Operatori di servizi logistici integrati. Tendenze evolutive nel
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Operatori di servizi logistici integrati. Tendenze evolutive nel
Operatori di servizi logistici integrati. Tendenze evolutive nel governo della disaggregazione produttiva* ALESSANDRA COZZOLINO** Abstract Nell’ambito dell’attuale contesto competitivo, in cui le imprese tendono in modo sempre più spinto a disaggregare il sistema produttivo, emerge una nuova categoria di attori logistici i quali si propongono sul mercato (soprattutto del B2B) con una offerta di servizi integrati a livello di intera supply chain. L’obiettivo del presente lavoro è, innanzitutto, quello di definire i tratti caratterizzanti questa nuova categoria e, quindi, di indagarne le origini, le strategie evolutive e le prospettive di sviluppo. A differenza degli operatori tradizionali che eseguono attività decise a livello strategico ed operativo dal proprio cliente, l’operatore logistico emerso dallo studio è un’impresa, integrata nel processo produttivo e distributivo, capace non solo di svolgere parte o l’intero processo logistico, ma anche di organizzarlo e guidarlo per conto dei propri clienti. Le prime determinazioni che emergono dalla ricerca indicano come il ruolo svolto dai più evoluti operatori di servizi logistici integrati si stia ampliando rapidamente e tenda verso l’acquisizione di responsabilità di governo di interi segmenti della supply chain. Parole chiave: operatori di servizi logistici integrati, supply chain management, outsourcing logistico In the present business environment - where firms disaggregate their productive system a new category of logistics players is emerging. They operate in the market (especially B2B) delivering fully integrated services for the whole supply chain. Therefore, the goal of this work is to define the main characteristics of this emerging category and, then, to investigate its origins, its evolutive strategies and perspectives of future development. Unlike traditional operators - that merely execute strategic and operative activities decided by the customer the logistics provider, on whom this research is focused, is a player integrated in the whole production-distribution system. And beside this, it is also able to both organize and guide part or the whole logistics process on behalf of its customers. Thus, the research emphasizes how the role played by the most developed logistics providers is sharply developing aiming to fully manage segments of the supply chain. Key words: integrated logistics services providers, supply chain management, logistics outsourcing * ** Ringrazio il Prof. Enrico Massaroni per avermi trasmesso l’interesse e la passione per questa tematica e per gli spunti scaturiti dai numerosi confronti. Dottorando di ricerca in Economia e Finanza nel Governo dell’Impresa - Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. e-mail: [email protected] sinergie n. 73-74/07 440 OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI 1. Obiettivi del lavoro e metodologia della ricerca Il presente lavoro si propone di indagare origini, strategie evolutive e prospettive di sviluppo poste in essere dagli operatori di servizi logistici integrati per cogliere le opportunità di business emergenti dalla disaggregazione produttiva. L’interesse di ricerca per tale argomento - con particolare focalizzazione sul ruolo assunto dalle imprese di logistica - prende spunto, almeno, dai seguenti elementi: - l’attualità della tematica dell’outsourcing logistico, che assume crescente significato a livello strategico nell’ambito delle scelte imprenditoriali; la forte dinamicità del settore dei servizi logistici, che determina continue e rapide riconfigurazioni del ruolo degli attori che vi operano; la registrazione di tassi di sviluppo del mercato dei servizi logistici integrati decisamente interessanti, negli ultimi anni1; il mercato potenziale dei servizi logistici in outsourcing assai elevato2. Il disegno della ricerca si basa su alcune premesse logiche (P): P1: le imprese industriali modificano la propria struttura dell’offerta per andare incontro alle preferenze ed ai gusti più sofisticati della domanda, trasformando il proprio assetto organizzativo nel senso di una sempre più spinta disaggregazione produttiva3; P2: la disaggregazione produttiva, aumentando la dilatazione spaziale delle filiere, induce una maggiore e più articolata attività di logistica; P3: lo stesso concetto di logistica si arricchisce di significati, estendendosi all’intera supply chain (o, meglio, supply network); P4: la maggiore complessità di contenuti e di finalità attribuiti alla logistica e l’esigenza di operare in maniera eccellente fanno si che nella competizione le capacità logistiche assumano sempre maggiore strategicità; 1 2 3 Leonida G. (1998) in “C’è conflitto fra il logistico e i terzi”, Logistica Management, riporta come il business della logistica integrata per conto terzi stia crescendo del 15-20% all’anno nei Paesi industrializzati. Si tratta di un progresso notevole che giustifica la sempre più marcata collocazione della logistica al centro di programmi di ristrutturazione e di reingegnerizzazione dei processi gestionali. Secondo i dati tratti da uno studio effettuato dall’International Warehouse Logistics Association sul mercato americano, sono 19 miliardi di Dollari le attività logistiche gestite da terzi specialisti, corrispondenti appena all’8% del mercato potenziale terziarizzabile stimato pari a 231 miliardi di Dollari (Leonida, 1998). Con riferimento al mercato europeo, la società di consulenza AtKearney stima una spesa annua per attività logistiche di circa 400 miliardi di Dollari, di cui circa il 60% potrebbe potenzialmente essere dato in outsourcing. Cfr. al riguardo Ottimo E., Vona R. (2001), Sistemi di logistica integrata. Hub territoriali e logistica internazionale, Egea. Basata sulla specializzazione e sulla divisione del lavoro tra imprese, ovvero a livello di organizzazione industriale. ALESSANDRA COZZOLINO 441 P5: si diffonde l’opzione di affidare in outsourcing segmenti più ampi del proprio processo logistico4; P6: affiorano nuove opportunità di business per gli operatori di servizi logistici che siano in grado di soddisfare le più sofisticate esigenze del mercato, sia del B2C che, soprattutto, del B2B. Queste premesse sono alla base di almeno due differenti step logici e di approfondimento nell’ambito del percorso della ricerca. Il primo step si delinea nel presente contributo. Attraverso la definizione, la descrizione e la classificazione degli operatori di servizi logistici (anche detti ThirdParty Logistcs providers, nella letteratura anglosassone) si descrive il “cos’è”, il “com’è” ed il “perché” del fenomeno indagato, in linea con l’obiettivo cognitivo di ogni ricerca prettamente descrittiva. La metodologia adottata per indagare questo preliminare aspetto si basa innanzitutto su di una review della letteratura (italiana e straniera). A margine vengono riportati, a titolo esemplificativo, alcuni casi riferiti alla realtà italiana. In base alle premesse logiche, alle considerazioni derivanti dalla letteratura sul tema e alle prime evidenze emergenti dalla realtà operativa è possibile ipotizzare (Hp) che: Hp: quella degli integratori logistici globali appare essere la peculiare categoria di operatori di servizi logistici che risulta la più capace a cogliere al meglio le opportunità di business emergenti dalla disaggregazione produttiva. I risultati della fase descrittivo-esplicativa della ricerca costituiscono la base di partenza per soddisfare una più ampia finalità conoscitiva riguardante la problematica del governo - e cioè delle scelte strategiche - del supply chain network in presenza di disaggregazione produttiva5. Infatti, le decisioni d’affidamento in 4 5 L’evoluzione delle logiche a base dei rapporti tra imprese ed operatori logistici - e, più in generale, dei rapporti di fornitura - e, quindi, delle corrispondenti modalità organizzative delle relazioni verticali di fornitura segue l’evolversi delle forme dell’organizzazione industriale. I modelli di fornitura seguono, infatti, in maniera coerente il modificarsi dei modelli di produzione. Questi ultimi, a loro volta, mutano in virtù del modificarsi del mercato di riferimento. Si consideri, quindi, il forte parallelismo storico-evolutivo tra le forme dell’organizzazione industriale e le modalità organizzative delle relazioni verticali di fornitura attraverso il quale è possibile comprendere l’emersione degli operatori logistici e l’evoluzione del loro ruolo. Come affermano Gulati R., Noria N. e Zacheer A. (2000), nel lavoro Strategic networks, Strategic