Progetto di Ricerca INTERAZIONI IN CLASSE, ENGAGEMENT
Transcript
Progetto di Ricerca INTERAZIONI IN CLASSE, ENGAGEMENT
Progetto di Ricerca INTERAZIONI IN CLASSE, ENGAGEMENT SCOLASTICO, DROPOUT E COMPORTAMENTI A RISCHIO. Quali legami? 1. Introduzione Il coinvolgimento e la partecipazione attiva degli studenti all’interno dei contesti di istruzione – a cui si può fare più semplicemente riferimento con il termine engagement – è stato concettualizzato in letteratura come un importante fattore di protezione per l’adattamento scolastico e sociale dei giovani (Deci e Ryan, 2000; Skinner e Wellborn, 1994; Wang e Fredricks, 2014). Gli adolescenti disimpegnati sul fronte educativo sono infatti maggiormente a rischio di fallimento accademico, abbandono ed esiti psico - sociali negativi (Li e Lerner, 2011), e tali relazioni sono risultate sussistere anche in ricerche che hanno tenuto conto del potenziale effetto confondente di altre condizioni tradizionalmente associate a esiti di sviluppo negativi, quali un basso status socioeconomico o relazioni familiari insoddisfacenti (Henry, Knight, e Thornberry, 2012). Purtroppo, tuttavia, la letteratura converge nel definire l’adolescenza come un periodo caratterizzato, da una parte, da un drastico calo della motivazione e del rendimento, e dall’altra, da un incremento nell’assunzione di comportamenti a rischio quali ad esempio l’uso di sostanze (Schulenberg, 2006). Nel nostro paese, la disaffezione e il progressivo disimpegno degli studenti verso la scuola sono confermati dal dato per cui ad oggi, in Italia, gli Early School Leavers (ESL) – vale a dire la quota dei giovani dai 18 ai 24 anni di età in possesso della sola licenza media e che sono al di fuori del sistema nazionale di istruzione e da quello regionale di istruzione e formazione professionale – corrispondono al 18.2% della popolazione (ISTAT, 2013). Il fenomeno è più diffuso al Sud e nelle Isole, mentre in Emilia Romagna gli ESL ammontano al 13.9% della popolazione giovanile. Anche per ciò che concerne la qualità e il successo dei processi scolastici, la situazione italiana risulta problematica. I risultati dei test internazionali OCSE-PISA sulle competenze letterarie, scientifiche e matematiche sottolineano che, rispetto agli altri paesi europei, gli studenti italiani si situano nella “zona bassa” della classifica, nonostante nel 2012 si sia assistito ad un lieve miglioramento rispetto al 2009. Riflettendo su tali dati, diversi autori (ed es. Kiemer et al., 2015; Wang e Fredricks, 2014) hanno suggerito che i fenomeni di insuccesso e abbandono scolastico debbano essere interpretati come il culmine di un lungo processo di disimpegno che coinvolge gli studenti a partire dall’inserimento in cicli di istruzione secondaria. Alla base di tale declino è stata invocata la 1 difficoltà, da parte del sistema scolastico in generale, e più in specifico degli insegnanti, di motivare gli adolescenti rispondendo adeguatamente ai loro bisogni (di autonomia, decisione, legittimazione e responsabilità) (Eccles et al., 1993). L’insuccesso nel compito di coinvolgere e appassionare i giovani facilitandone un ruolo attivo e partecipativo rispetto ai processi di apprendimento è testimoniato ad esempio dalle diverse ricerche che hanno messo in luce come quasi la metà degli studenti mostrino segni di noia, disattenzione e infine demotivazione e distacco rispetto al proprio percorso formativo (Steinberg, Brown, e Dornbusch, 1996; Yazzie-Mintz, 2007). Ragionando in un’ottica di prevenzione, diviene quindi di cruciale importanza individuare i primi segnali di rottura del patto educativo per migliorare e accrescere l’engagement delle nuove generazioni verso la scuola. 