previdenza agricola
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previdenza agricola
gennaio-febbraio 2010 - mensile - Poste Italiane SPA - sped. in abb. post. - Dl. 353/203 (convertito in Legge 27/02 2004, n° 46) art. 1 - comma1/DCB - Roma PREVIDENZA AGRICOLA mensile ENPAIA n° 1-2 anno 2010 Il futuro della Pac La bilateralità SOMMARIO Enpaia Gli enti bilaterali in agricoltura Le prestazioni della Fondazione Enpaia Carlo Siciliani Pietro Massini 1 2 Micaela Taroni Flaminia Ventura 3 5 Claudio Rangoni Machiavelli Fabrizio De Pascale Andrea Icardi 7 9 11 Europa Il nuovo commissario Ciolos chiede un budget sostanzioso per l’agricoltura La Pac e i beni pubblici forniti dai produttori agricoli Sindacato Quale futuro per la Pac? Grande successo di partecipazione, visibilità e proposta politica Crisi globale: come ne esce l’agricoltura? Lavoro I fatti di Rosarno L’orrore di Rosarno…! A proposito di Rosarno Le intenzioni di semina degli agricoltori per il 2009-2010, secondo i dati Istat Donne al sorpasso Concetto Iannello redazione Gino Rotella Andrea Icardi Giuseppe De Marco 12 13 14 15 16 Simone Parola 17 Giovanna Mellano 19 Assunta Soldi 21 Milica Ostojich 22 Federico Ghera Gianluca Cicinelli 23 24 Dopo 31 anni va in pensione la “vecchia” Finanziaria Antonio Positino L’incentivo per l’assunzione dei lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali in deroga Antonio Positino Nuove competenze sull’accentramento contributivo Maria Miligi 1° gennaio 2010: il tasso degli interessi legali scende all’1% Maria Miligi Nuove modalità di adesione ai fondi formazione Alessandro Terradura Gli indirizzi operativi per la vigilanza in agricoltura Massimiliano Lannino Carta acquisti: tutte le novità Giuseppe De Marco 10 mila aziende agricole nel mirino degli ispettori Antonio Positino Certificazione energetica Silvia Cina Il circolo virtuoso Silvia Cina 25 28 29 30 31 32 33 34 35 36 Previdenza Pensioni: le regole e il calendario delle uscite 2010 Aziende Intervista a Camillo Nola Pasta Cara pasta quanto mi costi Vino Palermo capitale del vino d’eccellenza Mondo Conferenza di Copenhagen, un (dis)accordo fra le polemiche 27 gennaio: Giornata della Memoria Normativa RUBRICHE Niki de Saint Phalle Jean nel mio cuore, 1992 Severo De Pignolis 44 Da Bruxelles Gaetano Tutino 45 News Daniela Lambertini 46 Dal Mondo Marco Togna 47 P.A. risponde a cura della redazione 41 Giurisprudenza Antonio Positino 48 Medicina 42 Carta 43 Web 37 Parole 38 Fisco 39 Previdenza 40 Contratti Stefania Sepulcri Ran Garin Vèronique Viriglio Barbara Ottaviani Giovanni Martirano Fabio Forleo INSERTO Prestazioni e servizi agli iscritti all’Enpaia ENPAIA Carlo Siciliani Gli enti bilaterali in agricoltura G li enti bilaterali hanno un’antica tradizione. Essi affondano le origini nella storia del diritto del lavoro e del diritto sindacale. Per questo motivo non è sempre agevole individuare la loro precisa collocazione temporale. Per comprendere l’importanza di tali organismi è sufficiente pensare che la stessa Fondazione Enpaia, nel lontano 1936, nasce – sotto forma di “Cassa nazionale di assistenza per gli impiegati agricoli e forestali” (Cnaiaf) – da un accordo collettivo sindacale tra le Confederazioni degli agricoltori e dei lavoratori agricoli, ponendosi quindi, alle origini, come un vero e proprio ente bilaterale, gestito dalle associazioni datoriali e sindacali del settore primario. Per lungo tempo, infatti, le categorie sceglievano – mediante i contratti collettivi – gli “eventi” meritevoli di tutela assicurativa e quantificavano i mezzi finanziari da destinare allo scopo. L’agricoltura vanta dunque una lontana e consolidata tradizione in materia di enti bilaterali. Tradizione che, negli ultimi anni, si è sviluppata e rafforzata grazie anche alle buone relazioni sindacali che caratterizzano il settore agricolo e che hanno consentito, nel recente passato, di creare organismi (enti bilaterali), che assolvono a funzioni non certo secondarie sia rispetto alle stesse parti costitutrici e sia rispetto ai datori di lavoro ed ai lavoratori dell’agricoltura. Si pensi ad esempio a Foragri ed Agriform in materia di formazione, o al Fislaf ed al Fia in materia sanitaria, e soprattutto ad Agrifondo in materia di previdenza complementare, rispetto al quale un ruolo importante, quello di service, è stato affidato all’Enpaia; questo per quanto riguarda il livello nazionale, ma anche a livello provinciale si è sviluppata una rete articolata di enti bilaterali quali le Casse extra-legem (strumento ormai consolidato di gestione mutualistica delle integrazioni in caso di malattia e infortunio), gli Osservatori, i Comitati per la sicurezza, e così via. Recenti innovazioni legislative – a partire dalla legge 30 del 2003 – valorizzano in modo significativo la bilateralità, assegnando alle parti sociali la gestione di funzioni sussidiarie, ed in alcuni casi addirittura sostitutive, di quelle pubbliche, in materia di collocamento, immigrazione, previdenza, sanità, formazione, integrazione al reddito. È sicuramente auspicabile che le parti sociali del settore agricolo, come hanno fatto in passato, siano pronte a cogliere le opportunità offerte dal nuovo quadro normativo, realizzando un sistema bilaterale ancor più solido e razionale. L’Enpaia, anche in considerazione delle proprie origini, è sempre attenta al tema della bilateralità e pronta, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, a fornire il proprio contributo, in modo da poter assicurare ai lavoratori sempre maggiori e più efficaci forme di protezione sociale. Non si può dimenticare, infatti, che la cosiddetta bilateralità svolge un ruolo di fondamentale rilievo nel tessuto sociale e produttivo: avvicina il mondo delle imprese e quello sindacale. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 Nuove norme a favore della bilateralità 1 ENPAIA Pietro Massini Le prestazioni della Fondazione Enpaia L Somme erogate per prestazioni 2006-2007-2008 Niki de Saint Phalle Autoportrait (Autoritratto) 1958-1959 circa 2 a Fondazione ha sempre assolto in pieno le sue funzioni istituzionali garantendo puntualmente la liquidazione delle prestazioni dovute ai propri iscritti per il Trattamento di Fine Rapporto, per il Fondo di Previdenza e per gli Infortuni. Il patrimonio mobiliare e immobiliare dell’Enpaia è ampiamente sufficiente per garantire le prestazioni dovute agli iscritti, infatti alla fine di ogni anno sono accantonate le prestazioni dovute all’assicurato, rivalutate ai sensi dei regolamenti vigenti, così come certificato dai Ministeri vigilanti nel bilancio consuntivo del 2008. A questa garanzia patrimoniale si affianca quella gestionale che negli anni ha visto consolidarsi la fiducia degli utenti nell’operato della Fondazione. Le prestazioni sono liquidate entro un massimo di sessanta giorni dalla data in cui la documentazione risulta regolare e completa, gli uffici sono sempre a disposizione degli iscritti anche attraverso un call center sempre pronto ad aiutare nello svolgimento delle legittime richieste l’assicurato. L’attività della Fondazione nell’ambito dell’erogazione delle prestazioni è sintetizzata nella seguente tabella che riassume i dati degli ultimi tre anni. bilancio Trattamento Fine Rapporto consuntivo Fondo di Previdenza Infortuni N° prestazioni importo totale € N° prestazioni importo totale € N° prestazioni importo totale € 2006 5.706 48.869.158 2.687 23.797.444 938 4.173.511 2007 5.362 47.218.569 2.089 23.305.420 862 4.330.388 2008 5.102 48.469.721 2.096 28.275.756 824 4.061.637 Oltre alle prestazioni istituzionali la Fondazione eroga, da anni, servizi per la concessione di mutui e prestiti con Carta Enpaia attraverso una convenzione con il proprio istituto tesoriere, la Banca Popolare di Sondrio. Le funzioni dell’Ente si sono nel tempo ampliate con la gestione della convenzione del Fondo di quiescenza per i dipendenti consorziali che assicura l’accantonamento di risorse per il Tfr e per le pensioni consortili. Inoltre l’Ente, forte del patrimonio di esperienze maturate, è diventato punto di riferimento per la gestione, in collaborazione e su mandato delle parti sociali, dei Fondi di previdenza complementare (Filcoop ed Agrifondo). Un Ente dinamico che gestisce con efficacia le funzioni istituzionali e che ha saputo cogliere le esigenze espresse dalle parti sociali per mettere a disposizione dei lavoratori servizi efficienti, efficaci ed utili a garantire al meglio tutele derivanti dalla contrattazione collettiva. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 EUROPA Micaela Taroni Il nuovo commissario Ciolos chiede un budget sostanzioso per l’agricoltura D eciso a difendere il bilancio agricolo dell’Ue e fermamente motivato ad avviare una stagione di riforme: il designato commissario Ue all’agricoltura, il romeno Dacian Ciolos, ha fatto in questi giorni il suo debutto ufficiale a Bruxelles rispondendo a domande degli eurodeputati sul futuro del settore in Europa. La battaglia non sarà facile, diversi stati membri dell’Ue vogliono limare il bilancio agricolo dell’Unione che assorbe circa il 40% dell’intero budget europeo, ma Ciolos, già ministro indipendente all’agricoltura nel suo paese durante il precedente gabinetto Tariceanu e liberaldemocratico convinto, sui fondi destinati alla Politica agricola comune non intende mollare. ‘’Sono un riformatore, ma riformare non vuol dire ridurre il supporto finanziario. Non possiamo fare una nuova Pac senza un budget adeguato’’, ha chiarito subito davanti agli eurodeputati della commissione agricoltura, presieduta da Paolo De Castro. Già fin dall’inizio delle trattative intavolate dal suo paese con Bruxelles, nel lontano 2000, al fine di garantire alla Romania un futuro nell’Unione Ciolos ha conosciuto da vicino i palazzi del potere nella capitale belga entrando a far parte prima del cosiddetto “Gruppo di Bruges” e poi, sino al 2003, del programma europeo Sapard, il cui scopo era appunto quello di favorire lo sviluppo rurale delle nazioni dell’Europa centro-orientale candidate ad entrare nella confederazione a ventisette membri. Ciolos, di etnia ungherese e nato nella città transilvanica di Zalau, è uno stimato professore universitario di agraria prestato alla politica che di riforme se ne intende. “Lo sforzo della riforma – ha affermato, parlando della Politica agricola comune – deve servire a rendere più trasparente il modo in cui vengono distribuiti gli aiuti, ma la Pac deve disporre di un bilancio importante non solo per il sostegno al reddito degli agricoltori, ma perché è in gioco l’approvvigionamento agroalimentare dell’Ue’’. “Le sovvenzioni dirette – ha osservato ancora Ciolos – hanno un ruolo essenziale per la stabilità dei redditi e quindi questo meccanismo deve essere mantenuto. L’obiettivo non è ridurre le sovvenzioni dirette, ma trovare un equilibrio tra queste ultime e lo sviluppo rurale’’ perché il sistema sia più semplice e più equo. Senza per questo mettere in discussione le regole della concorrenza, il commissario designato si è detto pronto anche a prendere in esame deroghe che tengano conto della specificità e delle tante particolarità del sistema agro-alimentare e sulla spinosa questione degli Ogm, ha sostenuto che i consumatori devono avere PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 Niki de Saint Phalle Mini Nana maison (Mini Nana-casa) 1968 circa Tutelare le produzioni e la stabilità dei redditi 3 EUROPA Niki de Saint Phalle Tir de l’Ambassade Americaine (Tiro dell’ambasciata americana), 20 giugno 1961 Valorizzare il ruolo dell’agricoltura 4 la possibilità di scegliere, così come gli agricoltori. ‘’C’è bisogno di una politica agricola forte e c’è la necessità di approvvigionare il mercato con derrate alimentari. Una riduzione della produzione è contro il nostro interesse, soprattutto in tempi di crisi’’, ha detto. Quanto al sostegno a singole produzioni, come il caso del tabacco, il futuro commissario ha affermato che si atterrà alla riforma già decisa. ‘’Bisogna essere coerenti, ma c’è già un margine di manovra per accordare aiuti specifici a questo settore’’, ha puntualizzato. A proposito della spinosa questione delle quote latte che tanto sta a cuore all’Italia Ciolos sottolinea che non farà alcun passo indietro rispetto alla decisione già presa per l’eliminazione delle quote latte, ma farà grande attenzione ai problemi specifici di singole regioni. Le linee guida presentate da Ciolos hanno suscitato il plauso del presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni ‘’Abbiamo bisogno di una Pac forte per un’agricoltura europea ancora più forte – ha commentato Vecchioni –. La politica comunitaria è essenziale per garantire redditi equi e stabili agli agricoltori, autoapprovvigionamento alimentare e occupazione. Chi vuole ridimensionarla spesso trascura tutto questo’’. Per quanto riguarda i singoli settori, per Confagricoltura non vanno abbandonati gli strumenti di regolazione dei mercati come, ad esempio, le quote, che semmai vanno sostituiti solo con strumenti altrettanto efficaci. Per il tabacco, i sostegni specifici cui ha fatto riferimento il Commissario in pectore vanno autorizzati e poi salvaguardati perché sono essenziali per la sopravvivenza di un comparto chiave in alcune specifiche aree vocate e con notevoli ricadute occupazionali. Confagricoltura conferma la piena disponibilità per tutte le prossime occasioni di confronto con il nuovo Commissario ‘’per un mandato che, ne siamo certi – ha concluso Vecchioni – sarà cruciale per il futuro della Pac e delle imprese agricole europee’’. Per Coldiretti è importante che Ciolos, abbia preso l’impegno di difendere il bilancio agricolo. “Per noi – spiega il presidente della Coldiretti Sergio Marini – è tuttavia altrettanto importante che, nello stabilire le priorità per il suo mandato, preveda l’adozione di politiche e strumenti di attuazione che consentano di valorizzare il ruolo dell’agricoltura in quanto settore economico produttivo nel rispetto del percorso intrapreso con le precedenti riforme in materia di disaccoppiamento. Questo al fine di rendere più competitive le imprese agricole che devono potersi orientare liberamente sul mercato, ma occorre anche una più equa ripartizione del valore della filiera alimentare che vede l’agricoltura estremamente penalizzata, principalmente a vantaggio della grande distribuzione responsabile di un comportamento commerciale lesivo della concorrenza lungo la catena di approvvigionamento alimentare”. Sostenere il potere contrattuale delle imprese agricole lungo la filiera e garantire la trasparenza dei processi produttivi anche attraverso l’obbligo di indicare l’origine dei prodotti agricoli utilizzati negli alimenti sono le priorità per la Coldiretti con l’obiettivo di meglio sostenere la lotta alla contraffazione e alle sofisticazioni ed al moltiplicarsi degli scandali alimentari che mettono a rischio la salute dei cittadini e si ripercuotono pesantemente sui mercati agricoli. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 EUROPA Flaminia Ventura* La Pac e i beni pubblici forniti dai produttori agricoli I benefici che derivano dall’agricoltura si estendono alla società civile A pochi mesi dalla discussione sul suo “stato di salute” (meglio nota come health check la Politica agricola comune è già nuovamente in discussione. Questa volta il dibattito è più ampio: interessa capi di stato, come il presidente francese Nicolas Sarkozy, che l’ha difesa annunciando agli agricoltori le misure anticrisi; è al centro del programma della nuova presidenza spagnola e naturalmente è l’oggetto di discussione degli ambienti accademici e amministrativi che si occupano di agricoltura in Europa. D’altra parte la Pac è certo la grande protagonista del negoziato sul bilancio della Ue che impegnerà nei prossimi mesi la Commissione europea: al sostegno delle politiche per il settore agricolo e per le aree rurali sono destinate oltre il 40% di tutte le risorse gestite direttamente dall’Unione a 27. Non si può quindi prescindere, nel dibattito sul futuro della Politica agricola comune dal documentare quelli che sono i benefici che questa comporta non solo per gli agricoltori, ma per la società civile ed i cittadini/consumatori nel complesso. Da diversi mesi la Commissione europea è impegnata in queste valutazioni che sono centrate principalmente sul ruolo fondamentale che la Pac ha avuto ed ha nell’incentivare la produzione da parte degli agricoltori europei di beni e servizi ambientali. Infatti sebbene vi sia un diffuso consenso sul fatto che la produzione di beni e servizi ambientali debba essere considerata una conditio sine qua non sia per giustificare le politiche di sostegno al reddito degli agricoltori a cui è oggi finalizzato il primo pilastro sia quelle più specifiche per le strutture agricole e le economie rurali del secondo pilastro e cioè lo Sviluppo Rurale, questi sono ancora poco noti per il cittadino europeo. Un notevole contributo al dibattito della Pac dopo il 2013 proviene quindi da un recente studio realizzato dall’Istituto per la politica ambientale europea (Ieep) per conto della Direzione generale Agricoltura e Sviluppo rurale della Commissione. La relazione rappresenta il primo tentativo di individuare l’intera gamma di beni pubblici forniti dai produttori agricoli a livello europeo e illustra i motivi che giustificano il contributo pubblico erogato a questo scopo. Lo studio individua un ampio insieme di beni pubblici ambientali e sociali diversi forniti dai produttori agricoli europei, come la conservazione di paesaggi di rilevanza culturale1, dell’avifauna dell’habitat agricolo, quali l’otarda comune e l’aquila imperiale, a rischio di estinzione in Europa, nonché dei prati a elevata diversità di specie, di cui è ricca l’Unione. Inoltre emerge sempre dallo studio che i produttori agricoli gestiscono i terreni in Niki de Saint Phalle Tree of Liberty (Albero della libertà) 2000-2001 La ricerca Ieep 1 Come per esempio, i panorami unici delle colline e delle brughiere inglesi, i paesaggi pastorali della Transilvania meridionale, le caratteristiche terrazze della olivicoltura tradizionale e delle altre colture permanenti in Italia e in Spagna, i pascoli d’alta quota austriaci, le praterie palustri del Meclemburgo in Germania e le estese risaie sul delta dell’Ebro in Spagna. *Docente di Agraria all’Università di Perugia PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 5 EUROPA Punti critici della Pac Niki de Saint Phalle nello studio di Soisy, 1980 6 modo da salvaguardare gli stock di carbonio e aiutano a preservare l’elevata qualità di acque e suoli. Gli apporti dell’agricoltura alla produzione di beni pubblici ambientali e sociali sempre più scarsi giustificano ampiamente, secondo gli autori il mantenimento della Politica agricola comune. Emergono tuttavia dalla relazione alcuni punti critici che sono oggi al centro del dibattito sulla necessità di mantenere e finanziare una politica di sostegno agli agricoltori, elementi che riguardano sia aspetti strategici, sia questioni più operative legate alla gestione stessa degli aiuti che possono essere riassunti nei seguenti: • una maggior integrazione delle questioni ambientali all’interno delle diverse misure di sostegno in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile introdotti nel Consiglio di Goteborg che garantisca, tuttavia, un giusto equilibrio tra la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle attività agricole. Come dire che la produzione di bei pubblici, sia ambientali sia sociali deve continuare ad essere un prodotto congiunto e quindi complementare a quello di produzione di beni agricoli destinati sia al mercato alimentare sia a quelli emergenti del no-food (energia tessile, farmaceutico ecc). Solo in questo modo si continua a mantenere il potere di attivazione nelle aree di produzione del settore agricolo sugli altri settori economici di grande importanza per l’Europa e per l’Italia, come quello agroalimentare (che in Italia costituisce il secondo settore industriale per partecipazione al pil dopo l’industria meccanica). • La necessità di individuare obiettivi ben precisi e soprattutto quantificabili per le misure di sostegno, anche quelle del Primo pilastro e ciò per evitare accuse di inefficacia della spesa rispetto ai risultati attesi, come è avvenuto nel recente passato a seguito della relazione della Corte dei Conti europea sull’impatto delle misure agro ambientali sullo stato delle risorse naturali e della condizionalità; di conseguenza si vede la necessità di una accurata selezione delle misure e degli incentivi adeguati a raggiungere gli obiettivi delineati. La trasparenza nella spesa assume una crescente importanza per la sua giustificazione. Questo comporta una sempre più attenta scelta delle misure di sostegno in relazione alla loro efficacia, ma anche alla possibilità di accesso e di interesse da parte degli agricoltori con una maggiore flessibilità legata alle differenze territoriali. Lo studio sui rapporti agricoltura-beni pubblici, di recente pubblicato dalla Commissione, costituisce quindi una importante documentazione del contributo che le nuove e sempre più diffuse pratiche agricole stanno portando al miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita de cittadini nel suo complesso. Un contributo che può portare ad un passo avanti nel percorso per giustificare, non solo l’esistenza, ma il mantenimento di una Politica agricola comune a sostegno della presenza e della vitalità dei nostri agricoltori. Certamente una valutazione dei costi che la società dovrebbe sostenere per raggiungere gli stessi risultati in assenza delle imprese agricole in Europa porterebbe ampiamente a giustificare l’entità della spesa attuale. E questo alla luce della crescente consapevolezza ed interesse dei cittadini/consumatori europei della rilevanza dei beni e servizi di natura pubblica ambientali e sociali per il mantenimento e miglioramento della loro qualità di vita che la relazione pone in evidenza. L’intera documentazione è disponibile al sito: http://ec.europa.eu/agriculture/analysis/external/public-goods/index_en.htm PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 SINDACATO Claudio Rangoni Machiavelli* Quale futuro per la Pac? Q uale domani per l’agricoltura europea? Il dibattito sul futuro della politica agricola comune dopo il 2013 è aperto e nonostante si sia da poco conclusa la riforma della Pac (health check) si