Non solo consumismo C`è sempre meno tempo per i regali e meno

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Non solo consumismo C`è sempre meno tempo per i regali e meno
Venerdì, 23 Dicembre 2016
Natale
www.corrieredelmezzogiorno.it
TRA I CASTELLI, I NEBRODI E L’ALCANTARA
Non solo consumismo
C’è sempre meno tempo
per i regali e meno tempo
per cucinare, ma le feste
in famiglia sono una tradizione
a cui nessuno vuole rinunciare
di Roberto Chifari
U
n Natale diverso all’insegna della natura, del folclore, del relax e della gastronomia perché le regioni del sud come
pochi altri luoghi trasmettono quell’aria tipica delle festività natalizie. Questo speciale dedicato ai Castelli vuole essere un viaggio
nel sud alla ricerca di luoghi unici e impareggiabili, capaci di catturare quell’aria natalizia e
quelle tradizioni tipiche di un periodo che la vita frenetica di questi tempi non è riuscito ancora a scalfire. C’è sempre meno tempo da dedicare ai regali e meno tempo per cucinare, ma il
Natale in famiglia è una tradizione a cui nessuno vuole rinunciare. Per chi invece, vuole visitare l’isola fuori stagione, ora è l’occasione ideale
per scoprire l’altro lato della Sicilia. L’isola è anche al centro di una rivoluzione turistica, la Sicilia nel 2016 ha registrato un boom di presenze
che ora dovrà essere canalizzato per sfruttare al
meglio questo flusso turistico. Non solo arte,
archeologia e cultura, ma soprattutto l’iconografia di una tradizione simboleggiata dalla
presenza in tutta l’isola, nonché in Calabria, di
Presepi di diverse fogge e materiali come il legno, l’oro e l’argento. Interi paesi si trasformano
per settimane in presepi viventi, dove gli abitanti animano le vie dei centri storici tra il suo-
L’atmosfera della Sicilia
Sul web
Si può visionare
lo speciale Natale
tra i Castelli,
I Nebrodi e
l’Alcantara sul sito
www.corriere
delmezzogiorno.it
no delle zampogne e i canti delle Novene, spesso commissionate da committenti privati ed
eseguite all’interno delle loro abitazioni in
prossimità del presepe, tutti diventano per un
giorno attori inscenando antichi mestieri. Uno
spettacolo all’aperto che merita di essere visto,
così come merita di essere vissuto il cammino
dei santuari. Un percorso tra le roccaforti del
cristianesimo nel cuore dei Nebrodi e delle Madonie, o le passeggiate tra Natura e storia sulla
Sila. E poi c’è la pasticceria siciliana che a Natale
Le iniziative
Sull’Isola interi paesi
si trasformano
per settimane
in presepi viventi,
dove gli abitanti
animano i centri storici
raggiunge il suo apice, le tavole sono un trionfo
di dolci a base di pistacchio, mandorla, miele,
cannella e zucchero, e ancora cioccolata, vaniglia e ricotta. Come la Cuccìa di Santa Lucia, che
inaugura le festività natalizie, pietanza che è
stata preparata per il 13 dicembre, insieme alle
arancine. Senza dimenticare la nocciola dei Nebrodi, la cui coltivazione permette la realizzazione di pietanze che esaltano il gusto e che vi
racconteremo in queste pagine per la prima
grande festa dedicata alle nocciole.
Altri dolci siciliani completano la variegata
tradizione dolciaria come il buccellato di fichi, i
mustazzuola, il torrone o la cedrata, ottenuto
cucinando scorze tritate di cedri preparati con
sciroppo e zucchero. A Modica le donne per Natale preparano ancora l’antichissimo dolce natalizio della Contea di Modica, l’aranciata, per
l’appunto, che può essere preparato utilizzando
scorze d’arancia, cedri, limoni, mandarini e
mandaranci.
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Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno
PA
La sfida
La sorpresa
Il progetto creativo
di Farm Cultural
e Pablo Dilet
«Thank You», grazie, la parola che sta alla base
delle relazioni umane. Una parola che è già
un’opera d’arte di grandezza e semplicità.
Un’opera che, sotto forma di piccoli mattoncini di
plastica rossi, che è stata realizzata da alcuni
bambini per il taglio del nastro di un progetto
artistico/educativo che vede insieme la Farm
Cultural Park di Favara e l’artista Pablo Dilet.
Il Thank You di Pablo Dilet, realizzato con piccoli
mattoncini di plastica, nasce infatti dalla necessità
di recupero di alcune parole che stanno perdendo
parte del loro significato a causa della velocità
della comunicazione. Parole che invece, anche
sotto il profilo educativo, hanno necessità di essere
parte integrante del processo di crescita. «La
possibilità di trasmettere emozioni agli adulti e
messaggi educativi per la crescita futura dei
bambini è uno stimolo non solo artistico ma anche
umano». (r.c.)
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Turismo e cucina, è l’ora del boom
Per le festività di Natale sono attesi migliaia di vacanzieri. Aeroporto: flussi in aumento
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: «È il segno di un’importante crescita per l’isola»
Il trend
Non solo
attrazione
turistica. L’isola
fa da traino ad
un settore in
continua
crescita: si
giunge in Sicilia
soprattutto per
mangiare e
bere bene. Un
esempio
concreto arriva
da Pantelleria,
la perla nera
del
Mediterraneo,
è la culla dei
capperi e del
passito.
