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Centro di Cultura Italia-Asia “G. Scalise”
CENTRO CULTURA ITALIA-ASIA “G. SCALISE”
CASA DELLA CULTURA
“TRADIZIONI E CONTAMINAZIONI NELLE CULTURE ALIMENTARI TRA
ORIENTE E OCCIDENTE”
Sabato 28 Febbraio 2015
Tradizioni alimentari nelle culture dell’Asia
MATTINO:
1. 9,30 Maria Angelillo - Alimentazione e commensalità in India
Abstract: Nell'immaginario occidentale l'India è in larga parte associata a concetti e idee che, direttamente o
indirettamente, fanno capo all'ambito alimentare: il vegetarianesimo, la sacralità della vacca, il sistema castale, l'ayurveda, etc. Lo scopo del presente incontro risiede, da una parte, nell'evidenziare la centralità e
l'importanza della commensalità in una serie di tradizioni, ampiamente e diffusamente riconosciute come caratterizzanti la specificità culturale indiana, che, pur non rivelando immediatamente il legame con l'alimentazione, sono a quest'ultima strettamente legate. Dall'altra parte, si intende collocare nella giusta prospettiva
alcuni usi e consuetudini attinenti in modo esplicito all'alimentazione, ma spesso clamorosamente fraintesi
nella loro portata e nel loro significato. Si spiegherà, dunque, la cogenza e la centralità della prassi alimenta re nel determinare il profilo e il posizionamento delle identità castali nel tessuto sociale hindu; si individueranno le ragioni alla base dell'adozione della dieta vegetariana e se ne discuterà al contempo l'effettiva diffusione e popolarità nel Paese. Inoltre, non ci si potrà evidentemente esimere dall'affrontare presupposti e conseguenze, non solo di ordine alimentare, della sacralità della vacca e si rifletterà, infine, sullo spazio accordato
e sul ruolo riconosciuto all'atto del cibarsi dalla più nota, in occidente, tradizione medica indiana: l'ayurveda.
2. 10,10 Cinzia Pieruccini - Un pasto completo nell’India del Sud, VII-VIII secolo: ingredienti, utensili e preparazione
Abstract: Daṇḍin, celebre autore del VII-VIII secolo originario dell’India meridionale, nel suo romanzo sanscrito un sostanzioso frammento del quale è tramandato con il titolo Daśakumāracarita (Le gesta dei dieci
principi), inserisce un breve racconto che somiglia a un piccolo trattato di cucina. La narrazione vuole che un
giovane di Kāñcī (oggi Kanchipuram, Tamil Nadu), desiderando una brava sposa, si finga un astrologo e
prenda a viaggiare di città in città in cerca di una ragazza - naturalmente, della classe sociale adeguata e
con un aspetto di buon auspicio - che sia in grado di cucinargli un pasto completo soltanto per mezzo della
dose di riso che egli porta con sé. Giunto in una città sulle rive del fiume Kaveri, trova infine una giovane
che si presta all’opera con successo: la ragazza infatti si dimostra capace di ricavare dal riso, con qualche
piccolo trucco di economia domestica, anche tutto quant’altro è necessario, cucina abilmente vari piatti e li
serve al finto astrologo nel modo più adeguato. Il racconto, dal taglio probabilmente quasi unico nel panora ma della letteratura dell’India antica, risulta ricchissimo di informazioni, dal momento che mentre racconta
l’operato della ragazza descrive con precisione ingredienti, ricette, utensili, procedure di cottura e così via;
offre in questo modo la possibilità di ricostruire con estrema concretezza in che cosa doveva consistere e
come doveva presentarsi, comunemente, un pasto completo nell’India meridionale dell’epoca. Molto interessante, oltre che piuttosto sorprendente, appare anche il raffronto con la realtà odierna.
