Motivazioni del conferimento del premio al prof. Cardini

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Motivazioni del conferimento del premio al prof. Cardini
attica
azionale di Did
io
Centro intern
del Patrimon
della Storia e
Bologna, 25 ottobre 2013
Nell’ambito della X edizione della
Festa internazionale della Storia
Su proposta di Jacques Le Goff e con l’unanime approvazione
dei componenti del Comitato Scientifico e del Comitato d’Onore
L’ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
IL CENTRO INTERNAZIONALE
DI DIDATTICA DELLA STORIA E DEL PATRIMONIO
sono lieti di conferire il premio internazionale
“Il portico d’oro” - Jacques Le Goff
A
FRANCO CARDINI
MOTIVAZIONI
Quest’anno, in occasione della decima edizione della Festa internazionale della Storia e della sesta edizione del premio “Il portico d’oro” intitolato a Jacques Le Goff, il suo comitato scientifico ha
deciso di attribuire il prestigioso riconoscimento all’illustre professore Franco Cardini che all’intensa attività di ricerca e di produzione scientifica in ambito accademico ha saputo abbinare multiformi attività di diffusione e condivisione dei suoi studi, avvalendosi efficacemente di molti linguaggi espressivi.
Nel farlo ha più volte manifestato la piena consapevolezza della funzione del maestro che dalle proprie indagini sa trarre le opportunità di condividerne gli esiti.
Si è così avventurato con risultati eccellenti nei diversi campi della diffusione storica; dalla narrativa alla saggistica, dal cinema alla televisione, sempre perseguendo l’attendibilità e l’autorevolezza
che derivano dal costante riferimento alle acquisizioni scientifiche. Laureato all’Università di Firenze, dove è stato allievo del professor Ernesto Sestan, tra i numerosissimi titoli e incarichi che ha
ricoperto si ricorda che è stato professore ordinario di Storia Medievale prima all’Università di Firenze e dal 2006 presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane; che è stato Fellow della Harvard
University ed ha svolto lavoro di ricerca presso la Fondazione Berenson (Villa “I Tatti”) di Firenze; che ha insegnato Storia medievale nell’Università di Paris VIII - Vincennes e nell’Università di
Alcalá de Henares; “Italian History and Culture” presso il Middlebury College, Vermont, USA.
È Directeur de Recherches presso l’École des Hautes Études di Parigi ed è stato Gastprofessor nella
Freie Universität di Berlino.
Dal luglio 1994 allo stesso mese del 1996 è stato membro del consiglio d’amministrazione della RAI. È socio di numerose organizzazioni scientifiche italiane e straniere e ha ottenuto numerosi
riconoscimenti per i suoi studi accademici, tra cui si ricorda l’elezione ad Accademico Ordinario della prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Dal 1997 è membro del comitato
consultivo del Myfest di Cattolica. È stato direttore editoriale del mensile della Fondazione Federico II di Palermo, L’Euromediterraneo.
È stato presidente dell’associazione culturale Identità Europea. Fa parte del comitato dei garanti di Biennale Democrazia. È stato fondatore della rivista “Percorsi” e collabora frequentemente con il
quotidiano Avvenire. Da gennaio 2012 è entrato a far parte del comitato scientifico della rivista Eurasia. Dal maggio 2012 è membro del Collegio dei Reggenti dell’Associazione Fiorentini nel Mondo.
Si occupa principalmente di rapporti fra l’Europa e il mondo musulmano, con particolare riguardo ai pellegrinaggi, alle crociate e agli scambi culturali.
Il suo contributo scientifico allo studio delle crociate è stato di primaria rilevanza così come l’impegno nella conoscenza e nella diffusione delle arti e delle culture d’oriente. Si ricordano in particolare le sue ricerche dedicate ai pellegrinaggi (Il pellegrinaggio una dimensione della vita medievale, Manziana, Vecchiarellia), a Giovanna d’Arco (Giovanna d’Arco, Firenze, Giunti, Giovanna
d’Arco. La vergine guerriera, Milano, Mondadori) e a San Francesco d’Assisi (Francesco d’Assisi. Il cantico delle creature, Francesco d’Assisi, Milano, Mondadori Oscar).