È un trend
che sta
crescendo
anno dopo
anno
ormai
L
a Sicilia piace sempre
più soprattutto d’inverno. L’isola non è solo
mare e un’eccellente tradizione gastronomica ma è
anche arte, storia, cultura e archeologia. Lo dimostrano i
numeri: l’aeroporto FalconeBorsellino di Palermo ha tagliato il traguardo di 5 milioni
di traffico passeggeri annuo,
con un incremento registrato
del 9% nel 2016. Questo eccezionale risultato è dovuto non
solo al riconoscimento Unesco
dell’itinerario Arabo-Normanno, ma anche ad una accresciuta vivibilità complessiva,
che si traduce in maggiore attrattività, per i palermitani ed i
turisti che, sempre più numerosi, affollano luoghi pubblici,
musei e teatri. «Un altro grande contributo all’internazionalizzazione di Palermo e della
sua area metropolitana - spiega il sindaco Leoluca Orlando che hanno nell’aeroporto un
essenziale punto di riferimento, e un ulteriore passo avanti
per garantire a turisti e visitatori un’adeguata accoglienza,
segno che la città piace sempre di più». Bene anche il Porto di Palermo che con l’arrivo
delle grandi navi da crociera
nel 2016 ha incrementato il vo-
La città
Nella foto
sopra
una veduta
di Palermo
A sinistra
il sindaco
del capoluogo
Leoluca
Orlando
lume totale di passeggeri.
I recenti «Stati Generali del
Turismo» che si sono tenuti a
Taormina hanno fotografato la
situazione attuale: l’obiettivo è
destagionalizzare, l’esigenza è
promuovere nuovi turismi che
allarghino l’offerta dell’isola.
«È assolutamente necessario
rafforzare la promozione turistica, la presenza sul web, la
veicolazione di eventi culturali
tramite info point e la coordinazione tra aeroporti e porti”,
afferma l’assessore regionale
Anthony Barbagallo.
Non solo turismo ma anche
agroalimentare. L’isola fa da
traino ad un settore in conti-
nua crescita: si giunge in Sicilia soprattutto per mangiare e
bere bene. Un esempio concreto arriva da Pantelleria, la
perla nera del Mediterraneo, è
la culla dei capperi e del passito.
Ogni anno dall’isola vengono prodotti mille ettolitri di
questo vino dolce che viene
esportato in tutto il mondo.
Oltre l’Italia che resta ancora il
maggior consumatore, il passito ha ormai superato i confini europei sbarcando da tempo negli Stati Uniti e in Canada. Chi lavora ogni giorno per
far conoscere il nome di Pantelleria nel mondo è la cantina
Donnafugata che qui sull’isola
produce il Ben Ryé.
«Per fare il nostro Ben Ryé
servono quattro chili di uva
per ogni bottiglia di passito racconta Antonio Rallo, presidente di Unionvini e winemaker della cantina Donnafugata -. Fare vino qui è un’impresa e non a caso si chiama
viticoltura eroica, qui gli alberelli crescono riparati dal vento grazie ai muretti a secco costruiti nei secoli. E il passito ha
fatto conoscere Pantelleria nel
mondo. Oggi siamo riusciti ad
estendere la stagione estiva da
giugno a settembre e tanto altro si deve fare per far sì che
sempre più turisti possano conoscere questo angolo di paradiso. Il parco per esempio, è
una risorsa che dobbiamo
sfruttare meglio e che può essere l’occasione di rilancio».
Pantelleria sta cercando di
destagionalizzare il periodo
estivo, i flussi turistici sono
aumentati di circa il 10% rispetto allo stesso periodo del
2015. A fornire il dato sono stati gli uffici del Comune in occasione di Passitaly, la kermesse dedicata ai vini passiti. In
crescita le presenze di stranieri provenienti soprattutto dalla Francia e dal Nord Europa.
«Siamo pronti – dichiara Salvatore Gino Gabriele, sindaco
di Pantelleria - a impegnarci
con tutte le nostre forze per
mettere a disposizione dei visitatori un’offerta che sia meno dipendente dalla stagionalità. Pantelleria infatti, è fruibile in tutte le stagioni e il nostro
preciso obiettivo è dare impulso a un nuovo tipo di turismo,
consapevole e responsabile,
fondato sull’unicità dell’isola e
della sua comunità che, con
caparbietà e testardaggine, è
riuscita a tramandare e preservare tecniche agricole millenarie dal valore inestimabile».
«Dai primi dati emerge - dice il vicesindaco di Pantelleria
Angela Siragusa - una crescita
compresa tra il 10-12% rispetto
al 2015 dovuta da diversi fattori
continenti che però premiano
un lavoro che dura da anni. Per
noi la valorizzazione del territorio è la formula più immediata per attrarre turisti».
Insomma la Sicilia piace
perché è in grado di offrire
quello che poche altre regioni
non sono in grado di fare. Peccato che tanto si debba fare in
materia di trasporti, logistica e
promozione del territorio.
