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LA BIBBIA 1 Storia del popolo di Israele secondo la Bibbia Progetto aperto Programma del Corso a) Introduzione. Metodologia b) L’Autore: Filosofia, Cosmologia, Religione Scienza e Fede c) Il Libro: storicità-composizione d) Brevissima presentazione dei “libri” e) Fatti e Personaggi Conversazioni guidate Domande/Risposte Rivisitazione di Episodi e Personaggi che hanno ispirato artisti di tutti i tempi, accompagnata da alcune riflessioni di tipo filosofico, etico e poetico. 1 INTRODUZIONE BIBBIA IL LIBRO +LETTO +DIFFUSO LIBRO SACRO Ebrei.. Cristiani ?Musulmani? IN PRINCIPIO inizio AMEN fine SIGNIFICATO 2 a)Teologia (rivelazione) b) Scienze Umane Cosmologia Astronomia Archeologia Filosofia Storia Letteratura Non si può parlare della Bibbia senza porsi alcune domande preliminari e senza chiarirsi con quale chiave di lettura ci si debba accostare al Libro. Testo quando fu redatto? da chi? originale? come si compone? Testi canonici: a) canone ebraico b) canone cristiano (cattolico - protestante – ortodosso) La Bibbia è un insieme di testi di alta Poesia, di Storia raccontata nei modi e nei termini in uso 3000/2000 anni fa, alternati a testi/brani letterariamente meno impegnativi. 3 E’ una Storia ricca di Personaggi affascinanti, ma è, prima di tutto, un LIBRO SACRO E’ la PAROLA DI DIO? Chi è l’AUTORE? autori o redattori? Si nomina “dio” e subito si pongono vari problemi: 1) Creazione (trascendenza) o Immanenza? 2) Evoluzione Causalità o Casualità 4 Da dove veniamo? Scienza e Fede Scienza (Filosofia) o Fede? Scienza sperimentale e Fede? Che cosa siamo? Dove andiamo? Scienza e Fede Religione e Laicismo Perché porsi tante domande? a) possiamo “non pensare”? Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza (dice Dante) Rinunciare a pensare non equivale forse a rinunciare alla nostra dignità di uomini? b) Dobbiamo però prendere atto della nostra “limitata” intelligenza. State contenti, umana gente, al quia che se potuto aveste veder tutto mestier non era parturir Maria (dice ancora Dante) 5 L’uomo è intelligenza, autocoscienza; ha libertà di scelta (libero arbitrio). La libertà è dignità, dono, pregio, grandezza o condanna? L’uomo non è che una “fragile canna”, ma una canna pensante. L'homme n'est qu'un roseau le plus faible de la nature; mais c'est un roseau pensant. Il ne faut pas que l'univers entier s'arme pour l'écraser. Une vapeur, une goutte d'eau suffit pour le tuer. Mais quand l'univers l'écraserait, l'homme serait encore plus noble que ce qui le tue ; parce qu'il sait qu'il meurt; et l'avantage que l'univers a sur lui, l'univers n'en sait rien. Ainsi toute notre dignité consiste dans la pensée. C'est de là qu'il faut nous relever, non de l'espace et de la durée... Travaillons donc à bien penser. voilà le principe de la morale. (Blaise Pascal) Dobbiamo “pensare”; dobbiamo “cercare”. Questo è il nostro destino. Troveremo mai la risposta? Con la sola Intelligenza NO! Siduri rispose: - Gilgameš, non troverai mai la Vita che cerchi. Quando gli dèi crearono l'uomo, gli diedero in fato la Morte, ma tennero la Vita per loro. Quanto a te, Gilgameš, riempi il tuo ventre di cose buone; giorno e notte danza e sii lieto, banchetta e rallègrati. Rendi felice tua moglie e abbi caro il fanciullo che ti tiene per mano. Perché questo, questo, è il fato dell'uomo. 6 No, Gilgamesh! Dopo affannose ricerche e pericolose insidie, tu troverai sì la famosa pianta della immortalità, ma, prima ancora di potertene servire, la perderai per sempre. Allettato da una fresca sorgente, vorrai dare ristoro al tuo corpo affaticato bagnandoti nelle sue pure acque. Poserai la pianta in terra e le volterai la schiena. Un serpente, odorato il profumo della pianta, la rapirà e subito muterà la pelle e riacquisterà la gioventù. Tu resterai a mani vuote e piangerai. Rassegnati! Neanche tu puoi mutare il destino di tutta l'umanità! Giobbe si chiede perché tutto non succeda secondo la logica (umana): sei buono, dovresti avere un premio; solo i malvagi dovrebbero essere puniti. (Saga sumerica di Gilgamesh XVIII sec. a.C.) Giobbe chiama “Dio” in giudizio e viene redarguito. Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine: Chi è costui che oscura il consiglio con parole insipienti? Cingiti i fianchi come un prode, io t'interrogherò e tu mi istruirai. Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza! Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la misura? Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio? Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando erompeva uscendo dal seno materno, quando lo circondavo di nubi per veste e per fasce di caligine folta? Poi gli ho fissato un limite e gli ho messo chiavistello e porte e ho detto: 7 "Fin qui giungerai e non oltre e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde". Da quando vivi, hai mai comandato al mattino e assegnato il posto all'aurora, perché essa afferri i lembi della terra e ne scuota i malvagi? Si trasforma come creta da sigillo e si colora come un vestito. È sottratta ai malvagi la loro luce ed è spezzato il braccio che si alza a colpire. Sei mai giunto alle sorgenti del mare e nel fondo dell'abisso hai tu passeggiato? Ti sono state indicate le porte della morte e hai visto le porte dell'ombra funerea? Hai tu considerato le distese della terra? Dillo, se sai tutto questo! Per quale via si va dove abita la luce e dove hanno dimora le tenebre perché tu le conduca al loro dominio o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa? Certo, tu lo sai, perché allora eri nato e il numero dei tuoi giorni è assai grande! Sei mai giunto ai serbatoi della neve, hai mai visto i serbatoi della grandine, che io riserbo per il tempo della sciagura, per il giorno della guerra e della battaglia? Per quali vie si espande la luce, si diffonde il vento d'oriente sulla terra? Chi ha scavato canali agli acquazzoni e una strada alla nube tonante, per far piovere sopra una terra senza uomini, su un deserto dove non c'è nessuno, per dissetare regioni desolate e squallide e far germogliare erbe nella steppa? Ha forse un padre la pioggia? O chi mette al mondo le gocce della rugiada? Dal seno di chi è uscito il ghiaccio e la brina del cielo chi l'ha generata? Come pietra le acque induriscono e la faccia dell'abisso si raggela. Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi o sciogliere i vincoli di Orione? 8 Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino o puoi guidare l'Orsa insieme con i suoi figli? Conosci tu le leggi del cielo o ne applichi le norme sulla terra? Puoi tu alzare la voce fino alle nubi e farti coprire da un rovescio di acqua? Scagli tu i fulmini e partono dicendoti: "Eccoci!"? Chi ha elargito all'ibis la sapienza o chi ha dato al gallo intelligenza? Agostino di Ippona: “Tolle iactantiam, quid est homo, nisi homo?” Chi può con sapienza calcolare le nubi e chi riversa gli otri del cielo, quando si fonde la polvere in una massa e le zolle si attaccano insieme? Vai tu a caccia di preda per la leonessa e sazi la fame dei leoncini, quando sono accovacciati nelle tane o stanno in agguato fra le macchie? Chi prepara al corvo il suo pasto, quando i suoi nati gridano verso Dio e vagano qua e là per mancanza di cibo? Avicenna, filosofo arabo-persiano, nel X secolo commenta la “Logica” e la “Metafisica” di Aristotele e conclude: 9 “Principio di ogni filosofia è “dio”, come essere necessario, da cui emanano in ordine gerarchico le Intelligenze e quindi gli esseri materiali. Dio, come essere necessario, è identità di soggetto e oggetto, di intelletto intelligente e oggetto dell’intellezione”. Da dio procede l’universo spirituale e materiale. L’uomo ha un posto particolare in questa struttura universale: la sua “anima” (spirito) non può conoscere che gli oggetti dei sensi, eppure, attraverso questi, ha accesso agli “intelligibili”. L’anima potrà raggiungere la conoscenza pura di questi ultimi solo quando sarà separata dal corpo. Separata dal corpo, l’anima può meglio unirsi all’intelletto attivo e proseguire senza intralci nella conoscenza. Questa più intima unione, che si realizza normalmente dopo la morte, è già in atto durante la vita nei “sogni e nelle visioni dei profeti”. In sintesi, per Avicenna, l’intelligenza umana, tramite l’esperienza, può conoscere solo la realtà materiale. Attraverso l’astrazione ha accesso alle realtà “immateriali”. Solo dopo la morte, o in vita attraverso l’esperienza mistica, può raggiungere la vera conoscenza superiore. 10 La prova determinante, convincente, razionale dell’esistenza di Dio non esiste. Dobbiamo dunque decidere? Siamo uomini, non possiamo esimerci dal fare una scelta, dal prendere una decisione. Pensare e decidere, sia chiaro, non significa essere d’accordo, essere convinti delle tesi che sostiene la Bibbia; significa piuttosto riflettere per “prendere una decisione illuminata” (morale, atto della volontà) quale che sia. “atto della volontà – scelta morale” LA BIBBIA 2 Elemento distintivo dell’uomo non è l’intelligenza, in quanto tale, ma il libero arbitrio. Se l’intelligenza portasse ad operare “necessariamente” sarebbe solo un “istinto più elevato”. Il “ben pensare” deve portare al “libero agire”. 11 I quesiti fondamentali che dobbiamo affrontare sono: a) Creazione o Immanenza? b) il creato, si evolve per: Causalità o Casualità? c) se l’evoluzione è causale, - c’è interazione tra Creatore e Creato? - oppure il Creato è abbandonato a se stesso? Prima di affrontare i temi “filosofici” prendiamo in mano il “Testo” e vediamo di cosa si tratta: In sostanza si deve affrontare il problema dell’origine dell’universo secondo la Filosofia la Scienza la Fede Per prima cosa quando ci si accosta ad un testo ci si chiede a) chi è l’autore? b) di cosa si parla? (contenuto) c) quando è stato scritto? d) abbiamo in mano un originale o una traduzione? Trattandosi di testi antichi: quanto sono fedeli all’originale? 12 Dettatura AUTORE tutto è “parola di Dio” (Corano) La Bibbia è un insieme di testi redatti da uomini “ispirati” da Dio lI Creatore non abbandona il creato; stringe un patto con una creatura, dotata di autocoscienza; a questa creatura ripropone, attraverso i “profeti”, “verità, principi, valori” non accertabili con la ragione. IL CONTENUTO Ispirazione Bibbia Storia dell’Universo Dal Principio alla Fine 13 a) Dio è Creatore dell’Universo b) secondo un progetto e con delle regole in esso“connaturate” c) l’uomo prende coscienza della sua posizione di creatura e delle regole d) l’uomo, conosciute le regole, è libero di rispettarle o violarle d) Di fatto l’uomo “pretende di essere come dio”, di decidere le regole e) Dio lo richiama all’ordine con messaggi e punizioni, ma promette che alla fine “ristabilirà” l’ordine iniziale. La promessa fatta al primo uomo, Adamo, viene tenuta viva attraverso i patriarchi e rinnovata con Abramo (padre di Isacco/Israele capostipite del popolo eletto e di Ismaele capostipite del popolo del deserto). Attraverso il popolo eletto arriverà il “messia” il restauratore dell’ordine iniziale. Alla creatura che “pretende” di decidere ciò che è bene e ciò che è male, sconvolgendo col suo atto l’armonia dell’universo, trascinando con sé tutto il creato in una valle di sofferenza, il Creatore promette guida, assistenza, fino a quando riporterà tutto nell’ordine originario. 14 Per i Cristiani il Messia è arrivato. Per gli ebrei il Messia deve ancora venire, ma la rivelazione di Dio si è conclusa con il profeta Neemia. Maometto ha ripreso il “Libro” e ha cercato, in un primo momento, di riunire in una sintesi i popoli del Libro… ma quando si parla di fede è impossibile unificare. La bibbia racconta questa storia: a) l’ordine iniziale b) lo sconvolgimento dell’ordine c) il patto d) le infedeltà, le punizioni e) i pentimenti f) la realizzazione della promessa Essenza della Religione è: La Bibbia è un insieme di testi che racconta la storia dell’universo dal punto di vista “religioso”. - credere che Dio esiste - che gli uomini sono “solo uomini” - che Dio ha stabilito le regole in base alle quali giudicherà gli uomini 15 Quale è la regola che l’uomo deve rispettare e in base alla quale sarà giudicato? Io sono il Signore, vostro Dio. Non rivolgetevi agli idoli. (Lv. 19,1) Amerai il tuo prossimo come te stesso. (Lv.19,18) "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". (Lc. 10,27) BIBBIA Antico testamento + Nuovo testamento 16 Testamento significa patto, alleanza tra il Creatore e “l’unica” tra le sue creature cui sono stati dati l’autocoscienza e il libero arbitrio. E’ possibile che vi siano altri esseri intelligenti nell’universo? Non è escluso!!! Rispondo con la frase di Maometto: E’ più facile dire “sia fatto” dal nulla e il mondo fu, oppure… Autenticità L'Antico Testamento in ebraico che leggiamo oggi è quello trascritto in un documento del X secolo d.C. che può essere confrontato con la traduzione greca chiamata “Septuaginta” o LXX (scritta dal 220 a.C. al 150 a.C. ca). Esistono altri manoscritti “incompleti” che risalgono al 325 d.C. ca. IL TESTO La scoperta dei rotoli del mar Morto avvenuta tra il 1947 e il 1956 (manoscritti datati dal 200 al 100 a.C.) è stata estremamente importante. Dopo aver confrontato i testi ebraici più vecchi con quelli più recenti, sono state rilevate solo alcune piccole discrepanze, nessuna delle quali cambia il significato di un brano. 17 Grotte di Qunram I manoscritti sono stati scoperti nel 1947 in una grotta. Nel 1951 furono avviati gli scavi nelle zone circostanti il luogo della scoperta. Si trovarono altre dieci grotte contenenti manoscritti. Oggi i reperti sono conservati in parte nel Museo d'Israele e nel Museo Rockefeller, entrambi a Gerusalemme, in parte ad Amman, altri alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Vari frammenti sono poi in possesso di istituzioni o di privati. Manoscritti di Masada Nella fortezza maccabica, erodiana e poi romana (che fu occupata dagli zeloti nel 66) sono stati rinvenuti un rotolo con i Salmi 81-85 e una copia ebraica del Siracide. Manoscritti di Murabba‘at Nelle Grotte, utilizzate durante la II rivolta guidaica durata dal 132 al 135, sono stati rinvenuti frammenti ebraici dei Profeti Minori. La grande maggioranza dei testi di Qumran è scritta in lingua ebraica, ma un considerevole numero di essi è stato redatto in aramaico, una lingua strettamente connessa con l'ebraico e usata dalla maggioranza dagli ebrei di Palestina negli ultimi due secoli a.C. e nei primi secoli d.C. Nelle grotte 4 e 7 sono stati rinvenuti anche testi dell'Antico Testamento in greco. “I LIBRI” della Bibbia 18 Tre sono le religioni monoteiste direttamente o indirettamente legate al Libro… tra le quali solo il dialogo “di buona volontà” è possibile ed auspicabile. Giovanni Paolo II ai giovani Musulmani Antico Testamento Al tempo di Gesù l'Antico Testamento accettato dai Giudei si chiudeva con il libro di Malachia, vissuto nel 430 a.C. ca. Il canone dell'Antico Testamento accettato ai tempi di Cristo è quello usato ancora oggi dagli Ebrei, e non contiene un gruppo di 14 libri (deuterocanonici) scritti dopo Malachia e aggiunti all'Antico Testamento all'inizio del secondo secolo a.C. dagli Ebrei della “diaspora”. Canone “Cristiano” Canone Ebraico LA LEGGE Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio I PROFETI I profeti anteriori: Giosuè, Giudici, Samuele (1 e 2), Re (1 e 2) I profeti posteriori: Isaia, Geremia, Ezechiele, I Dodici (profeti minori) GLI SCRITTI Libri poetici: Salmi, Proverbi, Giobbe I cinque rotoli (Megilloth): Cantico dei cantici, Rut, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester. Libri storici: Daniele, Ezra-Neemia, Cronache (1 e 2). Ne esistono tre: Quello “protestante”, (simile , per l’A.T. a quello ebraico) Quello “cattolico” che per l’A.T. compende 14 libri aggiuntivi Quello “ortodosso” che accetta altri 3 libri oltre quello cattolico 19 La Bibbia cosidetta dei “Settanta” comprende anche i testi prodotti durante la diaspora alessandrina, complessivamente tra il IV-II secolo a.C., chiamati nella tradizione cattolica deuterocanonici (apocrifi in quella protestante): Giuditta Tobia Primo libro dei Maccabei Secondo libro dei Maccabei Sapienza Siracide (Ecclesisatico) Baruc Lettera di Geremia “testo aggiunto” a Daniele testo aggiunto” a Ester Per quanto riguarda il Nuovo Testamento gli studiosi del testo hanno concluso che la totalità del testo originale è stato ritrovato. Il canone “neotestamentario” è unico per tutti I cristiani. Esiste una versione più ampia, quella degli ortodossi. Rispetto al canone cattolico quello ortodosso aggiunge: Primo libro di Esdra Terzo libro dei Maccabei Quarto libro dei Maccabei I testi fondamentali da cui deriva la versione attuale della Bibbia sono: Septuaginta (Esapla) Vulgata Testo Masoretico 20 La versione dei Settanta (Septuaginta in latino, indicata anche, secondo la numerazione latina, con LXX ), è la versione della Bibbia in lingua greca, che la tradizione vuole tradotta direttamente dall'ebraico da 70 saggi ad Alessandria d'Egitto nel III sec. A.C. La traduzione dei “Settanta” era molto fedele al testo, ma era una traduzione, con qualche concessione alle interpretazioni. Perciò fu spesso osteggiata dalla casta sacerdotale di Gerusalemme. L'origine della traduzione è narrata leggendariamente dalla Lettera di Aristea a Filocrate. Secondo tale racconto, il sovrano egiziano ellenista Tolomeo II Filadelfo (regno 285-246 a.C.) in persona commissionò alle autorità religiose del tempio di Gerusalemme una traduzione in greco del Pentateuco per la neonata biblioteca di Alessandria. Il sommo sacerdote Eleazaro nominò 72 eruditi ebrei, sei scribi per ciascuna delle dodici tribù di Israele, (secondo altre versioni 70), che si recarono ad Alessandria e vennero accolti con grande calore dal sovrano. Stabilitisi nell'isola di Faro completarono la traduzione in 72 giorni in maniera indipendente. Al termine del lavoro, comparando fra loro le versioni, si accorsero con meraviglia che le rispettive traduzioni erano identiche. VULGATA Quando Gerolamo tradusse la Bibbia in latino (Vulgata) aveva a disposizione “copie” dei testi “originali” in ebraico, aramaico, greco e l'allora autorevolissima traduzione greca dell'Antico Testamento detta Settanta. 21 38 libri dell'Antico Testamento, eccetto i Salmi, furono tradotti exnovo dal testo ebraico. Il libro dei Salmi è stato oggetto di una triplice versione: la prima, nota come Versio Romana, fu realizzata da Gerolamo già nel 382; è una revisione di una precedente traduzione latina adattata al testo della Settanta. La seconda, nota come Versio Gallicana, fu realizzata tra il 386 e il 391 a partire dal testo greco della Esapla di Origene. Divenne la versione prevalente nelle tarde edizioni manoscritte della Vulgata. La terza versione fu realizzata tra il 398 e il 405 a partire dal testo originale ebraico. I libri deuterocanonici di Giuditta e Tobia sono una traduzione ex-novo dal testo orginale greco della Settanta. Gli altri 6 libri deuterocanonici greci sono una revisione di precedenti versioni latine dei testi della “septuaginta”. Tra le centinaia di antiche edizioni a stampa, quella sicuramente più nota è la cosiddetta Bibbia Gutenberg, realizzata nel 1455 da Johann Gutenberg, l'inventore della stampa a caratteri mobili. 