Auguri di Natale dal Mondo Dominato Leonense Sanità: un nuovo

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Auguri di Natale dal Mondo Dominato Leonense Sanità: un nuovo
Periodico di attualità, economia,
informazione e cultura cooperativa
ANNO 7 • N. 6
DICEMBRE 2009
Auguri di Natale dal Mondo
Dominato Leonense Sanità: un nuovo servizio a Leno
2009, un anno di Cassa Padana
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l’anno che ci apprestiamo a salutare è stato difficile per l’intero sistema bancario e
sicuramente sotto il profilo economico il meno brillante per la nostra Cassa.
In questi anni abbiamo rischiato di venir travolti da modi di pensare diffusi che si
esplicitano in una eccessiva fiducia nel mercato, quale meccanismo di regolamentazione
dei rapporti sociali, oltre che di quelli economici. Tale fiducia mal riposta rischia di
far passare decisamente in secondo piano il riferimento a principi e ideali come la
solidarietà, che sono il vero fondamento della convivenza civile. Questo valore, la
solidarietà, fa centro sull’uomo e sulla famiglia.
Il pericolo che l’uomo contemporaneo corre è quello di vivere in una società che si
nutre quasi esclusivamente del quotidiano e che perciò sembra condannata a esaurirsi
nel semplice scambio economico seguendo tracce essenzialmente materiali, che hanno
come unico obiettivo il benessere, un benessere effimero che si pensa di raggiungere
semplicemente bruciando consumi su consumi.
Lo sviluppo di una società, di un’impresa, di una comunità richiede invece partecipazione
responsabile di ogni individuo a costruire secondo la propria capacità e i propri talenti
un ordinato equilibrio morale ed economico, dove ciascuno possa trovare la dimensione
etica del proprio essere. La mutualità nasce proprio agli albori della società industriale per
dare una risposta al disagio sociale che si stava diffondendo per l’affievolimento dei valori
tradizionali, ovvero per tutelare i soggetti più deboli ed esposti. Oggi sotto molti aspetti
viviamo una situazione analoga che richiede una spinta di concreta solidarietà, un effettivo
impegno di servizio.
L’auspicio è quindi che il 2010 possa essere l’anno della riaffermazione dei nostri valori
etici, per riscoprire gli orizzonti della solidarietà; e la cooperazione potrà essere uno
strumento essenziale per realizzare il progetto.
Buon Natale.
VITTORIO BIEMMI
Presidente di Cassa Padana
sommario
editoriali
Cari Soci,
4-5-6-7
Palestina. Natale di speranza a
Betlemme, città di pace senza pace
Perù. Era una sfida, e l’abbiamo vinta.
Incontro con Victor Chati Perez,
Cooperativa Los Andes
Ecuador. Il sorriso di
una vita: in ricordo
di Ivano
Argentina. Sulle
orme del credito
cooperativo
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CANTIERI VIVI
Il 2009 volge al termine. È stato un anno intenso, complicato, dove molte
situazioni, progetti, iniziative si sono intrecciate fra di loro, andando a
comporre l’azione complessiva della Cassa verso i soci, i clienti e il territorio.
La consueta rubrica “un anno di Cassa Padana” può in parte renderne l’idea.
Semplificando al massimo la strategia di quest’anno, possiamo dire che la
Cassa ha tenuto vivo e contemporaneamente sviluppato due “cantieri”.
Il primo è la gestione dell’attuale fase di crisi, cioè aiutare famiglie e imprese
in difficoltà a traghettare questo momento, salvaguardando al contempo
la solidità e la forza della banca, che è garanzia per il futuro. Un cantiere
difficile, delicato.
Il secondo è immaginare quali saranno le linee della ripresa, le caratteristiche,
i settori, le condizioni per renderla stabile per il nostro territorio e attrezzarsi
per tempo.
Un esempio è l’investimento fatto per realizzare una maggiore vicinanza alle
imprese, per aiutarle a leggere meglio scenari e prospettive.
Un altro è l’ulteriore diretta compromissione della Cassa nei bisogni della
comunità. La banca, visto lo scenario di meno risorse pubbliche e di più
necessità, si è impegnata per creare reti territoriali e costruire risposte nuove e
più efficienti.
Ma si possono fare tanti altri esempi che concretamente testimoniano lo
sforzo teso a costruire le condizioni per un futuro migliore della nostra
comunità il prossimo anno e quelli che verranno.
LUIGI PETTINATI
Direttore generale di Cassa Padana
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8-9
Dominato Leonense Sanità: un nuovo
servizio per l’assistenza residenziale
Un’antica chiesa medievale scoperta
a Leno. I risultati degli ultimi scavi a
Villa Badia
Albedo: dello spazio, del tempo e di
altri inizi: in mostra a Cremona Paolo
Cavinato
GRATIS, la mostra rinviata a marzo 2010
La Pomostoria: quando la protagonista è
una mela
Risuona nuovamente il sacro bronzo dei
Ss. Nazaro e Celso
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Il commercio fa centro
18-19
10-11
Un mondo di spezie a Padernello
Spruzzi di Spirito, appuntamento a
Gussago il 30 e 31 gennaio
12-13
2009, un anno di Cassa Padana
14-15
Sogni, desideri e aspettative: ecco
gli studenti della Laba, il corso di
Graphic Design di Leno
Master in Esperto di Credito Cooperativo
Glocale, terza edizione
Come fare cultura in tempi di crisi?
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Rubiera, terra di confine del Dominato
Leonense
20-21
A Pontevico,
nell’ultimo maglio
della Bassa
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ll Papa a Brescia: dalle Bcc bresciane e
dalla rete di Cuore Amico 200mila euro
per il Centro sociale delle suore operaie in
Burundi
A Brescia il centenario di Federcasse
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PALESTINA
Natale
di speranza a Betlemme,
città di pace senza pace
DI ELISABETTA BERTO
[email protected]
CASSA PADANA IN
PALESTINA
Nel maggio 2009 Cassa Padana
è stata inivitata a conoscere la
realtà economica, finanziaria e
istituzionale della Cisgiordania
dalla Regione Lombardia
che da anni tesse relazioni
con i Territori Occupati. La
delegazione italiana, composta
da Cassa Padana, Credito
Cooperativo dell’Adda e del
Cremasco-Cassa Rurale,
Federazione Lombarda delle
banche di credito cooperativo e
guidata da Christian Zaknoun,
palestinese residente in Italia,
ha ricambiato l’ospitalità
palestinese lo scorso
settembre, quando esponenti
dell’Autorità Monetaria
Palestinese, dell’Università di
Betlemme e del Bethlehem
Arab Society for Rehabilitation
(BASR) hanno visitato l’Italia
per conoscere il credito
cooperativo italiano.
J
una missione di pattugliamento. Tutti erano terrorizzati
dai militari e Jihad non si sarebbe certo sognato di uscire
di casa se l’avesse saputo. Ma non ne fu informato. Mentre
stava andando in bicicletta vide i soldati a duecento metri di
distanza e cercò di scappare. Ma era troppo tardi. I soldati
l’avevano visto. E gli spararono alla testa. Un unico colpo
che entrò dalla parte destra della testa e uscì dalla fronte. Gli
era un ragazzo di quindici anni come
tanti altri, con il sogno di aprire un grande negozio
che avrebbe strappato la sua famiglia alla povertà. Viveva
a Biet Fajjar, a tredici chilometri da Betlemme, assieme ai
genitori e ai quattro fratelli. Un pomeriggio di maggio, nel
2005, la sua vita cambiò. Nessuno nel suo villaggio era stato
avvisato del fatto che l’esercito israeliano avrebbe condotto
IHAD KHALED
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»
Betlemme, la Basilica della Natività. In apertura, la Moschea
della roccia a Gerusalemme
“L’occupazione dei territori palestinesi”, ha spiegato,
“continua a infliggere sofferenze insopportabili e continue
a tutta la popolazione. Ma sono soprattutto i bambini e
le persone diversamente abili a subire. Perché vivono ogni
giorno situazioni traumatiche dalle quali non riescono né
possono difendersi. I loro diritti fondamentali, alla vita, all’istruzione, alla salute, alla base di ogni sviluppo e benessere
fisici e mentali, vengono negati e violati. Vivere ogni giorno
in condizioni di insicurezza e instabilità politica, economica, fisica, sociale ha prodotto così tanta violenza e un profondo vuoto di relazioni armoniche”.
Shehadeh, oggi alla soglia dei 70 anni, dopo la laurea
in Francia, ha iniziato la carriera professionale come fisioterapista. Sebbene avesse una propria clinica privata e faccia parte di un’influente famiglia di Beit-Jala, distretto di
Betlemme, ha deciso di mettersi a disposizione di numerose organizzazioni di volontariato in Palestina. Per tutta la
sua vita lavorativa si è sempre battuto contro l’emarginazione e la discriminazione delle persone diversamente abili da parte della società palestinese. Identificandosi nelle loro sofferenze, è sempre stato determinato a fare del proprio
meglio per alleviarle e migliorare la qualità della loro vita.
Dal 1982 è Direttore Esecutivo del BASR. La sua leadership carismatica ha trasformato il centro da una delle tradizionali case dell’istituto Leonard Cheshire Disability a luogo di eccellenza nazionale e internazionale.
Oggi il BASR offre una vasta e specializzata gamma di
servizi medici, riabilitativi, educativi, di orientamento professionale, psicologici e ricreativi alla popolazione palestinese, riservando un occhio di riguardo alle persone diversamente abili e svantaggiate. L’adozione di un approccio
olistico per soddisfare i bisogni dei clienti è diventato con
gli anni un modello da replicare all’interno della regione.
Il BASR ha realizzato anche modelli educativi inclusivi
all’interno dei centri di assistenza sanitaria giornaliera che
sono stati replicati da molte altre organizzazioni all’interno
e all’esterno del distretto di Betlemme. Qui, i bambini con
disabilità possono imparare, giocare e partecipare alle diverse attività svolte allo stesso livello dei loro coetanei.
Perché il BASR possa continuare la sua nobile missione,
c’è bisogno che i suoi molteplici programmi e servizi a beneficio delle persone diversamente abili vengano sorretti dalla solidarietà e dal generoso supporto tecnico e finanziario
dei tante persone di buona volontà. L’ospedale deve continuare la formazione del suo qualificato staff multi-disciplinare per farlo diventare leader e risorsa nelle diverse discipline. Il BASR ha bisogno di proseguire nelle attività a favore
dei diritti delle persone diversamente abili perché abbiano
le stesse possibilità e la stessa partecipazione nella società a
livello nazionale e regionale. Va detto poi che il BASR ha
un bilancio annuale di 7 milioni di dollari nord-americani
che deve essere garantito attraverso donazioni per permettergli di fornire i servizi di cui hanno bisogno. La maggior
parte dei suoi pazienti, infatti, non è in grado di coprire le
spese per i trattamenti. ¬
amici di Jihad dovettero aspettare che i soldati se ne fossero
andati per portarlo all’ospedale più vicino.
Sua madre fu avvisata dai vicini. I media locali lo dichiararono morto e anche gli amici più intimi lo considerarono
tale. Ma Jihad non lo era. Anche se non sarebbe più stato
lo stesso di prima. Non avrebbe più parlato come soleva fare, non avrebbe più scorrazzato per le strade come gli piaceva fare. Metà del suo corpo sarebbe rimasto per sempre
paralizzato. Dopo venti giorni di coma e dieci in un ospedale di Hebron, venne portato al Bethlehem Arab Society
for Rehabilitation, dove trascorse i sei mesi successivi in un
programma di riabilitazione intensiva. Jihad migliorò progressivamente e tornò a essere indipendente in molte attività della vita quotidiana. È tornato a camminare, grazie a
un dispositivo ortopedico per la sua gamba destra. Tutta
l’assistenza gli è stata fornita gratuitamente, perché suo padre è disoccupato.
È in questo tumultuoso contesto di insicurezza e instabilità politica, economica, fisica, sociale che vive e lavora
Edmund Shehadeh, fondatore e l’anima del BASR , il Bethlehem Arab Society for Rehabilitation, il più attrezzato centro di recupero per le persone portatrici di handicap presente in Palestina, con sede a Beit Jala, Betlemme.
