Scarica in formato PDF - Parrocchia San Bartolomeo Apostolo
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Estate 2016 Sommario 3 • Amoris Laetitia foto di copertina: gli antichi decori Periodico della parrocchia di San Bartolomeo apostolo Roveredo in Piano e Villotte Direttore: don Ruggero Mazzega Direttore responsabile: don Bruno Cescon Vice direttori: Francesca Muner Daniele Miotti Redazione: Andrea Radovan Bruno De Luca Gianni Lorenzon Collaboratori: Sergio Gentilini (per la Cultura) Eugenio Latin (per le Villotte) Impaginazione grafica: Silvia Badia Stampa: Sincromia • il periodico esce dal 1954 Il numero chiuso in aprile 2016 Redazione: Piazza Roma, 3 33080 Roveredo in Piano. [email protected] www.sanbartolomeo-roveredopn.it 2 4 • Unità Pastorale 5 • Flauti o Organo? 6 • C’eravamo anche noi 7 • Per una corretta e cristiana celebrazione delle esequie 8 • Family Day 2016 e riflessioni collaterali 11 • Vinci l’indifferenza... Convegno Pace 2016 12 • Una “casa” per tutti 13 • Scuola materna Sacro Cuore: presente! 14 • Traguardi 15 • Lauree 17 • Pro Roveredo, non solo festeggiamenti agostani 18 • La musica di Roveredo 19 • Concorso Presepi 20 • E siamo a 30!!! 21 • Carnevale con l’Artugna 22 • Situazione Rimborsi ai Prestatori Cooperative Operaie • Auser: una realtà nella società Roveredana 23 • La Casa sull’Albero 24 • La solidarietà vince 25 • La Grande Guerra 33 • Padre Bruno, don Mario e padre Pio • Angolo del dialetto Roveredano 34 • Ricordi indelebili di un profugo Giuliano 35 • Donazione 36 • Ecce Homo 37 • Fotocronaca 39 • Ciclistica Roveredo in Piano 40 • Asd AC Virtus Roveredo: non solo calcio 42 • La società ginnastica Roveredana “Vis et Virtus” 2015/2016 46 • Alessandro Gentilini, un “Pitus Sportif” d’oro 47 • Yoga: salute e vita 48 • Tennis Club 49 • Scrigno dei ricordi 50 • Anagrafe parrocchiale 55 • L’angolo della Posta numero 44 / Estate duemilasedici Editoriale don Ruggero Mazzega Amoris Laetitia Il 24 novembre del 2013, solennità di Cristo Re, Papa Francesco ci regalava “Evangelii Gaudium”, il 19 marzo 2016, solennità di S. Giuseppe, nel Giubileo straordinario della Misericordia, aggiungeva “Amoris Laetitia” . Sappiamo tutti che questo nostro Papa ha una capacità di “stupire” unica, di risalire sempre alla fonte e di “inchiodarci” in modo semplice e preciso. Non smette mai di meravigliarci col suo modo evangelico di affrontare le problematiche interne alla vita della Chiesa, pure alla storia in cui siamo inseriti. In questi due scritti qual è lo stile? Come guarda al nostro vivere, a questo mondo? Se pensiamo alla nostra vita spicciola: quanta mala parola, quanta acidità, quante colpe da riversare sugli altri, su chi gestisce la vita pubblica in particolare per come cercano di salvarsi con la disonesta ricchezza, come snobbano le vere necessità della vita della nostra gente rincorrendo sicurezza solo personale. Del resto San Paolo aveva già 2000 anni fa scritto -cito in latino-: “erit enim tempus cum sanam doctrinam non sustinebunt, sed ad sua desideria coacervabunt sibi magistros prurientes auribus et a veritate quidem avertent ad fabulas autem convertentur” [3Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, 4rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. (2Tim. 4,3-4)]. Questo nostro Papa preferisce parlare della gioia del Vangelo e della delizia dell’amore. Parte dalla GIOIA del Vangelo che riempie il cuore la vita intera di coloro che incontrano Gesù. È un appello perché tutti i battezzati portino agli altri l’amore di Gesù, la gioia dell’amore di Gesù senza cadere in una tristezza continua, disfattista e individualista. Invita a recuperare la freschezza originale del Vangelo. Il Cristiano sia sempre segno di speranza attraverso la rivoluzione della tenerezza. Le comunità ecclesiali si guardino da invidie e gelosie. Coloro che si lasciano salvare da lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’ isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. “Il rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed numero 44 / Estate duemilasedici opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista e scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piacere superficiale, dalla coscienza isolata” (E.G. n.1). “Amoris Laetitia”: anche questo titolo dice l’ ispirazione positiva e aperta, ed è assonante con l’Evangelii Gaudium. Questa espressione era stata usata da Benedetto XVI nell’ indire l’Anno della Fede: “la gioia dell’amore (Amoris Letitia), la risposta al dramma della sofferenza e del dolore, la forza del perdono, la vittoria della vita dinanzi alla morte, tutto trova compimento nel mistero della sua incarnazione, nel condividere con noi la debolezza umana per trasformare con la potenza della sua risurrezione”. La gioia dell’amore trova nel Risorto il suo compimento e la sua forza. L’uomo e la donna stanno interpretando se stessi in maniera diversa dal passato, con categorie diverse. Sembra che l’uomo e la donna a cui la Chiesa si rivolge, non riescano più a comprendere il linguaggio e l’antropologia tradizionali. Davanti alle famiglie sempre deve risuonare il primo annuncio, ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo necessario (A.L.58). “Non si deve gettare sopra due persone limitate il tremendo peso di dover riprodurre in maniera perfetta l’unione che esiste tra Cristo e la Chiesa, perché il matrimonio come segno implica un processo dinamico, che avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio (A.L. 122). Questa esortazione acquista un significato speciale nel contesto di questo anno giubilare della Misericordia. È una proposta per la Famiglia Cristiana a stimare i doni del matrimonio e della famiglia e a mantenere un amore forte e pieno di valori quali la generosità, l’ impegno, la fedeltà e la pazienza. Si propone ancora di incoraggiare tutti ad essere segno di misericordia e di vicinanza laddove la vita familiare non si realizza perfettamente o non si svolge con pace e gioia. Desideravo, con queste righe, invitare a leggere le due Esortazioni apostoliche di papa Francesco e ricercare sempre più un modo positivo, evangelico, di leggere la storia. 3 Vita della comunità Unità Pastorale Maria Teresa Sanavia go no ssu vo n t ab. S. M tonio ar S. An Nave Vi ia A . olo ap Ranzan o San P a R Fontanafredda re to en ed olt . R Villad p. S eo a s an U lom ino . Od ld a o r i co d erico arto in P i Sa S. B overedo cile 4 San Giorgio Ss L’Unità Pastorale (UP) è l’insieme di alcune parrocchie all’interno di una forania, costituito in modo stabile per assolvere i compiti legati all’evangelizzazione e per sostenere la vita cristiana delle nostre comunità. Non è una nuova entità che si aggiunge alla parrocchia, né una nuova organizzazione della Chiesa diocesana. La sua specificità consiste nella forma stabile di collaborazione tra parrocchie, nuovo stile di azione pastorale in cui si vivono e si sperimentano realmente la comunione e la corresponsabilità tra preti e laici. Due le condizioni essenziali perché l’UP possa funzionare: • il Consiglio Pastorale di Unità Pastorale composto da un moderatore, un vicepresidente, un segretario laico, dai presbiteri di ogni parrocchia componente l’UP stessa, i diaconi permanenti se presenti, un/a rappresentante per comunità della vita consacrata, i vicepresidenti dei consigli pastorali parrocchiali. • una progettazione pastorale comune in sintonia con il progetto pastorale annuale della diocesi, in cui siano specificate le attività pastorali comuni all’UP (es. pastorale giovanile, familiare, accompagnamento catechisti, Caritas ecc.) e quelle realizzate nelle singole parrocchie. Per la formazione delle UP è necessario adottare alcuni criteri comuni: • vicinanza geografica e culturale delle parrocchie; • appartenenza allo stesso Comune e Forania; • numero di parrocchie e di abi- a Unità Pastorale tanti tali da favorire una pastorale integrata e un lavoro comune. Camminare in UP non significa sminuire la centralità della parrocchia. È importante armonizzare le attività e le proposte pastorali delle singole parrocchie con quelle dell’UP e della forania per evitare ripetizioni o sovrapposizioni. La parrocchia rimane luogo ordinario della celebrazione dell’Eucarestia domenicale e dei Sacramenti. La nostra UP è Unità Pastorale di Fontanafredda-Roveredo e comprende le parrocchie del comune di Fontanafredda (S. Giorgio, Villadolt, Vigonovo, Ranzano, Nave), Roveredo in Piano, S. Quirino (con Sedrano, S. Foca) e la parrocchia di S. Odorico di Sacile. Vi operano alcune commissioni suddivise in ambiti: Liturgia seguita da don Giacomo; Pastorale della Famiglia (comprende i fidanzati) seguita da don Luigi; Pastorale Giovanile seguita da don Ruggero; i Catechisti seguiti da don Giorgio; la Caritas seguita da don Aniceto. Il moderatore è nominato dal Vescovo tra i presbiteri dell’UP, sentiti i parroci. Guida la progettazione delle attività pastorali comuni, verificandone l’attuazione, promuove la comunione fra tutte le componenti dell’UP e ne presiede il Consiglio. C’è attualmente non poca diffi- coltà a pensarsi e operare in stile UP. Molte ancora le perplessità e la diffidenza ad allontanarsi dall’ombra del proprio campanile temendo di perdere la propria identità ed autonomia. Ma il nostro Vescovo ritiene urgente e fondamentale la riforma delle realtà parrocchiali chiamate ad organizzarsi in UP. Solo integrando le comunità parrocchiali (la vita pastorale delle comunità parrocchiali) e superando chiusure, riusciremo a custodire il patrimonio ecclesiale accumulato e riproporlo in termini missionari. Ogni realtà locale dovrà cercare e trovare la propria strada, ma non è possibile restare fermi. Non più. Inoltre il presbiterio si va riducendo rapidamente per forze e numeri. Lo scenario che abbiamo sotto gli occhi ci provoca ad essere concreti, a facilitare la conversione pastorale, ad essere docili all’azione dello Spirito. I collaboratori laici non possono e non devono sostituire i preti, sono però chiamati ad una nuova assunzione di responsabilità da sviluppare gradualmente. Passare dal modello “parrocchia” a quello “unità pastorale” significa promuovere maggiormente la corresponsabilità: il parroco diventa sempre più colui che promuove la collaborazione stimolando la partecipazione, l’assunzione di responsabilità da parte dei laici in quegli ambiti che non sono strettamente specifici del prete. L’UP non è un “meno” (meno preti, meno messe, meno servizi…) ma è un “di più” (più qualità, più incontro, più scambio di esperienze, più iniziative pastorali…). numero 44 / Estate duemilasedici Cori Vita della comunità Gino Del Col Flauti o Organo? Laudate eum in chordis et organo (Sl 150, 4). In molte delle nostre chiese questa frase campeggia a grandi caratteri nei pressi della cantoria. Tuttavia l’osservatore attento avrà notato che nelle attuali traduzioni in italiano della Bibbia la parola “organo” non compare mai, neanche nel Salmo 150, appunto. Il problema di per sé è molto semplice: l’invenzione dell’organo è attribuita tradizionalmente a Ctesibio, studioso vissuto nel terzo secolo a. C., il quale avrebbe inventato un meccanismo che garantiva la pressione costante dell’aria, sfruttando le proprietà dell’acqua; da qui il nome dello strumento da lui inventato: “hydraulis” o in greco “hydraulos”. È evidente che l’Antico Testamento non può citare uno strumento di molto posteriore. La parola “organo” compare la prima volta addirittura nella Genesi: quando si parla della discendenza di Caino, alla sesta generazione troviamo Iubal, che viene definito (Gn 4, 21) pater canentium cithara et organo (letteralmente: padre di coloro che suonano con la cetra e con l’organo). Resta da chiedersi allora come mai san Girolamo (347-420 d. C.) nella sua traduzione in latino abbia usato il termine “organo”. Evidentemente anche lui ha incontrato le difficoltà che oggi incontrano gli studiosi di strumenti antichi quando si interessano del popolo ebraico. Dice il Sachs (1) che delle grandi civiltà antiche, per quanto riguarda l’Egitto sono arrivati fino a noi nomi di strumenti, immagini e anche strumenti veri e propri conservatisi nelle tombe; per la civiltà Mesopotamica ci numero 44 / Estate duemilasedici sono pervenuti nomi e immagini; per quanto riguarda gli Ebrei possediamo solo nomi, in quanto la legge mosaica proibiva la rappresentazione di oggetti (Es 20, 4). Ancora oggi gli studiosi si trovano all’hydraulis, che aveva finito col chiamarsi “organum” a causa della complessità dei meccanismi da cui è costituito. Infatti il termine “organum” aveva un significato vicino a quello che oggi per noi è in grande difficoltà quando devono far corrispondere a quei nomi i relativi strumenti. L’unico strumento antico di cui si hanno certezze, perché giunto fino ai nostri giorni in quanto strumento rituale, è lo shofar: si tratta di un corno d’ariete capace di produrre due o tre note. Nelle traduzioni in italiano al posto di “organo” troviamo genericamente “flauti”, “fiati”, “strumenti a canna”. Se questo è il significato vago e generico della parola ebraica “uggàv” (Sl 150, 4), è probabile che san Girolamo, nell’indeterminatezza del significato della parola stessa e in mancanza di riscontri oggettivi, abbia pensato allo strumento a canne per eccellenza, “organismo” o “organizzato”. E che l’hydraulis fosse ritenuto un complesso di meccanismi ben “organizzati” lo dimostra anche il fatto che perfino Vitruvio (circa 8015 a.C.) se ne interessò nel De architectura al libro decimo, intitolato appunto Machinae. ༒ C. SACHS, Storia degli strumenti musicali, Milano, Mondadori, 1985, passim. (1) 5 Vita della comunità Canto Gino Del Col per i cori parrocchiali C’eravamo anche noi Gli ultimi due mesi del 2015 sono stati particolarmente intensi sia per il coro senior che per il coro junior della nostra Parrocchia (le parole senior e junior sono riferite alla data di nascita dei due cori). Oltre ai consueti impegni liturgici, abbiamo partecipato a tre manifestazioni di grande impatto per noi. Abbiamo cominciato giovedì 19 novembre: nella splendida cornice del Duomo-Concattedrale di S. Marco a Pordenone insieme alle corali parrocchiali della nostra Diocesi abbiamo ricordato Santa Cecilia con una celebrazione liturgica presieduta dal nostro Vescovo S.E. Mons. Giuseppe Pellegrini. Dopo la prova generale del lunedì 6 precedente, insieme ai cori convenuti da ogni parte della Diocesi abbiamo animato il canto con i brani scelti per l’occasione con il coordinamento dell’Ufficio Diocesano per la Liturgia. In un’atmosfera di entusiasmo la celebrazione in alcuni momenti è risultata anche toccante, sia per l’intensità dei canti, sia per la sontuosa ricchezza e bellezza delle vibrazioni sonore che hanno pervaso il Duomo. Noi avevamo un motivo in più di gioia e di orgoglio: la parte di solista prevista dall’Atto penitenziale era stata affidata alla nostra impareggiabile Federica. Il coro parrocchiale di Porcia S. Giorgio ci ha poi invitati a partecipare alla rassegna natalizia delle corali liturgiche organizzata dalla loro Parrocchia. Il coro senior e il coro junior si sono uniti e hanno approntato un programma che comprendeva alcuni brani tradizionali, ma anche Gesù Bambino di Pietro Yon che presenta qualche difficoltà certamente inconsueta per i canti liturgici. Inoltre era la prima volta che lo eseguivamo in pubblico e soprattutto era la prima volta che ci confrontavamo con altri cori simili al nostro; infatti alla rassegna partecipavano anche il coro di Fiume Veneto e il Coro di Palse, oltre al coro ospitante. Ancora una volta la direzione di Federica è stata decisiva e tutto è andato per il meglio. Infine, a conclusione del 2015, con la partecipazione anche del coro Gialuth, abbiamo presenziato al concerto natalizio della Filarmonica di Roveredo il 26 dicembre nella nostra chiesa. I nostri due cori ancora una volta insieme hanno eseguito quattro canti natalizi e poi in un clima di festa e amicizia si sono uniti al Gialuth e alla Filarmonica per il brano conclusivo. Questo concerto ci ha permesso di provare un’esperienza diversa rispetto alle nostre abitudini e ci ha sicuramente arricchito sia per aver ascoltato le altre esibizioni sia per aver cantato con gli altri. Per chi, come noi, concepisce il canto corale come servizio alla comunità è stato sicuramente un modo nuovo per dare un contributo alla nostra Roveredo in Piano. Alla fine del concerto eravamo molto felici della nostra prestazione ma lo eravamo ancor più per la reazione che aveva avuto il pubblico presente. Alcuni di noi hanno già la vocazione al canto ma, per molti di noi, fino alla nascita del coro giovani (o junior come è già scritto in premessa all’articolo) non c’erano state altre esperienze di canto. Quindi vedere il nostro impegno e la nostra costanza premiate da tanti applausi è stato molto gratificante e sicuramente è stato un altro incentivo nel continuare questa straordinaria esperienza. numero 44 / Estate duemilasedici Sacramenti Vita della comunità Gianni Lorenzon Per una corretta e cristiana celebrazione delle esequie Il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha approvato la divulgazione delle indicazioni, predisposte dalla Forania di Spilimbergo, per la corretta e cristiana celebrazione delle esequie. La Redazione della “Voce” ha ritenuto opportuno di portarle all’attenzione dei parrocchiani, tramite questo numero del giornale, con lo scopo di agevolare il parroco nel rapporto con i parenti dal momento dell’informazione dell’avvenuto decesso e quindi di evitare in seguito interventi inopportuni da parte di parenti o amici del defunto durante la celebrazione. È previsto che queste indicazioni saranno discusse nel prossimo incontro della commissione liturgia dell’Unità Pastorale di Fontanafredda, nell’intento di estenderle a tutte le parrocchie della stessa, così che i parrocchiani delle parrocchie limitrofe riscontrerebbero le medesime disposizioni. INDICAZIONI DELLA FORANIA DI SPILIMBERGO 1. L’ANNUNCIO DELLA MORTE DI UNA PERSONA • Quando si decide la celebrazione di un funerale cristiano, si sceglie un rito essenzialmente religioso. Perciò i famigliari contattino per prima cosa e personalmente il parroco, per dare notizia dell’avvenuto decesso, per chiedere il suono delle campane (che invitano alla preghiera), per stabilire tempi e modi per le esequie, per il seppellimento e la recita del S. Rosario. • Successivamente concorderannumero 44 / Estate duemilasedici no con l’Impresa di onoranze funebri orari e adempimenti vari. 2. LO SVOLGIMENTO DELLE ESEQUIE • I familiari sappiano che esiste una duplice possibilità di svolgere il rito delle esequie: o nella Celebrazione della S. Messa o nella Liturgia della Parola. 