Auguri di Natale dal Mondo Dominato Leonense Sanità: un nuovo
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Auguri di Natale dal Mondo Dominato Leonense Sanità: un nuovo
Periodico di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa ANNO 7 • N. 6 DICEMBRE 2009 Auguri di Natale dal Mondo Dominato Leonense Sanità: un nuovo servizio a Leno 2009, un anno di Cassa Padana 20 1 l’anno che ci apprestiamo a salutare è stato difficile per l’intero sistema bancario e sicuramente sotto il profilo economico il meno brillante per la nostra Cassa. In questi anni abbiamo rischiato di venir travolti da modi di pensare diffusi che si esplicitano in una eccessiva fiducia nel mercato, quale meccanismo di regolamentazione dei rapporti sociali, oltre che di quelli economici. Tale fiducia mal riposta rischia di far passare decisamente in secondo piano il riferimento a principi e ideali come la solidarietà, che sono il vero fondamento della convivenza civile. Questo valore, la solidarietà, fa centro sull’uomo e sulla famiglia. Il pericolo che l’uomo contemporaneo corre è quello di vivere in una società che si nutre quasi esclusivamente del quotidiano e che perciò sembra condannata a esaurirsi nel semplice scambio economico seguendo tracce essenzialmente materiali, che hanno come unico obiettivo il benessere, un benessere effimero che si pensa di raggiungere semplicemente bruciando consumi su consumi. Lo sviluppo di una società, di un’impresa, di una comunità richiede invece partecipazione responsabile di ogni individuo a costruire secondo la propria capacità e i propri talenti un ordinato equilibrio morale ed economico, dove ciascuno possa trovare la dimensione etica del proprio essere. La mutualità nasce proprio agli albori della società industriale per dare una risposta al disagio sociale che si stava diffondendo per l’affievolimento dei valori tradizionali, ovvero per tutelare i soggetti più deboli ed esposti. Oggi sotto molti aspetti viviamo una situazione analoga che richiede una spinta di concreta solidarietà, un effettivo impegno di servizio. L’auspicio è quindi che il 2010 possa essere l’anno della riaffermazione dei nostri valori etici, per riscoprire gli orizzonti della solidarietà; e la cooperazione potrà essere uno strumento essenziale per realizzare il progetto. Buon Natale. VITTORIO BIEMMI Presidente di Cassa Padana sommario editoriali Cari Soci, 4-5-6-7 Palestina. Natale di speranza a Betlemme, città di pace senza pace Perù. Era una sfida, e l’abbiamo vinta. Incontro con Victor Chati Perez, Cooperativa Los Andes Ecuador. Il sorriso di una vita: in ricordo di Ivano Argentina. Sulle orme del credito cooperativo 2 CANTIERI VIVI Il 2009 volge al termine. È stato un anno intenso, complicato, dove molte situazioni, progetti, iniziative si sono intrecciate fra di loro, andando a comporre l’azione complessiva della Cassa verso i soci, i clienti e il territorio. La consueta rubrica “un anno di Cassa Padana” può in parte renderne l’idea. Semplificando al massimo la strategia di quest’anno, possiamo dire che la Cassa ha tenuto vivo e contemporaneamente sviluppato due “cantieri”. Il primo è la gestione dell’attuale fase di crisi, cioè aiutare famiglie e imprese in difficoltà a traghettare questo momento, salvaguardando al contempo la solidità e la forza della banca, che è garanzia per il futuro. Un cantiere difficile, delicato. Il secondo è immaginare quali saranno le linee della ripresa, le caratteristiche, i settori, le condizioni per renderla stabile per il nostro territorio e attrezzarsi per tempo. Un esempio è l’investimento fatto per realizzare una maggiore vicinanza alle imprese, per aiutarle a leggere meglio scenari e prospettive. Un altro è l’ulteriore diretta compromissione della Cassa nei bisogni della comunità. La banca, visto lo scenario di meno risorse pubbliche e di più necessità, si è impegnata per creare reti territoriali e costruire risposte nuove e più efficienti. Ma si possono fare tanti altri esempi che concretamente testimoniano lo sforzo teso a costruire le condizioni per un futuro migliore della nostra comunità il prossimo anno e quelli che verranno. LUIGI PETTINATI Direttore generale di Cassa Padana 16 8-9 Dominato Leonense Sanità: un nuovo servizio per l’assistenza residenziale Un’antica chiesa medievale scoperta a Leno. I risultati degli ultimi scavi a Villa Badia Albedo: dello spazio, del tempo e di altri inizi: in mostra a Cremona Paolo Cavinato GRATIS, la mostra rinviata a marzo 2010 La Pomostoria: quando la protagonista è una mela Risuona nuovamente il sacro bronzo dei Ss. Nazaro e Celso 17 Il commercio fa centro 18-19 10-11 Un mondo di spezie a Padernello Spruzzi di Spirito, appuntamento a Gussago il 30 e 31 gennaio 12-13 2009, un anno di Cassa Padana 14-15 Sogni, desideri e aspettative: ecco gli studenti della Laba, il corso di Graphic Design di Leno Master in Esperto di Credito Cooperativo Glocale, terza edizione Come fare cultura in tempi di crisi? 3 Rubiera, terra di confine del Dominato Leonense 20-21 A Pontevico, nell’ultimo maglio della Bassa 22 ll Papa a Brescia: dalle Bcc bresciane e dalla rete di Cuore Amico 200mila euro per il Centro sociale delle suore operaie in Burundi A Brescia il centenario di Federcasse I N P R I M O P I A N O 1 PALESTINA Natale di speranza a Betlemme, città di pace senza pace DI ELISABETTA BERTO [email protected] CASSA PADANA IN PALESTINA Nel maggio 2009 Cassa Padana è stata inivitata a conoscere la realtà economica, finanziaria e istituzionale della Cisgiordania dalla Regione Lombardia che da anni tesse relazioni con i Territori Occupati. La delegazione italiana, composta da Cassa Padana, Credito Cooperativo dell’Adda e del Cremasco-Cassa Rurale, Federazione Lombarda delle banche di credito cooperativo e guidata da Christian Zaknoun, palestinese residente in Italia, ha ricambiato l’ospitalità palestinese lo scorso settembre, quando esponenti dell’Autorità Monetaria Palestinese, dell’Università di Betlemme e del Bethlehem Arab Society for Rehabilitation (BASR) hanno visitato l’Italia per conoscere il credito cooperativo italiano. J una missione di pattugliamento. Tutti erano terrorizzati dai militari e Jihad non si sarebbe certo sognato di uscire di casa se l’avesse saputo. Ma non ne fu informato. Mentre stava andando in bicicletta vide i soldati a duecento metri di distanza e cercò di scappare. Ma era troppo tardi. I soldati l’avevano visto. E gli spararono alla testa. Un unico colpo che entrò dalla parte destra della testa e uscì dalla fronte. Gli era un ragazzo di quindici anni come tanti altri, con il sogno di aprire un grande negozio che avrebbe strappato la sua famiglia alla povertà. Viveva a Biet Fajjar, a tredici chilometri da Betlemme, assieme ai genitori e ai quattro fratelli. Un pomeriggio di maggio, nel 2005, la sua vita cambiò. Nessuno nel suo villaggio era stato avvisato del fatto che l’esercito israeliano avrebbe condotto IHAD KHALED 4 » Betlemme, la Basilica della Natività. In apertura, la Moschea della roccia a Gerusalemme “L’occupazione dei territori palestinesi”, ha spiegato, “continua a infliggere sofferenze insopportabili e continue a tutta la popolazione. Ma sono soprattutto i bambini e le persone diversamente abili a subire. Perché vivono ogni giorno situazioni traumatiche dalle quali non riescono né possono difendersi. I loro diritti fondamentali, alla vita, all’istruzione, alla salute, alla base di ogni sviluppo e benessere fisici e mentali, vengono negati e violati. Vivere ogni giorno in condizioni di insicurezza e instabilità politica, economica, fisica, sociale ha prodotto così tanta violenza e un profondo vuoto di relazioni armoniche”. Shehadeh, oggi alla soglia dei 70 anni, dopo la laurea in Francia, ha iniziato la carriera professionale come fisioterapista. Sebbene avesse una propria clinica privata e faccia parte di un’influente famiglia di Beit-Jala, distretto di Betlemme, ha deciso di mettersi a disposizione di numerose organizzazioni di volontariato in Palestina. Per tutta la sua vita lavorativa si è sempre battuto contro l’emarginazione e la discriminazione delle persone diversamente abili da parte della società palestinese. Identificandosi nelle loro sofferenze, è sempre stato determinato a fare del proprio meglio per alleviarle e migliorare la qualità della loro vita. Dal 1982 è Direttore Esecutivo del BASR. La sua leadership carismatica ha trasformato il centro da una delle tradizionali case dell’istituto Leonard Cheshire Disability a luogo di eccellenza nazionale e internazionale. Oggi il BASR offre una vasta e specializzata gamma di servizi medici, riabilitativi, educativi, di orientamento professionale, psicologici e ricreativi alla popolazione palestinese, riservando un occhio di riguardo alle persone diversamente abili e svantaggiate. L’adozione di un approccio olistico per soddisfare i bisogni dei clienti è diventato con gli anni un modello da replicare all’interno della regione. Il BASR ha realizzato anche modelli educativi inclusivi all’interno dei centri di assistenza sanitaria giornaliera che sono stati replicati da molte altre organizzazioni all’interno e all’esterno del distretto di Betlemme. Qui, i bambini con disabilità possono imparare, giocare e partecipare alle diverse attività svolte allo stesso livello dei loro coetanei. Perché il BASR possa continuare la sua nobile missione, c’è bisogno che i suoi molteplici programmi e servizi a beneficio delle persone diversamente abili vengano sorretti dalla solidarietà e dal generoso supporto tecnico e finanziario dei tante persone di buona volontà. L’ospedale deve continuare la formazione del suo qualificato staff multi-disciplinare per farlo diventare leader e risorsa nelle diverse discipline. Il BASR ha bisogno di proseguire nelle attività a favore dei diritti delle persone diversamente abili perché abbiano le stesse possibilità e la stessa partecipazione nella società a livello nazionale e regionale. Va detto poi che il BASR ha un bilancio annuale di 7 milioni di dollari nord-americani che deve essere garantito attraverso donazioni per permettergli di fornire i servizi di cui hanno bisogno. La maggior parte dei suoi pazienti, infatti, non è in grado di coprire le spese per i trattamenti. ¬ amici di Jihad dovettero aspettare che i soldati se ne fossero andati per portarlo all’ospedale più vicino. Sua madre fu avvisata dai vicini. I media locali lo dichiararono morto e anche gli amici più intimi lo considerarono tale. Ma Jihad non lo era. Anche se non sarebbe più stato lo stesso di prima. Non avrebbe più parlato come soleva fare, non avrebbe più scorrazzato per le strade come gli piaceva fare. Metà del suo corpo sarebbe rimasto per sempre paralizzato. Dopo venti giorni di coma e dieci in un ospedale di Hebron, venne portato al Bethlehem Arab Society for Rehabilitation, dove trascorse i sei mesi successivi in un programma di riabilitazione intensiva. Jihad migliorò progressivamente e tornò a essere indipendente in molte attività della vita quotidiana. È tornato a camminare, grazie a un dispositivo ortopedico per la sua gamba destra. Tutta l’assistenza gli è stata fornita gratuitamente, perché suo padre è disoccupato. È in questo tumultuoso contesto di insicurezza e instabilità