R. C.
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Trekking, ecco l’itinerario per il capodanno di Alcara e Nebrodi
Il programma è un mix tra natura, arte e cibo. Previste escursioni anche al lago Biviere
I sapori
 Tra le tappe
ci sono le
atmosfere che
il borgo di
Alcara,
conosciuto ai
più per i Grifoni
ed il rito del
Muzzuni, sa
regalare ai suoi
visitatori ed in
ultimo un mix
fra i sapori del
territorio
C’
è chi ama trascorrere il proprio
Capodanno in famiglia, chi invece, al focolare domestico preferisce le vacanze lontano da tutto e
tutti. Qualunque cosa decidiate per le prossime festività natalizie potreste valutare la
possibilità di trascorrere il capodanno sui
Nebrodi. L’idea è dell’associazione «Vaicoltrekking Sicilia» che ha lanciato la nuova
edizione del capodanno fra il borgo di Alcara
Li Fusi e i Nebrodi. Un appuntamento che è
ormai diventato un must fra gli appassionati
di escursionismo e per il quale, per partecipare, occorre pensarci per tempo. E sì, perché sempre più visitatori e amanti della natura cercano qualcosa di diverso dal solito
cenone con ricchi premi e cotillon e l’idea di
trascorrere alcuni giorni lontano da casa fa
gola un po’ a tutti.
Il programma è un mix fra natura, cultura
e cibo. Vi muoverete fra escursioni suggesti-
ve, fra cui quelle alle Rocche del Crasto (tra i
trekking più belli di Sicilia), per proseguire
alle cascate del Catafurco, oltre al bosco di
Mangalaviti ed al lago Biviere.
Poi ci saranno le atmosfere che il borgo di
Alcara, conosciuto ai più per i Grifoni ed il ri-
La passione Piace molto ai turisti
to del Muzzuni, sa regalare ai suoi visitatori
ed in ultimo un mix fra i sapori del territorio
che sarà possibile gustare a tavola. Un’occasione per stare in montagna e per scoprire il
borgo che custodisce la grande colonia di
grifoni siciliana ed anche il rito pagano più
antico d’Italia: il Muzzuni.
Se per l’ultimo dell’anno preferite qualcosa di diverso, vi viene incontro il portale internet Siciliaweekend.info, molto più di
un’agenzia turistica e più simile ad una fucina di idee creative che realizza su carta e su
formato digitale tutto ciò che ha a che fare
con il mondo del turismo.
L’idea è del giornalista Dario La Rosa e
dell’architetto Adriano Alecci che hanno
messo su un progetto creativo che vede protagonista l’isola da mille contrasti e dalle altrettante risorse. E se siete ancora indecisi su
cosa fare durante le festività natalizie potreste prendere spunto proprio dalle idee sug-
gerite da Sicilia Weekend. Dai Nebrodi, ai Sicani, dalla valle del Simeto alle bellezze di
Ortigia, dal mare alla montagna l’isola sa regalare emozioni uniche a chi decide di scoprirla. Un esempio? Avete mai pensato di trascorrere il Natale in un vecchio mulino? In
Sicilia si può fare a Caronia, un appuntamento diventato di culto. L’accoglienza del
luogo trasforma questa giornata in una occasione per farsi gli auguri di natale in compagnia della natura.
Nel palermitano invece, tra Pizzo Cane,
Pizzo Trigna e grotta Mazzamuto: è possibile
trascorre i giorni prima del Natale una grande area in cui radure si mischiano a pareti
rocciose ed in cui il cammino non è mai
uguale. Insomma se state cercando qualcosa
di diverso dalle solite tavole imbandite, siete
nel posto giusto.
R. C.
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Corriere del Mezzogiorno Venerdì 23 Dicembre 2016
PA
Il fascino
Le mostre
Castelbuono
capitale
provinciale dell’arte
Castelbuono, cittadina sorta tra le mura del Castello
dei Ventimiglia, continua ad indossare i panni della
capitale provinciale dell’arte. Appena inaugurate
due importanti mostre al Museo Civico e presso
«Putia art gallery»: nell’ordine, la personale di
Manfredi Beninati, tra i principali protagonisti italiani
della scena artistica internazionale, e «Forme
dell’impronta» di Michele Di Donato. Al Museo
Civico la mostra di Beninati è curata da Laura
Barreca e Valentina Bruschi e raccoglie una
selezione di opere dell’artista. Per l’occasione,
inoltre, è presente un’installazione ambientale
«site-specific» che reinterpreta una stanza
trecentesca della fortezza che fu della nobile
dinastia dei Ventimiglia. I riferimenti alla storia
personale s’intrecciano con un’inclinazione al
racconto cinematografico. Le fotografie firmate Di
Donato, invece, porta in Putia l’atmosfera di città atemporali, metafisiche, sospese e silenziose, in cui la
presenza umana è solo intuitiva. (Ve. Co.)
Alcantara Valley magia di Natale
Fino al 9 gennaio le manifestazioni religiose organizzate dalla Pro Loco di Giardini Naxos
I presepi
 Tanti i
presepi viventi
in scena il 26
dicembre: a
Malvagna si
potrà assistere
al «Presepe
vivente
recitato»,
riproposto
anche nelle
giornate del 1 e
7 gennaio,
idem per quello
allestito nel
centro storico
medievale di
Roccella
Valdemone con
due repliche, il
30 dicembre e
il 6 gennaio
 Il 26, a
Castiglione, alla
Giudecca
Ebraica
presepe con
replica il 3
gennaio
F
itto il calendario di
eventi proposto dall’Alcantara Valley per il Natale 2016. Le associazioni di promozione turistica dei
comuni della Valle hanno aderito al progetto «Welcome to
Alcantara Valley», patrocinato
dal Parco fluviale dell’Alcantara e ideato dal presidente della
Pro Loco di Giardini Naxos,
Giuseppe Carmeni.