2. Engagement scolastico, drop out e comportamenti a rischio L’engagement scolastico si configura come un costrutto multifattoriale che include componenti comportamentali, emotive e cognitive (Fredricks, Blumenfeld, e Paris, 2004; Jimerson, Campos e Greif, 2003; Pianta, Hamre e Allen, 2012) tra loro interconnesse e interdipendenti. A livello comportamentale, l’engagement può essere definito come la partecipazione attiva degli studenti ai compiti e alle pratiche quotidiane scolastiche. A livello emotivo, esso corrisponde al grado in cui gli studenti sperimentano relazioni di vicinanza e affetto con adulti e coetanei in classe e valutano positivamente il tempo trascorso in aula. Infine, il livello cognitivo, che si presenta come la componente più debole e sfuggente del costrutto (Wang e Fredricks, 2014), consiste nella capacità di auto-regolare i propri processi di apprendimento. Nonostante la maggior parte della letteratura si sia focalizzata sulle associazioni positive tra engagement e risultati accademici, tale costrutto rappresenta un nodo centrale anche per molte delle teorie che hanno tentato di spiegare, legandoli tra loro, i processi di fallimento e abbandono scolastico, la propensione ad assumere comportamenti a rischio e la manifestazione di segnali psicologici e sociali di disagio (Finn, 1989). Gli studi condotti in questo ambito sono stati ispirati principalmente al modello Self-System – a sua volta inserito nel più ampio framework teorico della teoria dell’auto - determinazione (Deci e Ryan, 2000; Skinner et al., 2009) – che postula che il grado in cui gli adolescenti sono coinvolti nel contesto scolastico influenzi la motivazione ad affrontare positivamente le difficoltà, le sfide e gli ostacoli sia educativi, sia extra scolastici, che si presentano nella vita del giovane (Skinner et al., 2009; Skinner e Pitzer, 2012). Tale modello suggerisce altresì che gli studenti siano più motivati ad apprendere quando gli adulti sostengono il loro naturale bisogno di sentirsi competenti, autonomi e positivamente legati agli altri (Berti, Molinari e Speltini, 2010; Dalbert e Stoeber, 2005; Resh, 2009). 2 Collocandosi all’interno di tale quadro teorico, i risultati della recente ricerca scientifica focalizzata sul costrutto di engagement hanno presentato risultati incoraggianti (Li e Lerner, 2011; Wang e Fredricks, 2014). Numerosi studi anche di carattere longitudinale hanno mostrato ad esempio come un aumento del coinvolgimento scolastico si leghi, in termini correlazionali, a una riduzione di comportamenti a rischio quali l’uso di alcol o droghe (Dornbusch et al., 2001; Loukas, Ripperger- Suhler e Horton, 2009; Resnick et al., 1997). Li e collaboratori (Li et al., 2011), ad esempio, hanno esaminato su un ampio campione di adolescenti in che misura l’engagement - nelle sue componenti comportamentali ed emotive - influenza l’uso precoce di sostanze e altri comportamenti delinquenziali durante l’adolescenza. I risultati dello studio suggeriscono che sia l’impegno comportamentale sia l’attaccamento emotivo al contesto scolastico sono inversamente associati all’età di esordio di tali comportamenti a rischio, mentre un livello basso di engagement predice un rischio più elevato. Tale ricerca supporta quindi l’ipotesi per cui gli adolescenti hanno maggiori probabilità di rimanere distanti da comportamenti problematici quando frequentano regolarmente le lezioni, si curano del loro andamento scolastico e provano sentimenti di vicinanza emotiva verso gli insegnanti e i compagni. Altre ricerche hanno confermato come la partecipazione in classe e il tempo speso per i compiti a casa rappresentino gli indicatori con maggior potere predittivo negativo rispetto all’assunzione di comportamenti a rischio (Barnes et al., 2007; Morrison et al., 2002; Wong, 2005). Parallelamente, anche l’abbandono scolastico è stato saldamente ancorato al concetto di engagement. Diversi studi hanno infatti messo in luce che gli studenti più partecipativi durante le attività in classe e più emotivamente soddisfatti della loro esperienza scolastica manifestano un basso rischio di dispersione (Alexander, Entwisle e Horsey, 1997; Janosz et al., 2008; Jimerson et al., 2000; South, Haynie, e Bose, 2007; Townsend, Fischer, e King, 2007). Utilizzando un campione di quasi 12.000 studenti delle scuole superiori franco-canadesi, Archambault e collaboratori (Archambault et al., 2009) hanno testato ad esempio il grado in cui le componenti comportamentali, affettive e cognitive dell’engagement predicono la possibilità di abbandonare precocemente la scuola. I risultati mostrano che al di là del contributo di importanti fattori di