politica, economica, fisica, sociale che vive e lavora Edmund Shehadeh, fondatore e l’anima del BASR , il Bethlehem Arab Society for Rehabilitation, il più attrezzato centro di recupero per le persone portatrici di handicap presente in Palestina, con sede a Beit Jala, Betlemme. Il medico è stato recentemente in Italia per una visita a Cassa Padana e ad altre Bcc nell’ambito di un progetto finanziario e istituzionale avPER CONTRUIBUIRE viato dalla Regione LombarALL’ATTIVITÀ DEL BASR dia. “Vogliamo migliorare la BETHLEHEM ARAB SOCIETY vita dei palestinesi”, ha detFOR REHABILITATION to a Popolis, “Vogliamo ofBonifico internazionale su: frire servizi sanitari di quaEurope Arab Bank London lità ai bambini malati e agli Arab Bank Plc., 73 Brook Street svantaggiati. Ogni giorno ci Mayfair, London W1K 4HX - UK chiediamo cosa possiamo fac/c: 1002 -00624407-301 re per arrivare ad un’integraIntestato a: Bethlehem Arab Society for zione totale dell’handicap Rehabilitation nella società, perché per ogni Valuta: USD persona è fondamentale la IBAN: GB 94 ARAB 4050 4462 440702 dignità. Anche in queste terSwift Code: ARABGB2L re difficili”. Sort Code: 40-50-44 5 I N P R I M O P I A N O 2 PERÙ Era una sfida, e l’abbiamo vinta INCONTRO CON VICTOR CHATI PEREZ, COOPERATIVA LOS ANDES DI ELISABETTA BERTO [email protected] Q OSQ’O. 6 » Ombelico del mondo, Roma dell’America Latina, città a forma di puma all’epoca dell’Incanato. Abbiamo fatto tappa qui, lo scorso settembre, per riposarci dall’estenuante viaggio in pulmino che ci ha portati nella regione di Apurimac, nel cuore delle Ande Centrali. È qui dove è nata la Cooperativa Los Andes, una delle istituzioni finanziarie che il progetto di cooperazione tra Cassa Padana e Fenacrep ha aiutato nella costituzione della nuova succursale di Abancay. “Los Andes nasce nel 2001 – racconta Victor Chati Perez, direttore generale della cooperativa – quando ormai il Perú di Fujimori aveva messo fine in modo piuttosto definitivo al terrorismo di Sendero Luminoso e del Movimiento Revolucionario Túpac Amaru. Le famiglie, che un tempo erano fuggite, iniziavano a ritornare nella regione di Apurimac. La loro presenza faceva emergere impellente la necessità di riattivare la vita della comunità e la sua economia. Ma era un obiettivo difficile da realizzare per chi non poteva fornire garanzie reali a fronte di un prestito ed era quindi automaticamente escluso dai circuiti finanziari formali”. In queste regioni l’eredità culturale degli Inca è ancora molto forte. Non è un caso, quindi, che a un certo punto un gruppo di produttori di alpaca e di piccoli agricoltori si decidesse a organizzarsi in cooperativa facendo leva sulla “minka”, l’aiuto reciproco, l’essenza della cooperazione che aveva permesso la prosperitá durante l’epoca dell’Incanato. “Da allora”, continua Victor Chati Perez, “la cooperativa ha aperto dieci succursali nella regione e quattro centri di informazione e assistenza alla clientela basandosi su “Ama qella, ama sua, ama llulla”. Una semplice regola che per anni governò il regno degli Incas e che impone di “non essere ozioso, non ingannare, non mentire”. Nonostante l’estrema povertà della regione “Los Andes” è riuscita a dimostrare quello che Cassa Padana va dicendo da anni nei suoi progetti in America Latina e che imparò dall’esperienza del progetto di Microfinanza campesina in Ecuador: i poveri non sono soggetti di credito di peggior qualità e soprattutto non è vero che non hanno risorse da risparmiare. Di fatto, ai poveri nessuno ha mai insegnato a risparmiare. Per questa ragione la cooperativa si è impegnata in tutti questi anni a fare educazione al risparmio. E con enorme successo: partita con 7.500 soles di capitale sociale, in soli sette anni è riuscita a racimolarne ben 4,5 milioni. Per raggiungere questo traguardo sono state anche installate antenne satellitari nelle varie succursali con un duplice obiettivo: risolvere il problema della comunicazione con regioni così remote e creare nella comunità la consapevolezza della concretezza dell’istituzione, la fiducia nella cooperativa, la certezza che il suo personale non se ne sarebbe andato da un giorno all’altro con tutti i soldi depositati. “La nostra esperienza”, aggiunge Victor, “è la prova che la finanza rurale in Perù non solo è possibile, ma addirittura efficiente ed efficace, contrariamente a quanto affermi la letteratura in merito. La popolazione rurale peruviana è a torto considerata ad alto rischio e incapace di risparmiare. Questa percezione distorta è frutto di anni di servizi finanziari offerti in territorio rurale da istituzioni finanziarie urbane, con personale che non conosce la cultura del luogo e, spesso, nemmeno la lingua, il quechua”. ¬ La Cooperativa Los Andes. Sotto, la Delegazione Cassa Padana in Messico MESSICO MICROFINANZA A DURANGO A settembre, Cassa Padana in visita a Durango ha potuto presenziare alla costituzione dell’Associazione di cooperative di microfinanza popolare di Durango, che riunisce tre casse solidarie e cinque popolari dello Stato. È un primo passo verso la costituzione di una vera e propria federazione statale. A San Bernardino de Milpillas, l’atto di apertura della succursale di Cassa Poanas nella comunità ha dato il via alle pratiche per la sua costituzione. Prevista anche la nomina di un comitato di credito, che verrà formato sulla gestione della succursale da altri comitati di credito di Cassa Poanas. » Ivano Chiaff in Ecuador, fotografato da Valerio Gardoni ARGENTINA SULLE ORME DEL CREDITO COOPERATIVO DI TULIO DI PAOLO Comitato esecutivo Mendosur ltd ECUADOR Il sorriso di una vita IN RICORDO DI IVANO DI VALERIO GARDONI [email protected] O SPEDALE DI ZUMBAHUA, 7 » Ecuador. Lunedì 5 ottobre. Ivano Chiaff, volontario dell’Operazione Mato Grosso, perde la vita cadendo dal tetto dell’ospedale che sta sistemando. La notizia fa il giro delle missioni sparse in America Latina e piomba come un macigno in Italia. Dalle Ande alla pianura lacerando il cuore dei familiari, degli amici e lasciando nello sgomento tanti ragazzi che con Ivano hanno fatto gruppo per sostenere il lavoro dei volontari sulle Ande. Flero, Brescia. Mercoledì 7 ottobre. La chiesa, il luogo più grande del paese dove incontrarsi, è stipata di ragazzi, increduli di fronte alla disgrazia, con gli occhi gonfi di lacrime, in un silenzio che fa male. Ivano era volontario da sempre, amico di tutti. Flero, Brescia. Sabato 10 ottobre, il funerale è una scia di dolore e fede. Il cordone umano si snoda, cala la sera e sulla terra umida d’ottobre rimane il sorriso di una vita. Ivano era amico mio. Se n’è andato creando un vuoto che si può colmare solo con l’esempio lasciato: una vita spesa per gli altri, per i poveri, la carità fatta con la fatica di sporcarsi le mani per gli ultimi. Un cuore buono te lo porti dalla nascita. Ivano ha inseguito la vocazione al volontariato sin da ragazzo e l’Operazione Mato Grosso è stata per lui il cammino per dare un senso vero all’esistenza terrena, insieme a Maria e poi i quattro figli a coronare una famiglia felice, innamorata della vita. Al ritorno dal lavoro, Ivano non si cambiava nemmeno. Una sosta a casa e poi via a far gruppo, a raccogliere ferro e carta, a inventarsi lavori per mandare aiuto alle missioni dell’ONG, sparse tra Perù, Ecuador, Bolivia e Brasile. Non era mai stanco, non si risparmiava mai nemmeno nelle feste comandate, con una vita buona si ricerca la verità. Alcuni anni fa Ivano e Maria hanno maturato la decisione di partire, di concretizzare il cammino percorso insieme durante gli anni di volontariato in Italia. La prima destinazione è stata Angamarca in Ecuador per un paio d’anni. Poi Zumbahua, un villaggio arroccato sulle Ande a 3.800 metri di quota, al centro di impervie vallate ai piedi di un grande vulcano. Lì c’è l’ospedale costruito dai volontari dell’Operazione Mato Grosso, unica sanità gratuita per centinaia di poveri campesinos che abitano le impervie vallate andine. È tra quelle vallate che in questi anni si è sviluppato e concretizzato il progetto “Microfinanza Campesina” sostenuto da Cassa Padana e da un pool di BCC. ¬ Nella regione sud di Mendoza, Argentina, si è deciso di promuovere la costituzione di una Cassa di Credito Cooperativa, pensata come agente del sistema finanziario e come strumento per lo sviluppo locale con gli obiettivi di includere all’interno del sistema finanziario settori dell’economia che le banche commerciali e internazionali lasciano da parte, offrendo prodotti adeguati alle loro necessità e possibilità; decentrare le politiche bancarie attraverso il confezionamento di linee creditizie e prodotti “ad hoc” per le piccole e medie imprese della regione, che prendano cioè in considerazione ogni caso specifico; rendere più efficace e federale il processo di intermediazione finanziaria poiché oggi la maggioranza delle piccole regioni dell’Argentina producono più risparmi dei crediti che gli vengono concessi e questo fa pensare che i crediti vadano a finanziare i grandi capitali regionali o nazionali. Questa necessità e questi obbiettivi danno origine al progetto della Cassa di Credito Cooperativo MendoSur ltd. Il 15 maggio 2009 è stata presentata al Banco Central de la República Argentina la richiesta di autorizzazione alla sua costituzione e la cassa potrebbe essere operativa nel 2010. Le Casse di Credito Cooperative Argentine di oggi stanno riprendendo vita seguendo l’esempio delle BCC italiane, grazie al progetto di cooperazione internazionale, iniziato da Cassa Padana, e oggi portato avanti da tutto il sistema italiano del Credito Cooperativo. Noi, futuri membri del Comitato Esecutivo, abbiamo frequentato il corso di alta formazione per dirigenti di casse di credito cooperative avviato dall’università di Bologna nella sua sede di Buenos Aires e presso l’università Nazionale di Cordoba, in Argentina. Come degna conclusione del corso, abbiamo visitato Cassa Padana, a Leno, e conosciuto i suoi progetti. Non solo molto interessanti, ma anche molto simili a quelli che noi dovremo realizzare per raggiungere gli obiettivi e per aiutare lo sviluppo del territorio in cui viviamo. La Delegazione Argentina durante la visita in Italia. I N O S T R I P R O G E T T I 1 Un’antica chiesa medievale scoperta a Leno I RISULTATI DEGLI ULTIMI SCAVI A VILLA BADIA DI DANIELA IAZZI [email protected] » Gli scavi in Villa Badia F solo chi ha la possibilità di seguire passo dopo passo uno scavo archeologico può comprendere in pieno la trepidazione, l’emozione e lo stupore che si prova nel vedere emergere, giorno dopo giorno, frammenti di una vita passata. Le testimonianze di uomini e donne che hanno vissuto prima di noi. In una società diversa. Gli edifici non erano gli stessi che possiamo vedere oggi. Ma chi li abitava erano persone come noi che ci hanno preceduto nel viaggio della vita. A volte viviamo ignari per anni camminando sopra quello che è un vero patrimonio di conoscenze. È sufficiente togliere poche decine di centimetri di terra per scoprirlo. È quello che è accaduto, di nuovo nei giorni scorORSE so, nell’area di Villa Badia a Leno. Già nei primi anni di questo terzo millennio erano emerse le tracce dell’antica abbazia di Re Desiderio dei Longobardi, luogo che nei secoli ha rivestito