suicida un poliziotto penitenziario in sicilia
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suicida un poliziotto penitenziario in sicilia
Notiziario della Segreteria Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Via Trionfale, 79/a – 00136 Roma – ( 06.3975901 – fax 06.39733669 – Email: [email protected] Direttore Responsabile Donato Capece – Vice Direttore Roberto Martinelli Reg. Trib. Roma n.104 del 28-2-1995 SAPPEInforma N. 1 – mercoledì, 7 gennaio 2015 2015: L’ANNO NUOVO INIZIA CON UNA NUOVA TRAGEDIA PER IL CORPO SUICIDA UN POLIZIOTTO PENITENZIARIO IN SICILIA Non è certo iniziato con i migliori auspici l’anno nuovo: la notizia di un nuovo terribile e drammatico evento che ha colpito il Corpo di Polizia Penitenziaria ci ha riportato a capofitto sulle drammaticità che investono l’Amministrazione. Un poliziotto penitenziario di 46 anni in servizio al Nucleo Traduzioni della Casa Circondariale di Catania Bicocca, G. S., si è tolto la vita, nel primo pomeriggio del giorno dell’Epifania del Signore, a bordo della sua macchina nelle campagne di Caltagirone, vicino al penitenziario della cittadina sicula. Sembra dunque davvero non avere fine il mal di vivere che caratterizza gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, uno dei cinque Corpi di Polizia dello Stato italiano. Nell’appena concluso anno 2014 furono 10 i casi di suicidio nelle file della Polizia Penitenziaria. Ancora oscure le cause che hanno portato l’uomo, sposato e padre di due figlie di 13 e 17 anni, al tragico gesto, ma se è assolutamente importante evitare strumentalizzazioni altrettanto fondamentale e necessario è comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l'attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere dal poliziotto. Non può essere sottaciuto ma deve anzi seriamente riflettere la constatazione che negli ultimi 3 anni si sono suicidati più di 35 poliziotti e dal 2000 ad oggi sono stati complessivamente più di 100, ai quali sono da aggiungere anche i suicidi di un direttore di istituto (Armida Miserere, nel 2003 a Sulmona) e di un dirigente generale (Paolino Quattrone, nel 2010 a Cosenza). Non sappiamo se era percepibile o meno il disagio che viveva il collega che si è ucciso. Quel che è certo è che sui temi del benessere lavorativo dei poliziotti penitenziari l’Amministrazione Penitenziaria è in grosso affanno e in colpevole ritardo, senza alcuna iniziativa concreta. E questo deve essere uno dei primi impegno che dovrà assumere l’Amministrazione Penitenziaria con la guida del nuovo Capo DAP, Santi Consolo. Il nostro pensiero, il pensiero del SAPPE, va alla moglie, alle figlie, ai familiari, agli amici e ai colleghi dell’uomo suicida. A loro va il nostro pensiero e la nostra vicinanza. CESSATO IL BLOCCO DEL TRATTAMENTO ECONOMICO Come ben sanno le colleghe e i colleghi, il Governo aveva disposto per il periodo 2011-2013 (successivamente esteso anche al 2014) il "blocco" del trattamento economico complessivo ordinariamente spettante al personale (il cui importo non poteva superare quello ordinariamente spettante nell'anno 2010), il congelamento dei meccanismi automatici di adeguamento retributivo annuale, senza possibilità di recupero, e del riconoscimento della progressione stipendiale per classi e scatti al maturare dell'anzianità di servizio (articolo 9, comma 21, secondo periodo); l'efficacia, ai fini esclusivamente giuridici, delle progressioni di carriera comunque denominate eventualmente disposte. Contro l’ipotesi di prorogare ulteriormente tali penalizzazioni, ricorderete come il SAPPE e le altre Organizzazioni del Comparto Sicurezza diedero vita nei mesi scorsi ad una intensa azione di protesta finalizzata a sensibilizzare il Governo affinchè ciò non avvenisse. Con la Consulta Sicurezza scendemmo in strada a Roma, in piazza del Popolo, fin dalla fine di agosto, con una significativa partecipazione di aderenti alla Polizia Penitenziaria (SAPPE), alla Polizia di Stato (SAP), al Corpo Forestale dello Stato (SAPAF) e Vigili del Fuoco (Conapo). L’efficace azione sinergica di tutte le componenti sindacali del Comparto Sicurezza ha prodotto gli auspicati effetti e, dal 1 gennaio 2015, tali misure restrittive sono venute meno. A decorrere dal primo