Intervistatore: Insieme al Prof. Giusti ha scritto un saggio di

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Intervistatore: Insieme al Prof. Giusti ha scritto un saggio di
Intervistatore:
Insieme al Prof. Giusti ha scritto un saggio di psicologia dal titolo “Terapia dell’invidia e della Gelosia”. Si tratta di un libro che sonda aspetti complessi della psiche umana. Com’è nata l’idea di scrivere un libro che riguardasse queste due tematiche? Quali sono stati i motivi che vi hanno portato
a unire la gelosia con l’invidia ?
Dr.ssa Maria Frandina:
L’idea di scrivere un libro sulla gelosia e l’invidia nasce dall’esigenza di rispondere al bisogno di
tutti coloro che si ritrovano a dover gestire queste emozioni che nelle manifestazioni più eclatanti sfociano in due fenomeni oggi molto diffusi: lo Stalking ed il Mobbing. Sia la gelosia che
l’invidia possono avere diverse sfumature e manifestarsi in diversi ambiti invadendo la nostra
vita, sia se siamo noi a provare questi sentimenti, sia se li subiamo da chi ci sta vicino.
Nella realtà, l’invidia e la gelosia vengono spesso confuse. Sia l’invidia che la gelosia nascono da
un residuo infantile della vita affettiva ed hanno origini assai precoci. Derivano quasi sempre da
un’inferiorità - reale o presunta - rispetto a un rivale che minaccia di sottrarci l’attenzione fino a
quel momento rivolta su di noi. Spesso dietro entrambe c’è una chiara confusione rispetto alle
proprie scelte, una bassa stima di sé che vacilla, creando vissuti di frustrazione, insicurezza, impotenza, rabbia. Sia l’invidia che la rabbia sono legate al “possesso”. L’invidia si manifesta verso
qualcosa o qualcuno che non abbiamo e vorremmo avere. La gelosia, invece, si manifesta verso
qualcosa o qualcuno che crediamo di possedere e non vogliamo perdere. L’invidia è una “conquista perduta”, la gelosia “una conquista mancata”. “Se il sogno del geloso è trattenere, quello
dell’invidioso è strappare agli altri il bene, la fortuna, la felicità di cui godono. […] Nella gelosia
l’oggetto del desiderio è fuggitivo, nell’invidia è sfuggente” (Giusti, 1987). Infine, mentre la gelosia, essendo legata al rapporto intimo, tende a mantenere il possesso completo dell’altro, focalizzandosi su di lui come “oggetto globale”, da recuperare/trattenere nella sua interezza, l’invidia,
si focalizza su “oggetti parziali”, vale a dire una o più specifiche qualità-caratteristiche-proprietà
possedute da un altro, cui si vorrebbe toglierle nel miraggio di una possibile incorporazione in
noi. In entrambi casi riconosciamo alla base di questi sentimenti un vuoto da colmare, il bisogno
di controllare e possedere, sentimenti ambivalenti.
Intervistatore:
Approfondendo il tema della gelosia romantica, quali emozioni vive una persona che soffre di gelosia romantica?
Dr.ssa Maria Frandina:
La gelosia romantica è sicuramente la forma di gelosia che ha suscitato maggiore interesse. Essa
è la gelosia delle ardenti passioni, delle contrastanti emozioni, degli attimi traditi, del “dico non
dico”, di una verità pubblica e di una menzogna privata. La gelosia romantica è la memoria di
odori, è un messaggio rubato, è un gioco di intrecci e di passioni che ci emoziona, ci avvicina
all’altro, ce ne allontana. Il timore di perdere l’affetto della persona amata è legato alla soddisfazione dei bisogni di sicurezza affettiva, di contenimento, di holding. Alla base di questa forma di
gelosia c’è la convinzione che la persona amata ci appartenga, il timore che qualcuno che sentiamo come rivale possa portarcela via, la previsione che, se ciò dovesse accadere, l’immagine del
Sé ne risulterebbe fortemente colpita. Questo porta ad una sorta di ambivalenza nei confronti
della persona amata che si traduce in un aumento dell’interesse e del desiderio nei suoi confronti, associato a rabbia, ostilità e al timore della perdita. La persona gelosa prova al contempo
sentimenti di amore e di desiderio, ma anche di odio e di rabbia che possono essere diretti sia
verso la persona amata che verso il rivale. Nel confronto con il rivale la nostra autostima è messa
a dura prova, l’immagine del Sé risulta perdente, sconfitta, umiliata. Subentrano la paura che la
persona amata ci abbandoni, la rabbia verso chi ce la porta via. È importante sottolineare che la
rabbia viene più facilmente espressa verso il rivale, anche perché nei confronti di quest’ultimo
non c’è un investimento affettivo, non lo abbiamo scelto noi, mentre il nostro partner sì. Ad ogni
modo la gelosia è un misto di sentimenti ed emozioni, una partita che si gioca a tre: lei, lui, l’altro,
ovvero, lui, lei, l’altra.