un’enorme importanza politica ed economica e che ospitava oltre un centinaio di monaci. Dopo l’acquisto da parte di Cassa Padana della restante parte dell’edificio di Villa Badia – avvenuto la scorsa estate – questo autunno gli scavi archeologici hanno potuto riprendere. Era infatti necessario adeguare gli impianti della Villa e fare gli allacciamenti necessari per ospitare, dall’anno accademico 2009-2010, il Corso di Laurea in Graphic Design di LABA (Libera Accademia delle Belle Arti). Per questo, con la supervisione costante dell’archeologa Denise Morandi – inviata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia – si è iniziato a indagare il sottosuolo. Oltre alle numerose sepolture rinvenute, la maggior parte situate nelle vicinanze del campanile della chiesa abbaziale costruito intorno all’anno 1000 e pertanto relative al cimitero monastico, è emersa dall’oblio del tempo un’antica chiesa medievale, di notevoli dimensioni e perfettamente allineata alla chiesa dell’abbazia. Una scoperta inattesa e perciò ancora più sorprendente. Il dottor Andrea Breda, funzionario del- la Soprintendenza di Brescia e direttore dello scavo, parla di edifici di culto di pertinenza del monastero, citati in documenti scritti e mai trovati. Ipotizza possa trattarsi della Cappella di Santa Maria o della chiesa di San Giacomo, ma è ancora tutto da verificare. Gli archeologici sono quindi alle prese con questo nuovo enigma: davanti a quale antico edificio ci troviamo? Qual era la sua effettiva relazione con l’abbazia benedettina? Risposte che solo il proseguo dello scavo e uno studio approfondito dei testi storici potrà darci. Noi rimaniamo in attesa delle prossime novità con interesse e curiosità. ¬ GRATIS, LA MOSTRA RINVIATA A MARZO 2010 Le importanti scoperte archeologiche che stanno interessando Villa Badia hanno imposto un’attenzione maggiore e pertanto un rallentamento delle operazioni di ristrutturazione dell’edificio che ospiterà il Corso di Laurea in Graphic Design di LABA. In accordo con la direzione dell’Università si è quindi deciso di far iniziare le lezioni negli spazi giù restaurati di Villa Badia, dove solitamente sono allestite le mostre temporanee. Per questo motivo la mostra Gratis, organizzata con il Centro Oratori Bresciani, è stata posticipata al 21 marzo prossimo, giorno dedicato a San Benedetto e in cui la Fondazione Dominato Leonense propone la tradizionale mostra-mercato dell’agroalimentare di primavera. L’esposizione, che coinvolge 16 giovani artisti vincitori delle passate edizioni del concorso di PuntoArt, si completerà con alcuni spettacoli teatrali. d.i. RISUONA NUOVAMENTE IL SACRO BRONZO DEI SS. NAZARO E CELSO DI LAURA SIMONCELLI [email protected] Odi, sorella, come note al core /quelle nel vespro tinnule campane /empiono l’aria quasi di sonore/ grida lontane? Nessun verso come quello di Campane a sera di Giovanni Pascoli può ricordarci l’importanza della campana di una chiesetta di campagna. Il suo rintocco scandiva le giornate dei contadini e annunciava i giorni di festa. Grazie alla generosità della signora Gaetana Gatti – della famiglia che ha donato la chiesa lenese, intitolata ai Santi Nazzaro e Celso, Il Campanile della Chiesetta dei alla Fondazione Dominato SS. Nazaro e Celso Leonense e che aveva tolto la campana dalla pieve per evitare che venisse rubata – la campana tornerà a riecheggiare sul campanile della bella chiesetta della Bassa bresciana. 8 Albedo: dello spazio, LA POMOSTORIA: QUANDO LA PROTAGONISTA È UNA MELA del tempo e di altri inizi IN MOSTRA A CREMONA PAOLO CAVINATO IL NUOVO SPETTACOLO DEL GRUPPO CARAMELLA Sabato 31 Gennaio 2010, alle 16, l’Associazione Culturale CaraMella presenta in Villa Badia a Leno lo spettacolo “La Pomostoria”, di Piero Forlani. Nella nuova produzione del Teatro Caramella, la storia dell’uomo è vista da una prospettiva tutta particolare. Da Adamo ed Eva a Paride con la bellissima Afrodite; da Guglielmo Tell a Newton o Biancaneve: quadri teatrali si succedono tra momenti assolutamente divertenti e dialoghi schioppettanti, con una protagonista d’eccezione: la mela! Pur rivolgendosi principalmente a un pubblico di ragazzi, lo spettacolo risulta piacevole anche per gli adulti. La Pomostoria Di Piero Forlani Compagnia Teatro CaraMella con Elisabetta Innocenti, Piero Forlani, Ornella Sandrini, Tiziano Terraroli. Luci e tecnica di Alessandro Barbieri. Regia di Piero Forlani. Sabato 31 gennaio 2010, ore 16 Villa Badia, Via Marconi 28 Leno Ingresso gratuito DI DANIELA IAZZI [email protected] F 7 FEBBRAIO 2010, presso la Galleria Dellearti di Cremona, sarà possibile visitare “Albedo”, la mostra personale del giovane ed eclettico artista mantovano Paolo Cavinato, nuova scoperta dell’arte contemporanea nazionale. L’esposizione, promossa dal Dellearti Design Hotel con la collaborazione di Fondazione Dominato Leonense e Cassa Padana, si propone di far conoscere alla città del Torrazzo l’esito di dieci anni di lavoro artistico, un percorso di maturazione e di ricerca che ha portato Paolo Cavinato a riflettere sul ruolo della pittura oggi. Attraverso altri linguaggi, altre esperienze nel campo del video, della fotografia, della macchina scenica teatrale, Paolo Cavinato è giunto alla conclusione che, in ogni caso, dipingere vuol dire tradurre in modo molto più diretto ciò che abbiamo nel profondo; sul supporto... tracciare il segno, il colore, la tensione, vuol dire imprimere uno stato d’essere, una malattia, un sentimento. Le tele presentate al Dellearti sono imbevute di foglie sbriciolate, sassi, terra, gocce di colore rapprese; una tecnica originale e personale che, partendo dall’utilizzo del materiale raccolto dallo stesso artista nei suoi luoghi d’origine, trasforma l’opera in suggestioni di luoghi e situazioni reali. Si può dire che è la luce la vera protagonista, non solo delle opere pittoriche, ma anche dei video e delle opere scultoree presentate in mostra. Nelle opere di Cavinato, scrive Francesca Benetti nel testo critico che accompagna la mostra: “… albe o crepuscoli ed elementi naturali in ricorrente alternanza compongono ricordi e sognano sogni nell’attesa dell’inizio”. Paolo Cavinato è nato a Mantova nel 1975, dove vive e lavora. Si è formato principalmente in progettazione scenica a Milano, all’Accademia di Belle Arti di Brera, e a Parigi e Roma, presso il rinomato Studio Ezio Frigerio. Negli ultimi anni ha ottenuto diversi riconoscimenti, fra cui l’invito a partecipare al Forum di Dialogo Italo-Turco, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri italiano, UniCredit Group, LIMES e SAM (Centre for Strategic Research del Ministero degli Affari Esteri turco) ed è Membro Associato della Royal British Society of Sculptors di Londra. Tra i premi ricevuti, nel 2009 ricordiamo il Premio Artivisive San Fedele e nel 2008 il Premio Arte Laguna di Treviso, e il Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro, Concorso internazionale per Giovani Scultori. Negli ultimi anni ha esposto al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti (Mn), presso la Fabbrica Borroni di Milano, nella Fortezza da Basso di Firenze e in molte altre città italiane. ¬ INO AL ALBEDO PERSONALE DI PAOLO CAVINATO Fino al 7 febbraio 2010 Orari: lunedì-domenica ore 11-22; ingresso libero Dove: Project Room Galleria Dellearti c/o Dellearti Hotel - via Bonomelli 8, Cremona PER INFORMAZIONI: Fondazione Dominato Leonense - Tel 030 9038463 [email protected] www.fondazionedominatoleonense.it; www.dellearti.com; www.paolocavinato.net 9 I N O S T R I P R O G E T T I 2 Un mondo di spezie a Padernello DI PAOLA ZANI [email protected] N ON C’È NESSUN INGREDIENTE al mondo più “globalizzato” e più trasversale delle spezie. Hanno anticipato le mode e i mezzi di trasporto, affascinando dal tempo dei tempi le popolazioni di tutto il mondo. Da sempre considerate bene raro e prezioso, equiparate nei testi antichi alle perle, all’oro e alle pietre preziose, le spezie erano dunque pregiata merce di scambio di quei mercanti che attraversavano il continente eurasiatico. Preziose per la lontananza dei loro paesi d’origine, per gli alti costi e i rischi del trasporto, per la loro funzione di preservare i cibi e di confonderne i cattivi odori mano a mano che degradavano e indispensabili per i riti religiosi di diverse culture, divennero ingrediente richiestissimo nella cucina del Medioevo, nonostante il loro alto costo. La situazione cambiò nel XV secolo con le nuove scoperte geografiche che ne permisero una maggiore disponibilità. Cristoforo Colombo importò dalle Americhe peperoncino, pimento e bacche di vaniglia, mentre, poco dopo, grazie a Vasco de Gama, i portoghesi divennero gli incontrastati mercanti di pepe, chiodi di garofano, noce moscata e cannella da Ceylon, isole Molucche e Indonesia. Tra il XVII e il XVIII secolo, in Francia e in Italia, si affermò un ideale di “cucina naturale” che rispettasse il naturale sapore di ciascun alimento e le spezie caddero in disuso sostituite dalle erbe locali. Successivamente, nuove piantagioni di alberi da spezie a Mauritius e in altre colonie francesi, all’inizio del XIX secolo, assicurarono approvvigionamenti costanti e a prezzi più ragionevoli in tutta l’Europa. Oggi, con l’affermarsi di culture gastronomiche diverse, queste preziose essenze conoscono una sorta di “nuovo Ri- nascimento”, che attraversa tutti i continenti, grazie anche ai migranti che portano con sé i sapori dei paesi d’origine. Quando si parla di spezie si apre un mondo. Non a caso questa mostra ha l’obiettivo di far conoscere il mondo delle spezie attraverso esperienze multisensoriali. Non solo la vista, ma anche olfatto, tatto e udito. Le spezie nei primi viaggi. Sempre si navigò alla ricerca delle spezie, chi verso est come Vasco de Gama o chi verso ovest come Cristoforo Colombo e Ferdinando Magellano. Le spezie rappresentano l’anelito umano per l’esplorazione alla scoperta di nuove genti, sono associate a remote civiltà cui attingere non solo le preziose fragranze ma, anche, scoperte scientifiche e usanze raffinate, all’incontro con lo “straniero” visto non come estraneo pericoloso ma come affascinante portatore di sviluppo. Le spezie nel tempo. La storia della corsa alle spezie è prima di tutto una storia di incontro, di contatto e di mescolanza tra genti, popoli e culture che, ammaliate dal fascino di polveri colorate e miracolose, furono capaci di inseguirsi, scontrarsi e succedersi accecati dalla smania di potere, dalla voglia di conquista di un bene portatore di ricchezza economica, ma anche scrigno di echi di mondi lontani sia terreni che mistici e spirituali. 