Management Journal, «researchers have tipically chosen to view firms as autonomous entities, striving for competitive advantage from either external industry source (e.g. Porter, 1980), or from internal resources and capabilities (e.g. Barney, 1991). The image of atomistic factors competine for probit against each other in an impersonal marketplace is increasilingly inadeguate in a world in which firms are embedded in networks of social, professional, and exchange relationships with other individual and organizational factors (Granovetter, 1985; Gulati, 1998; Galaskiewicz, 442 OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI outsourcing di specifiche responsabilità di gestione, o addirittura di governo6, da parte delle imprese industriali complicano la già cruciale problematica di coordinamento organizzativo tra attori7. La responsabilità del coordinamento delle operazioni, normalmente, rimane in capo al soggetto economico che detiene il controllo delle vendite dell’output. Eppure nella attuale realtà di riferimento è possibile ravvisare l’opportunità da parte di alcune tipologie di operatori logistici di varcare i confini con il service management e il manufacturing, andando ad “intaccare” parte del core business tipicamente industriale o commerciale verso l’assunzione della gestione - e, forse, anche del governo - di interi segmenti della supply chain. In particolare, con riferimento al modello produttivo della modularità si ipotizza che la figura di “integratore logistico” che emerge dallo studio si possa identificare con il “partner modulare” delle imprese industriali clienti, contribuendo in modo paritario alla definizione della loro strategia competitiva sviluppando congiuntamente nuovi output (servizi-prodotti) supportati da processi logisticamente eccellenti proprio grazie alla specifica competenza dell’operatore. Tale categoria di operatori potrebbe assurgere ad impresa “focale” del “network decentrato” a cui appartiene8, col ruolo di “orchestrator”: ovvero capace di organizzare e gestire in modo integrato il flusso di beni ed informazioni tra tutti gli attori dello specifico sistema produttivo. Il secondo step si propone di ipotizzare uno scenario possibile del fenomeno studiato, in linea con l’obiettivo cognitivo della ricerca previsionale. Tale lavoro - in corso di elaborazione - verrà presentato in un successivo contributo editoriale. La metodologia che si sta adottando per indagare questo secondo punto prevede una “multiple cases study research” (Yin, 1981, 1984; Eisenhardt, 1989) ed è basata sulla c.d. “grounded theory” (Glaser and Strass, 1967), ovvero sul processo di ricerca che punta ad identificare un modello - o uno schema teoretico - partendo dall’analisi di casi reali attraverso l’osservazione. 6 7 8 Zaheer, 1999). Such strategic networks encompass a firm’s set of relationship, both horizontal and vertical, with other organizations – be they suppliers, customers, competitors, or other entities – including relationship across industries and countries. They are composed of interorganizational ties that are enduring and are of strategic signifocance for the firms entering them and include strategic alliance, joint ventures, long-term buyer-supplier partnerships and a host of similar ties». Secondo l’approccio sistemico al governo dell’impresa nel lavoro del Golinelli G.M. (2000; 2002), L’approccio sistemico al governo dell’impresa, Cedam, con il termine “governo” si fa riferimento alle scelte strategiche ed alla predisposizione delle linee guida che svolgono un ruolo di indirizzo nel medio-lungo termine, mentre con il concetto di “gestione” si intendono le scelte operative effettuate per la concreta realizzazione degli indirizzi strategici. Soprattutto per le produzioni modulari. Cfr. Gallinaro S. (2001), Imprese e competizione nell’era della modularità, Cedam. ALESSANDRA COZZOLINO 443 2. Contesto di riferimento Le imprese industriali gestiscono assetti logistico-produttivi sempre più complessi in virtù di scelte competitive basate su un’offerta multi-prodotto e multimercato9. La realizzazione di tale assetto competitivo risponde all’esigenza di soddisfare innanzitutto le aspettative sempre più sofisticate dei clienti oltre che le attese degli altri stakeholder. Il maggior grado di complessità della domanda ed il più intenso livello di pressione competitiva conducono a profondi cambiamenti sul versante dell’offerta. Al fine d’accrescere la propria probabilità di sopravvivenza10, le realtà industriali tendono a sviluppare quelle economie di specializzazione - intorno al proprio core business11 - necessarie per competere nel mutato ambiente di riferimento12. Si delinea, quindi, sempre più una condizione di “disaggregazione” produttiva. In virtù dell’affermarsi di modelli post-fordisti di produzione che si caratterizzano per una forte frammentazione del processo produttivo13, crescono le esigenze di movimentazione di materiali, componenti e prodotti finiti, sia internamente che esternamente ai confini - sempre più evanescenti14 - dell’impresa. 9 10 11 12 13 14 Cfr. Grando A. (2002), “Profili emergenti nella domanda di servizi logistici: evidenze empiriche e traiettorie evolutive”, Sinergie, n. 57. In relazione alla finalità di sopravvivenza dell’impresa, si rimanda, tra gli altri, a Golinelli G.M. (2000; 2002), op. cit., oltre che a Rullani E. (1984), “La teoria dell’impresa: soggetti, sistemi, evoluzione”, in Rispoli M., (a cura di), L’impresa industriale, Il Mulino e a Sciarelli S. (2002), Economia e gestione dell’impresa, Cedam. Craumer M. (2002), sostiene che, a livello teorico, l’outsourcing non dà adito a dubbi sul fatto che le imprese possano liberarsi delle attività “no core”, proteggere gli asset di bilancio e aumentare il rendimento del capitale avvalendosi dei servizi di una terza parte. In realtà, però, la situazione è più complessa. L’autrice riporta nel suo articolo “How to think strategically about outsourcing”, sull’Harvard Management Update, il seguente esempio. “E’ davvero difficile stabilire che cosa oggi è core e cosa non lo è”, rivela Jane Linder, socio senior e direttore associato dell’Accenture’s Institute for Strategic Change di Cambridge, Massachusets. “Domani potresti guardare fuori e scoprire che le cose sono cambiate. Il 9 settembre 2001 gli addetti alla sicurezza aeroportuale erano “no core”; il 12 settembre 2001 erano divenuti “core” per garantire la sicurezza del Paese. Nelle aziende ogni giorno accade la stessa cosa”. Le imprese che operano in ambienti complessi devono affrontare problemi di management della produzione radicalmente nuovi, senza più le certezze derivanti dalla prospettiva di medio-lungo termine, così come affermano Di Bernardo B. e Rullani E. (1990) in Il management e le macchine, Il Mulino. Come afferma Hugos M. (2003) nella sua opera Essentials of Supply Chain Management edita da John Wiley & Sons., «instead of vertical integration, companies now practice “virtual integration”. Companies find other companies who they can work with to perform the activities called for in their supply chains. How a company defines its core competencies and how it positions itself in the supply chains it serves is one of the most important decisions it can make». Come afferma Vona R. (2004) in L’impresa di logistica. Fondamenti economici, peculiarità settoriali e problematiche di gestione, Cedam, l’evoluzione dei modelli di 444 OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI Contestualmente, cresce l’importanza della gestione delle attività logistiche e, in seguito, più in generale del supply chain management15, spostando sempre più la competizione tra singole imprese verso una competizione tra catene di fornitura16. Tutto ciò si riflette in maggiori stimoli alla ricerca di soluzioni capaci di coniugare l’efficienza operativa con sempre più elevati livelli di servizio. Le imprese industriali, quindi, adeguano le proprie strutture e capacità imprenditoriali ed orientano la razionalizzazione delle attività logistiche lungo una doppia direttrice17: - 15 16 17 da un lato, si attiva un processo di accorpamento delle funzioni logistiche, centralizzate ed affidate a livelli gerarchici superiori nell’ambito della struttura organizzativa aziendale; gestione delle attività produttive genera in molti casi la necessità di dar vita a nuove tipologie di imprese dai confini meno rigidi - cioè caratterizzate dall’esistenza di soggetti giuridicamente indipendenti, ma strettamente interrelati sul piano economico - che supportano la realizzazione di configurazioni reticolari d’impresa. Le distinzioni tra la letteratura sulla logistica e quella relativa al SCM sono assai marcate. Infatti, come spiegano