sta già ragionando sul prossimo settennio di programmazione. Il 15 gennaio scorso il commissario designato all’Agricoltura, il rumeno Dacian Ciolos è intervenuto dinanzi ai membri della commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo. E può rappresentare questo suo primo intervento pubblico un buon punto di partenza per ragionare su come ci si intende muovere e su come ci si dovrebbe muovere a Bruxelles. Confagricoltura, naturalmente, come ha sempre fatto, vigilerà attentamente e fornirà il suo contributo propositivo. Ad avviso di Ciolos il bilancio agricolo non si tocca ed il sistema dei pagamenti diretti è fondamentale per mantenere stabile il reddito degli agricoltori; però Utilizzare le – e c’era da attenderselo – propone che le risorse vengano “riequilibrate” tra i risorse puntando vari Stati membri, tra i produttori e tra le Regioni; in altri termini più soldi in all’aumento futuro per gli agricoltori dei nuovi Paesi comunitari. della competitività Secondo il commissario designato, le tre priorità per il suo mandato sono: mantenimento e miglioramento di un’agricoltura sostenibile in tutta l’Ue; una produzione agricola efficiente ed orientata al mercato, in combinazione con alcuni meccanismi di intervento per garantire un sufficiente grado di sicurezza per gli agricoltori in situazioni di crisi; una politica di sviluppo rurale rafforzata. Per affrontare la volatilità dei prezzi e le crisi, ad avviso del commissario Ciolos, sono necessarie nuove misure di regolamentazione del mercato: un fondo di garanzia per le crisi, forme di contrattualizzazione per alcuni comparti ed altre forme di regolamentazione per il riequilibrio dell’offerta e della domanda. Allo stesso tempo, la Pac ha bisogno di una politica di sviluppo rurale forte e volta alla ristrutturazione ed all’ammodernamento delle aziende agricole, migliorando l’utilizzo degli strumenti esistenti, creandone Niki de Saint Phalle - La Force (La Forza), 1987 *Componente della Giunta di Confagricoltura PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 7 SINDACATO Niki de Saint Phalle Tarot Garden (Il Giardino dei Tarocchi), 1991 Obiettivo prioritario 8 di nuovi (soprattutto nelle aree svantaggiate) e rendendo la gestione dei fondi e delle risorse disponibili più efficace e trasparente. In linea di principio si può anche essere d’accordo su molte di queste affermazioni, ma occorre essere coerenti nello sviluppo delle politiche da adottare. Ad esempio, la competitività delle imprese non si può certamente sposare con la richiesta di una ridistribuzione dei pagamenti diretti. Infatti i produttori storici, tra cui quelli italiani, rischierebbero notevoli riduzioni delle entrate, a fronte di una situazione economica già fortemente negativa per il comparto agricolo nazionale. Più in generale ritengo che vada evitata la dispersione “a pioggia” dei finanziamenti comunitari ed occorra semmai utilizzare le risorse, sia quelle del primo che del secondo pilastro, puntando proprio sull’aumento della competitività delle nostre imprese. Confagricoltura ritiene inoltre che sia estremamente importante avere per il prossimo futuro una Pac forte, con risorse finanziarie adeguate a sostenere la molteplicità di funzioni che si chiede all’agricoltura di svolgere. Sulla base di tali presupposti credo che, se dovesse prevalere il fronte dei Paesi che vuole ridurre il massimale della spesa agricola di bilancio, non vada esclusa la possibilità di un cofinanziamento nazionale obbligatorio, in maniera da confermare il flusso finanziario ante 2013. Certo, ogni tentativo di rinazionalizzazione e di allontanamento dalle regole del mercato unico andrebbe rigettato in linea di principio. Tuttavia, nel momento in cui ci si rendesse conto che i nuovi indirizzi della Pac dovessero divergere (per non dire confliggere) con le necessità dei nostri agricoltori, ci potrebbe essere da parte nostra un ripensamento sulla rinazionalizzazione degli obiettivi, degli strumenti e, a questo punto, anche del finanziamento della politica agricola. Si tratterebbe in questo caso di una ipotesi di estrema ratio, rimanendo a mio parere obiettivo prioritario la difesa e non la disgregazione della politica agricola comune che, per tutti questi anni, ha consentito alla nostra agricoltura di sopravvivere e consolidarsi, pur fra mille difficoltà e pur avendo evidenziato in più di un’occasione di non avere mai risolto del tutto un dilemma di fondo: se evolversi definitivamente in una politica di sviluppo e sostegno di un importante settore economico qual è quello primario, o piuttosto rimanere relegata al ruolo di assistenza ad alcune fasce deboli della società moderna. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 SINDACATO Fabrizio De Pascale Grande successo di partecipazione, visibilità e proposta politica Il 4° congresso nazionale Uila O ltre 800 delegati, il 15% dei quali stranieri, in rappresentanza di 222 mila iscritti, lo svolgimento, in contemporanea, dei congressi dei suoi sindacati di settore (Uimec, Filbi e Uilapesca), oltre 100 invitati, esponenti di istituzioni e forze sociali, 30 giornalisti accreditati, 5 giorni di dibattito sui principali aspetti della realtà agroalimentare del paese: il 4° congresso nazionale della Uila, svoltosi al teatro Capranica a Roma dal 18 al 22 gennaio, è stato un grande successo in termini di organizzazione, partecipazione, visibilità e qualità della proposta politica offerta dal sindacato guidato da Stefano Mantegazza. Il quale, ha aperto la sua relazione introduttiva, richiamando la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America e la prima Costituzione francese “che da oltre due secoli Stefano Mantegazza proclamano l’inalienabile diritto dell’uomo alla ricerca della felicità, per sé e per la collettività”. “Nessuna società può essere felice – ha detto Mantegazza – se non ha il coraggio di garantire a tutti i cittadini eguali diritti civili, eguali opportunità di lavoro, quale che sia il loro sesso, la loro razza, la loro condizione sociale”. La Uila è giunta a questo congresso dopo aver raggiunto, nei mesi scorsi, un obiettivo perseguito da tempo: l’unificazione con la Uimec, il sindacato dei produttori agricoli della Uil. Una unificazione non “formale” ma basata sulla convinzione che un sindacato che vuole guardare al futuro deve saper rappresentare non più solo il lavoro dipendente ma anche quello autonomo o in conto terzi. E sulla convinzione, inoltre, che l’azione del sindacato debba poter raggiungere “chiunque” lavori, “ovunque” lavori, costruendo in ogni comune e in ogni quartiere una sede sindacale, una “casa comune” offerta ai cittadini e ai lavoratori, italiani e stranieri. Da qui lo slogan scelto per il congresso: “il sindacato dei lavori e dei territori” La Uila è giunta a questo congresso con un altro grande risultato acquisito: aver saputo costruire e mantenere insieme a Fai e Flai, malgrado la “rottura” sindacale, a livello confederale, sugli accordi del 22 gennaio 2009, un solido rapporto unitario che ha portato, nell’ottobre scorso, al positivo rinnovo del Ccnl dell’industria alimentare e di altri contratti del comparto e che mira a rinnovare, nelle prossime settimane, anche il Ccnl degli operai agricoli. Forte di questo “background” la Uila ha proposto al congresso tre iniziative “forti” sui temi della Pac del dopo 2013, sulla bilateralità e sul problema del lavoro migrante. Sul primo argomento, la Uila ha annunciato l’inizio di un lavoro comune con Fai e Flai per portare, all’attenzione del parlamento e della commissione europea, una proposta finalizzata a far sì che i futuri finanziamenti della Pac dopo il 2013, siano collegati e commisurati al lavoro effettivamente svolto e certificato; che vadano quindi solo alle imprese che producono realmente, utilizzando vera manodopera. Su questo progetto il congresso ha registrato il consenso di tutte le organizzazioni agricole. I presidenti di Federalimentare Giandomenico Auricchio, Confagricoltura Federico Vecchioni, PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 9 SINDACATO È centrale il tema della bilateralità 10 Cia Giuseppe Politi, Copagri Franco Verrascina, Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini si sono infatti dichiarati pronti a fare gioco di squadra affinché il lavoro sia al centro della futura politica agricola comune e per costruire una strategia di sviluppo e consolidamento di tutta la filiera agroalimentare. Disco verde anche dal presidente di Coldiretti Sergio Marini, che ha dichiarato “scordiamoci il dissenso sul disaccoppiamento e lavoriamo per un modello post 2013”. Secondo il presidente della commissione agricoltura e sviluppo rurale del parlamento europeo, Paolo De Castro, intervenuto al congresso, “i tempi sono maturi per presentare la proposta in sede Ue: grazie ai poteri non più solo consultivi che il trattato di Lisbona attribuisce al Parlamento – ha spiegato De Castro – ci sono buone possibilità che la proposta venga accolta e che si dia avvio all’iter legislativo”. Altro tema centrale del congresso è stata la bilateralità, una scelta obbligata secondo la Uila per affrontare i grandi problemi dell’economia italiana e soprattutto la piaga sociale del lavoro nero in agricoltura. Bilateralità che deve affermarsi con lo sviluppo della contrattazione di secondo livello, aziendale e territoriale e con l’affidamento agli enti bilaterali di nuove funzioni e responsabilità ma anche di maggiori certezze, attraverso una legislazione di sostegno. Su questo argomento il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, dal podio del congresso ha fatto la sua “offerta”, invitando il sindacato a “costruire insieme una rete bilaterale omogenea in tutto il territorio per governare il mercato del lavoro e in cui si integrino controllo sociale e controllo istituzionale” e aprendo alle parti sociali la possibilità di individuare insieme i modi e gli strumenti per combattere il lavoro nero. Terzo tema centrale del congresso è stata la questione del lavoro migrante al quale la Uila ha dedicato una iniziativa specifica “il lavoro non ha colore”, alla quale hanno partecipato 159 lavoratori stranieri, iscritti, delegati e quadri della Uila, e che è servita a presentare una vera e propria “piattaforma” rivendicativa di diritti dei lavoratori migranti, finalizzata da un lato a favorire il loro coinvolgimento nella vita e negli organismi sindacali, dall’altro a definire rivendicazioni specifiche, da inserire nella contrattazione collettiva, e richieste di modifica delle leggi vigenti da proporre in sede politica. Piattaforma frutto del progetto “la parola agli immigrati” avviato dalla Uila nel febbraio 2009. Particolarmente significativo l’intervento di Adolfo Urso, viceministro allo sviluppo economico: “L’Italia – ha detto Urso – deve saper accogliere senza paura gli stranieri che dimostrano di volersi integrare. Una delle strade da percorrere è la modifica della legge per la cittadinanza che deve essere resa più semplice per chi parla italiano e conosce la nostra costituzione e deve essere automatica per chi è nato nel nostro paese o vi ha compiuto gli studi fin dall’infanzia”. A conclusione dei suoi lavori, ai quali è intervenuto anche il presidente dell’Enpaia, Carlo Siciliani, il congresso ha confermato la segreteria uscente (Stefano Mantegazza segretario generale, Tiziana Bocchi, Pietro Pellegrini e Giampiero Sambucini segretari nazionali e il tesoriere Enrico Tonghini). PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 SINDACATO Andrea Icardi Crisi globale: come ne esce l’agricoltura? Convegno Coldiretti alla Fieragricola L e inefficienze e le speculazioni lungo la filiera agroalimentare nel 2009 insieme all’inganno del falso Made in Italy sono costate alle tasche degli italiani e alle imprese agricole oltre 10 miliardi di euro. È quanto è emerso da uno studio presentato dalla Coldiretti al convegno di apertura della Fieragricola di Verona “Crisi globale: come ne esce l’agricoltura?” nel corso del quale è stato presentata la fase di avanzamento del progetto “per una filiera agricola tutta italiana”. Secondo l’analisi della Coldiretti nel 2009 i prezzi riconosciuti agli agricoltori in campagna si sono ridotti in media dell’11,1% nel 2009, ma al consumo nello stesso arco di tempo si è verificato un aumento medio dell’1,8% per i prodotti alimentari che sono cresciuti peraltro più del doppio dell’inflazione. Una distorsione che ha sottratto alle imprese agricole e ai consumatori 5,8 miliardi di Sergio Marini euro nel 2009, alla quale va aggiunto il costo dell’inganno del falso Made in Italy, dovuto alla vendita di prodotti pagati come italiani senza esserlo per la mancanza dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta, che vale ben 4,2 miliardi di euro, per un totale di 10 miliardi. Pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi diventano euro al consumo con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte e per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all’industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori. Una situazione che secondo i relatori e gli economisti che hanno partecipato al convegno non dipende dalla crisi globale ma dal ridotto potere contrattuale delle imprese agricole nei confronti degli altri attori della filiera. “Siamo la principale organizzazione agricola in Italia ed in Europa e per questo abbiamo il dovere di accompagnare la protesta con una proposta concreta di lungo periodo per garantire in futuro un reddito adeguato agli agricoltori con una più equa ripartizione del valore aggiunto nella filiera” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. “Questo stiamo facendo, rimboccandoci le maniche anziché abbaiare alla luna, con il nostro progetto operativo per una ‘Filiera agricola tutta italiana’ che ha come obiettivo di recuperare valore alle imprese agricole eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l’offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo”. “Ridurre la forbice dei prezzi che moltiplicano di cinque volte dal campo alla tavola significa – ha concluso il presidente della Coldiretti – garantire un reddito adeguato agli imprenditori agricoli e acquisti convenienti alle famiglie italiane che avranno anche l’opportunità di poter comperare prodotti realmente Made in Italy, in attesa che le Istituzioni si decidano finalmente a rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dell’origine degli alimenti che consenta una chiara identificazione dei prodotti sugli scaffali dei supermercati”. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 11 LAVORO Concetto Iannello I fatti di Rosarno A Niki de Saint Phalle Les trois Grâces (Le tre Grazie), 1994 Occorre lavorare per l’integrazione degli immigrati 12 gennaio la forza lavoro agricola nella piana di Rosarno passa da 1500 a 372. Sono 1128 gli operai agricoli trasferiti da Rosarno verso alcuni centri di accoglienza di Bari e Crotone e verso il Nord Italia. Lavoratori immigrati che lavoravano soprattutto in agricoltura e che vivevano in due strutture abbandonate, una alla periferia di Rosarno ed una di Gioia Tauro. Lo svuotamento delle due ex fabbriche utilizzate dagli immigrati come dormitori (in località Spartivento presso l’ex fabbrica Sila e presso l’ex fabbrica Rognetta) ha determinato quasi l’azzeramento della forza locale disponibile per il raccolto. I fatti di Rosarno ci portano forzatamente a riflettere ancora sull’immigrazione in Italia, non perché ci si scandalizzi per quanto è successo ma perché ci si chieda cosa da questa esperienza possa scaturire e il ruolo che hanno in Italia. Sono circa 7 mila le imprese agricole condotte dagli extracomunitari, in Italia, l’1,2% del totale. A gestirle sono soprattutto tunisini, marocchini, albanesi, montenegrini, macedoni e serbi. In Calabria a fronte di 35.216 residenti stranieri regolari, pari al 7,5% della media nazionale, il 15% circa è occupato in agricoltura, anche se queste stime risultino difficili a causa degli alti tassi di irregolarità lavorativa (Fonte Inea: Gli immigrati nell’agricoltura italiana, 2009). Quale fiducia meritano? Sono persone e lavoratori, quindi “risorse” disponibili per la nostra ricchezza e benessere nazionale di tutti: diritti e doveri in eguale forma e intensità secondo il rispetto della legge e senza alcuna prevaricazione economica, sociale e culturale. Riguardo i fatti di Rosarno non possiamo chiudere gli occhi di fronte allo sfruttamento della persona, ridotta dal bisogno economico di lavoro ad abbrutirsi per le condizioni in cui è costretta a vivere. D’altro canto nessuno scandalo aperto per le condizioni di lavoro imposte dagli attori economici locali, verso i quali soggetti istituzionali, politiche e sociali non hanno garantito al territorio alcuna forma di legalità, né hanno intercettato alcuna istanza specifica esprimendo una qualche proposta in merito al governo del fenomeno. Per governare il fenomeno dell’immigrazione ed evitare scoppi di violenza come quelli di Rosarno, occorrono “ordine e legalità”, garantire i flussi di ingresso legale, lavorare per un’effettiva integrazione degli immigrati, che è compito degli enti locali “ai quali lo Stato deve fornire risorse sufficienti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso della sua visita del 21 gennaio a Reggio Calabria dove ha incontrato gli studenti che partecipavano alla Giornata della Legalità. Il capo dello Stato si è inoltre soffermato dicendo: “sono accadute cose brutte, pesanti. Uno scoppio di insofferenza che ha mostrato il peggio di ciò che si era accumulato nell’animo dei cittadini e degli immigrati. È nostra responsabilità collettiva di rappresentanti dello Stato non aver saputo prevenire ciò che avremmo dovuto prevenire. Ora dobbiamo evitare che si ripeta e respingere luoghi comuni e pregiudizi che indicano la Calabria come luogo di intolleranza e di razzismo”. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 LAVORO redazione L’orrore di Rosarno…! Intervista a Don Pino De Masi G li scontri avvenuti nel centro calabrese di Rosarno tra italiani e immigrati ci pongono pressanti interrogativi. A Don Pino De Masi, vicario generale della diocesi di Oppido-Palmi, parroco a Polistena e referente per la Piana di Gioia Tauro dell’Associazione “Libera” abbiamo chiesto il perché della violenta protesta degli immigrati africani a Rosarno. Don Pino, che cosa è accaduto veramente a Rosarno e perché proprio lì? Qui già vivono gli “uomini senza”: senza lavoro, senza sanità, senza politiche sociali, senza tutela dei diritti, senza rappresentanti politici che possano dirsi tali, senza territorio, perché chi fa da padrone non è lo Stato ma la delinquenza organizzata, senza legalità perché è il mondo dell’illegalità diffusa. È in questa realtà che da oltre dieci anni è nato e cresciuto sempre più il fenomeno dell’immigrazione stagionale. Credo allora che la storia di Rosarno sia una storia di diritti infranti e di assenza totale delle Istituzioni che avrebbero dovuto tutelare e riaffermare diritti di base e di cittadinanza, ma anche di assenza della società civile che più degli immigrati continua ad avere paura e ad essere succube della ‘ndrangheta. Perché proprio l’agricoltura? Rosarno, cinquemila famiglie, ha un’economia incentrata sulla produzione agricola, in particolare agrumeti. La proprietà della terra, frantumata, è distribuita tra poco meno di duemila famiglie, ciascuna delle quali possiede in media un ettaro o poco più; insomma ad ognuna un “giardino”, come dicono a Rosarno. Dagli anni Novanta e fino al 2008, i contributi finanziari europei per l’agricoltura meridionale venivano concessi in proporzione alla quantità di agrumi prodotta; questo faceva sì che per ogni ettaro il proprietario percepisse una sorta di rendita fondiaria annua, garantita dalla burocrazia europea, nella misura di circa ottomila euro per ettaro. Per i tremila braccianti vi era la protezione previdenziale dell’Inps: bastava lavorare cinquantuno giorni, cinque in caso di calamità naturali, per avere diritto a un assegno di disoccupazione per tutto l’anno. E negli agrumeti, a raccogliere le arance, basta la fatica penosa dei migranti stranieri, totalmente flessibile e a costi irrisori. Così, gli agrumi di Rosarno erano competitivi sul mercato delle derrate alimentari, data la stabilità del prezzo di vendita. Questo assetto economico ha retto bene per quasi un ventennio poi, nel 2008, l’Unione europea ha deciso di mutare il criterio d’erogazione dei contributi, legandolo agli ettari e non più alla produzione. Questo ha comportato che laddove il proprietario di un giardino riceveva ottomila euro a ettaro, ora riesce a ottenerne poco più di millequattrocento. E così a Rosarno, quest’anno, molte arance sono restate sugli alberi, il loro prezzo di vendita non copre neppure il costo di produzione. Laddove qualche anno fa occorrevano, per il lavoro di raccolta, oltre duemila migranti quest’anno ne bastavano meno di duecento. Nella totale incapacità di mediazione politica da parte delle Istituzioni, è venuto così montando un disagio e una decisione: per gli immigrati di colore non c’era più posto a Rosarno. La conti nuazione della storia la conosciamo tutti…! PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 Niki de Saint Phalle Coeur (Cuore), 1963 I prezzi di vendita non coprono i costi di produzione 13 LAVORO Gino Rotella A proposito di Rosarno L Niki de Saint Phalle La Justice (La Giustizia), 1990 Forte l’esigenza di giustizia e legalità 14 e violente scene di Rosarno ci rimandano ad alcune riflessioni, sintetizzabili in quattro punti. Il primo, riguarda il richiamo alla legalità, quando è noto che in quella ed altre realtà il semplice richiamo oltre ad essere ovvio appare un’invocazione generica e incompleta. Che cosa significa difatti legalità? E qual è il nesso tra legalità e giustizia? Quando, nella mitologia greca, Antigone contravviene alle regole di Creonte, re di Tebe, e seppellisce suo fratello Polinice – traditore della patria – si limita a disconoscere la legge o risponde ad una legalità altra e finanche suprema? Quale legalità (e da chi) è stata rispettata a Rosarno? Secondo punto. In Calabria è assai difficile per un imprenditore agricolo rifiutare l’offerta, o l’imposizione, di manodopera da parte delle ‘ndrine. In aggiunta, da sempre, tranne la fase della gestione pubblica del Collocamento, il lavoro agricolo è gestito da campieri e caporali, i quali raramente