IN OGNI pistola - film press plus

Transcript

IN OGNI pistola - film press plus
PISTOLA
IN OGNI
UNA
pistola
mano
una
en cada
MANO
un film di Cesc Gay
SINOSSI
L’implacabile ritratto di otto uomini di oggi in scene di ordinaria crisi d’identità…
J., bipolare, è in analisi e sta diventando un paziente modello. E. rimpiazza la fidanzata con un gatto e torna a vivere da sua
madre. S. ha un debole per le scappatelle ma fa un maldestro tentativo di riconquistare Elena, la sua ex moglie. Neanche i
farmaci aiuteranno G. a trovare una risposta sul perché sua moglie abbia un altro, mentre L. deve chiarirsi le idee sul motivo
per cui fa confusione fra il nome di sua moglie e quello del suo cane. P. è sposato e sarà lo zimbello di tutti dopo aver tentato
un approccio con la collega Mamen a una festa aziendale. Infine, con un pizzico di ironia Maria e Sara insegnano ai loro taciturni
mariti come esprimere i propri sentimenti.
Chi mi ama mi segua! Le vicende sentimentali di otto quarantenni formano un mosaico di emozioni all’insegna dell’ironia,
delineando vizi e virtù dell’uomo moderno.
COMMENTO
IN PIENA
DEL REGISTA E SCENEGGIATORE
CESC GAY
CRISI D’IDENTITÀ
Negli ultimi decenni il ruolo maschile nella nostra società è cambiato e ho l’impressione che noi uomini siamo stati gli ultimi
ad accorgersene. Mi sono divertito a scrivere spietatamente di noi. Nel mio film UNA PISTOLA EN CADA MANO il punto è
proprio mostrare e descrivere la nuova condizione in cui ci troviamo: smarriti, confusi e in piena crisi d’identità. Una formula
perfetta per una commedia.perfetta per una commedia.wonderful situation for comedy.
DIVERSI MODI DI
INTENDERE IL MASCHILE
UNA PISTOLA EN CADA MANO tratta della difficoltà che hanno i protagonisti a rapportarsi con se stessi, non accettandosi o non
guardando in faccia la realtà.
Nel film si toccano diversi temi, ma in un certo senso hanno tutti a che fare con un diverso approccio al maschile. Ecco la trama
in poche parole. Io stesso mi accorgo di avere avuto una vita completamente diversa da quella di mio padre. Gli uomini sono
diventati più femminili, hanno imparato a esprimere le emozioni e sono stati costretti a fingere. E fin qui, tutto bene. Ma dobbiamo
ammettere che non ci è venuto in modo naturale. Gli uomini non sanno come piangere, per esempio. Le donne sì. È bello… Noi
di solito fingiamo. Magari andiamo al cinema, una scena ci commuove e il novanta percento degli uomini reprime le proprie emozioni.
Vi do questo esempio perché la mia idea era svelare anche il nostro lato più sentimentale – lo dimostra il personaggio di Javier
Cámara nel secondo edisodio di UNA PISTOLA EN CADA MANO. Il protagonista è patetico, ma allo stesso tempo è anche molto
tenero vedere come si ribella a un certo tipo di reazioni; in quel momento non è onesto fino in fondo con se stesso e finge, facendo
credere che va tutto bene. È il paradosso di questo modello maschile che è messo in discussione. Ed è proprio qui che inizia a
sgretolarsi davanti ai nostri occhi.
I PROTAGONISTI NON POSSONO
PIÙ NASCONDERSI
UNA PISTOLA EN CADA MANO ruota attorno agli incontri, alcuni casuali, dei protagonisti. Situazioni improbabili e dialoghi curiosi,
narrati nel presente e in tempo reale. Questo è soprattutto un film composto di attimi e la sceneggiatura si sviluppa come un
puzzle in cui ogni pezzo è una storia. La struttura è un po’ frammentaria ma è una narrazione lineare, senza flashback. Puro
dialogo. L’idea era collocare i personaggi in luoghi in cui non possono nascondersi. Gli incontri accadono in modo inaspettato,
i protagonisti vengono colti di sorpresa. Questo era lo spunto iniziale, in più con l’idea di sviluppare dei dialoghi. Successivamente
si trattava di dare compattezza a ogni storia ed escogitare imprevisti e colpi di scena adatti alla vicenda.
