qui - UNITER

Transcript

qui - UNITER
LA BIBBIA
1
Storia del popolo di Israele secondo
la Bibbia
Progetto aperto
Programma del Corso
a) Introduzione. Metodologia
b) L’Autore: Filosofia, Cosmologia,
Religione Scienza e Fede
c) Il Libro: storicità-composizione
d) Brevissima presentazione dei “libri”
e) Fatti e Personaggi
Conversazioni guidate
Domande/Risposte
Rivisitazione di Episodi e Personaggi
che hanno ispirato artisti di tutti i tempi,
accompagnata da alcune riflessioni di
tipo filosofico, etico e poetico.
1
INTRODUZIONE
BIBBIA
IL LIBRO
+LETTO
+DIFFUSO
LIBRO SACRO
Ebrei.. Cristiani
?Musulmani?
IN PRINCIPIO
inizio
AMEN
fine
SIGNIFICATO
2
a)Teologia (rivelazione)
b) Scienze Umane
Cosmologia
Astronomia
Archeologia
Filosofia
Storia
Letteratura
Non si può parlare della Bibbia
senza porsi alcune domande
preliminari e senza chiarirsi con
quale chiave di lettura ci si debba
accostare al Libro.
Testo
quando fu redatto?
da chi? originale?
come si compone?
Testi canonici:
a) canone ebraico
b) canone cristiano
(cattolico - protestante – ortodosso)
La Bibbia è un insieme di testi di
alta Poesia, di Storia raccontata nei
modi e nei termini in uso 3000/2000
anni fa, alternati a testi/brani
letterariamente meno impegnativi.
3
E’ una Storia ricca di Personaggi
affascinanti,
ma è, prima di tutto, un
LIBRO SACRO
E’ la
PAROLA
DI DIO?
Chi è l’AUTORE?
autori o redattori?
Si nomina “dio” e subito si pongono
vari problemi:
1) Creazione (trascendenza)
o Immanenza?
2) Evoluzione
Causalità o Casualità
4
Da dove veniamo?
Scienza e Fede
Scienza (Filosofia) o Fede?
Scienza sperimentale e Fede?
Che cosa siamo?
Dove andiamo?
Scienza e Fede
Religione e Laicismo
Perché porsi tante domande?
a) possiamo “non pensare”?
Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza
(dice Dante)
Rinunciare a pensare non equivale forse a
rinunciare alla nostra dignità di uomini?
b) Dobbiamo però prendere atto
della nostra “limitata” intelligenza.
State contenti, umana gente, al
quia
che se potuto aveste veder tutto
mestier non era parturir Maria
(dice ancora Dante)
5
L’uomo è intelligenza,
autocoscienza; ha libertà di scelta
(libero arbitrio).
La libertà è dignità, dono, pregio,
grandezza o condanna?
L’uomo non è che una “fragile
canna”, ma una canna pensante.
L'homme n'est qu'un roseau le plus faible de la
nature; mais c'est un roseau pensant. Il ne faut
pas que l'univers entier s'arme pour l'écraser.
Une vapeur, une goutte d'eau suffit pour le tuer.
Mais quand l'univers l'écraserait, l'homme serait
encore plus noble que ce qui le tue ; parce qu'il
sait qu'il meurt; et l'avantage que l'univers a sur
lui, l'univers n'en sait rien.
Ainsi toute notre dignité consiste dans la pensée.
C'est de là qu'il faut nous relever, non de l'espace
et de la durée... Travaillons donc à bien penser.
voilà le principe de la morale.
(Blaise Pascal)
Dobbiamo “pensare”;
dobbiamo “cercare”.
Questo è il nostro destino.
Troveremo mai la risposta?
Con la sola Intelligenza
NO!
Siduri rispose: - Gilgameš, non troverai mai la
Vita che cerchi. Quando gli dèi crearono l'uomo,
gli diedero in fato la Morte, ma tennero la Vita per
loro. Quanto a te, Gilgameš, riempi il tuo ventre di
cose buone; giorno e notte danza e sii lieto,
banchetta e rallègrati. Rendi felice tua moglie e
abbi caro il fanciullo che ti tiene per mano.
Perché questo, questo, è il fato dell'uomo.
6
No, Gilgamesh! Dopo affannose ricerche e pericolose insidie, tu
troverai sì la famosa pianta della immortalità, ma, prima ancora di
potertene servire, la perderai per sempre. Allettato da una fresca
sorgente, vorrai dare ristoro al tuo corpo affaticato bagnandoti
nelle sue pure acque. Poserai la pianta in terra e le volterai la
schiena. Un serpente, odorato il profumo della pianta, la rapirà e
subito muterà la pelle e riacquisterà la gioventù. Tu resterai a
mani vuote e piangerai. Rassegnati! Neanche tu puoi mutare il
destino di tutta l'umanità!
Giobbe
si chiede perché tutto non succeda
secondo la logica (umana): sei
buono, dovresti avere un premio;
solo i malvagi dovrebbero essere
puniti.
(Saga sumerica di Gilgamesh XVIII sec. a.C.)
Giobbe chiama “Dio” in giudizio e
viene redarguito.
Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al
turbine:
Chi è costui che oscura il consiglio
con parole insipienti?
Cingiti i fianchi come un prode,
io t'interrogherò e tu mi istruirai.
Dov'eri tu quand'io ponevo le
fondamenta della terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza!
Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo
sai, o chi ha teso su di essa la misura?
Dove sono fissate le sue basi
o chi ha posto la sua pietra angolare,
mentre gioivano in coro le stelle del mattino
e plaudivano tutti i figli di Dio?
Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando erompeva uscendo dal seno
materno,
quando lo circondavo di nubi per veste
e per fasce di caligine folta?
Poi gli ho fissato un limite
e gli ho messo chiavistello e porte
e ho detto:
7
"Fin qui giungerai e non oltre
e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde".
Da quando vivi, hai mai comandato al
mattino
e assegnato il posto all'aurora,
perché essa afferri i lembi della terra
e ne scuota i malvagi?
Si trasforma come creta da sigillo
e si colora come un vestito.
È sottratta ai malvagi la loro luce
ed è spezzato il braccio che si alza a
colpire.
Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell'abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state indicate le porte della morte e
hai visto le porte dell'ombra funerea?
Hai tu considerato le distese della terra?
Dillo, se sai tutto questo!
Per quale via si va dove abita la luce
e dove hanno dimora le tenebre
perché tu le conduca al loro dominio
o almeno tu sappia avviarle verso la loro
casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
Sei mai giunto ai serbatoi della neve,
hai mai visto i serbatoi della grandine,
che io riserbo per il tempo della sciagura,
per il giorno della guerra e della battaglia?
Per quali vie si espande la luce,
si diffonde il vento d'oriente sulla terra?
Chi ha scavato canali agli acquazzoni
e una strada alla nube tonante,
per far piovere sopra una terra senza
uomini, su un deserto dove non c'è
nessuno, per dissetare regioni desolate e
squallide e far germogliare erbe nella
steppa? Ha forse un padre la pioggia?
O chi mette al mondo le gocce della
rugiada? Dal seno di chi è uscito il ghiaccio
e la brina del cielo chi l'ha generata?
Come pietra le acque induriscono
e la faccia dell'abisso si raggela.
Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi
o sciogliere i vincoli di Orione?
8
Fai tu spuntare a suo tempo la stella
del mattino o puoi guidare l'Orsa
insieme con i suoi figli?
Conosci tu le leggi del cielo
o ne applichi le norme sulla terra?
Puoi tu alzare la voce fino alle nubi
e farti coprire da un rovescio di acqua?
Scagli tu i fulmini e partono
dicendoti: "Eccoci!"?
Chi ha elargito all'ibis la sapienza
o chi ha dato al gallo intelligenza?
Agostino di Ippona:
“Tolle iactantiam,
quid est homo, nisi homo?”
Chi può con sapienza calcolare le nubi
e chi riversa gli otri del cielo,
quando si fonde la polvere in una massa
e le zolle si attaccano insieme?
Vai tu a caccia di preda per la leonessa
e sazi la fame dei leoncini,
quando sono accovacciati nelle tane
o stanno in agguato fra le macchie?
Chi prepara al corvo il suo pasto,
quando i suoi nati gridano verso Dio
e vagano qua e là per mancanza di cibo?
Avicenna, filosofo arabo-persiano,
nel X secolo commenta la “Logica”
e la “Metafisica” di Aristotele e
conclude:
9
“Principio di ogni filosofia è “dio”,
come essere necessario, da cui
emanano in ordine gerarchico le
Intelligenze e quindi gli esseri
materiali.
Dio, come essere necessario, è
identità di soggetto e oggetto, di
intelletto intelligente e oggetto
dell’intellezione”.
Da dio procede l’universo spirituale e
materiale. L’uomo ha un posto
particolare in questa struttura
universale: la sua “anima” (spirito) non
può conoscere che gli oggetti dei sensi,
eppure, attraverso questi, ha accesso
agli “intelligibili”.
L’anima potrà raggiungere la
conoscenza pura di questi ultimi solo
quando sarà separata dal corpo.
Separata dal corpo, l’anima può
meglio unirsi all’intelletto attivo e
proseguire senza intralci nella
conoscenza.
Questa più intima unione, che si
realizza normalmente dopo la
morte, è già in atto durante la vita
nei “sogni e nelle visioni dei profeti”.
In sintesi, per Avicenna,
l’intelligenza umana, tramite
l’esperienza, può conoscere solo la
realtà materiale. Attraverso
l’astrazione ha accesso alle realtà
“immateriali”.
Solo dopo la morte, o in vita
attraverso l’esperienza mistica, può
raggiungere la vera conoscenza
superiore.
10
La prova determinante,
convincente, razionale
dell’esistenza di Dio non esiste.
Dobbiamo dunque decidere?
Siamo uomini, non possiamo
esimerci dal fare una scelta, dal
prendere una decisione.
Pensare e decidere,
sia chiaro, non significa essere
d’accordo, essere convinti delle tesi
che sostiene la Bibbia; significa
piuttosto riflettere per “prendere una
decisione illuminata” (morale, atto
della volontà) quale che sia.
“atto della volontà – scelta morale”
LA BIBBIA
2
Elemento distintivo dell’uomo non è
l’intelligenza, in quanto tale, ma il
libero arbitrio.
Se l’intelligenza portasse ad
operare “necessariamente” sarebbe
solo un “istinto più elevato”.
Il “ben pensare” deve portare al
“libero agire”.
11
I quesiti fondamentali che dobbiamo
affrontare sono:
a) Creazione o Immanenza?
b) il creato, si evolve per:
Causalità o Casualità?
c) se l’evoluzione è causale,
- c’è interazione tra Creatore e
Creato?
- oppure il Creato è abbandonato a
se stesso?
Prima di affrontare i
temi “filosofici”
prendiamo in mano
il “Testo” e vediamo
di cosa si tratta:
In sostanza si deve affrontare il
problema dell’origine dell’universo
secondo
la Filosofia
la Scienza
la Fede
Per prima cosa quando ci si
accosta ad un testo ci si chiede
a) chi è l’autore?
b) di cosa si parla? (contenuto)
c) quando è stato scritto?
d) abbiamo in mano un originale o
una traduzione?
Trattandosi di testi antichi:
quanto sono fedeli all’originale?
12
Dettatura
AUTORE
tutto è “parola di Dio” (Corano)
La Bibbia è un insieme di testi
redatti da uomini “ispirati” da Dio
lI Creatore non abbandona il creato;
stringe un patto con una creatura,
dotata di autocoscienza; a questa
creatura ripropone, attraverso i
“profeti”, “verità, principi, valori” non
accertabili con la ragione.
IL CONTENUTO
Ispirazione
Bibbia
Storia dell’Universo
Dal Principio alla Fine
13
a) Dio è Creatore dell’Universo
b) secondo un progetto e con delle
regole in esso“connaturate”
c) l’uomo prende coscienza della
sua posizione di creatura e delle
regole
d) l’uomo, conosciute le regole, è
libero di rispettarle o violarle
d) Di fatto l’uomo “pretende di
essere come dio”, di decidere le
regole
e) Dio lo richiama all’ordine con
messaggi e punizioni, ma promette
che alla fine “ristabilirà” l’ordine
iniziale.
La promessa fatta al primo uomo,
Adamo, viene tenuta viva attraverso
i patriarchi e rinnovata con Abramo
(padre di Isacco/Israele capostipite
del popolo eletto e di Ismaele
capostipite del popolo del deserto).
Attraverso il popolo eletto arriverà il
“messia” il restauratore dell’ordine
iniziale.
Alla creatura che “pretende” di
decidere ciò che è bene e ciò che è
male, sconvolgendo col suo atto
l’armonia dell’universo, trascinando
con sé tutto il creato in una valle di
sofferenza, il Creatore promette
guida, assistenza, fino a quando
riporterà tutto nell’ordine originario.
14
Per i Cristiani il Messia è arrivato.
Per gli ebrei il Messia deve ancora
venire, ma la rivelazione di Dio si è
conclusa con il profeta Neemia.
Maometto ha ripreso il “Libro” e ha
cercato, in un primo momento, di
riunire in una sintesi i popoli del
Libro… ma quando si parla di fede
è impossibile unificare.
La bibbia racconta questa storia:
a) l’ordine iniziale
b) lo sconvolgimento dell’ordine
c) il patto
d) le infedeltà, le punizioni
e) i pentimenti
f) la realizzazione della
promessa
Essenza della Religione è:
La Bibbia è un insieme di
testi che racconta la storia
dell’universo dal punto di
vista “religioso”.
-
credere che Dio esiste
- che gli uomini sono
“solo uomini”
-
che Dio ha stabilito le regole
in base alle quali giudicherà gli
uomini
15
Quale è la regola che
l’uomo deve rispettare e in
base alla quale sarà
giudicato?
Io sono il Signore, vostro Dio.
Non rivolgetevi agli idoli.
(Lv. 19,1)
Amerai il tuo prossimo come te
stesso.
(Lv.19,18)
"Amerai il Signore Dio tuo con
tutto il tuo cuore, con tutta la
tua anima, con tutta la tua
forza e con tutta la tua mente e
il prossimo tuo come te
stesso".
(Lc. 10,27)
BIBBIA
Antico testamento
+
Nuovo testamento
16
Testamento significa patto, alleanza
tra il Creatore e “l’unica” tra le sue
creature cui sono stati dati
l’autocoscienza e il libero arbitrio.
E’ possibile che vi siano altri esseri intelligenti
nell’universo? Non è escluso!!!
Rispondo con la frase di Maometto: E’ più facile
dire “sia fatto” dal nulla e il mondo fu, oppure…
Autenticità
L'Antico Testamento in ebraico che leggiamo
oggi è quello trascritto in un documento del
X secolo d.C. che può essere confrontato
con la traduzione greca chiamata
“Septuaginta” o LXX (scritta dal 220 a.C. al
150 a.C. ca).
Esistono altri manoscritti “incompleti” che
risalgono al 325 d.C. ca.
IL TESTO
La scoperta dei rotoli del mar Morto
avvenuta tra il 1947 e il 1956 (manoscritti
datati dal 200 al 100 a.C.) è stata
estremamente importante. Dopo aver
confrontato i testi ebraici più vecchi con
quelli più recenti, sono state rilevate solo
alcune piccole discrepanze, nessuna delle
quali cambia il significato di un brano.
17
Grotte di Qunram
I manoscritti sono stati scoperti nel 1947 in
una grotta. Nel 1951 furono avviati gli scavi
nelle zone circostanti il luogo della scoperta.
Si trovarono altre dieci grotte contenenti
manoscritti. Oggi i reperti sono conservati in
parte nel Museo d'Israele e nel Museo
Rockefeller, entrambi a Gerusalemme, in
parte ad Amman, altri alla Biblioteca
Nazionale di Parigi. Vari frammenti sono poi
in possesso di istituzioni o di privati.
Manoscritti di Masada
Nella fortezza maccabica, erodiana e
poi romana (che fu occupata dagli
zeloti nel 66) sono stati rinvenuti un
rotolo con i Salmi 81-85 e una copia
ebraica del Siracide.
Manoscritti di Murabba‘at
Nelle Grotte, utilizzate durante la II
rivolta guidaica durata dal 132 al 135,
sono stati rinvenuti frammenti ebraici
dei Profeti Minori.
La grande maggioranza dei testi di
Qumran è scritta in lingua ebraica, ma
un considerevole numero di essi è stato
redatto in aramaico, una lingua
strettamente connessa con l'ebraico e
usata dalla maggioranza dagli ebrei di
Palestina negli ultimi due secoli a.C. e
nei primi secoli d.C.
Nelle grotte 4 e 7 sono stati rinvenuti
anche testi dell'Antico Testamento in
greco.
“I LIBRI”
della Bibbia
18
Tre sono le religioni monoteiste
direttamente o indirettamente legate
al Libro…
tra le quali solo il dialogo “di buona
volontà” è possibile ed auspicabile.
Giovanni Paolo II ai giovani
Musulmani
Antico Testamento
Al tempo di Gesù l'Antico Testamento accettato dai
Giudei si chiudeva con il libro di Malachia, vissuto nel 430
a.C. ca.
Il canone dell'Antico Testamento accettato ai tempi di
Cristo è quello usato ancora oggi dagli Ebrei, e non
contiene un gruppo di 14 libri (deuterocanonici) scritti
dopo Malachia e aggiunti all'Antico Testamento all'inizio
del secondo secolo a.C. dagli Ebrei della “diaspora”.
Canone “Cristiano”
Canone Ebraico
LA LEGGE
Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio
I PROFETI
I profeti anteriori: Giosuè, Giudici, Samuele (1 e 2),
Re (1 e 2)
I profeti posteriori: Isaia, Geremia, Ezechiele, I Dodici (profeti minori)
GLI SCRITTI
Libri poetici: Salmi, Proverbi, Giobbe
I cinque rotoli (Megilloth): Cantico dei cantici, Rut, Lamentazioni, Ecclesiaste,
Ester.
Libri storici: Daniele, Ezra-Neemia, Cronache (1 e 2).
Ne esistono tre:
Quello “protestante”, (simile , per
l’A.T. a quello ebraico)
Quello “cattolico” che per l’A.T.
compende 14 libri aggiuntivi
Quello “ortodosso” che accetta altri
3 libri oltre quello cattolico
19
La Bibbia cosidetta dei “Settanta” comprende anche
i testi prodotti durante la diaspora alessandrina, complessivamente tra il IV-II
secolo a.C., chiamati nella tradizione cattolica deuterocanonici (apocrifi in quella
protestante):
Giuditta
Tobia
Primo libro dei Maccabei
Secondo libro dei Maccabei
Sapienza
Siracide (Ecclesisatico)
Baruc
Lettera di Geremia
“testo aggiunto” a Daniele
testo aggiunto” a Ester
Per quanto riguarda il Nuovo
Testamento gli studiosi del testo
hanno concluso che la totalità del
testo originale è stato ritrovato. Il
canone “neotestamentario”
è unico per tutti I
cristiani.
Esiste una versione più ampia,
quella degli ortodossi. Rispetto al
canone cattolico quello ortodosso
aggiunge:
Primo libro di Esdra
Terzo libro dei Maccabei
Quarto libro dei Maccabei
I testi fondamentali
da cui deriva la versione attuale
della Bibbia sono:
Septuaginta
(Esapla)
Vulgata
Testo Masoretico
20
La versione dei Settanta
(Septuaginta in latino, indicata
anche, secondo la numerazione
latina, con LXX ), è la versione della
Bibbia in lingua greca, che la
tradizione vuole tradotta
direttamente dall'ebraico da 70
saggi ad Alessandria d'Egitto nel III
sec. A.C.
La traduzione dei “Settanta”
era molto fedele al testo, ma
era una traduzione, con
qualche concessione alle
interpretazioni. Perciò fu
spesso osteggiata dalla
casta sacerdotale di
Gerusalemme.
L'origine della traduzione è narrata leggendariamente
dalla Lettera di Aristea a Filocrate. Secondo tale
racconto, il sovrano egiziano ellenista Tolomeo II
Filadelfo (regno 285-246 a.C.) in persona commissionò
alle autorità religiose del tempio di Gerusalemme una
traduzione in greco del Pentateuco per la neonata
biblioteca di Alessandria. Il sommo sacerdote Eleazaro
nominò 72 eruditi ebrei, sei scribi per ciascuna delle
dodici tribù di Israele, (secondo altre versioni 70), che si
recarono ad Alessandria e vennero accolti con grande
calore dal sovrano. Stabilitisi nell'isola di Faro
completarono la traduzione in 72 giorni in maniera
indipendente. Al termine del lavoro, comparando fra loro
le versioni, si accorsero con meraviglia che le rispettive
traduzioni erano identiche.
VULGATA
Quando Gerolamo tradusse la Bibbia in
latino (Vulgata) aveva a disposizione
“copie” dei testi “originali” in ebraico,
aramaico, greco e l'allora
autorevolissima traduzione greca
dell'Antico Testamento detta Settanta.
21
38 libri dell'Antico Testamento,
eccetto i Salmi, furono tradotti exnovo dal testo ebraico.
Il libro dei Salmi è stato oggetto di
una triplice versione:
la prima, nota come Versio
Romana, fu realizzata da Gerolamo
già nel 382; è una revisione di una
precedente traduzione latina
adattata al testo della Settanta.
La seconda, nota come Versio
Gallicana, fu realizzata tra il 386 e il
391 a partire dal testo greco della
Esapla di Origene. Divenne la
versione prevalente nelle tarde
edizioni manoscritte della Vulgata.
La terza versione fu realizzata tra il
398 e il 405 a partire dal testo
originale ebraico.
I libri deuterocanonici di Giuditta e
Tobia sono una traduzione ex-novo
dal testo orginale greco della
Settanta.
Gli altri 6 libri deuterocanonici greci
sono una revisione di precedenti
versioni latine dei testi della
“septuaginta”.
Tra le centinaia di antiche edizioni a
stampa, quella sicuramente più
nota è la cosiddetta Bibbia
Gutenberg, realizzata nel 1455 da
Johann Gutenberg, l'inventore della
stampa a caratteri mobili.
22
GLI STILI
L’analisi accurata degli stili letterari
ha permesso di stabilire con
“certezza” in quali periodi sono stati
redatti i testi scritti che ci sono
pervenuti.
Gli stili sono 4
Javista X secolo
Dio Creatore. Caratteri: realismo –
antropomorfismo.
Eloista IX – VIII secolo
Dio appare nei sogni e si manifesta
attraverso un Angelo.
Deuteronimista VII secolo
Patto - violazione – punizione –
pentimento (fini didattici)
Sacerdotale VI secolo
Regole - Riti
La Masorah
23
La parola ebraica masorah
(«tradizione») è presa da Ez 20,37 e
vuol dire letteralmente «catena». Si
pensava giustamente che il
consolidamento del testo avesse la
natura di un legame, di un vincolo.
Quando la Masorah è diventata una
disciplina, il termine è stato collegato
con il verbo “trasmettere per tradizione”
e gli è stato dato il significato di
tradizione.
Testo masoretico:
tradizionale
annotato, con pronuncia e
significato originale
Nell'antichità classica gli scribi erano
pagati per il loro lavoro secondo il
numero di stichi copiati. I libri della
Bibbia, in prosa, mal si prestavano a
ciò, e gli scribi iniziarono a contare le
lettere. Da questa usanza si sviluppò
nel tempo la Masorah numerica, che
conteggia e raggruppa i vari elementi
del testo. Così, il Levitico (8:23)
Masoretico
masorà = catena
sono state inserite le
vocali “mancanti”
C S (CoSo, CoSa,
CaSa,CaSo)
24
L’ESAPLA
DI
ORIGENE
L'Esapla fu composta da Origene (182251). Secondo Epifanio di Salamina
(315-403) essa conteneva su sei
colonne sei distinte versioni del
Vecchio Testamento (il testo ebraico, la
trascrizione del testo ebraico in
caratteri greci, le versioni di
Aquila,(Letterale) di Simmaco
(Scorrevole), dei Settanta e di
Teodozione (ripulitura dei Settanta).