si sottraggono alle regole della ‘ndrangheta. Sicché un imprenditore che voglia assumere un lavoratore, locale o straniero, deve rivolgersi ad uno di essi poiché né i Centri per l’impiego né le aziende di somministrazione di manodopera sono in grado di fornire alcunché. Ciò non solo a Rosarno, ma ovunque, in Italia. È legale rivolgersi al caporale? Certo che non lo è, ma non esiste alternativa. La stessa cosa vale per un lavoratore, bianco o di colore: per lavorare deve rivolgersi ineluttabilmente alla piazza, ad amici o ad un caporale. E quando le piazze si riempiono di disperati, in particolare in terra di mafie, solo gli irresponsabili e gli allocchi possono illudersi che quel mercato del lavoro si possa autoregolare; o meglio, può succedere, ma le regole le decidono altri, non lo Stato. Terzo. Migliaia di persone si addensano alle porte della città in tuguri privi di tutto, pregni di sudore, sporcizia e sangue. Nessuno vede, tutti sanno e le autorità locali guardano altrove. Mentre tutto prosegue in una plumbea normalità fatta di pestaggi e continue sfide tra miserabili divisi dal colore della pelle e dal sistema di protezione individuale e collettiva in una terra dove un capobastone decide vita e morte. Una normalità in cui la legge non esiste. Un esempio. Il Testo unico sull’immigrazione pone a carico del datore di lavoro l’obbligo di stipulare un contratto di soggiorno in cui sia previsto l’alloggio per il lavoratore. È ovvio. Trattandosi di lavoro nero, quelle aziende non rispettano nulla: né contratto sindacale, né salario, né diritti; figuriamoci se garantiscono l’alloggio. La stessa legge prevede che “Lo straniero regolarmente soggiornante può accedere ad alloggi sociali, predisposti secondo i criteri previsti dalle leggi regionali, dai comuni di maggiore insediamento degli stranieri.” Ci sono quegli alloggi? Evidentemente no. La Regione si è dotata di una legge di attuazione del Testo unico? Evidentemente no. Il Comune ha predisposto strutture alloggiative per destinarle a chi ne avesse bisogno? Evidentemente no. Un chiaro esempio di come il richiamo alla legalità, se non vuole essere ipocrita, passa dal rispetto delle leggi da parte delle stesse autorità. Ora, passati gli echi di ribellione, quelle stesse (sedicenti) aziende stanno cercando di convincere gli immigrati a tornare. Alcuni, spinti dalla miseria, stanno già tornando per sottostare da schiavi alle regole della piazza e dei caporali. Regole antiche che non sono retaggio del sottosviluppo e PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 LAVORO dell’arretratezza ma elementi di un’economia distorta dalla presenza onnivora della ‘nrangheta che partecipa così alla complessità della globalizzazione. Quarto ed ultimo punto. Come si palesa lo Stato, in quella parte del Paese? I recenti colpi assestati alle mafie, non vanno sminuiti. Ma non possono neanche essere enfatizzati fino al punto di oscurare il retroterra, la cultura e l’insieme delle relazioni mafiose nelle quali il recente conflitto è esploso. Dall’Informativa del ministro Roberto Maroni in Parlamento apprendiamo che a Rosarno l’azione delle Forze dell’ordine è servita, tra l’altro, per costituire una task force allo scopo di disporre un esame della situazione igienico-sanitaria delle strutture utilizzate come dormitorio dagli immigrati. Conseguentemente le stesse strutture sono state sgomberate, procedendo al trasferimento di circa settecentocinquanta persone. È da anni che quella situazione andava avanti in quel modo, perché la task force è stata costituita solo dopo i tumulti? Ed a quale senso di giustizia risiede l’allontanamento dei più deboli? Ecco in sintesi la questione Rosarno. Destinata a permanere tal quale, fino a quando non ci sarà una rivolta – questa sì – storica in grado di rompere e sconfiggere la perversa ed estesa filiera criminale che priva le aziende di profitti e redditi trasparenti, sottrae salario e diritti ai lavoratori, toglie certezze ai consumatori. Mentre quel giorno, da Rosarno, oltre ai migranti di colore, accompagnati dalla polizia, sono stati trasferiti altrove il diritto, la dignità umana e la speranza. Le intenzioni di semina degli agricoltori per il 2009-2010, secondo i dati Istat I Le funzioni dello Stato Andrea Icardi l consolidarsi della nuova Pac, l’instabilità dei mercati e la conseguente diminuzione dei prezzi di vendita dei principali prodotti agricoli, in particolare, ha reso più difficile per gli agricoltori l’organizzazione delle semine della campagna agraria corrente. Come è dimostrato anche dall’aumento dei terreni dichiarati a riposo e di quelli sui quali viene effettuata una manutenzione minima, in attesa di valutare se procedere alla semina e su quali coltivazioni puntare. L’Istat, come ogni anno, ha pubblicato i risultati della rilevazione campionaria sulle intenzioni di semina delle principali colture erbacee riferita all’annata agraria 2009-2010. Il campione è di circa 8 mila aziende. Rispetto alla precedente annata, per quella del 2009-2010, è previsto un aumento delle superfici destinate alla coltivazione di frumento duro +4,1%, e tenero +1,1%, di riso +2,1%. Mentre si prevedono diminuzioni??????? per le superfici di mais da granella di -4,4% dei cereali minori, quali sorgo -33,2 %, orzo -14,0%, avena -6,2% e dei semi oleosi, in particolare del girasole -15,1% e della colza -3,8%. Al contrario, la soia registra un aumento del 2,4%, che riesce solo in parte a bilanciare la diminuzione degli altri prodotti del comparto. Sul fronte delle ortive si evidenzia una complessiva diminuzione delle superfici investite a pomodoro -13,9% e a legumi freschi -10,4%, a fronte di un aumento di quelle destinate alle altre ortive +18,5%. Per le leguminose da granella risulta in diminuzione sia la superficie investita a piselli -9,4% sia quella a fagioli e fave -4,1%. Sostanzialmente stabile la superficie investita a foraggere temporanee, mentre è in calo quella coltivata a patata -7,8%. Dal punto di vista territoriale, le superfici a frumento tenero hanno un andamento divergente tra le regioni settentrionali, con un calo più marcato a Nord-Est che a Nord-Ovest, e quelle centrali +23,1%, mentre per quelle a frumento duro si prevede un aumento, in prevalenza al Centro +9,9%. L’attesa diminuzione nazionale delle superfici destinate a mais da granella è da ricondurre, in primo luogo, ad un consistente disinvestimento nelle regioni del Nord-Est -8,3%, mentre per la coltivazione di girasole il calo dovrebbe interessare quasi interamente le regioni del Centro -16,7% e del Sud e Isole -17,7%. Per il pomodoro si attende una riduzione delle superfici sia al Nord-Est sia al Sud e Isole: entrambe -17,6%. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 15 LAVORO Giuseppe De Marco Donne al sorpasso Presto le lavoratrici supereranno i lavoratori “W Niki de Saint Phalle sulla sua sedia Charly mentre dipinge una versione ridotta di Le monde (Il mondo) L’Italia a due velocità 16 e did it!” Ce l’abbiamo fatta! Recita la copertina del primo numero dell’Economist del 2010. Chi sia ad avercela fatta lo si intuisce (con qualche fatica, almeno per il lettore italiano, che certo ha ben poco da rallegrarsi) dall’immagine di una casalinga in tuta da lavoro e sguardo fiero. Incredibile a dirsi ma sono proprio loro: le donne! Anzi, di più, le donne lavoratrici, che nei prossimi mesi – secondo le stime del settimanale inglese – supereranno in numero i colleghi maschi e diventeranno la maggioranza della forza lavoro. Il che, in un momento non particolarmente prodigo di notizie di cui rallegrarsi, rappresenta senza dubbio un evento da celebrare, risultato peraltro di un cammino graduale e costante iniziato 50 anni or sono e destinato a durare almeno altrettanto. Ma i maschi italiani stiano pure tranquilli sulle loro poltrone. Stiamo parlando, naturalmente, degli Stati Uniti. E di un buon numero di Paesi dell’Ocse, soprattutto nel nord Europa. L’Italia invece, come emerge dall’inchiesta curata dalla prestigiosa rivista britannica, rimane comodamente appollaiata nelle ultime posizioni, lontana non solo dai vertici della classifica ma anche dalla media europea. Nonché, è bene ricordarlo, dagli obiettivi della strategia europea di Lisbona, che vede proprio l’incremento del tasso di inclusione delle donne nel mercato del lavoro tra i principali traguardi per l’Europa di domani. I motivi fondamentali di questo ritardo secondo Carlo Dell’Aringa – professore di economia politica all’Università cattolica di Milano e membro della task force costituita nel 2003 dalla Commissione europea per fare il punto proprio sulla Strategia di Lisbona – sono principalmente due: «La differente qualità dell’istruzione delle varie generazioni» con un tasso di partecipazione proporzionale al livello di istruzione raggiunto. «Segno che il processo di ricambio generazionale non si è concluso completamente». «L’altro elemento – prosegue Dell’Aringa – è quello del territorio, infatti lo squilibrio territoriale resta davvero penalizzante per l’Italia». Diciamo che, a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, l’Italia procede (come sempre) a due velocità. Con punte di eccellenza in regioni come la Toscana o l’Emilia Romagna e un ritardo imbarazzante nel Mezzogiorno, legato alla complessiva arretratezza socio-economica. Il risultato è che, mentre in Europa ben sei degli otto milioni di nuovi posti di lavoro creati a partire dal 2000 sono andati alle donne, in Italia le donne restano il 20% in meno degli uomini. Per non parlare del problema legato alla disparità di trattamento economico. In ogni caso, quel che è certo è che la presenza delle donne nel mondo del lavoro sia destinata ad aumentare ovunque. Così come non c’è dubbio che occorra prendere in considerazione le conseguenze sociali del fenomeno. Anzi, l’ora di rivedere un welfare pensato quando le donne stavano per lo più a casa è scoccata da un pezzo (basti pensare solo agli orari scolastici, con lezioni solo la mattina e vacanze estive lunghe tre mesi). Ed è anche per questo che è appena nato un osservatorio tutto al femminile chiamato, significativamente, “PareoDispare”, che vigilerà sulle discriminazioni nei confronti delle donne: per le pari opportunità di lavoro e di carriera, per il merito, per contrastare gli stereotipi femminili diffusi dai media che influenzano l’accesso e il trattamento nel mercato del lavoro, la segregazione orizzontale e verticale, le retribuzioni. Il comitato, guidato dall’economista Fiorella Kostoris e dal vice presidente del Senato Emma Bonino in qualità di presidente onorario, è stato presentato lo scorso 11 gennaio in una conferenza stampa che è stata aperta dal presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Giuliano Amato. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 PREVIDENZA Simone Parola Pensioni: le regole e il calendario delle uscite 2010 S i è aperta lo scorso primo gennaio la prima finestra utile dell’anno per accedere alla pensione. La finestra consente il ritiro anticipato per i lavoratori dipendenti che hanno maturato i requisiti (58 anni di età e 35 di contributi) entro il 30 giugno 2009, ossia prima dell’entrata in vigore del meccanismo delle quote, in base al quale si consegue il diritto alla pensione al raggiungimento di una quota data dalla somma tra età anagrafica e contribuzione. Ad essi vanno ad aggiungersi i lavoratori dipendenti che hanno totalizzato almeno 40 anni di contributi entro il 30 settembre 2009, indipendentemente dall’età e i lavoratori autonomi che entro il 31 dicembre 2008 potevano far valere 35 anni di contributi e 59 anni di età. La finestra di gennaio interessa anche coloro che richiedono la pensione di vecchiaia, ossia i lavoratori che hanno compiuto 65 anni di età (60 per le donne) entro il 30 settembre 2009, se dipendenti, oppure entro il 30 giugno dello scorso anno, se autonomi. Le finestre di uscita sono state modificate dalla legge 247/2007 di riforma del sistema pensionistico, che oltre a introdurre il sistema delle quote, ha allungato i tempi di attesa per ricevere la pensione e le ha previste anche per la pensione di vecchiaia. Vediamo nel dettaglio requisiti e tempi di uscita. Pensione di anzianità con meno di 40 anni di contributi A partire dal 1° luglio 2009 i lavoratori dipendenti che raggiungono quota 95 (come somma di età e contributi), con una età minima di 59 anni, hanno a disposizione 2 sole uscite: dal 1° gennaio dell’anno successivo se raggiungono i requisiti entro il primo semestre dell’anno, dal 1° luglio sempre dell’anno successivo se raggiungono i requisiti entro il secondo semestre dell’anno. Tempi più lunghi per gli autonomi che devono attendere il 1° luglio dell’anno successivo se maturano i requisiti (quota 96 con una età anagrafica minima di 60 anni) entro il 30 giugno oppure il 1° gennaio del secondo anno successivo se maturano i requisiti entro il 31 dicembre. Niki de Saint Phalle Californian Diary (Diario californiano), 1994 Requisito contributivo minimo di almeno 35 anni Lavoratori dipendenti Periodo Somma età e Età anagrafica anzianità minima Lavoratori autonomi Somma età e anzianità Età anagrafica minima Dal 01/07/2009 al 31/12/2010 95 59 96 60 Dal 01/01/2011 al 31/12/2012 96 60 97 61 Dal 01/01/2013 97 61 98 62 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 17 PREVIDENZA Con meno di 40 anni di contributi Decorrenza della pensione Requisiti maturati entro il Lavoratori dipendenti Lavoratori autonomi 30 giugno 1° gennaio anno successivo 31 dicembre 1° luglio anno successivo 1° luglio anno successivo 1° gennaio secondo anno successivo Pensione di anzianità con almeno 40 anni di contributi In questo caso le vie di uscita sono 4. Per i lavoratori dipendenti le finestre si aprono il 1° luglio, il 1° ottobre, il 1° gennaio dell’anno seguente e il 1° aprile sempre dell’anno seguente se i requisiti sono stati maturati rispettivamente entro il 31 marzo, il 30 giugno, il 30 settembre e il 31 dicembre. Per le finestre di luglio e ottobre è richiesta un’età anagrafica minima di 57 anni. Le finestre dei lavoratori autonomi sono ritardate di tre mesi rispetto ai lavoratori dipendenti, ma per loro non sono previsti requisiti anagrafici. Con almeno 40 anni di contributi Decorrenza della pensione Requisiti maturati entro il Lavoratori dipendenti Lavoratori autonomi 31 marzo 1° luglio stesso anno* 1° ottobre stesso anno 30 giugno 1° ottobre stesso anno** 1° gennaio anno successivo 30 settembre 1° gennaio anno successivo 1° aprile anno successivo 31 dicembre 1° aprile anno successivo 1° luglio anno successivo * Con almeno 57 anni di età entro il 30 giugno ** Con almeno 57 anni di età entro il 30 settembre Pensione di vecchiaia Tempi più lunghi anche per le pensioni di vecchiaia che fino al 1° gennaio 2008 decorrevano dal primo giorno del mese successivo alla maturazione di tutti i requisiti richiesti, ovvero dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Anche in questo caso sono previste uscite diverse per i lavoratori dipendenti e autonomi. Per i primi il diritto al trattamento pensionistico scatta dal primo giorno del secondo trimestre successivo a quello in cui sono stati raggiunti i requisiti anagrafico e contributivo, mentre per i lavoratori autonomi le distanze sono maggiori poiché per loro la pensione decorre a partire dal secondo semestre successivo a quello in cui hanno maturato il diritto. Requisiti maturati entro il 18 Decorrenza della pensione Lavoratori dipendenti Lavoratori autonomi 31 marzo 1° luglio stesso anno 1° ottobre stesso anno 30 giugno 1° ottobre stesso anno 1° gennaio anno successivo 30 settembre 1° gennaio anno successivo 1° aprile anno successivo 31 dicembre 1° aprile anno successivo 1° luglio anno successivo PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 AZIENDE Giovanna Mellano Intervista a Camillo Nola C amillo Nola, vice presidente dell’Unione agricoltori della provincia di Cosenza. 41 anni, Imprenditore Agricolo, sin dal 1992 si occupa attivamente di aziende operanti nel settore frutticolo e zootecnico; gestisce, insieme ai familiari, un’impresa agricola che impegna risorse umane per circa 80.000 giornate lavorative annue, oltre ad una stalla che produce 60.000 quintali di latte “Alta qualità”. Dal 2004 ricopre la carica di presidente dell’Agroalimentare Assolac, Cooperativa agricola di produttori di latte calabresi. Cosa rappresenta Assolac oggi? È una filiera composta da 140 allevatori calabresi che produce, trasforma e commercializza annualmente circa 40 milioni di litri di latte, 32 milioni di “Alta qualità”. ertificata. Raccogliamo circa il 70% del consegnato regionale e rappresentiamo l’85% del mercato del latte fresco e il 40% del caseario in Calabria. Nel panorama nazionale esistono tante filiere del latte, la vostra come si posiziona? Sicuramente ci sono altre filiere più significative per dimensione e fatturato, la nostra cooperativa è considerata tra le tre più efficienti nel mezzogiorno. Cosa intende per efficiente? Oggi si dibatte se è meglio la filiera corta o lunga, per noi produttori calabresi è importante il risultato della liquidazione del latte nelle stalle, le strutture di trasformazione e di distribuzione devono essere efficienti e soprattutto strumentali a questo scopo. In produzione conseguire il titolo di stalla “Alta qualità” non è tutto, è necessario mantenerlo con costanza, e in questo ambito non ci sentiamo inferiori a nessuno a livello nazionale. Questo peraltro è il risultato di 54 anni di lavoro che ha visto tanti protagonisti prima dell’attuale generazione di produttori e cooperatori. Quali scelte strategiche hanno inciso, negli anni, per raggiungere questi risultati? Il concetto è semplice, ci siamo concentrati a produrre bene il latte nelle PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 Niki de Saint Phalle Last Night I Had a Dream (La notte scorsa ho fatto un sogno) 1968-1988 19 AZIENDE stalle, abbiamo imparato a trasformarlo con le migliori tecnologie disponibili, e abbiamo sempre voluto delegare ai migliori specialisti il compito di commercializzarlo. Intende il gruppo Granarolo? La partnership distributiva con il gruppo Granarolo ci ha consentito di esprimere al massimo la potenzialità dei nostri marchi locali; con la più importante filiera nazionale del latte fresco abbiamo costituito la Calabrialatte spa società di cui Assolac detiene il 50%. Il latte fresco oltre ai valori del territorio, di qualità e sicurezza, porta con sé un fortissimo contenuto di servizio che è fondamentale per competere. Come si inserisce Assolac all’interno del contesto economico calabrese? Abbiamo dimostrato come investendo seriamente, anche attraverso l’apporto di risorse pubbliche, si possa ottenere reddito sufficiente ai produttori e occupazione regolare stabile. Oggi occupiamo circa 100 persone direttamente e 800 unità indirettamente nelle stalle dei soci. Quali sono i nodi da affrontare nel contesto agricolo calabrese? I problemi sono innumerevoli, complessi, e soprattutto sono sempre gli stessi degli ultimi 30 anni, aggravati da un quadro di globalizzazione di mercato che penalizza le aree e le imprese meno attrezzate e favorisce le economie regionali più intraprendenti e competitive. Con il Psr agricolo 2007-2013 le imprese avranno tante risorse a disposizione… La programmazione comunitaria è solo un pezzo di un complesso mosaico che va ricomposto con grande serietà ed impegno quotidiano: l’attuale bilancio regionale prevede solo lo 0,003% come risorse libere destinate al settore agricolo, quando l’incidenza del settore sul pil regionale è del 6,4% con addetti pari al 12,4% sul totale degli occupati; necessita fare di più in questa direzione rispetto ad altre Regioni che hanno dotazioni di spesa più significative. Comunque, a mio parere, alla base di qualsiasi progetto di sviluppo deve compiersi la rifondazione delle funzioni pubbliche regionali; oggi è la vera, grande emergenza calabrese e del mezzogiorno; é illusorio ed intriso di demagogia il clima di attesa che si è respirato intorno al Psr 2007/2013; è vero che la Calabria ha sempre bisogno di risorse, ma è ancora più necessario prima dei soldi lo sviluppo di una cultura fatta di cooperazione tra imprese ed istituzioni pubbliche, di scelte serie in tema di politica agricola, poi soltanto lavoro duro per recuperare le distanze con il resto del Paese. 20 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 PASTA Assunta Soldi Cara pasta quanto mi costi Dinamica dei prezzi poco chiara? Scatta l’indagine di Mr Prezzi A dare retta ai maggiori produttori di pasta in Italia il prezzo di questo alimento, tanto caro alla nostra tradizione e cultura, è “libero e non amministrato”; fatto sta, tuttavia, che la pasta continua ad essere troppo cara, segnalando aumenti per dieci volte più del grano. Ora il Garante dei prezzi, Mr Prezzi, rileva che se ad ottobre 2006 per un chilo di frumento duro (materia prima) si pagavano 0.15 euro e per un chilo di semola (semilavorato) 0,27 euro, mentre un chilo di pasta si vendeva a 1,18 euro al consumatore; se arriviamo a novembre 2009 il prezzo all’origine era 0.18 (+4,2 %), all’ingrosso a 0,31 (+7,1 %), al consumo a 1,65 euro (+39,7 %). L’elaborazione del Garante sui Prezzi su dati Istat e Ismea tra marzo e maggio 2008 risulta emblematica in tal senso: dopo un’impennata dei prezzi, quelli della materia prima e quelli all’ingrosso incominciano a scendere mentre, e qui sta il nodo dell’analisi, quelli al dettaglio continuano la fase crescente per poi assestarsi su un trend stabile. Questa è un’anomalia, a quanto pare, tutta del mercato della pasta. In un mercato concorrenziale il prodotto stesso subisce una diminuzione della sua quotazione per effetto della diminuzione dei prezzi all’ingrosso per un periodo relativamente stabile. Ne consegue, in genere, una differenziazione, l’eventuale uscita dal mercato di alcuni produttori, una diminuzione infine dei prezzi al dettaglio. Quando questo non avviene c’è qualche anomalia che altera il mercato. Ritornando al mercato della pasta, dunque, nonostante il deciso calo dei prezzi della materia prima e della semola, i prezzi del prodotto finito non sono diminuiti, anzi hanno continuato a segnalare un aumento. Questa strana dinamica dei prezzi era stata segnalata da una prima indagine del Garante dei prezzi; ci sono stati poi una serie di incontri con i produttori, dopo che l’indagine dell’Antitrust si era risolta con una multa per 12,5 milioni di euro a 24 pastifici e due associazioni del settore, confermata ad ottobre dal Tar che ha di fatto in seguito respinto il ricorso dei pastifici. Il Garante dei prezzi dopo aver completato la nuova indagine sull’andamento dei prezzi negli ultimi 12 mesi sta preparando un nuovo attacco ai produttori della pasta. Probabilmente saranno convocati nuovamente i pastai e tutte le parti coinvolte nella filiera ad un tavolo tecnico per discutere di un mercato la cui dinamica dei prezzi risulta, nella migliore delle ipotesi, poco virtuosa sperando di non trovarsi dinanzi ad un comportamento poco corretto nei confronti dei consumatori. Ricordiamo che grazie agli sms è stato possibile segnalare anomalie sui prezzi dei prodotti, ed è stato chiesto agli operatori di intervenire prima che intervenisse il Garante stesso, ma alla fine si sono adeguati. Ora, nel caso in cui i pastai non dovessero cedere, il Garante prevede addirittura una riforma del mercato da presentare al vaglio del Governo come già accaduto per il mercato dei carburanti. L’Italia con 3.228.000 in termini di tonnellate prodotte è il primo produttore mondiale seguito dagli Stati Uniti con 2.000.000 e se guardiamo al consumo medio annuo di pasta pro capite, l’Italia è nuovamente al primo posto con 28,2 kg. È dunque chiaro che la dinamica dei prezzi in questo settore ha un impatto rilevante non solo sulla domanda interna, ma anche sulle esportazioni considerando le potenti evocazioni culturali di questo alimento per l’economia del nostro Paese. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 Niki de Saint Phalle The Devil XV (Il Diavolo XV), 1997 Attività del Garante dei prezzi 21 VINO Milica Ostojich Palermo capitale del vino d’eccellenza N Niki de Saint Phalle Nana pomme de terre (Nana patata), 1975 Italia al terzo posto per superficie vitata nel mondo 22 ato nel 1994, il Concours Mondial de Bruxelles, ormai diventato un appuntamento di straordinaria importanza nel mondo del vino di qualità, dopo aver visitato il Portogallo, l’Olanda, la Francia e la Spagna, nel 2010 accenderà i riflettori sull’Italia. Questa 17a edizione del Concorso sarà ospitata a Palermo, dal 23 al 25 aprile, che diventerà la capitale del vino dì eccellenza; la città è stata prescelta dall’organizzazione per lo svolgimento dell’intera manifestazione e delle degustazioni dei vini provenienti da tutto il mondo. Fino al 2006 questa competizione internazionale si è svolta in Belgio e da quell’anno ne ha abbandonato i confini per rendere omaggio ad altri Paesi. La grande kermesse dedicata all’eccellenza dei vini così riconoscerà alla Sicilia un ruolo di primissimo piano nel panorama enologico mondiale, dove si coniuga la storia enologica con la cultura, la tradizione e con tutta la storia della Sicilia. Proprio così come è stata già riconosciuta in tutti questi anni con i più importanti premi: basta solo ricordare che nel 2009, 146 i vini siciliani (hanno partecipato 604 vini italiani in totale al Concorso) sono riusciti ad ottenere 22 “Medaglie Oro” (tra 68 in totale per l’Italia) e 5 “Grande Oro” (tra 7 in totale per l’Italia). Questi prestigiosi premi li possono ottenere soltanto quei vini che hanno ricevuto i migliori giudizi in assoluto da 250 giurati internazionali professionisti e competenti provenienti da 40 paesi. Questa è una grande notizia per la Sicilia nel contesto dell’Italia che come è noto è il primo Paese al mondo per la produzione di vino, oltre che per le esportazioni. Sempre va bene ricordare che il Bel Paese si trova al terzo posto per superficie vitata nel pianeta. Alla Conferenza stampa del 27 gennaio, presso la Stampa estera a Roma, hanno presentato questo evento Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia, Baudouin Havaux, presidente del Concours Mondial de Bruxelles, Leonardo Agueci, presidente dell’Irvv e Giorgio Calabrese, presidente nazionale Onav. Il presidente Lombardo ha concesso esclusivamente per “Previdenza Agricola” un’intervista esprimendo la sua soddisfazione: “Sono convinto che la Sicilia è la regione più ricca di risorse in Europa, anche per la sua posizione geografica, per il suo clima, per la sua terra. Il vino è una delle sue espressioni e credo anche che sia un ambasciatore delle meraviglie della Sicilia; sono tanti i vini, uno più buono dell’altro, che esprimono il meglio della Sicilia e per Palermo, come prima città ad ospitare questo straordinario evento in Italia, rappresenta anche uno stimolo a fare meglio. Il vino rappresenterà una terra ricca di un patrimonio inestimabile e valorizzerà meglio quello che abbiamo e su quello lavoreremo fino in fondo”. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 MONDO Federico Ghera Conferenza di Copenhagen, un (dis)accordo fra le polemiche N ella capitale danese Usa e Paesi in via di sviluppo hanno firmato intenti comuni, con l’Unione europea esclusa di fatto dal dibattito. Lo scorso 19 dicembre si è concluso il vertice mondiale sul clima e sulle emissioni di gas organizzato a Copenhagen dall’Onu, dove hanno partecipato oltre 190 rappresentanti di Stati nazionali. Di quei 13 giorni di colloqui e dichiarazioni, la cosa maggiore che si ricorderà sarà il clima di tensione e di polemica che ha diviso più che unire le varie componenti, e soprattutto ha portato ad un esito che di fatto soddisfa i pochi e delude i molti. L’accordo finale, firmato in realtà solamente dagli Stati Uniti, dalla Cina, dall’India, dal Brasile e dal Sudafrica, con gli altri Paesi (tra cui l’intera Comunità europea) rimasti a guardare in tacito silenzio, prevede innanzitutto che tutti gli Stati si dovranno impegnare d’ora in poi a far si che l’aumento di temperatura del Pianeta rimanga al di sotto dei 2°, ed inoltre l’erogazione di un fondo economico di 100 miliardi da parte dei Paesi industrializzati da destinare ai Paesi in via di sviluppo per incentivare la riconversione energetica e la riduzione delle emissioni. Negli altri punti, c’è l’invito alla pubblicazione ufficiale da parte di ogni Paese riguardo il proprio obiettivo di riduzione di diffusione dei gas e l’appuntamento ad un nuovo incontro mondiale nel novembre 2010 in Messico per definire il nuovo trattato sul clima. Essenzialmente, ciò che è uscito fuori dalla conferenza di Copenhagen, costata fra l’altro circa 215 milioni di dollari, altro non è che un sommario di intenti da vincolare poi legalmente in seguito. Non è stato cioè deciso nulla di definitivo, ed inoltre gli accordi hanno numerosi punti scoperti. In primis la cifra pattuita da stanziare dei Paesi più ricchi è assai fuori dalla portata della maggior parte delle unità nazionali e sovranazionali. La stessa Ue, di cui facciamo parte, si è impegnata a sostenere una spesa di appena 2,4 miliardi ogni tre anni. Inoltre, non sono state inserite le percentuali di riduzione dei gas serra cui i Paesi avrebbero dovuto attenersi, e quindi il documento finale manca di riferimenti ben precisi. La conseguenza maggiore sarà che un Paese come la Cina, già avverso ad imposizioni esterne, non approverà un monitoraggio internazionale sul livello di emissioni, e la cosa “divertente” è che per ora nessun organo potrà sanzionargli eventuali negligenze. Se legalmente, come ha spiegato Robert Orr, senior official delle Nazioni unite, “prendere atto” dell’accordo equivale ad un’adesione piena, sondando gli umori PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 Niki de Saint Phalle Le Grand Diable (The Devil) (Il Grande Diavolo), 1989 Nuovo incontro nel novembre 2010 23 MONDO dei partecipanti è apparso chiaro che molte nazioni, pur non opponendosi, non si sentono in sintonia con le decisioni prese. Sugli scudi la nostra Unione europea, rappresentata nell’occasione da Andreas Carlgren, ministro dell’ambiente della Svezia, che ha affermato che è stato tutto un fallimento, (de)merito degli Usa e della Cina, che si sono opposte alla strategia mossa dall’Europa che avrebbe portato tagli netti delle emissione di gas a effetto serra, con conseguente minor produzione industriale. Di contro, i Paesi in via di sviluppo considerano quelli industrializzati la causa delle variazioni climatiche, e pertanto pretendono che siano le economie sviluppate a impegnarsi maggiormente nella diminuzione di emissioni. Barack Obama ha concluso la conferenza affermando che “per la prima volta nella storia le più grandi economie hanno accettato le loro responsabilità per agire contro il pericolo dei cambiamenti climatici.” Una visione positiva in una si tuazione che in realtà offre ostacoli e divergenze. 27 gennaio: Giornata della Memoria C Gianluca Cicinelli i ha pensato il regime iraniano a ricordare al mondo che la commemorazione delle vittime della Shoa è una ricorrenza che ha un senso nel presente e non solo per il passato. Dalla Polonia all’Italia, sono state tantissime le manifestazioni che hanno celebrato il 65esimo anniversario dal giorno in cui i soldati dell’Armata Rossa liberarono i prigionieri di Auschwitz-Birchena. Proprio ad Auschwitz si è svolta la cerimonia principale, cui hanno preso parte tra gli altri il primo ministro israeliano Beniamyn Netanyahu, e il presidente del Parlamento europeo, il polacco Jerzy Buzek. Insieme a loro i sopravvissuti, sempre di meno con il passare degli anni, ma pronti a tutto pur di essere lì a lasciare il loro messaggio ai giovani: “Non dimenticate”. E puntuale come non mai, è arrivato anche l’ennesimo attacco verbale a Israele da parte del presidente iraniano Ahmadinejad, che arriva a negare l’olocausto. In Italia il presidente Giorgio Napolitano ha insistito sul diritto del popolo ebraico e dello stato d’Israele a vivere in sicurezza, ma è stato il Nobel per la pace Elie Wiesel, numero A7713 tatuato sul braccio ad Auschwitz a lanciare al mondo una domanda provocatoria: “Volevano ad ogni costo uccidere l’ultimo ebreo sul pianeta. Oggi ci si potrebbe chiedere: perché la memoria, perché ricordare, perché infliggere un dolore tale?”. La sua risposta è carica comunque di speranza: “In fondo per i morti è tardi ma per i vivi no. Se non si può annullare il tormento, si può invece sperare, riflettere, prendere coscienza”. Neppure Auschwitz ha guarito il mondo dall’antisemitismo, sostiene Wiesel, e la conferma viene dalle scritte antiebraiche apparse a Roma la notte prima della Giornata della Memoria al museo della Liberazione di via Tasso, dove i nazisti torturarono migliaia di ebrei e partigiani, ma anche a Strasburgo dove sono state profanate con svastiche le tombe ebraiche. Dieci anni dopo la sua istituzione la giornata della memoria trova conferma della sua triste attualità, non di pietà ma di consapevolezza, per quel che milioni di persone hanno permesso che accadesse nel passato recente della civile Europa. 24 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 INSERTO a cura del Centro Studi Enpaia Prestazioni e servizi agli iscritti all’Enpaia FONDO PER IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO L’aliquota contributiva è del 6%, a totale carico del datore di lavoro. Alla cessazione del rapporto di impiego, l’Enpaia, in sostituzione del datore di lavoro, corrisponde direttamente all’assicurato il Trattamento di fine rapporto accantonato a suo nome ai sensi della legge 297/82. L’accantonamento del Tfr è pari a 1/13,5 della retribuzione utile per ogni anno lavorato (al netto della contribuzione aggiuntiva dello 0,50% dovuta al Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti) ed è incrementato su base composta, al 31 dicembre di ciascun anno, con l’applicazione del tasso costituito dall’1,50% in misura fissa annua e dal 75% dell’indice Istat maturato rispetto al dicembre dell’anno precedente. La cessazione del rapporto di lavoro deve essere comunicata tempestivamente per fax al numero 065458383 oppure via e-mail all’indirizzo: [email protected]; dovranno essere indicati i dati dell’azienda (ragione sociale e numero di posizione), nominativo e matricola del dipendente, data di cessazione (ultimo giorno lavorato) e causale. Nei giorni successivi verrà reso disponibile on line il modello PREV./01, in cui i dati anagrafici e retributivi del dipendente cessato saranno già presenti. Accertata la correttezza di tali dati o effettuata l’eventuale rettifica e comunque solo dopo aver denunciato la retribuzione del mese di cessazione, occorrerà dare la conferma dei dati all’Enpaia nella sezione “Totali”; il modulo dovrà essere quindi stampato, sottoscritto sia dal dipendente, che indicherà le coordinate di un conto corrente bancario a lui intestato, che dal rappresentate legale dell’azienda e inviato sollecitamente all’Enpaia. Solo dopo aver ricevuto tale documento la Fondazione potrà procedere alla liquidazione della prestazione, che avverrà entro 60 giorni dalla data in cui la documentazione risulterà regolare e completa. Anticipazione sul Tfr L’anticipazione, ai sensi della legge 297/82 e dell’articolo 5 del vigente Regolamento, può essere chiesta dall’iscritto in presenza delle seguenti condizioni: • prestare servizio in aziende, in regola con il versamento dei contributi, con almeno 25 dipendenti; • aver maturato 8 anni di iscrizione al Fondo. L’anticipazione può essere ottenuta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e non può essere superiore al 70% del Trattamento di fine rapporto maturato alla data della domanda. Le richieste sono soddisfatte annualmente entro i limiti del 10% degli aventi titolo (di coloro che, con un’anzianità di servizio almeno pari ad 8 anni, possono concorrere all’anticipazione) e del 4% del numero totale dei dipendenti. In caso di concorrenza tra anticipazione e prestito o finanziamento mediante Carta Enpaia, l’importo complessivamente erogato non può comunque superare il 70% del maturato a titolo di Trattamento di fine rapporto. Le richieste devono essere giustificate dalla necessità di: - spese sanitarie per terapie ed interventi straordinari riconosciuti necessari dalle competenti PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 I INSERTO strutture pubbliche. Sono ammesse anche le spese sanitarie occorrenti per i familiari viventi a carico per i quali va documentata la parentela con lo stato di famiglia o documento equipollente; - acquisto, anche in itinere, della prima casa di abitazione per sé o per i figli; - estinzione anche parziale, di mutui contratti al fine dell’acquisto o della costruzione della prima casa di abitazione; - ristrutturazione della prima casa di abitazione indispensabile per l’agibilità dell’alloggio; - congedi parentali e per la formazione per il conseguimento di titoli di studio, di cui alla legge 8 marzo 2000, n. 53. Ai sensi dell’articolo 5 bis del vigente Regolamento, possono fruire dell’anticipazione sul Tfr anche i dipendenti delle ditte che non raggiungono i limiti di cui innanzi (meno di 25 dipendenti a tempo indeterminato e meno di 10 dipendenti con almeno 8 anni di anzianità), ma che siano in regola con il versamento dei contributi dovuti fino al momento della domanda. Tali domande vengono soddisfatte secondo l’ordine cronologico di arrivo delle richieste e nei limiti delle disponibilità fissate di anno in anno con apposita delibera del Consiglio di amministrazione della Fondazione, entro il tetto massimo del 50% delle somme complessivamente corrisposte, a titolo di anticipazione del Trattamento di fine rapporto, nell’anno precedente. Per ottenere l’anticipazione, gli interessati devono inviare la richiesta con la precisazione della causale, allegando una dichiarazione del datore di lavoro attestante il numero complessivo dei dipendenti (compresi gli operai) in servizio, il numero di questi che possono richiedere l’anticipazione, nonché il numero dei dipendenti che nell’anno solare hanno ottenuto l’anzidetta anticipazione, e una dichiarazione attestante che non sussiste la condizione di “crisi aziendale” di cui alla legge 675/77, come prescritto all’articolo 5, ultimo comma, del Regolamento. L’iscritto deve inoltre trasmettere, a seconda del tipo di richiesta, la documentazione indicata nell’elenco riportato su “Gestione ordinaria/prestazioni e servizi”, nel sito www.enpaia.it, oltre alle coordinate di un conto corrente bancario a lui intestato. FONDO DI PREVIDENZA L’aliquota contributiva è del 4% (di cui l’1,50% a carico del dipendente). Dell’intero contributo per il fondo, l’aliquota 1% è destinata alla corresponsione di prestazioni economiche per la copertura del rischio di morte e di invalidità totale ed assoluta e l’aliquota 3% è destinata ad alimentare i conti individuali dei singoli assicurati. Il Fondo di previdenza assicura la corresponsione di: a) conto individuale Il conto individuale è corrisposto all’iscritto al raggiungimento del 65° anno di età. Il conto individuale è liquidato prima del compimento del 65° anno di età: - all’iscritto che abbia cessato il rapporto di impiego ed abbia conseguito il trattamento pensionistico di vecchiaia e sempreché non instauri un nuovo rapporto di lavoro; a tal fine l’interessato dovrà II PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 INSERTO presentare la domanda allegando la documentazione relativa al conseguimento della pensione di vecchiaia e dichiarare le condizioni inerenti la situazione lavorativa; - in caso di decesso; - in caso di riconoscimento della invalidità permanente totale ed assoluta. Negli altri casi l’assicurato potrà ottenere la liquidazione del Fondo inoltrando esplicita richiesta, trascorsi 6 mesi dalla data di risoluzione dell’ultimo rapporto di impiego in agricoltura, sempreché non ne abbia instaurato un altro con conseguente diritto alla reiscrizione alla Fondazione. Il conto individuale è corrisposto sulla Niki de Saint Phalle, Sphinx (Sfinge), 1990 base dei contributi versati dalla data di iscrizione e degli interessi composti al tasso annuo del 4%. Il nuovo Regolamento del Fondo di previdenza, approvato dal Ministero del Lavoro in data 1/10/2008, dispone la progressiva eliminazione delle prestazioni calcolate con il criterio retributivo, per cui per i periodi di iscrizione successivi al 1° gennaio 2009 è prevista la sola modalità di calcolo contributivo, salvaguardando comunque con una norma transitoria i diritti degli iscritti presenti al 31/12/2008 (artt. 6 e 16 del Regolamento). Le richieste devono contenere l’indicazione delle coordinate di un conto corrente bancario intestato all’iscritto e copia di un documento di identità. La Fondazione erogherà la prestazione entro 60 giorni dalla data in cui la documentazione risulterà regolare e completa. a.1) opzione per la pensione L’assicurato, se in possesso dei requisiti previsti dal Regolamento, può chiedere che la liquidazione del proprio conto individuale avvenga, anziché in capitale, sotto forma di pensione. Possono optare per la liquidazione della prestazione sotto forma di pensione: - gli iscritti che abbiano raggiunto il 65° anno di età; - gli iscritti che abbiano cessato il rapporto di impiego ed abbiano conseguito il trattamento pensionistico di vecchiaia nell’assicurazione generale obbligatoria o in forme sostitutive e sempreché non abbiano instaurato un nuovo rapporto di lavoro; - gli iscritti colpiti da invalidità permanente totale ed assoluta di cui all’art. 4 del Regolamento del Fondo, con almeno 5 anni di contribuzione al Fondo medesimo. L’opzione di cui sopra deve essere esercitata entro 3 mesi dalla maturazione del diritto a percepire il conto individuale ovvero 3 mesi dal riconoscimento dell’invalidità. Gli iscritti, non in possesso dei requisiti sopra indicati, ma che abbiano cessato definitivamente l’attività lavorativa nel settore agricolo e che abbiano maturato un’anzianità contributiva complessivamente non inferiore a 5 anni, allo scopo di esercitare la facoltà di opzione, possono chiedere, entro 9 mesi dalla data di cessazione dell’ultimo rapporto di impiego in agricoltura, di rinviare la liquidazione del conto individuale al compimento del 65° anno di età ovvero alla data di PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 III INSERTO maturazione del trattamento di vecchiaia da conseguirsi nell’assicurazione generale obbligatoria o in forme sostitutive. L’ammontare annuo della pensione spettante è corrisposto in 6 rate bimestrali posticipate di pari importo a partire dal primo giorno del mese successivo alla data di cessazione del rapporto di impiego o al compimento del 65° anno di età. L’importo annuo iniziale della pensione è determinato dal prodotto fra il montante del conto individuale di pertinenza di ciascun iscritto, accantonato per effetto della capitalizzazione del contributo, ed i coefficienti di cui alle tabelle “A” e “B” allegate al Regolamento. b) assegno di morte In caso di decesso, che non sia conseguenza diretta ed esclusiva di infortunio, i superstiti hanno diritto ad un assegno pari a 20 mensilità di retribuzione. L’assegno è maggiorato di 5 mensilità di retribuzione per ciascun figlio di età inferiore a 21 anni vivente a carico dell’assicurato al momento del decesso. La stessa maggiorazione è concessa, senza limiti di età, per ciascun figlio permanentemente inabile al lavoro. La domanda deve essere inoltrata alla Fondazione a cura degli aventi causa entro 30 giorni dal verificarsi dell’evento mortale e deve indicare: le generalità dell’impiegato deceduto; l’azienda presso cui prestava servizio; giorno, ora e luogo in cui è avvenuto il decesso; circostanze in cui si è verificata la morte; le cause del decesso, attestate da certificato medico. c) assegno per invalidità permanente totale ed assoluta In caso di perdita completa, per tutta la vita, di ogni attitudine al lavoro – che non sia conseguenza diretta ed esclusiva di infortunio e tale da rendere indispensabile un’assistenza personale continuativa – l’assicurato ha diritto ad un’indennità pari a 25 mensilità di retribuzione. La domanda, a pena di decadenza da ogni diritto, deve essere presentata entro e non oltre il 30° giorno dalla data in cui l’iscritto è stato colpito da invalidità permanente ed assoluta e deve essere corredata da un certificato medico in cui siano indicate le cause e le infermità che hanno determinato l’invalidità stessa. Il diritto alle prestazioni per i casi di morte e di invalidità permanente totale ed assoluta è riconosciuto sempreché l’iscritto sia in attività di servizio e non abbia superato il 65° anno di età. Tali prestazioni spettano anche se gli eventi tutelati si verifichino nei 30 giorni successivi alla cessazione dell’iscrizione all’Ente (sempreché non sia svolta attività lavorativa alle dipendenze di terzi o in proprio) e nel periodo di astensione dal servizio in conseguenza di malattia o di infortunio contemplato dai contratti collettivi di lavoro. ESTRATTI CONTO La Fondazione provvede ad aggiornare i conti individuali del trattamento di fine rapporto e del fondo di previdenza degli iscritti sulla base delle retribuzioni denunciate dalle aziende. In conformità a quanto previsto dalla normativa vigente, provvede ad inviare i relativi estratti conto a tutti gli iscritti, i quali sono tenuti a formulare eventuali osservazioni entro il termine di 30 giorni dall’invio degli stessi. IV PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 INSERTO ASSICURAZIONE INFORTUNI L’aliquota contributiva, pariteticamente ripartita fra datore di lavoro e lavoratore, è pari all’1% per gli impiegati e al 2% per i dirigenti. L’assicurazione contro gli infortuni professionali ed extra-professionali e contro le malattie professionali gestita dall’Enpaia comprende tutti i casi di infortunio dell’iscritto anche al di fuori dell’attività professionale e le malattie contratte nello svolgimento ed a causa dell’attività professionale svolta. Le prestazioni erogate al verificarsi dell’evento tutelato, in base alle norme del Regolamento in vigore, sono le seguenti: indennità giornaliera per invalidità assoluta temporanea; indennità per invalidità permanente assoluta o parziale; indennità per il caso di morte; indennità di ricovero. In caso di infortunio sul lavoro, l’Enpaia eroga un contributo per l’applicazione di apparecchi protesici e per cure fisioterapiche. Denuncia dell’infortunio Niki de Saint Phalle, L’Estrella carta XVII (The Star) (La Stella carta XVII), 1997 In caso di un evento infortunistico, l’assicurato o l’azienda deve comunicarlo alla Fondazione entro 20 giorni, compreso il giorno dell’infortunio. Superato tale termine, l’indennizzo dell’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta al lavoro e dell’indennità di ricovero partirà dal giorno della denuncia dell’evento stesso. Il termine di denuncia è lo stesso sia per gli infortuni professionali o in itinere sia per gli infortuni extraprofessionali. In caso di infortunio professionale o in itinere, il datore di lavoro ha l’obbligo di denunciare l’evento stesso, entro 48 ore, all’autorità di pubblica sicurezza. La denuncia deve essere redatta sul modello PREV/05. Alla Fondazione deve essere prodotta una copia di tale modello e l’attestazione dell’avvenuta trasmissione all’autorità. Nel caso di infortuni determinati da incidente stradale in itinere o extraprofessionale e da eventi extralavorativi, l’assicurato deve compilare il modello PREV/37. Si sottolinea la necessità che la denuncia contenga tutte le informazioni espressamente richieste e che la descrizione della dinamica dell’infortunio sia esaustiva, tanto da permettere la correlazione tra l’evento e il trauma prodottosi. In caso di infortunio in itinere, deve essere compilato e sottoscritto dall’assicurato e dal datore di lavoro il modello QUEST/IT. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 V INSERTO Richiesta di riconoscimento di malattia professionale La richiesta di riconoscimento di malattia professionale deve essere prodotta dall’assicurato mediante l’utilizzo del modello MAL/PROF. Il modello è composto da due distinte sezioni che devono essere compilate e sottoscritte dall’assicurato e dal medico che ha seguito l’evoluzione della patologia oggetto di richiesta di riconoscimento. Il datore di lavoro deve produrre una relazione dalla quale risultino le mansioni di fatto svolte dall’assicurato nei 5 anni precedenti la richiesta di riconoscimento e fornire, a richiesta della Fondazione, il documento di valutazione dei rischi nonché copia degli esiti delle valutazioni mediche ai sensi del D.Lgs. n. 81/08. Denuncia di decesso per infortunio La denuncia deve essere prodotta entro 24 ore dall’infortunio dal datore di lavoro o dagli eredi dell’assicurato. Se la morte, conseguenza dell’infortunio, si verifica in un momento successivo, il termine di denuncia rimane il medesimo. Documentazione medica La denuncia di infortunio deve essere corredata da un certificato medico, possibilmente di pronto soccorso, che contenga la diagnosi e la prognosi. Qualora in sede di visita di pronto soccorso siano stati effettuati accertamenti diagnostici (radiografie, ecografie, risonanze), gli esiti degli stessi devono essere prodotti alla Fondazione. Si rammenta che la documentazione medica deve essere trasmessa in originale o in copia conforme all’originale. Un’eventuale certificazione della prosecuzione dell’infortunio deve attestare chiaramente la totale inabilità al lavoro dell’assicurato, in quanto, l’art. 8 del vigente Regolamento delle prestazioni prevede l’erogazione dell’indennità giornaliera esclusivamente per l’assenza dal servizio determinata da inabilità assoluta. Eventuali consulenze specialistiche ed ulteriori accertamenti diagnostici devono parimenti essere inviati. Tutta la documentazione medica agli atti è, comunque, oggetto di valutazione da parte della consulenza medico-legale della Fondazione. La determinazione medico-legale tiene conto dell’età e dell’attività lavorativa svolta dall’assicurato, della natura e dell’evoluzione delle lesioni nonché di tutti gli elementi documentali noti. In relazione all’attività lavorativa, sarebbe opportuno che, in fase di denuncia dell’evento, il datore di lavoro indicasse le effettive mansioni svolte dall’assicurato in azienda in modo da fornire un importante elemento di valutazione alla consulenza medico-legale della Fondazione. Qualora la consulenza medico-legale della Fondazione lo ritenga necessario, sono disposti accertamenti diretti nei confronti degli assicurati durante il periodo di assenza dal lavoro. Il diniego o l’ingiustificato ritardo a sottoporsi agli accertamenti comporta la perdita al diritto alle prestazioni. VI PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 INSERTO Esito dell’infortunio In assenza di un certificato medico di esito dell’infortunio, espressamente previsto dall’art. 18 del Regolamento delle prestazioni, prodotto entro il trentesimo giorno dal conseguimento della guarigione clinica o dal termine del periodo di cura, l’infortunio verrà considerato chiuso allo scadere dell’ultima prognosi rilasciata. Determinazione dell’invalidità permanente assoluta o parziale In caso di postumi, l’assicurato deve trasmettere, entro i termini summenzionati, un certificato medico che attesti chiaramente le limitazioni funzionali. In caso di infortunio professionale o di incidente stradale in itinere, viene valutato anche il danno biologico. Richiesta di revisione per aggravamento dell’invalidità permanente assoluta o parziale In caso di aggravamento dell’invalidità permanente parziale precedentemente riconosciuta dalla consulenza medico-legale della Fondazione, l’assicurato deve produrre una relazione medica dalla quale risultino le cause dell’aggravamento ed il nuovo grado di invalidità. Il vigente Regolamento delle prestazioni prevede la possibilità di richiedere tre revisioni entro il periodo massimo di 6 anni dalla comunicazione delle prime determinazioni della consulenza medico-legale della Fondazione. La prima revisione non può essere richiesta prima di 1 anno dalla data dell’infortunio e almeno 6 mesi dopo la comunicazione summenzionata. Le successive revisioni non possono essere richieste prima di 1 anno dalla precedente. Per gli infortuni, non ancora prescritti, avvenuti prima dell’entrata in vigore del vigente Regolamento, la richiesta di revisione può essere ammessa per 5 volte entro il periodo massimo di 10 anni dalla comunicazione delle prime determinazioni della consulenza medico-legale della Fondazione. Le revisioni non possono essere richieste prima di 1 anno dalla precedente. Liquidazione delle prestazioni La liquidazione delle prestazioni avviene, in osservanza a quanto previsto dal vigente Regolamento delle prestazioni, al completamento dell’istruzione della pratica di infortunio. La liquidazione dell’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta è subordinata alla ricezione del modello PREV/50, compilato e sottoscritto dall’assicurato e dal datore di lavoro. Si sottolinea l’opportunità di inserire le coordinate bancarie del beneficiario onde permettere una più celere e sicura liquidazione della prestazione. La liquidazione dell’indennità di ricovero è effettuata, a fronte della presentazione della cartella clinica, direttamente all’assicurato. La liquidazione del contributo per indispensabili cure fisioterapiche resesi necessarie in conseguenza di un infortunio professionale o di un incidente stradale in itinere, è effettuata, a fronte della presentazione della prescrizione medica e dell’originale o degli originali delle fatture, direttamente all’assicurato. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 VII INSERTO La liquidazione dell’indennità per invalidità permanente assoluta o parziale avviene dopo la restituzione dell’atto di quietanza trasmesso all’assicurato in conseguenza delle determinazioni della consulenza medico-legale della Fondazione. La liquidazione dell’indennità per il caso di morte da infortunio avviene nei confronti del beneficiario dopo la restituzione dell’atto di quietanza e dell’eventuale provvedimento del giudice tutelare in caso di beneficiari minori. Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely davanti alla fontana di Château-Chinon, 1988 CARTA ENPAIA In base alla convenzione stipulata con la Banca Popolare di Sondrio, gli iscritti che abbiano compiuto 2 anni di servizio effettivo nel rapporto di impiego presso un’azienda agricola o un Consorzio di bonifica possono fruire di una carta di credito denominata Carta Enpaia, rilasciata dalla Banca medesima. Il plafond della Carta, compreso da un minimo di 1.300 euro e un massimo di 15.000 euro, non può essere superiore al 70% del maturato a titolo di Trattamento di fine rapporto accantonato a nome dell’iscritto al momento della richiesta. Per accedere a tale servizio, che consiste nella concessione di una carta di finanziamento, la “Carta Enpaia”, il richiedente dovrà trasmettere alla Fondazione il modulo di adesione scaricabile direttamente dal sito della Fondazione. Le condizioni relative al rilascio e all’utilizzo della carta, con particolare riferimento agli articoli 6 e 7, sono dettagliatamente riportate nel testo completo della convenzione che può essere consultato sul sito internet della Fondazione: www.enpaia.it. Ogni eventuale richiesta di chiarimenti può essere inoltrata al call center o direttamente agli uffici preposti. MUTUI Gli iscritti all’Enpaia possono accedere ai mutui fondiari ed edilizi tramite la Convenzione con la Banca Popolare di Sondrio beneficiando delle condizioni contrattuali stabilite dall’Enpaia. I mutui garantiti da ipoteca di primo grado, di durata di 5, 10, 15 o 20 anni per un importo non superiore a euro 200.000,00 a tasso fisso, variabile o misto possono essere concessi per l’acquisto, la ristrutturazione o la costruzione di unità immobiliari destinate ad abitazione o per l’estinzione di mutui contratti con altri Istituti di credito. Il rimborso avverrà in rate semestrali, posticipate, costanti, comprensive di capitale ed interessi. Le informazioni aggiornate su tassi di interesse e procedure di richiesta coi relativi moduli, sono pubblicate sul sito internet della Fondazione alla voce “Servizi agli iscritti”. Fondazione Enpaia: www.enpaia.it VIII PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 NORMATIVA Antonio Positino Dopo 31 anni va in pensione la “vecchia” Finanziaria Da quest’anno sarà sostituita da una “legge di stabilità” che modificherà i conti pubblici tenendo conto dei parametri europei e del federalismo fiscale L a Finanziaria per il 2010, pubblicata sul Supplemento ordinario n. 243 alla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2009, n. 302, è entrata in vigore lo scorso 1° gennaio. Il provvedimento, con i suoi 2 articoli e 245 commi, contiene, come di consueto, di tutto di più. Per l’agricoltura sono stati previsti sussidi ad hoc mentre per imprese e lavoro sono previste una serie di misure che vanno dall’estensione degli ammortizzatori in deroga, alle nuove norme sull’apprendistato, agli incentivi per i datori che non licenziano, alla detassazione dei contratti di produttività, alla riduzione contributiva per chi assume disoccupati over 50, oltre a specifici interventi per re-inserire determinate categorie di lavoratori svantaggiati. Di seguito si illustrano, nel dettaglio, le principali novità che interessano il settore agricolo e i principali interventi per le imprese e il lavoro avendo cura di raggrupparle per tematiche omogenee e riportando tra parentesi l’articolo e il comma che le introducono. Agricoltura. Vengono estese al periodo 1° gennaio 2010 - 31 luglio 2010, nei limiti di spesa pari a € 120,2 milioni, le agevolazioni contributive per i datori di lavoro agricoli operanti nelle zone agricole e montane svantaggiate (articolo 2, comma 49). Per il sostegno al Made in Italy nel settore agricolo è autorizzata la spesa di € 10 milioni per il riconoscimento di contributi alla produzione di prodotti a stagionatura prolungata a denominazione registrata a livello comunitario. Con apposito decreto del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze saranno stabilite le modalità pratiche di ripartizione delle somme dianzi dette (articolo 2, comma 57). Per il pagamento delle polizze assicurative contro danni in agricoltura ovvero per assicurare il raccolto, le piante, gli animali ecc., è disposto l’incremento di € 120 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012 tramite una rimodulazione delle risorse finanziarie già previste a legislazione vigente per i contributi ai premi pagati dagli agricoltori per le assicurazioni. Alle stesse finalità di copertura delle polizze sono destinati altri € 20 milioni per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012, attivabili nel contesto dell’organizzazione comune dei mercati del settore vino. Le disponibilità finanziarie destinate agli interventi assicurativi, possono essere utilizzate anche a copertura di fabbisogni relativi agli anni precedenti a quello di competenza (articolo 2, comma 54). Per le necessità del settore agricolo il Cipe deve individuare i programmi da sostenere e destinare ad essi € 100 milioni attingendo al Fondo infrastrutture (articolo 2, comma 55). Ai fini dell’attuazione degli obblighi inerenti al fondo europeo della pesca è stato prorogato, per l’anno 2010, il Programma nazionale triennale della pesca e dell’acqua-coltura 2007-2009 (articolo 2, comma 57). Si riducono di € 0,1 milioni per il 2010, di € 0,9 milioni per il 2011 e di ulteriori € 2 milioni per il 2012, i fondi per alcuni interventi urgenti nel settore avicolo, previsti, nel 2005, per fronteggiare le conseguenze derivanti dall’influenza aviaria (articolo 2, comma 58). L’articolo 2, comma 5, per dirimere i contrasti giurisprudenziali e dottrinali sorti a seguito di diverse pronunce della Corte di Cassazione, reca una norma di interpretazione autentica sui criteri di calcolo della retribuzione media convenzionale da assumere come base di calcolo ai fini della contribuzione e del trattamento pensionistico statuendo espressamente che “Il terzo comma dell’articolo 3 della legge 8 agosto 1972, n. 457, si interpreta nel senso che il temine ivi previsto del 30 ottobre per la rilevazione della media tra le retribuzioni per le diverse qualifiche previste dai contratti collettivi provinciali di lavoro ai fini della determinazione della retribuzione media convenzionale da porre a base per le prestazioni pensionistiche e per il calcolo della contribuzione degli operai agricoli a tempo determinato è il medesimo di quello previsto al secondo comma dell’articolo 3 della citata legge n. 457 del 1972 per gli operai a tempo indeterminato”. Ne consegue che per la rilevazione PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 25 NORMATIVA del salario medio convenzionale dei lavoratori agricoli a tempo determinato occorre far riferimento all’apposito decreto ministeriale, che individua la media delle retribuzioni per le diverse qualifiche a livello di contrattazione provinciale, vigente al 30 ottobre dell’anno precedente, equiparando in tal modo i termini di rilevazione della retribuzione media convenzionale tra i lavoratori agricoli a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato anche ai fini del computo dei trattamenti pensionistici e della contribuzione. Il medesimo articolo 2, al comma 153, statuisce altresì che “L’articolo 63 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, si interpreta nel senso che il valore del salario medio convenzionale, da definire secondo le modalità stabilite nello stesso articolo, ai fini della contribuzione, è il medesimo di quello che deve essere utilizzato per la determinazione delle retribuzione pensionabile ai fini del calcolo delle prestazioni previdenziali”. Tale ultima disposizione precisa, quindi, che il valore del salario medio convenzionale dei lavoratori agricoli rilevato per il 1995 ai fini della contribuzione e delle prestazioni temporanee, di cui al comma 6° dell’articolo 63 del T.U. n. 151 del 2001, è il medesimo che deve essere utilizzato ai fini della determinazione della retribuzione pensionabile per la liquidazione delle prestazioni pensionistiche. Lavoro e imprese. Viene prevista la possibilità di concessione “in deroga” dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale subordinatamente alla realizzazione di programmi finalizzati alla gestione di crisi occupazionali definiti con specifici accordi in sede governativa per periodi non superiori a 12 mesi. La misura dei trattamenti è ridotta del 10% in caso di prima proroga, del 30% in caso di seconda proroga e del 40% in caso di proroghe successive. Per garantire criteri omogenei di accesso a tutte le forme di integrazione, si prevede il rispetto dei livelli minimi di permanenza lavorativa richiesti ai lavoratori ai sensi del comma 3, dell’articolo 8 del DL. n. 86/1988 e del comma 1, dell’articolo 16 della Legge n. 233/1991, ai fini dell’ammissione ai trattamenti medesimi (articolo 2, comma 139). Due sono le novità previste per l’apprendistato: la prima (articolo 2, comma 154) riguarda l’apprendistato inteso come dirittodovere all’istruzione e alla formazione ai sensi del disposto normativo di cui all’art. 48, del D.Lgs. n. 276/2003 che avrà a disposizione un finanziamento di 100 milioni per il 2010. La seconda (articolo 2, comma 155) prevede, relativamente alla retribuzione dell’apprendista, la percentualizzazione della retribuzione in alternativa all’inquadramento fino a due livelli inferiori a quello di “arrivo”. I contratti collettivi nazionali, territoriali od aziendali la possono stabilire, rapportandola alla qualifica corrispondente: ciò che il legislatore chiede è la gradualità, rispetto all’anzianità di servizio. Ciò significa che la retribuzione è destinata, come, in passato, a crescere progressivamente durante lo svolgimento dell’apprendistato. L’indennità introdotta a titolo sperimentale per il triennio 20092011 a tutela del reddito a favore dei lavoratori a progetto, introdotta dall’art. 2, comma 19, della Legge n. 2/2009, viene aumentata alle stesse condizioni previste nella normativa di riferimento. L’indennità in favore dei collaboratori coordinati e continuativi iscritti, in via esclusiva, alla gestione separata dell’Inps (con eccezione dei soggetti individuati dall’art. 1, comma 212, della Legge n. 662/1996) e susseguente alla perdita del lavoro, viene ora liquidata in un’unica soluzione, e diviene pari al 30% del reddito percepito nell’anno precedente e, in ogni caso, non può essere superiore a 4.000 euro. Tutto questo è possibile nell’ipotesi in cui sussistano, contemporaneamente, le seguenti condizioni: a) attività svolta in regime di mono committenza; b) reddito lordo percepito nell’anno precedente, per tale attività, compreso tra i 20.000 ed i 5.000 euro; c) accredito presso la gestione separata dell’Inps, relativo all’anno di riferimento, di almeno una mensilità; d) assenza di qualsivoglia contratto di lavoro da almeno due mesi; e) accredito, riferito all’anno precedente, di almeno tre mesi di contribuzione alla gestione separata (articolo 2, comma 130). I contratti di somministrazione possono essere stipulati anche nel caso in cui siano stati effettuati licenziamenti collettivi di lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il contratto di somministrazione, anche nei casi in cui la somministrazione sia finalizzata alla sostituzione di lavoratori assenti, venga 26 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 NORMATIVA conclusa prevedendo l’utilizzo di lavoratori in mobilità, assunti dal somministratore con contratto di lavoro a termine di durata non superiore a 12 mesi, oppure abbia una durata iniziale non superiore a tre mesi (articolo 2, comma 142). Nell’intento di favorire ulteriormente la ricollocazione del personale espulso dai processi produttivi, l’articolo 2, comma 151 introduce, in via sperimentale per l’anno 2010 e nei limiti di 12 milioni di euro, un incentivo finalizzato a favorire le assunzioni. La disposizione si rivolge ai datori di lavoro che nei dodici mesi precedenti non abbiano proceduto a riduzioni di personale con la stessa qualifica posseduta dai lavoratori che intendono assumere e, al contempo, non hanno in corso sospensioni dal lavoro ex art. 1 della Legge n. 223/1991 (trattamento integrativo salariale straordinario). I rapporti di lavoro che vanno a costituirsi debbono essere a tempo pieno ed indeterminato e debbono riguardare i lavoratori destinatari dell’indennità di disoccupazione ordinaria e dell’indennità di disoccupazione speciale edile prevista dall’art. 9 della legge n. 427/1975. L’erogazione dell’incentivo, previa presentazione di apposita domanda, secondo le disposizioni che saranno oggetto di un decreto del ministero del Lavoro e dell’economia, viene concesso dall’Inps attraverso i conguagli contributivi e consiste nel numero delle mensilità di sostegno non ancora erogate al lavoratore, detratta la contribuzione figurativa. In via sperimentale per il 2010, viene riconosciuto ai soggetti beneficiari di qualsiasi trattamento di sostegno al reddito non connesso a