Intervistatore:
Secondo Lei, cosa chiede un paziente che si rivolge allo psicoterapeuta? e cosa si aspetta dallo psicologo?
Dr.ssa Maria Frandina:
La persona che si rivolge allo psicoterapeuta vuole ritrovare la propria serenità e, perché no, la
felicità. Il percorso terapeutico mira a raggiungere maggiore consapevolezza dei propri processi
e delle proprie emozioni. L’elaborazione dei propri vissuti, sia a livello cognitivo che emotivo, può
portarci a rileggere il nostro passato, il nostro presente, il nostro futuro. Il pensarsi, il vedersi,
l’immaginarsi, il sentirsi sono passi fondamentali verso il raggiungimento di una consapevolezza
e la possibilità di un cambiamento. Se pensiamo in un certo modo, agiamo di conseguenza. Ogni
individuo dà significato a ciò che accade dentro di sé e nel mondo, e lo fa in modo diversificato
e personale, a seconda di come procedono le proprie interazioni di reciprocità con le varie figure significative della sua vita. Il setting terapeutico può rappresentare uno spazio ed un tempo
protetto per poter immaginare nuove attribuzioni di significato, nuovi stili di attaccamento e
per potersi sperimentare in modo nuovo nella relazione. “Solo quando ci incontriamo come
persona-persona un incontro, può fare la differenza” (Rogers, 1980).
Intervistatore:
Parliamo ora della formazione di uno Psicoterapeuta: quali sono le competenze che uno Psicoterapeuta può acquisire nel trattare il problema della gelosia romantica di un paziente?
Dr.ssa Maria Frandina:
Non possiamo accompagnare qualcuno per una strada che non conosciamo. Credo, quindi, che
sia importante per uno psicoterapeuta aver fatto i conti con la propria gelosia, il proprio senso
di impotenza, le proprie insicurezze, i propri bisogni. Nessuno è immune a questi sentimenti.
Sempre più oggi si sta andando verso la psicoterapia integrata che supera i modelli ortodossi
prendendo in considerazione l’unicità della persona nella sua complessità. Lo sviluppo umano,
l’adattamento e la crescita psicologica sono tutt’altro che lineari o unidirezionali. L’essere umano
è visto in una prospettiva ciclica multidirezionale, in cui ogni punto è correlato agli altri. È un
agente attivo, impegnato nella costruzione, rappresentazione e interpretazione del suo ambiente
e delle sue esperienze, superando il passato e ricostruendo nel “qui ed ora” le rappresentazioni
di sé e degli altri per vivere in modo reale, autentico, pieno. È sicuramente importante lavorare
sull’autostima, l’assertività e il senso di autoefficacia della persona. La forza distruttrice della
gelosia può trasformarsi in energia vitale, ma ciò richiede di entrare in contatto con il nostro
sentire, attraversandolo, accogliendolo e diventando agente dei nostri sentimenti e non vittime.
Intervistatore:
Quali sono le difficoltà che può incontrare uno psicoterapeuta nel lavorare con la problematica della
gelosia romantica?
Dr.ssa Maria Frandina:
Quando una persona si rivolge ad uno psicoterapeuta per problemi di gelosia, è importante
un’attenta analisi della domanda che escluda o evidenzi dei veri e propri disturbi. In particolare,
è importante tener conto di quanto la gelosia nasconda un vero e proprio Disturbo Ossessivo
Compulsivo. In questo caso, bisogna tener presente che i pazienti che soffrono di Disturbo Ossessivo spesso hanno bisogno di controllare i propri sintomi, prima di poter trarre giovamento
da un qualsiasi lavoro terapeutico e l’approccio cognitivo-comportamentale può essere di grande
aiuto in questa prima fase. Bisogna tener presente che quanto più un paziente riporta difficoltà
interpersonali, tanto più strategie di tipo cognitivo-comportamentale non saranno sufficienti e
si dovrà lavorare sulla relazione e la ristrutturazione del Sé, permettendo al paziente di sperimentare nuovi significati. L’approccio integrato ci permette di muoverci e modellarci per andare
incontro alla persona, ai suoi bisogni, ai suoi desideri.
