevista nei relativi decreti attuativi. Tuttavia appare corretto ritenere che con il decreto dello scorso 5luglio il legislatore abbia voluto introdurre un principio generale. La questione relativa alla cumulabilità della tariffa incentivante con la Tremonti ambientale era infatti molto dibattuta. Per tale ragione il legislatore' a nostro parere, ha fatto richiamo al decreto del2007perfissare un criterio oggettivo al fine di limitarne i benefici (gli incentivi derivanti dalla detassazione ambientale, sono compatibili con la tariffa a condizione che non eccedano il 2o% dell'ammontare complessivo dell'investimento). Inoltre la recente interpretazione del ministero appare priva di logicità. Tutti i conti energia si fondano sulla tariffa incentivante che ha sempre la medesima natura e funzione; non si comprende perché per un conto sia compatibile con la Tremonti ambientale e per gli altri no. Altro problema è quello che riguarda la decorrenza della cumulabilità che secondo la risposta del ministero ha effetto solo dal i° gennaio 2013, per effetto della disposizione di cui agli articoli 24 e 26 del Dlgs 28/2011 in materia di sovrapposizione degli incentivi; ciò ovviamente per impianti realizzati prima del 26 giugno 2012 in quanto da tale data la Tremonti ambientale è soppressa. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 6 ,. Con [a spending review Istituti tecnici, direzione a rischio per i tagli al Miur ROMA Per ora è solo un'indiscrezione. Che, se confermata, ostacolerebbe però il rilancio dell'istruzione tecnica. Nell'ambito della riorganizzazione imposta dalla spending revietvvilMiur starebbe pensando di cancellare l'apposita direzione generale. Per arrivare al taglio del 20% previsto dalla spending, viale Trastevere ridurrebbe da tre a due i dipartimenti. Mantenendo invita quello per «l'università, l'alta formazione artistica, musicale e coreutica e perla ricerca» e accorpando gli altri due: quello per «l'istruzione» e quello per «la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali». Al tempo stesso delle 12 direzioni generali esistenti scomparirebbero quella per «l'istruzione e formazione tecnica superiore» e quella per «l'internazionalizzazione della ricerca». Anche se dal Miur non confermano questa circostanza e invitano ad aspettare una decina di giorniper ilvaro delpiano di riorganizzazione, esponenti di entrambi gli schieramenti chiedono al ministro Francesco Profumo a ripensarci. L'ex presidente della commissione Istruzione della Camera, ValentinaAprea (Pdl), si dice «sconcertata» perché «da un lato si parla di interventi perla qualità dell'istruzione tecnica, per la formazione professionale e per l'occupazione e dall'altro sipensa a scelte come queste». Da assessore regionale dellaLombardia, Aprea ricorda come la Dg abbia accompagnatole Regioni nella creazione dei poli tecnicoprofessionali e degli Its e aggiunge: «È vero che l'eredità verrebbe raccolta da qualche altra direzione ma sarebbe comunque un brutto segnale». D'accordo anche l'attuale presi- Istituti tecnici dente della commissione Istruzione, Manuela Ghizzoni (Pd): «Con una riforma dell'istruzione tecnica appena avviata spero che questa sia solo una voce di corridoio. Per dare coerenza alla filiera serve una salda direzione. In questo campo - conclude - bisogna investire e non depotenziare». Gli stessi argomenti vengono usati da Alberto De Toni che ha lavorato, sotto due diversi ministri (Beppe Fioroni e Mariastella Gelmini), alla riforma degli istituti tecnici e professionali. Avendo avuto modo di collaborare quotidianamente con quella direzione generale, De Toni la ricorda come «forte- iulil1T11_i (C(lrii «Il rafforzamento della cultura tecnica in un momento di grave crisi industriale va riconosciuto da tutti come un bene» ........................................................................ mente capace di produrre dati e orientare scelte molto efficaci» e ne sottolinea il ruolo di ponte conil ministero delLavoro e con l'università. Sul ruolo dell'istruzione tecnica insiste anche Claudio Gentili, direttore Education di Confindustria: «Mi auguro che ilrafforzamento della cultura tecnica in un momento di grave crisi industriale sia riconosciuto da tutti come un bene. Il riordino degli istituti tecnici - aggiunge - dà risposte chiare ai giovani e alle famiglie, che si aspettano dalla scuola percorsi trasparenti e competenze spendibili tanto per l'accesso alle professioni tecniche, quanto per il passaggio ai livelli superiori di istruzione e formazione». Eu. B. A RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 7 14l 'l'OC4l'[ 1'h' 1/L úrp-erLzez .f(,z i c,onli con i 1-LC1di lecnici La riforma inciampa Il nuovo accesso passerà dal Miur Pagina a cura DI BENEDETTA PACELLI orsa il tempo per i nodi sulle future modalità di %/////l a cces so alla professione forense. Se l'intenzione del ministro della giustizia Paola Severino, infatti, è quella di rivedere i criteri per diventare avvocato, le criticità di natura tecnica e politica non sono di facile né di immediata risoluzione. Secondo le ipotesi che circolano si tratterebbe di un emendamento al ddl di riforma forense che di fatto dovrebbe intervenire su quei decreti ministeriali che disegnano il percorso universitario. Una norma tecnica, dunque, che innanzitutto non potrà che passare per un accordo con i piani alti di quel ministero dell'università guidato da Francesco Profumo, ma che poi dovrà trovare anche la corretta formula legislativa. Una quadratura del cerchio non facile, seppure il principio di rivedere l'accesso goda di una decisa compattezza delle sigle dell'avvocatura, come ha evidenziato il tavolo tecnico con i rappresentanti del ministero della giustizia (non c'era nessuno di quello dell'istruzione) lo scorso 28 settembre e come di certo riconfermerà l'incontro del prossimo giovedì 4 ottobre. In questo scenario ferve l'attesa per il ddl di riforma forense dove appunto la norma dovrebbe trovare spazio e la cui discussione secondo il calendario dell'aula della camera inizierà oggi pomeriggio. Le ipotesi per l'accesso. Una tra le ipotesi più accreditate, quindi, è quella di intervenire direttamente dalla base, cioè dal f11111 Riforma forense corso di laurea: triennale uguale per tutti, e specialistica diversificata a seconda dello sbocco che si intende raggiungere, magistratura, notariato o avvocatura. In questo caso, e qui sorgono i primi problemi, si andrebbe ad intervenire su una norma ministeriale per incidere sul sistema del 3+2 dalle sue basi. C'è, poi, la strada del numero programmato post-lauream, in sostanza cioè agli studenti più meritevoli che hanno un percorso formativo particolarmente brillante sarà consentito l'accesso alle scuole di specializzazione, non prima di aver superato un esame di ingresso. Un'alternativa che, anche in questo caso, andrà pensata e predisposta in maniera congiunta con il dicastero dell'università visto che queste stesse scuole sono organizzate dagli atenei. Non si esclude, infine, l'idea di inserire direttamente il numero chiuso agli ingressi e come avviene per altre facoltà, programmarlo a seconda delle necessità. Quali di queste soluzioni, poi, troverà applicazione concreta non è chiaro, giacché di scritto non c'è ancora nulla. Ma certo molti confidano che l'incontro di giovedì sarà risolutore rispetto alla strategia che adotterà il governo. Il ddl forense. L'avvocatura, sulla scia di quanto affermato dalla Severino, confida che tutto questo trovi spazio in un emendamento al ddl forense che, nel frattempo questa settimana sarà discusso nell'aula della camera. È lo stesso guardasigilli ad aver promesso di seguire la materia «con estrema attenzione» e di assicurare nello stesso tempo la volontà che questa possa essere approvata entro la fine della legislatura anche con emendamenti migliorativi. I; appoggio, comunque, a far presto è condiviso da tutti i rappresentati del Parlamento. Il presidente della Commissione giustizia del senato, Filippo Berselli, ha infatti assicurato che se «accadesse il miracolo di un approvazione rapida della riforma in aula, la Commissione di Palazzo Madama sarebbe pronta ad approvarla in una settimana». «L'emendamento all'accesso», aggiunge il presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura Maurizio De Tilla, «sarà