3. CANTI E MUSICHE NELLA LITURGIA ESEQUIALE • I canti (ed eventualmente musiche) durante il rito delle esequie siano sempre e solo liturgici in modo che possa partecipare tutta l’Assemblea. Il Coro accompagni e non sostituisca l’Assemblea. 4. FORME DI RICORDO DEL DEFUNTO • All’interno della Liturgia funebre il ricordo del defunto può trovare spazio esclusivamente nell’Omelia e nella Preghiera dei fedeli. • Sono ammessi interventi solo previo accordo con il parroco. Il testo di questi interventi dovrà essere valutato insieme al parroco (il rituale prevede solo “brevi parole di cristiano ricordo” e non banalità). Si eviti la moda degli applausi, ma si mantenga piuttosto un rispettoso silenzio che favorisce la preghiera, il cordoglio e la riflessione. • La celebrazione termina con la sepoltura in cimitero o sul sagrato della chiesa nel caso della cremazione del defunto. motivi o Associazioni siano distinte da quelle raccolte in chiesa e la loro gestione sia interamente a cura della famiglia, che accordandosi con l’impresa di onoranze funebri, si occuperà sia di raccoglierle fuori dalla chiesa sia di devolverle all’Ente indicato. Nell’occasione è consuetudine da parte della famiglia fare un’offerta alla parrocchia per la vita della parrocchia e per le attività della stessa. 6. LA CREMAZIONE E LA DISPERSIONE DELLE CENERI • La Chiesa raccomanda che “si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti”. • La cremazione è tuttavia ammessa purché non sia fatta in contrasto con la dottrina della risurrezione dei corpi. La fede cristiana ci ricorda che il corpo è il tempio del Signore e come tale va rispettato sia da vivo che da morto. • Il rito delle esequie deve comunque essere celebrato alla presenza del feretro, che solo successivamente verrà cremato e le ceneri poste nel camposanto. 7. PER ONORARE LA MEMORIA DEL DEFUNTO • Il modo che la tradizione cristiana ci ha trasmesso per onorare la memoria del defunto è quello di pregare e far celebrare Messe in suo suffragio 5. OFFERTE PER PARTICOLARI MOTIVI O PER ASSOCIAZIONI • Le offerte destinate a particolari 7 Vita della comunità Pastorale Familiare Daniele Miotti Family Day 2016 e riflessioni collaterali Inizialmente avevo pensato di condividere con voi lettori della Voce di Roveredo alcune righe sul Family Day, ma poi mi sono reso conto che vale la pena analizzare la tematica assieme ad altri fattori che contribuiscono a rendere la vita di oggi precaria e che, in questa precarietà, fanno emergere delle fragilità sociali di cui dovremmo prenderci cura in quanto cristiani, ma anche in quanto società civile. Entro subito nel vivo della questione affermando che, a mio avviso, i giornalisti liberi sono ormai “una specie in via di estinzione”, in quanto la “nicchia ecologica” che occupano è ormai troppo “inquinata”. Siccome, per coerenza, la loro etica professionale non è in grado di adattarsi alle nuove condizioni, non hanno la possibilità di sopravvivere nel loro ambiente professionale. Questa frase si può adattare a vari ambienti di lavoro ed attività in gene- 8 rale, ma è tanto più vera quanto più nell’ambiente in questione la presenza di spiriti onesti e liberi da condizionamenti può portare un beneficio a quello che voglio chiamare Bene Comune. Tornando all’ambiente giornalistico, questo fenomeno ci sta abituando al fatto che ormai, nella maggior parte dei casi, le notizie assumono rilievo solo quando presentano delle novità tragiche/catastrofiche o quando sono veicolo di interessi “particolari”. Così avviene per esempio che i migranti facciano notizia soprattutto quando avvengono delle stragi in mare, oppure ogni qualvolta possono essere usati come strumento di propaganda per qualche decisione da prendere. Lo si può facilmente capire per il fatto che, al di la’ di nazionalità, condizione sociale, politica e religiosa, dovremmo considerare che dietro ogni persona c’è una vita, che è sacra, ma che quasi mai è il soggetto centrale della notizia. Avviene per gli stessi motivi, invece, che fatti di notevole rilevanza, ma da non divulgare perché si pensa ledano interessi particolari, vengano opportunamente tralasciati o si riservi loro uno spazio risibile nei media. Ciò porta al paradosso che questioni riguardanti la maggioranza dei cittadini o, peggio ancora, che sono portatrici dell’interesse della maggioranza di questi, vengano ignorate o trattate con sufficienza, allo scopo di dimostrare che non riguardano poi tante persone e dunque “non fanno notizia”. Personalmente mi sento parte della maggioranza, trascurata non solo da una politica che è sempre meno degna di tale nome, ma ormai sempre più spesso anche dai mezzi di informazione, i quali sembrano essere sempre più legati ai partiti o a chi è al potere in un determinato momento. Il fatto più eclatante, che mi sta numero 44 / Estate duemilasedici Pastorale Familiare particolarmente a cuore, a cui ho partecipato attivamente di recente e che esemplifica quanto appena scritto, è la difesa della Famiglia naturale. Questo interessa non solo me, ma la maggior parte degli italiani, che si sono riversati numerosi nelle piazze con i gruppi delle “sentinelle in piedi” lo scorso 23 e 24 gennaio e in numeri da “colossal” il 30 gennaio scorso a Roma, nella giornata per la Famiglia (Family Day 2016). Vale la pena accennare al fatto che la manifestazione non è stata finanziata da sindacati o da partiti (visti i numeri in gioco, si sarebbero svuotate le loro casse), ma dalla gente stessa che ha partecipato autofinanziando le spese di viaggio così come i propri fabbisogni. Per fare un esempio concreto, il contributo spese per il viaggio da Pordenone era nell’ordine di 50 euro per gli adulti. Dunque ci voleva una motivazione veramente forte per spostarsi. Infatti, da tutte le parti d’Italia, adulti, ragazzi, anziani, famiglie con bambini, si sono privati dell’equivalente – diciamo - della spesa alimentare di una settimana per poter testimoniare che, numero 44 / Estate duemilasedici loro, alla Famiglia ci tengono. Mi sorgono spontanee le seguenti domande: che numeri ci sarebbero stati se, al posto di questa manifestazione, le persone avessero dovuto autofinanziarsi, per esempio, per sostenere un partito politico? O delle proposte riguardo al lavoro? O ancora, per sostenere la legge per promuovere la quale il nostro governo non ha dato ascolto proprio al popolo della Famiglia? Ebbene, tutte quelle persone non erano in piazza per chiedere un aumento della busta paga, o una diminuzione delle tasse, cose che sarebbero basilari in questa fase economica, e neppure per chiedere ad alcuni di separarsi dalle “poltrone” alle quali sono molto affezionati. Non erano neanche in piazza, come si potrebbe pensare (sempre a causa della scarsa informazione riservata al fatto), per manifestare contro qualcuno. Erano lì per chiedere che non venissero trascurati i valori più importanti, che sono tanto preziosi per il popolo italiano, da superare di gran lunga qualsiasi richiesta economica o Vita della comunità politica. Erano lì per chiedere di tutelare la Famiglia e quanto di più prezioso da essa si genera in modo naturale da millenni, cioè i bambini, i quali, in termini molto riduttivi, ma sufficientemente “neutri”, costituiscono la continuità della società, ovvero - in termini biologici - la garanzia della continuazione della specie umana. Evidentemente, da qualunque punto di vista lo si guardi, tutto ciò non è interessante. Riguardo i numeri, che non sono solo elementi della matematica, e dunque potrebbero sembrare poco importanti, si usa dire: “si lasciano scrivere”. Tuttavia in un sistema che si definisce democratico e che si voglia mantenere tale, devono avere la loro importanza. Al Family Day, devo ammettere che non ho potuto valutare la numerosità della folla perché ho potuto vedere solo le persone che si trovavano all’interno del Circo Massimo. Infatti non tutte quelle venute a Roma per l’occasione hanno potuto affluirvi, in quanto il luogo non aveva una capienza sufficiente a contenerle tutte. Quindi se al 9 Vita della comunità 10 Pastorale Familiare culmine della manifestazione, citando fonti ufficiali, Massimo Gandolfini ha annunciato che eravamo due milioni, non credo che abbia detto una cosa diversa dalla realtà. Una piccola impressione la potete avere dalle foto. Quantomeno per le condizioni di “autoreclutamento” e di disagio che si presentavano ai partecipanti, questo è un numero irraggiungibile oggi in Italia da qualunque altra espressione Dunque ci si può permettere di non ascoltare grosse fette di popolazione. Non potendo citare tutte le persone intervenute, ecco un elenco dei principali organizzatori di questa manifestazione: Il direttore del quotidiano La Croce ed ex deputato PD Mario Adinolfi, la giornalista, blogger e scrittrice Costanza Miriano, l’avvocato Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita e il presidente popolare. Tra gli eventi a cui ho partecipato, solo nel 2000, alla Giornata Mondiale della Gioventù eravamo così tanti. Vale la pena poi riflettere sul fatto che per ogni persona che ha potuto partecipare, ce n’erano diverse che, seppur della stessa idea, sono dovute rimanere a casa. Se il governo avesse voluto essere espressione della volontà popolare, avrebbe avuto l’occasione per farlo. Io penso che chi voglia mantenere il potere in una democrazia debba considerare i numeri, se non altro per opportunità politica, almeno fino a quando crede che il suo potere dipenda da essi. Ma se a tali numeri non viene più dato ascolto, vuol dire che c’è la consapevolezza che il potere non solo si possa ottenere a prescindere dalla democrazia (cioè dalla maggioranza), ma anche che, essendo al potere, questo si possa mantenere indipendentemente dai numeri. del Comitato Difendiamo i nostri figli: il neurochirurgo Massimo Gandolfini, nonchè promotore della manifestazione. Dal palco sono stati esposti casi esteri celebri di uteri in affitto, con tre testimonianze, una americana, una croata e una ungherese. La stragrande maggioranza delle persone arrivate a Roma per essere presenti alla manifestazione era cattolica, ma la preoccupazione per il disagio delle famiglie è trasversale. Hanno parteciapato anche l’Alleanza evan- gelica, i protestanti, il rabbino capo di Roma, l’imam di Centocelle. Spero di non aver deluso coloro che si aspettavano dal titolo un articolo descrittivo su come è andata la giornata; sono disponibile a raccontare di persona gli accadimenti della giornata, ma per chi volesse si trova parecchio materiale in rete. Consiglio vivamente a tutti di ascoltare su YouTube il discorso finale di Massimo Gandolfini, che secondo me riassume molto bene tutta la giornata ed offre ottimi spunti di riflessione. Un discorso che dura mezz’ora, fatto da una persona con un curriculum eccezionale, e dotata di forza, lucidità, convinzione, passione e chiarezza tali che sono rarissime nei personaggi pubblici italiani di oggi. Concludo sottolineando che iI clima che ho respirato al Family Day è stato positivo; però è veramente incredibile che per affermare una cosa tanto ovvia oggi si debba scendere in piazza e che, nonostante numeri enormi, chi avrebbe il dovere di ascoltare e decidere non voglia sentire ragioni. Non ho assolutamente percepito un movimento di persone contro qualcuno, ma il desiderio del raggiungimento del Bene per tutti, e la certezza che se solo lo si voglia, questo diventa possibile. Paradossalmente, nonostante la moltitudine di persone, l’atmosfera era familiare e secondo me questo è dovuto al fatto che tutti i presenti condividevano qualcosa di importante, come lo sono tutti i temi legati alla vita. numero 44 / Estate duemilasedici Azione Cattolica Vita della comunità Maria Luisa Cassin Consigliere Diocesano di Azione Cattolica Vinci l’indifferenza... Convegno Pace 2016 Anche quest’anno in occasione del mese dedicato alla pace l’Azione Cattolica diocesana adulti ha organizzato un evento aperto a tutti per riflettere sul tema “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, tratto dal messaggio che il Santo Padre ha pubblicato per il primo gennaio in occasione della giornata mondiale. deo in cui si è mostrata la risposta che persone molto diverse tra loro davano alla domanda di definizione di alcune parole, quali giustizia, indifferenza, legalità e solidarietà. Alla fine si poteva trarre facilmente la conclusione che, nonostante le diversità dovute all’età, alla provenienza e all’esperienza, le risposte a questi argomenti erano molto Domenica 24 gennaio, quindi, nel salone dell’oratorio di Roveredo in Piano i partecipanti sono stati sollecitati da diverse provocazioni sul tema della giustizia e hanno avuto modo di sentire dalla voce di un testimone d’eccezione che è possibile evitare l’indifferenza di fronte a certe situazioni di violenza, sopraffazione ed illegalità. Ma andiamo con ordine. Il percorso pensato dalla commissione organizzativa è partito da una riflessione personale che ognuno doveva fare sul proprio comportamento nel quotidiano in tema di giustizia e legalità. Attraverso la compilazione di un semplice questionario ognuno poteva valutare il proprio livello di senso civico e riflettere sul come e se cercare di migliorarsi. Poi c’è stata la proiezione di un vi- simili e che, quando si affrontano temi che coinvolgono l’intera umanità, c’è una condivisione di vedute. L’ultima provocazione è stata data con la presentazione di un libro, intitolato “Mafia a nord-est” e scritto da tre giornalisti (Luana De Francisco, Ugo Diniello e Giampiero Rossi), che attraverso i dati di un’inchiesta parla proprio della corruzione, del riciclaggio e dei disastri ambientali causati dalla mafia anche nei nostri territori. Una proposta data ai presenti per poter approfondire le proprie conoscenze su ciò che accade fuori dalla porta di casa. Dopo tutte queste premesse, è stato dato ampio spazio alla testimonianza di don Aniello Manganiello, parroco di Scampia dal 1994 al 2010. Sedici anni durante i quali ha combattuto la criminalità organizzata, strappando alla numero 44 / Estate duemilasedici manovalanza della camorra tantissimi giovani, criticando apertamente l’ipocrisia e la superstizione degli affiliati che ostentano case piene di immagini sacre e rifiutandosi persino di dare la comunione ai camorristi e di battezzare i loro figli. Raccontando alcuni episodi che hanno segnato la sua esperienza di prete di strada, non ha nascosto i momenti difficili trascorsi e le pesanti minacce subite, ma non si è mai tirato indietro e così è riuscito a compiere un vero e proprio ‘miracolo’: ottenere la conversione (e non solo il pentimento) di diversi camorristi ed accendere nei bambini e nei ragazzi che vivono in quel quartiere una luce di legalità e di speranza per il futuro. Ha ribadito con forza che non bisogna avere paura, non bisogna tacere di fronte alle ingiustizie e nemmeno giudicare le persone dalle apparenze, ma star loro vicino e mostrare che c’è sempre una soluzione alternativa alla illegalità per il bene e la pace di tutti. Con la fondazione dell’associazione “Ultimi”, infine, sembra che don Aniello abbia dedicato la sua vita a realizzare concretamente le esortazioni che papa Giovanni Paolo II aveva fatto in un suo messaggio per la giornata della pace nel lontano 2002, intitolato “Non c’è pace senza giustizia”. Ha capito che pace e giustizia camminano insieme ed entrambe mirano al bene comune, perciò non possiamo minacciarne una, perché vacillerebbero entrambe. Una bella testimonianza che ha dato a tutti noi la forza di convertire il nostro cuore, perché siamo tutti chiamati a fare dell’amore, della compassione, della misericordia e della solidarietà un vero programma di vita, uno stile di comportamento nelle nostre relazioni gli uni con gli altri. 