Ossidazione Emiliana Oxal Oxall - di M. Puccinelli e F. Oxtdal
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Ossidazione Emiliana Oxal Oxall - di M. Puccinelli e F. Oxtdal
Ossidazione Emiliana Oxal Oxall - di M. Puccinelli e F. Oxtdal Oxnormal Oxtar Ponzio Giuseppe e Figli Ponzio Sud Ripari Giulio Sicilprofilati Socom s.n.c. Solpar Tali Tonali Uniblok Italiana Modena - Via Diamante, 2 Scanzorosciate (SergamoJ - Via Fermi, 37 Porcari (Lu) - Via Bernardini Albignasego (Padova) -Strada Battaglia 117 Roma - Via G. Mirri, 4 Villanova di Castenaso (Bologna) Milano - Via Lagrange, 8 Pineto (Teramo) Porto S. Giorgio (AP) - C/da S. Vittorio Catania - Zona Industriale - V Strada Remanzacco (Ud) -Zona industriale Socom S. Olcese (Genova) - Via Poiré, 274 Zingonia (Bergamo) - Via Londra, 8 Milano - Viale Romolo, 7 Bari - Zona Industriale - Contrada Prete Ditte di ossidazione anodica per conto proprio Milano - P.za Duca DAosta, 7/A Alsco Malugani S.p.A. Novara - Via Gnlfetti, 60 G. Falconi & C. - S.p.A. Milano - Via Verro, 90 Feal S.a.s. Industria Manifatture Aviano (Pordenone) - Via Asilo, 4 Friulane Industrias Aragonesas del Zaragoza (Spagna) - Co de Cogullada Aluminio S.A. Milano - Via Londonio, 23 Metar Villafranca (Verona) - Via Marconi, 4 Officine Saira Remanzacco (Ud) -Zona industriale Socom Socom s.n.c. Baranzate (Milano) - Via Palmanova, 2/4 S.I.T. Genova - Lungo Bisagno d'Istria, 14/A nero Vetromeccaniche Italiane SOCI SOSTENITORI Angeletti & Ciucani Industria Semilavorati Allu minio Lavorazione Leghe Leggere Montecatini Edison DIMM-AIluminio Trafilerie Laminatoi Metalli Face Standard Milano - Via Locatelli, 5 Milano - Via Varesina, 202/204 Milano - Via San Paolo. 7 Milano - Largo Donegani 1/2 Milano - Via De Togni, 2 Milano - Via Bodio, 33/39 Ditte fornitrici di coloranti per ossidazione anodica S.I.R.C.A. - SANDOZ S.A. già Durand & Huguenin Milano - Via Torre, 36 Ditte fornitrici di prodotti chimici per ossidazione anodica Cambria Industria Chimica Castiglione delle Stìviere (Mantova) Industrie Chimiche Dott. Baslini Milano - Via Serbeiloni, 12 Unione Chimica Europea Milano - Via Cappuccini, 2 Ditte fabbricanti di impianti di anodizzazione Aielli Giuliano Milano - Alzaia Naviglio Pavese, 30 Roto Finish Italiana Giussano (Milano) - Viale Rimembranze, 18 Istituti specializzati di ricerca e consulenza Istituto Sperimentale dei Metalli Leggeri Milano - Via Turati, 8 Autorizzata la pubblicazione a norma della Legge B-2-48 n. 37. con certificato d'iscrizione n 240 del Registro del Tribunale di Milano. Direttore responsabile: E Remondina - Scuola Grafica Salesiana Arese Raccomandazioni agli utilizzatori di alluminio anodizzato L'apposizione da parte di Soci del CIOA, del simbolo su fogli lettera, offerte, pubblicità, listini prezzi, signi fica l'assunzione della seguente garanzia di qualità: « La Ditta, quale Socia CIOA, si impegna a rispettare le « 4522/66 e 3952/66 [classi 5, 10, 15, 20). « In mancanza di specifica richiesta, verrà fornita per esterni « Su richiesta, i materiali trattati possono essere collaudati - CIOA (20121 Milano - Via Turati, 8 - Telefoni 653.871-653.920 « posìto Regolamento Norme UNI la classe 10. a spese del secondo l'ap- Estratto del Regolamento per il collaudo dell'alluminio architettonico anodizzato Il Cliente che desideri valersi del controllo CIOA su materiale anodizzato da un Socio sotto la condizione di garanzia, può con vocare il Socio per prelevare dalla partita il numero dei campioni indicato dalla Norma UNI 4522/66, Tab. 6.2.3.2. e controllarli con i metodi non distruttivi ivi previsti. I campioni che avranno fornito i valori minimi dello spessore in questa selezione preliminare, in numero corrispondente a quello previsto dalla Tabella, possono essere inviati al CIOA per il col laudo gratuito con metodi accurati, che decide dell'accettabilità della partita. Nota: La responsabilità dell'ossidatore decade dopo la consegna del materiale anodizzato. L'alluminio è sempre maggiormente applicato nei campi più diversi, dalla minuteria al serramento, dalle apparecchiature chimiche alle strutture navali. Il suo consumo è quindi continuamente in aumento e di conseguenza anche la sua produzione nel mondo è aumentata da 3.546.000 t nel 1958 a 7.932,000 t nel 1967, e in Italia da 64.100 t nel 1958 a 142.200 t nel 1968. Un settore di largo impiego dell'alluminio è l'edilizia (circa il 10,4%) e a questa diffusione ha concorso certamente il processo di ossidazione ano dica che ha valorizzato le favorevoli e indiscutibili qualità dell'alluminio. Naturalmente il processo di ossidazione anodica deve