Esisteva un’unica copia dell’Esapla
composta da circa 50 volumi che andò
interamente perduta dopo la distruzione
della biblioteca di Cesarea, avvenuta
nel 653 d. C. per opera degli invasori
arabi. Dell’opera non esistono quindi
copie ma solo testimonianze
(soprattutto da parte di Eusebio di
Cesarea e di Gerolamo) e piccoli
frammenti dispersi negli scritti di alcuni
Padri della Chiesa.
Le diverse traduzioni sarebbero
state originate anche dal fatto che i
testi ebraici a disposizione dei
traduttori greci erano solo
consonantici (vocali e punteggiatura
furono successivamente aggiunte
dai masoreti), e dunque
legittimamente aperti a più
interpretazioni.
25
in Isaia 7,14 il termine ebraico
‘almah, giovane donna, venne reso
col greco parthènos, vergine;
in Salmi 16,10 (15,10 LXX) shàhat,
sepolcro, divenne diafthoràn,
corruzione: “al tuo santo non farai
vedere la corruzione”;
Nei primi secoli i cristiani fecero
prevalente ricorso alla Bibbia dei
Settanta per l’evangelizzazione e per lo
studio delle profezie. Per tutto il I
secolo la Settanta godette di grande
autorità presso i giudei ed i cristiani.
Apostoli e Padri della chiesa la citarono
spesso e la diffusero soprattutto tra i
gentili ed i pagani. In alcuni casi però la
Settanta traduceva in modo
estremamente libero il testo originale.
LE LINGUE DELLA BIBBIA
L'Antico Testamento (AT) (la Bibbia
ebraica) è stato scritto in lingua ebraica nei
secoli X-III a.C. (alcune parti tardive usano
l'aramaico, che ha lo stesso alfabeto
ebraico). L'A.T. ebraico non contiene i libri
Deuterocanonici (DC).
L'A.T. è stato tradotto in greco nel sec. III
a.C., questa versione (Septuaginta , LXX)
contiene i testi DC.
Il Nuovo Testamento (NT) è stato scritto in
greco negli anni 50-120 d.C..
Testo Masoretico, Settanta e
Vulgata sono stati i testi ufficiali
delle varie religioni (Ebraica e
Cristiana) fino a circa il 1950,
quando a Qunram, sul mar morto
furono fatte le importanti scoperte
cui abbiamo accennato
precedentemente.
26
Oggi i testi di rierimento della
Bibbia sono:
BIBBIA
3
La "Bible de Jérusalem", traduzione
del 1956 fatta sotto la direzione della
Scuola Biblica Domenicana di
Gerusalemme
La TOB (Traduction Oecuménique
de la Bible), traduzione ecumenica del
1975, revisionata nel 1982 e nel 1988.
La Versione TILC,(Traduzione
interconfesionale Lingua Corrente) del
1982.
Torniamo alle “domande”
fondamentali
D’où venons-nous?
Que sommes-nous?
Où allons-nous?
27
I quesiti fondamentali che dobbiamo
affrontare sono:
a) Creazione o Immanenza
b) il creato, si evolve per
Causalità o Casualità?
c) se l’evoluzione è causale,
- c’è interazione tra Creatore e
Creato?
- oppure il Creato è abbandonato a
se stesso?
Scienza e fede
Scienza (Filosofia) o Fede?
Scienza “sperimentale” e Fede?
Scienza = Fede?
Perché porci queste domande prima di leggere la
Bibbia?
Perché la Bibbia pretende di dare risposte a questi
quesiti già nelle prime dieci parole del testo.
Se cerchiamo la verità scientifica,
non leggiamo la Bibbia.
Se cerchiamo la verità filosofica,
dobbiamo essere disposti a
“metterci in discussione”.
Tre tipi di “verità”
che non possono essere in contrasto, ma si
completano su piani diversi
a) scientifica: è la più “bassa”, quella, pratica
sperimentale – mutevole
b) filosofica: teorica, visionaria, ma relativa,
vincolata dallo strumento che usiamo: il nostro
“cervello” e dalla logica
c) rivelata, non altrimenti raggiungibile,
incontestabile per chi crede
Religione e Laicismo
28
Metodi per “raggiungere” la
conoscenza, stabilire la ?“verità”.?
Processo induttivo
(astrazione)
a) induttivo: osservo molti
fenomeni… ne ricavo un principio
Uno dei primi filosofi a ricorrere a
questo concetto “metodolicamente”
fu Aristotele, il quale, attribuendo a
Socrate il merito di averla scoperta,
sosteneva che l'induzione fosse, “il
procedimento che dai particolari
porta all'universale”
b) deduttivo: “intuisco un principio”
che, se è vero, rende
necessariamente vere tutte le
conseguenze
L'induzione è "inferenza” (conclusione)
ampliativa ma solo probabile",
Ho visto un corvo ed era nero;
Ho visto un secondo corvo ed era nero;
Ho visto un terzo corvo ed era nero;
La deduzione è definita come una
"inferenza” (conclusione) non
ampliativa ma necessaria".
Conclusione: Il prossimo corvo che
vedrò sarà (probabilmente) nero
e fino a prova contraria dirò che i corvi
sono neri..
29
Mentre è impossibile che la
conclusione di un ragionamento
deduttivo sia falsa se le sue
premesse sono vere, in un
argomento induttivo questa
certezza si riduce a un certo grado
di probabilità
La conclusione è sempre la stessa:
l’uomo non è in grado di
raggiungere la “Verità” assoluta.
Deve accontentarsi di verità
“relative” e spesso contradditorie.
Dubbi sulla possibilità di conoscere
la verità.
L’ORIGINE DELL’UNIVERSO
Filosofi “scettici”
Zenone
e i suoi Quattro Paradossi.
(Achille e la tartaruga. La freccia. Lo
Stadio, Pluralità infinita delle parti..)
a) La Scienza Teorica (filosofia)
b) La Scienza pratica
30
FILOSOFIA
IMMANENZA
(Eternità del creato)?
o
TRASCENDENZA
(Creazione)?
Con l’immanenza si afferma che il
mondo è dio
causa di se stesso, eterno
Con la trascendenza si afferma che
esiste un essere (dio), esterno
all’universo, trascendente, non
causato, causa e origine di tutto il
resto
Sartre nella sua Critica della ragione
dialettica usa l’espressione composta
immanenza-trascendenza, nei seguenti
termini: è immanente ciò che è interno
all’essere di una realtà e non rinvia, né
per la sua esistenza né per la sua
esplicazione, né per il suo valore, ad
alcun principio esterno o superiore,
cioè a nessun principio trascendente.
Questo concetto può essere riassunto
nell’enunciato tutto è interno a tutto”.
Anche se non mancano filosofi e
scienziati che sostengono
l’immanentismo, la tesi più comune
filosoficamente e scientificamente
accettata è che ci sia un “ente” non
causato che è origine e causa
dell’universo.
31
BIG BANG
LA SCIENZA
e
L’Origine dell’Universo
La Scienza che era “sperimentale”
per natura (metodo induttivo)
(Provando e Riprovando)
ha ora imboccato la strada del
metodo “Deduttivo”.
Uno scienziato “intuisce” un
principio, lo “qualifica” come verità
su cui costruisce la sua
“cosmologia”.
13 miliardi e 700 milioni di anni fa
IL PROBLEMA:
COSA E’ SCOPPIATO?
Nulla viene dal Nulla
Energia pura? Mondo immateriale?
Né la Scienza, né la filosofia
sono in grado di dare una
risposta convincente
sull’origine dell’universo…
Anzi
32
Sia la Scienza che la
Filosofia partono da ipotesi,
cioè atti di fede,
“fede” nel senso di credere in
qualcosa che non si
dimostra.
Approfondiamo ciò che dice la
Scienza attuale:
La fisica delle particelle è la
branca della fisica che studia i
costituenti fondamentali e le
interazioni fondamentali della
materia.
MODELLO STANDARD
Oggi gli scienziati pensano che tutte le cose
siano fatte dalle particelle che si vedono in questo
disegnino: i quark e i leptoni, che si combinano
tra loro come in un gioco delle costruzioni (un
protone per esempio è costituito da due quark up
e un quark down, un neutrone da due quark down
e un quark up). Questi costituenti elementari si
parlano scambiandosi delle altre particelle
“messaggere”, che sono i fattorini delle forze
fondamentali della natura: il fotone (la luce in tutte
le sue forme) trasporta la forza elettromagnetica,
che è quella responsabile di tutta la chimica e le
interazioni di tutti i giorni;
33
I gluoni scambiano la forza “forte”, che tiene insieme i quark e i
nuclei degli atomi; le particelle W e Z si occupano di scambiare la
forza “debole”, che è quella responsabile della radioattività. Bene,
dunque gli scienziati sanno tutto, abbiamo tutti gli ingredienti della
materia e pure i collanti per tenerla insieme.
La teoria che descrive i componenti fondamentali di tutte le cose
(la chiamano il Modello Standard, ed è stato formalizzato negli
anni ‘70 del secolo scorso) funziona veramente molto bene, ma
ha un piccolo difetto:
Il Modello Standard presuppone che le particelle
non debbano avere massa.
Nessuna massa, particelle senza peso! E’ un bel
controsenso, perché noi sappiamo benissimo che
le cose hanno massa, e dunque massa devono
avere le particelle che le compongono. Il
problema è che se nella teoria aggiungiamo “a
mano” la massa delle particelle, le equazioni
vengono distrutte e non funzionano più (i fisici
teorici dicono che l’invarianza di gauge della
teoria non è rispettata). Un bel dilemma, no?
Negli anni 60 il signor Peter Higgs saltò su
dicendo: “Io avrei una possibile soluzione!”.
Supponiamo che le particelle in effetti non
abbiamo massa di per sé, ma che nell’universo
esista un campo che pervade tutto, una sorta di
melassa cosmica che le particelle devono
attraversare quando si muovono. Questa
melassa frenerebbe in modo diverso ogni
particella rendendola più o meno pesante.
Tradotta in equazioni l’idea funzionava: le
particelle acquisivano massa e le equazioni della
teoria rimanevano valide senza spappolarsi.
Eureka! Ma…
Cos’è il bosone di Higgs:
Particella mai osservata…
ma essa darebbe massa a tutte le
particelle elementari, incluso lo
stesso bosone di Higgs.
34
Nel 1993 il bosone di Higgs, data la
sua importanza nella teoria del
modello standard, è stato
soprannominato dal Premio Nobel
per la Fisica, Leon Max Lederman,
come la
"Particella Dio".
Non tutti sono d’accordo
sull’esistenza del bosone di Higgs.
Alcuni scienziati propongono altri
modelli attraverso i quali cercano
di trovare giustificazioni alternative
al meccanismo di Higgs, noti come
modelli Higgsless.
La Scienza non può fare a
meno di “dio”
(originatore non originato):
Bosone di Higgs o
equivalente…
In conclusione
per la scienza “pratica”
dio
esiste.
35
Risposta al 1 quesito
a) dio c’è
b) Tra le due ipotesi (immanenza e
trascendenza) anche scientificamente
la seconda è più “logica”, più
sostenibile perché non contraddice ai
due principi fondamentali della fisica:
- In natura nulla si crea, nulla si
distrugge, tutto si trasforma
- Nella trasformazione c’è un
inesorabile degrado dell’energia.
Seconda domanda
Dio c’è, ma
Dio si cura del creato? Causalità.
O tutto si evolve per caso?
Ci sono anche alcuni scienziati (una
minoranza) che sostengono la teoria
dell’eternità del mondo
(contraddicendo il principio
dell’entropia),
come in filosofia ci sono coloro che
sostengono che l’universo è dio..
eterno, immortale …
BIBBIA
4
Casualità.
36
Avevamo concluso:
Gli scienziati non possono non
ipotizzare un “creatore”. Ma si
fermano lì.
Andare oltre è uscire da ciò che si
può provare, diventa una scelta
“opinabile” e non è compito della
scienza pronunciarsi.
I filosofi invece “devono” andare
oltre, porsi altre domande.
Il dio creatore si preoccupa delle
sue creature, intrattiene un rapporto
con il creato (religione)?..
Oppure il “demiurgo-creatore” ha
originato il tutto e lo lascia al suo
destino?
Cosa rispondono i Filosofi alla seconda domanda:
Il “creatore” si cura del creato:
Causalità?
O tutto si evolve per caso:
Casualità?
Universo:
progetto
o “eruzione incontrollata”?
Tra le due “ipotesi” qual è la meno
illogica?
37
“Razionalmente” non esiste prova
conclusiva determinante.
Esiste una “ragionevolezza” che
dovrebbe portare a decidere a
favore di una soluzione rispetto
all’altra.
INDIZI
Alla fine la scelta non è
“razionale”, ma MORALE e libera.
Scelta morale: non significa buona
o cattiva, ma operata dalla volontà
“illuminata dalla ragione”, non
“obbligata dalle prove” inconfutabili
della ragione
Come “uomini” dobbiamo dare una
risposta a questo quesito, una risposta
“morale”, risultato di una scelta su
argomenti non “conclusivi”.
D’altra parte distintivo dell’uomo non è
l’intelligenza, in quanto tale, ma il libero
arbitrio, la possibilità di decidere di
fronte a opzioni non certe.
Se l’intelligenza portasse ad operare
“necessariamente” sarebbe un “istinto
più elevato”.
Credere in un dio che ha creato
secondo un progetto (causalità) non
è ancora religione.
Religione è credere in dio creatore,
autore di un progetto per il quale è
interessato; è credere che il
creatore interagisce con il creato.
38
La Bibbia parte dal presupposto:
che Dio esista
sia il creatore
abbia un progetto
e interagisca con il creato.
Tra le “creature” l’uomo ha
coscienza di questa situazione
Chi non crede trova nella Bibbia un
libro straordinario, una testimonianza
unica della civiltà umana.
Chi crede si nutre dei messaggi.
La Bibbia “racconta”
la storia dell’uomo in questa luce.
Credere è rinunciare alla libertà?
Tutt’altro:
è un atto libero
e ragionevolmente fondato
della volontà.
Religioso
(chi crede in quanto spiegato prima)
Agnostico
chi pur ammettendo l’esistenza di un
creatore, pensa che l’universo e l’uomo
vivano il loro destino (e muoiano) senza
altro “scopo” che il “vivere”.
39
Dal punto di vista pratico:
Per il credente e per l’agnostico i
problemi esistenziali sono gli stessi.
Il credente (religioso) ha un
riferimento, una luce, un quadro di
certezze entro cui muoversi.
L’agnostico si muove in un quadro
di “sfidante” incertezza.
Fede: luce vera o abbaglio?
E’ stata fatta una “lunga” introduzione
per dare a ciascuno l’opportunità di
scegliersi
una chiave di lettura prima di
accostarsi a questo libro che racconta
dell’Uomo e del suo Destino
BIBBIA
5
Chiave di lettura
Religiosa: “Parola di Dio”
Agnostica: poema composito
Chi ha scelto quella religiosa, si ritrova un
Messaggio essenziale, cui
riferisi nell’interpretare i singoli
fatti o episodi
40
Chi ha scelto come chiave di
lettura la “religione”
raggiungerà un
livello di “conoscenza”
non contro,
ma oltre la ragione.
Utilizzando la “giusta” chiave di
lettura, si interpretano nel modo
corretto molte situazioni altrimenti
ambigue.
E quando comunque il significato
non è chiaro?
C’è un’autorità cui fare riferimento.
Chi interpreta la Bibbia?
L’autorità gerarchica
dell’organizzazione di coloro che
accettano il libro come parola di
Dio:
i Rabbini o le Gerarchie delle
Chiese Cristiane
La Bibbia propone Principi Morali in
antitesi con la nostra coscienza
moderna?
Poligamia
Odio e uccisione brutale dei nemici
“coscienza degli uomini” del tempo
(pensiamo alla pena di morte …)
41
Bibbia: Racconta la Storia
dell’uomo
Storia del Popolo Eletto
che ha stipulato un patto con Dio
però racconta di uomini con la
“coscienza” del tempo in cui vivono
“non uccidere”
e “ama il prossimo”
3000 anni fa
avevano un significato diverso
Vi fu detto:
'Amerai il tuo prossimo' e odierai il
tuo nemico;
ma Io vi dico:
Amate i vostri nemici e pregate per i
vostri persecutori
Vangelo secondo Matteo 5, 43-44
Il popolo di Dio vive l’esperienza
culturale dell’umanità in ogni periodo
storico, anche se ha come punto di
riferimento il messaggio
profetico
L’ Amore per il prossimo come è stato
spiegato con la parabola del
samaritano è proprio della nuova
alleanza
La legge di Dio è “perfetta”
da sempre…
La sua applicazione muta col
maturare della coscienza degli
uomini
Per i cristiani la “perfezione”
dell’interpretazione è venuta con
Gesù Cristo
42
Genesi
Capitoli 1 – 11
Iniziamo la lettura
Dalla creazione al 1900 a.C. ca
Brevi riflessioni e confronti con la
mitologia del popolo Sumero.
Dalla Creazione
ad Abramo
Creazione
dell’Universo
43
Creazione
dell’Uomo
Caino
e
Abele
Il Peccato
originale
I Patriarchi
44
L’arca
di
Noè
La torre
di
Babele
LA CREAZIONE
In principio Dio creò il cielo e la terra.
La terra era informe e deserta e le
tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito
di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
Dio vide che la luce era cosa buona e
Dio separò la luce dalle tenebre. Dio
chiamò la luce giorno, mentre chiamò
le tenebre notte. E fu sera e fu mattina:
giorno primo.
Dio disse: "Sia un firmamento in mezzo
alle acque per separare le acque dalle
acque". Dio fece il firmamento e separò
le acque che sono sotto il firmamento
dalle acque che sono sopra il
firmamento. E così avvenne. Dio
chiamò il firmamento cielo. E fu sera e
fu mattina: secondo giorno.
45
Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra
immagine, secondo la nostra
somiglianza: domini sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo, sul bestiame,
su tutti gli animali selvatici e su tutti i
rettili che strisciano sulla terra"
E Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
“Siate fecondi e moltiplicatevi”.
Allora il Signore Dio
plasmò l'uomo con
polvere del suolo e soffiò
nelle sue narici un alito di
vita e l'uomo divenne un
essere vivente.
Il termine uomo, in ebraico adam,
può essere fatto derivare da
adamah, terra, da cui l’uomo,
secondo cfr. Gen 3,23, fu tratto. Qui
adam ha valore collettivo: maschio
e femmina.
E il Signore Dio disse: "Non è bene che
l'uomo sia solo: Il Signore Dio formò con la
costola, che aveva tolta all'uomo, una
donna e la condusse all'uomo.
Allora l'uomo disse:
"Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall'uomo è stata tolta".
46
IL PECCATO ORIGINALE
Poi il Signore Dio piantò
un giardino in Eden, a
oriente, e vi collocò
l'uomo che aveva
plasmato.
Tutto ci è stato dato..
Potete mangiare di tutti i frutti..
Eccetto uno..
“L’Uomo non deve pretendere di
creare la legge”
Il Signore Dio diede questo
comando all'uomo: "Tu potrai
mangiare di tutti gli alberi del
giardino ma dell'albero della
“conoscenza” del bene e del male
non devi mangiare, perché, nel
giorno in cui tu ne mangerai,
certamente dovrai morire".
La tentazione: sarete come Dio
Potrete “decidere” ciò che è bene e
ciò che è male
L’uomo deve accettare i propri limiti
47
Ma il serpente disse alla
donna: "Non morirete affatto!
Anzi, Dio sa che il giorno in
cui voi ne mangiaste si
aprirebbero i vostri occhi e
sareste come Dio,
conoscendo il bene e il
male".
Alla donna disse:
"Moltiplicherò i tuoi dolori
e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ed egli ti dominerà".
Poi udirono il rumore dei
passi del Signore Dio che
passeggiava nel giardino alla
brezza del giorno, e l'uomo,
con sua moglie, si nascose
dalla presenza del Signore
Dio, in mezzo agli alberi del
giardino.
…maledetto il suolo per causa tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba dei campi.
Con il sudore del tuo volto mangerai il
pane,
finché non ritornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere ritornerai!".
48
Peccato originale:
non aver accettato di essere
uomini,
creature limitate
Tolle iactantiam, quid est homo nisi
homo..
(Sant’Agostino)
ll peccato originale era
evitabile?
Dal momento che ha avuto il libero
arbitrio, l’uomo ha deciso…
(male?)….
Oh Felix Culpa quae tantum
nobis meruit Salvatorem!
Abbiamo letto quel che
dice la Bibbia.
Cosa dice la Scienza?
La scienza (oggi)
cosa dice?
E le culture
“contemporanee”?
49
Teoria (ipotesi)
del
Big Bang
La prima migrazione fuori dai
territori africani sarebbe quindi
avvenuta tra 180.000 e 90.000 anni
fa. I dati che attribuiscono circa
100.000 anni ai più antichi reperti di
Homo sapiens sapiens della
Palestina confermerebbero quanto
ottenuto dai risultati della ricerca
genetica.
La “culla” dell’Homo Sapiens
si trovava probabilmente tra il
Corno d’Africa e la Mesopotamia.
Una ipotetica Eva africana, poiché
il DNA mitocondriale si trasmette
lungo la linea femminile, è collocata
tra 290.000 e 140.000 anni fa nelle
regioni dell’Africa centro-orientali.
La città Ittita di Catal Huyuk
(Anatolia- 9000 a.C), rappresenta la
più antica città del mondo, finora
conosciuta.
Insediamenti urbani risalenti al
7.000/6000 a. C. indicano che la città di
Gerico, in Palestina, con i sui 2000
abitanti e la sua cinta muraria con
fossato e torri di difesa è la prima
città fortificata del mondo.
50
SUMERI
Primi inventori della
scrittura
3000 a.C.
Il testo originale è stato rinvenuto
nella Biblioteca di Assurbanipal
(668-627 a.C.).
Località: Mesopotamia - Babilonia.
Epoca: Composto nel periodo 16461626 a.C.- durante il regno di
Ammisaduqa, quarto successore di
Hammurabi - sulla base di antichi
testi e tradizioni sumeriche e
accadiche.
Il Poema di Atrahasis o del Grande
Saggio fu scritto in accadico nel XVII
secolo, ma risale per molte parti a
tradizioni sumere. Nel poema vengono
affrontati i temi della creazione
dell’uomo (impasto di argilla con carne
e sangue di un dio), del suo compito
nell’universo (continuare l’opera degli
dei inferiori) e del problema della
sovrappopolazione (epidemie, carestie
e Diluvio universale).
Le divinità sumere sono entità concrete
e strettamente correlate alla natura di
cui anche l'uomo fa parte, ognuna è
naturalmente preposta ad un evento (la
morte, la primavera) o ad un concetto
(la creazione, la fecondità) ma come gli
dei greci, anzi più degli dei greci,
dipendono in tutto e per tutto dagli
esseri umani, che rappresentano la
natura consapevole di sé stessa.
51
Esistono 4 divinità maggiori:
Il Cielo, nella
personificazione il dio Anu, e
la Terra, nella
personificazione la dea Ki,
generarono il dio dell'Aria
Enlil. Enki infine era il dio
dell’Acqua.
Quando avvenne la
“separazione”: Anu "tirò" il
Cielo verso di sé, mentre
Enlil "tirava" la Terra, sua
madre. Dall'unione di Enlil e
Ki (e Enki) nacquero tutti gli
esseri viventi, dei, uomini,
animali e piante.
