L`Italia e il mare tra geopolitica, sicurezza nazionale e strategia
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L`Italia e il mare tra geopolitica, sicurezza nazionale e strategia
L’Italia e il mare tra geopolitica, sicurezza nazionale e strategia economica di Andrea Cucco Q Dal Mare Nostrum al Mediterraneo allargato: l’essenzialità di quest’area per molti aspetti della vita del nostro Paese uando si parla di Mediterraneo, sopratutto alla luce dei meriti e delle polemiche legate alle cronache della conclusa operazione Mare Nostrum, le riflessioni sono fatte sempre più con la pancia che con la testa. Tra la gente comune vige un’insofferenza costante alle quotidiane notizie di sbarchi e stragi di “migranti” sulla frontiera europea più esposta, l’Italia, che prevale su ogni logica od analisi più ampia. L’11 marzo, il dipartimento di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma ha organizzato nell’aula magna del rettorato il seminario “l’Italia e il Mare tra geopolitica, sicurezza nazionale e strategia economica”. L’appuntamento ha avuto la lungimiranza di riunire i protagonisti del Mediterraneo come sistema complesso in cui si intrecciano attività ed interessi di innumerevoli attori. Hanno partecipato docenti, analisti, politici, ambientalisti, militari, giornalisti e rappresentanti 4 maggio-giugno 2015 della marina mercantile, intervenuti di fronte ad un pubblico numeroso, sicuramente superiore alle aspettative per un tema tanto particolare. A fare gli onori di casa è stato il rettore dell’Università, il professor Eugenio Gaudio, che ha sottolineato l’importanza della sede dell’evento in quanto luogo di formazione della futura classe dirigente nazionale ed europea. Il direttore del dipartimento di Scienze Politiche, il professor Fulco Lanchester, ha poi definito il seminario come “tavolo per far incontrare diverse realtà legate dal mare, come unico filo conduttore, per promuovere un momento di riflessione congiunto su una pluralità di tematiche relative alle linee strategiche di sviluppo degli asset produttivi e di sicurezza del Paese nella dimensione marittima”. Tra i relatori istituzionali erano presenti il sen. Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato, il sen. Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa del Senato, il sen. Mas- simo Mucchetti, presidente della Commissione Industria del Senato e l’on. Domenico Rossi, sottosegretario del Ministero della Difesa. Il senatore Casini e l’onorevole Rossi hanno ammonito sui pericoli che possono derivare da un approccio superficiale da parte europea nei confronti delle crisi in atto: se da un lato il Mediterraneo rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia, dall’altro si configura come una minacL’errata percezione della reale minaccia delle ondate di “migranti” diretti verso le nostre cia crescente alla sicurezza coste, specialmente nell’opinione pubblica, può essere causa di gravi conseguenze; in apercon, per fare un esempio, artura una vedetta SAR della Guardia Costiera soccorre un barcone di immigrati senali libici in mano a terroristi. Le ondate di profughi vangli oceani, oltre il 65% della popolazione mondiano affrontate con la cooperazione ed aiuti nei rile vive a meno di 200 km dalla costa e negli ultimi spettivi Paesi d’origine. 10 anni il 75% dei Paesi ha incrementato la proIl senatore Casini ha in particolare accusato la politipria connettività marittima confermando quanto ca europea di essersi occupata di altri confini - come il mare sia il principale mezzo per attività produtquelli orientali – dimenticando che tocca invece protive, commerciali e di comunicazione. prio al nostro continente affrontare i problemi della L’area mediterranea, pur rappresentando solo l’1% sua sponda meridionale ora che l’interesse geostratedella superficie terrestre coperta dalle acque, interesgico degli Stati Uniti si è spostato verso il Pacifico. sa il 19% del traffico marittimo mondiale, il 30% del Una novità assoluta è stata la partecipazione del traffico di petrolio, il 65% delle altre risorse energetiministero dell’Ambiente e della tutela del Territoche destinate all’Italia e agli altri Paesi europei. rio e del Mare che con il sottosegretario on. Silvia Le complesse dinamiche del Mediterraneo – ha Velo ha puntualizzato: “questa occasione di incontro proseguito il capo di Stato Maggiore della Marina rappresenta un vero nuovo approccio nello studio e nel sono strettamente interconnesse con quelle del dibattito sulle strategie economiche e sulle politiche di “Mediterraneo allargato”, regione che parte dal sicurezza legate alla marittimità e al mare. La parola Mediterraneo e si allarga ad Oriente verso il Mar chiave che il ministero dell’ambiente mette al centro Nero, il Medio Oriente e – tramite Suez – il Mar del dibattito è equilibrio tra tutte le realtà economiche Rosso, il Golfo Persico, il Corno d’Africa, l’Oceano ed istituzionali e gli