11 Vita della comunità Associazione San Pancrazio Il Consiglio dell’Oratorio Una “casa” per tutti L’Associazione Oratorio San Pancrazio collabora da diversi anni con diverse realtà e Associazioni locali aventi sede a Roveredo in Piano e zone limitrofe. L’Associazione dà accoglienza, ascolto, disponibilità e supporto, nonché mette a disposizione locali, attrezzature, impianti audiovisivi. Di seguito alcuni Gruppi Parrocchiali e Associazioni di Roveredo con le quali collaboriamo: Caritas Parrocchiale, Azione Cattolica, Catechisti, Gruppo Ministranti, Scuola Materna, Arcobaleno, Circolo Auser, Gruppo Folcloristico Artugna, Corale Gialuth, Pro Roveredo, Associazione Padre Bruno Del Piero, Società Filarmonica, B-Band, Associazione musicale Takam, Congrega dei Borghi Roveredani, Frecce del Noncello, A.P.D. Vis et Virtus Roveredo, Gruppo ANA sezione Roveredo, Club Frecce Tricolori. Altre Associazioni fuori Roveredo con le quali abbiamo instaurato buone collaborazioni: Gruppo Teatro “Contro Corrente” di Tamai, Compagnia teatrale “Luciano Rocco” di Pordenone, Compagnia teatrale “Giù dai colli” di Pordenone, Compagnia teatrale “Lupus in Fabula“ di Prata, Compagnia teatrale “Gli ami- 12 ci del teatro” di Pescincanna, Associazione “Cardinal Costantini”, Coldiretti, Movimento Vedovile, Sci club 5 cime di Pordenone, ecc. Ci piace ricordare eventi che ora- mai sono diventati una tradizione per la comunità roveredana: • La “Cena del Grazie “ • La “Cioccolata calda” per lo scambio degli auguri la notte della Vigilia di Natale dopo la messa di mezzanotte • Il concerto Gospel in chiesa con raccolta fondi a scopo benefico. Lo scorso dicembre si è deciso di devolvere i fondi raccolti alla “Via di Natale“ (sono stati raccolti 2.108 Euro). Era presente la signora Gallini, fondatrice di questa meravigliosa, utile e umana realtà situata nella nostra vicina Pedemontana. • La “Befana” con la Benedizione dei bambini in chiesa, il concerto della B-Band e l’arrivo della Befana che regala le calzette a tutti i bimbi • San Pancrazio, che ricorre il 12 maggio. • La Festa di carnevale ogni anno nel giorno di martedì grasso, sempre per i bambini delle elementari e medie • La Pesca di Beneficenza durante la sagra di San Bartolomeo • Serate di Teatro per bambini e adulti • Il cinema per bimbi e ragazzi la domenica pomeriggio Ricordiamo con immenso piacere che in Oratorio durante la settimana e in particolare il sabato avvengono gli incontri di catechismo di tutte le classi, il corso animatori, la preparazione ai campi di Tramonti, la catechesi per adulti, varie attività ad indirizzo sportivo non agonistico (Kung fu, Zumba, Ginnastica dolce, Arti Marziali, Yoga e Balli di gruppo), prove di canto e musica, le prove del Gruppo Folkloristico Artugna e tanto tanto altro. Nel futuro... dopo-scuola, Grest e molto altro... a Dio piacendo. numero 44 / Estate duemilasedici Scuola Materna e Nido Vita della comunità Antonio Arcolin Scuola materna Sacro Cuore: presente! Soprattutto quest’anno con l’approssimarsi della scadenza ultima delle iscrizioni per l’anno scolastico 2016/2017 sia il sottoscritto che il personale tutto ci ponevamo l’interrogativo se le notizie che circolavano sulla stampa locale sulla nostra sopravvivenza avrebbero avuto un effetto negativo su quante famiglie, pur condividendo il progetto educativo, sarebbero state disincentivate dall’optare per la nostra scuola. Ebbene invece con grande piacere, grazie anche alla solidarietà delle associazioni che hanno fatto da cassa di risonanza, abbiamo raggiunto il numero di iscrizioni che ci permetterà di mantenere le tre sezioni. È ovviamente inutile sottolineare che questa scelta comporterà un ulteriore sacrificio per la parrocchia, esborsi che da tempo la stessa sostiene per la gestione ordinaria della struttura, e che ora alla luce di quanto deliberato dall’attuale amministrazione comunale di non erogare più alcun contributo né alla scuola né alle famiglie diverrà ancor più pressante. Ribadiamo a tal proposito il concetto, che in più di una occasione abbiamo espresso, circa gli stimoli positivi che la coesistenza collaborativa tra strutture pubbliche e scuole paritarie ha sempre prodotto e pertanto ritenevamo che fosse compito di una amministrazione locale contribuire anche finanziariamente a che la scuola paritaria potesse continuare a godere di un minimo di sostegno come peraltro avviene nella pressochè totalità delle scuole della provincia di Pordenone. Comunque per quanto ci riguarda, prosegue l’impegno nel migliorare la nostra offerta formativa che negli anni ci ha visto primeggiare offendo tra i primi la psicomotricità, il laboratorio di lingua inglese, il laboratorio teatrale, la musica e recentemente la collaborazione dell’Artugna, i corsi di acquaticità, le uscite nel bosco con il sostegno del Corpo Forestale, le rappresentazioni teatrali al teatro Verdi. Non dimentichiamo gli incontri conviviali che hanno coinvolto le famiglie con centinaia di presenze creando comunità che si impegna a mantenere saldi i vincoli familiari: la castagnata, la festa di carnevale, il prossimo incontro a Tramonti e, per concludere, la festa del “ciao” per salutare i bimbi che si apprestano ad affrontare l’esperienza della scuola primaria. Non ci resta quindi che rivolgere un doveroso grazie a quanti hanno rinnovato la fiducia nella nostra missione e in particolare alle famiglie, a tutti i nostri collaboratori, la nostra coordinatrice Patrizia, le docenti e le educatrici e al nostro Parroco don Ruggero. numero 44 / Estate duemilasedici 13 Vita della comunità Roveredani in Festa Traguardi Violetta De Luca lo scorso 8 Novembre 2015 ha festeggiato i suoi 100 anni con le figlie Luisa e Giuseppina, il genero Giorgio, i nipoti Marco, Chiara, Daniela e Tiziana e il pronipote Pietro di quattro anni (figlio di Tiziana). Il colonnello Clemente Patrizi Il 12 dicembre scorso è stato dato il saluto dell’Ariete al colonnello Clemente Patrizi, in pensione dopo 40 anni di servizio nell’Esercito: fino a poche settimane fa Vice Comandante della 132^ Brigata Corazzata Ariete. È stato collocato in quiescenza per il limite massimo di età per la permanenza nei ranghi militari; è stato salutato dal Comandante della Brigata Ariete, generale Antonello Vespaziani, nel corso di un’apposita cerimonia di commiato davanti a tutto il personale della grande unità corazzata. Nel maggio scorso 2015, in occasione delle celebrazioni per il Centenario della Grande Guerra, ha preso parte come staffettista all’ultimo tratto della manifestazione sportiva “L’Esercito marciava” portando a passo di marcia il Tricolore nella tappa pordenonese. Originario di Gerano (prov. di Roma) abita a Roveredo con la gentile consorte. Vanta molteplici incarichi ricoperti nel corso di una brillante carriera; ora lo 14 attendono la famiglia e l’impegno a fare del bene in molti ‘fronti’ e con chiara motivazione cristiana, il volontariato sociale e anche il corso di teologia per laici che sta frequentando, che prelude a un ulteriore suo cimentarsi con le ragioni della Fede e la partecipazione alla vita della Chiesa che tanto sente in cuor suo: Auguri colonnello, anzi “Generale” promosso per l’occasione. Sergio Gentilini numero 44 / Estate duemilasedici Roveredani in Festa Vita della comunità Lauree Eleonora Bortolin il 22 marzo 2016 ha conseguito la Laurea Magistrale presso l’Università degli Studi di Trieste in Economia e Scienze Aziendali con 110 e lode. Dedicata: “A chi, da sempre, mi ha amato ed insegnato, mia Mamma e mio Papà. È a loro, mie radici e mio cuore, che dedico il frutto delle fatiche, paure, silenzi, della forza che, con impeto, viene da dentro per non lasciarsi andare alla maestosità di tutto ciò che è “nuovo”. Senza il vostro amore non avrei nulla da dire.” Jessica Gelisi si è laureata in Economia e Commercio con il voto di 101/110 il giorno 22 ottobre 2015 con una tesi dal titolo “Demografia delle Imprese in Friuli-Venezia Giulia”, relatrice la Prof.ssa Laura Rizzi, insegnante di econometria all’Università di Udine. La proclamazione è avvenuta il giorno 6 novembre 2015, giorno in cui suo papà Sergio ha compiuto 51 anni. Tiziana Maruccia laureata nella magistrale di Scienze Internazionali e Diplomatiche con 110 e lode, con una tesi dal titolo “L’approccio ai mercati esteri nel B - to - B - Il caso L.C.I. Lavorazione Carta Riciclata Italiana”; correlatore: Lino Cadelli. numero 44 / Estate duemilasedici 15 Vita della comunità Roveredani in Festa Lauree Silvia Pivetta il 24 febbraio 2016, presso l’Università degli studi di Udine, ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza discutendo la tesi: “Il sequestro preventivo tra disfunzioni del processo ed esigenze di garanzia”. Roberto Vecchione il 30 marzo 2016 ha conseguito la Laurea Magistrale in Architettura presso l’Università degli studi di Udine con voto 110/110, discutendo la tesi: “Il restauro dell’ex chiesa di Santa Lucia a Udine”. A tutti giungano i complimenti da tutta la Redazione e auguri vivissimi per il vostro Futuro! 16 numero 44 / Estate duemilasedici Pro Roveredo Associazioni Rinaldo Pottino e il Consiglio Direttivo Pro Roveredo, non solo festeggiamenti agostani L’associazione, attualmente rappresentata dal presidente Rinaldo Pottino e dai suoi collaboratori, all’interno della vita roveredana è attiva con diverse iniziative, che sarebbe ingeneroso ridurre alla sola Sagra del Gialut, per quanto questo sia il momento centrale all’interno del nostro percorso annuale. Lo scopo primario che ci prefiggiamo di realizzare attraverso queste molteplici attività è quello di far conoscere ai nostri compaesani e non solo che Roveredo è un paese attivo su più fronti. Gli appuntamenti che l’attuale gestione ha voluto prendere in considerazione riguardano tanto aspetti enogastronomici quanto momenti di cultura popolare. Nel corso dell’anno vengono organizzate alcune serate a tema denominate Antichi Sapori, mediante le quali si cerca di far riscoprire un’alimentazione semplice, salutare e che rievochi i gusti di un tempo. Alla base di queste pietanze vi sono “mus”, zucca, la renga in occasione del mercoledì delle Ceneri, ma anche menù che prevedono il ricorso ad erbe di stagione. L’apice della nostra progettazione è rappresentato indubbiamente della Sagra del Gialut, che si tiene nei giorni attorno ai festeggiamenti del nostro santo patrono, San Bartolomeo apostolo. Ogni anno viene predisposto un programma ricco di eventi, costituito da serate danzanti per giovani e adulti, serate di cabaret, festa della birra, torneo di calcio tra i borghi roveredani, mostre e mercatini oltre alla pesca di beneficenza della Parrocchia. È disponibile su “Paesi in Festa” il programma dettagliato, che di seguito riportiamo. Tali proposte vengono numero 44 / Estate duemilasedici accompagnate, con l’aiuto di alcuni appresteranno a fare in futuro. volenterosi ed attenti cittadini, dalla Le porte della nostra Associazioraccolta di immagini e storie vissu- ne sono sempre aperte e saremo te di Roveredo e da mostre a tema, ben lieti di accogliere chiunque di voi volte ad esaltare le opere degli artisti si rendesse disponibile ad aiutarci locali. nelle varie attività che svolgiamo duUn’altra attività decisamente im- rante l’anno. portante e che ci vede coinvolti in A tal proposito, vi invitiamo a conprima linea è la gestione del centro tattarci al numero 331.7692412, a polifunzionale di proprietà del Comu- visitare il nostro sito internet www. ne di Roveredo, all’interno del quale proroveredo.com e a mettere un “Mi nel corso dell’anno vengono propo- piace” sulla nostra pagina Facebook sti corsi di meditazione e di fitness “Pro Roveredo”. (spinning, yoga e ginnastica antalgiForza gente, vi aspettiamo numeca). Il centro, con annessa cucina e rosi. sala feste, è a disposizione della Comunità sia per attività ludico-sportive che per feste di vario genere. Nonostante la pesante situazione economica ricevuta in eredità dalle precedenti gestioni abbia pesato www.proroveredo.com come un macigno, riducendo talvolta le attività dell’associazione e compromettendo in alINFO E PRENOTAZIONI: [email protected] - 20a Festa del Gialùt 331.7692412 cuni casi anche lo stesdal 19 al 28 agosto 2016 so svolgimento della VENERDÌ 19 agosto 19,00 Apertura festeggiamenti, chioschi enogastronomici e Pesca di Beneficenza Tutto al coperto 21,30 Concerto con il gruppo “I PUZZLE” Cover Elettroswing consueta sagra paesa21,30 Chiosco giovani: Musica con Dj Set (area campo sportivo) na, la determinazione a SABATO 20 agosto APERTURA CHIOSCHI 21,30 Serata rock’n roll con gli “ALTER EGO” Giorni feriali ore 19.30 21,30 Chiosco giovani: Musica con Dj Set (area campo sportivo) proseguire nelle sane Giorni festivi ore 19.00 DOMENICA 21 agosto 21,30 Ballo con l’orchestra “ALTO GRADIMENTO” tradizioni non è mai ve21,30 Chiosco giovani: Musica con Dj Set (area campo sportivo) nuta meno. Sotto il proLUNEDÌ 22 e MARTEDÌ 23 agosto 19,30 Apertura cucina con servizio Fast Food (panini, formaggio, patatine e salumi) 20,00 Torneo dei Borghi (area campo sportivo) SPECIALITÀ filo economico, ci sono 20,00 Gara di Briscola GIALÙT MERCOLEDÌ 24 agosto - Festa di S. Bartolomeo tutti i presupposti per 20,00 Torneo dei Borghi (area campo sportivo) 20,30 Santa Messa in onore del Patrono con processione poter sanare e chiudeaccompagnata dalla Filarmonica di Roveredo (Chiesa Parrocchiale) 21,30 Musica e ballo con il gruppo “TRIODO LIVE” MOSTRE E MERCATINI re definitivamente tale GIOVEDÌ 25 agosto - Festa della Birra Specialità della serata: “Pollo” varie specialità di pollo (su prenotazione 333.2205612) 21,00 Concerto con il gruppo “PIXIES” Cover Irish Pop situazione. VENERDÌ 26 agosto Ballo con Tutto ciò è possibile 21,00 Torneo dei Borghi (area campo sportivo) - Finale 3° e 4° posto ingresso libero 21,30 Concerto anni ‘60-’70-’80 con il gruppo “DISCOINFERNO” 21,30 Chiosco giovani: Musica con Dj Set (area campo sportivo) grazie all’impegno e alla SABATO 27 agosto 21,00 Torneo dei Borghi (area campo sportivo) - Finale 1° e 2° posto buona volontà di molti 21,00 Serata di cabaret con i “PAPU” 21,30 Chiosco giovani: Musica con Dj Set (area campo sportivo) cittadini, collaboratori LUNA PARK DOMENICA 28 agosto 11,00 Presentazione squadre A.C. Virtus Calcio (area festeggiamenti) e volontari, ai quali va 16,00 “Pompieropoli” addestramento piccoli pompieri in coll. con Vigili del Fuoco Prove di tiro a segno con carabina a cura dell’Ass.“Il Mirino” 16,00 Sfilata Storica per le vie del paese il nostro più sentito rin18,00 Antico “GIUOCO DEI PÌNDOI” - 34 Ed. 21,00 Ballo e musica con l’orchestra “CADILLAC” a cura graziamento per quan21,30 Chiosco giovani: Musica con Dj Set (area campo sportivo) Pro-Oratorio Chiusura Pesca di Beneficenza 23,30 Chiusura festeggiamenti con GRANDIOSO SPETTACOLO PIROTECNICO to fatto e per quanto si Comune di Roveredo in Piano Provincia di Pordenone ROVEREDO IN PIANO SAGRA DI SAN BARTOLOMEO a 17 Associazioni Filarmonica Carlo Pinardi La musica di Roveredo Raccontare qualcosa riguardo la Filarmonica di Roveredo per un nuovo arrivato come il sottoscritto non è cosa facile, a molti potrebbe sembrare perfino strano, ai lettori di questa rivista innanzitutto, cioè coloro i quali, a rigor di logica (la mia, almeno) vivono attivamente la vita sociale del paese e già sanno il valore di questa associazione che esiste dal 1873. Quindi, per poter aggiungere un qualcosa di nuovo devo – solo in parte – parlare di me e di come sono arrivato qui. La vita è piena di occasioni, ritengo che ciascuno di noi abbia chiaro questo concetto. Occasioni che portano a scelte; scelte che portano a cambiamenti; cambiamenti che sono già insiti nel profondo di noi stessi; in caso contrario queste occasioni semplicemente non si vedono e si perdono i passaggi che ne derivano. A me così piace pensarla. Dalla Filarmonica ho avuto due occasioni. La prima nel 2008 quando mi chiesero di insegnare. Mi chiamò Francesco Dal Bo, che già avevo conosciuto in Conservatorio a Udine. Al nostro primo incontro c’era ovviamente anche Pierluigi De Mattia, che rividi quella volta dopo 18 tanto tempo, in quanto amico della mia famiglia. Appena diplomato, senza aver mai insegnato, accettai con il timore di non esserne in grado, dovevo ancora finire i successivi due anni di biennio post diploma, non sapevo se sarei rimasto a lungo, se quella di insegnante fosse davvero la mia indole. La seconda occasione risale a settembre dell’anno scorso quando, sempre Francesco e Pierluigi mi proposero di diventare direttore della Filarmonica di Roveredo. Io, clarinettista, senza aver mai diretto, direttore di una banda? Mi sembrava di esser tornato indietro nel tempo, perché la richiesta era totalmente nuova e altrettanto inaspettata. Accettai senza pensarci. Non mi presi nemmeno il tempo di riflettere. Accettai perché ritengo che la natura delle cose doveva andare così. Bene, tutto questo per dirvi cosa? Credo sia chiaro che, dopo otto anni, per buona parte merito della Filarmonica, ho capito che insegnare è parte di me ed è quello che voglio fare. Ma l’aver accettato al volo la richiesta di diventare direttore di questa banda mi ha portato a fare delle riflessioni. Le riporto qui, come vengono, sono pensieri che per me hanno grande valore. La Filarmonica è una grande famiglia dove tutti si occupano e preoccupano degli altri e dell’associazione stessa (da 143 anni!) con un’ indomita vitalità ed una continua voglia di rinnovarsi e di innovarsi. Abbiamo (si, abbiamo, perche ormai me ciamo dentro) più di 150 musicisti. Centocinquanta! La maggior parte bambini e ragazzi. Ogni giorno si suona, si studia, si prova e si cerca di trasmettere non solo Musica ma un modo di vedere le cose da un altro punto di vista, si cerca di trasmettere un’opportunità per migliorarsi, per cercare sempre il bello, per avere una disciplina che permetta di affrontare le cose della Vita, problemi compresi, con una marcia in più. Si cerca di trasmettere il carattere sociale della musica, l’aiuto che essa può offrire agli altri. E su questo la Filarmonica regolarmente si mette a disposizione del