Per la mitologia sumerica gli
uomini esistono con l'unico
scopo di servire e
compiacere gli dei, e di
conseguenza gli stessi dei
hanno ragione di esistere
solo grazie agli esseri umani.
Breve riassunto del
poema
52
Dei che lavorano e dei che dirigono i lavori
Prima della creazione dell'uomo gli dei
lavoravano. Gli dei erani divisi in due gruppi gli
Anunnaku, gli dei più importanti che
sovrintendevano ai lavori, e gli Igigu, che
effettuavano i lavori.
Spartizione del dominio dell'universo
C'era un re degli dei, An, che veniva assistito nel
governo da un gruppo di potenti: Enlil, Enki, Ki,
ecc. Il re e i potenti si erano spartiti a sorte il
dominio dell'universo: An il cielo, Enlil/Ki la terra,
Enki il mare.
Scavo e manutenzione dei canali
Gli dei lavoratori scavavano i corsi
d'acqua e i canali per l'irrigazione della
terra. (La Mesopotamia era
praticamente priva di piogge e l'unico
modo di far crescere la vegetazione era
portare l'acqua del Tigri e dell'Eufrate
mediante i canali nei campi da
coltivare.)
Inizia la rivolta degli dei lavoratori
Attacco al palazzo di Enlil
Dopo alcuni millenni di lavoro
continuo gli dei lavoratori
cominciarono a lamentarsi, poi
bruciarono i loro utensili, le zappe e
le ceste per il trasporto della terra.
Si radunarono e decisero di recarsi
da Enlil, il loro capo, per chiedere di
essere esentati dal lavoro.
Di notte, gli dei lavoratori
circondarono il palazzo di Enlil. Il
guardiano del palazzo riuscì a
chiudere in tempo le porte. Enlil si
armò e diede ordine a tutti i suoi
collaboratori di fare lo stesso. Enlil,
che era divenuto verde in viso dalla
paura, mandò a chiedere aiuto ad
An e ad Enki.
53
La trattativa
Gli dei padroni si radunarono in
consiglio. Enlil, indignato, era propenso
ad impegnare immediatamente il
combattimento. An, invece, propose di
iniziare delle trattative. Un messaggero
fu inviato a parlare alla folla per capire i
motivi della rivolta. Il portavoce dei
lavoratori fece presente il duro lavoro a
cui erano stati sottoposti da Enlil.
Gli dei trovando difficoltà a
procurarsi il cibo decidono di creare
dei "servi" che possano svolgere i
lavori che gli dei non sono in grado
di fare. Enki riflette, e consiglia
quindi alla madre di creare delle
forme con l'argilla dell'Abisso
(l'Abzu), e di imprimere su di esse
l'immagine degli dei: queste forme
saranno chiamate "uomini".
La soluzione: creare l'umanità
Enlil propose di mettere a morte il portavoce
dei lavoratori per stroncare la rivolta. An si
oppose affermando che la situazione di
disagio dei lavoratori era a loro nota da
tempo e che doveva essere trovata una
soluzione. Anu chiamò la dea Belet-ili e le
ordinò di fabbricare un prototipo di uomo.
L'uomo avrebbe assunto su di sè la fatica e
il duro lavoro degli Igigu.
Carne e sangue divini mescolati con argilla
La dea disse che da sola non era in grado
di fare il prototipo di uomo, ma che con
l'aiuto di Enki ci sarebbe riuscita. Enki allora
decise che un dio sarebbe stato immolato e
che la sua carne e il suo sangue sarebbero
stati mescolati dalla dea con l'argilla. In tal
modo il dio e l'uomo sarebbero stati legati,
nell'uomo sarebbe penetrato uno "spirito"
che lo avrebbe mantenuto vivo anche dopo
la morte.
54
Sette maschi e sette femmine
Il dio We fu immolato. Belet-ili mescolò
la sua carne e il suo sangue con
l'argilla. Gli dei Anunnaki e gli dei Igigu,
divenuti anch'essi grandi dei, sputarono
sull'argilla. Vennero fatti quattordici
pani di argilla. Sette pani produssero
maschi e gli altri sette femmine. Poi
maschi e femmine si accoppiarono due
a due.
Sovrappopolazione: inizia l'epidemia
La popolazione si moltiplicò. Il territorio
abitato venne ampliato, ma si verificò lo
stesso un eccesso di popolazione.
Allora Enlil chiamò gli altri dei e disse
che veniva disturbato nel sonno dal
frastuono degli uomini: erano troppi. Gli
dei decisero di inviare una epidemia tra
gli uomini.
Gli uomini al lavoro
Vennero costruiti nuovi picconi e
nuove zappe. Gli uomini iniziarono
la loro attività edificando grandi
dighe di irrigazione per provvedere
cibo per gli uomini e per gli dei, per
continuare la grande opera degli dei
Igigu.
Fine dell'epidemia
Un uomo, chiamato Grande Saggio, su
suggerimento di Enki, organizzò le
contromisure.
Non bisognava portare più offerte nei
templi. Bisognava onorare solo il dio
Namtar, il portatore dell'epidemia, che
soddisfatto avrebbe sospeso la sua
azione malefica. E così avvenne. Gli
uomini prosperarono di nuovo.
55
Arriva la siccità
La popolazione crebbe ed Enlil nuovamente
si lamentò con gli altri dei: il frastuono degli
uomini non lo faceva dormire. Gli dei
convennero di inviare la siccità. Niente
pioggia, niente piena dei fiumi, vento caldo,
cielo oscuro. Gli uomini ricorrono allo
stratagemma di prima e Adad, dio della
pioggia, al mattino fece piovigginare di
nascosto e la notte condensò la rugiada
Carestia
L'umanità riprese a svilupparsi e a moltiplicarsi.
Enlil, sempre insonne, decise di ricorrere di
nuovo al flagello della Siccità/Carestia, ma questa
volta pone un severo controllo sulla situazione:
Anu e Adad faranno da guardiani del cielo e lui
stesso controllerà la terra. I prati seccarono, la
pianura si ricoprì di salnitro, finirono le scorte, si
svuotarono i granai.
Enki non sopporta la situazione e interviene per
risollevare le condizioni dell'umanità, violando
l'accordo degli dei Annunaku.
.
Assemblea degli dei: viene deciso il diluvio
Enlil convoca allora una nuova assemblea per risolvere
una volta per tutte la controversia e inizia il suo
intervento ricordando come i suoi ordini sono stati
scherniti da Adad e da Enki. Enki scoppia a ridere. Enlil,
sempre insonne, riprende per l'ennesima volta le sue
accuse verso Enki e l'umanità. Poi annuncia il diluvio
universale per sterminare tutta la popolazione.
Enki si oppone al diluvio: perchè mai devono essere
sterminati gli uomini, creati per sollevare gli dei dalle loro
fatiche, e fatti con la carne e il sangue di un dio
immolato?
Ma il parere di Enlil prevale. L'assemblea decide il
diluvio, che sarà eseguito dallo stesso Enlil, dio del cielo.
Gli altri dei vengono impegnati da un giuramento a non
intervenire a favore degli uomini.
Viene costruita una grande barca
Il Grande Saggio, devoto di Enki, ha un
sogno durante il quale riceve da Enki
l'ordine di costruire una grande barca molto
resistente e di abbandonare la sua casa e i
suo beni allo scopo di salvare la sua vita.
Il Grande Saggio inventa una scusa per
giustificare il suo strano comportamento con
i maggiorenti della città dove abita.
Annuncia di voler abbandonare la città per
abbandonare il territorio di Enlil, ostile ad
Enki, a cui è devoto.
56
Il Diluvio
Sulla barca vennero caricati: oro, argento, animali
di ogni tipo, i famigliari del Grande Saggio. Poi il
tempo cambiò, allora il Grande Saggio chiuse il
boccaporto con bitume, si levò un vento
impetuoso e vennero rotti gli ormeggi. Il Diluvio
aveva avuto inizio.
Il sole scomparve, il vento ululava, la tempesta
colpiva la terra, le genti morivano. Il fragore
atterriva anche gli dei.
Enki era stravolto nel vedere i suo figli travolti.
Belet-ili era in singhiozzi, gemeva e piangeva. E
con lei piangevano gli altri dei, le labbra secche
per l'angoscia.
La barca si arena
Il diluvio continuò per sette giorni. Poi
ebbe termine. La barca si arenò sulla
cima di un monte. Il Grande Saggio
liberò degli uccelli per vedere se poteva
sbarcare, poi scese a terra e fece un
pasto per gli dei, che sentito il buon
odore si radunarono intorno al
banchetto come mosche.
Immortalità per il Grande Saggio
Quando Enlil vide la barca si arrabbiò
moltissimo e accusò gli altri dei di aver
tradito il giuramento. Enki venne
immediatamente sospettato. Confessò
e si assunse ogni responsabilità.
Spiegò i motivi del suo comportamento
e covinse gli altri dei che decisero
anche di concedere l'immortalità al
Grande Saggio, sopravvissuto al
diluvio.
Provvedimenti per evitare la
sovrappopolazione
Enki per evitare la
sovrappopolazione prese i seguenti
provvedimenti: non tutte le donne
sarebbero state feconde, i bambini
sarebbero stati sottoposti ad una
alta mortalità, le donne consacrate
non avrebbero potuto avere figli.
57
Enlil, sempre insonne, riprende per l’ennesima
volta le sue accuse verso Enki e l’umanità. Poi
annuncia il Diluvio universale per sterminare tutta
la popolazione. Enki si oppone al Diluvio: perchè
mai devono essere sterminati gli uomini, creati
per sollevare gli dei dalle loro fatiche, e fatti con
la carne e il sangue di un dio immolato? Ma il
parere di Enlil prevale. L’assemblea decide il
Diluvio, che sarà eseguito dallo stesso Enlil, dio
del cielo. Gli altri dei vengono impegnati da un
giuramento a non intervenire a favore degli
uomini.
Il Grande Saggio, devoto di Enki, ha un sogno
durante il quale riceve da Enki l’ordine di costruire
una grande barca molto resistente e di
abbandonare la sua casa e i suo beni allo scopo
di salvare la sua vita. Quando Enlil vide la barca
si arrabbiò moltissimo e accusò gli altri dei di aver
tradito il giuramento. Enki venne immediatamente
sospettato. Confessò e si assunse ogni
responsabilità. Spiegò i motivi del suo
comportamento e covinse gli altri dei che
decisero anche di concedere l’immortalità al
Grande Saggio, sopravvissuto al diluvio.
Alcuni brani
scelti del testo
Non erano ancora trascorsi milleduecento
anni
Ma la terra era cresciuta enormemente:
gli uomini erano diventati numerosi.
Mugghiava la terra come un toro!
Dallo strepito (degli uomini) era tormentato
il dio.
Enlil udiva il loro vociare.
Si rivolse ai grandi dèi: “Il vociare
dell’umanità è diventato per me
insopportabile: a causa del loro strepito non
riesco più a dormire!
58
E disse al suo fedele:
“Presta attenzione al messaggio che ti dirò!
Ascoltami! Custodisci le mie parole!
Demolisci la casa e costruisci un’arca.
Rinuncia alle ricchezze
E cerca la Vita! Costruisci l’arca.
Ponile un tetto come (ha) l’Abisso,
così che il sole non possa entrarvi.
Dotala di ponti superiori e ponti inferiori.
Che sia robusta la sua struttura;
che il bitume sia forte da conferire forza.
"Al mattino farò scendere focacce, la sera farò piovere
una pioggia di grano;
allora sali sulla nave e chiudi la porta!". Per un giorno
intero la tempesta infuriò,
il vento del sud si affrettò per immergere le montagne
nell'acqua:
come un'arma di battaglia la distruzione si abbatte
sugli uomini.
A causa del buio il fratello non vede più suo fratello,
dal cielo gli uomini non sono più visibili.
Gli dei ebbero paura del diluvio,
indietreggiarono, si rifugiarono nel cielo di An.
Gli dei accucciati come cani si sdraiarono la fuori!
E parlò agli anziani:
“Il mio dio non va d’accordo con il
vostro dio:
Enki e Enlil cozzano tra loro.
Sono costretto ad andarmene dal
paese.
Poiché per sempre sarò fedele a Enki.
Questo egli mi ha detto:
non starò più a lungo nella vostra città.
Non porrò più i miei piedi sulla terra di
Enlil: col mio dio”
Il giorno cambiò il suo aspetto.
Adad tuonò tra le nuvole.
Come (Atra-hasis ) udì la sua voce,
bitume fu portato e sigillò l’entrata.
Dopo che ebbe sigillato la porta,
Adad tuonò tra le nuvole,
venti impetuosi si alzarono
ed egli ruppe gli ormeggi e liberò l’arca.
Anzu con i suoi artigli strappò i cieli,
come un coccio il suo clamore frantumò.
…uscì il Diluvio.
59
Come una mazza da guerra si
abbattè sulle genti:
nessuno potè più vedere l’altro,
non riuscirono più a vedersi nella
catastrofe.
Il Diluvio mugghiava come un toro,
come un onagro urlava il vento.
L’oscurità divenne densa,
il sole scomparve.
Vide la dea e pianse nell’assemblea degli
dei. Come ho potuto insieme a loro
decretare al distruzione?
E’ stato Enlil a impartire questo malvagio
ordine!
…Ho udito le loro grida levate a me,
contro di me, contro la mia persona.
…Dov’è andato Anu, il responsabile della
decisione, i cui figli, gli dei, hanno
accondisceso al suo ordine? Lui che
sconsideratamente ha determinato il Diluvio
E ammucchiato la gente per il massacro?
…Ho visto e ho pianto su di loro:
potrò mai cessare di piangere per loro?
Pianse dando sfogo al suo dolore;
si lamentò Nintu e rinfocolò il suo tormento,
piansero con lei gli dei per il paese.
…Sette giorni e sette notti
il nubifragio, la tempesta, il Diluvio durò.
…Egli ( Atra-hasis ) pose…
preparò l’offerta…
Gli dei sentirono il profumo: come mosche
si ammassarono sull’offerta.
… Enlil vide l’arca
e si riempì d’ira contro gli Igigi :
“Noi, gli dei , i grandi Alunna
avevamo stipulato tutti insieme un patto!
Da dove spunta questa vita?
Come ha potuto un uomo sfuggire alla
catastrofe?”
Anu aprì la bocca
E disse all’eroe Enlil:
“ Chi se non Enki avrebbe potuto fare ciò?
… ha rivelato il piano!”
60
Enki prese la parola
e disse ai grandi dei:
“Io, certo, l’ ho fatto e al vostro cospetto!
Io, certo, ho fatto in modo che la vita
venisse preservata!”
…”Così noi inviammo il Diluvio,
ma un uomo sopravvisse alla catastrofe.”
…Possano (gli dei) ascoltare questo canto
così da poterli lodare;
possano gli Igigi ascoltarlo
così da celebrare la tua grandezza.
Ishtar grida allora come una partoriente,
si lamentò Beletili, colei dalla bella voce:
"Perché quel giorno non si tramutò in argilla,
quando io nell'assemblea degli dei ho deciso il
male?
Perché nell'assemblea degli dei ho deciso il male,
dando, come in guerra, l'ordine di distruggere le
mie genti?
Io proprio io ho partorito le mie genti
ed ora i miei figli riempiono il mare come larve di
pesci".
Allora tutti gli dei Anunnaki piansero con lei.
Gli dei siedono in pianto.
Secche sono le loro labbra; non prendono cibo!
Sei giorni e sette notti
soffia il vento, infuria il diluvio, l'uragano
livella il paese.
Quando giunse il settimo giorno, la
tempesta si placa,
il diluvio cessa la battaglia,
dopo aver lottato come una donna in doglie.
Si fermò il mare, il vento cattivo cessò e il
diluvio si fermò.
Io osservo il giorno, vi regna il silenzio.
Ma l'intera umanità è ridiventata argilla.
Come un tetto è pareggiato il paese.
Quando giunse il settimo giorno,
feci uscire una colomba, la liberai.
La colomba andò e ritornò,
un luogo dove stare non era visibile per lei, tornò
indietro.
Feci uscire una rondine, la liberai;
andò la rondine e ritornò,
un luogo dove stare non era visibile per lei, tornò
indietro.
Feci uscire un corvo, lo liberai.
Andò il corvo e questo vide che l'acqua ormai
rifluiva,
egli mangiò, starnazzò, sollevò la coda e non
tornò.
61
Aprii allora lo sportello e la luce baciò la mia faccia.
Mi abbassai, mi inginocchiai e piansi.
Sulle mie guance scorrevano due fiumi di lacrime.
Scrutai la distesa delle acque alla ricerca di una riva:
finché ad una distanza di dodici leghe non scorsi
un'isola.
La nave si incagliò sul monte Nisir.
Il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere;
un giorno, due giorni, il monte Nisir prese la nave
e non la fece più muovere;
tre giorni, quattro giorni, il monte Nisir prese la nave
e non la fece più muovere;
cinque giorni, sei giorni, il monte Nisir prese la nave
e non la fece più muovere.
L’Epopea di Gilgamesh. Libro 11°
IL DILUVIO
Feci imbarcare nel vascello tutta la mia famiglia e
i miei amici,
Gli animali del campo, il bestiame del campo, gli
artigiani, tutti li feci imbarcare.
Entrai nel vascello e chiusi la porta...
Dalle radici del cielo una nera nuvola si levò...
Tutto ciò che luceva divenne oscuro...
Gli dei temevano il Diluvio,
essi fuggirono, salirono fino al cielo di Anu,
gli dei si raggomitolarono come un cane contro il
muro, e si stesero a terra...
Altra descrizione del Diluvio
Dal Poema:
Epopea di Gilgamesh
Per sei notti e giorni
vento e acque avanzarono, l’uragano s’impadronì
della terra.
Quando l’alba del settimo giorno si levò,
l’uragano si era calmato, e così le onde
Che avevano fatto guerra come un esercito.
Il mare si placò, il vento sottile fu calmato, il
Diluvio cessò.
Osservai il mare, la sua voce taceva,
e tutto il genere umano era mutato in fango!
La palude raggiungeva i tetti!
Osservai il mondo, la distesa del mare,
A dodici misure emergeva un’isola;
fino al Monte Nisir arrivò il vascello.
62
Il Monte Nisir trattenne il vascello e non lo
fece più muovere...
Quando sorse il settimo giorno,
presi una colomba e la liberai;
andò la colomba, e tornò.
Mandai una rondine e tornò;
non vi era più luogo e tornò.
Presi un corvo e lo liberai;
andò il corvo, e osservò le acque che
scendevano;
mangia, sguazza, gracchia e non torna.
E’ stata fatta una “lunga” introduzione
per dare a ciascuno l’opportunità di
scegliersi
una chiave di lettura prima di
accostarsi a questo libro che racconta
dell’Uomo e del suo Destino
BIBBIA
5
Chiave di lettura
Religiosa: “Parola di Dio”
Agnostica: poema composito
Chi ha scelto quella religiosa, si ritrova un
Messaggio essenziale, cui
riferisi nell’interpretare i singoli
fatti o episodi
63
Chi ha scelto come chiave di
lettura la “religione”
raggiungerà un
livello di “conoscenza”
non contro,
ma oltre la ragione.
Utilizzando la “giusta” chiave di
lettura, si interpretano nel modo
corretto molte situazioni altrimenti
ambigue.
E quando comunque il significato
non è chiaro?
C’è un’autorità cui fare riferimento.
Chi interpreta la Bibbia?
L’autorità gerarchica
dell’organizzazione di coloro che
accettano il libro come parola di
Dio:
i Rabbini o le Gerarchie delle
Chiese Cristiane
La Bibbia propone Principi Morali in
antitesi con la nostra coscienza
moderna?
Poligamia
Odio e uccisione brutale dei nemici
“coscienza degli uomini” del tempo
(pensiamo alla pena di morte …)
64
Bibbia: Racconta la Storia
dell’uomo
Storia del Popolo Eletto
che ha stipulato un patto con Dio
però racconta di uomini con la
“coscienza” del tempo in cui vivono
“non uccidere”
e “ama il prossimo”
3000 anni fa
avevano un significato diverso
Vi fu detto:
'Amerai il tuo prossimo' e odierai il
tuo nemico;
ma Io vi dico:
Amate i vostri nemici e pregate per i
vostri persecutori
Vangelo secondo Matteo 5, 43-44
Il popolo di Dio vive l’esperienza
culturale dell’umanità in ogni periodo
storico, anche se ha come punto di
riferimento il messaggio
profetico
L’ Amore per il prossimo come è stato
spiegato con la parabola del
samaritano è proprio della nuova
alleanza
La legge di Dio è “perfetta”
da sempre…
La sua applicazione muta col
maturare della coscienza degli
uomini
Per i cristiani la “perfezione”
dell’interpretazione è venuta con
Gesù Cristo
65
Genesi
Capitoli 1 – 11
Iniziamo la lettura
Dalla creazione al 1900 a.C. ca
Brevi riflessioni e confronti con la
mitologia del popolo Sumero.
Dalla Creazione
ad Abramo
Creazione
dell’Universo
66
Creazione
dell’Uomo
Caino
e
Abele
Il Peccato
originale
I Patriarchi
67
L’arca
di
Noè
La torre
di
Babele
LA CREAZIONE
In principio Dio creò il cielo e la terra.
La terra era informe e deserta e le
tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito
di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
Dio vide che la luce era cosa buona e
Dio separò la luce dalle tenebre. Dio
chiamò la luce giorno, mentre chiamò
le tenebre notte. E fu sera e fu mattina:
giorno primo.
Dio disse: "Sia un firmamento in mezzo
alle acque per separare le acque dalle
acque". Dio fece il firmamento e separò
le acque che sono sotto il firmamento
dalle acque che sono sopra il
firmamento. E così avvenne. Dio
chiamò il firmamento cielo. E fu sera e
fu mattina: secondo giorno.
68
Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra
immagine, secondo la nostra
somiglianza: domini sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo, sul bestiame,
su tutti gli animali selvatici e su tutti i
rettili che strisciano sulla terra"
E Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
“Siate fecondi e moltiplicatevi”.
Allora il Signore Dio
plasmò l'uomo con
polvere del suolo e soffiò
nelle sue narici un alito di
vita e l'uomo divenne un
essere vivente.
Il termine uomo, in ebraico adam,
può essere fatto derivare da
adamah, terra, da cui l’uomo,
secondo cfr. Gen 3,23, fu tratto. Qui
adam ha valore collettivo: maschio
e femmina.
E il Signore Dio disse: "Non è bene che
l'uomo sia solo: Il Signore Dio formò con la
costola, che aveva tolta all'uomo, una
donna e la condusse all'uomo.
Allora l'uomo disse:
"Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall'uomo è stata tolta".
69
IL PECCATO ORIGINALE
Poi il Signore Dio piantò
un giardino in Eden, a
oriente, e vi collocò
l'uomo che aveva
plasmato.
Tutto ci è stato dato..
Potete mangiare di tutti i frutti..
Eccetto uno..
“L’Uomo non deve pretendere di
creare la legge”
Il Signore Dio diede questo
comando all'uomo: "Tu potrai
mangiare di tutti gli alberi del
giardino ma dell'albero della
“conoscenza” del bene e del male
non devi mangiare, perché, nel
giorno in cui tu ne mangerai,
certamente dovrai morire".
La tentazione: sarete come Dio
Potrete “decidere” ciò che è bene e
ciò che è male
L’uomo deve accettare i propri limiti
70
Ma il serpente disse alla
donna: "Non morirete affatto!
Anzi, Dio sa che il giorno in
cui voi ne mangiaste si
aprirebbero i vostri occhi e
sareste come Dio,
conoscendo il bene e il
male".
Alla donna disse:
"Moltiplicherò i tuoi dolori
e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ed egli ti dominerà".