quindi inserito all'interno del testo di legge. Se questo per qualsiasi motivo non dovesse essere approvato, si stralcerà il passaggio sull'accesso che andrà avanti con un percorso autonomo tramite un decreto d'urgenza. Del resto questa è la vera novità e tra le più significative per una riforma degli avvocati». C© Riproduzione riservata Pagina 8 Abilitati a dichiarazioni di responsabilitá !Inva1ic . . a, in pï% %, nC' DI CARLA. D E LELLIS a libera alle convenzioni tra Inps e professionisti per la raccolta e trasmissione delle dichiarazioni di responsabilità al fine dell'erogazione di prestazioni assistenziali (invalidità civile ecc.). La firma alla convenzione potrà essere apposta presso le direzioni provinciali dell'Inps, perché l'autorità per la vigilanza sui contratti pubblici ha spiegato che tali convenzioni non vanno comprese nell'ambito di applicazione della normativa in tema di tracciabilità dei flussi finanziari. Lo spiega lo stesso Inps nel messaggio n. 1558/2012. Gestione delle prestazioni assistenziali . Lo schema di convenzione, ricorda l'Ines, è stato approvato con determinazione presidenziale n. 427/2011; riguarda il servizio di raccolta e di trasmissione delle dichiarazioni di responsabilità al fine dell'erogazione di prestazioni assistenziali. In materia, l'autorità per la vigilanza sui contratti pubblici ha comunicato di ritenere non comprese nell'ambito di applicazione della normativa in tema di tracciabilità dei flussi finanziari le convenzioni che l'Inps, al fine dell'espletamento di proprie Prestazioni assistenziali funzioni istituzionali riconducibili alla sfera previdenziale, stipula con i centri di assistenza fiscale. Preso atto di tale parere, l'Ines ha ritenuto opportuno procedere a un decentramento della disciplina delle convenzioni a livello provinciale. I professionisti interessati. Le associazioni professionali interessate alle convenzioni sono: commercialisti; revisori contabili; consulenti del lavoro; per i consulenti tributari: Ancit; Ancot; Int; e Lapet. Il legale rappresentante, o la persona munita di procura speciale, del Caf oppure dell'associazione professionale che intende stipulare con l'Inps la convenzione, in possesso di un certificato digitale Entratel, in corso di validità, rilasciato dall'Agenzia delle entrate, potrà, pertanto, recarsi presso la direzione provinciale dell'Inps di competenza, in base alla localizzazione della sede legale del Caf o dell'associazione. Il certificato digitale di autenticazione Entratel andrà comunicato all'atto della sottoscrizione della convenzione e il direttore dell'Inps (o suo delegato) ne verificherà la validità attraverso internet. Infine, l'Inps precisa che i pagamenti relativi alle convenzioni stipulate saranno gestiti dalla competente direzione centrale risorse strumentali. © Riproduzione riservata Pagina 9 LISTA LONGO BARDI «Commercialisti, confronto sui programmi» Riportare suiprogrammi il confronto elettorale per il rinnovo del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili in programma il 15 ottobre. Con un comunicato stampa, le due liste apparentate sotto il motto "Insieme per la professione" formulano «un appello affmché, almeno nell'ultimo scorcio dellacampagna elettorale sipossa privilegiare il confronto tra idee e programmi piuttosto che la reiterazione di comportamenti contraddistinti da eccessi polemici, faziose dietrologie e arbitrarie interpretazioni della norma che regolala procedura elettorale». L'obiettivo del comunicato è favorire «una serena consapevolezza a delle proposte programmatiche dei due apparentamenti così da consentire a tutti i consigli degli ordini territoriali di esprimere un voto ragionato».Il riferimento è alle polemiche che si sono sviluppate nelle scorse settimane a seguito del trasferimento, avvenuto il 6 agosto, di Giorgio Sganga, candidato della lista "Insieme per la professione", dall'ordine di Paola (Cosenza) a quello di Aosta. Le liste di "Insieme per la professione" vedono come candidato presidente Gerardo Longobardi e Davide Di Russo quale vicepresidente. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Commercialisti Pagina 10