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DSIGN.IT/stampa dicembre 2015/tipografia metropolitana Bologna
sentava un loggiato di lunghezza doppia di quella attuale) e delle
antistanti case Boncompagni, che esemplificano l’architettura
domestica bolognese duecentesca interpretata alla luce della
cultura di fine Ottocento.
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Candidati a “patrimonio dell’umanità” Unesco rendono
la città felsinea unica al mondo. Giochi di luci e ombre,
profonde prospettive architettoniche, colonne e capitelli
sempre diversi regalano immagini di una realtà urbana
affascinante e insolita.
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In alcune zone della espansione trecentesca della città sono ancora ben conservati lunghi percorsi porticati realizzati sulla base di
piani di lottizzazione monastici. Li troviamo, tra l’altro, lungo le vie
di Mirasole, Tovaglie e Solferino, di San Leonardo, Centotrecento e
Santa Caterina. Lungo quest’ultima strada si può osservare un’architettura del portico ridotta ai minimi termini, priva di arcate, ma
sviluppata attraverso strutture architravate, funzionale alle attività produttive e artigianali che vi si svolgevano.
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Con l’apertura del tracciato di via dell’Indipendenza (1888), si afferma una nuova tipologia di portico a destinazione prevalentemente commerciale. I nuovi edifici progettati lungo l’asse stradale
che unisce Piazza Maggiore alla nuova stazione ferroviaria e poi
lungo le vie Rizzoli e Ugo Bassi, sono occasione per definire spazi
moderni che si contrappongono alle strutture dei portici più tradizionali ritenuti pericolosi o poco salubri. L’altezza e la larghezza dei
portici aumentano, e il loro disegno si riallaccia a modelli neorinascimentali o neogotici, con inserzioni di gusto floreale, come nel
caso del portico della palazzina Majani di Augusto Sezanne al n. 4.
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Lungo le vie Saragozza e di San Luca, si snoda il il portico di San Luca,
costruito tra XVII e XVIII secolo come percorso devozionale coperto per raggiungere il santuario mariano della Vergine di San Luca a
partire dalla tribuna iniziale (il cosiddetto “arco Bonaccorsi”) posto
al limite fisico della città murata. Il portico, lungo 3796 metri e intervallato di 15 stazioni di pellegrinaggio, fu edificato nella seconda
metà del XVII secolo (a partire dal 1674) su progetto di Gian Giacomo
Monti ed è composto di due parti distinte, un tratto di pianura (1520
m) e uno di collina (2276 m. completato solo ai primi del Settecento
sotto la direzione di Giovanni Antonio Conti) raccordati dall’arco del
Meloncello, realizzato da Carlo Francesco Dotti nel 1732.
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1. Piazza Maggiore e la sede
della antica Università
Piazza Maggiore presenta edifici porticati lungo tre lati del grandioso
invaso realizzato a partire dal XIII secolo. Sul lato occidentale si osservano le arcate gotiche su pilastri cruciformi del Palatium Bladi,
rimesse in luce in seguito ai restauri del 1885-87. Sul lato nord si
sviluppa il possente portico del bentivolesco palazzo del Podestà,
realizzato alla fine del XV secolo (dal 1485) su quello precedente del
Palatium Vetus. A est infine si staglia il portico dei Banchi realizzato su disegno di Jacopo Barozzi (il Vignola) a partire dal 1565. Qui il
loggiato mantiene ancora bene in vista le volte a crociera eseguite
nel primo Quattrocento. Tutta la sequenza di portici che, a partire
da Piazza Maggiore affianca la basilica di San Petronio per concludersi nella odierna piazza Galvani, compone il lungo percorso noto
anche come Pavaglione (variante dialettale del padiglione legato al
mercato dei bozzoli per la produzione di seta). Dopo il portico dei
Banchi troviamo il portico dell’Ospedale della Morte, antico centro
assistenziale e di accoglienza tardo medievale e oggi sede del Museo
Civico, a cui si affianca il portico dell’Archiginnasio, sede dell’università negli anni della Controriforma. Questo elegante portico, con le
sue 30 arcate sviluppate per 139 metri di lunghezza, fu realizzato da
Antonio Terribilia nel 1563 ed è il frutto del rifacimento parziale del
precedente loggiato quattrocentesco delle Scuole di San Petronio, di
cui anche qui si conservano le volte quattrocentesche.
come case Tacconi, dove spicca la facciata tardo quattrocentesca
in forma di arco trionfale, al n. 15, ispirata a modelli ferraresi, e
quindi il fronte delle case già Beccadelli, dalle particolari colonne
spiraliformi in laterizio. Sul versante orientale della piazza si può
ammirare, al n. 18, il portico rinascimentale di palazzo Isolani, realizzato nella seconda metà del XV secolo dal fiorentino Pagno di
Lapo Portigiani.