Il medico è stato recentemente in Italia per una visita a
Cassa Padana e ad altre Bcc
nell’ambito di un progetto
finanziario e istituzionale avPER CONTRUIBUIRE
viato dalla Regione LombarALL’ATTIVITÀ DEL BASR
dia. “Vogliamo migliorare la
BETHLEHEM ARAB SOCIETY
vita dei palestinesi”, ha detFOR REHABILITATION
to a Popolis, “Vogliamo ofBonifico internazionale su:
frire servizi sanitari di quaEurope Arab Bank London
lità ai bambini malati e agli
Arab Bank Plc., 73 Brook Street
svantaggiati. Ogni giorno ci
Mayfair, London W1K 4HX - UK
chiediamo cosa possiamo fac/c: 1002 -00624407-301
re per arrivare ad un’integraIntestato a: Bethlehem Arab Society for
zione totale dell’handicap
Rehabilitation
nella società, perché per ogni
Valuta: USD
persona è fondamentale la
IBAN: GB 94 ARAB 4050 4462 440702
dignità. Anche in queste terSwift Code: ARABGB2L
re difficili”.
Sort Code: 40-50-44
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PERÙ
Era una sfida, e l’abbiamo vinta
INCONTRO CON VICTOR CHATI PEREZ, COOPERATIVA LOS ANDES
DI ELISABETTA BERTO
[email protected]
Q
OSQ’O.
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Ombelico del mondo, Roma dell’America Latina, città a forma
di puma all’epoca dell’Incanato. Abbiamo fatto tappa qui, lo scorso settembre, per riposarci dall’estenuante viaggio in pulmino che ci ha portati nella regione di Apurimac, nel cuore delle Ande Centrali. È qui dove è nata la
Cooperativa Los Andes, una delle istituzioni finanziarie che il progetto di cooperazione tra Cassa Padana e Fenacrep ha aiutato nella costituzione della nuova succursale di Abancay.
“Los Andes nasce nel 2001 – racconta Victor Chati Perez, direttore generale della cooperativa – quando ormai il Perú di Fujimori aveva messo fine
in modo piuttosto definitivo al terrorismo di Sendero Luminoso e del Movimiento Revolucionario Túpac Amaru. Le famiglie, che un tempo erano fuggite, iniziavano a ritornare nella regione di Apurimac. La loro presenza faceva emergere impellente la necessità di riattivare la vita della comunità e la sua
economia. Ma era un obiettivo difficile da realizzare per chi non poteva fornire garanzie reali a
fronte di un prestito ed era quindi automaticamente escluso dai circuiti finanziari formali”.
In queste regioni l’eredità culturale degli Inca è ancora molto forte. Non è un caso, quindi,
che a un certo punto un gruppo di produttori di alpaca e di piccoli agricoltori si decidesse a organizzarsi in cooperativa facendo leva sulla “minka”, l’aiuto reciproco, l’essenza della cooperazione che aveva permesso la prosperitá durante l’epoca dell’Incanato.
“Da allora”, continua Victor Chati Perez, “la cooperativa ha aperto dieci succursali nella regione e quattro centri di informazione e assistenza alla clientela basandosi su “Ama qella, ama
sua, ama llulla”. Una semplice regola che per anni governò il regno degli Incas e che impone di
“non essere ozioso, non ingannare, non mentire”.
Nonostante l’estrema povertà della regione “Los Andes” è riuscita a dimostrare quello che
Cassa Padana va dicendo da anni nei suoi progetti in America Latina e che imparò dall’esperienza del progetto di Microfinanza campesina in Ecuador: i poveri non sono soggetti di credito di peggior qualità e soprattutto non è vero che non hanno risorse da risparmiare. Di fatto, ai
poveri nessuno ha mai insegnato a risparmiare. Per questa ragione la cooperativa si è impegnata in tutti questi anni a fare educazione al risparmio. E con enorme successo: partita con 7.500
soles di capitale sociale, in soli sette anni è riuscita a racimolarne ben 4,5 milioni.
Per raggiungere questo traguardo sono state anche installate
antenne satellitari nelle varie succursali con un duplice obiettivo: risolvere il problema della comunicazione con regioni così
remote e creare nella comunità la consapevolezza della concretezza dell’istituzione, la fiducia nella cooperativa, la certezza che
il suo personale non se ne sarebbe andato da un giorno all’altro
con tutti i soldi depositati.
“La nostra esperienza”, aggiunge Victor, “è la prova che la
finanza rurale in Perù non solo è possibile, ma addirittura efficiente ed efficace, contrariamente a quanto affermi la letteratura in merito. La popolazione rurale peruviana è a torto considerata ad alto rischio e incapace di risparmiare. Questa percezione
distorta è frutto di anni di servizi finanziari offerti in territorio rurale da istituzioni finanziarie urbane, con personale che
non conosce la cultura del luogo e, spesso, nemmeno la lingua,
il quechua”. ¬
La Cooperativa Los Andes.
Sotto, la Delegazione Cassa Padana
in Messico
MESSICO
MICROFINANZA A
DURANGO
A settembre, Cassa Padana in visita
a Durango ha potuto presenziare
alla costituzione dell’Associazione
di cooperative di microfinanza
popolare di Durango, che riunisce
tre casse solidarie e cinque
popolari dello Stato. È un primo
passo verso la costituzione di una
vera e propria federazione statale.
A San Bernardino de Milpillas,
l’atto di apertura della succursale
di Cassa Poanas nella comunità
ha dato il via alle pratiche per la
sua costituzione. Prevista anche la
nomina di un comitato di credito,
che verrà formato sulla gestione
della succursale da altri comitati di
credito di Cassa Poanas.
»
Ivano Chiaff in Ecuador, fotografato
da Valerio Gardoni
ARGENTINA
SULLE ORME DEL CREDITO
COOPERATIVO
DI TULIO DI PAOLO
Comitato esecutivo Mendosur ltd
ECUADOR
Il sorriso di una vita
IN RICORDO DI IVANO
DI VALERIO GARDONI
[email protected]
O
SPEDALE DI ZUMBAHUA,
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Ecuador. Lunedì 5 ottobre. Ivano Chiaff, volontario dell’Operazione Mato Grosso, perde la vita cadendo dal tetto
dell’ospedale che sta sistemando. La notizia fa il giro delle missioni sparse in
America Latina e piomba come un macigno in Italia. Dalle Ande alla pianura lacerando il cuore dei familiari, degli amici e lasciando nello sgomento tanti ragazzi che con Ivano hanno fatto gruppo per sostenere il lavoro dei
volontari sulle Ande.
Flero, Brescia. Mercoledì 7 ottobre. La chiesa, il luogo più grande del paese dove incontrarsi, è stipata di ragazzi, increduli di fronte alla disgrazia, con
gli occhi gonfi di lacrime, in un silenzio che fa male. Ivano era volontario da
sempre, amico di tutti.
Flero, Brescia. Sabato 10 ottobre, il funerale è una scia di dolore e fede.
Il cordone umano si snoda, cala la sera e sulla terra umida d’ottobre rimane
il sorriso di una vita.
Ivano era amico mio. Se n’è andato creando un vuoto che si può colmare solo con l’esempio lasciato: una vita spesa per gli altri, per i poveri, la carità fatta con la fatica di sporcarsi le mani per gli ultimi.
Un cuore buono te lo porti dalla nascita. Ivano ha inseguito la vocazione
al volontariato sin da ragazzo e l’Operazione Mato Grosso è stata per lui il
cammino per dare un senso vero all’esistenza terrena, insieme a Maria e poi i
quattro figli a coronare una famiglia felice, innamorata della vita.
Al ritorno dal lavoro, Ivano non si cambiava nemmeno. Una sosta a casa
e poi via a far gruppo, a raccogliere ferro e carta, a inventarsi lavori per mandare aiuto alle missioni dell’ONG, sparse tra Perù, Ecuador, Bolivia e Brasile. Non era mai stanco, non si risparmiava mai nemmeno nelle feste comandate, con una vita buona si ricerca la verità.
Alcuni anni fa Ivano e Maria hanno maturato la decisione di partire, di
concretizzare il cammino percorso insieme durante gli anni di volontariato in
Italia. La prima destinazione è stata Angamarca in Ecuador per un paio d’anni. Poi Zumbahua, un villaggio arroccato sulle Ande a 3.800 metri di quota,
al centro di impervie vallate ai piedi di un grande vulcano. Lì c’è l’ospedale costruito dai volontari dell’Operazione Mato Grosso, unica sanità gratuita
per centinaia di poveri campesinos che abitano le impervie vallate andine.
È tra quelle vallate che in questi anni si è sviluppato e concretizzato il progetto “Microfinanza Campesina” sostenuto da Cassa Padana e da un pool di
BCC. ¬
Nella regione sud di Mendoza, Argentina, si è
deciso di promuovere la costituzione di una Cassa
di Credito Cooperativa, pensata come agente del
sistema finanziario e come strumento per lo sviluppo
locale con gli obiettivi di includere all’interno del
sistema finanziario settori dell’economia che le
banche commerciali e internazionali lasciano da
parte, offrendo prodotti adeguati alle loro necessità e
possibilità; decentrare le politiche bancarie attraverso
il confezionamento di linee creditizie e prodotti “ad
hoc” per le piccole e medie imprese della regione,
che prendano cioè in considerazione ogni caso
specifico; rendere più efficace e federale il processo di
intermediazione finanziaria poiché oggi la maggioranza
delle piccole regioni dell’Argentina producono più
risparmi dei crediti che gli vengono concessi e questo
fa pensare che i crediti vadano a finanziare i grandi
capitali regionali o nazionali.
Questa necessità e questi obbiettivi danno origine
al progetto della Cassa di Credito Cooperativo
MendoSur ltd. Il 15 maggio 2009 è stata presentata
al Banco Central de la República Argentina la richiesta
di autorizzazione alla sua costituzione e la cassa
potrebbe essere operativa nel 2010.
Le Casse di Credito Cooperative Argentine di oggi
stanno riprendendo vita seguendo l’esempio delle
BCC italiane, grazie al progetto di cooperazione
internazionale, iniziato da Cassa Padana, e oggi
portato avanti da tutto il sistema italiano del Credito
Cooperativo. Noi, futuri membri del Comitato
Esecutivo, abbiamo frequentato il corso di alta
formazione per dirigenti di casse di credito cooperative
avviato dall’università di Bologna nella sua sede
di Buenos Aires e presso l’università Nazionale di
Cordoba, in Argentina. Come degna conclusione del
corso, abbiamo visitato Cassa Padana, a Leno, e
conosciuto i suoi progetti. Non solo molto interessanti,
ma anche molto simili a quelli che noi dovremo
realizzare per raggiungere gli obiettivi e per aiutare lo
sviluppo del territorio in cui viviamo.
La Delegazione Argentina durante
la visita in Italia.
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N O S T R I
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Un’antica chiesa medievale
scoperta a Leno
I RISULTATI DEGLI ULTIMI SCAVI A VILLA BADIA
DI DANIELA IAZZI
[email protected]
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Gli scavi in
Villa Badia
F
solo chi ha la possibilità di seguire passo dopo passo uno scavo
archeologico può comprendere in pieno la trepidazione, l’emozione e lo stupore che si prova nel vedere
emergere, giorno dopo giorno, frammenti di una vita
passata. Le testimonianze di
uomini e donne che hanno
vissuto prima di noi. In una
società diversa. Gli edifici
non erano gli stessi che possiamo vedere oggi. Ma chi li
abitava erano persone come
noi che ci hanno preceduto
nel viaggio della vita.
A volte viviamo ignari
per anni camminando sopra
quello che è un vero patrimonio di conoscenze. È sufficiente togliere poche decine di centimetri di terra per
scoprirlo.
È quello che è accaduto, di nuovo nei giorni scorORSE
so, nell’area di Villa Badia a
Leno. Già nei primi anni di
questo terzo millennio erano
emerse le tracce dell’antica
abbazia di Re Desiderio dei
Longobardi, luogo che nei
secoli ha rivestito un’enorme
importanza politica ed economica e che ospitava oltre
un centinaio di monaci.
Dopo l’acquisto da parte
di Cassa Padana della restante parte dell’edificio di Villa Badia – avvenuto la scorsa estate – questo autunno
gli scavi archeologici hanno potuto riprendere. Era
infatti necessario adeguare
gli impianti della Villa e fare gli allacciamenti necessari
per ospitare, dall’anno accademico 2009-2010, il Corso
di Laurea in Graphic Design
di LABA (Libera Accademia
delle Belle Arti). Per questo,
con la supervisione costante
dell’archeologa Denise Morandi – inviata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia – si
è iniziato a indagare il sottosuolo.