Domande 10,50/11,00
INTERVALLO 11,00-11,20
3. 11,20 Cristiana Tretti - Alimentazione e uso rituale del cibo nel buddhismo himalayano
Abstract: Il rapporto fra cibo e delizia estatica. Nella prospettiva tantrica, grazie all’affinamento e alla sublimazione delle facoltà sensoriali, anche il gusto diventa canale di beatitudine e di percezioni paradisiache. Il
‘cibo delizioso’ è in effetti una delle componenti delle offerte rituali vajrayāna, e può essere rappresentato da
riso, frutta o dolci cerimoniali (gtor-ma)
- Nel corso di particolari ritiri spirituali, ci si alimenta solo con pillole (bcud-len) che condensano l’essenza
nutritiva di fiori e minerali e generano nel praticante un’energia pura
- Alla nozione di ‘sapore’ sono collegate alcune suggestive metafore, non solo nella teoria estetica indiana
dei rasa, ma anche nella dottrina della mahāmudrā detta ‘unico sapore’
- L’alimentazione in Tibet. In che misura è diffusa la dieta vegetariana fra i monaci e la popolazione? Quali
cibi vengono ritenuti ‘di cattivo auspicio’ dai praticanti tantrici? L’evolversi di alcune usanze alimentari in
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relazione al contatto con l’Occidente.
DOMANDE 12/12,10
POMERIGGIO:
4. 15,00 Anna Martelli – L'alimentazione secondo l'Islam
Abstract: Il Corano accorda una notevole importanza all’alimentazione. L’imperativo “mangiate!” compare
svariate volte associato a cose buone, cioè lecite, contrapposte a cose immonde. Sul piano teologico, i cibi
sono un dono di Dio e i versetti in cui il termine cibi compare hanno ispirato in parte la dottrina per cui ogni
essere vivente ha la propria porzione di sostentamento già determinata e prevista da Dio, idea che sarà cor roborata poi da quella della sottomissione totale a Dio. Tale dottrina, per quanto espressione di un atteggiamento conservatore, contiene elementi potenzialmente sovversivi; essa permette infatti di fondare un’etica
economica che definisce l’ingiustizia sociale quale “accaparramento”. Sul piano normativo, il Corano insiste
particolarmente sull’opposizione tra lecito e illecito. I credenti devono mangiare solo quanto è lecito. Tre
gruppi di versetti vanno distinti riguardo alle interdizioni alimentari. Il primo definisce la lista degli alimenti
proibiti. Il secondo, meno noto, regolamenta la pratica della caccia e della pesca. C’è poi un versetto che
concerne il cibo della Gente del Libro, principalmente ebrei e cristiani La medesima lista di interdizioni è ripetuta senza variazioni nel Corano. Essa comprende l’animale morto, il sangue, la carne del maiale e la vittima
messa a morte pronunciando un nome diverso da quello di Dio o dedicata agli idoli.
Domande 15,40 /15,50
INTERVALLO 15,50-16,10
5. 16,10 Graziana Canova – La tradizione alimentare in Giappone
Abstract: L’alimentazione tradizionale giapponese, ancora oggi amata e seguita nel paese d’origine, ma apprezzata sempre più all’estero, ha i suoi fondamenti in antichissime pratiche culinarie sulle quali si sono an date innestando, nei secoli, usanze straniere che oggi vengono considerate “vere, autentiche” giapponesi.
Vedremo come il popolo nipponico abbia, nel tempo, adottato e fatto propri, rielaborandoli e migliorandoli,
cibi e ricette provenienti da molto lontano. Ma l’antica, classica, cucina tradizionale viene oggi rivalutata, am mirata e copiata nel resto del mondo.
7. 16,50 Andrea Pancini - I giapponesi e le balene: tra cultura e industria alimentare
Abstract: La caccia alle balene per scopo alimentare rimane tutt'oggi uno degli aspetti della cultura giappo nese più discussi in America ed Europa. Tuttavia, pochi sono a conoscenza del fatto che in Giappone, prima
che si sviluppasse un'industria alimentare di consumo, i cetacei erano animali rispettati, temuti e addirittura
venerati. Identificate in tempi remoti come emissari di Ebisu, un'entità propizia connessa alla pesca, le balene diventarono presto animali sacri e portatori di prosperità ai villaggi marittimi. Durante gran parte dell'arco
della storia giapponese infatti, i cetacei furono protagonisti di svariate opere artistiche e feste.