22 GLI STILI L’analisi accurata degli stili letterari ha permesso di stabilire con “certezza” in quali periodi sono stati redatti i testi scritti che ci sono pervenuti. Gli stili sono 4 Javista X secolo Dio Creatore. Caratteri: realismo – antropomorfismo. Eloista IX – VIII secolo Dio appare nei sogni e si manifesta attraverso un Angelo. Deuteronimista VII secolo Patto - violazione – punizione – pentimento (fini didattici) Sacerdotale VI secolo Regole - Riti La Masorah 23 La parola ebraica masorah («tradizione») è presa da Ez 20,37 e vuol dire letteralmente «catena». Si pensava giustamente che il consolidamento del testo avesse la natura di un legame, di un vincolo. Quando la Masorah è diventata una disciplina, il termine è stato collegato con il verbo “trasmettere per tradizione” e gli è stato dato il significato di tradizione. Testo masoretico: tradizionale annotato, con pronuncia e significato originale Nell'antichità classica gli scribi erano pagati per il loro lavoro secondo il numero di stichi copiati. I libri della Bibbia, in prosa, mal si prestavano a ciò, e gli scribi iniziarono a contare le lettere. Da questa usanza si sviluppò nel tempo la Masorah numerica, che conteggia e raggruppa i vari elementi del testo. Così, il Levitico (8:23) Masoretico masorà = catena sono state inserite le vocali “mancanti” C S (CoSo, CoSa, CaSa,CaSo) 24 L’ESAPLA DI ORIGENE L'Esapla fu composta da Origene (182251). Secondo Epifanio di Salamina (315-403) essa conteneva su sei colonne sei distinte versioni del Vecchio Testamento (il testo ebraico, la trascrizione del testo ebraico in caratteri greci, le versioni di Aquila,(Letterale) di Simmaco (Scorrevole), dei Settanta e di Teodozione (ripulitura dei Settanta). Esisteva un’unica copia dell’Esapla composta da circa 50 volumi che andò interamente perduta dopo la distruzione della biblioteca di Cesarea, avvenuta nel 653 d. C. per opera degli invasori arabi. Dell’opera non esistono quindi copie ma solo testimonianze (soprattutto da parte di Eusebio di Cesarea e di Gerolamo) e piccoli frammenti dispersi negli scritti di alcuni Padri della Chiesa. Le diverse traduzioni sarebbero state originate anche dal fatto che i testi ebraici a disposizione dei traduttori greci erano solo consonantici (vocali e punteggiatura furono successivamente aggiunte dai masoreti), e dunque legittimamente aperti a più interpretazioni. 25 in Isaia 7,14 il termine ebraico ‘almah, giovane donna, venne reso col greco parthènos, vergine; in Salmi 16,10 (15,10 LXX) shàhat, sepolcro, divenne diafthoràn, corruzione: “al tuo santo non farai vedere la corruzione”; Nei primi secoli i cristiani fecero prevalente ricorso alla Bibbia dei Settanta per l’evangelizzazione e per lo studio delle profezie. Per tutto il I secolo la Settanta godette di grande autorità presso i giudei ed i cristiani. Apostoli e Padri della chiesa la citarono spesso e la diffusero soprattutto tra i gentili ed i pagani. In alcuni casi però la Settanta traduceva in modo estremamente libero il testo originale. LE LINGUE DELLA BIBBIA L'Antico Testamento (AT) (la Bibbia ebraica) è stato scritto in lingua ebraica nei secoli X-III a.C. (alcune parti tardive usano l'aramaico, che ha lo stesso alfabeto ebraico). L'A.T. ebraico non contiene i libri Deuterocanonici (DC). L'A.T. è stato tradotto in greco nel sec. III a.C., questa versione (Septuaginta , LXX) contiene i testi DC. Il Nuovo Testamento (NT) è stato scritto in greco negli anni 50-120 d.C.. Testo Masoretico, Settanta e Vulgata sono stati i testi ufficiali delle varie religioni (Ebraica e Cristiana) fino a circa il 1950, quando a Qunram, sul mar morto furono fatte le importanti scoperte cui abbiamo accennato precedentemente. 26 Oggi i testi di rierimento della Bibbia sono: BIBBIA 3 La "Bible de Jérusalem", traduzione del 1956 fatta sotto la direzione della Scuola Biblica Domenicana di Gerusalemme La TOB (Traduction Oecuménique de la Bible), traduzione ecumenica del 1975, revisionata nel 1982 e nel 1988. La Versione TILC,(Traduzione interconfesionale Lingua Corrente) del 1982. Torniamo alle “domande” fondamentali D’où venons-nous? Que sommes-nous? Où allons-nous? 27 I quesiti fondamentali che dobbiamo affrontare sono: a) Creazione o Immanenza b) il creato, si evolve per Causalità o Casualità? c) se l’evoluzione è causale, - c’è interazione tra Creatore e Creato? - oppure il Creato è abbandonato a se stesso? Scienza e fede Scienza (Filosofia) o Fede? Scienza “sperimentale” e Fede? Scienza = Fede? Perché porci queste domande prima di leggere la Bibbia? Perché la Bibbia pretende di dare risposte a questi quesiti già nelle prime dieci parole del testo. Se cerchiamo la verità scientifica, non leggiamo la Bibbia. Se cerchiamo la verità filosofica, dobbiamo essere disposti a “metterci in discussione”. Tre tipi di “verità” che non possono essere in contrasto, ma si completano su piani diversi a) scientifica: è la più “bassa”, quella, pratica sperimentale – mutevole b) filosofica: teorica, visionaria, ma relativa, vincolata dallo strumento che usiamo: il nostro “cervello” e dalla logica c) rivelata, non altrimenti raggiungibile, incontestabile per chi crede Religione e Laicismo 28 Metodi per “raggiungere” la conoscenza, stabilire la ?“verità”.? Processo induttivo (astrazione) a) induttivo: osservo molti fenomeni… ne ricavo un principio Uno dei primi filosofi a ricorrere a questo concetto “metodolicamente” fu Aristotele, il quale, attribuendo a Socrate il merito di averla scoperta, sosteneva che l'induzione fosse, “il procedimento che dai particolari porta all'universale” b) deduttivo: “intuisco un principio” che, se è vero, rende necessariamente vere tutte le conseguenze L'induzione è "inferenza” (conclusione) ampliativa ma solo probabile", Ho visto un corvo ed era nero; Ho visto un secondo corvo ed era nero; Ho visto un terzo corvo ed era nero; La deduzione è definita come una "inferenza” (conclusione) non ampliativa ma necessaria". Conclusione: Il prossimo corvo che vedrò sarà (probabilmente) nero e fino a prova contraria dirò che i corvi sono neri.. 29 Mentre è impossibile che la conclusione di un ragionamento deduttivo sia falsa se le sue premesse sono vere, in un argomento induttivo questa certezza si riduce a un certo grado di probabilità La conclusione è sempre la stessa: l’uomo non è in grado di raggiungere la “Verità” assoluta. Deve accontentarsi di verità “relative” e spesso contradditorie. Dubbi sulla possibilità di conoscere la verità. L’ORIGINE DELL’UNIVERSO Filosofi “scettici” Zenone e i suoi Quattro Paradossi. (Achille e la tartaruga. La freccia. Lo Stadio, Pluralità infinita delle parti..) a) La Scienza Teorica (filosofia) b) La Scienza pratica 30 FILOSOFIA IMMANENZA (Eternità del creato)? o TRASCENDENZA (Creazione)? Con l’immanenza si afferma che il mondo è dio causa di se stesso, eterno Con la trascendenza si afferma che esiste un essere (dio), esterno all’universo, trascendente, non causato, causa e origine di tutto il resto Sartre nella sua Critica della ragione dialettica usa l’espressione composta immanenza-trascendenza, nei seguenti termini: è immanente ciò che è interno all’essere di una realtà e non rinvia, né per la sua esistenza né per la sua esplicazione, né per il suo valore, ad alcun principio esterno o superiore, cioè a nessun principio trascendente. Questo concetto può essere riassunto nell’enunciato tutto è interno a tutto”. Anche se non mancano filosofi e scienziati che sostengono l’immanentismo, la tesi più comune filosoficamente e scientificamente accettata è che ci sia un “ente” non causato che è origine e causa dell’universo. 31 BIG BANG LA SCIENZA e L’Origine dell’Universo La Scienza che era “sperimentale” per natura (metodo induttivo) (Provando e Riprovando) ha ora imboccato la strada del metodo “Deduttivo”. Uno scienziato “intuisce” un principio, lo “qualifica” come verità su cui costruisce la sua “cosmologia”. 13 miliardi e 700 milioni di anni fa IL PROBLEMA: COSA E’ SCOPPIATO? Nulla viene dal Nulla Energia pura? Mondo immateriale? Né la Scienza, né la filosofia sono in grado di dare una risposta convincente sull’origine dell’universo… Anzi 32 Sia la Scienza che la Filosofia partono da ipotesi, cioè atti di fede, “fede” nel senso di credere in qualcosa che non si dimostra. Approfondiamo ciò che dice la Scienza attuale: La fisica delle particelle è la branca della fisica che studia i costituenti fondamentali e le interazioni fondamentali della materia. MODELLO STANDARD Oggi gli scienziati pensano che tutte le cose siano fatte dalle particelle che si vedono in questo disegnino: i quark e i leptoni, che si combinano tra loro come in un gioco delle costruzioni (un protone per esempio è costituito da due quark up e un quark down, un neutrone da due quark down e un quark up). Questi costituenti elementari si parlano scambiandosi delle altre particelle “messaggere”, che sono i fattorini delle forze fondamentali della natura: il fotone (la luce in tutte le sue forme) trasporta la forza elettromagnetica, che è quella responsabile di tutta la chimica e le interazioni di tutti i giorni; 33 I gluoni scambiano la forza “forte”, che tiene insieme i quark e i nuclei degli atomi; le particelle W e Z si occupano di scambiare la forza “debole”, che è quella responsabile della radioattività. Bene, dunque gli scienziati sanno tutto, abbiamo tutti gli ingredienti della materia e pure i collanti per tenerla insieme. La teoria che descrive i componenti fondamentali di tutte le cose (la chiamano il Modello Standard, ed è stato formalizzato negli anni ‘70 del secolo scorso) funziona veramente molto bene, ma ha un piccolo difetto: Il Modello Standard presuppone che le particelle non debbano avere massa. Nessuna massa, particelle senza peso! E’ un bel controsenso, perché noi sappiamo benissimo che le cose hanno massa, e dunque massa devono avere le particelle che le compongono. Il problema è che se nella teoria aggiungiamo “a mano” la massa delle particelle, le equazioni vengono distrutte e non funzionano più (i fisici teorici dicono che l’invarianza di gauge della teoria non è rispettata). Un bel dilemma, no? Negli anni 60 il signor Peter Higgs saltò su dicendo: “Io avrei una possibile soluzione!”. Supponiamo che le particelle in effetti non abbiamo massa di per sé, ma che nell’universo esista un campo che pervade tutto, una sorta di melassa cosmica che le particelle devono attraversare quando si muovono. Questa melassa frenerebbe in modo diverso ogni particella rendendola più o meno pesante. Tradotta in equazioni l’idea funzionava: le particelle acquisivano massa e le equazioni della teoria rimanevano valide senza spappolarsi. Eureka! Ma… Cos’è il bosone di Higgs: Particella mai osservata… ma essa darebbe massa a tutte le particelle elementari, incluso lo stesso bosone di Higgs. 34 Nel 1993 il bosone di Higgs, data la sua importanza nella teoria del modello standard, è stato soprannominato dal Premio Nobel per la Fisica, Leon Max Lederman, come la "Particella Dio". Non tutti sono d’accordo sull’esistenza del bosone di Higgs. Alcuni scienziati propongono altri modelli attraverso i quali cercano di trovare giustificazioni alternative al meccanismo di Higgs, noti come modelli Higgsless. La Scienza non può fare a meno di “dio” (originatore non originato): Bosone di Higgs o equivalente… In conclusione per la scienza “pratica” dio esiste. 35 Risposta al 1 quesito a) dio c’è b) Tra le due ipotesi (immanenza e trascendenza) anche scientificamente la seconda è più “logica”, più sostenibile perché non contraddice ai due principi fondamentali della fisica: - In natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma - Nella trasformazione c’è un inesorabile degrado dell’energia. Seconda domanda Dio c’è, ma Dio si cura del creato? Causalità. O tutto si evolve per caso? Ci sono anche alcuni scienziati (una minoranza) che sostengono la teoria dell’eternità del mondo (contraddicendo il principio dell’entropia), come in filosofia ci sono coloro che sostengono che l’universo è dio.. eterno, immortale … BIBBIA 4 Casualità. 36 Avevamo concluso: Gli scienziati non possono non ipotizzare un “creatore”. Ma si fermano lì. Andare oltre è uscire da ciò che si può provare, diventa una scelta “opinabile” e non è compito della scienza pronunciarsi. I filosofi invece “devono” andare oltre, porsi altre domande. Il dio creatore si preoccupa delle sue creature, intrattiene un rapporto con il creato (religione)?.. Oppure il “demiurgo-creatore” ha originato il tutto e lo lascia al suo destino? Cosa rispondono i Filosofi alla seconda domanda: Il “creatore” si cura del creato: Causalità? O tutto si evolve per caso: Casualità? Universo: progetto o “eruzione incontrollata”? Tra le due “ipotesi” qual è la meno illogica? 37 “Razionalmente” non esiste prova conclusiva determinante. Esiste una “ragionevolezza” che dovrebbe portare a decidere a favore di una soluzione rispetto all’altra. INDIZI Alla fine la scelta non è “razionale”, ma MORALE e libera. Scelta morale: non significa buona o cattiva, ma operata dalla volontà “illuminata dalla ragione”, non “obbligata dalle prove” inconfutabili della ragione Come “uomini” dobbiamo dare una risposta a questo quesito, una risposta “morale”, risultato di una scelta su argomenti non “conclusivi”. D’altra parte distintivo dell’uomo non è l’intelligenza, in quanto tale, ma il libero arbitrio, la possibilità di decidere di fronte a opzioni non certe. Se l’intelligenza portasse ad operare “necessariamente” sarebbe un “istinto più elevato”. Credere in un dio che ha creato secondo un progetto (causalità) non è ancora religione. Religione è credere in dio creatore, autore di un progetto per il quale è interessato; è credere che il creatore interagisce con il creato. 38 La Bibbia parte dal presupposto: che Dio esista sia il creatore abbia un progetto e interagisca con il creato. Tra le “creature” l’uomo ha coscienza di questa situazione Chi non crede trova nella Bibbia un libro straordinario, una testimonianza unica della civiltà umana. Chi crede si nutre dei messaggi. La Bibbia “racconta” la storia dell’uomo in questa luce. Credere è rinunciare alla libertà? Tutt’altro: è un atto libero e ragionevolmente fondato della volontà. Religioso (chi crede in quanto spiegato prima) Agnostico chi pur ammettendo l’esistenza di un creatore, pensa che l’universo e l’uomo vivano il loro destino (e muoiano) senza altro “scopo” che il “vivere”. 39 Dal punto di vista pratico: Per il credente e per l’agnostico i problemi esistenziali sono gli stessi. Il credente (religioso) ha un riferimento, una luce, un quadro di certezze entro cui muoversi. L’agnostico si muove in un quadro di “sfidante” incertezza. Fede: luce vera o abbaglio? E’ stata fatta una “lunga” introduzione per dare a ciascuno l’opportunità di scegliersi una chiave di lettura prima di accostarsi a questo libro che racconta dell’Uomo e del suo Destino BIBBIA 5 Chiave di lettura Religiosa: “Parola di Dio” Agnostica: poema composito Chi ha scelto quella religiosa, si ritrova un Messaggio essenziale, cui riferisi nell’interpretare i singoli fatti o episodi 40 Chi ha scelto come chiave di lettura la “religione” raggiungerà un livello di “conoscenza” non contro, ma oltre la ragione. Utilizzando la “giusta” chiave di lettura, si interpretano nel modo corretto molte situazioni altrimenti ambigue. E quando comunque il significato non è chiaro? C’è un’autorità cui fare riferimento. Chi interpreta la Bibbia? L’autorità gerarchica dell’organizzazione di coloro che accettano il libro come parola di Dio: i Rabbini o le Gerarchie delle Chiese Cristiane La Bibbia propone Principi Morali in antitesi con la nostra coscienza moderna? Poligamia Odio e uccisione brutale dei nemici “coscienza degli uomini” del tempo (pensiamo alla pena di morte …) 41 Bibbia: Racconta la Storia dell’uomo Storia del Popolo Eletto che ha stipulato un patto con Dio però racconta di uomini con la “coscienza” del tempo in cui vivono “non uccidere” e “ama il prossimo” 3000 anni fa avevano un significato diverso Vi fu detto: 'Amerai il tuo prossimo' e odierai il tuo nemico; ma Io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori Vangelo secondo Matteo 5, 43-44 Il popolo di Dio vive l’esperienza culturale dell’umanità in ogni periodo storico, anche se ha come punto di riferimento il messaggio profetico L’ Amore per il prossimo come è stato spiegato con la parabola del samaritano è proprio della nuova alleanza La legge di Dio è “perfetta” da sempre… La sua applicazione muta col maturare della coscienza degli uomini Per i cristiani la “perfezione” dell’interpretazione è venuta con Gesù Cristo 42 Genesi Capitoli 1 – 11 Iniziamo la lettura Dalla creazione al 1900 a.C. ca Brevi riflessioni e confronti con la mitologia del popolo Sumero. Dalla Creazione ad Abramo Creazione dell’Universo 43 Creazione dell’Uomo Caino e Abele Il Peccato originale I Patriarchi 44 L’arca di Noè La torre di Babele LA CREAZIONE In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo. Dio disse: "Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque". Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. 45 Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra" E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi”. Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Il termine uomo, in ebraico adam, può essere fatto derivare da adamah, terra, da cui l’uomo, secondo cfr. Gen 3,23, fu tratto. Qui adam ha valore collettivo: maschio e femmina. E il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: "Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall'uomo è stata tolta". 46 IL PECCATO ORIGINALE Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Tutto ci è stato dato.. Potete mangiare di tutti i frutti.. Eccetto uno.. “L’Uomo non deve pretendere di creare la legge” Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino ma dell'albero della “conoscenza” del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire". La tentazione: sarete come Dio Potrete “decidere” ciò che è bene e ciò che è male L’uomo deve accettare i propri limiti 47 Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male". Alla donna disse: "Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà". Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. …maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba dei campi. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!". 48 Peccato originale: non aver accettato di essere uomini, creature limitate Tolle iactantiam, quid est homo nisi homo.. (Sant’Agostino) ll peccato originale era evitabile? Dal momento che ha avuto il libero arbitrio, l’uomo ha deciso… (male?)…. Oh Felix Culpa quae tantum nobis meruit Salvatorem! Abbiamo letto quel che dice la Bibbia. Cosa dice la Scienza? La scienza (oggi) cosa dice? E le culture “contemporanee”? 49 Teoria (ipotesi) del Big Bang La prima migrazione fuori dai territori africani sarebbe quindi avvenuta tra 180.000 e 90.000 anni fa. I dati che attribuiscono circa 100.000 anni ai più antichi reperti di Homo sapiens sapiens della Palestina confermerebbero quanto ottenuto dai risultati della ricerca genetica. La “culla” dell’Homo Sapiens si trovava probabilmente tra il Corno d’Africa e la Mesopotamia. Una ipotetica Eva africana, poiché il DNA mitocondriale si trasmette lungo la linea femminile, è collocata tra 290.000 e 140.000 anni fa nelle regioni dell’Africa centro-orientali. La città Ittita di Catal Huyuk (Anatolia- 9000 a.C), rappresenta la più antica città del mondo, finora conosciuta. Insediamenti urbani risalenti al 7.000/6000 a. C. indicano che la città di Gerico, in Palestina, con i sui 2000 abitanti e la sua cinta muraria con fossato e torri di difesa è la prima città fortificata del mondo. 50 SUMERI Primi inventori della scrittura 3000 a.C. Il testo originale è stato rinvenuto nella Biblioteca di Assurbanipal (668-627 a.C.). Località: Mesopotamia - Babilonia. Epoca: Composto nel periodo 16461626 a.C.- durante il regno di Ammisaduqa, quarto successore di Hammurabi - sulla base di antichi testi e tradizioni sumeriche e accadiche. Il Poema di Atrahasis o del Grande Saggio fu scritto in accadico nel XVII secolo, ma risale per molte parti a tradizioni sumere. Nel poema vengono affrontati i temi della creazione dell’uomo (impasto di argilla con carne e sangue di un dio), del suo compito nell’universo (continuare l’opera degli dei inferiori) e del problema della sovrappopolazione (epidemie, carestie e Diluvio universale). Le divinità sumere sono entità concrete e strettamente correlate alla natura di cui anche l'uomo fa parte, ognuna è naturalmente preposta ad un evento (la morte, la primavera) o ad un concetto (la creazione, la fecondità) ma come gli dei greci, anzi più degli dei greci, dipendono in tutto e per tutto dagli esseri umani, che rappresentano la natura consapevole di sé stessa. 