Attento osservatore della società contemporanea, dei suoi aspetti religiosi, sociali e interculturali, le sue indubbie doti di studioso e scrittore sono state riconosciute con oltre venti premi di grande
significato, tra cui il recentissimo “Premio Acqui alla carriera 2013”
Franco Cardini ha dedicato una vita intera allo studio della storia nella sua accezione più ampia ossia come “scienza umana”, intesa come disciplina complessa che cerca di spiegare l’evoluzione
della società attraverso il tempo, mediante approfondimenti e arricchimenti che coinvolgono tutti i settori. Particolarmente apprezzato per la cultura di ampio respiro che lo caratterizza è stato nominato membro della Commissione Nazionale Italiana dell’UNESCO e del Comitato FAO presso il Ministero delle politiche Agricole. Maestro di molte generazioni di studenti, su di lui circolano
diverse leggende: ad una visione stereotipata che lo vorrebbe dormire due o tre ore per notte per terminare il tal articolo o il tal volume, molti accostano il Cardini homo viator, ospite fisso, tra un
viaggio e l’altro, della “sua” Santa Maria Novella, ove lo si vede arrivare rigorosamente casual, immancabilmente carico di borsoni, lo sguardo pensante e meditativo, per ricevere studenti o tesisti.
C’è anche chi lo preferisce per la sua vena ironica, che contribuisce a definire le caratteristiche del personaggio: «Un giorno o l’altro» - ha scritto di recente - «mi deciderò a scrivere un libro autobiografico-professionale sul mio lavoro: e, parafrasando il capolavoro del grande Lévi-Strauss, lo chiamerò “Tristi storici”. In realtà guadagniamo poco ma, quando facciamo le nostre cose con
serietà, con passione e un po’ di humor, ci divertiamo un sacco, impariamo tante belle cose, giriamo il mondo con la scusa dei congressi internazionali e insomma - beghe accademiche a parte - i più
intelligenti fra noi sono contenti di quel che fanno. Sono serenamente conscio di aver lavorato con intensità e continuità da oltre mezzo secolo nel campo della ricerca e dell’insegnamento, costantemente fedele ai miei doveri d’insegnante e cercando di esercitare al meglio anche il mio “mestiere” di ricercatore nello specifico campo della storia, segnatamente in quella medievale».
«La realtà storica», sostiene Cardini stesso, «non è un dato assoluto né incontrovertibile: essa dipende sempre e comunque dalla ricerca, dal progresso tecnico e metodologico della ricerca, dalla
libertà della ricerca. Una componente necessaria di tale libertà di ricerca è la verifica, la revisione, quando è necessario la ritrattazione. Uno storico serio, oggi, deve rivendicare con fierezza il diritto di rimettersi in causa se ritiene di aver sbagliato e di cambiare idea tutte le volte che ciò sia reso necessario dall’evidenza dei risultati delle ricerche».
Già nelle precedenti edizioni il premio Jacques le Goff è stato conferito a storici che per giudizio unanime hanno raggiunto punte avanzate di sintonia e coerenza tra ricerca e diffusione e che nel
tempo, con dedizione e abnegazione, hanno saputo renderci una testimonianza storica di altissimo livello, impegnata contemporaneamente nella riflessione e nella ricerca didattica. Ricerca storica
che oscilla fra la storia vissuta e la storia costruita, richiedendo agli studiosi di interrogarsi continuamente sui fondamenti epistemologici della loro disciplina. In questo senso, essa diviene il laboratorio sperimentale delle ipotesi e delle discipline nel quale gli storici con rigore metodologico ricostruiscono gli eventi del passato per consentire alle nuove generazioni di conoscere e comprendere le proprie radici per vivere meglio il presente e progettare più consapevolmente il futuro.
Se si vuole davvero ricostruire il nostro universo culturale, il programma minimo suggerito dallo storico consisterà nella ricostruzione di “centri di reciproco ascolto e comune convivenza”, vale a
dire di comunità nelle quali si faccia cultura.
È dunque con grande onore che conferiamo il premio “Il portico d’oro”, intitolato a Jacques Le Goff a Franco Cardini.