Oltre alle numerose sepolture rinvenute, la maggior parte situate nelle vicinanze del campanile della
chiesa abbaziale costruito intorno all’anno 1000 e
pertanto relative al cimitero monastico, è emersa dall’oblio del tempo un’antica
chiesa medievale, di notevoli dimensioni e perfettamente allineata alla chiesa
dell’abbazia. Una scoperta
inattesa e perciò ancora più
sorprendente. Il dottor Andrea Breda, funzionario del-
la Soprintendenza di Brescia
e direttore dello scavo, parla di edifici di culto di pertinenza del monastero, citati in documenti scritti e mai
trovati. Ipotizza possa trattarsi della Cappella di Santa
Maria o della chiesa di San
Giacomo, ma è ancora tutto da verificare.
Gli archeologici sono
quindi alle prese con questo nuovo enigma: davanti a
quale antico edificio ci troviamo? Qual era la sua effettiva relazione con l’abbazia
benedettina? Risposte che
solo il proseguo dello scavo e uno studio approfondito dei testi storici potrà darci. Noi rimaniamo in attesa
delle prossime novità con interesse e curiosità. ¬
GRATIS, LA MOSTRA
RINVIATA A MARZO
2010
Le importanti scoperte
archeologiche che stanno
interessando Villa Badia
hanno imposto un’attenzione
maggiore e pertanto un
rallentamento delle operazioni
di ristrutturazione dell’edificio
che ospiterà il Corso di Laurea
in Graphic Design di LABA.
In accordo con la direzione
dell’Università si è quindi
deciso di far iniziare le lezioni
negli spazi giù restaurati di
Villa Badia, dove solitamente
sono allestite le mostre
temporanee. Per questo motivo
la mostra Gratis, organizzata
con il Centro Oratori Bresciani,
è stata posticipata al 21 marzo
prossimo, giorno dedicato
a San Benedetto e in cui
la Fondazione Dominato
Leonense propone la
tradizionale mostra-mercato
dell’agroalimentare di
primavera. L’esposizione, che
coinvolge 16 giovani artisti
vincitori delle passate edizioni
del concorso di PuntoArt,
si completerà con alcuni
spettacoli teatrali. d.i.
RISUONA NUOVAMENTE IL SACRO BRONZO
DEI SS. NAZARO E CELSO
DI LAURA SIMONCELLI
[email protected]
Odi, sorella, come note al core /quelle nel vespro tinnule campane
/empiono l’aria quasi di sonore/ grida lontane? Nessun verso come
quello di Campane a sera di Giovanni Pascoli può ricordarci
l’importanza della campana di una chiesetta di campagna. Il
suo rintocco scandiva le giornate dei contadini e annunciava
i giorni di festa. Grazie alla generosità della signora Gaetana
Gatti – della famiglia che ha donato la chiesa lenese, intitolata
ai Santi Nazzaro e Celso,
Il Campanile della Chiesetta dei
alla Fondazione Dominato
SS. Nazaro e Celso
Leonense e che aveva tolto
la campana dalla pieve per
evitare che venisse rubata
– la campana tornerà a
riecheggiare sul campanile
della bella chiesetta della
Bassa bresciana.
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Albedo: dello spazio,
LA POMOSTORIA: QUANDO
LA PROTAGONISTA È UNA MELA
del tempo e di altri inizi
IN MOSTRA A CREMONA PAOLO CAVINATO
IL NUOVO SPETTACOLO DEL GRUPPO CARAMELLA
Sabato 31 Gennaio 2010, alle 16, l’Associazione Culturale
CaraMella presenta in Villa Badia a Leno lo spettacolo “La
Pomostoria”, di Piero Forlani. Nella nuova produzione del
Teatro Caramella, la storia dell’uomo è vista da una prospettiva
tutta particolare. Da Adamo ed Eva a Paride con la bellissima
Afrodite; da Guglielmo Tell a Newton o Biancaneve: quadri
teatrali si succedono tra momenti assolutamente divertenti e
dialoghi schioppettanti, con una protagonista d’eccezione: la
mela! Pur rivolgendosi principalmente a un pubblico di ragazzi,
lo spettacolo risulta piacevole anche per gli adulti.
La Pomostoria
Di Piero Forlani
Compagnia Teatro CaraMella con Elisabetta Innocenti, Piero Forlani,
Ornella Sandrini, Tiziano Terraroli. Luci e tecnica di Alessandro
Barbieri. Regia di Piero Forlani.
Sabato 31 gennaio 2010, ore 16
Villa Badia, Via Marconi 28 Leno
Ingresso gratuito
DI DANIELA IAZZI
[email protected]
F
7 FEBBRAIO 2010, presso la Galleria Dellearti di Cremona,
sarà possibile visitare “Albedo”, la mostra personale del giovane
ed eclettico artista mantovano Paolo Cavinato, nuova scoperta dell’arte contemporanea nazionale.
L’esposizione, promossa dal Dellearti Design Hotel con la collaborazione di Fondazione Dominato Leonense e Cassa Padana, si
propone di far conoscere alla città del Torrazzo l’esito di dieci anni
di lavoro artistico, un percorso di maturazione e di ricerca che ha
portato Paolo Cavinato a riflettere sul ruolo della pittura oggi.
Attraverso altri linguaggi, altre esperienze nel campo del video,
della fotografia, della macchina scenica teatrale, Paolo Cavinato è
giunto alla conclusione che, in ogni caso, dipingere vuol dire tradurre in modo molto più diretto ciò che abbiamo nel profondo; sul
supporto... tracciare il segno, il colore, la tensione, vuol dire imprimere uno stato d’essere, una malattia, un sentimento.
Le tele presentate al Dellearti sono imbevute di foglie sbriciolate,
sassi, terra, gocce di colore rapprese; una tecnica originale e personale
che, partendo dall’utilizzo del materiale raccolto dallo stesso artista
nei suoi luoghi d’origine, trasforma l’opera in suggestioni di luoghi
e situazioni reali. Si può dire che è la luce la vera protagonista, non
solo delle opere pittoriche, ma anche dei video e delle opere scultoree presentate in mostra.
Nelle opere di Cavinato, scrive Francesca Benetti nel testo critico
che accompagna la mostra: “… albe o crepuscoli ed elementi naturali in ricorrente alternanza compongono ricordi e sognano sogni
nell’attesa dell’inizio”.
Paolo Cavinato è nato a Mantova nel 1975, dove vive e lavora. Si
è formato principalmente in progettazione scenica a Milano, all’Accademia di Belle Arti di Brera, e a Parigi e Roma, presso il rinomato
Studio Ezio Frigerio. Negli ultimi anni ha ottenuto diversi riconoscimenti, fra cui l’invito a partecipare al Forum di Dialogo Italo-Turco, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri italiano, UniCredit
Group, LIMES e SAM (Centre for Strategic Research del Ministero
degli Affari Esteri turco) ed è Membro Associato della Royal British
Society of Sculptors di Londra.
Tra i premi ricevuti, nel 2009 ricordiamo il Premio Artivisive San
Fedele e nel 2008 il Premio Arte Laguna di Treviso, e il Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro, Concorso internazionale per Giovani
Scultori. Negli ultimi anni ha esposto al Museo d’Arte Moderna e
Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti (Mn), presso la Fabbrica
Borroni di Milano, nella Fortezza da Basso di Firenze e in molte altre città italiane. ¬
INO AL
ALBEDO
PERSONALE DI PAOLO CAVINATO
Fino al 7 febbraio 2010
Orari: lunedì-domenica ore 11-22; ingresso libero
Dove: Project Room Galleria Dellearti
c/o Dellearti Hotel - via Bonomelli 8, Cremona
PER INFORMAZIONI:
Fondazione Dominato Leonense - Tel 030 9038463
[email protected]
www.fondazionedominatoleonense.it;
www.dellearti.com; www.paolocavinato.net
9
I
N O S T R I
P R O G E T T I 2
Un mondo
di spezie a Padernello
DI PAOLA ZANI
[email protected]
N
ON C’È NESSUN INGREDIENTE
al mondo più “globalizzato” e più trasversale delle spezie. Hanno anticipato le
mode e i mezzi di trasporto, affascinando dal tempo dei tempi le popolazioni di tutto il mondo.
Da sempre considerate bene raro e prezioso, equiparate nei testi antichi alle perle, all’oro e alle pietre preziose, le
spezie erano dunque pregiata merce di scambio di quei mercanti che attraversavano il continente eurasiatico. Preziose per la lontananza dei loro paesi d’origine, per gli alti costi e i rischi del trasporto, per la loro funzione di preservare
i cibi e di confonderne i cattivi odori mano a mano che degradavano e indispensabili per i riti religiosi di diverse culture, divennero ingrediente richiestissimo nella cucina del
Medioevo, nonostante il loro alto costo. La situazione cambiò nel XV secolo con le nuove scoperte geografiche che ne
permisero una maggiore disponibilità. Cristoforo Colombo
importò dalle Americhe peperoncino, pimento e bacche di
vaniglia, mentre, poco dopo, grazie a Vasco de Gama, i portoghesi divennero gli incontrastati mercanti di pepe, chiodi
di garofano, noce moscata e cannella da Ceylon, isole Molucche e Indonesia.
Tra il XVII e il XVIII secolo, in Francia e in Italia, si affermò un ideale di “cucina naturale” che rispettasse il naturale
sapore di ciascun alimento e le spezie caddero in disuso sostituite dalle erbe locali. Successivamente, nuove piantagioni
di alberi da spezie a Mauritius e in altre colonie francesi, all’inizio del XIX secolo, assicurarono approvvigionamenti costanti e a prezzi più ragionevoli in tutta l’Europa.
Oggi, con l’affermarsi di culture gastronomiche diverse,
queste preziose essenze conoscono una sorta di “nuovo Ri-
nascimento”, che attraversa tutti i continenti, grazie anche ai
migranti che portano con sé i sapori dei paesi d’origine.
Quando si parla di spezie si apre un mondo. Non a caso
questa mostra ha l’obiettivo di far conoscere il mondo delle
spezie attraverso esperienze multisensoriali. Non solo la vista, ma anche olfatto, tatto e udito.
Le spezie nei primi viaggi. Sempre si navigò alla ricerca
delle spezie, chi verso est come Vasco de Gama o chi verso
ovest come Cristoforo Colombo e Ferdinando Magellano. Le
spezie rappresentano l’anelito umano per l’esplorazione alla
scoperta di nuove genti, sono associate a remote civiltà cui
attingere non solo le preziose fragranze ma, anche, scoperte scientifiche e usanze raffinate, all’incontro con lo “straniero” visto non come estraneo pericoloso ma come affascinante portatore di sviluppo.
Le spezie nel tempo. La storia della corsa alle spezie è prima di tutto una storia di incontro, di contatto e di mescolanza tra genti, popoli e culture che, ammaliate dal fascino
di polveri colorate e miracolose, furono capaci di inseguirsi,
scontrarsi e succedersi accecati dalla smania di potere, dalla
voglia di conquista di un bene portatore di ricchezza economica, ma anche scrigno di echi di mondi lontani sia terreni
che mistici e spirituali.
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I colori delle spezie. Multisensoriale: ecco la principale caratteristica delle spezie che compiace e soddisfa i nostri sensi.
La vista, il gusto ma anche il tatto.
Spruzzi di Spirito
Dalla magia alla scienza. Il farmacista di oggi non è altro che lo “speziale” di un tempo! E un altro nome del preparatore di unguenti e profumi non era forse quello di “aromatario”?
APPUNTAMENTO A GUSSAGO IL 30 E 31 GENNAIO
Le spezie nella cura del corpo. Da un punto di vista me-
dico, le spezie sono state utilizzate nella medicina interna, ma
anche nella chirurgia, come riferito negli antichi testi vedici
ed egizi, alcuni dei quali risalenti al 1500 a.C. Nella pratica,
le diverse spezie venivano usate sotto forma di unguenti, oli
essenziali, impiastri, decotti, infusi, ecc.
Con il tempo, ma soprattutto con l’avvento delle medicina moderna, l’apprezzamento per queste droghe è scemato
ma oggi, come una volta, le spezie, in modo semplice e privo
di effetti collaterali, possono venire in aiuto all’uomo ed essere utilizzate con vantaggio in numerose malattie.