10 I colori delle spezie. Multisensoriale: ecco la principale caratteristica delle spezie che compiace e soddisfa i nostri sensi. La vista, il gusto ma anche il tatto. Spruzzi di Spirito Dalla magia alla scienza. Il farmacista di oggi non è altro che lo “speziale” di un tempo! E un altro nome del preparatore di unguenti e profumi non era forse quello di “aromatario”? APPUNTAMENTO A GUSSAGO IL 30 E 31 GENNAIO Le spezie nella cura del corpo. Da un punto di vista me- dico, le spezie sono state utilizzate nella medicina interna, ma anche nella chirurgia, come riferito negli antichi testi vedici ed egizi, alcuni dei quali risalenti al 1500 a.C. Nella pratica, le diverse spezie venivano usate sotto forma di unguenti, oli essenziali, impiastri, decotti, infusi, ecc. Con il tempo, ma soprattutto con l’avvento delle medicina moderna, l’apprezzamento per queste droghe è scemato ma oggi, come una volta, le spezie, in modo semplice e privo di effetti collaterali, possono venire in aiuto all’uomo ed essere utilizzate con vantaggio in numerose malattie. La conoscenza di nuovi gusti. L’immediata associazione mentale che si fa accennando alle spezie è quella con la cucina e con i vari prodotti alimentari cui sono legate. Questi piccoli vegetali essiccati sono talmente diffusi e di facile reperimento, che non ci si stupisce di vedere e assaporare lo zafferano nel risotto milanese, nel cous cous magrebino o nel dolce e delicato jalabi indiano, né di sentire il pungente aroma del chiodo di garofano nel vin brulé alpino, nel curry indiano o nei “5 elementi” della cucina cinese. Le comunità rasccontano. Passeggiare fra le bancarelle di un mercato di spezie africano, asiatico o orientale, significa sollecitare le narici al punto da farsi venire l’acquolina in bocca o, viceversa, sentirsi nauseati dagli odori che si confondono fra loro nonostante la fortissima personalità di ciascuna fragranza. Ciò induce ad un’importante riflessione: le spezie bisogna saperle usare, dosare, abbinare ai cibi senza che prendano il sopravvento, abbinare tra loro per curare le più diverse patologie… chi meglio delle comunità stesse possono presentare l’utilizzo di queste sostanze nei diversi ambiti e secondo le usanze e le più diverse tradizioni e culture. ¬ UN MONDO DI SPEZIE, LA RIVOLUZIONE DEI SENSI Castello di Padernello, Borgo San Giacomo (Brescia) 18 dicembre 2009-14 febbraio 2010 Inaugurazione venerdi 18 dicembre ore 18,00 Orari apertura mostra: martedì-venerdi 9-12 e 14-17 Sabato e domenica: 14,30-18,30. Lunedì chiuso Ingresso: adulti € 3,00; disabili e bambini con età inferiore ai 14 anni gratuito. Visite per scolaresche su prenotazione INFO [email protected] 0309408766 [email protected] [email protected] 0309038463 – 0309040210 DI GIULIO NAPOLITANO [email protected] Distillare significa letteralmente estrarre “goccia a goccia”, quindi in senso più ampio ricavare l’essenza, lo “spirito”, da qualcosa. Ed è esattamente questo il senso e il valore dell’antichissima arte della preparazione dei liquori. In un testo del 1859, lo storico bresciano Carlo Cocchetti scrive che “la distillazione dell’acquavite dalle vinacce era comune a tutta la regione vinifera; ... Pel raffinamento dell’acquavite e per la preparazione dei liquori esistono in provincia dodici fabbriche. Il curassau di Landi di Salò può competere con quello d’Olanda. Buon mistrà si fabbrica anche a Rovato; ed è giustamente rinomato l’anesone triduo della ditta Rossi, succeduta al Reboldi degli Orzinuovi che ne fu l’inventore. Quel nome deriva dalla triplice distillazione”. Gli stessi bresciani ignorano che la capitale italiana indiscussa dei distillati, in particolare della grappa, è Gussago e l’evento “Spruzzi di Spirito”, nato dalla richiesta di collaborazione con la Fondazione Dominato Leonense da parte della nuova amministrazione comunale per la valorizzazione di un prodotto tipico e storico del territorio, ha appunto l’obiettivo di far conoscere e scoprire, con una forte attenzione al problema dell’abuso dell’alcool, i profumi e i sapori degli eccellenti distillati italiani, bresciani e in particolare di Gussago. Perché spruzzi? Partendo appunto dall’idea di voler far comprendere alle persone e in particolare ai giovani che prodotti dall’alto contenuto alcolico ma di qualità come la grappa bisogna saperli conoscere e apprezzare nel giusto modo, l’idea della modica quantità è stata appunto abbinata nel titolo dell’evento “Spirito” con “Spruzzo”. Si avrà la possibilità di conoscere diversi distillati, presentati dalle diverse distillerie presenti, provenienti da tutta Italia. L’evento avrà la guida degli esperti degustatori dell’Associazione Degustatori Italiani Grappa e Distillati che cercheranno di farci avvicinare al mondo delle Grappe e dei distillati con il giusto approccio. La manifestazione si terrà nella bellissima dimora Villa Pace, in via Cavalletto il 30 e 31 Gennaio 2010 dalle 10 alle 20. Si potrà partecipare acquistando un ticket di 12 € che darà diritto a degustare e assaggiare le grappe o i distillati delle aziende espositrici; un piatto con ingrediente la grappa (I Tortelli alla grappa); 4, tra praline e pasticcini a scelta, presso lo stand dell’Associazione cioccolatieri artigianali Italiani; un kit di 3 torroncini; un caffè. Il Comune di Gussago, Assessorato al Commercio e al Turismo, Assessorato alle Politiche Sociali, sono i promotori dell’iniziativa, organizzata con la collaborazione della Fondazione Dominato Leonense. PER SAPERNE DI PIÙ Ufficio progetti territoriali Cassa Padana Giulio Napolitano tel. 030 9040334 [email protected] www.spruzzidispirito.com 11 Un anno in Cassa Padana Gennaio • Al 31/12/2008: raccolta diretta 1.326.272 euro, impieghi 1.217.602 euro. • Il Direttore Generale di Cassa Padana, Luigi Pettinati, interviene come relatore al convegno organizzato dall’Associazione Industriale Bresciana, “Etica, Lavoro e Finanza per coniare un’innovativa visione d’impresa”. • Inizia su Retebrescia la trasmissione del corso televisivo “L’Italiano in Famiglia”, realizzato dalla Fondazione Dominato Leonense, grazie a Popolis Cinema, su commissione dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia. Obiettivo: insegnare la lingua italiana agli stranieri. • Provincia di Brescia, Camera di Commercio di Brescia, UBI Banca, le undici BCC bresciane e le organizzazioni sindacali (CGIL, CISL e UIL) sottoscrivono un protocollo d’intesa per il sostegno ai lavoratori e alle imprese nelle situazioni di crisi. Febbraio Si presenta a Casalmaggiore l’interessante studio sul Casalasco, “Il CASALASCO, primo studio su un territorio poco conosciuto ma dalle grandi potenzialità - elementi per una strategia di sviluppo”. • Cassa Padana contribuisce fattivamente all’iniziativa “Fuori Classe”, progetto regionale di un milione e mezzo di euro rivolto a 100 mila ragazzi bresciani dai tredici ai trenta anni, per aiutarli nelle diverse fasi della vita, dalla scuola all’inserimento nel mondo del lavoro, alla gestione del tempo libero. • Cassa Padana sponsorizza un corso d’italiano per donne immigrate, promosso dall’amministrazione comunale di Gottolengo (Brescia). • Quarta missione in Messico, nello stato di Durango, per favorire lo sviluppo della finanza locale sul modello del credito cooperativo italiano. La delegazione di Cassa Padana è in visita presso le comunità di S. Bernardino, Poanas e Ippodromo. • Si firma presso la Camera di Commercio di Cremona un protocollo d’intesa tra Cassa Padana e Reindustria. Obiettivo: lo sviluppo economico del territorio, in una logica di rafforzamento e consolidamento del tessuto produttivo locale e di collaborazione tra PMI, enti territoriali e sistema bancario. • Viene presentato il pacchetto anti-crisi pensato e voluto dal Comune di Parma in collaborazione con le principali banche cittadine, tra le quali Cassa Padana, e le grandi catene di distribuzione. • Provincia di Cremona, Camera di Commercio di Cremona e Istituti di credito locale sottoscrivono un protocollo d’intesa per anticipare la Cassa integrazione ai lavoratori. Cassa Padana è tra le banche aderiscono. • Viene firmato a Brescia un patto speciale • Cassa Padana stringe un accordo di partnership con la società di consulenza Vitale Novello Zane, presieduta dal noto economista bresciano Marco Vitale, acquisendone al contempo il 19% del capitale sociale. 200 0 • Robi Ronza, consulente della Presidenza della Regione Lombardia in tema di relazioni internazionali incontra una delegazione di Cassa Padana per gettare le basi di un futuro progetto in Palestina. Marzo per aiutare le piccole e medie imprese a uscire dalla crisi. Le undici BCC bresciane, l’Ubibanca di Brescia, le associazioni di categoria e la Provincia mettono sul piatto un plafond di 400 milioni di euro al quale le imprese potranno accedere a condizioni vantaggiose. intessendo un progetto per favorire lo sviluppo del credito cooperativo in quel Paese. • Accordo tra BIT – Servizi per l’Investimento sul Territorio e una decina di caseifici emiliani. Si tratta di un progetto lattiero-caseario a 360 gradi per l’analisi del comparto “Grana Padano” e “Parmigiano Reggiano”. Aprile • La Federazione Lombarda delle BCC e Federfidi Lombardia, su iniziativa della Regione Lombardia, del Sistema Camerale Lombardo e dei Confidi, siglano l’accordo “Confiducia” che prevede interventi straordinari per favorire l’accesso al credito delle PMI lombarde. • Anche il mondo del Credito Cooperativo, colpito dalla tragedia del terremoto in Abruzzo, si mobilita in favore delle vittime. Aperto un conto corrente “centralizzato” sul quale far confluire i fondi messi a disposizione delle BCC. • Dopo due anni di restauro conservativo, riapre i battenti Palazzo Cigola Martinoni di Cigole (Brescia). Al restauro hanno contribuito diversi enti pubblici e privati come la Fondazione Pianura Bresciana, il comune di Cigole, la Fondazione Cariplo e le Autostrade Centropadane. • Domenica 26 aprile, in Villa Seccamani a Leno, si svolge l’annuale assemblea dei soci Cassa Padana. Presente una delegazione messicana con cui la banca sta Maggio M aggio • Missione in Palestina su invito della Regione Lombardia. La delegazione è composta da Cassa Padana, BCC dell’Adda e del Cremasco e Federazione Lombarda delle BCC. Scopo del viaggio, conoscere la realtà economica della Cisgiordania e rafforzare i primi contatti. • Inaugurata la filiale di Curtatone (Mantova), la 38.ima di Cassa Padana. • Si svolge nel Castello di Padernello “AlternativaMente”, rassegna di soluzioni tecnologiche ecosostenibili, per un’energia pulita e sostenibile. • Gita dei soci in Toscana. Giugno • Inaugurato nella località di Faverzano, comune di Offlaga (Brescia), il nuovo sportello bancomat di Cassa Padana. • È on line il nuovo sito di Cassa Padana. Un restyling a 360° per far sì che la Cassa sia conosciuta e apprezzata in ogni suo aspetto. • Si svolge a Sirmione, a Palazzo Callas, l’evento degustazione del vino Lugana promosso e organizzato dal Consorzio di Tutela del Lugana DOC con la collaborazione di Cassa Padana. • Inaugurata, dopo due anni di Fondazione Dominato Leonense, Oligear, Cooperativa Lait, Fondazione Pianura Bresciana e Cassa Padana. restauro, la Chiesa di Santi Nazaro e Celso, a Leno in località Pluda. La Chiesa, in grave stato di abbandono, fu donata nel 2007 alla Fondazione Dominato Leonense. • Cassa Padana citata come esempio nel libro “Manuale del risparmiatore etico e solidale” di Marco Gallicani, ex direttore dell’Associazione Finanza Etica. Italia per conoscere da vicino il movimento del credito cooperativo italiano, è ospite di Cassa Padana. • La Fondazione Castello di Padernello e la Fondazione Cariplo inaugurano i restauri del cortile interno, del settecentesco scalone Marchetti e della sala d’armi dello splendido maniero. L’intervento fa parte del progetto “Padernello, museo a cielo aperto”, per la creazione di un sistema culturale locale. 