l`africa chiede aiuto… - Fondazione Aiutiamoli a Vivere

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l`africa chiede aiuto… - Fondazione Aiutiamoli a Vivere
Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: “Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 2, DCB (Cremona C.L.R.)”
Aiutiamoli a vivere - Marzo 2014 / anno 18 / numero 1
e-mail: [email protected] • web site: http//www.aiutiamoliavivere.it
L’AFRICA CHIEDE AIUTO…
La Fondazione tende la mano
BILANCIO PREVENTIVO 2014
ENTRATE GENERALI 2014
AIUTIAMOLI A VIVERE
DESCRIZIONE
SPESE AMMINISTRATIVE 2014
PREVENTIVO
DESCRIZIONE
PREVENTIVO
1
PRATICHE ACCOG.ZA MINORI
360.000,00
1
SPESE PER SEDE MINSK
50.000,00
2
VOLI AEREI ACC. MINORI
630.000,00
2
SPESE PER SEDE TERNI
25.000,00
3
VOLI AEREI ORDINARI
31.500,00
3
SPESE DI SEGRETERIA
1.200,00
4
PROGETTO SCUOLA FABBRICA
10.000,00
4
SPESE DI CANCELLERIA
2.800,00
5
PROGETTO VACANZE LAVORO
46.000,00
5
SPESE TELEFONICHE
6
PROGETTO TIR DELLA SPERANZA
14.000,00
6
SPESE DI SPEDIZIONE
6.800,00
7
PROGETTI SANITARI
10.000,00
7
SPESE ASSICURATIVE
62.000,00
8
PROGETTO AFRICA
12.500,00
8
VALORI BOLLATI
9
PROGETTO SERGIO GALLIA
7.500,00
9
SPESE TIPOGRAFICHE
2.400,00
7.500,00
12.500,00
800,00
10 ADOZIONE STUDENTI UNIVERSITARI
28.500,00
10 SPESE PUBBLICITARIE
11 MICROPROGETTI IN BELARUS
20.000,00
11 ATTREZZATURE D'UFFICIO
5.200,00
12 MANUTENZIONE ATTREZZATURE UFFICIO
4.900,00
12 VIAGGI FORMATIVI PER LE FAMIGLIE
3.400,00
13 CONVEGNO NAZIONALE
24.900,00
13 SPESE PER AUTOMEZZI
14 CENTRO STUDI
30.000,00
14 RIMBORSI SPESE VIAGGIO
58.500,00
15 COMPENSI A COLLABORATORI
57.300,00
15 RADIO WEB
9.600,00
6.600,00
16 CONTRIBUTI A FONDAZIONE
25.400,00
16 IMPOSTE E RITENUTE PREVIDENZIALI
9.100,00
17 CONTRIBUTI PER COMITATI
36.300,00
17 SPESE PER ADEG. AMM.VO (Consulenza fiscale)
8.500,00
18 RIMBORSI DA ASSICURAZIONE
5.600,00
18 SPESE DI RAPPRESENTANZA
3.400,00
19 ENTRATE DI BENEFICENZA IN BELARUS
7.800,00
19 SPESE VIDEO E FOTOGRAFICHE
1.600,00
20 CONTRIBUTO 5 X MILLE
20 SPESE PER GIORNALI, LIBRI E RIVISTE
75.000,00
21 INTERESSI BANCARI
22 INIZIATIVA TERNI X TERNI
1.300,00
21 SPESE BANCARIE
300,00
2.100,00
40.000,00
TOTALI
TOTALI
329.500,00
1.428.300,00
SPESE EROGAZIONI FONDAZIONE 2014
DESCRIZIONE
RIEPILOGO GENERALE 2014
PREVENTIVO
1
SPESE PER VOLI AEREI PER ACCOG.ZA BAMBINI
2
SPESE VOLI AEREI ORDINARI
3
SPESE PER GIORNALE DELLA FONDAZIONE
14.000,00
4
PROGETTO SCUOLA FABBRICA
10.000,00
5
PROGETTO VACANZE LAVORO
46.000,00
6
PROGETTO TIR DELLA SPERANZA
14.000,00
TOTALE
610.000,00
31.500,00
ENTRATE GENERALI
1.428.300,00
SPESE AMMINISTRATIVE
329.500,00
1.098.800,00
1.428.300,00
7
PROGETTI SANITARI
10.000,00
SPESE PER EROGAZIONI
8
PROGETTO AFRICA
50.000,00
TOTALE SPESE
9
PROGETTO SERGIO GALLIA
6.500,00
10 FORUM STUDENTI 2013 - BAMBINI E DISABILITA'
28.000,00
11 ADOZIONE STUDENTI UNIVERSITARI
33.600,00
12 MICROPROGETTI IN BELARUS
20.000,00
13 VIAGGI FORMATIVI PER FAMIGLIE
3.000,00
14 CONVEGNO NAZIONALE
32.000,00
15 CENTRO STUDI
33.200,00
16 RADIO WEB
9.600,00
17 GIROFONDI A COMITATI
36.300,00
18 RIMBORSI SPESE INTERPRETI
32.000,00
19 RIMBORSI QUOTE REGIONALI
10.000,00
20 RIMBORSI PER RICOVERI OSPEDALIERI
5.600,00
21 BENEFICENZA IN BELARUS
8.500,00
22 FONDO IMPREVISTI
6.000,00
23 FONDO DI RISERVA
9.000,00
24 INIZIATIVA TERNI X TERNI
TOTALI
N.
AVANZO/DISAVANZO DI GESTIONE
40.000,00
1.098.800,00
1
Annoo 18
Ann
Iscrizione Tribunale di Terni n. 2
del. 27/03/1998
Editore:
Fondazione Aiutiamoli a Vivere
Via XX Settembre, 166 - Terni
Stampatore:
Direttore responsabile
Alberto Favilla
Periodico Trimestrale stampa in 8.000 copie
Via delle Industrie, 38 - Cremona
Impaginazione:
Foto25 - Milano
La Redazione della Fondazione:
Davide Bonetti
Via Agordat, 2 - 20127 Milano
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Sandro Bernardi - Davide Bonetti
FONDAZIONE
AIUTIAMOLI A VIVERE
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///
3
S
abato 22 febbraio, presso la
Sede Regionale di “Aiutiamoli
a Vivere” Lombardia, i responsabili dei gruppi di coordinamento
del Tir della Speranza, Alcolismo e
Gallia si sono incontrati alla presenza
del Presidente dell’Ass. Lombardia
Zanisi Alessandro e dei Progetti Parizzi Roberto e con il Consiglio di
Amministrazione della Fondazione
“Aiutiamoli a Vivere” ONG, per discutere e approfondire i nuovi modelli operativi dei tre progetti che
sono determinanti per lo sviluppo
delle attività rivolte al sostegno, all’educazione e alla formazione svolta
nella Repubblica di Belarus. Per quel
che riguarda il “TIR DELLA SPERANZA” si è analizzata la situazione
partendo degli elementi fondamentali dell’iniziativa che ne hanno determinato il successo:
- Acquisizione dei materiali durante il
soggiorno dei bambini nei comitati
e invio al magazzino di Soresina;
- Definizione programma del Tir
individuando istituti e villaggi
dove scaricare l’aiuto umanitario
cercando sempre zone e istituti
toccati dalle diverse progettualità
della Fondazione;
- Composizione del gruppo di volontari provenienti dai diversi Comitati aderenti che attraverso
l’iniziativa acquisisce esperienza;
- Nucleo organizzativo permanente
della Fondazione che coordina le
operazioni di scarico, di organizzazione del soggiorno ed elemento
di coesione per il gruppo di volontari per tutto il periodo di permanenza in Belarus.
Ipotesi di modifica per immettere
nel Tir della Speranza elementi formativi tesi a supportare le caratteristiche fondamentali per il quale è
stato originato l’ “Aiuto umanitario”:
- Acquisire, attraverso la raccolta
di informazioni riguardanti la richiesta di “aiuto umanitario”
provenienti dai diversi Istituti o
direttamente attraverso la visita
mirata del gruppo di coordinamento del Tir negli Internati toccati dal percorso, le richieste di
materiale da acquisire in loco e
prevedere consegne dell’Azienda
fornitrice in data e orario di arrivo dei volontari del Tir;
- Nella definizione del nuovo programma del Tir, seguendo la logica che negli anni ha
determinato il successo, è bene
tener conto dello sviluppo delle
progettualità della Fondazione
nella Repubblica di Belarus:
• Costituzione delle filiali dell’Associazione Planeta Ditiei
costituita dagli studenti Universitari in adozione a distanza
da contattare e far partecipare
all’iniziativa per costruire iniziative collaterali.
• Prevedere sempre, annualmente nel programma del Tir il
luogo di svolgimento dei lavori
delle Vacanze Lavoro per evidenziare la concretezza dell’azione della Fondazione.
• Organizzare specifici incontri
con le Direzioni degli internati
coinvolti nelle attività formative tese all’inserimento lavorativo e prevedere appuntamenti
di approfondimento con i Responsabili locali per le tematiche legate all’alcolismo, con la
possibilità di programmare
specifiche iniziative.
• Non tralasciare la possibilità di
verificare il lavoro per le famiglie dei bambini malati di mucoviscidosi nel percorso del Tir,
cosi come sarebbe efficace
l’azione del gruppo clown negli
Ospedali pediatrici dove si trovano ricoverati tali bambini.
• Coinvolgere nel nuovo programma del Tir le attività di comunicazione sociale prevedendo
apposite interviste giornaliere da
mandare sul sito di “Radio
Friends”, coinvolgendo in tempo
reale i Comitati e le famiglie italiane e rendendo protagonisti le
realtà locali toccate dal Tir.
- Uno degli elementi di successo
del “Tir della Speranza” è stato
sempre individuato nella capacità
di fare “squadra” e rendere il
gruppo talmente “omogeneo” da
creare “amicizia” e “legame” che,
al ritorno in Italia, hanno prodotto una rete di volontari sempre pronti alla chiamata della
Fondazione.
Partendo, quindi, da queste considerazioni è assolutamente determinante non dividere il gruppo
che non interloquisce, ma, se proprio ce ne fosse bisogno, creare dei
sottogruppi che al termine delle
loro azioni possano ritrovarsi per
scambiarsi le informazioni, le
emozioni e approfondire le tematiche e i risultati delle azioni giornaliere.
Sarebbe opportuno prevedere nei
sottogruppi dei “coordinatori motivazionali” capaci di informare e
fornire tutti gli elementi progettuali e programmatici in essere, in
tali luoghi attivati dalla Fondazione.
All’appuntamento del Convegno
Nazionale, i responsabili del Tir saranno chiamati, oltre alla solita relazione del lavoro svolto, alla
realizzazione di un filmato da
porre a disposizione, attraverso il
sito della Radio Web, che darà
anche la possibilità di “streaming”
dei Comitati per le riunioni con le
famiglie o dovunque ci sia bisogno
AIUTIAMOLI A VIVERE
NUOVA LINFA AI PROGETTI:
TIR, ALCOLISMO, GALLIA
AIUTIAMOLI A VIVERE
4
di far formazione al fine di trovare
nuove famiglie disponibili all’esperienza dell’accoglienza temporanea di bambini bielorussi.