sospensioni di lavoro (quindi, disoccupato e non cassaintegrato) che abbiano almeno 35 anni di anzianità contributiva e che accettino un’offerta di lavoro che preveda l’inquadramento in un livello retributivo inferiore di almeno il 20% a quello delle mansioni esercitate, una contribuzione figurativa fino alla data di maturazione del diritto al pensionamento e comunque non oltre il 31 dicembre 2010. La contribuzione è pari alla differenza tra il contributo accreditato nelle mansioni di provenienza e quello relativo al nuovo lavoro svolto (articolo 2, commi 132 e 133). Viene estesa, in via sperimentale per il Niki de Saint Phalle - Californian Diary (Queen Califia) 2010, la riduzione contributiva per i lavoratori (Diario californiano – Regina Califia), 1994 in mobilità (pari a quella per gli apprendisti) ai datori di lavoro che assumono i lavoratori beneficiari dell’indennità di disoccupazione con requisiti normali che abbiano almeno 50 anni. L’incentivo si sostanzia in un abbattimento dei contributi a proprio carico: tale beneficio è quello previsto dagli articoli 8, comma 2 (assunzione a tempo determinato per un massimo di dodici mesi) e 25, comma 9 (assunzione a tempo indeterminato) della legge n. 223/1991; in pratica, il datore di lavoro paga il 10% del contributo a proprio carico. La durata della riduzione contributiva è prolungata, per chi assume lavoratori in mobilità o beneficiari dell’indennità suddetta, con almeno 35 anni di età contributiva, fino alla data di maturazione del diritto al pensionamento e comunque non oltre il 31 dicembre 2010. Il beneficio è concesso a domanda e nei limiti di 120 milioni di euro per il 2010. Con decreto del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, saranno disciplinate le modalità di attuazione del comma 134 e del presente comma (articolo 2, commi 134 e 135). Prorogata a tutto il 2010 l’operatività della disposizione, contenuta negli articoli 4 e 5 della Legge n. 2/2009, con la quale il salario di rendimento e di produttività, nel settore privato, per i redditi da lavoro dipendente fino a 35.000 euro (anno 2009) e per un massimo corrisposto di 6.000 euro, è tassato al 10%. Per completezza si segnala che nel calcolo non rientrano non solo i redditi di altro genere (non lavorativo) ma anche quelli derivanti da forme di lavoro autonomo (collaborazioni coordinate e continuative, associazioni in partecipazione ecc.) (articolo 2, commi 134 e 135). PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 27 NORMATIVA Antonio Positino L’incentivo per l’assunzione dei lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali in deroga L ’Inps, con la circolare n. 5 del 13 gennaio 2010, in attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 7 ter, comma 7, del D.L. 10 febbraio 2009, n. 5 così come convertito dalla Legge 9 aprile 2009, n. 33, illustra le condizioni e le modalità pratiche che i datori di lavoro devono rispettare per vedersi riconoscere il beneficio di cui alle disposizioni normative succitate ovvero l’incentivo economico finalizzato a favorire la ricollocazione di lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali in deroga, licenziati o sospesi per cessazione totale o parziale dell’attività negli anni 2009 e 2010. Per ammortizzatori sociali in deroga incentivati dalla norma di cui si argomenta si intendono i trattamenti di cassa integrazione in deroga, l’indennità di mobilità in deroga e i trattamenti di disoccupazione speciale edile in deroga previsti dall’art. 2, comma 36, della Legge n. 203/2008. La fruizione dell’incentivo è soggetta al possesso del Durc. L’incentivo non spetta se il lavoratore è interessato da una mera riduzione di orario; se l’assunzione è effettuata in ottemperanza di un preesistente obbligo legale o contrattuale; se tra il datore di lavoro che assume e l’impresa da cui proviene il lavoratore vi sia sostanziale coincidenza degli assetti proprietari ovvero intercorrano rapporti di collegamento o controllo (in tali casi il beneficio spetta comunque se l’assunzione avvenga dopo sei mesi dal licenziamento); se il datore di lavoro che assume abbia in atto sospensioni dal lavoro per crisi aziendale, ristrutturazione, riorganizzazione o riconversione aziendale per la quale è stato richiesto o ottenuto il trattamento straordinario di integrazione salariale, ai sensi dell’art. 1 della Legge n. 223/1991; se il datore di lavoro che assume abbia in atto sospensioni per crisi aziendali ai sensi dell’art. 19, co. 1, del D.L. n. 185/2008; se il datore di lavoro che assume abbia effettuato riduzione di personale nei sei mesi precedenti l’assunzione. In tutti questi casi l’incentivo spetta se l’assunzione avvenga al fine di acquisire professionalità sostanzialmente diverse da quelle dei lavoratori interessati alle predette riduzioni o sospensioni di personale. L’assunzione può essere sia a tempo determinato che indeterminato, sia a tempo pieno che parziale purché effettuata a far data dal 12 aprile 2009. L’agevolazione spetta anche nel caso in cui il lavoratore viene assunto per un periodo inferiore alla durata residua dell’ammortizzatore sociale infatti, al termine del rapporto di lavoro, se sussistono le altre condizioni previste dalla normativa vigente, il lavoratore potrà riprendere a godere dell’ammortizzatore sociale per il periodo rimanente. Quando ricorrono le condizioni sopra descritte, il datore di lavoro che assume, per ogni mensilità di retribuzione corrisposta al lavoratore, gode di un incentivo mensile pari al trattamento mensile di sostegno al reddito che sarebbe stato erogato al lavoratore, al netto della riduzione del 5,84% prevista dall’art. 26 della Legge n. 41/1986 (contributo a carico del dipendente) e con esclusione di quanto riconosciuto a titolo di contribuzione figurativa dall’Inps. Datori di lavoro agricolo. Poiché l’attuale modello Unificato Lav non è predisposto per contenere le dichiarazioni di responsabilità previste dalla legge per il riconoscimento dell’incentivo, il datore di lavoro agricolo dovrà compilare l’apposito modello allegato alla circolare di cui si argomenta e presentarlo alla sede Inps competente entro il mese successivo a quello di decorrenza dell’assunzione; per le assunzioni effettuate prima della pubblicazione della suddetta circolare la dichiarazione di responsabilità può essere presentata entro fine febbraio. L’incentivo è erogato attraverso il conguaglio con le somme dovute dai datori di lavoro a titolo di contributi previdenziali e assistenziali ed è cumulabile con le riduzioni contributive eventualmente spettanti in forza della normativa vigente; le aziende agricole, pertanto, potranno quindi fruire dell’incentivo, ogni trimestre, attraverso il conguaglio con la contribuzione dovuta e calcolata dall’Inps. 28 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 NORMATIVA Maria Miligi Nuove competenze sull’accentramento contributivo Soppresse le disposizioni che attribuivano alle Direzioni provinciali del lavoro la competenza ad emanare il provvedimento di accentramento degli adempimenti contributivi C on l’articolo 39, comma 10, del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2008, n. 133, sono state soppresse alcune disposizioni normative che regolavano gli adempimenti formali richiesti nella gestione dei rapporti di lavoro in quanto incompatibili con l’introduzione del Libro Unico del lavoro e con le altre finalità di semplificazione della norma stessa. Con particolare riferimento alla lettera k) della norma dianzi detta, è stata disposta l’abrogazione del D.M. 30 ottobre 2002, riguardante le “Modalità applicative per la tenuta dei libri paga e matricola”, che prevedeva, all’art. 3, la possibilità per il datore di lavoro, previa presentazione di apposita istanza, di richiedere la concessione dell’autorizzazione all’accentramento degli adempimenti contributivi alla Direzione provinciale del lavoro (Dpl) competente per territorio. Tale facoltà ha trovato nel tempo un consistente utilizzo soprattutto da parte di imprese caratterizzate da assetti territoriali molto articolati che, attraverso le procedure di accentramento, hanno potuto fruire di un sistema di rapporti con l’Inps molto più agevoli in quanto concentrati in un unico punto di contatto. La competenza è oggi attribuita diretta- Niki de Saint Phalle - Grande Tête (Grande testa), 1971 mente all’Inps che, tenuto conto di quanto previsto dalla circolare del Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali del 3 dicembre 2008, a decorrere dal 1° gennaio 2009, provvede direttamente al rilascio delle autorizzazioni all’accentramento degli adempimenti contributivi dei datori di lavoro secondo i principi fissati in tema di luogo dell’adempimento dell’obbligazione dall’art. 1182 del codice civile. L’abrogazione delle disposizioni in esame, vigenti fino alla data del 3 dicembre 2008 (data di pubblicazione della circolare ministeriale), non comporta il venir meno della validità dei provvedimenti già concessi dalle Dpl. Le condizioni richieste dalla legge per il riconoscimento dell’autorizzazione all’accertamento contributivo e le modalità operative che le aziende interessate devono seguire per inoltrare l’istanza sono l’oggetto della circolare Inps n. 124 dell’11 dicembre 2009. La posizione contributiva accentratrice, cioè quella nella quale il datore di lavoro può essere autorizzato all’assolvimento degli obblighi contributivi di tutti i lavoratori alle sue dipendenze, di norma si identifica con: la sede legale dell’azienda, coincidente anche con la sede amministrativa della stessa e nella quale sono occupati i lavoratori addetti alle previste attività gestionali della struttura aziendale; la sede amministrativa, intesa come sede non PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 29 NORMATIVA coincidente con quella legale, nella quale si svolgono le medesime attività dianzi dette; la sede operativa che possa identificarsi come il centro di maggiore interesse (può farsi riferimento, ad esempio, ai risultati economici conseguiti o alla “mission” aziendale). Requisiti per la presentazione delle domande di accentramento. La richiesta di accentramento degli adempimenti contributivi ha come presupposto che le diverse posizioni contributive aziendali, contraddistinte da matricole già assegnate (corrispondenti alle unità che occupano lavoratori dipendenti), o da assegnare (in relazione all’espansione dell’attività aziendale ed in ossequio ai principi di competenza territoriale esistenti per ciascuna delle Direzioni dell’Istituto presenti sul territorio nazionale), soddisfino le seguenti condizioni: siano identificate dal medesimo codice fiscale; presentino, ai sensi dell’art. 49 Legge n. 88/1989, identità di classificazione ai fini previdenziali ed assistenziali. L’efficacia del provvedimento di autorizzazione decorre dal primo giorno del mese in cui viene richiesto. Datori di lavoro agricolo. Le aziende agricole, ai fini degli adempimenti contributivi, sono iscritte presso la sede competente per territorio di ubicazione dei fondi agricoli ovvero, nell’ipotesi di aziende operanti senza fondi, per territorio di ubicazione delle lavorazioni. I datori di lavoro agricoli che intendono richiedere l’accentramento degli adempimenti contributivi dovranno attenersi alle seguenti indicazioni: le aziende operanti su più fondi appartenenti a province diverse devono presentare un modello DA ad ogni sede Inps competente e possono accentrare la posizione presso una delle sedi stesse individuata a loro scelta; le aziende operanti su più fondi, appartenenti a comuni diversi della stessa provincia, organizzati autonomamente e per i quali sono state presentate più denunce aziendali e la cui competenza territoriale appartiene a sedi diverse, possono accentrare la posizione presso una delle sedi competenti individuata a loro scelta; le aziende senza terra possono accentrare la posizione contributiva esclusivamente presso la sede competente per sede legale o amministrativa. L’invio delle richieste di accentramento contributivo potrà avvenire esclusivamente con modalità telematica previa compilazione del modulo, reperibile sul sito internet dell’Inps, contraddistinto dalla sigla “SC48”. 1° gennaio 2010: il tasso degli interessi legali scende all’1% La misura del saggio degli interessi legali di cui all’art. 1284 del codice civile è fissata all’1% in ragione d’anno, con decorrenza dal 1° gennaio 2010. A stabilirlo è il Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze 4 dicembre 2009 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 291 del 15 dicembre 2009. Nella tabella a lato si riportano i tassi precedentemente in vigore ed i relativi periodi di validità. (Maria Miligi) 30 DAL AL MISURA DEL TASSO 21.04.1942 15.12.1990 5% 16.12.1990 31.12.1996 10% 01.01.1997 31.12.1998 5% 01.01.1999 31.12.2000 2,5% 01.01.2001 31.12.2001 3,5% 01.01.2002 31.12.2003 3% 01.01.2004 31.12.2007 2,5% 01.01.2008 31.12.2009 3% 01.01.2010 … 1% PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 NORMATIVA Alessandro Terradura Nuove modalità di adesione ai fondi formazione Modificato l’impianto normativo di adesione e revoca ai fondi interprofessionali per la formazione continua in agricoltura L ’Inps, con circolare n. 34 del 19 marzo 2008, ha provveduto alla concreta attuazione delle novità apportate dalla Legge 24 dicembre 2007, n. 247 ovvero di quelle disposizioni normative che hanno introdotto la mobilità tra fondi ed esteso agli operai del settore agricolo l’applicazione delle norme riguardanti i Fondi Paritetici Interprofessionali. Con successiva circolare n. 107 del 1° ottobre 2009, lo stesso Istituto di previdenza ha disciplinato le ulteriori modifiche al quadro normativo di riferimento apportate dall’art. 19, comma 7-bis della Legge 28 gennaio 2009, n.2 e dal’art. 7-ter, comma 10 della Legge 9 aprile 2009, n.33. La citata circolare n. 34/2009 prevede che la gestione delle adesioni e delle revoche avviene all’interno del sistema DMAG mediante un’apposita funzione denominata “Fondi Interprofessionali”. Le Leggi n. 2/2009 e n. 33/2009 impongono però il cambiamento della precedente impostazione che fissava al 31 ottobre di ogni anno il termine entro il quale dovevano essere espresse le adesioni e le revoche e al 1° gennaio dell’anno successivo la decorrenza degli effetti delle scelte espresse. Con la circolare 130 del 28 dicembre 2009, l’Inps prevede che, sempre mediante la funzione “Fondi Interprofessionali”, a partire dal quarto trimestre 2009 le aziende potranno esercitare le scelte sopraindicate ogni trimestre e gli effetti di queste scelte decorreranno dal trimestre nel quale vengono espresse anche in caso di modelli DMAG tardivi relativi a competenze pregresse. E questo anche se in quel trimestre non devono denunciare dati occupazionali o retributivi. Eventuali nuove adesioni espresse entro il 30 novembre 2009 e non revocate entro tale data avranno operatività dal 4° trimestre 2009. L’adesione non deve essere riproposta nei trimestri successivi e negli anni successivi in quanto valida fino ad esplicita revoca. Può essere proposta, invece, ogni trimestre, la revoca e l’eventuale adesione contestuale ad un nuovo Fondo. In quest’ultimo caso di mobilità fra Fondi, le risorse economiche saranno attribuite al nuovo Fondo a partire dal trimestre nel quale la mobilità viene indicata. Se non risulta intervenuta esplicita revoca del Fondo precedentemente scelto non sarà possibile l’adesione ad un nuovo fondo. Elenco dei fondi interprofessionali autorizzati ACRONIMO FONDIMPRESA FONDIRIGENTI FORTE FONDIR FONARCOM FONDO FORMAZIONE PMI FONDO DIRIGENTI PMI FONDO ARTIGIANATO FORMAZIONE FONCOOP FONTER FONDER FONDOPROFESSIONI FORAGRI FAZI FISP FBCA FORM FEMI SETTORI INTERESSATI Fondo per i lavoratori delle imprese industriali Fondo per i dirigenti industriali Fondo per i lavoratori di commercio, turismo, servizi, credito, assicurazioni e trasporti Fondo per i dirigenti del terziario Fondo per i lavoratori dei settori del terziario, artigianato, delle piccole e medie imprese Fondo per i lavoratori delle piccole e medie imprese industriali Fondo per i dirigenti delle piccole e medie imprese industriali Fondo per i lavoratori delle imprese artigiane Fondo per i lavoratori delle imprese cooperative Fondo per i lavoratori delle imprese del settore terziario: comparti turismo e distribuzione-servizi Fondo per la formazione continua negli enti ecclesiastici, associazioni, fondazioni, cooperative, imprese con o senza scopo di lucro, aziende di ispirazione religiosa Fondo per la formazione continua negli studi professionali e nelle aziende ad essi collegati Fondo per la formazione continua in agricoltura Fondo per la formazione continua dei quadri e dei dipendenti dei comparti del commercioturismo-servizi, artigianato e piccola e media impresa Fondo per la formazione continua dei lavoratori dei servizi pubblici Fondo per la formazione continua nei settori del credito e delle assicurazioni Fondo per la formazione continua nei comparti del commercio, del turismo, dei servizi, delle professioni e delle piccole medie imprese Fondo per la formazione continua nei settori economici dell’industria e piccole e medie imprese PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 31 NORMATIVA Massimiliano Lannino Gli indirizzi operativi per la vigilanza in agricoltura L’Inps ha fornito le linee di indirizzo e le indicazioni operative per lo svolgimento dell’attività di vigilanza in agricoltura finalizzata al contrasto del fenomeno dei falsi rapporti di lavoro e del lavoro nero C on circolare n. 126 del 16 dicembre 2009, l’Inps ha dettato le linee guida dell’attività di vigilanza in agricoltura ponendosi l’obiettivo di contrastare con forza i fenomeni del lavoro nero e dei falsi rapporti di lavoro. In tale ottica, la circolare di cui si argomenta, richiama taluni principi ai quali deve essere improntata l’attività di vigilanza delle proprie strutture territoriali ribadendo sin da subito la validità delle linee di indirizzo previste nella circolare n. 27 del 25 febbraio 2009 e ponendo subito l’attenzione al sancito nella circolare n. 85 del 12 settembre 2008, in base al quale “Per quanto riguarda l’eventuale annullamento di rapporti di lavoro è premessa indispensabile la certezza dell’assenza di prestazioni lavorative”. Muovendo da tali presupposti e dall’esperienza maturata nel pregresso contenzioso amministrativo e giudiziario, l’Inps fissa ulteriori nuovi principi cui dovrà uniformarsi l’attività di vigilanza ispettiva con particolare riferimento alle materia relative alla sussistenza dei rapporti di lavoro, all’inquadramento delle aziende in settori extra-agricoli ed all’impiego di lavoratori addetti a particolari attività. In primo luogo viene affrontato il problema connesso al disconoscimento di prestazioni di lavoro a seguito di accertata incongruità tra giornate denunciate e fabbisogno stimato di manodopera. A tal proposito, viene ribadito che a seguito dell’abrogazione dell’art. 8, co. 4, d.lgs. 375/93, operata dall’art. 9-ter, co. 3, legge 608/96, tale disconoscimento deve fondarsi esclusivamente su una stima tecnica (art.8, co. 2, d.lgs. 375/93) che tenga conto delle peculiarità strutturali ed organizzative delle singole aziende, non potendo lo stesso legittimamente derivare da valutazioni di ordine presuntivo o dalla applicazione automatica di tabelle ettaro-culturali. In secondo luogo, la circolare in esame affronta il tema della riclassificazione delle aziende agricole con attribuzione di un inquadramento in settori diversi. Sul punto l’Inps chiarisce che la variazione del settore di inquadramento non può riposare su motivazioni generiche ma deve trovare fondamento in una puntuale descrizione dell’attività svolta dall’azienda che consenta, da un lato, di escluderne l’appartenenza al settore agricolo e, dall’altro, di considerarla appartenente ad un settore diverso con conseguente individuazione della data certa della decorrenza di tale diversa classificazione. Infine, la circolare de quo affronta l’annoso problema dell’applicazione dell’art. 6 della legge 92/79, così come modificata dal d.lgs. 173/98, disciplinante le ipotesi in cui, nell’ambito di un’azienda non agricola, taluni prestatori possono essere considerati lavoratori agricoli da assoggettare al relativo regime previdenziale. L’Inps, ai fini di una corretta ed uniforme applicazione della norma, individua nel core-business il criterio di riferimento. Pertanto, possono essere considerati lavoratori agricoli coloro che, addetti alle attività previste dal citato art.6, dipendono da aziende che svolgono, in via esclusiva o prevalente, un’attività non agricola (o di servizi all’agricoltura) i cui ricavi derivano integralmente o in via maggioritaria da tale attività. Diversamente, non potranno essere considerati lavoratori agricoli i dipendenti di aziende solo formalmente operanti nel settore dei servizi all’agricoltura ma dedite, di fatto, ad un’attività squisitamente volta all’assunzione di personale da distaccare presso terzi (anche soci nel caso di cooperative). In tali casi, infatti, non solo non è applicabile la legge 92/79 ma, a monte, vi è violazione della normativa in materia di somministrazione di manodopera (d.lgs 276/2003). 32 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 NORMATIVA Giuseppe De Marco Carta acquisti: tutte le novità Al via gli accrediti multipli anche per gli over 65 e in più agevolazioni per i nuovi nati e per gli utilizzatori di gas naturale o Gpl N ovità in vista per tutti i possessori di Carta acquisti, la carta di credito introdotta nel 2008 per il sostegno della spesa alimentare, sanitaria e per il pagamento delle bollette della luce e del gas. Con il decreto del ministro dell’Economia dello scorso 30 novembre, infatti, (recepito dall’Inps con messaggio n. 470 del 7 gennaio 2010) viene esteso anche agli ultra-65enni la possibilità di accreditare su un’unica carta i benefici di più titolari, prima riservata ai soli beneficiari minorenni. Inoltre, il periodo di tempo entro il quale è possibile utilizzare le somme messe a disposizione è stato esteso da due a sei bimestri. Per i beneficiari della Carta che siano anche utilizzatori di gas naturale o Gpl (per il riscaldamento, la cucina o la produzione di acqua calda nella propria casa) vengono messi a disposizione ulteriori venti euro a bimestre, grazie ad un contributo dell’Eni. Il requisito è verificato sulla base di quanto riportato sulla documentazione di richiesta della Carta Acquisti. Chi avesse omesso la Niki de Saint Phalle compilazione del quadro relativo alle dichiarazioni facoltative può Big Lady (Black) (La grande Lady – nera), 1968/1992/1995 integrare la richiesta compilando il modello CA/Var_3 (beneficiario minore) o il modello CA/Var_65 (beneficiario ultrasessantacinquenne), disponibili sul sito internet dell’Inps www.inps.it, nella sezione “Modulistica”. Con decreto del ministero del Lavoro e dell’economia, inoltre, è stato stabilito l’adeguamento dei limiti reddituali e dell’Isee (vd. tabella), i quali variano annualmente in relazione all’indice di perequazione automatica dei trattamenti pensionistici a carico dell’assicurazione generale obbligatoria. La peLIMITI DI REDDITO requazione definitiva per l’anno 2009 è stata fissata al 3,2%, mentre quella presuntiva per il pensioni (e altri redditi) anno ISEE 2010 è pari allo 0,7%. 