proprio paese, delle altre associazioni, organizzando periodicamente concerti benefici in cui l’intero ricavato è destinato a chi ne ha più bisogno, pubblicizzando il lavoro, alle volte nascosto, di altre associazioni di volontariato. Mi sono ritrovato in un’associazione dove le persone mettono a propria disposizione energia e tempo per i bambini senza mai tirarsi indietro o esitare. Tutto per i bambini! Questo è magnifico! È di una tal grandezza che, finché non ci si riflette su, può sembrare quasi normale. Invece è straordinario! Mi sono ritrovato in un’Associazione dove la Vita delle persone è al centro di tutto, dove, in tempi numero 44 / Estate duemilasedici Filarmonica come questi che stiamo attraversando, si ha un gran senso di appartenenza a quel che si è come cittadini e persone umane ed a quel che si fa. Sentirsi parte, a ventott’anni, di questa comunità, avervi il ruolo di direttore, è per me quotidianamente un’occasione unica di crescita interiore e artistica. Mi sento molto fortunato, mi ha cambiato la Vita e mi ha aiutato a capire (mi sono ritrovato, appunto!). Da poco sono pure cittadino roveredano, alla faccia dei cambiamenti! E mi sento in dovere di ricambiare tutto quello che la Filarmonica mi ha dato e mi darà. A cominciare da queste Associazioni poche righe che sono anche un modo per dire grazie a questa associazione e, implicitamente, per dire grazie a tutti quelli che, gravitando attorno ad essa e al paese, mi hanno accolto. Buona Musica a tutti! Francesco Dal Bo Concorso Presepi Anche il Concorso Presepi 2015-2016 ha riscontrato un bel numero di iscrizioni (circa una cinquantina) con la formula delle “email”: ovvero, oltre alle classiche foto a domicilio da parte degli incaricati, l’arrivo nella casella di posta [email protected] della maggior parte delle foto o addirittura in alcuni casi “via Whatsapp”. Se inizialmente qualcuno poteva obbiettare che il tutto era forse un po’ troppo “moderno”, in realtà la facilità con cui si può interagire con l’organizzazione, da una parte, ha ovviamente aumentato le iscrizioni (pensate che solo tre anni fa vi erano 13 iscritti), dall’altra, ha dato la possibilità ai partecipanti di decidere come scattare le foto, come dare rilievo dal punto di vista artistico-fotografico al proprio presepe. Quest’anno l’edizione del Concorso è stata curata da alcuni ragazzi della Filarmonica, che hanno preso a cuore il destino dell’evento. Da una parte c’è la soddisfazione del gruppo di poter dare una mano sempre attiva alla parrocchia, dall’altra forse una velata tristezza di come sia difficile a volte coinvolgere - vuoi per i tempi sempre “stretti” della vita odierna o perché il mettersi in gioco non è così “semplice” - più persone nell’organumero 44 / Estate duemilasedici nizzazione del Concorso. Siccome le vie del Signore sono sempre infinite e le porte della parrocchia sempre aperte, cercando un coinvolgimento maggiore da parte di tutti possiamo pensare di avere un futuro radioso per il Concorso Presepi parrocchiale, che porta avanti una tradizione sia religiosa che culturale in cui il coinvolgimento delle famiglie e soprattutto dei bambini, sia nella costruzione dei presepi che nell’affluenza e partecipazione alla Benedizione dei Bambini nel giorno dell’Epifania, sono una grande e meravigliosa ricompensa per la comunità tutta. Un grazie di cuore a don Ruggero che sostiene e mantiene nel tempo questo importante evento nella comunità roveredana e alle catechiste che hanno aiutato a promuovere e sostenere la ormai pluridecennale iniziativa. 19 Associazioni Gialuth Lorenzo Benedet E siamo arrivati a 30!!! Qualcuno potrebbe dire che sarebbe meglio smetterla con le celebrazioni ma, quando un matrimonio funziona e dura nel tempo, è bene darne testimonianza a tutti. Così è anche per le associazioni. Il prossimo mese di settembre “compiamo” 30 anni di attività. Tanto per ricordare… Una sera di fine estate, di quelle che si possono godere perché finalmente sono finite le vacanze e si ritorna alla vita “normale”. Di quelle che però l’estate non è finita e ci si trova ancora con gli amici, all’ombra del “morar” per far onore ad un altro tipo di “ombra”. Di quelle che, per caso, i convenuti sono dei “carbonari” che vogliono formare un nuovo coro di canto popolare. Insomma, una di quelle sere dove tutto sembra facile come le parole che escono eccitate dalla bocca di ognuno, lasciano presagire un obiettivo ben delineato e preciso e la chiara possibilità della sua realizzazione. Un momento di quelli dove tutto sembra possibile. Così, senza nulla di più ma neanche nulla di meno, nascono i presupposti per la fondazione del Gruppo Corale “Gialuth”. 20 Tutto parte dalla decisa scelta di alcuni cantori che vogliono cantare qualcosa che non sia liturgico, dalla testardaggine di alcuni roveredani e dalla passione per il loro paese, dalla saggezza di qualcuno a cui nulla importa del canto corale ma sa bene che un coro significa nuovi stimoli per la cultura generale della comunità. Arriviamo così al mese di settembre 1986 dove, in una calda serata innaffiata dall’ottimo Tocai prodotto da Gino Del Piccolo (“…el soméa Prosecco”) e all’ombra di un “vecio morar”, i “carbonari” misero sulla carta i presupposti per la costituzione del Coro “Gialuth” (Galletti, al plurale, ecco perché è scritto tra parentesi!!!). Chi erano costoro? Presto detto: Gino Del Piccolo, Ferruccio Casara, Luciano Goz, Dino Ulian e Lorenzo Benedet (con la inattesa partecipazione di Tullio Cadelli). Chi avrebbe diretto il coro era chiaro. Un po’ meno chiaro era come fare a raggiungere appassionati cantori e costringerli ad entrare nel gruppo. Ci voleva un’idea. Gino salta su dalla sedia e sparisce per pochi minuti, corre dal vicinante Dino Pes (noto ed eclettico artista locale) e lo coinvolge nella stesura di un manifesto (mani…festo proprio perché fatto a mano). La riunione è convocata per il giorno … alle ore … presso la allora Biblioteca Comunale. Con molta fiducia si predispongono 40 sedie ma, alla fine, non basteranno. Fine della prima puntata. Per cambiare discorso, ecco i prossimi impegni del “Gialuth”. •18/19 giugno – concerto a Biella e Santa Messa al Santuario di Oropa – se qualcuno volesse visitare il bel luogo giubilare di Oropa, può unirsi alla comitiva: ci sono ancora posti liberi in pullman •A fine giugno, metà luglio e fine settembre, proponiamo un corso di batteria vocale (beat boxing). Se qualcuno fosse interessato si faccia avanti sui soliti canali. •A fine agosto, come l’anno scorso, collaboreremo a organizzare le semifinali della prestigiosa “Rassegna Migliori Diplomati di Castrocaro Classica”. Siete tutti invitati a questo importante appuntamento di livello nazionale. www.gruppocoralegialuth.it www.corogiovanilegialuth.it numero 44 / Estate duemilasedici Artugna Associazioni Gabriele Manconi Carnevale con l’Artugna Dopo la bella esperienza del 2015, anche quest’anno noi dell’Artugna abbiamo deciso di partecipare al Carnevale di Roveredo, ormai divenuto appuntamento fisso nel nostro calendario. Dopo il successo del carro dell’anno scorso però abbiamo voluto raddoppiare il nostro impegno nell’impresa: abbiamo realizzato non uno, ma ben due carri mascherati che il 31 Gennaio hanno sfilato per le vie del paese riempiendolo di una colorata compagnia di simpatici cavernicoli e di dolci bebè. I due temi che abbiamo scelto per il nostro carnevale infatti sono stati il mondo dei neonati e la preistoria. Già a fine Ottobre abbiamo iniziato a prepararci all’evento raccogliendo il materiale per i carri e creando i costumi. I bambini che partecipano alle nostre attività del sabato mattina hanno realizzato i bellissimi travestimenti per la sfilata, e i ciucci, i biberon, le clave e le parrucche che hanno completato il nostro travestimento. Nel frattempo, anche il resto del gruppo si è numero 44 / Estate duemilasedici dato da fare per realizzare i carri: raccogliendo scatole e giornali sono stati costruiti il camino con la cicogna e la macchina e il carretto “preistorici”che vedete nelle foto di queste pagine (per vederne altre potete, come sempre, visitare il Terminato il carnevale ci siamo subito lanciati verso un’estate ricca di appuntamenti, con il saggio dei nostri piccoli ballerini della scuola dell’infanzia a giugno e, in luglio, il festival internazionale del folklore giovanile A.F.G.R. e il consue- nostro sito www.artugnadanzerini. it). Il giorno della sfilata giovani e “grandi” del gruppo si sono ritrovati in compagnia e hanno percorso allegramente le vie del paese insieme alle altre maschere, per poi continuare la festa durante il pomeriggio in piazza. to viaggio estivo. Come sempre, mentre ci prepariamo ad un autunno ricco di iniziative, speriamo di incontrarvi durante uno dei nostri eventi. A presto… magari anche alle prove del venerdì sera o del sabato mattina! 21 Associazioni Auser Franco Barbariol Per il Comitato di tutela soci prestatori Coop Operaie dell’area Pordenonese Situazione Rimborsi ai Prestatori Cooperative Operaie Dopo aver erogato le prime tre tranches di rimborso ai Prestatori Sociali così distribuite: - luglio 2015, escussione fidejussione bancaria del 30%; - ottobre 2015, rimborso del 30% del saldo libretto al netto della fidejussione; - il 17 febbraio 2016, rimborso del 13% del saldo del libretto al netto della fidejussione; le Cooperative Operaie, tramite l’Amministratore Giudiziale, hanno rimborsato il 60% del Prestito Sociale. Non sono previsti ulteriori riparti sino all’intervenuta liquidazione dei residui cespiti immobiliari. Giorgio Concini Auser: una realtà nella società Roveredana Centro di socializzazione, Università della terza età, accompagnamento di anziani presso le 22 strutture medico ospedaliere, corsi di informatica e corsi di lingua italiana per stranieri, corsi di ballo terapeutico, queste alcune attività svolte dal Circolo Auser di Roveredo. I tempi stanno cambiando e la nostra associazione, che ha la vocazione di lavorare con la gente e per la gente, deve assolutamente adeguarsi. Il progressivo invecchiamento della popolazione e l’ingresso di nuove povertà stanno mettendo a dura prova l’efficacia dello stato sociale. La tentazione di creare efficienza attraverso tagli lineari, anche in questo settore, contraddice il concetto di welfare come conquista civile permanente e la necessità di non recedere dagli aiuti in un momento di così particolare difficoltà. In questa situazione il volontariato svolge un ruolo molto impor- tante a sostegno delle istituzioni che rischierebbero altrimenti di implodere. Il nostro Circolo, in particolare, mantenendo alte le forme di solidarietà, che trovano il loro momento più qualificante nell’accompagnamento (l’attività del Filo d’Argento offre ai soci e attraverso il Comune, a tutti i cittadini di Roveredo, il trasporto nei centri di cura e riabilitazione), diventa un punto di riferimento per la popolazione più fragile e quindi più esposta. Contemporaneamente, il nostro Circolo offre, come promozione sociale, importanti attività culturali e di socializzazione. Molto conosciuta e frequentata l’attività dell’Università delle Liberetà, che quest’anno celebra il suo 20° anniversario e anche nell’anno accademico in corso, sta attuando un intenso programma con 30 numero 44 / Estate duemilasedici La Casa sull’albero conferenze su vari argomenti. Si continua con i corsi di informatica che da cinque anni riscontrano un sempre crescente interesse. Abbiamo, e lo dico con orgoglio, portato ad avere confidenza con l’informatica e soprattutto con i suoi servizi, più di 200 persone. Nell’anno in corso abbiamo operato nel settore della forma fisica con le tradizionali passeggiate e con le lezioni di ballo terapeutico di gruppo, avvalendoci di un ballerino professionale e della gentile ospitalità della struttura parrocchiale di S. Bartolomeo. È stato considerato anche l’aspetto ludico e di intrattenimento inventando il “Burraco Club”, che ha insegnato a molti soci, questo moderno gioco a carte che sta impazzando in tutte le comunità. Abbiamo attuato diverse gite turistico culturali, con visite a mostre d’arte e a siti importanti come l’EXPO. Le nostre ottime cuoche volontarie hanno preparato magnifiche cene, frequentate dai soci al limite della capienza dei locali, in varie ricorrenze e a fine anno. Vogliamo operare nella dimensione dell’invecchiamento attivo e vorremmo che, per i cittadini di Roveredo, il nostro Circolo diventi un punto di riferimento dove rifugiarsi e dove ritrovare gli amici. Ci sono numerosi Volontari che permettono con la loro assidua presenza e impegno la realizzazione, che non si limita a quanto descritto, ma spazia in altri settori, ove richiesto. “Assistenza amica”, quindi nei confronti di chi è maggiormente in difficoltà e offerte che mantengono gli anziani attivi e non marginali all’interno di una società che per progredire ha bisogno non solo della forza e della determinazione dei giovani, ma anche dell’espenumero 44 / Estate duemilasedici rienza degli anziani. Tutto ciò con le nostre forze e con l’aiuto e la collaborazione del Comune di Roveredo, della Diri- Associazioni genza del locale Istituto comprensivo e della Parrocchia di S. Bartolomeo. Stefania Summo La Casa sull’Albero L’Associazione “La Casa sull’albero” nasce a Roveredo in Piano nel 2014. La Casa sull’albero Oggi vanta un bel gruppo di Educatori e Pedagogisti che hanno a cuore l’infanzia, l’adolescenza e, in senso più allargato, la famiglia. Da giovedì 1° settembre, in collaborazione con l’Oratorio San Pancrazio, apriremo le porte del nostro Centro Educativo Pedagogico per bambine e ragazzi di età compresa dai 6 ai 14 anni. Di cosa si tratta? È un nuovo modo di fare doposcuola, è un nuovo modo di rispondere sia alle esigenze organizzative delle famiglie sia alle esigenze di chi vuole usufruire di un aiuto concreto ed efficace nello svolgimento dei compiti e nello studio quotidiano. Le nostre competenze ci permettono anche di poter seguire con progetti educativi individuali bambini e ragazzi in difficoltà, ampliando e sviluppando le loro capacità decisionali, progettuali, per il reggiungimento dell’autonomia e dell’autostima per un benessere totale. Le nostre parole chiave sono: Accoglienza, Benessere, Educazione, Valorizzazione. Molte sono le attività e i laboratori contemplati nella nostra offerta di servizi, che si svolgeranno in un clima sociale positivo che permetta ad ogni bambino di esprimere se stesso in modo sereno, appagante, divertente! Chi ci conosce sa che non stiamo mai con le mani in mano e che la nostra priorità è far stare bene! Vi aspettiamo numerosi: insieme faremo cose meravigliose!!! 23 Associazioni Scarpolini Stefano Zecca La solidarietà vince L’Associazione Onlus Rosario Scarpolini non ha scopo di lucro e offre servizi di volontariato ed assistenza alle persone attraverso la gestione di un appartamento che viene concesso, a titolo gratuito e per tutto il periodo di cure, ai malati oncologici che si rivolgono al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, all’Azienda Ospedaliera “S. Maria degli Angeli” o al Policlinico “San Giorgio” di Pordenone. L’appartamento, situato a Roveredo in Piano (PN) in Via Garibaldi, può ospitare due nuclei familiari, con un massimo di due persone per nucleo. Dal 2009, anno di fondazione dell’Associazione, sono state ospitate circa trecentotrenta persone per un totale complessivo di oltre quattromila notti. di più, le richieste che giungono da ogni parte d’Italia. L’associazione inoltre, è quasi sempre presente alle varie iniziative organizzate sul territorio di Roveredo in Piano nella sua attività di promozione. I volontari dell’associazione, alle prese con lo zucchero filato durante la festa di carnevale 2016 Una delle due camere disponibili presso l’ appartamento Il soggiorno e la cucina dell’appartamento di via Garibaldi L’ottimo andamento finanziario degli ultimi anni, dovuto alle donazioni che sono state elargite a favore dell’associazione, portano a pensare in modo positivo alle prospettive future. In questo quadro, sta prendendo forma il “Progetto Casa Rosario Scarpolini”, che porterà gradualmente all’acquisto di un immobile in modo da ampliare l’offerta alloggiativa e soddisfare così sempre 24 Un ringraziamento da parte del Presidente e di tutto il Consiglio Direttivo va alla cittadinanza di Roveredo in Piano e a tutti coloro che, in vario modo, sono vicini all’Associazione. Costituita nel novembre 2009, l’Associazione è nata su iniziativa privata e volontaria di alcuni uomini appartenenti all’Aeronautica Militare del Comando Aeroporto Aviano che, in questo modo, hanno voluto ricordare la figura del Generale SCARPOLINI Rosario, il quale durante il suo comando aveva destinato alcuni alloggi all’interno dell’Aeroporto di Aviano ai militari e/o ai loro familiari che si rivolgevano, per le proprie cure, al CRO di Aviano. Con Decreto del Presidente della Regione FVG del 21/05/2015 nr.0101, l’associazione ha acquisito la personalità giuridica di diritto privato mediante l’iscrizione nel Registro Regionale delle persone giuridiche. Per sostenerci puoi: - diventare socio ordinario; - donare il 5xmille dell’IRPEF all’Associazione Rosario Scarpolini Onlus, il Codice Fiscale è il seguente: 910 768 609 30 - effettuare una donazione sul conto corrente bancario presso la Friuladria tramite IBAN IT07W0533664980000030323674 Per maggiori info digita www.associazionerosarioscarpolini.org Seguici anche alla pagina facebook Associazione-Rosario-Scarpolini-Onlus numero 44 / Estate