Infine si è dato mandato al Responsabile del Tir della Speranza Alessandro Tironi, ad Alberto Bonifazi
e a Pamela Prandin, nell’ambito
della missione da effettuare nella
Repubblica di Belarus prevista per
il 17/03/14, di definire il programma e il percorso del Tir della
Speranza affiancando alle caratteristiche che ne hanno determinato
il successo tutti quegli aspetti innovativi e formativi costruiti insieme agli studenti universitari
dell’ Ass. Bielorussa sostenuta e
voluta dalla Fondazione (Planeta
Ditiei) e ai responsabili degli Internati dove avranno luogo gli scarichi del materiale donato.
Per quanto riguarda l’Alcolismo si
è pensato di individuare Slavgorod
(Reg. Moghilev) come luogo dove
poter sperimentare la costruzione
di un club con il metodo Hudolin
e definire azioni e sostegni successivi all’intervento con appositi incontri istituzionali.
La scelta di Slavgorod è strategica
rispetto al coinvolgimento dell’in-
tera rete volontaristica posta in essere dalla Fondazione, esemplificata dalle Vacanze Lavoro che
ristruttureranno e dedicheranno a
Padre Vincenzo la pediatria dell’Ospedale di Slavgorod dopo aver
ospitato in Italia i bambini provenienti da tale località e dopo aver
programmato e stabilito che il Tir
della Speranza vi faccia tappa per
incidere, ancor più, negli interventi posti in essere.
Una sperimentazione che, partendo dalla costituzione del club,
preveda la presa in carico dei ser-
vizi sociali territoriali di quanti vi
hanno partecipato e soprattutto
azioni di concreta solidarietà tesa
a non abbandonare il processo di
recupero in atto per scongiurare il
disagio sociale determinato dalle
piaga dell’alcolismo.
Infine si è preso atto che il Pro-
getto “Gallia” è stato e sempre sarà
punto di riferimento della Fondazione negli interventi a sostegno
della prevenzione, nelle popolazioni infantili bielorusse ospiti
degli istituti per orfani, a livello
dentario con l’istallazione e che
con la manutenzione costante di
riuniti per la prevenzione e la cura
da inserire in tutti gli Istituti di
provenienza in Italia dei bambini
ospitati dalle famiglie aderenti alla
Fondazione si è conclusa una parte
determinante del Progetto.
Oggi si è stabilito di proseguire
con l’ultimo investimento rimanente relativo alla sostituzione del
vecchio impianto presente al Policlinico di Novy Lyscitsy (Reg. di
Brest) con l’acquisto, nella Repubblica di Belarus, di un nuovo riunito da inaugurare nel mese di
ottobre, durante il viaggio del Tir
della Speranza.
Il Progetto “Gallia” per quanto riguarda la manutenzione ordinaria
e la fornitura di materiale di consumo sarà seguito direttamente
dagli uffici di rappresentanza della
Fondazione nella Repubblica di
Belarus.
Fabrizio Pacifici
Accordo strategico con la Lega Italiana Fibrosi Cistica
Dopo numerose iniziative costruite insieme sul territorio della Regione Trentino e della Regione
Umbria, con i rispettivi responsabili territoriali della Lega Italiana della Fibrosi Cistica, Angela Trenti
(Trentino) e Angelo Bava (Umbria), si è pensato di porre la questione del rapporto tra la Lega e la
Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” a livello nazionale, proponendo un accordo strategico che, sulla
scorta dell’esperienza accumulata in tutti questi anni di collaborazione, preveda di:
1 – Costruire accordi territoriali con i livelli regionali della Lega a seguito della conoscenza reciproca
dell’ attività svolta.
2 – Prevedere appositi piani individuali per i minori accolti nell’acquisire medicinali e per i ricoveri
ospedalieri.
3 – Lavorare insieme alla formazione professionale di medici in strutture idonee a tali interventi.
4 – Predisporre incontri con le Associazioni delle famiglie dei minori bielorussi malati di fibrosi cistica per suggerire modelli organizzativi diversi da quelli seguiti.
5 – Costruire apposite piattaforme di interventi da presentare al livello nazionale della Lega per definire piani di intervento da presentare all’Unione Europea.
6 – Coinvolgere altri paesi europei a sostegno della piattaforma per spingere l’Unione Europea ad
intervenire con possibili agevolazioni di carattere medico / sanitario a favore di Paesi Ex Unione
Sovietica.
5
Arrivi e partenze
C
on il ritorno della primavera riparte il progetto
accoglienza; dopo lo spostamento dei voli da Montichiari all'affollatissimo Orio al Serio, il
lavoro di assistenza ai comitati che
qui si recano per ricevere e per
riaccompagnare i bambini ospiti,
si è fatto ancora più impegnativo.
La quantità di passeggeri in transito, infatti, non consente più di
poter contare su un aeroporto
quasi totalmente dedicato ai nostri
gruppi, poiché molte sono le compagnie aeree che scelgono Bergamo come scalo per le loro tratte.
A Montichiari, inoltre, Aiutiamoli
a Vivere si era conquistata la fiducia da parte delle autorità aeroportuali, che avevano potuto verificare
il lavoro scrupoloso che i volontari, capitanati da Angelo Visini del
comitato di Ghedi, facevano ogni
volta che uno o più gruppi utilizzava l'aerostazione bresciana.
Nei primi mesi del 2013, dopo che
la compagnia aerea Belavia ha trasferito i suoi voli su Orio al Serio,
è stato necessario l'avvio di una
serie di contatti con le autorità di
Polizia e della Guardia di Finanza,
contatti che, dopo una iniziale (e
anche normale) diffidenza hanno
portato alla costruzione di un percorso "ad hoc" per i gruppi di minori in arrivo e in partenza.
Oggi i bambini, effettuati i controlli di rito ai banchi dell'accettazione, possono entrare nell'area
doganale prima dell'imbarco,
senza effettuare lunghe attese; i
controlli di routine vengono eseguiti i n modo solerte e celere, così
da ridurre al minimo i tempi di
permanenza all'interno delle zone
di imbarco.
I comitati, sgravati ormai dall'incombenza di recarsi direttamente
al posto di Polizia per la consegna
e il ritiro dei progetti vistati, possono contare sulla presenza costante e qualificata di Sara Bacis e
di Umberto Previtali che, aiutati da
altri volontari (Livio, Cinzia e Luciana), per conto di Aiutiamoli a
Vivere Lombardia O.N.L.U.S., si
occupano di fornire tutte le informazioni necessarie, di aiutare i
gruppi in transito e di provvedere
alla consegna, al ritiro e al successivo inoltro alla sede Nazionale dei
documenti ufficiali. La presenza
dei nostri volontari è segnalata da
due roll-up che consentono una facile identificazione del punto di ritrovo per i comitati sia agli arrivi,
sia alle partenze.
Lo stesso servizio, svolto con altrettanta perizia e competenza, è
assicurato da Severina Zambon
presso l'aeroporto di Malpensa; il
2014 sarà per lei di notevole impe-
gno, soprattutto in occasione della
temporanea chiusura dello scalo
bergamasco nel prossimo mese di
maggio, per il rifacimento delle
piste di atterraggio e decollo.
Inoltre, nell'ottica di ottimizzare le
risorse umane e di ridurre i costi,
dallo scorso anno, Aiutiamoli a Vivere Lombardia si rende disponibile al bisogno, per fornire
supporto anche ad altri comitati
dislocati in altre regioni italiane,
potendo contare allo stesso tempo di un simile servizio presso
l'aeroporto di Venezia, grazie alla
collaborazione dell'Associazione
Trentina Aiutiamoli a Vivere.
Ma quali sono le difficoltà che si
incontrano maggiormente in aeroporto, quali le richieste che più frequentemente fanno i comitati?
Tutti i gruppi hanno ben chiaro
quello che è loro richiesto di fare?
Lo abbiamo chiesto a Sara, Severina e Umberto, che sono la nostra
interfaccia verso i gruppi di minori
e di accompagnatori in transito.
Alcuni comitati - ci dice Sara - non
AIUTIAMOLI A VIVERE
6
hanno ancora compreso che è meglio evitare di recarsi all'aeroporto
con comitive numerose di genitori
italiani: avendo contingentato i
tempi per le pratiche di controllo
e di imbarco, è necessario rispettare rigorosamente le istruzioni
impartite: stiamo godendo di un
particolare trattamento : non possiamo mettere a rischio l'accordo
a cui siamo giunti, vorrebbe dire
ricominciare da zero e costringere
i nostri bambini a lunghe attese
davanti ai banchi dei check-in;
specialmente nei giorni di grande
traffico, sarebbe per loro estenuante.
I comitati, prosegue Umberto,
sono per la stragrande maggioranza molto attenti e scrupolosi:
qualcuno però, giunge ancora alla
partenza con valige sovraccariche,
ben oltre il valore di peso consentito dalla compagnia aerea. Eventuali sovrappesi devono essere
immediatamente regolarizzati (pagati) e, sino all'avvenuto pagamento, le fasi di carico dei bagagli
non proseguono, facendo ritardare
ulteriormente chi ancora sta aspettando in coda.
I comitati, dice Severina, dovrebbero comprendere meglio che la
scelta che abbiamo fatto di gestire
direttamente il flusso della pratiche con la Polizia di Frontiera,
serve a sollevarli da inutili attese e
fastidi burocratici.
Nonostante ogni anno si provveda
a spiegare quali sono i documenti
che devono essere portati all'atto
dell'arrivo e della partenza del
gruppo, accadono ancora spiace-
voli inconvenienti ai quali noi dobbiamo mettere ripiego, contando
spesso sulla disponibilità del personale della Polizia che è sempre
pronto ad aiutarci. Una volta ripartiti i gruppi, ci occupiamo del ritiro del nulla osta e del loro invio
alla sede di Terni, attività che ci obbliga ad attendere la partenza del
volo: solo allora la Polizia ci riconsegna i nulla osta vistati.
La ripresa del progetto accoglienza
segna quindi l'inizio di una nuova
stagione di impegno per Aiutiamoli a Vivere: ai nostri volontari e
a tutti i comitati, l' augurio di
buon lavoro.
Alessandro Zanisi
Presidente Aiutiamoli a Vivere
Lombardia
7
Cooperazione Italia per il Congo
voltaico presente, l’adeguamento
del sistema di approvvigionamento
idrico e la formazione del personale sanitario. Data risposta a questi bisogni primari, il progetto
prevede una successiva fase di
scambio di competenze e buone
prassi tra i partner. Destinatari diretti: 250 bambini, di età compresa
tra i 6 e i 10 anni, che già frequentano il complesso scolastico di
Muwa e le loro famiglie; 150 famiglie coinvolte direttamente nell’aspetto agricolo, scelte con il
coinvolgimento dei capi villaggio;
10 insegnanti della scuola; la popolazione del distretto dove opera
l’ospedale “Ntongo Etani” di
Bondo che conta circa 8.700 abitanti di cui secondo le stime ufficiali il 43.5% ha meno di 14 anni
(circa 4.000 minori), complessivamente la struttura può vantare
circa 3000 accessi/anno, con una
media di 12 parti/mese; 18 membri
dell’équipe sanitaria dell’ospedale
(1 medico generalista, 2 infermieri
A1, 7 infermieri A2, 2 amministrativi, 1 tecnico elettricista, 3 garçons de salle, 2 responsabili della
sicurezza). Destinatari indiretti: la
popolazione della Parrocchia di
Kindu (circa 20.000 abitanti); la
popolazione della Diocesi di Bondo
(circa 410.000 abitanti).