Poi udirono il rumore dei
passi del Signore Dio che
passeggiava nel giardino alla
brezza del giorno, e l'uomo,
con sua moglie, si nascose
dalla presenza del Signore
Dio, in mezzo agli alberi del
giardino.
…maledetto il suolo per causa tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba dei campi.
Con il sudore del tuo volto mangerai il
pane,
finché non ritornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere ritornerai!".
71
Peccato originale:
non aver accettato di essere
uomini,
creature limitate
Tolle iactantiam, quid est homo nisi
homo..
(Sant’Agostino)
ll peccato originale era
evitabile?
Dal momento che ha avuto il libero
arbitrio, l’uomo ha deciso…
(male?)….
Oh Felix Culpa quae tantum
nobis meruit Salvatorem!
Abbiamo letto quel che
dice la Bibbia.
Cosa dice la Scienza?
La scienza (oggi)
cosa dice?
E le culture
“contemporanee”?
72
Teoria (ipotesi)
del
Big Bang
La prima migrazione fuori dai
territori africani sarebbe quindi
avvenuta tra 180.000 e 90.000 anni
fa. I dati che attribuiscono circa
100.000 anni ai più antichi reperti di
Homo sapiens sapiens della
Palestina confermerebbero quanto
ottenuto dai risultati della ricerca
genetica.
La “culla” dell’Homo Sapiens
si trovava probabilmente tra il
Corno d’Africa e la Mesopotamia.
Una ipotetica Eva africana, poiché
il DNA mitocondriale si trasmette
lungo la linea femminile, è collocata
tra 290.000 e 140.000 anni fa nelle
regioni dell’Africa centro-orientali.
La città Ittita di Catal Huyuk
(Anatolia- 9000 a.C), rappresenta la
più antica città del mondo, finora
conosciuta.
Insediamenti urbani risalenti al
7.000/6000 a. C. indicano che la città di
Gerico, in Palestina, con i sui 2000
abitanti e la sua cinta muraria con
fossato e torri di difesa è la prima
città fortificata del mondo.
73
SUMERI
Primi inventori della
scrittura
3000 a.C.
Il testo originale è stato rinvenuto
nella Biblioteca di Assurbanipal
(668-627 a.C.).
Località: Mesopotamia - Babilonia.
Epoca: Composto nel periodo 16461626 a.C.- durante il regno di
Ammisaduqa, quarto successore di
Hammurabi - sulla base di antichi
testi e tradizioni sumeriche e
accadiche.
Il Poema di Atrahasis o del Grande
Saggio fu scritto in accadico nel XVII
secolo, ma risale per molte parti a
tradizioni sumere. Nel poema vengono
affrontati i temi della creazione
dell’uomo (impasto di argilla con carne
e sangue di un dio), del suo compito
nell’universo (continuare l’opera degli
dei inferiori) e del problema della
sovrappopolazione (epidemie, carestie
e Diluvio universale).
Le divinità sumere sono entità concrete
e strettamente correlate alla natura di
cui anche l'uomo fa parte, ognuna è
naturalmente preposta ad un evento (la
morte, la primavera) o ad un concetto
(la creazione, la fecondità) ma come gli
dei greci, anzi più degli dei greci,
dipendono in tutto e per tutto dagli
esseri umani, che rappresentano la
natura consapevole di sé stessa.
74
Esistono 4 divinità maggiori:
Il Cielo, nella
personificazione il dio Anu, e
la Terra, nella
personificazione la dea Ki,
generarono il dio dell'Aria
Enlil. Enki infine era il dio
dell’Acqua.
Quando avvenne la
“separazione”: Anu "tirò" il
Cielo verso di sé, mentre
Enlil "tirava" la Terra, sua
madre. Dall'unione di Enlil e
Ki (e Enki) nacquero tutti gli
esseri viventi, dei, uomini,
animali e piante.
Per la mitologia sumerica gli
uomini esistono con l'unico
scopo di servire e
compiacere gli dei, e di
conseguenza gli stessi dei
hanno ragione di esistere
solo grazie agli esseri umani.
Breve riassunto del
poema
75
Dei che lavorano e dei che dirigono i lavori
Prima della creazione dell'uomo gli dei
lavoravano. Gli dei erani divisi in due gruppi gli
Anunnaku, gli dei più importanti che
sovrintendevano ai lavori, e gli Igigu, che
effettuavano i lavori.
Spartizione del dominio dell'universo
C'era un re degli dei, An, che veniva assistito nel
governo da un gruppo di potenti: Enlil, Enki, Ki,
ecc. Il re e i potenti si erano spartiti a sorte il
dominio dell'universo: An il cielo, Enlil/Ki la terra,
Enki il mare.
Scavo e manutenzione dei canali
Gli dei lavoratori scavavano i corsi
d'acqua e i canali per l'irrigazione della
terra. (La Mesopotamia era
praticamente priva di piogge e l'unico
modo di far crescere la vegetazione era
portare l'acqua del Tigri e dell'Eufrate
mediante i canali nei campi da
coltivare.)
Inizia la rivolta degli dei lavoratori
Attacco al palazzo di Enlil
Dopo alcuni millenni di lavoro
continuo gli dei lavoratori
cominciarono a lamentarsi, poi
bruciarono i loro utensili, le zappe e
le ceste per il trasporto della terra.
Si radunarono e decisero di recarsi
da Enlil, il loro capo, per chiedere di
essere esentati dal lavoro.
Di notte, gli dei lavoratori
circondarono il palazzo di Enlil. Il
guardiano del palazzo riuscì a
chiudere in tempo le porte. Enlil si
armò e diede ordine a tutti i suoi
collaboratori di fare lo stesso. Enlil,
che era divenuto verde in viso dalla
paura, mandò a chiedere aiuto ad
An e ad Enki.
76
La trattativa
Gli dei padroni si radunarono in
consiglio. Enlil, indignato, era propenso
ad impegnare immediatamente il
combattimento. An, invece, propose di
iniziare delle trattative. Un messaggero
fu inviato a parlare alla folla per capire i
motivi della rivolta. Il portavoce dei
lavoratori fece presente il duro lavoro a
cui erano stati sottoposti da Enlil.
Gli dei trovando difficoltà a
procurarsi il cibo decidono di creare
dei "servi" che possano svolgere i
lavori che gli dei non sono in grado
di fare. Enki riflette, e consiglia
quindi alla madre di creare delle
forme con l'argilla dell'Abisso
(l'Abzu), e di imprimere su di esse
l'immagine degli dei: queste forme
saranno chiamate "uomini".
La soluzione: creare l'umanità
Enlil propose di mettere a morte il portavoce
dei lavoratori per stroncare la rivolta. An si
oppose affermando che la situazione di
disagio dei lavoratori era a loro nota da
tempo e che doveva essere trovata una
soluzione. Anu chiamò la dea Belet-ili e le
ordinò di fabbricare un prototipo di uomo.
L'uomo avrebbe assunto su di sè la fatica e
il duro lavoro degli Igigu.
Carne e sangue divini mescolati con argilla
La dea disse che da sola non era in grado
di fare il prototipo di uomo, ma che con
l'aiuto di Enki ci sarebbe riuscita. Enki allora
decise che un dio sarebbe stato immolato e
che la sua carne e il suo sangue sarebbero
stati mescolati dalla dea con l'argilla. In tal
modo il dio e l'uomo sarebbero stati legati,
nell'uomo sarebbe penetrato uno "spirito"
che lo avrebbe mantenuto vivo anche dopo
la morte.
77
Sette maschi e sette femmine
Il dio We fu immolato. Belet-ili mescolò
la sua carne e il suo sangue con
l'argilla. Gli dei Anunnaki e gli dei Igigu,
divenuti anch'essi grandi dei, sputarono
sull'argilla. Vennero fatti quattordici
pani di argilla. Sette pani produssero
maschi e gli altri sette femmine. Poi
maschi e femmine si accoppiarono due
a due.
Sovrappopolazione: inizia l'epidemia
La popolazione si moltiplicò. Il territorio
abitato venne ampliato, ma si verificò lo
stesso un eccesso di popolazione.
Allora Enlil chiamò gli altri dei e disse
che veniva disturbato nel sonno dal
frastuono degli uomini: erano troppi. Gli
dei decisero di inviare una epidemia tra
gli uomini.
Gli uomini al lavoro
Vennero costruiti nuovi picconi e
nuove zappe. Gli uomini iniziarono
la loro attività edificando grandi
dighe di irrigazione per provvedere
cibo per gli uomini e per gli dei, per
continuare la grande opera degli dei
Igigu.
Fine dell'epidemia
Un uomo, chiamato Grande Saggio, su
suggerimento di Enki, organizzò le
contromisure.
Non bisognava portare più offerte nei
templi. Bisognava onorare solo il dio
Namtar, il portatore dell'epidemia, che
soddisfatto avrebbe sospeso la sua
azione malefica. E così avvenne. Gli
uomini prosperarono di nuovo.
78
Arriva la siccità
La popolazione crebbe ed Enlil nuovamente
si lamentò con gli altri dei: il frastuono degli
uomini non lo faceva dormire. Gli dei
convennero di inviare la siccità. Niente
pioggia, niente piena dei fiumi, vento caldo,
cielo oscuro. Gli uomini ricorrono allo
stratagemma di prima e Adad, dio della
pioggia, al mattino fece piovigginare di
nascosto e la notte condensò la rugiada
Carestia
L'umanità riprese a svilupparsi e a moltiplicarsi.
Enlil, sempre insonne, decise di ricorrere di
nuovo al flagello della Siccità/Carestia, ma questa
volta pone un severo controllo sulla situazione:
Anu e Adad faranno da guardiani del cielo e lui
stesso controllerà la terra. I prati seccarono, la
pianura si ricoprì di salnitro, finirono le scorte, si
svuotarono i granai.
Enki non sopporta la situazione e interviene per
risollevare le condizioni dell'umanità, violando
l'accordo degli dei Annunaku.
.
Assemblea degli dei: viene deciso il diluvio
Enlil convoca allora una nuova assemblea per risolvere
una volta per tutte la controversia e inizia il suo
intervento ricordando come i suoi ordini sono stati
scherniti da Adad e da Enki. Enki scoppia a ridere. Enlil,
sempre insonne, riprende per l'ennesima volta le sue
accuse verso Enki e l'umanità. Poi annuncia il diluvio
universale per sterminare tutta la popolazione.
Enki si oppone al diluvio: perchè mai devono essere
sterminati gli uomini, creati per sollevare gli dei dalle loro
fatiche, e fatti con la carne e il sangue di un dio
immolato?
Ma il parere di Enlil prevale. L'assemblea decide il
diluvio, che sarà eseguito dallo stesso Enlil, dio del cielo.
Gli altri dei vengono impegnati da un giuramento a non
intervenire a favore degli uomini.
Viene costruita una grande barca
Il Grande Saggio, devoto di Enki, ha un
sogno durante il quale riceve da Enki
l'ordine di costruire una grande barca molto
resistente e di abbandonare la sua casa e i
suo beni allo scopo di salvare la sua vita.
Il Grande Saggio inventa una scusa per
giustificare il suo strano comportamento con
i maggiorenti della città dove abita.
Annuncia di voler abbandonare la città per
abbandonare il territorio di Enlil, ostile ad
Enki, a cui è devoto.
79
Il Diluvio
Sulla barca vennero caricati: oro, argento, animali
di ogni tipo, i famigliari del Grande Saggio. Poi il
tempo cambiò, allora il Grande Saggio chiuse il
boccaporto con bitume, si levò un vento
impetuoso e vennero rotti gli ormeggi. Il Diluvio
aveva avuto inizio.
Il sole scomparve, il vento ululava, la tempesta
colpiva la terra, le genti morivano. Il fragore
atterriva anche gli dei.
Enki era stravolto nel vedere i suo figli travolti.
Belet-ili era in singhiozzi, gemeva e piangeva. E
con lei piangevano gli altri dei, le labbra secche
per l'angoscia.
La barca si arena
Il diluvio continuò per sette giorni. Poi
ebbe termine. La barca si arenò sulla
cima di un monte. Il Grande Saggio
liberò degli uccelli per vedere se poteva
sbarcare, poi scese a terra e fece un
pasto per gli dei, che sentito il buon
odore si radunarono intorno al
banchetto come mosche.
Immortalità per il Grande Saggio
Quando Enlil vide la barca si arrabbiò
moltissimo e accusò gli altri dei di aver
tradito il giuramento. Enki venne
immediatamente sospettato. Confessò
e si assunse ogni responsabilità.
Spiegò i motivi del suo comportamento
e covinse gli altri dei che decisero
anche di concedere l'immortalità al
Grande Saggio, sopravvissuto al
diluvio.
Provvedimenti per evitare la
sovrappopolazione
Enki per evitare la
sovrappopolazione prese i seguenti
provvedimenti: non tutte le donne
sarebbero state feconde, i bambini
sarebbero stati sottoposti ad una
alta mortalità, le donne consacrate
non avrebbero potuto avere figli.
80
Enlil, sempre insonne, riprende per l’ennesima
volta le sue accuse verso Enki e l’umanità. Poi
annuncia il Diluvio universale per sterminare tutta
la popolazione. Enki si oppone al Diluvio: perchè
mai devono essere sterminati gli uomini, creati
per sollevare gli dei dalle loro fatiche, e fatti con
la carne e il sangue di un dio immolato? Ma il
parere di Enlil prevale. L’assemblea decide il
Diluvio, che sarà eseguito dallo stesso Enlil, dio
del cielo. Gli altri dei vengono impegnati da un
giuramento a non intervenire a favore degli
uomini.
Il Grande Saggio, devoto di Enki, ha un sogno
durante il quale riceve da Enki l’ordine di costruire
una grande barca molto resistente e di
abbandonare la sua casa e i suo beni allo scopo
di salvare la sua vita. Quando Enlil vide la barca
si arrabbiò moltissimo e accusò gli altri dei di aver
tradito il giuramento. Enki venne immediatamente
sospettato. Confessò e si assunse ogni
responsabilità. Spiegò i motivi del suo
comportamento e covinse gli altri dei che
decisero anche di concedere l’immortalità al
Grande Saggio, sopravvissuto al diluvio.
Alcuni brani
scelti del testo
Non erano ancora trascorsi milleduecento
anni
Ma la terra era cresciuta enormemente:
gli uomini erano diventati numerosi.
Mugghiava la terra come un toro!
Dallo strepito (degli uomini) era tormentato
il dio.
Enlil udiva il loro vociare.
Si rivolse ai grandi dèi: “Il vociare
dell’umanità è diventato per me
insopportabile: a causa del loro strepito non
riesco più a dormire!
81
E disse al suo fedele:
“Presta attenzione al messaggio che ti dirò!
Ascoltami! Custodisci le mie parole!
Demolisci la casa e costruisci un’arca.
Rinuncia alle ricchezze
E cerca la Vita! Costruisci l’arca.
Ponile un tetto come (ha) l’Abisso,
così che il sole non possa entrarvi.
Dotala di ponti superiori e ponti inferiori.
Che sia robusta la sua struttura;
che il bitume sia forte da conferire forza.
"Al mattino farò scendere focacce, la sera farò piovere
una pioggia di grano;
allora sali sulla nave e chiudi la porta!". Per un giorno
intero la tempesta infuriò,
il vento del sud si affrettò per immergere le montagne
nell'acqua:
come un'arma di battaglia la distruzione si abbatte
sugli uomini.
A causa del buio il fratello non vede più suo fratello,
dal cielo gli uomini non sono più visibili.
Gli dei ebbero paura del diluvio,
indietreggiarono, si rifugiarono nel cielo di An.
Gli dei accucciati come cani si sdraiarono la fuori!
E parlò agli anziani:
“Il mio dio non va d’accordo con il
vostro dio:
Enki e Enlil cozzano tra loro.
Sono costretto ad andarmene dal
paese.
Poiché per sempre sarò fedele a Enki.
Questo egli mi ha detto:
non starò più a lungo nella vostra città.
Non porrò più i miei piedi sulla terra di
Enlil: col mio dio”
Il giorno cambiò il suo aspetto.
Adad tuonò tra le nuvole.
Come (Atra-hasis ) udì la sua voce,
bitume fu portato e sigillò l’entrata.
Dopo che ebbe sigillato la porta,
Adad tuonò tra le nuvole,
venti impetuosi si alzarono
ed egli ruppe gli ormeggi e liberò l’arca.
Anzu con i suoi artigli strappò i cieli,
come un coccio il suo clamore frantumò.
…uscì il Diluvio.
82
Come una mazza da guerra si
abbattè sulle genti:
nessuno potè più vedere l’altro,
non riuscirono più a vedersi nella
catastrofe.
Il Diluvio mugghiava come un toro,
come un onagro urlava il vento.
L’oscurità divenne densa,
il sole scomparve.
Vide la dea e pianse nell’assemblea degli
dei. Come ho potuto insieme a loro
decretare al distruzione?
E’ stato Enlil a impartire questo malvagio
ordine!
…Ho udito le loro grida levate a me,
contro di me, contro la mia persona.
…Dov’è andato Anu, il responsabile della
decisione, i cui figli, gli dei, hanno
accondisceso al suo ordine? Lui che
sconsideratamente ha determinato il Diluvio
E ammucchiato la gente per il massacro?
…Ho visto e ho pianto su di loro:
potrò mai cessare di piangere per loro?
Pianse dando sfogo al suo dolore;
si lamentò Nintu e rinfocolò il suo tormento,
piansero con lei gli dei per il paese.
…Sette giorni e sette notti
il nubifragio, la tempesta, il Diluvio durò.
…Egli ( Atra-hasis ) pose…
preparò l’offerta…
Gli dei sentirono il profumo: come mosche
si ammassarono sull’offerta.
… Enlil vide l’arca
e si riempì d’ira contro gli Igigi :
“Noi, gli dei , i grandi Alunna
avevamo stipulato tutti insieme un patto!
Da dove spunta questa vita?
Come ha potuto un uomo sfuggire alla
catastrofe?”
Anu aprì la bocca
E disse all’eroe Enlil:
“ Chi se non Enki avrebbe potuto fare ciò?
… ha rivelato il piano!”
83
Enki prese la parola
e disse ai grandi dei:
“Io, certo, l’ ho fatto e al vostro cospetto!
Io, certo, ho fatto in modo che la vita
venisse preservata!”
…”Così noi inviammo il Diluvio,
ma un uomo sopravvisse alla catastrofe.”
…Possano (gli dei) ascoltare questo canto
così da poterli lodare;
possano gli Igigi ascoltarlo
così da celebrare la tua grandezza.
Ishtar grida allora come una partoriente,
si lamentò Beletili, colei dalla bella voce:
"Perché quel giorno non si tramutò in argilla,
quando io nell'assemblea degli dei ho deciso il
male?
Perché nell'assemblea degli dei ho deciso il male,
dando, come in guerra, l'ordine di distruggere le
mie genti?
Io proprio io ho partorito le mie genti
ed ora i miei figli riempiono il mare come larve di
pesci".
Allora tutti gli dei Anunnaki piansero con lei.
Gli dei siedono in pianto.
Secche sono le loro labbra; non prendono cibo!
Sei giorni e sette notti
soffia il vento, infuria il diluvio, l'uragano
livella il paese.
Quando giunse il settimo giorno, la
tempesta si placa,
il diluvio cessa la battaglia,
dopo aver lottato come una donna in doglie.
Si fermò il mare, il vento cattivo cessò e il
diluvio si fermò.
Io osservo il giorno, vi regna il silenzio.
Ma l'intera umanità è ridiventata argilla.
Come un tetto è pareggiato il paese.
Quando giunse il settimo giorno,
feci uscire una colomba, la liberai.
La colomba andò e ritornò,
un luogo dove stare non era visibile per lei, tornò
indietro.
Feci uscire una rondine, la liberai;
andò la rondine e ritornò,
un luogo dove stare non era visibile per lei, tornò
indietro.
Feci uscire un corvo, lo liberai.
Andò il corvo e questo vide che l'acqua ormai
rifluiva,
egli mangiò, starnazzò, sollevò la coda e non
tornò.
84
Aprii allora lo sportello e la luce baciò la mia faccia.
Mi abbassai, mi inginocchiai e piansi.
Sulle mie guance scorrevano due fiumi di lacrime.
Scrutai la distesa delle acque alla ricerca di una riva:
finché ad una distanza di dodici leghe non scorsi
un'isola.
La nave si incagliò sul monte Nisir.
Il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere;
un giorno, due giorni, il monte Nisir prese la nave
e non la fece più muovere;
tre giorni, quattro giorni, il monte Nisir prese la nave
e non la fece più muovere;
cinque giorni, sei giorni, il monte Nisir prese la nave
e non la fece più muovere.
L’Epopea di Gilgamesh. Libro 11°
IL DILUVIO
Feci imbarcare nel vascello tutta la mia famiglia e
i miei amici,
Gli animali del campo, il bestiame del campo, gli
artigiani, tutti li feci imbarcare.
Entrai nel vascello e chiusi la porta...
Dalle radici del cielo una nera nuvola si levò...
Tutto ciò che luceva divenne oscuro...
Gli dei temevano il Diluvio,
essi fuggirono, salirono fino al cielo di Anu,
gli dei si raggomitolarono come un cane contro il
muro, e si stesero a terra...
Altra descrizione del Diluvio
Dal Poema:
Epopea di Gilgamesh
Per sei notti e giorni
vento e acque avanzarono, l’uragano s’impadronì
della terra.
Quando l’alba del settimo giorno si levò,
l’uragano si era calmato, e così le onde
Che avevano fatto guerra come un esercito.
Il mare si placò, il vento sottile fu calmato, il
Diluvio cessò.
Osservai il mare, la sua voce taceva,
e tutto il genere umano era mutato in fango!
La palude raggiungeva i tetti!
Osservai il mondo, la distesa del mare,
A dodici misure emergeva un’isola;
fino al Monte Nisir arrivò il vascello.
85
Il Monte Nisir trattenne il vascello e non lo
fece più muovere...
Quando sorse il settimo giorno,
presi una colomba e la liberai;
andò la colomba, e tornò.
Mandai una rondine e tornò;
non vi era più luogo e tornò.
Presi un corvo e lo liberai;
andò il corvo, e osservò le acque che
scendevano;
mangia, sguazza, gracchia e non torna.
Alcune Riflessioni dopo
aver letto i primi 10
capitoli della Bibbia
BIBBIA
6
L’esistenza di Dio non si può
dimostrare
86
La Scienza non può non
presupporre l’esistenza di un
“creatore”
Parlare della Bibbia significa
necessariamente parlare di Dio
La Filosofia propende per “l’ipotesi”
che il Demiurgo abbia creato
secondo un progetto (che potrebbe
includere l’evoluzione: creazione di
un universo che contiene in potenza
tutto quanto avverrà).
La religione non solo afferma che il
progetto è finalizzato, ma anche
che l’Autore si interessa della sua
realizzazione.
(Fede).
87
Fede: Verità certa, non
dimostrabile.
I fatti narrati fino alla chiamata di
Abramo (primi 10 capitoli della
Genesi) sono “eventi emblematici” e
servono a “supportare” i principi
filosofici e morali che l’Autore vuole
comunicare all’uomo.
Principi fondamentali sono:
a) Dio ha creato l’universo
b) L’uomo, l’ultima delle creature di
Dio, ha “coscienza” di sé, del
Creatore e dei principi morali, che è
libero di rispettare o violare.
c) Osservando i principi morali insiti
nella loro coscienza, gli uomini
vivono in armonia col creato e col
creatore (paradiso terrestre).
88
d) i primi uomini cedono alla
tentazione di agire contro i principi
“insiti nella loro coscienza” per un
proprio tornaconto, nonostante la
coscienza dica loro che fanno male.
“La donna vide che l'albero era
buono da mangiare, gradito agli
occhi e desiderabile per acquistare
saggezza”.
