Nicola Smorgon L`Efficienza energetica è una

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Nicola Smorgon L`Efficienza energetica è una
Nicola Smorgon
L’Efficienza energetica è una scelta che spetta a noi
efficiènte agg. [dal lat. efficiens -entis, part. pres. di efficĕre «portare a compimento», comp. di exe facĕre «fare»]. – 1. Che produce un effetto: causa e., 2. Che risponde bene ai fini a cui dovrebbe
servire: un motore e..
Queste sono le definizioni che l’enciclopedia Treccani fornisce sulla parola Efficiente.
Nel nostro caso questi significati sembrano poco Efficienti (che risponde bene ai fini a cui dovrebbe servire)
per descrivere suddetta parola in un contesto energetico. Un’autovettura può dirsi Efficiente se mi porta
tutti i giorni da casa al posto di lavoro; in questo caso risponde bene ai fini a cui dovrebbe servire. Se
quest’auto però invece di consumare 10 litri di benzina alla settimana ne consuma 8, allora sarà più
Efficiente. Lo sarà perché mi fermerò a fare rifornimento meno volte, e questo mi implicherebbe minori
perdite di tempo e soprattutto minori costi per il carburante. Poi se lo stesso tragitto viene percorso anche
un mezzo pubblico e decido di prendere quello invece della mia auto avrò reso più Efficiente il mio
spostamento quotidiano e sfruttato un servizio che ci sarebbe indipendentemente dalla tipologia della mia
vettura.
Efficienza è: consumare meno materia prima possibile per rispondere bene ai fini a cui dovrebbe servire.
Pensiamo agli infissi di un’abitazione; la loro funzione è quella di far entrare la luce solare nelle stanze
garantendo un comfort interno, cioè che non disperda verso l’esterno della casa il calore durante l’inverno
e il fresco durante l’estate. Se ciò non accade, questo problema lo si può ovviare aumentando il termostato
(d’inverno) o abbassando la temperatura del climatizzatore. Tutto ciò con ricadute sulle bollette
energetiche, ossia più consumo di carburante ed energia elettrica, invece di puntare dritti al problema e
investire su infissi che mi garantirebbero una buona tenuta isolante.
L’Efficienza energetica è una scelta che spetta a noi, perché attualmente la tecnologia esistente ci permette
di operare delle scelte: dall’auto con diverse prestazioni alla lampadina che consuma più o meno energia
elettrica per illuminare alla stesso modo. Ora sta a noi decidere come rapportarsi con l’ambiente naturale.
Poi c’è la legislazione, che punta a far si che le aziende produttrici di beni lo facciano consumando le
materie prima in maniera ragionata e che l’utente finale non ne debba consumare dell’altra in maniera
sproporzionata per il suo funzionamento. La legislazione inoltre eroga incentivi per le ristrutturazioni
edilizie se garantiscono all’edificio performance energetiche migliorative rispetto alla situazione
precedente. Eroga incentivi anche per chi produce energia da fonti rinnovabili: il sole ad esempio è la fonte
rinnovabile per definizione e tutte le abitazioni dovrebbero avere un impianto per l’autoproduzione
energetica per ridurre al minimo le dipendenze dalle centrali elettriche funzionanti a combustibili fossili,
combustibili esauribili al contrario del sole.
Siamo noi a decidere di compiere scelte efficienti o meno. La cultura dell’Efficienza energetica va insegnata
fin dalle scuole elementari, affinché si assuma la consapevolezza che nulla è eterno, ed è sbagliato
abusarne solo perché di facile accesso (vedi energia elettrica e acqua). Il benessere generale ci ha portato a
non considerare quanta materia prima venga utilizzata per ottenere un determinato bene o servizio, senza
preoccuparsi dell’esaurirsi di questa e in che maniera venga poi smaltito il prodotto finale. La raccolta
differenziata non è un concetto rivoluzionario: le generazioni precedenti (più povere) non buttavano via
niente e tutto ciò che non veniva biodegradato veniva riutilizzato. Ovvio che in un’epoca come questa la
raccolta differenziata è l’unica strada da intraprendere se non vogliamo essere sovrastati da discariche o se
non vogliamo ritrovarci inceneritori che inquinano l’aria sparsi su tutto il territorio. Purtroppo questa
pratica, diffusa solo da poco più di un decennio in Italia, non è ancora entrata nella quotidianità di tutte le
persone perché ancora legate al vecchio metodo di raccolta dei rifiuti, meno “dispendioso” a livello
temporale e mentale.
I nostri comportamenti quotidiani sono alla base per poter garantire non solo alle generazioni future, ma
anche alla generazione attuale una qualità della vita dignitosa. Dove per qualità della vita non si intende
ricchezza economica, ma il poter uscire di casa e respirare aria pulita anche in città, poter avere un servizio
idrico pubblico di qualità e poter garantire a tutti del cibo sano. Questi tre elementi devono essere alla base
di tutte le civiltà.
Chissà che questa ultima moda del vintage e del vecchio riesca a cambiare le nostre abitudini, andando
oltre al concetto estetico e cogliendo il valore etico del riutilizzo.
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