interessi in gioco che si sviluppano Indiano e, a Occidente – attraverso Gibilterra – il attraverso la risorsa mare. Nella nuova strategia della Golfo di Guinea. blu economy l’Italia deve avere un ruolo principale”. Per l’Italia, Paese marittimo, la sicurezza, l’econoIl capo di Stato Maggiore della Marina, l’ammiramia e la prosperità dipendono dalla garanzia del glio Giuseppe De Giorgi, ha descritto un lungo libero e sicuro uso del mare. In tale contesto, è neelenco di fattori critici che l’Italia non potrà afcessario quindi prevenire e contrastare efficacefrontare senza uno strumento militare adeguato mente i rischi e le minacce che in acqua trovano ed aggiornato; tra questi gli effetti del passaggio da una piena libertà d’azione; assicurare la protezione un sistema bipolare ad un sistema multipolare cadel complesso sistema produttivo e del trasporto ratterizzato da un confronto tra comunità cultumarittimo – le linee di comunicazione marittima, ralmente, politicamente ed economicamente digli oleodotti e gasdotti sottomarini, i porti, gli inverse. La globalizzazione ha creato interdipendenterporti, i centri nodali di smistamento, le navi, le za tra Paesi lontani, riverberando su scala mondiapiattaforme petrolifere; assicurare il mantenimenle gli effetti di ogni crisi. to dei rifornimenti energetici e l’approvvigionaLe statistiche a supporto sono eloquenti: l’80% di mento delle materie prime per l’industria nazionatutta la vita della pianeta si sviluppa nei mari e ne- maggio-giugno 2015 5 (la 4ª in Europa), la 2ª flotta peschereccia europea (con oltre 12.700 pescherecci e 60.000 addetti). Il comparto marittimo nazionale genera da solo circa il 3% del PIL, con un moltiplicatore economico d’investimento pari a 2,9 volte il capitale investito. Senza uno strumento navale adeguato – ha concluso l’ammiraglio - non saranno possibili la proiezione di capacità La presenza, nelle mani dei miliziani dell’ISIS in Libia, di massicci quantitativi di armi, militari e umanitarie su terra, compresi missili e aggressivi chimici, provenienti dagli arsenali del deposto colonnello per intervenire in situazioni Gheddafi è un elemento foriero di alti tassi di instabilità di crisi/calamità o di straordinaria necessità e urgenza; il le di trasformazione; rafforzare le relazioni con le lecito e sostenibile utilizzo di tutte le risorse disponazioni rivierasche attraverso il dialogo e la coopenibili, dalle energetiche alle alimentari, che conrazione; evitare il rischio di “marginalizzazione” corrono allo sviluppo dell’economia nazionale; del Mediterraneo, mediante la difesa dell’agibilità una diplomazia navale, finalizzata al sostegno deldel Canale di Suez e il contrasto del fenomeno dell’azione di politica estera ed al consolidamento di la pirateria in Oceano Indiano. relazioni politico-economiche con Paesi stranieri; L’Italia non può ignorare la sua posizione: è forla protezione dei connazionali all’estero (dei 4,3 mata da 8.000 chilometri di costa con una frontiemilioni residenti all’estero, circa l’85% vive in Stara terrestre sicura a nord con i Paesi europei e una ti rivieraschi o raggiungibili dal mare). frontiera “liquida”, aperta a sud; sprovvista di maTra i successivi interventi è da rimarcare quello del terie prime ha un’economia basata principalmenrappresentante di Confitarma (Confederazione te sulla capacità di acquisire risorse primarie dalItaliana Armatori), il dott. Luca Sisto: nel corso del l’estero, che vengono poi lavorate, trasformate ed 2014, quasi 900 navi mercantili sono state chiain buona parte esportate. Oltre l’80% delle merci è mate in soccorso dei migranti. Di queste, più di scambiato via mare. 250 unità hanno imbarcato circa 42.000 migranti Il nostro Paese possiede inoltre la prima flotta di sul totale di 170.000 salvati. navi traghetto, la 12ª flotta mercantile al mondo Il naviglio mercantile affronta dunque con la crisi dei profughi diversi ordini di problemi: quello umanitario e quello legato alla sicurezza perché le navi hanno equipaggi ridotti e sono prive delle necessarie dotazioni di soccorso, fino ad arrivare al danno economico per i ritardi nella consegna delle merci che vanno indirettamente a minare l’affidabilità dei porti mediterranei a favore di quelli nordeuropei, già avvantaggiati da una migliore efficienza delle infrastrutture. Il Mediterraneo è una risorsa se amministrato e compreso nelle sue logiche politiche, ambientali e sociali. A definirlo “Mare Nostrum” avrebbe da tempo dovuta essere l’Europa intera di concerto con tutti i Paesi che vi si affacciano. In tempi di instabilità e spietata concorrenza, l’area è un’enorme risorsa L’importanza per l’Italia, del teatro Mediterraneo è riscontrabile fache potrebbe esaurirsi e lasciarci solo i costi del cilmente anche dal solo fatto che il nostro Paese detiene la 2ª flot■ nostro fallimento. ta peschereccia d’Europa (nella foto il porto di Mazara del Vallo 6 maggio-giugno 2015