La conoscenza di nuovi gusti. L’immediata associazione
mentale che si fa accennando alle spezie è quella con la cucina e con i vari prodotti alimentari cui sono legate. Questi
piccoli vegetali essiccati sono talmente diffusi e di facile reperimento, che non ci si stupisce di vedere e assaporare lo zafferano nel risotto milanese, nel cous cous magrebino o nel dolce e delicato jalabi indiano, né di sentire il pungente aroma
del chiodo di garofano nel vin brulé alpino, nel curry indiano o nei “5 elementi” della cucina cinese.
Le comunità rasccontano. Passeggiare fra le bancarelle di
un mercato di spezie africano, asiatico o orientale, significa
sollecitare le narici al punto da farsi venire l’acquolina in bocca o, viceversa, sentirsi nauseati dagli odori che si confondono fra loro nonostante la fortissima personalità di ciascuna
fragranza. Ciò induce ad un’importante riflessione: le spezie
bisogna saperle usare, dosare, abbinare ai cibi senza che prendano il sopravvento, abbinare tra loro per curare le più diverse patologie… chi meglio delle comunità stesse possono
presentare l’utilizzo di queste sostanze nei diversi ambiti e secondo le usanze e le più diverse tradizioni e culture. ¬
UN MONDO DI SPEZIE,
LA RIVOLUZIONE DEI SENSI
Castello di Padernello, Borgo San Giacomo (Brescia)
18 dicembre 2009-14 febbraio 2010
Inaugurazione venerdi 18 dicembre ore 18,00
Orari apertura mostra: martedì-venerdi 9-12 e 14-17
Sabato e domenica: 14,30-18,30. Lunedì chiuso
Ingresso: adulti € 3,00; disabili e bambini con età inferiore ai 14
anni gratuito. Visite per scolaresche su prenotazione
INFO
[email protected] 0309408766
[email protected]
[email protected]
0309038463 – 0309040210
DI GIULIO NAPOLITANO
[email protected]
Distillare significa letteralmente estrarre “goccia a goccia”, quindi
in senso più ampio ricavare l’essenza, lo “spirito”, da qualcosa. Ed
è esattamente questo il senso e il valore dell’antichissima arte della
preparazione dei liquori. In un testo del 1859, lo storico bresciano
Carlo Cocchetti scrive che “la distillazione
dell’acquavite dalle vinacce era comune a
tutta la regione vinifera; ... Pel raffinamento
dell’acquavite e per la preparazione dei
liquori esistono in provincia dodici fabbriche.
Il curassau di Landi di Salò può competere
con quello d’Olanda. Buon mistrà si
fabbrica anche a Rovato; ed è giustamente
rinomato l’anesone triduo della ditta Rossi,
succeduta al Reboldi degli Orzinuovi che ne
fu l’inventore. Quel nome deriva dalla triplice
distillazione”.
Gli stessi bresciani ignorano che la
capitale italiana indiscussa dei distillati,
in particolare della grappa, è Gussago
e l’evento “Spruzzi di Spirito”, nato
dalla richiesta di collaborazione con la
Fondazione Dominato Leonense da parte
della nuova amministrazione comunale
per la valorizzazione di un prodotto
tipico e storico del territorio, ha appunto
l’obiettivo di far conoscere e scoprire, con una forte attenzione al
problema dell’abuso dell’alcool, i profumi e i sapori degli eccellenti
distillati italiani, bresciani e in particolare di Gussago.
Perché spruzzi? Partendo appunto dall’idea di voler far comprendere
alle persone e in particolare ai giovani che prodotti dall’alto contenuto
alcolico ma di qualità come la grappa bisogna saperli conoscere e
apprezzare nel giusto modo, l’idea della modica quantità è stata
appunto abbinata nel titolo dell’evento “Spirito” con “Spruzzo”. Si
avrà la possibilità di conoscere diversi distillati, presentati dalle diverse
distillerie presenti, provenienti da tutta Italia. L’evento avrà la guida
degli esperti degustatori dell’Associazione Degustatori Italiani Grappa
e Distillati che cercheranno di farci avvicinare al mondo delle Grappe e
dei distillati con il giusto approccio.
La manifestazione si terrà nella bellissima dimora Villa Pace, in
via Cavalletto il 30 e 31 Gennaio 2010 dalle 10 alle 20. Si potrà
partecipare acquistando un ticket di 12 € che darà diritto a degustare
e assaggiare le grappe o i distillati delle aziende espositrici; un piatto
con ingrediente la grappa (I Tortelli alla grappa); 4, tra praline e
pasticcini a scelta, presso lo stand dell’Associazione cioccolatieri
artigianali Italiani; un kit di 3 torroncini; un caffè.
Il Comune di Gussago, Assessorato al Commercio e al Turismo,
Assessorato alle Politiche Sociali, sono i promotori dell’iniziativa,
organizzata con la collaborazione della Fondazione Dominato
Leonense.
PER SAPERNE DI PIÙ
Ufficio progetti territoriali Cassa Padana
Giulio Napolitano
tel. 030 9040334
[email protected]
www.spruzzidispirito.com
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Un anno in
Cassa Padana
Gennaio
• Al 31/12/2008: raccolta
diretta 1.326.272 euro,
impieghi 1.217.602 euro.
• Il Direttore Generale di
Cassa Padana, Luigi Pettinati,
interviene come relatore
al convegno organizzato
dall’Associazione Industriale
Bresciana, “Etica, Lavoro
e Finanza per coniare
un’innovativa visione
d’impresa”.
• Inizia su Retebrescia la
trasmissione del corso
televisivo “L’Italiano in
Famiglia”, realizzato dalla
Fondazione Dominato
Leonense, grazie
a Popolis Cinema,
su commissione
dell’Ufficio Scolastico
Provinciale di Brescia.
Obiettivo: insegnare
la lingua italiana agli
stranieri.
• Provincia di Brescia,
Camera di Commercio
di Brescia, UBI Banca,
le undici BCC bresciane e le
organizzazioni sindacali (CGIL,
CISL e UIL) sottoscrivono
un protocollo d’intesa per il
sostegno ai lavoratori e alle
imprese nelle situazioni di crisi.
Febbraio
Si presenta a Casalmaggiore
l’interessante studio sul
Casalasco, “Il CASALASCO,
primo studio su un territorio
poco conosciuto ma dalle
grandi potenzialità - elementi
per una strategia di sviluppo”.
• Cassa Padana contribuisce
fattivamente all’iniziativa “Fuori
Classe”, progetto regionale di
un milione e mezzo di euro
rivolto a 100 mila ragazzi
bresciani dai tredici ai trenta
anni, per aiutarli nelle diverse
fasi della vita, dalla scuola
all’inserimento nel mondo del
lavoro, alla gestione del tempo
libero.
• Cassa Padana sponsorizza
un corso d’italiano per
donne immigrate, promosso
dall’amministrazione
comunale di Gottolengo
(Brescia).
• Quarta missione in Messico,
nello stato di Durango, per
favorire lo sviluppo della
finanza locale sul modello del
credito cooperativo italiano.
La delegazione di Cassa
Padana è in visita presso le
comunità di S. Bernardino,
Poanas e Ippodromo.
• Si firma presso la Camera
di Commercio di Cremona
un protocollo d’intesa tra
Cassa Padana e Reindustria.
Obiettivo: lo sviluppo
economico del territorio, in
una logica di rafforzamento
e consolidamento del
tessuto produttivo locale e di
collaborazione tra PMI, enti
territoriali e sistema bancario.
• Viene presentato il pacchetto
anti-crisi pensato e voluto
dal Comune di Parma
in collaborazione con le
principali banche cittadine,
tra le quali Cassa Padana, e le
grandi catene di distribuzione.
• Provincia di Cremona,
Camera di Commercio
di Cremona e Istituti di
credito locale sottoscrivono
un protocollo d’intesa
per anticipare la Cassa
integrazione ai
lavoratori. Cassa
Padana è tra le
banche aderiscono.
• Viene firmato a
Brescia un patto
speciale
• Cassa Padana stringe un
accordo di partnership con la
società di consulenza Vitale
Novello Zane, presieduta dal
noto economista bresciano
Marco Vitale, acquisendone al
contempo il 19% del capitale
sociale.
200
0
• Robi Ronza, consulente
della Presidenza della
Regione Lombardia in tema
di relazioni internazionali
incontra una delegazione di
Cassa Padana per gettare le
basi di un futuro progetto in
Palestina.
Marzo
per aiutare le piccole e medie
imprese a uscire dalla crisi.
Le undici BCC bresciane,
l’Ubibanca di Brescia, le
associazioni di categoria
e la Provincia mettono sul
piatto un plafond di 400
milioni di euro al quale le
imprese potranno accedere a
condizioni vantaggiose.
intessendo un progetto per
favorire lo sviluppo del credito
cooperativo in quel Paese.
• Accordo tra BIT – Servizi per
l’Investimento sul Territorio
e una decina di caseifici
emiliani. Si tratta di un progetto
lattiero-caseario a 360 gradi
per l’analisi del comparto
“Grana Padano” e “Parmigiano
Reggiano”.
Aprile
• La Federazione Lombarda
delle BCC e Federfidi
Lombardia, su iniziativa
della Regione Lombardia, del
Sistema Camerale Lombardo
e dei Confidi, siglano
l’accordo “Confiducia” che
prevede interventi straordinari
per favorire l’accesso al
credito delle PMI lombarde.
• Anche il mondo del Credito
Cooperativo, colpito dalla
tragedia del terremoto in
Abruzzo, si mobilita in favore
delle vittime. Aperto un conto
corrente “centralizzato” sul
quale far confluire i fondi
messi a disposizione delle
BCC.
• Dopo due anni di restauro
conservativo, riapre i battenti
Palazzo Cigola Martinoni di
Cigole (Brescia). Al restauro
hanno contribuito diversi
enti pubblici e privati come
la Fondazione Pianura
Bresciana, il comune di
Cigole, la Fondazione Cariplo
e le Autostrade Centropadane.
• Domenica 26 aprile, in Villa
Seccamani a Leno, si svolge
l’annuale assemblea dei soci
Cassa Padana. Presente una
delegazione messicana con
cui la
banca
sta
Maggio
M
aggio
• Missione in Palestina su invito
della Regione Lombardia. La
delegazione è composta da
Cassa Padana, BCC dell’Adda
e del Cremasco e Federazione
Lombarda delle BCC. Scopo
del viaggio, conoscere la realtà
economica della Cisgiordania e
rafforzare i primi contatti.
• Inaugurata la filiale di
Curtatone (Mantova), la 38.ima
di Cassa Padana.
• Si svolge nel Castello di
Padernello “AlternativaMente”,
rassegna di soluzioni
tecnologiche ecosostenibili, per
un’energia pulita e sostenibile.
• Gita dei soci in Toscana.
Giugno
• Inaugurato nella località di
Faverzano, comune di Offlaga
(Brescia), il nuovo sportello
bancomat di Cassa Padana.
• È on line il nuovo sito di Cassa
Padana. Un restyling a 360°
per far sì che la Cassa sia
conosciuta e apprezzata in ogni
suo aspetto.
• Si svolge a Sirmione, a Palazzo
Callas, l’evento degustazione
del vino Lugana promosso e
organizzato dal Consorzio di
Tutela del Lugana DOC con la
collaborazione di Cassa Padana.
• Inaugurata, dopo due anni di
Fondazione Dominato
Leonense, Oligear, Cooperativa
Lait, Fondazione Pianura
Bresciana e Cassa Padana.
restauro, la Chiesa di Santi
Nazaro e Celso, a Leno in
località Pluda. La Chiesa, in
grave stato di abbandono, fu
donata nel 2007 alla Fondazione
Dominato Leonense.
• Cassa Padana citata come
esempio nel libro “Manuale
del risparmiatore etico e
solidale” di Marco Gallicani,
ex direttore dell’Associazione
Finanza Etica.
Italia per conoscere da vicino
il movimento del credito
cooperativo italiano, è ospite
di Cassa Padana.
• La Fondazione Castello di
Padernello e la Fondazione
Cariplo inaugurano i
restauri del cortile interno,
del settecentesco scalone
Marchetti e della sala d’armi
dello splendido maniero.
L’intervento fa parte del
progetto “Padernello, museo a
cielo aperto”, per la creazione
di un sistema culturale locale.
009
Luglio
• Dati al 30/06/2009: raccolta
diretta 1.342.450 euro, impieghi
1.198.084 euro.