3. Il Conservatorio del Baraccano
Tra i portici rinascimentali bolognesi si distingue per le sue qualità formali il portico del Conservatorio delle Putte del Baraccano, dall’ampio
loggiato di età bentivolesca, impostato su maestose colonne in macigno con il fusto impreziosito da un elegante disco modanato.
Del medievale foro dei Mercanti nelle adiacenze della Porta Ravegnana sopravvive solo una parte degli edifici porticati, sebbene fortemente restaurati o addirittura in larga parte ricostruiti. Lo spazio irregolare è dominato dalla Loggia della Mercanzia
(1384), capolavoro dell’architettura tardogotica dal maestoso
portico con ampie volte a crociera rette da pilastri polistili. Sullo slargo si elevano anche i portici lignei delle case Seracchioli,
frutto di una reinvenzione stilistica del secolo scorso (1928), per
conferire al contesto ambientale un carattere neogotico.
4. Strada Maggiore
Lungo Strada Maggiore, che ricalca in gran parte il tracciato della
via Aemilia inframuraria, troviamo alcuni dei più singolari esempi
di portici monumentali dell’intera città.
Di notevole interesse è l’arioso porticato che si estende sul fianco
settentrionale della basilica di Santa Maria dei Servi, avviato nella
seconda metà del XIV secolo forse su disegno di Antonio di Vincenzo e realizzato con ampie volte a crociera su esili colonnine in
marmo dal caratteristico raccordo anulare a metà del fusto. Sempre sul versante sud della strada, si può ammirare poi, al n. 19 lo
slanciato portico ligneo (alto oltre 9 metri) della casa Isolani uno
degli esempi meglio conservati di portico tardo medievale, restaurato nel 1877. Altrettanto particolare è il portico davanti all’ingresso
della chiesa barocca di San Bartolomeo, adiacente alle due torri,
che sfrutta il loggiato del cinquecentesco e incompiuto palazzo
Guastavillani, i cui possenti pilastri presentano raffinate (e oggi
molto rovinate) decorazioni rinascimentali in arenaria.
Portici S. Stefano
2. Piazza Santo Stefano
Una suggestiva sequenza di portici tardo medievali e rinascimentali costeggia i due lati della via Santo Stefano in corrispondenza
del trivio di origine medievale dominato dal complesso religioso
omonimo. Lungo il lato a ovest, troviamo per primo il porticato del
palazzo Bolognini Amorini (nn. 9-11), seguito poi dalla casa Bianchi,
al n. 13, ben riconoscibile per l’alto portico su colonne di arenaria
dal fusto scanalato. Segue poi la lunga sequenza di edifici oggi noti
5. L’area del Carrobbio di Porta Ravegnana
S. Giacomo Maggiore. Foto di Adriana Verolla
6. San Giacomo Maggiore
e via Zamboni
Lungo la via Zamboni si susseguono architetture porticate che
anticamente erano residenze nobiliari o strutture religiose e
oggi ospitano strutture universitarie e altre istituzioni pubbliche.
Dopo la piccola piazza di San Donato si incontra il neoclassico
palazzo Malvasia che presenta eleganti soluzioni porticate sviluppate in diverse epoche. Seguono poi i portici tardo rinascimentali del palazzo Magnani, architettato da Domenico Tibaldi e
le arcate tuscaniche del portico di palazzo Malvezzi. Sul lato opposto della via, dopo il maestoso portico cinquecentesco di palazzo Malvezzi de Medici, si estendono le 35 campate del portico
rinascimentale della chiesa di San Giacomo Maggiore. Concepito
come un percorso cerimoniale che guidava verso la Domus Magna di Giovanni II Bentivoglio (distrutta nel 1507 e che si trovava in corrispondenza dell’attuale Teatro Comunale), il raffinato
portico di San Giacomo fu realizzato tra 1477 e 1479 da esperti
lapicidi tra cui Tommaso di Filippo da Varignana.
7. I portici lignei di Via Marsala
Santa Maria dei Servi
Lungo la via Marsala, tra le vie Oberdan e Piella, si possono ammirare i portici lignei della casa Grassi (che originariamente pre-