essere eseguito in ma niera da offrire tutte le garanzie possibili. Le norme UNI in merito ne stabi liscono le modalità. L'ossidatore deve essere, dal committente, posto in grado di eseguire l'os sidazione nel modo più idoneo; è necessario quindi che l'utilizzatore scelga innanzitutto il materiale più adatto allo scopo ed in funzione del suo impiego, fissi il tipo di strato anodico occorrente (magari consigliandosi preventiva mente con l'ossidatore o con tecnici specializzati) è sopratutto è indispen sabile, che non richieda all'ossidatore un trattamento qualunque, purché a basso prezzo. Per consentire agli utilizzatori di orientarsi sulla scelta del materiale ano dizzato, richiamiamo la loro attenzione sui seguenti 10 punti: 1. Scelta del materiale. La lega deve essere del tipo idoneo per l'anodizza zione, come prescritto dalla Norma UNI 4522/66. Se sono inoltre richiesti effetti decorativi e se si vuole una decisa uniformità di aspetto fra parti contigue, occorre prendere speciali accordi col produttore, per mantenere le caratteristiche della lega entro campi più ristretti di quelli previsti dalle Norme UNI II materiale fornito per l'anodizzazione non deve assolutamente presentare difetti superficiali che non siano eliminabili con una smerigliatu ra normale 2. Definizioni dei prezzi. I prezzi dell'anodizzazione sono legati alla classe di ossido e al tipo di colorazione scelti e sono proporzionali all'intera super ficie degli oggetti trattati, con un supplemento proporzionale alla parte di essa che subisce operazioni di pulitura meccanica. 3. Scelta della classe di ossido. L'utilizzatore deve indicare le condizioni di esposizione del materiale da anodizzare, dalle quali dipende la scelta del lo spessore minimo di ossido da impiegare (da 10p-m a 20nm in dipendenza della aggressività dell'ambiente, da interni ad esterni corrosivi, costituiti per esempio dalle atmosfere marino-industriali, o dove è diffìcile la manu tenzione periodica, ecc.). 4. Durata e scelta del colore. Pochi colori resistono per molti anni alla luce e alle intemperie, e, conseguentemente, devono essere presi al riguardo precisi accordi con l'anodizzatore. 5. Uniformità di colore. Se la scarsa uniformità può costituire un problema estetico, occorre prendere accordi preliminari, su questo punto, e stabilire con l'anodizzatore i limiti estremi di accettabilità della tinta, della brillan tezza ecc., mediante due campioni di confronto. 6. Collaudi. Un completo sistema di collaudi è descritto nella Norma UNI 4522/66. 1 collaudi dell'ossido anodico sono motto più rapidi, economici, e statisticamente significativi se vengono eseguiti su pezzi smontati, per par tite ben definite. I collaudi, eseguiti su pezzi montati invece possono anche risultare poco significativi, e le loro conclusioni non essere accettate dalle parti. Discussioni tecniche del CIOA La refrigerazione degli impianti di anodizzazione 7. Imballaggi e trasporti. Il materiale da anodizzare deve essere accurata mente imballato in modo da evitare graffiature nel trasporto e non deve es sere conservato in luoghi umidi. 8. Contatti con acidi e alcali. Il materiale anodizzato non deve venire a con tatto con fumi o spruzzi acidi o alcalini. Gli alcali forti (come l'idrossido di sodio, la calce ecc.) e gli acidi forti [come l'acido cloridrico, solforico, ecc.) distruggono lo strato di ossido. Rivestimenti protettivi temporanei proteg gono efficacemente l'alluminio contro la calce, ma non contro gli acidi forti. L'impiego di questi ultimi deve essere assolutamente vietato nella pulitura dei pavimenti degli edifici finiti; si deve infatti tener presente che i serra menti vengono danneggiati anche dai fumi provenienti da acidi impiegati sul le altre parti degli edifici. 9. Manutenzione. Il rivestimento anodico viene applicato per conservare lo aspetto gradevole del materiale; occorre quindi un lavaggio periodico per eliminare polveri e incrostazioni dai pezzi anodizzati, che danneggiano no tevolmente So strato d'ossido. Un lavaggio almeno annuale giova alla resi stenza dell'ossido e consente di impiegare spessori d'ossido più sottili. Esistono speciali prodotti detersivi, per la manutenzione degli strati di os sido, di facile approvvigionamento. 