Mills J., Schmitz J. e Frizelle G. (2004), in “A strategic review of “supply networks”” sull’International Journal of physical Distribution & Logistics Management, «the logistics literature essentially presumed rational co-operation between buyers, suppliers and service providers and on this basis strived to find optimal solutions for inventory, transportation, information flow etc. In contrast SCM also considered the behavioural and political dimensions of trust and power, conflict and dependence between supplier and buyer. Logistics research focused on minimising total cost, while SCM was concerned with the long-term profitability of serving customers and customers’ customers (Lamey, 1996). Finally, the traditional focus of logistics was often intraorganisational, while SCM became inherently inter-organisational (Larson and Rogers, 1998)». Come afferma, infatti, la Gallinaro S. (2001) nel contributo “La produzione modulare”, in Gallinaro S., Grando A., Massaroni E., “La produzione manifatturiera. Prassi emergenti e potenziali filoni di ricerca”, Sinergie, n. 55 «non è più la singola impresa a competere, bensì l’intera supply chain al cui interno […] le relazioni non sono solo di natura logistica e commerciale ma, prevalentemente, di mutuo scambio di conoscenze, competenze, servizi». Borghesi A. e Gaudenzi B. (2004) nel loro lavoro “Risk management nella supply chain”, Sinergie, n. 63, individuano tre tipologie di supply chain: “internal” che comprende le attività ed i processi interni all’impresa tra funzioni di approvvigionamento, produzione, marketing e distribuzione; “extended” «quando si pongono in congiunzione “catene di fornitura interne” di più imprese che si trovino in sequenza logica (fornitori e clienti dell’azienda focus)»; “ultimate” «quando la sequenza considerata sarà integrale: fornitori dei fornitori e clienti dei clienti». Inoltre con l’introduzione del termine “network” si è ulteriormente ampliato il concetto di supply chain management. La competizione, quindi, avviene non solo tra singole imprese e tra catene di fornitura ma anche «between supply chains and networks», come afferma Gomes-Casseres B.(1994) nell’articolo “Group versus group – how alliance networks compete”, Harvard Business Review, vol. 72, n. 4, pp. 62-70. Cfr. Assologistica, Politecnico di Milano (2001), Indagine sull’evoluzione strutturale delle imprese della logistica in Italia, Primo rapporto. ALESSANDRA COZZOLINO 445 - dall’altro, si avvia una separazione delle attività logistiche (prevalentemente di logistica esterna) dalla catena di produzione principale, secondo due differenti strategie18: - affidando tali attività ad unità organizzative ad hoc, con l’intento di creare successivamente uno spin-off aziendale (di proprietà o partecipato) che si rivolge al mercato esterno, pur mantenendo (almeno nelle fasi iniziali) come business principale la gestione della logistica dell’impresa di provenienza (captive)19; - rivolgendosi direttamente ad operatori di servizi logistici sul mercato, assegnando loro quote via via crescenti di attività. Le problematiche di coordinamento a cui vanno incontro le tipologie d’imprese ad assetto tendenzialmente “reticolare” - non più “classico” (basato sul principio regolatore della gerarchia) - possono trovare nei cosiddetti “operatori logistici”20 soluzioni soddisfacenti per porzioni sempre più ampie della propria supply chain21. 3. Outsourcing e categorie emergenti di operatori di servizi logistici Il nuovo scenario dal lato dell’offerta dei servizi logistici alle imprese (B2B), dunque, vede, tra i vari attori della supply chain, l’affermazione di una nuova categoria di fornitori di servizi logistici che, nel presente lavoro, vengono definiti “integratori logistici globali”. Tali integratori sono una specifica categoria di “operatori logistici”. Un operatore logistico è «un’impresa che organizza e svolge parti o l’intero processo logistico per conto dei propri clienti»22. Non è un operatore logistico, in senso stretto, bensì un “subfornitore di servizi logistici” quell’impresa «che, 18 19 20 21 22 In particolare, secondo una delle possibili classificazioni esistenti elaborata da Ottimo E., Vona R. (2001) in Sistemi di logistica integrata. Hub territoriali e logistica internazionale, Egea, il processo di outsourcing di tali servizi logistici può riguardare: attività di trasporto e stoccaggio (cosiddetta “logistica esterna semplice”); trasporto, stoccaggio e formazione dell’ordine. La formazione dell’ordine implica la composizione degli assortimenti e il reimballo della merce (altrimenti nota come “logistica esterna ampliata”); trasporto, stoccaggio, operazioni sul prodotto (come, ad esempio, il riconfezionamento, l’etichettatura, ecc.) compreso il consolidamento e la spedizione del carico (“logistica esterna arricchita”); trasporto, stoccaggio, operazioni sul prodotto, formazione e gestione dell’ordine (“logistica esterna integrata”). Si pensi a Number1 di derivazione Barilla o a Geodis di provenienza IBM o, ancora, Simav di Finmeccanica, per citare solo alcuni dei più importanti spin-off logistici. Di cui si parla specificamente al paragrafo successivo. Cfr. Rullani E. (1978), “Sistema logistico e gestione della produzione”, in Saraceno (a cura di), Economia e direzione dell’impresa industriale, Isedi. Cfr. Assologistica, Politecnico di Milano (2003), Indagine sull’evoluzione strutturale delle imprese della logistica in Italia, Terzo rapporto. OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI 446 nell’ambito di un processo logistico, esegue fisicamente una o più attività logistiche in base alle decisioni tattiche e strategiche assunte dai propri clienti»23. Simple supply chain Company Supplier Customer Extended supply chain Ultimate supplier Supplier Service providers in areas such as: logistics, finance, market, research, product, design, IT Company Customer Ultimate customer Service provider Fig. 1: Service provider Fonte: Hugos M., op. cit., 2003 Nella letteratura internazionale si fa riferimento ai logistics service providers (ovvero operatori di servizi logistici) - per brevità anche “logistics providers” (o operatori logistici) - i quali rientrano nella più ampia categoria di “service providers” ovvero secondo Hugos M. (2003) di «organizations that provide services to producers, distributors, retailers, and customers. Service providers have developed special expertise and skills that focus on a particular activity needed by a supply chain. Because of this, they are able to perform these services more effectively and at a better price than producers, distributors, retailers, or consumers could do on their own»24. Questi soggetti, pur essendo in sostanza dei fornitori anch’essi, solitamente vengono distinti dai fornitori “tradizionalmente” intesi. Al fine di sottolineare tale differenziazione vengono utilizzati a livello terminologico (sia internazionale che nazionale) due differenti espressioni: fornitori (supplier) e operatori (provider). Come chiarisce ulteriormente Hugos M. (2003), «supply chains are composed of repeating sets of participants that fall into one or more of these categories. Over time the needs of the supply chain as a whole remain fairly stable. What changes is the mix of participants in the supply chain and the roles that each participant plays. In some supply chains, there are few service providers because the other participants perform these services on their own. In other supply chains very efficient providers of specialized services have evolved and the other 23 24 Cfr. Assologistica, Politecnico di Milano (2003), op.cit., Terzo rapporto. Cfr. Hugos M. (2003), op. cit. ALESSANDRA COZZOLINO 447 participants outsource work to these service providers instead of doing it themselves». Nella figura 1 è riportato lo schema grafico a spiegazione di quanto dichiarato da Hugos M. Nel tempo è sorta l’esigenza di differenziare, in particolare, diverse classi all’interno della categoria generale dei logistics providers. Questa necessità trova risposta nell’evoluzione subita dal concetto di outsourcing. L’outsourcing25 non è certamente una tematica nuova, in particolare se ci si riferisce, ad esempio, all’esternalizzazione di singole attività logistiche come il trasporto o il warehousing ad un provider esterno. Tuttavia, normalmente, sino a poco tempo fa, con il termine outsourcing ci si riferiva principalmente ad una semplice scelta tattica di make or buy, utilizzando come criterio guida per la selezione del proprio fornitore di servizi il minor prezzo richiesto per prestabiliti livelli di servizio. Spesso, questi servizi erano offerti da più attori per assicurare una competizione utile all’impresa