Tutti chimici - Comune di Borgomanero
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Tutti chimici - Comune di Borgomanero
Per l'anno scolastico 2009/2010 gli assessorati alle Politiche Giovanili e all'Ambiente hanno proposto alle scuole di Borgomanero il progetto “Giovani e ambiente: l’acqua, fonte di vita e di speranza”. Anche le classi seconda e terza della Scuola Primaria di Santa Cristina hanno aderito al progetto ed i bambini oltre alle lezioni in classe per capire l’importanza dell’acqua nella vita di tutti i giorni, sono stati sensibilizzati a vivere l’acqua come gioia, come piacere da condividere affinché tutti sappiano amarla e proteggerla. Con questo spirito le insegnanti hanno parlato ai bambini dei corsi d’acqua di Santa Cristina, dei fontanili, delle risorgive, delle rogge, dei ruscelli…, L’acqua che scorre nei terreni dopo essere scesa dalle colline. È stata poi data l’opportunità agli alunni di studiare ancor meglio l’acqua con un’esperienza piuttosto insolita. Loro stessi la raccontano: Tutti chimici Giovedì 15 aprile abbiamo vissuto una delle giornate più interessanti della nostra vita. È bastato un camice bianco e, voilà, eccoci trasformati in apprendisti scienziati chimici. Guardando sul dizionario abbiamo letto che la chimica è: “la scienza che studia le proprietà, la composizione, la preparazione, la capacità e il modo di reagire delle sostanze naturali e artificiali del regno organico e di quello inorganico”. Siccome ci eravamo già occupati, nei mesi scorsi, del problema dei rifiuti sapevamo che organico significa vivente o tutto ciò che viene dai viventi mentre inorganico è non vivente. Il “miracolo” della nostra trasformazione in scienziati è avvenuta all’ITIS, una scuola superiore di Borgomanero, dove siamo stati accolti da professori e studenti molto bravi, simpatici, intelligenti ed anche sorridenti. Indossato quindi il camice bianco è incominciata la lezione di chimica. In un’aula, due studentesse ci hanno spiegato che l’acqua può contenere calcare e, se ne contiene troppo, l’acqua si dice “dura” e non è tanto buona. Se l’acqua non è “dura”, è “dolce”e non contiene calcare oppure ne contiene pochissimo. L’acqua portata dalla nostra scuola ed analizzata è risultata dolce, buona da bere tanto come l’acqua comprata nelle bottiglie. Quindi, ci è stato detto, non dobbiamo mettere tanto detersivo per lavare piatti, panni, pavimenti… L’acqua di Milano invece è dura. Siamo poi entrati nei laboratori, due grandi locali pieni di attrezzature strane, tubi dappertutto e oggetti di vetro dai nomi difficili. Una fiamma cambiava colore a seconda dei sali che le si mettevano sopra. Su alcune strisce di carta speciale imbevuta di succo di cavolo rosso, venivano versati dei liquidi; a seconda della colorazione che si evidenziava sulla carta, noi capivamo se quei liquidi (aceto, sapone di Marsiglia, olio, detersivo…) erano più o meno acidi o basici ma potevano essere anche neutri e non far cambiare colore alla carta. Da Santa Cristina noi avevamo portato, oltre al campione dell’acqua che esce dai rubinetti della scuola, anche dell’acqua prelevata da due corsi d’acqua del nostro territorio che abbiamo visto e cercato di conoscere: il Cavo Bono ed il torrente Geola. Gli studenti hanno analizzato anche quelle acque e ci hanno riferito che entrambe sono da considerarsi buone. Comunque le analisi fatte non erano complete e non sappiamo se le acque fossero batteriologicamente pure e quindi potabili. Prima di uscire dal laboratorio, un professore ci ha insegnato come ottenere “il dentifricio per gli elefanti” cioè un dentifricio in quantità tale da poter lavare i loro denti, zanne comprese. Ha versato in un cilindro di vetro, alto e stretto, acqua ossigenata, colorante, detersivo per piatti, lievito di birra. Subito si è sviluppata una sostanza schiumosa che è fuoruscita dal tubo formando una specie di scultura moderna come si potrebbe fare, in piccolo, schiacciando il dentifricio fuori dal tubetto. Divertentissimo!!! Quasi tutti noi da grandi vorremmo diventare dei chimici. Erano presenti l’assessore alle Politiche Giovanili e all’Ambiente, responsabile dell’Ufficio Politiche Giovanili, Angela Mora. Roberto Nonnis e la