rischio individuali e familiari, l’engagement globale, e in misura maggiore la sua componente comportamentale, predicono in modo affidabile la dispersione scolastica. In una ricerca più datata, Brewster e Bowen (2004) hanno esaminato gli effetti del sostegno sociale elargito dagli insegnanti sull’engagement scolastico di studenti di scuole medie e superiori identificati come a rischio di fallimento scolastico. Le analisi di regressione realizzate dagli autori indicano che il sostegno dei docenti, in misura maggiore rispetto a quello dei genitori, si dimostra un’importante variabile in grado di impattare positivamente l’impegno scolastico degli studenti a livello sia comportamentale sia emotivo. 3 3. Engagement scolastico e processi interattivi in classe In accordo con il modello Self-System, l’engagement scolastico risente della qualità delle interazioni che gli adolescenti sperimentano nella loro vita quotidiana in classe, ed è pertanto positivamente influenzato da un contesto relazionale e interpersonale capace di tener conto dei bisogni - di giustizia, auto-affermazione, autonomia e competenza - che gli adolescenti mostrano. Nel contesto scolastico, la soddisfazione di tali bisogni è condizionata alla capacità, da parte degli insegnanti, di legittimare e favorire il ruolo attivo degli studenti promuovendo così la costruzione di un clima di classe positivo e motivante (Furrer e Skinner, 2003; Klem e Connell, 2004; Ryan e Patrick, 2001). Tenendo conto di tali affermazioni, alcuni studiosi (ad es. Allen e Allen, 2009; Crosnoe, 2000; Dornbusch, Glasgow e Lin, 1996; Eccles, Lord e Midgley, 1991; Pianta, Hamre e Allen, 2012) hanno avanzato l’idea di riconsiderare l’engagement scolastico in qualità di un processo di tipo relazionale e interattivo prima ancora che di un costrutto di tipo individuale. Se infatti esso riflette la condizione di studente da un punto di vista comportamentale, emotivo e cognitivo, non si può sottovalutare come tale condizione si costruisca giorno dopo giorno all’interno delle dinamiche interpersonali che si attivano nel contesto scolastico. Se si parla di dinamiche interpersonali in classe, è importante tener conto del fatto che in letteratura vi è ormai un ampio consenso nell’affermare che le interazioni nei contesti di istruzione sono mediate prevalentemente dalla comunicazione verbale e risentono fortemente della conduzione delle lezioni da parte dei docenti (per una rassegna, si veda Mameli, 2011). L’insegnante in classe esercita infatti un ruolo di guida e potere nell’esercizio di tre funzioni principali (Lyle, 2008; Myhill, 2006): perseguire gli obiettivi didattici e pedagogici; controllare il grado e le modalità della partecipazione degli studenti ai discorsi, attribuendo loro il turno di parola e decidendo l’argomento di discussione; esercitare il ruolo di conoscitore primario, che orienta il discorso in una direzione pre-determinata e decide ciò che conta oppure non conta come conoscenza. Il modo in cui gli insegnanti interagiscono con i loro studenti, e la percezione di tali pattern interattivi da parte di questi ultimi, appare quindi fondamentale per coinvolgere i ragazzi e promuoverne un ruolo attivo, tanto che, come affermano Pianta, Hamre e Allen (2012, p. 368) “it does not appear to us that the central problem in school reform is curriculum, school/class size, or outcomes assessment but rather the extent to which teachers ... interact with students and form relationships with them that engage them in opportunities to learn and develop”. Ovviamente, esistono differenze notevoli nelle modalità con cui gli insegnanti interagiscono con i loro studenti. Alcuni di loro possono essere severi, altri più amichevoli, certi ostili, altri più 4 empatici. Dal canto loro, gli studenti non rimangono indifferenti di fronte al comportamento dei loro docenti, e possono dunque manifestare apprezzamento e reagire più positivamente di fronte ad alcuni modelli interattivi piuttosto che ad altri, anche a seconda delle loro aspettative in merito a ciò che un bravo insegnante dovrebbe essere e a come dovrebbe comportarsi. Per valutare le percezioni degli studenti riguardo alle interazioni