009 Luglio • Dati al 30/06/2009: raccolta diretta 1.342.450 euro, impieghi 1.198.084 euro. • Settima edizione della Fiera di San Benedetto con un programma ricco di eventi, tra i quali spiccano le mostre fotografiche “Brasil” dedicata al Brasile e “Pachamama”, una selezione di splendidi ritratti dei paesi andini; “cena argentina” allietata da uno spettacolo di tango argentino; accattivante esibizione di “Capoeira”, danza tradizionale brasiliana; visite guidate ai ritrovamenti archeologici della chiesa dei Santi Nazaro e Celso. • Parte la seconda fase del progetto di censimento delle cascine bresciane che vede coinvolti la Fondazione Civiltà Brescia e la Provincia di Brescia. Agosto • Villa Badia ospita il corso di icone per principianti. Una full immersion di una settimana per apprendere i segreti di quest’arte antica e affascinante. • Grazie alla collaborazione della Fondazione Dominato Leonense con il comune di Curtatone (Mantova), l’antichissima Fiera delle Grazie ospita la mostra fotografica “Karol Wojtyla, l’uomo e la sua terra”. • Nelle vicinanze della futura filiale di Verona è stata scoperta una cripta intitolata a San Benedetto, forse attribuibile allo stesso re Desiderio, e dipendente direttamente dal monastero benedettino di Leno. Settembre • Inaugurata la filiale di Rubiera (Reggio Emilia), la 39.ima di Cassa Padana. • Una delegazione palestinese, in • Inaugurato il Centro Natura Amica di Gussola, creato per dar vita a un progetto di “onoterapia”, con l’uso degli asini, fortemente voluto dall’ASL di Brescia, dal comune di Gussola, dall’Associazione NoiconVoi, dalla Fondazione Iniziative Zooprofilattiche di Brescia e da Cassa Padana BCC. • Si apre, negli spazi dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Capirola” di Leno (Brescia) la terza edizione del master postdiploma in “Esperto di Credito Cooperativo Glocale” per formare i dipendenti di domani. • Missione in Sudamerica per una delegazione di Cassa Padana. Fra Messico, Perù, Argentina ed Ecuador dove si è svolto il settimo incontro Ecuador-Italia, “Finanze popolari e agricoltura familiare”. • Tappa a Leno in Cassa Padana per una delegazione di argentini, studenti del corso di alta formazione per dirigenti di casse di credito cooperative. Il corso è stato voluto e organizzato dal Banco Central de la República Argentina (BCRA) in collaborazione con l’Università di Bologna e il movimento di credito cooperativo italiano. • “All’ombra dell’Abbazia. Federico Barbarossa a Leno”. Rappresentazione medioevale organizzata dall’associazione “In illo tempore ...” e dalla Fondazione Dominato Leonense, in collaborazione con la Fondazione Comunità Bresciana. • Inaugurata presso la Rocca dei Terzi di Sissa (Parma) la mostra del pittore locale Rino Ragazzini. La realizzazione di questa mostra vede la stretta collaborazione tra Cassa Padana e l’amministrazione comunale di Sissa. • La Fondazione Dominato Leonense, su incarico dell’Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona – Ambito 9, realizza un video-corso di formazione per le assistenti familiari straniere di 45 minuti circa dal titolo “Assistenza domiciliare dell’anziano”. • Inaugurato, all’interno del reparto di riabilitazione della Dominato Leonense Sanità, nell’ospedale di Leno, il nuovo servizio SDAR (Servizio Distrettuale di Assistenza Residenziale). Si tratta di un innovativo servizio di assistenza residenziale temporanea, correlato all’assistenza domiciliare. • Cassa Padana acquisisce alcune quote in Reindustria, agenzia di sviluppo territoriale della provincia di Cremona. Ottobre • “Donne in Campo”, giornata mondiale della donna rurale, dedicata quest’anno al tema dell’innovazione, si svolge al Castello di Padernello. • Decima edizione di “Tuttiateatro, Teatro per tutti”, rassegna teatrale organizzata dall’associazione Cara ... Mella, con il patrocinio di Provincia di Brescia, Novembre • Villa Badia apre le porte alla LABA – Libera Accademia delle Belle Arti di Brescia – inaugurando la prima edizione del corso di laurea in Graphic Design e Multimedia. • Attivato a Borghetto, comune di Valeggio sul Mincio, il nuovo sportello bancomat di Cassa Padana. • Nell’aula magna dell’Università Cattolica di Brescia si tiene il convegno “La rete, chiave del successo delle banche del territorio”, per celebrare i cento anni di Federcasse. • Ottava edizione della Festa del Torrone a Cremona. Cassa Padana contribuisce alla realizzazione di alcune attività che vanno ad arricchire il programma degli eventi. • “Natale è ...”, solidarietà, delizie e artigianato a Leno (Brescia). Organizzato dalla Fondazione Dominato Leonense e dalla ProLoco Leno. Dicembre • I nuovi scavi archeologici di Villa Badia a Leno, iniziati a novembre, portano alla luce dei ritrovamenti molto interessanti che potrebbero essere ricondotti a insediamenti medievali comunque legati all’abbazia benedettina. • Il CIACC (Centro Internazionale di Assistenza al Credito Cooperativo) si rafforza. 23 nuovi soggetti, tra BCC e Federazioni locali, fanno il loro ingresso nel progetto avviato e fortemente voluto da Cassa Padana a Buenos Aires, in Argentina. • Mostra “Un mondo di spezie. La rivoluzione dei sensi delle spezie” nei locali restaurati del Castello di Padernello. L’originale mostra è organizzata in sinergia tra l’ASL di Brescia, la Fondazione NYMPHE e Fondazione Dominato Leonense. A CURA DI SILVANO TRECCANI [email protected] 13 I N O S T R I P R O G E T T I 3 Sogni, desideri e aspettative ECCO GLI STUDENTI DELLA LABA, IL CORSO DI GRAPHIC DESIGN DI LENO DI BARBARA PONZONI [email protected] Sono giovani, appassionati, incerti, volonterosi, concreti, artistici. Sono alcuni degli studenti che frequentano il corso di Graphic Design Multimedia della Laba, che dall’anno accademico 2009/2010 si svolge a Villa Badia a Leno, messa a disposizione da Fondazione Dominato Leonense e Cassa Padana. Nel mondo dei nuovi media, il corso di Leno si specializzerà in particolar modo come service delle mostre, come elemento di animazione virtuale di spettacoli, discoteche, feste. I ragazzi saranno impegnati in esercizi applicativi di alto valore formativo, che potranno essere utilizzati nelle diverse rassegne. L’intento è di creare nuove e competenti professionalità. Gli iscritti a questo primo corso triennale, che porterà al conseguimento di un Diploma di primo livello equipollente alla Laurea breve, sono 11 e tutti molto entusiasti e desiderosi di iniziare questa nuova avventura. Sono giovani e motivati, ognuno di loro ha sogni e aspettative differenti… Tante nuove storie da raccontare… Eccone alcune. Nadia Carnazzi, Iseo: “Ho 21 anni, sono la corsista più distante da Leno: ho più di un’ora di strada, un viaggio sicuramente impegnativo, ma ne vale la pena. Dopo aver frequentato il Liceo artistico a Brescia ho studiato un anno al Politecnico, ma non faceva per me, sentivo la necessità di sviluppare maggiormente le mie attitudini artistiche. Conosco la Laba già dalla quarta superiore, grazie all’iniziativa “Orientando” e quest’estate – saputo del nuovo corso attitudini. Ho già lavorato su alcuni programmi che useremo e ho capito – a differenza di Nadia – già da tempo quello che voglio diventare: il mio obiettivo è essere un art director. L’impressione dei primi giorni è ottima, non siamo in molti, il gruppo è coeso e si lavora molto bene. I professori hanno – da subito – instaurato un ottimo rapporto con tutti”. a Leno – non ho esitato ad iscrivermi. Non so ancora cosa troverò o cosa diventerò alla fine di questo percorso, per ora mi godo il viaggio”. Gabriella Sambinelli, Castiglione delle Stiviere: “Ho 19 anni e mi sono diplomata quest’estate in grafica pubblicitaria a Desenzano. Tutti i giorni faccio mezz’ora di strada per arrivare qui. Ho scelto questo corso perché in linea con i miei studi precedenti e soprattutto con le mie Valentina Gloriotti, Orzinuovi: “Ho 19 anni e ho 14 fatto il liceo artistico a Crema, indirizzo architettonico. La Laba è stata per me una scelta dell’ultimo minuto, ero decisa a frequentare l’anno integrativo a Crema, poi ho saputo del distaccamento di questo corso a Leno – quindi più vicino a me rispetto alla sede di Brescia – e mi sono subito iscritta. Un’idea chiara di quello che imparerò in questa scuola e di quello che diventerò non l’ho ancora, ma le materie e gli argomenti trattati mi appassionano molto. Spero che questo entusiasmo si mantenga e si alimenti fino alla fine del corso”. Anna Piovani, Manerbio: “Ho 27 anni e ho frequentato il liceo scientifico ad indirizzo artistico a Brescia. Poi mi sono iscritta al Dams – indirizzo cinema – a Bologna, ma ho interrotto gli studi per diversi motivi. Mi sono sempre mantenuta da Elena Tomasoni, Castelletto di Leno: “Anche io sono fra le più vecchie, ho 27 anni e ho fatto l’ITC qui a Leno. Sono stata impiegata in una ditta del paese per qualche anno, ma non ero pienamente soddisfatta, ho deciso allora di rivoluzionare la mia vita. Mi è sempre piaciuto l’ambito artistico, delle tecnologie multimediali, la notizia del distaccamento della Laba a Leno mi ha dato la spinta finale per buttarmi in questa nuova vita. Per mantenermi, lavoro alla sera, da casa, come impiegata. Vivo quest’avventura in maniera completa e totale, per me questa scuola rappresenta qualcosa di più di un diploma da conseguire fra tre anni. È un sogno che si realizza”. Filippo Riello, Leno: “Ho studiato all’ITC, indirizzo programmatore, parto quindi da una base di studi più tecnica che prettamente artistica. Ho 21 anni e dopo le superiori ho lavorato un paio di anni, l’anno scorso ho iniziato la Laba a Brescia ma poi ho smesso. Mi mantenevo da solo in città e ho capito presto che non potevo farcela, quindi sono tornato dai miei. Questa decisione non l’ho vissuta bene: il corso mi piaceva tanto. Quando ho saputo che un distaccamento della Laba sarebbe arrivato proprio nel mio paese, non ho avuto dubbi: mi sono iscritto subito. I primi giorni passati con i miei colleghi, qui in Villa Badia, sono sicuramente in linea con le mie aspettative”. a Cremona, all’istituto per Geometri. Da subito ho capito che l’indirizzo scelto non era giusto per me, conseguito comunque il diploma ho deciso di sperimentare e sfruttare il mio lato artistico. Sono venuta qui senza nessuna conoscenza specifica, solo valutando le materie “sulla carta”. La mia è più una scelta istintiva. I primi giorni, mi hanno fatto capire di non aver sbagliato scuola, ma anzi di aver trovato la strada che cercavo”. Elisa Brugnani, Gottolengo: “Ho 19 anni e ho conseguito il diploma al Liceo delle scienze sociali a Ghedi. Mi è sempre piaciuta l’arte e fin da bambina ho sempre disegnato. Questa particolare scuola, vicina al mio paese, ha corrisposto da subito alle mie esigenze ed aspettative. L’ambiente è molto bello, il palazzo che ospita la Laba è davvero stupendo, sia le sale interne che il parco esterno. La location ideale per un corso di studi come il nostro”. ¬ Per saperne di più LABA, Villa Badia, Leno (Brescia) - tel. 030 380894 » sola, ora lavoro la sera come cameriera: la fatica è tanta, ma la mia motivazione lo è di più. Sono molto appassionata di fotografia, ho pensato anche di iscrivermi all’Accademia di fotografia. Proprio leggendo la rivista Popolis sono venuta a