L’obiettivo generale del progetto
consiste nel creare una rete operativa per la promozione di attività
nei settori dell’educazione, della
sanità e dell’agricoltura. L’obiettivo
specifico riguarda il miglioramento delle condizioni sanitarie,
sociali ed economiche delle popolazioni di Muwa e di Bondo.
Questa strategia progettuale
prende spunto da quanto espresso
La voce di Alberto
Carissimi amici della Fondazione, come potete verificare leggendo il testo del progetto di “cooperazione Italia per il
Congo”, stiamo cercando in tutti i modi e in tutte le direzioni fondi per sostenere e sviluppare il nostro progetto. Per
fortuna dal nostro Convegno vengono, pur nelle oggettive difficoltà economiche, segnali incoraggianti da parte dei Comitati: sono già arrivati dei contributi e delle richieste di adozione a distanza; tutto questo ci dà tanta forza e speranza.
Nell'ultimo Consiglio di Amministrazione della Fondazione ho espresso la necessità e la convinzione di volere, anzi di
dovere creare un gruppo di lavoro per il progetto Africa, con persone che si tuffino in toto, anche rendendosi disponibili
a un soggiorno a Muwa per capire realmente di cosa ci stiamo occupando, quali straordinari bisogni ci sono laggiù. Da
questo articolo mi aspetto contatti: i progetti presentati vanno bene e continueremo a cercarne, ma noi siamo partiti da
zero e le basi ce le dobbiamo costruire da soli; quindi più soggetti si sentono coinvolti nel progetto, più ampi saranno i
contatti. Carlo Brambilla, che ora si trova a Muwa, mi comunica che purtroppo la prima parte della stagione delle piogge
è passata portando proprio una misera quantità di acqua.
Questo è molto grave, in primis per l'agricoltura e a seguire per tutti i minimi bisogni.
Ci sono grandi difficoltà nelle comunicazioni con i villaggi, vista la mancanza di un mezzo di trasporto, ma Carlo va avanti
insistentemente con il suo splendido fare. Vorrei sottolineare le impressioni che il Vescovo di Kisantu ha avuto partecipando al nostro convegno:
"Siete davvero una forza, una bella famiglia, una fortuna per noi cosi lontani e disperati ad avervi trovato; comprendo le
vostre difficoltà, ma vi assicuro che la mia gente comincia, grazie a voi, a vedere un futuro diverso, migliore e, anche se
lentamente, sta maturando il cambiamento. Non vi chiediamo nulla, non siete obbligati, ma aiutateci per quello che
potete e per quello che sentite". Che dire? Andiamo avanti senza promettere nulla, consapevoli che la Fondazione tutta è
convinta della bontà e della necessità di questo progetto.
Alberto Bonifazi
AIUTIAMOLI A VIVERE
N
el mese di febbraio 2014 è
stato presentato al Ministero
degli Affari Esteri il progetto
“Cooperazione Italia per il Congo”
in collaborazione con la Caritas di
Treviso al fine di attuare un doppio
intervento nella realtà di Bondo (distretto del Basso Uélé - Provincia
Orientale della Repubblica Democratica del Congo) e nel villaggio di
Muwa (Regione del Bas – Congo).
Le realtà toccate da questa progettualità hanno peculiarità differenti
ma sottostanno alle medesime
problematiche: malnutrizione endemica, difficoltà all’accesso di
cure mediche adeguate, scarsa formazione del personale sanitario,
carenza di acqua potabile e di energia, carenza di infrastrutture e di
vie di comunicazione agibili, dispersione scolastica e scarsa formazione del personale docente,
inesistente formazione agricola e
mancanza di mezzi adeguati al sostentamento dei nuclei famigliari.
Per gli abitanti della comunità di
Muwa l’accesso almeno a un pasto
giornaliero è il primo bisogno. A
Bondo risulta prioritario l’ampliamento del reparto di pediatria, il
potenziamento dell’impianto foto-
AIUTIAMOLI A VIVERE
8
dal “Tavolo istituzionale per la cooperazione allo sviluppo” e ripreso
all’interno delle linee guida per il
triennio 2013 - 2015 in cui si afferma la necessità di una visione
strategica unitaria della cooperazione internazionale allo sviluppo
dell’Italia da sviluppare nel prossimo triennio, con l’obiettivo di
apportare benefici al nostro complessivo “sistema Paese”, riducendo dispersioni e duplicazioni. Il
tentativo è dunque, attraverso la
collaborazione concreta e sinergica, di favorire la realizzazione di
una rete tra realtà associative italiane che operano nel settore della
cooperazione nella Repubblica Democratica del Congo, di favorire
uno scambio di buone prassi evitando sprechi e duplicazioni e rispettando e promuovendo allo
stesso tempo il principio delle responsabilità condivise e di una trasparente collaborazione fra più
soggetti (donatori e beneficiari,
settore pubblico, settore privato e
società civile, istituzioni centrali
ed enti territoriali).
In concreto, i risultati attesi e le
attività previste sono:
• Migliorare il vivaio di specie orticole, piante da frutto e forestali
(acquisto di materiale vivaistico
di buona qualità.
• Realizzare la formazione in vivaistica, orticoltura e agricoltura.
• Creare parcelle sperimentali per
orticoltura, frutticoltura e riforestazione.
• Creare un centro di trasformazione e vendita delle derrate alimentari.
• Creare un bosco naturaliforme.
• Creare un impianto per la produzione di legna da ardere/carbone.
• Creare un impianto di recupero
acqua piovana dai tetti delle
strutture preesistenti.
• Costruire un pozzo presso il villaggio di Muwa.
• Realizzare l’adeguamento strutturale del reparto pediatrico
dell’ospedale “Ntongo Etani”.
• Realizzare la formazione specifica
del personale sanitario.
• Ampliare l’attuale reparto di Pediatria.
• Fornire materiali sanitari per immaturi e pazienti acuti.
• Realizzare un pozzo.
• Installare un impianto fotovoltaico.
Le controparti locali del progetto
sono la Diocesi di Kisantu per la
parte progettuale da attuarsi nella
Regione del Bas – Congo e la Caritas diocesana di Bondo per la parte
progettuale da attuarsi nel distretto
del Basso Uélé nella Provincia
Orientale della Repubblica Democratica del Congo. La Diocesi di Kisantu (B.P. 25 INKISI/KISANTU BAS – CONGO - REP. DEM. DEL
CONGO), nella persona del Vescovo
Mons. Fidèle Nsielele zi Mputu, è
una delle tre diocesi della Province
du Bas - Congo, copre una superficie di 31000 Km² e si compone di
30 parrocchie e 40 sotto parrocchie
(la maggior parte delle quali rurali).
Per quanto concerne il coinvolgimento di istituzioni rilevanti nella
realizzazione del progetto, la FAV
ha ottenuto il riconoscimento ufficiale del suo operato presso la
Province du Bas - Congo dal Governatore della stessa, Sig. Jacques
Mbadu Nsitu, nonché l’autorizzazione ad attuare il progetto in questione. La Diocesi di Bondo, a cui fa
riferimento l’omonima Caritas diocesana, è guidata da S. E. Mons.
Etienne Ung’Eyowun. Territorialmente si estende su una superficie
di 750.000 km² per un totale di
circa 420.000 abitanti e si compone
di 14 parrocchie. La collaborazione
pluriennale garantisce un ottimo livello di cooperazione e vedrà la Caritas diocesana di Bondo impegnata
in ruoli di coordinamento, gestione
e promozione del progetto. A completare la rete attivata per questa
progettualità c’è l’associazione «Carità diocesana di Treviso ONLUS».
Attiva dal 2004, è impegnata da
sempre in attività di promozione
umana in campo internazionale.
Partecipa fin dal 2007 alle attività
relative all’Ospedale «Ntongo
Etani» di Bondo collaborando con
la Diocesi di Bondo, la Regione Veneto e con il MAE DGCS.
All’interno della progettualità garantisce l’impegno nel settore sanitario
fornendo
assistenza
logistica e personale specializzato.
9
VET4BF: Un progetto
europeo della Fondazione
Il 25 febbraio è stato presentato alla Commissione Europea un nuovo progetto
(VET4BF) che prevede la collaborazione
di Fondazione Aiutiamoli a Vivere, Università di Bologna, la rappresentanza a
Minsk della Fondazione, il Comitato Esecutivo della Provincia di Oshmiany,
Senno, Cernitsy.
L’iniziativa prende spunto dai progetti
"Scuola Fabbrica" (concernente la formazione professionale) e “Un passo verso il
futuro” (che si occupa dei ragazzi in procinto di uscire dagli istituti in virtù delle
esigenze del mercato del lavoro) e si occuperà, anche, dell’accompagnamento
alla creazione di impresa. VET4BF (Vocational Education and Training for Belarus
Future) si propone di: 1) favorire l'inclusione sociale dei giovani orfani e disabili
sostenendo il loro inserimento nell'economia nelle regioni agricole della Bielorussia; 2) aumentare la collaborazione tra
organizzazioni della società civile e autorità bielorusse locali per l'attuazione di
politiche locali finalizzate ai giovani, l'occupazione e la creazione di nuove imprese. 3) aumentare le conoscenze, le
competenze e l'occupabilità dei giovani in
procinto di uscire dagli istituti nei settori
economici emergenti dell'economia (efficienza energetica, agricoltura, riabilitazione energetica degli edifici, fonti di
energia rinnovabili in uso); 4) creazione
di nuove iniziative imprenditoriali di giovani negli stessi settori; 5) coinvolgimento dei giovani in servizi energetici
pilota innovativi e sostenibili destinati ai
villaggi e alle amministrazioni bielorussi.
L’esperienza della Fondazione nella Repubblica di Belarus conferma che la maggior
parte di questi ragazzi, dopo la scuola secondaria, se non sono guidati in un percorso di formazione professionale
adeguata alla loro condizione psicologica,
possono cadere nella stessa situazione dei
loro genitori.
Il progetto prevede il coinvolgimento di:
- 1.500 ragazzi appartenenti alle regioni
di Vitebsk e Grodno.
- 11 istituti nella Regione di Vitebsk e 6
in quella di Grodno, già beneficiari del
progetto "Scuola Fabbrica", in quanto
possono svolgere un ruolo chiave nello
sviluppo sociale sostenibile a livello regionale.
- Associazione di giovani operante ad
Oshmiany costituita dalla Fondazione
attraverso PLANETA DETEI.
- Imprese artigiane che offrono apprendistato per giovani e possibile impiego
(" motore" del possibile sviluppo socio
- economico delle regioni coinvolte).
"...se i Club lavorano per la pace interiore di ognuno di noi, è indubitabile che
questa pace verrà trasmessa alle persone che ci sono più vicine e poi si allargherà, a macchia d’olio, a tutta la nostra
comunità, portandoci così a riappropriarci del nostro futuro..." (V. Udolin).