duemilasedici numero 44 / Estate duemilasedici 25 Cultura La Grande Guerra Sergio Gentilini Schegge di guerra Appunti da una memoria storica del defunto amico Tullio Cadelli. • 24 maggio1915 - L’Italia entra in guerra; il 18 transita il 44° Reggimento fanteria diretto al fronte. Le prime azioni belliche dal cielo partirono dall’aeroporto di Roveredo (titolo di una intera pagina di giornale). • 20 novembre 1915 - arriva il 3° Squadrone Aviatori al Campo di Volo di Aviano. • Ottobre 1917 - inizia la profuganza oltre il Piave degli uomini validi dai 15 ai 60 anni, compresi il Sindaco Angelo Lollo e quasi tutti gli amministratori, e si va a piedi anche verso Treviso e Oderzo, altri verso Mogliano, Padova e anche (con la tradotta militare) verso Messina e Caltagirone. • 6 novembre 1917 - verso sera, una colonna di soldati germanici (quelli con il chiodo sull’elmo) con cavalli e carriaggi in gran numero, provenienti da San Quirino, entrano dal capitello di S. Anna, affamati stanchi e laceri e si sparpagliano nelle case in cerca di cibo, sistemando i loro cavalli nelle stalle. Altre colonne di tedeschi provengono dallo spilimberghese e alcuni reparti di Fanteria si accampano nelle abitazioni mentre alcune batterie di artiglieria contraerea si dislocano nei dintorni a protezione dei campi di aviazione di Aviano e della Comina, dove già ci sono gli aerei della Flieger Kompanie austro-ungarica. • Ottobre 1918 – La liberazione è ormai imminente e viene annunciata da un aereo italiano con 26 il Tricolore che sorvola il paese nel pomeriggio del 31 ottobre, pilotato dal roveredano Serg. Magg. Emilio Del Piero; il giorno dopo arriva una colonna di bersaglieri dalla strada di Fontanafredda (e cattura alcuni austriaci appostati all’altezza delle Scuole elementari); le avanguardie italiane, seguite da 8 autoblinde, superano il paese e la Brentella e alla Rojatta si scontrano con gli austriaci: si combatte sino al giorno dopo e i superstiti della colonna italiana ripiegano verso Roveredo che viene mitragliata e cannoneggiata per tutto il giorno; il campo di volo di Aviano, già abbandonato dall’aviazione austro-ungarica, vede ritornare quelli Tricolori che appoggiano l’avanzata delle truppe italiane. • Nel pomeriggio arrivano in paese i combattenti roveredani: per primo, il pilota Emilio Del Piero con il suo Savoia Marchetta che atterra sui prati della Brentella, e i bersaglieri e gli artiglieri inglesi vittoriosi vengono calorosamente accolti dai roveredani. Il caporal Magg. Eliseo Redivo, uno dei ragazzi del ’99, arriva in paese con la bicicletta da Villanova del Livenza. • Novembre 1918 - la Vittoria è comunicata il 4 Novembre dal Comando Supremo Italiano. Rientrano dall’esilio il Sindaco, gli amministratori e i roveredani che si erano rifugiati oltre il Piave. ALTRE SCHEGGE: Forse non tutti sanno che a Visinale del Judrio (piccola località nel Comune di Corno di Rosazzo, nei pressi del fiume Judrio) esiste un cippo con una lapide che rinumero 44 / Estate duemilasedici La Grande Guerra corda il primo colpo sparato nella Grande Guerra nella notte tra il 23 e il 24 maggio 1915: la stele ha un valore simbolico più che storico per quanto riguarda la Prima Guerra mondiale (perché, lo ricordiamo, il fronte andava dalla Lombardia al Carso) ma diverse sono le testimonianze in tal proposito. Medaglie e Croci di Guerra. Collezione privata S. Gentilini Santina De Simon e Giovanni Del Piero in un ritratto dell’epoca, poco prima dell’esplosione di una granata che causò la morte di lei, appena ventiseienne numero 44 / Estate duemilasedici Un’altra curiosità: è stato un bersagliere a suonare la fine della prima Guerra mondiale, il trombettiere Costantino Tardivello, un ragazzo del ’99 che suonò il definitivo cessate il fuoco, al bivio di “Paradiso” (tra Pordenone e Roveredo), alle ore 14 del 4 novembre 1918, al momento dello scoccare dell’armistizio con i soldati austroungarici. Matricola 3290, arruolato nel glorioso Ottavo Bersaglieri; suonò con emozione, ricordava, al momento in cui gli ufficiali italiani e austriaci si stringevano la mano: “Il col. Conti mi ordinò di suonare la tromba del cessate il fuoco. La Grande Guerra era finita!”. Era stato chiamato giovanissimo a partecipare all’ultima fase del conflitto: era nato il 29 dicembre del 1899, la sua numerosa famiglia (con 5 maschi e 7 femmine) allora abitava a S. Vito al Tagliamento e lui faceva il fotografo. Dagli anni Cultura Trenta, il veterano e Cavaliere di Vittorio Veneto abitò a Trieste, dove fino al 1977 ha gestito le giostre del giardino pubblico. Conservo una sua cortese lettera autografa, del 12 febbraio 1983, nella quale mi scrive “Contraccambio con sincero affetto Bersaglieresco gli auguri”, terminando così “Perdoni la mia firma, poiché io sono cieco”. Il primo caduto della Grande Guerra 1915-1918 è il friulano Riccardo (Di) Giusto: con il suo Reparto aveva il compito di occupare la Cima Natpriciar (Monte Natpricciana) davanti a Tolmino, ma verso le ore 3 di notte venne colto da fuoco nemico e cadde colpito alla testa. Lo ricorda una lapide posta il 4 novembre 1924 sulla casa della famiglia Giusto, che abitava nella periferia udinese, solennemente inaugurata sulle note dell’inno del Piave: “A Giusto Riccardo – Alpino dell’VIII Reggimento – che a monte Natpricciana nel nome santo d’Italia per primo la giovinezza immolando battezzava col proprio sangue il cimento della virtù italica che Vittorio Veneto poi consacrava glorioso trionfo”. Riccardo, 20 anni, alpino dell’Ottavo Reggimento, sedicesima Compagnia, cadde Giovanni Del Piero “polentina” in divisa e, al lato, la sua scheda di riconoscimento militare 27 Cultura La Grande Guerra colpito mortalmente alla testa a Passo Solarie sul monte Kolovrat, nel Comune di Drenchia, prima dell’alba, “Fu portato morente verso San Volfango, dove fu sepolto”. In verità Riccardo Giusto ( senza Di, Paolo Strazzolini: verrà corretta la lapide) non fu l’unico caduto di quel primo giorno di guerra, primo dei 650 mila caduti: diversi altri, tra questi l’alpino Valentino Del Bianco ‘Zampares’ di Avasinis di Trasaghis (nato il 24 ottobre 1891, primo di sette figli) morto alle 4,30 del mattino, tre ore e mezza dopo l’inizio delle ostilità, in combattimento in località Due Pizzi in Val Dogna; Francesco Piccini, friulano di Codroipo e Giovanni Bionda, piemontese di Vanzone, morti all’alba del 24 maggio 1915. E ricordiamo anche Luigi Del Ben, primo caduto pordenonese a 11 giorni dall’entrata in guerra: era di Torre, e apparteneva al 41° Reggimento Fanteria, morto ventenne nell’ospedaletto da campo di Caporetto, in seguito alle ferite riportate in combattimento, probabilmente sul Monte Nero; una lapide lo ricorda nel cimitero di Pordenone. Segnaliamo infine il docufilm “Alpino Riccardo Giusto”, girato interamente nelle Valli del Natisone (regista Giovanni Cismondi) presentato al pubblico il 24 maggio 2015 a Teatro Ristori a Cividale del Friuli; e anche il libro “Riccardo Giusto, tra Storia e Leggenda nella Grande Guerra” presentato a Udine sempre nel maggio dello scorso anno, autori Claudio Zanier e Paolo Strazzolini. Nel 2003 è morto l’ultimo pilota, nel mondo, sopravvissuto che ha partecipato alla prima Guerra mondiale: Henry John Lawrence Botterell (nato a Ottawa, capitale del Canada, il 7 novembre 1896). Era un pilota canadese (Canadian 28 Fighter Pilot) della RAF – la Royal Air Force. Quando è morto, il 3 gennaio 2003, aveva ben 106 anni. ALCUNI DATI SUI CADUTI E FERITI ROVEREDANI NELLA GRANDE GUERRA Civili roveredani: • nel 1917 due donne: Cadelli Maria e Redivo Maddalena, ferite alle gambe per lo scoppio di una bomba a mano; • nel 1918: De Simon Santa, morta per una granata in località Naruth1 e Michelazzi Benvenuto, mutilato alla mano sinistra per una bomba a mano lanciata da un soldato tedesco. Soldati Roveredani: morti o dispersi feriti o mutilati prigionieri nel 1915 3 12 17 nel 1916 12 12 8 nel 1917 12 7 55 nel 1918 8 3 3 nel 1919 1 (all’Ospedale militare di Busto Arsizio) Cavalieri di Vittorio Veneto: nella lunga lista compaiono i nomi di 45 roveredani. In due dei Sacrari militari della prima Guerra mondiale, di Fagarè della Battaglia e del Montello, sono custoditi anche i resti di Caduti roveredani. Segnalo questo episodio familiare: giovedì 29 agosto 1918 una granata sparata da una batteria austriaca posta a Santa Lucia di Budoia va ad esplodere a circa trecento metri dalle abitazioni dove Santa De Simon con Antonietta, Ugo e altri si trovano colà per i consueti lavori agricoli nei campi ‘là di Naruth’ lungo via IV Novembre, prima delle attuali Cave Dell’Agnese. Loro restano illesi ma le schegge uccidono Santa detta Santina (sposa di Giovanni Del Piero ‘polentina’) di anni 26 e madre di due bambine di sei e sette anni, Dovizia e Gesilda (mia suocera, cioè madre di mia moglie Tina, di Santina e Giacomo Emmanuele). Un tragico frammento nella storia di Roveredo e della famiglia di chi scrive: Dovizia, emigrata in Argentina, è morta diversi anni fa; Gesilda (coniugata Emmanuele), nata nel 1911 è morta a Roveredo nel 2009 a 98 anni. 1 numero 44 / Estate duemilasedici La Grande Guerra Cultura Sergio Gentilini Il generale Alvio Della Bianca Scorrendo alcune notizie sulla Prima Guerra Mondiale, una nota ricorda come “ l’alpino Chino Ermacora farà la tragica esperienza di raccogliere gli ultimi gemiti di Riccardo Di Giusto, il primo dei caduti italiani”; in un’altra “l’udinese Riccardo Di Giusto del Battaglione Cividale, partito in pattuglia al comando del Cap. Della Bianca, fu colpito da una fucilata in fronte… era il 24 maggio 1915” e ancora “Davide Sello, portaferiti nella Grande Guerra, colui che recupe- rò il corpo di Riccardo Di Giusto... venne eretto un cippo sopra il paese di Drenchia”. Son tornato indietro nel tempo, precisamente nel 1953 quando mio padre Antonio (1908 – 1977) stava decorando, anche con affreschi, la chiesa di S. Volfango di Drenchia-UD (purtroppo in una notte del giugno 1989 verrà incendiata da vandali notturni; verrà restaurata nel 1996). Ebbene il 27 luglio di quell’anno 1953 venne inaugurato in località Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto, conferita il 18.12.1968 al papà di padre Bruno, DEL PIERO Giuseppe, da parte del Presidente della Repubblica, per riconosciuti meriti combattentistici. numero 44 / Estate duemilasedici San Volfango il Monumento ai Caduti con grande partecipazione di Autorità: ricordo il vibrante e commosso discorso del gen. Alvio Della Bianca che, al termine, ho avvicinato in canonica. Nell’occasione ad alcuni ho chiesto un autografo a ricordo, e me lo fecero Pasquale Tomasetig (segretario di Drenchia), Lucio Formigano, dott. Vittorio de Carli, col. Luigi Olivieri e Guglielmo Pelizzo, mentre il gen. Della Bianca mi scrisse, con la penna stilografica: “Augurando che tu possa divenire un educatore alla dignità di se stessi e alla correttezza sociale nella nostra bella Patria, ti auguro un bell’avvenire: Alvio Della Bianca”. Nato a Mirano Veneto nel 1882 ha percorso tutte le tappe della carriera militare fino a generale di Brigata, decorato su tre fronti (Prima Guerra Mondiale, Guerre di Libia, 2 ferite e 3 medaglie al valore), è stato Rettore del collegio di Toppo Wassermann (dove son stato Istitutore per diversi anni, al tempo di Ottavio Valerio Mander e Silverio Mestroni), poi sindaco di Morsano e Capogruppo provinciale Unuci. È morto per infarto a 83 anni a S. Paolo di Morsano il 6 novembre 1965. Degli alpini “aveva il generoso cuore, il coraggio, la dedizione alla Patria”. Ha voluto esser sepolto ‘nella terra’. Nel 1968 a S. Paolo di Morsano al Tagliamento inaugura il gagliardetto del Gruppo Alpini, intitolato al gen. Alvio Della Bianca: madrina Santina Driussi, madre di un disperso in Russia, presente la fanfara dell’Ottavo Alpini. 29 Cultura La Grande Guerra Enrico Gladulich Ricordando la Grande Guerra e Celso Costantini, un cristiano da imitare Particolarmente felice la scelta dei protagonisti della serata organizzata dalla nostra Parrocchia per ricordare il Centenario della Grande Guerra, protagonisti che ci hanno permesso di gustare e riflettere sul significato e sui diversi aspetti di quello che fu la tragedia vissuta in particolare dai veneti e dai friulani il secolo scorso. Innanzi tutto l’aspetto patriottico, il concetto di “Italia” e di “Patria” che oggi spesso dimentichiamo, ricordati dall’Inno Nazionale, dalla Canzone del Grappa e dalla Canzone del Piave suonati dalla nostra Filarmonica, diretta dal M° Carlo Pinardi, e dal coro ANA Montecavallo di Pordenone, diretto dal M° Roberto Cescut, con uno struggente pensiero agli alpini caduti legato ai famosi “La Tradotta”, “Il lungo treno che andava al confine” e “Il capitano della Compagnia”. Ma è stato l’aspetto sociale, trascurato in passato e solo recentemente riportato alla luce, che è stato trattato da Mons. Bruno Fabio Pighin riferendosi al protagonista della serata card. Celso Costantini 30 ed alla sua eccezionale opera nella Prima Guerra Mondiale, soggetto di un suo nuovo libro. Celso Costantini sentì la vocazione a 14 anni quando a seguito di un infortunio sul lavoro – faceva il muratore – dovette restare a casa. Appoggiato dal padre - profondo cattolico che gli raccomandò di riflettere bene sulla sua decisione – si iscrisse al seminario di Concordia dove dimostrò subito la sua eccezionale intelligenza laureandosi a 23 anni. Nonostante il suo desiderio di dedicarsi all’istruzione ed alla cura dei confratelli sacerdoti, il vescovo di allora, Mons. Isola, lo obbligò ad assumere la carica di parroco a Rorai e, successivamente, a Concordia Sagittaria dove si distinse per la sua capacità di coinvolgere i parrocchiani nell’attività pastorale, si occupò dei nostri emigranti allora già numerosi ma trascurati creando a Milano un’associazione e, come se non bastasse, si dedicò alla scultura e successivamente divenne scrittore con notevole successo. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo portò ad occuparsi della tutela dei beni artistici nella zone occupate dai militari, in particolare di Aquileia, di cui nel 1915 diventò Parroco e curò la ristrutturazione della Basilica e scoprì il famoso mosaico. La sua attenzione si rivolse anche ai militari ed alle loro famiglie curando la trasmissione di notizie dal fronte austriaco a casa. Ottenne che la Chiesa dovesse assistere e seguire anche i caduti evitando le fosse comuni e creò il cimitero militare posto dietro la Chiesa di Aquileia, curando la celebrazioni funebri aiutato in questo dal Duca d’Aosta. La sua attività attirò l’attenzione di Gabriele d’Annunzio di cui diventò amico, fratello, suo padre spirituale o, come lo definì D’Annunzio stesso, suo “compagno mistico”. Ciò lo portò ad essere vescovo a Fiume, allora oggetto di disputa tra il Governo Italiano, gli irredentisti locali e le autorità croate. Rientrato in Veneto seguì i nostri soldati a Oderzo, Motta di Livenza e Concordia dove ritrovò la sua popolazione. Forte delle sue amicizie numero 44 / Estate duemilasedici La Grande Guerra intervenne a favore del Vescovo Mons. Isola fatto prigioniero a Concordia dagli irredentisti, lo libera e con l’automobile di un generale dell’aviazione italiana lo porta a San Giovanni di Casarsa dove Mons. Isola dà le dimissioni da Vescovo e lo nomina Vicario Generale. Da lì inizierà poco dopo la sua missione in Cina che lo renderà famoso. Mons. Pighin non ha voluto quindi parlare dell’attività del Cardinale Costantini in Cina, già ampiamente trattata in numerose pubblicazioni, bensì riferirsi al suo ultimo libro che tratta la figura del Cardinale sacerdote in Veneto, la tragedia della guerra, le conseguenze sulla popolazione civile, in particolare donne e bambini. Rilevante la sua attenzione ai “figli della guerra” nati da violenze e relazioni illegittime con soldati italiani o austroungarici e non riconosciuti dai mariti. Per questi creò un istituto prima a Concordia, poi nel pordenonese con l’aiuto del farmacista di Castions dove furono allevati e amati in particolare da suo fratello (anche lui sacerdote) e sua sorella. E soprattutto non abbandonati e trascurati. Curò la ricostruzione delle comunità pastorali evitando le lacerazioni e seguì la ricostruzione di 200 chiese e la riparazione di altri 700 edifici sacri. A completamento della sera- numero 44 / Estate duemilasedici ta e testimonianza di quanto fatto da Costantini in Cina la presenza a Roveredo da diversi mesi di Padre Simon, sacerdote malese, figlio di genitori cattolici cinesi. Questa poliedrica attività guidata dalla Fede e dall’amore per il Cultura prossimo, questa eccezionale intelligenza spiegano e giustificano l’iniziativa presa dalla nostra diocesi e da Mons. Pighin, in particolare tramite l’Associazione Amici del Cardinale Celso Costantini, per la sua Beatificazione. La Redazione Un inviato davvero speciale Carissimo Enrico, con queste poche righe la Redazione, pensando di interpretare anche la volontà dei parrocchiani di Roveredo-Villotte e di tutta la cittadinanza roveredana, vuole ringraziarti per il lungo e preziosissimo servizio offerto come corrispondente del Popolo per i fatti di Roveredo. Sei un profondo conoscitore del nostro paese e delle dinamiche della nostra comunità. Sostituirti sarà una bella sfida per il tuo successore. Nonostante le tue radici siano triestine, non sei stato un campanilista: da quando ti sei trasferito qui hai saputo legarti a Roveredo, tanto da affezionarti e addirittura amare questo nostro paese. Per chi non lo conoscesse, Enrico Gladulich è originario di Trieste; nato nel ‘36, si è trasferito a Roveredo nel 1972. Si è poi trasferito in Lussemburgo per lavoro nell’85 e vi ha vissuto per 10 anni. Dal 2000 all’inizio del 2016 ha portato avanti il suo servizio al giornale diocesano scrivendo gli articoli riguardanti Roveredo. Oltre a questo, ha servito la nostra Comunità anche in altri modi, per esempio ricoprendo il ruolo di Assessore al Bilancio e Personale negli anni 1996 - 2000. Ti ringraziamo, perchè non lo abbiamo ancora fatto, anche per i diversi anni di preziosa presenza in Redazione de La Voce di Roveredo, sempre attento, propositivo, creativo e mai impositivo quando si trattava di decidere, nonostante la tua superiore esperienza. Il tuo servizio è stato veramente prezioso ed attingiamo spesso dal tuo esempio. Grazie ancora di cuore! 