n° 135 febbraio 2016 - Seminario di Vicenza
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n° 135 febbraio 2016 - Seminario di Vicenza
d. Alberto Dinello d. Stefano Piccolo d. Marco Sterchele c/o Seminario Vescovile Borgo S. Lucia, 43 36100 Vicenza (VI) Tel. 0444/501177 E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] N° 135 FEBBRAIO 2016 Sito internet: www.seminariovicenza.org Cari ministranti un saluto a tutti voi in questo carnevale a dir poco breve e tra queste prime settimane del nuovo anno. Chissà che abbuffate in questi giorni per non prendersi indietro tra frittelle e crostoli. Ma a parte le battute, questo numero del K-News di Febbraio ci aiuta proprio ad entrare nel clima e nel tempo di Quaresima. Mercoledì 10 febbraio con il rito delle ceneri inizierà questo tempo particolare che ci accompagnerà fino alla domenica delle palme, il 20 marzo e, quindi, alla Pasqua di Resurrezione il 27 marzo prossimo. Continua in questo numero (a pag. 2) il cammino di scoperta della 3ª opera di misericordia corporale e spirituale nell’Anno Santo della Misericordia che stiamo vivendo. Buona lettura e buona attività… In 4ª pagina c’è un appuntamento particolare per i responsabili… vi aspettiamo!!! Buon inizio di quaresima. LE OPERE DI MISERICORDIA: PREGHIERA E AZIONE VESTIRE I NUDI Dal Vangelo di Matteo 6,25-29 Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. La nudità, se non è scelta ma obbligata, è la peggiore forma di umiliazione perché ci facciamo vedere al mondo nella forma più estrema di vulnerabilità, di debolezza. Non per niente i nazisti iniziavano il percorso di degradazione dei deportati facendoli spogliare in pubblico. Oggi però ad essere nuda è soprattutto la nostra anima: la società dello spettacolo e della sp et t aco lar izzazio ne d ei sentimenti non lascia spazio per il pudore, anzi lo considera quasi un’offesa nei confronti dei cosiddetti diritti dell’informazione e dell’esibizione. Siamo nudi su Youtube, su Facebook e su Whatsapp, siamo spogliati di ogni capo intimo quando ci si chiede di mettere a nudo i nostri sentimenti e le nostre emozioni. Vestire chi è nudo ha un significato letterale ma anche un altro: vuol dire offrire un capo di biancheria intima a tutti coloro la cui dignità è violata. ATTIVITÀ: Facciamo visitare ai bambini e alle bambine i luoghi parrocchiali e non, in cui si raccolgono i vestiti per far vedere le tante cose di cui si ha bisogno. Come gruppo, poi, ci si impegna per portare tutti… un paio di calze (anche in uso ma lavate e usabili…) un paio di mutande/ canottiera/maglietta… un pigiama, cuffia, sciarpa anche rinunciando personalmente a qualcosa che appartiene. Le opere di misericordia Un caloroso saluto a voi tutti, cari ministranti! Se a Carnevale ogni scherzo vale, beh, dovrete ricredervi perché quanto scoprirete in questa terza tappa delle opere di misericordia dovrebbe almeno risvegliare la coscienza di ciascuno di noi, che ci diciamo discepoli di Gesù, ma che facciamo talvolta fatica a mostrarlo coi gesti concreti. Vediamo subito insieme la terza opera di misericordia corporale: vestire gli ignudi. Sentite un po’ cosa diceva nel III secolo il papa S. Basilio Magno: «Se uno spoglia chi è vestito si chiama ladro. E chi non veste l’ignudo quando può farlo, merita forse altro nome? Il pane che tu tieni per te è dell’affamato; il mantello che tu custodisci nel guardaroba è dell’ignudo; le scarpe che marciscono in casa tua sono dello scalzo; l’argento che conservi sotterra è del bisognoso”. Come a dirci: nessuno è così povero da non poter dare qualcosa di suo a chi è nel bisogno. Al posto del pane, del mantello, delle scarpe, dell’argento, tu cosa metteresti? L’apostolo Giacomo ci incoraggia a essere generosi: «Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?» (Gc 2,15-16). Come gruppo ministranti potreste allora fissare un incontro andando a visitare i locali della vostra Caritas parrocchiale, per vedere e toccare con mano la generosità di tante persone. Ma c’è un secondo passo: potete discutere insieme come rivedere i vostri consumi, il vostro stile di vita, il valore che date agli oggetti che possedete e qual è l’impatto sull’ambiente di ciò che acquistate. Un po’ come per gli elettrodomestici (freezer, televisione, ecc.) che hanno un’etichetta che indica il consumo e quanto inquina... Come gesti concreti invitiamo ciascun ministrante a mettere in atto le azioni per migliorare il rapporto con le cose e con l’ambiente, facendo sue le 4 R: 1) ridurre i propri consumi all’essenziale; 2) raccogliere i rifiuti prodotti differenziando il più possibile (secco, carta, plastica, lattine, vetro, ecc.); 3) riciclando e donando tutto ciò che può essere riutilizzato da altri (vestiti, mobili, giochi, ecc); 4) riparando e riutilizzando ciò potresti ancora usare, per abolire l’usa-e-getta a cui spinge il consumismo sfrenato. Ci credi che puoi rendere migliore questa terra? E cosa dice la terza opera di misericordia spirituale? Ammonire i peccatori. Certo potresti dire: ci vuole coraggio per dire ad un’altra persona: “Hai sbagliato! Hai fatto del male!” perché l’altro potrebbe dirti: “Tu forse sei migliore di me?”