Riparte, dopo una pausa temporale di alcuni mesi, il progetto "Per la vita - lotta
all'alcolismo". L'anno appena concluso
ha fatto da sfondo a un momento di verifica e di analisi voluto dall'Associazione Aiutiamoli a Vivere Lombardia
ONLUS che, in collaborazione con l'APCAT di Trento, cura la realizzazione del
progetto. L'intervento dei formatori, capitanati da Guido Dalla Giacoma, inizialmente previsto per lo scorso mese di
novembre nella cittadina di Rogacev, era
stato sospeso dopo che sul territorio
prescelto non era stato possibile veder
garantita la partecipazione dei futuri
servitori insegnanti al corso di preparazione. A fronte dell'importante impegno
di risorse umane ed economiche, si
stava delineando un quadro a tinte fosche per quanto riguardava l'interesse
verso questa offerta formativa; da lì la
scelta forse dolorosa - nella fase iniziale
- di stoppare tutto. Le motivazioni dello
scarso interesse verso questa offerta
vanno ricercate in più direzioni: in Bielorussia, chi partecipa a questi corsi
deve assentarsi dal lavoro non ricevendo
alcuna retribuzione per le ore perse;
inoltre, non sempre chi vi prende parte
è realmente motivato e pensa di dedicarsi con assiduità in futuro a questo
servizio. La triste piaga dell'alcolismo
non viene vista come problema di un'intera famiglia ma piuttosto come qualcosa che deve essere risolto con altri
sistemi, non riconducibili all'approccio
proposto da Vladimir Udolin: un approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi. In Bielorussia, il
metodo più diffuso rimane quello dell'ipnosi e molti sollevano ancora dubbi
sulla reale efficacia del metodo proposto
dal medico jugoslavo. Il problema dell'alcolismo rappresenta sicuramente
uno dei problemi con la P maiuscola,
soprattutto perché con maggior frequenza a caderne vittima sono persone
sempre più giovani, a volte addirittura
lontane dalla maggiore età. L'incontro
con i servitori insegnanti, l'inizio di questo percorso, spesso rappresenta la sola
strategia di uscita dal problema per
molti che, quasi senza accorgersi, non
riescono più a fare a meno di bere. Ma
chi sono i servitori insegnanti dei club
per alcolisti in trattamento? Persone
normali, anche senza un'esperienza diretta di dipendenza dalle sostanze alcooliche, che decidono liberamente di
spendere parte del loro tempo libero in
aiuto di persone che hanno scelto di dire
basta. E le testimonianze raccolte durante i corsi dai nostri formatori si commentano da sole: il ritrovare la propria
libertà da ogni dipendenza, il lasciarsi
alle spalle un brutto periodo nel quale il
ricorso all'alcol è servito a non voler affrontare "di petto" un problema, un momento difficile, una situazione
complessa. Proprio la formazione dei
servitori insegnanti sarà oggetto del
prossimo intervento, previsto per il
mese di giugno, nella città di Slavgorod
dove, nel mese di agosto, la Fondazione
effettuerà con i volontari del progetto
Vacanze Lavoro la ristrutturazione del
reparto di pediatria dell'ospedale. Ma al
progetto sì è voluto aggiungere qualcosa
che lo rendesse ancora più "customizzato" e vicino alle nostre finalità sociali:
infatti, con la collaborazione degli enti
locali, si sta cercando di garantire a coloro che termineranno il percorso di disintossicazione una possibilità - qualora
ve ne sia bisogno - di reintegrarsi anche
a livello lavorativo - ad esempio - allontanando così lo spettro di una ricaduta.
Puntare alla sobrietà come stile di vita,
forse un' obbiettivo difficile ma non irraggiungibile. Dice Alberto, che oggi da
fruitore del servizio ne è diventato appassionato gestore con il ruolo appunto
di servitore insegnante: "La nostra sobrietà inizia quando cominciamo a sentirci veramente liberi. Durante i nostri
incontri si parla spesso della propria sobrietà e di quando ci siamo accorti del
nostro cambiamento. Ad esempio, nell'anno 2006, mi sono sorpreso un
giorno a prendere appunti a un congresso degli Alcolisti a Salsomaggiore
Terme, io che fino a poco tempo prima
li prendevo solo dalle etichette del vino,
.... se mi piaceva".
Alessandro Zanisi
AIUTIAMOLI A VIVERE
CONTRO L’ALCOLISMO
LA FONDAZIONE RILANCIA
UN PROGETTO PER LA VITA
AIUTIAMOLI A VIVERE
10
RIPARTE IL “NUOVO” TIR
DELLA SPERANZA
I
l Tir della Speranza, dopo oltre 20
anni, è un progetto tra i più seguiti, ma si rinnova, come è già
successo più volte nella sua storia.
Nel 1995 si è passati dal viaggio con
i furgoni al viaggio in pullman. Nel
2005 c'è stata la crisi delle pratiche
doganali (abbiamo dovuto riportare
in Italia un Tir di aiuti). Il 2007 è
stato l'anno della crisi di partecipazione (18 volontari). Nel 2009 abbiamo sperimentato il passaggio dal
viaggio in pullman a quello in
aereo. Nel tempo è cambiata la tipologia degli aiuti, il modo di confezionarli e di registrarli.
È molto cambiata anche la Bielorussia. Molti bambini, anziché essere nelle scuole Internat, vanno
nelle Case famiglia o in affido a famiglie bielorusse; si sono sviluppati
i Centri servizi sociali con le varie
forme di assistenza. Siamo cambiati
anche noi, come contesto (Italia) e
come Fondazione: siamo ONG, i
nostri obiettivi non sono più solo
Bielorussia.
La tipologia di aiuti messi a disposizione dalle nostre famiglie si è ristretta sempre più, per il sempre
maggior rigore delle regole doganali e per la crisi che investe anche
le famiglie italiane. C'è una grande
disponibilità di vestiario, che però
non è più molto richiesto dagli Istituti. I costi di trasporto sono alti, di-
venta più razionale usare la cifra
corrispondente alle spese di trasporto per acquisti mirati in Bielorussia . Gli Istituti ci segnaleranno,
compilando un questionario, i loro
bisogni prioritari, non necessariamente beni di consumo ma anche
attrezzature. La vera “forza” del Tir
in tutti questi anni è il gruppo, che
si forma e cresce vivendo insieme
un'esperienza in cui si conoscono
situazioni dolorose, dignitose povertà, ingegnosa capacità di trasformare le poche risorse in soluzioni
di crescita. Questa è la grande risorsa del Tir: fare gruppo vivendo in
prima persona la realtà degli Internat, delle strutture riabilitative, dei
Centri di assistenza sociale, degli
ospedali. Il patrimonio informativo
che si acquisisce dà ai partecipanti
motivazioni forti e alla Fondazione
spunti importanti per altri interventi. Vivere il Tir significa trasmettere ai bambini che incontriamo
l'allegria tipica di noi italiani che
sappiamo far emergere nella vita
quotidiana. Abbiamo l'occasione di
raccontare loro come si può essere
solidali col nostro prossimo col volontariato, parlare dei progetti della
Fondazione, di come si può debellare la piaga dell'alcolismo.
Il Tir ha dato spesso spunti per gli
interventi del progetto Vacanze Lavoro e del progetto Serre, è anche
la vetrina delle loro realizzazioni.
Il Tir è funzionale alla divulgazione
del progetto lotta all'alcolismo, che
nei bambini delle scuole può trovare il miglior terreno per seminare
un modo diverso di considerare l'alcool e i suoi effetti.
Può essere la carta vincente per avvicinare i ragazzi del progetto Adozione studenti universitari ai
progetti della Fondazione. Hanno
costituito Comitati per fare solidarietà da bielorussi in Bielorussia,
cercano modelli per realizzare
quanto entusiasmo e creatività li
porta a progettare. Stiamo cercando le modalità per farli partecipare al Tir.
TIR della Speranza 2014
Stiamo pensando a un percorso che
tocchi tutte le 6 regioni della Bielorussia per dare modo agli studenti
universitari delle varie sedi di incontrarci. Visiteremo varie strutture: Scuole internat, scuole
pubbliche, scuole speciali per bambini con disabilità, Centri riabilitativi, case internat per adulti.
Saranno strutture in cui la Fondazione ha lasciato un segno con importanti realizzazioni.
11
affrontato, coinvolgerà un gran numero di volontari in più turni.
Quanto realizzato sarà dedicato alla
memoria del nostro socio Fondatore padre Vincenzo Bella.
In ogni struttura i nostri volontari
faranno una visita guidata per conoscerne gli aspetti positivi e le problematicità. Insieme ai clown, i
partecipanti staranno qualche ora
con i bambini o gli adulti.
Le visite negli Istituti saranno preparate per adeguare le attività dei
volontari alle diverse tipologie di
struttura e di problematicità dei
loro ospiti. È ammirevole la disponibilità e l'impegno con cui i nostri
volontari, negli anni scorsi, hanno
partecipato al Tir, ma vogliamo fare
ancora meglio. Per questo nel mese
di settembre si terranno alcune riunioni formative per analizzare le caratteristiche dei vari Istituti e
definire gli interventi più appropriati. Sarà un aiuto prezioso per affrontare il nostro viaggio in modo
ancora più consapevole ed efficace.
Il Tir è un progetto “giovane” che
va bene per persone di qualsiasi età
che si rendano disponibili. Non è
una gita turistica, ma con lo spirito
giusto chiunque può partecipare.
Vi aspettiamo numerosi a questa
nuova stimolante esperienza.
Per l'iscrizione al Tir della Speranza
si rimanda al “Regolamento di partecipazione al Tir”
Il 7 giugno a Soresina si farà, presso
il Magazzino il consueto annuale
“Incontro alla Tir”, aperto a tutti i
simpatizzanti del progetto. Saranno
date informazioni dettagliate sul
progetto Tir 2014. È l'occasione per
rinsaldare vecchie amicizie o fare la
prima conoscenza del gruppo di cui
si chiede di entrare a far parte. Verranno decise date e località per gli
incontri di settembre
La consegna di vestiario al magazzino di Soresina è temporaneamente sospesa (c'è una giacenza da
smaltire). Per altre tipologie di materiali: giocattoli, materiale scolastico, detergenti, tessuti, pannolini,
attrezzature, si prega di rivolgersi
al responsabile (Sandro Tironi).
venire. Donazioni di materiali come
quelli sopracitati, serviranno a spedire pacchi regalo a persone bisognose. I nominativi dei destinatari
possono essere di minori noti alle
nostre famiglie o di persone segnalate dal nostro ufficio di Minsk su
indicazione di Associazioni bielorusse, Servizi sociali ecc. Per evitare
i problemi derivanti da arrivi dell'ultima ora, il periodo di consegna dei
pacchi al magazzino sarà ampliato a
tutto agosto e settembre, con termine categorico delle consegne
Pacchi personalizzati
prima della fine di settembre (25
settembre). Le regole sono sempre
state rispettate dalla maggioranza
dei partecipanti, ma le “trasgressioni” di pochi mettono in difficoltà
tutto il sistema. I pacchi sono sempre stati spediti e consegnati, ma è
necessario avere il tempo per far
bene. Siamo certi della vostra sensibilità e della vostra collaborazione.
Per informazioni sul progetto “Tir
aiuti personalizzati” far riferimento
allo specifico Regolamento reperibile sul sito Internet.
I pacchi personalizzati verranno ancora consegnati, anzi speriamo che
ci sia un aumento delle spedizioni.