51 Esistono 4 divinità maggiori: Il Cielo, nella personificazione il dio Anu, e la Terra, nella personificazione la dea Ki, generarono il dio dell'Aria Enlil. Enki infine era il dio dell’Acqua. Quando avvenne la “separazione”: Anu "tirò" il Cielo verso di sé, mentre Enlil "tirava" la Terra, sua madre. Dall'unione di Enlil e Ki (e Enki) nacquero tutti gli esseri viventi, dei, uomini, animali e piante. Per la mitologia sumerica gli uomini esistono con l'unico scopo di servire e compiacere gli dei, e di conseguenza gli stessi dei hanno ragione di esistere solo grazie agli esseri umani. Breve riassunto del poema 52 Dei che lavorano e dei che dirigono i lavori Prima della creazione dell'uomo gli dei lavoravano. Gli dei erani divisi in due gruppi gli Anunnaku, gli dei più importanti che sovrintendevano ai lavori, e gli Igigu, che effettuavano i lavori. Spartizione del dominio dell'universo C'era un re degli dei, An, che veniva assistito nel governo da un gruppo di potenti: Enlil, Enki, Ki, ecc. Il re e i potenti si erano spartiti a sorte il dominio dell'universo: An il cielo, Enlil/Ki la terra, Enki il mare. Scavo e manutenzione dei canali Gli dei lavoratori scavavano i corsi d'acqua e i canali per l'irrigazione della terra. (La Mesopotamia era praticamente priva di piogge e l'unico modo di far crescere la vegetazione era portare l'acqua del Tigri e dell'Eufrate mediante i canali nei campi da coltivare.) Inizia la rivolta degli dei lavoratori Attacco al palazzo di Enlil Dopo alcuni millenni di lavoro continuo gli dei lavoratori cominciarono a lamentarsi, poi bruciarono i loro utensili, le zappe e le ceste per il trasporto della terra. Si radunarono e decisero di recarsi da Enlil, il loro capo, per chiedere di essere esentati dal lavoro. Di notte, gli dei lavoratori circondarono il palazzo di Enlil. Il guardiano del palazzo riuscì a chiudere in tempo le porte. Enlil si armò e diede ordine a tutti i suoi collaboratori di fare lo stesso. Enlil, che era divenuto verde in viso dalla paura, mandò a chiedere aiuto ad An e ad Enki. 53 La trattativa Gli dei padroni si radunarono in consiglio. Enlil, indignato, era propenso ad impegnare immediatamente il combattimento. An, invece, propose di iniziare delle trattative. Un messaggero fu inviato a parlare alla folla per capire i motivi della rivolta. Il portavoce dei lavoratori fece presente il duro lavoro a cui erano stati sottoposti da Enlil. Gli dei trovando difficoltà a procurarsi il cibo decidono di creare dei "servi" che possano svolgere i lavori che gli dei non sono in grado di fare. Enki riflette, e consiglia quindi alla madre di creare delle forme con l'argilla dell'Abisso (l'Abzu), e di imprimere su di esse l'immagine degli dei: queste forme saranno chiamate "uomini". La soluzione: creare l'umanità Enlil propose di mettere a morte il portavoce dei lavoratori per stroncare la rivolta. An si oppose affermando che la situazione di disagio dei lavoratori era a loro nota da tempo e che doveva essere trovata una soluzione. Anu chiamò la dea Belet-ili e le ordinò di fabbricare un prototipo di uomo. L'uomo avrebbe assunto su di sè la fatica e il duro lavoro degli Igigu. Carne e sangue divini mescolati con argilla La dea disse che da sola non era in grado di fare il prototipo di uomo, ma che con l'aiuto di Enki ci sarebbe riuscita. Enki allora decise che un dio sarebbe stato immolato e che la sua carne e il suo sangue sarebbero stati mescolati dalla dea con l'argilla. In tal modo il dio e l'uomo sarebbero stati legati, nell'uomo sarebbe penetrato uno "spirito" che lo avrebbe mantenuto vivo anche dopo la morte. 54 Sette maschi e sette femmine Il dio We fu immolato. Belet-ili mescolò la sua carne e il suo sangue con l'argilla. Gli dei Anunnaki e gli dei Igigu, divenuti anch'essi grandi dei, sputarono sull'argilla. Vennero fatti quattordici pani di argilla. Sette pani produssero maschi e gli altri sette femmine. Poi maschi e femmine si accoppiarono due a due. Sovrappopolazione: inizia l'epidemia La popolazione si moltiplicò. Il territorio abitato venne ampliato, ma si verificò lo stesso un eccesso di popolazione. Allora Enlil chiamò gli altri dei e disse che veniva disturbato nel sonno dal frastuono degli uomini: erano troppi. Gli dei decisero di inviare una epidemia tra gli uomini. Gli uomini al lavoro Vennero costruiti nuovi picconi e nuove zappe. Gli uomini iniziarono la loro attività edificando grandi dighe di irrigazione per provvedere cibo per gli uomini e per gli dei, per continuare la grande opera degli dei Igigu. Fine dell'epidemia Un uomo, chiamato Grande Saggio, su suggerimento di Enki, organizzò le contromisure. Non bisognava portare più offerte nei templi. Bisognava onorare solo il dio Namtar, il portatore dell'epidemia, che soddisfatto avrebbe sospeso la sua azione malefica. E così avvenne. Gli uomini prosperarono di nuovo. 55 Arriva la siccità La popolazione crebbe ed Enlil nuovamente si lamentò con gli altri dei: il frastuono degli uomini non lo faceva dormire. Gli dei convennero di inviare la siccità. Niente pioggia, niente piena dei fiumi, vento caldo, cielo oscuro. Gli uomini ricorrono allo stratagemma di prima e Adad, dio della pioggia, al mattino fece piovigginare di nascosto e la notte condensò la rugiada Carestia L'umanità riprese a svilupparsi e a moltiplicarsi. Enlil, sempre insonne, decise di ricorrere di nuovo al flagello della Siccità/Carestia, ma questa volta pone un severo controllo sulla situazione: Anu e Adad faranno da guardiani del cielo e lui stesso controllerà la terra. I prati seccarono, la pianura si ricoprì di salnitro, finirono le scorte, si svuotarono i granai. Enki non sopporta la situazione e interviene per risollevare le condizioni dell'umanità, violando l'accordo degli dei Annunaku. . Assemblea degli dei: viene deciso il diluvio Enlil convoca allora una nuova assemblea per risolvere una volta per tutte la controversia e inizia il suo intervento ricordando come i suoi ordini sono stati scherniti da Adad e da Enki. Enki scoppia a ridere. Enlil, sempre insonne, riprende per l'ennesima volta le sue accuse verso Enki e l'umanità. Poi annuncia il diluvio universale per sterminare tutta la popolazione. Enki si oppone al diluvio: perchè mai devono essere sterminati gli uomini, creati per sollevare gli dei dalle loro fatiche, e fatti con la carne e il sangue di un dio immolato? Ma il parere di Enlil prevale. L'assemblea decide il diluvio, che sarà eseguito dallo stesso Enlil, dio del cielo. Gli altri dei vengono impegnati da un giuramento a non intervenire a favore degli uomini. Viene costruita una grande barca Il Grande Saggio, devoto di Enki, ha un sogno durante il quale riceve da Enki l'ordine di costruire una grande barca molto resistente e di abbandonare la sua casa e i suo beni allo scopo di salvare la sua vita. Il Grande Saggio inventa una scusa per giustificare il suo strano comportamento con i maggiorenti della città dove abita. Annuncia di voler abbandonare la città per abbandonare il territorio di Enlil, ostile ad Enki, a cui è devoto. 56 Il Diluvio Sulla barca vennero caricati: oro, argento, animali di ogni tipo, i famigliari del Grande Saggio. Poi il tempo cambiò, allora il Grande Saggio chiuse il boccaporto con bitume, si levò un vento impetuoso e vennero rotti gli ormeggi. Il Diluvio aveva avuto inizio. Il sole scomparve, il vento ululava, la tempesta colpiva la terra, le genti morivano. Il fragore atterriva anche gli dei. Enki era stravolto nel vedere i suo figli travolti. Belet-ili era in singhiozzi, gemeva e piangeva. E con lei piangevano gli altri dei, le labbra secche per l'angoscia. La barca si arena Il diluvio continuò per sette giorni. Poi ebbe termine. La barca si arenò sulla cima di un monte. Il Grande Saggio liberò degli uccelli per vedere se poteva sbarcare, poi scese a terra e fece un pasto per gli dei, che sentito il buon odore si radunarono intorno al banchetto come mosche. Immortalità per il Grande Saggio Quando Enlil vide la barca si arrabbiò moltissimo e accusò gli altri dei di aver tradito il giuramento. Enki venne immediatamente sospettato. Confessò e si assunse ogni responsabilità. Spiegò i motivi del suo comportamento e covinse gli altri dei che decisero anche di concedere l'immortalità al Grande Saggio, sopravvissuto al diluvio. Provvedimenti per evitare la sovrappopolazione Enki per evitare la sovrappopolazione prese i seguenti provvedimenti: non tutte le donne sarebbero state feconde, i bambini sarebbero stati sottoposti ad una alta mortalità, le donne consacrate non avrebbero potuto avere figli. 57 Enlil, sempre insonne, riprende per l’ennesima volta le sue accuse verso Enki e l’umanità. Poi annuncia il Diluvio universale per sterminare tutta la popolazione. Enki si oppone al Diluvio: perchè mai devono essere sterminati gli uomini, creati per sollevare gli dei dalle loro fatiche, e fatti con la carne e il sangue di un dio immolato? Ma il parere di Enlil prevale. L’assemblea decide il Diluvio, che sarà eseguito dallo stesso Enlil, dio del cielo. Gli altri dei vengono impegnati da un giuramento a non intervenire a favore degli uomini. Il Grande Saggio, devoto di Enki, ha un sogno durante il quale riceve da Enki l’ordine di costruire una grande barca molto resistente e di abbandonare la sua casa e i suo beni allo scopo di salvare la sua vita. Quando Enlil vide la barca si arrabbiò moltissimo e accusò gli altri dei di aver tradito il giuramento. Enki venne immediatamente sospettato. Confessò e si assunse ogni responsabilità. Spiegò i motivi del suo comportamento e covinse gli altri dei che decisero anche di concedere l’immortalità al Grande Saggio, sopravvissuto al diluvio. Alcuni brani scelti del testo Non erano ancora trascorsi milleduecento anni Ma la terra era cresciuta enormemente: gli uomini erano diventati numerosi. Mugghiava la terra come un toro! Dallo strepito (degli uomini) era tormentato il dio. Enlil udiva il loro vociare. Si rivolse ai grandi dèi: “Il vociare dell’umanità è diventato per me insopportabile: a causa del loro strepito non riesco più a dormire! 58 E disse al suo fedele: “Presta attenzione al messaggio che ti dirò! Ascoltami! Custodisci le mie parole! Demolisci la casa e costruisci un’arca. Rinuncia alle ricchezze E cerca la Vita! Costruisci l’arca. Ponile un tetto come (ha) l’Abisso, così che il sole non possa entrarvi. Dotala di ponti superiori e ponti inferiori. Che sia robusta la sua struttura; che il bitume sia forte da conferire forza. "Al mattino farò scendere focacce, la sera farò piovere una pioggia di grano; allora sali sulla nave e chiudi la porta!". Per un giorno intero la tempesta infuriò, il vento del sud si affrettò per immergere le montagne nell'acqua: come un'arma di battaglia la distruzione si abbatte sugli uomini. A causa del buio il fratello non vede più suo fratello, dal cielo gli uomini non sono più visibili. Gli dei ebbero paura del diluvio, indietreggiarono, si rifugiarono nel cielo di An. Gli dei accucciati come cani si sdraiarono la fuori! E parlò agli anziani: “Il mio dio non va d’accordo con il vostro dio: Enki e Enlil cozzano tra loro. Sono costretto ad andarmene dal paese. Poiché per sempre sarò fedele a Enki. Questo egli mi ha detto: non starò più a lungo nella vostra città. Non porrò più i miei piedi sulla terra di Enlil: col mio dio” Il giorno cambiò il suo aspetto. Adad tuonò tra le nuvole. Come (Atra-hasis ) udì la sua voce, bitume fu portato e sigillò l’entrata. Dopo che ebbe sigillato la porta, Adad tuonò tra le nuvole, venti impetuosi si alzarono ed egli ruppe gli ormeggi e liberò l’arca. Anzu con i suoi artigli strappò i cieli, come un coccio il suo clamore frantumò. …uscì il Diluvio. 59 Come una mazza da guerra si abbattè sulle genti: nessuno potè più vedere l’altro, non riuscirono più a vedersi nella catastrofe. Il Diluvio mugghiava come un toro, come un onagro urlava il vento. L’oscurità divenne densa, il sole scomparve. Vide la dea e pianse nell’assemblea degli dei. Come ho potuto insieme a loro decretare al distruzione? E’ stato Enlil a impartire questo malvagio ordine! …Ho udito le loro grida levate a me, contro di me, contro la mia persona. …Dov’è andato Anu, il responsabile della decisione, i cui figli, gli dei, hanno accondisceso al suo ordine? Lui che sconsideratamente ha determinato il Diluvio E ammucchiato la gente per il massacro? …Ho visto e ho pianto su di loro: potrò mai cessare di piangere per loro? Pianse dando sfogo al suo dolore; si lamentò Nintu e rinfocolò il suo tormento, piansero con lei gli dei per il paese. …Sette giorni e sette notti il nubifragio, la tempesta, il Diluvio durò. …Egli ( Atra-hasis ) pose… preparò l’offerta… Gli dei sentirono il profumo: come mosche si ammassarono sull’offerta. … Enlil vide l’arca e si riempì d’ira contro gli Igigi : “Noi, gli dei , i grandi Alunna avevamo stipulato tutti insieme un patto! Da dove spunta questa vita? Come ha potuto un uomo sfuggire alla catastrofe?” Anu aprì la bocca E disse all’eroe Enlil: “ Chi se non Enki avrebbe potuto fare ciò? … ha rivelato il piano!” 60 Enki prese la parola e disse ai grandi dei: “Io, certo, l’ ho fatto e al vostro cospetto! Io, certo, ho fatto in modo che la vita venisse preservata!” …”Così noi inviammo il Diluvio, ma un uomo sopravvisse alla catastrofe.” …Possano (gli dei) ascoltare questo canto così da poterli lodare; possano gli Igigi ascoltarlo così da celebrare la tua grandezza. Ishtar grida allora come una partoriente, si lamentò Beletili, colei dalla bella voce: "Perché quel giorno non si tramutò in argilla, quando io nell'assemblea degli dei ho deciso il male? Perché nell'assemblea degli dei ho deciso il male, dando, come in guerra, l'ordine di distruggere le mie genti? Io proprio io ho partorito le mie genti ed ora i miei figli riempiono il mare come larve di pesci". Allora tutti gli dei Anunnaki piansero con lei. Gli dei siedono in pianto. Secche sono le loro labbra; non prendono cibo! Sei giorni e sette notti soffia il vento, infuria il diluvio, l'uragano livella il paese. Quando giunse il settimo giorno, la tempesta si placa, il diluvio cessa la battaglia, dopo aver lottato come una donna in doglie. Si fermò il mare, il vento cattivo cessò e il diluvio si fermò. Io osservo il giorno, vi regna il silenzio. Ma l'intera umanità è ridiventata argilla. Come un tetto è pareggiato il paese. Quando giunse il settimo giorno, feci uscire una colomba, la liberai. La colomba andò e ritornò, un luogo dove stare non era visibile per lei, tornò indietro. Feci uscire una rondine, la liberai; andò la rondine e ritornò, un luogo dove stare non era visibile per lei, tornò indietro. Feci uscire un corvo, lo liberai. Andò il corvo e questo vide che l'acqua ormai rifluiva, egli mangiò, starnazzò, sollevò la coda e non tornò. 61 Aprii allora lo sportello e la luce baciò la mia faccia. Mi abbassai, mi inginocchiai e piansi. Sulle mie guance scorrevano due fiumi di lacrime. Scrutai la distesa delle acque alla ricerca di una riva: finché ad una distanza di dodici leghe non scorsi un'isola. La nave si incagliò sul monte Nisir. Il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere; un giorno, due giorni, il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere; tre giorni, quattro giorni, il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere; cinque giorni, sei giorni, il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere. L’Epopea di Gilgamesh. Libro 11° IL DILUVIO Feci imbarcare nel vascello tutta la mia famiglia e i miei amici, Gli animali del campo, il bestiame del campo, gli artigiani, tutti li feci imbarcare. Entrai nel vascello e chiusi la porta... Dalle radici del cielo una nera nuvola si levò... Tutto ciò che luceva divenne oscuro... Gli dei temevano il Diluvio, essi fuggirono, salirono fino al cielo di Anu, gli dei si raggomitolarono come un cane contro il muro, e si stesero a terra... Altra descrizione del Diluvio Dal Poema: Epopea di Gilgamesh Per sei notti e giorni vento e acque avanzarono, l’uragano s’impadronì della terra. Quando l’alba del settimo giorno si levò, l’uragano si era calmato, e così le onde Che avevano fatto guerra come un esercito. Il mare si placò, il vento sottile fu calmato, il Diluvio cessò. Osservai il mare, la sua voce taceva, e tutto il genere umano era mutato in fango! La palude raggiungeva i tetti! Osservai il mondo, la distesa del mare, A dodici misure emergeva un’isola; fino al Monte Nisir arrivò il vascello. 62 Il Monte Nisir trattenne il vascello e non lo fece più muovere... Quando sorse il settimo giorno, presi una colomba e la liberai; andò la colomba, e tornò. Mandai una rondine e tornò; non vi era più luogo e tornò. Presi un corvo e lo liberai; andò il corvo, e osservò le acque che scendevano; mangia, sguazza, gracchia e non torna. E’ stata fatta una “lunga” introduzione per dare a ciascuno l’opportunità di scegliersi una chiave di lettura prima di accostarsi a questo libro che racconta dell’Uomo e del suo Destino BIBBIA 5 Chiave di lettura Religiosa: “Parola di Dio” Agnostica: poema composito Chi ha scelto quella religiosa, si ritrova un Messaggio essenziale, cui riferisi nell’interpretare i singoli fatti o episodi 63 Chi ha scelto come chiave di lettura la “religione” raggiungerà un livello di “conoscenza” non contro, ma oltre la ragione. Utilizzando la “giusta” chiave di lettura, si interpretano nel modo corretto molte situazioni altrimenti ambigue. E quando comunque il significato non è chiaro? C’è un’autorità cui fare riferimento. Chi interpreta la Bibbia? L’autorità gerarchica dell’organizzazione di coloro che accettano il libro come parola di Dio: i Rabbini o le Gerarchie delle Chiese Cristiane La Bibbia propone Principi Morali in antitesi con la nostra coscienza moderna? Poligamia Odio e uccisione brutale dei nemici “coscienza degli uomini” del tempo (pensiamo alla pena di morte …) 64 Bibbia: Racconta la Storia dell’uomo Storia del Popolo Eletto che ha stipulato un patto con Dio però racconta di uomini con la “coscienza” del tempo in cui vivono “non uccidere” e “ama il prossimo” 3000 anni fa avevano un significato diverso Vi fu detto: 'Amerai il tuo prossimo' e odierai il tuo nemico; ma Io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori Vangelo secondo Matteo 5, 43-44 Il popolo di Dio vive l’esperienza culturale dell’umanità in ogni periodo storico, anche se ha come punto di riferimento il messaggio profetico L’ Amore per il prossimo come è stato spiegato con la parabola del samaritano è proprio della nuova alleanza La legge di Dio è “perfetta” da sempre… La sua applicazione muta col maturare della coscienza degli uomini Per i cristiani la “perfezione” dell’interpretazione è venuta con Gesù Cristo 65 Genesi Capitoli 1 – 11 Iniziamo la lettura Dalla creazione al 1900 a.C. ca Brevi riflessioni e confronti con la mitologia del popolo Sumero. Dalla Creazione ad Abramo Creazione dell’Universo 66 Creazione dell’Uomo Caino e Abele Il Peccato originale I Patriarchi 67 L’arca di Noè La torre di Babele LA CREAZIONE In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo. Dio disse: "Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque". Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. 68 Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra" E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi”. Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Il termine uomo, in ebraico adam, può essere fatto derivare da adamah, terra, da cui l’uomo, secondo cfr. Gen 3,23, fu tratto. Qui adam ha valore collettivo: maschio e femmina. E il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: "Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall'uomo è stata tolta". 