• Settima edizione della Fiera
di San Benedetto con un
programma ricco di eventi,
tra i quali spiccano le mostre
fotografiche “Brasil” dedicata
al Brasile e “Pachamama”, una
selezione di splendidi ritratti dei
paesi andini; “cena argentina”
allietata da uno spettacolo di
tango argentino; accattivante
esibizione di “Capoeira”,
danza tradizionale brasiliana;
visite guidate ai ritrovamenti
archeologici della chiesa dei
Santi Nazaro e Celso.
• Parte la seconda fase del
progetto di censimento delle
cascine bresciane che vede
coinvolti la Fondazione Civiltà
Brescia e la Provincia di Brescia.
Agosto
• Villa Badia ospita
il corso di icone per
principianti. Una full
immersion di una
settimana per apprendere
i segreti di quest’arte
antica e affascinante.
• Grazie alla
collaborazione della
Fondazione Dominato Leonense
con il comune di Curtatone
(Mantova), l’antichissima Fiera
delle Grazie ospita la mostra
fotografica “Karol Wojtyla,
l’uomo e la sua terra”.
• Nelle vicinanze della futura
filiale di Verona è stata scoperta
una cripta intitolata a San
Benedetto, forse attribuibile allo
stesso re Desiderio, e dipendente
direttamente dal monastero
benedettino di Leno.
Settembre
• Inaugurata la filiale di Rubiera
(Reggio Emilia), la 39.ima di
Cassa Padana.
• Una delegazione palestinese, in
• Inaugurato il Centro Natura
Amica di Gussola, creato
per dar vita a un progetto
di “onoterapia”, con l’uso
degli asini, fortemente
voluto dall’ASL di Brescia,
dal comune di Gussola,
dall’Associazione NoiconVoi,
dalla Fondazione Iniziative
Zooprofilattiche di Brescia e
da Cassa Padana BCC.
• Si apre, negli spazi
dell’Istituto d’Istruzione
Superiore “Capirola” di
Leno (Brescia) la terza
edizione del master postdiploma in “Esperto di
Credito Cooperativo Glocale”
per formare i dipendenti di
domani.
• Missione in Sudamerica per
una delegazione di Cassa
Padana. Fra Messico, Perù,
Argentina ed Ecuador dove
si è svolto il settimo incontro
Ecuador-Italia, “Finanze
popolari e agricoltura
familiare”.
• Tappa a Leno in Cassa
Padana per una delegazione
di argentini, studenti del corso
di alta formazione per dirigenti
di casse di credito cooperative.
Il corso è stato voluto e
organizzato dal Banco Central
de la República Argentina
(BCRA) in collaborazione
con l’Università di Bologna
e il movimento di credito
cooperativo italiano.
• “All’ombra dell’Abbazia.
Federico Barbarossa a Leno”.
Rappresentazione medioevale
organizzata dall’associazione
“In illo tempore ...” e dalla
Fondazione Dominato
Leonense, in collaborazione
con la Fondazione Comunità
Bresciana.
• Inaugurata presso la Rocca
dei Terzi di Sissa (Parma) la
mostra del pittore locale Rino
Ragazzini. La realizzazione di
questa mostra vede la stretta
collaborazione tra Cassa
Padana e l’amministrazione
comunale di Sissa.
• La Fondazione Dominato
Leonense, su incarico
dell’Azienda Territoriale per i
Servizi alla Persona – Ambito
9, realizza un video-corso di
formazione per le assistenti
familiari straniere di 45 minuti
circa dal titolo “Assistenza
domiciliare dell’anziano”.
• Inaugurato, all’interno
del reparto di riabilitazione
della Dominato Leonense
Sanità, nell’ospedale di
Leno, il nuovo servizio SDAR
(Servizio Distrettuale di
Assistenza Residenziale). Si
tratta di un innovativo servizio
di assistenza residenziale
temporanea, correlato
all’assistenza domiciliare.
• Cassa Padana acquisisce
alcune quote in Reindustria,
agenzia di sviluppo territoriale
della provincia di Cremona.
Ottobre
• “Donne in Campo”, giornata
mondiale della donna rurale,
dedicata quest’anno al tema
dell’innovazione, si svolge al
Castello di Padernello.
• Decima edizione di
“Tuttiateatro, Teatro per tutti”,
rassegna teatrale organizzata
dall’associazione Cara ...
Mella, con il patrocinio
di Provincia di Brescia,
Novembre
• Villa Badia apre le porte alla
LABA – Libera Accademia
delle Belle Arti di Brescia –
inaugurando la prima edizione
del corso di laurea in Graphic
Design e Multimedia.
• Attivato a Borghetto, comune
di Valeggio sul Mincio, il nuovo
sportello bancomat di Cassa
Padana.
• Nell’aula magna dell’Università
Cattolica di Brescia si tiene
il convegno “La rete, chiave
del successo delle banche del
territorio”, per celebrare i cento
anni di Federcasse.
• Ottava edizione della Festa
del Torrone a Cremona. Cassa
Padana contribuisce alla
realizzazione di alcune attività
che vanno ad arricchire il
programma degli eventi.
• “Natale è ...”, solidarietà,
delizie e artigianato a Leno
(Brescia). Organizzato dalla
Fondazione Dominato Leonense
e dalla ProLoco Leno.
Dicembre
• I nuovi scavi archeologici di
Villa Badia a Leno, iniziati a
novembre, portano alla luce dei
ritrovamenti molto interessanti
che potrebbero essere ricondotti
a insediamenti medievali
comunque legati all’abbazia
benedettina.
• Il CIACC (Centro
Internazionale di Assistenza al
Credito Cooperativo) si rafforza.
23 nuovi soggetti, tra BCC e
Federazioni locali, fanno il loro
ingresso nel progetto avviato
e fortemente voluto da Cassa
Padana a Buenos Aires, in
Argentina.
• Mostra “Un mondo di spezie.
La rivoluzione dei sensi delle
spezie” nei locali restaurati
del Castello di Padernello.
L’originale mostra è organizzata
in sinergia tra l’ASL di Brescia,
la Fondazione NYMPHE
e Fondazione Dominato
Leonense.
A CURA DI SILVANO TRECCANI
[email protected]
13
I
N O S T R I
P R O G E T T I 3
Sogni, desideri e aspettative
ECCO GLI STUDENTI DELLA LABA, IL CORSO DI GRAPHIC DESIGN DI LENO
DI BARBARA PONZONI
[email protected]
Sono giovani, appassionati, incerti, volonterosi, concreti, artistici. Sono alcuni degli studenti che
frequentano il corso di Graphic Design Multimedia della Laba, che dall’anno accademico 2009/2010 si
svolge a Villa Badia a Leno, messa a disposizione da Fondazione Dominato Leonense e Cassa Padana. Nel
mondo dei nuovi media, il corso di Leno si specializzerà in particolar modo come service delle mostre,
come elemento di animazione virtuale di spettacoli, discoteche, feste. I ragazzi saranno impegnati in
esercizi applicativi di alto valore formativo, che potranno essere utilizzati nelle diverse rassegne. L’intento
è di creare nuove e competenti professionalità. Gli iscritti a questo primo corso triennale, che porterà
al conseguimento di un Diploma di primo livello equipollente alla Laurea breve, sono 11 e tutti molto
entusiasti e desiderosi di iniziare questa nuova avventura. Sono giovani e motivati, ognuno di loro ha sogni e
aspettative differenti… Tante nuove storie da raccontare… Eccone alcune.
Nadia Carnazzi, Iseo:
“Ho 21 anni, sono la corsista
più distante da Leno: ho più
di un’ora di strada, un viaggio sicuramente impegnativo,
ma ne vale la pena. Dopo aver
frequentato il Liceo artistico a
Brescia ho studiato un anno
al Politecnico, ma non faceva
per me, sentivo la necessità di
sviluppare maggiormente le
mie attitudini artistiche. Conosco la Laba già dalla quarta
superiore, grazie all’iniziativa
“Orientando” e quest’estate – saputo del nuovo corso
attitudini. Ho già lavorato su
alcuni programmi che useremo e ho capito – a differenza di Nadia – già da tempo
quello che voglio diventare: il
mio obiettivo è essere un art
director. L’impressione dei
primi giorni è ottima, non
siamo in molti, il gruppo è
coeso e si lavora molto bene.
I professori hanno – da subito – instaurato un ottimo
rapporto con tutti”.
a Leno – non ho esitato ad
iscrivermi. Non so ancora cosa troverò o cosa diventerò alla fine di questo percorso, per
ora mi godo il viaggio”.
Gabriella Sambinelli, Castiglione delle Stiviere: “Ho 19
anni e mi sono diplomata
quest’estate in grafica pubblicitaria a Desenzano. Tutti i giorni faccio mezz’ora di
strada per arrivare qui. Ho
scelto questo corso perché in
linea con i miei studi precedenti e soprattutto con le mie
Valentina Gloriotti, Orzinuovi: “Ho 19 anni e ho
14
fatto il liceo artistico a Crema, indirizzo architettonico. La Laba è stata per me
una scelta dell’ultimo minuto, ero decisa a frequentare
l’anno integrativo a Crema,
poi ho saputo del distaccamento di questo corso a Leno – quindi più vicino a me
rispetto alla sede di Brescia
– e mi sono subito iscritta.
Un’idea chiara di quello che
imparerò in questa scuola e
di quello che diventerò non
l’ho ancora, ma le materie e
gli argomenti trattati mi appassionano molto. Spero che
questo entusiasmo si mantenga e si alimenti fino alla
fine del corso”.
Anna Piovani, Manerbio:
“Ho 27 anni e ho frequentato il liceo scientifico ad
indirizzo artistico a Brescia.
Poi mi sono iscritta al Dams
– indirizzo cinema – a Bologna, ma ho interrotto gli
studi per diversi motivi. Mi
sono sempre mantenuta da
Elena Tomasoni, Castelletto di Leno: “Anche io sono
fra le più vecchie, ho 27 anni e ho fatto l’ITC qui a Leno. Sono stata impiegata in
una ditta del paese per qualche anno, ma non ero pienamente soddisfatta, ho deciso
allora di rivoluzionare la mia
vita. Mi è sempre piaciuto
l’ambito artistico, delle tecnologie multimediali, la notizia
del distaccamento della Laba
a Leno mi ha dato la spinta
finale per buttarmi in questa
nuova vita. Per mantenermi,
lavoro alla sera, da casa, come
impiegata. Vivo quest’avventura in maniera completa e
totale, per me questa scuola
rappresenta qualcosa di più
di un diploma da conseguire
fra tre anni. È un sogno che
si realizza”.
Filippo Riello, Leno: “Ho
studiato all’ITC, indirizzo
programmatore, parto quindi da una base di studi più
tecnica che prettamente artistica. Ho 21 anni e dopo
le superiori ho lavorato un
paio di anni, l’anno scorso
ho iniziato la Laba a Brescia
ma poi ho smesso. Mi mantenevo da solo in città e ho
capito presto che non potevo
farcela, quindi sono tornato
dai miei. Questa decisione
non l’ho vissuta bene: il corso mi piaceva tanto. Quando
ho saputo che un distaccamento della Laba sarebbe arrivato proprio nel mio paese,
non ho avuto dubbi: mi sono
iscritto subito. I primi giorni
passati con i miei colleghi,
qui in Villa Badia, sono sicuramente in linea con le mie
aspettative”.
a Cremona, all’istituto per
Geometri. Da subito ho capito che l’indirizzo scelto non
era giusto per me, conseguito
comunque il diploma ho deciso di sperimentare e sfruttare il mio lato artistico. Sono venuta qui senza nessuna
conoscenza specifica, solo valutando le materie “sulla carta”. La mia è più una scelta
istintiva. I primi giorni, mi
hanno fatto capire di non
aver sbagliato scuola, ma anzi
di aver trovato la strada che
cercavo”.
Elisa Brugnani, Gottolengo: “Ho 19 anni e ho conseguito il diploma al Liceo delle scienze sociali a Ghedi. Mi
è sempre piaciuta l’arte e fin
da bambina ho sempre disegnato. Questa particolare
scuola, vicina al mio paese, ha
corrisposto da subito alle mie
esigenze ed aspettative. L’ambiente è molto bello, il palazzo che ospita la Laba è davvero stupendo, sia le sale interne
che il parco esterno. La location ideale per un corso di studi come il nostro”. ¬
Per saperne di più
LABA, Villa Badia, Leno (Brescia) - tel. 030 380894
»
sola, ora lavoro la sera come
cameriera: la fatica è tanta, ma
la mia motivazione lo è di più.