10. Informazioni e assistenza tecnica. Il CIOA è a disposizione di tutti gli utilizzatori per fornire informazioni e assistenza tecnica nei casi dubbi o di forniture impegnative. Il problema della refrigerazione dei bagni dì anodizzazione diviene sempre più difficoltoso da risolvere a causa della scarsa possibilità di approvvigio namento di acqua che possieda una temperatura inferiore a 16 °C. Conscio di tale problema, il CIOA ha indetto in data 26 febbraio 1969 una riu nione per discutere tale argomento alla presenza dell'ing. Chinosi, della ditta Aertermica di Milano (Via Venezuela, 9), il quale, avendo realizzato diversi apparati di refrigerazione per impianti di anodizzazione, è stato in grado di trattare l'argomento con competenza e ampiezza di vedute. Ben meritato il lungo applauso da parte di tutti i soci intervenuti, i quali successivamente hanno partecipato attivamente alla riunione, formulando diverse domande specifiche e particolari, che hanno trasformato la discus sione in una vera e propria consulenza multipla, Elenco delle Tabelle UNI relative all'ossidazione anodica dell'alluminio (situazione al 31 maggio 1969) N. Tabella * * » dj emissione Titolo 3396 1953 3397 3952 1963 1966 4115 1959 4522 1966 4529 I960 4530 1960 4717 1961 5347 1964 Determinazione dello spessore degli strati di ossido con metodo gravimetrico. Verifica del fissaggio degli strati d'ossido. Serramenti di alluminio e di leghe leggere di alluminio per edilìzia. Norme per la scelta, l'impiego e il collaudo dei materiali (*). Controllo dello strato d'ossido anodico con il metodo della tensione di perforazione. Classificazione, caratteristiche e prove degli strati ottenuti per ossidazione anodica dell'al luminio e delle sue leghe (*). Metodo di controllo della resistenza alla luce, di strati anodici colorati, su alluminio e sue legheProva di controllo in nebbia salino-acetica dei rivestimenti elettrolitici Determinazione della resistenza alla abrasione di strati anodici, Controllo dello spessore di strati non condut tori su metalli non ferrosi con il metodo delle correnti indotte, (*) In queste tabelle sono citate le norme UNI relative ai materiali dì allumìnio; si consiglia all'utilizzatore di tenere presente le prescrizioni in esse contenute, quando acquista il materiale che dov rà essere anodizzato. Le tabelle UNI possono essere richieste all'Ente Nazionale Italiano di Unificazione. P.za Diaz 2, Milano Fig. 1. Veduta parziale di un grande impianto di refrigerazione da 360.000 frig/h nominali realizzato dalla ditta Aertermica di Milano per conto della ditta Nova Urano di Baranzate. Tale impianto serve sei vasche di ossidazione alimentate da raddrizzatori per una potenza nominale installata di circa 20.000 Ampère. L'acqua refrigerata a + 7 °C, circola attraverso scambiatori tubolari multipli e l'elettrolita passa attraverso gli stessi scambiatori tramite pompe in Acciaio AISI 316. —2 — — 3— Alla fine del fuoco di domande, l'ing. Chinosi, con « vero spirito temprato ad ogni rigore termico », ha fatto presente di essere lieto di poter soddisfare le ulteriori richieste di chiarimento che gli perverranno da parte degli anodizzatori. Sfruttamento intelligente dell'alluminio ossicolorato in architettura ^ Qualche accenno sulte leghe BRI per anodizzazione brillante Era necessario andare in Svezia per trovare un architetto capace dì sfruttare intelligentemente il carattere dell'alluminio ossicolorato! Recentemente, abbiamo potuto ammirare a Goteborg, una splendida facciata di lega di Al al 5% di silicio (tipo Iridai), anodizzata e colorata con l'ossalato di ferro e ammonio; la caratteristica della facciata è data dalla tinta bronzooliva (generata dalla combinazione del colore oro con il grigio dell'ossido naturale sulla lega del 5% di Si), la quale non è affatto uniforme, ma è stata deliberatamente ottenuta in una gamma di intensità distribuita fra un valore limite molto chiaro e uno molto scuro. Ha pensato poi l'architetto a giustapporre i vari elementi dì diverso colore, e il risultato finale è risultato veramente interessante: una facciata viva. calda, che ricorda per certi aspetti le strutture di legno pregiato, pur senza esserne una volgare imitazione. Nell'osservarla, e nel compiacerci con l'architetto, non abbiamo potuto fare a meno di ricordarci che per anni alcuni di noi sono andati predicando che « l'alluminio anodizzato è un materiale a superficie naturale come il legno, la pietra, il rame patinato, perchè lo strato anodico è trasparente e ha ori gine dallo stesso metallo del quale eredita e rivela le strutture; non gli sì può quindi richiedere l'assoluta uniformità che si può ottenere da strati co prenti sovrapposti, ma piuttosto una ragionevole variazione entro limiti... ». La nuova serie di leghe da ossidazione anodica brillante, denominate com mercialmente BRI e unificate con le UNI 6359-68 e UNI 6360-68, è ormai di venuta di uso corrente per impieghi negli elettrodomestici, nelle