I comuni di tale comprensorio, come quelli di Castiglione
di Sicilia, Giardini Naxos, Moio Alcantara, Randazzo e Roccella Val Demone, supportate
dall’Unpli Sicilia, hanno creato
una serie di eventi itineranti e
natalizi che, partiti il 10 dicembre, si concluderanno il 9 gennaio. A dare il via agli appuntamenti è stato il comune di
Malvagna, in collaborazione
con la giovane Pro Loco diretta
da Jessica Mobilia, che sabato
10 e domenica 11 dicembre ha
proposto la «3° sagra del Suino e delle Frittole» ed il «1° raduno delle zampogne dei nebrodi». Domenica 18 dicembre, invece, in piazza municipio a Moio Alcantara si è
tenuto la «1° Sagra del Cavolfiore Rosso di Moio Alcantara», organizzata dalla Pro Loco
guidata da Antonella Foti con
il patrocinio del comune.
Per l’occasione è stato possi-
bile degustare i prodotti della
tradizione contadina della piana di Moio. A Giardini Naxos
due mostre fotografiche aperte fino al 9 gennaio presso
l’hotel Hilton.
La Pro Loco diretta da Giuseppe Carmeni allestirà infatti
il reportage fotografico di Vera
Terranova intitolato «100 giorni in Asia» e «Naxos Photo Ma-
rathon», dove verranno esposte le foto vincitrici di un concorso fotografico.
Tanti anche i presepi viventi
in scena il 26 dicembre: a Malvagna si potrà assistere al
«Presepe vivente recitato», riproposto anche nelle giornate
del 1 e 7 gennaio, idem per
quello allestito nel centro storico medievale di Roccella Val-
demone con due repliche, rispettivamente il 30 dicembre e
il 6 gennaio.
Infine, sempre il 26, a Castiglione di Sicilia, nella significativa location del quartiere
della Giudecca Ebraica si terrà
il presepe vivente con replica il
3 gennaio. Per gli amanti della
poesia a Randazzo, giovedì 29
dicembre la Pro Loco, presie-
I luoghi
Nella foto
sopra a destra
un’immagine
dall’alto
dell’area
A sinistra
uno dei presepi
allestiti
duta da Claudio Dilettoso, proporrà l’11° edizione di «Versi e
parole nelle parlate galloitaliche di Sicilia», una rassegna di
poesie dialettali e in lingua italiana. In conclusione, il 6 gennaio in piazza municipio a
Moio Alcantara ci sarà il «Gioco della pentolaccia» e, a seguire, «A scacciugghiata», ossia una degustazione di dolci
tipici natalizi e «scacciugghie»
(frutta secca tostata) abbinate
al vino locale.
Grazie all’Unpli con il progetto «Welcome to Alcantara
Valley», le Pro Loco della Valle
stanno rafforzando la proprie
attività di destagionalizzazione, incominciando a fare
squadra, a creare una rete capillare che antepone l’interesse del singolo per uno scopo
comune nel bene dell’intero
territorio. Eventi come questi
promuovono la cultura locale,
le tradizioni, e i prodotti tipici
durante una stagione, come
quella invernale, che tinge la
Valle Alcantara e la Sicilia
Orientale di cromie uniche. I
suoi paesi e i piccoli borghi incastonati tra le montagne si
trasformano così in presepi
naturali dove il vulcano Etna di
bianco vestito rende le scene
della natività ancor più suggestive. Tutte manifestazioni che
non affascinano soltanto gli
abitanti dei luoghi ma anche i
tanti turisti che decidono di
trascorrere nelle località della
Sicilia le proprie vacanze di
Natale
Venera Coco
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PA
Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno
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Corriere del Mezzogiorno Venerdì 23 Dicembre 2016
PA
Gli eventi
In provincia di Messina
A Ficarra specialità gastronomiche nelle festività natalizie
A Ficarra (Messina) durante il presepe vivente, il 3 gennaio, ci
sarà anche la possibilità di degustare «specialità»
gastronomiche del periodo, dalle frittole di maiale, alla trippa,
ricotta fresca, biscotti duri e frinza, ma soprattutto
degustazioni di tipico olio del paese, diciotto etichette per la
sua promozione. A Ficarra, era tipica tra gli artigiani locali, la
lavorazione della cera. Si facevano anche statuette sacre e
«bambinelli». Da qui il detto «ficcarsi ‘nfurna cannili». A San
Fratello, il paese dei Giudei, da visitare i mercatini di Natale.
Qui, è possibile trovare anche finiture per cavalli e selle di
cuoio. A San Marco D’Alunzio, tra le manifestazioni tipiche
quella del pellegrinaggio del Bambinello Gesu’, ospitato sino
al 6 gennaio, dalle famiglie del paese per una notte. (f.c.)
