Youth - La giovinezza - Cinema Verdi
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Youth - La giovinezza - Cinema Verdi
Cineforum G. Verdi www.cineverdi.it Youth - La giovinezza CAST TECNICO ARTISTICO Regia Paolo Sorrentino Sceneggiatura Paolo Sorrentino Scenografia Ludovica Ferrario Fotografia Luca Bigazzi Montaggio Cristiano Travaglioli Musiche David Lang Distribuzione Medusa Film Paese Italia 2015 Durata 118’ INTERPRETI E PERSONAGGI Michael Caine Fred Ballinger Harvey Keitel Mick Boyle Rachel Weisz Lena Ballinger Paul Dano Jimmy Tree Jane Fonda Brenda Morel Mark Kozelek sé stesso "Questo è quello che si vede da giovani: si vede tutto vicinissimo; quello è il futuro... e questo è quello che si vede da vecchi: si vede tutto lontanissimo; quello è il passato" Mick Boyle Durante la lavorazione il titolo provvisorio del nuovo film di Paolo Sorrentino era In the future, nel futuro. Forse sarebbe stato più appropriato. Non tanto perché i protagonisti di Youth - La giovinezza sono tutti anziani. Il tema principale, la cornice che racchiude i visionari e immaginifici quadri che il maestro napoletano dipinge con i suoi tormentati personaggi e le loro storie, è l’inesorabile passare del tempo, con il passato che progressivamente sovrasta le aspettative nel futuro. Con la vecchiaia la speranza e la vitalità cedono alla disillusione, i desideri ai 41°° anno 10°° film rimpianti e ai ricordi, i corpi logorati si abbruttiscono. E’ ancora possibile desiderare di vivere il futuro? Youth si svolge quasi interamente in un albergo-resort resort di lusso nella quiete delle Alpi svizzere dove gli agiati e anziani ospiti vanno a riposare e rigenerarsi. Si ritrovano due vecchi amici. Fred Balinger è un famoso direttore d’orchestra, oramai ritirat ritirato dalle scene. Si è rassegnato all’apatia e si lascia vivere, tanto che rifiuta persino di dirigere un concerto per la Regina d’Inghilterra. Mick Boyle, invece, è un importante regista, tenace e per nulla intenzionato a ritirarsi prima di aver girato il suo film-testamento. testamento. Il primo è accompagnato dalla figlia, il secondo soggiorna con un gruppo di giovani sceneggiatori con cui sta cercando l’ispirazione per il finale del suo film. Attorno ai due protagonisti ruota un una serie di personaggi stravaganti e bizzarri, tra gli altri: un giovane attore in crisi perché non riesce a liberarsi dai ruoli hollywoodiani che lo hanno reso famoso, un asceta buddista in attesa della levitazione, un Maradona imbolsito e asmatico il cui corpo orpo deforme è contrapposto alla bellezza ammaliante di una splendida Miss Universo. Come i personaggi de La grande bellezza, di cui Youth per molti aspetti è la continuazione, anche questi rappre- Youth - La giovinezza sentano amaramente e malinconicamente la decadenza e la crisi di chi vive il presente senza chiedere nulla al futuro. Con una differenza sostanziale. Mentre nel primo i vari personaggi, tanto esuberanti quanto sgradevoli, a partire da Jepp Gambardella, erano di fatto dei falliti, sedicenti artisti e mondani frustrati, in Youth Fred e Mick sono degli artisti veri, hanno conosciuto e assaporato la bellezza dell’arte, vissuto una vita piena e creativa. Lo stesso Maradona è stato un’icona dello sport e della sua rappresentazione artistica. Non c’è via di fuga neanche per loro. Il disincanto della vecchiaia conduce inevitabilmente alla crisi, alla difficile scelta tra vivere ancorati al passato o trovare la forza di desiderare e immaginare un futuro. Come sempre, però, le tematiche e le chiavi di lettura che i film di Sorrentino offrono sono molteplici: dal disagio esistenziale alla solitudine nella società odierna, dal rapporto generazionale tra genitori e figli all’arte e alla bellezza come possibilità di riscatto. Nel microcosmo umano dell’albergo svizzero si alternano storie allegoriche e personaggi iconici solo apparentemente slegati tra loro, in una struttura narrativa che procede per quadri filmici esteticamente stupefacenti. Le immagini sontuose e ricercate, spesso visionarie e oniriche, sono associate a musiche avvolgenti e dialoghi brillanti, forse un po’ didascalici e aforistici, ma sempre suggestivi. Sorrentino sembra inseguire costantemente la perfezione estetica. Nell’uso geometrico della macchina da presa e dei carrelli è capace di virtuosismi incredibili e unici, tanto che le 2 - 3 - 4 - 5 dicembre 2015 splendide immagini dei suoi film si riconoscono subito. Se La grande