31 Personaggi Cultura Sergio Gentilini Padre Bruno, don Mario e padre Pio Ci piace riproporre questa testimonianza (ritrovata tra molte altre carte), commovente e profetica per tutti e tre: per padre Pio, oggi è Santo, per padre Bruno e per don Mario che tanto bene hanno fatto e operato per la nostra gente, di Roveredo e in terra di Colombia. Noi aggiungiamo una preghiera: che ci proteggano da lassù. Galatina 17 giugno 1997: Carissimo Mons. Mario, mi rivedo ancora con lei 50 anni fa, quasi, quando venimmo pellegrini a questa terra di Puglia, a San Giovanni Rotondo, da Padre Pio, per avere da lui un consiglio. A me disse: “Tra due mesi entrerai in Seminario, sarai Missionario, andrai molto lontano e farai tanto bene”. La ‘Profezia’ di quell’umile Cappuccino era anche per lei: “Entrerai a Roveredo, ti fermerai tutta la vita, darai tutto te stesso fino alla fine”. I Santi non si sbagliano. Tutto si è compiuto. Auguri e arrivederci. Suo P. Bruno Del Piero, Missionario della Consolata. Bruno De Luca Angolo del dialetto Roveredano L’Alfabeto roveredano è composto da 20 lettere. Rispetto a quello della lingua italiana manca infatti la “zeta”. Alcuni plurali - i sostantivi (femminili) che terminano in “a” fanno il plurale camnumero 44 / Estate duemilasedici biando la “a” in “es”. Esempi: Solva (talpa) Solves Bièspa (vespa) Bièspes Thata (zampa) Thates Theòla (cipolla) Theòles Mùnia (suora) Mùnies - i sostantivi che terminano in “l” fanno il plurale cambiano la “l” in “i”. Ciapièl (cappello) Ciapièi Bròmbol (stupidotto) Bròmboi Curtièl (coltello) Curtièi Nuòtol (pipistrello) Nuòtoi Codaruol (abitante de “Codes”) Codaruoi. 33 Cultura Storia a cura di Marco Giacomini Ricordi indelebili di un profugo Giuliano Era la notte del 3 Novembre 1943. Questa data non la scorderò mai. Segna l’inizio della fine, l’inizio dei bombardamenti da parte dei tedeschi. Ricordo che quella notte, io e la mia famiglia, siamo fuggiti da casa e ci siamo messi in salvo nella campagna subito fuori dalla città. Abbiamo costruito una baracca con materiale trovato qua e là, e all’interno ci abbiamo vissuto finchè i bombardamenti non sono terminati. Il ritorno nella casa di città è stato doloroso: porte e finestre sfondate e la casa vuota. Non era rimasto nulla! La ricordo perfettamente quella casa: un palazzo dell’800 in pieno centro città. Era di mio padre, frutto del suo lavoro. Era nostra. Io e mio padre durante i bombardamenti ci nascondevamo in mezzo ai rovi delle more e, mentre i tedeschi dormivano, intorno a mezzanotte, tornavamo a casa. Mi chiamo Nicola Summo, sono nato l’8 Maggio del 1931e fino a quella maledetta data, la mia vita 34 da bambino/adolescente era davvero spensierata. Sapevo che qualcosa non andava, ogni tanto sentivo parlare i miei genitori, ma la mia giovane età non mi aveva permesso di capire la gravità della situazione in cui ci trovavamo. Fino a quel giorno. Quel giorno è iniziato il dolore. Sono iniziati i bombardamenti in Dalmazia che hanno dato vita, dopo l’arrivo dei tedeschi, a quello che ho sempre chiamato il “fuggi fuggi generale”. Vivevo a Zara, una bellissima città in Croazia. Durante la guerra ho lavorato con gli americani, rifornendoli di cibo, medicinali e sigarette ed ogni sorta di vettovagliamento. Ho lavorato anche nell’acquedotto di Zara il “Gradeski Vodovod”, dove ho imparato a fare l’elettricista e l’idraulico. Quello che iniziai a vedere intorno a me era troppo per un ragazzino della mia età. I tedeschi arrivavano al molo con le barche, caricavano uomini e donne con i polsi legati dietro alla schiena con del filo di ferro e sal- pavano. Non andavano lontano. Anzi, in verità queste persone non facevano più ritorno a casa. Infatti, pochi minuti dopo la partenza, sentivo gli spari e non era raro vedere uomini gettati in mare con le pietre legate al collo. Ogni giorno, alla stessa ora, le stesse barche tornavano vuote a caricare uomini e donne destinati alla morte. Nel 1943 i bombardamenti avevano colpito anche le due fabbriche di liquori presenti nella città. Fiumi di Maraschino, Cherry Brandy e Cognac si tuffavano in mare, ma io ed i miei amici, con recipienti grandi, raccoglievamo più liquore possibile dalla falla e lo portavamo a casa. Per la gioia delle nostre famiglie! Nel 1945 dopo i tedeschi sono arrivati i titini (partigiani di Tito). Le cose però non sono migliorate. Ho visto esecuzioni in piazza, gente ammazzata; non era raro camminare in campagna e vedere sugli alberi gambe o braccia di persone. Dopo tutte queste vicissitudini, i numero 44 / Estate duemilasedici Arte bombardamenti ed i rastrellamenti, siamo tornati in Italia come profughi giuliani. Ci hanno dato una sorta di “lasciapassare”chiamato PROPUSNIZCA ma abbiamo dovuto lasciare tutto, compresa la nostra casa e tutti i nostri averi. L’unica cosa in nostro possesso era rimasta una valigia di cartone legata con uno spago. Salito sulla nave che mi riportava in Italia, sono stato perquisito dalla polizia. Mi hanno addirittura controllato se tra i riccioli dei capelli nascondevo qualcosa. Tremendo! Giunti in Italia abbiamo vagato da un campo profughi all’altro, compreso quello di Trieste. Stanchi di tutto, nel 1946 siamo tornati a Roma. Abbiamo cercato un lavoro e abbiamo cercato di riprendere in mano la nostra vita. Avevo 15 anni e facevo il ragazzo di bottega e ho sempre aiutato la mia famiglia. Piano piano ci siamo costruiti una bella casa a Roma e ci siamo ripresi la serenità economica di un tempo. Ma i ricordi, soprattutto quelli più bui, quelli non te li toglie nessuno. Zara mi è sempre rimasta nel cuore e dopo mezzo secolo, sono riuscito a tornarci lo scorso anno. È stata emozione pura. Ricordavo tutto, ogni angolo della città vecchia, la scuola, l’ospedale, la piazza, la mia casa....c’è ancora. Poi mi sono fermato sul molo, ho guardato il mare e sono scoppiato in una risata. Tutti mi hanno chiesto perchè. Il Cultura ricordo corre veloce indietro, fa un balzo di circa 70 anni. Una cosa ho scordato di dire: ero un ragazzino un po’ vivace. Ogni mattina prima di andare a scuola, passavo davanti al bar del paese e mi arrampicavo su una catena che toccava l’insegna. Il proprietario del bar, per paura che la rovinassi, usciva e gridando mi diceva sempre: - Nicolaaaa!! Ghe lo digo a to pareee! Fiol d’un can! Scappavo via, correndo a perdifiato e ridendo. E poi, proprio su questo molo, dove sono in questo momento, ho passato gran parte dei miei pomeriggi a “giocare” con i gabbiani. Mi chiamo Nicola Summo sono nato l’8 maggio 1931 e ai miei tempi non esisteva la Playstation!! La Redazione Donazione Ecco i tre dipinti (altezza mt. 1,75) donati alla Parrocchia dalla Famiglia Gentilini Sergio e Tina e collocati nella suggestiva chiesetta di San Antonio: si tratta del Battesimo di Gesù, del Miracolo della guarigione del cieco e della Santa Famiglia di Nazareth, tre opere del defunto artista Antonio Pizzioli di Roveredo . numero 44 / Estate duemilasedici 35 Cultura Arte Vincenzo, Caterina e Pietro Ecce Homo “Ecce Homo” è il titolo della Meditazione sulla Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, proposta martedì 22 Marzo scorso alle ore 21.15 in continuità spirituale con le Confessioni Comunitarie per la Santa Pasqua. La parrocchiale di San Bartolomeo ha accolto questo secondo appuntamento (il primo dal titolo “In principio era il Verbo” si è tenuto il 27 Dicembre 2015 in occasione del Santo Natale), sostenuto con grande entusiasmo dalla Parrocchia e dal numeroso pubblico presente anche a questa serata, in cui si sono susseguiti in forma scenica brani del ricco repertorio poetico di Padre Turoldo, cadenzati da brani tratti dal Vangelo di Giovanni e i Canti eseguiti dalle Corali Parrocchiali dirette da Federica Barbariol accompagnate all’organo dal Maestro Gino Del Col. I testi sono stati interpretati da Caterina Comingio, Vincenzo Muriano anche regista della Sacra Rappresentazione e Pietro Barbariol. La serata ha proposto un itine- rario di parole e musica, per celebrare il Mistero Pasquale. La grande partecipazione di pubblico e la qualità dell’ascolto hanno permesso che l’intensità dell’esecuzione fosse in linea con gli intenti prefissati. Nel ringraziare quanti hanno collaborato a regalare questo momento intenso di meditazione sulla passione, morte e risurrezione di Cristo, penso che questo modo di pregare possa accostarsi e addirittura prendere il posto - in modi nuovi - ai nostri antichi momenti di pietà popolare - novene, tridui, via crucis... Grazie ancora, coltivate questo cammino religioso. don Ruggero Mazzega 36 numero 44 / Estate duemilasedici Fotocronaca L’Affresco del Crocefisso, dopo il restauro a cura di Giancarlo Magri Domenica delle Palme Restauro visita a sorpresa di suor Cecilia da Yangon (Myanmar) Lucia Pivetta con i genitori Ermenegildo e Anita numero 44 / Estate duemilasedici 37 Fotocronaca Gara di di briscola briscola De Zan Zan 38 numero 44 / Estate duemilasedici Sport Omar Taschetto Ciclistica Roveredo in Piano Un 2016 ricco di idee e manifestazioni! Sabato 9 aprile presso lo storico Bar K2 di Roveredo in Piano, nonché sede sociale, si è svolta la presentazione della Società Ciclistica Roveredo in Piano e delle attività previste per il 2016; presenti anche l’amministrazione comunale con il Sindaco Mara Giacomini insieme alla delegata allo sport Laura Benedet e la Voce storica della Pordenone Pedala e grande amico della ciclistica roveredana, Flavio Silvestrin. Si contano trenta componenti, tra atleti attivi e soci all’interno del gruppo, più che una società, un gruppo di amici che hanno preso a cuore la missione di promuovere il ciclismo all’interno del paese ma anche fuori. Quest’anno il consiglio vede presidente, Taschetto Omar, vicepresidenti Marano Marco e Polo Del Vecchio Gerald, segretaria Zanchetta Sara, DS di 3° livello Taschetto Giovanni ed un folto consiglio composto da: Del Piero Ermanno, Vignaduzzi Gianni (ex professionista degli anni 90), Martin Ivano, Vian Renzo, De Luca Marco, Rusalen Stefano, Brusadin Renzo, Colle Maurizio e De Nardo Gino. Iniziata presto quest’anno l’attività per la squadra che si è impegnata il 31 gennaio nell’organizzazione della 1^ Vajont Bike Race dove 300 bikers hanno partecipato alla manifestazione di mountain bike aperta a tutti, seconda prova del Trittico Della Brosa, che ha riscosso un notevole successo. Il percorso che si sviluppava tra i comuni di Vajont e Maniago è piaciuto , molti i consensi ed i complimenti nell’organizzazione. Il prossimo imminente impegno ci vedrà operativi il 15 maggio a Cimolais, con l’organizzazione del 1° Trofeo Dolomia, gara ciclistica riservata alla categoria giovanissimi. Quest’anno la manifestazione è entrata a far parte della seconda edizione della Superchallenge, l’unione di più gare riservate alla categoria giovanissimi,che raggruppa 7 manifestazioni organizzate tra Friuli e Veneto, che vedrà a fine giugno la serata conclusiva in pista a Portogruaro con le premiazioni finali. Per il 3 luglio invece, la ciclistica roveredana, ha previsto di riportare a Roveredo in Piano una gara in linea riservata alla categoria allievi denominata 1° Gran Premio Val Di Croda, che da tempo mancava in paese. Il circuito che percorrerà le strade attorno all’abitato, verrà ripetuto diverse volte, fino a staccarsi dal paese per immettersi nella strada provinciale che porta verso Budoia, ci sarà l’attraversamento della strada pedenumero 44 / Estate duemilasedici montana, i corridori proseguiranno all’interno dell’abitato di Dardago per continuare la salita fino al Ristorante “Allo Chalet” in Loc. Val di Croda. Una manifestazione voluta con tutte le nostre forze, entrata anche a far parte della 2^ Edizione Trofeo Il Popolo, challenge che unirà anche in questo caso diverse manifestazioni ciclistiche con una classifica finale, organizzate assieme a Gruppo Ciclistico Pasiano, Ciclistica Sacilese e Ottavio Bottecchia. Un orgoglio per la nostra squadra aver ricevuto questa possibilità da società così prestigiose che darà valore aggiunto anche alla nostra manifestazione. Da ricordare la nostra presenza sabato 11 giugno alla Festa Dello Sport di Roveredo in Piano, con un percorso adatto ai bambini che volessero cimentarsi con le due ruote. Per quanto riguarda la Pedalata “Roveredo in Bicicletta”, molto sentita e richiesta in paese da numerosi appassionati, non promettiamo niente, ma ci stiamo lavorando sopra; lo scorso anno è stata annullata a causa della nuova legge che richiedeva ai partecipanti di presentare certificato medico per attività non agonistica essendo la nostra una società affiliata al Coni e questo avrebbe di certo fatto arrivare a poche decine gli iscritti. Un parola va spesa anche per i roveredani Ermanno Del Piero cicloamatore che l’anno scorso ha raggiunto quota 25000 km in sella alla sua bicicletta, Ermanno ed Edoardo Furia che, assieme a Luigi Piccinin e Omar Pajer, partecipano constantemente a granfondo in tutta Italia. Chiediamo ai giovani roveredani appassionati di bicicletta di farsi avanti, le porte del nostro gruppo sono sempre aperte! Buona pedalata a tutti! 39 Sport Patrizio “Mario” Giacomini Asd AC Virtus Roveredo: non solo calcio Eccoci qua..... ci siamo lasciati a Natale 2014, con la festa dei 90 anni della nostra associazione, con un consiglio tutto nuovo appena insediato. Ecco quindi il punto della situazione del nostro sodalizio: Prima squadra retrocessa in seconda categoria a giugno 2015, retrocessione studiata piú a tavolino che sul campo; pronti per ripartire tutti carichi di entusiasmo e con un organico a mille, e soprattutto composta al 100% dai ragazzi di Roveredo o provenienti dal nostro vivaio, guidati dal mister Raniero Zambon. Nella stagione in corso dopo un andata altalenante, ci troviamo a marzo a soli 3 punti dai play-off. Juniores guidati da mister Luca Banini, sono terzi in classifica, e si stanno comportando proprio bene sotto tutti gli aspetti sportivi e comportamentali, e sappiamo tutti quanto sia delicata questa fascia di In altro la squadra dei Piccoli Amici etá (17/19 anni) Seguono gli allievi, primi in classifica nel girone Elite per un posto nei regionali, guidati dai mister Del Torre e Gattel. Nella categoria esordienti i nostri ragazzini sono guidati dal duo Bessega e Benedet Luca. A seguire nelle categorie dei ragazzini piú piccoli, Pulcini A guidati da Bottacin, Fusco; Pulcini B con mister Zanetti D. e Nosella D. E per finire i nostri campioncini in erba Piccoli Amici con Bot Marco, Giacomini N. e Mazzon. Ecco questo è il nostro esercito, oltre 150 persone tra ragazzi, mister, accompagnatori dirigenti ben guidati dal nostro Presidente Franco Zanetti, sempre attento a tutti i dettagli e soprattutto teso a far si che tanti giovani che hanno giocato con i nostri colori sociali, si avvicinino al termine della loro attivitá sportiva alla nostra società, creando un ambiente sano, partecipato e fulcro del calcio roveredano. Vi chiederete perché non solo calcio? Perché la nostra società si è fatta promotrice di una serie di nuove attività: iniziata con il Capodanno biancoazzurro, il carnevale con festa da ballo, il pranzo della renga, la festa di fine anno con pranzo in campo, senza dimenticare la cena sociale di Natale 2015 dove ci siamo ritrovati in oratorio in 260 persone. Quest’estate inizieremo domenica 29 maggio con la festa sociale di fine stagione; da venerdì 10 giugno in occasione degli Europei, verrá allestito un maxi schermo al campo sportivo, dove si potrá assistere In basso: le due squadre dei Pulcini 40 numero 44 / Estate duemilasedici Sport alle partite della nostra Italia.... e non solo; un torneo dei ragazzi del paese 3 vs 3, cosiddetto “torneo la gabbia” con serate a tema e chiosco ben fornito. A seguire in programma “Torneo dei Tifosi” in collaborazione con l”Udinese Club” e il “Memorial Fantinel” in collaborazione con gli amici di Martino. In agosto poi in collaborazione con la Pro organizzeremo il chiosco giovani durante la sagra all’interno del campo sportivo, sará il nuovissimo “Kiosquito BlancoYAzul”; serate per i nostri giovani accompagnate da DJ set, oltre che dal tradizionale “torneo dei Borghi”. Per far sì che tutto questo funzioni al meglio, ringraziamo fin da ora tutti quelli che vorranno avvicinarsi alla nostra società, sostenendo le numerose iniziative in programma: consiglieri, genitori, amici e sostenitori vari. Tutti sotto un’unica bandiera bianca/azzurra, sempre Forza VIRTUS! Dall’alto in basso: Esordienti, Allievi, Junore e la 1a Squadra numero 44 / Estate duemilasedici 41 Sport Palmiro Bran La società ginnastica Roveredana “Vis et Virtus” 2015/2016 Grande impegno da parte del Presidente, Palmiro Bran, e dei Consiglieri della Polisportiva, Guido