Renzi: il bue che dice cornuto all`asino
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Renzi: il bue che dice cornuto all`asino
FIBA Settembre 2014 LINK Numero ottantatre Renzi: il bue che dice cornuto all’asino Nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio ha annunciato il suo intervento sul Jobs Act, attualmente in discussione in Parlamento, per modificare alcuni articoli della Legge 300, conosciuta come Statuto dei Lavoratori. Certo da un politico che si era presentato come “rottamatore” ci si aspettava più fantasia, invece che ripercorrere le già logore strade intraprese da precedenti Presidenti del Consiglio, per vedere la disoccupazione schizzare al 12,6% (dato di luglio, tra i peggiori dei Paesi UE). Forse è proprio per dirottare l’attenzione dai problemi reali che il Presidente del Consiglio ha attivato la macchina della propaganda. Chi ricorda la sua promessa del 13 marzo scorso, secondo la quale entro il 21 settembre successivo la Pubblica Amministrazione avrebbe saldato tutti i suoi debiti verso le aziende creditrici? (secondo la CGIA di Mestre lo Stato deve ancora 35 miliardi di euro!) Altresì, secondo alcuni commentatori il DEF (Documento Economia e Finanza del Governo) sta tardando perché non si trovano i 10 miliardi per il bonus degli 80 euro ed altri 10 miliardi per le imprese che chiedono di diminuire l’IRAP. Beh, se il Presidente si facesse carico di tassare le aziende del gioco d’azzardo, che avrebbero dovuto pagare 98 miliardi di euro allo Stato (avete letto bene, 98 miliardi), avrebbe risolto davvero tanti problemi, compreso quello di abbassare il cuneo fiscale del costo del lavoro: altro che licenziare, il problema è assumere! Evidentemente è più facile fare un video messaggio (in cui non è previsto il contraddittorio) accusando i sindacati di essere corresponsabili della disoccupazione. I sindacati sono fatti di persone, quindi possono sbagliare, ma additarli come responsabili delle mancate assunzioni da parte delle imprese o della crisi economica, ci sembra proprio il caso del bue che dice cornuto all’asino. E per essere concreti, vorremmo ricordare al Presidente del Consiglio che, in questi anni, i sindacati ed i lavoratori del credito hanno fatto rinunce economiche per consentire l’uscita di 50.000 esuberi e l’assunzione di almeno 6.000 nuovi giovani nelle banche. Il Presidente del Consiglio, però, non ha mai voluto incontrare i sindacati e queste cose non le può sapere (a dire il vero lui incontra solo quel sindacato che sciopera e che non firma accordi: film già visto). Insomma la Fiba/Cisl pensa che per risolvere i problemi non servano propaganda e messaggi, ma confronto e assunzione di responsabilità: noi siamo pronti! Ma siamo altrettanto pronti a farci sentire nel caso lui non volesse ascoltarci! p.s. secondo l’indagine Ipsos i sindacati hanno il consenso del 37% dei cittadini italiani, mentre i partiti del 22% (chi è l’asino e chi è il bue?) Seguici www.fibaer.it SIAMO SEMPRE AGGIORNATI! Seguici anche su TWITTER e su FACEBOOK