Sono molto appassionata di
fotografia, ho pensato anche
di iscrivermi all’Accademia di
fotografia. Proprio leggendo
la rivista Popolis sono venuta
a conoscenza che vicino a me
c’era la possibilità di conseguire questa laurea. D’istinto ho
deciso di ricominciare gli studi, con rinnovata convinzione
e coraggio”.
I relatori del convegno
Paola Rossetti, Pontevico:
“Ho 19 anni e ho studiato
COME FARE CULTURA IN TEMPI DI CRISI?
Il 20 novembre scorso a Brescia si è tenuta un’iniziativa per
festeggiare una doppia ricorrenza: il centesimo numero della
consolidata rivista ‘AB Atlante Bresciano’, edita da IGB GroupGrafo, nonché il trentennale delle Officine Grafiche Staged.
L’incontro è stato non solo il momento per ripercorrere il lavoro
svolto fino a oggi, ma anche l’occasione per offrire al territorio
qualche spunto di riflessione per il futuro, ampliando la visuale
a quei fattori economici che condizionano, oggi più che in
passato, l’attività di chi opera nel campo della ricerca e della
divulgazione culturale.
A quali risorse, non soltanto finanziarie ma anche creative e
ideali, è possibile attingere? Come può migliorare il dialogo
tra cittadini, enti e istituzioni sui temi culturali? Quanto sono
cambiati in venticinque anni la società bresciana e il modo
di raccontarla? A tutti questi quesiti hanno risposto alcuni
esperti e amici della rivista ‘Atlante Bresciano’, tra cui il noto
economista d’impresa Marco Vitale, il direttore del Sistema
provinciale bresciano dei musei di cultura materiale Carlo
Simoni, il presidente della Fondazione Civiltà Bresciana
Monsignor Antonio Fappani. b.c.
MASTER IN ESPERTO DI CREDITO
COOPERATIVO GLOCALE, TERZA EDIZIONE
Il 19 ottobre è stata inaugurata la 3a edizione del Master
biennale Post Diploma in Esperto di Credito Cooperativo Glocale.
Le candidature al master hanno superato le aspettative: più di
60 domande per 20 posti disponibili. Le lezioni del primo anno
si concluderanno il 4 giugno 2010 e si tengono presso l’istituto
“V. Capirola” di Leno (Brescia).
Al master si studia cooperazione, cooperazione di credito,
mutualità interna, mutualità esterna, mutualità internazionale,
inglese, spagnolo, informatica.
Per i ragazzi che frequentano il 2° anno del biennio, 3 mattine di
stage in uffici e filiali di Cassa Padana. Al termine del percorso
scolastico, e superato l’esame finale, verrà offerto un contratto di
lavoro con Cassa Padana.
Per saperne di più:
Officine Grafiche STAGED
www.grafo.it
www.staged.it
tel. 030.3539336
e-mail [email protected]
15
I
P R O G E T T I 4
N O S T R I
Dominato Leonense Sanità
Un nuovo servizio per l’assistenza residenziale
DISTRETTO
SOCIO SANITARIO N. 9
DI LENO
DI LUIGI BERSI
Direttore di Progetto D.L.S.
Responsabile: Augusto Olivetti
Superficie territoriale:
463,50 Km2 per n. 20 Comuni
È
RISAPUTO,
e non lo scopriamo certo oggi, che
la Regione Lombardia rappresenta un punto di riferimento in materia sanitaria
avendo tra l’altro realizzato,
negli ultimi 10 anni, forme
di collaborazione pubblicoprivato, fuori dagli schemi
abituali, che sono di esempio
per altre regioni.
Ben si colloca, all’interno
di questi progetti di collaborazione, la sperimentazione
gestionale che vede, fra gli
altri soggetti, Dominato
Leonense Sanità e Azienda
ospedaliera Desenzano impegnati a dare significato
e risposte sanitarie in tema
di riabilitazione all’interno
di un presidio ospedaliero,
quello di Leno, altrimenti
destinato ad una lenta decadenza.
La sperimentazione, di
recente rinnovata per i prossimi tre anni anche in virtù
degli ottimi risultati conseguiti e della soddisfazione
di utenti e istituzioni, ha
ora trovato “un’appendice”
che amplia il ventaglio delle
prestazioni e crea nuove forme di collaborazione questa
volta con i medici di Medicina Generale e con il tramite
del Distretto ASL di Leno
che presidierà e coordinerà
il Servizio. Questo nuovo
progetto, nato per rispondere
ai bisogni e alle esigenze del
territorio, si chiama SDAR:
Servizio Distrettuale di Assistenza Residenziale.
Dopo la firma dei relativi
protocolli tecnico organizzativi lo SDAR è stato inaugu-
Popolazione residente:
116.694 (al 31/12/2008)
Età media dei residenti:
40,79 (al 2007)
Medici di Medicina Generale:
n. 69
rato venerdì 30 ottobre scorso alla presenza dell’Assessore
Regionale alla Sanità Luciano Bresciani, e dei promotori
Dottor Carmelo Scarcella
Direttore Generale dell’ASL,
Dottoressa Mara Azzi Direttore Generale Azienda
Ospedaliera D/Garda e Vittorio Biemmi presidente di
Cassa Padana e Dominato
Leonense Sanità.
I cinque posti letto messi
a disposizione da Dominato
Leonense Sanità all’interno
della propria Unità Operativa di Riabilitazione sono così
diventati da subito operativi.
Si tratta in definitiva di
una nuova sperimentazione,
caldeggiata in particolare dal
Dott. Scarcella, col compito
di attivare un servizio di assistenza residenziale temporanea correlato all’assistenza
domiciliare.
Prevede il coinvolgimento diretto del medico di
Medicina Generale quale responsabile della conduzione
clinica dell’assistito che trova
temporaneo domicilio all’interno della struttura sanitaria
D.L.S. che assicura assistenza
infermieristica e supporti di
tipo alberghiero.
A chi è destinato questo
nuovo servizio? Ai cittadini
del Distretto, anziani e malati fragili con insorgenza o
aggravamento di problematiche classiche acute e subacute o in fase di dimissione
ospedaliera, che necessitano
di supporto clinico-terapeutico-assistenziale di intensità
non gestibile a domicilio.
Le finalità “specifiche”
dello SDAR sono quelle di
garantire continuità di cura
e assistenza con possibilità
di diversificare le risposte ai
bisogni sanitari dell’anziano
e/o malato fragile, anche in
relazione a problematiche
socio-ambientali e quelle di
realizzare le condizioni di
una assistenza caratterizzata
dalle cure costanti di personale infermieristico con
competenze superiori a quelle familiari che gestiscono a
domicilio un ammalato.
La programmazione degli interventi, l’accesso, la
stesura del Piano Assisten16
ziale Individualizzato, l’accoglienza e la dimissione dei
pazienti sono concordati con
l’Unità per la Continuità
Assistenziale Multidimensionale (UCAM) del Distretto
ASL, composta dal medico
di Medicina Generale, dall’infermiere del Distretto,
dall’assistente sociale del
Distretto e/o vari consulenti
(geriatra, fisiatra, medico
palliatore, psicologo) secondo le necessità del singolo
paziente. I ricoveri sono, di
norma, di durata compresa
tra 7 e 20 giorni.
Gli obiettivi che si pone
l’iniziativa sono sicuramente
interessanti anche in funzione di una integrazione che
dovrà sempre più essere perseguita per assicurare prevenzione – cura – riabilitazione
– assistenza domiciliare nelle
sue varie forme. ¬
PER SAPERNE DI PIÙ
Asl Leno-Brescia
tel e fax 030.9078450 / 413
Ufficio relazioni con il pubblico
030.9078202
L A
B A N C A
A L
T U O
S E R V I Z I O 1
Il commercio fa centro
OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO PUBBLICO PER LA RIQUALIFICAZIONE E LA VALORIZZAZIONE
DEI CENTRI URBANI: DOMANDE ENTRO IL 30 GENNAIO 2010
DI MARCO TABLADINI, GRUPPO IMPRESA
[email protected]
B
animazione, eventi e manifestazioni, e di materiale promozionale del Distretto.
EN 18,7 milioni di euro, a tanto ammonta lo stanziamen-
to della Regione Lombardia sul terzo bando Distretti
del Commercio finalizzato a promuovere la competitività e
l’innovazione dei sistemi distributivi nelle aree urbane della
Lombardia. Tale intervento è destinato ai Comuni con più di
15 mila abitanti o alle aggregazioni di almeno 3 Comuni. Le
domande devono essere presentate da un capofila, Comune,
Comunità Montana o Unione di Comuni, con il supporto di
almeno una delle associazioni imprenditoriali maggiormente
rappresentative del settore.
Accanto agli enti locali sono chiamate a partecipare attivamente le imprese commerciali con sede legale o operativa nel
distretto, compresi i bar, i ristoranti e le pasticcerie, nonché
altri soggetti privati e no profit, ad esempio Camere di Commercio, associazioni artigiane, imprese turistiche e di servizi.
Il capofila dovrà candidare alla valutazione regionale un
programma di intervento per la promozione del distretto che
preveda la realizzazione di azioni di comunicazione e marketing,
promozione e animazione, interventi strutturali di qualificazione urbana, accessibilità e mobilità, sicurezza, gestione di servizi
in comune e per la sostenibilità energetica ed ambientale.
Per i privati. L’opportunità per i privati è di ottenere un
contributo a fronte di interventi di riqualificazione strutturale e tecnologica, e di sicurezza. Fra le spese ammesse vi
sono la sistemazione di facciate, insegne, dehors, l’acquisto
di tavoli e sedie da esterno, di sistemi di videosorveglianza,
di allarmi elettronici, nonché la realizzazione di impiantistica multimediale.
Per la partecipazione al bando regionale gli enti locali
e i commercianti sono chiamati a firmare un accordo di
distretto a conferma del proprio impegno. I progetti selezionati dalla Regione riceveranno, per il tramite del Capofila,
un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese
ritenute ammissibili. È inoltre riconosciuta la possibilità ai
distretti già individuati attraverso i due bandi precedenti
di inoltrare richiesta di ampliamento per l’aggregazione di
nuovi Comuni contermini, che potranno accedere, tramite
il capofila, alla richiesta di ammissione ai contributi di ulteriori interventi pubblici e privati.
Il bando aprirà il 1° dicembre, le domande potranno
essere presentate on line alla Regione Lombardia fino al 30
gennaio 2010. ¬
A titolo indicativo potranno essere finanziati i costi sostenuti dagli enti locali per le attrezzature di
arredo urbano e l’illuminazione pubblica, la realizzazione di
pannelli informativi e di segnaletica, i lavori e le opere edili
per la risistemazione di facciate, i servizi e le infrastrutture a
servizio della mobilità, nonché la realizzazione di iniziative di
Per gli enti locali.
PER SAPERNE DI PIÙ:
Gruppo Impresa Tel 030 23.069.04; www.gruppoimpresa.it
http://www.regione.lombardia.it (Direzione Generali-Commercio)
ELINOR OSTROM, UN PREMIO NOBEL PER CASSA PADANA
“Ogni individuo trascorre la propria esistenza circondato da risorse che condivide e sfrutta
insieme ad altri esseri umani. L’acqua, l’atmosfera, i parcheggi in città, la rete di internet sono
solo alcuni dei beni utilizzati in comune il cui consumo massiccio da parte di pochi diminuisce la
possibilità di fruizione da parte di molti: questi beni vengono definiti beni comuni o commons”.
È questa la riflessione della scienziata americana Elinor Ostrom, premio Nobel 2009 per
l’economia che nel 2006 fu invitata da Cassa Padana a discutere, proprio sui beni comuni,
all’Università Statale di Brescia. La studiosa, in quell’occasione, ha riconosciuto Cassa Padana
come realtà impegnata nello sviluppo del territorio e nella valorizzazione della comunità come
bene comune, in grado cioè di dare risposte tangibili ai bisogni ed alle richieste avvertite dalla
collettività. “La comunità è un bene comune” – aveva spiegato Ostrom – “poiché rappresenta
una risorsa ed un capitale umano e socio-economico che è importante sostenere e far
crescere. Conoscere sé stessi e le proprie potenzialità utilizzando le risorse interne è la miglior
ricetta per lo sviluppo di una società che si identifichi come Bene Comune, che sia cioè la base
stabile e sicura per rispondere alle esigenze delle generazioni presenti e future”.
