Non solo consumismo C`è sempre meno tempo per i regali e meno
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Non solo consumismo C`è sempre meno tempo per i regali e meno
Venerdì, 23 Dicembre 2016 Natale www.corrieredelmezzogiorno.it TRA I CASTELLI, I NEBRODI E L’ALCANTARA Non solo consumismo C’è sempre meno tempo per i regali e meno tempo per cucinare, ma le feste in famiglia sono una tradizione a cui nessuno vuole rinunciare di Roberto Chifari U n Natale diverso all’insegna della natura, del folclore, del relax e della gastronomia perché le regioni del sud come pochi altri luoghi trasmettono quell’aria tipica delle festività natalizie. Questo speciale dedicato ai Castelli vuole essere un viaggio nel sud alla ricerca di luoghi unici e impareggiabili, capaci di catturare quell’aria natalizia e quelle tradizioni tipiche di un periodo che la vita frenetica di questi tempi non è riuscito ancora a scalfire. C’è sempre meno tempo da dedicare ai regali e meno tempo per cucinare, ma il Natale in famiglia è una tradizione a cui nessuno vuole rinunciare. Per chi invece, vuole visitare l’isola fuori stagione, ora è l’occasione ideale per scoprire l’altro lato della Sicilia. L’isola è anche al centro di una rivoluzione turistica, la Sicilia nel 2016 ha registrato un boom di presenze che ora dovrà essere canalizzato per sfruttare al meglio questo flusso turistico. Non solo arte, archeologia e cultura, ma soprattutto l’iconografia di una tradizione simboleggiata dalla presenza in tutta l’isola, nonché in Calabria, di Presepi di diverse fogge e materiali come il legno, l’oro e l’argento. Interi paesi si trasformano per settimane in presepi viventi, dove gli abitanti animano le vie dei centri storici tra il suo- L’atmosfera della Sicilia Sul web Si può visionare lo speciale Natale tra i Castelli, I Nebrodi e l’Alcantara sul sito www.corriere delmezzogiorno.it no delle zampogne e i canti delle Novene, spesso commissionate da committenti privati ed eseguite all’interno delle loro abitazioni in prossimità del presepe, tutti diventano per un giorno attori inscenando antichi mestieri. Uno spettacolo all’aperto che merita di essere visto, così come merita di essere vissuto il cammino dei santuari. Un percorso tra le roccaforti del cristianesimo nel cuore dei Nebrodi e delle Madonie, o le passeggiate tra Natura e storia sulla Sila. E poi c’è la pasticceria siciliana che a Natale Le iniziative Sull’Isola interi paesi si trasformano per settimane in presepi viventi, dove gli abitanti animano i centri storici raggiunge il suo apice, le tavole sono un trionfo di dolci a base di pistacchio, mandorla, miele, cannella e zucchero, e ancora cioccolata, vaniglia e ricotta. Come la Cuccìa di Santa Lucia, che inaugura le festività natalizie, pietanza che è stata preparata per il 13 dicembre, insieme alle arancine. Senza dimenticare la nocciola dei Nebrodi, la cui coltivazione permette la realizzazione di pietanze che esaltano il gusto e che vi racconteremo in queste pagine per la prima grande festa dedicata alle nocciole. Altri dolci siciliani completano la variegata tradizione dolciaria come il buccellato di fichi, i mustazzuola, il torrone o la cedrata, ottenuto cucinando scorze tritate di cedri preparati con sciroppo e zucchero. A Modica le donne per Natale preparano ancora l’antichissimo dolce natalizio della Contea di Modica, l’aranciata, per l’appunto, che può essere preparato utilizzando scorze d’arancia, cedri, limoni, mandarini e mandaranci. © RIPRODUZIONE RISERVATA 2 Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno PA La sfida La sorpresa Il progetto creativo di Farm Cultural e Pablo Dilet «Thank You», grazie, la parola che sta alla base delle relazioni umane. Una parola che è già un’opera d’arte di grandezza e semplicità. Un’opera che, sotto forma di piccoli mattoncini di plastica rossi, che è stata realizzata da alcuni bambini per il taglio del nastro di un progetto artistico/educativo che vede insieme la Farm Cultural Park di Favara e l’artista Pablo Dilet. Il Thank You di Pablo Dilet, realizzato con piccoli mattoncini di plastica, nasce infatti dalla necessità di recupero di alcune parole che stanno perdendo parte del loro significato a causa della velocità della comunicazione. Parole che invece, anche sotto il profilo educativo, hanno necessità di essere parte integrante del processo di crescita. «La possibilità di trasmettere emozioni agli adulti e messaggi educativi per la crescita futura dei bambini è uno stimolo non solo artistico ma anche umano». (r.