autovetture nei riflettori, ecc. Tali leghe vengono prodotte sottoforma di profilati estrusi (UNI 6359-69) e di laminati (UNI 6360-68). I cicli di lavorazione, messi a punto per la produzione dei semilavorati sud detti, consentono l'ottenimento del massimo di brillantezze sulle superfici anodizzate, compatibilmente con lì titolo dell'alluminio impiegato. Queste sembravano scuse per cavarsela a buon mercato, ed erano talvolta accolte con sorrisi un po' scettici; ora siamo lieti, che sia pure tanto lon tano, ne) Nord, qualcuno abbia mostrato la fondatezza di questa concezione, rifiutandosi di trattare il nobile ossido architettonico come una qualunque materia plastica o vernice. Dal raddrizzatore alla vasca di ossidazione ti* Visitando qualche impianto di ossidazione, non è raro notare che la sezione delle barre che trasferiscono la corrente dal raddrizzatore alla vasca sono di sezione inadeguata. Per sopperire a banali errori del genere riportiamo una tabella in cui ven gono indicate le sezioni e il numero dei conduttori sia di alluminio, sia di rame. Da 11struzioni per l'uso di raddrizzatori » della Ditta OPE di Ozzano Emilia. —4 — Fig. 1. Il «fascino» di uno strato di ossido anodico visto al microscopio elettronico (In grandimento totale x 60.000], L'ossido è stato realizzato in H3SO, in corrente continua (1 A/dm 1 ]. È stato accertato che in un cm' dì ossido anodico così ottenuto esistono circa 122 miliardi di pori. (Foto gentilmente concessa dall'ISML). —5— Per i semilavorati estrusi sono previsti tre strati di trattamento termico: TpaN, TpaA14 e TpaA16, con i quali si ottengono i seguenti valori tipici di caratteristiche meccaniche: UNI 3569-68 TpaN UN! 3569-68 TpaA14 UNI 3569-68 T p a A l 6 R kg/mnf Rp (0,2,) kg/mm2 A % HB kg/mnf 17 19 23 8 13 18 25 18 12 50 60 75 Per i laminati sono previsti tre strati ai quali competono ì seguenti valori tipici di caratteristiche meccaniche e di deformabilità a freddo: UNI 3560-68 R UNI 3560-68 H25 UNI 3560-68 H60 fi kg/mm1 Rp (0,2,) kg/mm' A % HB kg/mm' Deformabilità 11 15 20 5 13 19 28 11 7 30 45 60 ottima sufficiente mediocre In particolare prove di imbutitura su materiale ricotto, con una freccia pari a 2/3 di quella di rottura, danno luogo a rugosità superficiali del tutto tra scurabili, Le leghe BRI sono state appositamente elaborate per il processo di brillan tatura chimica Albrite, derivato dalla fusione dei processi Alubril-ISML e Phosobrite della Albright e Wilson di Londra (rappresentata in Italia dalla ditta Beghe e Chiappetta - Via Isonzo, 25 - Milano). Il processo Albrite fornisce sui materiali BRI ottenuti con alluminio di titolo non particolarmente elevato [99,8%), risultati confrontabili con quelli che si conseguono su materiali di purezza maggiore, trattati con i più costosi me todi di lucidatura elettrolitica. Attraverso prove eseguite in laboratorio, e presso impianti industriali si è potuto notare che è possibile raggiungere Sa massima brillantezza con so luzioni di Albrite con circa 60 ■*• 80 cc/1 di HN03, alla temperatura di 105-110 "C e per una durata di 2-3 minuti. Presso i moderni e accoglienti locali de! Centro Parigino dei Congressi (CEPACI) si è tenuto, dal 21 al 23 maggio 1969, il « Congresso Internazio nale dell'Alluminio Anodizzato in Architettura e nelle Arti Plastiche », come da noi già segnalato (cfr. OXIT - luglio/dicembre 1968). Alla manifestazione, che nella prima giornata ha registrato un numero di presenze superiore a 600 unità, ha preso parte anche una delegazione ita liana, formata da alcuni soci del CJOA, da tecnici dell'ISML, da delegati dell'UNCSAL e da tecnici dell'Istituto di Chimica Analitica dell'Università di Roma. Erano rappresentate ben 19 nazioni e precisamente: Francia, Germania, Sviz- Dal punto di vista applicativo, i materiali BRI con titolo di alluminio relati vamente meno elevato (99,8-99,9) sono impiegati per fregi di elettrodome stici, di autovetture, riflettori, ecc., e, inoltre per articoli con superfici com plesse, nelle quali la nitidezza dell'immagine riflessa è meno importante. Per i prodotti di lusso, vengono utilizzati invece ì materiali BRI prodotti con alluminio di purezza maggiore (99,9%). In particolare, per quanto concerne l'applicazione delle leghe BRI alla pro duzione di fregi per autovetture, prove in nebbia salina hanno posto in evi denza che i fregi BRI anodizzati OTO 5, a differenza di quelli in acciaio inos sidabile, riducono notevolmente i fenomeni corrosivi sulla lamiera di ferro verniciata della carrozzeria, qualora nelle vicinanze dei fregi stessi venga accidentalmente asportata la vernice. Tabella