Antonella Canini
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Integratori alimentari e stati fisiopatologici Piante officinali e Nutraceutici Prof. Antonella Canini - Ordinario di Botanica Direttore del Dipartimento di Biologia, Università Roma “Tor Vergata” [email protected] Dal passato ad oggi… Oltre ad avere un ruolo fondamentale nell'alimentazione dell'uomo, le piante sono state utilizzate, fin dai tempi più antichi, a scopo terapeutico. E’ stato ampiamente dimostrato che tali proprietà sono dovute alla bioattività di composti rintracciabili all’interno di queste piante e in particolar modo ai metaboliti secondari. Metaboliti secondari I metaboliti secondari sono composti naturali prodotti unicamente dal metabolismo delle piante attraverso specifiche vie biosintetiche. I principali gruppi di metaboliti secondari sono: Fenoli, Flavonoidi, Terpenoidi, Alcaloidi. Terpeni, Dove sono conservate e sequestrate queste molecole? Tutti questi composti sono presenti nelle cellule vegetali ed in particolar modo nei vacuoli. Anche i tricomi ghiandolari sono la sede di sintesi e conservazione di alcuni secreti vegetali (in particolar modo oli essenziali) Funzioni dei metaboliti secondari nelle piante Protezione da UV, Proprietà antiossidanti Antimicrobici/Antimicotici Allelopatia Elementi legnosi Dispersione dei semi Variazioni di temperatura Protezione da erbivoria e insetti Risposta a stress abiotici Attrazione di animali Effetti dei metaboliti secondari su cellule di mammifero, uomo, batteri e virus • Attività antimicrobica e antivirale • Modificazione dello stato redox cellulare (es. azione antiossidante) • Regolazione della sintesi di ormoni, metaboliti e fisiologia animale • Alterazione dei pathway di trasduzione del segnale cellulare • Regolazione dell’attività di specifici enzimi (es. Topoisomerasi) • Modulazione di alcune strutture cellulari (es. citoscheletro) • Induzione o repressione della trascrizione di alcuni geni (es. differenziamento, immunostimolazione) Biodisponibilità e concentrazione Fattori che influenzano la biodisponibilità dei metaboliti secondari: • Età • Predisposizione genetica • Richiesta di nutrienti • Metabolismo optimum Per tutte le sostanze che ingeriamo esiste un range di concentrazione che risulta necessario e non tossico (optimum). Recenti dati di letteratura hanno dimostrato che trattamenti cellulari in vitro con concentrazioni troppo elevate di metaboliti secondari possono indurre risposte avverse nelle cellule. Mangiare vegetali e frutta, naturalmente, non produce tali effetti poiché le quantità di metaboliti assorbiti a livello intestinale non raggiunge mai tali concentrazioni soglia (Biodisponibilità). Cos’è una pianta officinale? Una pianta officinale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è un organismo vegetale che contiene, in uno dei suoi organi, sostanze che possono essere utilizzate nelle officine farmaceutiche per la produzione di sostanze medicinali a fini terapeutici o che sono i precursori di emisintesi di specie farmaceutiche. Il fitocomplesso è l'insieme di una quantità di principi, noti e non, farmacologicamente attivi e di sostanze che aiutano l'azione dei primi, pur essendo di per sé inattivi. Esso è unicamente di origine vegetale e non riproducibile per sintesi chimica. Nutraceutica è un neologismo che si origina dalla fusione dei termini "nutrizione" e "farmaceutica" e si riferisce allo studio di alimenti che hanno una funzione benefica sulla salute umana. Un nutraceutico è, quindi, un “alimento-farmaco” ovvero un alimento salutare che associa a componenti nutrizionali selezionati per caratteristiche quali l’alta digeribilità e l’ipoallergenicità, le proprietà curative di principi attivi naturali di comprovata e riconosciuta efficacia. Metodiche estrattive dei principi attivi 1 - Raccolta del materiale (periodo balsamico, porzione vegetale specifica..) 2 - Preparazione del materiale (fresco o dopo esser stato essiccato, quantità adatta, polverizzazione) 3 – Scelta della tecnica estrattiva più opportuna, esempi: Spremitura Macerazione Infusione Ultrasuoni Distillazione in corrente di vapore Soxhlet Caratterizzazione di estratti vegetali HPLC-DAD-MS • Identificazione di metaboliti secondari noti • Rilevamento di metaboliti secondari nuovi • Quantizzazione di queste molecole nei estratti vegetali GC-MS vari Collettore di frazioni dell’HPLC Eccezionale particolarità dell’HPLC è la possibilità di separare e recuperare la frazione d’interesse dall’intero estratto. Analisi dell’attività dell’intero estratto e delle sue singole componenti. Classici esempi di piante officinali Ingredienti bioattivi della camomilla: farnesene, camazulene, flavonoidi (apigenina, quercetina, patuletina and luteolina), cumarine. Esperimenti in vivo hanno dimostrato che l’estratto di tale pianta presenta le seguenti proprietà: • antispasmodico • ansiolitico • batterici • anti-inflammatorio (chamazulene che inibisce la COX) • antimutagenico • riduce il colesterolo •antidiabetico •antiossidante Matricaria chamomilla L. Il cardo mariano è ricco in silimarine (flavolignani) che hanno grandi proprietà epatoprotettive. Silybum marianum (L.) Gaertn. L’esempio delle piante officinali Africane Nella tradizione Africana sono molte le specie vegetali considerate veri e propri “farmaci”. I “medici-stregoni” locali scelgono le piante adatte, le seccano al sole, vi estraggono i principi attivi e le usano sui loro pazienti. Le popolazioni Africane associano gli effetti benefici di questi estratti a spiriti benigni non conoscendo l’esistenza dei principi attivi di cui le piante sono produttrici. Estratti di Moringa oleifera, Eremomastax speciosa e Aframomum melegueta, che gli indigeni Africani usano anche come cura delle neoplasie, hanno effettivamente mostrato proprietà antiproliferative (arresto del ciclo cellulare) e differenzianti su cellule di melanoma murino B16F10. MN Piante officinali come integratori alimentari In base a tali osservazioni, si può concludere che gli estratti e le matrici vegetali delle piante officinali posso rappresentare per l’uomo veri e propri integratori alimentari per la loro composizione in: • micro e macroelementi, vitamine, fibre, proteine, zuccheri e lipidi (che possono favorire il funzionamento dell’organismo e che spesso sono necessari per la vita) • metaboliti secondari con funzioni bioattive. Le colture in vitro per la produzione su larga scala di cellule vegetali PIANTA •Prelievo degli espianti ESPIANTI ESPIANTI •Sterilizzazione FOGLIARI/ CAULINARI •Inoculo in mezzo callogenico SEMI CALLO Callogenesi Callogenesi Colture cellulari Callo • • Rappresenta la naturale risposta della pianta ad una ferita E’ una massa di cellule in attiva divisione per la produzione di cellule indifferenziate prodotte da espianti di tessuto vegetale • E’ formato da cellule totipotenti Inizio della formazione di callo in vitro Proliferazione del callo Bioreattori per la produzione massiva di cellule vegetali e metaboliti secondari Progetto PIF (Regione Lazio): Vitis vinifera • • • • Caratterizzazione genetica mediante microsatelliti Caratterizzazione biochimica (HPLC-MS) Studio delle proprietà antiossidanti su cellule umane Colture in vitro per incrementare la produzione di metaboliti secondari ad attività nutraceutica GRAZIE PER L’ATTENZIONE Prof. Antonella Canini Ordinario di Botanica Direttore del Dipartimento di Biologia, Università Roma “Tor Vergata” [email protected]