Sopravvissute anche oggi in alcune zone, le pratiche connesse alle balene sono motivo di orgoglio e costitui scono una risorsa preziosa per gli abitanti del luogo. Nonostante ciò, il dibattito ambientalista degli ultimi
tempi, sembrerebbe voler condannare a priori il consumo di carne di balena, definendolo contrario ad ogni
etica e andando a rafforzare l'ormai superata contrapposizione "occidente - oriente". Certamente, per il
futuro è auspicabile un'industria baleniera sostenibile. Ciò nondimeno, non si può ignorare la vasta fenomenologia culturale che ruota attorno ai cetacei. Lo scopo di questo intervento è quello di affermare con forza
che la varietà alimentare delle culture non deve essere considerata una minaccia, bensì una ricchezza.
Domande 17,30/17,40
Sabato 21 Marzo 2015
I cereali nell’alimentazione in Asia
1. 15,00 Stefano Bocchi - Il riso, dai centri di origine della coltura alla contemporanea
agrobiodiversità
Abstract: Grazie a Vavilov, è stato possibile individuare i centri di origine di numerose piante coltivate.
Analizzando la diversità morfo-fisiologica raccolta nelle aree agricole del pianeta, il grande botanico e
genetista russo del secolo scorso, fu in grado di formulare una teoria tuttora valida.
Il riso (Oryza spp.) ha due grandi aree di origine, una più vasta in Asia, che comprende il sud dell’Himalaya e
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parti delle pianure a sud della Cina, la seconda in Africa. La coltura del riso, in 8000 anni, dalle origini ad
oggi, ha viaggiato molto, si è adattata a numerosi ambienti ed ha ispirato sempre nuove tecniche, nuove
ricette, nuove culture. Il riso, il cereale più importante per l’alimentazione umana e il più diffuso, ha
dimostrato estrema adattabilità. Pur non essendo una pianta acquatica, viene coltivato in condizioni di
sommersione continua, produce anche in condizioni estreme dove l’acqua può raggiungere 3-4 metri di
profondità, ma può anche essere coltivato in areali dove l’acqua non è abbondante, in regime di irrigazione
turnata. E’ una pianta di origine tropicale, ma oggi largamente diffusa anche nella fascia temperata. Alla
variabilità delle tecniche agronomiche, si aggiunge la grande differenziazione delle tecniche di raccolta, di
conservazione, di lavorazione del granello e di preparazione dei cibi.
Domande 15,40/15,50
INTERVALLO 15,50/16,10
2. 16,10 Giuseppina Merchionne - Non solo riso: i cereali in Cina, i pilastri della terra e della
popolazione. Problematiche della produzione e consumazione cerearicola nella Cina del boom
economico
Abstract: Storicamente parte della produzione di riso in Cina, specie nelle fiorenti risaie del sud, era
finalizzata al pagamento delle tasse sulla proprietà della terra; le riserve di riso prodotte venivano quindi
spedite via fluviale verso il nord del paese per rifornire i depositi imperiali della quantità necessaria a
soddisfare le esigenze della corte. Altri tipi di cereali, grano, mais, avena, sorgo, miglio costituivano, specie
al nord, la parte principale dell’alimentazione della popolazione. Sino a qualche decennio orsono la Cina
rappresentava il primo paese al mondo per esportazione di cereali, ora, al contrario, detiene il primato delle
importazioni. Questo cambiamento epocale, che ha determinato uno squilibrio significativo nella bilancia dei
pagamenti esteri cinese, è in gran parte il risultato delle trasformazioni che si sono avute nell’agricoltura
come effetto delle riforme economiche e dell’apertura al mercato internazionale alle fine degli anni ’70. Il
bisogno ormai endemico di grano per soddisfare le esigenze di una popolazione che ha modificato le sue
abitudini alimentari adattate sempre più ad un gusto di imitazione occidentale, induce i vertici del paese a
scelte di politica interna ed estera orientate in gran parte alla ricerca della soluzione di questo deficit
produttivo. Per questo motivo le ricerche in campo alimentare su nuove forme e modalità di produzione dei
cereali che emergeranno dalla tematica affrontata da EXPO 2015 non potranno quindi non ricevere la
massima attenzione e approvazione da parte della dirigenza cinese.