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Arte, storia e religione sui Nebrodi
Da Natale a Capodanno: ecco tutti i percorsi organizzati per le celebrazioni
Suggestiva la cittadina di Piraino, conosciuta come il «paese delle due torri»
L’attesa
Da non perdere
l’Abbiata di
Nuciddi a
Troina, il 2
gennaio, in
occasione della
Festa di San
Basilio. Una
vera e propria
pioggia di
nocciole, alla
fine delle
celebrazioni,
in onore
di San Silvestro
monaco
basiliano
compatrono
di Troina
I
l Natale sui Nebrodi, un
evento mitico-religioso dove le valenze devozionali e
rituali si fondono con quelle più pagane dei culti dionisiaci e della tavola. Un percorso
che dalla marina di Brolo si
inerpica lungo gli anfratti del
magico altopiano dell’Argimusco. Le festività natalizie,
qui, si immergono in antiche
atmosfere e ci si può lasciare
cullare dalle nenie suonate di
notte, lungo le viuzze dei tanti
paesi-presepe dove gruppi di
figuranti e musicisti, si animano davanti ai grandi falò, attorno ai quali fanno festa i residenti dei quartieri, delle vie,
pronti ad accogliere i visitatori\viandanti, offrendo le tipicità del periodo.
Il pane appena sfornato, i
dolci, i salumi, dai prodotti tipici della Val di Sant’Angelo, a
quelli dei boschi dell’entroterra «Cunsati» con il suino nero
dei Nebrodi, addolciti dal vino
e ben assistiti dallo scacciu
(noci, nocciole e mandorle,
ma anche sementi, fave abbrustolite, cannellina e pistacchi e
fichi secchi). Una delle tradizioni meglio conservate è
quella «Du Tizzuni», ovvero
accendere i fuochi all’alba o al
tramonto, quando c’è la nove-
na. Tappa d’obbligo per l’avvio
delle ritualità nebroidee è stata Santa Lucia, il 13 dicembre.
A Brolo, come in tutti i paesi, è
diffusa la tradizione di non
mangiare pane, sostituito dalla cuccia o spruvia, come la
chiamano a San Marco d’Alunzio. Il 16 è iniziata la «novena».
Già all’alba gli zampognari
l’hanno annunciata, si sono
sentiti e osservati nei costumi
tipici dei «Picuirara». Sono
passati per le strade, suonando le nenie e ricevendo in
cambio, con un codazzo di
bambini appresso, dolci, liquori e vino. Da non perdere i
presepi viventi. A Piraino si rivive la natività, con uno storico
presepe vivente che viene realizzato nell’incantevole centro
storico del paese. Piraino, è
anche appellato come «Il Paese delle due torri», perché due
sono le torri esistenti nel suo
territorio. Una al centro dell’abitato, enorme, cilindrica,
che si erge maestosa a dominare il panorama del paese.
L’altra torre si trova nella frazione Gliaca, sulla sporgenza
sul mare di una roccia, detta
«Torre delle Ciavole» (XVI
sec.) perché da secoli questi
uccelli vi si annidano. La parte
interessata del paese sarà
quella che dall’antico Palazzo
Ducale conduce al Santuario
I luoghi
Le località
sono molto
affascinanti
e ogni anno
richiamano
anche
migliaia
di turisti
del Santissimo. Ecce Homo.
Alla fine della suggestiva scalinata, infatti, si potrà visitare la
grotta della natività. Suggestivo quello di Montalbano Elicona, mentre a Brolo, lungo le
vie del borgo medievale, il 18
dicembre sono stati oltre 500 i
ragazzi che lo hanno animato.
Proprio nel contesto di valorizzazione del borgo medievale di Brolo, ma in generale di
tutti quelli del comprensorio,
l’architetto Salvo Gentile, che
ha curato la progettualità di
Marevigliosa 2016, ha evidenziato l’importanza delle tradizioni. « Oggi – ha dichiarato
Salvo Gentile - la rivalutazione
di questi contesti come contenitori d’arte e di tradizioni, sono la grande scommessa per il
futuro, non solo turistico dei
luoghi». Discorso a parte per i
presepi visionabili nelle diverse chiese dei Nebrodi (dal XV
fino alla metà del XVII secolo).
Da non perdere l’Abbiata di
Nuciddi a Troina, come vuole
la tradizione il 2 gennaio, in
occasione della Festa di San
Basilio. Una vera e propria
pioggia di nocciole, alla fine
delle celebrazioni, in onore di
San Silvestro monaco basiliano compatrono di Troina, che
cade da un balcone antistante
la Chiesa di San Silvestro, sulla
folla. Le suggestioni di questi
eventi, sono splendidamente
fermate, negli scatti di Nino
Bartuccio.
Francesca Capizzi
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Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno
PA
Non solo storia
L’evento
Sui monti Sicani
le escursioni
tra i santuari
Ci sono strade che si percorrono per coniugare
l’amore per l’ambiente con la fede e la
necessità di ritrovare se stessi. Il cammino dei
Santuari è uno di questi, si tratta di percorsi nei
santuari più antichi della Sicilia. Organizzato
dall’associazione «Amici del trekking sui
Sicani», l’escursione si sviluppa intorno ai
santuari di Santo Stefano Quisquina. E il
cammino è un mix fra ambiente, arte e fede in
un territorio ancora poco esplorato. I rilievi ed i
tratti di maggiore interesse che si attraversano
sono: Pizzo San Calogero (a m 970 s.l.m.) con la
chiesetta votiva, Serra Moneta con un
eccezionale punto panoramico sulla cima (a m
1.188 s.l.m.), il Bosco della Quisquina con
l’Eremo di Santa Rosalia, la «Quercia Grande», il
punto panoramico sulla vetta (m. 1.156 slm) ed
infine «la fattoria dell’Arte» dello scultore
Lorenzo Reina con il Teatro di Andromeda. (r.c.)