1-70 anni >70 anni Con messaggio n. 384 del 7 gennaio 2010, l’Inps 2008 6.000,00 6.000,00 8.000,00 ha inoltre precisato che per ciascun bimestre deve essere presente una dichiarazione Isee in corso di 2009 6.192,00 6.192,00 8.256,00 validità almeno in un giorno del bimestre stesso. 2010 6.235,35 6.235,35 8.313,80 Per le domande e per le carte prepagate, invece, non è prevista alcuna scadenza. In ogni caso, per agevolare gli interessati, l’Inps ha previsto di inviare una lettera a tutti i beneficiari il bimestre antecedente quello di scadenza della dichiarazione. Infine, il decreto 2 settembre 2010 del ministero del Lavoro ha disposto – per i beneficiari della carta nati nel corso del 2009 – l’accredito di un importo aggiuntivo pari a € 25,00 a titolo di concorso alle spese occorrenti per l’acquisto di latte artificiale e pannolini. In questo caso, la richiesta della Carta deve essere presentata entro il 31 marzo 2010. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 33 NORMATIVA Antonio Positino 10 mila aziende agricole nel mirino degli ispettori Piano straordinario di controlli ispettivi per contrastare lo sfruttamento della manodopera nel Mezzogiorno I l Consiglio dei Ministri, tenutosi il 28 gennaio scorso a Reggio Calabria, ha approvato un piano straordinario di vigilanza e lotta al lavoro nero, messo a punto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi, che, anche in considerazione dei recenti eventi avvenuti a Rosarno, prevede di sottoporre a controlli straordinari 20 mila aziende del Sud Italia; più precisamente, è stato previsto che 10 mila aziende agricole ed altrettante aziende edili situate nelle quattro Regioni più sensibili alle problematiche del lavoro irregolare ovvero in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia saranno ispezionate da un’apposita task force composta da 550 ispettori del ministero del Lavoro e dell’Inps (500 dei quali reperiti nelle Regioni direttamente interessate ai controlli ed altri 50, per garantire una maggiore trasparenza dell’azione ispettiva, reperiti in altre Regioni) nonché da militari dell’Arma dei Carabinieri il cui supporto logistico sarà necessario soprattutto nelle ispezioni relative al settore agricolo per il confinamento dei luoghi di raccolta dei prodotti al fine di evitare la fuga di eventuali lavoratori irregolari. Inoltre, per non rallentare le attività ispettive, saranno coinvolti anche i locali commissariati di polizia che si occuperanno della eventuale identificazione di cittadini extracomunitari clandestini e delle relative operazioni necessarie per il loro rimpatrio. L’azione ispettiva sarà particolarmente orientata sul fenomeno dell’utilizzo di manodopera agricola anche stagionale, sul fenomeno del caporalato e delle truffe ai danni dell’Inps realizzate mediante l’instaurazione di rapporti di lavoro fittizi. Gli interventi saranno concentrati nei confronti di quelle attività di raccolta stagionale dei prodotti agricoli che richiedono maggiore impiego di manodopera secondo uno specifico calendario che tiene conto delle principali colture effettuate nei diversi periodi dell’anno in ciascuno dei diversi ambiti geografici interessati ai controlli. Gli interventi, pertanto, saranno mirati e differenziati per tener conto delle specifiche realtà locali ed anche dei diversi fenomeni di illegalità che possono caratterizzare le aree geografiche in questione. Per esempio, in Calabria saranno sottoposte a ispezione le aziende delle province di Cosenza, Crotone e Reggio Calabria che coltivano agrumi, olive, patate, pesche, uva o finocchi, nei rispettivi periodi di produzione e raccolta; mentre le ispezioni nelle zone di Caserta, Napoli e Salerno riguarderanno le aziende impegnate nella produzione e nella raccolta di pomodori o di tabacco. In Calabria saranno ispezionate 2 mila aziende agricole, in Campania 2.500, in Puglia 3.000 e in Sicilia 2.500. Un ruolo di primo piano nell’attività di controllo viene riservato agli enti bilaterali che saranno sempre più irrobustiti e sostenuti nell’ambito delle intese contrattuali di settore. Le associazioni potranno fornire informazioni sui fenomeni di maggiore criticità del territorio, svolgere opera di sensibilizzazione delle aziende in funzione anti-sommerso, monitorare le problematiche esistenti nei diversi ambiti locali e soprattutto svolgere una funzione di «controllo sociale», orientando operativamente l’attività di verifica. La presentazione del piano straordinario di cui si argomenta è stata anche l’occasione per presentare i risultati dell’azione ispettiva svolta nel 2009 secondo le linee guida di cui alla Direttiva ministeriale del 18 settembre 2008. Tali risultati evidenziano che il numero delle violazioni sostanziali accertate è notevolmente incrementato rispetto all’anno precedente, infatti, a fronte di una diminuzione delle violazioni di carattere formale (-28%, tenuta del Libro unico del lavoro) sono fortemente aumentate le violazioni accertate in materia di lavoro “nero” +44%, di appalti e somministrazione +193%, di orario di lavoro +118%, di rispetto dello Statuto dei lavoratori +208%, di truffe nei confronti degli Istituti +483%, di sicurezza sul lavoro +53%. 34 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 NORMATIVA Silvia Cina Certificazione energetica Direttiva comunitaria sul rendimento energetico degli edifici È un nuovo adempimento a carico dei cittadini introdotto, in Italia, col Decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192, ma meglio definito solo nella scorsa estate 2009 con l’emanazione delle “linee guida nazionali”, a cui tutte le Regioni stanno adeguandosi con propria normativa. La certificazione energetica è stata introdotta a seguito di una Direttiva comunitaria europea del 1991 sul rendimento energetico in edilizia quale strumento di informazione dei cittadini sulle caratteristiche degli edifici. È ora divenuta un obbligo in alcuni casi, ma anche un’opportunità, se viene intesa come uno strumento per orientarsi meglio nel mercato immobiliare, conoscendo le prestazioni energetiche di appartamenti ed edifici ed i vantaggi economici connessi. Infatti la certificazione attesta il fabbisogno annuo di energia per riscaldamento invernale e raffrescamento estivo, illuminazione, produzione di acqua calda e ventilazione secondo un utilizzo standard di un edificio. La materia relativa al contenimento dei consumi di energia negli edifici non è nuova. Dalla prima Legge nazionale risalente alla fine degli anni Settanta fino ai nostri giorni si sono susseguiti moltissimi decreti e regolamenti, ad esempio quelli che stabilivano la temperatura massima da tenere in casa o le date di accensione e spegnimento del riscaldamento. Qualche norma è ancora parzialmente in vigore, altre sono state sostituite dalle norme attuali. Semplificando al massimo tutta la complessa normativa si possono riassumere i principali aspetti che riguardano più da vicino i cittadini. Con la certificazione si va a stabilire quanta energia consuma un edificio. In base a questo dato gli viene assegnata una classe, un po’ come per i frigoriferi o le lavatrici, indicata in lettere maiuscole che vanno dalla classe migliore, indicata con A, fino alla classe G, che comprende tutti quegli edifici che hanno bisogno di molta energia per essere riscaldati o raffrescati. Edifici in classe A per ora non ce ne solo molti, e si possono ancora oggi costruire edifici in classe B e C. La gran parte degli edifici esistenti ricade però in classi ancora più basse. La certificazione energetica va richiesta a proprie spese dal proprietario o dal titolare del permesso di costruire ad un tecnico abilitato a rilasciare l’attestato e si applica a: edifici di nuova costruzione; casi di ristrutturazione integrale dell’involucro degli edifici con superficie utile superiore ai 1000 m2; casi di demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di edifici esistenti di superficie utile superiore ai 1000 m2; contratti di compravendita e di locazione di edifici o di unità immobiliari. Sono invece esclusi dall’obbligo del certificato box, cantine, parcheggi, depositi, strutture temporanee ecc… privi di impianto termico ed edifici storici o artistici. Sono inoltre esclusi fabbricati industriali, artigianale ed agricoli non residenziali quando gli ambienti sono riscaldati per esigenze del ciclo produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo ed i fabbricati isolati con superficie utile inferiore ai 50 m2. Per semplificare le procedure e limitare i costi è possibile, per gli edifici di superficie utile inferiore a 1000 m2, una autodichiarazione del proprietario, sostitutiva dell’attestato di certificazione energetica, in cui dichiara che l’edificio è in classe G e che i costi per la sua gestione energetica sono molto alti. Il certificato energetico vale 10 anni dalla sua emissione e va aggiornato ad ogni interPREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 35 NORMATIVA vento di ristrutturazione edilizio ed impiantistico che modifichi la prestazione energetica dell’edificio. È prevista una serie di sanzioni per chi non rispetta l’obbligo della certificazione energetica nei casi previsti e riguardano sia il professionista che rilascia un certificato non veritiero, sia il costruttore che non consegna al proprietario, unitamente all’immobile, l’originale della certificazione energetica: quest’ultimo è punito con una sanzione da 5000 a 30000 euro. All’inizio ho parlato di opportunità. Sapere quanto costa riscaldare, illuminare, raffrescare un edificio è un parametro importante per decidere il prezzo in caso di compravendita e di locazione ed avrà sicuro influenza sul mercato immobiliare in futuro. È inoltre possibile avere una diagnosi dei possibili interventi per migliorare l’efficienza, conoscere il costo di tali interventi e il risparmio conseguito nel tempo, facendo un’analisi costi-benefici. È anche prevista una serie di deroghe su volumetria, distanze da tenere ecc… e di semplificazioni burocratiche per chi sceglie la via di eseguire interventi per contenere i consumi di energia. Infine si spera che venga incentivato nei cittadini uno stile di vita quotidiano più attento nell’evitare gli sprechi e risparmiare energia e più consapevole dei vantaggi economici ed ambientali che ne derivano per sé e per tutta la collettività. Il circolo virtuoso L Silvia Cina ’energia che non basta mai e l’incremento demografico che accelera. Due aspetti indissolubili. Un nodo aggrovigliato. Ogni due settimane è come se nel mondo ci fosse un nuovo Piemonte. Le persone dei paesi in via di sviluppo giustamente aspirano a un migliore tenore di vita e chiedono la loro fetta di consumi e di energia. Noi dei paesi ricchi ci permettiamo di usare la maggior parte delle risorse del pianeta e chiediamo continuamente di incrementarle. È evidente che il meccanismo non può continuare a funzionare in questo modo e che dobbiamo imparare in fretta a ridurre i consumi. Ricordando che la produzione più pulita di energia è il risparmio. E c’è già chi riesce ad avere una casa che non consuma energia ma la produce. Ecco il circolo virtuoso: iniziamo a immaginare una casa dove si evitano le dispersioni di calore con un cappotto di materiale isolante. È importante isolare tutto: tetto, pareti, solette dei balconi. Nei paesi del Nord Europa vengono solitamente impiegati isolamenti di spessore da 25 cm in su, ma si può già fare un buon lavoro con molto meno. Potendo intervenire sull’involucro di una casa si riducono le perdite di calore dei due terzi già con 10 cm di isolante e si arriva a eliminarle con spessori maggiori. Poi si passa agli infissi, evitando gli spifferi, sostituendo i vetri normali con altri a bassa emissione e isolando bene anche i cassonetti delle avvolgibili. Si può ricorrere alla pompa di calore per riscaldare o raffrescare: ha una tecnologia affidabile, funziona dai 50° d’estate ai -10° d’inverno, è rinnovabile perché prende calore da acqua, aria, terra. E dove prendiamo l’energia elettrica necessaria per farla funzionare? Da un’energia rinnovabile, quella del sole, tramite un impianto fotovoltaico installato sul tetto, impianto che, quando non fa funzionare la pompa di calore o gli altri impianti della casa, produce energia che può essere venduta. Il circolo virtuoso si chiude con un ricavo. Certo oggi sembra ancora un sogno che tutto il patrimonio edilizio esistente possa venire modificato in questo modo e che tutto il nuovo sia costruito con questi criteri, ma sono sicura che avverrà in poco tempo, anche se in modo non indolore, perché queste innovazioni richiedono grossi costi iniziali. Poi, però, non si spenderebbe più nulla, anzi se ne otterrebbe addirittura un beneficio economico. E chissà che non sia questo il futuro motore trainante della nostra economia. 36 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 PAROLE Severo De Pignolis “caporali, razze, permacoltura e altre parolacce” O ggi mi sento un «egli» dunque parlo di me in terza persona. Poi, forse, spiego. L’agricoltura sempre in testa, Severo entra in libreria e «Semi del suicidio» (Odradek) di Vandana Shiva con accanto «Now Utopia» (Shake) di Chris Carlsson, dove spiccano le parole «orticoltura comunitaria» e «permacoltura». Poco dopo Severo legge su un giornale che in Calabria e Puglia ci sono «i caporali» e molti braccianti «di razza» africana, poi che «i negri» si ribellano. Poi, rientrando a casa, Severo legge che «in Africa…» blabla. Ci pensa su Severo e si fa qualche domanda sulle parole, quelle di agricoltura e magari – una ciliegia tira l’altra - qualche altra sulla lingua che usiamo. 1. Davvero tutti sanno perché si usa «caporale» parlando di agricoltura? I due vocabolari che Severo ha in casa lo danno solo come terzo e quarto significato. 2. «Razza»? La stra-grande maggioranza degli scienziati concorda che le razze non esistono; a ironica conferma, i razzisti – loro (purtroppo) esistono – non riescono a mettersi d’accordo su quante razze vi siano: 4, 15 oppure 130? Allora cosa si intende usando «razza» o «razziale»? 3. «Negro» è una parola carica di storia e dolore, usata in senso spregiativo o come insulto. E’ meglio non dirla? 4. Quasi sempre si usa la parola «Africa»; invece Severo scrive e dice «Afriche»: il suo è un errore, una mania oppure cerca di comunicare qualcosa? 5. Le parole vengono rubate e fanno figli? Su questo Severo ama citare una poesia di Ignazio Buttitta, scritta in siciliano (sostiene Severo che non occorra traduzione). Eccola. Un populu mittitilu a catina spugghiatilu attuppatici a vucca è ancora libiru. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 Livatici u travagghiu, u passaportu a tavola unni mancia u lettu unni dormi, è ancora riccu. Un populu diventa poviru e servu quannu ci arrobanu la lingua addutata di patri: è persa pi sempri. Diventa poviru e servu quannu i paroli nun figghianu paroli e si manciano tra d’iddi. Tutto chiaro? 6. Sostiene Severo che conviene non sprecare le parole. E (si) chiede se abbia ragione Eduardo Galeano: «la mia regola è usare soltanto parole che migliorino il silenzio». Perché il Severo che scrive parla di sé in terza persona? Mumble-mumble. Forse perché nel libro di scuola di suo figlio ha letto: «io sono tu sei egli è noi siamo voi siete essi sono». Cioè proprio come ai suoi tempi (Severo ha studiato prima del famoso ’68). Ma – si chiede Severo – tutti i libri sono ancora così? Perché «lei» e «esse» non ci sono? È un caso se la lingua è maschile? Perché a scuola, fin dai verbi si ignora (si cancella) il femminile? Le parole pesano, liberano, opprimono… o contano solo i fatti? Così, fra dubbi linguistici ed esistenziali, Severio ha deciso che per un po’ parlerà di sé in terza persona. È un tipo così. Per finire… si domanderà qualche lettore o lettrice: ma di «orticoltura comunitaria» e «permacoltura» quando si parla? La prossima puntata, sostiene Severo. 37 FISCO Gaetano Tutino Dai controlli a nessuna proroga delle agevolazioni per gli imprenditori agricoli L ’Agenzia delle Entrate ha elaborato ed avviato un piano di controllo per recuperare le agevolazioni indebitamente fruite in materia di imposte di registro, ipotecarie e catastali. Le operazioni oggetto di interesse da parte del fisco sono: l’acquisto prima casa; l’acquisto di terreni edificabili compresi in piani urbanistici; terreni agricoli acquistati per la formazione della piccola proprietà contadina. Per quanto riguarda la piccola proprietà contadina, il piano prevede la verifica di due differenti posizioni: l’alienazione volontaria di terreni agricoli, acquistati per la formazione o l’arrotondamento della piccola proprietà contadina, da parte di coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli, prima del decorso di cinque anni dall’acquisto agevolato; la mancata presentazione del certificato definitivo attestante che i requisiti previsti per la spettanza dell’agevolazione sussistevano fin dal momento della stipula dell’atto. L’elenco sotto la lente del fisco riguarda contribuenti che hanno registrato atti dall’01/01/2005 al 31/12/2006, per i quali non risulta avvenuta la presentazione del citato certificato, il quale deve essere presentato entro tre anni dalla data in cui è avvenuto l’acquisto agevolato. L’agevolazione suddetta riguarda l’acquisto di terreni da parte di imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti il cui assoggettamento all’imposta di registro ed ipotecaria è in misura fissa. Ebbene, detta agevolazione, trova origine nella Legge 6 agosto 1954, n.604, conosciuta come “l’agevolazione alla piccola proprietà contadina”, in vigore fino al 31 dicembre 2009 per effetto della proroga contenuta nella Legge n. 203 del 22/12/2008, art.2, c. 8. Nella Finanziaria 2010, approvata definitivamente dal parlamento, non prevede la solita proroga e, soprattutto, non è stata prevista nemmeno nel decreto legge “milleproroghe. La soppressione dell’agevolazione comprometterà il trasferimento di fondi rustici a favore di imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti, in quanto l’operazione diventerà molto onerosa. È opportuno precisare che con decorrenza 01/01/2010 verrà applicata l’imposta ordinaria di registro per l’acquisto di terreni agricoli, pari al 15%, quella ipotecaria, pari al 2%, e quella catastale, pari all’1%. Se i benefici della piccola proprietà contadina non verranno reintrodotti, si dovrà rispolverare l’agevolazione prevista dalla nota 1 bis della tariffa allegata al DPR 131/86 secondo cui l’acquisto di terreni agricoli effettuato da imprenditori agricoli professionali usufruisce dell’aliquota ridotta dell’imposta di registro dell’8% a cui vanno aggiunte le imposte ipotecarie e catastali del 3%. In questo caso l’acquirente deve documentare la qualifica di imprenditore agricolo professionale entro tre anni dall’acquisto mediante una certificazione rilasciata dagli uffici provinciali dell’agricoltura. L’agevolazione decade se il terreno muta destinazione entro dieci anni dall’acquisto però non viene penalizzata la rivendita nell’ambito di questo periodo. In ultimo, è possibile beneficiare di un’altra agevolazione ovvero scatta l’esenzione da qualsiasi imposta sui trasferimenti, ai sensi della Dls 99/2004, art. 7, se colui che acquista il ter reno si impegna a non frazionarlo e a coltivarlo per un periodo di almeno dieci anni. 38 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 PREVIDENZA Daniela Lambertini Uniemens individuale Nel mese di novembre 2009 è stata rilasciata la procedura “Uniemens individuale” che consentirà dal 1° gennaio 2010, di raccogliere in un unico documento, le informazioni attualmente inviate all’Inps con due diverse procedure (DM10 per i flussi contributivi e Emens per i flussi retributivi dei singoli lavoratori dipendenti). Il nuovo sistema di trasmissione unica dei dati porterà una serie di vantaggi come ad esempio la riduzione e la semplificazione delle procedure di trasmissione, gestione, elaborazione e controllo da parte delle aziende. L’invio dei dati per mezzo dell’Uniemens sarà obbligatorio, per la generalità delle aziende, a partire dalle denunce di competenza gennaio 2010 da presentare entro il 28/02/2010. Nell’area dei servizi on-line dell’istituto è stata attivata la funzione che consente l’invio dei nuovi file Uniemens e la gestione dei flussi e della ricevuta. (Msg Inps n. 27172 del 25/11/2009) Comunicazione unica per la nascita dell’impresa Da tempo l’Inps è in grado di ricevere dal Registro delle Imprese mediante il canale on-line di ComUnica le nuove iscrizioni. Il messaggio n.28736 del 10/12/2009 presenta una nuova procedura che implementa quella già esistente con nuovi servizi che permettono anche la variazione dei dati aziendali già forniti al momento dell’iscrizione. In particolare le richieste di variazione si riferiscono alle seguenti tipologie di informazioni: variazione dell’indirizzo della sede legale dell’impresa; variazione dell’indirizzo della sede operativa dell’impresa, intesa come la sede dove viene svolto in concreto l’attività lavorativa con dipendenti; richiesta di sospensione della posizione aziendale per assenza temporanea di personale dipendente; richiesta di ripresa dei versamenti contributivi per effetto di nuove assunzioni (riattivazione); richiesta di cessazione dell’attività con dipendenti; modifica della ragione sociale; modifica della denominazione dell’impresa individuale; modifica dell’attività esercitata. Sul sito web www.registroimprese.it sono reperibili il software gratuito “ComUnica Imprese” necessario per la