3. 16,50 Luigi Urru – Paesaggi del riso in Giappone. Dal folclore all'identità di una nazione
Abstract: Buono da mangiare e buono da pensare: il riso in Giappone soddisfa in modo lampante la celebre
formulazione di Claude Lévi-Strauss. Buono da mangiare perché presente su tutte le tavole: per colazione,
pranzo, cena ma anche per spuntini fuori pasto e fuori casa. Buono da pensare, poi, perché decisivo
ingrediente metaforico della nipponicità. Che si tratti delle feste contadine per il raccolto, della familiarità
(idealizzata per l’abitante delle metropoli) con un paesaggio di campi allagati, o ancora di racconti
cosmogonici, il riso fa coppia fissa col sentirsi giapponesi. Senza riso l’identità è sciapa, perde di gusto e di
mordente. La conferenza illustrerà il doppio registro del riso, alimento per eccellenza del corpo del singolo e
nutrimento con cui la comunità nazionale ha storicamente definito se stessa.
Domande 17,30/17,40
Sabato 11 Aprile 2015
Il tè, veicolo di incontri e scambi tra Asia ed Europa
1. 14,30 Susanna Marino e Isabella Doniselli Eramo “Incontri e incroci sulla via del tè”
Abstract: Un affascinante itinerario che si snoda intorno agli scambi commerciali e culturali tra Cina, Giap pone ed Europa nell’arco dei secoli. Innovazioni artistiche, tecnologiche e manifatturiere, abitudini quotidiane
influenzate dall’incontro con il tè: la storia culturale e scientifica che ruota intorno alla Camellia sinensis.
Domande 15,50/16,00
INTERVALLO 16,00/16,20
2. 16,20 Giampiero Raganelli - Il gusto del tè
Abstract: Tra i paesi dove la bevanda del tè è profondamente radicata, il Giappone conserva la cultura dello
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cha-no-yu, la cerimonia del tè. Testimoni dell’importanza del tè sono stati scrittori ma anche cineasti. Verrà
analizzata la cultura del tè nipponica come registrata dal cinema, attraverso l’uso di spezzoni. Biopic di mae stri del tè, adattamenti letterari, come quello da Mille gru di Kawabata, film dove compare la via del tè, film
dove semplicemente il consumo quotidiano di tè assume un’importanza narrativa.
3. 17,00 Stefano Locati – Il tè nel cinema della 'Grande Cina'
Abstract: Un esame della rappresentazione del tè nel cinema sinofono, con un confronto tra le
cinematografie di Cina Popolare, Hong Kong e Taiwan – tradizioni così vicine eppure ancora tanto distanti
per modalità espressive. Partendo dai film ad ambientazione storica per arrivare alla contemporaneità, un
breve viaggio nei differenti sapori del tè e delle sue influenze sulla vita quotidiana, con il supporto di brevi
estratti dai film più rappresentativi.
4. 17,40 Margherita Sportelli - Dalle strade del tè a quelle del vino. Come e cosa bevono i cinesi.
Come cambiano i loro gusti e i loro consumi nell’incontro con l’Occidente
Abstract: Le trasformazioni della società cinese, l’urbanizzazione accelerata, l’aumento del reddito disponibile, l’influenza dei modelli stranieri e lo sviluppo dei canali di distribuzione commerciale hanno indotto anche
mutamenti sensibili nei consumi e nei gusti della popolazione. Non è stata ininfluente neppure la attenzione
recente alla food safety: verso la sicurezza alimentare i cinesi mostrano una crescente sensibilità. Uno dei
grandi protagonisti di questi anni è diventato il vino, una vera passione nascente. I vigneti cinesi hanno raggiunto l’estensione di quelli dell’Australia e degli Stati Uniti messi insieme. La nuova arte della degustazione
enoica è destinata a sostituire il rito del tè, oppure la tradizione di Lu Yu manterrà il suo primato?