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Turismo e cucina, è l’ora del boom Per le festività di Natale sono attesi migliaia di vacanzieri. Aeroporto: flussi in aumento Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: «È il segno di un’importante crescita per l’isola» Il trend Non solo attrazione turistica. L’isola fa da traino ad un settore in continua crescita: si giunge in Sicilia soprattutto per mangiare e bere bene. Un esempio concreto arriva da Pantelleria, la perla nera del Mediterraneo, è la culla dei capperi e del passito. È un trend che sta crescendo anno dopo anno ormai L a Sicilia piace sempre più soprattutto d’inverno. L’isola non è solo mare e un’eccellente tradizione gastronomica ma è anche arte, storia, cultura e archeologia. Lo dimostrano i numeri: l’aeroporto FalconeBorsellino di Palermo ha tagliato il traguardo di 5 milioni di traffico passeggeri annuo, con un incremento registrato del 9% nel 2016. Questo eccezionale risultato è dovuto non solo al riconoscimento Unesco dell’itinerario Arabo-Normanno, ma anche ad una accresciuta vivibilità complessiva, che si traduce in maggiore attrattività, per i palermitani ed i turisti che, sempre più numerosi, affollano luoghi pubblici, musei e teatri. «Un altro grande contributo all’internazionalizzazione di Palermo e della sua area metropolitana - spiega il sindaco Leoluca Orlando che hanno nell’aeroporto un essenziale punto di riferimento, e un ulteriore passo avanti per garantire a turisti e visitatori un’adeguata accoglienza, segno che la città piace sempre di più». Bene anche il Porto di Palermo che con l’arrivo delle grandi navi da crociera nel 2016 ha incrementato il vo- La città Nella foto sopra una veduta di Palermo A sinistra il sindaco del capoluogo Leoluca Orlando lume totale di passeggeri. I recenti «Stati Generali del Turismo» che si sono tenuti a Taormina hanno fotografato la situazione attuale: l’obiettivo è destagionalizzare, l’esigenza è promuovere nuovi turismi che allarghino l’offerta dell’isola. «È assolutamente necessario rafforzare la promozione turistica, la presenza sul web, la veicolazione di eventi culturali tramite info point e la coordinazione tra aeroporti e porti”, afferma l’assessore regionale Anthony Barbagallo. Non solo turismo ma anche agroalimentare. L’isola fa da traino ad un settore in conti- nua crescita: si giunge in Sicilia soprattutto per mangiare e bere bene. Un esempio concreto arriva da Pantelleria, la perla nera del Mediterraneo, è la culla dei capperi e del passito. Ogni anno dall’isola vengono prodotti mille ettolitri di questo vino dolce che viene esportato in tutto il mondo. Oltre l’Italia che resta ancora il maggior consumatore, il passito ha ormai superato i confini europei sbarcando da tempo negli Stati Uniti e in Canada. Chi lavora ogni giorno per far conoscere il nome di Pantelleria nel mondo è la cantina Donnafugata che qui sull’isola produce il Ben Ryé. «Per fare il nostro Ben Ryé servono quattro chili di uva per ogni bottiglia di passito racconta Antonio Rallo, presidente di Unionvini e winemaker della cantina Donnafugata -. Fare vino qui è un’impresa e non a caso si chiama viticoltura eroica, qui gli alberelli crescono riparati dal vento grazie ai muretti a secco costruiti nei secoli. E il passito ha fatto conoscere Pantelleria nel mondo. Oggi siamo riusciti ad estendere la stagione estiva da giugno a settembre e tanto altro si deve fare per far sì che sempre più turisti possano conoscere questo angolo di paradiso. Il parco per esempio, è una risorsa che dobbiamo sfruttare meglio e che può essere l’occasione di rilancio». Pantelleria sta cercando di destagionalizzare il periodo estivo, i flussi turistici sono aumentati di circa il 10% rispetto allo stesso periodo del 2015. A fornire il dato sono stati gli uffici del Comune in occasione di Passitaly, la kermesse dedicata ai vini passiti. In crescita le presenze di stranieri provenienti soprattutto dalla Francia e dal Nord Europa. «Siamo pronti – dichiara Salvatore Gino Gabriele, sindaco di Pantelleria - a impegnarci con tutte le nostre forze per mettere a disposizione dei visitatori un’offerta che sia meno dipendente dalla stagionalità. Pantelleria infatti, è fruibile in tutte le stagioni e il nostro preciso obiettivo è dare impulso a un nuovo tipo di turismo, consapevole e responsabile, fondato sull’unicità dell’isola e della sua comunità che, con caparbietà e testardaggine, è riuscita a tramandare e preservare tecniche agricole millenarie dal valore inestimabile». «Dai primi dati emerge - dice il vicesindaco di Pantelleria Angela Siragusa - una crescita compresa tra il 10-12% rispetto al 2015 dovuta da diversi fattori continenti che però premiano un lavoro che dura da anni. Per noi la valorizzazione del territorio è la formula più immediata per attrarre turisti». Insomma la Sicilia piace perché è in grado di offrire quello che poche altre regioni non sono in grado di fare. Peccato che tanto si debba fare in materia di trasporti, logistica e promozione del territorio. R. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA Trekking, ecco l’itinerario per il capodanno di Alcara e Nebrodi Il programma è un mix tra natura, arte e cibo. Previste escursioni anche al lago Biviere I sapori Tra le tappe ci sono le atmosfere che il borgo di Alcara, conosciuto ai più per i Grifoni ed il rito del Muzzuni, sa regalare ai suoi visitatori ed in ultimo un mix fra i sapori del territorio C’ è chi ama trascorrere il proprio Capodanno in famiglia, chi invece, al focolare domestico preferisce le vacanze lontano da tutto e tutti. Qualunque cosa decidiate per le prossime festività natalizie potreste valutare la possibilità di trascorrere il capodanno sui Nebrodi. L’idea è dell’associazione «Vaicoltrekking Sicilia» che ha lanciato la nuova edizione del capodanno fra il borgo di Alcara Li Fusi e i Nebrodi. Un appuntamento che è ormai diventato un must fra gli appassionati di escursionismo e per il quale, per partecipare, occorre pensarci per tempo. E sì, perché sempre più visitatori e amanti della natura cercano qualcosa di diverso dal solito cenone con ricchi premi e cotillon e l’idea di trascorrere alcuni giorni lontano da casa fa gola un po’ a tutti. Il programma è un mix fra natura, cultura e cibo. Vi muoverete fra escursioni suggesti- ve, fra cui quelle alle Rocche del Crasto (tra i trekking più belli di Sicilia), per proseguire alle cascate del Catafurco, oltre al bosco di Mangalaviti ed al lago Biviere. Poi ci saranno le atmosfere che il borgo di Alcara, conosciuto ai più per i Grifoni ed il ri- La passione Piace molto ai turisti to del Muzzuni, sa regalare ai suoi visitatori ed in ultimo un mix fra i sapori del territorio che sarà possibile gustare a tavola. Un’occasione per stare in montagna e per scoprire il borgo che custodisce la grande colonia di grifoni siciliana ed anche il rito pagano più antico d’Italia: il Muzzuni. Se per l’ultimo dell’anno preferite qualcosa di diverso, vi viene incontro il portale internet Siciliaweekend.info, molto più di un’agenzia turistica e più simile ad una fucina di idee creative che realizza su carta e su formato digitale tutto ciò che ha a che fare con il mondo del turismo. L’idea è del giornalista Dario La Rosa e dell’architetto Adriano Alecci che hanno messo su un progetto creativo che vede protagonista l’isola da mille contrasti e dalle altrettante risorse. E se siete ancora indecisi su cosa fare durante le festività natalizie potreste prendere spunto proprio dalle idee sug- gerite da Sicilia Weekend. Dai Nebrodi, ai Sicani, dalla valle del Simeto alle bellezze di Ortigia, dal mare alla montagna l’isola sa regalare emozioni uniche a chi decide di scoprirla. Un esempio? Avete mai pensato di trascorrere il Natale in un vecchio mulino? In Sicilia si può fare a Caronia, un appuntamento diventato di culto. L’accoglienza del luogo trasforma questa giornata in una occasione per farsi gli auguri di natale in compagnia della natura. Nel palermitano invece, tra Pizzo Cane, Pizzo Trigna e grotta Mazzamuto: è possibile trascorre i giorni prima del Natale una grande area in cui radure si mischiano a pareti rocciose ed in cui il cammino non è mai uguale. Insomma se state cercando qualcosa di diverso dalle solite tavole imbandite, siete nel posto giusto. R. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA 3 Corriere del Mezzogiorno Venerdì 23 Dicembre 2016 PA Il fascino Le mostre Castelbuono capitale provinciale dell’arte Castelbuono, cittadina sorta tra le mura del Castello dei Ventimiglia, continua ad indossare i panni della capitale provinciale dell’arte. Appena inaugurate due importanti mostre al Museo Civico e presso «Putia art gallery»: nell’ordine, la personale di Manfredi Beninati, tra i principali protagonisti italiani della scena artistica internazionale, e «Forme dell’impronta» di Michele Di Donato. Al Museo Civico la mostra di Beninati è curata da Laura Barreca e Valentina Bruschi e raccoglie una selezione di opere dell’artista. Per l’occasione, inoltre, è presente un’installazione ambientale «site-specific» che reinterpreta una stanza trecentesca della fortezza che fu della nobile dinastia dei Ventimiglia. I riferimenti alla storia personale s’intrecciano con un’inclinazione al racconto cinematografico. Le fotografie firmate Di Donato, invece, porta in Putia l’atmosfera di città atemporali, metafisiche, sospese e silenziose, in cui la presenza umana è solo intuitiva. (Ve. Co.) Alcantara Valley magia di Natale Fino al 9 gennaio le manifestazioni religiose organizzate dalla Pro Loco di Giardini Naxos I presepi Tanti i presepi viventi in scena il 26 dicembre: a Malvagna si potrà assistere al «Presepe vivente recitato», riproposto anche nelle giornate del 1 e 7 gennaio, idem per quello allestito nel centro storico medievale di Roccella Valdemone con due repliche, il 30 dicembre e il 6 gennaio Il 26, a Castiglione, alla Giudecca Ebraica presepe con replica il 3 gennaio F itto il calendario di eventi proposto dall’Alcantara Valley per il Natale 2016. Le associazioni di promozione turistica dei comuni della Valle hanno aderito al progetto «Welcome to Alcantara Valley», patrocinato dal Parco fluviale dell’Alcantara e