Un più grande apostolato - Suore Missionarie Comboniane
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Un più grande apostolato - Suore Missionarie Comboniane
PREGHIERA 2 ottobre 2015 - ore 20.00 Chiesa di Mambrotta -------------------------------- "Un più grande apostolato" "le sublimi donne del vangelo" Introduzione - Parola di benvenuto - Inizio del mese missionario nella Chiesa Canto di inizio Iniziamo la nostra preghiera di questa sera con un simbolo che ci parla della vocazione ad gentes, cioè verso tutti i popoli. Lo facciamo contemplando una danza del popolo Maya. I Maya sono un antico popolo del Messico. Si insediarono in Mesoamerica dove svilupparono una civiltà nota per l'arte, l'architettura, i raffinati sistemi matematici e astronomici e per la scrittura, l'unico sistema noto di scrittura pienamente sviluppato nelle Americhe precolombiane. La civiltà maya si sviluppò in una zona che comprende l'odierno sudest messicano, il Guatemala e il Belize, oltre a porzioni occidentali dell'Honduras e d'El Salvador. E' una danza con musica che si chiama "il Bolonchon", che celebra: - il sorgere del sole: l'origine della vita; - il tramonto: il silenzio, la notte, il riposo, la vita oltre la morte; - i venti del gelo che distruggono e ci rendono schiavi; - la vita brulicante della foresta; - la vita dell'uomo e della donna, in particolare dei nostri antenati. Questa danza ci ricorda che siamo tutti parte di un popolo ricco, vibrante di vita; infiammati di solidarietà gli uni per gli altri. Siamo il popolo dei Viventi di cui parla il libro dell'Apocalisse. Per ricordare la vita, i nostri antenati nella fede, e questa sera in particolare Sr. Teresa Grigolini, celebriamo la vita nei 5 continenti dove si svolge l'annuncio del Vangelo. Ascoltiamo in silenzio, gustiamo e viviamo interiormente questo momento di preghiera. Musica e danza Maya Silenzio e interiorizzazione Ora facciamo memoria di tre momenti significativi della vita di Sr. Teresa nell'annuncio del Vangelo. Teniamo nel cuore come sottofondo la danza che abbiamo visto celebrare poco fa, attraverso questi tre momenti di riflessione. L'apostolato di Sr. Teresa, il suo essere donna consacrata e poi sposa e madre, in riferimento all'annuncio del Vangelo. Ritornello cantato 1 1. L'alba - il sorgere del sole Contempliamo Teresa da giovane suora in Africa, a Khartoum, El Obeid. E' l'alba della vita missionaria per lei, c'è l'entusiasmo, la gioia, il dono di sé, le promesse di un futuro di salvezza per i popoli africani che si realizzerà forse presto e in pienezza. Ritornello cantato Negli anni 1870-80, al tempo di Daniele Comboni, la comunità cattolica negra era ancora ai suoi albori. Era composta forse da alcune centinaia di persone e per di più dislocate in zone lontane vari giorni di viaggio le une dalle altre. Tra i battezzati è da ricordare anche don Daniele Sorur Frim Deng, primo sacerdote dinka.Comboni lo battezzò dandogli il suo nome, diventò poi sacerdote. C'era poi un altro gruppo di cattolici: erano gli europei, tra i quali vi erano innanzitutto i missionari, ma dopo di loro c'erano mercanti, esploratori, ricercatori. Ma questa comunità di commercianti non aveva molto spesso una vita cristiana esemplare e non aveva neanche alcun legame con la comunità cristiana locale sudanese. In questo ambiente Teresa ha vissuto i suoi primi anni come donna consacrata ad gentes. Simbolo: una candela gialla ritornello cantato Scrive Teresa: "Allorché noi diciamo a Monsignore (Comboni) che amiamo tanto le morette, lui piange di consolazione" (12 maggio 1881). "Tutto passa con la velocità del lampo, il tempo porta tutto dietro di sé… Ravviviamo di frequente la fede, amiamo il Signore, patiamo per lui se possiamo, e siamo attenti di soccorrerlo nella persona dei poveri" (24 