LO SCHEMA
MASCHILE
Un film d’ensemble ha molti protagonisti, le cui storie si intrecciano. Invece in UNA PISTOLA EN CADA MANO si passa da una
storia all’altra e i protagonisti maschili non hanno un nome che ne definisca la personalità. Identificati solo da un’iniziale, sono
come dei bambini non ancora nati. È ciò che ho cercato di trasmettere a tutti gli attori. Ho chiesto loro di fidarsi di me, assicurandogli
che li avrei portati in un luogo insolito. Tutti i personaggi maschili di UNA PISTOLA EN CADA MANO rientrano in un certo
schema. Uno schema maschile.
LE
DONNE
Diversamente dai personaggi maschili di UNA PISTOLA EN CADA MANO, le donne hanno un nome. Si differenziano maggiormente
l’una dall’altra perché hanno funzioni diverse. Il ruolo che Clara Segura interpreta nell’episodio con Javier Cámara è diverso da
quello di Candela Peña o quello di Leonor Watling. I personaggi femminili favoriscono lo svolgimento della trama e la drammaturgia. Danno un tocco in più alla loro storia. Le protagoniste femminili hanno anche una personalità più forte. Sono più teatrali,
più agressive, in particolare il personaggio di Candela. Sono contento perché credo che ognuna di loro abbia una collocazione
perfetta. Condividono un unico spazio fisico comune e il tono generale del film.
NON
LA SOLITA COMMEDIA
Ho dato alla sceneggiatura di UNA PISTOLA EN CADA MANO il tono che mi ero prefisso con quei personaggi/attori, portandoli
tutti nello stesso luogo. Perché se le loro interpretazioni fossero state troppo diverse, il pubblico avrebbe avuto l’impressione di
ascoltare diversi tipi di musica contemporaneamente. Il film è permeato da un sottile umorismo, si punta sul tono. Se fosse un
film drammatico, avremmo potuto variare di più le interpretazioni. Questo film non è la solita commedia perché è un po’ più duro,
più triste. Non è un film basato semplicemente su delle gag. Non è una parodia ma una commedia genuina, molto sentita. Ha un
lato serio, ma è scritta pur sempre con un tocco di sarcasmo. È quel genere di umorismo che ti scuote. Gli attori hanno lavorato
in un luogo insolito per un film. È un luogo con delle fragilità, ma io non l’ho cammuffato.
IO
VADO
L’idea era che i personaggi si incontrassero casualmente. Se ci fate caso, noterete che in UNA PISTOLA EN CADA MANO è
come se i personaggi fossero sempre sul punto di partire. Sono tutti di corsa: nella hall dell’hotel, al parco, in casa. Escluso
l’ultimo episodio in automobile, in cui i personaggi sono fermi nello stesso luogo. Tutto il film si svolge nello spazio di “Ok, io
vado”: questa è la dimensione che regge tutta la commedia e che crea anche suspense.
NESSUNO CI HA DETTO CHE
A PROPOSITO DI
SESSO
In UNA PISTOLA EN CADA MANO non c’era spazio per le immagini di sesso, in compenso se ne parla molto. Il sesso c’è, è
qualcosa che fa parte di molte situazioni, un elemento fondamentale. Nell’episodio con Ricardo Darín e Luis, si parla di infedeltà.
Anche il personaggio di Candela usa molto il sesso nel suo rapporto con Eduardo. Inoltre c’è un modo di fare sesso curioso e
strano fra Leonor e Alberto e fra Jordi e Cayetana. Non mi sono mai piaciute le scene di sesso esplicite nei film come spettatore.
Anzi, le trovo piuttosto noiose, a meno che non si tratti di un film erotico. Le scene di sesso si sa già come andranno a finire, a
meno che non ci sia qualcosa di speciale.
LA VITA
SAREBBE STATA COSÌ
Il primo episodio che abbiamo scritto è anche il primo del film (con Eduard Fernández e Leonardo Sbaraglia). È stato il primo
abbozzo per il resto della sceneggiatura, solo poi è venuto tutto il resto. È successa una cosa abbastanza simile con la sceneggiatura di EN LA CIUDAD. Si trattava di un film d’ensemble e avevamo diverse storie, ma non le abbiamo usate tutte. Lo stesso
vale per questo film. Avremmo potuto scrivere altre storie ancora o fare un altro film. Ma alla fine abbiamo usato quelle…
“Nessuno ci ha detto che la vita sarebbe stata così.” Da questa frase parte la storia di Leonardo ed Eduard. Me l’ha detta un giorno
un mio amico, mi ha colpito subito. Quando l’ho sentita ho pensato che fosse un modo per esprimere sconcerto. Arrivi a un certo
punto della vita in cui pensi: non doveva andare così! E poi il personaggio di Leonardo continua: “Sì, non ti avvisano né ti danno un
manuale!” Ho pensato che questo fosse un modo molto chiaro per esprimere il proprio disagio. Così è nata la prima storia.
