l`africa chiede aiuto… - Fondazione Aiutiamoli a Vivere
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l`africa chiede aiuto… - Fondazione Aiutiamoli a Vivere
Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: “Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 2, DCB (Cremona C.L.R.)” Aiutiamoli a vivere - Marzo 2014 / anno 18 / numero 1 e-mail: [email protected] • web site: http//www.aiutiamoliavivere.it L’AFRICA CHIEDE AIUTO… La Fondazione tende la mano BILANCIO PREVENTIVO 2014 ENTRATE GENERALI 2014 AIUTIAMOLI A VIVERE DESCRIZIONE SPESE AMMINISTRATIVE 2014 PREVENTIVO DESCRIZIONE PREVENTIVO 1 PRATICHE ACCOG.ZA MINORI 360.000,00 1 SPESE PER SEDE MINSK 50.000,00 2 VOLI AEREI ACC. MINORI 630.000,00 2 SPESE PER SEDE TERNI 25.000,00 3 VOLI AEREI ORDINARI 31.500,00 3 SPESE DI SEGRETERIA 1.200,00 4 PROGETTO SCUOLA FABBRICA 10.000,00 4 SPESE DI CANCELLERIA 2.800,00 5 PROGETTO VACANZE LAVORO 46.000,00 5 SPESE TELEFONICHE 6 PROGETTO TIR DELLA SPERANZA 14.000,00 6 SPESE DI SPEDIZIONE 6.800,00 7 PROGETTI SANITARI 10.000,00 7 SPESE ASSICURATIVE 62.000,00 8 PROGETTO AFRICA 12.500,00 8 VALORI BOLLATI 9 PROGETTO SERGIO GALLIA 7.500,00 9 SPESE TIPOGRAFICHE 2.400,00 7.500,00 12.500,00 800,00 10 ADOZIONE STUDENTI UNIVERSITARI 28.500,00 10 SPESE PUBBLICITARIE 11 MICROPROGETTI IN BELARUS 20.000,00 11 ATTREZZATURE D'UFFICIO 5.200,00 12 MANUTENZIONE ATTREZZATURE UFFICIO 4.900,00 12 VIAGGI FORMATIVI PER LE FAMIGLIE 3.400,00 13 CONVEGNO NAZIONALE 24.900,00 13 SPESE PER AUTOMEZZI 14 CENTRO STUDI 30.000,00 14 RIMBORSI SPESE VIAGGIO 58.500,00 15 COMPENSI A COLLABORATORI 57.300,00 15 RADIO WEB 9.600,00 6.600,00 16 CONTRIBUTI A FONDAZIONE 25.400,00 16 IMPOSTE E RITENUTE PREVIDENZIALI 9.100,00 17 CONTRIBUTI PER COMITATI 36.300,00 17 SPESE PER ADEG. AMM.VO (Consulenza fiscale) 8.500,00 18 RIMBORSI DA ASSICURAZIONE 5.600,00 18 SPESE DI RAPPRESENTANZA 3.400,00 19 ENTRATE DI BENEFICENZA IN BELARUS 7.800,00 19 SPESE VIDEO E FOTOGRAFICHE 1.600,00 20 CONTRIBUTO 5 X MILLE 20 SPESE PER GIORNALI, LIBRI E RIVISTE 75.000,00 21 INTERESSI BANCARI 22 INIZIATIVA TERNI X TERNI 1.300,00 21 SPESE BANCARIE 300,00 2.100,00 40.000,00 TOTALI TOTALI 329.500,00 1.428.300,00 SPESE EROGAZIONI FONDAZIONE 2014 DESCRIZIONE RIEPILOGO GENERALE 2014 PREVENTIVO 1 SPESE PER VOLI AEREI PER ACCOG.ZA BAMBINI 2 SPESE VOLI AEREI ORDINARI 3 SPESE PER GIORNALE DELLA FONDAZIONE 14.000,00 4 PROGETTO SCUOLA FABBRICA 10.000,00 5 PROGETTO VACANZE LAVORO 46.000,00 6 PROGETTO TIR DELLA SPERANZA 14.000,00 TOTALE 610.000,00 31.500,00 ENTRATE GENERALI 1.428.300,00 SPESE AMMINISTRATIVE 329.500,00 1.098.800,00 1.428.300,00 7 PROGETTI SANITARI 10.000,00 SPESE PER EROGAZIONI 8 PROGETTO AFRICA 50.000,00 TOTALE SPESE 9 PROGETTO SERGIO GALLIA 6.500,00 10 FORUM STUDENTI 2013 - BAMBINI E DISABILITA' 28.000,00 11 ADOZIONE STUDENTI UNIVERSITARI 33.600,00 12 MICROPROGETTI IN BELARUS 20.000,00 13 VIAGGI FORMATIVI PER FAMIGLIE 3.000,00 14 CONVEGNO NAZIONALE 32.000,00 15 CENTRO STUDI 33.200,00 16 RADIO WEB 9.600,00 17 GIROFONDI A COMITATI 36.300,00 18 RIMBORSI SPESE INTERPRETI 32.000,00 19 RIMBORSI QUOTE REGIONALI 10.000,00 20 RIMBORSI PER RICOVERI OSPEDALIERI 5.600,00 21 BENEFICENZA IN BELARUS 8.500,00 22 FONDO IMPREVISTI 6.000,00 23 FONDO DI RISERVA 9.000,00 24 INIZIATIVA TERNI X TERNI TOTALI N. AVANZO/DISAVANZO DI GESTIONE 40.000,00 1.098.800,00 1 Annoo 18 Ann Iscrizione Tribunale di Terni n. 2 del. 27/03/1998 Editore: Fondazione Aiutiamoli a Vivere Via XX Settembre, 166 - Terni Stampatore: Direttore responsabile Alberto Favilla Periodico Trimestrale stampa in 8.000 copie Via delle Industrie, 38 - Cremona Impaginazione: Foto25 - Milano La Redazione della Fondazione: Davide Bonetti Via Agordat, 2 - 20127 Milano tel. 02 36633057 [email protected] Sandro Bernardi - Davide Bonetti FONDAZIONE AIUTIAMOLI A VIVERE Sede Nazionale Via XX Settembre, 166 05100 Terni Tel. 0744/279560-220079 Fax 0744/282460 E-mail: [email protected] c/c bancario: IT82 Z010 0514 4000 0000 0013 711 c/c postale: IT27 H076 0114 4000 0001 2001 053 /// 3 S abato 22 febbraio, presso la Sede Regionale di “Aiutiamoli a Vivere” Lombardia, i responsabili dei gruppi di coordinamento del Tir della Speranza, Alcolismo e Gallia si sono incontrati alla presenza del Presidente dell’Ass. Lombardia Zanisi Alessandro e dei Progetti Parizzi Roberto e con il Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONG, per discutere e approfondire i nuovi modelli operativi dei tre progetti che sono determinanti per lo sviluppo delle attività rivolte al sostegno, all’educazione e alla formazione svolta nella Repubblica di Belarus. Per quel che riguarda il “TIR DELLA SPERANZA” si è analizzata la situazione partendo degli elementi fondamentali dell’iniziativa che ne hanno determinato il successo: - Acquisizione dei materiali durante il soggiorno dei bambini nei comitati e invio al magazzino di Soresina; - Definizione programma del Tir individuando istituti e villaggi dove scaricare l’aiuto umanitario cercando sempre zone e istituti toccati dalle diverse progettualità della Fondazione; - Composizione del gruppo di volontari provenienti dai diversi Comitati aderenti che attraverso l’iniziativa acquisisce esperienza; - Nucleo organizzativo permanente della Fondazione che coordina le operazioni di scarico, di organizzazione del soggiorno ed elemento di coesione per il gruppo di volontari per tutto il periodo di permanenza in Belarus. Ipotesi di modifica per immettere nel Tir della Speranza elementi formativi tesi a supportare le caratteristiche fondamentali per il quale è stato originato l’ “Aiuto umanitario”: - Acquisire, attraverso la raccolta di informazioni riguardanti la richiesta di “aiuto umanitario” provenienti dai diversi Istituti o direttamente attraverso la visita mirata del gruppo di coordinamento del Tir negli Internati toccati dal percorso, le richieste di materiale da acquisire in loco e prevedere consegne dell’Azienda fornitrice in data e orario di arrivo dei volontari del Tir; - Nella definizione del nuovo programma del Tir, seguendo la logica che negli anni ha determinato il successo, è bene tener conto dello sviluppo delle progettualità della Fondazione nella Repubblica di Belarus: • Costituzione delle filiali dell’Associazione Planeta Ditiei costituita dagli studenti Universitari in adozione a distanza da contattare e far partecipare all’iniziativa per costruire iniziative collaterali. • Prevedere sempre, annualmente nel programma del Tir il luogo di svolgimento dei lavori delle Vacanze Lavoro per evidenziare la concretezza dell’azione della Fondazione. • Organizzare specifici incontri con le Direzioni degli internati coinvolti nelle attività formative tese all’inserimento lavorativo e prevedere appuntamenti di approfondimento con i Responsabili locali per le tematiche legate all’alcolismo, con la possibilità di programmare specifiche iniziative. • Non tralasciare la possibilità di verificare il lavoro per le famiglie dei bambini malati di mucoviscidosi nel percorso del Tir, cosi come sarebbe efficace l’azione del gruppo clown negli Ospedali pediatrici dove si trovano ricoverati tali bambini. • Coinvolgere nel nuovo programma del Tir le attività di comunicazione sociale prevedendo apposite interviste giornaliere da mandare sul sito di “Radio Friends”, coinvolgendo in tempo reale i Comitati e le famiglie italiane e rendendo protagonisti le realtà locali toccate dal Tir. - Uno degli elementi di successo del “Tir della Speranza” è stato sempre individuato nella capacità di fare “squadra” e rendere il gruppo talmente “omogeneo” da creare “amicizia” e “legame” che, al ritorno in Italia, hanno prodotto una rete di volontari sempre pronti alla chiamata della Fondazione. Partendo, quindi, da queste considerazioni è assolutamente determinante non dividere il gruppo che non interloquisce, ma, se proprio ce ne fosse bisogno, creare dei sottogruppi che al termine delle loro azioni possano ritrovarsi per scambiarsi le informazioni, le emozioni e approfondire le tematiche e i risultati delle azioni giornaliere. Sarebbe opportuno prevedere nei sottogruppi dei “coordinatori motivazionali” capaci di informare e fornire tutti gli elementi progettuali e programmatici in essere, in tali luoghi attivati dalla Fondazione. All’appuntamento del Convegno Nazionale, i responsabili del Tir saranno chiamati, oltre alla solita relazione del lavoro svolto, alla realizzazione di un filmato da porre a disposizione, attraverso il sito della Radio Web, che darà anche la possibilità di “streaming” dei Comitati per le riunioni con le famiglie o dovunque ci sia bisogno AIUTIAMOLI A VIVERE NUOVA LINFA AI PROGETTI: TIR, ALCOLISMO, GALLIA AIUTIAMOLI A VIVERE 4 di far formazione al fine di trovare nuove famiglie disponibili all’esperienza dell’accoglienza temporanea di bambini bielorussi. Infine si è dato mandato al Responsabile del Tir della Speranza Alessandro Tironi, ad Alberto Bonifazi e a Pamela Prandin, nell’ambito della missione da effettuare nella Repubblica di Belarus prevista per il 17/03/14, di definire il programma e il percorso del Tir della Speranza affiancando alle caratteristiche che ne hanno determinato il successo tutti quegli aspetti innovativi e formativi costruiti insieme agli studenti universitari dell’ Ass. Bielorussa sostenuta e voluta dalla Fondazione (Planeta Ditiei) e ai responsabili degli Internati dove avranno luogo gli scarichi del materiale donato. Per quanto riguarda l’Alcolismo si è pensato di individuare Slavgorod (Reg. Moghilev) come luogo dove poter sperimentare la costruzione di un club con il metodo Hudolin e definire azioni e sostegni successivi all’intervento con appositi incontri istituzionali. La scelta di Slavgorod è strategica rispetto al coinvolgimento dell’in- tera rete volontaristica posta in essere dalla Fondazione, esemplificata dalle Vacanze Lavoro che ristruttureranno e dedicheranno a Padre Vincenzo la pediatria dell’Ospedale di Slavgorod dopo aver ospitato in Italia i bambini provenienti da tale località e dopo aver programmato e stabilito che il Tir della Speranza vi faccia tappa per incidere, ancor più, negli interventi posti in essere. Una sperimentazione che, partendo dalla costituzione