con i loro insegnanti, Wubbels e Levy (1993) hanno sviluppato un questionario, il Questionnaire of Teacher Interaction (QTI), che prende vita dal modello comunicativo dello psicologo clinico Timothy Leary (1957) e che è fondato sull’analisi di due dimensioni bipolari interconnesse tra loro: l’influenza (da dominanza a sottomissione) e la prossimità (da cooperazione a opposizione). L’influenza misura il grado in cui l’insegnante riesce ad esercitare un certo potere sugli studenti o ne è passivamente influenzato, mentre la prossimità valuta il grado in cui egli è capace di stabilire legami centrati sulla ricerca della cooperazione o al contrario sul conflitto. Attraverso l’utilizzo del QTI sono state descritti otto pattern di comportamenti interpersonali che l’insegnante può assumere in interazione coi propri allievi: direttivo, amichevole, comprensivo, disponibile, incerto, insoddisfatto, punitivo e inflessibile. La versatilità del QTI ha aperto la strada a numerose indagini che nel tempo hanno sollecitato riflessioni degne di attenzione circa l’efficacia di differenti metodi di insegnamento. I risultati più significativi ottenuti in questo ambito sono presentati in due interessanti rassegne (Wubbels e Brekelman, 2005; Wubbels et al., 2006) che hanno ad esempio messo in evidenza una correlazione significativa tra i risultati al QTI compilato dagli studenti di scuole superiori, la loro motivazione e i risultati scolastici, migliori quando l’interazione è caratterizzata da alte componenti di opposizione e dominanza e livelli medio-bassi di cooperazione e sottomissione. Coerentemente con tale prospettiva interattiva, diversi studi focalizzati sul punto di vista degli studenti hanno mostrato che gli adolescenti spesso spiegano la disaffezione e il disimpegno verso la scuola lamentando, nella propria esperienza, un mancato riconoscimento dei propri bisogni di partecipazione e autonomia da parte degli insegnanti e una scarsa motivazione rispetto ad attività proposte giudicate noiose, ripetitive e poco rilevanti (Schussler, 2009). 3. Il progetto di ricerca I sostenitori di un approccio socio-culturale alla psicologia dell’educazione da anni evidenziano l’importanza delle interazioni insegnante – studenti come fattori indispensabili nel promuovere la motivazione e la partecipazione degli alunni alle attività in classe, a loro volta considerati come pre-requisiti fondamentali per una buona carriera scolastica (Krummheuer, 2011; Sfard, 2008). Parallelamente, in ambito più psico-sociale, esistono ormai numerosi risalti che testimoniano come l’engagement sia fondamentale per proteggere i giovani dal pericolo di 5 insuccesso accademico e abbandono e per contribuire a scongiurare l’adozione di altri comportamenti a rischio. Nonostante le evidenze provenienti da più fronti e ambiti di indagine, esistono ancora numerose lacune in merito ai legami esistenti tra qualità delle interazioni in classe, engagement ed esiti scolastici e psico-sociali positivi o negativi. In primo luogo, la ricerca empirica ha spesso analizzato le interazioni in classe e l’engagement degli studenti in maniera separata, mentre sono stati scarsi gli sforzi tesi a verificare se e come queste due dimensioni siano legate tra loro. Più nello specifico, rimane ad esempio da chiarire se la percezione che gli studenti hanno delle modalità interattive adottate dai loro docenti si rifletta sul loro livello di impegno. In secondo luogo, gli studi incentrati sulle associazioni esistenti tra engagement, da una parte, e motivazione, rischio di abbandono scolastico e comportamenti a rischio, dall’altro, sono ancora oggi scarsi (Rumberger, 2004; Pianta, Hamre e Allen, 2012; Wang e Fredricks, 2014), specialmente in Italia. 