Cappella, Giuliano Capasso, Gessica Filippetto, Loris Golin, Ramona Favretto, Giuseppe Crisci, Valentina Bomben e Barbara Lattanzio, che risulta essere la prima associazione sportiva roveredana per il numero di praticanti, al fine di portare a termine tutte le attività programmate per il 27° anno sociale, 1° settembre 2015/31 agosto 2016. Comunicazione Una grande novità, dal punto di vista della comunicazione, è il BLOG rintracciabile sul web all’indirizzo http://visetvirtus.blogspot.it, con tutte le notizie necessarie per la frequenza ai nostri corsi e la galleria fotografica, anche storica delle nostre squadre. Vi si trova anche uno spazio o meglio una “pagina” destinata ad ospitare tutte le informazioni delle iniziative, di qualsiasi genere, che vengono programmate ed attuate nel nostro Comune. Lo spazio è a disposizione anche del Comune e di tutte le associazioni di volontariato locali. Le comunicazioni vengono ricevute all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Pallavolo Innanzitutto si ringrazia l’Amministrazione Comunale per la concessione del meraviglioso Palasport “Cirillo Steffanini” fulcro dell’attività, si tengono infatti 11 dei 14 corsi che sono stati cantierati per la corrente annata. La Prima squadra ha partecipato, per il secondo anno consecutivo al campionato regionale di serie D, con l’organico rivoluzionato. Ci sono state sei rinunce da parte di giocatrici che facevano parte dell’organico della stagione 14/15 (Shara Tinor ed Elisabetta Martin – neo mamme, Chiara De Mattia, Giusy Capasso, Maria Zivoli ed Emma Trevisan), sostituite solo in parte, ed alle quali va il ringraziamento della Società per il prezioso contributo dato nella conquista della promozione. La squadra che ha affrontato il campionato di serie D è composta da Martina Vidali ed Aurora Mottin (entrambe new entry) con il ruolo di palleggiatrici, Roberta Bortolin, Vera Borriello e Michelle Pelletier (new entry) - centrali, Silvia Buttolo, Valentina Turrin, Alessia Modolo, Elisa Volpatti, Chiara Battistella e Giulia Ianna 42 (new entry) – attaccanti, Elisa Bidoli e Giulia Bidinost – liberi. È stato programmato, ed anche attuato, sia a livello di allenamento che di debutto in gare ufficiali, l’inserimento nella serie D di atlete delle squadre di giovanili: Elisa Cappella, Asia Mozzon, Nicoletta Menegoz, Alice Cattaruzza, Antonietta Capasso e Giada Bordelot che ha pure fatto parte della Rappresentativa Provinciale Under 15, dimostrando la loro abilità di giocatrici. Coach della prima squadra è il confermato Daniele Sinosich, allenatore di grande passione e competenza, registriamo pure la new entry di Giulio Conzato quale Assistant Coach. La stagione agonistica è da considerarsi di assestamento, al fine di trovare l’amalgama delle nuove entrate, in pratica mezza squadra. Il compito delle “nuove” si è rivelato arduo, in quanto la sostituzione di “pezzi da 90” quali Shara, Elisabetta e Chiara non è stata semplice. L’augurio è che vogliano mantenere una condizione psico-fisica-tecnica che ci consenta di mantenere la categoria. Epocale rivoluzione nel settore giovanile, che ha visto lo sconvolgimento del ruolo tecnico degli allenatori, tutte le squadre Under hanno, in pratica, cambiato allenatore. La squadra di Serie D Claudia Rosso, allenatrice per la Polisportiva dal 1995, l’anno scorso alla guida dell’under 12 ed under 13, ha rinunciato a confermarsi ed è stata sostituita per le squadre suddette da Lorena Della Valentina, proveniente dalla nostra under 15. Ha rinunciato alla conduzione tecnica della nuova under 15 (già under 14) Marika Battistella – neo mamma, sostituita da Enumero 44 / Estate duemilasedici Sport Under 12 Under 15 leonora Maluta che ha preso in carico anche la nuova under 16. Per mancanza di spazi palestra, è stato concordata una collaborazione con il Volley San Quirino per la gestione della squadra “mista” Under 14 (1 allenamento a Roveredo, 2 più la partita a San Quirino) con allenatrice Federica Gallo. Confermata la conduzione del gruppone del Minivolley (28 giocatrici/ori) a Vanessa Bresin. Le squadre giovanili che abbiamo formato sono 5, Under 12, 13, 14, 15 e 16, oltre al primo approccio alla pallavolo che è il minivolley. La nostra realtà sportivo associativa è una delle realtà provinciali più importanti nell’ambito della pallavolo. Rileviamo gli ottimi risultati agonistici delle squadre Under 12 ed Under 15, nei primi posti delle rispettive classifiche. In crescita l’under 13 e l’under 16. Buone le prestazioni dell’Under 14, di complicata gestione perché formate da tre nuclei distinti di provenienza delle giocatrici. Il gruppo del minivolley partecipa con entusiasmo e numeri importanti alle manifestazioni mensili organizzate dal Comitato Provinciale di Pordenone della Federazione Italiana Pallavolo. Ogni squadra ha avuto la disponibilità di spazio numero 44 / Estate duemilasedici I primi passi del Minivolley a settembre 2015 per effettuare tre allenamenti alla settimana, due per il minivolley, che sono il minimo sindacale per poter progredire nell’apprendimento del bellissimo ed impegnativo sport della pallavolo. Dal punto di vista economico sono state mantenute le stesse quote sociali degli ultimi anni, questo per agevolare il più possibile la frequenza da parte delle nostre ragazze. E per non farci mancare nulla è possibile fare pallavolo anche con due squadre Amatoriali “miste” che si allenano in tarda serata e partecipano a due campionati provinciali, dell’AICS, con la crema della pallavolo anni 80 e referente Febo Frangipane, e dell’Associazione Famiglie Diabetici della Provincia di Pordenone con una squadra aperta a tutti con referente Simone Roman. Ottimo riscontro per l’iniziativa del Calendario fotografico personalizzato per tutte le squadre con il fondamentale apporto del nostro Loris Golin. È stata assicurata la partecipazione della Polisportiva, con la pallavolo e la Zumba, alla Festa Comunale dello Sport, organizzata dalla Consigliera comunale delegata alla Promozione delle attività sportiva Laura Benedet per l’11 giugno. Album delle figurine dello sport roveredano Con entusiasmo la Polisportiva ha aderito all’iniziativa del Comune di realizzare un album, il secondo, delle figurine dello sport roveredano, che ospita tutte le nostre giocatrici, allenatori e dirigenti. Ben 141 figurine sono “nostre”, divise nelle nove squadre agonistiche, su ben sedici pagine. Ginnastiche Oltre che nel campo della promozione dello sport della pallavolo, la Polisportiva svolge anche un ruolo sociale per la nostra comunità, organizzando corsi 43 Sport Zumba-Fitness di “ginnastica” di vari tipi e per tutte le età. Anche in questo settore l’aria di Roveredo fa bene, la referente per le ginnastiche, Valentina Bomben, ha avuto il suo bel da fare per trovare una supplente dell’insegnante Chiara Tomasini, impegnata per la nascita del suo terzo figlio. Alla terza età viene dedicata la Ginnastica Dolce nelle giornate di martedì, dalle ore 8:10 alle 9:10, presso il palasport ed il venerdì dalle 8:30 alle 9:30 all’ex biblioteca. È un’attività fisica che interviene in tono morbido, in accordo con le leggi della natura e in armonia con lo stile di vita di chi la esegue. Non dà alcuna importanza al fattore tecnico, a quello muscolare o estetico e rifiuta ogni sforzo che non sia soft ed ogni tipo di prestazione e lavoro competitivo. Si basa al contrario sulla sensazione e distensione e propone un lavoro cosciente su se stessi in maniera tale da creare un rapporto di armonia e non d’urto con gli altri e l’ambiente che lo circonda. I principali obiettivi che la ginnastica dolce si propone sono: ridurre la tensione muscolare e ottenere l’ottimizzazione o quanto meno la normalizzazione delle principali funzioni corporee. Insegnante Chiara Tomasini con la supplenza di Barbara Baldan. A chi vuol migliorare la propria prestanza fisica sono dedicati i corsi di Total Body Workout di primo livello che si tengono al palasport il martedì ed il giovedì dalle 19 alle 20 e di secondo livello il martedì ed il giovedì dalle 20 alle 21, con l’insegnante Chiara Tomasini con la supplenza di Chiara Cadamuro. È un tipo di allenamento che ha lo scopo di temprare la muscolatura di tutto il corpo. Rappresenta l’evoluzione delle lezioni a corpo libero e consente di migliorare il tono dei muscoli di spalle, braccia, addome, glutei e gambe. Grazie all’utilizzo di attrezzi fitness, quali step, manubri, elastici e palla medica, il Total Body Workout punta a migliorare l’efficienza del sistema cardiorespiratorio, la flessibilità, il coordina- 44 mento, l’equilibrio e la postura. Il tutto rigorosamente a ritmo di musica. Con la Polisportiva e l’istruttrice Sabrina Turchet il martedì ed il giovedì dalle ore 18:30 alle 19:30 presso l’Oratorio San Pancrazio si può anche praticare lo Zumba-Fitness, disciplina sportiva che unisce una lezione di fitness con i tradizionali esercizi di ginnastica alla danza latino-americana. Il risultato è un piacevolissimo susseguirsi di coreografie facili e divertenti da eseguire. Ha lo scopo di far tonificare e sviluppare il corpo, con particolare riferimento a gambe, glutei ed addominali, utilizzando i movimenti della danza aerobica miscelati ai ritmi ed ai movimenti della musica latino-americana, l’idea della loro associazione serve a far dimenticare la fatica ai praticanti mediante l’approccio giocoso e coreografico di questo tipo di ballo, con il conseguente innalzamento del consumo calorico che, con una pratica regolare, porta ad eliminare i chili di troppo. L’ultimo corso inserito nei programmi dedicati agli adulti è il Nordic Walking o camminata nordica il lunedì e venerdì dalle ore 18:00 alle 19:30, una nuova disciplina sportiva che arriva direttamente dalla Finlandia e che sta coinvolgendo un numero sempre maggiore di sportivi, sottraendo appassionati dalla corsa. É semplicemente una tecnica di camminata che inserisce all’interno del movimento naturale l’uso dei bastoncini che comporta tutta una serie di benefici sia fisici che mentali allenando anche la parte superiore del corpo, prendendo spunto dalla tecnica dello sci di fondo classico. Può essere praticato ovunque, nei parchi, in montagna, sulla rive della spiaggia, nei sentieri dei boschi e così via. Un ottimo modo di fare sport a contatto con la natura. Il Nordic Walking stimola l’utilizzo del 85% della nostra muscolatura e di conseguenza aiuta a consumare circa il 40% in più di una normale camminata guadagnandone in tonicità nonché migliorando la circolazione e le prestazioni di cuore e polmoni come tutte le attività aerobiche. E tutto questo senza caricare sulle articolazioni come anca, ginocchio, caviglie e colonna vertebrale, tanto che spesso è consigliato per chi ha problemi alle articolazioni, per chi deve recuperare da un trauma o per le persone in sovrappeso. Istruttrici: Gigliola Colautti, Elena Gaspardo ed il nuovo tecnico Valentina Bomben. Ultimissima novità di questo giorni: per chi vuol trascorrere l’estate all’aria aperta correndo sia su strada che in campagna stiamo organizzando il corso di PREATLETISMO con la prof. Chiara Cadamuro, tecnico di atletica leggera. Info 340 2841181 Valentina. numero 44 / Estate duemilasedici Sport Il Defibrillatore Particolare attenzione la Polisportiva ha dedicato alla formazione di esecutori di BLSD (basic life support and defibrillation ossia sostegno delle funzioni vitali mediante rianimazione cardiopolmonare di base e defibrillazione precoce per la Comunità) disciplina che ha lo scopo di riconoscere prontamente la compromissione delle funzioni vitali e di sostenere la respirazione e la circolazione attraverso la ventilazione bocca a bocca o bocca–maschera ed il massaggio cardiaco esterno fino all’arrivo di mezzi efficaci per correggere la causa che ha prodotto l’arresto cardiaco. In assenza di circolazione il primo organo che va incontro a sofferenza da carenza di ossigeno è il cervello, dopo 4-5 minuti iniziano i primi danni, che diventano irreversibili dopo 8-10 minuti. L’obiettivo principale del BLS è quello di prevenire i danni anossici cerebrali attraverso le manovre di rianimazione cardiopolmonare che consistono nel mantenere la condizione normale di apertura delle vie aeree, assicurare lo scambio di ossigeno con la ventilazione e sostenere il circolo con il massaggio cardiaco esterno. La funzione del Defibrillatore semi Automatico Esterno (DAE), consiste nel correggere direttamente la causa dell’arresto cardiaco, pertanto il BLS-D crea i presupposti per il ripristino di un ritmo cardiaco valido ed il recupero del soggetto in arresto cardiaco. La tempestività dell’intervento è fondamentale in quanto bisogna considerare che le probabilità di sopravvivenza nel soggetto colpito da arresto cardiaco diminuiscono del 7-10% ogni minuto. numero 44 / Estate duemilasedici Nel 2013 (ottobre e novembre) è stato organizzato il primo corso di BLSD, finanziato dall’Amministrazione Comunale, dedicato a tutte le associazioni sportive roveredane obbligate all’uso del defibrillatore dalle norme sportive in vigore (pallavolo, calcio, tennis e bocce) nel quale 22 volontari della polisportiva hanno superato il corso di esecutore ed ai quali è stato consegnato un attestato valido due anni che li rende abili all’uso del defibrillatore collocato nell’infermeria del Palasport. Nel mese di ottobre 2015 la Polisportiva ha organizzato, sempre con il finanziamento dell’Amministrazione Comunale, il secondo corso di formazione di esecutori ed il “refresh” per l’estensione della validità temporale per ulteriori due anni degli esecutori già formati. Hanno partecipato, oltre alla Vis et Virtus, l’Associazione Calcio Virtus Roveredo, il Tennis Club e la Bocciofila Roveredana laureando in totale 41 volontari, dei quali 19 virtussini: Valentina Bomben, Palmiro Bran, Bresin Vanessa, Giuliano Capasso, Guido Cappella, Giuseppe Crisci, Lorena Della Valentina, Gessica Filippetto, Febo Frangipane, Federica Gallo, Loris Golin, Barbara Lattanzio, Aurora Mottin, Simone Roman, Italo Reggio, Simone Roman, Carlo Rorato, Daniele Sinosich, Bruno Tassan Chiaret. Grazie a tutti i Roveredani che giocano a pallavolo o che assistono dalle gradinate alle nostre partite o si mantengono in forma con la Vis et Virtus rendendo sempre attuale l’antico motto latino Mens sana in corpore sano. 45 Sport La Redazione Alessandro Gentilini, un “Pitus Sportif” d’oro Alessandro Gentilini ha 12 anni, frequenta la seconda media con ottimi voti (per la gioia e l’orgoglio del nonno Sergio, oltre che dei suoi genitori) ed è cintura marrone nell’Atletic Karate Team di Azzano Decimo/Zoppola (Pn), allenato dal Maestro Criscuolo. Già vincitore del “Pitùs Sportif Roveredo 2012” per i risultati conseguiti nel biennio precedente, quest’anno ha già vinto tre volte la medaglia d’oro nella categoria Katà-Esordienti-A, prima a Latisana poi a Porcia ed infine a Udine. Il 2015 lo ha visto partecipare ad una serie di rassegne impegnative (ad esempio gli “Internazionali di Lignano”, la “Venice Cup a Caorle”, il “Trofeo Veneto a Ponte di Piave”, il raggiungimento del prestigioso traguardo della seconda piazza Regionale nella sua categoria ESO-A con la conseguente chiamata ai Campionati Nazionali Fijlkam a Roma) nelle quali si è sempre distinto per la bella esecuzione dei suoi katà. Per chiudere in bellezza l’anno ha partecipato all’”East Wind Karate Cup”, tenutosi a Cervignano del Friuli lo scorso dicembre 2015. Numerosissimi gli Atleti presenti che si sono sfidati nelle gare di Katà, Kumitè e Duo Fighting. Alessandro ha eseguito il katà Kanku Sho ottenendo da tutti gli Arbitri il punteggio più alto: tale votazione gli ha consentito di vincere con merito la sua categoria ESO-A, cinture Marrone-Nera, come peraltro è accaduto l’anno scorso, sempre a questa manifestazione. Il video pubblicato su YouTube al link https://youtube/WgQC_AeYW54 si riferisce proprio al katà Kanku Sho recentemente esibito ad una gara. Il 2016 inizia a Tarvisio allo Stage “Karate e Relax” – con l’allenamento tenuto dal Campione del Mondo ed Allenatore della Nazionale di Karate Maschile Luca Valdesi; successivamente Alessandro ha partecipato presso l’Eurocamp di Cesenatico ad un secondo Stage tenuto dal prof. Aschieri (Direttore tecnico della Nazionale italiana di Karate) unitamente ai due Allenatori della Nazionale giovanile di Karate: tre giorni intensi di esercizi per potenziare la muscolatura al fine di migliorare la stabilità delle posizioni durante l’esecuzione del katà. Tra i “modelli di esempio” invitati dal Prof. Aschieri c’era anche Mattia Busato - il Campione veneto 23enne di karate che abbiamo potuto ammirare in televisione Giochi Europei di Baku e che ormai Alessandro conosce personalmente dopo averlo incontrato varie volte e aver potuto conversare con lui, “rubandogli” forse - qualche segreto. Le tre medaglie d’oro conquistate ad inizio 2016, oltre a quella d’argento recentemente conquistata a Talmassons (Ud), hanno permesso ad Alessandro di guadagnare la prima posizione in Regione - nella sua categoria ESO-A; quest’anno però il karateka ha deciso di cimentarsi in ogni gara in Friuli anche nella categoria superiore ESO-B: ad esempio nella gara di Latisana la pool dei pretendenti era composta da dieci Atleti tra i quali vi era anche un rappresentate di oltre confine, ed Alessandro era ovviamente il più giovane dei suoi rivali. Con la grinta che lo contraddistingue ha riproposto, come primo katà per poter superare la selezione che riduce la Pool a sei Atleti, il Kanku Sho