del club, preveda la presa in carico dei ser- vizi sociali territoriali di quanti vi hanno partecipato e soprattutto azioni di concreta solidarietà tesa a non abbandonare il processo di recupero in atto per scongiurare il disagio sociale determinato dalle piaga dell’alcolismo. Infine si è preso atto che il Pro- getto “Gallia” è stato e sempre sarà punto di riferimento della Fondazione negli interventi a sostegno della prevenzione, nelle popolazioni infantili bielorusse ospiti degli istituti per orfani, a livello dentario con l’istallazione e che con la manutenzione costante di riuniti per la prevenzione e la cura da inserire in tutti gli Istituti di provenienza in Italia dei bambini ospitati dalle famiglie aderenti alla Fondazione si è conclusa una parte determinante del Progetto. Oggi si è stabilito di proseguire con l’ultimo investimento rimanente relativo alla sostituzione del vecchio impianto presente al Policlinico di Novy Lyscitsy (Reg. di Brest) con l’acquisto, nella Repubblica di Belarus, di un nuovo riunito da inaugurare nel mese di ottobre, durante il viaggio del Tir della Speranza. Il Progetto “Gallia” per quanto riguarda la manutenzione ordinaria e la fornitura di materiale di consumo sarà seguito direttamente dagli uffici di rappresentanza della Fondazione nella Repubblica di Belarus. Fabrizio Pacifici Accordo strategico con la Lega Italiana Fibrosi Cistica Dopo numerose iniziative costruite insieme sul territorio della Regione Trentino e della Regione Umbria, con i rispettivi responsabili territoriali della Lega Italiana della Fibrosi Cistica, Angela Trenti (Trentino) e Angelo Bava (Umbria), si è pensato di porre la questione del rapporto tra la Lega e la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” a livello nazionale, proponendo un accordo strategico che, sulla scorta dell’esperienza accumulata in tutti questi anni di collaborazione, preveda di: 1 – Costruire accordi territoriali con i livelli regionali della Lega a seguito della conoscenza reciproca dell’ attività svolta. 2 – Prevedere appositi piani individuali per i minori accolti nell’acquisire medicinali e per i ricoveri ospedalieri. 3 – Lavorare insieme alla formazione professionale di medici in strutture idonee a tali interventi. 4 – Predisporre incontri con le Associazioni delle famiglie dei minori bielorussi malati di fibrosi cistica per suggerire modelli organizzativi diversi da quelli seguiti. 5 – Costruire apposite piattaforme di interventi da presentare al livello nazionale della Lega per definire piani di intervento da presentare all’Unione Europea. 6 – Coinvolgere altri paesi europei a sostegno della piattaforma per spingere l’Unione Europea ad intervenire con possibili agevolazioni di carattere medico / sanitario a favore di Paesi Ex Unione Sovietica. 5 Arrivi e partenze C on il ritorno della primavera riparte il progetto accoglienza; dopo lo spostamento dei voli da Montichiari all'affollatissimo Orio al Serio, il lavoro di assistenza ai comitati che qui si recano per ricevere e per riaccompagnare i bambini ospiti, si è fatto ancora più impegnativo. La quantità di passeggeri in transito, infatti, non consente più di poter contare su un aeroporto quasi totalmente dedicato ai nostri gruppi, poiché molte sono le compagnie aeree che scelgono Bergamo come scalo per le loro tratte. A Montichiari, inoltre, Aiutiamoli a Vivere si era conquistata la fiducia da parte delle autorità aeroportuali, che avevano potuto verificare il lavoro scrupoloso che i volontari, capitanati da Angelo Visini del comitato di Ghedi, facevano ogni volta che uno o più gruppi utilizzava l'aerostazione bresciana. Nei primi mesi del 2013, dopo che la compagnia aerea Belavia ha trasferito i suoi voli su Orio al Serio, è stato necessario l'avvio di una serie di contatti con le autorità di Polizia e della Guardia di Finanza, contatti che, dopo una iniziale (e anche normale) diffidenza hanno portato alla costruzione di un percorso "ad hoc" per i gruppi di minori in arrivo e in partenza. Oggi i bambini, effettuati i controlli di rito ai banchi dell'accettazione, possono entrare nell'area doganale prima dell'imbarco, senza effettuare lunghe attese; i controlli di routine vengono eseguiti i n modo solerte e celere, così da ridurre al minimo i tempi di permanenza all'interno delle zone di imbarco. I comitati, sgravati ormai dall'incombenza di recarsi direttamente al posto di Polizia per la consegna e il ritiro dei progetti vistati, possono contare sulla presenza costante e qualificata di Sara Bacis e di Umberto Previtali che, aiutati da altri volontari (Livio, Cinzia e Luciana), per conto di Aiutiamoli a Vivere Lombardia O.N.L.U.S., si occupano di fornire tutte le informazioni necessarie, di aiutare i gruppi in transito e di provvedere alla consegna, al ritiro e al successivo inoltro alla sede Nazionale dei documenti ufficiali. La presenza dei nostri volontari è segnalata da due roll-up che consentono una facile identificazione del punto di ritrovo per i comitati sia agli arrivi, sia alle partenze. Lo stesso servizio, svolto con altrettanta perizia e competenza, è assicurato da Severina Zambon presso l'aeroporto di Malpensa; il 2014 sarà per lei di notevole impe- gno, soprattutto in occasione della temporanea chiusura dello scalo bergamasco nel prossimo mese di maggio, per il rifacimento delle piste di atterraggio e decollo. Inoltre, nell'ottica di ottimizzare le risorse umane e di ridurre i costi, dallo scorso anno, Aiutiamoli a Vivere Lombardia si rende disponibile al bisogno, per fornire supporto anche ad altri comitati dislocati in altre regioni italiane, potendo contare allo stesso tempo di un simile servizio presso l'aeroporto di Venezia, grazie alla collaborazione dell'Associazione Trentina Aiutiamoli a Vivere. Ma quali sono le difficoltà che si incontrano maggiormente in aeroporto, quali le richieste che più frequentemente fanno i comitati? Tutti i gruppi hanno ben chiaro quello che è loro richiesto di fare? Lo abbiamo chiesto a Sara, Severina e Umberto, che sono la nostra interfaccia verso i gruppi di minori e di accompagnatori in transito. Alcuni comitati - ci dice Sara - non AIUTIAMOLI A VIVERE 6 hanno ancora compreso che è meglio evitare di recarsi all'aeroporto con comitive numerose di genitori italiani: avendo contingentato i tempi per le pratiche di controllo e di imbarco, è necessario rispettare rigorosamente le istruzioni impartite: stiamo godendo di un particolare trattamento : non possiamo mettere a rischio l'accordo a cui siamo giunti, vorrebbe dire ricominciare da zero e costringere i nostri bambini a lunghe attese davanti ai banchi dei check-in; specialmente nei giorni di grande traffico, sarebbe per loro estenuante. I comitati, prosegue Umberto, sono per la stragrande maggioranza molto attenti e scrupolosi: qualcuno però, giunge ancora alla partenza con valige sovraccariche, ben oltre il valore di peso consentito dalla compagnia aerea. Eventuali sovrappesi devono essere immediatamente regolarizzati (pagati) e, sino all'avvenuto pagamento, le fasi di carico dei bagagli non proseguono, facendo ritardare ulteriormente chi ancora sta aspettando in coda. I comitati, dice Severina, dovrebbero comprendere meglio che la scelta che abbiamo fatto di gestire direttamente il flusso della pratiche con la Polizia di Frontiera, serve a sollevarli da inutili attese e fastidi burocratici. Nonostante ogni anno si provveda a spiegare quali sono i documenti che devono essere portati all'atto dell'arrivo e della partenza del gruppo, accadono ancora spiace- voli inconvenienti ai quali noi dobbiamo mettere ripiego, contando spesso sulla disponibilità del personale della Polizia che è sempre pronto ad aiutarci. Una volta ripartiti i gruppi, ci occupiamo del ritiro del nulla osta e del loro invio alla sede di Terni, attività che ci obbliga ad attendere la partenza del volo: solo allora la Polizia ci riconsegna i nulla osta vistati. La ripresa del progetto accoglienza segna quindi l'inizio di una nuova stagione di impegno per Aiutiamoli a Vivere: ai nostri volontari e a tutti i comitati, l' augurio di buon lavoro. Alessandro Zanisi Presidente Aiutiamoli a Vivere Lombardia 7 Cooperazione Italia per il Congo voltaico presente, l’adeguamento del sistema di approvvigionamento idrico e la formazione del personale sanitario. Data risposta a questi bisogni primari, il progetto prevede una successiva fase di scambio di competenze e buone prassi tra i partner. Destinatari diretti: 250 bambini, di età compresa tra i 6 e i 10 anni, che già frequentano il complesso scolastico di Muwa e le loro famiglie; 150 famiglie coinvolte direttamente nell’aspetto agricolo, scelte con il coinvolgimento dei capi villaggio; 10 insegnanti della scuola; la popolazione del distretto dove opera l’ospedale “Ntongo Etani” di Bondo che conta circa 8.700 abitanti di cui secondo le stime ufficiali il 43.5% ha meno di 14 anni (circa 4.000 minori), complessivamente la struttura può vantare circa 3000 accessi/anno, con una media di 12 parti/mese; 18 membri dell’équipe sanitaria dell’ospedale (1 medico generalista, 2 infermieri A1, 7 infermieri A2, 2 amministrativi, 1 tecnico elettricista, 3 garçons de salle, 2 responsabili della sicurezza). Destinatari indiretti: la popolazione della Parrocchia di Kindu (circa 20.000 abitanti); la popolazione della Diocesi di Bondo (circa 410.000 abitanti). L’obiettivo generale del progetto consiste nel creare una rete operativa per la promozione di attività nei settori dell’educazione, della sanità e dell’agricoltura. L’obiettivo specifico riguarda il miglioramento delle condizioni sanitarie, sociali ed economiche delle popolazioni di Muwa e di Bondo. Questa strategia progettuale prende spunto da quanto espresso La voce di Alberto Carissimi amici della Fondazione, come potete verificare leggendo il testo del progetto di “cooperazione Italia per il Congo”, stiamo cercando in tutti i modi e in tutte le direzioni fondi per sostenere e sviluppare il nostro progetto. Per fortuna dal nostro Convegno vengono, pur nelle oggettive difficoltà economiche, segnali incoraggianti da parte dei Comitati: sono già arrivati dei contributi e delle richieste