ideato dal presidente della Pro Loco di Giardini Naxos, Giuseppe Carmeni. I comuni di tale comprensorio, come quelli di Castiglione di Sicilia, Giardini Naxos, Moio Alcantara, Randazzo e Roccella Val Demone, supportate dall’Unpli Sicilia, hanno creato una serie di eventi itineranti e natalizi che, partiti il 10 dicembre, si concluderanno il 9 gennaio. A dare il via agli appuntamenti è stato il comune di Malvagna, in collaborazione con la giovane Pro Loco diretta da Jessica Mobilia, che sabato 10 e domenica 11 dicembre ha proposto la «3° sagra del Suino e delle Frittole» ed il «1° raduno delle zampogne dei nebrodi». Domenica 18 dicembre, invece, in piazza municipio a Moio Alcantara si è tenuto la «1° Sagra del Cavolfiore Rosso di Moio Alcantara», organizzata dalla Pro Loco guidata da Antonella Foti con il patrocinio del comune. Per l’occasione è stato possi- bile degustare i prodotti della tradizione contadina della piana di Moio. A Giardini Naxos due mostre fotografiche aperte fino al 9 gennaio presso l’hotel Hilton. La Pro Loco diretta da Giuseppe Carmeni allestirà infatti il reportage fotografico di Vera Terranova intitolato «100 giorni in Asia» e «Naxos Photo Ma- rathon», dove verranno esposte le foto vincitrici di un concorso fotografico. Tanti anche i presepi viventi in scena il 26 dicembre: a Malvagna si potrà assistere al «Presepe vivente recitato», riproposto anche nelle giornate del 1 e 7 gennaio, idem per quello allestito nel centro storico medievale di Roccella Val- demone con due repliche, rispettivamente il 30 dicembre e il 6 gennaio. Infine, sempre il 26, a Castiglione di Sicilia, nella significativa location del quartiere della Giudecca Ebraica si terrà il presepe vivente con replica il 3 gennaio. Per gli amanti della poesia a Randazzo, giovedì 29 dicembre la Pro Loco, presie- I luoghi Nella foto sopra a destra un’immagine dall’alto dell’area A sinistra uno dei presepi allestiti duta da Claudio Dilettoso, proporrà l’11° edizione di «Versi e parole nelle parlate galloitaliche di Sicilia», una rassegna di poesie dialettali e in lingua italiana. In conclusione, il 6 gennaio in piazza municipio a Moio Alcantara ci sarà il «Gioco della pentolaccia» e, a seguire, «A scacciugghiata», ossia una degustazione di dolci tipici natalizi e «scacciugghie» (frutta secca tostata) abbinate al vino locale. Grazie all’Unpli con il progetto «Welcome to Alcantara Valley», le Pro Loco della Valle stanno rafforzando la proprie attività di destagionalizzazione, incominciando a fare squadra, a creare una rete capillare che antepone l’interesse del singolo per uno scopo comune nel bene dell’intero territorio. Eventi come questi promuovono la cultura locale, le tradizioni, e i prodotti tipici durante una stagione, come quella invernale, che tinge la Valle Alcantara e la Sicilia Orientale di cromie uniche. I suoi paesi e i piccoli borghi incastonati tra le montagne si trasformano così in presepi naturali dove il vulcano Etna di bianco vestito rende le scene della natività ancor più suggestive. Tutte manifestazioni che non affascinano soltanto gli abitanti dei luoghi ma anche i tanti turisti che decidono di trascorrere nelle località della Sicilia le proprie vacanze di Natale Venera Coco © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 PA Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno 5 Corriere del Mezzogiorno Venerdì 23 Dicembre 2016 PA Gli eventi In provincia di Messina A Ficarra specialità gastronomiche nelle festività natalizie A Ficarra (Messina) durante il presepe vivente, il 3 gennaio, ci sarà anche la possibilità di degustare «specialità» gastronomiche del periodo, dalle frittole di maiale, alla trippa, ricotta fresca, biscotti duri e frinza, ma soprattutto degustazioni di tipico olio del paese, diciotto etichette per la sua promozione. A Ficarra, era tipica tra gli artigiani locali, la lavorazione della cera. Si facevano anche statuette sacre e «bambinelli». Da qui il detto «ficcarsi ‘nfurna cannili». A San Fratello, il paese dei Giudei, da visitare i mercatini di Natale. Qui, è possibile trovare anche finiture per cavalli e selle di cuoio. A San Marco D’Alunzio, tra le manifestazioni tipiche quella del pellegrinaggio del Bambinello Gesu’, ospitato sino al 6 gennaio, dalle famiglie del paese per una notte. (f.