DI COSA
PARLATE
EDUARD
QUANDO VI VEDETE?
In ogni episodio c’è un periodo che funge da filo conduttore, che riassume un po’ tutto. Insieme al cosceneggiatore Tomàs Aragay
abbiamo scritto una lista di frasi. Per esempio, quella dell’episodio di Ricardo Darín e Luis Tosar è quando Luis dice: “Agli uomini
non piace perdere”. Non accettare le sconfitte può causare un bel po’ di problemi. Perché ci mettiamo nei pasticci? Perché non
vogliamo perdere, non ammettiamo le sconfitte, non le accettiamo. L’ultima storia, quella di Alberto e Jordi, si può riassumere in
una battuta di Leonor: “Di cosa parlate quando vi vedete?”. Alcune idee erano dei puntelli, i motori che mandavano avanti tutto.
E poi ce n’erano altre che abbiamo accantonato. Poi abbiamo pensato al fatto di “lasciarsi aiutare”, anche questo un passo molto
difficile per gli uomini. Leonardo lo dice due volte a Eduard. Tutti questi tasselli ci sono serviti a strutturare la sceneggiatura di UNA
PISTOLA EN CADA MANO.
FERNANDEZ
L’unico personaggio che ho creato pensando a un attore ben preciso è quello di Eduard Fernández. Per la nostra amicizia e perché
ha partecipato al progetto sin dall’inizio. Ha molto umorismo. Inoltre per me non è difficile scrivere una parte per Eduard perché non
è la prima volta. In UNA PISTOLA EN CADA MANO, il personaggio di Eduard, E., riesce a esprimere i propri sentimenti in modo più
chiaro ed esplicito. Quando incontra per la prima volta Leonardo Sbaraglia e gli chiede notizie di suo padre, Eduard si commuove.
Ho voluto tenere questa scena. Non avrei fatto lo stesso con personaggi più chiusi. Ma questa è anche l’idea del film: lasciare che i
protagonisti si aprissero. In particolare E., più propenso a mostrare i propri sentimenti rispetto a Leonardo.
LA VITA DEI PROTAGONISTI
Il background da cui provengono i personaggi è più importante per gli attori che per me. Se durante le prove mi chiedevano dettagli
sulla loro vita, inventavo le risposte sul momento. Anche Anna, la nostra costumista, mi ha chiesto: “Cesc, che lavoro fa il personaggio
di Javier Cámara?”. “Beh, è professore universitario.” Ma non credo che siano informazioni di cui il pubblico ha bisogno, è soprattutto
un’esigenza degli attori e del costumista. Che differenza fa sapere cosa fa nella vita il personaggio di Clara Segura? Secondo me
non è importante.
IL
FINALE
Ho pensato che fosse opportuno costingermi a evitare un finale bizzarro. Invece riunisco semplicemente tutti i personaggi sullo
schermo per aggiungere qualche informazione sui vari legami, nient’altro. Ho cercato di dare una conclusione, come arrivare al
dessert, alla fine della cena. Un po’ come in EN LA CIUDAD, anche se qui ovviamente c’è un finale a sorpresa. In EN LA CIUDAD,
camminiamo insieme ai personaggi, che si incontrano e si separano. In UNA PISTOLA EN CADA MANO, quando vediamo le
riprese della festa, la prima persona che compare è il personaggio interpretato da Eduard Fernández, mentre iniziamo a intravedere
gli altri, ma non possiamo intuire il seguito. Questo era un altro obiettivo: aggiungere un colpo di scena o un finale a sorpresa.
LE MUSICHE
Durante la stesura della sceneggiatura e le riprese, mi sono reso conto che non avremmo dovuto esagerare con la musica, ma
che le avremmo dato un ruolo, l’avremmo trasformata in un personaggio che accompagnasse lo spettatore da una situazione
all’altra. Inoltre doveva essere un mix con un pizzico di ironia e riallacciarsi alla pistola del titolo; ci voleva un tocco di western.
Ho selezionato alcuni pezzi di diversi musicisti e li ho proposti a Jordi Prats, con cui avevo collaborato anche per la realizzazione
di EN LA CIUDAD e KRÁMPACK. Insomma, abbiamo utilizzato un vero gruppo di rock and roll. Credo che quel suono piuttosto
austero sia perfetto e dia vigore a UNA PISTOLA EN CADA MANO.