di adozione a distanza; tutto questo ci dà tanta forza e speranza. Nell'ultimo Consiglio di Amministrazione della Fondazione ho espresso la necessità e la convinzione di volere, anzi di dovere creare un gruppo di lavoro per il progetto Africa, con persone che si tuffino in toto, anche rendendosi disponibili a un soggiorno a Muwa per capire realmente di cosa ci stiamo occupando, quali straordinari bisogni ci sono laggiù. Da questo articolo mi aspetto contatti: i progetti presentati vanno bene e continueremo a cercarne, ma noi siamo partiti da zero e le basi ce le dobbiamo costruire da soli; quindi più soggetti si sentono coinvolti nel progetto, più ampi saranno i contatti. Carlo Brambilla, che ora si trova a Muwa, mi comunica che purtroppo la prima parte della stagione delle piogge è passata portando proprio una misera quantità di acqua. Questo è molto grave, in primis per l'agricoltura e a seguire per tutti i minimi bisogni. Ci sono grandi difficoltà nelle comunicazioni con i villaggi, vista la mancanza di un mezzo di trasporto, ma Carlo va avanti insistentemente con il suo splendido fare. Vorrei sottolineare le impressioni che il Vescovo di Kisantu ha avuto partecipando al nostro convegno: "Siete davvero una forza, una bella famiglia, una fortuna per noi cosi lontani e disperati ad avervi trovato; comprendo le vostre difficoltà, ma vi assicuro che la mia gente comincia, grazie a voi, a vedere un futuro diverso, migliore e, anche se lentamente, sta maturando il cambiamento. Non vi chiediamo nulla, non siete obbligati, ma aiutateci per quello che potete e per quello che sentite". Che dire? Andiamo avanti senza promettere nulla, consapevoli che la Fondazione tutta è convinta della bontà e della necessità di questo progetto. Alberto Bonifazi AIUTIAMOLI A VIVERE N el mese di febbraio 2014 è stato presentato al Ministero degli Affari Esteri il progetto “Cooperazione Italia per il Congo” in collaborazione con la Caritas di Treviso al fine di attuare un doppio intervento nella realtà di Bondo (distretto del Basso Uélé - Provincia Orientale della Repubblica Democratica del Congo) e nel villaggio di Muwa (Regione del Bas – Congo). Le realtà toccate da questa progettualità hanno peculiarità differenti ma sottostanno alle medesime problematiche: malnutrizione endemica, difficoltà all’accesso di cure mediche adeguate, scarsa formazione del personale sanitario, carenza di acqua potabile e di energia, carenza di infrastrutture e di vie di comunicazione agibili, dispersione scolastica e scarsa formazione del personale docente, inesistente formazione agricola e mancanza di mezzi adeguati al sostentamento dei nuclei famigliari. Per gli abitanti della comunità di Muwa l’accesso almeno a un pasto giornaliero è il primo bisogno. A Bondo risulta prioritario l’ampliamento del reparto di pediatria, il potenziamento dell’impianto foto- AIUTIAMOLI A VIVERE 8 dal “Tavolo istituzionale per la cooperazione allo sviluppo” e ripreso all’interno delle linee guida per il triennio 2013 - 2015 in cui si afferma la necessità di una visione strategica unitaria della cooperazione internazionale allo sviluppo dell’Italia da sviluppare nel prossimo triennio, con l’obiettivo di apportare benefici al nostro complessivo “sistema Paese”, riducendo dispersioni e duplicazioni. Il tentativo è dunque, attraverso la collaborazione concreta e sinergica, di favorire la realizzazione di una rete tra realtà associative italiane che operano nel settore della cooperazione nella Repubblica Democratica del Congo, di favorire uno scambio di buone prassi evitando sprechi e duplicazioni e rispettando e promuovendo allo stesso tempo il principio delle responsabilità condivise e di una trasparente collaborazione fra più soggetti (donatori e beneficiari, settore pubblico, settore privato e società civile, istituzioni centrali ed enti territoriali). In concreto, i risultati attesi e le attività previste sono: • Migliorare il vivaio di specie orticole, piante da frutto e forestali (acquisto di materiale vivaistico di buona qualità. • Realizzare la formazione in vivaistica, orticoltura e agricoltura. • Creare parcelle sperimentali per orticoltura, frutticoltura e riforestazione. • Creare un centro di trasformazione e vendita delle derrate alimentari. • Creare un bosco naturaliforme. • Creare un impianto per la produzione di legna da ardere/carbone. • Creare un impianto di recupero acqua piovana dai tetti delle strutture preesistenti. • Costruire un pozzo presso il villaggio di Muwa. • Realizzare l’adeguamento strutturale del reparto pediatrico dell’ospedale “Ntongo Etani”. • Realizzare la formazione specifica del personale sanitario. • Ampliare l’attuale reparto di Pediatria. • Fornire materiali sanitari per immaturi e pazienti acuti. • Realizzare un pozzo. • Installare un impianto fotovoltaico. Le controparti locali del progetto sono la Diocesi di Kisantu per la parte progettuale da attuarsi nella Regione del Bas – Congo e la Caritas diocesana di Bondo per la parte progettuale da attuarsi nel distretto del Basso Uélé nella Provincia Orientale della Repubblica Democratica del Congo. La Diocesi di Kisantu (B.P. 25 INKISI/KISANTU BAS – CONGO - REP. DEM. DEL CONGO), nella persona del Vescovo Mons. Fidèle Nsielele zi Mputu, è una delle tre diocesi della Province du Bas - Congo, copre una superficie di 31000 Km² e si compone di 30 parrocchie e 40 sotto parrocchie (la maggior parte delle quali rurali). Per quanto concerne il coinvolgimento di istituzioni rilevanti nella realizzazione del progetto, la FAV ha ottenuto il riconoscimento ufficiale del suo operato presso la Province du Bas - Congo dal Governatore della stessa, Sig. Jacques Mbadu Nsitu, nonché l’autorizzazione ad attuare il progetto in questione. La Diocesi di Bondo, a cui fa riferimento l’omonima Caritas diocesana, è guidata da S. E. Mons. Etienne Ung’Eyowun. Territorialmente si estende su una superficie di 750.000 km² per un totale di circa 420.000 abitanti e si compone di 14 parrocchie. La collaborazione pluriennale garantisce un ottimo livello di cooperazione e vedrà la Caritas diocesana di Bondo impegnata in ruoli di coordinamento, gestione e promozione del progetto. A completare la rete attivata per questa progettualità c’è l’associazione «Carità diocesana di Treviso ONLUS». Attiva dal 2004, è impegnata da sempre in attività di promozione umana in campo internazionale. Partecipa fin dal 2007 alle attività relative all’Ospedale «Ntongo Etani» di Bondo collaborando con la Diocesi di Bondo, la Regione Veneto e con il MAE DGCS. All’interno della progettualità garantisce l’impegno nel settore sanitario fornendo assistenza logistica e personale specializzato. 9 VET4BF: Un progetto europeo della Fondazione Il 25 febbraio è stato presentato alla Commissione Europea un nuovo progetto (VET4BF) che prevede la collaborazione di Fondazione Aiutiamoli a Vivere, Università di Bologna, la rappresentanza a Minsk della Fondazione, il Comitato Esecutivo della Provincia di Oshmiany, Senno, Cernitsy. L’iniziativa prende spunto dai progetti "Scuola Fabbrica" (concernente la formazione professionale) e “Un passo verso il futuro” (che si occupa dei ragazzi in procinto di uscire dagli istituti in virtù delle esigenze del mercato del lavoro) e si occuperà, anche, dell’accompagnamento alla creazione di impresa. VET4BF (Vocational Education and Training for Belarus Future) si propone di: 1) favorire l'inclusione sociale dei giovani orfani e disabili sostenendo il loro inserimento nell'economia nelle regioni agricole della Bielorussia; 2) aumentare la collaborazione tra organizzazioni della società civile e autorità bielorusse locali per l'attuazione di politiche locali finalizzate ai giovani, l'occupazione e la creazione di nuove imprese. 3) aumentare le conoscenze, le competenze e l'occupabilità dei giovani in procinto di uscire dagli istituti nei settori economici emergenti dell'economia (efficienza energetica, agricoltura, riabilitazione energetica degli edifici, fonti di energia rinnovabili in uso); 4) creazione di nuove iniziative imprenditoriali di giovani negli stessi settori; 5) coinvolgimento dei giovani in servizi energetici pilota innovativi e sostenibili destinati ai villaggi e alle amministrazioni bielorussi. L’esperienza della Fondazione nella Repubblica di Belarus conferma che la maggior parte di questi ragazzi, dopo la scuola secondaria, se non sono guidati in un percorso di formazione professionale adeguata alla loro condizione psicologica, possono cadere nella stessa situazione dei loro genitori. Il progetto prevede il coinvolgimento di: - 1.500 ragazzi appartenenti alle regioni di Vitebsk e Grodno. - 11 istituti nella Regione di Vitebsk e 6 in quella di Grodno, già beneficiari del progetto "Scuola Fabbrica", in quanto possono svolgere un ruolo chiave nello sviluppo sociale sostenibile a livello regionale. - Associazione di giovani operante ad Oshmiany costituita dalla Fondazione attraverso PLANETA DETEI. - Imprese artigiane che offrono apprendistato per giovani e possibile impiego (" motore" del possibile sviluppo socio - economico delle regioni coinvolte). "...se i Club lavorano per la pace interiore di ognuno di noi, è indubitabile che questa pace verrà trasmessa alle persone che ci sono più vicine e poi si allargherà, a macchia d’olio, a tutta la nostra comunità, portandoci così a riappropriarci del nostro futuro..." (V. Udolin). Riparte, dopo una pausa temporale di alcuni mesi, il progetto "Per la vita - lotta all'alcolismo". L'anno appena concluso ha fatto da sfondo a un momento di verifica e di analisi voluto dall'Associazione Aiutiamoli a Vivere Lombardia ONLUS che, in collaborazione con l'APCAT di Trento, cura la realizzazione del progetto. L'intervento dei formatori, capitanati da Guido Dalla Giacoma, inizialmente previsto per lo scorso mese di novembre nella cittadina di Rogacev, era stato sospeso dopo che sul territorio prescelto non era stato possibile veder garantita la partecipazione dei futuri servitori insegnanti al corso di preparazione. A fronte dell'importante impegno di risorse umane ed economiche, si stava delineando un quadro a tinte fosche per quanto riguardava l'interesse