69 IL PECCATO ORIGINALE Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Tutto ci è stato dato.. Potete mangiare di tutti i frutti.. Eccetto uno.. “L’Uomo non deve pretendere di creare la legge” Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino ma dell'albero della “conoscenza” del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire". La tentazione: sarete come Dio Potrete “decidere” ciò che è bene e ciò che è male L’uomo deve accettare i propri limiti 70 Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male". Alla donna disse: "Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà". Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. …maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba dei campi. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!". 71 Peccato originale: non aver accettato di essere uomini, creature limitate Tolle iactantiam, quid est homo nisi homo.. (Sant’Agostino) ll peccato originale era evitabile? Dal momento che ha avuto il libero arbitrio, l’uomo ha deciso… (male?)…. Oh Felix Culpa quae tantum nobis meruit Salvatorem! Abbiamo letto quel che dice la Bibbia. Cosa dice la Scienza? La scienza (oggi) cosa dice? E le culture “contemporanee”? 72 Teoria (ipotesi) del Big Bang La prima migrazione fuori dai territori africani sarebbe quindi avvenuta tra 180.000 e 90.000 anni fa. I dati che attribuiscono circa 100.000 anni ai più antichi reperti di Homo sapiens sapiens della Palestina confermerebbero quanto ottenuto dai risultati della ricerca genetica. La “culla” dell’Homo Sapiens si trovava probabilmente tra il Corno d’Africa e la Mesopotamia. Una ipotetica Eva africana, poiché il DNA mitocondriale si trasmette lungo la linea femminile, è collocata tra 290.000 e 140.000 anni fa nelle regioni dell’Africa centro-orientali. La città Ittita di Catal Huyuk (Anatolia- 9000 a.C), rappresenta la più antica città del mondo, finora conosciuta. Insediamenti urbani risalenti al 7.000/6000 a. C. indicano che la città di Gerico, in Palestina, con i sui 2000 abitanti e la sua cinta muraria con fossato e torri di difesa è la prima città fortificata del mondo. 73 SUMERI Primi inventori della scrittura 3000 a.C. Il testo originale è stato rinvenuto nella Biblioteca di Assurbanipal (668-627 a.C.). Località: Mesopotamia - Babilonia. Epoca: Composto nel periodo 16461626 a.C.- durante il regno di Ammisaduqa, quarto successore di Hammurabi - sulla base di antichi testi e tradizioni sumeriche e accadiche. Il Poema di Atrahasis o del Grande Saggio fu scritto in accadico nel XVII secolo, ma risale per molte parti a tradizioni sumere. Nel poema vengono affrontati i temi della creazione dell’uomo (impasto di argilla con carne e sangue di un dio), del suo compito nell’universo (continuare l’opera degli dei inferiori) e del problema della sovrappopolazione (epidemie, carestie e Diluvio universale). Le divinità sumere sono entità concrete e strettamente correlate alla natura di cui anche l'uomo fa parte, ognuna è naturalmente preposta ad un evento (la morte, la primavera) o ad un concetto (la creazione, la fecondità) ma come gli dei greci, anzi più degli dei greci, dipendono in tutto e per tutto dagli esseri umani, che rappresentano la natura consapevole di sé stessa. 74 Esistono 4 divinità maggiori: Il Cielo, nella personificazione il dio Anu, e la Terra, nella personificazione la dea Ki, generarono il dio dell'Aria Enlil. Enki infine era il dio dell’Acqua. Quando avvenne la “separazione”: Anu "tirò" il Cielo verso di sé, mentre Enlil "tirava" la Terra, sua madre. Dall'unione di Enlil e Ki (e Enki) nacquero tutti gli esseri viventi, dei, uomini, animali e piante. Per la mitologia sumerica gli uomini esistono con l'unico scopo di servire e compiacere gli dei, e di conseguenza gli stessi dei hanno ragione di esistere solo grazie agli esseri umani. Breve riassunto del poema 75 Dei che lavorano e dei che dirigono i lavori Prima della creazione dell'uomo gli dei lavoravano. Gli dei erani divisi in due gruppi gli Anunnaku, gli dei più importanti che sovrintendevano ai lavori, e gli Igigu, che effettuavano i lavori. Spartizione del dominio dell'universo C'era un re degli dei, An, che veniva assistito nel governo da un gruppo di potenti: Enlil, Enki, Ki, ecc. Il re e i potenti si erano spartiti a sorte il dominio dell'universo: An il cielo, Enlil/Ki la terra, Enki il mare. Scavo e manutenzione dei canali Gli dei lavoratori scavavano i corsi d'acqua e i canali per l'irrigazione della terra. (La Mesopotamia era praticamente priva di piogge e l'unico modo di far crescere la vegetazione era portare l'acqua del Tigri e dell'Eufrate mediante i canali nei campi da coltivare.) Inizia la rivolta degli dei lavoratori Attacco al palazzo di Enlil Dopo alcuni millenni di lavoro continuo gli dei lavoratori cominciarono a lamentarsi, poi bruciarono i loro utensili, le zappe e le ceste per il trasporto della terra. Si radunarono e decisero di recarsi da Enlil, il loro capo, per chiedere di essere esentati dal lavoro. Di notte, gli dei lavoratori circondarono il palazzo di Enlil. Il guardiano del palazzo riuscì a chiudere in tempo le porte. Enlil si armò e diede ordine a tutti i suoi collaboratori di fare lo stesso. Enlil, che era divenuto verde in viso dalla paura, mandò a chiedere aiuto ad An e ad Enki. 76 La trattativa Gli dei padroni si radunarono in consiglio. Enlil, indignato, era propenso ad impegnare immediatamente il combattimento. An, invece, propose di iniziare delle trattative. Un messaggero fu inviato a parlare alla folla per capire i motivi della rivolta. Il portavoce dei lavoratori fece presente il duro lavoro a cui erano stati sottoposti da Enlil. Gli dei trovando difficoltà a procurarsi il cibo decidono di creare dei "servi" che possano svolgere i lavori che gli dei non sono in grado di fare. Enki riflette, e consiglia quindi alla madre di creare delle forme con l'argilla dell'Abisso (l'Abzu), e di imprimere su di esse l'immagine degli dei: queste forme saranno chiamate "uomini". La soluzione: creare l'umanità Enlil propose di mettere a morte il portavoce dei lavoratori per stroncare la rivolta. An si oppose affermando che la situazione di disagio dei lavoratori era a loro nota da tempo e che doveva essere trovata una soluzione. Anu chiamò la dea Belet-ili e le ordinò di fabbricare un prototipo di uomo. L'uomo avrebbe assunto su di sè la fatica e il duro lavoro degli Igigu. Carne e sangue divini mescolati con argilla La dea disse che da sola non era in grado di fare il prototipo di uomo, ma che con l'aiuto di Enki ci sarebbe riuscita. Enki allora decise che un dio sarebbe stato immolato e che la sua carne e il suo sangue sarebbero stati mescolati dalla dea con l'argilla. In tal modo il dio e l'uomo sarebbero stati legati, nell'uomo sarebbe penetrato uno "spirito" che lo avrebbe mantenuto vivo anche dopo la morte. 77 Sette maschi e sette femmine Il dio We fu immolato. Belet-ili mescolò la sua carne e il suo sangue con l'argilla. Gli dei Anunnaki e gli dei Igigu, divenuti anch'essi grandi dei, sputarono sull'argilla. Vennero fatti quattordici pani di argilla. Sette pani produssero maschi e gli altri sette femmine. Poi maschi e femmine si accoppiarono due a due. Sovrappopolazione: inizia l'epidemia La popolazione si moltiplicò. Il territorio abitato venne ampliato, ma si verificò lo stesso un eccesso di popolazione. Allora Enlil chiamò gli altri dei e disse che veniva disturbato nel sonno dal frastuono degli uomini: erano troppi. Gli dei decisero di inviare una epidemia tra gli uomini. Gli uomini al lavoro Vennero costruiti nuovi picconi e nuove zappe. Gli uomini iniziarono la loro attività edificando grandi dighe di irrigazione per provvedere cibo per gli uomini e per gli dei, per continuare la grande opera degli dei Igigu. Fine dell'epidemia Un uomo, chiamato Grande Saggio, su suggerimento di Enki, organizzò le contromisure. Non bisognava portare più offerte nei templi. Bisognava onorare solo il dio Namtar, il portatore dell'epidemia, che soddisfatto avrebbe sospeso la sua azione malefica. E così avvenne. Gli uomini prosperarono di nuovo. 78 Arriva la siccità La popolazione crebbe ed Enlil nuovamente si lamentò con gli altri dei: il frastuono degli uomini non lo faceva dormire. Gli dei convennero di inviare la siccità. Niente pioggia, niente piena dei fiumi, vento caldo, cielo oscuro. Gli uomini ricorrono allo stratagemma di prima e Adad, dio della pioggia, al mattino fece piovigginare di nascosto e la notte condensò la rugiada Carestia L'umanità riprese a svilupparsi e a moltiplicarsi. Enlil, sempre insonne, decise di ricorrere di nuovo al flagello della Siccità/Carestia, ma questa volta pone un severo controllo sulla situazione: Anu e Adad faranno da guardiani del cielo e lui stesso controllerà la terra. I prati seccarono, la pianura si ricoprì di salnitro, finirono le scorte, si svuotarono i granai. Enki non sopporta la situazione e interviene per risollevare le condizioni dell'umanità, violando l'accordo degli dei Annunaku. . Assemblea degli dei: viene deciso il diluvio Enlil convoca allora una nuova assemblea per risolvere una volta per tutte la controversia e inizia il suo intervento ricordando come i suoi ordini sono stati scherniti da Adad e da Enki. Enki scoppia a ridere. Enlil, sempre insonne, riprende per l'ennesima volta le sue accuse verso Enki e l'umanità. Poi annuncia il diluvio universale per sterminare tutta la popolazione. Enki si oppone al diluvio: perchè mai devono essere sterminati gli uomini, creati per sollevare gli dei dalle loro fatiche, e fatti con la carne e il sangue di un dio immolato? Ma il parere di Enlil prevale. L'assemblea decide il diluvio, che sarà eseguito dallo stesso Enlil, dio del cielo. Gli altri dei vengono impegnati da un giuramento a non intervenire a favore degli uomini. Viene costruita una grande barca Il Grande Saggio, devoto di Enki, ha un sogno durante il quale riceve da Enki l'ordine di costruire una grande barca molto resistente e di abbandonare la sua casa e i suo beni allo scopo di salvare la sua vita. Il Grande Saggio inventa una scusa per giustificare il suo strano comportamento con i maggiorenti della città dove abita. Annuncia di voler abbandonare la città per abbandonare il territorio di Enlil, ostile ad Enki, a cui è devoto. 79 Il Diluvio Sulla barca vennero caricati: oro, argento, animali di ogni tipo, i famigliari del Grande Saggio. Poi il tempo cambiò, allora il Grande Saggio chiuse il boccaporto con bitume, si levò un vento impetuoso e vennero rotti gli ormeggi. Il Diluvio aveva avuto inizio. Il sole scomparve, il vento ululava, la tempesta colpiva la terra, le genti morivano. Il fragore atterriva anche gli dei. Enki era stravolto nel vedere i suo figli travolti. Belet-ili era in singhiozzi, gemeva e piangeva. E con lei piangevano gli altri dei, le labbra secche per l'angoscia. La barca si arena Il diluvio continuò per sette giorni. Poi ebbe termine. La barca si arenò sulla cima di un monte. Il Grande Saggio liberò degli uccelli per vedere se poteva sbarcare, poi scese a terra e fece un pasto per gli dei, che sentito il buon odore si radunarono intorno al banchetto come mosche. Immortalità per il Grande Saggio Quando Enlil vide la barca si arrabbiò moltissimo e accusò gli altri dei di aver tradito il giuramento. Enki venne immediatamente sospettato. Confessò e si assunse ogni responsabilità. Spiegò i motivi del suo comportamento e covinse gli altri dei che decisero anche di concedere l'immortalità al Grande Saggio, sopravvissuto al diluvio. Provvedimenti per evitare la sovrappopolazione Enki per evitare la sovrappopolazione prese i seguenti provvedimenti: non tutte le donne sarebbero state feconde, i bambini sarebbero stati sottoposti ad una alta mortalità, le donne consacrate non avrebbero potuto avere figli. 80 Enlil, sempre insonne, riprende per l’ennesima volta le sue accuse verso Enki e l’umanità. Poi annuncia il Diluvio universale per sterminare tutta la popolazione. Enki si oppone al Diluvio: perchè mai devono essere sterminati gli uomini, creati per sollevare gli dei dalle loro fatiche, e fatti con la carne e il sangue di un dio immolato? Ma il parere di Enlil prevale. L’assemblea decide il Diluvio, che sarà eseguito dallo stesso Enlil, dio del cielo. Gli altri dei vengono impegnati da un giuramento a non intervenire a favore degli uomini. Il Grande Saggio, devoto di Enki, ha un sogno durante il quale riceve da Enki l’ordine di costruire una grande barca molto resistente e di abbandonare la sua casa e i suo beni allo scopo di salvare la sua vita. Quando Enlil vide la barca si arrabbiò moltissimo e accusò gli altri dei di aver tradito il giuramento. Enki venne immediatamente sospettato. Confessò e si assunse ogni responsabilità. Spiegò i motivi del suo comportamento e covinse gli altri dei che decisero anche di concedere l’immortalità al Grande Saggio, sopravvissuto al diluvio. Alcuni brani scelti del testo Non erano ancora trascorsi milleduecento anni Ma la terra era cresciuta enormemente: gli uomini erano diventati numerosi. Mugghiava la terra come un toro! Dallo strepito (degli uomini) era tormentato il dio. Enlil udiva il loro vociare. Si rivolse ai grandi dèi: “Il vociare dell’umanità è diventato per me insopportabile: a causa del loro strepito non riesco più a dormire! 81 E disse al suo fedele: “Presta attenzione al messaggio che ti dirò! Ascoltami! Custodisci le mie parole! Demolisci la casa e costruisci un’arca. Rinuncia alle ricchezze E cerca la Vita! Costruisci l’arca. Ponile un tetto come (ha) l’Abisso, così che il sole non possa entrarvi. Dotala di ponti superiori e ponti inferiori. Che sia robusta la sua struttura; che il bitume sia forte da conferire forza. "Al mattino farò scendere focacce, la sera farò piovere una pioggia di grano; allora sali sulla nave e chiudi la porta!". Per un giorno intero la tempesta infuriò, il vento del sud si affrettò per immergere le montagne nell'acqua: come un'arma di battaglia la distruzione si abbatte sugli uomini. A causa del buio il fratello non vede più suo fratello, dal cielo gli uomini non sono più visibili. Gli dei ebbero paura del diluvio, indietreggiarono, si rifugiarono nel cielo di An. Gli dei accucciati come cani si sdraiarono la fuori! E parlò agli anziani: “Il mio dio non va d’accordo con il vostro dio: Enki e Enlil cozzano tra loro. Sono costretto ad andarmene dal paese. Poiché per sempre sarò fedele a Enki. Questo egli mi ha detto: non starò più a lungo nella vostra città. Non porrò più i miei piedi sulla terra di Enlil: col mio dio” Il giorno cambiò il suo aspetto. Adad tuonò tra le nuvole. Come (Atra-hasis ) udì la sua voce, bitume fu portato e sigillò l’entrata. Dopo che ebbe sigillato la porta, Adad tuonò tra le nuvole, venti impetuosi si alzarono ed egli ruppe gli ormeggi e liberò l’arca. Anzu con i suoi artigli strappò i cieli, come un coccio il suo clamore frantumò. …uscì il Diluvio. 82 Come una mazza da guerra si abbattè sulle genti: nessuno potè più vedere l’altro, non riuscirono più a vedersi nella catastrofe. Il Diluvio mugghiava come un toro, come un onagro urlava il vento. L’oscurità divenne densa, il sole scomparve. Vide la dea e pianse nell’assemblea degli dei. Come ho potuto insieme a loro decretare al distruzione? E’ stato Enlil a impartire questo malvagio ordine! …Ho udito le loro grida levate a me, contro di me, contro la mia persona. …Dov’è andato Anu, il responsabile della decisione, i cui figli, gli dei, hanno accondisceso al suo ordine? Lui che sconsideratamente ha determinato il Diluvio E ammucchiato la gente per il massacro? …Ho visto e ho pianto su di loro: potrò mai cessare di piangere per loro? Pianse dando sfogo al suo dolore; si lamentò Nintu e rinfocolò il suo tormento, piansero con lei gli dei per il paese. …Sette giorni e sette notti il nubifragio, la tempesta, il Diluvio durò. …Egli ( Atra-hasis ) pose… preparò l’offerta… Gli dei sentirono il profumo: come mosche si ammassarono sull’offerta. … Enlil vide l’arca e si riempì d’ira contro gli Igigi : “Noi, gli dei , i grandi Alunna avevamo stipulato tutti insieme un patto! Da dove spunta questa vita? Come ha potuto un uomo sfuggire alla catastrofe?” Anu aprì la bocca E disse all’eroe Enlil: “ Chi se non Enki avrebbe potuto fare ciò? … ha rivelato il piano!” 83 Enki prese la parola e disse ai grandi dei: “Io, certo, l’ ho fatto e al vostro cospetto! Io, certo, ho fatto in modo che la vita venisse preservata!” …”Così noi inviammo il Diluvio, ma un uomo sopravvisse alla catastrofe.” …Possano (gli dei) ascoltare questo canto così da poterli lodare; possano gli Igigi ascoltarlo così da celebrare la tua grandezza. Ishtar grida allora come una partoriente, si lamentò Beletili, colei dalla bella voce: "Perché quel giorno non si tramutò in argilla, quando io nell'assemblea degli dei ho deciso il male? Perché nell'assemblea degli dei ho deciso il male, dando, come in guerra, l'ordine di distruggere le mie genti? Io proprio io ho partorito le mie genti ed ora i miei figli riempiono il mare come larve di pesci". Allora tutti gli dei Anunnaki piansero con lei. Gli dei siedono in pianto. Secche sono le loro labbra; non prendono cibo! Sei giorni e sette notti soffia il vento, infuria il diluvio, l'uragano livella il paese. Quando giunse il settimo giorno, la tempesta si placa, il diluvio cessa la battaglia, dopo aver lottato come una donna in doglie. Si fermò il mare, il vento cattivo cessò e il diluvio si fermò. Io osservo il giorno, vi regna il silenzio. Ma l'intera umanità è ridiventata argilla. Come un tetto è pareggiato il paese. Quando giunse il settimo giorno, feci uscire una colomba, la liberai. La colomba andò e ritornò, un luogo dove stare non era visibile per lei, tornò indietro. Feci uscire una rondine, la liberai; andò la rondine e ritornò, un luogo dove stare non era visibile per lei, tornò indietro. Feci uscire un corvo, lo liberai. Andò il corvo e questo vide che l'acqua ormai rifluiva, egli mangiò, starnazzò, sollevò la coda e non tornò. 84 Aprii allora lo sportello e la luce baciò la mia faccia. Mi abbassai, mi inginocchiai e piansi. Sulle mie guance scorrevano due fiumi di lacrime. Scrutai la distesa delle acque alla ricerca di una riva: finché ad una distanza di dodici leghe non scorsi un'isola. La nave si incagliò sul monte Nisir. Il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere; un giorno, due giorni, il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere; tre giorni, quattro giorni, il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere; cinque giorni, sei giorni, il monte Nisir prese la nave e non la fece più muovere. L’Epopea di Gilgamesh. Libro 11° IL DILUVIO Feci imbarcare nel vascello tutta la mia famiglia e i miei amici, Gli animali del campo, il bestiame del campo, gli artigiani, tutti li feci imbarcare. Entrai nel vascello e chiusi la porta... Dalle radici del cielo una nera nuvola si levò... Tutto ciò che luceva divenne oscuro... Gli dei temevano il Diluvio, essi fuggirono, salirono fino al cielo di Anu, gli dei si raggomitolarono come un cane contro il muro, e si stesero a terra... Altra descrizione del Diluvio Dal Poema: Epopea di Gilgamesh Per sei notti e giorni vento e acque avanzarono, l’uragano s’impadronì della terra. Quando l’alba del settimo giorno si levò, l’uragano si era calmato, e così le onde Che avevano fatto guerra come un esercito. Il mare si placò, il vento sottile fu calmato, il Diluvio cessò. Osservai il mare, la sua voce taceva, e tutto il genere umano era mutato in fango! La palude raggiungeva i tetti! Osservai il mondo, la distesa del mare, A dodici misure emergeva un’isola; fino al Monte Nisir arrivò il vascello. 85 Il Monte Nisir trattenne il vascello e non lo fece più muovere... Quando sorse il settimo giorno, presi una colomba e la liberai; andò la colomba, e tornò. Mandai una rondine e tornò; non vi era più luogo e tornò. Presi un corvo e lo liberai; andò il corvo, e osservò le acque che scendevano; mangia, sguazza, gracchia e non torna. Alcune Riflessioni dopo aver letto i primi 10 capitoli della Bibbia BIBBIA 6 L’esistenza di Dio non si può dimostrare 86 La Scienza non può non presupporre l’esistenza di un “creatore” Parlare della Bibbia significa necessariamente parlare di Dio La Filosofia propende per “l’ipotesi” che il Demiurgo abbia creato secondo un progetto (che potrebbe includere l’evoluzione: creazione di un universo che contiene in potenza tutto quanto avverrà). La religione non solo afferma che il progetto è finalizzato, ma anche che l’Autore si interessa della sua realizzazione. (Fede). 