I. Caratteristiche delle leghe BRI Fig. 1. Una composizione artistica di alluminio anodizzato con il processo Acadai, (brevetto tSML) presentata dal Prof. M, Leoni dell'ISML, alla mostra del congresso di Parigi. — 6 — —7 — zera, Inghilterra, Belgio, Italia, Olanda, Austria, Spagna, Svezia, Norvegia, Grecia, Finlandia, Danimarca, Portogallo, Ungheria, USA, Giappone, Ar gentina. Le tolleranze negli spessori di ossido Contrariamente a quanto è avvenuto in altri Congressi, nei quali prevaleva no in genere relazioni su studi teorici, questo simposio ha invece voluto principalmente porre l'accento su argomenti di carattere pratico e precisa mente: a) aprire un dialogo fra l'ambiente dei tecnici e dei ricercatori dell'anodizza zione e quello degli architetti, dei costruttori di infissi e di tutti coloro che potrebbero essere interessati a tale ramo allo scopo di usare un identico linguaggio raggiungendo insieme il traguardo prestabilito dell'architetto (a tale simposio sì è purtroppo notata l'assenza totale di architetti italiani, con, tra la numerosa presenza di architetti tedeschi, francesi, svizzeri, inglesi, belgi, ecc.) ; n.d.r. b) illustrare e chiarire quali colorazioni e spessori dell'ossido offrano ga ranzie sufficienti agli effetti della resistenza alla luce ed alla esposizione atmosferica; Tra gli argomenti trattati è stata sottolineata l'utilità, per l'architetto e l'ossidatore, della scelta di campioni rappresentativi della tolleranza di colora zioni ammissibili per una determinata partita di materiale anodizzato: e) esaminare con una rapida retrospettiva l'evoluzione tecnica e tecnologica dei metodi di anodizzazione, da quelli tradizionali all'acido solforico a quelli recenti de II'autocolorazione, terminando con una panoramica delle apparec chiature relative ai sistemi dì controllo dell'ossido, definiti da un arguto congressista, le « bilance dell'ossidazione », non impiegate sempre, purtrop po con la frequenza necessaria. Notevole risalto infine è stato dato, nel corso delle tre giornate del congres so, all'utilità ed alla necessità di introdurre in ogni nazione il marchio di qualità europeo EWAA, simbolo di progresso nel campo dell'ossicolorazione dell'alluminio e garanzia di qualità. Per rendere più gaia l'atmosfera del Congresso è stata allestita, negli ampi e luminosi locali di accesso alla saia del simposio, una mostra di oggetti d'arte in alluminio ossicolorato, alla quale hanno partecipato per l'Italia l'ISML, la ditta Taddei & Logacono di Masnate, la Società Montecatini Edison di Milano. La ditta Citan di Sesto S. Giovanni e la ditta Fenzi di S. Martino Buon Albergo lVerona] I testi delle 15 memorie presentati al Congresso, verranno pubblicati nei prossimi mesi in un unico fascicolo a cura dell'ADAL di Parigi. Di tali pub blicazioni daremo più ampie informazioni in futuro. Situazione del Marchio di Qualità EWAA 591 sull'ossidazione architettonica Apprendiamo dal rapporto annuale sull'introduzione e l'applicazione del Mar chio di Qualità EWAA nei diversi paesi aderenti, che la situazione concer nente gli impianti di anodizzazione riconosciuti conformi alle esigenze del Marchio di Qualità, e che perciò hanno ottenuto la licenza, al 31 dicembre 1968, era la seguente: Austria: n. 3; Belgio: n. 9; Paesi Bassi: n. 4; Svizzera: n. 4; Francia: n. 14; Italia: n. 3. In Italia sono state concesse le licenze alle seguenti ditte: Socom - Remanzacco (Udine); Citan - V.ie Italia, 481 - Sesto S. Giovanni [Mi); Fenzi - S. Martino B.A. Zona Industriale (Verona). in Danimarca, Germania, Norvegia, Svezia, Grecia e Inghilterra la situazione è in via di sviluppo. — 8 — Le tolleranze sugli spessori degli strati anodici continuano ad essere argo menti di discussione, nonostante il problema in sé sia molto semplice da afferrare: quando viene richiesta — p. es. — la classe 15 (secondo le nuove edizioni delle Norme UNI 3952 e UNI 4522, comparse nel 1966) que sto significa che tutti ì pezzi devono avere spessore maggiore di 15Mm. L'errore in cui cadono ancora oggi molti anodìzzatori, consiste nel considera re il valore specificato come un valore medio invece che come un valore minimo; una partita di 1.000 parti di serramento, trattata seguendo questo erroneo princìpio da un anodizzatore di medio livello, conterrà quindi una distribuzione di spessori che potrebbe, per esempio, essere all'incirca la seguente: inferiore a Hwn fra 11 e 13wn fra 13 e 15wn 50 100 200 superiore a 19nm fra 15 e 17WI1 fra 17 e 19nm 50 500 100 Se il collaudo d'accettazione di questa partita viene eseguito con un meto do statistico seguendo le norme, c'è