verso questa offerta formativa; da lì la scelta forse dolorosa - nella fase iniziale - di stoppare tutto. Le motivazioni dello scarso interesse verso questa offerta vanno ricercate in più direzioni: in Bielorussia, chi partecipa a questi corsi deve assentarsi dal lavoro non ricevendo alcuna retribuzione per le ore perse; inoltre, non sempre chi vi prende parte è realmente motivato e pensa di dedicarsi con assiduità in futuro a questo servizio. La triste piaga dell'alcolismo non viene vista come problema di un'intera famiglia ma piuttosto come qualcosa che deve essere risolto con altri sistemi, non riconducibili all'approccio proposto da Vladimir Udolin: un approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi. In Bielorussia, il metodo più diffuso rimane quello dell'ipnosi e molti sollevano ancora dubbi sulla reale efficacia del metodo proposto dal medico jugoslavo. Il problema dell'alcolismo rappresenta sicuramente uno dei problemi con la P maiuscola, soprattutto perché con maggior frequenza a caderne vittima sono persone sempre più giovani, a volte addirittura lontane dalla maggiore età. L'incontro con i servitori insegnanti, l'inizio di questo percorso, spesso rappresenta la sola strategia di uscita dal problema per molti che, quasi senza accorgersi, non riescono più a fare a meno di bere. Ma chi sono i servitori insegnanti dei club per alcolisti in trattamento? Persone normali, anche senza un'esperienza diretta di dipendenza dalle sostanze alcooliche, che decidono liberamente di spendere parte del loro tempo libero in aiuto di persone che hanno scelto di dire basta. E le testimonianze raccolte durante i corsi dai nostri formatori si commentano da sole: il ritrovare la propria libertà da ogni dipendenza, il lasciarsi alle spalle un brutto periodo nel quale il ricorso all'alcol è servito a non voler affrontare "di petto" un problema, un momento difficile, una situazione complessa. Proprio la formazione dei servitori insegnanti sarà oggetto del prossimo intervento, previsto per il mese di giugno, nella città di Slavgorod dove, nel mese di agosto, la Fondazione effettuerà con i volontari del progetto Vacanze Lavoro la ristrutturazione del reparto di pediatria dell'ospedale. Ma al progetto sì è voluto aggiungere qualcosa che lo rendesse ancora più "customizzato" e vicino alle nostre finalità sociali: infatti, con la collaborazione degli enti locali, si sta cercando di garantire a coloro che termineranno il percorso di disintossicazione una possibilità - qualora ve ne sia bisogno - di reintegrarsi anche a livello lavorativo - ad esempio - allontanando così lo spettro di una ricaduta. Puntare alla sobrietà come stile di vita, forse un' obbiettivo difficile ma non irraggiungibile. Dice Alberto, che oggi da fruitore del servizio ne è diventato appassionato gestore con il ruolo appunto di servitore insegnante: "La nostra sobrietà inizia quando cominciamo a sentirci veramente liberi. Durante i nostri incontri si parla spesso della propria sobrietà e di quando ci siamo accorti del nostro cambiamento. Ad esempio, nell'anno 2006, mi sono sorpreso un giorno a prendere appunti a un congresso degli Alcolisti a Salsomaggiore Terme, io che fino a poco tempo prima li prendevo solo dalle etichette del vino, .... se mi piaceva". Alessandro Zanisi AIUTIAMOLI A VIVERE CONTRO L’ALCOLISMO LA FONDAZIONE RILANCIA UN PROGETTO PER LA VITA AIUTIAMOLI A VIVERE 10 RIPARTE IL “NUOVO” TIR DELLA SPERANZA I l Tir della Speranza, dopo oltre 20 anni, è un progetto tra i più seguiti, ma si rinnova, come è già successo più volte nella sua storia. Nel 1995 si è passati dal viaggio con i furgoni al viaggio in pullman. Nel 2005 c'è stata la crisi delle pratiche doganali (abbiamo dovuto riportare in Italia un Tir di aiuti). Il 2007 è stato l'anno della crisi di partecipazione (18 volontari). Nel 2009 abbiamo sperimentato il passaggio dal viaggio in pullman a quello in aereo. Nel tempo è cambiata la tipologia degli aiuti, il modo di confezionarli e di registrarli. È molto cambiata anche la Bielorussia. Molti bambini, anziché essere nelle scuole Internat, vanno nelle Case famiglia o in affido a famiglie bielorusse; si sono sviluppati i Centri servizi sociali con le varie forme di assistenza. Siamo cambiati anche noi, come contesto (Italia) e come Fondazione: siamo ONG, i nostri obiettivi non sono più solo Bielorussia. La tipologia di aiuti messi a disposizione dalle nostre famiglie si è ristretta sempre più, per il sempre maggior rigore delle regole doganali e per la crisi che investe anche le famiglie italiane. C'è una grande disponibilità di vestiario, che però non è più molto richiesto dagli Istituti. I costi di trasporto sono alti, di- venta più razionale usare la cifra corrispondente alle spese di trasporto per acquisti mirati in Bielorussia . Gli Istituti ci segnaleranno, compilando un questionario, i loro bisogni prioritari, non necessariamente beni di consumo ma anche attrezzature. La vera “forza” del Tir in tutti questi anni è il gruppo, che si forma e cresce vivendo insieme un'esperienza in cui si conoscono situazioni dolorose, dignitose povertà, ingegnosa capacità di trasformare le poche risorse in soluzioni di crescita. Questa è la grande risorsa del Tir: fare gruppo vivendo in prima persona la realtà degli Internat, delle strutture riabilitative, dei Centri di assistenza sociale, degli ospedali. Il patrimonio informativo che si acquisisce dà ai partecipanti motivazioni forti e alla Fondazione spunti importanti per altri interventi. Vivere il Tir significa trasmettere ai bambini che incontriamo l'allegria tipica di noi italiani che sappiamo far emergere nella vita quotidiana. Abbiamo l'occasione di raccontare loro come si può essere solidali col nostro prossimo col volontariato, parlare dei progetti della Fondazione, di come si può debellare la piaga dell'alcolismo. Il Tir ha dato spesso spunti per gli interventi del progetto Vacanze Lavoro e del progetto Serre, è anche la vetrina delle loro realizzazioni. Il Tir è funzionale alla divulgazione del progetto lotta all'alcolismo, che nei bambini delle scuole può trovare il miglior terreno per seminare un modo diverso di considerare l'alcool e i suoi effetti. Può essere la carta vincente per avvicinare i ragazzi del progetto Adozione studenti universitari ai progetti della Fondazione. Hanno costituito Comitati per fare solidarietà da bielorussi in Bielorussia, cercano modelli per realizzare quanto entusiasmo e creatività li porta a progettare. Stiamo cercando le modalità per farli partecipare al Tir. TIR della Speranza 2014 Stiamo pensando a un percorso che tocchi tutte le 6 regioni della Bielorussia per dare modo agli studenti universitari delle varie sedi di incontrarci. Visiteremo varie strutture: Scuole internat, scuole pubbliche, scuole speciali per bambini con disabilità, Centri riabilitativi, case internat per adulti. Saranno strutture in cui la Fondazione ha lasciato un segno con importanti realizzazioni. 11 affrontato, coinvolgerà un gran numero di volontari in più turni. Quanto realizzato sarà dedicato alla memoria del nostro socio Fondatore padre Vincenzo Bella. In ogni struttura i nostri volontari faranno una visita guidata per conoscerne gli aspetti positivi e le problematicità. Insieme ai clown, i partecipanti staranno qualche ora con i bambini o gli adulti. Le visite negli Istituti saranno preparate per adeguare le attività dei volontari alle diverse tipologie di struttura e di problematicità dei loro ospiti. È ammirevole la disponibilità e l'impegno con cui i nostri volontari, negli anni scorsi, hanno partecipato al Tir, ma vogliamo fare ancora meglio. Per questo nel mese di settembre si terranno alcune riunioni formative per analizzare le caratteristiche dei vari Istituti e definire gli interventi più appropriati. Sarà un aiuto prezioso per affrontare il nostro viaggio in modo ancora più consapevole ed efficace. Il Tir è un progetto “giovane” che va bene per persone di qualsiasi età che si rendano disponibili. Non è una gita turistica, ma con lo spirito giusto chiunque può partecipare. Vi aspettiamo numerosi a questa nuova stimolante esperienza. Per l'iscrizione al Tir della Speranza si rimanda al “Regolamento di partecipazione al Tir” Il 7 giugno a Soresina si farà, presso il Magazzino il consueto annuale “Incontro alla Tir”, aperto a tutti i simpatizzanti del progetto. Saranno date informazioni dettagliate sul progetto Tir 2014. È l'occasione per rinsaldare vecchie amicizie o fare la prima conoscenza del gruppo di cui si chiede di entrare a far parte. Verranno decise date e località per gli incontri di settembre La consegna di vestiario al magazzino di Soresina è temporaneamente sospesa (c'è una giacenza da smaltire). Per altre tipologie di materiali: giocattoli, materiale scolastico, detergenti, tessuti, pannolini, attrezzature, si prega di rivolgersi al responsabile (Sandro Tironi). venire. Donazioni di materiali come quelli sopracitati, serviranno a spedire pacchi regalo a persone bisognose. I nominativi dei destinatari possono essere di minori noti alle nostre famiglie o di persone segnalate dal nostro ufficio di Minsk su indicazione di Associazioni bielorusse, Servizi sociali ecc. Per evitare i problemi derivanti da arrivi dell'ultima ora, il periodo di consegna dei pacchi al magazzino sarà ampliato a tutto agosto e settembre, con termine categorico delle consegne Pacchi personalizzati prima della fine di settembre (25 settembre). Le regole sono sempre state rispettate dalla maggioranza dei partecipanti, ma le “trasgressioni” di pochi mettono in difficoltà tutto il sistema. I pacchi sono sempre stati spediti e consegnati, ma è necessario avere il tempo per far bene. Siamo certi della vostra sensibilità e della vostra collaborazione. Per informazioni sul progetto “Tir aiuti personalizzati” far riferimento allo specifico Regolamento reperibile sul sito Internet. I pacchi personalizzati verranno ancora consegnati, anzi speriamo che ci sia un aumento delle spedizioni. Ci pervengono molte richieste da Associazioni bielorusse di volontariato, Servizi sociali, che fanno riferimento a fasce sociali in cui c'è bisogno di tutto. Con questo