conoscenza che vicino a me c’era la possibilità di conseguire questa laurea. D’istinto ho deciso di ricominciare gli studi, con rinnovata convinzione e coraggio”. I relatori del convegno Paola Rossetti, Pontevico: “Ho 19 anni e ho studiato COME FARE CULTURA IN TEMPI DI CRISI? Il 20 novembre scorso a Brescia si è tenuta un’iniziativa per festeggiare una doppia ricorrenza: il centesimo numero della consolidata rivista ‘AB Atlante Bresciano’, edita da IGB GroupGrafo, nonché il trentennale delle Officine Grafiche Staged. L’incontro è stato non solo il momento per ripercorrere il lavoro svolto fino a oggi, ma anche l’occasione per offrire al territorio qualche spunto di riflessione per il futuro, ampliando la visuale a quei fattori economici che condizionano, oggi più che in passato, l’attività di chi opera nel campo della ricerca e della divulgazione culturale. A quali risorse, non soltanto finanziarie ma anche creative e ideali, è possibile attingere? Come può migliorare il dialogo tra cittadini, enti e istituzioni sui temi culturali? Quanto sono cambiati in venticinque anni la società bresciana e il modo di raccontarla? A tutti questi quesiti hanno risposto alcuni esperti e amici della rivista ‘Atlante Bresciano’, tra cui il noto economista d’impresa Marco Vitale, il direttore del Sistema provinciale bresciano dei musei di cultura materiale Carlo Simoni, il presidente della Fondazione Civiltà Bresciana Monsignor Antonio Fappani. b.c. MASTER IN ESPERTO DI CREDITO COOPERATIVO GLOCALE, TERZA EDIZIONE Il 19 ottobre è stata inaugurata la 3a edizione del Master biennale Post Diploma in Esperto di Credito Cooperativo Glocale. Le candidature al master hanno superato le aspettative: più di 60 domande per 20 posti disponibili. Le lezioni del primo anno si concluderanno il 4 giugno 2010 e si tengono presso l’istituto “V. Capirola” di Leno (Brescia). Al master si studia cooperazione, cooperazione di credito, mutualità interna, mutualità esterna, mutualità internazionale, inglese, spagnolo, informatica. Per i ragazzi che frequentano il 2° anno del biennio, 3 mattine di stage in uffici e filiali di Cassa Padana. Al termine del percorso scolastico, e superato l’esame finale, verrà offerto un contratto di lavoro con Cassa Padana. Per saperne di più: Officine Grafiche STAGED www.grafo.it www.staged.it tel. 030.3539336 e-mail [email protected] 15 I P R O G E T T I 4 N O S T R I Dominato Leonense Sanità Un nuovo servizio per l’assistenza residenziale DISTRETTO SOCIO SANITARIO N. 9 DI LENO DI LUIGI BERSI Direttore di Progetto D.L.S. Responsabile: Augusto Olivetti Superficie territoriale: 463,50 Km2 per n. 20 Comuni È RISAPUTO, e non lo scopriamo certo oggi, che la Regione Lombardia rappresenta un punto di riferimento in materia sanitaria avendo tra l’altro realizzato, negli ultimi 10 anni, forme di collaborazione pubblicoprivato, fuori dagli schemi abituali, che sono di esempio per altre regioni. Ben si colloca, all’interno di questi progetti di collaborazione, la sperimentazione gestionale che vede, fra gli altri soggetti, Dominato Leonense Sanità e Azienda ospedaliera Desenzano impegnati a dare significato e risposte sanitarie in tema di riabilitazione all’interno di un presidio ospedaliero, quello di Leno, altrimenti destinato ad una lenta decadenza. La sperimentazione, di recente rinnovata per i prossimi tre anni anche in virtù degli ottimi risultati conseguiti e della soddisfazione di utenti e istituzioni, ha ora trovato “un’appendice” che amplia il ventaglio delle prestazioni e crea nuove forme di collaborazione questa volta con i medici di Medicina Generale e con il tramite del Distretto ASL di Leno che presidierà e coordinerà il Servizio. Questo nuovo progetto, nato per rispondere ai bisogni e alle esigenze del territorio, si chiama SDAR: Servizio Distrettuale di Assistenza Residenziale. Dopo la firma dei relativi protocolli tecnico organizzativi lo SDAR è stato inaugu- Popolazione residente: 116.694 (al 31/12/2008) Età media dei residenti: 40,79 (al 2007) Medici di Medicina Generale: n. 69 rato venerdì 30 ottobre scorso alla presenza dell’Assessore Regionale alla Sanità Luciano Bresciani, e dei promotori Dottor Carmelo Scarcella Direttore Generale dell’ASL, Dottoressa Mara Azzi Direttore Generale Azienda Ospedaliera D/Garda e Vittorio Biemmi presidente di Cassa Padana e Dominato Leonense Sanità. I cinque posti letto messi a disposizione da Dominato Leonense Sanità all’interno della propria Unità Operativa di Riabilitazione sono così diventati da subito operativi. Si tratta in definitiva di una nuova sperimentazione, caldeggiata in particolare dal Dott. Scarcella, col compito di attivare un servizio di assistenza residenziale temporanea correlato all’assistenza domiciliare. Prevede il coinvolgimento diretto del medico di Medicina Generale quale responsabile della conduzione clinica dell’assistito che trova temporaneo domicilio all’interno della struttura sanitaria D.L.S. che assicura assistenza infermieristica e supporti di tipo alberghiero. A chi è destinato questo nuovo servizio? Ai cittadini del Distretto, anziani e malati fragili con insorgenza o aggravamento di problematiche classiche acute e subacute o in fase di dimissione ospedaliera, che necessitano di supporto clinico-terapeutico-assistenziale di intensità non gestibile a domicilio. Le finalità “specifiche” dello SDAR sono quelle di garantire continuità di cura e assistenza con possibilità di diversificare le risposte ai bisogni sanitari dell’anziano e/o malato fragile, anche in relazione a problematiche socio-ambientali e quelle di realizzare le condizioni di una assistenza caratterizzata dalle cure costanti di personale infermieristico con competenze superiori a quelle familiari che gestiscono a domicilio un ammalato. La programmazione degli interventi, l’accesso, la stesura del Piano Assisten16 ziale Individualizzato, l’accoglienza e la dimissione dei pazienti sono concordati con l’Unità per la Continuità Assistenziale Multidimensionale (UCAM) del Distretto ASL, composta dal medico di Medicina Generale, dall’infermiere del Distretto, dall’assistente sociale del Distretto e/o vari consulenti (geriatra, fisiatra, medico palliatore, psicologo) secondo le necessità del singolo paziente. I ricoveri sono, di norma, di durata compresa tra 7 e 20 giorni. Gli obiettivi che si pone l’iniziativa sono sicuramente interessanti anche in funzione di una integrazione che dovrà sempre più essere perseguita per assicurare prevenzione – cura – riabilitazione – assistenza domiciliare nelle sue varie forme. ¬ PER SAPERNE DI PIÙ Asl Leno-Brescia tel e fax 030.9078450 / 413 Ufficio relazioni con il pubblico 030.9078202 L A B A N C A A L T U O S E R V I Z I O 1 Il commercio fa centro OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO PUBBLICO PER LA RIQUALIFICAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEI CENTRI URBANI: DOMANDE ENTRO IL 30 GENNAIO 2010 DI MARCO TABLADINI, GRUPPO IMPRESA [email protected] B animazione, eventi e manifestazioni, e di materiale promozionale del Distretto. EN 18,7 milioni di euro, a tanto ammonta lo stanziamen- to della Regione Lombardia sul terzo bando Distretti del Commercio finalizzato a promuovere la competitività e l’innovazione dei sistemi distributivi nelle aree urbane della Lombardia. Tale intervento è destinato ai Comuni con più di 15 mila abitanti o alle aggregazioni di almeno 3 Comuni. Le domande devono essere presentate da un capofila, Comune, Comunità Montana o Unione di Comuni, con il supporto di almeno una delle associazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative del settore. Accanto agli enti locali sono chiamate a partecipare attivamente le imprese commerciali con sede legale o operativa nel distretto, compresi i bar, i ristoranti e le pasticcerie, nonché altri soggetti privati e no profit, ad esempio Camere di Commercio, associazioni artigiane, imprese turistiche e di servizi. Il capofila dovrà candidare alla valutazione regionale un programma di intervento per la promozione del distretto che preveda la realizzazione di azioni di comunicazione e marketing, promozione e animazione, interventi strutturali di qualificazione urbana, accessibilità e mobilità, sicurezza, gestione di servizi in comune e per la sostenibilità energetica ed ambientale. Per i privati. L’opportunità per i privati è di ottenere un contributo a fronte di interventi di riqualificazione strutturale e tecnologica, e di sicurezza. Fra le spese ammesse vi sono la sistemazione di facciate, insegne, dehors, l’acquisto di tavoli e sedie da esterno, di sistemi di videosorveglianza, di allarmi elettronici, nonché la realizzazione di impiantistica multimediale. Per la partecipazione al bando regionale gli enti locali e i commercianti sono chiamati a firmare un accordo di distretto a conferma del proprio impegno. I progetti selezionati dalla Regione riceveranno, per il tramite del Capofila, un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese ritenute ammissibili. È inoltre riconosciuta la possibilità ai distretti già individuati attraverso i due bandi precedenti di inoltrare richiesta di ampliamento per l’aggregazione di nuovi Comuni contermini, che potranno accedere, tramite il capofila, alla richiesta di ammissione ai contributi di ulteriori interventi pubblici e privati. Il bando aprirà il 1° dicembre, le domande potranno essere presentate on line alla Regione Lombardia fino al 30 gennaio 2010. ¬ A titolo indicativo potranno essere finanziati i costi sostenuti dagli enti locali per le attrezzature di arredo urbano e l’illuminazione pubblica, la realizzazione di pannelli informativi e di segnaletica, i lavori e le opere edili per la risistemazione di facciate, i servizi e le infrastrutture a servizio della mobilità, nonché la realizzazione di iniziative di Per gli enti locali. PER SAPERNE DI PIÙ: Gruppo Impresa Tel 030 23.069.04; www.gruppoimpresa.it http://www.regione.lombardia.it (Direzione Generali-Commercio) ELINOR OSTROM, UN PREMIO NOBEL PER CASSA PADANA “Ogni individuo trascorre la propria esistenza circondato da risorse che condivide e sfrutta insieme ad altri esseri umani. L’acqua, l’atmosfera, i parcheggi in città, la rete di internet sono solo alcuni dei beni utilizzati in comune il cui consumo massiccio da parte di pochi diminuisce la possibilità di fruizione da parte di molti: questi beni vengono definiti beni comuni o commons”. È questa la riflessione della scienziata americana Elinor Ostrom, premio Nobel 2009 per l’economia che nel 2006 fu invitata da Cassa Padana a discutere, proprio sui beni comuni, all’Università Statale di Brescia. La studiosa, in quell’occasione, ha riconosciuto Cassa Padana come realtà impegnata nello sviluppo del territorio e nella valorizzazione della comunità come bene comune, in grado cioè di dare risposte tangibili ai bisogni ed alle richieste avvertite dalla collettività. “La comunità è un bene comune” – aveva spiegato Ostrom – “poiché rappresenta una risorsa ed un capitale umano e socio-economico che è importante sostenere e far crescere. Conoscere sé stessi e le proprie potenzialità utilizzando le risorse interne è la miglior ricetta per lo sviluppo di una società che si identifichi come Bene Comune, che sia cioè la base stabile e sicura per rispondere alle esigenze delle generazioni presenti e future”. Elinor Ostrom è il secondo premio Nobel invitato da Cassa Padana – prima del prestigioso riconoscimento – a riflettere su temi cari all’operato della Bcc di Leno. Negli anni scorsi, il progetto di Cassa Padana sulla Microfinanza campesina in Ecuador era stato oggetto di speciali considerazioni da parte di Muhammad Yunus, Nobel per la pace 2006. 