3.1 Obiettivi A partire dalle premesse precedentemente discusse, questo progetto di ricerca è volto a esplorare, all’interno di un campione Italiano, il legame tra il costrutto di engagement e alcune variabili potenzialmente implicate in traiettorie evolutive di rischio quali la scarsa motivazione scolastica, il desiderio di abbandonare la scuola e altri comportamenti quali l’uso di alcol e sostanze illegali. E’ inoltre nell’interesse di questo progetto valutare in che misura la percezione che gli studenti hanno della comunicazione e delle interazioni in classe con i loro insegnanti si riflette sul livello di engagement, inteso in termini individuali come la percezione del proprio coinvolgimento scolastico in termini comportamentali, emotivi e cognitivi. Gli obiettivi della ricerca possono essere riassunti come segue: (1) Esplorare il modo in cui studenti appartenenti a diverse scuole superiori di secondo grado percepiscono le interazioni in classe con i loro insegnanti, individuando l’eventuale presenza di differenze significative a seconda del tipo di scuola frequentata (licei, tecnici, professionali) e del genere ed età degli studenti. (2) Verificare la presenza di legami (correlazionali o predittivi) tra la percezione degli studenti delle interazioni in classe con i propri insegnanti e il loro livello di engagement. (3) Indagare la presenza di legami tra i livelli di engagement e: (a) la motivazione scolastica; (b) l’intenzione di abbandonare la scuola e quindi il rischio di drop out; (c) la presenza di comportamenti a rischio. 6 (4) Verificare se una o più componenti dell’engagement scolastico possono fungere da variabili mediatrici tra le interazioni in classe con gli insegnanti e: (a) la motivazione scolastica; (b) l’intenzione di abbandonare la scuola. 3.2 Metodo Il progetto di ricerca sarà caratterizzato dalle seguenti fasi: 1) Selezione delle scuole partecipanti, possibilmente suddivise equamente tra licei, istituti tecnici e istituti professionali. 2) Presentazione della ricerca ai dirigenti scolastici e agli insegnanti delle scuole coinvolte. 3) Compilazione, da parte degli studenti appartenenti alle classi delle scuole coinvolte, di questionari self report volti a valutare le seguenti dimensioni: comunicazione e interazioni in classe con gli insegnanti; engagement; motivazione scolastica; intenzione di lasciare la scuola e rischio di drop out; comportamenti a rischio. Piano delle attività di ricerca che saranno affidate all’assegnista All’assegnista saranno affidate le seguenti attività: (a) Analisi bibliografica al fine di analizzare le ricerche condotte sulle medesime dimensioni indagate nel presente progetto di ricerca; (b) Messa a punto degli strumenti self report da somministrare agli studenti sulla base di una precedente analisi della letteratura; (c) Selezione delle scuole e delle classi partecipanti alla ricerca su base volontaria; (d) Raccolta dei consensi informati; (e) Somministrazione dei questionari (anche mediante procedure informatiche su piattaforma on line appositamente costruita); (f) Inserimento dei dati all’interno del software statistico SPSS-21; (g) Analisi dei dati; (h) Restituzione dei principali risultati alle scuole coinvolte; (i) Produzione scientifica. Tali attività si svolgeranno sia presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, sia a nella/e scuole individuate (presumibilmente nelle province di Modena e/o Bologna). 7 Bibliografia Alexander, K. L., Entwisle, D. R., & Horsey, C. S. (1997). From first grade forward: Early foundations of high school dropout. Sociology of Education, 70, 87–107. Allen, J. P., & Allen, C. W. (2009). Escaping the endless adolescence: How we can help our teenagers grow up before they grow old . New York: Random House. Archambault, I., Janosz, M., Fallu, J., & Pagani, L. S. (2009). Student engagement and its relationships with early high school dropout. Journal of Adolescence, 32, 651–670. Barnes, G. M., Hoffman, J. H., Welte, J. W., Farrell, M. P., & Dintcheff, B. A. (2007). Adolescents’ time use: Effects on substance use, delinquency, and sexual activity. Journal of Youth and Adolescence, 36, 697–710. Berti, C., Molinari, L., & Speltini, G. (2010). Classroom justice and psychological engagement: students’ and teachers’ representations. Social psychology of education, 13(4), 541-556. Brewster, A. B., & Bowen, G. L. (2004). Teacher support and the school engagement of Latino middle and high school students at risk of school failure. Child and Adolescent Social Work Journal, 21(1), 47-67. Crosnoe, R. (2000). Friendships in childhood and adoles- cence: The life course