giugno 1881). "Voglio narrarvi una grazia che il Signore si degnò di farmi un tal giorno. Visitai una famiglia, dove vi era una bambina di circa un anno molto ammalata…mi posi vicino a quel corpicciolo distrutto per insegnare come dovevano fare per darle sollievo con dell'acqua odorosa che avevo con me. Ma avevo anche un'altra bottiglietta di acqua normale e con quella battezzai la bambina con il nome di Maria… e poco dopo volò in cielo. Sono tornata a casa che non vedevo la strada dalla consolazione. Il Signore mi faccia ancora vivere simili grazie!" (1881). "A Malbes Sr. Maria (Maria Rosa Colpo) aveva una forte febbre… mi feci accompagnare da don Giuseppe, arrivammo alle nove e mezza di notte, senza la luna e le strade piene di acqua e fango…Più volte domandai alla sorella morente se era proprio contenta di morire e se desiderava qualcosa. Sempre mi rispose che era contentissima e non desiderava niente. Dopo una breve agonia spirò, sembrava che ci sorridesse. Non fu possibile avere una cassa, ma l'abbiamo cucita in una stuoia. Il Signore ci aiutò tanto, e guardavamo in Lui la nostra buona sorella perduta e ne piangevamo di commozione" (20 settembre 1881). Ritornello cantato 2 2. I venti del gelo che ci rendono schiavi Nei lunghi anni della prigionia mahdista scende su Sr. Teresa la notte e il silenzio dell'anima. Da schiava dei mahdisti, passa ad essere sposa e poi madre desolata di figli che nascono e muoiono di stenti. Una lunga notte oscura dello spirito e dell'anima, come pure del corpo stremato da disagi senza fine. Scrive Teresa nelle sue Memorie: "Giorgio Stambulia, essendo egli un preferito del Mahdi perché prima di tutti corse a farsi musulmano... ci provvide di certe cosette: qualche camicia e vari libri nostri di preghiera….So dire però che in quel posto abbiamo fatto tante preghiere, che di più non se ne poteva fare neanche aiutate dai libri" (Memorie, p. 33). "I soldati avevano l'ordine di farcene di ogni sorte, ma non ammazzarci….intanto i giorni passavano tra una scenata e l'altra dei soldati e non si vedeva la fine e sempre in pericolo… Si deve notare che qui tutto non si può dire ai cimenti che fummo messe" (Memorie, p. 60 e 67)). Simbolo una candela viola ritornello cantato "Alla fine di quell'anno si presentò al p. Giuseppe un certo arabo dicendogli che lui era mandato dalla Missione di Cairo per prenderci, e che lui aveva i cammelli al pascolo per rinforzarli. Il padre Giuseppe mi domandò se io fossi contenta di lasciarli fuggire tutti e rimaner là da sola? Risposi che ero contentissima di saper loro in salvo. Così piano piano si sono preparati e fuggirono" (Memorie p. 86). "Che non pensino a me…. e poi quando loro saranno partiti il Signore penserà anche a noi - dissi a Sr. Elisabetta Venturini" (Cristo e il Mahdi, p. 577). Al posto di Sr. Teresa portarono la piccola Adila, una ragazzina africana. "Eccomi dunque sola soletta in mezzo ai quei barbari…. pregava un po' ma non tanto, sacerdoti non ve n'erano più, ma metteva la mia confidenza in Dio che domandandogli perdono Lui mi avrebbe perdonata…Poi avevo qualche soddisfazione. Io non so perché, ma forse perché sapevano che prima ero monaca, tutti mi rispettavano molto e avevano molta fiducia in me, soprattutto quei poveri cristiani siriani….qualche volta mi chiamavano a mettere in pace le loro famiglie, quando avevano qualche bambino mi chiamavano, furtivamente, a battezzarlo, o me lo portavano a casa nascostamente. Intanto di qua e di là ne mandavo qualcuno in paradiso….una volta ebbi pure la grazia di battezzare una donna adulta. Essa si chiamava Brille…era molto malata e le dissi: "Vorresti tu il battesimo? - "Oh, quanto volentieri lo vorrei, ma dove posso trovare io tanta grazia?" - mi rispose. - Le dissi: "sta tranquilla che io posso