17 L A B A N C A A L T U O S E R V I Z I O 2 Rubiera, terra di confine del Dominato Leonense DI BENEDETTA CHERUBINI [email protected] Michele Tussi è il responsabile della filiale Cassa Padana di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, inaugurata lo scorso settembre aprendo le porte all’operatività nella contigua provincia di Modena. Michele è nato ventinove anni fa a Cremona e abita con la famiglia a Sesto Cremonese, un piccolo paese della provincia, anche se negli ultimi tempi è ‘in trasferta’ a Rubiera. Le sue due passioni sono entrambe rivolte al mondo dello sport. Come volontario si occupa di seguire l’amministrazione del Centro Sportivo Italiano sezione di Cremona e a livello sportivo è arbitro di calcio. office. Successivamente la Direzione mi ha affidato l’incarico di vice responsabile della filiale di Parma (Viale Piacenza), dove sono venuto a contatto con un territorio da me non conosciuto a livello economico ma che mi ha permesso di intraprendere una progressiva crescita professionale culminata lo scorso settembre con la nomina a responsabile della filiale di Rubiera. È stato molto importante, durante questi sei anni, poter usufruire della collaborazione e degli insegnamenti di molti colleghi, in primis quelli del Capo Area Davide Gibellini, ciascuno dei quali è stato importante per la mia crescita sia a livello bancario che personale. La nomina a responsabile di filiale non la vedo come punto di arrivo ma come punto di partenza per sviluppare nuove competenze professionali e continuare a dare in modo costruttivo il mio contributo al raggiungimento degli obiettivi aziendali. MICHELE, IN POCHI ANNI SEI RIUSCITO A CONFERMARE CHE CHI HA UNA MARCIA IN PIÙ, UNA BUONA AUTOSTIMA E UNA GRANDE DA SETTEMBRE SEI IL RESPONSABILE DEL NUOVO SPORTELLO DOSE DI UMILTÀ RIESCE AD AFFERMARSI E A FARE APPREZZARE LE CI RACCONTI QUACOSA DEL TUO NUOVO TERRITORIO DI COM- QUALITÀ DEL PROPRIO LAVORO IN UN LASSO INFERIORE DI TEMPO. CI DICI QUALCOSA DI PIÙ SULLA TUA CRESCITA PROFESSIONALE? Sono entrato in Cassa Padana nel dicembre 2003 subito dopo aver conseguito la laurea in Economia Aziendale e aver frequentato un Master Universitario (che verteva su tematiche riguardanti il settore del risparmio gestito) conclusosi con uno stage presso la Direzione Private Banking di una storica Banca Popolare lombarda. Ho iniziato la mia attività in Cassa Padana presso l’ufficio Controllo del Credito, esperienza importante perché mi ha permesso di apprendere e approfondire quella sfera del mondo bancario che non era stata oggetto di particolare analisi durante il mio percorso formativo scolastico. Dopo questa prima esperienza, durata poco più di un anno, sono stato inserito nell’organico della filiale di Cremona per sostenere l’attività sia di front-office che di backTeresa Medina e Michele Tussi » DI RUBIERA, IL PRESIDIO PIÙ “LONTANO” DALLA SEDE DI LENO. PETENZA? Il paese di Rubiera è il comune più a sud del nostro territorio di competenza, una zona molto vivace e produttiva che dobbiamo progressivamente scoprire. La nostra filiale è collocata in pieno centro storico, sotto i portici che fiancheggiano la storica “Via Emilia” e tale posizione ci permette di usufruire di una buona visibilità. L’incarico che mi è stato affidato è molto delicato, ma allo stesso tempo stimolante in quanto affronto un nuovo ruolo dal punto di vista lavorativo all’interno di un territorio, quello a Sud di Reggio Emilia, nel quale non abbiamo ancora sviluppato esperienze significative. Dato che siamo la prima Banca di Credito Cooperativo ad aprire qui uno sportello , per prima cosa sto lavorando (in sinergia con il Capo Area, il gruppo dei promotori finanziari e non ultima la collega Teresa Medina) affinché gli abitanti di Rubiera capiscano cos’è Cassa QUEL BORGO MEDIEVALE SULLE RIVE DEL SECCHIA Rubiera è una grossa realtà urbana, con circa 15.000 abitanti, situata sulla Via Emilia. Comune di confine tra le province di Reggio Emilia e Modena, l’originario nome di Rubiera ‘Corte de Herberia’ deriva direttamente dal celtico her-beria che significa “in mezzo alla pianura”. Il paese ha sempre risentito positivamente della sua posizione strategica sulle rive del Secchia, distinguendosi in passato per l’opportunità di controllare i traffici che correvano lungo la Via Emilia. Dai numerosi e importanti ritrovamenti archeologici si può confermare l’esistenza di accampamenti neolitici, di stanziamenti etruschi comprovati dal ritrovamento dei cippi con i grifoni che rivaluta l’ipotesi dell’esistenza di una dodecapoli etrusca in terra padana e di insediamenti romani, come ci testimoniano due pozzi, una tomba a tamburo e la lapide commemorativa della ricostruzione dell’antico ponte romano sulla Via Emilia del III secolo d.C. Nel 1200 il Comune di Reggio, per salvaguardare l’utilizzo delle acque del Secchia, minacciato dai Modenesi, fece costruire il castrum (castello fortificato) a Rubiera per opporlo ai nemici confinanti. Per ragioni soprattutto belliche ripresero il passaggio sulla Via Emilia gli scambi e i commerci, e Rubiera assunse così una certa importanza strategica. Le famiglie dei Canossa e degli Estensi caratterizzano nei secoli la storia di questo tratto di territorio. Di loro rimane ancor oggi l’imponenza degli edifici realizzati nel centro storico di Rubiera, tra cui il gentilizio Palazzo Sacrati oggi sede municipale. Ben poco invece rimane del forte militare di Rubiera – ricordato nelle fonti per il suo ruolo di prigione temutissima per le atroci condizioni di vita cui venivano sottoposti i suoi ospiti – che già pesantemente danneggiato ai tempi dell’unità d’Italia venne in buona parte demolito ad inizio del diciannovesimo secolo allo scopo di raddrizzare il tracciato della Via Emilia. La storia più recente di Rubiera coincide con l’impulso che tutto il comprensorio industriale della zona ha avuto. Il territorio comunale è tutto pianeggiante e ciò ha consentito la diffusione massiccia sia di coltivazioni agricole che di attività industriali di vario tipo, in particolare dagli anni ’60 di industrie meccaniche nonché rivolte alla ceramica, tanto da divenire nel tempo centro nevralgico del Distretto delle Ceramiche. Molte le curiosità che coinvolgono Rubiera: citato nel titolo di una canzone strumentale di Luciano Ligabue ‘Rane a Rubiera blues’, dall’album Buon compleanno Elvis, Rubiera è anche il comune di residenza del campione Padana, qual è il nostro modello di banca del territorio che ci differenzia per stile e modalità operative dagli altri istituti bancari presenti nel Comune (ben 14). Dal punto di vista strettamente bancario ci presentiamo sul territorio con tutta la gamma di prodotti e servizi di qualità che già hanno ottenuto successo nelle nostre filiali; inoltre in occasione dell’apertura della filiale di Rubiera è stato creato un esclusivo conto corrente che permette alla nuova clientela di iniziare ad operare con la Cassa a condizioni molto convenienti. Con la conoscenza del territorio e dei suoi abitanti non vi è dubbio che Cassa Padana anche in queste zone si potrà affermare come punto di riferimento dal punto di vista bancario e sociale. I riscontri che sto ottenendo sono positivi in quanto i nostri progetti e le iniziative messe in campo in questi anni suscitano interesse ed impressioni favorevoli. Quindi… che dire… ci attende un periodo di grande impegno lavorativo, quell’impegno che ci fa rimboccare ogni giorno le maniche con lo stesso entusiasmo e tanta sana consapevolezza di essere dei forti cooperatori! ¬ 19 europeo e olimpico di maratona Stefano Baldini, nonché conosciuto nei campionati italiani per la squadra di pallamano maschile ‘Pallamano Secchia’ che gioca ininterrottamente in serie A dalla stagione 1982/83. Non dimentichiamoci poi che, come in tutta la terra emiliana, anche a Rubiera la cucina è un culto, con piatti che sono di derivazione sia reggiana che modenese. Nascono così la tigella, l’erbazzone, i “cassagai” (polenta fritta con fagioli) ed “il gnocco”, portati a tavola con un pezzo di parmigiano-reggiano ed accompagnati da un buon bicchiere di lambrusco. b.c. UN OSPITALE, SULLA VIA DEI PELLEGRINI Uno dei più importanti e antichi ospedali per pellegrini che sorgevano fra Secchia ed Enza, lungo il corso della Via Emilia, era proprio quello di Rubiera. Gestito da una piccola comunità di benedettini, esisteva già nel 1179. Sorgeva a ridosso del centro urbano, in direzione del fiume, fuori dalla porta orientale. In occasione però della tagliata imposta dal duca Alfonso I d’Este nel 1523, questa struttura venne distrutta. La nobile famiglia Sacrati, subentrata come patrocinatrice dell’ospedale, ne curò la ricostruzione nel 1531, sopra un terreno di sua proprietà, a Nord del paese, vicino al fiume e dove il guado era più facile. Si progettò così un complesso rinascimentale di grande impatto, prestigioso per la committenza a Giovanni Battista Carretti e per l’incarico pittorico fu chiamato Benvenuto Tisi detto il Garofalo, uno dei pittori più famosi della corte di Ferrara. L’ospitale dedicato a S. Antonio era per l’epoca un edificio enorme e innalzandosi nella pianura era visibile anche da lontano. Quando nel 1765 il duca di Modena Francesco III soppresse tutti gli ospedali del suo Stato, cominciò la decadenza dell’edificio che, acquistato dal conte Greppi, venne trasformato in tenuta agricola. Passata di mano in mano, la Corte di Rubiera, così ormai viene chiamata, continuò a degradarsi, finché fu acquistata dal Comune che ne ha curato il restauro. Il 2 febbraio 2000, al termine dei lavori di recupero, il bellissimo e importante complesso storico fu riaperto al pubblico e ora è sede dell’Associazione Linea di Confine per la fotografia Contemporanea, del Centro Teatrale La Corte Ospitale, del Consorzio per la gestione dell’Area di Riequilibrio Ecologico della Cassa di espansione del fiume Secchia e delle aree contigue, dell’Assessorato alla cultura. b.c. N E L T E R R I T O R I O 3 A Pontevico, nell’ultimo maglio della Bassa DI VALERIO GARDONI [email protected] È sostare pochi minuti sul ponticello e un tonfo intermittente batte dal fondo, come fosse il cuore d’un gigante coricato sul fianco, pulsazioni che fanno tremare la terra. Sotto un porticato aggraziato da un affresco della Vergine, c’è una piccola porta che s’apre sul fondo d’un antico maglio. Quando scendi le scale ti assale la sensazione d’un viaggio nel tempo. Tra il fumo del vapore dell’acqua che raffredda il ferro rovente, le mille scintille che saettano come spiriti dal carbone delle forge e il tonfo potente del maglio che modella il metallo. Pare d’essere capitato nella fucina del Dio Vulcano in persona. Visioni d’altri tempi. È l’ultimo maglio della Bassa bresciana. Resistente e tenace scampolo della storia della nostra terra, non alterato da quel tempo in