acquirente «typically the parties had “arm’s length” relationships with a minimum of information interchange»26. Il cambiamento verificatosi negli ultimi anni ha portato l’emersione di nuovi soggetti sul mercato che caratterizzano il fenomeno dell’outsourcing di servizi logistici27: i cosiddetti Third-Party Logistics providers, con l’acronimo 3PL o TPL (provider), ovvero imprese che curano parte o tutta l’attività logistica dei propri clienti (imprese 25 26 27 Il termine “outsourcing” - abbreviazione dell’espressione “outside resource using” - viene spesso utilizzato in alternativa ad altre espressioni che però non sono propriamente sinonimi. Al riguardo, si rimanda all’annotazione di Scarsi R. (2004) nel suo lavoro Gli operatori logistici: caratteri strutturali e mercato, Giappichelli Editore, Torino, pag.10. La tematica dell’outsourcing ha legami con numerosi filoni di ricerca, tra cui meritano di essere evidenziati almeno quello con la teoria dell’organizzazione aziendale, quello con lo strategic management e quello con la teoria dell’agenzia. Cfr. a tale riguardo Grando A. (2002), op. cit. Cfr. Skjoett-Larsen T. (2000), “Third party logistics. From an interorganizational point of view”, International Journal of physical Distribution & Logistics Management, vol. 30/2. In letteratura si riscontrano differenti nomenclature per indicare il fenomeno dell’outsourcing di servizi logistici. Tra di esse third party logistics, logistics outsourcing, contract logistics, logistics alliances e logistics partnership come schematizzato nella tabella seguente: Nomenclatura third party logistics logistics outsourcing contract logistics - contract distribution logistics alliances logistics partnership Autori Lieb R.C., 1992; Virum H., 1993; Lieb R.C., Millen, Wassanhove, 1993; Lieb R.C., Randall H.L., 1996; Langley C.J., Dobrey R.F., Newton B.F., 1997; Murphy P.R., Poist R.F., 1998; SkjoettLarsen, 2000; van Laarhoven, Berglund, Peters, 2000; van Hoek, 2000 van Damme, Ploss van Amstel, 1996; Razzaque, Sheng, 1998 Cooper, Johnstone, 1990 Bowersox, 1990; van Laarhoven P., Sharman G., 1994; Bagchi, Virum, 1996; 1998; van Hoek, 2001 La Londe, Cooper, 1989; Andersson, 1997 Cfr. van Laarhoven P., Berglund M., Peters M., “Third-party logistics in Europe - five years later”, International Journal of Physical Distribution & Logistics Management, Vol. 30, No. 5, 2000; Grando A., 2002, op.cit. 448 OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI industriali) offrendo servizi logistici integrati. Alcuni autori utilizzano la definizione di Third-Party Logistcs (3PL o TPL) per definire i Third-Party Logistics providers. Le differenti definizioni utilizzate dalla dottrina riflettono la fase di sviluppo in cui si è giunti nel rapporto tra impresa e third party28. Non c’è, comunque, omogeneità di definizioni in letteratura. Secondo una nota definizione la third-party logistics «involves the use of external companies to perform logistics functions that have traditionally been performed within an organization. The function performed by the third party can encompass the entire logistics process or selected activities within that process»29. Questa definizione include nel termine TPL ogni forma di esternalizzazione dei servizi logistici che precedentemente venivano svolti in house ma non assegna alcuna particolare importanza al tipo di relazione istaurato tra impresa ed operatore30. Un’altra importante definizione, invece, attribuisce maggiore enfasi alla dimensione strategica del fenomeno ovvero al grado di coinvolgimento tra i due attori coinvolti. Il termine che tali autori utilizzano è «logistics alliance» il quale indica: «a close and long-term relathionship between a customer and a provider encompassing the delivery of a wide array of logistics needs. In a logistics alliance, the parties ideally consider each other as partner»31. Questa definizione presuppone che affinchè la relazione istaurata tra impresa ed operatore di logistica possa essere definita come TPL provider debbano essere presenti una serie di caratteristiche: - durata del rapporto di medio-lungo termine; sforzi congiunti al fine di sviluppare una proficua cooperazione; customizzazione delle soluzioni offerte; condivisione di benefici e rischi. Bowersox D.J. e altri (1989) collocano le relazioni tra impresa ed operatore logistico su di una scala che va dalla singola transazione ad accordi di servizi integrati. Nella figura 2, gli autori rappresentano le diverse tipologie di relazioni. La 28 29 30 31 Infatti, come afferma Skjoett-Larsen T. (2000), op. cit., «the Scandinavian definition of third party logistics is more extensive than the American definition, as businesses in Scandinavia have an old tradition for close and long-term cooperation with extenal partners, cf. network studies of the Uppsala School (see e.g. Axelsson and Easton, 1992; Hàkansson and Snehota, 1995)». Cfr. Lieb R.C., Millen R.A., Wassanhove L.V. (1993), “Third-party logistics service: a comparison of experienced American and European manufacturers”, International Journal of Physical Distribution & Logistics Management, vol. 6, n. 23, pp. 35-44. Skjoett-Larsen T. (2000), “Third party logistics. From an interorganizational point of view”, International Journal of physical Distribution & Logistics Management, vol. 30, n. 2, sottolinea come «if, for example, a company with its own transport facilities, decides to employ external transporters, this would, according to the above definition, be an example of third party logistics. The same applies to a company which closes its warehouse and instead uses an external warehouse». Cfr. Bagchi P., Virum H. (1996), op. cit. ALESSANDRA COZZOLINO 449 parte sinistra della scala fa riferimento a relazioni “tradizionali” impresa-fornitore mentre la parte destra mostra le forme di alleanza strategica. Si tratta di una rappresentazione che evidenzia il percorso storico-evolutivo delle relazioni, legato, tra l’altro, all’evoluzione storica del concetto di logistica32. Degree of Integration Integrated logistics service agreement Third party agreement Partnership agreement Repeated transactions Single transaction Degree of commitment Fig. 2: Tipologie di relazioni Fonte: Bowersox D.J. e altri, Leading edge logistics. Competitive positioning for the 1990s, Council of Logistics Management, 1989 Si evidenzia, in tal modo, come i rapporti di fornitura (in senso lato) si siano profondamente modificati nel tempo; partendo da una logica di scambio mercantile tradizionale in un’ottica puramente “transazionale”, sono evoluti verso rapporti continuativi fondati su una logica “relazionale”, seguendo l’evolversi delle forme dell’organizzazione industriale. Nella figura 3 si ravvisa un’evoluzione ulteriore in quella categoria definita da Accenture - ex Andersen Consulting - come Fourth-Party Logistics provider ovvero «a supply chain integrator who assembles and manages the resources, capabilities and technology of its organization with those of complementary service providers to deliver a comprehensive supply chain solution which combines the capabilities of management consulting, IT technology and TPL-providers»33. 32 33 Come si illustrerà nel paragrafo 5. Cfr., tra gli altri, Gattona J. (1998), (a cura di), Strategic Supply Chain Alignment, Gower, cap. 27. OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI 450 INSOURCING (Anni 1970-1980) Cliente Gestione interna della logistica OUTSOURCING (Anni 1980-1990) 3PL provider(s) Cliente 4PL (Anni 1990-2000) Cliente Società di consulenza 3PL provider(s) 4PL TM Provider(s) IT service Provider(s) Fig. 3: 4PL Fonte: Accenture I 4PL differiscono dai 3PL sotto diversi aspetti, tra cui, i seguenti34: - l’impresa 4PL è spesso una joint venture tra un cliente principale ed uno o più partner; l’impresa 4PL agisce come singola interfaccia tra cliente ed una molteplicità di provider di servizi logistici; tutta o la maggior parte della catena di fornitura del cliente è affidata in outsourcing all’impresa 4PL. In letteratura non c’è ancora una completa condivisione terminologica sulla definizione delle diverse categorie di operatori. Una possibile ricostruzione è riportata nella figura 4, che vede emergere una ulteriore categoria - oltre il 4PL interessata all’e-business (5PL). 