87 Fede: Verità certa, non dimostrabile. I fatti narrati fino alla chiamata di Abramo (primi 10 capitoli della Genesi) sono “eventi emblematici” e servono a “supportare” i principi filosofici e morali che l’Autore vuole comunicare all’uomo. Principi fondamentali sono: a) Dio ha creato l’universo b) L’uomo, l’ultima delle creature di Dio, ha “coscienza” di sé, del Creatore e dei principi morali, che è libero di rispettare o violare. c) Osservando i principi morali insiti nella loro coscienza, gli uomini vivono in armonia col creato e col creatore (paradiso terrestre). 88 d) i primi uomini cedono alla tentazione di agire contro i principi “insiti nella loro coscienza” per un proprio tornaconto, nonostante la coscienza dica loro che fanno male. “La donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza”. Al piacere di essersi procurati un vantaggio contravvenendo ai loro principi subentra immediatamente il rimorso e la vergogna. “Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo e sua moglie si nascosero dal Signore Dio.” 89 Caino e Abele Fatto emblematico. “L’uomo per egoismo e per invidia giunge a uccidere il proprio fratello”. (ogni uomo è fratello). Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì i primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino e Abele L’offerta gradita e quella non gradita. La qualità dell’offerta. Dio dialoga con Caino… il cuore di Caino è maldisposto. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta. 90 Disse Caino al Signore: "Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere". Ma il Signore gli disse: "Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!". Dio impone la segregazione di chi ha commesso il male, ma non permette la vendetta. Arca di Noè ARCA DI NOE’ Evento probabilmente accaduto; storia raccontata nella letteratura dei popoli trai i quali Israele vive. Profondamente diversa è l’interpretazione del fatto. L’Autore della Bibbia vuol dare chiaro il messaggio che chi vive violando i principi morali naturali verrà punito. 91 Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. I figli di Dio e i figli degli uomini(Le tribù che onorano un solo Dio e quelle “politeiste”?... ) Allora Dio disse a Noè: "È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. 92 Ecco, io sto per mandare il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne in cui c'è soffio di vita; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui c'è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio. Il Signore chiuse la porta dietro di lui. Così fu cancellato ogni essere che era sulla terra: dagli uomini agli animali domestici, ai rettili e agli uccelli del cielo; essi furono cancellati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca. Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono. Noè aprì la finestra che aveva fatto nell'arca e fece uscire un corvo. Noè poi fece uscire una colomba, 93 Di nuovo fece uscire la colomba dall'arca e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco una tenera foglia di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Aspettò altri sette giorni; lasciò andare la colomba; essa non tornò più da lui. Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutti gli animali della terra e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono dati in vostro potere. "Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. L'arco sarà sulle nubi, e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra". LA TORRE DI BABELE La torre di Babele non è identificabile con “un” edificio in “una” città, anche se la tradizione la colloca nei territori fra il Tigri e l’Eufrate. E’ un fatto simbolico utilizzato per giustificare la nascita delle diverse lingue. 94 Emigrando dall'oriente, gli uomini capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da malta. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. Qui si conclude la parte “preistorica” Nei primi 10 capitoli non si deve cercare né storia, né scienza, come la intendiamo noi oggi. Ci sono affermazioni di principio di carattere filosofico, morale e teologico, molto logiche e “ragionevoli”. (notare che il tutto è concentrato in dieci brevissimi capitoli che occupano circa dieci pagine) 95 Bibbia 7 La parte “preistorica” della Bibbia si rifà ad eventi riportati nella mitologia dei popoli che hanno abitato la Mesopotamia. Verissimo, ma… Mitologia e “eventi” credibili Bibbia e Atrahasis Importanza della Mitologia Tentativo dell’uomo di rispondere alle questioni fondamentali Differenza tra “Mitologia e Religione” Differenza tra Religione e Mitologia Religioni Monoteiste ebraica-cristiana-musulmana 96 3 eventi Atrahasis dell’Atrahasis Mitologia: - molteplici divinità - rapporti conflittuali degli dei con gli uomini - uomini=servi degli dei 1) creazione dell’universo dal caos esistente emergono prima due divinità An=Cielo e Ki=Terra, tra cui poi si frappone Enlil=vento. An e Ki poi generano Enki=acqua Grandi Dei e gli Igigi 2) Creazione dell’uomo per addossargli il lavoro che gli dei non vogliono più fare 3) Diluvio: decretato perché gli uomini erano troppi e disturbavano col loro chiasso il sonno di Enlil, dio del vento. 97 Linguaggio della BIBBIA: essenziale filosoficamente corretto razionalmente “credibile”. Gli stessi eventi sono narrati a spiegazione di verità filosofiche e religiose. Prologo della Bibbia… Fatti emblematici o “eventi” anche realmente accaduti, “narrati” non con finalità “documentaristico-storiche, ma con lo scopo di dare una base concreta ai messaggi filosofici, teologici e morali che l’autore voleva comunicare. Veridicità - Credibiltà stanno nella essenzialità del linguaggio Ci siamo fermati molto sui contenuti “filosofico-teologici” e poco su quelli letterari (che ognuno dovrebbe gustarsi in privato). 98 Brani da rileggere e gustare: Creazione dell’Universo Creazione dell’Uomo Peccato Originale e Rimorso Diluvio Universale e Patto tra Dio e l’umanità STORIA DEL POPOLO EBRAICO Ora passiamo dalla “preistoria” alla storia. INIZIA CON LA STORIA DI ABRAMO 99 Con la Storia di Abramo inizia la “STORIA” del popolo di Israele, compatibile con eventi contemporanei anche se per circa 7 secoli nessun documento ufficiale parla del popolo di Israele. Israele è una tribù di pastori seminomade che vive tra UR in Caldea e l’Egitto. Le loro storie “vere” sono tramandate oralmente di padre in figlio, ma non registrate in documenti storici ufficiali. 1850 – 1210 a.C. “storia” = memoria e tradizione Dal 1200 in poi, dopo la conquista della terra di Canaan, il piccolo popolo entra a far parte della storia a pieno titolo. Le loro tradizioni orali cominciano ad essere trascritte nel Pentateuco o Torah. 1210 – 700 a.C. “storia” del popolo di Israele, piccolo popolo tra i popoli 700 a.C. 100 a.C. “storia antica dei popoli del vicino oriente” 100 Ebreo = colui che attraversa il deserto Popolo Ebreo Stato di ISRAELE Arabo = nomade Israele Colui che ha combattuto con Dio Dio combatte al tuo fianco Dio Governa (Ismaele = Dio mi ascolta) (Papa Giovanni Paolo II) Ciò che per noi è Bibbia (greco) Pentateuco - Torah per gli Ebrei è Tanak e si divide in 3 parti: Torah (Insegnamento-Legge) Pentateuco è composto da “pente” che significa “cinque”, e “teuchos” che significa “astuccio”, contenitore, teca. Nevhiim (Profeti.. storici) Ketuviim (scritti sapienziali) 101 Attribuito originariamente a Mosè Teoria degli stili letterari (JEPD) a portato alla conclusione che il Testo definitvo sia un Documento Postesilico (500 a.C. circa) - da presentare a Dario re dei Persiani - da diffondere tra il popolo per rinsaldarne l’identità Genesi: ...Da Abramo a Giuseppe Esodo: Il Viaggio dall’Egitto alla Terra Promessa (prima parte) Levitico: Leggi e prescrizioni Numeri: Organizzazione delle tribù e seconda parte del viaggio nel deserto Deuteronomio: 3 discorsi di Mosè (riepilogo della storia da Abramo alla terra Promessa – Morte di Mosè) Il patrimonio letterario formatosi nei secoli (X-VII) viene utilizzato alla fine del VI secolo, per comporre un’opera organica che deve costituire il fondamento religioso ed etnico del popolo d’Israele sopravvissuto al tramonto della sua consistenza politica, con la caduta di Gerusalemme e del regno di Giuda. GENESI (In principio) Da: In principio… 1850 – 1750 ca 102 Prologo: 6 episodi a) Creazione dell’universo b)Creazione dell’Uomo c) Peccato originale contro “Dio” d) Peccato contro il Prossimo (Caino e Abele) e) Peccato e Punizione (Noè) f) Origine dei Popoli (Torre di Babele) Il secondo a portare il nome Enoch è (Genesi 5,21-23) il settimo discendente di Adamo lungo la linea di Set (la cosiddetta "grande genealogia dei Setiti" – “i figli di Dio”). Figlio di Iared, genera a sua volta Matusalemme, il nonno di Noè. Particolare è la sua fine: "Enoch visse in tutto 365 anni, e camminò con Dio, poi non fu più veduto, perché Iddio lo prese". Una curiosità dal 5 capitolo della Genesi: Enoch (Il primo Enoch citato nella Genesi è il figlio di Caino). BIBBIA 8 103 Dubbi sulla storicità dei fatti a) come si intendeva la storia nel X secolo a.C. Idealizzazione - Epicizzazione b) Israele: popolo nomade c) “strumentalizzazione” degli avvenimenti d) finalità dell’autore (parabole) Comunque la narrazione degli eventi riguardanti io popolo di Israele Dal 1850 al 1050 circa sono STORIA “VEROSIMILE” Gli eventi storici sono “strumenti su cui scrivere” il messaggio religioso. Questo modo di “fare storia” era comune presso tutti i popoli. Per quanto riguarda la Bibbia, la finalità è “morale”. La veridicità storica non è l’obiettivo dei “redattori” Storia di Abramo 1850 – 1750 ca. a.C. Aghar - Sarah Ismaele e Isacco Isacco e Rebecca Esaù e Giacobbe (Israele) 104 All'inizio del II° millennio si produce in Mesopotamia un evento di straordinaria importanza storica e religiosa : uno spirito chiamato da noi occidentali contemporanei "Dio" (e ci si riferisce non al dio dei filosofi, nè a uno spirito supremo generico ma a questo spirito particolare,) si rivela ad un popolo attraverso “Abramo” dal quale discenderà una storia che avrà un ruolo determinante per l' Occidente contemporaneo e per il mondo intero. L'antropologia del sacro rileva in questo evento una rottura nello sviluppo storico dell'homo religiosus. Con l'evento della rivelazione di Dio al popolo di “Abramo” gli elementi strutturali dell'homo religiosus diventano: -la parola-promessa di Dio -la fede in questa parola - il comportamento morale dell'uomo in relazione a questa parola -la storia vissuta in relazione con Dio -l'alleanza con Dio Ecco come nella Genesi inizia la Storia di Abramo Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioè del suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Cànaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono. Il Signore disse ad Abram: "Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. 105 Abram attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese si trovavano allora i Cananei. Il Signore apparve ad Abram e gli disse: "Alla tua discendenza io darò questo paese". Allora Abram costruì in quel posto un altare al Signore che gli era apparso. Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore. Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Cànaan. Arrivarono al paese di Cànaan L’incontro con Melchisedeck Sacerdote del Dio Altissimo Quando Abram seppe che il suo parente era stato preso prigioniero, organizzò i suoi uomini esperti nelle armi, schiavi nati nella sua casa, in numero di trecentodiciotto, e si diede all'inseguimento fino a Dan. Piombò sopra di essi di notte, lui con i suoi servi, li sconfisse e proseguì l'inseguimento fino a Coba, a settentrione di Damasco 106 Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: "Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici". ABRAMO MELCHISEDEK FEDE NEL DIO ALTISSIMO UNICO Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu rivolta ad Abram in visione: "Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande". Questo Melchìsedek infatti, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla vittoria sui re e lo benedisse; a lui Abramo diede la decima di ogni cosa; anzitutto il suo nome tradotto significa re di giustizia; è inoltre anche re di Salem, cioè re di pace. Egli è senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno. (Lettera di San Paolo agli Ebrei 7,1 e seg.). 107 Il Signore ha giurato e non si pente: "Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek". Prima di Abramo c’era la religione naturale I figli di Dio e i Figli degli Uomini (Salmo 110) Sacerdote = Profeta = Mediatore Cristo = “IL” Sacerdote, non è più il profeta, ma il Verbo di Dio. Con Abramo si ha la RIVELAZIONE di DIO la religione “cosciente” RELIGIONE PATTO – ALLEANZA REGOLE – SANZIONI FEDE (San Paolo – lettera agli Ebrei cap.11) EBRAISMO – CRISTANESIMO - ISLAM 108 “La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Chi infatti s'accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano”. (San Paolo, Lettera agli Ebrei, 11 ) Giacobbe sposa Lia e RACHELE Combatte con Dio (l’angelo)=Israele LA DISCENDENZA DI ABRAMO 12 Figli di Giacobbe Migrazione in Egitto Storie di Giuseppe Dalla Palestina all’Egitto Morte di Giacobbe (fine del libro della Genesi) 109 La Storia Contemporanea a quanto narrato dalla Bibbia Hyksos Letteralmente significa Capo di un paese straniero. E’ il termine con cui nel Canone Reale sono indicati i sei sovrani della XV dinastia egizia. La linea fortificata, detta Muro del Principe, eretta sul confine orientale per impedire le razzie dei nomadi della penisola del Sinai, si indebolì permettendo a gruppi di pastori, sempre alla ricerca di pascoli e di acqua, di infiltrarsi nelle fertili pianure del delta del Nilo, tanto da arrivare a costituire una parte rilevante della popolazione. La penetrazione di queste popolazioni costituite da genti indicate come Hurriti o Amorrei venne facilitata dallo sfaldamento dello stato unitario che aveva retto l'Egitto durante le dinastie XI e XII. (1987 – 1780 a.C.) Centro politico del potere degli Hyksos fu la città di Avaris da loro fondata nel delta del Nilo. Gli Hyksos scomparvero verso la metà del XVI secolo quando si impose la XVIII dinastia (Thutmosi III – Hatshepsut… Nuovo Regno 1550 - 1080). 110 Esodo Nascita di Mosè quando avvenne? Infanzia (prova del fuoco-apocrifo) ? 1400 – 1250 a.C. ? Dall’Esodo al Deuteronomio il Popolo è guidato da Mosè Uccisione di un guardiano Egiziano Fuga nel deserto (figlie di Ietro) Vocazione Pasqua: Agnello Pasquale Mosè sul monte Sinai Passaggio del Mar Rosso Il Candelabro d’oro L’Arca dell’alleanza Il primo tratto del viaggio nel deserto del Sinai I Dieci Comandamenti Le quaglie, l’Acqua salmastra la nube luminosa Il Vitello d’Oro Le seconde tavole della legge 111 Levitico Numeri Redatto dai “leviti” durante l’esilio babilonese, raccoglie regole e tradizioni secolari. Organizzazione amministrativa e traversata del deserto: Quaglie – L’acqua dalla roccia Esplorazione della terra promessa Serpente di Bronzo Asina di Balaam Stile “minuzioso e ripetitivo”. Testo ricco di spunti che spiegano l’origine di molte “tradizioni” liturgiche Episodio dell’ Asina di Balaam Ore Balak, figlio di Zippor, vide quanto Israele aveva fatto agli Amorrèi. Balak, figlio di Zippor, era in quel tempo re di Moab. Egli mandò messaggeri a Balaam, "Ecco, un popolo è uscito dall'Egitto; ricopre la terra e si è stabilito di fronte a me; vieni e maledicimi questo popolo; so infatti che chi tu benedici è benedetto e chi tu maledici è maledetto". Gli anziani di Moab partirono portando in mano il salario dell'indovino. Ora Dio venne a Balaam e gli disse: "Chi sono questi uomini che stanno da te?" Dio disse a Balaam: "Tu non andrai con loro, non maledirai quel popolo, perché esso è benedetto". 112 Dio disse a Balaam: "Tu non andrai con loro, non maledirai quel popolo, perché esso è benedetto". L'asina, vedendo l'angelo del Signore che stava sulla strada con la spada sguainata in mano, deviò dalla strada L'asina vide l'angelo del Signore e si accovacciò sotto Balaam; l'ira di Balaam si accese ed egli percosse l'asina con il bastone. Dio non è un uomo da potersi smentire, non è un figlio dell'uomo da potersi pentire. Forse Egli dice e poi non fa? Promette una cosa che poi non adempie? “Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele!” Quando anche Balak mi desse la sua casa piena d'argento e d'oro, non potrei trasgredire l'ordine del Signore per fare cosa buona o cattiva di mia iniziativa: ciò che il Signore dirà, quello soltanto dirò! Allora il Signore aprì la bocca all'asina ed essa disse a Balaam: "Che ti ho fatto perché tu mi percuota già per la terza volta?". Allora il Signore aprì gli occhi a Balaam ed egli vide l'angelo del Signore. Balaam si inginocchiò e si prostrò con la faccia a terra. ---------------------------------------------------------------------------- “Chi può contare la polvere di Giacobbe? Chi può numerare l'accampamento d'Israele? Possa io morire della morte dei giusti e sia la mia fine come la loro". “Sacerdoti dell’Altissimo” Melchisedeck (1850 ca) e Balaam (1250 ca) non appartengono al popolo di Abramo… 113 1850? Melchisedeck, re di Salem e sacerdote del Dio Altissimo, non appartiene al popolo di Dio. Deuteronomio 1250? Balaam, sacerdote del Dio Altissimo, non appartiene al popolo di Israele. Tre discorsi e Morte di Mosè Ascoltate, o cieli: io voglio parlare: oda la terra le parole della mia bocca! Stilli come pioggia la mia dottrina, scenda come rugiada il mio dire; come scroscio sull'erba del prato, come spruzzo sugli steli di grano. Voglio proclamare il nome del Signore: date gloria al nostro Dio! Egli è la Roccia; perfetta è l'opera sua; tutte le sue vie sono giustizia; è un Dio verace e senza malizia; Egli è giusto e retto. Mi resero geloso con ciò che non è Dio, mi irritarono con i loro idoli vani; io li renderò gelosi con uno che non è popolo, li irriterò con una nazione stolta. Te beato, Israele! Chi è come te, popolo salvato dal Signore? Egli è lo scudo della tua difesa e la spada del tuo trionfo. 114 Bibbia 9 Pentateuco: 1) Dalla creazione ad Abramo 2) Da Abramo, che si stabilisce nella terra promessa, a Mosè, che riconduce il popolo di Israele dall’Egitto alla terra promessa. Ora iniziano i libri “STORICI” (Storia non più verosimile, ma vera e verificabile) Libri storici 1200-135 a.C. ca -Giosuè - Giudici Rut Samuele 1 e 2 RE 1 e 2 Cronache 1 e 2 Tobia – Giuditta - Ester Esdra – Neemia Maccabei 1 e 2 (3 -4) Idee guida: A) Storia di un “piccolo” popolo. Israele ha ottenuto la terra promessa… che però deve “meritare” con la fedeltà a Dio. B) Le tribù di pastori sono guidate da “saggi” scelti di volta in volta in base alle loro virtù e alle necessità del popolo. 115 La missione del popolo d’Israele: Le tribù vivono circondate da “popoli” pagani: Mantenere viva la “fede” nell’Unico Dio “Creatore” Israele è esposto a due pericoli: Mantenere viva e operante la memoria della “sua legge” a) quando è in “amicizia” con i vicini: “idolatria” b) quando è ostile: alla “ingordigia” dei confinanti Il significato “religioso” della storia: Popolo fedele a Dio è testimone tra le genti del messaggio divino. In cambio ha la “terra” e la protezione di Dio. Interpretazione “letterale” e interpretazione “spirituale”. La terra promessa non può essere solo un “pezzo di terra”. Il popolo di Israele è sempre stato un piccolo popolo con una grande missione: Quanti sono gli Ebrei oggi? 116 Approssimativamente, dopo la seconda guerra mondiale e la Shoà rimanevano nel mondo 11 milioni di ebrei, contro i 16,5 milioni di prima della guerra. Oggi la cifra si aggira intorno a poco più di 13 milioni. Di questi circa il 42% (5,5 milioni) vivono in Israele. Il messaggio non può essere che Israele diventerà “padrone del mondo”, ma che il messaggio religioso conquisterà il mondo. Dio che ha inviato i profeti, invierà il “messia” il suo messaggero definitivo. Università di Gerusalemme, Dept. of Media Relations, 06.05.08 Non conta il “numero”, ma la testimonianza. Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci". Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei dieci". La storia “contemporanea ai fatti biblici”: Israele è circondata da popoli più evoluti: Egitto: X dinastia.. Ixsos, Medio Regno con le grandi dinastie XV – XVI … Ramessidi)Sumeri – Babilonesi – Assiri Babilonesi Creta – Grecia – (Troia) (Abramo e la distruzione di Sodoma e Gomorra) 117 Riassunto degli eventi narrati nei libri storici (fino al 135 a.C.) e eventi successivi… 931 a.C. Alla morte di Salomone cessa l’unità del regno di Israele. Geroboamo “usurpa” il nord, composto da 10 tribù, e lo chiama "Israele", con capitale Samaria; durerà circa due secoli 721 a.C. Fine del regno di Israele conquistato dagli Assiri di Sargon II i suoi abitanti sono deportati a Ninive. 1200 -1025 a.C.: Epoca dei Giudici 10301010 a.C. Saul (muore combattendo contro i Filistei) 1010-970 a.C Davide, della tribù di Giuda, ridimensiona decisamente il potere dei Filistei e che fissa la capitale del regno a Gerusalemme. 970-931: Salomone (Regno di Pace costruzione del 1° tempio). Per evitare la sottomissione ad un impero esterno, il regno del Nord cominciò ad accettare il pagamento di tributi agli stranieri. Nel 721 a.C. si ebbe una prima svolta determinante. Accadde infatti che, a seguito di imposte non pagate da Israele al re Assiro, i suoi abitanti furono deportati in Ninive e al loro posto vennero fatti arrivare in Samaria popolazioni mesopotamiche. 118 Roboamo, figlio di Salomone eredita il regno del sud, composto da due sole tribù, regno di "Giuda", con capitale Gerusalemme. Conserverà l'indipendenza per poco più di tre secoli. Tra il 598 e il 587 a.C. verrà sottomesso dai babilonesi di Nabucodonosor e gli abitanti verranno deportati a Babilonia. Nel periodo di divisione dei due regni, sino alla fine dell'esilio babilonese, è molto forte l'attività di critica, da parte dei profeti (Elia, Eliseo, Isaia, Geremia...). Il peso dei profeti diventa determinante. E' durante il regno di Acab su Israele (874853 a.C.) che incontriamo la figura del profeta Elia, cui seguiranno tutta una serie di altri profeti che risuonano come voci preannuncianti disgrazie e redarguiscono ora questo ora quel regnante per la condotta non sempre ortodossa. Il profeta Eliseo fece consacrare re Ieu, un israelita che impose anche con metodi “forti” l’adorazione di un solo Dio. Ma, nonostante il suo regno sia stato piuttosto lungo (28 anni) il narratore lamenta il fatto che non riuscì ad estirpare il culto dei Baal. 119 Nel 539 a.C. i persiani, con Ciro, conquistano la Mesopotamia e permettono agli ebrei di tornare in Palestina. Vengono proibiti i matrimoni misti e considerati "impuri e pagani" tutti i non ebrei, i non circoncisi e chiunque non accetti il culto di Jahvè a Gerusalemme (p.es. i samaritani). La Giudea diventa uno “Stato” teocratico. Il libro di Esdra comincia con la citazione dell’editto di Ciro, re persiano, che “allo scopo di realizzare la parola del Signore” rimanda a Gerusalemme gli esuli tratti da Nabucodònosor nelle precedenti battaglie, fornendoli addirittura delle necessarie provviste e del tesoro del Tempio trafugato. Ciro fu l’imperatore prediletto degli ebrei, tanto da venir indicato come unto del Signore (Is 45,1) perché permise agli esuli il ritorno nella madre patria. Esdra inizia immediatamente la ricostruzione del tempio. I lavori però non sono ben visti dalle popolazioni vicine, definite “i nemici di Giuda e Beniamino”. Al re persiano si insinua che la ricostruzione di questa città gli avrebbe fatto perdere i suoi possedimenti oltre l’Eufrate 120 I profeti Aggeo e Zaccaria, incitano la popolazione a continuare i lavori, che riprendono finalmente e terminano sotto il re Dario. Dal 200 a.C. la Palestina passa ai re Seleucidi di Siria, contro i quali gli ebrei si ribellano sotto la guida della famiglia dei Maccabei, ottenendo una breve relativa indipendenza dopo il 141 a.C. L'epoca persiana finsce con l'inizio di quella ellenistica di Alessandro Magno 333-63 a.C. Alla morte di Alessandro l'impero viene diviso e la Palestina prima viene sottomessa ai re Lagidi d'Egitto (in questo periodo – 250 ca. a.C- la Bibbia viene tradotta in greco). Quanto conosciamo della storia di Israele (dai libri biblici dei Maccabei fino al 73 d.C.) ci è giunto sostanzialmente attraverso le opere di Giuseppe Flavio storico giudeo nato nel 37 d.C., discendente, da parte del padre, dalla nobiltà sacerdotale. 121 Il periodo raccontato nei libri biblici dei Maccabei si ferma al 135 a.C. (cfr. Le rivolte dei Maccabei ) ma i discendenti di Mattatia riuscirono a tenere le redini della Palestina fino al 63 a.C. Egli prese possesso della Giudea nel 37 a.C. e la governò fino alla morte, avvenuta nel 4 a.C. 63 a.C. Pompeo assediò Gerusalemme e determinò la fine dell'indipendenza della regione. Alla morte di Giulio Cesare (44 a.C.) la Giudea fu sottoposta allo sfruttamento da parte di Cassio, finché non venne sconfitto da Marco Antonio e Ottaviano a Filippi e i Romani nominarono Erode re nel 40 a.C. La Palestina diventò una provincia imperiale. Gli ebrei tentarono più volte di ribellarsi, ma non avendo mai raggiunto una sufficiente coesione nazionale, subirono una disfatta gravissima nella prima rivolta del 66-70 d.C. 70 d.C. Il tempio fu distrutto da Tito. Nel 132-135, con la sconfitta della seconda rivolta, Gerusalemme venne chiamata Aelia Capitolina. L'ingresso agli ebrei fu vietato. Dispora “definitiva” 122 Dal 1948 è stato ricostituito in Palestina, per decisione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, lo stato di Israele, permettendo agli ebrei di ritornare sulle loro antiche terre. BIBBIA 10 Giosuè Inizio della lettura di Brani scelti nei libri Storici 1250 – 1200 ca Conquista della terra promessa Le mura di Gerico XIII secolo La Battaglia di Gabaon (sole) Divisione della terra tra le 12 tribù d’Israele 123 Giosuè disse al popolo: "Voi non potrete servire il Signore, perché è un Dio santo, è un Dio geloso; Egli non perdonerà le vostre trasgressioni e i vostri peccati. Se abbandonerete il Signore e servirete dei stranieri, Egli vi si volterà contro e, dopo avervi fatto tanto bene, vi farà del male e vi consumerà". Il popolo disse a Giosuè: "No! Noi serviremo il Signore". Allora Giosuè disse al popolo: "Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelto il Signore per servirlo!". Risposero: "Siamo testimoni!". I Giudici 1200 – 1080 ca I Giudici sono 12 Debora (Giaele) Gedeone 6 minori e 6 maggiori Sansone - Timma (Filistea) “Intervengono quando il popolo ha bisogno dell’aiuto di Dio”. “Dal divoratore è uscito il cibo; dal forte è uscito il dolce” Sansone e Dalila Beniamino 124 Eud era morto e gli Israeliti tornarono a fare ciò che è male agli occhi del Signore. Il Signore li mise nelle mani di Iabin re di Cànaan, che regnava in Cazor. Il capo del suo esercito era Sisara che abitava a Aroset-Goim. In quel tempo era giudice d'Israele una profetessa, Dèbora, moglie di Lappidot. Essa sedeva sotto la palma di Dèbora, tra Rama e Betel, sulle montagne di Efraim, e gli Israeliti venivano a lei per le vertenze giudiziarie. Debora IL CANTO DI DEBORA 125 Ascoltate, re, porgete gli orecchi, o principi; io voglio cantare al Signore, voglio cantare al Signore, voglio cantare inni al Signore, Dio d'Israele! --------------Era cessata ogni autorità di governo, era cessata in Israele, fin quando sorsi io, Dèbora, fin quando sorsi come madre in Israele. SANSONE Gli Israeliti tornarono a fare quello che è male agli occhi del Signore e il Signore li mise nelle mani dei Filistei per quarant'anni. Poi la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. C'era allora un uomo di Zorea di una famiglia dei Daniti, chiamato Manoach; sua moglie era sterile. Lo spirito del Signore cominciò a investirlo quando era a MacaneDan, fra Zorea ed Estaol 126 Sansone scese poi a Timna e a Timna vide una donna tra le figlie dei Filistei. Tornato a casa, disse al padre e alla madre: "Ho visto a Timna una donna, una figlia dei Filistei; ora prendetemela in moglie". Dopo qualche tempo tornò per prenderla e uscì dalla strada per vedere la carcassa del leone: ecco nel corpo del leone c'era uno sciame d'api e il miele. Giunto presso le vigne di Timna, ecco un leone venirgli incontro ruggendo. Lo spirito del Signore lo investì e, senza niente in mano, squarciò il leone come si squarcia un capretto NOZZE DI SANSONE INDOVINELLO PER GLI INVITATI 127 "Voglio proporvi un indovinello; se voi me lo spiegate entro i sette giorni del banchetto e se l'indovinate, vi darò trenta tuniche e trenta mute di vesti; ma se non sarete capaci di spiegarmelo, darete trenta tuniche e trenta mute di vesti a me". Quelli gli risposero: "Proponi l'indovinello e noi lo ascolteremo". Egli disse loro: "Dal divoratore è uscito il cibo e dal forte è uscito il dolce". Allora lo spirito del Signore lo investì ed egli scese ad Ascalòn; vi uccise trenta uomini, prese le loro spoglie e diede le mute di vesti a quelli che avevano spiegato l'indovinello. Poi acceso d'ira, risalì a casa di suo padre e la moglie di Sansone fu data al compagno che gli aveva fatto da amico di nozze. Dpo qualche giono di “banchetto” la moglie convince Sansone a svelare la soluzione dell’indovinello e la comunica ai commensali. Sansone si adira. Abbandona la moglie…. Dopo qualche tempo, nei giorni della mietitura del grano, Sansone andò a visitare sua moglie, le portò un capretto e disse: "Voglio entrare da mia moglie nella camera". Ma il padre di lei non gli permise di entrare e gli disse: "Credevo proprio che tu l'avessi ripudiata e perciò l'ho data al tuo compagno di nozze. 128 Sansone si sfoga contro i Flistei, che decidono di liberarsi di lui. Si innamora di Dalila Dalila gli chiede cosa lo rende forte… dopo due risposte ingannevoli Sansone rivela che la sua forza è nei capelli. I filistei gli fanno rasare i capelli da Dalila. Sansone lega della paglia alla code di alcune volpi.. Da fuoco alla pagla e le libera nei campi dei Filistei. Le volpi bruciano il grano. I Filistei invadono le terre di Giuda. I “Giudei” consegnano Sansone ai Filistei. Sansone si libera e con una mascella d’asino uccide mille Filistei. Va Gaza da una prostituta. I Filistei chiudono le porte della città “I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di rame. Egli dovette girare la macina nella prigione”. Intanto la capigliatura che gli avevano rasata, cominciava a ricrescergli…. Mentre è incatenato scuote le colonne cui è legato e muore insieme ai capi dei Filistei. “Egli era stato giudice d'Israele per venti anni.” 129 RUT Bisnonna di Davide – “pagana” da BOOZ – RUT nasce OBED da cui nasce IESSE da cui nasce DAVIDE Noemi a causa di una carestia emigra da Betlemme con il marito e due figli e si stabilisce nella terra di Moab. I figli sposano Orpa e RUT. Marito e figli di Noemi muoiono. Noemi decide di tornare nella terra di Giuda. Rut non vuole lasciare la suocera e l’accompagna. Mentre è a spigolare BOOZ la vede, udita la sua storia decide di sposarla. Storia semplice Stile coinvolgente Scopo “edificatorio” Affermare principi e valori: apertura agli stranieri fedeltà agli affetti familiari cura per gli anziani BIBBIA 11 130 SAMUELE I e II Due Libri I Libro: Samuele e SAUL Con i libri di Samuele inizia La “grande Storia” (grande per gli Ebrei…) Il REGNO DI ISRAELE SAMUELE I (Dio ha ascoltato) II Libro: DAVIDE 131 Date secondo Albright Samuele è l’ultimo giudice: I libri di Samuele narrano il passaggio dalla “cooperazione tra le tribù guidate dai Giudici”, all’organizzazione politica, con la nascita della monarchia. ca.1030 –1010 Saul ben Qysh, Re d’Isreale, ucciso in battaglia David ben Yishai (Iesse) ca.1010–962 Re d’Israele Shelomoh ben David, ca. 962 - 931 Re d’Israele Figlio di Davide e Betsabea, il suo diritto alla successione gli fu contestato dal fratellastro più anziano Adonijah Storia di Samuele… scritta con stile vivace, partecipato, coinvolgente. Samuele nasce “miracolosamente”. Composto dopo il ritorno dall’esilio su “testi antichi”. Canto di Anna. Le due fonti sono evidenti. A brani “antimonarchici” si alternano brani “pro – monarchia” 132 Allora Anna pregò: “Il mio cuore esulta nel Signore, la mia fronte s'innalza grazie al mio Dio. Si apre la mia bocca contro i miei nemici, perché io godo del beneficio che mi hai concesso. Non c'è santo come il Signore, non c'è rocca come il nostro Dio. I sazi sono andati a giornata per un pane, mentre gli affamati han cessato di faticare. La sterile ha partorito sette volte e la ricca di figli è sfiorita Non moltiplicate i discorsi superbi, dalla vostra bocca non esca arroganza; perché il Signore è il Dio che sa tutto e le sue opere sono rette. L'arco dei forti s'è spezzato, ma i deboli sono rivestiti di vigore. Il Signore fa morire e fa vivere, scendere agli inferi e risalire. Il Signore rende povero e arricchisce, abbassa ed esalta. 133 Solleva dalla polvere il misero, innalza il povero dalle immondizie, per farli sedere insieme con i capi del popolo e assegnar loro un seggio di gloria. . Perché al Signore appartengono i cardini della terra e su di essi fa poggiare il mondo. Sui passi dei giusti Egli veglia, ma gli empi svaniscono nelle tenebre. Certo non prevarrà l'uomo malgrado la sua forza Analogie del canto di Anna con il Magnificat L'Altissimo tuonerà dal cielo. Il Signore giudicherà gli estremi confini della terra; darà forza al suo re ed eleverà la potenza del suo Messia". Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 134 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi Samuele è consacrato a Dio, sotto il sacerdote Eli. La vocazione di Samuele. Samuele diventa Giudice. I filistei sottraggono l’Arca dell’Alleanza. 135 L’arca viene riconquistata. Il popolo chiede il Re. Samuele ammonisce dei “danni che porterà la monarchia”, ma il popolo insite nel volere il Re. Disse loro: "Queste saranno le pretese del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al suo cocchio, li farà capi di migliaia e capi di cinquantine; li costringerà ad arare i suoi campi, a mietere le sue messi, ad apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. Gli dissero: "Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non ricalcano le tue orme. Ora stabilisci per noi un re che ci governi, come avviene per tutti i popoli". Agli occhi di Samuele era cattiva la proposta perché avevano detto: "Dacci un re che ci governi". Perciò Samuele pregò il Signore. Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. Si farà consegnare ancora i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li regalerà ai suoi ministri. Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai suoi consiglieri e ai suoi ministri. 136 Vi sequestrerà gli schiavi e le schiave, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi lavori. Metterà la decima sui vostri greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi. Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non vi ascolterà". Il popolo non diede retta a Samuele e rifiutò di ascoltare la sua voce, ma gridò: "No, ci sia un re su di noi. “Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio del bestiame minuto e grosso, gli animali grassi e gli agnelli, cioè tutto il meglio, e non vollero sterminarli; invece votarono allo sterminio tutto il bestiame scadente e patito”. SAUL unto RE. Saul rende potente e temuto Israele. Il peccato di Saul che non distrugge tutte le prede delle guerra vinta contro gli Amaleciti. Samuele esclamò: "Il Signore forse gradisce gli olocausti e i sacrifici come obbedire alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è più del grasso degli arieti. 137 Saul caduto in disgrazia si rattrista, diventa melanconico. Gli suggeriscono che la musica di un giovane Betlemmita, Davide potrebbe alleviare la sua malinconia Guerre con i Filistei. Davide alla corte di Saul. Davide e Golia Davide e Gionata (figlio di Saul). Davide Unto Re Invidia di Saul contro Davide. Davide sfugge a Saul che lo vuole uccidere. Ennesima guerra contro i Filistei. Morte di Saul e dei suoi tre figli tra cui Gionata. Davide al servizio dei Filistei 138 BIBBIA 12 Storia di Davide Riprendiamo dalla fine del 1° libro di Samuele Il popolo di Israele, sotto la guida del Re Saul, è impegnato in guerre continue contro i Filistei. Davide chiamato alla corte alla corte di Saul per sollevargli l’animo triste con la musica, acquista autorità presso il popolo per il suo coraggio. Episodio: Davide e Golia 139 Davide stringe amicizia con Gionata (figlio di Saul). Davide è Unto Re da Samuele Invidia di Saul contro Davide. Davide sfugge a Saul che lo vuole uccidere. Ennesima guerra contro i Filistei. Morte di Saul e dei suoi tre figli tra cui Gionata. Davide al servizio dei Filistei SAMUELE II Lamento di Davide per la morte di Saul e dei suoi figli. 140 "Il tuo vanto, Israele, sulle tue alture giace trafitto! Perché sono caduti gli eroi? Non fatelo sapere in Gat, non l'annunziate per le vie di Ascalòn, non ne faccian festa le figlie dei Filistei, non ne esultino le figlie dei non circoncisi! L'arco di Giònata non tornò mai indietro, la spada di Saul non tornava mai a vuoto. Saul e Giònata, amabili e gentili, né in vita né in morte furon divisi; erano più veloci delle aquile, più forti dei leoni. Figlie d'Israele, piangete su Saul, che vi vestiva di porpora e di delizie, che appendeva gioielli d'oro sulle vostre vesti. O monti di Gelboe, non più rugiada né pioggia su di voi né campi di primizie, perché qui fu avvilito lo scudo degli eroi, lo scudo di Saul, non unto di olio, ma col sangue dei trafitti, col grasso degli eroi. Perché son caduti gli eroi in mezzo alla battaglia? Giònata, per la tua morte sento dolore, l'angoscia mi stringe per te, fratello mio Giònata! Tu mi eri molto caro; la tua amicizia era per me preziosa più che amore di donna. Perché son caduti gli eroi, son periti quei fulmini di guerra?". 141 Natan e Davide Vittoria di Davide sui Filistei Ingresso dell’Arca in Gerusalemme Nel frattempo Samuele muore. Dio suscita un nuovo profeta alla corte del Re Davide: Natan Il peccato di Davide Davide e Betsabea. Il peccato di Davide Davide e Betsabea Davide si invaghisce di Betsabea. moglie di un suo ufficiale (Uria). Per averla per sé fa in modo che Uria venga ucciso in Battaglia. Il profeta Natan lo redarguisce aspramente 142 La parabola del ricco e del povero "Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l'altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero; ma il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme con i figli, Allora l'ira di Davide si scatenò contro quell'uomo e disse a Natan: "Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte. Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non aver avuto pietà". Allora Natan disse a Davide: "Tu sei quell'uomo!” mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia. Un ospite di passaggio arrivò dall'uomo ricco e questi, risparmiando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, per preparare una vivanda al viaggiatore che era capitato da lui portò via la pecora di quell'uomo povero e ne preparò una vivanda per l'ospite venuto da lui". Davide si pente del suo peccato e chiede perdono a Dio. Miserere 143 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. Quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato con Betsabea. Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Guerre con i Filistei e rivolte interne. Il governo di Davide non è facile. Ma il Re, confida nel Signore, e consolida il suo potere. Cantico di Davide Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre. (Salmo 51) Egli disse: "Il Signore è la mia roccia, la mia fortezza, il mio liberatore, il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio, il mio scudo, la mia salvezza, il mio riparo! Sei la mia roccaforte che mi salva: tu mi salvi dalla violenza. Invoco il Signore, degno di ogni lode, e sono liberato dai miei nemici. 