cui la manualità e l’ingegno dell’uomo erano parte primaria del lavoro. Laggiù, nell’ultimo maglio, è rimasto Gesualdo, mastro forgiatore. È immerso nel suo lavoro. Quando m’affaccio alla porta, si gira, guarda oltre la montatura degli occhiali appollaiati sulla punta del naso, mi riconosce, con un cenno cordiale accompagnato da un sorriso mi invita a scendere. M’aspettava per raccontarmi della sua vita, dei cinquant’anni di lavoro compiuti pochi mesi fa, inalterati nella tradizione di famiglia, nella gestualità, nell’amore profondo per un’arte ovunque scomparsa che vive immutata nelle sue abili mani e nella rara intelligenza di chi sa dar valore all’eredità del sapere d’un padre. Avevo deciso di passare una giornata al fianco di un uo- la bella piazza di Pontevico, da sempre cittadina di confine cresciuta sulle sponde dell’Oglio. Il maniero che fu forte di difesa, dimora gentilizia, prigione e persino fonderia, nei secoli distrutto dalle guerre e ricostruito, ha percorso la storia abbracciato alle sorti del paese. Ora è sede di una casa di cura e dona al paesaggio un’aria medioevale. Più avanti, in una piazzetta tutta sua, sorge la parrocchiale dedicata a S. Tommaso e S. Andrea, quest’ultimo protettore dei pescatori. Per capire il significato basta scendere dal piccolo viottolo che porta al vecchio borgo dei pescatori, con le antiche case costruite una spalla all’altra, coi vicoli stretti, i vivaci colori e gli orti ben tenuti. Questa inalterata architettura racconta il rapporto fra la gente e il fiume Oglio. In tempi lontani, quando le limpide acque erano generose di pesce e sfamavano il borgo oppure quando in notti spaventose, affogavano il paese nella paura dell’ira delle piene. Sulla sponda del fiume si gode una bella vista del castello, mentre le acque dell’Oglio gorgogliano infilandosi nei vecchi pali di rovere, ancora conficcati saldamente sul fondo, che sostenevano un ponte al tempo del dominio della Serenissima Repubblica di Venezia. Risalendo la strada del borgo, non lontano, una seriola ricca d’acqua si divide sotto un ponticello entrando in canali e sfioratori per precipitare con tutta la sua forza fra le pale di due ruote. Una grande, sempre in movimento, e l’altra più piccola e tozza che gira se azionata dall’interno. Basta IL CASTELLO CHE DOMINA 20 la paratia, l’acqua scende, la ruota gira e il maglio ricomincia a battere il ferro rovente. La ruota gira come gira la vita, una vita passata a far badili, zappe, falci, cunei e altri attrezzi ancora che venivano consumati dai braccianti per dissodare la fertile terra della Bassa e tagliarne i frutti. I tempi sono cambiati. Una volta la famiglia di forgiatori di Pontevico produceva tutti gli attrezzi per il lavoro agricolo. Ora Gesualdo Ramera, ultimo rimasto, forgia solo badili, ma le sequenze del lavoro sono come nel 1906, nulla è cambiato. Come in quel tempo, nel maglio di Pontevico è l’energia dell’acqua a muovere tutto. Nell’ultimo salto, prima di mescolarsi con il fiume Oglio, l’acqua spinge la ruota, dà forza al colossale tronco d’olmo del maglio che batte, alla ventola che insufla l’aria nel carbone delle forge, ai diversi ingranaggi che fanno girare le mole. È una vera lezione di risparmio energetico che stride con l’enorme spreco d’energia, oramai mera consuetudine del mondo moderno. L’acciaio, come nel 1906, viene dalle vecchie e usurate rotaie dei treni, tagliate in piccoli pezzi e trasformate in badili dall’abilità di Gesualdo. “Ecco è tutto qui, carbone, ferro, acqua e fatica”, aggiunge, mentre passa dalla forgia al maglio con le tenaglie in mano che mordono un pezzo d’acciaio rovente. “Dopo di me tutto morirà, mai nessuno ha aperto quella piccola porta ed è sceso con la voglia d’imparare, d’altronde è un lavoro ‘de scotade e schisade’, ci si alza prima del sole e si finisce dopo il tramonto. Ma io sono innamorato ‘cotto’ del mio lavoro!”. Me lo dice mentre il suo viso è illuminato dal ferro incandescente. Il lavoro del maglio inizia la mattina presto, s’accendono i fuochi a carbone nelle forge, si preparano i pezzi, poi quando il vicinato si è destato, la ruota comincia a girare, il maglio a battere e il ferro a prendere forma. Molte sono le sequenze del lavoro prima che un chilo e un etto di vecchia rotaia si trasformi in un badile. In dodici ore di lavoro al giorno, Gesualdo, da solo, forgia una quarantina di badili di bella fattezza. Ne va fiero mostrandomi il “monumento al badile”, artisticamente creato da lui con le varie fasi di lavorazione. Meriterebbe d’essere stipendiato come un museo vivente questo raro uomo della Bassa. A sera, quando salgo dal maglio, ho la sensazione d’essere più ricco, d’aver conosciuto un animo nobile, d’aver trovato un tesoro in quella semplicità. Nel suo lavoro c’è un sincero rapporto e rispetto per l’acqua, fonte di energia e di vita, che altri uomini stolti della terra sembrano aver dimenticato. ¬ mo eccezionale, rara anima che sa “fondere” nella sua fucina il lavoro con la pace interiore. Ha sessantasette anni Gesualdo Ramera, ma si muove con l’agilità d’un atleta olimpico: dalla forgia al maglio col ferro incandescente, dal maglio alle mole secondo precise fasi di lavoro. Per seguirlo devi essere allenato. Tra fuoco, scintille, vapore e il battere del maglio mi racconta della sua vita. “Avevo quasi dodici anni quando mio padre mi disse che dovevo scegliere se continuare la scuola o scendere “giù” nel maglio, non ho avuto dubbi…” È sceso “giù” nel maglio, quando la giovinezza cominciava ad accarezzargli il volto, sì “giù” perché il maglio è sotto il livello dell’acqua. Nel maglio allora c’era tutta la famiglia: la nonna Nina che arroventava il ferro sulle forge a carbone, il nonno Natale che batteva al maglio col papà Giacomo e lo zio. Era stato il nonno a iniziare, nel 1906 come apprendista, poi nel 1938 aveva comprato il maglio trascinando nella fucina tutta la famiglia. “Eravamo un bel gruppo affiatato, ci siamo sempre voluti bene. E il nonno, nonostante il lavoro duro, non l’ho mai visto arrabbiato in tutta la sua vita” ricorda con serenità Gesualdo. “E il babbo, era una grande persona il mio papà. Abbiamo vissuto fianco a fianco quaggiù per tutta la vita, poi un giorno me l’hanno portato in ospedale, non è più uscito con le sue gambe. Non ho mai saputo cosa gli fosse capitato, non me l’hanno mai detto. A me sembrava stesse così bene”. Scuote la testa, l’emozione gli gonfia il cuore, poi schiaccia il pedale. Si muovono una serie di contrappesi che aprono L’antico maglio di Pontevico è ora museo. Un museo nato senza toccare nulla mantenendo intatti la fucina, gli attrezzi, l’armonia di un lavoro estinto, la manualità, la memoria, il sudore del lavoro legato alle tradizioni contadine della Bassa e persino la polvere. Oggi nella fucina, sede del Museo del maglio, si possono seguire le fasi dell’antico lavoro dei forgiatori, un percorso nella creatività e nell’ingegno delle mani artigiane; un viaggio nella cultura del lavoro, affascinante universo di una tradizione fatta di acqua, di ferro e di fuoco. Il Museo rimane aperto al pubblico il mercoledì e il sabato dalle ore 9 alle ore 12 e negli altri giorni con prenotazione per scuole o gruppi. INFO: Gesualdo Ramera, tel. 030 930104 21 F I N E S T R A S U L L E B C C Il Papa a Brescia DALLE BCC BRESCIANE E DALLA RETE DI CUORE AMICO 200MILA EURO PER IL CENTRO SOCIALE DELLE SUORE OPERAIE IN BURUNDI Lo scorso 8 novembre Brescia ha accolto Papa Benedetto XVI che ha reso omaggio a Paolo VI e al nuovo santo bresciano Don Arcangelo Tadini, fondatore delle suore operaie. Le 11 BCC Bresciane hanno risposto favorevolmente alla proposta di Cuore Amico di fare un regalo al Papa per questa speciale occasione: una raccolta fondi per la realizzazione di un Centro Sociale di Formazione gestito dalle suore operaie a Mugutu in Burundi. La rete di Cuore amico – unita a quella delle Bcc – ha permesso di mettere a disposizione delle suore operaie 200 mila euro, una somma sufficiente per dare corso al progetto. La Rete, chiave del successo delle banche di territorio principi della sussidiarietà e della solidarietà”. Al convegno, coordinato dal Direttore di Radio 24 Gianfranco Fabi, hanno partecipato anche il sindaco di Brescia, Adriano Paroli, il presidente della Provincia e sottosegretario alle Finanze Daniele Molgora, il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Corrado Faissola, la vice direttrice della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola, il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Lorenzo Ornaghi, il segretario generale della Confcooperative, Vincenzo Mannino, il segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli. Nel corso dell’incontro è stato presentato il libro di Pietro Cafaro, docente di Storia alla Cattolica, “Spiccare il volo”, dedicato alla storia di questi “primi” cento anni di rappresentanza unitaria delle Banche di Credito Cooperativo. Il volume è edito dall’ECRA (Edizioni del Credito Cooperativo – www.ecra.it). ¬ A BRESCIA IL CENTENARIO DI FEDERCASSE DI PAOLA ZANI [email protected] “P efficacemente banche di comunità, occorreva costituire una comunità di banche”. Con queste parole Alessandro Azzi, Presidente di Federcasse (l’Associazione delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane), ha dato il via ai lavori del convegno “La reER ESSERE FOTO RODELLA te, chiave del successo delle banche del territorio” che a Brescia il 7 novembre scorso ha celebrato i 100 anni di costituzione della Federazione Nazionale delle Casse Rurali cattoliche, avvenuta proprio a Brescia nel settembre 1909. Azzi ha ricordato il percorso culturale che cento anni fa portò alla nascita “dal basso” di un unico organismo nazionale di rappresentanza delle giovani Casse Rurali cattoliche, sottolineando inoltre l’esigenza che il Credito Cooperativo ha avvertito, fin da subito, di “applicare la formula cooperativa non soltanto come forma giuridica di esercizio dell’impresa, ma soprattutto come metodo organizzativo, fondato sui 22 FOTOGRAFIA DELL’OSSERVATORE ROMANO U N A Popolis, periodico bimestrale di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000 Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Redazione Macri Puricelli, direttore [email protected] Lidia Sbarbada, coordinamento [email protected] Armando Rossi, immagini [email protected] Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel.030-9040270, [email protected] Comitato di redazione Franco Aliprandi, Stefano Boffini, Benedetta Cherubini, Valerio Gardoni, Daniela Iazzi, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Barbara Ponzoni, Macri Puricelli, Armando Rossi, Lidia Sbarbada, Paola Zani Hanno collaborato a questo numero: Elisabetta Berto, Luigi Bersi, Benedetta Cherubini, Tullio Di Paolo, Valerio Gardoni, Daniela Iazzi, Giulio Napolitano, Don Armando Nolli, Barbara Ponzoni, Laura Simoncelli, Marco Tabladini, Silvano Treccani, Paola Zani Fotografie: Elisabetta Berto, Paolo Cavinato, Ennio Cherubini, Fotolia, Valerio Gardoni, Teresa Medina, Officine Grafiche Staged, Osservatore Romano, Barbara Ponzoni, Rodella, Silvano Treccani, Flavia Vighini, Monica Zito In copertina: Scorcio di Gerusalemme (Archivio Fotolia) Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs) 23 II