Al piacere di essersi procurati un
vantaggio contravvenendo ai loro
principi subentra immediatamente il
rimorso e la vergogna.
“Poi udirono il Signore Dio che
passeggiava nel giardino alla
brezza del giorno e l'uomo e sua
moglie si nascosero dal Signore
Dio.”
89
Caino e Abele
Fatto emblematico.
“L’uomo per egoismo e per invidia
giunge a uccidere il proprio fratello”.
(ogni uomo è fratello).
Ora Abele era pastore di greggi e
Caino lavoratore del suolo. Caino offrì
frutti del suolo in sacrificio al Signore;
anche Abele offrì i primogeniti del suo
gregge e il loro grasso. Il Signore gradì
Abele e la sua offerta, ma non gradì
Caino e la sua offerta.
Caino e Abele
L’offerta gradita e quella non
gradita.
La qualità dell’offerta. Dio dialoga
con Caino… il cuore di Caino è
maldisposto.
Caino ne fu molto irritato e il suo volto
era abbattuto.
Il Signore disse allora a Caino: "Perché
sei irritato e perché è abbattuto il tuo
volto?
Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo
alto? Ma se non agisci bene, il peccato
è accovacciato alla tua porta.
90
Disse Caino al Signore: "Troppo grande è la mia
colpa per ottenere perdono?
Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi
dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo
e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà
mi potrà uccidere".
Ma il Signore gli disse: "Però chiunque ucciderà
Caino subirà la vendetta sette volte!".
Dio impone la segregazione di chi
ha commesso il male, ma non
permette la vendetta.
Arca di Noè
ARCA DI NOE’
Evento probabilmente accaduto; storia raccontata
nella letteratura dei popoli trai i quali Israele vive.
Profondamente diversa è l’interpretazione del
fatto.
L’Autore della Bibbia vuol dare chiaro il
messaggio che chi vive violando i
principi morali naturali verrà punito.
91
Quando gli uomini cominciarono a
moltiplicarsi sulla terra e nacquero
loro delle figlie, i figli di Dio videro
che le figlie degli uomini erano belle
e ne presero per mogli a loro scelta.
Il Signore vide che la malvagità degli
uomini era grande sulla terra e che ogni
intimo intento del loro cuore non era
altro che male, sempre. E il Signore si
pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e
se ne addolorò in cuor suo.
I figli di Dio e i figli degli uomini(Le tribù che onorano un solo Dio
e quelle “politeiste”?... )
Allora Dio disse a Noè: "È venuta per
me la fine di ogni uomo, perché la terra,
per causa loro, è piena di violenza;
ecco, io li distruggerò insieme con la
terra. Fatti un'arca di legno di cipresso;
dividerai l'arca in scompartimenti e la
spalmerai di bitume dentro e fuori.
92
Ecco, io sto per mandare il diluvio,
cioè le acque, sulla terra, per
distruggere sotto il cielo ogni carne
in cui c'è soffio di vita; quanto è
sulla terra perirà. Ma con te io
stabilisco la mia alleanza.
Vennero dunque a Noè nell'arca, a due
a due, di ogni carne in cui c'è il soffio di
vita. Quelli che venivano, maschio e
femmina d'ogni carne, entrarono come
gli aveva comandato Dio. Il Signore
chiuse la porta dietro di lui.
Così fu cancellato ogni essere che
era sulla terra: dagli uomini agli
animali domestici, ai rettili e agli
uccelli del cielo; essi furono
cancellati dalla terra e rimase solo
Noè e chi stava con lui nell'arca.
Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e
di tutti gli animali domestici che erano
con lui nell'arca. Dio fece passare un
vento sulla terra e le acque si
abbassarono. Noè aprì la finestra che
aveva fatto nell'arca e fece uscire un
corvo. Noè poi fece uscire una
colomba,
93
Di nuovo fece uscire la colomba
dall'arca e la colomba tornò a lui sul far
della sera; ecco, essa aveva nel becco
una tenera foglia di ulivo. Noè
comprese che le acque si erano ritirate
dalla terra. Aspettò altri sette giorni;
lasciò andare la colomba; essa non
tornò più da lui.
Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse
loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi e
riempite la terra. Il timore e il terrore di
voi sia in tutti gli animali della terra e in
tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia
sul suolo e tutti i pesci del mare sono
dati in vostro potere.
"Questo è il segno dell'alleanza,
che io pongo tra me e voi e ogni essere
vivente che è con voi, per tutte le
generazioni future.
L'arco sarà sulle nubi,
e io lo guarderò per ricordare l'alleanza
eterna tra Dio e ogni essere che vive in
ogni carne che è sulla terra".
LA TORRE DI BABELE
La torre di Babele non è
identificabile con “un” edificio in
“una” città, anche se la tradizione la
colloca nei territori fra il Tigri e
l’Eufrate.
E’ un fatto simbolico utilizzato per
giustificare la nascita delle diverse
lingue.
94
Emigrando dall'oriente, gli uomini capitarono in
una pianura nella regione di Sinar e vi si
stabilirono. Si dissero l'un l'altro: "Venite,
facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco". Il
mattone servì loro da pietra e il bitume da malta.
Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una
torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un
nome, per non disperderci su tutta la terra".
Scendiamo dunque e confondiamo la loro
lingua, perché non comprendano più l'uno
la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di
là su tutta la terra ed essi cessarono di
costruire la città. Per questo la si chiamò
Babele, perché là il Signore confuse la
lingua di tutta la terra e di là il Signore li
disperse su tutta la terra.
Qui si conclude la parte
“preistorica”
Nei primi 10 capitoli non si deve
cercare né storia, né scienza, come la
intendiamo noi oggi.
Ci sono affermazioni di principio di
carattere filosofico, morale e teologico,
molto logiche e “ragionevoli”.
(notare che il tutto è concentrato in
dieci brevissimi capitoli che
occupano circa dieci pagine)
95
Bibbia
7
La parte “preistorica” della
Bibbia si rifà ad eventi
riportati nella mitologia dei
popoli che hanno abitato la
Mesopotamia.
Verissimo, ma…
Mitologia e “eventi” credibili
Bibbia e Atrahasis
Importanza della Mitologia
Tentativo dell’uomo di rispondere alle
questioni fondamentali
Differenza tra “Mitologia e
Religione”
Differenza tra Religione e Mitologia
Religioni Monoteiste
ebraica-cristiana-musulmana
96
3 eventi
Atrahasis
dell’Atrahasis
Mitologia:
- molteplici divinità
- rapporti conflittuali degli dei con gli
uomini
- uomini=servi degli dei
1) creazione dell’universo
dal caos esistente emergono prima
due divinità An=Cielo e Ki=Terra,
tra cui poi si frappone Enlil=vento.
An e Ki poi generano Enki=acqua
Grandi Dei e gli Igigi
2) Creazione dell’uomo per
addossargli il lavoro che gli dei
non vogliono più fare
3) Diluvio: decretato perché gli
uomini erano troppi e disturbavano
col loro chiasso il sonno di Enlil, dio
del vento.
97
Linguaggio della BIBBIA:
essenziale
filosoficamente corretto
razionalmente “credibile”.
Gli stessi eventi sono narrati a
spiegazione di verità filosofiche e
religiose.
Prologo della
Bibbia…
Fatti emblematici o
“eventi” anche realmente accaduti,
“narrati” non con finalità
“documentaristico-storiche, ma con lo
scopo di dare una base concreta ai
messaggi filosofici, teologici e morali
che l’autore voleva comunicare.
Veridicità - Credibiltà
stanno nella essenzialità del linguaggio
Ci siamo fermati molto sui contenuti
“filosofico-teologici” e poco su quelli
letterari
(che ognuno dovrebbe gustarsi in
privato).
98
Brani da rileggere e gustare:
Creazione dell’Universo
Creazione dell’Uomo
Peccato Originale e Rimorso
Diluvio Universale e Patto tra Dio e
l’umanità
STORIA
DEL POPOLO EBRAICO
Ora passiamo dalla
“preistoria”
alla storia.
INIZIA CON LA
STORIA DI
ABRAMO
99
Con la Storia di Abramo inizia la
“STORIA” del popolo di Israele,
compatibile con eventi contemporanei
anche se
per circa 7 secoli nessun documento
ufficiale parla del popolo di Israele.
Israele è una tribù di pastori
seminomade che vive tra UR in Caldea
e l’Egitto.
Le loro storie “vere” sono tramandate
oralmente di padre in figlio, ma non
registrate in documenti storici ufficiali.
1850 – 1210 a.C.
“storia” = memoria e tradizione
Dal 1200 in poi, dopo la conquista della
terra di Canaan, il piccolo popolo entra
a far parte della storia a pieno titolo.
Le loro tradizioni orali cominciano ad
essere trascritte nel Pentateuco o
Torah.
1210 – 700 a.C.
“storia” del popolo di Israele,
piccolo popolo tra i popoli
700 a.C. 100 a.C.
“storia antica dei popoli del vicino
oriente”
100
Ebreo = colui che attraversa il
deserto
Popolo Ebreo
Stato di ISRAELE
Arabo = nomade
Israele
Colui che ha combattuto con Dio
Dio combatte al tuo fianco
Dio Governa
(Ismaele = Dio mi ascolta)
(Papa Giovanni Paolo II)
Ciò che per noi è Bibbia (greco)
Pentateuco - Torah
per gli Ebrei è Tanak
e si divide in 3 parti:
Torah (Insegnamento-Legge)
Pentateuco
è composto da “pente” che significa
“cinque”, e “teuchos” che significa
“astuccio”, contenitore, teca.
Nevhiim (Profeti.. storici)
Ketuviim (scritti sapienziali)
101
Attribuito originariamente a Mosè
Teoria degli stili letterari (JEPD)
a portato alla conclusione che il
Testo definitvo sia un
Documento Postesilico (500 a.C. circa)
- da presentare a Dario re dei Persiani
- da diffondere tra il popolo per
rinsaldarne l’identità
Genesi: ...Da Abramo a Giuseppe
Esodo: Il Viaggio dall’Egitto alla Terra
Promessa (prima parte)
Levitico: Leggi e prescrizioni
Numeri: Organizzazione delle tribù e
seconda parte del viaggio nel deserto
Deuteronomio: 3 discorsi di Mosè
(riepilogo della storia da Abramo alla
terra Promessa – Morte di Mosè)
Il patrimonio letterario formatosi nei
secoli (X-VII) viene utilizzato alla
fine del VI secolo, per comporre
un’opera organica che deve
costituire il fondamento religioso ed
etnico del popolo d’Israele
sopravvissuto al tramonto della sua
consistenza politica, con la caduta
di Gerusalemme e del regno di
Giuda.
GENESI
(In principio)
Da: In principio…
1850 – 1750 ca
102
Prologo: 6 episodi
a) Creazione dell’universo
b)Creazione dell’Uomo
c) Peccato originale contro “Dio”
d) Peccato contro il Prossimo
(Caino e Abele)
e) Peccato e Punizione (Noè)
f) Origine dei Popoli (Torre di
Babele)
Il secondo a portare il nome Enoch è
(Genesi 5,21-23) il settimo discendente
di Adamo lungo la linea di Set (la
cosiddetta "grande genealogia dei
Setiti" – “i figli di Dio”). Figlio di Iared,
genera a sua volta Matusalemme, il
nonno di Noè. Particolare è la sua fine:
"Enoch visse in tutto 365 anni, e
camminò con Dio, poi non fu più
veduto, perché Iddio lo prese".
Una curiosità dal 5 capitolo della
Genesi:
Enoch
(Il primo Enoch citato nella Genesi
è il figlio di Caino).
BIBBIA
8
103
Dubbi sulla storicità dei fatti
a) come si intendeva la storia nel X
secolo a.C.
Idealizzazione - Epicizzazione
b) Israele: popolo nomade
c) “strumentalizzazione” degli
avvenimenti
d) finalità dell’autore (parabole)
Comunque la narrazione
degli eventi riguardanti io
popolo di Israele
Dal 1850 al 1050 circa
sono
STORIA “VEROSIMILE”
Gli eventi storici sono “strumenti
su cui scrivere” il messaggio
religioso.
Questo modo di “fare storia” era
comune presso tutti i popoli.
Per quanto riguarda la Bibbia, la
finalità è “morale”. La veridicità
storica non è l’obiettivo dei
“redattori”
Storia di Abramo
1850 – 1750 ca. a.C.
Aghar - Sarah
Ismaele e Isacco
Isacco e Rebecca
Esaù e Giacobbe (Israele)
104
All'inizio del II° millennio si produce in
Mesopotamia un evento di straordinaria
importanza storica e religiosa : uno spirito
chiamato da noi occidentali contemporanei "Dio"
(e ci si riferisce non al dio dei filosofi, nè a uno
spirito supremo generico ma a questo spirito
particolare,) si rivela ad un popolo attraverso
“Abramo” dal quale discenderà una storia che
avrà un ruolo determinante per l' Occidente
contemporaneo e per il mondo intero.
L'antropologia del sacro rileva in questo
evento una rottura nello sviluppo storico
dell'homo religiosus.
Con l'evento della rivelazione di Dio
al popolo di “Abramo”
gli elementi strutturali dell'homo
religiosus diventano:
-la parola-promessa di Dio
-la fede in questa parola
- il comportamento morale dell'uomo
in relazione a questa parola
-la storia vissuta in relazione con Dio
-l'alleanza con Dio
Ecco come nella
Genesi inizia
la Storia di Abramo
Terach prese Abram, suo figlio, e Lot,
figlio di Aran, figlio cioè del suo figlio, e
Sarai sua nuora, moglie di Abram suo
figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei
per andare nel paese di Cànaan.
Arrivarono fino a Carran e vi si
stabilirono.
Il Signore disse ad Abram:
"Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria
e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò.
105
Abram attraversò il paese fino alla località di
Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese si
trovavano allora i Cananei.
Il Signore apparve ad Abram e gli disse: "Alla
tua discendenza io darò questo paese".
Allora Abram costruì in quel posto un altare al
Signore che gli era apparso.
Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e
piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai
ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò
il nome del Signore.
Allora Abram partì, come gli aveva
ordinato il Signore, e con lui partì Lot.
Abram aveva settantacinque anni
quando lasciò Carran.
Abram dunque prese la moglie Sarai, e
Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni
che avevano acquistati in Carran e tutte
le persone che lì si erano procurate e si
incamminarono verso il paese di
Cànaan. Arrivarono al paese di Cànaan
L’incontro con
Melchisedeck
Sacerdote del Dio Altissimo
Quando Abram seppe che il suo
parente era stato preso prigioniero,
organizzò i suoi uomini esperti nelle
armi, schiavi nati nella sua casa, in
numero di trecentodiciotto, e si
diede all'inseguimento fino a Dan.
Piombò sopra di essi di notte, lui
con i suoi servi, li sconfisse e
proseguì l'inseguimento fino a
Coba, a settentrione di Damasco
106
Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì
pane e vino:
era sacerdote del Dio altissimo
e benedisse Abram con queste parole:
"Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici".
ABRAMO
MELCHISEDEK
FEDE
NEL DIO ALTISSIMO
UNICO
Dopo tali fatti, questa parola del
Signore fu rivolta ad Abram in
visione:
"Non temere, Abram. Io sono il tuo
scudo; la tua ricompensa sarà
molto grande".
Questo Melchìsedek infatti, re di Salem, sacerdote del Dio
Altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla vittoria
sui re e lo benedisse;
a lui Abramo diede la decima di ogni cosa; anzitutto il suo nome
tradotto significa re di giustizia; è inoltre anche re di Salem, cioè
re di pace.
Egli è senza padre, senza madre, senza genealogia, senza
principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio e
rimane sacerdote in eterno.
(Lettera di San Paolo agli Ebrei 7,1 e seg.).
107
Il Signore ha giurato
e non si pente:
"Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchisedek".
Prima di Abramo c’era la
religione naturale
I figli di Dio e i Figli degli Uomini
(Salmo 110)
Sacerdote = Profeta = Mediatore
Cristo = “IL” Sacerdote, non è più il
profeta, ma il Verbo di Dio.
Con Abramo si ha la
RIVELAZIONE di DIO
la religione “cosciente”
RELIGIONE
PATTO – ALLEANZA
REGOLE – SANZIONI
FEDE
(San Paolo – lettera agli Ebrei cap.11)
EBRAISMO – CRISTANESIMO - ISLAM
108
“La fede è fondamento
delle cose che
si sperano
e prova di quelle che
non si vedono.
Chi infatti s'accosta a Dio
deve credere che egli
esiste e che egli
ricompensa coloro che lo
cercano”.
(San Paolo, Lettera agli Ebrei, 11 )
Giacobbe sposa Lia e RACHELE
Combatte con Dio (l’angelo)=Israele
LA DISCENDENZA DI
ABRAMO
12 Figli di Giacobbe
Migrazione in Egitto
Storie di Giuseppe
Dalla Palestina all’Egitto
Morte di Giacobbe
(fine del libro della Genesi)
109
La Storia Contemporanea a quanto
narrato dalla Bibbia
Hyksos
Letteralmente significa Capo di
un paese straniero.
E’ il termine con cui nel Canone
Reale sono indicati i sei sovrani
della XV dinastia egizia.
La linea fortificata, detta Muro del
Principe, eretta sul confine orientale
per impedire le razzie dei nomadi
della penisola del Sinai, si indebolì
permettendo a gruppi di pastori,
sempre alla ricerca di pascoli e di
acqua, di infiltrarsi nelle fertili
pianure del delta del Nilo, tanto da
arrivare a costituire una parte
rilevante della popolazione.
La penetrazione di queste
popolazioni costituite da genti
indicate come Hurriti o Amorrei
venne facilitata dallo
sfaldamento dello stato unitario
che aveva retto l'Egitto durante
le dinastie XI e XII.
(1987 – 1780 a.C.)
Centro politico del potere degli
Hyksos fu la città di Avaris da
loro fondata nel delta del Nilo.
Gli Hyksos scomparvero verso la
metà del XVI secolo quando si
impose la XVIII dinastia
(Thutmosi III – Hatshepsut…
Nuovo Regno 1550 - 1080).
110
Esodo
Nascita di Mosè
quando avvenne?
Infanzia (prova del fuoco-apocrifo)
? 1400 – 1250 a.C. ?
Dall’Esodo al Deuteronomio il
Popolo è guidato da
Mosè
Uccisione di un guardiano Egiziano
Fuga nel deserto (figlie di Ietro)
Vocazione
Pasqua: Agnello Pasquale
Mosè sul monte Sinai
Passaggio del Mar Rosso
Il Candelabro d’oro
L’Arca dell’alleanza
Il primo tratto del viaggio nel
deserto del Sinai
I Dieci Comandamenti
Le quaglie, l’Acqua salmastra
la nube luminosa
Il Vitello d’Oro
Le seconde tavole della legge
111
Levitico
Numeri
Redatto dai “leviti” durante
l’esilio babilonese, raccoglie
regole e tradizioni secolari.
Organizzazione amministrativa
e traversata del deserto:
Quaglie – L’acqua dalla roccia
Esplorazione della terra
promessa
Serpente di Bronzo
Asina di Balaam
Stile “minuzioso e ripetitivo”.
Testo ricco di spunti che spiegano
l’origine di molte “tradizioni”
liturgiche
Episodio dell’ Asina di Balaam
Ore Balak, figlio di Zippor, vide quanto
Israele aveva fatto agli Amorrèi.
Balak, figlio di Zippor, era in quel tempo
re di Moab. Egli mandò messaggeri a
Balaam, "Ecco, un popolo è uscito
dall'Egitto; ricopre la terra e si è
stabilito di fronte a me; vieni e
maledicimi questo popolo; so infatti che
chi tu benedici è benedetto e chi tu
maledici è maledetto".
Gli anziani di Moab partirono
portando in mano il salario
dell'indovino.
Ora Dio venne a Balaam e gli
disse: "Chi sono questi uomini che
stanno da te?"
Dio disse a Balaam: "Tu non andrai
con loro, non maledirai quel popolo,
perché esso è benedetto".
112
Dio disse a Balaam: "Tu non andrai con
loro, non maledirai quel popolo, perché
esso è benedetto". L'asina, vedendo
l'angelo del Signore che stava sulla
strada con la spada sguainata in mano,
deviò dalla strada L'asina vide l'angelo
del Signore e si accovacciò sotto
Balaam; l'ira di Balaam si accese ed
egli percosse l'asina con il bastone.
Dio non è un uomo da potersi smentire,
non è un figlio dell'uomo da potersi pentire.
Forse Egli dice e poi non fa?
Promette una cosa che poi non adempie?
“Come sono belle le tue tende, Giacobbe,
le tue dimore, Israele!”
Quando anche Balak mi desse la sua casa piena
d'argento e d'oro, non potrei trasgredire l'ordine
del Signore per fare cosa buona o cattiva di mia
iniziativa: ciò che il Signore dirà, quello soltanto
dirò!
Allora il Signore aprì la bocca all'asina ed
essa disse a Balaam: "Che ti ho fatto
perché tu mi percuota già per la terza
volta?". Allora il Signore aprì gli occhi a
Balaam ed egli vide l'angelo del Signore.
Balaam si inginocchiò e si prostrò con la
faccia a terra.
----------------------------------------------------------------------------
“Chi può contare la polvere di Giacobbe?
Chi può numerare l'accampamento
d'Israele?
Possa io morire della morte dei giusti
e sia la mia fine come la loro".
“Sacerdoti dell’Altissimo”
Melchisedeck (1850 ca) e
Balaam (1250 ca)
non appartengono al popolo di
Abramo…
113
1850? Melchisedeck, re di Salem e
sacerdote del Dio Altissimo, non
appartiene al popolo di Dio.
Deuteronomio
1250? Balaam, sacerdote del Dio
Altissimo, non appartiene al popolo
di Israele.
Tre discorsi e
Morte di Mosè
Ascoltate, o cieli: io voglio parlare:
oda la terra le parole della mia bocca!
Stilli come pioggia la mia dottrina,
scenda come rugiada il mio dire;
come scroscio sull'erba del prato,
come spruzzo sugli steli di grano.
Voglio proclamare il nome del Signore:
date gloria al nostro Dio!
Egli è la Roccia; perfetta è l'opera sua;
tutte le sue vie sono giustizia;
è un Dio verace e senza malizia;
Egli è giusto e retto.
Mi resero geloso con ciò che non è Dio,
mi irritarono con i loro idoli vani;
io li renderò gelosi con uno che non è
popolo,
li irriterò con una nazione stolta.
Te beato, Israele! Chi è come te,
popolo salvato dal Signore?
Egli è lo scudo della tua difesa
e la spada del tuo trionfo.
114
Bibbia
9
Pentateuco:
1) Dalla creazione ad Abramo
2) Da Abramo, che si stabilisce
nella terra promessa, a Mosè, che
riconduce il popolo di Israele
dall’Egitto alla terra promessa.
Ora iniziano i libri “STORICI”
(Storia non più verosimile, ma vera e verificabile)
Libri storici
1200-135 a.C. ca
-Giosuè - Giudici
Rut
Samuele 1 e 2
RE 1 e 2
Cronache 1 e 2
Tobia – Giuditta - Ester
Esdra – Neemia
Maccabei 1 e 2 (3 -4)
Idee guida:
A) Storia di un “piccolo” popolo.
Israele ha ottenuto la terra promessa…
che però deve “meritare” con la fedeltà
a Dio.
B) Le tribù di pastori sono guidate da
“saggi” scelti di volta in volta in base
alle loro virtù e alle necessità del
popolo.
115
La missione del popolo d’Israele:
Le tribù vivono circondate da “popoli”
pagani:
Mantenere viva la “fede”
nell’Unico Dio “Creatore”
Israele è esposto a due pericoli:
Mantenere viva e operante la
memoria della “sua legge”
a) quando è in “amicizia” con i vicini:
“idolatria”
b) quando è ostile: alla “ingordigia”
dei confinanti
Il significato “religioso” della storia:
Popolo fedele a Dio è testimone tra le genti
del messaggio divino.