and new directions. Social Psychology Quarterly, 63 , 377–391 Dalbert, C., & Stoeber, J. (2005). The belief in a just world and distress at school. Social Psychology of Education, 8, 123–135. Deci, E. L., & Ryan, R. M. (2000). What is the self in self- directed learning? Findings from recent motivational research. In G. Staka (Ed.), Conceptions of self-directed learning: Theoretical and conceptual considerations (pp. 75– 92). Munster, Germany: Waxmann. Dornbusch, S. M., Erickson, K. G., Laird, J., & Wong, C. A. (2001). The relation of family and school attachment to adolescent deviance in diverse groups and communities. Journal of Adolescent Research, 16, 396–422. Dornbusch, S. M., Glasgow, K. L., & Lin, I.-C. (1996). The social structure of schooling. Annual Review of Psychology, 47 , 401–429. Eccles, J., Lord, S., & Midgley, C. (1991). What are we doing to early adolescents? The impacts of educational contexts on early adolescents. American Educational Journal, 99 , 521–542. Eccles, J. S., Midgley, C., Wigfield, A., Buchanan, C. M., Reuman, D., Flanagan, C., et al. (1993). Development during adolescence: the impact of stageeenvironment fit on young adolescents' experiences in schools and families. American Psychologist, 48(2), 90-101. Finn, J. D. (1989). Withdrawing from school. Review of Educational Research, 59, 117–142. Fredricks, J. A., Blumenfeld, P. C., & Paris, A. H. (2004). School engagement: Potential of the concept, state of the evidence. Review of Educational Research, 74, 59–109. Furrer, C., & Skinner, E. (2003). Sense of relatedness as a factor in children’s academic engagement and performance. Journal of Educational Psychology, 95, 148–162. Henry, K. L., Knight, K. E., & Thornberry, T. P. (2012). School disengagement as a predictor of dropout, delinquency, and problem substance use during adolescence and early adulthood. Journal of Youth and Adolescence, 41, 156–166. Jimerson, S. R., Campos, E., & Greif, J. L. (2003). Toward an understanding of definitions and measures of school engagement and related terms. California School Psychologists, 8, 7–27. Janosz, M., Archambault, I., Morizot, J., & Pagani, L. S. (2008). School engagement trajectories and their differential predictive relations to dropout. Journal of Social Issues, 64, 21–40. 8 Jimerson, S. R., Campos, E., & Greif, J. L. (2003). Toward an understanding of definitions and measures of school engagement and related terms. California School Psychologists, 8, 7–27. Kiemer, K., Gröschner, A., Pehmer, A.-K., & Seidel, T. (2015). Effects of a classroom discourse intervention on teachers’ practice and students’ motivation to learn mathematics and science. Learning and Instruction, 35, 94–103. Klem, A. M., & Connell, J. P. (2004). Relationships matter: Linking teacher support to student engagement and achievement. Journal of School Health, 74, 262–273. Krummheuer, G. (2011). Representation of the notion “learning-as-participation” in everyday situations of mathematics classes. ZDM, 43(1), 81-90. Leary, T. (1957). The Interpersonal Theory of Personality. New York. Li, Y., & Lerner, R. M. (2011). Trajectories of school engagement during adolescence: Implications for grades, depression, delinquency, and substance use. Developmental Psychology, 47, 233–347. Li, Y., Zhang, W., Liu, J., Arbeit, M. R., Schwartz, S. J., Bowers, E. P., & Lerner, R. M. (2011). The role of school engagement in preventing adolescent delinquency and substance use: A survival analysis. Journal of Adolescence, 34(6), 1181-1192. Loukas, A., Ripperger-Suhler, K. G., & Horton, K. D. (2009). Examining temporal associations between school connectedness and early adolescent adjustment. Journal of Youth and Adolescence, 38, 804–812. Lyle, S. (2008). Dialogic teaching: discussing theoretical contexts and reviewing evidence from classroom practice. Language and Education: An International Journal, 22(3), 222-240. Mameli, C. (2011). Interazioni discorsive tra insegnante e alunni: una rassegna della letteratura. Giornale di Psicologia dello Sviluppo, 101, 118-130. Morrison, G. M., Robertson, L., Laurie, B., & Kelly, J. (2002). Protective factors related to antisocial behavioral