Ci pervengono molte richieste da
Associazioni bielorusse di volontariato, Servizi sociali, che fanno riferimento a fasce sociali in cui c'è
bisogno di tutto. Con questo progetto molte famiglie italiane possono mantenere vivi i legami con le
famiglie bielorusse nati con la vacanza in Italia. Le nostre famiglie
con i “pacchi” possono dare un sostegno anche a molti che in Italia
non sono stati e non potranno mai
Alessandro Tironi
LA CITTÀ RACCOGLIE SAPIENZA - UN PROGETTO DI INTEGRAZIONE
Il progetto “La città raccoglie sapienza” nasce dall’esigenza di fornire a persone e ragazzi disabili e con disagio psicosociale non solo gli strumenti,
ma anche le occasioni per sperimentarsi in una vita al di fuori del contesto familiare e/o di comunità ed avere, quindi, la possibilità di esercitare il
diritto a coltivare il proprio sviluppo individuale e relazionale anche attraverso discipline artistiche e proposte a valenza culturale.
“La città raccoglie sapienza” intende rafforzare il progetto “Dopo di Noi” già avviato dall’AFAD di Terni che consiste nell’accesso da parte di piccoli
gruppi di ragazzi e adulti disabili a una struttura abitativa, situata in via Cardeto, composta da due appartamenti, con l’intenzione di rispondere a
un’esigenza di sollievo e di alleggerimento per le famiglie dei disabili. Il contributo che il progetto vuole dare è quello di valorizzare e accrescere le capacità delle persone con disabilità attraverso la fruizione e la pratica di discipline artistiche e attività a valenza culturale, favorendo l’integrazione tra
persone disabili e normodotate. Il progetto vede l’integrazione tra disabili, persone con disagio psicosociale e normodotati come elemento fondamentale, tanto che ogni iniziativa sarà svolta attraverso gruppi integrati e si concluderà con eventi (mostre ed esposizioni, centro di raccolta tesi) che
favoriscano l’apertura e lo scambio con il territorio ternano e nazionale. Questo approccio verrà applicato, a partire dai quartieri di Terni, alle diverse
realtà nazionali in cui operano i Comitati della Fondazione Aiutiamoli a Vivere. Si ritiene infatti che il miglior modo per garantire ai disabili pari opportunità sia quello di metterli in contatto con il contesto che li circonda, spesso distratto rispetto all’universo della disabilità. L’insieme delle attività progettuali mira, altresì, a garantire l’opportunità di fare esperienze di socializzazione più complete e di stimolare risorse latenti indispensabili per collocare
i disabili a un livello maggiore di autonomia anche in relazione ai rapporti interpersonali.
La durata del progetto è di 12 mesi: avviato ufficialmente a maggio 2013, terminerà a giugno 2014 con l’esposizione finale dei lavori da loro svolti.
Per maggiori informazioni vi invitiamo a contattare la Fondazione Aiutiamoli a Vivere O. N. G. al numero telefonico:
0744279560 o alla e-mail: [email protected]
AIUTIAMOLI A VIVERE
Una tappa obbligata sarà l'Ospedale
di Slavgorod, in cui il progetto Vacanze lavoro realizzerà la ristrutturazione della Pediatria nel prossimo
mese di agosto. È il lavoro più
grande che la Fondazione abbia mai
12
AIUTIAMOLI A VIVERE
FIBROSI CISTICA IN BIELORUSSIA:
UNA SFIDA AL NOSTRO CUORE
C
i assilla il pensiero del futuro, di quello che potrà accadere, ci tormenta la
ricerca inquieta del sovraumano,
non riusciamo a dimenticare che
da qualche parte esiste qualcuno
che avrà sempre bisogno di noi.
Guardare gli occhi di una madre
con accanto un figlio colpito da
una malattia genetica mortale è il
perdersi in una palude di disperazione. Nulla è possibile, nulla è ottenibile, tutto manca, nessuno
offre una certezza, nessuno dona
una speranza. Avere al fianco un
adolescente affetto da malattia genetica mortale è chiedersi quale
crudele divinità ha sentenziato un
vivere tanto esecrabile.
I suoi occhi immobili
fissano il buio,
una fia nebbia oscura
avvolge la mente.
Mi hanno strappato l’anima,
rovistandovi
dentro con le loro fetide
dita, e dopo averla
oltraggiata, insudiciata
e ricacciata dentro,
ora mi dicono:” vivi!”.
Luminoso e lieto domani sarà
il maino.
Questa vita è stupenda, sii
dunque saggio
mio cuore,
la paura della morte
è scomparsa.
(Olga Berggol’c)
Non possiamo pensare di essere
soli al mondo chiusi nel nostro
piccolo egoismo; dobbiamo credere nel cambiamento e dobbiamo
sforzarci nel continuare e approfondire una continuità di azioni
d’amore.
L’accoglienza e l’aiuto concreto a
favore dei bielorussi ammalati di
fibrosi cistica è uno dei percorsi
virtuosi di solidarietà che i comitati appartenenti alla Fondazione
sono chiamati a continuare.
Dobbiamo lanciare un segnale di
vicinanza e di affetto; il nostro impegno li aiuterà ad acquisire sicurezza e fiducia in se stessi, li
spronerà ad affrontare la vita quotidiana con serenità e con la voglia
di guardare a un futuro meno
tetro.
Daremo loro la possibilità di convivere con la loro malattia, di conciliare le terapie quotidiane con gli
impegni di vita, una qualità di vita
migliore, pur rammentando che la
fibrosi cistica è una malattia complessa e crudele e il doverla affrontare in Bielorussia è titanico.
Il significato della vita è negli spazi
dell’amore.
Lino Dal Monte
13
I
l 4 gennaio 2014 al Teatro “Morelli” di Cosenza è stato organizzato uno spettacolo, grazie
all’impegno profuso da Piera Bertucci, responsabile del Comitato di
Cosenza, dedicato alla memoria di
Padre Vincenzo, con il ricavato destinato alla missione della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONG
nella Repubblica Democratica del
Congo. Una serata dove la commozione e la speranza si sono rincorse
sino a ottenere un risultato prezioso per il futuro del lavoro in
Africa della Fondazione “Aiutiamoli
a Vivere” ONG. Un susseguirsi di
emozioni e sentimenti che, senza
tentennamenti o cali di tensione,
hanno tenuto viva l’attenzione
delle seicento persone presenti,
con il susseguirsi di musica, balli e
siparietti comici miscelati professionalmente con tutti gli aspetti solidaristici legati alla storia della
Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”
ONG. Il premio alla memoria di
Padre Vincenzo consegnato alla so-
mondo, quasi come ci fosse un segnale implicito per ripartire con
slancio per questo 2014.
Grazie a Piera Bertucci, alla famiglia di Padre Vincenzo e a tutti i
presenti in questo primo appuntamento del 2014 che ci fa sentire
protetti dallo sguardo e dall’amore
del nostro caro e mai dimenticato
Padre Vincenzo nel prosieguo del
cammino della sua opera più preziosa: la Fondazione “Aiutiamoli a
Vivere” ONG.
Fabrizio Pacifici
Ricordiamolo insieme
rella Paola è stato il momento più
commovente della serata, dove
tutto il teatro si è stretto alla famiglia di Padre Vincenzo, presente in
sala, con un lungo applauso, quasi
interminabile, mentre sul palco si
susseguivano immagini e azioni
dei volontari della Fondazione
“Aiutiamoli a Vivere” ONG nel
Venerdì 28 Marzo 2014 alle ore 18.00
Santa Messa officiata dai Frati Minori
Conventuali, nella Chiesa San Giuseppe
Lavoratore di Cospea di Terni in Via XX
Settembre 166 per ricordare insieme
Padre Vincenzo Bella a un anno dalla
sua scomparsa. La Radio Web della
Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” O.N.G.,
Radiofriends.it, seguirà in diretta tutta la
cerimonia. Per l’occasione il Maestro
Faccincani, dell’Associazione ALIVE di
Verona e l’amico Oscar Gagliardo presenteranno un brano musicale con le parole
della poesia dedicata a Padre Vincenzo
Bella durante la celebrazione funebre.
AIUTIAMOLI A VIVERE
RICORDARE PADRE VINCENZO
PER RIPARTIRE CON SLANCIO
14
AIUTIAMOLI A VIVERE
“Aiutiamoli a Vivere” x 5 x 1000 = 5000
“Aiutiamoli a Vivere”
Fai questa moltiplicazione ideale di solidarietà, cerca insieme a noi altri cinque
amici che possano sostenere la Fondazione attraverso l’apposizione della propria
firma e l’inserimento del Codice Fiscale: 91017220558; come risultato vedremo
il volto dei nostri bambini illuminarsi di rinnovata speranza.
Diventa insieme a noi moltiplicatore di solidarietà:
Aiutiamoli a Vivere x 5 x 1000 = 5000 Aiutiamoli a Vivere
Aiutarci non costa nulla!
Inserisci, come mostra l’immagine, nell'apposito spazio del modello 730-1 e CUD 2013 il
Codice Fiscale 91017220558 e la tua firma per destinare la quota 5xmille prevista dalla legge
finanziaria
Inoltre puoi sostenere la Fondazione Aiutiamoli a vivere con offerte che sono deducibili e detraibili.
I versamenti, intestati alla Fondazione Aiutiamoli a Vivere, possono essere effettuati tramite
Banco Posta IBAN IT 27 H 07601 14400 000012001053
Banca Popolare di Spoleto IBAN IT 72 B 057 0414 4000 0000 0017 416
Con la norma denominata + DAI - VERSI, D.L. 35/2005 - art. 14 comma 1 - e successive modificazioni e integrazioni TUIR - art. 15, comma 1, lett. i - bis) TUIR - art. 10, comma 1, lett.
g), per le agevolazioni fiscali sono valide le seguenti possibilità:
a) La deducibilità nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato, fino all'importo massimo di 70.000,00 euro
b) La detrazione dall'IRPEF del 19% dell'erogazione (calcolata sul limite massimo di 2.065,83
euro)
c) La deducibilità nei limiti del 2% del reddito complessivo dichiarato
15
Ma, se non è il Generale Inverno a
crearci intoppi lo è il caporale Burocrazia.
Dopo il volo a Minsk e la corsa fino
a Rogaciov, alle 23 raccogliamo la
prima cattiva notizia: i pacchi non
sono ancora stati sdoganati e i TIR
non possono venire caricati. Il
giorno successivo all’arrivo è dedicato di solito al carico dei TIR; dobbiamo per forza cominciare a
combinare qualche cosa.
Autorizzati da Larissa, anche se i documenti non ci sono decidiamo di
stivare di pacchi l'unico camion presente che, appena arriveranno le autorizzazioni, sarà il primo a partire.
Tanto tempo per poco lavoro.
Per niente stanchi, alle 17 partiamo
con il pulmino per un primo scarico
a Klimovici che dista 170 km con
consegna pacchi ai destinatari sulla
piazza principale al lume di lampada
frontale per poter verificare nominativi, passaporti e firme. Nessun
errore di consegna deve avvenire.
Rientro in istituto e nessuna nuova
da Julia che sta tribolando a Minsk
per avere i timbri sui documenti.
Speriamo in un esito positivo per
domani. Il giorno successivo, colazione rassegnata e stanca in attesa.
Le barzellette e i ricordi di passate
missioni non bastano a renderci
soddisfatti. Riceviamo notizie e,
purtroppo, non sono buone. Il secondo TIR tarderà l'arrivo, è ancora
fermo nella capitale e deve effettuare uno scarico merce e un ritardo postale ha impedito le
pratiche di disbrigo documenti,
tutto si è impantanato. Il pessimismo inizia a serpeggiare tra le file e
si studiano piani alternativi. Si ipotizza di spostare il rientro aereo da
giovedì a sabato con volo su Roma
e transfer a Milano o Bergamo.