battezzarti e così andrai dritta in paradiso". La istruii un poco, era già istruita e sapeva le preghiere e le cose principali della nostra fede. Tutti i suoi figli infatti erano stati battezzati a suo tempo. Il giorno dopo ricevette il battesimo con il nome di Maria, con gran giubilo, e poco dopo moriva. Così tirava avanti la mia povera vita" (Memorie, p. 92). "Pazientiamo ancora un poco e certo che la Madonna…. ci aiuterà fino a grazia compiuta…. In Essa ho posto tutta la mia speranza. Ella sarà quella che ci otterrà questa tanto grande grazia….Che se la Madonna ci aiuterà a salvar l'anima di Cocorombo, io ho finito, la mia missione è compiuta" (8 giugno 1914). E ancora: "La Madonna lo raggiungerà senza dubbio!". Ritornello cantato 3 3. Il tramonto: il silenzio, la notte, il riposo, la vita oltre la morte. Il raccolto del suo apostolato - per Sr. Teresina, così la chiamavano qui a Mambrotta - è nell'età adulta e verso l'anzianità. Una lunga solitudine vissuta in questa chiesa parrocchiale, nel silenzio dei ricordi, nel perdono donato, nella misericordia operosa della carità vissuta in un solitario quotidiano. Scrisse di lei la nipote Marietta: “La zia visse i suoi ultimi anni qui in canonica … Ci diceva che dopo la liberazione, sentiva un grande desiderio di ritornare alla sua missione, ma che era impossibile perché legata alla sua famiglia. Le suore, se fosse stato possibile, l’avrebbero accolta con le braccia aperte e con tutto il cuore … Il Signore, però – ci diceva – mi ha dato la consolazione che anche dopo, da secolare, di poter entrare con facilità nelle famiglie, specie dove sapevo che c’erano degli ammalati. Con il pretesto di portare loro le medicine, potevo avvicinare le persone, ed ero sempre accolta con tanta cordialità. Così dopo averli preparati, come meglio potevo, si potevano battezzare. Per me questo era di grande conforto, ed ho avuto la consolazione, con l’aiuto di Dio, di battezzarne tanti, quanto forse non avrei fatto se fossi stata in missione”. Scriveva ancora Maria la nipote: “La zia rimase a letto solo tre giorni. Le Suore Missionarie quando seppero che si trovava a letto, si offrirono per venire ad assisterla e tutte volevano questo onore. Ricordo ancora le parole della missionaria che ha assistito la zia, e che era tanto cara anche a me. Ho avuto il piacere di conoscere, in quei giorni, una cara anima presso il letto di una santa morente”. Ritornello cantato Scriveva Peppino Cocorempas, figlio di Teresa Grigolini a Sr. E. Morelli, missionaria comboniana, nel luglio 1941: “Le lettere che ho io, rispecchiano esattamente mia madre… carte ingiallite che esalano un profumo di umanità incredibile e nel contempo di spiritualità tutta tesa verso Dio". Questa fu ed è oggi in cielo Teresa Grigolini Cocorempas! Preghiera per la sua glorificazione Signore, noi ti ringraziamo perché hai donato alla Tua Chiesa Sr. Teresa, che hai voluto ricca di intelligenza e di cuore, sensibilità e di fortezza per vivere gli ideali del Vangelo nella fede e nella carità. L'hai chiamata al servizio missionario, sulle orme di San Daniele Comboni, padre e fondatore; lei ti ha seguito con ferma volontà, per la causa della Nigrizia, nella martoriata terra del Sudan, diffondendo ovunque bontà e amore. In mezzo a tribolazioni e inaudite sofferenze ha sempre trovato in Te la sua forza. Nei solitari anni di prigionia mahdista, mai venne meno alla sua primigenia vocazione missionaria; continuò coraggiosamente a mantenere viva la passione e la dedizione incondizionata alla causa del Vangelo. Ti supplichiamo, o Signore, glorifica anche in terra la Tua serva fedele, Teresa Grigolini Cocorempas; La sua intercessione ci ottenga da Te, le grazie che di cui abbiamo bisogno. Per Cristo nostro Signore. Amen. Benedizione finale Canto 4