UNA PISTOLA IN OGNI MANO
I titoli sono sempre complicati. “Andare in giro con una pistola in ogni mano” riassume tutto il film. Un giorno ho scritto quella
battuta per il personaggio di Candela e ho pensato che fosse molto maschile. Mi ricordava Clint Eastwood e il genere western,
mi sembrava un bel titolo. Infatti l’ho mostrato alla nostra produttrice Marta Esteban, a cui è piaciuto. È lungo ma mi piace. Tanti
mi hanno chiesto il suo significato. Sono state fatte ipotesi di ogni tipo, molto divertenti e talvolta con connotazioni erotiche.
Diciamo che la gente ha le fantasie più strane.
CESC GAY (writer-director)
DELLE RIPRESE
INSOLITE
Quelle di UNA PISTOLA EN CADA MANO sono state delle riprese insolite, perché sono durate sette o otto mesi, ma in definitiva
abbiamo girato solo 17 giorni. Abbiamo iniziato a novembre con Javier Cámara, poi a febbraio, al parco, con Ricardo Darín e Luis
Tosar. Ciò mi ha permesso di concentrarmi totalmente su ogni situazione (e mi sono divertito), preparandola, realizzando le riprese
e passando due o tre giorni sul set. È più difficile girare per sette settimane di seguito. Mangi e bevi poco, sei sempre stanco…
Insomma, in questo senso è stato molto gratificante. Non so se le cifre tornavano per il mio produttore. Ma quando ho iniziato a
chiamare gli attori e loro hanno aderito, era chiaro che non potevamo realizzare il film tutti insieme a causa dei loro impegni.
Cesc Gay è famoso per essere uno dei più acuti osservatori della urban middle-class catalana. Nato a Barcellona nel 1967, studia
cinematografia a Barcellona e a New York, dove dirige il suo primo film, HOTEL ROOM (1998) insieme all’argentino Daniel Gimelberg. Nel 2000 realizza KRÁMPACK, tratto dall’omonima pièce teatrale, che viene presentato alla Settimana internazionale della
critica del Festival di Cannes e si aggiudica numerosi premi. EN LA CIUDAD, del 2003, è un grande successo di critica e di pubblico. Il film riceve quattro nomination per il Premio Goya, fra cui Miglior regia e Migliore sceneggiatura, mentre Eduard Fernández
porta a casa quello per il Miglior attore protagonista. Nel 2006 dirige FICCIÓN, che gli aggiudicherà il Premio Nacional de Cine
della Generalitat de Catalunya. Cesc Gay lavora anche per il piccolo schermo, per cui realizza serie televisive, fra cui “Jet Lag”.
Feature Filmography
2012 A GUN IN EACH HAND (UNA PISTOLA EN CADA MANO)
2009 V.O.S.
2006 FICTION (FICCIÓN)
2003 IN THE CITY (EN LA CIUDAD)
2000 KRAMPACK (NICO & DANI)
1998 HOTEL ROOM (insieme al regista Daniel Gimelberg)
CAST
Jordi Mollà
Leonardo Sbaraglia
S. Javier Cámara | G. Ricardo Darín | E. Eduard Fernández
M. Jordi Mollà | P. Eduardo Noriega | A. Alberto San Juan
J. Leonardo Sbaraglia | L. Luis Tosar | Sara Cayetana Guillén Cuervo
Mamen Candela Peña | Elena Clara Segura | María Leonor Watling
Eduardo Noriega
Ricardo Darín
Luis Tosar
TROUPE
Regia Cesc Gay | Sceneggiatura Cesc Gay, Tomàs Aragay | Fotografia Andreu Rebés | Suono Albert Gay,
Ricard Casals, Kamikaze | Montaggio Frank Gutiérrez | Scenografie Sylvia Steinbrecht | Trucco Karol Tornaría
Musiche Jordi Prats | Produttrice Marta Esteban | Società di produzione Imposible Films (Barcelona) con la
participazione di TVE – TVC – Canal + con il sostegno di ICAA, ICEC
Javier Cámara
Alberto San Juan
DATI
Eduard Fernández
Leonor Watling
Clara Segura
Cayetana Guillén Cuervo
Candela Peña
TECNICI
Lingua Spagnolo | Location Barcellona | Formato Digital (HD) transfer 35 mm. 1:1.85 | Durata 95’ | Anno 2012 | Paese Spagna
World Sales:
The Match Factory
International Press:
FILM⎮PRESS⎮PLUS
Balthasarstrasse 79-81
50670 Cologne / Germany
Richard Lormand
T +49 221 539 709 - 0
[email protected]
F +33-9-7044-9865 (France)
F +39-347-256-4143 (in Rome, Nov 8-18)
[email protected]
www.the-match-factory.de
www.FilmPressPlus.com