Tiriamo tardi tra la camera e la cucina, discutendo di cibo, religione,
Fondazione, donne, politica... Alle 6
di sera primi segnali positivi: arriva
il secondo TIR, non ci sono i documenti ma almeno cominciamo a
caricare con i volontari dell'istituto.
Arrivano Julia e Ivan purtroppo
sguarniti delle carte e, tutti insieme, completiamo il carico.
A cena "consiglio di guerra" che
matura la decisione condivisa da
Larissa: partire con il camion che
ha più pacchi, direzione Sud.
La squadra è formata da Julia, Ivan,
Aldo, Mario e me, abbiamo perso un
giorno ma, se entro notte riusciamo a fare due scarichi, possiamo recuperare. Le direttive di
Julia sono perentorie ma servono a
dare una direzione e ricompattare
le fila. Il secondo Tir partirà il mattino successivo di buon'ora, direzione Nord.
Si parte, primo scarico a Bobruisk
75 pacchi a mezzanotte circa.
Poi via per Sornovi Bor, arrivo alle
3 di mattina: ostello, letto, sveglia
puntata sulle 7.30. All’istituto ci
aspettano per le 8. Colazione e scarico di 161 pacchi aiutati dai ragazzi
poi, via per le prossime tappe: Rechitsa, Ulukovie e Mozyr, per la
notte decidiamo per Lelchitsi.
Julia ci propone le due soluzioni
per l’alloggio: ostello a 100.000
Rubli a persona (8 € circa) oppure
albergo a 300.000 rubli (23€) a persona. Decisione unanime: ostello,
bisogna risparmiare!
Arriviamo alle 22.00 e una cattiva
sorpresa ci attende: non ci sono
letti liberi. Che fare? L’albergo dista
25 km ancora, c’è un’altra soluzione? Ci sarebbe una signora che
ospita alla stessa cifra dell’ostello, ci
interessa? Affare fatto!
Ci raggiunge una gentile signora
anzi, signorina che accompagna 5
perfetti sconosciuti non del tutto
presentabili in casa sua.
Appartamento in condominio, una
sola camera da letto ma ben 2 divani, servizi in casa, cucina con 3
seggiole e tavolino e la possibilità di
farci un the caldo. Per cena mangiamo un panino con le cibarie che
ci portiamo appresso e nel frattempo Valentina (la nostra ospite)
ci prepara i letti. Siamo in tutto 6,
abbiamo a disposizione un letto nel
quale dormiranno Julia e Valentina,
un matrimoniale da divano per
Aldo e Ivan e un altro divano che
utilizzando vari cuscini diventa il
giaciglio per Mario e me. La stanchezza facilita il sonno e dormiamo
profondamente.
Ore 7: prime avvisaglie di risveglio,
me la prendo comoda, la condivisione del minuscolo gabinetto ci
costringerà a dei turni. Mi alzo, accendo la luce ma, appena tocco l’interruttore, un corto circuito fa
saltare le valvole del contatore.
AIUTIAMOLI A VIVERE
S
econda missione "da corriere"
(in compagnia dei due Aldo i
veterani, Angelo e Mario i due
gemelli terribili, Julia e Victoria le
due interpreti, i due autisti Ivan e
Dima per la consegna dei pacchi
personalizzati in Bielorussia.
Dopo il freddo dell'anno scorso,
quest'anno le condizioni erano
ideali per un viaggio in Bielorussia:
pochissima neve e temperature attorno allo zero.
AIUTIAMOLI A VIVERE
16
Tentativi infruttuosi di riattivarlo
impegnano Valentina, Ivan, un vicino e noi volenterosi ma il buio
permane. Per fortuna abbiamo le
nostre torce che ci permettono di
vestirci e chiudere le nostre borse,
speriamo di non dimenticare nulla.
Rimandiamo l’uso del bagno e la
colazione e partiamo per l’indirizzo
dove scarichiamo i 130 pacchi aiutati dai destinatari della consegna.
Durante questo scarico osserviamo
con attenzione le procedure di consegna dei pacchi. Una e-mail ci
aveva segnalato la richiesta di denaro per poter ricevere il dono, per
fortuna assistendo ad alcune consegne verifichiamo che nessuno deve
pagare. Ci informiamo tramite Julia
e ci confermano di non pagare nulla
per ricevere il pacco. Meglio così.
A Mozyr lo scarico non è in un istituto nè in una scuola ma presso
un’associazione di famiglie, può essere che ci sia una quota associativa
annuale per la quale si chiede un
contributo ai non associati, di certo
non viene chiesto denaro per il ritiro del pacco.
Abbiamo quasi recuperato il giorno
di ritardo, le strade sono pulite e un
caldo sole ci accompagna durante i
successivi scarichi: Lelchitsi, Petrikov e Pinsk. Rimane a questo punto
l’istituto di Telekani che sarà anche
il luogo del nostro pernottamento.
Ma anche la mancanza di sonno inizia a farsi sentire, fermarci a Telekani dove sempre ci hanno accolto
con calore, ci costringerebbe il mattino successivo ad alzarci prima
delle 6 per poter coprire la distanza
dall’aeroporto che richiede almeno
3 ore di viaggio. È ancora presto,
Julia ed Ivan ci propongono di pro-
I
seguire fino a Minsk. Non ci fermeremmo in un albergo che ci costerebbe una cifra esagerata ma Ivan è
pronto a ospitarci nel suo appartamento. Potremo lavarci e mangiare
in casa sua. Accettiamo grati e raggiungiamo la capitale.
Aldo Cicoria e Ivan completeranno il
lavoro (mancano ancora 2 scarichi)
e noi ci dirigiamo verso l’aeroporto.
Il caporale “Burocrazia” non è riuscito a fermarci, anche quest’anno
tutto è compiuto e nei tempi previsti. I circa 1600 pacchi sono tutti
arrivati a destinazione.
Ha vinto ancora una volta la “Squadra”, i ragazzi che ci hanno aiutato,
gli istituti che ci hanno accolto,
Julia perfetta e puntuale organizzatrice, Ivan che non solo è l’autista
ma è anche facchino, organizzatore
e perfetto ospite e infine noi volontari, robusti e motivati sebbene con
qualche capello bianco.
Malinconico il viaggio fino all’aeroporto, disbrigo sicuro delle pratiche
d’imbarco e volo tranquillo fino a
Milano con un folto gruppo di bambini con destinazione Liguria.
Anche questa è andata; fieri gonfiamo i nostri petti !
Raffaele Vezzola
Comitato di S. Barbara Lodrone
nizio questo mio viaggio con in
mano il dizionario per vedere il
significato delle parole “pacco” e
“dono”.
Pacco: è una confezione che contiene un oggetto o un insieme di
oggetti.
Dono: fare un dono è dare, mettere
a disposizione la propria persona o
una qualsiasi cosa o bene senza
nulla pretendere.
Fatta questa piccola ed elementare
premessa vorrei tentare di spiegare
il significato di questo intervento
umanitario in territorio bielorusso.
Da più di vent’anni tra italiani e bielorussi si è stretto un legame di
amichevole interscambio. I bielorussi ci affidano per brevi periodi i
loro bambini e noi offriamo loro la
nostra ospitalità.
In uno dei miei primi viaggi in Bielorussia, un’interprete che ci accompagnava e ci assisteva con le
parole nei vari scarichi degli istituti
(orfanotrofi) mi disse di essere meravigliata nel vedere e constatare di
persona tanto interessamento per la
sua nazione e in particolare per i
più indigenti e i bambini, e non capiva cosa ci fosse sotto tutto questo
movimento.
Spero che dopo anni abbia capito
che sotto non c'è proprio niente se
non grande entusiasmo e spontaneità, queste doti innate che sono in
noi atte a a rendere l'altro più felice.
Le famiglie e i comitati che durante
l'estate hanno ospitato i bambini,
con grande entusiasmo preparano
e portano molti pacchi al magazzino di Soresina. I volontari per il
carico dei TIR lavorano con serenità
animati da grande entusiasmo.
La Fondazione “Aiutiamoli A Vivere” attraverso i propri collaboratori organizza affinché i TIR con il
prezioso carico di doni arrivino a
destinazione senza intoppi e con
puntualità.
I volontari per lo scarico partono
dall'Italia e vanno in Bielorussia sfidando il gelo russo vista la stagione
invernale.
Anche questo 2013 si parte e si va,
senza nessun timore ma con grande
entusiasmo e gioia nel cuore, ben
sapendo delle difficoltà e degli in-
17
C
iao a tutti il mio nome è Angelo
(Buciù); da alcuni anni partecipo
come volontario al Tir degli aiuti
personalizzati. Anche quest’anno volevo esprimere alcuni miei pensieri
inerenti a quest’ultima esperienza.
Prima di tutto il pensiero è il ringraziamento che va a tutti i miei compagni di ventura: inizio con Aldo
Cicoria che, oltre che amico, è tra noi
diciamo il più “anziano” per via dei
tanti anni con la Fondazione, persona sicura del suo compito, poi Aldo
Carpanese, grande amico e persona
positiva, Raffaele Vezzola alla sua seconda esperienza, che ho scoperto
come una persona di sani princìpi,
mio fratello gemello Mario per me
non solo fratello ma anche mio grandissimo amico. Poi c’è la nostra
grande capa bielobergamasca Julia
che con la sua esperienza di lavoro in
Fondazione è diventata la nostra
guida . Poi ci sono le interpreti che
non sempre sono le stesse, quest’anno è venuta con noi Vika alla sua
prima esperienza a questo progetto
si è rivelata molto brava e dedita al
suo lavoro. Per ultimi (non per importanza) i nostri 2 autisti dei pulmini, Ivan che da anni lavora con la
Fondazione, altra persona positiva
che sa adattarsi bene ai disagi di percorso a volte risolvendoli, e Dima,
persona molto taciturna (per via
della lingua che non conosce) ma
molto risolutivo, Andrey l’autista del
Tir già conosciuto in altre esperienze
e l’altro autista che non ho avuto
modo di conoscere. Il più grosso ringraziamento va alla signora Larissa,
responsabile di tutte le pratiche di
sdoganamanto. Anche quest’anno si
è fatta responsabile di decisioni rischiose per poter garantire la consegna nei tempi programmati nei vari
istituti o punti di scarico. Come i direttori di orfanotrofi che tutti gli anni
incontriamo, quest’anno abbiamo
avuto l’onore di conoscere Alexandre, direttore della scuola di Krinki
(regione di Vitebsk), piccolo villaggio
di 800 anime, persona cordiale di 29
anni, ben voluto dai suoi scolari che
ci hanno aiutato nello scarico; di persona ci ha servito il pranzo nella
mensa della scuola, ecco queste persone sono il futuro della Bielorussia,
sono da esempio per i piccoli che saranno i grandi di domani.
Queste persone sono VNP very normal people, che lavorano dietro le
quinte, che donano il loro tempo e
la loro umanità, con tanto entusiasmo senza scoraggiarsi quando la
burocrazia ti mette il bastone tra le
ruote. Ecco queste sono le persone
che, pur lavorando in silenzio, dovremmo poter “sentire raccontare”
durante il Convegno Nazionale invitandole ad essere qui per poter comunicare di là i vari progetti che si
programmano nell’anno.