34 Cfr Gattona J. (1998), op. cit. ALESSANDRA COZZOLINO 5 PL 451 E-business Gestione dell’intera supply chain 4 PL 3 PL 2 PL 1 PL Operatore di servizi logistici e di servizi a valore aggiunto Fornitore di un unico servizio elementare (trasporto e magazzinaggio) Produttore che esegue in proprio le attività logistiche Fig. 4: Dall’1PL al 5PL Fonte: www.hoyer-group.com Definendo la TPL, si giunge, di conseguenza, a definire i TPL provider, pur se con le differenti accezioni di cui si è già parlato. Si può, comunque, affermare che le diverse categorie sono strettamente dipendenti dalle attività che gli operatori stessi svolgono e dalle relazioni che questi instaurano con le imprese clienti. La disanima sui 3PL ed i 4PL risulta preliminare e funzionale alla definizione del soggetto d’interesse del presente studio, ovvero, come accennato all’inizio del paragrafo, l’integratore logistico globale. L’integratore logistico globale rappresenta l’evoluzione della categoria più generale degli operatori logistici verso un arricchimento della varietà di servizi offerti, con strategie di “scope extention”35 (cfr. ad esempio la figura 5), ed un ampliamento del numero di filiere servite, attraverso la diversificazione su più categorie merceologiche. Prendendo spunto dal lavoro di Assologistica e Politecnico di Milano (2003) è possibile evidenziare e rappresentare graficamente tale trend evolutivo, tramite un modello di posizionamento degli operatori logistici in base alle attività che offrono (cfr. figura 6). 35 Vona R. (2004), op. cit. OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI 452 Re- working - Servizi doganali ? Mercandising Logistica distributiva Trasporto Pagamenti/ fatturazioni Logistica in uscita ? - Servizi aerei espressi ? Etichettatura Kitting Packaging Servizi di assicurazione Reverse logistics Rifornimento linee di produzione ? Logistica industriale Assemblaggio Logistica interna Stoccaggio Picking Controllo qualità Gestione giacenze Logistica in Fig. 5: Strategia di scope extention di DHL Fonte: ns. elaborazione Si identificano quattro tipologie: - gli operatori tradizionali di filiera, ovvero coloro che svolgono una singola famiglia di attività per un’unica filiera produttiva; operatori tradizionali, che svolgono una singola famiglia di attività servendo una molteplicità di filiere; integratori logistici di filiera, i quali svolgono per un’unica filiera tutte (o quasi) le attività logistiche; ALESSANDRA COZZOLINO - 453 integratori logistici “globali”, cioè coloro che eseguono tutte le fasi del processo logistico per una molteplicità di filiere. Con l’accezione “globale” riferita a quest’ultima categoria si vuole intendere l’ampiezza dell’offerta proposta da tali soggetti, sia in termini di varietà di servizi offerti che di ampiezza del mercato servito, sempre più anche su scenari internazionali. SERVIZI LOGIST. OFFERT molti Integratore logistico di filiera Diversificazione Scope extention pochi Operatore tradizionale di filiera poche Integratore logistico globale Scope extention Diversificazione Operatore tradizionale molte CATEGORIE MERCEOLOG. TRATTATE Fig. 6: Modello di posizionamento degli operatori logistici Fonte: adattamento da Assologistica, Politecnico di Milano, op. cit., 2003 4. Nuove opportunità di business nel settore della logistica In sostanza i mutamenti intervenuti nei modelli di gestione delle attività operative danno vita a consistenti modificazioni nella struttura dell’offerta. Infatti, la progressiva diffusione dei modelli di produzione post-fordisti - incentrati sempre più sulla terziarizzazione - genera nuove opportunità di business per le imprese dei servizi logistici, le quali si orientano verso l’offerta di servizi integrati su mercati anche internazionali. Sono proprio le imprese che giocano un ruolo di “integratori globali” a cogliere al meglio le opportunità presenti, costruendosi anche le condizioni per sopravvivere nel futuro contesto sempre più competitivo. Tali imprese si focalizzano su risorse e competenze in grado di gestire anche sistemi articolati di relazioni - su basi essenzialmente fiduciarie - sempre meno orientate alla gestione delle sole attività di 454 OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI trasporto e magazzinaggio e sempre più attente sia alle operazioni di fine linea quali assemblaggi e configurazioni secondo la logica del postponement - produttivo e logistico - sia alla gestione dei processi relativi al trattamento dell’ordine (order fulfillment), all’interfacciamento diretto con il cliente (call center), ai servizi di assistenza post-vendita e alla reverse logistics36. Gli operatori di servizi logistici in questione si muovono verso una configurazione d’impresa cross-border37 ovvero d’impresa che tende ad “attraversare i confini”, intesi non solo come frontiere territoriali (in virtù della globalizzazione dei mercati) ma anche come linea di demarcazione tra vari business, appartenenti ad aree di filiera convergenti. Si prospetta, quindi, l'immagine di un’impresa le cui attività attraversano settori tradizionalmente distinti ed ambiti competitivi in cui precedentemente si misuravano soggetti differenti. A titolo esemplificativo, si vedano i box 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8. UPS annuncia l’estensione del servizio Quantum View Manage a 22 paesi, fra cui l’Italia. Quest’applicazione semplifica il monitoraggio della movimentazione pacchi in tutto il mondo, andando incontro all’esigenza delle società internazionali (che si trovano di fronte a un enorme quantità di informazioni, senza avere la possibilità di visualizzare solo ciò che per loro è davvero importante) di stabilire quali sono le informazioni per loro prioritarie ed interagire con esse in tutto il mondo. In questo modo si migliora il servizio clienti e si accelera la riscossione dei pagamenti. Tale applicazione è basata sul web e consente a chi si occupa delle spedizioni in uscita o in arrivo, di visualizzare e filtrare le informazioni relative a più codici clienti, in modo da avere sempre una chiara visione delle spedizioni inoltrate, in transito o in arrivo, oppure di sapere se e perché sono in ritardo. UPS annuncia anche il lancio a livello europeo dei servizi Trade Direct Air e Ocean che integrano le competenze nei servizi di trasporto cargo e di sdoganamento di UPS Supply Chain Solutions con quelle di UPS nella consegna finale delle singole spedizioni negli Stati Uniti attraverso il proprio network. Tali nuovi servizi ottimizzano la supply chain semplificando la movimentazione delle merci via aerea e via mare, direttamente dai centri di produzione europei, attraverso le dogane, alle molteplici destinazioni in tutto il mondo. Ad esempio, le etichette di spedizione per la destinazione finale possono essere applicate sulle merci ancor prima del trasporto, evitando così i centri distribuzione intermedi nei paesi di destinazione e riducendo i costi di movimentazione e di trasporto. Durante l’anno in corso, UPS introdurrà questi servizi anche per le spedizioni in importazione da altre parti del mondo. Box 1: Due nuovi scenari da UPS Fonte: Logistica Management, 2005 36 37 Grando A., (2002), op. cit. e Vona R. (2004), op. cit. Parlare d’impresa cross-border significa rivisitare l'accezione tradizionalmente conferita al termine «impresa senza confini», intesa nella duplice valenza di impresa transnazionale e di impresa che riorganizza il proprio campo di attività verso settori confinanti e interrelati. L'utilizzo ormai frequente di questa locuzione inglese all'interno del nostro vocabolario è giustificato dalla capacità della stessa di riuscire a suggerire con efficacia il tipo di realtà che si va sviluppando nel campo dei servizi, all'interno di aree di mercato molto irrequiete e a ridosso di settori con confini sempre più penetrabili, quasi virtuali. Cfr. Dezi L. (1996), Le dinamiche di convergenza imprenditoriale e settoriale. Risorse immateriali, outsourcing, reti di imprese, cross-border, Cedam. ALESSANDRA COZZOLINO 455 Uno dei problemi rilevanti nella gestione della supply chain globale è la visibilità, ossia la capacità di visualizzare in tempo reale il movimento di merci e capitali via via che i prodotti transitano all’interno della supply chain. La tecnologia informatica è una chiave per fornire la sincronizzazione di tutto il processo d’interazione. UPS ha fatto della visibilità della supply chain una delle più importanti priorità strategiche nel suo impegno di sincronizzare il commercio globale a vantaggio dei propri clienti, costruendo vaste reti informatiche per reperire ed utilizzare le informazioni in tempo reale. Flex Global View fornisce via web ai clienti UPS la possibilità di visualizzare le diverse modalità di trasporto, gli ordinativi d’acquisto, i dati di sdoganamento e di gestione di inventario. UPS Quantum view offre ai clienti la stessa possibilità di visualizzazione per movimentare pacchi di piccole dimensioni in tutto il mondo. Un’ulteriore iniziativa è rappresentata da UPS Returns on the Web, un servizio che consente alle aziende di analizzare i ritorni per identificare i