Domande 18,20
Sabato 9 Maggio 2015
Il sale della vita
1. 15,00 Anna Martelli - Il sale delle origini: sue declinazioni religiose e commerciali in Nord
Africa e nel Mediterraneo
Abstract: Elemento essenziale nell’alimentazione e per la conservazione, il sale riveste un grande valore
simbolico e culturale. Esso è connesso a pratiche religiose in diverse società, è all’origine di antichi
insediamenti umani ed attività commerciali, ha avuto un ruolo di rilievo in alcune attività produttive. Dai primi
siti egizi di sepoltura ai margini del deserto dove la sabbia calda e asciutta, talvolta ricca di ossido di sodio,
provocava un rapido essiccamento dei cadaveri e, nel contempo, la loro essicazione naturale, nascono i
primi rudimenti della conservazione della carne. I primi insediamenti umani sorgono lungo le coste dove
l’estrazione del sale marino può essere fatta attraverso la semplice evaporazione al sole. L’attività mercantile
del sale in epoca medievale aveva una lunga tradizione di scambi. Essa coinvolge non solo le piste
carovaniere del Nord Africa ma anche la Sicilia musulmana. Da Erodoto a Ibn Battuta storie e testimonianze
di geografi arabi sui giacimenti minerari di sale.
Domande 15,40/15,50
INTERVALLO 15,50/16,10
2. 16,10 Stefano Caldirola – Gandhi e la Marcia del Sale
Abstract: E' significativo che quella che da molti viene considerata la campagna di maggior impatto
condotta da M. K. Gandhi veda un elemento come il sale rivestire un ruolo fondamentale. Portata avanti per
24 giorni tra il marzo e l'aprile del 1930 la "marcia del sale", un percorso di 200 miglia condotto a piedi dal
Mahatma e dai suoi seguaci, segnò l'ennesima battaglia locale di Gandhi contro un'ingiusta ed iniqua tassa
britannica che colpiva duramente le masse dell'India, particolarmente quelle più povere ed indigenti. La
violazione delle leggi britanniche sulla raccolta del sale segnò un punto simbolico di grande rilevanza nella
battaglia nazionalista per l'emancipazione dell'India dal dominio coloniale
3. 16,50 Giuseppina Merchionne – Il sale come strumento di sviluppo economico: un esempio di sinergia di successo tra stato e imprenditoria privata realizzata alla fine del XIX secolo in Cina
Abstract: In Cina lo stato imperiale deteneva il monopolio della estrazione del sale lasciando la gestione del
trasporto e distribuzione all’interno del paese a consorterie di mercanti privati. Questa sinergia tra supervisione statale e gestione privata si rivelò di grande successo, creando una fitta rete di trasporti fluviali che garan -
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tiva la diffusione dell’alimento anche in zone remote del paese e assicurando notevoli introiti alla nascente
borghesia imprenditoriale, oltre a mantenere una fiorente economia locale legata al commercio del sale e dei
prodotti derivati. In alcune zone del paese, il sale divenne una sorta di moneta di scambio, di cui si servirono
anche le truppe dell’esercito popolare di liberazione di Mao durante la rivoluzione cinese, per istaurare un
rapporto economico con le popolazioni locali. L’uso del sale nella cucina cinese assume un significato supe riore a quello della cucina occidentale, poiché secondo la tradizione culinaria legata alla medicina tradizionale, il gusto salato è più efficace e salutare di quello prodotto dall’uso dello zucchero. Ciò spiega la quasi totale assenza di dolci nella cucina cinese e la ancora oggi vigente predilezione dei cinesi verso il salato, minata
da alcuni decenni dalla massiccia adozione di alimentazione straniera da fast food , caratterizzata da un forte consumo di sostanze dolcificanti. Di fronte al crescente malessere tra la popolazione giovanile provocato
da questi squilibri alimentari, stato e privati sono più che mai chiamati a ridefinire il sistema alimentare cinese
garantendone la genuinità e la salutarietà.