gennaio 2015, dunque, secondo le previsioni contenute nel disegno di legge di stabilità per il 2015, riprenderanno vigore gli specifici istituti retributivi: • assegno funzionale, relativamente al personale del Corpo di polizia penitenziaria che ha maturato una anzianità di servizio, prestata senza demerito, pari a 17, 27 e 32 anni; • trattamento economico dirigenziale (c.d. "omogeneizzazione stipendiale"), per il personale direttivo e dirigente che ha maturato 13 e 15 anni o 23 e 25 anni di anzianità nel ruolo senza demerito; • incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, per quanto concerne gli assistenti capo e i sovrintendenti capo con 8 anni di anzianità nella qualifica, gli ispettori capo con 10 anni e gli ispettori superiori nominati "sostituti commissari"; • indennità operative correlate al grado e all'anzianità di servizio maturate; • progressioni di carriera comunque denominate, relativamente agli incrementi retributivi derivanti dalle promozioni al grado superiore, comprese quelle per merito straordinario. La cessazione del blocco per l'anno 2015 resta esclusa per gli istituti retributivi definiti "classi e scatti", che non dovranno perciò essere corrisposti. Il DAP, che nel merito ha emanato una apposita lettera circolare disponibile nel nostro sito internet www.sappe.it, ha precisato che il pagamento degli emolumenti saranno corrisposti non appena definite le procedure informatiche a livello centrale, entro il primo quadrimestre 2015. AL VIA LE ASSUNZIONI DEGLI IDONEI NON VINCITORI La legge di Stabilità per l’anno 2015 ha previsto, all’articolo 1 comma 265, che ”ai fini delle assunzioni di personale previste dall'articolo 3, comma 3-sexies, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, il comma 3-bis del medesimo articolo si interpreta nel senso che lo scorrimento ivi previsto riguarda anche i concorsi banditi nell'anno 2012 e indetti per l'anno 2013”. Nel merito, abbiamo immediatamente interessato la Direzione Generale del Personale e della Formazione affinchè faccia conoscere quali urgenti determinazioni intenda assumere, in particolare se intende sospendere lo scorrimento della graduatoria del 2014 a favore di quella del 2013. Va comunque detto, da una prima ricognizione ufficiosa, che gli idonei non vincitori delle due graduatorie (2012 e 2013) coincidono in buona parte. PENSIONI: MODIFICATO IL SISTEMA DI CALCOLO PER CHI AVEVA MANTENUTO IL RETRIBUTIVO Sempre nella legge di Stabilità è stata approvata una modifica alla Legge Fornero che comporterà per molti appartenenti alla Polizia Penitenziaria un ricalcolo al ribasso della pensione con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2012 (art. 3, co. 61-63 AC 2679-bis-A). Il provvedimento riguarda tutti coloro che sino al 2011 si sarebbero visti determinare la pensione con il sistema di calcolo retributivo (personale arruolato prima del dicembre 1980). Tale personale, che dal 2012 aveva continuato a maturare la pensione con il sistema contributivo, si vedrà decurtata tutta la parte eccedente il superamento la misura della pensione determinata sul massimo della base pensionabile ovvero dell’80% delle ultime retribuzioni. Per effetto di questa norma ci dovrebbe essere una perdita sulla pensione per ciascun anno lavorato dal 2012 in poi di circa 25-40 euro netti medi al mese. Inoltre, va ricordato che tale personale accedendo alla pensione con il requisito della vecchiaia, ovvero al raggiungimento dei 60 anni di età, non potrà più ricorrere al cd. “moltiplicatore” che comporta ai fini del calcolo della pensione un incremento del montante contributivo di cinque volte ( al raggiungimento della pensione di vecchiaia un ulteriore incremento medio da 150 a 250 euro medi circa). In parole povere, tutti coloro che avevano mantenuto il sistema retributivo (18 anni di contributi al 31 dicembre 1995) e sono andati in pensione o andranno in pensione dal 1° gennaio 2012 in poi, non potranno in alcun modo percepire un trattamento pensionistico superiore all’80% dell’ultima retribuzione ricevuta in servizio. Restano salvi tutti i trattamenti privilegiati aggiuntivi derivanti dal riconoscimento di patologie dipendenti da cause di servizio nonché la minore tassazione rispetto al servizio attivo.