progetto molte famiglie italiane possono mantenere vivi i legami con le famiglie bielorusse nati con la vacanza in Italia. Le nostre famiglie con i “pacchi” possono dare un sostegno anche a molti che in Italia non sono stati e non potranno mai Alessandro Tironi LA CITTÀ RACCOGLIE SAPIENZA - UN PROGETTO DI INTEGRAZIONE Il progetto “La città raccoglie sapienza” nasce dall’esigenza di fornire a persone e ragazzi disabili e con disagio psicosociale non solo gli strumenti, ma anche le occasioni per sperimentarsi in una vita al di fuori del contesto familiare e/o di comunità ed avere, quindi, la possibilità di esercitare il diritto a coltivare il proprio sviluppo individuale e relazionale anche attraverso discipline artistiche e proposte a valenza culturale. “La città raccoglie sapienza” intende rafforzare il progetto “Dopo di Noi” già avviato dall’AFAD di Terni che consiste nell’accesso da parte di piccoli gruppi di ragazzi e adulti disabili a una struttura abitativa, situata in via Cardeto, composta da due appartamenti, con l’intenzione di rispondere a un’esigenza di sollievo e di alleggerimento per le famiglie dei disabili. Il contributo che il progetto vuole dare è quello di valorizzare e accrescere le capacità delle persone con disabilità attraverso la fruizione e la pratica di discipline artistiche e attività a valenza culturale, favorendo l’integrazione tra persone disabili e normodotate. Il progetto vede l’integrazione tra disabili, persone con disagio psicosociale e normodotati come elemento fondamentale, tanto che ogni iniziativa sarà svolta attraverso gruppi integrati e si concluderà con eventi (mostre ed esposizioni, centro di raccolta tesi) che favoriscano l’apertura e lo scambio con il territorio ternano e nazionale. Questo approccio verrà applicato, a partire dai quartieri di Terni, alle diverse realtà nazionali in cui operano i Comitati della Fondazione Aiutiamoli a Vivere. Si ritiene infatti che il miglior modo per garantire ai disabili pari opportunità sia quello di metterli in contatto con il contesto che li circonda, spesso distratto rispetto all’universo della disabilità. L’insieme delle attività progettuali mira, altresì, a garantire l’opportunità di fare esperienze di socializzazione più complete e di stimolare risorse latenti indispensabili per collocare i disabili a un livello maggiore di autonomia anche in relazione ai rapporti interpersonali. La durata del progetto è di 12 mesi: avviato ufficialmente a maggio 2013, terminerà a giugno 2014 con l’esposizione finale dei lavori da loro svolti. Per maggiori informazioni vi invitiamo a contattare la Fondazione Aiutiamoli a Vivere O. N. G. al numero telefonico: 0744279560 o alla e-mail: [email protected] AIUTIAMOLI A VIVERE Una tappa obbligata sarà l'Ospedale di Slavgorod, in cui il progetto Vacanze lavoro realizzerà la ristrutturazione della Pediatria nel prossimo mese di agosto. È il lavoro più grande che la Fondazione abbia mai 12 AIUTIAMOLI A VIVERE FIBROSI CISTICA IN BIELORUSSIA: UNA SFIDA AL NOSTRO CUORE C i assilla il pensiero del futuro, di quello che potrà accadere, ci tormenta la ricerca inquieta del sovraumano, non riusciamo a dimenticare che da qualche parte esiste qualcuno che avrà sempre bisogno di noi. Guardare gli occhi di una madre con accanto un figlio colpito da una malattia genetica mortale è il perdersi in una palude di disperazione. Nulla è possibile, nulla è ottenibile, tutto manca, nessuno offre una certezza, nessuno dona una speranza. Avere al fianco un adolescente affetto da malattia genetica mortale è chiedersi quale crudele divinità ha sentenziato un vivere tanto esecrabile. I suoi occhi immobili fissano il buio, una fia nebbia oscura avvolge la mente. Mi hanno strappato l’anima, rovistandovi dentro con le loro fetide dita, e dopo averla oltraggiata, insudiciata e ricacciata dentro, ora mi dicono:” vivi!”. Luminoso e lieto domani sarà il maino. Questa vita è stupenda, sii dunque saggio mio cuore, la paura della morte è scomparsa. (Olga Berggol’c) Non possiamo pensare di essere soli al mondo chiusi nel nostro piccolo egoismo; dobbiamo credere nel cambiamento e dobbiamo sforzarci nel continuare e approfondire una continuità di azioni d’amore. L’accoglienza e l’aiuto concreto a favore dei bielorussi ammalati di fibrosi cistica è uno dei percorsi virtuosi di solidarietà che i comitati appartenenti alla Fondazione sono chiamati a continuare. Dobbiamo lanciare un segnale di vicinanza e di affetto; il nostro impegno li aiuterà ad acquisire sicurezza e fiducia in se stessi, li spronerà ad affrontare la vita quotidiana con serenità e con la voglia di guardare a un futuro meno tetro. Daremo loro la possibilità di convivere con la loro malattia, di conciliare le terapie quotidiane con gli impegni di vita, una qualità di vita migliore, pur rammentando che la fibrosi cistica è una malattia complessa e crudele e il doverla affrontare in Bielorussia è titanico. Il significato della vita è negli spazi dell’amore. Lino Dal Monte 13 I l 4 gennaio 2014 al Teatro “Morelli” di Cosenza è stato organizzato uno spettacolo, grazie all’impegno profuso da Piera Bertucci, responsabile del Comitato di Cosenza, dedicato alla memoria di Padre Vincenzo, con il ricavato destinato alla missione della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONG nella Repubblica Democratica del Congo. Una serata dove la commozione e la speranza si sono rincorse sino a ottenere un risultato prezioso per il futuro del lavoro in Africa della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONG. Un susseguirsi di emozioni e sentimenti che, senza tentennamenti o cali di tensione, hanno tenuto viva l’attenzione delle seicento persone presenti, con il susseguirsi di musica, balli e siparietti comici miscelati professionalmente con tutti gli aspetti solidaristici legati alla storia della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONG. Il premio alla memoria di Padre Vincenzo consegnato alla so- mondo, quasi come ci fosse un segnale implicito per ripartire con slancio per questo 2014. Grazie a Piera Bertucci, alla famiglia di Padre Vincenzo e a tutti i presenti in questo primo appuntamento del 2014 che ci fa sentire protetti dallo sguardo e dall’amore del nostro caro e mai dimenticato Padre Vincenzo nel prosieguo del cammino della sua opera più preziosa: la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONG. Fabrizio Pacifici Ricordiamolo insieme rella Paola è stato il momento più commovente della serata, dove tutto il teatro si è stretto alla famiglia di Padre Vincenzo, presente in sala, con un lungo applauso, quasi interminabile, mentre sul palco si susseguivano immagini e azioni dei volontari della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONG nel Venerdì 28 Marzo 2014 alle ore 18.00 Santa Messa officiata dai Frati Minori Conventuali, nella Chiesa San Giuseppe Lavoratore di Cospea di Terni in Via XX Settembre 166 per ricordare insieme Padre Vincenzo Bella a un anno dalla sua scomparsa. La Radio Web della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” O.N.G., Radiofriends.it, seguirà in diretta tutta la cerimonia. Per l’occasione il Maestro Faccincani, dell’Associazione ALIVE di Verona e l’amico Oscar Gagliardo presenteranno un brano musicale con le parole della poesia dedicata a Padre Vincenzo Bella durante la celebrazione funebre. AIUTIAMOLI A VIVERE RICORDARE PADRE VINCENZO PER RIPARTIRE CON SLANCIO 14 AIUTIAMOLI A VIVERE “Aiutiamoli a Vivere” x 5 x 1000 = 5000 “Aiutiamoli a Vivere” Fai questa moltiplicazione ideale di solidarietà, cerca insieme a noi altri cinque amici che possano sostenere la Fondazione attraverso l’apposizione della propria firma e l’inserimento del Codice Fiscale: 91017220558; come risultato vedremo il volto dei nostri bambini illuminarsi di rinnovata speranza. Diventa insieme a noi moltiplicatore di solidarietà: Aiutiamoli a Vivere x 5 x 1000 = 5000 Aiutiamoli a Vivere Aiutarci non costa nulla! Inserisci, come mostra l’immagine, nell'apposito spazio del modello 730-1 e CUD 2013 il Codice Fiscale 91017220558 e la tua firma per destinare la quota 5xmille prevista dalla legge finanziaria Inoltre puoi sostenere la Fondazione Aiutiamoli a vivere con offerte che sono deducibili e detraibili. I versamenti, intestati alla Fondazione Aiutiamoli a Vivere, possono essere effettuati tramite Banco Posta IBAN IT 27 H 07601 14400 000012001053 Banca Popolare di Spoleto IBAN IT 72 B 057 0414 4000 0000 0017 416 Con la norma denominata + DAI - VERSI, D.L. 35/2005 - art. 14 comma 1 - e successive modificazioni e integrazioni TUIR - art. 15, comma 1, lett. i - bis) TUIR - art. 10, comma 1, lett. g), per le agevolazioni fiscali sono valide le seguenti possibilità: a) La deducibilità nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato, fino all'importo massimo di 70.000,00 euro b) La detrazione dall'IRPEF del 19% dell'erogazione (calcolata sul limite massimo di 2.065,83 euro) c) La deducibilità nei limiti del 2% del reddito complessivo dichiarato 15 Ma, se non è il Generale Inverno a crearci intoppi lo è il caporale Burocrazia. Dopo il volo a Minsk e la corsa fino a Rogaciov, alle 23 raccogliamo la prima cattiva notizia: i pacchi non sono ancora stati sdoganati e i TIR non possono venire caricati. Il giorno successivo all’arrivo è dedicato di solito al carico dei TIR; dobbiamo per forza cominciare a combinare qualche cosa. Autorizzati da Larissa, anche se i documenti non ci sono decidiamo di stivare di pacchi l'unico camion presente che, appena arriveranno le autorizzazioni, sarà il primo a partire. Tanto tempo per poco lavoro. Per niente stanchi, alle 17 partiamo con il pulmino per un primo scarico a Klimovici che dista 170 km con consegna pacchi ai destinatari sulla piazza principale al lume di lampada frontale per poter verificare nominativi, passaporti e firme. Nessun errore di consegna deve avvenire. Rientro in istituto e nessuna nuova da Julia che sta tribolando a Minsk per avere i timbri sui documenti. Speriamo in un esito positivo per domani. Il giorno successivo, colazione rassegnata e stanca in attesa. Le barzellette e i ricordi di passate missioni non bastano a renderci soddisfatti. Riceviamo