. Ecco perché conviene sempre ricordarsi delle parole di Gesù: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?» (cfr. Mt 7,1-5) Potremmo perciò dire che l’azione da compiere verso chi sbaglia è la correzione fraterna. Essa è spiegata da Gesù stesso così: «Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello» (Mt 18, 15). Ma come fare questo? Puoi correggere il tuo prossimo con mansuetudine e umiltà. Visto che siamo nell’anno giubilare della misericordia, terminiamo queste righe ricordandoti l’esempio di S. Brigida, che cominciava la sua giornata confessandosi, poi compiva il suo pellegrinaggio ad una chiesa di Roma, perché era convinta che tutti i luoghi sacri fossero stati bagnati dal sangue dei martiri. Per strada teneva sempre in mano una specie di corona alla quale faceva molti nodi: uno per ogni parola scortese che le sfuggiva dalla bocca, per potersene poi ricordare e pentire al termine della giornata. Beh, niente male come esercizio che potresti fare anche tu! Fatti dare dalla mamma un bel pezzo di stoffa, abbastanza lungo… alla sera vedrai quanti nodi avrai fatto! Ti lasciamo due film sul tema del vestire chi è privato della dignità di essere umano: * L’ospite inatteso (2007) di Thomas McCarthy, che affronta il tema immigrazione, accoglienza, leggi dello Stato * Welcome (2009) di Philippe Lioret, che considera l’immigrazione e le frontiere da superare per essere fratelli Come canzone puoi ascoltare e meditare le parole di Marco Mengoni in Esseri umani Ecco qualche rompicapo per ministranti con l’ingegno aguzzo... Se non siete sicuri di aver fatto giusto… controllate le soluzioni! APPUNTAMENTO PER TUTTI I RESPONSABILI MINISTRANTI SABATO 27 FEBBRAIO ore 10.00 in Seminario (fino alle 11.30) Incontro di formazione per conoscere e scoprire l’anno liturgico e aiutare voi responsabili ad accompagnare con cura i vostri ministranti al servizio all’altare. Relatore: don Pierangelo Ruaro, direttore dell’ufficio liturgico diocesano Sede dell’incontro: aula blu del Seminario (ingresso dal cancello di B.go Santa Lucia, 43 con possibilità di parcheggio nei cortili in asfalto del Seminario). …dalla rubrica In una fresca domenica nel mese di gennaio, nella piccola Unità Pastorale Berica, nell’ancora più piccola e accogliente canonica di Castegnero, fra la nebbia mattutina i chierichetti hanno ricevuto la visita di due simpatici sacerdoti. Loro sono don Alberto e don Stefano, sono animatori in Seminario, famigerati per la loro simpatia e il loro modo molto cordiale di fare. I chierichetti che li accolgono non sono tanti numericamente, ma comunque la maggior parte della comunità; ragazzi e ragazze dalla quarta elementare fino alla terza superiore accumunati dalla gioia del servizio all’altare come ministranti. Gli animi si vivacizzano subito, visto che si parte con un simpatico gioco che coinvolge tutti i ministranti dai più piccoli a quelli più grandicelli. Dopo questo piacevole momento si è passati a quello che è stato un po’ il fulcro della giornata, ovvero un momento di formazione dei ragazzi su quella che è il significato del loro servizio, il tutto accompagnato da un momento di presentazione della realtà giovanile del Seminario che oggi ospita diversi ragazzi e che organizza anche degli incontri per le ragazze. I giovani ministranti dell’UPB sono stati molto entusiasti di questa giornata e l’hanno vissuta con collettivo interesse. Gli stati d’animo raccolti ad attività conclusa riscontrano soddisfazione nell’aver speso la propria domenica mattina in questo modo, inoltre è stato trovato molto interessante che alcuni aspetti del servizio appresi si sono rivelati molto utili per migliorare l’atteggiamento e lo spirito di gruppo durante il servizio ed è stato messo tutto subito in pratica durante la S. Messa mattutina presieduta dagli stessi don Alberto e don Stefano. Grazie per la fantastica giornata! I chierichetti dell’Unità Pastorale Berica (Bosco di Nanto, Castegnero, Nanto, Villaganzerla)