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Tortorici, la festa a sua maestà la nocciola
Agroalimentare, il paesino del Messinese ha organizzato il primo festival dedicato al frutto
I visitatori hanno degustato i piatti tipici e assistito ai cooking show con tre chef e panettieri
L
a nocciola simbolo dell’agroalimentare siciliano è stata la protagonista di due giorni dedicati al frutto che da secoli in Sicilia viene coltivato con
parsimonia e attenzione nel
cuore del parco dei Nebrodi.
Tortorici, il piccolo comune
dei Nebrodi in provincia di
Messina, è la regina delle nocciole. E il paese dei Nebrodi ha
celebrato la prima edizione
della «Festa della Nocciola»,
due giorni per conoscere da
vicino la protagonista di tante
specialità gastronomiche. Il
primo appuntamento organizzato dalla neonata Pro Loco
che si chiama proprio «Città
della nocciola», ha voluto essere un riconoscimento per il
paese che più di tutti ha investito su questa ricchezza. Tortorici con i suoi boschi, le strade che salgono su verso la
montagna e i noccioleti che si
perdono a vista d’occhio è la
punta di diamante della produzione dell’isola.
Dietro a questa idea di celebrare la nocciola c’è una donna tenace che investe ogni
giorno sul proprio territorio.
Lei si chiama Lidia Calà e qui a
Tortorici da anni gestisce la
pasticceria «Dolce Incontro»,
che nel 2014 ha vinto il riconoscimento Best in Sicily come
migliore pasticceria dell’isola.
I visitatori hanno potuto degustare i piatti tipici a base di
nocciola e assistere ai cooking
show i cui protagonisti sono
stati gli chef Elio Bevacqua,
Rosario Bontempo e Angela
Armeli, il panettiere Claudio
Favazzo e le creazioni di Lidia
Calà che ama le nocciole e il
suo lavoro. Perché con le nocciole non si fanno soltanto
creme spalmabili, ma in Sicilia
le nocciole sono la base per
molti dolci, e ancora, pasta
fresca, pasta reale di nocciole e
il formaggio abbinato alla nocciola. Un’arte antica tramandata di generazione in generazione, antica come le vecchie
nonne tortoriciane, che con
grande sacrificio e dedizione
raccoglievano, sin da piccole,
L’Opera dei Pupi
con l’Orlando Furioso
tra botteghe e arte
P
evento che possa negli anni essere un punto di riferimento
per tutta la zona. Qui ci sono
testimonianze di chiese del
Seicento - prosegue -, il museo
e il bellissimo museo della fotografia, ma alla cultura possiamo abbinare anche un variegata tradizione agroalimentare. Peccato che ciò che abbiamo lo custodiamo
gelosamente senza farlo conoscere agli altri. Quello che è
mancato troppo spesso è la capacità di fare rete perché tutti
insieme siamo una forza, grazie a chi ha creduto in questo
progetto».
Roberto Chifari
er tutto il periodo delle festività natalizie torna l’Opera dei pupi, proclamata nel 2001 dall’Unesco Patrimonio orale e immateriale dell’umanità, e torna con la rappresentazione teatrale
dell’Orlando Furioso. Ancora oggi le peripezie
narrate nel Furioso sono l’anima del Teatro dei pupi. I personaggi animati dalle file del «puparo», e
poi, i pupi, già attori di legno dall’Ottocento, salgono sul palco tra i teatranti come i burattini, le
ombre, le marionette e i fantocci. Su questa scia ritorna il «Natale dei Figli d’arte Cuticchio», che
quest’anno si celebra proprio con l’Orlando Furioso: fino al prossimo 8 gennaio, gli spettacoli condurranno per mano in una Palermo viva e artigianale, il vero cuore fattivo della città. Gli artigiani di
via Bara apriranno infatti le loro botteghe e presenteranno le creazioni, pensate tutte sulla falsariga dell’Orlando Furioso. In strada, una particolare
luminaria riproporrà la quartina che apre il poema
ariostesco, richiamando lo spettacolo
dei pupi ed evocando in tal modo l’antica tradizione popolare e illustre. «Il Furioso è percorso da volute labirintiche,
virate improvvise, andirivieni, paesaggi
idilliaci o brumosi, possiede un’inesausta e geniale fantasia - spiega Mimmo
Cuticchio - che si esprime attraverso
ideali come la lealtà, nella vita civile e
nel combattimento, l’astuzia, se al servizio di una causa non sempre nobile; poi
L'opera dei pupi
l’amicizia, la potenza di un amore, di un
esercito, della natura e ancora la disparità tra ricchi e poveri. Fondamenti ideali e morali
tradizionali e tuttavia universali, che riguardano
tematiche contemporanee sulle quali si confronta
e scontra giorno per giorno l’umanità. Primo fra
tutti, il tema della guerra, fonte di brutalità e ferocia per quei corpi mutilati di vincitori e vinti che
giacciono sul campo di battaglia, terreno di una
sfida eroica e tragica anche se “leale”». Conclude:
«Percorrendo queste innumerevoli spirali del poema, sono stati quindi scelti quattro episodi che focalizzano due temi fondamentali dell’opera di
Ariosto: l’amore e l’avventura. Ogni episodio è una
sintesi di elementi contrastanti, che riflettono l’indecifrabilità della vita. Ariosto ha rappresentato
questo enigma attraverso l’episodio esemplare
della pazzia di Orlando: Astolfo deve raggiungere
la luna, il mondo dell’utopia che contiene tutto ciò
che di umano e stato smarrito sulla terra, per ristabilire l’equilibrio perduto». (r.c.)