quindi una forte probabilità che un gran de numero di campioni venga trovato con spessore inferiore al limite pre scritto, e che quindi abbia inizio una contestazione. Per evitare questo peri colo, il nostro ipotetico anodizzatore dovrebbe elevare lo spessore medio dei suoi strati, e, se la distribuzione degli spessori fosse quella che abbiamo supposto, dovrebbe in realtà realizzare la maggior parte degli strati in spes sori superiori a 19wn; in sostanza il costo de! trattamento aumenterebbe al meno del 20% e il cliente otterrebbe così una maggioranza dei suoi pezzi protetti con spessori di ossido largamente superiori al minimo prescritto. L'anodizzatore medio si trova quindi fra Scilla e Cariddi: o regalare al cliente spessori più alti di quelli richiesti, o rischiare dì non superare il collaudo. Naturalmente però, il problema diventerebbe meno grave se l'anodizzatore, invece di rimanere ad un livello tecnico medio come abbiamo supposto, mi gliorasse la qualità della propria agganciatura e la serietà dei propri con trolli: gli sarebbe allora possibile, per esempio, mantenere il 95% dei propri strati fra gli spessori di 15 e ì&nm senza aumentare sostanzialmente la du rata del trattamento. In questo caso, egli si accorgerebbe che la mancanza di contestazioni e il maggior rendimento delle vasche, compensano larga mente la maggior cura e il costo dei controlli. — 9 — Durato di ossidazione in min FI» 1 . Diagramma teorico-pratico per l a predeterminazione delio spessore d i ossido anodico i n funzione del tempo e della ^ ^ r r e n t e g l ' a n o d i z z a z i o n e ^ s s ta-concentrazione: 15-20% in p. H2SO,; tenore max-Ai 15 gr/I; temperatura 19,!l o ™ ° ^ ^ratteristiche deli'elettroli- Possibili rimedi per ripristinare le soluzioni di oro all'ossalato M Dott. De Benedittis Premettiamo, anzitutto, alcune considerazioni teoriche affinchè ci si possa render conto meglio dei rimedi che successivamente suggeriremo per ov viare in parte alla formazione delle forti precipitazioni riscontrate nei bagni di oro all'ossalato di ferro e ammonio. Sulla variazione del pH nella vasca di lavaggio dopo l'ossidazione anodica La suddetta formazione di precipitati dipende da due cause fondamentali: a) durezza dell'acqua impiegata per sciogliere il sale, la quale origina im mediatamente una precipitazione di ossalato di Ca e Mg (precipitato bianca stro), ed indirettamente anche di idrossido di ferro (precipitato bronzo-aran cio), tanto maggiore quanto più elevata è la durezza; b) reazione di idrolisi del sale con conseguente lenta precipitazione nel tempo di idrossido di ferro; tale reazione è favorita dalla temperatura e si deve quindi evitare di riscaldare la soluzione oltre i 40-50 °C. Di queste due reazioni, la seconda (più lenta) non si può evitare, mentre la prima, è possibile eliminarla impiegando per la preparazione del bagno ac qua addolcita (cioè con durezza 0 ) , ottenuta mediante apposito demineralizzatore a resine. Qualora non si volesse ricorrere all'impiego di acqua addolcita, e quindi all'acquisto del demineralizzatore, la precipitazione indiretta di idrossido di ferro della reazione a) può essere ugualmente evitata aggiungendo alla acqua alcuni grammi (da 1 a 5 g/l a seconda della durezza) di ossalato di ammonio. In tal caso, si verifica un precipitato bianco di ossalato di Ca e Mg, che può essere eventualmente separato mediante filtrazione: eliminata così la durezza, nella successiva aggiunta di ossalato di ferro e ammonio non si verificheranno ulteriori immediate precipitazioni. Naturalmente, come abbiamo già detto, una lenta precipitazione nel tempo, si verificherà ugualmente anche dopo avere eliminato la durezza o median te impiego di acqua addolcita o mediante aggiunta di ossalato di ammonio alle acque: tale lenta precipitazione sarà dovuta sia alla reazione di idrolisi b), sia al trascinamento di acqua di lavaggio non addolcita, nel bagno di co lorazione. La soluzione di colorante esaurito può essere rigenerata operando nel se guente modo: introdurre nella vasca di ossalato 5 g/l di acido ossalico e 2-3 cc/l di acqua ossigenata riscaldando la soluzione a 50-60 °C; dopo circa 2 ore correggere il pH 2 con pH-metro, portandolo ad un valore di 5,5-6 con ammoniaca diluita 1 : 1 . È stata effettuata una serie di determinazioni di pH nella vasca di lavaggio durante la fase di sciacquatura dei materiali anodizzati provenienti dalla va sca di ossidazione. Tale prova è stata compiuta in un impianto di ossidazione anodica, durante il normale svolgersi dei cicli di lavoro, onde ottenere risultati il più possibi le aderenti