e si è giocato il podio tra i sei Atleti qualificati con un ottimo Gojushiho Sho che gli ha permesso di vincere la medaglia d’argento conseguendo un risultato notevole data la sua età. Secondo Classificato nella categoria ESO-B, cinture Marrone-Nera. Non fermarti Alessandro, un Augurio di sempre nuovi successi dalla Redazione e dai lettori della Voce! Premiazione a Latisana: medaglia d’oro 46 numero 44 / Estate duemilasedici Sport Giorgio Cambiaghi Yoga: salute e vita Lo yoga è un’antica disciplina, un’arte millenaria basata su un sistema armonico di sviluppo del corpo, della mente e dello spirito di un essere umano. La parola Yoga deriva dalla radice sanscrita «Yug» che significa unire, legare assieme, soggiogare, dirigere e concentrare l’attenzione, usare ed applicare. Significa anche unione o comunione. È una via che ognuno può percorrere, una via che si apprende comunque solo attraverso la pratica costante. Lo yoga è l’unione tra ciò che nel giuoco dell’universo è stato separato dal suo vero Sé, e dalla sua stessa origine ed universalità. Il contatto può aver luogo in qualsiasi punto di questa coscienza varia e complessa che chiamiamo la nostra “personalità”. Può effettuarsi nel fisico per mezzo del corpo, nel vitale attraverso il gioco delle funzioni che determinano lo stato e le esperienze del nostro essere nervoso; nella mente, sia attraverso le emozioni del cuore o la volontà attiva e l’intendimento, sia, in modo più ampio, con la conversione della coscienza mentale in tutte le sue attività. È fondamentale, per chi si avvicina alla disciplina, decidere di accettare ciò che avviene, diventare semplicemente osservatori attenti e silenziosi di sé stessi, non voler affrettare i tempi, che devono essere necessariamente lenti, proprio come necessariamente lenta è l’esecuzione di ogni esercizio yoga. Non bisogna neppure crearsi false illusioni di raggiungere chissà quale alta vetta, magari tenendo ben presente che “non è importante fare dei passi che un giorno ci condurranno al fine, ognuno di questi passi deve essere in sé stesso una meta”. Per quanto bene possiamo eseguire un asana (posizione), per quanto flessibile sia il nostro corpo, se non raggiungiamo l’integrazione di corpo, respiro e mente non possiamo dire di praticare yoga. In fin dei conti che cos’è lo yoga? È qualcosa che sperimentiamo dentro di noi, nel nostro profondo. Lo yoga non è la sua espressione esterna. Lo yoga è applicare la massima attenzione a tutto ciò che facciamo e a ogni nostro movimento. Lo yoga è diverso da una danza o da una rapprenumero 44 / Estate duemilasedici sentazione teatrale. Nello yoga non stiamo dando spettacolo per gli altri. Eseguendo i vari asana (posizione) osserviamo attentamente ciò che stiamo facendo e come lo stiamo facendo. E ciò che facciamo, lo facciamo per noi. Siamo nello stesso tempo l’osservatore e l’osservato. Se non mettiamo tutta l’attenzione nella nostra pratica, non possiamo chiamarlo yoga. Desikachar Giorgio Cambiaghi: pratica yoga da oltre 25 anni, dopo aver incontrato sul proprio percorso attraverso corsi e seminari vari insegnanti e Maestri, si forma come Insegnate con il Maestro Antonio Nuzzo dell’Advaita Yoga Sangha secondo i dettami dell’antica tradizione yoga con cui approfondisce la conoscenza del Raja Yoga. Per chi desiderasse avvicinarsi a questa disciplina, le lezioni di yoga si tengono il mercoledì dalle ore 19.30 alle 21.00, presso lo scantinato dell’Oratorio San Pancrazio. 47 Sport Direttivo Tennis Club Tennis Club Roveredo La stagione 2016 è già avviata ed il circolo tennis di Roveredo ha organizzato il suo primo Torneo Nazionale di 4^ categoria a cui hanno partecipato 122 atleti provenienti da tutto il Friuli e dal Veneto, riscuotendo un grande successo per l’organizzazione e le strutture messe a disposizione dei giocatori. Inoltre sono già iniziati i campionati a squadre, con l’apertura dedicata alla serie C, dove per il terzo anno consecutivo, partecipiamo al massimo campionato a squadre regionale con ragazzi provenienti dalla nostra Scuola Tennis. Ma come non ricordare la stagione 2015, dove il riconoscimento arriva direttamente dalla federazione Italiana Tennis, collocando il Circolo di Roveredo al 1° posto assoluto in Regione tra le 5 tipologie di Scuole Tennis ed al 3°posto in Italia nella Basic School. Tutti gli anni a fine stagione tennistica si dice: ”irripetibile stagione agonistica del Tennis Club Roveredo”, e tutti gli anni i ragazzi del Maestro Fiori Sebastiano, non solo si ripetono ma si migliorano. Negli ultimi 5 anni i tornei vinti sono stati: n.8 nel 2010 e 2011- n.10 nel 2012- n.12 nel 2013 e n.16 nel 2014. Nel 2015 i tornei ufficiali F.I.T. vinti ammontano a 21 su 32 finali disputate. Oltre ai 5 tornei vinti in più rispetto l’anno scorso, nel 2015 le vittorie sono molto più prestigiose e forse in questa occasione si può parlare di “stagione irripetibile”. Il Club di Roveredo ha tenuto ben distanti tutti i grandi circoli della regione, vincendo 5 titoli regionali (3 individuali e 2 a squadre) portando così a 20 i titoli regionali conquistati dalla nascita della Scuola Tennis (anno 1998). Da ricordare i 2 tornei di macroarea e una finale e la grande impresa della squadra Under 14 disputando a Bolzano la finale della 1° fase Nazionale, che comprendeva le migliori 8 formazioni della Macroarea Nord-Est. I vincitori dei 20 tornei portano la firma di: ALESSIO TRAMONTIN – Under 12: Vincitore del titolo regionale Under 12 e del torneo di Macroarea di Ravenna e finalista a Padova, dei tornei di singolo di Azzano Decimo, Maniago, e di singolo e doppio di San Vito al Tagliamento e Fiume Veneto. Da sottolineare i grandi risultati a livello internazionale nei tornei ETA (European Tennis Accademy) di Bressanone arrivando ai quarti in singolo e semifinale in doppio, e di Ptuj (Slovenia) semifinalista in singolo e vincitore in doppio diventando giocatore di interesse nazionale e convocato al Centro Federale di Tirrenia; 48 ENRICO WOOD – Under 14: vincitore del titolo regionale Under 13 e dei tornei di Cordenons e San Vito al Tagliamento, giocatore di interesse nazionale convocato al Centro Federale di Tirrenia; GIACOMO D’AMBROSI – Under 14: Vincitore del titolo Regionale Under 14 e del Macroarea di Merano e finalista a Londra al torneo internazionale ETA. Giocatore di interesse nazionale convocato più volte al centro federale di Tirrenia. JACOPO POLES – Under 14: Vincitore dei tornei di Portogruaro e Monastier. FRANCESCO SAIN – Under 14: Vincitore del torneo di San Marco (TS) MARCO SANTAROSSA: Vincitore del torneo di 3° categoria di Fiume Veneto. SIMONE CROVATTO: Vincitore del torneo di 3°categoria LINUS-PORCIA Squadra Under 14 – Campioni regionali (POLES-SAINCARDILLO-DEI TOS); Squadra Under 16 – Campioni regionali (FAVERO-WOOD-BARBERA-ROMAN). Da mettere in rilievo che oltre alla notevole impresa compiuta dalla squadra di serie C (composta quasi totalmente da giocatori provenienti dalla Scuola Tennis: SANTAROSSA-CROVATTO-WOOD-D’AMBROSIFAVERO-BORTOLUZZI-PUPPO) che è riuscita anche quest’anno a rimanere nella competizione a squadre più importante a livello regionale, un’altra prestigiosa impresa è stata conseguita dai giovanissimi SAIN-POLESTRAMONTIN con capitano-giocatore LUCITO PAOLO con la promozione in serie D2. Per il 2016 abbiamo iscritto ben 10 squadre ai vari campionati Senior e Under. Inoltre abbiamo in programma di organizzare un torneo giovanile: per informazioni su corsi e prenotazione campi tel. 392.3000863. numero 44 / Estate duemilasedici Scrigno dei ricordi Scrigno dei ricordi 1958. Don Mario nelle uscite in montagna, con i ragazzi e, nella foto a sinistra, con Tullio Cadelli In basso: ragazze di Azione Cattolica nel 1954 A sinistra: Carnevale in Asilo con Santina Emmanuele e (don) Gianni De Simon, Arpalice è il “mus” In basso: i Del Piero in festa nel 1983 numero 44 / Estate duemilasedici 49 Anagrafe Parrocchiale Battesimi 7 novembre 2015 Bessich Linda (foto) di Roberto e Michelle Feletto (al 17.04.2016) 13 marzo 2016 Sicoli Giorgia di Adolfo e Claudia Costa Bello Gabriele di Antonio e Laura Zaccariotto Favarin Elia (foto) di Alessandro e Shara Tinor 7 febbraio 2016 Maman Chiara Isabel di Massimo e Marzia Carrer Fiordimaggio Giovanni di Sante e Arcangela Arenella Marin Sofia (foto) di Riccardo e Katia Uliana Fassan Maria Chiara (foto) di Matteo e Marina Forcione Buttignol Silvia di Marco e Sara Feletto 17 aprile 2016 Colombat Lucia di Vianney e Elena Brusadin Colombat Hortense Italia Marie Leopoldine di Jean Suc e Anne Couteret 50 numero 44 / Estate duemilasedici Anagrafe Parrocchiale Matrimoni 5 dicembre 2015 Simone Roman e Marta Fattori (al 17.04.2016) 27 dicembre 2015 Marco Indri e Caterina Bott hanno celebrato il loro matrimonio nel giorno della Sacra Famiglia nella chiesa “Santa Maria Assunta” in Torsa di Pocenia (UD) La Voce cerca sostenitori… We Want You! Carissimi Commercianti e Aziende di Roveredo in Piano, come ben saprete il periodico LA VOCE DI ROVEREDO esce due volte l’anno, sempre più corposo e apprezzato nella sua veste grafica, e riporta gli avvenimenti di tutta la Comunità, non solo le attività strettamente parrocchiali. Viene distribuita a mano a tutte le famiglie di Roveredo (ca 2.200) oltre alle copie che vengono spedite in tutto il mondo per raggiungere i roveredani all’estero. I costi di realizzazione non si sostengono da soli, le offerte che vengono raccolte coprono solo una piccolissima parte della spesa di stampa (per la parte grafica abbiamo la fortuna di avere una segretaria competente che ci realizza il lavoro). Vorremmo perciò ripristinare le pagine di “sponsorizzazione”, annullate quando i tempi erano migliori. Se vorrete aiutarci, abbiamo predisposto delle tariffe di riferimento per i diversi spazi di inserzione che si potranno scegliere: Per informazioni: [email protected], tel. 0434.94009 (ref. Silvia Badia - martedì, mercoledì e venerdì mattina) Grazie per quanto potrete fare, il parroco don Ruggero e la Redazione numero 44 / Estate duemilasedici 51 Anagrafe Parrocchiale Anniversari † 30 aprile 2015 Enrico Benedet 1° anniversario Lorenzo Vittor 7° anniversario † 17 gennaio 1975 † 15 marzo 2015 Giuseppe Panont 41° anniversario Roberto Fantuz 1° anniversario Enrico Pozzi Nel 3° anniversario della scomparsa del papà Carlo 52 † 11 marzo 2015 † 11 aprile 2006 Giuseppe Paolin 1° anniversario Regina Favetta 10° anniversario † 28 luglio 1981 † 20 febbraio 2016 Giuseppe Caponetto Sebastiana Caponetto di anni 84 È mancata Sebastiana Nelly Caponetto, figlia di Giuseppe e di Maria Intrigliolo, originari di Francofonte (Siracusa). La famiglia Caponetto è stata legata a un pezzo di storia roveredana molto importante. Il padre Giuseppe per ben 30 anni (dal 1927 al 1958), resse l’Ufficio Postale di Roveredo in Piano che era ubicato prima in Via Gaibaldi (la parte destra dell’attuale Bar Gelateria Fabris) e poi in Piazza Roma (ora Uffici Fideuram). Nel 1958 andò in quiescenza e prese la reggenza delle Poste proprio la figlia Nelly, sua preziosa collaboratrice già da diversi anni. Reggenza che si protrasse fino alla pensione. Nel 1987 vennero costruite le nuove Poste a Roveredo trovando la loro collocazione odierna di fronte al Municipio. Persona schiva, educata e gentile la Nelly. I roveredani e i familiari (il fratello Michele vive con la sua famiglia a Dalmine-BG) vogliono ricordarla così. numero 42 / Estate duemilaquindici Anniversari Anagrafe Parrocchiale Anniversari + 12/04/2011 Elvira Gnocato Maria Gheno Ferruccio Benedet 18° anniversario 3° anniversario 5° anniversario Giuseppe Montalbano 31.01.1997 3.1.2003 Mario Redivo Romilda Barbariol 10° anniversario 19° anniversario 13° anniversario Il figlio Pietro ricorda papà Mario Barbariol A vent’anni dalla sua scomparsa, rimane ancora fulgido il ricordo di marito, di padre e di nonno e, soprattutto, di vero Roveredano. Uomo tutto d’un pezzo, intelligente ma ostinato; attratto dal progresso scientifico e tecnologico, ma fermamente ancorato alle tradizioni; lavoratore instancabile. Intransigente prima con se stesso e poi con chi gli era accanto. Era capace di fare di tutto; nato in un periodo in cui la ristrettezza dei mezzi non permetteva studio o apprendistato, ma imponeva arguzia, talento, manualità e velocità nell’imparare, era dapprima agricoltore poi manovale, muratore, carpentiere e falegname. Quando gli fu chiesto di andare a lavorare, prima nel Consorzio Cellina-Meduna e, successivamente, assistente edile in un’impresa di costruzioni, non ebbe problema alcuno e si fece apprezzare per le sue capacità tecniche e per il valore umano. Nipote, per parte di madre, di Cadelli Giovanni “Grith”, fondatore della Filarmonica Roveredana, amava tanto la musica, tanto da essere membro attivo della Banda, prima, insegnante delle nuove leve, poi. Tante cose abbiamo preso da lui, tra le quali: la ferrea volontà, lo spirito di abnegazione, l’impegno, la pazienza e la riflessione per superare momenti difficili; ed, infine, saper trarre insegnamento da ogni situazione in modo da forgiare il carattere e le proprie capacità. Grazie papà. Sono ritornati al Padre La vita oltre la morte è un mistero che tocca le nostre anime e le nostre più intime attese ma la speranza cristiana ci ricorda come il Paradiso è sempre la nostra ultima mèta numero 44 / Estate duemilasedici 6.11.2015 Fabiola Dalla Libera di anni 53 9.11.2015 Giuseppina Casasola di anni 83 19.11.2015 Antonietta Redivo di anni 79 53 Anagrafe Parrocchiale Sono ritornati al Padre 54 25.11.2015 Aurora Bellotto di anni 90 24.11.2015 Remigio Portolan di anni 81 9.12.2015 Bruna Viatti di anni 93 9.1.2016 Lucio Pulin di anni 70 13.1.2016 Anna Laura Vitale di anni 74 30.1.2016 Franco Gnocato di anni 84 1.2.2016 David Roark di anni 70 5.2.2016 Lidia Altran di anni 75 7.2.2016 Amabile Ceschiat di anni 94 9.2.2016 Luigi Cociancich di anni 88 3.3.2016 Nicla Falsarella di anni 89 6.3.2016 Enrico Celant di anni 58 9.3.2016 Iolanda Di Benedetto di anni 100 11.3.2016 Sergio Corazzin di anni 58 16.3.2016 Giuseppe Sacilotto di anni 75 26.3.2016 Luigi Ferrari di anni 67 28.3.2016 Antonio Tonel di anni 92 3.4.2016 Antonio Medda di anni 79 6.4.2016 9.4.2016 14.4.2016 17.3.2016 Loredana Corba Aldo Catalfamo Diletta Santarossa Domenico Redivo di anni 70 di anni 91 di anni 84 di anni 87 numero 44 / Estate duemilasedici L’angolo della Posta la Redazione I Postini de La Voce La Redazione vuole esprimere un sincero GRAZIE a tutti i Postini de “La Voce di Roveredo”: senza di Voi questo giornale e, quindi, le voci dei parrocchiani e di tutta la comunità roveredana, non arriverebbero a destinazione. Un compito delicato e a volte difficile quello dei Postini, che con educazione, cortesia e mai invadenza devono entrare nelle case dei loro concittadini – o anche solo affacciarsi ai cancelli e ai portoni chiusi – e proporre la rivista a fronte di una piccola offerta. Per dovere di trasparenza lo ripetiamo qui, pubblicamente: tutto ciò che viene raccolto viene immediatamente consegnato al Parroco e destinato ad esclusiva copertura dei costi di stampa della Voce che, come tutti possono immaginare, sono piuttosto impegnativi data la corposità dei numeri in uscita due volte l’anno e l’originale veste grafica che si distingue tra tutti i “bollettini parrocchiali” della Diocesi (anche a detta de Il Popolo, e non solo di chi ci legge). Questo risultato è frutto di un percorso realizzato con impegno e fatica nel corso dei diversi anni di pubblicazione del giornale (ben 62!) ma soprattutto, negli ultimi anni, grazie al lavoro professionale di Silvia Badia, grafica di formazione e professione, che ci accompagna in questo imprescindibile servizio. Ricordiamo che i Postini sono incaricati dal Parroco a questo compito: per ogni zona del paese vi è un Responsabile con alcuni collaboratori, che si cerca di mantenere fissi in modo da essere ogni volta immediatamente riconoscibili dai concittadini. A volte, infatti, i Postini sono attesi dalle persone a casa (soprattutto dai nostri anziani) per scambiare due chiacchiere o segnalare delle problematiche, diventando quindi delle “antenne” delle necessità del paese. È un ruolo delicato e importante, oltre che prezioso, da non sottovalutare in questi tempi dove si va sempre di fretta e spesso non si conosce neppure il volto del nostro vicino. Come tutti i gruppi parrocchiali c’è sempre bisogno di linfa nuova e quindi le porte sono sempre aperte a nuovi volontari da inserire nelle zone che rimangono più scoperte e dove risiedono più famiglie…fatevi avanti dunque giovani e meno giovani, poiché più il lavoro è suddiviso meno si sente la fatica! Riceviamo... numero 44 / Estate duemilasedici 55 Non ci sono parole per esprimere la tristezza che proviamo nel doverci separare da voi GRAZIE , sorelle, per la vostra presenza discreta e per la vostra preziosa testimonianza tra noi: Ci mancherete!!! Lo Sposo vi dia la giusta ricompensa. La Comunità di Roveredo in Piano CALENDARIO CAMPI-SCUOLA Turno Data TRAMONTI 2016: Animati Animatori 01 venerdì 10 - sabato 11 - domenica 12 GIUGNO 2 elementare 02 da giovedì 16 a domenica 19 GIUGNO 3a elementare 03 da domenica 19 a domenica 26 GIUGNO 4a elementare 1a superiore 04 da domenica 26 GIUGNO a domenica 3 LUGLIO 5a elementare 2a superiore 05 da domenica 3 a domenica 10 LUGLIO 1a media 3a superiore 06 da domenica 10 a domenica 17 LUGLIO 2a media 4a superiore 07 da domenica 17 a domenica 24 LUGLIO 3a media 5a superiore 08 SOGGIORNO RELAX PER ANZIANI da mercoledì 27 LUGLIO a mercoledì 10 AGOSTO a