comportamenti dei clienti e le loro scelte in materia di logistica. Box 2: UPS per una gestione visibile della supply chain Fonte: Logistica Management, 2005 TXT e-solutions (segmento TechStar di Borsa Italiana) lancia ufficialmente un’iniziativa nel settore emergente dell’Rfid (Radio Frequency Identification). La tecnologia Rfid prevede in futuro l’utilizzo di etichette “intelligenti” a radio frequenza in sostituzione o affiancamento al tradizionale “codice a barre”. La proposta di TXT e-solutions è destinata ai mercati del retail, della produzione e della logistica, e mira ad offrire alle aziende un supporto completo alla sperimentazione e all’attivazione di nuovi processi di business, che saranno possibili grazie all’introduzione della tecnologia Rfid. L’uso del Rfid può aprire una nuova era nel supply chain management, grazie alla possibilità di identificare e seguire i movimenti delle merci lungo tutta la filiera, dai fornitori di componenti fino al cliente finale del prodotto finito, con consistenti risparmi logistici. Box 3: Nuova iniziativa di TXT e-solutions nel settore RFID Fonte: Logistica Management, 2005 Molti operatori logistici sono presenti in Internet con siti che presentano funzioni informative per la clientela circa le proprie attività. Sono, invece, ancora relativamente pochi gli operatori che propongono attraverso la rete servizi dedicati alle transazioni on-line e, in particolare, a servizi on-line per i propri clienti ad integrazione e supporto delle proprie attività "materiali” di gestione e movimentazione delle merci. Tra questi si annoverano TNT e DHL che offrono una serie si servizi per: consegna/ritiri personalizzati delle merci acquistate via Internet, servizi di tracking on-line per il controllo delle spedizioni in tempo reale (accessibile sia all'impresa cliente che al suo cliente, quando richiesto), stampa diretta della documentazione relativa alle merci presso il cliente, gestione dei database spedizioni dei clienti, consulenze su aspetti doganali e gestione/movimentazione di merci a livello internazionale. Box 4: I siti degli operatori logistici come servizio on-line all'utenza: TNT e DHL Fonte: Assologistica, op. cit., 2001 456 OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI Many companies use NetReturn, an Internet system that Federal Express has developed for reverse logistics management. NetReturn facilitates returns for merchants once a customer has requested a return and been provided authorization to return a product. These thirdparty companies such as FedEx, ASTRA and GENCO, not only aid the return process of goods by scheduling the pickup and transportation, they also collect customer information and track the status of returned items. Box 5: Net return for reverse logistics management Fonte: Krumwiede D.W., Sheu C., “A model for riverse logistics entry by third-party providers”, The International Journal of Management Science, 2002 UPS ha annunciato di aver portato a termine l’acquisizione di Menlo Worldwide Forwarding Inc., in precedenza una società controllata da CNF Inc.. Menlo Worldwide Forwarding, il cui fatturato lordo del 2003 ammontava a 1.9 miliardi di Dollari, è una società di trasporti internazionale che offre una varietà di servizi di spedizione cargo aerea, servizi marittimi e servizi di gestione del commercio internazionale. L’acquisizione rafforza la capacità di UPS di fornire un’ampia gamma di soluzioni per la gestione della supply chain globali, che aggiungono al suo portafoglio servizi di spedizione cargo aerea garantiti, negli Usa e in tutto il mondo. Il prezzo d’acquisto è stato di 150 milioni di dollari in contanti, oltre all’assunzione di un debito a lungo termine di circa 110 milioni di dollari. Box 6: UPS completa l’acquisizione di Menlo Worldwide Forwarding Fonte: Logistica Management, 2005 TNT Global Express, leader italiano nel settore del trasporto espresso, ha acquisito il 100% di SDO (Servizi Distribuzione Ottica), corriere specializzato nella consegna di prodotti ottici. SDO, di cui TNT detiene la maggioranza dal 2001, prevede di chiudere il 2004 con un fatturato di circa 11 milioni di Euro. I principali obiettivi dell’operazione sono legati all’integrazione con il network internazionale di TNT, sia in termini di sinergie operative e informatiche per render il servizio sempre più capillare sul territorio, sia in termini di livello qualitativo dell’offerta globale. Box 7: TNT global express acquisisce SDO Fonte: Logistica management, 2005 Dal settembre 2000 è operativo l'accordo stipulato tra la Divisione Trasporto Regionale di Trenitalia e TNT. Tale accordo prevede che oltre 300 biglietterie ferroviarie diventino altrettanti Tnt Point, cioè punti di accettazione per ricevere e spedire lettere, plichi e piccoli pacchi da e per l'Italia e tutto il Mondo. Le oltre 300 biglietterie ferroviarie si vanno ad aggiungere all'attuale network composto in Italia da oltre 1.200 TNT Point, presso esercizi convenzionati, e da 135 filiali dirette di TNT Global Express. In virtù di tale accordo i fruitori dei servizi ferroviari della Divisione Trasporto Regionale potranno godere di un accesso agevolato ai servizi di TNT Global Express. Box 8: Accordo tra divisione trasporto regionale Trenitalia e TNT Fonte: Assologistica, op. cit., 2001 ALESSANDRA COZZOLINO 457 A livello di attività offerte, il processo di convergenza verso i servizi logistici integrati si realizza tramite due principali direttrici38: - - da un lato, le imprese terziste già presenti sul mercato logistico rispondono alle esigenze della domanda proponendo servizi “a valore aggiunto” o supplementary service39, integrati rispetto alle singole attività del sottosettore a cui originariamente appartengono (come, ad esempio, i magazzinieri); dall’altro, le imprese provenienti da settori limitrofi vedono nell’offerta di servizi logistici integrati lo sbocco ideale per piani di rafforzamento delle proprie attività e l’entrata in ambiti maggiormente profittevoli (come, ad esempio, gli spedizionieri, i corrieri, le poste e i trasportatori). L’emersione del nuovo ruolo degli operatori logistici e le profonde e repentine modificazioni della logistica appena descritte hanno origine a partire dagli anni ’70. Tali cambiamenti prendono avvio non solo dalle modificazioni strutturali delle grandi imprese multinazionali (i cosiddetti grandi “caricatori”) ma anche dai cambiamenti apportati dalle grandi imprese del settore dei trasporti, primi tra tutti quello dello shipping (relativo ai traffici marittimi containerizzati) e quello del trasporto espresso, attuato da carrier quali, ad esempio, FedEx, UPS, TNT, DHL, Bartolini, ecc. Nasce e si sviluppa, quindi, col tempo un vero e proprio “settore” dei servizi logistici e di supply chain management formato da imprese orientate alla realizzazione di un sistema integrato di operazioni a supporto del manufacturing. 5. Evoluzione del concetto di logistica L’evoluzione del settore della logistica conto terzi segue di pari passo l’evoluzione storica del concetto di logistica e, successivamente, di supply chain. Sembra, quindi, opportuno poter mettere in correlazione le due evoluzioni, come riportato nella tabella 140. Inizialmente i compiti logistici sono assegnati alla funzione manifatturiera e a quella del marketing, senza alcun legame tra di esse nella gestione logistica. 38 39 40 Cfr. Assologistica, Politecnico di Milano (2001), op. citata. Cfr. Fawcett S.E., Birou L., Taylor B.C. (1993), “Supporting global operations though logistics and purchasing”, International Journal of Physical Distribution & Logistics Management, vol. 3, n. 4 e Van Hoek R.I. (2001), “The contribution of performance mesasurement to the expansion of thir party logistics alliances in the supply chain”, International Journal of Operations & Production Management, vol. 21, n. 1-2. La tabella vuole rappresentare un quadro di massima che non pretende di essere esaustivo rispetto ai diversi luoghi e periodi in cui l’evoluzione si è realizzata, né tanto meno rispetto alle differenti accezioni di significato che in letteratura si danno ai termini logistica e supply chain. OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI 458 Periodo Concetto di logistica Fino all’inizio degli anni ’70 La logistica è concepita come aspetto interno all’impresa. Essa non ha un ruolo organizzativo specifico di coordinamento e neppure caratterizza una funzione aziendale41. Operatori Customer service Material flow Purchasing Trasporti in entrata ed in uscita. Material control Production Sales Distribution Stage one: baseline Inizio degli anni ’70 La missione della logistica si sostanzia nel coordinamento delle funzioni interne all’impresa che