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Arte, storia e religione sui Nebrodi Da Natale a Capodanno: ecco tutti i percorsi organizzati per le celebrazioni Suggestiva la cittadina di Piraino, conosciuta come il «paese delle due torri» L’attesa Da non perdere l’Abbiata di Nuciddi a Troina, il 2 gennaio, in occasione della Festa di San Basilio. Una vera e propria pioggia di nocciole, alla fine delle celebrazioni, in onore di San Silvestro monaco basiliano compatrono di Troina I l Natale sui Nebrodi, un evento mitico-religioso dove le valenze devozionali e rituali si fondono con quelle più pagane dei culti dionisiaci e della tavola. Un percorso che dalla marina di Brolo si inerpica lungo gli anfratti del magico altopiano dell’Argimusco. Le festività natalizie, qui, si immergono in antiche atmosfere e ci si può lasciare cullare dalle nenie suonate di notte, lungo le viuzze dei tanti paesi-presepe dove gruppi di figuranti e musicisti, si animano davanti ai grandi falò, attorno ai quali fanno festa i residenti dei quartieri, delle vie, pronti ad accogliere i visitatori\viandanti, offrendo le tipicità del periodo. Il pane appena sfornato, i dolci, i salumi, dai prodotti tipici della Val di Sant’Angelo, a quelli dei boschi dell’entroterra «Cunsati» con il suino nero dei Nebrodi, addolciti dal vino e ben assistiti dallo scacciu (noci, nocciole e mandorle, ma anche sementi, fave abbrustolite, cannellina e pistacchi e fichi secchi). Una delle tradizioni meglio conservate è quella «Du Tizzuni», ovvero accendere i fuochi all’alba o al tramonto, quando c’è la nove- na. Tappa d’obbligo per l’avvio delle ritualità nebroidee è stata Santa Lucia, il 13 dicembre. A Brolo, come in tutti i paesi, è diffusa la tradizione di non mangiare pane, sostituito dalla cuccia o spruvia, come la chiamano a San Marco d’Alunzio. Il 16 è iniziata la «novena». Già all’alba gli zampognari l’hanno annunciata, si sono sentiti e osservati nei costumi tipici dei «Picuirara». Sono passati per le strade, suonando le nenie e ricevendo in cambio, con un codazzo di bambini appresso, dolci, liquori e vino. Da non perdere i presepi viventi. A Piraino si rivive la natività, con uno storico presepe vivente che viene realizzato nell’incantevole centro storico del paese. Piraino, è anche appellato come «Il Paese delle due torri», perché due sono le torri esistenti nel suo territorio. Una al centro dell’abitato, enorme, cilindrica, che si erge maestosa a dominare il panorama del paese. L’altra torre si trova nella frazione Gliaca, sulla sporgenza sul mare di una roccia, detta «Torre delle Ciavole» (XVI sec.) perché da secoli questi uccelli vi si annidano. La parte interessata del paese sarà quella che dall’antico Palazzo Ducale conduce al Santuario I luoghi Le località sono molto affascinanti e ogni anno richiamano anche migliaia di turisti del Santissimo. Ecce Homo. Alla fine della suggestiva scalinata, infatti, si potrà visitare la grotta della natività. Suggestivo quello di Montalbano Elicona, mentre a Brolo, lungo le vie del borgo medievale, il 18 dicembre sono stati oltre 500 i ragazzi che lo hanno animato. Proprio nel contesto di valorizzazione del borgo medievale di Brolo, ma in generale di tutti quelli del comprensorio, l’architetto Salvo Gentile, che ha curato la progettualità di Marevigliosa 2016, ha evidenziato l’importanza delle tradizioni. « Oggi – ha dichiarato Salvo Gentile - la rivalutazione di questi contesti come contenitori d’arte e di tradizioni, sono la grande scommessa per il futuro, non solo turistico dei luoghi». Discorso a parte per i presepi visionabili nelle diverse chiese dei Nebrodi (dal XV fino alla metà del XVII secolo). Da non perdere l’Abbiata di Nuciddi a Troina, come vuole la tradizione il 2 gennaio, in occasione della Festa di San Basilio. Una vera e propria pioggia di nocciole, alla fine delle celebrazioni, in onore di San Silvestro monaco basiliano compatrono di Troina, che cade da un balcone antistante la Chiesa di San Silvestro, sulla folla. Le suggestioni di questi eventi, sono splendidamente fermate, negli scatti di Nino Bartuccio. Francesca Capizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno PA Non solo storia L’evento Sui monti Sicani le escursioni tra i santuari Ci sono strade che si percorrono per coniugare l’amore per l’ambiente con la fede e la necessità di ritrovare se stessi. Il cammino dei Santuari è uno di questi, si tratta di percorsi nei santuari più antichi della Sicilia. Organizzato dall’associazione «Amici del trekking sui Sicani», l’escursione si sviluppa intorno ai santuari di Santo Stefano Quisquina. E il cammino è un mix fra ambiente, arte e fede in un territorio ancora poco esplorato. I rilievi ed i tratti di maggiore interesse che si attraversano sono: Pizzo San Calogero (a m 970 s.l.m.) con la chiesetta votiva, Serra Moneta con un eccezionale punto panoramico sulla cima (a m 1.188 s.l.m.), il Bosco della Quisquina con l’Eremo di Santa Rosalia, la «Quercia Grande», il punto panoramico sulla vetta (m. 1.156 slm) ed infine «la fattoria dell’Arte» dello scultore Lorenzo Reina con il Teatro di Andromeda. (r.