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Il personaggio Lidia Calà ha organizzato l’evento in Sicilia
le materie prime del territorio
trasformandole in piccole delizie per il palato. «La nocciola
di Tortorici è una risorsa che
oggi si sta perdendo - racconta
Lidia Calà - mi rendo conto
che è sempre più difficile riuscire a trovare le nocciole, ma
il nostro territorio dovrebbe
valorizzare maggiormente una
preziosa risorsa come la nocciola. La festa nasce dall’idea
di far conoscere i nostri prodotti, di far incontrare i produttori ma soprattutto dalla
voglia di far visitare Tortorici a
chi non la conosce. L’idea è
creare un turismo agroalimentare sui Nebrodi di cui Tortorici può essere la capitale, un
Così Pantelleria è anche l’isola del «ciaki ciuka»
Per preparare la ricetta vengono utilizzate melanzane, zucchine, peperoni e cipolle
P
antelleria non è solo l’isola dei capperi e
del passito, ma possiede una ricca cucina
che affonda le radici in una tradizione gastronomica che si tramanda di generazione in generazione. È il caso del ciaki ciuka,
non inganni la parola perché si tratta di una pietanza che richiama la tradizione dei paesi del
Nord Africa, da cui si suppone provenga, ma esistono anche delle varianti mediorientali. Un piatto sicuramente povero le cui mescolanze tra le
varie popolazioni ha portato ad una commistione di sapori e aromi, con l’aggiunta di verdure
che nella ricetta originale non esistevano: dai
carciofi alle patate, dalle fave al cavolfiore.
Ognuno con la propria ricetta, ognuno con la
propria tradizione gastronomica. Per preparare
questa antica ricetta, le donne pantesche utilizzano numerosi ortaggi: melanzane, zucchine,
peperoni, patate, pomodori, carote e cipolle, a
cui poi si uniscono i classici sapori mediterranei,
quelli tipici di Pantelleria, quali i capperi, il basi-
lico e l’origano fresco, l’olio appena spremuto e le
spezie che qui arrivano dal Maghreb. Una cottura
lenta che richiede meticolosità e pazienza, perché lo scorrere del tempo serve a far insaporire
tra di loro i vari ingredienti.
Lo sanno bene le donne di Pantelleria, la cui ricetta la custodiscono gelosamente. Come la cuci-
na della signora Maria Concetta Ferrandes che a
Pantelleria vive da sempre e che ama trasmettere
attraverso i propri piatti la tradizione gastronomica pantesca.
«La preparazione delle spezie, la cura nel taglio delle verdure, nulla è lasciato al caso - racconta -. È il nostro piatto, che facciamo scoprire a
chi viene a visitare l’isola. Pantelleria è un’isola
aperta e la cucina ne subisce il fascino delle varie
contaminazioni. I capperi, per esempio, sono
quelli che utilizziamo nella cucina pantesca e
nella ciaki ciuka non possono mancare. La nostra è una cucina casalinga che piace tanto ai turisti. Molti ci chiedono di provare il Cous Cous o i
ravioli salvia e menta ma si lasciano consigliare
anche da noi».
Un piatto che è molto di più di una semplice
pietanza, è la dimostrazione che il cibo unisce
dove l’uomo divide.
R. C.
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Corriere del Mezzogiorno Venerdì 23 Dicembre 2016
PA
I luoghi
In tre parchi
Tra l’Etna e il mare
c’è Randazzo,
città del Medioevo
Sorge sul versante nord del vulcano Etna, a
765 metri sul livello del mare, sull’ultimo
ciglione lavico di una colata preistorica, erosa
dalle acque del fiume Alcantara, la città di
Randazzo è stata uno dei centri più
importanti nella storia medievale siciliana,
nonché un importante nodo strategico che
collega la costa jonica e la costa tirrenica.
Incastonata tra tre parchi, il Parco Regionale
dell’Etna, quello dei Nebrodi ed il Parco
Fluviale dell’Alcantara, Randazzo offre
contenuti ambientali e architettonici di rara
bellezza, come «le Mura e le Porte», una cinta
muraria di epoca sveva di circa tra chilometri,
originariamente caratterizzata da otto torri e
dodici porte. Ad oggi però dello splendore
medievale dell’antica cittadina rimangono
visibili soltanto una torre e quattro porte,
Porta Aragonese, Porta San Martino, Porta
San Giuseppe e Porta Pugliese. (Ve. Co.)
Il Castello di Maniace
tra storia e turismo
Il maniero si trova al confine con il comune di Bronte
Edificato nel 1173 per volere della regina Margherita
I nomi
La dimora
è anche
chiamata
Abbazia
di Santa Maria
di Maniace
o Ducea
di Nelson
A
lcuni la chiamano Abbazia di Santa Maria
di Maniace, altri Ducea di Nelson, altri ancora Castello di Nelson o Ducea di Maniace. Tanti
i nomi dati allo storico edificio
che si trova al confine fra i comuni di Bronte e Maniace, in
provincia di Catania. Il Cenobio di Maniace, dapprima abbazia benedettina, è nato nel
1173 per volere della regina
Margherita di Navarra, moglie
di Guglielmo I di Sicilia, che
l’ha fatto costruire per ricordare la battaglia vinta da Giorgio
Maniace contro i Saraceni.