alla realtà. Nel momento in cui abbiamo iniziato le prove, l'impianto lavorava a questo regime: Concentrazione H2SO^ nella vasca di ossidazione: 195 g/l; temperatura del bagno: 20 °C; densità di corrente: 1,5 A/dm2; temperatura della vasca di lavaggio: 18 °C; ~^Sd 66- un Operando in tal modo, tutto il precipitato verrà disciolto e la soluzione com pletamente recuperata. Il tempo è denaro! Accelerano del 50% la velocità di decapaggio dell'alluminio L'Allied Research Products Inc., di Baltimora Md. 21205 ha posto sul mercato due nuovi prodotti denominati ÌSOPREP 33 e 35, che vengono utilizzati per il decapaggio dell'alluminio evitando l'impiego della soda caustica e i ben noti inconvenienti che ne derivano. I due prodotti sono molto alcalini, fluidi, non contengono dei solventi vola tili, sono incombustibili e inoltre sono stati messi a punto per risolvere la formazione delle incrostazioni. La velocità di decapaggio passa dal 50% al 100% rispetto a quella ottenuta con normali soluzioni di soda caustica. (da « Modem Metals », ottobre 1967, pag. 98). — 12 — W Tempi di lavaggio in min 50 ir 0 Fig 1 - Diagramma relativo all'andamento del pH nelle fasi di lavaggio delle quattro prove. Prova n t = Ampère 1800 (estrusi tubolari); prova n. 2 = Ampère 1400 (estrusi tubolari); prova n. 3 - Ampère 1450 (lamiera grandi e piccole); prova n, 4 = Ampère 1500 (lamiere grandi). — 13 — superficie della vasca di lavaggio: 650x70 cm livello dell'acqua nella vasca di lavaggio: cm 70; efflusso di acqua nella vasca di lavaggio: 30 I/min; pH dell'acqua di afflusso: 7,1. Descrizione delle prove Tutte le prove sono state effettuate col seguente sistema: è stato preso un campione di acqua prima di iniziare il risciacquo [tempo zero nel diagram ma) e successivamente gli altri campioni sono stati estratti ogni dieci mi nuti. L'estrazione è avvenuta sempre nel medesimo punto della vasca [presso l'uscita). Prova n. 1. Nel bagno di ossidazione erano stati caricati pezzi per un totale di 1800 A, pari ad una superficie di circa 12 m2. Si trattava in gran parte di profili tubolari, a sezione rettangolare, di circa 24 cm5. Tali pezzi vennero tenuti costantemente immersi per un periodo di 50'. Dopo 10' dall'immissione dei pezzi nella vasca di lavaggio, si verificava un notevolissimo abbassamento di pH [da 5,5 a 3,8) segno evidente che il tra sporto di acido solforico dalla vasca di ossidazione era stato abbondante. Dopo 20' però il pH si riportava a valori più elevati [4,7) e da questo punto in poi cresceva lentamente giungendo a poco più di 5 dopo 50'. Prova n. 2, Questa volta vennero introdotti in vasca pezzi per un totale di 1400 A pari a 9,3 m' di superficie. Ora si trattava però di profili tubolari a sezione più piccola (circa 10 cm 2 ). Inoltre i pezzi vennero tolti dopo circa 30' dalla loro immersione nella vasca di lavaggio. Anche in questo caso il pH, grazie all'apporto di acido solforico dal bagno di ossidazione, si abbassava notevolmente dopo 10' (da 5,7 a 4,9] ma contrariamente al caso precedente, continuava ad abbassarsi (dopo 20' era 4,4 e dopo 30' 4,2). Questo fatto è stato da noi interpretato così: dal momento che si trattava di profili tubolari e per giunta di sezione piccola, con ogni probabilità parte dell'acido solforico restava imprigionato all'inter no del profilo stesso e veniva ceduto a mano a mano al bagno di lavaggio. Occorreva senz'altro effettuare, a questo punto, una prova sulle lamiere. È da notare che in questa prova i pezzi vennero estratti dalla vasca dopo 30' e dal diagramma si nota un rapido aumento di pH verificatosi in seguito a ciò (da 4,2 a 5,1 e da 5,1 a 5,7). Tale brusco aumento non si era invece verifi cato durante la prima prova dal momento che i pezzi vennero lasciati costan temente immersi fino alla fine della prova. Prova n. 3. Vennero introdotti in vasca pezzi per 1450 A, pari a 9,7 m2. Questa volta si trattava però di piccole lamiere e di lamierini. Come di consueto, dopo 10' dall'inizio del lavaggio, il pH si era notevolmente abbassato (da 5,7 a 4,8) ma, da questo momento in poi, con gradiente presso ché uniforme e seguendo un andamento quasi esponenziale caratteristico di questo fenomeno, il pH si portava a valori superiori (6,2) a quelli di par tenza. Questa volta essendo i profili lisci e piani, non vi erano trappole per l'acido solforico e tutto procedeva secondo il previsto. Per essere sicuri di ciò occorreva fare una successiva prova su lamiere. Prova n. 4. Vennero introdotti in vasca pezzi per 1500 A pari al 10 m2. Si trattava di lamiere che vennero tenute immerse fino alla fine della prova. I risultati