In cambio ha la “terra” e la protezione di
Dio.
Interpretazione “letterale” e interpretazione
“spirituale”.
La terra promessa non può essere solo un
“pezzo di terra”.
Il popolo di Israele è sempre stato
un piccolo popolo con una grande
missione:
Quanti sono gli Ebrei oggi?
116
Approssimativamente, dopo la
seconda guerra mondiale e la Shoà
rimanevano nel mondo 11 milioni di
ebrei, contro i 16,5 milioni di prima
della guerra. Oggi la cifra si aggira
intorno a poco più di 13 milioni.
Di questi circa il 42% (5,5 milioni)
vivono in Israele.
Il messaggio non può essere che
Israele diventerà “padrone del
mondo”, ma che il messaggio
religioso conquisterà il mondo.
Dio che ha inviato i profeti, invierà il
“messia” il suo messaggero
definitivo.
Università di Gerusalemme, Dept. of Media Relations, 06.05.08
Non conta il “numero”, ma la
testimonianza.
Riprese: "Non si adiri il mio Signore,
se parlo ancora una volta sola;
forse là se ne troveranno dieci".
Rispose: "Non la distruggerò per
riguardo a quei dieci".
La storia “contemporanea ai fatti biblici”:
Israele è circondata da popoli più evoluti:
Egitto: X dinastia.. Ixsos, Medio Regno con
le grandi dinastie
XV – XVI … Ramessidi)Sumeri – Babilonesi – Assiri Babilonesi
Creta – Grecia – (Troia)
(Abramo e la distruzione di Sodoma e Gomorra)
117
Riassunto degli eventi
narrati nei libri storici
(fino al 135 a.C.)
e eventi successivi…
931 a.C. Alla morte di Salomone cessa
l’unità del regno di Israele.
Geroboamo “usurpa” il nord, composto da
10 tribù, e lo chiama "Israele", con capitale
Samaria; durerà circa due secoli
721 a.C. Fine del regno di Israele
conquistato dagli Assiri di Sargon II i suoi
abitanti sono deportati a Ninive.
1200 -1025 a.C.: Epoca dei Giudici 10301010 a.C. Saul (muore combattendo contro
i Filistei)
1010-970 a.C Davide, della tribù di Giuda,
ridimensiona decisamente il potere dei
Filistei e che fissa la capitale del regno a
Gerusalemme.
970-931: Salomone (Regno di Pace
costruzione del 1° tempio).
Per evitare la sottomissione ad un impero
esterno, il regno del Nord cominciò ad accettare il
pagamento di tributi agli stranieri. Nel 721 a.C. si
ebbe una prima svolta determinante. Accadde
infatti che, a seguito di imposte non pagate da
Israele al re Assiro, i suoi abitanti furono deportati
in Ninive e al loro posto vennero fatti arrivare in
Samaria popolazioni mesopotamiche.
118
Roboamo, figlio di Salomone eredita il
regno del sud, composto da due sole tribù,
regno di "Giuda", con capitale
Gerusalemme. Conserverà l'indipendenza
per poco più di tre secoli. Tra il 598 e il 587
a.C. verrà sottomesso dai babilonesi di
Nabucodonosor e gli abitanti verranno
deportati a Babilonia.
Nel periodo di divisione dei due
regni, sino alla fine dell'esilio
babilonese, è molto forte l'attività di
critica, da parte dei profeti (Elia,
Eliseo, Isaia, Geremia...).
Il peso dei profeti diventa
determinante.
E' durante il regno di Acab su Israele (874853 a.C.) che incontriamo la figura del
profeta Elia, cui seguiranno tutta una serie
di altri profeti che risuonano come voci
preannuncianti disgrazie e redarguiscono
ora questo ora quel regnante per la
condotta non sempre ortodossa.
Il profeta Eliseo fece consacrare re Ieu, un
israelita che impose anche con metodi “forti”
l’adorazione di un solo Dio.
Ma, nonostante il suo regno sia stato piuttosto
lungo (28 anni) il narratore lamenta il fatto che
non riuscì ad estirpare il culto dei Baal.
119
Nel 539 a.C. i persiani, con Ciro, conquistano la
Mesopotamia e permettono agli ebrei di tornare in
Palestina.
Vengono proibiti i matrimoni misti e considerati
"impuri e pagani" tutti i non ebrei, i non circoncisi
e chiunque non accetti il culto di Jahvè a
Gerusalemme (p.es. i samaritani).
La Giudea diventa uno “Stato” teocratico.
Il libro di Esdra comincia con la citazione
dell’editto di Ciro, re persiano, che “allo
scopo di realizzare la parola del Signore”
rimanda a Gerusalemme gli esuli tratti da
Nabucodònosor nelle precedenti battaglie,
fornendoli addirittura delle necessarie
provviste e del tesoro del Tempio trafugato.
Ciro fu l’imperatore prediletto degli
ebrei, tanto da venir indicato come
unto del Signore (Is 45,1) perché
permise agli esuli il ritorno nella
madre patria.
Esdra inizia immediatamente la
ricostruzione del tempio. I lavori però
non sono ben visti dalle popolazioni
vicine, definite “i nemici di Giuda e
Beniamino”. Al re persiano si insinua
che la ricostruzione di questa città gli
avrebbe fatto perdere i suoi
possedimenti oltre l’Eufrate
120
I profeti Aggeo e Zaccaria, incitano
la popolazione a continuare i lavori,
che riprendono finalmente e
terminano sotto il re Dario.
Dal 200 a.C. la Palestina passa ai
re Seleucidi di Siria, contro i quali
gli ebrei si ribellano sotto la guida
della famiglia dei Maccabei,
ottenendo una breve relativa
indipendenza dopo il 141 a.C.
L'epoca persiana finsce con l'inizio di quella
ellenistica di Alessandro Magno
333-63 a.C.
Alla morte di Alessandro l'impero viene
diviso e la Palestina prima viene
sottomessa ai re Lagidi d'Egitto (in questo
periodo – 250 ca. a.C- la Bibbia viene
tradotta in greco).
Quanto conosciamo della storia di
Israele (dai libri biblici dei Maccabei fino
al 73 d.C.) ci è giunto sostanzialmente
attraverso le opere di Giuseppe Flavio
storico giudeo nato nel 37 d.C.,
discendente, da parte del padre, dalla
nobiltà sacerdotale.
121
Il periodo raccontato nei libri biblici
dei Maccabei si ferma al 135 a.C.
(cfr. Le rivolte dei Maccabei ) ma i
discendenti di Mattatia riuscirono a
tenere le redini della Palestina fino
al 63 a.C.
Egli prese possesso della Giudea
nel 37 a.C. e la governò fino alla
morte, avvenuta nel 4 a.C.
63 a.C. Pompeo assediò Gerusalemme e
determinò la fine dell'indipendenza della
regione. Alla morte di Giulio Cesare (44
a.C.) la Giudea fu sottoposta allo
sfruttamento da parte di Cassio, finché non
venne sconfitto da Marco Antonio e
Ottaviano a Filippi e i Romani nominarono
Erode re nel 40 a.C.
La Palestina diventò una provincia imperiale.
Gli ebrei tentarono più volte di ribellarsi, ma non avendo
mai raggiunto una sufficiente coesione nazionale,
subirono una disfatta gravissima nella prima rivolta del
66-70 d.C. 70 d.C. Il tempio fu distrutto da Tito.
Nel 132-135, con la sconfitta della seconda rivolta,
Gerusalemme venne chiamata Aelia Capitolina.
L'ingresso agli ebrei fu vietato.
Dispora “definitiva”
122
Dal 1948 è stato ricostituito in
Palestina, per decisione del
Consiglio di sicurezza dell'Onu, lo
stato di Israele, permettendo agli
ebrei di ritornare sulle loro antiche
terre.
BIBBIA
10
Giosuè
Inizio della lettura di
Brani scelti
nei libri
Storici
1250 – 1200 ca
Conquista della terra promessa
Le mura di Gerico
XIII secolo
La Battaglia di Gabaon (sole)
Divisione della terra tra le 12 tribù
d’Israele
123
Giosuè disse al popolo: "Voi non
potrete servire il Signore, perché è
un Dio santo, è un Dio geloso; Egli
non perdonerà le vostre
trasgressioni e i vostri peccati.
Se abbandonerete il Signore e
servirete dei stranieri, Egli vi si
volterà contro e, dopo avervi fatto
tanto bene, vi farà del male e vi
consumerà".
Il popolo disse a Giosuè: "No!
Noi serviremo il Signore".
Allora Giosuè disse al popolo:
"Voi siete testimoni contro voi
stessi, che vi siete scelto il
Signore per servirlo!".
Risposero: "Siamo testimoni!".
I Giudici
1200 – 1080 ca
I Giudici sono 12
Debora (Giaele)
Gedeone
6 minori e 6 maggiori
Sansone - Timma (Filistea)
“Intervengono quando il popolo ha
bisogno dell’aiuto di Dio”.
“Dal divoratore è uscito il cibo; dal forte è uscito il dolce”
Sansone e Dalila
Beniamino
124
Eud era morto e gli Israeliti
tornarono a fare ciò che è male agli
occhi del Signore.
Il Signore li mise nelle mani di Iabin
re di Cànaan, che regnava in
Cazor. Il capo del suo esercito era
Sisara che abitava a Aroset-Goim.
In quel tempo era giudice
d'Israele una profetessa,
Dèbora, moglie di Lappidot.
Essa sedeva sotto la palma di
Dèbora, tra Rama e Betel, sulle
montagne di Efraim, e gli Israeliti
venivano a lei per le vertenze
giudiziarie.
Debora
IL CANTO
DI
DEBORA
125
Ascoltate, re,
porgete gli orecchi, o principi;
io voglio cantare al Signore,
voglio cantare al Signore,
voglio cantare inni al Signore,
Dio d'Israele!
--------------Era cessata ogni autorità di governo,
era cessata in Israele,
fin quando sorsi io, Dèbora,
fin quando sorsi come madre in Israele.
SANSONE
Gli Israeliti tornarono a fare quello
che è male agli occhi del Signore e
il Signore li mise nelle mani dei
Filistei per quarant'anni.
Poi la donna partorì un figlio che
chiamò Sansone. Il bambino crebbe
e il Signore lo benedisse.
C'era allora un uomo di Zorea di
una famiglia dei Daniti, chiamato
Manoach; sua moglie era sterile.
Lo spirito del Signore cominciò a
investirlo quando era a MacaneDan, fra Zorea ed Estaol
126
Sansone scese poi a Timna e a
Timna vide una donna tra le figlie
dei Filistei.
Tornato a casa, disse al padre e
alla madre: "Ho visto a Timna una
donna, una figlia dei Filistei; ora
prendetemela in moglie".
Dopo qualche tempo tornò per
prenderla e uscì dalla strada per
vedere la carcassa del leone: ecco
nel corpo del leone c'era uno
sciame d'api e il miele.
Giunto presso le vigne di Timna,
ecco un leone venirgli incontro
ruggendo.
Lo spirito del Signore lo investì e,
senza niente in mano, squarciò il
leone come si squarcia un capretto
NOZZE DI SANSONE
INDOVINELLO PER GLI
INVITATI
127
"Voglio proporvi un indovinello; se voi
me lo spiegate entro i sette giorni del
banchetto e se l'indovinate, vi darò
trenta tuniche e trenta mute di vesti;
ma se non sarete capaci di
spiegarmelo, darete trenta tuniche e
trenta mute di vesti a me". Quelli gli
risposero: "Proponi l'indovinello e noi lo
ascolteremo". Egli disse loro:
"Dal divoratore è uscito il cibo
e dal forte è uscito il dolce".
Allora lo spirito del Signore lo
investì ed egli scese ad Ascalòn; vi
uccise trenta uomini, prese le loro
spoglie e diede le mute di vesti a
quelli che avevano spiegato
l'indovinello. Poi acceso d'ira, risalì
a casa di suo padre
e la moglie di Sansone fu data al
compagno che gli aveva fatto da
amico di nozze.
Dpo qualche giono di “banchetto” la
moglie convince Sansone a svelare
la soluzione dell’indovinello e la
comunica ai commensali.
Sansone si adira. Abbandona la
moglie….
Dopo qualche tempo, nei giorni della
mietitura del grano, Sansone andò a
visitare sua moglie, le portò un capretto
e disse: "Voglio entrare da mia moglie
nella camera". Ma il padre di lei non gli
permise di entrare
e gli disse: "Credevo proprio che tu
l'avessi ripudiata e perciò l'ho data al
tuo compagno di nozze.
128
Sansone si sfoga contro i
Flistei, che decidono di liberarsi
di lui.
Si innamora di Dalila
Dalila gli chiede cosa lo rende
forte…
dopo due risposte ingannevoli
Sansone rivela che la sua forza è
nei capelli.
I filistei gli fanno rasare i capelli da
Dalila.
Sansone lega della paglia alla code di
alcune volpi.. Da fuoco alla pagla e le
libera nei campi dei Filistei.
Le volpi bruciano il grano.
I Filistei invadono le terre di Giuda.
I “Giudei” consegnano Sansone ai
Filistei.
Sansone si libera e con una mascella
d’asino uccide mille Filistei.
Va Gaza da una prostituta.
I Filistei chiudono le porte della città
“I Filistei lo presero e gli cavarono gli
occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo
legarono con catene di rame. Egli
dovette girare la macina nella prigione”.
Intanto la capigliatura che gli avevano
rasata, cominciava a ricrescergli….
Mentre è incatenato scuote le colonne
cui è legato e muore insieme ai capi dei
Filistei.
“Egli era stato giudice d'Israele per
venti anni.”
129
RUT
Bisnonna di Davide – “pagana”
da BOOZ – RUT
nasce OBED
da cui nasce IESSE
da cui nasce DAVIDE
Noemi a causa di una carestia emigra
da Betlemme con il marito e due figli e
si stabilisce nella terra di Moab.
I figli sposano Orpa e RUT.
Marito e figli di Noemi muoiono.
Noemi decide di tornare nella terra di
Giuda. Rut non vuole lasciare la
suocera e l’accompagna.
Mentre è a spigolare BOOZ la vede,
udita la sua storia decide di sposarla.
Storia semplice
Stile coinvolgente
Scopo “edificatorio”
Affermare principi e valori:
apertura agli stranieri
fedeltà agli affetti familiari
cura per gli anziani
BIBBIA
11
130
SAMUELE
I e II
Due Libri
I Libro: Samuele e SAUL
Con i libri di Samuele inizia
La “grande Storia”
(grande per gli Ebrei…)
Il REGNO DI ISRAELE
SAMUELE I
(Dio ha ascoltato)
II Libro: DAVIDE
131
Date secondo Albright
Samuele è l’ultimo giudice:
I libri di Samuele narrano il
passaggio dalla “cooperazione tra
le tribù guidate dai Giudici”,
all’organizzazione politica, con la
nascita della monarchia.
ca.1030 –1010 Saul ben Qysh,
Re d’Isreale, ucciso in battaglia
David ben Yishai (Iesse) ca.1010–962
Re d’Israele
Shelomoh ben David, ca. 962 - 931
Re d’Israele
Figlio di Davide e Betsabea, il suo
diritto alla successione gli fu contestato
dal fratellastro più anziano Adonijah
Storia di Samuele… scritta con stile
vivace, partecipato, coinvolgente.
Samuele nasce “miracolosamente”.
Composto dopo il ritorno dall’esilio
su “testi antichi”.
Canto di Anna.
Le due fonti sono evidenti.
A brani “antimonarchici” si alternano
brani “pro – monarchia”
132
Allora Anna pregò:
“Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia fronte s'innalza grazie al mio
Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei
nemici, perché io godo del beneficio
che mi hai concesso.
Non c'è santo come il Signore,
non c'è rocca come il nostro Dio.
I sazi sono andati a giornata per un
pane,
mentre gli affamati han cessato di
faticare.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita
Non moltiplicate i discorsi superbi,
dalla vostra bocca non esca arroganza;
perché il Signore è il Dio che sa tutto e
le sue opere sono rette.
L'arco dei forti s'è spezzato,
ma i deboli sono rivestiti di vigore.
Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e
arricchisce,
abbassa ed esalta.
133
Solleva dalla polvere il misero,
innalza il povero dalle immondizie,
per farli sedere insieme con i capi del
popolo
e assegnar loro un seggio di gloria.
.
Perché al Signore appartengono i
cardini della terra
e su di essi fa poggiare il mondo.
Sui passi dei giusti Egli veglia,
ma gli empi svaniscono nelle tenebre.
Certo non prevarrà l'uomo malgrado la
sua forza
Analogie del canto di Anna con il
Magnificat
L'Altissimo tuonerà dal cielo.
Il Signore giudicherà gli estremi confini
della
terra;
darà forza al suo re
ed eleverà la potenza del suo Messia".
Allora Maria disse:
"L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio
salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua
serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi
chiameranno beata.
134
Grandi cose ha fatto in me
l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la
sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri
padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre".
Ha spiegato la potenza del suo
braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi
Samuele è consacrato a Dio, sotto il
sacerdote Eli.
La vocazione di Samuele.
Samuele diventa Giudice.
I filistei sottraggono l’Arca
dell’Alleanza.
135
L’arca viene riconquistata.
Il popolo chiede il Re.
Samuele ammonisce dei “danni che
porterà la monarchia”, ma il popolo
insite nel volere il Re.
Disse loro: "Queste saranno le pretese
del re che regnerà su di voi: prenderà i
vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai
suoi cavalli, li farà correre davanti al
suo cocchio,
li farà capi di migliaia e capi di
cinquantine; li costringerà ad arare i
suoi campi, a mietere le sue messi, ad
apprestargli armi per le sue battaglie e
attrezzature per i suoi carri.
Gli dissero: "Tu ormai sei vecchio e
i tuoi figli non ricalcano le tue orme.
Ora stabilisci per noi un re che ci
governi, come avviene per tutti i
popoli".
Agli occhi di Samuele era cattiva la
proposta perché avevano detto:
"Dacci un re che ci governi". Perciò
Samuele pregò il Signore.
Prenderà anche le vostre figlie per
farle sue profumiere e cuoche e
fornaie.
Si farà consegnare ancora i vostri
campi, le vostre vigne, i vostri oliveti
più belli e li regalerà ai suoi ministri.
Sulle vostre sementi e sulle vostre
vigne prenderà le decime e le darà
ai suoi consiglieri e ai suoi ministri.
136
Vi sequestrerà gli schiavi e le schiave, i
vostri armenti migliori e i vostri asini e li
adopererà nei suoi lavori.
Metterà la decima sui vostri greggi e voi
stessi diventerete suoi schiavi.
Allora griderete a causa del re che
avrete voluto eleggere, ma il Signore
non vi ascolterà".
Il popolo non diede retta a Samuele e
rifiutò di ascoltare la sua voce, ma
gridò: "No, ci sia un re su di noi.
“Ma Saul e il popolo risparmiarono
Agag e il meglio del bestiame
minuto e grosso, gli animali grassi e
gli agnelli, cioè tutto il meglio, e non
vollero sterminarli; invece votarono
allo sterminio tutto il bestiame
scadente e patito”.
SAUL unto RE.
Saul rende potente e temuto Israele.
Il peccato di Saul che non distrugge
tutte le prede delle guerra vinta contro
gli Amaleciti.
Samuele esclamò:
"Il Signore forse gradisce gli
olocausti e i
sacrifici
come obbedire alla voce del
Signore?
Ecco, obbedire è meglio del
sacrificio,
essere docili è più del grasso degli
arieti.
137
Saul caduto in disgrazia
si rattrista, diventa melanconico.
Gli suggeriscono che la musica di
un giovane Betlemmita, Davide
potrebbe alleviare la sua malinconia
Guerre con i Filistei.
Davide alla corte di Saul.
Davide e Golia
Davide e Gionata
(figlio di Saul).
Davide Unto Re
Invidia di Saul contro Davide.
Davide sfugge a Saul che lo vuole
uccidere.
Ennesima guerra contro i Filistei.
Morte di Saul e dei suoi tre figli tra
cui Gionata.
Davide al servizio dei Filistei
138
BIBBIA
12
Storia
di
Davide
Riprendiamo
dalla fine del 1° libro di Samuele
Il popolo di Israele, sotto la guida del Re
Saul, è impegnato in guerre continue contro
i Filistei.
Davide chiamato alla corte alla corte di Saul
per sollevargli l’animo triste con la musica,
acquista autorità presso il popolo per il suo
coraggio.
Episodio: Davide e Golia
139
Davide stringe amicizia con Gionata
(figlio di Saul).
Davide è Unto Re da Samuele
Invidia di Saul contro Davide.
Davide sfugge a Saul che lo vuole
uccidere.
Ennesima guerra contro i Filistei.
Morte di Saul e dei suoi tre
figli tra cui Gionata.
Davide al servizio dei Filistei
SAMUELE
II
Lamento di Davide per la
morte di Saul e dei suoi
figli.
140
"Il tuo vanto, Israele,
sulle tue alture giace trafitto!
Perché sono caduti gli eroi?
Non fatelo sapere in Gat,
non l'annunziate per le vie di
Ascalòn,
non ne faccian festa le figlie dei
Filistei,
non ne esultino le figlie dei non
circoncisi!
L'arco di Giònata non tornò mai
indietro, la spada di Saul non tornava
mai a vuoto.
Saul e Giònata, amabili e gentili,
né in vita né in morte furon divisi;
erano più veloci delle aquile,
più forti dei leoni.
Figlie d'Israele, piangete su Saul,
che vi vestiva di porpora e di delizie,
che appendeva gioielli d'oro sulle
vostre vesti.
O monti di Gelboe, non più rugiada
né pioggia su di voi
né campi di primizie,
perché qui fu avvilito lo scudo degli
eroi,
lo scudo di Saul, non unto di olio,
ma col sangue dei trafitti, col grasso
degli eroi.
Perché son caduti gli eroi
in mezzo alla battaglia?
Giònata, per la tua morte sento dolore,
l'angoscia mi stringe per te,
fratello mio Giònata!
Tu mi eri molto caro;
la tua amicizia era per me preziosa
più che amore di donna.
Perché son caduti gli eroi,
son periti quei fulmini di guerra?".
141
Natan e Davide
Vittoria di Davide sui Filistei
Ingresso dell’Arca in Gerusalemme
Nel frattempo Samuele muore.
Dio suscita un nuovo profeta alla corte
del Re Davide: Natan
Il peccato di Davide
Davide e Betsabea.
Il peccato di Davide
Davide e Betsabea
Davide si invaghisce di Betsabea.
moglie di un suo ufficiale (Uria).
Per averla per sé fa in modo che
Uria venga ucciso in Battaglia.
Il profeta Natan lo redarguisce
aspramente
142
La parabola del ricco e del povero
"Vi erano due uomini nella stessa città,
uno ricco e l'altro povero.
Il ricco aveva bestiame minuto e grosso
in gran numero;
ma il povero non aveva nulla, se non
una sola pecorella piccina che egli
aveva comprata e allevata; essa gli era
cresciuta in casa insieme con i figli,
Allora l'ira di Davide si scatenò
contro quell'uomo e disse a Natan:
"Per la vita del Signore, chi ha fatto
questo merita la morte.
Pagherà quattro volte il valore della
pecora, per aver fatto una tal cosa e
non aver avuto pietà".
Allora Natan disse a Davide: "Tu sei
quell'uomo!”
mangiando il pane di lui, bevendo alla
sua coppa e dormendo sul suo seno;
era per lui come una figlia.