Domande 17,30/17,40
Sabato 30 Maggio 2015
Le spezie e gli speziali
1. 14,30 Guido Corradi e Monica Scaccabarozzi - Le spezie delle Molucche: la loro storia e le
proprietà terapeutiche
Abstract: All’interno del vasto arcipelago indonesiano si trova un gruppo di piccole isole che, a loro volta,
costituiscono un più piccolo arcipelago il cui nome richiama, come pochi altri, il mondo delle spezie: le
Molucche, denominate anche, a buona ragione, le isole delle spezie. Da qui hanno origine i chiodi di
garofano e la noce moscata. Intorno a questi minuscoli lembi di terra e in nome di essi si sono mosse navi,
eserciti, avventurieri. si sono combattute sanguinose guerre e si sono stipulati trattati e accordi fra le grandi
potenze coloniali. Parliamo, quindi, di questo piccolo arcipelago di terra, mare e fuoco e delle spezie che in
esso hanno trovato la loro origine: chiodi di garofano e noce moscata. Si tratta di due fra le più note e diffuse
specie di spezie, che da tempi assai remoti sono utilizzate dalle genti del mondo per arricchire il gusto delle
pietanze, per consentire la conservazione del cibo e per le funzioni terapeutiche che sono state loro
riconosciute da subito. Proprio di queste ultime proprietà intendiamo proporre una lettura in chiave
terapeutica volta a sottolineare le specifiche qualità di queste due spezie .
2. 15,10 Beatrice Nicolini - Spezie e percorsi mercantili
Abstract: Nella storia delle relazioni tra il Mediterraneo e l’Oceano Indiano, numerose furono le
talassocrazie commerciali lungo le coste dell'Africa orientale, del Golfo Persico/Arabico e dell'Asia sudoccidentale. Gli elementi compositivi della caratterizzazione sincretistica di tali aree, ove l'intersecarsi di
popoli, di merci e di culture diede vita a numerose civiltà costiere, furono il traffico di schiavi, il commercio di
avorio, la coltivazione e la diffusione delle spezie, e la crescita economico-commerciale dei litorali dell’Africa
orientale. Durante il 1700 e il 1800 si delinearono i percorsi sia terrestri sia marittimi lungo la famosa via
all'India britannica e le nuove gerarchie di potere entro gli scenari regionali. I commerci avvenivano
attraverso l'Arabia diretti in India e in Cina, di ambra, zafferano, pelli di leopardo per la fabbricazione delle
selle, gusci di tartaruga e di avorio. Se dall’Arabia provenivano datteri e pesce essiccato, le mangrovie
venivano esportate dall'Africa per la costruzione di soffitti e tetti in Arabia, oltre a grano, coppale, incenso,
cannella, avorio e schiavi.
Domande 15,50/16,00
INTERVALLO 16/16,20
3. 16,20 Donatella Dolcini - Mohandas Karamcand Gandhi, uno speziale prestato alla politica
Abstract: M. K. Gandhi, appartenente alla casta degli speziali, porta nella politica una linea diversa da
quella fondata sulla tradizione brahmanica, ossia aperta a un pubblico assai più vasto e impreparato: il
popolo. Perché esso diventi moralmente e fattivamente responsabile del bene pubblico, gliene appare
necessaria un'educazione che sia rivolta prima di tutto ai singoli individui che concorrono a formare appunto
la massa. Di qui l'accento posto anche sui costumi alimentari sia come scelta del tipo di nutrimento, sia
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come capacità di autolimitazione, sia come strumento di persuasione morale e politica (digiuno).
4. 17,00 Maria Angelillo - Le spezie in India: non solo alimentazione
Abstract: Chiunque abbia fatto una qualche esperienza di cucina indiana avrà ben presente
l'imprescindibilità in essa del ricorso alle spezie: ogni preparazione, dal dolce al salato, dal tè al pane,
contempla, in misura minore o maggiore, l'utilizzo di una o più spezie. Pepe, cardamomo, curcuma,
peperoncino, cumino, chiodi di garofano, cannella, noce moscata, etc. non si limitano, tuttavia, ad
assecondare le sole esigenze culinarie: le spezie assolvono una molteplicità di funzioni e il loro uso
caratterizza numerosi ambiti della cultura e della tradizione indiana. L'incontro ne descriverà precisamente la
quotidiana versatilità, osservandone, spiegandone e giustificandone l'impiego nell'ambito alimentare
innanzitutto, ma anche in quello cosmetico, rituale, devozionale, medico, terapeutico e apotropaico. Nel
contempo si offrirà anche un'analisi delle proprietà e delle caratteristiche riconosciute e attribuite dalla
tradizione indiana alle spezie maggiormente e più significativamente adoperate nei diversi contesti.