notizie e, purtroppo, non sono buone. Il secondo TIR tarderà l'arrivo, è ancora fermo nella capitale e deve effettuare uno scarico merce e un ritardo postale ha impedito le pratiche di disbrigo documenti, tutto si è impantanato. Il pessimismo inizia a serpeggiare tra le file e si studiano piani alternativi. Si ipotizza di spostare il rientro aereo da giovedì a sabato con volo su Roma e transfer a Milano o Bergamo. Tiriamo tardi tra la camera e la cucina, discutendo di cibo, religione, Fondazione, donne, politica... Alle 6 di sera primi segnali positivi: arriva il secondo TIR, non ci sono i documenti ma almeno cominciamo a caricare con i volontari dell'istituto. Arrivano Julia e Ivan purtroppo sguarniti delle carte e, tutti insieme, completiamo il carico. A cena "consiglio di guerra" che matura la decisione condivisa da Larissa: partire con il camion che ha più pacchi, direzione Sud. La squadra è formata da Julia, Ivan, Aldo, Mario e me, abbiamo perso un giorno ma, se entro notte riusciamo a fare due scarichi, possiamo recuperare. Le direttive di Julia sono perentorie ma servono a dare una direzione e ricompattare le fila. Il secondo Tir partirà il mattino successivo di buon'ora, direzione Nord. Si parte, primo scarico a Bobruisk 75 pacchi a mezzanotte circa. Poi via per Sornovi Bor, arrivo alle 3 di mattina: ostello, letto, sveglia puntata sulle 7.30. All’istituto ci aspettano per le 8. Colazione e scarico di 161 pacchi aiutati dai ragazzi poi, via per le prossime tappe: Rechitsa, Ulukovie e Mozyr, per la notte decidiamo per Lelchitsi. Julia ci propone le due soluzioni per l’alloggio: ostello a 100.000 Rubli a persona (8 € circa) oppure albergo a 300.000 rubli (23€) a persona. Decisione unanime: ostello, bisogna risparmiare! Arriviamo alle 22.00 e una cattiva sorpresa ci attende: non ci sono letti liberi. Che fare? L’albergo dista 25 km ancora, c’è un’altra soluzione? Ci sarebbe una signora che ospita alla stessa cifra dell’ostello, ci interessa? Affare fatto! Ci raggiunge una gentile signora anzi, signorina che accompagna 5 perfetti sconosciuti non del tutto presentabili in casa sua. Appartamento in condominio, una sola camera da letto ma ben 2 divani, servizi in casa, cucina con 3 seggiole e tavolino e la possibilità di farci un the caldo. Per cena mangiamo un panino con le cibarie che ci portiamo appresso e nel frattempo Valentina (la nostra ospite) ci prepara i letti. Siamo in tutto 6, abbiamo a disposizione un letto nel quale dormiranno Julia e Valentina, un matrimoniale da divano per Aldo e Ivan e un altro divano che utilizzando vari cuscini diventa il giaciglio per Mario e me. La stanchezza facilita il sonno e dormiamo profondamente. Ore 7: prime avvisaglie di risveglio, me la prendo comoda, la condivisione del minuscolo gabinetto ci costringerà a dei turni. Mi alzo, accendo la luce ma, appena tocco l’interruttore, un corto circuito fa saltare le valvole del contatore. AIUTIAMOLI A VIVERE S econda missione "da corriere" (in compagnia dei due Aldo i veterani, Angelo e Mario i due gemelli terribili, Julia e Victoria le due interpreti, i due autisti Ivan e Dima per la consegna dei pacchi personalizzati in Bielorussia. Dopo il freddo dell'anno scorso, quest'anno le condizioni erano ideali per un viaggio in Bielorussia: pochissima neve e temperature attorno allo zero. AIUTIAMOLI A VIVERE 16 Tentativi infruttuosi di riattivarlo impegnano Valentina, Ivan, un vicino e noi volenterosi ma il buio permane. Per fortuna abbiamo le nostre torce che ci permettono di vestirci e chiudere le nostre borse, speriamo di non dimenticare nulla. Rimandiamo l’uso del bagno e la colazione e partiamo per l’indirizzo dove scarichiamo i 130 pacchi aiutati dai destinatari della consegna. Durante questo scarico osserviamo con attenzione le procedure di consegna dei pacchi. Una e-mail ci aveva segnalato la richiesta di denaro per poter ricevere il dono, per fortuna assistendo ad alcune consegne verifichiamo che nessuno deve pagare. Ci informiamo tramite Julia e ci confermano di non pagare nulla per ricevere il pacco. Meglio così. A Mozyr lo scarico non è in un istituto nè in una scuola ma presso un’associazione di famiglie, può essere che ci sia una quota associativa annuale per la quale si chiede un contributo ai non associati, di certo non viene chiesto denaro per il ritiro del pacco. Abbiamo quasi recuperato il giorno di ritardo, le strade sono pulite e un caldo sole ci accompagna durante i successivi scarichi: Lelchitsi, Petrikov e Pinsk. Rimane a questo punto l’istituto di Telekani che sarà anche il luogo del nostro pernottamento. Ma anche la mancanza di sonno inizia a farsi sentire, fermarci a Telekani dove sempre ci hanno accolto con calore, ci costringerebbe il mattino successivo ad alzarci prima delle 6 per poter coprire la distanza dall’aeroporto che richiede almeno 3 ore di viaggio. È ancora presto, Julia ed Ivan ci propongono di pro- I seguire fino a Minsk. Non ci fermeremmo in un albergo che ci costerebbe una cifra esagerata ma Ivan è pronto a ospitarci nel suo appartamento. Potremo lavarci e mangiare in casa sua. Accettiamo grati e raggiungiamo la capitale. Aldo Cicoria e Ivan completeranno il lavoro (mancano ancora 2 scarichi) e noi ci dirigiamo verso l’aeroporto. Il caporale “Burocrazia” non è riuscito a fermarci, anche quest’anno tutto è compiuto e nei tempi previsti. I circa 1600 pacchi sono tutti arrivati a destinazione. Ha vinto ancora una volta la “Squadra”, i ragazzi che ci hanno aiutato, gli istituti che ci hanno accolto, Julia perfetta e puntuale organizzatrice, Ivan che non solo è l’autista ma è anche facchino, organizzatore e perfetto ospite e infine noi volontari, robusti e motivati sebbene con qualche capello bianco. Malinconico il viaggio fino all’aeroporto, disbrigo sicuro delle pratiche d’imbarco e volo tranquillo fino a Milano con un folto gruppo di bambini con destinazione Liguria. Anche questa è andata; fieri gonfiamo i nostri petti ! Raffaele Vezzola Comitato di S. Barbara Lodrone nizio questo mio viaggio con in mano il dizionario per vedere il significato delle parole “pacco” e “dono”. Pacco: è una confezione che contiene un oggetto o un insieme di oggetti. Dono: fare un dono è dare, mettere a disposizione la propria persona o una qualsiasi cosa o bene senza nulla pretendere. Fatta questa piccola ed elementare premessa vorrei tentare di spiegare il significato di questo intervento umanitario in territorio bielorusso. Da più di vent’anni tra italiani e bielorussi si è stretto un legame di amichevole interscambio. I bielorussi ci affidano per brevi periodi i loro bambini e noi offriamo loro la nostra ospitalità. In uno dei miei primi viaggi in Bielorussia, un’interprete che ci accompagnava e ci assisteva con le parole nei vari scarichi degli istituti (orfanotrofi) mi disse di essere meravigliata nel vedere e constatare di persona tanto interessamento per la sua nazione e in particolare per i più indigenti e i bambini, e non capiva cosa ci fosse sotto tutto questo movimento. Spero che dopo anni abbia capito che sotto non c'è proprio niente se non grande entusiasmo e spontaneità, queste doti innate che sono in noi atte a a rendere l'altro più felice. Le famiglie e i comitati che durante l'estate hanno ospitato i bambini, con grande entusiasmo preparano e portano molti pacchi al magazzino di Soresina. I volontari per il carico dei TIR lavorano con serenità animati da grande entusiasmo. La Fondazione “Aiutiamoli A Vivere” attraverso i propri collaboratori organizza affinché i TIR con il prezioso carico di doni arrivino a destinazione senza intoppi e con puntualità. I volontari per lo scarico partono dall'Italia e vanno in Bielorussia sfidando il gelo russo vista la stagione invernale. Anche questo 2013 si parte e si va, senza nessun timore ma con grande entusiasmo e gioia nel cuore, ben sapendo delle difficoltà e degli in- 17 C iao a tutti il mio nome è Angelo (Buciù); da alcuni anni partecipo come volontario al Tir degli aiuti personalizzati. Anche quest’anno volevo esprimere alcuni miei pensieri inerenti a quest’ultima esperienza. Prima di tutto il pensiero è il ringraziamento che va a tutti i miei compagni di ventura: inizio con Aldo Cicoria che, oltre che amico, è tra noi diciamo il più “anziano” per via dei tanti anni con la Fondazione, persona sicura del suo compito, poi Aldo Carpanese, grande amico e persona positiva, Raffaele Vezzola alla sua seconda esperienza, che ho scoperto come una persona di sani princìpi, mio fratello gemello Mario per me non solo fratello ma anche mio grandissimo amico. Poi c’è la nostra grande capa bielobergamasca Julia che con la sua esperienza di lavoro in Fondazione è diventata la nostra guida . Poi ci sono le interpreti che non sempre sono le stesse, quest’anno è venuta con noi Vika alla sua prima esperienza a questo progetto si è rivelata molto brava e dedita al suo lavoro. Per ultimi (non per importanza) i nostri 2 autisti dei pulmini, Ivan che da anni lavora con la Fondazione, altra persona positiva che sa adattarsi bene ai disagi di percorso a volte risolvendoli, e Dima, persona molto taciturna (per via della lingua che non conosce) ma molto risolutivo, Andrey l’autista del Tir già conosciuto in altre esperienze e l’altro autista che non ho avuto modo di conoscere. Il più grosso ringraziamento va alla signora Larissa, responsabile di tutte le pratiche di sdoganamanto. Anche quest’anno si è fatta responsabile di decisioni rischiose per poter garantire la consegna nei tempi programmati nei vari istituti o punti di scarico. Come i direttori di orfanotrofi che tutti gli anni incontriamo, quest’anno abbiamo avuto l’onore di conoscere Alexandre, direttore della scuola di Krinki (regione di Vitebsk), piccolo villaggio di 800 anime, persona cordiale di 29 anni, ben voluto dai suoi scolari che ci hanno aiutato nello scarico; di persona ci ha servito il pranzo nella mensa della scuola, ecco queste persone sono il futuro della Bielorussia, sono da esempio per i piccoli che saranno i grandi di domani. Queste persone sono VNP very normal people, che lavorano dietro le quinte, che donano il loro tempo e la loro umanità, con tanto entusiasmo