Guidata dall’abate francese
Guglielmo di Boris, l’abbazia
ha visto l’alternarsi di benedettini, francescani, basiliani, fino a quando, nel 1799, il Re
Ferdinando I di Borbone dona
il castello insieme al vasto feudo (quindici mila ettari di superficie) all’ammiraglio inglese Horatio Nelson per aver represso la cosiddetta rivoluzione napoletana salvandogli la
vita e il regno. Di mano in mano, le chiavi della Ducea sono
andate in possesso agli eredi
di Nelson, i Nelson Hood, visconti di Bridport, che hanno
gestito la proprietà fino al
1981, anno in cui è stata acquisita dal Comune di Bronte, attraverso un finanziamento
della Regione Siciliana.
Nel corso degli anni ’90, il
castello Nelson è stato ristrutturato a fini museali ed utilizzato come centro conferenze,
oppure come ricevimenti dei
matrimoni e per numerosi
convegni. Ad oggi dell’imponente edificio, costituito da tre
strutture principali (la dimora
nobiliare dei duchi NelsonBridport i resti dell’antica Abbazia benedettina dedicata a
Maria Santissima e la chiesetta
di Santa Maria di Maniace) rimangono solo un grande parco in stile inglese pieno di
piante secolari, le navate del
tempio dedicato alla Madonna
dalla regina Margherita, un
portico gotico-normanno,
l’icona bizantina della Odighitria (secondo la leggenda dipinta da San Luca), due torrette medievali ed una parte della
cinta muraria. E’ possibile ancora ammirare nel cortile in-
Fascino
Nella foto
il Castello
di Nelson,
«tesoro»
della Sicilia,
uno dei
simboli
dell’isola
terno la croce celtica dedicata
all’ammiraglio Nelson, mentre, nel parco si trova un piccolo cimitero inglese costruito
nel 1898.
I moti siciliani del 1848,
quelli del governo rivoluzionario di Ruggero Settimo del
1849, i fasci siciliani e i fatti di
Bronte del 1860 hanno interessato solo marginalmente la
Ducea che, invece, durante il
fascismo, è stata espropriata
agli inglesi e, proprio di fronte
all’ingresso principale, fu costruito un gruppo di case assegnate ai braccianti, chiamato
«borgo Caracciolo», a ricordo
del rivoluzionario napoletano
i cui propositi erano stati vanificati proprio da Nelson. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Castello (impropriamente nominato così dai
brontesi e dai maniaciesi anche se la sua struttura ha poco
A Messina riaperto il museo
Una mostra sui luoghi e i miti del
Mediterraneo, che espone pezzi del
Mart di Rovereto, ha dato il via all’apertura del nuovo museo di Messina, uno
dei più grandi del Mezzogiorno. Il museo ha riaperto con una nuova sistemazione espositiva dopo la conclusione
dei lavori di restauro della sede storica
nella filanda Mellinghoff Barbera. Il
progetto, finanziato con fondi europei
e realizzati con due cantieri aperti nel
2013, ha ricavato uno spazio destinato
alle mostre temporanee e ha destinato
un’ala dell’antica filanda all’esposizione di una grande patrimonio artistico.
Sorto dopo il terremoto del 1908, il museo contiene quasi ottomila opere d’arte e numerosi pezzi di architettura urbana sopravvissuti al terremoto, finora
depositati all’esterno della struttura.
o nulla le sembianze di una
fortezza) è stata sede del comando militare nazista fino a
quando gli anglo-americani
non la liberarono, tornando
così di proprietà degli eredi
Nelson-Bridport. Rispetto al
suo assetto originario, oggi il
maniero, spazi verdi compresi, si estende per quaranta mila metri quadrati di superficie,
proprio perché l’imponente
latifondo è stato largamente
ridotto per i timori della più
volte annunciata riforma agraria degli anni ’50.
Infatti, è attraverso acquisti
forzati, che i britannici imposero ai loro operai, l’acquisto
di una parte della proprietà
ducale che così si ridusse drasticamente. Questo vero pezzo
d’Inghilterra in Sicilia, oggi
musealizzato, ha resistito a
molte vicende storiche e catastrofi compreso il terremoto
che l’11 gennaio 1693 che ha interessato la Sicilia Orientale e
che fece crollare parti già fatiscenti del Castello, rovinandone la grande torre di difesa
adiacente l’abside della chiesa.
All’ombra di piante secolari
nostrane ed esotiche (cipressi,
palme, salici, frassini, ippocastani) o distesi nel verde prato
inglese contornato da glicini,
rose e da una vecchissima ed
enorme magnolia sembra ancora di sentire i suoni di coloro
che l’hanno abitato negli ultimi secoli e reso una residenza
leggendaria, dove in lontananza aleggia la presenza altrettanto maestosa del vulcano attivo più alto d’Europa.
Venera Coco
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Venerdì 23 Dicembre 2016 Corriere del Mezzogiorno