fanno riferimento alla gestione dei materiali ed alle relative informazioni (ovvero Approv-vigionamenti, Produzione e Distribuzione fisica). Customer service Material flow Materials management Trasporti in entrata ed in uscita. Manufacturing management Distribution Stage two: functional integration Anni ’80/inizio anni ’90 41 L’attività logistica serve per pianificare, organizzare ed ottimizzare i flussi di prodotti, di informazioni e di attività che si muovono lungo la “catena integrata interna” del ciclo approvvi-gionamenti-produzione-distribuzione fisica. Trasporti in entrata ed in uscita. L’offerta di servizi si amplia comprendendo le atti-vità di movimentazion e merci, stoccaggio, magazzinaggio. «An example would be where production seeks to optimize its unit cost of manufacture by long production runs without regard for the build-up of finished goods inventory and heedless of the impact it twill have on the need for warehousing space and the impact on working capital». Cfr. Christopher M. (2005), Logistics and Supply chain management. Creating value-adding networks, third edition, Prentice Hall. ALESSANDRA COZZOLINO 459 Customer service Material flow Materials Manufacturing management management Distribution Stage three: internal integration Metà anni ’90 Si consolida il concetto di logistica integrata interna. Si amplia l’idea di supply chain all’esterno (supply chain esterna). Customer service Material flow Suppliers Internal supply chain Customers Stage four: external integration Fine anni ’90 Si consolida la logistica integrata esterna. Material flow Customer service Trasporti in entrata ed in uscita. Si presentano sul mercato degli operatori “di sottosettore”, ovvero che offrono servizi parcellizzati. Con il tempo essi tendono ad arricchire tale offerta con servizi accessori. Operatori di logistica integrata. Customers Suppliers Suppliers Suppliers Providers Internal supply chain Suppliers Providers Suppliers Customers Customers Customers Customers Stage five: network Tab. 1: Evoluzione storica dei concetti di logistica ed operatore Fonte: ns. elaborazione da Massaroni E., Logistica industriale. Principi di base ed aspetti evolutivi, Cedam, 1997; Assologistica, op. cit., 2001; Massaroni E., La logistica nell’approccio sistemico al governo dell’impresa, Cedam, 2002; Crhistopher M., op. cit., 2005 460 OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI In seguito si afferma per la logistica un ruolo di coordinamento delle funzioni interne all’impresa che fanno riferimento alla gestione dei materiali ed alle relative informazioni (ovvero Approvvigionamenti, Produzione e Distribuzione fisica). Si parla in questo caso di modello pipeline: l’attività logistica serve per pianificare, organizzare ed ottimizzare i flussi di prodotti, di informazioni e delle attività correlate. Si inizia, dunque, a concepire la catena interna di fornitura (ovvero la logistica interna integrata). Col tempo va consolidandosi sempre di più il concetto di logistica integrata interna, fino ad un punto in cui tale concezione si estende al di fuori dei confini dell’impresa. Si iniziano a distaccare alcune attività di logistica verso l’esterno ampliando l’idea di supply chain (logistica intergrata esterna oltre che interna). Si crea man mano una domanda di attività logistiche da parte delle imprese industriali. Si presentano, quindi, sul mercato degli operatori “di sottosettore”, ovvero che offrono servizi parcellizzati (propongono soluzioni legate a diversi segmenti della filiera logistica: movimentazione, manipolazione, stoccaggio, magazzinaggio) che, con il tempo, tendono ad arricchirsi di servizi accessori. Le attività di trasporto, inteso come puro spostamento di merci da un luogo ad un altro, non appaiono ancora come parte integrante del settore. In particolare, un nodo fondamentale per la nascita e lo sviluppo di una domanda - prima - e di un’offerta - poi - di servizi logistici è dato dal nascere del concetto di supply chain e di supply chain management. Il termine SCM appare nei primi anni 1980, nel contesto della logistica42 inteso “more than a new name for logistics”43 cioè con un’accezione più ampia del concetto di logistica stessa. La logistica si riferisce tipicamente ad attività che si svolgono all’interno dei confini di una singola impresa mentre supply chain management si riferisce ad un network di imprese che lavora insieme e che coordinano le proprie attività per portare un prodotto sul mercato. Inoltre la logistica si focalizza su attività quali gli approvvigionamenti, la distribuzione fisica, la manutenzione e la gestione del magazzino. Il supply chain management comprende tutte le tradizionali attività della logistica ed anche quelle come il marketing, lo sviluppo di nuovi prodotti, la finanza ed il customer service: queste attività addizionali sono intese come parte del “work needed to fulfill customer requests”. 42 43 Cfr. Houlihan J.B. (1984), “Supply chain management”, Proceedings of the 19th International Technical Conference, BPICS, pp. 101-110, quoted in Lamming, R., Johnsen, T., Zheng, J. and Harland, C. (2000), “An initial classification of supply network”, International Journal of Operations & Production Management, Vol. 20 n. 6, pp. 675-691 e cfr. Oliver R.K., Webber M.D. (1992), “Supply chain management logistics catches up with strategy”, in Christopher, M.G. (Ed.), Logistics - Strategic Issue, Chapman and Hall, pp. 63-75. Cfr. Johnson J.C., Wood D.F. (1996), Contemporary Logistics, 6th ed., Prentice Hall e cfr. Cooper, M.C., Lambert, D.M. and Pagh, J.D. (1997), “Supply chain management more than a new name for logistics”, International Journal of Logistics Management, v. 8, n. 1, pp. 1-13. ALESSANDRA COZZOLINO 461 Peraltro, laddove è adottato un modello di produzione modulare44, gli operatori logistici assumono un ruolo di rilievo nella costruzione di configurazioni organizzative più complesse, realizzando un supply “network”. Le imprese e i provider logistici tendono ad integrare le diverse autonomie imprenditoriali che partecipano alla rete45. Inoltre, le relazioni che legano i due attori - impresa ed operatore - tendono a modificarsi, diventando sempre di più rapporti di collaborazione di medio-lungo periodo. In maniera sintetica si riportano nella figura 7 i modelli di logistica, in relazione alla finalità di gestione del modello stesso e del suo campo di azione. CAMPO D’AZIONE Processo logistico Supply chain (network) Cliente/ fornitore Logistica integrata interna Azienda Area funzionale Logistica integrata esterna Logistica parcellizzata Efficienza funzionale Efficienza aziendale Efficienza collettiva Efficienza collettiva FINALITÀ DI GESTIONE / nel progetto Fig. 7: Evoluzione dei modelli logistici Fonte: ns. elaborazione da Massaroni E., (2002), op. cit., Resciniti R., (2000), Il governo dell’integrazione logistica, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli Ad oggi, è possibile riscontrare nella realtà tutti gli stadi evolutivi del concetto di logistica. Infatti, il livello evolutivo raggiunto dipende dal contesto di riferimento. In tal senso, è possibile delineare tre tipi di approcci alla logistica, a seconda della complessità del contesto di riferimento in cui operano le imprese46: 1. 2. 3. 44 45 46 logistica parcellizzata; logistica integrata internamente; logistica integrata internamente ed esternamente (o di sistema). Cfr. tra gli altri, Gallinaro S. (2004), Modularità e globalizzazione delle imprese, Giappichelli Editore. Handfield R.B., Nichols E.L. (1999), Introduction to Supply Chain Management, Prentice Hall. In particolare, per quanto riguarda l’organizzazione delle interazioni intersistemiche di fornitura in funzione della complessità del contesto di riferimento si rimanda a Massaroni E. (2002), op. cit. e Massaroni E. (2002), “Forme, caratteri e divenire sistemico dei rapporti di fornitura”, in Golinelli G.M. (2002), op. cit. 462 OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI Il primo tipo di approccio (logistica parcellizzata) è tipico di un contesto di riferimento poco complesso. Esso è caratterizzato da: - - una bassa rilevanza assegnata alla gestione e all’organizzazione degli approvvigionamenti ed alla tipologia di servizi offerti dai trasportatori e dagli operatori della distribuzione fisica e commerciale, che segue la logica della mera contingenza; l’impresa focale organizza la propria struttura integrandosi verticalmente (internalizzando le fasi a monte e a valle del processo di trasformazione); il ricorso alle forniture esterne si sostanzia soltanto nell’approvvigionamento di materie prime, semilavorati o particolari a basso valore aggiunto, secondo una logica di “acquisto”47. Il