senza scoraggiarsi quando la burocrazia ti mette il bastone tra le ruote. Ecco queste sono le persone che, pur lavorando in silenzio, dovremmo poter “sentire raccontare” durante il Convegno Nazionale invitandole ad essere qui per poter comunicare di là i vari progetti che si programmano nell’anno. Concludo col dire che anche quest’anno si è risolto tutto nel migliore dei modi (missione compiuta come si suol dire) nonostante le difficoltà che ci siamo trovati sul percorso . Grazie a tutti i VNP che hanno contribuito e lavorato a questo progetto. Grazie di cuore Amici, perché tali vi considero. Angelo ol Buciù C hiedete nel mondo degli italiani, vi risponderanno: pizza, caffè, mafia... Chiedete nel mondo dei bielorussi, vi risponderanno: patate, vodka, freddo... Uniamo le due nazioni, ci escono fuori bulba-pizza (si si, esiste), vodka nelle tazzine da caffè e mafia invitta combattuta dal freddo. Non mi credete? Leggete un po’ le nostre avventure di quest’anno. Stavolta il diario l’ho fatto pure io! Venerdì 13 Vengo a sapere che il permesso per lo sdoganamento non è ancora rilasciato. Bè... venerdì 13, cosa vogliamo pretendere? Porta sfortuna... Sabato 14 Il gruppo arriva, nell’aeroporto diamo la notizia, ma i nostri compagni ormai sono abituati agli equivoci della realtà bielorussa, e si decide che a Minsk ad aspettare la miracolosa pergamena rimaniamo solo io ed Ivan. Gli altri non vedono l’ora di arrivare a Gorodets a cucinare la pasta. La mancanza del cibo patrio comincia a farsi sentire! Domenica 15 Io aspetto, il gruppo di Gorodets elabora i progetti di presa del potere nel Dipartimento Aiuti Umanitari, dell’assedio della dogana, della ripartizione degli sbocchi umanitari. Nel frattempo carica il primo camion, pur sapendo che non potrebbe muoversi. Lunedì 16 Mattina – io aspetto, il secondo camion ci comunica il ritardo, il gruppo di Gorodets, esaurite le riserve di pasta, elabora i progetti di assedio del magazzino dell’istituto, pieno di cavoli e di cetrioli salati. Ore 12 – io aspetto, il gruppo di Gorodets ha già assunto la Bielorussia nell’Unione Europea per facilitare le pratiche doganali. Ore 14 – io aspetto, il gruppo di Gorodets ha già escluso la Bielorussia dall’Unione Europea per mancanza di pazienza. Ore 14.10 – arriva la notizia dal Dipartimento, il permesso è arrivato, deve ancora essere firmato ma possiamo muoverci. Altra mezz’ora di attesa nei corridoi del Dipartimento e..... E VIA! Ore 17 – arriviamo a Rogachev, con AIUTIAMOLI A VIVERE convenienti che incontreremo, vista l'esperienza degli anni passati. Questo progetto ci carica di responsabilità, perché dietro ogni pacco c'è una famiglia o un comitato che spedisce, dona a un bambino o a una famiglia, associazione o gruppo che ne trarranno beneficio. Pertanto non dobbiamo assolutamente commettere errori per non deludere le aspettative di chi aspetta. Aldo - Comitato di Mirano (VE) AIUTIAMOLI A VIVERE 18 Larissa (mitica Larissa, grande Larissa, onnipotente Larissa!), sbrighiamo i nostri affari loschi... Il secondo camion sta per arrivare al punto di ricarico. Ore 18 – finalmente il camion è arrivato, insieme a noi! Il gruppo di Gorodets ormai allenato lo carica in una mezz’ora. Intanto gli indigeni hanno imparato la lingua segreta della nostra riunione sediziosa – il dialetto bergamasco. I due capi si uniscono a prendere le decisioni drastiche: Divisione Nord rimanda tutto di un giorno, Divisione Sud cerca di ricuperare al massimo. Linguaggio segreto, parole di riconoscimento, recapiti clandestini rimangono invariabili. Ore 19 – tutti a cena. La parte ospitante, sempre accogliente Antonina, ci offre le solite prelibatezze della cucina bielorussa. Pollo, purè, babka (variante di draniki), pomodori e cetrioli salati. Ho dimenticato qualcosa? Ma certo! La vodka è immancabile! Il gruppo, una volta capito il programma, si è rilassato. Ma ci aspettano chilometri di strada e decine di pacchi. Ore 20 – bevuto l’ultimo caffettino e salutati i rimanenti, partiamo per il primo carico. Ore 22 – scarico a Bobruisk. Una vera mossa da mafiosi - garage buio in periferia della cittadina, con strada ghiacciata e ruote che scivolano. A dire il vero, la responsabile è sempre megaaccogliente e ci aspettano tè, caffè e panini, ma un altro centinaio di chilometri ci chiama a sbrigarci. Martedì 17 Ore 00 – strada P82 fa svincolo, andiamo a destra. Ore 01 – capiamo di aver sbagliato... Al primo villaggio capiamo dove ci troviamo e ritorniamo indietro. Il giorno dopo verremo a sapere che l’autista del nostro camion aveva visto un orso lungo la strada. Ore 03 – arrivati a Sosnovy Bor, per strada accogliamo le responsabili che ci portano nella casa di accoglienza di una fabbrica dove poter pernottare. Visto che il pernottamento era programmato da tutta un’altra parte, anche una stanzetta con bagni in comune nel corridoio ci va bene. Ore 03.20 – le mie forze bastano appena per lavarmi i denti e sdraiarmi sul divano senza lenzuola. Ore 06 – l’inno bielorusso partito a manetta dalla radio della mia stanza mi spinge a saltare dal letto nello slancio patriottico ma con uno sforzo mentale rimango a letto. Ore 07.30 – sveglia. Ore 08 – scarichiamo nella scuola di Sosnovy Bor. Lo scarico di 161 pacchi si fa in un attimo grazie all’aiuto dei ragazzini. Beviamo il caffè con le brioche solitamente squisite, invece le maestre sono addolorate perché tutta la cena preparataci alla vigilia ormai non serve. Ma almeno ci regalano la vodka. Poi arriva il direttore con il suo timbro magico e possiamo ripartire al ricupero del programma. Ore 10 – l’ingresso all’istituto di Rechiza è bloccato, scarichiamo dal camion al camioncino, come nei tempi del proibizionismo. Ore 11 – a Gomel devo consegnare un pacco privato. Per mancanza di tempo lo facciamo in una fermata di filobus, ci fermiamo e l’avventura assomiglia sempre di più una scappata mafiosa. Fischiare dei freni, consegno il pacco, prendo il suo, la portiera del pulmino sbatte, si riparte. Contenuto dei pacchi, sostanze stupefacenti: caffè italiano contro biscotti bielorussi. Seguono gli scarichi di Ulukovie, Mozyr, Lelchitsy. Tutti veloci. Ancora al mattino, cercando il pernottamento per la sera, scopriamo un albergo a Lelchitsy, decente ma costoso, e uno a Petrikov. Oltre ad essere economico, sempre con i bagni fuori, ci fa guadagnare circa 150 km di strada. Scelta chiara. Ore 22 – nel “Grand Hotel di Petrikov” 5 stelle c’è il boom di ospiti, per 5 vagabondi non ci sono posti. Mi aspettavo tutto ma non quel colpo basso. Ma le vie del Signore sono infinite, un’amica della responsabile dello scarico abita da sola in un trilocale ed è pronta ad accoglierci al modesto prezzo dell’albergo. Abbiamo scelta? Da scegliere ci sarà solo il partner per la notte. Ci sono solo tre lettoni con i megacuscini, dote della nonna, perciò si dorme a coppie. Mercoledì 18 Ore 7.30 – noi cominciamo a svegliarci, la padrona di casa ha già cucinato draniki e uova fritte e ha fatto bollire l’acqua. Quanto ci verrà comoda quest’acqua tra appena 20 minuti!!! Eh si, the, caffè a luce di una torcia e due biscotti da veri clandestini ci terranno le pance piene fino al pranzo di Telekhany! L’avventura inizia con l’accendere la luce in una stanza – salta la corrente. Gli uomini cominciano a correre, a cercare i fusibili. Stando fuori dall’appartamento, i fusibili riguardano tutto il palazzo. Perciò, quando li staccano, escono tutti i vicini rimasti senza luce. Sta maturando uno scandalo internazionale. In poche parole (non ne avete abbastanza?), lasciamo la padrona da sola nell’appartamento buio in piena incertezza (come mi ha spiegato, alla vigilia del Capodanno tutti gli elettricisti sono impegnati a preparare gli addobbi e lei poveretta potrebbe rimanere senza luce anche per più giorni). Ore 12 – scarichiamo a Pinsk, dove il direttore sembra un pezzo duro ma alla fine confessa di essere stato in Italia e ci canta “O sole mio”. Ore 14 – a distanza di 20 km da Telekhany arriva la conferma che il nostro carico non è più contrabbando. A Telekhany ci aspetta un pranzo caldo in compagnia della direttrice e delle sue vice, tutte quante bellissime e bravissime. Ma neanche tutte le virtù del mondo riescono a fermarci. Ormai accelerati dai ritmi pazzi di quel viaggio, decidiamo di fare l’ultimo scatto e di arrivare a Minsk. Invasa la casa di Ivan, dopo la prima doccia decente di questi giorni, ci cuciniamo la pasta e finalmente ci godiamo la vodka regalata a Sosnovy Bor. Giovedì 19 Spacciatori, clandestini, invasori, dilapidatori di elettricità lasciano l’accogliente territorio bielorusso con la notizia da parte di Aldo: tutti promossi per l’anno prossimo! Julia 19 L’angolo della posta GRAZIE LINO E VITTORIO ! Nel nostro comitato di Argenta-Alfonsine siamo stati molto fortunati a condividere quotidianamente la nostra vocazione di volontari con due persone che sono e saranno sempre l’esempio incarnato del vero concetto di volontariato. Mi riferisco a Lino Dal Monte e Vittorio Pagani, che hanno deciso di “cedere il passo” nelle cariche di presidente e vice-presidente del nostro comitato. Noi, rispettando le decisioni prese, non possiamo che ringraziarli per quanto hanno fatto per il nostro comitato e per i nostri paesi, sicuri che non ci faranno mai mancare il loro appoggio, sostegno e consiglio per poter svolgere il nostro lavoro nel modo migliore, seguendo i princìpi che ci hanno insegnato. Un grazie dal profondo del nostro cuore per la cordialità con cui ci avete parlato, per la fiducia che riponete nelle nostre capacità, per l’esempio e la coerenza con cui avete condotto e consigliato il nostro operato di volontari, per le esperienze di condivisione, per la gioia e la speranza compagne di viaggio di ogni vostra azione. Grazie ancora, e rimanete con noi, perché non potremmo farne a meno. Marco Checcoli e le famiglie del comitato di Argenta-Alfonsine. PERCHÈ CONTANO LE EMOZIONI NEL VOLONTARIATO ? Anche quest’anno ho visto ed assaporato la gioia, la felicità. All’aeroporto della Malpensa sono arrivati dalla Bielorussia tanti minori per trascorrere l’accoglienza natalizia presso le nostre famiglie. Ho visto negli occhi delle persone la gioia