Intervistatore:
Nel libro “Terapia dell’Invidia e della gelosia” ha inserito un capitolo sullo Stalking, un fenomeno
ormai tristemente noto al grande pubblico. Lei crede che trattare il problema della gelosia possa
essere un modo utile per fare prevenzione nell’ambito dello stalking?
Dr.ssa Maria Frandina:
Lo Stalking può essere considerato una manifestazione di tipo ossessivo-compulsivo legata alla
gelosia. In tal senso è importante prevenire ed intervenire sui comportamenti tipici della gelosia
prima che si sviluppino le dinamiche tipiche dello Stalking. La gelosia non riveste necessariamente un carattere intrinsecamente patologico, ma può svilupparsi e rappresentare l’espressione
di un conflitto tra la tendenza al possesso completo ed esclusivo del partner e la realtà vissuta.
Il profilo psicologico dello stalker, inoltre, ha diversi punti in comune con quello del soggetto
affetto da dipendenza affettiva. Si è in presenza, il più delle volte, di una personalità debole che,
per la paura di essere abbandonato, al pari di un copione già vissuto di esperienze infantili simili,
si lega ossessivamente a qualcuno. Lo stalker non sopporta il rifiuto alle sue attenzioni; il terrore
e l’ansia dell’abbandono, l’essere ignorato, frainteso lo inducono ad attaccarsi sempre di più alla
persona “amata”, il desiderio diventa ossessione. È chiaro che, come in ogni fenomeno, abbiamo
più possibilità di ottenere dei successi e creare situazioni di benessere, se agiamo sulla prevenzione e lavoriamo sulla formazione e sulla crescita delle persone agendo sul sistema e sulla cultura,
aumentando gli spazi di crescita personale, i momenti di confronto e di relazione che superano
l’individualismo verso cui le nuove tecnologie e i nuovi stili di vita ci stanno portando. Sempre
più grazie a tecnologie innovative possiamo fare a meno degli altri e chiuderci nei nostri gusci,
ma nessuna invenzione potrà nutrirci del calore e della ricchezza dell’incontro con l’altro.
Intervistatore:
Per concludere la nostra intervista le chiederei di sviluppare una riflessione sulla dimensione culturale della gelosia. In che modo la nostra società orienta la dinamica psicologica della gelosia.
Dr.ssa Maria Frandina:
Culturalmente e storicamente la gelosia è sempre stata giustificata. Paradossalmente, la gelosia
viene considerata addirittura “utile” quando contribuisce a tener vivo il legame di coppia, tanto
che la sua assenza o la sua scomparsa improvvisa potrebbero far pensare al fallimento della relazione. La gelosia, in passato, è stata addirittura “legalizzata”. Il delitto d’onore in Italia è stato
abolito soltanto nel 1981, con la Legge n° 442, con la quale si abrogava la rilevanza penale della
causa d’onore, abolendo sia il “matrimonio riparatore” sia il “delitto d’onore”. Se pensiamo che la
lapidazione era uno dei mezzi per punire le donne adultere nell’antichità, non deve meravigliarci
che molte culture, ancora oggi, la utilizzano, giustificando i reati commessi in risposta ad un
tradimento. Partendo da queste radici storiche è forse semplice capire come la gelosia romantica
possa trovare nutrimento e svilupparsi fino a portare a fenomeni come lo Stalking. Allo stesso
tempo, sempre più la gelosia oggi non viene più giustificata, ma culturalmente condannata, poiché nasce quando trattiamo come “oggetti” di nostra proprietà le persone che amiamo. Generalmente la gelosia complica la vita di coppia, ma d’altro canto se il nostro partner ne è immune,
scatta la delusione: “Se non sei geloso di me, non mi ami!”. La gelosia, paradossalmente, può,
quindi, essere apprezzata e considerata come dimostrazione d’amore; nasconde passione, trasgressione, fantasie di tradimento. Ci sono gelosie fredde e ragionate, altre passionali ed esplosive. Entrambe, se esasperate, possono “rovinare la vita” sia di chi ne soffre, sia di chi gli vive
affianco, portando alla distruzione della relazione, in particolare nella coppia. La gelosia, quindi,
così come lo stesso tradimento, nasconde sentimenti di ambivalenza di odio e amore, condanna
e legittimazione, sia per chi la prova sia da un punto di vista culturale.