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Tortorici, la festa a sua maestà la nocciola Agroalimentare, il paesino del Messinese ha organizzato il primo festival dedicato al frutto I visitatori hanno degustato i piatti tipici e assistito ai cooking show con tre chef e panettieri L a nocciola simbolo dell’agroalimentare siciliano è stata la protagonista di due giorni dedicati al frutto che da secoli in Sicilia viene coltivato con parsimonia e attenzione nel cuore del parco dei Nebrodi. Tortorici, il piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, è la regina delle nocciole. E il paese dei Nebrodi ha celebrato la prima edizione della «Festa della Nocciola», due giorni per conoscere da vicino la protagonista di tante specialità gastronomiche. Il primo appuntamento organizzato dalla neonata Pro Loco che si chiama proprio «Città della nocciola», ha voluto essere un riconoscimento per il paese che più di tutti ha investito su questa ricchezza. Tortorici con i suoi boschi, le strade che salgono su verso la montagna e i noccioleti che si perdono a vista d’occhio è la punta di diamante della produzione dell’isola. Dietro a questa idea di celebrare la nocciola c’è una donna tenace che investe ogni giorno sul proprio territorio. Lei si chiama Lidia Calà e qui a Tortorici da anni gestisce la pasticceria «Dolce Incontro», che nel 2014 ha vinto il riconoscimento Best in Sicily come migliore pasticceria dell’isola. I visitatori hanno potuto degustare i piatti tipici a base di nocciola e assistere ai cooking show i cui protagonisti sono stati gli chef Elio Bevacqua, Rosario Bontempo e Angela Armeli, il panettiere Claudio Favazzo e le creazioni di Lidia Calà che ama le nocciole e il suo lavoro. Perché con le nocciole non si fanno soltanto creme spalmabili, ma in Sicilia le nocciole sono la base per molti dolci, e ancora, pasta fresca, pasta reale di nocciole e il formaggio abbinato alla nocciola. Un’arte antica tramandata di generazione in generazione, antica come le vecchie nonne tortoriciane, che con grande sacrificio e dedizione raccoglievano, sin da piccole, L’Opera dei Pupi con l’Orlando Furioso tra botteghe e arte P evento che possa negli anni essere un punto di riferimento per tutta la zona. Qui ci sono testimonianze di chiese del Seicento - prosegue -, il museo e il bellissimo museo della fotografia, ma alla cultura possiamo abbinare anche un variegata tradizione agroalimentare. Peccato che ciò che abbiamo lo custodiamo gelosamente senza farlo conoscere agli altri. Quello che è mancato troppo spesso è la capacità di fare rete perché tutti insieme siamo una forza, grazie a chi ha creduto in questo progetto». Roberto Chifari er tutto il periodo delle festività natalizie torna l’Opera dei pupi, proclamata nel 2001 dall’Unesco Patrimonio orale e immateriale dell’umanità, e torna con la rappresentazione teatrale dell’Orlando Furioso. Ancora oggi le peripezie narrate nel Furioso sono l’anima del Teatro dei pupi. I personaggi animati dalle file del «puparo», e poi, i pupi, già attori di legno dall’Ottocento, salgono sul palco tra i teatranti come i burattini, le ombre, le marionette e i fantocci. Su questa scia ritorna il «Natale dei Figli d’arte Cuticchio», che quest’anno si celebra proprio con l’Orlando Furioso: fino al prossimo 8 gennaio, gli spettacoli condurranno per mano in una Palermo viva e artigianale, il vero cuore fattivo della città. Gli artigiani di via Bara apriranno infatti le loro botteghe e presenteranno le creazioni, pensate tutte sulla falsariga dell’Orlando Furioso. In strada, una particolare luminaria riproporrà la quartina che apre il poema ariostesco, richiamando lo spettacolo dei pupi ed evocando in tal modo l’antica tradizione popolare e illustre. «Il Furioso è percorso da volute labirintiche, virate improvvise, andirivieni, paesaggi idilliaci o brumosi, possiede un’inesausta e geniale fantasia - spiega Mimmo Cuticchio - che si esprime attraverso ideali come la lealtà, nella vita civile e nel combattimento, l’astuzia, se al servizio di una causa non sempre nobile; poi L'opera dei pupi l’amicizia, la potenza di un amore, di un esercito, della natura e ancora la disparità tra ricchi e poveri. Fondamenti ideali e morali tradizionali e tuttavia universali, che riguardano tematiche contemporanee sulle quali si confronta e scontra giorno per giorno l’umanità. Primo fra tutti, il tema della guerra, fonte di brutalità e ferocia per quei corpi mutilati di vincitori e vinti che giacciono sul campo di battaglia, terreno di una sfida eroica e tragica anche se “leale”». Conclude: «Percorrendo queste innumerevoli spirali del poema, sono stati quindi scelti quattro episodi che focalizzano due temi fondamentali dell’opera di Ariosto: l’amore e l’avventura. Ogni episodio è una sintesi di elementi contrastanti, che riflettono l’indecifrabilità della vita. Ariosto ha rappresentato questo enigma attraverso l’episodio esemplare della pazzia di Orlando: Astolfo deve raggiungere la luna, il mondo dell’utopia che contiene tutto ciò che di umano e stato smarrito sulla terra, per ristabilire l’equilibrio perduto». (r.