144 Mi circondavano i flutti della morte, mi atterrivano torrenti esiziali. Mi avviluppavano le funi degli inferi; mi stavano davanti i lacci della morte. Nell'angoscia ho invocato il Signore, ho gridato al mio Dio, Egli ha ascoltato dal suo tempio la mia voce; il mio grido è giunto ai suoi orecchi. Con il canto di Davide, con cui si chiude il II libro di Samuele, si conclude di fatto il suo regno. La Bibbia continua con i due libri dei RE. BIBBIA 13 I RE I° e II° 145 1° RE: Successione di Davide Storia di Salomone Successione di Salomone Divisione del regno: Israele e Giuda Storie di Elia 2° RE : Storie di Eliseo Ultimi anni del regno di Davide Caduta di Israele Caduta di Giuda “Il re Davide era vecchio e avanzato negli anni e, sebbene lo coprissero, non riusciva a riscaldarsi. I suoi ministri gli suggerirono: "Si cerchi per il re nostro signore una vergine giovinetta, che assista il re e lo curi e dorma con lui; così il re nostro signore si riscalderà"… Essa curava il re e lo serviva, ma il re non si unì a lei”. Ma Adonia, figlio di Agghìt, insuperbito, diceva: "Sarò io il re". Si procurò carri, cavalli e cinquanta uomini che lo precedessero. Il re suo padre, per non affliggerlo, non gli disse mai: "Perché ti comporti in questo modo?". Adonia era molto bello; sua madre l'aveva partorito dopo Assalonne”. 146 Molti della corte di Davide seguirono ADONIA… Invece il sacerdote Zadòk, Benaià figlio di Ioiadà, il profeta Natan, Simei, Rei e il nerbo delle milizie di Davide non si schierarono con Adonia. Consacrazione di Salomone Allora Natan disse a Betsabea, madre di Salomone: "Non hai sentito che Adonia, figlio di Agghìt, si è fatto re e Davide nostro signore non lo sa neppure? “Adonia un giorno immolò pecore e buoi e vitelli grassi sulla pietra Zochelet, che è vicina alla fonte di Roghèl. Invitò tutti i suoi fratelli, figli del re, e tutti gli uomini di Giuda al servizio del re. Ma non invitò il profeta Natan, né Benaià, né i più valorosi soldati e neppure Salomone suo fratello”. Betsabea si presentò nella camera del re, che era molto vecchio, e Abisag la Sunammita lo serviva. Betsabea si prostrò davanti al re, che le domandò: "Che hai?". Essa gli rispose: "Signore, tu hai giurato alla tua schiava per il Signore tuo Dio che Salomone tuo figlio avrebbe regnato dopo di te, sedendo sul tuo trono. Ora invece Adonia è divenuto re e tu, re mio signore, non lo sai neppure. 147 Il re Davide fece chiamare il sacerdote Zadòk, il profeta Natan e Benaià figlio di Ioiadà. Costoro si presentarono al re, che disse loro: "Prendete con voi la guardia del vostro signore: fate montare Salomone sulla mia mula e fatelo scendere a Ghicon. Ivi il sacerdote Zadòk e il profeta Natan lo ungano re d'Israele. Voi suonerete la tromba e griderete: Viva il re Salomone! Sentendo avvicinarsi il giorno della sua morte, Davide fece queste raccomandazioni al figlio Salomone: "Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra. Tu sii forte e mostrati uomo. Osserva la legge del Signore tuo Dio, procedendo nelle sue vie ed eseguendo i suoi statuti, i suoi comandi, i suoi decreti e le sue prescrizioni, come sta scritto nella legge di Mosè, perché tu riesca in ogni tua impresa e in ogni tuo progetto”. “Tu sai quel che ha fatto a me Ioab, figlio di Zeruià, cioè come egli ha trattato i due capi dell'esercito di Israele, Abner figlio di Ner e Amasà figlio di Ieter, come li ha uccisi spargendo in tempo di pace il sangue, come si fa in guerra. Tu agirai con saggezza, ma non permetterai che la sua vecchiaia scenda in pace agli inferi”. “Agirai con bontà verso i figli di Barzillài il Galaadita, che mangeranno alla tua tavola, perché mi hanno assistito mentre fuggivo da Assalonne tuo fratello”. Davide si addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella città di Davide. La durata del regno di Davide su Israele fu di quaranta anni: sette in Ebron e trentatré in Gerusalemme. 148 Morte di Adonia Adonia, tramite Betsabea, chiede in moglie Abisag … Salomone lo fa uccidere. Salomone fa uccidere anche i sacerdoti e i dignitari che avevano sostenuto Adonia Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che ti sei scelto, popolo così numeroso che non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male, perché chi potrebbe governare questo tuo popolo così numeroso?". Al Signore piacque che Salomone avesse domandato la saggezza nel governare. Il sogno di Gabaon In Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte e gli disse: "Chiedimi ciò che io devo concederti". Salomone disse: "Tu hai trattato il tuo servo Davide mio padre con grande benevolenza, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questa grande benevolenza e gli hai dato un figlio che sedesse sul suo trono, come avviene oggi. Ora, Signore mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide mio padre. Ebbene io sono un ragazzo; non so come regolarmi. Dio gli disse: "Perché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te né una lunga vita, né la ricchezza, né la morte dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento per ascoltare le cause, ecco faccio come tu hai detto. Ecco, ti concedo un cuore saggio e intelligente: come te non ci fu alcuno prima di te né sorgerà dopo di te. Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè ricchezza e gloria come nessun re ebbe mai. Se poi camminerai nelle mie vie osservando i miei decreti e i miei comandi, come ha fatto Davide tuo padre, prolungherò anche la tua vita". Salomone si svegliò; ecco, era stato un sogno. Andò in Gerusalemme; davanti all'arca dell'alleanza del Signore offrì olocausti, compì sacrifici di comunione e diede un banchetto per tutti i suoi servi. 149 Il Giudizio di Salomone Saggezza proverbiale Costruzione del Tempio Dedicazione del tempio La Regina di Saba La ricchezza di Salomone Essa si è alzata nel cuore della notte, ha preso il mio figlio dal mio fianco - la tua schiava dormiva - e se lo è messo in seno e sul mio seno ha messo il figlio morto. Al mattino mi sono alzata per allattare mio figlio, ma ecco, era morto. L'ho osservato bene; ecco, non era il figlio che avevo partorito io". Il giudizio di Salomone Un giorno andarono dal re due prostitute e si presentarono innanzi a lui. Una delle due disse: "Ascoltami, signore! Io e questa donna abitiamo nella stessa casa; io ho partorito mentre essa sola era in casa. Tre giorni dopo il mio parto, anche questa donna ha partorito; noi stiamo insieme e non c'è nessun estraneo in casa fuori di noi due. Il figlio di questa donna è morto durante la notte, perché essa gli si era coricata sopra. L'altra donna disse: "Non è vero! Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto". E quella, al contrario, diceva: "Non è vero! Quello morto è tuo figlio, il mio è quello vivo". Discutevano così alla presenza del re. Egli disse: "Costei dice: Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto e quella dice: Non è vero! Tuo figlio è quello morto e il mio è quello vivo". 150 Allora il re ordinò: "Prendetemi una spada!". Portarono una spada alla presenza del re. Quindi il re aggiunse: "Tagliate in due il figlio vivo e datene una metà all'una e una metà all'altra". La madre del bimbo vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per il suo figlio, e disse: "Signore, date a lei il bambino vivo; non uccidetelo affatto!". L'altra disse: "Non sia né mio né tuo; dividetelo in due!". Dio concesse a Salomone saggezza e intelligenza molto grandi e una mente vasta come la sabbia che è sulla spiaggia del mare. La saggezza di Salomone superò la saggezza di tutti gli orientali e tutta la saggezza dell'Egitto. Egli fu veramente più saggio di tutti, più di Etan l'Ezrachita, di Eman, di Calcol e di Darda, figli di Macol; il suo nome divenne noto fra tutti i popoli limitrofi. Presa la parola, il re disse: "Date alla prima il bambino vivo; non uccidetelo. Quella è sua madre". Tutti gli Israeliti seppero della sentenza pronunziata dal re e concepirono rispetto per il re, perché avevano constatato che la saggezza di Dio era in lui per render giustizia. LA SAGGEZZA DI SALOMONE 151 Salomone pronunziò tremila proverbi; le sue poesie furono millecinque. Parlò di piante, dal cedro del Libano all'issòpo che sbuca dal muro; parlò di quadrupedi, di uccelli, di rettili e di pesci. Da tutte le nazioni venivano per ascoltare la saggezza di Salomone; venivano anche i re dei paesi ove si era sparsa la fama della sua saggezza. “Alla costruzione del tempio del Signore fu dato inizio l'anno 480 dopo l'uscita degli Israeliti dal paese d'Egitto, l'anno quarto del regno di Salomone su Israele. Il tempio costruito dal re Salomone per il Signore, era lungo sessanta cubiti, largo venti, alto trenta. Davanti al tempio vi era un atrio lungo venti cubiti, in base alla larghezza del tempio, ed esteso per dieci cubiti secondo la lunghezza del tempio”. LA COSTRUZIONE DEL TEMPIO Tempio di Salomone mt 30 (+10 di pronao) x 20 Tempio della Concordia AG mt. 23x12 Partenone di Atene mt 33x20 (aula) 69x30 (stilobate) 152 BIBBIA 14 STORIA DI SALOMONE (cont..) CONSACRAZIONE DEL TEMPIO Salomone immolò al Signore, in sacrificio di comunione, ventiduemila buoi e centoventimila pecore; così il re e tutti gli Israeliti dedicarono il tempio al Signore. In quel giorno il re consacrò il centro del cortile di fronte al tempio del Signore; infatti ivi offrì l'olocausto, l'oblazione e il grasso dei sacrifici di comunione, perché l'altare di bronzo, che era davanti al Signore, era troppo piccolo per contenere l'olocausto, l'oblazione e il grasso dei sacrifici di comunione. 153 In quell'occasione Salomone celebrò la festa davanti al Signore nostro Dio per sette giorni: tutto Israele, dall'ingresso di Amat al torrente d'Egitto, un'assemblea molto grande era con lui. Nel giorno ottavo congedò il popolo. I convenuti, salutato il re, tornarono alle loro case, contenti e con la gioia nel cuore per tutto il bene concesso dal Signore a Davide suo servo e a Israele suo popolo. Quando Salomone ebbe terminato di costruire il tempio, il Signore apparve per la seconda volta a Salomone, come gli era apparso in Gàbaon. “Se tu camminerai davanti a me, come vi camminò tuo padre, con cuore integro e con rettitudine, se adempirai quanto ti ho comandato e se osserverai i miei statuti e i miei decreti, io stabilirò il trono del tuo regno su Israele per sempre”. Ma se voi e i vostri figli vi allontanerete da me, se non osserverete i comandi e i decreti che io vi ho dati, se andrete a servire altri dei e a prostrarvi davanti ad essi, eliminerò Israele dal paese che ho dato loro, rigetterò da me il tempio che ho consacrato al mio nome; Israele diventerà la favola e lo zimbello di tutti i popoli. Quanti rimanevano degli Amorrèi, degli Hittiti, dei Perizziti, che non appartenevano agli Israeliti, e cioè i discendenti rimasti dopo di loro nel paese, coloro che gli Israeliti non erano riusciti a sterminare, Salomone li costrinse ai lavori forzati, e tale è ancora la loro condizione. 154 LA REGINA DI SABA (La storia) Secondo la testimonianza di questo antico documento sacro, la famiglia imperiale etiope discende direttamente dall'incontro amoroso tra il Re Salomone e la Regina di Saba, chiamata Makeda secondo la tradizione africana. Il libro epico etiope dei Re, il Kebra Nagast, contiene la storia di Makeda e dei suoi discendenti: riporta di come Salomone abbia incontrato la Regina (evento documentato anche nella Bibbia, 1 Re 10, 2 Cr 9) e abbia avuto un figlio da lei, il primogenito, incoronato Re con il titolo di Menelik I, primo imperatore d'Etiopia. La testimonianza del Kebra Nagast riporta di come Menelik abbia trafugato l'Arca dell'Alleanza da Gerusalemme all'Etiopia, ove probabilmente si trova tuttora. Makeda (in arabo Bilqis, scritto anche Balkiyis in alcuni testi) è il nome con cui è nota ai popoli etiopi la Regina di Saba citata nel primo libro dei Re e nel secondo libro delle Cronache della Bibbia, nel Corano e nel libro sacro della tradizione etiope, il Kebra Nagast. Saba era un antico regno che l'archeologia moderna situa in Etiopia o in Yemen. Nei testi biblici non viene mai nominata come tale, bensì chiamata Regina di Saba o Regina del Sud; il nome Makeda proviene dalla tradizione etiope e quello di Bilqis dalla tradizione araba (ma non dal Corano). È stato provato che le antiche comunità etiopi erano formate da una popolazione semita, emigrata attraverso il Mar Rosso dall'Arabia meridionale, mescolatesi con i locali abitanti non semiti. Inoltre, l'antico regno etiope di Axum ha governato anche una parte dell'Arabia meridionale che comprendeva lo Yemen fino alla nascita dell'Islam nel VII secolo. Per di più, l'amarico e il tigrino, le due principali lingue dell'Etiopia, sono lingue semitiche. 155 Il 9 maggio 2008 è stato diffuso un comunicato dell'Università di Amburgo secondo cui una equipe tedesca, guidata dall’archeologo Helmut Zeigert, avrebbe scoperto i resti del palazzo della leggendaria "regina di Saba".[1][2] Le rovine ritrovate presso Dungur (Etiopia) e collocate sotto i ruderi del palazzo di un re cristiano, erano quelle di un palazzo databile intorno al X secolo a.c.[3] REGINA DI SABA IL RACCONTO BIBLICO Il Professor Dr. Siegbert Uhlig, Capo dell’Unità di Ricerca degli Studi Etiopi, ha affermato: “Ziegert non ha discusso le sue ipotesi con alcun collega. L’Unità di Ricerca degli Studi Etiopi dell’Università di Amburgo considerano l’identificazione non scientificamente provata La regina di Saba, sentita la fama di Salomone, venne per metterlo alla prova con enigmi. Venne in Gerusalemme con ricchezze molto grandi, con cammelli carichi di aromi, d'oro in grande quantità e di pietre preziose. Si presentò a Salomone e gli disse quanto aveva pensato. Salomone rispose a tutte le sue domande, nessuna ve ne fu che non avesse risposta o che restasse insolubile per Salomone. La regina di Saba, quando ebbe ammirato tutta la saggezza di Salomone, il palazzo che egli aveva costruito… 156 …. disse al re: "Era vero, dunque, quanto avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e sulla tua saggezza! Io non avevo voluto credere a quanto si diceva, finché non sono giunta qui e i miei occhi non hanno visto; ebbene non me n'era stata riferita neppure una metà! Essa diede al re centoventi talenti d'oro, aromi in gran quantità e pietre preziose. Non arrivarono mai tanti aromi quanti ne portò la regina di Saba a Salomone. Inoltre, la flotta di Chiram portò legname di sandalo in gran quantità e pietre preziose. Con il legname di sandalo il re fece ringhiere per il tempio e per la reggia, cetre e arpe per i cantori. Mai più arrivò, né mai più si vide fino ad oggi, tanto legno di sandalo. Il re Salomone diede alla regina di Saba quanto essa desiderava e aveva domandato, oltre quanto le aveva dato con mano regale. Quindi essa tornò nel suo paese con i suoi servi. Quanto alla saggezza e alla prosperità, superi la fama che io ne ho udita. Beati i tuoi uomini, beati questi tuoi ministri che stanno sempre davanti a te e ascoltano la tua saggezza! Sia benedetto il Signore tuo Dio, che si è compiaciuto di te sì da collocarti sul trono di Israele. Nel suo amore eterno per Israele il Signore ti ha stabilito re perché tu eserciti il diritto e la giustizia". Il peccato di Salomone Ma il re Salomone amò donne straniere, moabite, ammonite, idumee, di Sidòne e hittite, appartenenti a popoli, di cui aveva detto il Signore agli Israeliti: "Non andate da loro ed essi non vengano da voi: perché certo faranno deviare i vostri cuori dietro i loro dei". 157 Quando Salomone fu vecchio, le sue donne l'attirarono verso divinità straniere e il suo cuore non restò più tutto con il Signore suo Dio come il cuore di Davide suo padre. Salomone seguì Astàrte, dea di quelli di Sidòne, e Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. La rivolta di Geroboamo Geroboamo Re d’Israele Salomone tenta invano di far morire Geroboamo Morte di Salomone Il Signore, perciò, si sdegnò con Salomone, perché aveva distolto il cuore dal Signore Dio d'Israele, che gli era apparso due volte e gli aveva comandato di non seguire altri dei. Allora disse a Salomone: "Poiché ti sei comportato così e non hai osservato la mia alleanza né i decreti che ti avevo impartiti, ti strapperò via il regno e lo consegnerò a un tuo suddito. Tuttavia non farò ciò durante la tua vita per amore di Davide tuo padre; lo strapperò dalla mano di tuo figlio. Geroboamo era un uomo di riguardo; Salomone, visto come il giovane lavorava, lo nominò sorvegliante di tutti gli operai della casa di Giuseppe. In quel tempo Geroboamo, uscito da Gerusalemme, incontrò per strada il profeta Achia di Silo, che indossava un mantello nuovo; erano loro due soli, in campagna. Achia afferrò il mantello nuovo che indossava e lo lacerò in dodici pezzi. Quindi disse a Geroboamo: "Prendine dieci pezzi, poiché dice il Signore 158 Salomone cercò di uccidere Geroboamo, il quale però trovò rifugio in Egitto presso il re Sisach. Geroboamo rimase in Egitto fino alla morte di Salomone. Le altre gesta di Salomone, le sue azioni e la sua sapienza, sono descritte nel libro della gesta di Salomone. Il tempo in cui Salomone aveva regnato su tutto Israele fu di quaranta anni. Salomone si addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella città di Davide suo padre; gli succedette nel regno il figlio Roboamo. Alla morte di Salomone Il regno di Israele viene diviso tra Geroboamo (al Nord –Re di Israele) e Roboamo (al Sud - Re di Giuda Inizio della storia dei due Regni Primi grandi Profeti che non sono nello stesso tempo guida politica e guida spirituale, ma solo guida spirituale del popolo eletto STORIE DI ELIA 159 Elia, il Tisbita, uno degli abitanti di Gàlaad, disse ad Acab: "Per la vita del Signore, Dio di Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo dirò io". A lui fu rivolta questa parola del Signore: "Vattene di qui, dirigiti verso oriente; nasconditi presso il torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. Ivi berrai al torrente e i corvi per mio comando ti porteranno il tuo cibo". Il Signore parlò a lui e disse: "Alzati, va’ in Zarepta di Sidòne e ivi stabilisciti. Ecco io ho dato ordine a una vedova di là per il tuo cibo". Egli si alzò e andò a Zarepta. Entrato nella porta della città, ecco una vedova raccoglieva la legna. La chiamò e le disse: "Prendimi un pò d'acqua in un vaso perché io possa bere". Mentre quella andava a prenderla, le gridò: "Prendimi anche un pezzo di pane". LA VEDOVA DI ZAREPTA Quella rispose: "Per la vita del Signore tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un pò di olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a cuocerla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo". 160 Elia le disse: "Non temere; su, fà come hai detto, ma prepara prima una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché dice il Signore: La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non si svuoterà finché il Signore non farà piovere sulla terra". La donna disse a Elia: "Ora so che tu sei uomo di Dio e che la vera parola del Signore è sulla tua bocca" ELIA E IL RE ACAB Appena lo vide, Acab disse a Elia: "Sei tu la rovina di Israele!". UCCISIONE DEI PROFETI DI BAAL Elia si accostò a tutto il popolo e disse: "Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!". Il popolo non gli rispose nulla. Elia aggiunse al popolo: "Sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. 161 Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: "Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri". Acab riferì a Gezabele ciò che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: "Gli dei mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest'ora non avrò reso te come uno di quelli". Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita". FUGA DI ELIA NEL DESERTO VOCAZIONE DI ELISEO 162 "Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore". Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Partito di lì, Elia incontrò Eliseo figlio di Safàt. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il decimosecondo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quegli lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: "Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò". Elia disse: "Và e torna, perché sai bene che cosa ho fatto di te". Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: "Che fai qui, Elia?". BIBBIA 15 163 I Libro dei RE (cont…) Acab e Elia Nabot rispose ad Acab: "Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità dei miei padri". Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot. Si coricò sul letto, si girò verso la parete e non volle mangiare. Entrò da lui la moglie Gezabele e gli domandò: "Perché mai il tuo spirito è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?". La vigna di Nabot In seguito avvenne il seguente episodio. Nabot di Izreèl possedeva una vigna vicino al palazzo di Acab re di Samaria. Acab disse a Nabot: "Cedimi la tua vigna; siccome è vicina alla mia casa, ne farei un orto. In cambio ti darò una vigna migliore oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale". Allora sua moglie Gezabele gli disse: "Tu ora eserciti il regno su Israele? Alzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la darò io la vigna di Nabot di Izreèl!". Essa scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai capi, che abitavano nella città di Nabot. Nelle lettere scrisse: "Bandite un digiuno e fate sedere Nabot in prima fila tra il popolo. Di fronte a lui fate sedere due uomini iniqui, i quali l'accusino: Hai maledetto Dio e il re! Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia". 164 Allora il Signore disse a Elia il Tisbita: "Su, recati da Acab, re di Israele, che abita in Samaria; ecco è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderla in possesso. Gli riferirai: Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi! Per questo dice il Signore: Nel punto ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue". Riguardo poi a Gezabele il Signore dice: I cani divoreranno Gezabele nel campo di Izreèl. Quanti della famiglia di Acab moriranno in città li divoreranno i cani; quanti moriranno in campagna li divoreranno gli uccelli dell'aria". In realtà nessuno si è mai venduto a fare il male agli occhi del Signore come Acab, istigato dalla propria moglie Gezabele. Acab si pente del male fatto. Digiuna e si copre di cenere. Dio lo perdona. Gli risparmia la vita. Salmo 130 – De Profundis “Si iniquitates observaveris Domine, Domine quis sustinebit”? (Davide – Salmo 130 – De Profundis) Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono, perciò avremo il tuo timore. 165 Io spero nel Signore, l'anima mia spera nella tua parola. L'anima mia attende il Signore, più che le sentinelle l'aurora. Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la Misericordia, grande è presso di lui la redenzione; egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. Il profeta Michea predice ad Acab che morirà in guerra. Acab lo fa imprigionare. Acab muore in guerra . Gli succede il figlio Acazia. La morte di Acab Trascorsero tre anni senza guerra fra Aram e Israele. Nel terzo anno Giòsafat re di Giuda fece visita al re di Israele. Ora il re di Israele aveva detto ai suoi ufficiali: "Non sapete che Ramot di Gàlaad è nostra? Eppure noi ce ne stiamo inerti, senza riprenderla dalle mani di Aram. Il messaggero, che era andato a chiamare Michea, gli disse: "Ecco, le parole dei profeti sono concordi nel predire il successo del re; ora la tua parola sia identica alla loro; preannunzia il successo". Michea rispose: "Per la vita del Signore, comunicherò quanto il Signore mi dirà". 166 Michea disse: "Vedo tutti gli Israeliti vagare sui monti come pecore senza pastore. Il Signore dice: Non hanno padroni; ognuno torni a casa in pace". Il re di Israele disse a Giòsafat: "Non te l'avevo forse detto che non mi avrebbe profetizzato nulla di buono, ma solo il male?". “Il Signore ha messo uno spirito di menzogna sulla bocca di tutti questi tuoi profeti; ma il Signore a tuo riguardo preannunzia una sciagura". Visione di Michea. “Il Signore ha domandato: Chi ingannerà Acab perché muova contro Ramot di Gàlaad e vi perisca? Si è fatto avanti uno spirito che postosi davanti al Signore - ha detto: Lo ingannerò io”. Il re ordina: “Mettetelo in prigione e mantenetelo con il minimo indispensabile di pane e di acqua finché tornerò sano e salvo". Michea disse: "Se tornerai in pace, il Signore non ha parlato per mezzo mio ". Il re di Israele marciò, insieme con Giòsafat re di Giuda, contro Ramot di Gàlaad. 167 Il re di Israele disse a Giòsafat: "Io per combattere mi travestirò: tu resta con i tuoi abiti". Il re di Israele si travestì ed entrò in battaglia. Al tramonto un grido si diffuse per l'accampamento: "Ognuno alla sua città e ognuno alla sua tenda! Il re è morto!". Lo portarono in Samaria e là lo seppellirono. Acab si addormentò con i suoi padri. Al suo posto divenne re suo figlio Acazia. “Ma un uomo tese a caso l'arco e colpì il re di Israele fra le maglie dell'armatura e la corazza. Il re disse al suo cocchiere: "Gira, portami fuori della mischia, perché sono ferito". La battaglia infuriò per tutto quel giorno; il re se ne stava sul suo carro di fronte agli Aramei. Alla sera morì; il sangue della sua ferita era colato sul fondo del carro”. II° libro dei RE 168 Acazia: Dopo la morte di Acab, Moab si ribellò a Israele. Acazia cadde dalla finestra del piano di sopra in Samaria e rimase ferito. Allora inviò messaggeri con quest'ordine: "Andate e interrogate Baal-Zebub, dio di Ekròn, per sapere se guarirò da questa infermità". Ora l'angelo del Signore disse a Elia il Tisbita: "Su, và incontro ai messaggeri del re di Samaria. Dì loro: Non c'è forse un Dio in Israele, perché andiate a interrogare Baal-Zebub, dio di Ekròn? Pertanto così dice il Signore: Dal letto, in cui sei salito, non scenderai, ma di certo morirai”. Elia riferisce ad Acazia: "Così dice il Signore: Poiché hai mandato messaggeri a consultare Baal-Zebub, dio di Ekròn, come se in Israele ci fosse, fuori di me, un Dio da interrogare, per questo, dal letto, su cui sei salito, non scenderai, ma certamente morirai". “Assunzione di Elia”. Poi, volendo Dio rapire in cielo in un turbine Elia, questi partì da Gàlgala con Eliseo. Elia disse a Eliseo: "Rimani qui, perché il Signore mi manda fino a Betel". Eliseo : "Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò". Scesero fino a Betel. 169 Elia prese il mantello, l'avvolse e percosse con esso le acque, che si divisero di qua e di là; i due passarono sull'asciutto. Mentre passavano, Elia disse a Eliseo: "Domanda che cosa io debba fare per te prima che sia rapito lontano da te". Eliseo rispose: "Due terzi del tuo spirito diventino miei". "Sei stato esigente nel domandare. Tuttavia, se mi vedrai quando sarò rapito lontano da te, ciò ti sarà concesso; in caso contrario non ti sarà concesso". Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo. Eliseo guardava e gridava: "Padre mio, padre mio, cocchio d'Israele e suo cocchiere". E non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi. Quindi raccolse il mantello, che era caduto a Elia, e tornò indietro, fermandosi sulla riva del Giordano. Storia di Eliseo 170 Miracoli di Eliseo Di lì Eliseo andò a Betel. Mentre egli camminava per strada, uscirono dalla città alcuni ragazzetti che si burlarono di lui dicendo: "Vieni su, pelato; vieni su, calvo!". Egli si voltò, li guardò e li maledisse nel nome del Signore. Allora uscirono dalla foresta due orse, che sbranarono quarantadue di quei fanciulli. Di là egli andò al monte Carmelo e quindi tornò a Samaria. Eliseo sana le acque di Gerico. Gli abitanti della città dissero a Eliseo: "Ecco è bello soggiornare in questa città, come tu stesso puoi constatare, signore, ma l'acqua è cattiva e la terra è sterile". Ed egli disse: "Prendetemi una pentola nuova e mettetevi del sale". Gliela portarono. Eliseo si recò alla sorgente dell'acqua e vi versò il sale, pronunziando queste parole: "Dice il Signore: Rendo sane queste acque; da esse non si diffonderanno più morte e sterilità". Le acque rimasero sane fino ad oggi, secondo la parola pronunziata da Eliseo. Eliseo e la guerra contro i Moabiti 171 Il re di Israele disse: "Ah, il Signore ha chiamato questi tre re per metterli nelle mani di Moab". Giòsafat disse: "La parola del Signore è in lui". Scesero da costui il re di Israele, Giòsafat e il re di Edom. Giòsafat disse: "Non c'è qui un profeta del Signore, per mezzo del quale possiamo consultare il Signore?". Rispose uno dei ministri del re di Israele: "C'è qui Eliseo, figlio di Safat, che versava l'acqua sulle mani di Elia". Eliseo disse al re di Israele: "Che c'è fra me e te? Và dai profeti di tuo padre e dai profeti di tua madre!". Il re di Israele gli disse: "No, perché il Signore ha chiamato noi tre re per metterci nelle mani di Moab". Eliseo disse: "Per la vita del Signore degli eserciti, alla cui presenza io sto, se non fosse per il rispetto che provo verso Giòsafat re di Giuda, a te non avrei neppure badato, né ti avrei guardato. Egli annunziò: "Dice il Signore: Scavate molte fosse in questa valle, perché dice il Signore: Voi non sentirete il vento né vedrete la pioggia, eppure questa valle si riempirà d'acqua; berrete voi, la vostra truppa e le vostre bestie da soma. Ciò è poca cosa agli occhi del Signore; egli metterà anche Moab nelle vostre mani. Ora cercatemi un suonatore di cetra". Mentre il suonatore arpeggiava, cantando, la mano del Signore fu sopra Eliseo. 172 Eliseo aiuta una povera vedova Le disse: "Su, chiedi in prestito vasi da tutti i tuoi vicini, vasi vuoti, nel numero maggiore possibile. Poi entra in casa e chiudi la porta dietro a te e ai tuoi figli; versa olio in tutti quei vasi” I suoi figli porgevano ed essa versava. Quando i vasi furono pieni, disse a un figlio: "Porgimi ancora un vaso". Le rispose: "Non ce ne sono più". L'olio cessò. Una donna, moglie di uno dei profeti, gridò a Eliseo: "Mio marito, tuo servo, è morto; tu sai che il tuo servo temeva il Signore. Ora è venuto il suo creditore per prendersi come schiavi i due miei figli". Eliseo le disse: "Che posso fare io per te? Dimmi che cosa hai in casa". Quella rispose: "In casa la tua serva non ha altro che un orcio di olio". Una facoltosa donna sunamita ospita Eliseo Eliseo Le resuscita il figlio 173 Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c'era una donna facoltosa, che l'invitò con insistenza a tavola. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei. Essa disse al marito: "Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. I due coniugi ospitano Eliseo ogni volta che passa per Sunem. Il bambino crebbe e un giorno uscì per andare dal padre fra i mietitori. Egli disse al padre: "La mia testa, la mia testa!". Il padre ordinò a un servo: "Portalo dalla mamma". Questi lo prese e lo portò da sua madre. Il bambino stette sulle ginocchia di costei fino a mezzogiorno, poi morì. Eliseo chiese: "Che cosa si può fare per lei?". Ghecazi disse: "Purtroppo essa non ha figli e suo marito è vecchio". Eliseo disse: "Chiamala!". La chiamò; si fermò sulla porta. Allora disse: "L'anno prossimo, in questa stessa stagione, tu terrai in braccio un figlio". Quando l'uomo di Dio la vide da lontano, disse a Ghecazi suo servo: "Ecco la Sunammita! Su, corrile incontro e domandale: Stai bene? Tuo marito sta bene? E tuo figlio sta bene?". Quella rispose: "Bene!". 174 Giunta presso l'uomo di Dio sul monte, gli afferrò le ginocchia. Ghecazi si avvicinò per tirarla indietro, ma l'uomo di Dio disse: "Lasciala stare, perché la sua anima è amareggiata e il Signore me ne ha nascosto il motivo; non me l'ha rivelato". Essa disse: "Avevo forse domandato io un figlio al mio signore? Non ti dissi forse: Non mi ingannare?". Quindi si alzò e girò qua e là per la casa; tornò a curvarsi su di lui; il ragazzo starnutì sette volte, poi aprì gli occhi. Eliseo chiamò Ghecazi e gli disse: "Chiama questa Sunammita!". La chiamò e, quando essa gli giunse vicino, le disse: "Prendi tuo figlio!". Quella entrò, cadde ai piedi di lui, gli si prostrò davanti, prese il figlio e uscì. Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, steso sul letto. Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. Quindi salì, si distese sul ragazzo; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani nelle mani di lui e si curvò su di lui. Il corpo del bambino riprese calore. Eliseo guarisce l’arameo Naaman dalla lebbra 175 Nàaman, capo dell'esercito del re di Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la vittoria agli Aramei. Ma questo prode era lebbroso. Ora bande aramee in una razzia avevano rapito dal paese di Israele una giovinetta, che era finita al servizio della moglie di Nàaman. Essa disse alla padrona: "Se il mio signore si rivolgesse al profeta che è in Samaria, certo lo libererebbe dalla lebbra". Nàaman si sdegnò e se ne andò protestando: "Ecco, io pensavo: Certo, verrà fuori, si fermerà, invocherà il nome del Signore suo Dio, toccando con la mano la parte malata e sparirà la lebbra. Forse l'Abana e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque di Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per essere guarito?". Si voltò e se ne partì adirato. Nàaman arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: "Và, bagnati sette volte nel Giordano: la tua carne tornerà sana e tu sarai guarito". Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: "Se il profeta ti avesse ingiunto una cosa gravosa, non l'avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: bagnati e sarai guarito". Egli, allora, scese e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e la sua carne ridivenne come la carne di un giovinetto; egli era guarito. 176 Eliseo compie molti altri miracoli: opera presso la corte del Re; aiuta gli israeliti a sopravvivere all’assedio dei Moabiti.. Morte di Eliseo Eliseo morì; lo seppellirono. All'inizio dell'anno nuovo irruppero nel paese alcune bande di Moab. Mentre seppellivano un uomo, alcuni, visto un gruppo di razziatori, gettarono il cadavere sul sepolcro di Eliseo e se ne andarono. L'uomo, venuto a contatto con le ossa di Eliseo, risuscitò e si alzò in piedi. Eliseo ordina al Re Ioas di scagliare “frecce” contro il terreno. Ioas scaglia solo tre frecce… Eliseo lo rimprovera per essersi fermato e predice che alla fine i moabiti sopravviveranno. Caduta del Regno di Israele 722 a.C. 177 722 – 701 Gli Assiri Tiglat-Pilèser - Salmanassar – Sargon II conquistano la Samaria Deportazione a Ninive degli Israeliti Insediamenti di popolazioni mesopotamiche nel territorio di Samaria Caduta del Regno di Giuda 586 a.C. Il re d'Assiria andò in Samaria e l'assediò per tre anni. Nell'anno nono di Osea occupò Samaria, deportò gli Israeliti in Assiria, destinandoli a Chelach, alla zona intorno a Cabòr, fiume del Gozan, e alle città della Media. Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore loro Dio, che li aveva fatti uscire dal paese d'Egitto, liberandoli dal potere del faraone re d'Egitto; essi avevano temuto altri dei. Avevano seguito le pratiche delle popolazioni distrutte dal Signore all'arrivo degli Israeliti e quelle introdotte dai re di Israele. Gli Israeliti avevano proferito contro il Signore loro Dio cose non giuste e si erano costruiti alture in tutte le loro città, dai più piccoli villaggi alle fortezze. Avevano eretto stele e pali sacri su ogni alto colle e sotto ogni albero verde. Ivi avevano bruciato incenso, come le popolazioni che il Signore aveva disperso alla loro venuta. Avevano servito gli idoli, dei quali il Signore aveva detto: "Non farete una cosa simile!". Gli Assiri non riescono a prendere Gerusalemme Tentativi di Sennacherib (701 ca) 632 I Babilonesi sconfiggono gli Assiri 612 Distruzione di Ninive 590 ca ?Giuditta e Oloferne? 586Nabucodonosor Distrugge di Gerusalemme e deporta i “giudei” a Babilonia 178 Sotto il Re Ezechia, Sennacherib tenta la conquista di Gerusalemme. Disse loro Isaia: "Riferite al vostro padrone: Dice il Signore: Non temere le cose che hai udite e con le quali i servitori del re d'Assiria mi hanno ingiuriato. Ecco io manderò in lui uno spirito tale che egli, appena avrà udito una notizia, ritornerà nel suo paese e nel suo paese io lo farò perire di spada". Il settimo giorno del quinto mese - era l'anno decimonono del re Nabucodònosor re di Babilonia Nabuzardàn, capo delle guardie, ufficiale del re di Babilonia, entrò in Gerusalemme, bruciò il tempio, la reggia e tutte le case di Gerusalemme, dando alle fiamme tutte le case di lusso. Tutto l'esercito dei Caldei, che era con il capo delle guardie, demolì il muro intorno a Gerusalemme. Nabuzardàn capo delle guardie deportò il resto del popolo che era stato lasciato in città, quanti erano passati disertori al re di Babilonia e il resto della moltitudine. Il capo delle guardie lasciò alcuni fra i più poveri del Nell'anno nono del suo regno, nel decimo mese, il dieci del mese, Nabucodònosor re di Babilonia, con tutto l'esercito, marciò contro Gerusalemme, la circondò da tutte le parti e le costruì intorno opere d'assedio. La città rimase assediata fino all'undecimo anno del re Sedecìa. Al nono giorno del quarto mese, quando la fame dominava la città e non c'era più pane per la popolazione, fu aperta una breccia nelle mura della città. Allora tutti i soldati fuggirono, uscendo dalla città di notte per la via della porta fra le due mura, presso il giardino del re e, mentre i Caldei erano tutt'intorno alla città, presero la via dell'Araba. I soldati dei Caldei inseguirono il re nelle steppe di Gerico, mentre tutto il suo esercito si disperse abbandonandolo. Il re fu preso e condotto dal re di Babilonia a Ribla ove fu pronunziata contro di lui la sentenza. Furono uccisi alla presenza di Sedecìa i suoi figli e a lui Nabucodònosor fece cavare gli occhi, l'incatenò e lo condusse a Babilonia. SALMO 137 Lamento degli esuli presso i fiumi di Babilonia (Eufrate) paese come vignaioli e come campagnoli. 179 Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre. Come cantare i canti del Signore in terra straniera? Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; Là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, canzoni di gioia, i nostri oppressori: "Cantateci i canti di Sion!" mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia. Ricordati, Signore, dei figli di Edom, che nel giorno di Gerusalemme, dicevano: "Distruggete, distruggete anche le sue fondamenta". Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto. Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sbatterà contro la pietra. 180 Due versioni “moderne” del Salmo 137 a) 1960-70 By the rivers of Babilon (adattamento del Salmo 137) b) 1842 Va pensiero dal Nabucco di Verdi – (ispirato al Salmo 137) Let the words of our mouths and the meditations of our hearts be acceptable in thy sight here tonight. By the rivers of Babylon, there we sat down ye-eah we wept, when we remembered Zion. When the wicked Carried us away in captivity Required from us a song Now how shall we sing the lord's song in a strange land. By the rivers of Babylon (dark tears of Babylon) there we sat down (you got to sing a song) ye-eah we wept (sing a song of love) when we remembered Zion. 181 Va, pensiero, sull'ali dorate; Va, ti posa sui clivi, sui colli, Ove olezzano tepide e molli L'aure dolci del suolo natal. Del Giordano le rive saluta, Di Sionne le torri atterrate... Oh mia patria sì bella e perduta! Oh membranza sì cara e fatal! Arpa d'or dei fatidici vati, Perché muta dal salice pendi? Le memorie nel petto raccendi, Ci favella del tempo che fu! O simile di Solima ai fati Traggi un suono di crudo lamento, O t'ispiri il Signore un concento Che ne infonda al patire virtù! 182