5. 17,40 Giuseppina De Nicola - Antropologia del gusto: Le spezie in Corea come esperienza
emotiva, sensoriale e terapeutica
Abstract: Le spezie hanno da sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella costruzione del gusto e
nell’arricchimento delle peculiarità culinarie. Ma esse spesso sono fondamentali anche nella creazione di
una memoria archeologica che mantiene vive emozioni e sensazioni attraverso le quali una cultura si
identifica. La Corea possiede una rilevante tradizione culinaria nell’uso delle spezie come ingrediente di
gusto ma soprattutto di “anima”. Le spezie sono anche considerate vere e proprie “essenze” di vita. Ancora
oggi l’idea filosofica che la salute dell’essere umano viene preservata solo quando la fisiologia umana
mantiene una propria armonia con il cibo è ampiamente adottata. Questo rende l’esperienza del cibo
coreano una pratica per il corpo e la mente.
Domande 18,20
Sabato 13 Giugno 2015
Il latte: il sacro bianco
1.
14,30 Stefania Floreani – Introduzione generale: Il latte non è uguale per tutti
2.
15,10 Giuliano Boccali –
Domande 15,50/16,00
INTERVALLO 16/16,20
16,20 Laura Tenti – L'oro bianco dei Toda: templi latteria tra mitologia, archeologia e
fascinazione
Abstract: Dal latte, inteso come fluido divino, dipende la complessa ritualità e concezione del numinoso dei
Toda, una popolazione di pastori e allevatori di bufali di lingua dravidica, insediati sui monti Nilgiri, nel Tamil
Nadu, al confine con il Kerala. I loro templi-latteria rappresentano un unicum in India: qui avviene la
zangolatura del latte da parte di un sacerdote. Gli stessi templi sono considerati divinità e l’ufficio del
sacerdozio costituisce un rito di passaggio fondamentale per i Toda: nella vita un uomo non è completo se
non ha ricoperto almeno una volta questa carica. I templi-latteria e i bufali sono paradigmatici della loro
cultura e Leitmotiv di canti e miti cosmogonici e antropogonici singolari. Molte sono le suggestioni che hanno
alimentato la fascinazione attorno ai Toda. Sulle loro origini, rimaste in un sostanziale cono d’ombra, si
favoleggiò molto, in virtù anche del loro aspetto fisico che li faceva sembrare dei patriarchi biblici e del
vestiario che riecheggiava una toga romana. Una sorta di ‘filo di Arianna’ lega i Toda all’Italia, poiché una
delle attestazioni più antiche su di loro proviene da un missionario gesuita capuano, Padre Fenicio. Faranno
seguito altri viaggiatori italiani, tra i quali: Paolo Mantegazza, pioniere dell’antropologia italiana ottocentesca,
che raccolse una rara e poco conosciuta collezione sui Toda e Lidio Cipriani, anticipatore della fotografia
antropologica.
3.
4.
17,00 Chiara Piccinini – L’aumento del consumo di latte vaccino e dei suoi derivati in Cina:
implicazioni culturali e possibili conseguenze
5.
17,40 Maurizia Sacchetti - Il consumo del latte nelle tradizioni alimentari
di alcune etnie sub siberiane in Cina
Centro di Cultura Italia-Asia “G. Scalise”
6. 18,20 Giancarlo Ventura – Il latte in Mongolia alimento e sacro
Abstract: Simbolo di purezza e di rinnovamento il colore bianco è il colore del latte. Alimento base delle
popolazioni nomadi dei mesi estivi è anche oggetto di offerte in numerosi cerimoniali sacri e profani.