Elinor Ostrom è il secondo premio Nobel invitato da Cassa Padana – prima del prestigioso
riconoscimento – a riflettere su temi cari all’operato della Bcc di Leno. Negli anni scorsi,
il progetto di Cassa Padana sulla Microfinanza campesina in Ecuador era stato oggetto di
speciali considerazioni da parte di Muhammad Yunus, Nobel per la pace 2006.
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B A N C A
A L
T U O
S E R V I Z I O 2
Rubiera,
terra di confine del Dominato
Leonense
DI BENEDETTA CHERUBINI
[email protected]
Michele Tussi è il
responsabile della filiale
Cassa Padana di Rubiera,
in provincia di Reggio
Emilia, inaugurata lo scorso
settembre aprendo le porte
all’operatività nella contigua
provincia di Modena. Michele
è nato ventinove anni fa
a Cremona e abita con la
famiglia a Sesto Cremonese,
un piccolo paese della provincia, anche se negli ultimi tempi
è ‘in trasferta’ a Rubiera. Le sue due passioni sono entrambe
rivolte al mondo dello sport. Come volontario si occupa di
seguire l’amministrazione del Centro Sportivo Italiano sezione
di Cremona e a livello sportivo è arbitro di calcio.
office. Successivamente la Direzione mi ha affidato l’incarico di vice responsabile della filiale di Parma (Viale Piacenza), dove sono venuto a contatto con un territorio da me
non conosciuto a livello economico ma che mi ha permesso di intraprendere una progressiva crescita professionale
culminata lo scorso settembre con la nomina a responsabile della filiale di Rubiera.
È stato molto importante, durante questi sei anni, poter
usufruire della collaborazione e degli insegnamenti di molti
colleghi, in primis quelli del Capo Area Davide Gibellini,
ciascuno dei quali è stato importante per la mia crescita sia
a livello bancario che personale. La nomina a responsabile
di filiale non la vedo come punto di arrivo ma come punto
di partenza per sviluppare nuove competenze professionali
e continuare a dare in modo costruttivo il mio contributo
al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
MICHELE, IN POCHI ANNI SEI RIUSCITO A CONFERMARE CHE CHI
HA UNA MARCIA IN PIÙ, UNA BUONA AUTOSTIMA E UNA GRANDE
DA
SETTEMBRE SEI IL RESPONSABILE DEL NUOVO SPORTELLO
DOSE DI UMILTÀ RIESCE AD AFFERMARSI E A FARE APPREZZARE LE
CI
RACCONTI QUACOSA DEL TUO NUOVO TERRITORIO DI COM-
QUALITÀ DEL PROPRIO LAVORO IN UN LASSO INFERIORE DI TEMPO.
CI DICI QUALCOSA DI PIÙ SULLA TUA CRESCITA PROFESSIONALE?
Sono entrato in Cassa Padana nel dicembre 2003 subito dopo aver conseguito la laurea in Economia Aziendale
e aver frequentato un Master Universitario (che verteva su
tematiche riguardanti il settore del risparmio gestito) conclusosi con uno stage presso la Direzione Private Banking
di una storica Banca Popolare lombarda.
Ho iniziato la mia attività in Cassa Padana
presso l’ufficio Controllo del Credito, esperienza
importante perché mi ha permesso di apprendere e approfondire quella sfera del mondo bancario che non era stata oggetto di particolare analisi durante il mio percorso formativo scolastico. Dopo questa prima
esperienza, durata poco più di un anno, sono stato inserito nell’organico
della filiale di Cremona per sostenere
l’attività sia di front-office che di backTeresa Medina e Michele Tussi
»
DI RUBIERA, IL PRESIDIO PIÙ “LONTANO” DALLA SEDE DI LENO.
PETENZA?
Il paese di Rubiera è il comune più a sud del nostro territorio di competenza, una zona molto vivace e produttiva
che dobbiamo progressivamente scoprire. La nostra filiale
è collocata in pieno centro storico, sotto i portici che fiancheggiano la storica “Via Emilia” e tale posizione ci permette di usufruire di una buona visibilità. L’incarico che mi è
stato affidato è molto delicato, ma allo stesso tempo
stimolante in quanto affronto un nuovo ruolo dal punto di vista lavorativo all’interno di
un territorio, quello a Sud di Reggio Emilia, nel quale non abbiamo ancora sviluppato esperienze significative.
Dato che siamo la prima Banca di Credito Cooperativo ad aprire qui uno sportello , per prima cosa sto lavorando (in sinergia con il
Capo Area, il gruppo dei promotori finanziari e non ultima la collega
Teresa Medina) affinché gli abitanti di Rubiera capiscano cos’è Cassa
QUEL BORGO MEDIEVALE SULLE
RIVE DEL SECCHIA
Rubiera è una grossa realtà urbana, con
circa 15.000 abitanti, situata sulla Via
Emilia. Comune di confine tra le province
di Reggio Emilia e Modena, l’originario
nome di Rubiera ‘Corte de Herberia’ deriva
direttamente dal celtico her-beria che
significa “in mezzo alla pianura”.
Il paese ha sempre risentito positivamente
della sua posizione strategica sulle rive
del Secchia, distinguendosi in passato
per l’opportunità di controllare i traffici
che correvano lungo la Via Emilia. Dai
numerosi e importanti ritrovamenti
archeologici si può confermare l’esistenza
di accampamenti neolitici, di stanziamenti
etruschi comprovati dal ritrovamento dei
cippi con i grifoni che rivaluta l’ipotesi
dell’esistenza di una dodecapoli etrusca
in terra padana e di insediamenti romani,
come ci testimoniano due pozzi, una tomba
a tamburo e la lapide commemorativa della
ricostruzione dell’antico ponte romano sulla
Via Emilia del III secolo d.C.
Nel 1200 il Comune di Reggio, per
salvaguardare l’utilizzo delle acque del
Secchia, minacciato dai Modenesi, fece
costruire il castrum (castello fortificato) a
Rubiera per opporlo ai nemici confinanti.
Per ragioni soprattutto belliche ripresero
il passaggio sulla Via Emilia gli scambi e
i commerci, e Rubiera assunse così una
certa importanza strategica.
Le famiglie dei Canossa e degli Estensi
caratterizzano nei secoli la storia di questo
tratto di territorio. Di loro rimane ancor
oggi l’imponenza degli edifici realizzati nel
centro storico di Rubiera, tra cui il gentilizio
Palazzo Sacrati oggi sede municipale. Ben
poco invece rimane del forte militare di
Rubiera – ricordato nelle fonti per il suo
ruolo di prigione temutissima per le atroci
condizioni di vita cui venivano sottoposti
i suoi ospiti – che già pesantemente
danneggiato ai tempi dell’unità d’Italia
venne in buona parte demolito ad inizio
del diciannovesimo secolo allo scopo di
raddrizzare il tracciato della Via Emilia.
La storia più recente di Rubiera coincide
con l’impulso che tutto il comprensorio
industriale della zona ha avuto. Il territorio
comunale è tutto pianeggiante e ciò ha
consentito la diffusione massiccia sia
di coltivazioni agricole che di attività
industriali di vario tipo, in particolare dagli
anni ’60 di industrie meccaniche nonché
rivolte alla ceramica, tanto da divenire nel
tempo centro nevralgico del Distretto delle
Ceramiche.
Molte le curiosità che coinvolgono Rubiera:
citato nel titolo di una canzone strumentale
di Luciano Ligabue ‘Rane a Rubiera blues’,
dall’album Buon compleanno Elvis, Rubiera è
anche il comune di residenza del campione
Padana, qual è il nostro modello di banca del territorio che
ci differenzia per stile e modalità operative dagli altri istituti bancari presenti nel Comune (ben 14).
Dal punto di vista strettamente bancario ci presentiamo sul territorio con tutta la gamma di prodotti e
servizi di qualità che già hanno ottenuto successo
nelle nostre filiali; inoltre in occasione dell’apertura della filiale di Rubiera è stato creato un esclusivo
conto corrente che permette alla nuova clientela di
iniziare ad operare con la Cassa a condizioni molto convenienti. Con la conoscenza del territorio e
dei suoi abitanti non vi è dubbio che Cassa Padana
anche in queste zone si potrà affermare come punto
di riferimento dal punto di vista bancario e sociale.
I riscontri che sto ottenendo sono positivi in quanto i nostri progetti e le iniziative messe in campo in questi
anni suscitano interesse ed impressioni favorevoli.
Quindi… che dire… ci attende un periodo di grande impegno lavorativo, quell’impegno che ci fa rimboccare
ogni giorno le maniche con lo stesso entusiasmo e tanta sana consapevolezza di essere dei forti cooperatori! ¬
19
europeo e olimpico di maratona Stefano
Baldini, nonché conosciuto nei campionati
italiani per la squadra di pallamano
maschile ‘Pallamano Secchia’ che gioca
ininterrottamente in serie A dalla stagione
1982/83.
Non dimentichiamoci poi che, come in
tutta la terra emiliana, anche a Rubiera la
cucina è un culto, con piatti che sono di
derivazione sia reggiana che modenese.
Nascono così la tigella, l’erbazzone, i
“cassagai” (polenta fritta con fagioli) ed “il
gnocco”, portati a tavola con un pezzo di
parmigiano-reggiano ed accompagnati da
un buon bicchiere di lambrusco. b.c.
UN OSPITALE, SULLA VIA DEI
PELLEGRINI
Uno dei più importanti e antichi ospedali per
pellegrini che sorgevano fra Secchia ed Enza,
lungo il corso della Via Emilia, era proprio
quello di Rubiera. Gestito da una piccola
comunità di benedettini, esisteva già nel
1179. Sorgeva a ridosso del centro urbano, in
direzione del fiume, fuori dalla porta orientale.
In occasione però della tagliata imposta dal
duca Alfonso I d’Este nel 1523, questa struttura
venne distrutta.
La nobile famiglia Sacrati, subentrata come
patrocinatrice dell’ospedale, ne curò la
ricostruzione nel 1531, sopra un terreno di sua
proprietà, a Nord del paese, vicino al fiume e
dove il guado era più facile. Si progettò così un
complesso rinascimentale di grande impatto,
prestigioso per la committenza a Giovanni
Battista Carretti e per l’incarico pittorico fu
chiamato Benvenuto Tisi detto il Garofalo, uno
dei pittori più famosi della corte di Ferrara.
L’ospitale dedicato a S. Antonio era per l’epoca
un edificio enorme e innalzandosi nella pianura
era visibile anche da lontano.
Quando nel 1765 il duca di Modena Francesco
III soppresse tutti gli ospedali del suo Stato,
cominciò la decadenza dell’edificio che,
acquistato dal conte Greppi, venne trasformato
in tenuta agricola. Passata di mano in mano,
la Corte di Rubiera, così ormai viene chiamata,
continuò a degradarsi, finché fu acquistata dal
Comune che ne ha curato il restauro.
Il 2 febbraio 2000, al termine dei lavori di
recupero, il bellissimo e importante complesso
storico fu riaperto al pubblico e ora è sede
dell’Associazione Linea di Confine per la
fotografia Contemporanea, del Centro Teatrale
La Corte Ospitale, del Consorzio per la gestione
dell’Area di Riequilibrio Ecologico della Cassa
di espansione del fiume Secchia e delle aree
contigue, dell’Assessorato alla cultura. b.c.
N E L
T E R R I T O R I O 3
A Pontevico,
nell’ultimo maglio
della Bassa
DI VALERIO GARDONI
[email protected]
È
sostare pochi minuti sul ponticello e un tonfo intermittente batte dal fondo, come fosse il cuore d’un gigante coricato
sul fianco, pulsazioni che fanno tremare la terra.
Sotto un porticato aggraziato da un affresco della Vergine, c’è una piccola porta che s’apre sul fondo d’un antico
maglio. Quando scendi le scale ti assale la sensazione d’un
viaggio nel tempo. Tra il fumo del vapore dell’acqua che raffredda il ferro rovente, le mille scintille che saettano come
spiriti dal carbone delle forge e il tonfo potente del maglio
che modella il metallo. Pare d’essere capitato nella fucina del
Dio Vulcano in persona. Visioni d’altri tempi.
È l’ultimo maglio della Bassa bresciana. Resistente e tenace scampolo della storia della nostra terra, non alterato da
quel tempo in cui la manualità e l’ingegno dell’uomo erano
parte primaria del lavoro.
Laggiù, nell’ultimo maglio, è rimasto Gesualdo, mastro
forgiatore. È immerso nel suo lavoro. Quando m’affaccio alla
porta, si gira, guarda oltre la montatura degli occhiali appollaiati sulla punta del naso, mi riconosce, con un cenno cordiale accompagnato da un sorriso mi invita a scendere.