trajectories. Journal of Clinical Psychology, 58, 277–290. Myhill, D. (2006). Talk, talk, talk: Teaching and learning in whole class discourse. Research Papers in Education, 21(1), 19-41. Pianta, R. C., Hamre, B. K., & Allen, J. P. (2012). Teacher-student relationships and engagement: Conceptualizing, measuring, and improving the capacity of classroom interactions. In S. L. Christenson, A. L. Reschly & C. Wylie (Eds.), Handbook of research on student engagement (pp. 365-386). New York: Springer Science. Resh, N. (2009). Justice in grades allocation: Teachers’ perspectives. Social Psychology of Education, 12(3), 315–325. Resnick, M. D., Bearman, P. S., Blum, R. W., Bauman, K. E., Harris, K. M., Jones, J., et al. (1997). Protecting adolescents from harm: Findings from the National Longitudinal Study on Adolescent Health. Journal of the American Medical Association, 278, 823–832. Ryan, R. M., Stiller, J., & Lynch, J. H. (1994). Representations of relationships to teachers, parents, and friends as predictors of academic motivation and self-esteem. Journal of Early Adolescence, 14, 226–249. Rumberger, R. W. (2004). Why students drop out of school. In G. Orfield (Ed.), Dropouts in America: Confronting the graduation rate crisis (pp.131–156). Cambridge, MA: Harvard University Press. 9 Schulenberg, J. E. (2006). Understanding the multiple contexts of adolescent risky behaviour and positive development: Advances and future directions. Applied Developmental Science, 10, 107–113. Schussler, D. L. (2009). Beyond content: How teachers manage classrooms to facilitate intellectual engagement for disengaged students. Theory Into Practice, 48, 114–121. Sfard, A. (2008). Thinking as communicating: Human development, the growth of discourses, and mathematizing. Cambridge: Cambridge University Press. Skinner, E. A., Kindermann, T. A., Connell, J. P., & Wellborn, J. G. (2009). Engagement as an organizational construct in the dynamics of motivational development. In K. Wentzel & A. Wigfield (Eds.), Handbook of motivation in school (pp. 223–245). Mahwah, NJ: Erlbaum. Skinner, E. A., & Pitzer, J. (2012). Developmental dynamics of engagement, coping, and everyday resilience. In S. Christenson, A. Reschly, & C. Wylie (Eds.), The handbook of research on student engagement (pp. 21–44). New York: Springer Science. Skinner, E. A., & Wellborn, J. G. (1994). Coping during childhood and adolescence: A motivational perspective. In D. Featherman, R. Lerner, & M. Perlmutter (Eds.), Life-span development and behavior (pp. 91–133). Hillsdale, NJ: Erlbaum. South, S. J., Haynie, D. L., & Bose, S. (2007). Student mobility and school dropout. Social Science Research, 36, 68–94. Steinberg, L. D., Brown, B. B., & Dornbusch, S. M. (1996). Beyond the classroom: Why school reform has failed and what parents need to do. New York: Simon & Schuster. Townsend, L., Fischer, A. J., & King, G. (2007). A systematic review of the relationship between high school dropout and substance use. Clinical Child and Family Psychology, 10, 295–315. Yazzie- Mintz, E. (2007). Voices of students on engagement: A report on the 2006 High School Survey of Student Engagement. Bloomington: Center for Evaluation & Educational Policy, Indiana University. Wang, M. T., & Fredricks, J. A. (2014). The Reciprocal Links Between School Engagement, Youth Problem Behaviors, and School Dropout During Adolescence. Child Development, 85(2), 722–737. Wong, S. K. (2005). The effects of adolescent activities on delinquency: A differential involvement approach. Journal of Youth and Adolescence, 34, 321–333. Wubbels, T., & Brekelmans, M. (2005). Two decades of research on teacher-student relationships in class. International Journal of Educational Research, 43, 6–24. Wubbels, T., Brekelmans, M., Den Brok, P., & Van Tartwijk, J. (2006). An interpersonal perspective on classroom management in secondary classrooms in the Netherlands. In C. Evertson & C. S. Weinstein (Eds.), Handbook of classroom management: Research, practice and contemporary issues (pp. 1161–1191). New York, NY: Lawrence Erlbaum Associates Wubbels, T., & Levy, J. (1993). Do you know what you look like?. London, UK: Falmer Press. 10