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio Lidia Calà ha organizzato l’evento in Sicilia le materie prime del territorio trasformandole in piccole delizie per il palato. «La nocciola di Tortorici è una risorsa che oggi si sta perdendo - racconta Lidia Calà - mi rendo conto che è sempre più difficile riuscire a trovare le nocciole, ma il nostro territorio dovrebbe valorizzare maggiormente una preziosa risorsa come la nocciola. La festa nasce dall’idea di far conoscere i nostri prodotti, di far incontrare i produttori ma soprattutto dalla voglia di far visitare Tortorici a chi non la conosce. L’idea è creare un turismo agroalimentare sui Nebrodi di cui Tortorici può essere la capitale, un Così Pantelleria è anche l’isola del «ciaki ciuka» Per preparare la ricetta vengono utilizzate melanzane, zucchine, peperoni e cipolle P antelleria non è solo l’isola dei capperi e del passito, ma possiede una ricca cucina che affonda le radici in una tradizione gastronomica che si tramanda di generazione in generazione. È il caso del ciaki ciuka, non inganni la parola perché si tratta di una pietanza che richiama la tradizione dei paesi del Nord Africa, da cui si suppone provenga, ma esistono anche delle varianti mediorientali. Un piatto sicuramente povero le cui mescolanze tra le varie popolazioni ha portato ad una commistione di sapori e aromi, con l’aggiunta di verdure che nella ricetta originale non esistevano: dai carciofi alle patate, dalle fave al cavolfiore. Ognuno con la propria ricetta, ognuno con la propria tradizione gastronomica. Per preparare questa antica ricetta, le donne pantesche utilizzano numerosi ortaggi: melanzane, zucchine, peperoni, patate, pomodori, carote e cipolle, a cui poi si uniscono i classici sapori mediterranei, quelli tipici di Pantelleria, quali i capperi, il basi- lico e l’origano fresco, l’olio appena spremuto e le spezie che qui arrivano dal Maghreb. Una cottura lenta che richiede meticolosità e pazienza, perché lo scorrere del tempo serve a far insaporire tra di loro i vari ingredienti. Lo sanno bene le donne di Pantelleria, la cui ricetta la custodiscono gelosamente. Come la cuci- na della signora Maria Concetta Ferrandes che a Pantelleria vive da sempre e che ama trasmettere attraverso i propri piatti la tradizione gastronomica pantesca. «La preparazione delle spezie, la cura nel taglio delle verdure, nulla è lasciato al caso - racconta -. È il nostro piatto, che facciamo scoprire a chi viene a visitare l’isola. Pantelleria è un’isola aperta e la cucina ne subisce il fascino delle varie contaminazioni. I capperi, per esempio, sono quelli che utilizziamo nella cucina pantesca e nella ciaki ciuka non possono mancare. La nostra è una cucina casalinga che piace tanto ai turisti. Molti ci chiedono di provare il Cous Cous o i ravioli salvia e menta ma si lasciano consigliare anche da noi». Un piatto che è molto di più di una semplice pietanza, è la dimostrazione che il cibo unisce dove l’uomo divide. R. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA Supplemento della testata Distribuito con il Corriere della Sera non vendibile separatamente Direttore responsabile: Enzo d’Errico Redattore capo centrale: Carmine Festa Redattore capo centrale: Paolo Grassi Editoriale del Mezzogiorno s.r.l. con socio unico, soggetta a direzione e coordinamento da parte della società RCS Mediagroup S.p.A. Presidente: Alessandro Bompieri Amministratore delegato: Domenico Errico Produzione, amministrazione e sede legale: Vico II S. 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C.so Sicilia 43 - Catania Tel. 095.73.06.336 - email: [email protected] Proprietà del Marchio: RCS MediaGroup S.p.A. Distribuito con il Direttore responsabile: Luciano Fontana 7 Corriere del Mezzogiorno Venerdì 23 Dicembre 2016 PA I luoghi In tre parchi Tra l’Etna e il mare c’è Randazzo, città del Medioevo Sorge sul versante nord del vulcano Etna, a 765 metri sul livello del mare, sull’ultimo ciglione lavico di una colata preistorica, erosa dalle acque del fiume Alcantara, la città di Randazzo è stata uno dei centri più importanti nella storia medievale siciliana, nonché un importante nodo strategico che collega la costa jonica e la costa tirrenica. Incastonata tra tre parchi, il Parco Regionale dell’Etna, quello dei Nebrodi ed il Parco Fluviale dell’Alcantara, Randazzo offre contenuti ambientali e architettonici di rara bellezza, come «le Mura e le Porte», una cinta muraria di epoca sveva di circa tra chilometri, originariamente caratterizzata da otto torri e dodici porte. Ad oggi però dello splendore medievale dell’antica cittadina rimangono visibili soltanto una torre e quattro porte, Porta Aragonese, Porta San Martino, Porta San Giuseppe e Porta Pugliese. (Ve. Co.) Il Castello di Maniace tra storia e turismo Il maniero si trova al confine con il comune di Bronte Edificato nel 1173 per volere della regina Margherita I nomi La dimora è anche chiamata Abbazia di Santa Maria di Maniace o Ducea di Nelson A lcuni la chiamano Abbazia di Santa Maria di Maniace, altri Ducea di Nelson, altri ancora Castello di Nelson o Ducea di Maniace. Tanti