Concludo col dire che anche quest’anno si è risolto tutto nel migliore
dei modi (missione compiuta come
si suol dire) nonostante le difficoltà
che ci siamo trovati sul percorso .
Grazie a tutti i VNP che hanno contribuito e lavorato a questo progetto.
Grazie di cuore Amici, perché tali vi
considero.
Angelo ol Buciù
C
hiedete nel mondo degli italiani, vi risponderanno: pizza,
caffè, mafia... Chiedete nel mondo
dei bielorussi, vi risponderanno: patate, vodka, freddo... Uniamo le due
nazioni, ci escono fuori bulba-pizza
(si si, esiste), vodka nelle tazzine da
caffè e mafia invitta combattuta dal
freddo. Non mi credete? Leggete un
po’ le nostre avventure di quest’anno.
Stavolta il diario l’ho fatto pure io!
Venerdì 13
Vengo a sapere che il permesso per
lo sdoganamento non è ancora rilasciato. Bè... venerdì 13, cosa vogliamo pretendere? Porta sfortuna...
Sabato 14
Il gruppo arriva, nell’aeroporto
diamo la notizia, ma i nostri compagni ormai sono abituati agli equivoci della realtà bielorussa, e si
decide che a Minsk ad aspettare la
miracolosa pergamena rimaniamo
solo io ed Ivan. Gli altri non vedono
l’ora di arrivare a Gorodets a cucinare la pasta. La mancanza del cibo
patrio comincia a farsi sentire!
Domenica 15
Io aspetto, il gruppo di Gorodets
elabora i progetti di presa del potere
nel Dipartimento Aiuti Umanitari,
dell’assedio della dogana, della ripartizione degli sbocchi umanitari.
Nel frattempo carica il primo camion, pur sapendo che non potrebbe muoversi.
Lunedì 16
Mattina – io aspetto, il secondo camion ci comunica il ritardo, il
gruppo di Gorodets, esaurite le riserve di pasta, elabora i progetti di
assedio del magazzino dell’istituto,
pieno di cavoli e di cetrioli salati.
Ore 12 – io aspetto, il gruppo di Gorodets ha già assunto la Bielorussia
nell’Unione Europea per facilitare
le pratiche doganali.
Ore 14 – io aspetto, il gruppo di
Gorodets ha già escluso la Bielorussia dall’Unione Europea per mancanza di pazienza.
Ore 14.10 – arriva la notizia dal Dipartimento, il permesso è arrivato,
deve ancora essere firmato ma possiamo muoverci. Altra mezz’ora di
attesa nei corridoi del Dipartimento
e..... E VIA!
Ore 17 – arriviamo a Rogachev, con
AIUTIAMOLI A VIVERE
convenienti che incontreremo, vista
l'esperienza degli anni passati.
Questo progetto ci carica di responsabilità, perché dietro ogni pacco
c'è una famiglia o un comitato che
spedisce, dona a un bambino o a
una famiglia, associazione o gruppo
che ne trarranno beneficio.
Pertanto non dobbiamo assolutamente commettere errori per non
deludere le aspettative di chi
aspetta.
Aldo - Comitato di Mirano (VE)
AIUTIAMOLI A VIVERE
18
Larissa (mitica Larissa, grande Larissa, onnipotente Larissa!), sbrighiamo i nostri affari loschi... Il
secondo camion sta per arrivare al
punto di ricarico.
Ore 18 – finalmente il camion è arrivato, insieme a noi! Il gruppo di
Gorodets ormai allenato lo carica in
una mezz’ora. Intanto gli indigeni
hanno imparato la lingua segreta
della nostra riunione sediziosa – il
dialetto bergamasco. I due capi si
uniscono a prendere le decisioni
drastiche: Divisione Nord rimanda
tutto di un giorno, Divisione Sud
cerca di ricuperare al massimo.
Linguaggio segreto, parole di riconoscimento, recapiti clandestini rimangono invariabili.
Ore 19 – tutti a cena. La parte ospitante, sempre accogliente Antonina, ci offre le solite prelibatezze
della cucina bielorussa. Pollo, purè,
babka (variante di draniki), pomodori e cetrioli salati. Ho dimenticato qualcosa? Ma certo! La vodka è
immancabile! Il gruppo, una volta
capito il programma, si è rilassato.
Ma ci aspettano chilometri di strada
e decine di pacchi.
Ore 20 – bevuto l’ultimo caffettino
e salutati i rimanenti, partiamo per
il primo carico.
Ore 22 – scarico a Bobruisk. Una vera
mossa da mafiosi - garage buio in periferia della cittadina, con strada
ghiacciata e ruote che scivolano. A
dire il vero, la responsabile è sempre
megaaccogliente e ci aspettano tè,
caffè e panini, ma un altro centinaio
di chilometri ci chiama a sbrigarci.
Martedì 17
Ore 00 – strada P82 fa svincolo, andiamo a destra.
Ore 01 – capiamo di aver sbagliato...
Al primo villaggio capiamo dove ci
troviamo e ritorniamo indietro.
Il giorno dopo verremo a sapere che
l’autista del nostro camion aveva
visto un orso lungo la strada.
Ore 03 – arrivati a Sosnovy Bor, per
strada accogliamo le responsabili che
ci portano nella casa di accoglienza
di una fabbrica dove poter pernottare. Visto che il pernottamento era
programmato da tutta un’altra parte,
anche una stanzetta con bagni in comune nel corridoio ci va bene.
Ore 03.20 – le mie forze bastano appena per lavarmi i denti e sdraiarmi
sul divano senza lenzuola.
Ore 06 – l’inno bielorusso partito a
manetta dalla radio della mia stanza
mi spinge a saltare dal letto nello
slancio patriottico ma con uno sforzo
mentale rimango a letto.
Ore 07.30 – sveglia.
Ore 08 – scarichiamo nella scuola di
Sosnovy Bor. Lo scarico di 161 pacchi si fa in un attimo grazie all’aiuto
dei ragazzini. Beviamo il caffè con le
brioche solitamente squisite, invece
le maestre sono addolorate perché
tutta la cena preparataci alla vigilia
ormai non serve. Ma almeno ci regalano la vodka.
Poi arriva il direttore con il suo timbro magico e possiamo ripartire al ricupero del programma.
Ore 10 – l’ingresso all’istituto di Rechiza è bloccato, scarichiamo dal camion al camioncino, come nei tempi
del proibizionismo.
Ore 11 – a Gomel devo consegnare
un pacco privato. Per mancanza di
tempo lo facciamo in una fermata
di filobus, ci fermiamo e l’avventura
assomiglia sempre di più una scappata mafiosa. Fischiare dei freni, consegno il pacco, prendo il suo, la
portiera del pulmino sbatte, si riparte. Contenuto dei pacchi, sostanze stupefacenti: caffè italiano
contro biscotti bielorussi.
Seguono gli scarichi di Ulukovie,
Mozyr, Lelchitsy. Tutti veloci. Ancora
al mattino, cercando il pernottamento per la sera, scopriamo un albergo a Lelchitsy, decente ma
costoso, e uno a Petrikov. Oltre ad essere economico, sempre con i bagni
fuori, ci fa guadagnare circa 150 km
di strada. Scelta chiara.
Ore 22 – nel “Grand Hotel di Petrikov” 5 stelle c’è il boom di ospiti, per
5 vagabondi non ci sono posti. Mi
aspettavo tutto ma non quel colpo
basso. Ma le vie del Signore sono infinite, un’amica della responsabile
dello scarico abita da sola in un trilocale ed è pronta ad accoglierci al modesto prezzo dell’albergo. Abbiamo
scelta? Da scegliere ci sarà solo il
partner per la notte. Ci sono solo tre
lettoni con i megacuscini, dote della
nonna, perciò si dorme a coppie.
Mercoledì 18
Ore 7.30 – noi cominciamo a svegliarci, la padrona di casa ha già cucinato draniki e uova fritte e ha
fatto bollire l’acqua. Quanto ci verrà
comoda quest’acqua tra appena 20
minuti!!! Eh si, the, caffè a luce di
una torcia e due biscotti da veri
clandestini ci terranno le pance
piene fino al pranzo di Telekhany!
L’avventura inizia con l’accendere
la luce in una stanza – salta la corrente. Gli uomini cominciano a
correre, a cercare i fusibili. Stando
fuori dall’appartamento, i fusibili riguardano tutto il palazzo. Perciò,
quando li staccano, escono tutti i
vicini rimasti senza luce. Sta maturando uno scandalo internazionale.
In poche parole (non ne avete abbastanza?), lasciamo la padrona da
sola nell’appartamento buio in
piena incertezza (come mi ha spiegato, alla vigilia del Capodanno
tutti gli elettricisti sono impegnati
a preparare gli addobbi e lei poveretta potrebbe rimanere senza luce
anche per più giorni).
Ore 12 – scarichiamo a Pinsk, dove
il direttore sembra un pezzo duro
ma alla fine confessa di essere stato
in Italia e ci canta “O sole mio”.
Ore 14 – a distanza di 20 km da
Telekhany arriva la conferma che il
nostro carico non è più contrabbando. A Telekhany ci aspetta un
pranzo caldo in compagnia della direttrice e delle sue vice, tutte
quante bellissime e bravissime. Ma
neanche tutte le virtù del mondo
riescono a fermarci. Ormai accelerati dai ritmi pazzi di quel viaggio,
decidiamo di fare l’ultimo scatto e
di arrivare a Minsk. Invasa la casa di
Ivan, dopo la prima doccia decente
di questi giorni, ci cuciniamo la
pasta e finalmente ci godiamo la
vodka regalata a Sosnovy Bor.
Giovedì 19
Spacciatori, clandestini, invasori,
dilapidatori di elettricità lasciano
l’accogliente territorio bielorusso
con la notizia da parte di Aldo: tutti
promossi per l’anno prossimo!
Julia
19
L’angolo della posta
GRAZIE LINO E VITTORIO !
Nel nostro comitato di Argenta-Alfonsine
siamo stati molto fortunati a condividere quotidianamente la nostra vocazione di volontari
con due persone che sono e saranno sempre
l’esempio incarnato del vero concetto di volontariato.
Mi riferisco a Lino Dal Monte e Vittorio Pagani, che hanno deciso di “cedere il passo”
nelle cariche di presidente e vice-presidente
del nostro comitato.
Noi, rispettando le decisioni prese, non possiamo che ringraziarli per quanto hanno fatto
per il nostro comitato e per i nostri paesi, sicuri che non ci faranno mai mancare il loro
appoggio, sostegno e consiglio per poter svolgere il nostro lavoro nel modo migliore, seguendo i princìpi che ci hanno insegnato.
Un grazie dal profondo del nostro cuore per la
cordialità con cui ci avete parlato, per la fiducia che riponete nelle nostre capacità, per
l’esempio e la coerenza con cui avete condotto
e consigliato il nostro operato di volontari, per
le esperienze di condivisione, per la gioia e la
speranza compagne di viaggio di ogni vostra
azione. Grazie ancora, e rimanete con noi, perché non potremmo farne a meno.
Marco Checcoli e le famiglie del comitato
di Argenta-Alfonsine.
PERCHÈ CONTANO LE EMOZIONI NEL
VOLONTARIATO ?
Anche quest’anno ho visto ed assaporato la
gioia, la felicità.
All’aeroporto della Malpensa sono arrivati dalla
Bielorussia tanti minori per trascorrere l’accoglienza natalizia presso le nostre famiglie.