secondo tipo di approccio (logistica integrata) si riferisce ad un contesto di media complessità. In tali circostanze: - - l’impresa tende ad utilizzare il modello del decentramento produttivo, con riguardo alla trasformazione industriale; ciò spinge a ricercare la collaborazione dei fornitori nelle operations che si sostanzia in una comakership “operativologistica”48; la distribuzione commerciale è affidata ad intermediari specializzati; la necessità di rifornire il cliente tramite il canale indiretto porta al ricorso a terzi trasportatori e distributori specialisti. In questo contesto, dunque, il ricorso al mercato avviene non soltanto in una logica di puro e contingente scambio, ma anche di cooperazione operativa. Il terzo tipo di approccio (logistica di sistema) si riferisce ad un contesto particolarmente complesso. In tal caso, infatti, l’impresa: - 47 48 sul fronte della produzione, adotta la lean production: ciò conduce all’impostazione di un modello di comakership “snella” basata su di una collaborazione sia operativo-logistica che strategica; sul lato della distribuzione commerciale, implementa un modello di distribuzione “contrattuale” (integrazione di canale attraverso accordi); affida a terzi tutta o gran parte della distribuzione fisica, a cominciare dai trasporti. La politica di approvvigionamento più adatta in situazioni caratterizzate da bassa complessità del mercato di fornitura e limitata importanza degli acquisti è la cosiddetta “gestione degli acquisti”. Cfr. Kralijc P. (1983), “Purchasing must be become supply management”, Harward Business Review, n. 5. Cfr. Massaroni E. (2002), La logistica nell’approccio sistemico al governo dell’impresa, Cedam. ALESSANDRA COZZOLINO 463 In un contesto ad elevata complessità, l’impresa perviene gradualmente all’impostazione di nessi di collaborazione con i fornitori ed i distributori oltre che di tipo operativo-logistico anche strategici, cioè legami di partnership49. La logistica di sistema è adatta, anche, ad un contesto che presenti una marcata instabilità dovuta alla presenza operativa su scala globale. In tali condizioni, l’impresa: - tende ad applicare il modello di produzione modulare, conducendo allo sviluppo di una comakership “modulare”; relativamente alla distribuzione commerciale, l’impresa propende verso gradi più elevati di coordinamento; la distribuzione fisica è affidata a operatori di servizi logistici “globali”50. Se ne deduce che, in tal caso, l’impresa focale si orienta verso la promozione di interazioni inter-organizzative sempre più intense tendenti a coniugare in modo forte i diversi attori, che interagiranno su un piano di quasi parità, nell’unico ruolo di “produttore”. In relazione a quanto appena sostenuto si può affermare che un approccio logistico, adeguato di volta in volta al grado di complessità del contesto di riferimento, risulta dalla varia declinazione dei seguenti aspetti: - la tipologia delle relazioni intra-aziendali attivate tra le unità organizzative coinvolte nella gestione del flusso fisico (Approvvigionamenti, Gestione delle scorte, Produzione, Distribuzione fisica, Marketing e Vendite, ecc.); i criteri utilizzati per la scelta delle imprese esterne “fornitrici”; il tipo di rapporti inter-aziendali istaurati, ed è sintetizzato nella rappresentazione grafica riportata nella figura 8. 49 50 Tra l’altro, come afferma Signori P. in “Scimam (Supply chain integrated management analysis method): la valutazione delle potenzialità d’integrazione logistica di una catena estesa di fornitura”, Sinergie, n. 56, 2001, «una efficiente e snella catena di fornitura può esistere solo se esiste una condivisione degli obiettivi di lungo termine tra tutte le imprese coinvolte, basata su chiare condizioni ed accordi sull’onestà di remunerazione degli sforzi di ogni parte». L’espressione “globali” pone l’enfasi sulla loro capacità di offrire servizi integrati a clienti che operano a livello globale. OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI 464 Modelli di produzione Produzione snella Affidata a terzi Altissima complessità Alta Complessità Contrattuale In conto terzi Media complessità Amministrata Complessità bassa Acquisto Aziendale In conto proprio Produzione modulare Comakership operativo logistica Comakership snella Modelli di distribuzione commerciale Operatori di servizi logistici globali Decentramento produttivo Integrata Modelli di distribuzione fisica Di massa Comakership modulare Modelli di fornitura Fig. 8: Evoluzione dei modelli di produzione, fornitura e distribuzione Fonte: Massaroni E. (2002), op. cit. 6. Considerazioni di sintesi e prospettive future di ricerca Con la rassegna teorica sin qui svolta si è evidenziato come siano proprio gli operatori logistici che giocano il ruolo di “integratori globali” a cogliere al meglio le opportunità di business derivanti dalla disaggregazione produttiva e dalla conseguente moderna concezione della supply chain, costruendosi anche le condizioni per sopravvivere nel futuro contesto sempre più competitivo. Tali imprese si focalizzano su competenze in grado di gestire sistemi articolati di relazioni - su basi essenzialmente fiduciarie - sempre meno orientate alla gestione delle sole attività di trasporto e magazzinaggio e sempre più attente agli ambiti del service management e del manufacturing. Si delinea la figura di una impresa cross-border le cui attività attraversano settori e mercati tradizionalmente distinti ed ambiti competitivi in cui precedentemente si misuravano soggetti differenti. ALESSANDRA COZZOLINO 465 In sintesi, a differenza degli operatori tradizionali che eseguono attività decise a livello strategico ed operativo dal proprio cliente, l’operatore logistico emerso dallo studio è un’impresa integrata nel sistema produttivo-distributivo capace non solo di svolgere parte o l’intero processo logistico ma anche di organizzarlo e guidarlo per conto dei propri clienti. In particolare, con riferimento al modello produttivo della modularità - intesa ad oggi come ultimo stadio evolutivo conosciuto nel modo di produrre, in cui il vantaggio competitivo si basa sulle competenze - si ipotizza che l’integratore logistico descritto nello studio possa assurgere ad impresa “focale” del “network decentrato” a cui appartiene, col ruolo di “orchestrator”. Queste considerazioni stimolano un ulteriore interesse di ricerca in riferimento alle prospettive di sviluppo che tali attori pianificano per il medio-lungo termine. Si propone una risposta alla suddetta domanda in un prossimo contributo editoriale, attualmente in via di compimento. Inoltre, le considerazioni sin qui svolte aprono la strada ad ulteriori step d’indagine. Si delineano già da ora almeno tre filoni di ricerca, in corso di approfondimento, corroborati con evidenze di carattere empirico emergenti dall’osservazione e dall’analisi di diverse realtà imprenditoriali italiane: - - il primo fa riferimento al ruolo svolto dagli operatori di servizi logistici integrati nella realizzazione di una supply chain economicamente ed ecologicamente efficiente, in linea con le tendenze normative, di comportamento del consumatore finale e competitive verso la sostenibilità ambientale; il secondo fa riferimento alle diverse configurazioni organizzative che vengono adottate dagli operatori di servizi logistici integrati per affrontare la competizione; il terzo fa riferimento all’introduzione di specifiche information and communication technologies - con particolare attenzione alla RFID (Radio Frequency IDentification technology) - da parte degli operatori di servizi logistici integrati nella gestione e nella ri-configurazione della supply chain dei propri clienti per garantire la tracciabilità dei prodotti. A conclusione di questo lavoro preme sottolineare la rilevanza degli operatori logistici in ragione del loro crescente ruolo di integratori nell’ambito della disagreggazione produttiva. Lo studio di tali soggetti nell’ambito dell’attuale e, soprattutto, del futuro contesto competitivo ci sembra foriero di ulteriori e stimolanti riflessioni. Bibliografia ASSOLOGISTICA, POLITECNICO DI MILANO, Indagine sull’evoluzione strutturale delle imprese della logistica in Italia. Primo rapporto, 2001. ASSOLOGISTICA, POLITECNICO DI MILANO, Una classificazione funzionale delle aziende di assologistica. Terzo rapporto, 2003. 466 OPERATORI DI SERVIZI LOGISTICI INTEGRATI BAGCHI P., VIRUM H., “European logistics alliances: a management model”, International Journal of Logistics Management, vol. 7, n. 1, 1996. BOIN A., MERLINO M., SAVOLDELLI A., “Outsourcing: uno strumento operativo o una moda?”, Sistemi & Impresa, n. 1, 1998. 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