diedero la conferma di quanto su esposto. Difatti l'andamento del la curva n. 4 ricalca quasi esattamente quello della curva n. 3. Fiq 2-3 Una vasca di lavaggio a spruzzo per ossicolorazione operante con paranco, partico larmente adatta per lamiere ed estrusi anodizzati e colorati con soluzioni eh permanganato potassico o mediante coloranti sensibili come il fumé, è stata montata dalla Società Metal Finish di Seriale (Bergamo). La vasca, lunga 8 metri, larga 80 cm e provvista su ogni lato di due tubi collettori con 52 spruzzatori d'acqua a 3 atmosfere di pressione in posizione alternata. rare il pH all'interno dei pori, si troverebbe un valore ancora più basso di quello fornito dalla vasca. È vero, per altro, che un certo grado di acidità, non nuoce, dal momento che, dalla vasca di ossidazione in poi si lavora normalmente a pH inferiori a 7; ma, un eccesso di acidità, specie all'interno dei pori, dovuto a scarsa cura nel lavaggio comporta spiacevoli sorprese quali, per esempio, le chiazze di scolorimento di campioni ossicolorati in nero e in fumé. Un'altra considerazione che scaturisce dalle prove fatte è che i profili tu bolari, oltre ad avere un maggior apporto di acido, tendono a trattenerlo cedendolo a poco a poco. Tutto ciò si potrebbe evitare, tenendo i pezzi in movimento nella vasca di lavaggio, ma questo non è facile da attuare in un impianto, specie se privo di carro ponte. Quanto deve durare allora l'immersione dei pezzi per avere un discreto la vaggio? Non meno di 20', riteniamo, ma se fosse possibile, bisognerebbe or ganizzarsi con due o addirittura tre vasche di lavaggio successive. In tal modo le garanzie aumenterebbero senz'altro, dal momento che ogni vasca diluisce notevolmente l'acidità della precedente. L'Autore ringrazia la ditta DE-VE-GA di Fano, ed in particolare il Signor De! Vecchio, titolare della medesima, per avergli messo a completa disposizio ne il proprio impianto, facilitando così, nell'interesse di tutti, il compito del ricercatore, il quale talvolta ha la necessità di verificare in pratica la varia bilità delle proprie teorie ottenute in prove di laboratorio. Conclusioni Attività del Servizio di Consulenza CIOA nel 1968 Da quanto esposto sì possono trarre alcune conclusioni di notevole impor tanza. La prima è particolarmente interessante per gli ossidatorì convinti del fatto che siano sufficienti una o due passate velocissime dei pezzi nelle vasche di lavaggio per garantire una perfetta neutralizzazione dell'acido. L'esito delle prove mette in evidenza chiaramente quanto ciò sia pericoloso; difatti, dopo 10' dall'immersione dei pezzi nella vasca di lavaggio, il pH è ancora molto basso, non solo, ma l'ossido stesso, essendo per sua natura molto poroso, tende a trattenere dell'acido solforico, e se si potesse misu- Come abbiamo riferito nel Bollettino OXIT - gennaio-giugno 1968, l'Assem blea Generale del CIOA aveva deliberato nella Riunione del 20 febbraio 1968 di instituire un servizio di Consulenza tecnica per tutti i soci effettivi. — 14 — — 15 — Tale servizio, espletato dall'Istituto Sperimentale dei Metalli Leggeri attra verso il proprio Centro di Assistenza dei Trattamenti Superficiali, ha com portato nel 1968 un impegno complessivo di 21 giornate lavorative da parte del personale specializzato dell'ISML. Alluminio puro: titoli da 99,3 a 99,99% Leghe di alluminio in pani: Corrofond Corrofond Corrofond Corrofond Raddrizzatori di corrente per ossidazione anodica - servizio permanente La Witte Sutor di Murrhardt, Germania Occidentale, largamente apprezzata in tutto il mondo per la sua produzione di qualità, giunge ora anche in Italia rappresentata dalla FACE STANDARD che con la sua organizzazione può assicurare una perfetta assistenza tecnica su tutto il territorio nazionale. La produzione offerta è costituita da raddrizzatori per ossidazione anodica per galvanica e eiettroforesi che, oltre a garantire elevati rendimenti, possono soddisfare qualsiasi esigenza per l'impiego desiderato. Essa è impostata su i tipi con raffreddamento in aria, olio e acqua, con comando a distanza, regolazione automatica della tensione e della corrente, limitatori automatici di carico, ecc. raddrizzatori W 4 S oltre a garantire una lunga durala in virtù del loro largo dimensionamento, rappresentano quanto di più aggiornato possa offrire la tecnica in questo particolare settore Fabbrica Apparecchiature per Comunicazioni Elettriche Standard S.p.A. 20158 Milano V.fe L. Bodio 33 - Tel. 37.72 Esciusivista per la Lombardia e il Piemonte Soc. A. OREFICI &. 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