Ho visto negli occhi delle persone la gioia
dell’accogliere, del donare affetto, del dispensare speranza. Ho visto negli occhi dei bambini la felicità, la trepidazione del trovare,
l’impazienza dell’abbracciare e di essere abbracciati. La commozione mi ha ancora una
volta invaso e ho avuto paura che questo progetto, asse portante della vita della Fondazione, possa essere messo in discussione, possa
essere sottovalutato.
Solo felicità, solo amore, solo il piacere di donarsi vicendevolmente.
Vedere i bambini problematici, quelli con difficoltà intellettive, felici e gioiosi di fiondarsi
tra le braccia dei “genitori” Italiani, stringersi
e avvinghiarsi stretti stretti per timore che la
felicità dell’essere amati e considerati possa
svanire. Ho ricordato il mio “grande” amico
Sandro, colui che si è battuto con spirito cristiano, lui non credente, affinché anche la
Fondazione, senza timore, senza false remore,
senza dubbi sull’utilità, affrontasse ed effettuasse l’accoglienza nel periodo natalizio; era
certo che le famiglie nostre erano preparate e
pronte a fare comprendere a questi minori il
significato profondo e spirituale dell’accogliere
durante le feste del Santo Natale. Come diceva
lo scrittore Raoul Follerau “La più grande disgrazia che vi possa capitare è di non essere
utili a nessuno e che la vostra vita non serva a
niente”. Le nostre famiglie, la Fondazione,
hanno compreso e mettono in pratica le emozioni vere e reali che la vita può dispensare.
Grazie a tutti voi, grazie a quelli come Sandro
che sanno leggere nei meandri della vita e
sanno ascoltare e fare palpitare il cuore; siate
certi e siate felici di dispensare emozioni profonde e durature, siate sicuri: voi trasmettete
solamente amore.
Lino Dal Monte
DISEGNO COL CUORE PER LA FAMIGLIA
DELLA FONDAZIONE
Sono Erminia, quella dei disegni. Vorrei dirvi
come ho iniziato. Nel 2000 avevo tante famiglie, ora purtroppo poche!! Per ringraziarle e
augurare loro Buon Natale ho fatto il mio
primo disegno e una mia amica che ha una tipografia me li ha stampati.
Questi semplici disegni io “li disegno con il
cuore!”. Ho fatto la terza media e nessuna
scuola di disegno…
Vi ringrazio per il giornale, fatto molto bene,
che ricevo volentieri, perché quei pochi come
me che non hanno Internet leggono con piacere le notizie della nostra Fondazione, che io
chiamo Famiglia. Un grande abbraccio
Erminia Confortini – Marmirolo (MN)
LA SPERANZA È FONDATA
Per i cristiani il fondamento è la notizia che
Dio è venuto fra noi per farci compagnia e dare
senso a tutta la nostra vita. Per i credenti non
cristiani il fondamento è il fascino di Assisi che
unisce le religioni attorno ad un ideale che richiama una “cura del creato” che è ormai movimento planetario. Per i non credenti il
fondamento è la testimonianza dei tanti “giusti della terra” che ogni giorno dedicano una
parte di sé agli altri, dimostrando che la solidarietà fa più felici tutti. A qualunque delle tre
categorie si appartenga sul piano personale, la
speranza di un mondo migliore è fondata. Lo
è anche per il 2014 che si apre davanti a noi.
Nello stesso tempo, non possiamo permetterci
di essere né baldanzosi né troppo facili: le ultime vittime della crisi economia e morale che
dura da sei anni sono di questi giorni. Persone
che gettano definitivamente la spugna per
mancanza di resistenza interna o di solidarietà
esterna. Noi sappiamo che quando questo accade l’umanità intera ha fallito. Abbiamo fallito anche noi. In realtà la speranza per un
2014 migliore è fondata se ciascuno di noi decide di “fare la differenza” in prima persona,
nell’ambiente in cui vive e nelle piccole cose
di ogni giorno. Perché migliaia di differenze
personali possono fare una notevole differenza
sociale, milioni possono farla grande. Se nessuno è esonerato da questo dovere, è giusto
che il Presidente dell’Associazione venga allo
scoperto per primo e chieda a se stesso di attuare nel suo comportamento personale
quanto afferma doveroso per gli altri. E subito
dopo lo chieda ai responsabili, ciascuno nel
suo ruolo. E poi a tutti noi. Questo spirito è
essenziale per il nostro 2014. Perché, se è vero
che il 2014 non dipenderà soltanto da noi ma
anche dai nostri Comitati, la nostra grande
scommessa per il nuovo anno deve essere proprio quella di riuscire a dimostrare ai nostri
Comitati che essere anche comunità solidale,
si può davvero. Le grandi strade iniziano sempre con un piccolo passo.
Buon Natale e Buon 2014 a tutti voi, ai vostri
cari e alle vostre famiglie.
Il presidente dell’Associazione Trentina
"Aiutiamoli a Vivere" - Ermanno Sant
AIUTIAMOLI A VIVERE
LA MIA PRIMA VOLTA AL TIR
Cinque anni fa ho conosciuto il comitato
Brenta-Saccisica della Fondazione Aiutiamoli
a Vivere. Quello che mi colpì, la prima volta
che entrai in sala riunioni, furono gli occhi dei
presenti: riflettevano una luce particolare,
esprimevano convinzione in ciò che facevano.
Silenziosamente, in questi anni, li ho ascoltati
e ammirati per la loro coerenza nell’organizzare i vari progetti. Hanno sempre saputo risolvere e superare gli imprevisti dell’ultimo
momento senza stancarsi. Ancora oggi li vedo
fortemente uniti nell’aiutare il più piccolo.
Quest’anno ho partecipato anch’io al Tir della
Speranza, un’esperienza indimenticabile. Abbiamo attraversato la Bielorussia, visitato istituti, portato loro aiuti, visto visini sorpresi
affacciarsi alle finestre, scambiato la voglia di
comunicare, condiviso con loro la gioia durante gli spettacoli con i clown, ascoltato
nuove musiche, respirato odori diversi, ammirato il contrasto dei paesaggi e culture. Per descrivere tutto potrei usare altri mille aggettivi,
comporre mille frasi, ma la reazione che i miei
sensi hanno percepito là si può capire solo vivendola all’istante; è un’emozione che dalla
pelle arriva al cuore: toccare con mano tutto
ciò che prima mi era lontano. Ho potuto incontrare la bambina che per quattro anni ho
ospitato a casa mia, con la sua famiglia. Nonostante provenissimo da due stati diversi ho trovato in loro molta fraternità, eppure era la
prima volta che ci vedevamo. Ogni giorno incontravamo ragazzi che sono stati ospitati in
Italia. Alcune “bambine di ieri” oggi anche
loro mamme, con la propria famiglia, hanno
raggiunto il TIR per salutare chi le aveva ospitate. Questi momenti mi hanno fatto ricordare
una frase che ho letto in un libro di Don Andrea Gallo: “Se il male grida forte, la speranza
griderà ancora più forte”. Sì, la speranza di vedere che qualcosa è stato trasmesso e costruito
in questi anni. Al TIR eravamo una quarantina
di partecipanti da varie province italiane; insieme abbiamo condiviso momenti di fatica, di
gioia e pasti caldi in ambienti non sempre riscaldati. Mi ha colpito molto il momento in
cui scaricavamo gli scatoloni degli aiuti: formavamo una “catena umana” e ci passavamo
la merce; questo senso di collaborazione alleggeriva tutte le fatiche fisiche. Vi ringrazio e
concludo questa mia esperienza con un aforisma di Jorge Luis Borges: “Ogni persona che
passa nella nostra vita è unica, sempre lascia
un poco di sé e prende un poco di noi”.
Una di voi
20
AIUTIAMOLI A VIVERE
KIRA: la mia storia italiana
(una testimonianza)
M
i chiamo Kira Aleksandrova e ho 25 anni. Voglio
raccontarvi la mia storia
italiana. Comincia nel 1996: ricordo bene quel momento: sono
scesa dall' autobus a Storo, vicino
bambini e tutta la nuova famiglia
italiana; ad andare nella scuola italiana con la maestra bielorussa; a
fare concerti in oratorio.
Così sono venuta in Italia nella mia
famiglia italiana con l'Associazione
Kira al suo arrivo in Italia insieme alla famiglia che l’ha accolta: Loris, Mariella, Nadia e Lisa
alle scuole elementari. Ho incontrato una donna con due bambine:
una grande come me e una piccola. Avevo 8 anni. Loro si sono
presentate: "Mi chiamo Mariella!"
ha detto la donna, "questa è Nadia
e questa è Lisa". Il capo famiglia si
chiamava Loris.
Dopo siamo salite in macchina e io
mi sono seduta dietro da una parte
e una delle bambine dall`altra.
Ricordo le scale per salire in casa e
ricordo come tutto mi sembrava
cosi diverso dalla mia Bielorussia.
Una volta entrate, ricordo di essermi seduta a tavola. Mariella mi
ha mostrato un vocabolario dell'Associazione, con il quale mi ha
chiesto se volevo mangiare qualcosa. Dopo aver mangiato, ho fatto
un bel bagno caldo e, asciugata e
vestita, mi sono addormentata.
Dopo ho iniziato a imparare la lingua; ad andare in nuovi posti con
una bellissima natura, in montagna; a imparare tante cose nuove;
a conoscere tante persone nuove,
Trentina "Aiutiamoli a Vivere" per
tre volte, fino a 10 anni e dopo
anche a 14 e 17. Poi la mia famiglia
italiana si è organizzata per farmi
ritornare da loro, senza Associazione, a 21 e 24 anni.
In questi anni la mia famiglia italiana ha invitato altre due bambine, ogni bambina per
tre volte. In tutto questo
tempo (17 anni) noi
siamo rimasti in contatto: con telefono, lettere, messaggi, internet e
skype. Loris è venuto in
Bielorussia due volte ed
è riuscito a conoscere la
mia famiglia bielorussa.
La mia famiglia italiana
ha aiutato, materialmente e moralmente, in
tutti questi anni, me e la
mia famiglia bielorussa.
Questa famiglia in Italia
è stata per me una seconda famiglia e per i
miei famigliari dei pa-
renti. Ricordo che un giorno Loris
e Mariella mi hanno detto "Casa
tua è anche qua." Adesso sono sposata qui. Mio marito è italiano. Ci
siamo conosciuti grazie ai nostri
amici e alle mie sorelle Nadia e
Lisa. Cos'è questo, un destino?
Penso che, se non fossi venuta in
Italia quando ero piccola, la mia
vita sarebbe stata diversa.
17 anni fa sono stata fortunata a
venire qui. E voglio dire che una
volta venivano più bambini, quasi
20, adesso invece solo 7- 8.
Lo so che la vita è difficile anche
qui adesso, ma là lo è ancora di
più. Forse non serve tanto per questi bambini, solo un po’ di amore e
di affetto. In dieci minuti non si
può raccontare tutto, ma solo una
piccola parte. Voglio dire un
grande grazie all' Associazione
Trentina "Aiutiamoli a Vivere" e voglio dire mille grazie alla mia famiglia italiana che mi ha regalato il
biglietto per una nuova vita! Grazie a Dio. E un ringraziamento a
tutti voi per l'ascolto.
Kira Aleksandrova
Kira e suo marito oggi