dell’accogliere, del donare affetto, del dispensare speranza. Ho visto negli occhi dei bambini la felicità, la trepidazione del trovare, l’impazienza dell’abbracciare e di essere abbracciati. La commozione mi ha ancora una volta invaso e ho avuto paura che questo progetto, asse portante della vita della Fondazione, possa essere messo in discussione, possa essere sottovalutato. Solo felicità, solo amore, solo il piacere di donarsi vicendevolmente. Vedere i bambini problematici, quelli con difficoltà intellettive, felici e gioiosi di fiondarsi tra le braccia dei “genitori” Italiani, stringersi e avvinghiarsi stretti stretti per timore che la felicità dell’essere amati e considerati possa svanire. Ho ricordato il mio “grande” amico Sandro, colui che si è battuto con spirito cristiano, lui non credente, affinché anche la Fondazione, senza timore, senza false remore, senza dubbi sull’utilità, affrontasse ed effettuasse l’accoglienza nel periodo natalizio; era certo che le famiglie nostre erano preparate e pronte a fare comprendere a questi minori il significato profondo e spirituale dell’accogliere durante le feste del Santo Natale. Come diceva lo scrittore Raoul Follerau “La più grande disgrazia che vi possa capitare è di non essere utili a nessuno e che la vostra vita non serva a niente”. Le nostre famiglie, la Fondazione, hanno compreso e mettono in pratica le emozioni vere e reali che la vita può dispensare. Grazie a tutti voi, grazie a quelli come Sandro che sanno leggere nei meandri della vita e sanno ascoltare e fare palpitare il cuore; siate certi e siate felici di dispensare emozioni profonde e durature, siate sicuri: voi trasmettete solamente amore. Lino Dal Monte DISEGNO COL CUORE PER LA FAMIGLIA DELLA FONDAZIONE Sono Erminia, quella dei disegni. Vorrei dirvi come ho iniziato. Nel 2000 avevo tante famiglie, ora purtroppo poche!! Per ringraziarle e augurare loro Buon Natale ho fatto il mio primo disegno e una mia amica che ha una tipografia me li ha stampati. Questi semplici disegni io “li disegno con il cuore!”. Ho fatto la terza media e nessuna scuola di disegno… Vi ringrazio per il giornale, fatto molto bene, che ricevo volentieri, perché quei pochi come me che non hanno Internet leggono con piacere le notizie della nostra Fondazione, che io chiamo Famiglia. Un grande abbraccio Erminia Confortini – Marmirolo (MN) LA SPERANZA È FONDATA Per i cristiani il fondamento è la notizia che Dio è venuto fra noi per farci compagnia e dare senso a tutta la nostra vita. Per i credenti non cristiani il fondamento è il fascino di Assisi che unisce le religioni attorno ad un ideale che richiama una “cura del creato” che è ormai movimento planetario. Per i non credenti il fondamento è la testimonianza dei tanti “giusti della terra” che ogni giorno dedicano una parte di sé agli altri, dimostrando che la solidarietà fa più felici tutti. A qualunque delle tre categorie si appartenga sul piano personale, la speranza di un mondo migliore è fondata. Lo è anche per il 2014 che si apre davanti a noi. Nello stesso tempo, non possiamo permetterci di essere né baldanzosi né troppo facili: le ultime vittime della crisi economia e morale che dura da sei anni sono di questi giorni. Persone che gettano definitivamente la spugna per mancanza di resistenza interna o di solidarietà esterna. Noi sappiamo che quando questo accade l’umanità intera ha fallito. Abbiamo fallito anche noi. In realtà la speranza per un 2014 migliore è fondata se ciascuno di noi decide di “fare la differenza” in prima persona, nell’ambiente in cui vive e nelle piccole cose di ogni giorno. Perché migliaia di differenze personali possono fare una notevole differenza sociale, milioni possono farla grande. Se nessuno è esonerato da questo dovere, è giusto che il Presidente dell’Associazione venga allo scoperto per primo e chieda a se stesso di attuare nel suo comportamento personale quanto afferma doveroso per gli altri. E subito dopo lo chieda ai responsabili, ciascuno nel suo ruolo. E poi a tutti noi. Questo spirito è essenziale per il nostro 2014. Perché, se è vero che il 2014 non dipenderà soltanto da noi ma anche dai nostri Comitati, la nostra grande scommessa per il nuovo anno deve essere proprio quella di riuscire a dimostrare ai nostri Comitati che essere anche comunità solidale, si può davvero. Le grandi strade iniziano sempre con un piccolo passo. Buon Natale e Buon 2014 a tutti voi, ai vostri cari e alle vostre famiglie. Il presidente dell’Associazione Trentina "Aiutiamoli a Vivere" - Ermanno Sant AIUTIAMOLI A VIVERE LA MIA PRIMA VOLTA AL TIR Cinque anni fa ho conosciuto il comitato Brenta-Saccisica della Fondazione Aiutiamoli a Vivere. Quello che mi colpì, la prima volta che entrai in sala riunioni, furono gli occhi dei presenti: riflettevano una luce particolare, esprimevano convinzione in ciò che facevano. Silenziosamente, in questi anni, li ho ascoltati e ammirati per la loro coerenza nell’organizzare i vari progetti. Hanno sempre saputo risolvere e superare gli imprevisti dell’ultimo momento senza stancarsi. Ancora oggi li vedo fortemente uniti nell’aiutare il più piccolo. Quest’anno ho partecipato anch’io al Tir della Speranza, un’esperienza indimenticabile. Abbiamo attraversato la Bielorussia, visitato istituti, portato loro aiuti, visto visini sorpresi affacciarsi alle finestre, scambiato la voglia di comunicare, condiviso con loro la gioia durante gli spettacoli con i clown, ascoltato nuove musiche, respirato odori diversi, ammirato il contrasto dei paesaggi e culture. Per descrivere tutto potrei usare altri mille aggettivi, comporre mille frasi, ma la reazione che i miei sensi hanno percepito là si può capire solo vivendola all’istante; è un’emozione che dalla pelle arriva al cuore: toccare con mano tutto ciò che prima mi era lontano. Ho potuto incontrare la bambina che per quattro anni ho ospitato a casa mia, con la sua famiglia. Nonostante provenissimo da due stati diversi ho trovato in loro molta fraternità, eppure era la prima volta che ci vedevamo. Ogni giorno incontravamo ragazzi che sono stati ospitati in Italia. Alcune “bambine di ieri” oggi anche loro mamme, con la propria famiglia, hanno raggiunto il TIR per salutare chi le aveva ospitate. Questi momenti mi hanno fatto ricordare una frase che ho letto in un libro di Don Andrea Gallo: “Se il male grida forte, la speranza griderà ancora più forte”. Sì, la speranza di vedere che qualcosa è stato trasmesso e costruito in questi anni. Al TIR eravamo una quarantina di partecipanti da varie province italiane; insieme abbiamo condiviso momenti di fatica, di gioia e pasti caldi in ambienti non sempre riscaldati. Mi ha colpito molto il momento in cui scaricavamo gli scatoloni degli aiuti: formavamo una “catena umana” e ci passavamo la merce; questo senso di collaborazione alleggeriva tutte le fatiche fisiche. Vi ringrazio e concludo questa mia esperienza con un aforisma di Jorge Luis Borges: “Ogni persona che passa nella nostra vita è unica, sempre lascia un poco di sé e prende un poco di noi”. Una di voi 20 AIUTIAMOLI A VIVERE KIRA: la mia storia italiana (una testimonianza) M i chiamo Kira Aleksandrova e ho 25 anni. Voglio raccontarvi la mia storia italiana. Comincia nel 1996: ricordo bene quel momento: sono scesa dall' autobus a Storo, vicino bambini e tutta la nuova famiglia italiana; ad andare nella scuola italiana con la maestra bielorussa; a fare concerti in oratorio. Così sono venuta in Italia nella mia famiglia italiana con l'Associazione Kira al suo arrivo in Italia insieme alla famiglia che l’ha accolta: Loris, Mariella, Nadia e Lisa alle scuole elementari. Ho incontrato una donna con due bambine: una grande come me e una piccola. Avevo 8 anni. Loro si sono presentate: "Mi chiamo Mariella!" ha detto la donna, "questa è Nadia e questa è Lisa". Il capo famiglia si chiamava Loris. Dopo siamo salite in macchina e io mi sono seduta dietro da una parte e una delle bambine dall`altra. Ricordo le scale per salire in casa e ricordo come tutto mi sembrava cosi diverso dalla mia Bielorussia. Una volta entrate, ricordo di essermi seduta a tavola. Mariella mi ha mostrato un vocabolario dell'Associazione, con il quale mi ha chiesto se volevo mangiare qualcosa. Dopo aver mangiato, ho fatto un bel bagno caldo e, asciugata e vestita, mi sono addormentata. Dopo ho iniziato a imparare la lingua; ad andare in nuovi posti con una bellissima natura, in montagna; a imparare tante cose nuove; a conoscere tante persone nuove, Trentina "Aiutiamoli a Vivere" per tre volte, fino a 10 anni e dopo anche a 14 e 17. Poi la mia famiglia italiana si è organizzata per farmi ritornare da loro, senza Associazione, a 21 e 24 anni. In questi anni la mia famiglia italiana ha invitato altre due bambine, ogni bambina per tre volte. In tutto questo tempo (17 anni) noi siamo rimasti in contatto: con telefono, lettere, messaggi, internet e skype. Loris è venuto in Bielorussia due volte ed è riuscito a conoscere la mia famiglia bielorussa. La mia famiglia italiana ha aiutato, materialmente e moralmente, in tutti questi anni, me e la mia famiglia bielorussa. Questa famiglia in Italia è stata per me una seconda famiglia e per i miei famigliari dei pa- renti. Ricordo che un giorno Loris e Mariella mi hanno detto "Casa tua è anche qua." Adesso sono sposata qui. Mio marito è italiano. Ci siamo conosciuti grazie ai nostri amici e alle mie sorelle Nadia e Lisa. Cos'è questo, un destino? Penso che, se non fossi venuta in Italia quando ero piccola, la mia vita sarebbe stata diversa. 17 anni fa sono stata fortunata a venire qui. E voglio dire che una volta venivano più bambini, quasi 20, adesso invece solo 7- 8. Lo so che la vita è difficile anche qui adesso, ma là lo è ancora di più. Forse non serve tanto per questi bambini, solo un po’ di amore e di affetto. In dieci minuti non si può raccontare tutto, ma solo una piccola parte. Voglio dire un grande grazie all' Associazione Trentina "Aiutiamoli a Vivere" e voglio dire mille grazie alla mia famiglia italiana che mi ha regalato il biglietto per una nuova vita! Grazie a Dio. E un ringraziamento a tutti voi per l'ascolto. Kira Aleksandrova Kira e suo marito oggi