Un ospite di passaggio arrivò dall'uomo
ricco e questi, risparmiando di prendere
dal suo bestiame minuto e grosso, per
preparare una vivanda al viaggiatore
che era capitato da lui portò via la
pecora di quell'uomo povero e ne
preparò una vivanda per l'ospite venuto
da lui".
Davide si pente del suo peccato e
chiede perdono a Dio.
Miserere
143
Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
Quando venne da lui il profeta Natan
dopo che aveva peccato con Betsabea.
Pietà di me, o Dio, secondo la tua
misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio
peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Guerre con i Filistei e rivolte interne.
Il governo di Davide non è facile.
Ma il Re, confida nel Signore, e
consolida il suo potere.
Cantico di Davide
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho
fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.
Ecco, nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia
madre.
(Salmo 51)
Egli disse:
"Il Signore è la mia roccia,
la mia fortezza, il mio liberatore,
il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio,
il mio scudo, la mia salvezza, il mio
riparo!
Sei la mia roccaforte che mi salva:
tu mi salvi dalla violenza.
Invoco il Signore, degno di ogni lode,
e sono liberato dai miei nemici.
144
Mi circondavano i flutti della morte,
mi atterrivano torrenti esiziali.
Mi avviluppavano le funi degli inferi;
mi stavano davanti i lacci della morte.
Nell'angoscia ho invocato il Signore,
ho gridato al mio Dio,
Egli ha ascoltato dal suo tempio la mia
voce;
il mio grido è giunto ai suoi orecchi.
Con il canto di Davide, con cui si
chiude il II libro di Samuele, si
conclude di fatto il suo regno.
La Bibbia continua con i due
libri dei RE.
BIBBIA
13
I RE
I° e II°
145
1° RE: Successione di Davide
Storia di Salomone
Successione di Salomone
Divisione del regno: Israele e Giuda
Storie di Elia
2° RE : Storie di Eliseo
Ultimi anni del
regno di Davide
Caduta di Israele
Caduta di Giuda
“Il re Davide era vecchio e avanzato negli
anni e, sebbene lo coprissero, non riusciva
a riscaldarsi.
I suoi ministri gli suggerirono: "Si cerchi per
il re nostro signore una vergine giovinetta,
che assista il re e lo curi e dorma con lui;
così il re nostro signore si riscalderà"…
Essa curava il re e lo serviva, ma il re non si
unì a lei”.
Ma Adonia, figlio di Agghìt, insuperbito,
diceva: "Sarò io il re". Si procurò carri,
cavalli e cinquanta uomini che lo
precedessero.
Il re suo padre, per non affliggerlo, non gli
disse mai: "Perché ti comporti in questo
modo?". Adonia era molto bello; sua madre
l'aveva partorito dopo Assalonne”.
146
Molti della corte di Davide
seguirono ADONIA…
Invece il sacerdote Zadòk, Benaià
figlio di Ioiadà, il profeta Natan,
Simei, Rei e il nerbo delle milizie di
Davide non si schierarono con
Adonia.
Consacrazione di Salomone
Allora Natan disse a Betsabea,
madre di Salomone: "Non hai
sentito che Adonia, figlio di Agghìt,
si è fatto re e Davide nostro signore
non lo sa neppure?
“Adonia un giorno immolò pecore e buoi e
vitelli grassi sulla pietra Zochelet, che è
vicina alla fonte di Roghèl. Invitò tutti i suoi
fratelli, figli del re, e tutti gli uomini di Giuda
al servizio del re.
Ma non invitò il profeta Natan, né Benaià,
né i più valorosi soldati e neppure
Salomone suo fratello”.
Betsabea si presentò nella camera del
re, che era molto vecchio, e Abisag la
Sunammita lo serviva. Betsabea si
prostrò davanti al re, che le domandò:
"Che hai?". Essa gli rispose: "Signore,
tu hai giurato alla tua schiava per il
Signore tuo Dio che Salomone tuo figlio
avrebbe regnato dopo di te, sedendo
sul tuo trono.
Ora invece Adonia è divenuto re e tu,
re mio signore, non lo sai neppure.
147
Il re Davide fece chiamare il sacerdote
Zadòk, il profeta Natan e Benaià figlio
di Ioiadà. Costoro si presentarono al re,
che disse loro: "Prendete con voi la
guardia del vostro signore: fate
montare Salomone sulla mia mula e
fatelo scendere a Ghicon.
Ivi il sacerdote Zadòk e il profeta Natan
lo ungano re d'Israele. Voi suonerete la
tromba e griderete: Viva il re Salomone!
Sentendo avvicinarsi il giorno della sua morte, Davide
fece queste raccomandazioni al figlio Salomone:
"Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra. Tu
sii forte e mostrati uomo.
Osserva la legge del Signore tuo Dio, procedendo nelle
sue vie ed eseguendo i suoi statuti, i suoi comandi, i
suoi decreti e le sue prescrizioni, come sta scritto nella
legge di Mosè, perché tu riesca in ogni tua impresa e in
ogni tuo progetto”.
“Tu sai quel che ha fatto a me Ioab,
figlio di Zeruià, cioè come egli ha
trattato i due capi dell'esercito di
Israele, Abner figlio di Ner e Amasà
figlio di Ieter, come li ha uccisi
spargendo in tempo di pace il
sangue, come si fa in guerra. Tu
agirai con saggezza, ma non
permetterai che la sua vecchiaia
scenda in pace agli inferi”.
“Agirai con bontà verso i figli di
Barzillài il Galaadita, che
mangeranno alla tua tavola, perché
mi hanno assistito mentre fuggivo
da Assalonne tuo fratello”. Davide si
addormentò con i suoi padri e fu
sepolto nella città di Davide.
La durata del regno di Davide su
Israele fu di quaranta anni: sette in
Ebron e trentatré in Gerusalemme.
148
Morte di Adonia
Adonia, tramite Betsabea, chiede in
moglie Abisag …
Salomone lo fa uccidere.
Salomone fa uccidere anche i sacerdoti
e i dignitari che avevano sostenuto
Adonia
Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che ti
sei scelto, popolo così numeroso che non si
può calcolare né contare.
Concedi al tuo servo un cuore docile perché
sappia rendere giustizia al tuo popolo e
sappia distinguere il bene dal male, perché
chi potrebbe governare questo tuo popolo
così numeroso?".
Al Signore piacque che Salomone avesse
domandato la saggezza nel governare.
Il sogno di Gabaon
In Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno
durante la notte e gli disse: "Chiedimi ciò che io devo
concederti".
Salomone disse: "Tu hai trattato il tuo servo Davide mio
padre con grande benevolenza, perché egli aveva
camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con
cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questa
grande benevolenza e gli hai dato un figlio che sedesse
sul suo trono, come avviene oggi.
Ora, Signore mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al
posto di Davide mio padre. Ebbene io sono un ragazzo;
non so come regolarmi.
Dio gli disse: "Perché hai domandato questa cosa e non
hai domandato per te né una lunga vita, né la ricchezza,
né la morte dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il
discernimento per ascoltare le cause, ecco faccio come
tu hai detto. Ecco, ti concedo un cuore saggio e
intelligente: come te non ci fu alcuno prima di te né
sorgerà dopo di te.
Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè
ricchezza e gloria come nessun re ebbe mai.
Se poi camminerai nelle mie vie osservando i miei
decreti e i miei comandi, come ha fatto Davide tuo
padre, prolungherò anche la tua vita".
Salomone si svegliò; ecco, era stato un sogno. Andò in
Gerusalemme; davanti all'arca dell'alleanza del Signore
offrì olocausti, compì sacrifici di comunione e diede un
banchetto per tutti i suoi servi.
149
Il Giudizio di Salomone
Saggezza proverbiale
Costruzione del Tempio
Dedicazione del tempio
La Regina di Saba
La ricchezza di Salomone
Essa si è alzata nel cuore della
notte, ha preso il mio figlio dal mio
fianco - la tua schiava dormiva - e
se lo è messo in seno e sul mio
seno ha messo il figlio morto.
Al mattino mi sono alzata per
allattare mio figlio, ma ecco, era
morto. L'ho osservato bene; ecco,
non era il figlio che avevo partorito
io".
Il giudizio di Salomone
Un giorno andarono dal re due prostitute e
si presentarono innanzi a lui.
Una delle due disse: "Ascoltami, signore! Io
e questa donna abitiamo nella stessa casa;
io ho partorito mentre essa sola era in casa.
Tre giorni dopo il mio parto, anche questa
donna ha partorito; noi stiamo insieme e
non c'è nessun estraneo in casa fuori di noi
due.
Il figlio di questa donna è morto durante la
notte, perché essa gli si era coricata sopra.
L'altra donna disse: "Non è vero! Mio
figlio è quello vivo, il tuo è quello
morto". E quella, al contrario, diceva:
"Non è vero! Quello morto è tuo figlio, il
mio è quello vivo". Discutevano così
alla presenza del re.
Egli disse: "Costei dice: Mio figlio è
quello vivo, il tuo è quello morto e
quella dice: Non è vero! Tuo figlio è
quello morto e il mio è quello vivo".
150
Allora il re ordinò: "Prendetemi una
spada!". Portarono una spada alla
presenza del re. Quindi il re aggiunse:
"Tagliate in due il figlio vivo e datene
una metà all'una e una metà all'altra".
La madre del bimbo vivo si rivolse al re,
poiché le sue viscere si erano
commosse per il suo figlio, e disse:
"Signore, date a lei il bambino vivo; non
uccidetelo affatto!". L'altra disse: "Non
sia né mio né tuo; dividetelo in due!".
Dio concesse a Salomone saggezza e
intelligenza molto grandi e una mente
vasta come la sabbia che è sulla
spiaggia del mare.
La saggezza di Salomone superò la
saggezza di tutti gli orientali e tutta la
saggezza dell'Egitto. Egli fu veramente
più saggio di tutti, più di Etan
l'Ezrachita, di Eman, di Calcol e di
Darda, figli di Macol; il suo nome
divenne noto fra tutti i popoli limitrofi.
Presa la parola, il re disse: "Date alla
prima il bambino vivo; non uccidetelo.
Quella è sua madre".
Tutti gli Israeliti seppero della sentenza
pronunziata dal re e concepirono
rispetto per il re, perché avevano
constatato che la saggezza di Dio era
in lui per render giustizia.
LA SAGGEZZA
DI
SALOMONE
151
Salomone pronunziò tremila proverbi;
le sue poesie furono millecinque.
Parlò di piante, dal cedro del Libano
all'issòpo che sbuca dal muro; parlò di
quadrupedi, di uccelli, di rettili e di
pesci.
Da tutte le nazioni venivano per
ascoltare la saggezza di Salomone;
venivano anche i re dei paesi ove si era
sparsa la fama della sua saggezza.
“Alla costruzione del tempio del Signore
fu dato inizio l'anno 480 dopo l'uscita
degli Israeliti dal paese d'Egitto, l'anno
quarto del regno di Salomone su
Israele. Il tempio costruito dal re
Salomone per il Signore, era lungo
sessanta cubiti, largo venti, alto trenta.
Davanti al tempio vi era un atrio lungo
venti cubiti, in base alla larghezza del
tempio, ed esteso per dieci cubiti
secondo la lunghezza del tempio”.
LA COSTRUZIONE
DEL
TEMPIO
Tempio di Salomone
mt 30 (+10 di pronao) x 20
Tempio della Concordia AG
mt. 23x12
Partenone di Atene
mt 33x20 (aula)
69x30 (stilobate)
152
BIBBIA
14
STORIA
DI
SALOMONE
(cont..)
CONSACRAZIONE
DEL TEMPIO
Salomone immolò al Signore, in sacrificio di comunione,
ventiduemila buoi e centoventimila pecore; così il re e
tutti gli Israeliti dedicarono il tempio al Signore.
In quel giorno il re consacrò il centro del cortile di fronte
al tempio del Signore; infatti ivi offrì l'olocausto,
l'oblazione e il grasso dei sacrifici di comunione, perché
l'altare di bronzo, che era davanti al Signore, era troppo
piccolo per contenere l'olocausto, l'oblazione e il grasso
dei sacrifici di comunione.
153
In quell'occasione Salomone celebrò la festa
davanti al Signore nostro Dio per sette giorni:
tutto Israele, dall'ingresso di Amat al torrente
d'Egitto, un'assemblea molto grande era con lui.
Nel giorno ottavo congedò il popolo. I convenuti,
salutato il re, tornarono alle loro case, contenti e
con la gioia nel cuore per tutto il bene concesso
dal Signore a Davide suo servo e a Israele suo
popolo.
Quando Salomone ebbe terminato di costruire il
tempio, il Signore apparve per la seconda volta a
Salomone, come gli era apparso in Gàbaon. “Se
tu camminerai davanti a me, come vi camminò
tuo padre, con cuore integro e con rettitudine, se
adempirai quanto ti ho comandato e se
osserverai i miei statuti e i miei decreti,
io stabilirò il trono del tuo regno su Israele per
sempre”.
Ma se voi e i vostri figli vi allontanerete da
me, se non osserverete i comandi e i
decreti che io vi ho dati, se andrete a
servire altri dei e a prostrarvi davanti ad
essi, eliminerò Israele dal paese che ho
dato loro, rigetterò da me il tempio che ho
consacrato al mio nome; Israele diventerà
la favola e lo zimbello di tutti i popoli.
Quanti rimanevano degli Amorrèi, degli
Hittiti, dei Perizziti, che non
appartenevano agli Israeliti, e cioè i
discendenti rimasti dopo di loro nel
paese, coloro che gli Israeliti non erano
riusciti a sterminare, Salomone li
costrinse ai lavori forzati, e tale è
ancora la loro condizione.
154
LA REGINA
DI SABA
(La storia)
Secondo la testimonianza di questo antico documento
sacro, la famiglia imperiale etiope discende direttamente
dall'incontro amoroso tra il Re Salomone e la Regina di
Saba, chiamata Makeda secondo la tradizione africana.
Il libro epico etiope dei Re, il Kebra Nagast, contiene la
storia di Makeda e dei suoi discendenti: riporta di come
Salomone abbia incontrato la Regina (evento
documentato anche nella Bibbia, 1 Re 10, 2 Cr 9) e
abbia avuto un figlio da lei, il primogenito, incoronato Re
con il titolo di Menelik I, primo imperatore d'Etiopia. La
testimonianza del Kebra Nagast riporta di come Menelik
abbia trafugato l'Arca dell'Alleanza da Gerusalemme
all'Etiopia, ove probabilmente si trova tuttora.
Makeda (in arabo Bilqis, scritto anche Balkiyis in
alcuni testi) è il nome con cui è nota ai popoli
etiopi la Regina di Saba citata nel primo libro dei
Re e nel secondo libro delle Cronache della
Bibbia, nel Corano e nel libro sacro della
tradizione etiope, il Kebra Nagast. Saba era un
antico regno che l'archeologia moderna situa in
Etiopia o in Yemen. Nei testi biblici non viene mai
nominata come tale, bensì chiamata Regina di
Saba o Regina del Sud; il nome Makeda proviene
dalla tradizione etiope e quello di Bilqis dalla
tradizione araba (ma non dal Corano).
È stato provato che le antiche comunità
etiopi erano formate da una popolazione
semita, emigrata attraverso il Mar Rosso
dall'Arabia meridionale, mescolatesi con i
locali abitanti non semiti. Inoltre, l'antico
regno etiope di Axum ha governato anche
una parte dell'Arabia meridionale che
comprendeva lo Yemen fino alla nascita
dell'Islam nel VII secolo. Per di più,
l'amarico e il tigrino, le due principali lingue
dell'Etiopia, sono lingue semitiche.
155
Il 9 maggio 2008 è stato diffuso un
comunicato dell'Università di Amburgo
secondo cui una equipe tedesca,
guidata dall’archeologo Helmut Zeigert,
avrebbe scoperto i resti del palazzo
della leggendaria "regina di Saba".[1][2]
Le rovine ritrovate presso Dungur
(Etiopia) e collocate sotto i ruderi del
palazzo di un re cristiano, erano quelle
di un palazzo databile intorno al X
secolo a.c.[3]
REGINA DI SABA
IL RACCONTO
BIBLICO
Il Professor Dr. Siegbert Uhlig, Capo
dell’Unità di Ricerca degli Studi Etiopi,
ha affermato: “Ziegert non ha discusso
le sue ipotesi con alcun collega. L’Unità
di Ricerca degli Studi Etiopi
dell’Università di Amburgo considerano
l’identificazione non scientificamente
provata
La regina di Saba, sentita la fama di Salomone,
venne per metterlo alla prova con enigmi.
Venne in Gerusalemme con ricchezze molto
grandi, con cammelli carichi di aromi, d'oro in
grande quantità e di pietre preziose. Si presentò
a Salomone e gli disse quanto aveva pensato.
Salomone rispose a tutte le sue domande,
nessuna ve ne fu che non avesse risposta o che
restasse insolubile per Salomone.
La regina di Saba, quando ebbe ammirato tutta la
saggezza di Salomone, il palazzo che egli aveva
costruito…
156
…. disse al re: "Era vero, dunque, quanto
avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e
sulla tua saggezza!
Io non avevo voluto credere a quanto si
diceva, finché non sono giunta qui e i miei
occhi non hanno visto; ebbene non me
n'era stata riferita neppure una metà!
Essa diede al re centoventi talenti d'oro, aromi in
gran quantità e pietre preziose. Non arrivarono
mai tanti aromi quanti ne portò la regina di Saba
a Salomone.
Inoltre, la flotta di Chiram portò legname di
sandalo in gran quantità e pietre preziose.
Con il legname di sandalo il re fece ringhiere per
il tempio e per la reggia, cetre e arpe per i cantori.
Mai più arrivò, né mai più si vide fino ad oggi,
tanto legno di sandalo.
Il re Salomone diede alla regina di Saba quanto
essa desiderava e aveva domandato, oltre
quanto le aveva dato con mano regale. Quindi
essa tornò nel suo paese con i suoi servi.
Quanto alla saggezza e alla prosperità,
superi la fama che io ne ho udita.
Beati i tuoi uomini, beati questi tuoi
ministri che stanno sempre davanti a te
e ascoltano la tua saggezza!
Sia benedetto il Signore tuo Dio, che si
è compiaciuto di te sì da collocarti sul
trono di Israele. Nel suo amore eterno
per Israele il Signore ti ha stabilito re
perché tu eserciti il diritto e la giustizia".
Il peccato di Salomone
Ma il re Salomone amò donne
straniere, moabite, ammonite,
idumee, di Sidòne e hittite,
appartenenti a popoli, di cui aveva
detto il Signore agli Israeliti: "Non
andate da loro ed essi non vengano
da voi: perché certo faranno deviare
i vostri cuori dietro i loro dei".
157
Quando Salomone fu vecchio, le
sue donne l'attirarono verso divinità
straniere e il suo cuore non restò
più tutto con il Signore suo Dio
come il cuore di Davide suo padre.
Salomone seguì Astàrte, dea di
quelli di Sidòne, e Milcom,
obbrobrio degli Ammoniti.
La rivolta di Geroboamo
Geroboamo Re d’Israele
Salomone tenta invano di far morire
Geroboamo
Morte di Salomone
Il Signore, perciò, si sdegnò con Salomone,
perché aveva distolto il cuore dal Signore
Dio d'Israele, che gli era apparso due volte
e gli aveva comandato di non seguire altri
dei. Allora disse a Salomone: "Poiché ti sei
comportato così e non hai osservato la mia
alleanza né i decreti che ti avevo impartiti, ti
strapperò via il regno e lo consegnerò a un
tuo suddito.
Tuttavia non farò ciò durante la tua vita per
amore di Davide tuo padre; lo strapperò
dalla mano di tuo figlio.
Geroboamo era un uomo di riguardo; Salomone, visto
come il giovane lavorava, lo nominò sorvegliante di tutti
gli operai della casa di Giuseppe.
In quel tempo Geroboamo, uscito da Gerusalemme,
incontrò per strada il profeta Achia di Silo, che
indossava un mantello nuovo; erano loro due soli, in
campagna.
Achia afferrò il mantello nuovo che indossava e lo lacerò
in dodici pezzi.
Quindi disse a Geroboamo: "Prendine dieci pezzi,
poiché dice il Signore
158
Salomone cercò di uccidere Geroboamo, il
quale però trovò rifugio in Egitto presso il re
Sisach. Geroboamo rimase in Egitto fino
alla morte di Salomone.
Le altre gesta di Salomone, le sue azioni e
la sua sapienza, sono descritte nel libro
della gesta di Salomone.
Il tempo in cui Salomone aveva regnato su
tutto Israele fu di quaranta anni. Salomone
si addormentò con i suoi padri e fu sepolto
nella città di Davide suo padre; gli
succedette nel regno il figlio Roboamo.
Alla morte di Salomone
Il regno di Israele viene diviso tra
Geroboamo (al Nord –Re di Israele)
e Roboamo (al Sud - Re di Giuda
Inizio della storia dei due
Regni
Primi grandi Profeti che non sono
nello stesso tempo guida politica e
guida spirituale, ma solo guida
spirituale del popolo eletto
STORIE
DI
ELIA
159
Elia, il Tisbita, uno degli abitanti di Gàlaad,
disse ad Acab: "Per la vita del Signore, Dio
di Israele, alla cui presenza io sto, in questi
anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se
non quando lo dirò io".
A lui fu rivolta questa parola del Signore:
"Vattene di qui, dirigiti verso oriente;
nasconditi presso il torrente Cherit, che è a
oriente del Giordano.
Ivi berrai al torrente e i corvi per mio
comando ti porteranno il tuo cibo".
Il Signore parlò a lui e disse:
"Alzati, va’ in Zarepta di Sidòne e ivi
stabilisciti. Ecco io ho dato ordine a una
vedova di là per il tuo cibo".
Egli si alzò e andò a Zarepta. Entrato nella
porta della città, ecco una vedova
raccoglieva la legna. La chiamò e le disse:
"Prendimi un pò d'acqua in un vaso perché
io possa bere".
Mentre quella andava a prenderla, le gridò:
"Prendimi anche un pezzo di pane".
LA VEDOVA
DI
ZAREPTA
Quella rispose: "Per la vita del
Signore tuo Dio, non ho nulla di
cotto, ma solo un pugno di farina
nella giara e un pò di olio nell'orcio;
ora raccolgo due pezzi di legna,
dopo andrò a cuocerla per me e per
mio figlio: la mangeremo e poi
moriremo".
160
Elia le disse: "Non temere; su, fà come
hai detto, ma prepara prima una piccola
focaccia per me e portamela; quindi ne
preparerai per te e per tuo figlio,
poiché dice il Signore: La farina della
giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio
non si svuoterà finché il Signore non
farà piovere sulla terra".
La donna disse a Elia: "Ora so che tu
sei uomo di Dio e che la vera parola del
Signore è sulla tua bocca"
ELIA
E
IL RE ACAB
Appena lo vide, Acab disse a Elia: "Sei
tu la rovina di Israele!".
UCCISIONE DEI
PROFETI DI BAAL
Elia si accostò a tutto il popolo e disse:
"Fino a quando zoppicherete con i due
piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se
invece lo è Baal, seguite lui!". Il popolo
non gli rispose nulla.
Elia aggiunse al popolo: "Sono rimasto
solo, come profeta del Signore, mentre
i profeti di Baal sono
quattrocentocinquanta.
161
Egli si inoltrò nel deserto una
giornata di cammino e andò a
sedersi sotto un ginepro.
Desideroso di morire, disse: "Ora
basta, Signore! Prendi la mia vita,
perché io non sono migliore dei miei
padri".
Acab riferì a Gezabele ciò che Elia
aveva fatto e che aveva ucciso di
spada tutti i profeti.
Gezabele inviò un messaggero a Elia
per dirgli: "Gli dei mi facciano questo e
anche di peggio, se domani a quest'ora
non avrò reso te come uno di quelli".
Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per
salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda.