i nomi dati allo storico edificio che si trova al confine fra i comuni di Bronte e Maniace, in provincia di Catania. Il Cenobio di Maniace, dapprima abbazia benedettina, è nato nel 1173 per volere della regina Margherita di Navarra, moglie di Guglielmo I di Sicilia, che l’ha fatto costruire per ricordare la battaglia vinta da Giorgio Maniace contro i Saraceni. Guidata dall’abate francese Guglielmo di Boris, l’abbazia ha visto l’alternarsi di benedettini, francescani, basiliani, fino a quando, nel 1799, il Re Ferdinando I di Borbone dona il castello insieme al vasto feudo (quindici mila ettari di superficie) all’ammiraglio inglese Horatio Nelson per aver represso la cosiddetta rivoluzione napoletana salvandogli la vita e il regno. Di mano in mano, le chiavi della Ducea sono andate in possesso agli eredi di Nelson, i Nelson Hood, visconti di Bridport, che hanno gestito la proprietà fino al 1981, anno in cui è stata acquisita dal Comune di Bronte, attraverso un finanziamento della Regione Siciliana. Nel corso degli anni ’90, il castello Nelson è stato ristrutturato a fini museali ed utilizzato come centro conferenze, oppure come ricevimenti dei matrimoni e per numerosi convegni. Ad oggi dell’imponente edificio, costituito da tre strutture principali (la dimora nobiliare dei duchi NelsonBridport i resti dell’antica Abbazia benedettina dedicata a Maria Santissima e la chiesetta di Santa Maria di Maniace) rimangono solo un grande parco in stile inglese pieno di piante secolari, le navate del tempio dedicato alla Madonna dalla regina Margherita, un portico gotico-normanno, l’icona bizantina della Odighitria (secondo la leggenda dipinta da San Luca), due torrette medievali ed una parte della cinta muraria. E’ possibile ancora ammirare nel cortile in- Fascino Nella foto il Castello di Nelson, «tesoro» della Sicilia, uno dei simboli dell’isola terno la croce celtica dedicata all’ammiraglio Nelson, mentre, nel parco si trova un piccolo cimitero inglese costruito nel 1898. I moti siciliani del 1848, quelli del governo rivoluzionario di Ruggero Settimo del 1849, i fasci siciliani e i fatti di Bronte del 1860 hanno interessato solo marginalmente la Ducea che, invece, durante il fascismo, è stata espropriata agli inglesi e, proprio di fronte all’ingresso principale, fu costruito un gruppo di case assegnate ai braccianti, chiamato «borgo Caracciolo», a ricordo del rivoluzionario napoletano i cui propositi erano stati vanificati proprio da Nelson. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Castello (impropriamente nominato così dai brontesi e dai maniaciesi anche se la sua struttura ha poco A Messina riaperto il museo Una mostra sui luoghi e i miti del Mediterraneo, che espone pezzi del Mart di Rovereto, ha dato il via all’apertura del nuovo museo di Messina, uno dei più grandi del Mezzogiorno. Il museo ha riaperto con una nuova sistemazione espositiva dopo la conclusione dei lavori di restauro della sede storica nella filanda Mellinghoff Barbera. Il progetto, finanziato con fondi europei e realizzati con due cantieri aperti nel 2013, ha ricavato uno spazio destinato alle mostre temporanee e ha destinato un’ala dell’antica filanda all’esposizione di una grande patrimonio artistico. Sorto dopo il terremoto del 1908, il museo contiene quasi ottomila opere d’arte e numerosi pezzi di architettura urbana sopravvissuti al terremoto, finora depositati all’esterno della struttura. o nulla le sembianze di una fortezza) è stata sede del comando militare nazista fino a quando gli anglo-americani non la liberarono, tornando così di proprietà degli eredi Nelson-Bridport. Rispetto al suo assetto originario, oggi il maniero, spazi verdi compresi, si estende per quaranta mila metri quadrati di superficie, proprio perché l’imponente latifondo è stato largamente ridotto per i timori della più volte annunciata riforma agraria degli anni ’50. Infatti, è attraverso acquisti forzati, che i britannici imposero ai loro operai, l’acquisto di una parte della proprietà ducale che così si ridusse drasticamente. Questo vero pezzo d’Inghilterra in Sicilia, oggi musealizzato, ha resistito a molte vicende storiche e catastrofi compreso il terremoto che l’11 gennaio 1693 che ha interessato la Sicilia Orientale e che fece crollare parti già fatiscenti del Castello, rovinandone la grande torre di difesa adiacente l’abside della chiesa. All’ombra di piante secolari nostrane ed esotiche (cipressi, palme, salici, frassini, ippocastani) o distesi nel verde prato inglese contornato da glicini, rose e da una vecchissima ed enorme magnolia sembra ancora di sentire i suoni di coloro che l’hanno abitato negli ultimi secoli e reso una residenza leggendaria, dove in lontananza aleggia la presenza altrettanto maestosa del vulcano attivo più alto d’Europa. Venera Coco © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 PA Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno