ALLA CASA UBOLDI LA CINA E` VICINA

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ALLA CASA UBOLDI LA CINA E` VICINA
TALAMONA 23 maggio 2013 sesto viaggio in biblioteca
ALLA CASA UBOLDI LA CINA E’ VICINA
IL RACCONTO DI UN’ESCURSIONE TURISTICA SULLE ORME DI MARCO POLO
La Cina è vicina si dice, oggi più che mai. La Cina che, secondo l’opinione corrente, copia i nostri
prodotti alterandone la qualità. La Cina, la nazione più popolosa al Mondo i cui abitanti si stanno
spargendo a macchia di leopardo un po’ ovunque. La Cina che è diventata così ricca da potersi
permettere la copertura del debito pubblico degli Stati Uniti. La Cina, moderna ed insieme
tradizionale. La Cina presente nell’immaginario collettivo degli europei sin dai tempi de IL
MILIONE di Marco Polo. La Cina protagonista di una nuova serata raccontata da Sonia e Italo che
l’hanno visitata nel corso di un’escursione di gruppo organizzata a cavallo tra maggio e giugno
2011 e questa sera alle ore 20.45 alla casa Uboldi hanno voluto condividere la loro esperienza col
pubblico accorso, ancora una volta numeroso, attraverso la visione di un video da loro girato
introdotto da Italo con un riassunto dell’itinerario percorso. Un racconto qui riprodotto il più
precisamente possibile. Il racconto di un viaggio turistico la cui meta non è stata scelta a caso, ma è
l’espressione di una passione che Sonia e Italo coltivano per le terre d’Oriente e che si è già
espressa attraverso viaggi in Sri Lanka, India e Thailandia trovando nella Cina la sua naturale
prosecuzione nonché la soddisfazione di una curiosità: vedere la muraglia più lunga del Mondo. Il
racconto di un viaggio turistico organizzato da un valente tour operator che da più di vent’anni (cioè
da quando la politica si è fatta più aperta) organizza egregiamente in Cina itinerari mirati ben
spiegati da guide locali (che affiancano una guida fornita dall’agenzia stessa per tutta la durata del
viaggio) e rivolti a gruppi ristretti per non creare eccessiva dispersione. Un racconto che ha
riservato sorprese e curiosità come ad esempio la decisione del comitato centrale del partito
comunista cinese di mantenere un unico fuso orario in tutto il Paese nonostante la Cina sia il terzo
Paese al Mondo per estensione territoriale dopo la Russia e il Canada. Un itinerario cominciato con
un volo Milano - Roma e proseguito con un volo notturno fino a Pechino una città il cui nome
internazionale, nonché originale cinese, è Beijing. A Pechino Sonia ed Italo si sono congiunti con il
resto della variegata combriccola (composta tra l’altro da una coppia settantenne siciliana e da due
ventenni di Rimini) e il viaggio vero e proprio è potuto cominciare. Un tour de force caratterizzato
da lunghe camminate che cominciavano alle 7 di mattina e terminavano alla sera tardi. Un percorso
durante il quale è stato necessario cambiare spessissimo albergo. Una maratona della durata di circa
due settimane. La prima curiosità della città di Pechino è piazza Tien Ammen divenuta famosa in
tutto il mondo nel 1989 quando è stata teatro di contestazioni giovanili violentemente represse dal
Governo. Questa piazza è davvero immensa. I locali dicono che può contenere qualche migliaio di
persone, mentre le guide turistiche parlano di qualche milione. In questa piazza sorge il mausoleo di
Mao nonché tutta una serie di templi buddhisti e taoisti sparsi un po’ in tutto il Paese. Un tempio
particolarmente suggestivo è risultato essere il Tempio del cielo, tempio taoista edificato nel 1400
sopra edifici di culto precedenti. A Pechino si trova inoltre la città proibita resa celebre in tutto il
Mondo dal film L’ULTIMO IMPERATORE di Bernardo Bertolucci. Settantaduemila chilometri
quadrati di superficie, novecentottanta edifici divisi in ottomilasettecentosette stanze. Un’immensità
edificata nel 1400 per essere la sede di tutti gli imperatori cinesi fino all’ultimo, la cui storia,
raccontata nel film di Bertolucci, si svolge nel primo Novecento. Per la precisione Pu Yi (questo il
nome dell’ultimo imperatore) nacque nel 1906, venne proclamato imperatore nel 1908 e fino all’età
adulta rimase confinato nella città proibita senza poter mai uscire fino a quando i giapponesi
invasero la Cina e lui dovette fuggire. Nel 1950 il governo maoista insediatosi nel frattempo in Cina
lo spedì per dodici anni in un campo di rieducazione. Pu Yi trascorrerà gli ultimi anni della sua vita
lavorando come giardiniere nell’orto botanico di Pechino sino alla morte, sopraggiunta nel 1967. Il
film di Bertolucci racconta magistralmente questa storia e altrettanto magistralmente sa trasmettere
l’atmosfera che si respira all’interno della città proibita. A qualche centinaio di chilometri a nord di
Pechino sorge l’imponente muraglia cinese, il muro più lungo del mondo della quale però non si
riesce a definire la lunghezza esatta. Fino agli Settanta si pensava che fosse lunga 1500 km. Nel
2009 misurazioni effettuate col GPS hanno dato come risultato una lunghezza di 9000 km.
Recentemente nuove stime parlano di 13000 km. È molto difficile fare una stima esatta in quanto
molte parti si sono danneggiate ed altre sono addirittura crollate nel corso del tempo inoltre non è
esattamente dritta, percorre la distanza tra la Mongolia e il fiume Giallo curvandosi e incuneandosi
in base al territorio circostante. I nostri comunque non l’hanno percorsa tutta, giusto qualche
chilometro di andata e ritorno. Dopo la muraglia è stata la volta delle torri imperiali di epoca Ming.