bellezza era stato visto come la riproposizione attualizzata de La Dolce Vita felliniana, Youth non poteva che essere accostato a 8 e mezzo. In parte c’è del vero, i film del cineasta napoletano però hanno una poetica e una scrittura assolutamente personali. Riguardo agli attori, l’interpretazione dei due protagonisti è semplicemente straordinaria: Micheal Caine e Harvey Keitel, due miti assoluti del cinema mondiale, danno vita a due personaggi intensi e malinconici. Fred e Mick hanno aspettative diverse rispetto al loro futuro, e questo dividerà le loro strade. L’impossibilità di realizzare il suo filmculto, nel tentativo di ritrovare per l’ultima volta la giovinezza artistica, costituirà per Mick un trauma insuperabile. Al contrario, Fred, accettando di riprendere in mano le bacchette e di dirigere il concerto tante volte rifiutato, sembra dirci che anche da vecchi si può continuare a vivere il presente, guardando al futuro senza rimpianti. Senza più grandi passioni e smodati desideri, forse, ma ripartendo dalle canzoni semplici e dalla grande bellezza delle piccole cose. Sergio Dal Maso [email protected] Cineforum G. Verdi www.cineverdi.it Il regista Paolo Sorrentino nato il 31 maggio 1970 a Napoli alcuni tra i film più importanti (2013) La grande bellezza (2011) This must be the place (2008) Il Divo (2004) Le conseguenze dell’amore 41°° anno 10°° film Youth - La giovinezza L’attore La locandina Michael ichael Caine nato il 1 14 marzo 1933 a Rotherhithe (Regno Unito) Premi e riconoscimenti - premio miglior regia alcuni tra i film più importanti Globi d’Oro 2015 - premio miglior fotografia Festival di Cannes - nomination Palma d’oro Colonna sonora Voti film rassegna L’albergo dove è stato girato il film si chiama Waldhaus e si trova a Flims in Svizzera nel cantone dei Grigioni. Alcune scene sono state girate anche allo Schatzalp Hotel di Davos che è l’albergo a cui si è ispirato Thomas Mann per La montagna incantata. Come negli altri film di Sorrentino le musiche sono curatissime e molto varie, hanno infatti un ruolo fondamentale nel suo cinema. La colonna sonora originale, compresa la “Simple Song #3” finale è stata composta dal compositore statunitense David Lang. Diverse canzoni sono del cantautore Mark Kozelek, che partecipa al film in una scena intrattenendo gli ospiti dell’hotel dell’hotel. Tra i pezzi di Kozelek utilizzati c’è “Onward”, cover degli Yes. A suonare dal vivo nell’albergo invece sono i Retrosettes, gruppo d di Manchester. Nel concerto finale, oltre al ssoprano, la coreana Sumi Jo, partecipa anche la famosa violinista Viktoria Mullova. • • • • • • • • • Miss Universo è interpretata dalla modella e attrice rumena Madalina Ghenea. Micheal Caine somiglia molto al famoso direttore d’orchestra Carlos Kleiber. di Ava DuVernay - premio miglior fotografia e montaggio - altre 4 nomination Curiosità Il sosia che interpreta Maradona è l’attore argentino Roly Serrano, molto famoso proprio per la somiglianza con il calciatore. Il prossimo film Nastri d’argento 2015 (2002) The Quiet American (1999) Le regole ole della casa del sidro (1998) Zona d’ombra (1986) Hannah e le sue sorelle La teoria del tutto La famiglia Belier Suite Francese L’ultimo lupo Still Alice Il padre La regola del gioco Nessuno si salva da solo Mia madre 2 - 3 - 4 - 5 dicembre 2015 USA – biografico – 128’ Ambientato negli Stati Uniti nel 1965, durante a presidenza di Johnson, il film è la storia della marcia della comunità nera della città di Selma per protestare contro gli abusi subiti dai cittadini afroamericani. Per la prima volta la vita di Martin Luther King viene portata sul grande schermo con un cast straordinario. La parola al pubblico 4,44 4,41 4,29 4,08 4,06 3,98 3,90 3,29 3,06 Inviate i vostri commenti al 348 - 5603580 IL PADRE “Non mi è stato facile accettare la prima parte del film, dà ancora più forza alla sensazione di orrore che aleggia nel mondo, sconvolto da violenze incomprensibili. La bravura dell’attore, l’amore e la determinazione che ha trasmesso hanno sopperito ad ogni angoscia. Nel silenzio molte parole ed emozioni sono raccontate con gli occhi.” G. “Ci sono uomini e uomini, poi ci sono i sentimenti. Per non dimenticare il genocidio degli Armeni e per superare tutte le violenze gratuite nella civile quotidianità, dai gesti di bullismo ai pregiudizi. Grande il regista e nobile l’interpretazione del padre, difensore dei valori, sempre sostenuto dal canto della moglie.”