M’aspettava per raccontarmi della sua vita, dei cinquant’anni di lavoro compiuti pochi mesi fa, inalterati nella
tradizione di famiglia, nella gestualità, nell’amore profondo
per un’arte ovunque scomparsa che vive immutata nelle sue
abili mani e nella rara intelligenza di chi sa dar valore all’eredità del sapere d’un padre.
Avevo deciso di passare una giornata al fianco di un uo-
la bella piazza di Pontevico, da
sempre cittadina di confine cresciuta sulle sponde dell’Oglio. Il maniero che fu forte di difesa, dimora gentilizia,
prigione e persino fonderia, nei secoli distrutto dalle guerre e ricostruito, ha percorso la storia abbracciato alle sorti
del paese. Ora è sede di una casa di cura e dona al paesaggio
un’aria medioevale.
Più avanti, in una piazzetta tutta sua, sorge la parrocchiale dedicata a S. Tommaso e S. Andrea, quest’ultimo protettore dei pescatori. Per capire il significato basta scendere dal
piccolo viottolo che porta al vecchio borgo dei pescatori, con
le antiche case costruite una spalla all’altra, coi vicoli stretti, i
vivaci colori e gli orti ben tenuti. Questa inalterata architettura racconta il rapporto fra la gente e il fiume Oglio. In tempi lontani, quando le limpide acque erano generose di pesce
e sfamavano il borgo oppure quando in notti spaventose, affogavano il paese nella paura dell’ira delle piene.
Sulla sponda del fiume si gode una bella vista del castello,
mentre le acque dell’Oglio gorgogliano infilandosi nei vecchi
pali di rovere, ancora conficcati saldamente sul fondo, che
sostenevano un ponte al tempo del dominio della Serenissima Repubblica di Venezia.
Risalendo la strada del borgo, non lontano, una seriola
ricca d’acqua si divide sotto un ponticello entrando in canali e sfioratori per precipitare con tutta la sua forza fra le pale di due ruote. Una grande, sempre in movimento, e l’altra più piccola e tozza che gira se azionata dall’interno. Basta
IL CASTELLO CHE DOMINA
20
la paratia, l’acqua scende, la ruota gira e il maglio ricomincia a battere il ferro rovente. La ruota gira come gira la vita,
una vita passata a far badili, zappe, falci, cunei e altri attrezzi ancora che venivano consumati dai braccianti per dissodare la fertile terra della Bassa e tagliarne i frutti.
I tempi sono cambiati. Una volta la famiglia di forgiatori di Pontevico produceva tutti gli attrezzi per il lavoro agricolo. Ora Gesualdo Ramera, ultimo rimasto, forgia solo badili, ma le sequenze del lavoro sono come nel 1906, nulla è
cambiato. Come in quel tempo, nel maglio di Pontevico è
l’energia dell’acqua a muovere tutto. Nell’ultimo salto, prima di mescolarsi con il fiume Oglio, l’acqua spinge la ruota, dà forza al colossale tronco d’olmo del maglio che batte, alla ventola che insufla l’aria nel carbone delle forge, ai
diversi ingranaggi che fanno girare le mole. È una vera lezione di risparmio energetico che stride con l’enorme spreco d’energia, oramai mera consuetudine del mondo moderno. L’acciaio, come nel 1906, viene dalle vecchie e usurate
rotaie dei treni, tagliate in piccoli pezzi e trasformate in badili dall’abilità di Gesualdo.
“Ecco è tutto qui, carbone, ferro, acqua e fatica”, aggiunge, mentre passa dalla forgia al maglio con le tenaglie in mano che mordono un pezzo d’acciaio rovente.
“Dopo di me tutto morirà, mai nessuno ha aperto quella
piccola porta ed è sceso con la voglia d’imparare, d’altronde
è un lavoro ‘de scotade e schisade’, ci si alza prima del sole e
si finisce dopo il tramonto. Ma io sono innamorato ‘cotto’
del mio lavoro!”. Me lo dice mentre il suo viso è illuminato
dal ferro incandescente.
Il lavoro del maglio inizia la mattina presto, s’accendono i fuochi a carbone nelle forge, si preparano i pezzi, poi
quando il vicinato si è destato, la ruota comincia a girare,
il maglio a battere e il ferro a prendere forma. Molte sono
le sequenze del lavoro prima che un chilo e un etto di vecchia rotaia si trasformi in un badile. In dodici ore di lavoro
al giorno, Gesualdo, da solo, forgia una quarantina di badili di bella fattezza. Ne va fiero mostrandomi il “monumento al badile”, artisticamente creato da lui con le varie fasi di
lavorazione. Meriterebbe d’essere stipendiato come un museo vivente questo raro uomo della Bassa.
A sera, quando salgo dal maglio, ho la sensazione d’essere più ricco, d’aver conosciuto un animo nobile, d’aver trovato un tesoro in quella semplicità. Nel suo lavoro c’è un
sincero rapporto e rispetto per l’acqua, fonte di energia e
di vita, che altri uomini stolti della terra sembrano aver dimenticato. ¬
mo eccezionale, rara anima che sa “fondere” nella sua fucina
il lavoro con la pace interiore. Ha sessantasette anni Gesualdo Ramera, ma si muove con l’agilità d’un atleta olimpico:
dalla forgia al maglio col ferro incandescente, dal maglio alle mole secondo precise fasi di lavoro. Per seguirlo devi essere allenato.
Tra fuoco, scintille, vapore e il battere del maglio mi racconta della sua vita.
“Avevo quasi dodici anni quando mio padre mi disse che
dovevo scegliere se continuare la scuola o scendere “giù” nel
maglio, non ho avuto dubbi…”
È sceso “giù” nel maglio, quando la giovinezza cominciava ad accarezzargli il volto, sì “giù” perché il maglio è sotto il
livello dell’acqua. Nel maglio allora c’era tutta la famiglia: la
nonna Nina che arroventava il ferro sulle forge a carbone, il
nonno Natale che batteva al maglio col papà Giacomo e lo
zio. Era stato il nonno a iniziare, nel 1906 come apprendista, poi nel 1938 aveva comprato il maglio trascinando nella fucina tutta la famiglia.
“Eravamo un bel gruppo affiatato, ci siamo sempre voluti bene. E il nonno, nonostante il lavoro duro, non l’ho
mai visto arrabbiato in tutta la sua vita” ricorda con serenità Gesualdo.
“E il babbo, era una grande persona il mio papà. Abbiamo vissuto fianco a fianco quaggiù per tutta la vita, poi un
giorno me l’hanno portato in ospedale, non è più uscito con
le sue gambe. Non ho mai saputo cosa gli fosse capitato, non
me l’hanno mai detto. A me sembrava stesse così bene”.
Scuote la testa, l’emozione gli gonfia il cuore, poi schiaccia il pedale. Si muovono una serie di contrappesi che aprono
L’antico maglio di Pontevico è ora museo. Un museo nato senza toccare nulla mantenendo
intatti la fucina, gli attrezzi, l’armonia di un lavoro estinto, la manualità, la memoria, il
sudore del lavoro legato alle tradizioni contadine della Bassa e persino la polvere.
Oggi nella fucina, sede del Museo del maglio, si possono seguire le fasi dell’antico lavoro
dei forgiatori, un percorso nella creatività e nell’ingegno delle mani artigiane; un viaggio
nella cultura del lavoro, affascinante universo di una tradizione fatta di acqua, di ferro e di
fuoco. Il Museo rimane aperto al pubblico il mercoledì e il sabato dalle ore 9 alle ore 12 e
negli altri giorni con prenotazione per scuole o gruppi.
INFO: Gesualdo Ramera, tel. 030 930104
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F I N E S T R A
S U L L E
B C C
Il Papa a Brescia
DALLE BCC BRESCIANE E DALLA RETE DI CUORE AMICO
200MILA EURO PER IL CENTRO SOCIALE DELLE SUORE
OPERAIE IN BURUNDI
Lo scorso 8 novembre Brescia ha accolto Papa Benedetto XVI che ha
reso omaggio a Paolo VI e al nuovo santo bresciano Don Arcangelo
Tadini, fondatore delle suore operaie. Le 11 BCC Bresciane hanno
risposto favorevolmente alla proposta di Cuore Amico di fare un regalo
al Papa per questa speciale occasione: una raccolta fondi per la
realizzazione di un Centro Sociale di Formazione gestito dalle suore
operaie a Mugutu in Burundi. La rete di Cuore amico – unita a quella
delle Bcc – ha permesso di mettere a disposizione delle suore operaie
200 mila euro, una somma sufficiente per dare corso al progetto.
La Rete, chiave del successo
delle banche di territorio
principi della sussidiarietà e
della solidarietà”.
Al convegno, coordinato
dal Direttore di Radio 24
Gianfranco Fabi, hanno
partecipato anche il sindaco
di Brescia, Adriano Paroli, il
presidente della Provincia e
sottosegretario alle Finanze
Daniele Molgora, il presidente dell’Associazione
Bancaria Italiana, Corrado
Faissola, la vice direttrice
della Banca d’Italia Anna
Maria Tarantola, il rettore
dell’Università Cattolica del
Sacro Cuore Lorenzo Ornaghi, il segretario generale
della Confcooperative, Vincenzo Mannino, il segretario
generale di Confartigianato,
Cesare Fumagalli.
Nel corso dell’incontro
è stato presentato il libro
di Pietro Cafaro, docente
di Storia alla Cattolica,
“Spiccare il volo”, dedicato
alla storia di questi “primi”
cento anni di rappresentanza unitaria delle Banche
di Credito Cooperativo. Il
volume è edito dall’ECRA
(Edizioni del Credito Cooperativo – www.ecra.it). ¬
A BRESCIA IL CENTENARIO DI FEDERCASSE
DI PAOLA ZANI
[email protected]
“P
efficacemente banche di
comunità, occorreva costituire una comunità di
banche”. Con queste parole
Alessandro Azzi, Presidente
di Federcasse (l’Associazione delle Banche di Credito
Cooperativo e Casse Rurali
italiane), ha dato il via ai
lavori del convegno “La reER
ESSERE
FOTO RODELLA
te, chiave del successo delle
banche del territorio” che a
Brescia il 7 novembre scorso
ha celebrato i 100 anni di
costituzione della Federazione Nazionale delle Casse
Rurali cattoliche, avvenuta
proprio a Brescia nel settembre 1909. Azzi ha ricordato
il percorso culturale che
cento anni fa portò alla nascita “dal basso” di un unico
organismo nazionale di
rappresentanza delle giovani
Casse Rurali cattoliche, sottolineando inoltre l’esigenza
che il Credito Cooperativo
ha avvertito, fin da subito,
di “applicare la formula
cooperativa non soltanto
come forma giuridica di
esercizio dell’impresa, ma
soprattutto come metodo
organizzativo, fondato sui
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FOTOGRAFIA DELL’OSSERVATORE ROMANO
U N A
Popolis, periodico bimestrale di
Cassa Padana
autorizzazione del Tribunale di Brescia, n.
43/2000 dell’8 agosto 2000
Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi
25, Leno-Brescia
Redazione
Macri Puricelli, direttore
[email protected]
Lidia Sbarbada, coordinamento
[email protected]
Armando Rossi, immagini
[email protected]
Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi
25, Leno-Brescia Tel.030-9040270,
[email protected]
Comitato di redazione
Franco Aliprandi, Stefano Boffini,
Benedetta Cherubini, Valerio
Gardoni, Daniela Iazzi, Andrea
Lusenti, Luigi Pettinati, Barbara
Ponzoni, Macri Puricelli, Armando
Rossi, Lidia Sbarbada, Paola Zani
Hanno collaborato a questo
numero: Elisabetta Berto, Luigi
Bersi, Benedetta Cherubini, Tullio
Di Paolo, Valerio Gardoni, Daniela
Iazzi, Giulio Napolitano, Don
Armando Nolli, Barbara Ponzoni,
Laura Simoncelli, Marco Tabladini,
Silvano Treccani, Paola Zani
Fotografie: Elisabetta Berto,
Paolo Cavinato, Ennio Cherubini,
Fotolia, Valerio Gardoni, Teresa
Medina, Officine Grafiche Staged,
Osservatore Romano, Barbara
Ponzoni, Rodella, Silvano Treccani,
Flavia Vighini, Monica Zito
In copertina: Scorcio di
Gerusalemme (Archivio Fotolia)
Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs)
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