È bene puntualizzare, a questo punto, che in Cina gli edifici di interesse storico- culturale sono
inerenti o alle due religioni professate maggiormente, buddhismo e taoismo, o inerenti alla
tradizione millenaria della Cina imperiale e le sue dinastie, tra le quali la dinastia Ming spicca
particolarmente (sebbene i più la conoscono essenzialmente perché associata alle porcellane).
Una volta conosciute le meraviglie di Pechino e dintorni è arrivato il momento, per la nostra
combriccola di una transvolata alla volta di Xi’an verso sud. Xi’an è famosa soprattutto perché vi si
trova la tomba del primo imperatore della Cina Hi Chi Shi Huandì, scoperta casualmente da un
contadino nel 1974, la tomba col famosissimo esercito di terracotta, composto da guerrieri a
grandezza naturale, ognuno dei quali riproduce le fattezze di un soldato imperiale realmente esistito.
Si tratta di un sito archeologico unico al mondo esplorato e riportato alla luce solo in minima parte.
Per la precisione gli scavi finora hanno rivelato la presenza di cinquecento guerrieri, un centinaio di
cavalli, diciotto carri poi galline, cani eccetera, il tutto con l’intento di riprodurre nella tomba
dell’imperatore il regno da lui governato in vita, un regno da lui stesso creato. Questo imperatore
infatti si è reso protagonista di una serie di guerre durante le quali ha unificato i vari territori in cui a
quel tempo la Cina era divisa, creando un’unica nazione sotto il suo scettro, una nazione che da lui
ha preso il nome di Cina e che poi egli ha contribuito a difendere da eventuali invasori dando il via
alla costruzione della muraglia cinese. La sua tomba è stata edificata poi coperta di terra sulla quale
nel corso del tempo è cresciuta l’erba. Si stima che copra una superficie totale di cinquantaseimila
chilometri quadrati dei quali solo la decima parte, in quarant’anni a partire dalla scoperta, sono
venuti alla luce. Gli scavi presentano infatti non poche difficoltà dovute a delle falde acquifere che
scorrono nelle vicinanze, ma ancor più per la presenza all’interno della tomba stessa di bronzi, ma
anche di sostanze molto tossiche come solfuri di mercurio e cinabro usati per decorare la tomba, per
rendere i paesaggi realistici. Oltre alla monumentale tomba del primo imperatore Xi’an presenta
anche altre attrattive come il tempio buddhista dell’oca selvatica e una maestosa moschea nel
quartiere musulmano sorto in seguito a influenze culturali aperte dalle vie commerciali. I cinesi
considerano Xi’an una città abbastanza piccola sebbene conti 15 milioni di abitanti. Bisogna
considerare che li le città maggiori (come ad esempio Pechino e Shangai) contano circa 24 milioni
di abitanti ciascuna per un totale di circa 70 milioni. Un’altra curiosità di Xi’an è che presenta una
sua tipica specialità culinaria, i ravioli ripieni. Dunque dopo una scorpacciata di ravioli e di cultura
è giunto il momento per i nostri amici di imbarcarsi di nuovo per giungere in aereo a 1300 km di
distanza nella città di Ui Lin per un’escursione su un fiume considerato uno dei più suggestivi della
Cina, il fiume Li che viene curiosamente tradotto come fiume delle schegge di giada, una visita ad
un piccolo villaggio e alla grotta del flauto di bambù. Da lì poco lontano sorge Shurù dove la
combriccola ha effettuato un giro fino alla collina della tigre e lungo una serie di giardini dai nomi
curiosi: giardino del maestro delle arti e giardino dell’amministratore umile. Si tratta di una serie di
giardini suggestivi che nel filmato mostrato in seguito al racconto si sono fatti particolarmente
notare per la loro bellezza. Da Shurù un tragitto in treno fino ad Hangzhou e il villaggio di Tongue
che presenta canali caratteristici. Infine abbiamo Shangai con i suoi milleottocento grattaceli sorti in
25 anni che inizialmente venivano costruiti di poche decine di piani al massimo mentre al giorno
d’oggi arrivano fino a 150 piani. Una città caotica, molto inquinata che presenta alcuni tratti di
modernità tali da renderla simile alle città americane, ma anche zone e viali vecchi, caratteristici coi
loro templi buddhisti, un paio di monasteri, la collina giunta da lontano, il bond cioè la parte più
centrale della città.
Al termine di questo racconto un po’ confuso è giunto il momento di vedere il video, presentato
dagli stessi realizzatori come un video di bassa qualità, ma che invece ha riscosso un enorme
successo tra il pubblico in sala. Un video nella quale ogni tappa del viaggio viene riassunta nei suoi
momenti salienti in un paio di minuti circa ciascuna. Particolarmente interessanti a mio giudizio,
oltre ai giardini gia precedentemente citati sono state le vie di Pechino piene di gente che canta,
balla e pratica tai chi in pubblico senza destare alcuno scandalo (qui da noi le cose andrebbero
diversamente), le bancarelle del mercato che si estendono per chilometri e in particolar modo quelle
che vendevano spiedini di frutta e di scorpione (i quali però pare non siano una pietanza tipica vera
e propria) i dolcissimi panda immortalati nello zoo di Xi’an (visitato l’ultimo giorno di permanenza
prima di volare verso una nuova tappa) e un ponte sul fiume Li che mi ha ricordato il nostro ponte
di Ganda. Una serie di immagini divertenti e coinvolgenti che hanno destato la curiosità di tutti. Il
racconto visivo di un viaggio grazie al quale tutti coloro che sono intervenuti questa sera hanno un
motivo in più per dire che la Cina è vicina.
Antonella Alemanni