Gli Israeliti hanno abbandonato la
tua alleanza, hanno demolito i tuoi
altari, hanno ucciso di spada i tuoi
profeti. Sono rimasto solo ed essi
tentano di togliermi la vita".
FUGA DI ELIA NEL
DESERTO
VOCAZIONE DI
ELISEO
162
"Esci e fermati sul monte alla
presenza del Signore". Ecco, il
Signore passò. Ci fu un vento
impetuoso e gagliardo da spaccare
i monti e spezzare le rocce davanti
al Signore, ma il Signore non era
nel vento. Dopo il vento ci fu un
terremoto, ma il Signore non era nel
terremoto.
Partito di lì, Elia incontrò Eliseo figlio di
Safàt. Costui arava con dodici paia di
buoi davanti a sé, mentre egli stesso
guidava il decimosecondo. Elia,
passandogli vicino, gli gettò addosso il
suo mantello.
Quegli lasciò i buoi e corse dietro a
Elia, dicendogli: "Andrò a baciare mio
padre e mia madre, poi ti seguirò". Elia
disse: "Và e torna, perché sai bene che
cosa ho fatto di te".
Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma
il Signore non era nel fuoco. Dopo il
fuoco ci fu il mormorio di un vento
leggero.
Come l'udì, Elia si coprì il volto con
il mantello, uscì e si fermò
all'ingresso della caverna. Ed ecco,
sentì una voce che gli diceva: "Che
fai qui, Elia?".
BIBBIA 15
163
I Libro dei RE
(cont…)
Acab e Elia
Nabot rispose ad Acab: "Mi guardi il
Signore dal cederti l'eredità dei miei
padri".
Acab se ne andò a casa amareggiato e
sdegnato per le parole dettegli da
Nabot. Si coricò sul letto, si girò verso
la parete e non volle mangiare.
Entrò da lui la moglie Gezabele e gli
domandò: "Perché mai il tuo spirito è
tanto amareggiato e perché non vuoi
mangiare?".
La vigna di Nabot
In seguito avvenne il seguente
episodio. Nabot di Izreèl possedeva
una vigna vicino al palazzo di Acab re
di Samaria.
Acab disse a Nabot: "Cedimi la tua
vigna; siccome è vicina alla mia casa,
ne farei un orto. In cambio ti darò una
vigna migliore oppure, se preferisci, te
la pagherò in denaro al prezzo che
vale".
Allora sua moglie Gezabele gli disse:
"Tu ora eserciti il regno su Israele?
Alzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la darò io
la vigna di Nabot di Izreèl!".
Essa scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò
con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai
capi, che abitavano nella città di Nabot.
Nelle lettere scrisse: "Bandite un digiuno e fate
sedere Nabot in prima fila tra il popolo.
Di fronte a lui fate sedere due uomini iniqui, i
quali l'accusino: Hai maledetto Dio e il re! Quindi
conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia".
164
Allora il Signore disse a Elia il Tisbita:
"Su, recati da Acab, re di Israele, che
abita in Samaria; ecco è nella vigna di
Nabot, ove è sceso a prenderla in
possesso.
Gli riferirai: Così dice il Signore: Hai
assassinato e ora usurpi! Per questo
dice il Signore: Nel punto ove
lambirono il sangue di Nabot, i cani
lambiranno anche il tuo sangue".
Riguardo poi a Gezabele il Signore
dice: I cani divoreranno Gezabele nel
campo di Izreèl.
Quanti della famiglia di Acab moriranno
in città li divoreranno i cani; quanti
moriranno in campagna li divoreranno
gli uccelli dell'aria".
In realtà nessuno si è mai venduto a
fare il male agli occhi del Signore come
Acab, istigato dalla propria moglie
Gezabele.
Acab si pente del male
fatto. Digiuna e si copre di
cenere.
Dio lo perdona. Gli
risparmia la vita.
Salmo 130 – De Profundis
“Si iniquitates observaveris Domine,
Domine quis sustinebit”?
(Davide – Salmo 130 – De Profundis)
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono,
perciò avremo il tuo timore.
165
Io spero nel Signore,
l'anima mia spera nella tua parola.
L'anima mia attende il Signore,
più che le sentinelle l'aurora.
Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la
Misericordia,
grande è presso di lui la redenzione;
egli redimerà Israele da tutte le sue
colpe.
Il profeta Michea predice ad
Acab che morirà in guerra.
Acab lo fa imprigionare.
Acab muore in guerra . Gli
succede il figlio Acazia.
La morte di Acab
Trascorsero tre anni senza guerra
fra Aram e Israele.
Nel terzo anno Giòsafat re di Giuda
fece visita al re di Israele.
Ora il re di Israele aveva detto ai
suoi ufficiali: "Non sapete che
Ramot di Gàlaad è nostra? Eppure
noi ce ne stiamo inerti, senza
riprenderla dalle mani di Aram.
Il messaggero, che era andato a chiamare
Michea, gli disse: "Ecco, le parole dei profeti
sono concordi nel predire il successo del re;
ora la tua parola sia identica alla loro;
preannunzia il successo".
Michea rispose: "Per la vita del Signore,
comunicherò quanto il Signore mi dirà".
166
Michea disse:
"Vedo tutti gli Israeliti vagare sui monti
come pecore senza pastore. Il Signore dice:
Non hanno padroni; ognuno torni a casa in
pace".
Il re di Israele disse a Giòsafat: "Non te
l'avevo forse detto che non mi avrebbe
profetizzato nulla di buono, ma solo il
male?".
“Il Signore ha messo uno spirito di
menzogna sulla bocca di tutti questi
tuoi profeti; ma il Signore a tuo
riguardo preannunzia una
sciagura".
Visione di Michea.
“Il Signore ha domandato: Chi
ingannerà Acab perché muova contro
Ramot di Gàlaad e vi perisca?
Si è fatto avanti uno spirito che postosi davanti al Signore - ha detto: Lo
ingannerò io”.
Il re ordina: “Mettetelo in prigione e
mantenetelo con il minimo indispensabile di
pane e di acqua finché tornerò sano e
salvo".
Michea disse: "Se tornerai in pace, il
Signore non ha parlato per mezzo mio ".
Il re di Israele marciò, insieme con Giòsafat
re di Giuda, contro Ramot di Gàlaad.
167
Il re di Israele disse a Giòsafat: "Io
per combattere mi travestirò: tu
resta con i tuoi abiti". Il re di Israele
si travestì ed entrò in battaglia.
Al tramonto un grido si diffuse per
l'accampamento: "Ognuno alla sua città
e ognuno alla sua tenda!
Il re è morto!". Lo portarono in Samaria
e là lo seppellirono.
Acab si addormentò con i suoi padri. Al
suo posto divenne re suo figlio Acazia.
“Ma un uomo tese a caso l'arco e colpì il re di
Israele fra le maglie dell'armatura e la corazza. Il
re disse al suo cocchiere: "Gira, portami fuori
della mischia, perché sono ferito".
La battaglia infuriò per tutto quel giorno; il re se
ne stava sul suo carro di fronte agli Aramei. Alla
sera morì; il sangue della sua ferita era colato sul
fondo del carro”.
II° libro dei RE
168
Acazia: Dopo la morte di Acab, Moab si
ribellò a Israele.
Acazia cadde dalla finestra del piano di
sopra in Samaria e rimase ferito. Allora
inviò messaggeri con quest'ordine:
"Andate e interrogate Baal-Zebub, dio
di Ekròn, per sapere se guarirò da
questa infermità".
Ora l'angelo del Signore disse a Elia il
Tisbita: "Su, và incontro ai messaggeri del
re di Samaria. Dì loro: Non c'è forse un Dio
in Israele, perché andiate a interrogare
Baal-Zebub, dio di Ekròn?
Pertanto così dice il Signore: Dal letto, in cui
sei salito, non scenderai, ma di certo
morirai”.
Elia riferisce ad Acazia: "Così dice il
Signore: Poiché hai mandato
messaggeri a consultare Baal-Zebub,
dio di Ekròn, come se in Israele ci
fosse, fuori di me, un Dio da
interrogare, per questo, dal letto, su cui
sei salito, non scenderai, ma
certamente morirai".
“Assunzione di Elia”.
Poi, volendo Dio rapire in cielo in un
turbine Elia, questi partì da Gàlgala con
Eliseo. Elia disse a Eliseo: "Rimani qui,
perché il Signore mi manda fino a
Betel". Eliseo : "Per la vita del Signore
e per la tua stessa vita, non ti lascerò".
Scesero fino a Betel.
169
Elia prese il mantello, l'avvolse e percosse
con esso le acque, che si divisero di qua e
di là; i due passarono sull'asciutto.
Mentre passavano, Elia disse a Eliseo:
"Domanda che cosa io debba fare per te
prima che sia rapito lontano da te". Eliseo
rispose: "Due terzi del tuo spirito diventino
miei".
"Sei stato esigente nel domandare.
Tuttavia, se mi vedrai quando sarò
rapito lontano da te, ciò ti sarà
concesso; in caso contrario non ti
sarà concesso".
Mentre camminavano conversando,
ecco un carro di fuoco e cavalli di
fuoco si interposero fra loro due.
Elia salì nel turbine verso il cielo.
Eliseo guardava e gridava: "Padre
mio, padre mio, cocchio d'Israele e
suo cocchiere". E non lo vide più.
Allora afferrò le proprie vesti e le
lacerò in due pezzi.
Quindi raccolse il mantello, che era
caduto a Elia, e tornò indietro,
fermandosi sulla riva del Giordano.
Storia di Eliseo
170
Miracoli di Eliseo
Di lì Eliseo andò a Betel. Mentre egli
camminava per strada, uscirono dalla
città alcuni ragazzetti che si burlarono
di lui dicendo: "Vieni su, pelato; vieni
su, calvo!".
Egli si voltò, li guardò e li maledisse nel
nome del Signore. Allora uscirono dalla
foresta due orse, che sbranarono
quarantadue di quei fanciulli.
Di là egli andò al monte Carmelo e
quindi tornò a Samaria.
Eliseo sana le acque di Gerico.
Gli abitanti della città dissero a Eliseo: "Ecco è
bello soggiornare in questa città, come tu stesso
puoi constatare, signore, ma l'acqua è cattiva e la
terra è sterile".
Ed egli disse: "Prendetemi una pentola nuova e
mettetevi del sale". Gliela portarono.
Eliseo si recò alla sorgente dell'acqua e vi versò il
sale, pronunziando queste parole: "Dice il
Signore: Rendo sane queste acque; da esse non
si diffonderanno più morte e sterilità".
Le acque rimasero sane fino ad oggi, secondo la
parola pronunziata da Eliseo.
Eliseo e la guerra
contro i Moabiti
171
Il re di Israele disse: "Ah, il Signore ha
chiamato questi tre re per metterli nelle
mani di Moab".
Giòsafat disse: "La parola del Signore è
in lui". Scesero da costui il re di Israele,
Giòsafat e il re di Edom.
Giòsafat disse: "Non c'è qui un profeta
del Signore, per mezzo del quale
possiamo consultare il Signore?".
Rispose uno dei ministri del re di
Israele: "C'è qui Eliseo, figlio di Safat,
che versava l'acqua sulle mani di Elia".
Eliseo disse al re di Israele: "Che c'è fra
me e te? Và dai profeti di tuo padre e
dai profeti di tua madre!". Il re di Israele
gli disse: "No, perché il Signore ha
chiamato noi tre re per metterci nelle
mani di Moab".
Eliseo disse: "Per la vita del Signore
degli eserciti, alla cui presenza io sto,
se non fosse per il rispetto che provo
verso Giòsafat re di Giuda, a te non
avrei neppure badato, né ti avrei
guardato.
Egli annunziò: "Dice il Signore: Scavate
molte fosse in questa valle,
perché dice il Signore: Voi non
sentirete il vento né vedrete la pioggia,
eppure questa valle si riempirà
d'acqua; berrete voi, la vostra truppa e
le vostre bestie da soma.
Ciò è poca cosa agli occhi del Signore;
egli metterà anche Moab nelle vostre
mani.
Ora cercatemi un suonatore di cetra".
Mentre il suonatore arpeggiava,
cantando, la mano del Signore fu sopra
Eliseo.
172
Eliseo aiuta una
povera vedova
Le disse: "Su, chiedi in prestito vasi da
tutti i tuoi vicini, vasi vuoti, nel numero
maggiore possibile.
Poi entra in casa e chiudi la porta dietro
a te e ai tuoi figli; versa olio in tutti quei
vasi”
I suoi figli porgevano ed essa versava.
Quando i vasi furono pieni, disse a un
figlio: "Porgimi ancora un vaso". Le
rispose: "Non ce ne sono più". L'olio
cessò.
Una donna, moglie di uno dei profeti,
gridò a Eliseo: "Mio marito, tuo servo, è
morto; tu sai che il tuo servo temeva il
Signore. Ora è venuto il suo creditore
per prendersi come schiavi i due miei
figli".
Eliseo le disse: "Che posso fare io per
te? Dimmi che cosa hai in casa".
Quella rispose: "In casa la tua serva
non ha altro che un orcio di olio".
Una facoltosa donna sunamita
ospita Eliseo
Eliseo Le resuscita il figlio
173
Un giorno Eliseo passava per Sunem,
ove c'era una donna facoltosa, che
l'invitò con insistenza a tavola. In
seguito, tutte le volte che passava, si
fermava a mangiare da lei.
Essa disse al marito: "Io so che è un
uomo di Dio, un santo, colui che passa
sempre da noi.
I due coniugi ospitano Eliseo ogni volta
che passa per Sunem.
Il bambino crebbe e un giorno uscì per
andare dal padre fra i mietitori.
Egli disse al padre: "La mia testa, la mia
testa!". Il padre ordinò a un servo: "Portalo
dalla mamma".
Questi lo prese e lo portò da sua madre. Il
bambino stette sulle ginocchia di costei fino
a mezzogiorno, poi morì.
Eliseo chiese: "Che cosa si può fare
per lei?". Ghecazi disse: "Purtroppo
essa non ha figli e suo marito è
vecchio".
Eliseo disse: "Chiamala!". La chiamò; si
fermò sulla porta.
Allora disse: "L'anno prossimo, in
questa stessa stagione, tu terrai in
braccio un figlio".
Quando l'uomo di Dio la vide da lontano,
disse a Ghecazi suo servo: "Ecco la
Sunammita!
Su, corrile incontro e domandale: Stai
bene? Tuo marito sta bene? E tuo figlio sta
bene?". Quella rispose: "Bene!".
174
Giunta presso l'uomo di Dio sul monte, gli afferrò
le ginocchia. Ghecazi si avvicinò per tirarla
indietro, ma l'uomo di Dio disse: "Lasciala stare,
perché la sua anima è amareggiata e il Signore
me ne ha nascosto il motivo; non me l'ha
rivelato".
Essa disse: "Avevo forse domandato io un figlio
al mio signore? Non ti dissi forse: Non mi
ingannare?".
Quindi si alzò e girò qua e là per la casa; tornò a
curvarsi su di lui; il ragazzo starnutì sette volte,
poi aprì gli occhi.
Eliseo chiamò Ghecazi e gli disse: "Chiama
questa Sunammita!". La chiamò e, quando essa
gli giunse vicino, le disse: "Prendi tuo figlio!".
Quella entrò, cadde ai piedi di lui, gli si prostrò
davanti, prese il figlio e uscì.
Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto,
steso sul letto.
Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due
e pregò il Signore.
Quindi salì, si distese sul ragazzo; pose la
bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi
di lui, le mani nelle mani di lui e si curvò su
di lui. Il corpo del bambino riprese calore.
Eliseo guarisce
l’arameo Naaman dalla
lebbra
175
Nàaman, capo dell'esercito del re di Aram,
era un personaggio autorevole presso il suo
signore e stimato, perché per suo mezzo il
Signore aveva concesso la vittoria agli
Aramei. Ma questo prode era lebbroso.
Ora bande aramee in una razzia avevano
rapito dal paese di Israele una giovinetta,
che era finita al servizio della moglie di
Nàaman.
Essa disse alla padrona: "Se il mio signore
si rivolgesse al profeta che è in Samaria,
certo lo libererebbe dalla lebbra".
Nàaman si sdegnò e se ne andò
protestando: "Ecco, io pensavo: Certo,
verrà fuori, si fermerà, invocherà il
nome del Signore suo Dio, toccando
con la mano la parte malata e sparirà la
lebbra.
Forse l'Abana e il Parpar, fiumi di
Damasco, non sono migliori di tutte le
acque di Israele? Non potrei bagnarmi
in quelli per essere guarito?". Si voltò e
se ne partì adirato.
Nàaman arrivò con i suoi cavalli e
con il suo carro e si fermò alla porta
della casa di Eliseo.
Eliseo gli mandò un messaggero
per dirgli: "Và, bagnati sette volte
nel Giordano: la tua carne tornerà
sana e tu sarai guarito".
Gli si avvicinarono i suoi servi e gli
dissero: "Se il profeta ti avesse ingiunto
una cosa gravosa, non l'avresti forse
eseguita? Tanto più ora che ti ha detto:
bagnati e sarai guarito".
Egli, allora, scese e si lavò nel
Giordano sette volte, secondo la parola
dell'uomo di Dio, e la sua carne
ridivenne come la carne di un
giovinetto; egli era guarito.
176
Eliseo compie molti altri miracoli:
opera presso la corte del Re;
aiuta gli israeliti a sopravvivere
all’assedio dei Moabiti..
Morte di Eliseo
Eliseo morì; lo seppellirono.
All'inizio dell'anno nuovo irruppero
nel paese alcune bande di Moab.
Mentre seppellivano un uomo,
alcuni, visto un gruppo di razziatori,
gettarono il cadavere sul sepolcro di
Eliseo e se ne andarono. L'uomo,
venuto a contatto con le ossa di
Eliseo, risuscitò e si alzò in piedi.
Eliseo ordina al Re Ioas di scagliare
“frecce” contro il terreno.
Ioas scaglia solo tre frecce…
Eliseo lo rimprovera per essersi
fermato e predice che alla fine i moabiti
sopravviveranno.
Caduta del Regno di Israele
722 a.C.
177
722 – 701
Gli Assiri Tiglat-Pilèser - Salmanassar –
Sargon II
conquistano la Samaria
Deportazione a Ninive degli Israeliti
Insediamenti di popolazioni
mesopotamiche nel territorio di
Samaria
Caduta del Regno di Giuda
586 a.C.
Il re d'Assiria andò in Samaria e l'assediò per tre anni.
Nell'anno nono di Osea occupò Samaria, deportò gli Israeliti in
Assiria, destinandoli a Chelach, alla zona intorno a Cabòr, fiume
del Gozan, e alle città della Media. Ciò avvenne perché gli Israeliti
avevano peccato contro il Signore loro Dio, che li aveva fatti
uscire dal paese d'Egitto, liberandoli dal potere del faraone re
d'Egitto; essi avevano temuto altri dei.
Avevano seguito le pratiche delle popolazioni distrutte dal Signore
all'arrivo degli Israeliti e quelle introdotte dai re di Israele.
Gli Israeliti avevano proferito contro il Signore loro Dio cose non
giuste e si erano costruiti alture in tutte le loro città, dai più piccoli
villaggi alle fortezze.
Avevano eretto stele e pali sacri su ogni alto colle e sotto ogni
albero verde.
Ivi avevano bruciato incenso, come le popolazioni che il Signore
aveva disperso alla loro venuta. Avevano servito gli idoli, dei quali
il Signore aveva detto: "Non farete una cosa simile!".
Gli Assiri non riescono a prendere
Gerusalemme
Tentativi di Sennacherib (701 ca)
632
I Babilonesi sconfiggono gli Assiri
612 Distruzione di Ninive
590 ca ?Giuditta e Oloferne?
586Nabucodonosor
Distrugge di Gerusalemme
e deporta i “giudei” a Babilonia
178
Sotto il Re Ezechia, Sennacherib tenta
la conquista di Gerusalemme.
Disse loro Isaia: "Riferite al vostro
padrone: Dice il Signore: Non temere le
cose che hai udite e con le quali i
servitori del re d'Assiria mi hanno
ingiuriato.
Ecco io manderò in lui uno spirito tale
che egli, appena avrà udito una notizia,
ritornerà nel suo paese e nel suo paese
io lo farò perire di spada".
Il settimo giorno del quinto mese - era l'anno
decimonono del re Nabucodònosor re di Babilonia Nabuzardàn, capo delle guardie, ufficiale del re di
Babilonia, entrò in Gerusalemme,
bruciò il tempio, la reggia e tutte le case di
Gerusalemme, dando alle fiamme tutte le case di lusso.
Tutto l'esercito dei Caldei, che era con il capo delle
guardie, demolì il muro intorno a Gerusalemme.
Nabuzardàn capo delle guardie deportò il resto del
popolo che era stato lasciato in città, quanti erano
passati disertori al re di Babilonia e il resto della
moltitudine.
Il capo delle guardie lasciò alcuni fra i più poveri del
Nell'anno nono del suo regno, nel decimo mese, il dieci del mese,
Nabucodònosor re di Babilonia, con tutto l'esercito, marciò contro
Gerusalemme, la circondò da tutte le parti e le costruì intorno
opere d'assedio.
La città rimase assediata fino all'undecimo anno del re Sedecìa.
Al nono giorno del quarto mese, quando la fame dominava la città
e non c'era più pane per la popolazione,
fu aperta una breccia nelle mura della città. Allora tutti i soldati
fuggirono, uscendo dalla città di notte per la via della porta fra le
due mura, presso il giardino del re e, mentre i Caldei erano
tutt'intorno alla città, presero la via dell'Araba.
I soldati dei Caldei inseguirono il re nelle steppe di Gerico, mentre
tutto il suo esercito si disperse abbandonandolo.
Il re fu preso e condotto dal re di Babilonia a Ribla ove fu
pronunziata contro di lui la sentenza.
Furono uccisi alla presenza di Sedecìa i suoi figli e a lui
Nabucodònosor fece cavare gli occhi, l'incatenò e lo condusse a
Babilonia.
SALMO
137
Lamento degli esuli
presso i fiumi di Babilonia
(Eufrate)
paese come vignaioli e come campagnoli.
179
Sui fiumi di Babilonia,
là sedevamo piangendo
al ricordo di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se ti dimentico, Gerusalemme,
si paralizzi la mia destra;
Là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
canzoni di gioia, i nostri oppressori:
"Cantateci i canti di Sion!"
mi si attacchi la lingua al palato,
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non metto Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
Ricordati, Signore, dei figli di Edom,
che nel giorno di Gerusalemme,
dicevano:
"Distruggete, distruggete
anche le sue fondamenta".
Figlia di Babilonia devastatrice,
beato chi ti renderà quanto ci hai
fatto.
Beato chi afferrerà i tuoi piccoli
e li sbatterà contro la pietra.
180
Due versioni “moderne” del Salmo
137
a) 1960-70 By the rivers of Babilon
(adattamento del Salmo 137)
b) 1842 Va pensiero
dal Nabucco di Verdi – (ispirato al
Salmo 137)
Let the words of our mouths
and the meditations of our hearts
be acceptable in thy sight here
tonight.
By the rivers of Babylon,
there we sat down
ye-eah we wept,
when we remembered Zion.
When the wicked
Carried us away in captivity
Required from us a song
Now how shall we sing the lord's song
in a strange land.
By the rivers of Babylon (dark tears
of Babylon)
there we sat down
(you got to sing a song)
ye-eah we wept
(sing a song of love)
when we remembered Zion.
181
Va, pensiero, sull'ali dorate;
Va, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L'aure dolci del suolo natal.
Del Giordano le rive saluta,
Di Sionne le torri atterrate...
Oh mia patria sì bella e perduta!
Oh membranza sì cara e fatal!
Arpa d'or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto raccendi,
Ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t'ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!
182