trasmissione delle pratiche di iscrizione e di variazione e la “Guida per la compilazione della Comunicazione Unica d’Impresa” (Msg Inps n. 028736 del 10/12/2009) Calendario dell’emissione degli avvisi bonari ed iscrizioni a ruolo anno 2010 Per il 2010 è stato predisposto un nuovo calendario delle attività di emissione degli avvisi bonari e della successiva fase di iscrizione a ruolo di crediti relativi alle singole gestioni previdenziali. Esso presenta alcune modifiche rispetto al calendario 2009; in particolare i tempi di iscrizione a ruolo per tutte le gestioni, sono stati prorogati di ulteriori 15 giorni. Per i lavoratori autonomi viene esteso alla gestione commercianti ed artigiani il criterio, già previsto per le aziende agricole, della recidività. Pertanto, anche per i lavoratori autonomi che non versano più di due rate consecutive, si procederà all’immediata iscrizione a ruolo senza l’invio dell’avviso bonario. In relazione alle scadenze previste per il pagamento delle diverse tipologie di contributi (mensili o trimestrali) il sistema provvederà, nel range temporale indicato (“T1”), alla spedizione centralizzata e generalizzata degli avvisi bonari secondo le modalità già note. (Msg Inps n. 002332 del 25/01/2010) Invalidità civile. Utilizzo procedura telematica Per la gestione coordinata della fasi amministrative e sanitarie del nuovo processo di riconoscimento dell’invalidità civile, l’Inps ha realizzato un’apposita applicazione, disponibile nella sezione “Servizi on-line” del proprio sito internet. Nell’abito di tale procedura, la domanda per il riconoscimento dei benefici può essere presentata, oltre che dai cittadini in possesso del pin rilasciato dall’Istituto, soltanto dagli Enti di Patronato e dalle Associazioni di categoria dei disabili. Queste ultime, munite di pin, sono abilitate ad utilizzare la procedura per la compilazione e trasmissione telematica delle domande. Gli Enti di Patronato, invece, sono gli unici organismi abilitati all’utilizzo della procedura per seguire l’intero procedimento fino all’eventuale erogazione della prestazione. (www.inps.it) PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 39 CONTRATTI Marco Togna Contratto adetti della panificazione Sottoscritto il rinnovo del contratto nazionale dei 100 mila addetti della panificazione artigianale e industriale. L’intesa, raggiunta il 1 dicembre scorso da sindacati e rappresentanze delle aziende (Fippa Federpanificatori e Fiesa Confesercenti), stabilisce per i lavoratori dei panifici artigianali un incremento retributivo triennale di 97 euro, pari al 7,5%, che verranno corrisposti in due tranche (50 euro il 1 dicembre 2009, 47 euro il 1 dicembre 2010); prevista anche la somma una tantum di 180 euro (erogata in due parti uguali, a dicembre 2009 e luglio 2010), a copertura del periodo di vacanza contrattuale. Maggiore l’aumento per gli addetti dei panifici industriali: 124 euro, pari all’8,5%, versati in due tranche (64 euro il 1 dicembre 2009 e 60 euro il 1 dicembre 2010); l’una tantum è di 260 euro, devoluta in due parti uguali a dicembre 2009 e luglio 2010. Numerose le altre novità: assistenza integrativa sanitaria interamente a carico delle imprese, creazione di un Osservatorio nazionale, nuova normativa per la bilateralità nazionale di categoria, adesione ai Fondi di previdenza complementare Alifond e di formazione continua Fonter. Contratto addetti agli involucri naturali per salumi Siglato a metà dicembre tra Aiipa e sindacati il rinnovo del contratto nazionale dei 1.000 addetti delle imprese che lavorano e trasformano gli involucri naturali per salumi. L’intesa, che sancisce la definitiva confluenza di questo contratto in quello dell’industria alimentare, fissa un incremento di 154,71 euro al mese (parametro 120) e l’erogazione di una somma una tantum di 294 euro a copertura del periodo di vacanza contrattuale. Stabiliti anche i nuovi valori degli scatti di anzianità, che sono stati parificati a quelli del Ccnl dell’industria alimentare (con decorrenza dal 1 gennaio 2012). Entro il febbraio 2010 verrà anche istituita una specifica commissione per verificare la completa armonizzazione di tutti gli istituti contrattuali. Protocollo d’intesa tra Fai, Flai, Uilapesca e Mipaaf Fai, Flai e Uilapesca hanno firmato a metà novembre un protocollo d’intesa con il ministero per le Politiche agricole finalizzato a definire il ruolo e il contributo dei sindacati nella realizzazione del Sistema integrato della pesca e dell’acquacoltura (Sipa). Obiettivo del Sistema è di modernizzare la filiera ittica, usare al meglio le risorse del Fondo europeo per la pesca 2007-2013, realizzare un sistema strutturato di ammortizzatori sociali per il settore e includere la pesca tra le attività usuranti. Dalle aziende Buone notizie dal fronte delle imprese. La Gaudianello di Rionero in Vulture (Potenza) ha ritirato l’intenzione di procedere alla terziarizzazione della logistica, affidando quindi il servizio dei trasporti ad aziende esterne. A fine novembre il noto marchio di acque minerali ha sottoscritto in merito un accordo con i sindacati che contempla anche il rafforzamento dello stabilimento (120 dipendenti). Importante intesa raggiunta l’8 gennaio alla Callipo di Vibo Valentia: azienda e sindacati hanno concordato, a fronte dell’incremento di fatturato realizzato nel 2009, l’assegnazione di una somma una tantum di 500 euro a tutti i 200 lavoratori quale riconoscimento per le performance di efficienza e produttività del lavoro. Firmato alla Colussi l’accordo sul trasferimento delle funzioni commerciali e marketing dalle sedi di Perugia e Imperia a quella di Milano, che coinvolge oltre 50 dipendenti. Per coloro che fossero impossibilitati a cambiare città è prevista l’attivazione della mobilità con incentivi all’esodo; chi sarà in grado di accettare avrà contributi spese per 24 mesi, un inquadramento professionale più elevato e verrà affiancato dall’azienda nella ricerca dell’abitazione. Sottoscritto alla San Benedetto di Scorzè (Venezia) e Paese (Treviso) il piano industriale 2010-2011 teso al rinnovamento degli impianti e al rilancio dell’azienda: la riorganizzazione prevede il ricorso alla cassa integrazione straordinaria (per gruppi non superiori a 160 addetti), incentivi per chi intende prepensionarsi, il pagamento di contributi integrativi mensili a compensazione della temporanea perdita di reddito, un percorso formativo per tutti i lavoratori coinvolti. Lotte contadine di Rolando Mensi 40 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 GIURISPRUDENZA Antonio Positino Il giudice nel valutare la legittimità del licenziamento per grave inadempienza deve tener conto dell’elemento soggettivo della condotta Nelle controversie sulla legittimità di un licenziamento motivato con riferimento a una grave inadempienza, il giudice di merito, in considerazione del fatto che il licenziamento costituisce di certo per il lavoratore la più grave delle sanzioni in ragione dei suoi effetti, deve tenere conto della gravità della condotta addebitata al dipendente, da valutare non soltanto nella sua oggettività ma anche con riferimento all’elemento soggettivo che può assumere i connotati del dolo e della colpa. A stabilirlo è la Suprema Corte con la sentenza i cui estremi sono riportati in calce e nella quale si legge altresì che la valutazione della gravità dell’infrazione, della sua idoneità ad integrare giusta causa di licenziamento e della proporzionalità della sanzione rispetto alla infrazione contestata, si risolve in un apprezzamento di fatto riservato al giudice di merito ed incensurabile in sede di legittimità se congruamente motivato. (Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 25306 del 1° dicembre 2009) Il lavoratore può essere ritenuto dipendente di più imprese appartenenti ad un unico gruppo quando sia ravvisabile un unico centro di imputazione del rapporto di lavoro Il collegamento economico-funzionale tra imprese gestite da società del medesimo gruppo non è di per sé solo sufficiente a far ritenere che gli obblighi inerenti ad un rapporto di lavoro subordinato, formalmente intercorso fra un lavoratore ed una di esse, si debbano estendere anche all’altra, a meno che non sussista una situazione che consenta di ravvisare un unico centro di imputazione del rapporto di lavoro. Tale situazione ricorre, secondo i giudici della Cassazione, ogni volta che vi sia una simulazione o una preordinazione in frode alla legge del frazionamento di un’unica attività fra i vari soggetti del collegamento economico-funzionale e ciò venga accertato in modo adeguato, attraverso l’esame delle attività di ciascuna delle imprese gestite formalmente da quei soggetti, che deve rivelare l’esistenza dei seguenti requisiti: a) unicità della struttura organizzativa e produttiva; b) integrazione tra le attività esercitate dalle varie imprese del gruppo e il correlativo interesse comune; c) coordinamento tecnico e amministrativo-finanziario tale da individuare un unico soggetto direttivo che faccia confluire le diverse attività delle singole imprese verso uno scopo comune; d) utilizzazione contemporanea della prestazione lavorativa da parte delle varie società titolari delle distinte imprese, nel senso che la stessa sia svolta in modo indifferenziato e contemporaneamente in favore dei vari imprenditori. (Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 25763 del 9 dicembre 2009) Il contratto di assunzione a termine per ragioni sostitutive deve riportare il nome del lavoratore sostituito L’art. 1 del D.Lgs. n. 368/2001, dopo aver stabilito, al comma 1, che l’apposizione del termine al contratto di lavoro è consentita a fronte di ragioni di carattere oltre che tecnico, produttivo e organizzativo, anche sostitutivo, aggiunge, al comma 2, che “L’apposizione del termine è priva di effetto se non risulta, direttamente o indirettamente, da atto scritto nel quale sono specificate le ragioni di cui al comma 1”. L’onere di specificazione previsto da quest’ultima disposizione impone, secondo l’ordinanza della Corte Costituzionale di cui si argomenta, che tutte le volte in cui l’assunzione a tempo determinato avvenga per soddisfare ragioni di carattere sostitutivo, siano indicate le ragioni della sostituzione di uno o più lavoratori, il che implica necessariamente anche l’indicazione del lavoratore o dei lavoratori da sostituire; soltanto in questa maniera è assicurata la trasparenza e la veridicità della causa dell’apposizione del termine e l’immodificabilità della stessa nel corso del rapporto. (Corte Costituzionale, Ordinanza n. 325 del 4 dicembre 2009) La comunicazione di apertura della procedura di riduzione del personale contenente frasi di stile sui motivi dell’eccedenza è inefficace Non è conforme alle prescrizioni recate dall’art. 4 della Legge n. 223/91 in materia di riduzione del personale una comunicazione aziendale di apertura delle procedura contenente frasi di stile in ordine alla individuazione dei motivi dell’eccedenza, delle ragioni della mancata attuazione di misure alternative al licenziamento, della collocazione aziendale del personale eccedente. In proposito, va ribadito, con la giurisprudenza prevalente di legittimità, che nella materia dei licenziamenti collettivi, la procedura di cui alla disposizione normativa succitata assume un ruolo centrale nel controllo in ordine alla correttezza degli stessi, in tal modo affidato ex ante alle OO.SS., per cui l’omissione di essa o il non corretto adempimento degli obblighi di trattativa trasparente imposti al riguardo al datore di lavoro determina ex art. 4, comma 12 e 5, coma 3 della Legge n. 223/91 l’inefficacia dei licenziamenti. (Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 25235 del 30 novembre 2009 PREVIDENZA PREV PR EVID IDEN ENZA EN ZA AA AGRICOLA GRIC GR COL OLA A gennaio-febbraio genn ge nnai aioo-febbraio 20 2010 010 41 CARTA Stefania Sepulcri 42 Paolo Massobrio Alan Bridgewater Gill Bridgewater I Giorni del vino Fuggire dal mondo e vivere in totale autosufficienza Paolo Massobrio, giornalista di economia agricola ed enogastronomia, racconta il vino giorno dopo giorno, assaggio dopo assaggio intrecciando a vizi e virtù di ogni singolo vino, aneddoti, consigli, curiosità. Perché certi sorsi, per lui, sono e devono essere memorabili: Barbera, Malvasia, Friulano, Brunello, Vernaccia, Vermentino, un giorno, un vino, un Paese, una località, un’idea, una tradizione, un ricordo di un amico che non c’è più. Gusti, sensazioni, sapori, ma soprattutto storie di uomini e di luoghi che attorno al vino hanno portato avanti quella che è una vera e propria civiltà, su cui sono fondate comunità, mestieri, paesaggi. Un viaggio per conoscere un prodotto antico quasi come l’uomo. Quattrocentoquaranta pagine per scoprire come fuggire dal mondo e vivere in sintonia con la natura, imparando a provvedere a se stessi e alla propria famiglia. Un vero e proprio manuale per conoscere come realizzare una casa ecologica (isolamento, fonti alternative di energia come quella solare, eolica, idraulica e geotermica) ma anche un orto biologico (con schede dedicate a ortaggi, alberi e arbusti da frutto, nonché alle piante aromatiche), oppure come mettere su un piccolo allevamento (galline, anatre, oche, conigli, pecore). Insomma, un ricco repertorio per chi ha a cuore l’emergenza ecologica, per chi – in tempo di crisi – vuole sfruttare le insospettate potenzialità della propria casetta di campagna. Einaudi Gremese editore € 17,50 € 27,00 Mauro Travaglione Autori Vari La disciplina tributaria delle società cooperative Sulla Costituzione Il libro rappresenta un tentativo di lettura, in chiave unitaria, della disciplina tributaria delle società cooperative. Lo studio è stato condotto da Mauro Travaglione, docente di diritto processuale tributario di Economia dell’Università di Benevento. La ricerca, partendo da un inquadramento generale della disciplina civilistica delle società cooperative, pone in evidenza le differenze tra le diverse tipologie. Vengono infatti evidenziate le differenze esistenti tra il trattamento fiscale delle società cooperative e quelle lucrative. Per ultimo non si è tralasciato di verificare la conformità della disciplina fiscale agevolativa con i limiti che circoscrivono il riconoscimento degli aiuti di stato, così come stabiliti dal Trattato Ce. Il volume raccoglie i contributi di un incontro, tenutosi nell’ottobre scorso a Roma presso la Comunità di Sant’Egidio, sullo stato della Costituzione. All’incontro hanno partecipato Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema e numerosi docenti di diritto costituzionale per un confronto sui principali problemi che affliggono il nostro ordinamento. Il testo, edito da Il Riformista, è arricchito da contributi provenienti dai maggiori costituzionalisti italiani tra i quali: Giuliano Amato, Gaetano Azzariti, Gustavo Zagrebelsky. Postfazione di Luciano Violante. In appendice, il testo delle mozioni, sulle riforme costituzionali, approvate al Senato il 2/12/2009 e l’intervento del Ministro per la semplificazione normativa. Il volume è disponibile in tutte le edicole. Edizioni Scientifiche Italiane € 31.00 Edizioni Riformiste € 3,50 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 WEB Ran Garin http://www.cometafondo.it Cometa è il Fondo nazionale pensione complementare per i lavoratori dell’industria metalmeccanica, della installazione di impianti e dei settori affini. È il più importante fondo pensionistico operante in Italia ed è esteso anche ai lavoratori dipendenti del settore orafo e argentiero per un accordo firmato il 1° febbraio 1999. È un fondo negoziale costituito come forma di associazione il 21 ottobre 1997 per un accordo tra le organizzazioni di categoria delle imprese (Federmeccanica, Assistal e Intersind) e dei lavoratori (Fim, Fiom, Uilm e Fismic). Cometa è un Fondo pensione negoziale istituito con lo scopo di assicurare ai lavoratori dell’industria metalmeccanica e delle installazioni di impianti una più elevata copertura pensionistica aggiuntiva a quella offerta dal sistema previdenziale obbligatorio. Esso provvede alla raccolta dei contributi, alla gestione delle risorse nell’esclusivo interesse degli aderenti, e all’erogazione di prestazioni secondo quanto previsto dalla normativa in materia di previdenza complementare. http://www.alifond.it Alifond è il Fondo nazionale pensione complementare a capitalizzazione per i lavoratori dell’industria alimentare e dei settori affini. Alifond non ha fini di lucro e il suo unico obiettivo è quello di realizzare per i lavoratori iscritti una pensione complementare al trattamento pensionistico pubblico obbligatorio, usufruendo di tutte le agevolazioni previste dalla legge, attraverso i versamenti contributivi e la loro rivalutazione nel tempo. L’adesione ad Alifond è volontaria ed è rivolta ai lavoratori dell’industria alimentare. Possono tuttavia aderire, a seguito di appositi accordi stipulati dalle relative associazioni sindacali e datoriali, anche i lavoratori relativi alla produzione dei “settori affini”. Alifond rappresenta quindi una opportunità previdenziale per oltre 300.000 lavoratori. Possono infatti iscriversi ad Alifond i lavoratori a tempo indeterminato, a part-time, con contratto di formazione e lavoro, apprendisti, lavoratori a tempo determinato purché di durata pari o superiore a 6 mesi presso la stessa azienda nell’arco dell’anno. http://www.agrifondo.it Agrifondo è il Fondo pensione complementare a capitalizzazione per gli operai agricoli florovivaisti e per i quadri e gli impiegati agricoli, voluto dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro, Coldiretti, Confagricoltura, Cia e dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori, Fai-Cisl, Uila-Uil, Flai-Cgil e Confederdia. Agrifondo non ha scopi di lucro ma, come obiettivo unico, ha quello di realizzare, per i lavoratori che si iscriveranno, una pensione complementare al trattamento pensionistico pubblico obbligatorio, attraverso i versamenti contributivi. Il Fondo pensione Agrifondo assicura l’iscrizione anche a tutti quei lavoratori nei cui confronti si applicano contratti affini che prevedono l’adesione al Fondo pensione. Agrifondo nasce oggi per assicurare, domani, un futuro migliore e certo in un sistema previdenziale nuovo per tutti i lavoratori del settore Agricolo. Aderire ad Agrifondo significa avere la consapevolezza, da parte del lavoratore, che solo con un Fondo di previdenza complementare forte si potrà garantire un reddito di pensione dignitoso. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 43 43 DA BRUXELLES Vèronique Viriglio Dall’agricoltura regionale… a Bruxelles - ABRUZZO - Oltre 21 milioni di euro saranno messi a disposizione dall’Unione europea e dallo Stato a beneficio del mondo rurale abruzzese destinati all’attuazione del ‘Piano di sviluppo rurale per l’imboschimento dei terreni agricoli, sia per gli agricoltori che per altri soggetti pubblici e privati. I contributi verranno concessi a copertura dei costi di impianto e manutenzione. È previsto, per 15 anni, un premio finalizzato a compensare i mancati redditi derivanti dalla nuova destinazione dei terreni interessati dall’imboschimento. - SICILIA - Si terrà il 24 febbraio a Bruxelles un apposito incontro per affrontare la crisi dell’agricoltura siciliana e per delineare misure di sostegno nel medio e lungo termine. Intanto da Palermo arriva la richiesta dei viticoltori affinché l’aiuto a ettaro venga erogato già a partire dal 2011, invece del 2012, come previsto dall’Unione europea. L’aiuto a ettaro destinato direttamente agli agricoltori è una misura già operativa per altri comparti, dal cerealicolo allo zootecnico, dall’agrumicolo all’olivicolo. Infine, il pistacchio di Bronte è stato iscritto al registro europeo delle denominazioni di origine protetta (Dop). La Sicilia è al quinto posto in Italia per numero di Dop e Igp. - VENETO - La “Pesca di Verona” à stata iscritta nel registro delle denominazioni tutelate dalla Comunità europea, l’Igp si riferisce alle pesche a polpa bianca o gialla e alle nettarine a polpa gialla coltivate in provincia di Verona nei territori limitrofi, commercializzata dal 10 giugno al 20 settembre. Il 30 novembre erano stati aggiunti al Registro anche l’aglio bianco polesano Dop e il marrone di Combai Igp. - VALLE D’AOSTA - Dallo scorso 14 dicembre e per tutto il 2010 gli agricoltori valdostani potranno richiedere l’accesso a contributi per la realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia nelle proprie aziende. Lo prevede una delibera della Giunta regionale conseguente all’approvazione da parte della Commissione europea, dell’assegnazione di nuove risorse al Programma di sviluppo rurale della Valle d’Aosta 2007-2013 (nell’ambito dell’operazione health check conclusa il 23 novembre scorso). Potranno beneficiare degli aiuti gli imprenditori agricoli, singoli o associati. - TORINO - Dopo aver detto stop ai fitofarmaci (i cosiddetti pesticidi) inquinanti in agricoltura, l’Ue ha lanciato il programma «Life+» e sbloccato un primo finanziamento di 3 milioni di euro, aggiudicato dalla Agroinnova, il centro di competenza agro-ambientale dell’Università di Torino, chiamata ad essere capofila di un programma di ricerca per l’elaborazione di pesticidi puliti. - ITALIA - Sulla base del Rapporto ‘Qualivita 2009’, 19 nuove produzioni italiane sono state registrate lo scorso anno. Con il 21% dei prodotti certificati, l’Italia è il primo Paese europeo per numero di certificazioni; 1milione e 840 tonnellate è la quantità prodotta nel 2008 a indicazione geografica; 5,3 miliardi di euro il fatturato complessivo nel 2008 alla produzione; 9,8 miliardi di euro il fatturato complessivo nel 2008 al consumo; 98.200 le aziende agricole e gli allevamenti; 7600 le strutture di trasformazione artigianali e industriali. Questi numeri nel corso degli anni hanno evidenziato un trend di crescita costantemente positivo; in crescita soprattutto ortofrutticoli e cereali. Nel 2009, in Europa crollo dei prezzi e dei redditi agricoli Nel 2009, il reddito agricolo per occupato si stima diminuito, in media nell’Ue a 27, del 12,2% in termini reali, rispetto all’anno precedente, annullando pertanto ogni progresso compiuto in questi ultimi anni, ritornando, con qualche scarto di punto, sui livelli del 2005. L’evento negativo ha interessato quasi tutti i paesi, con l’eccezione di pochi, ma ha colpito più duramente l’Italia per l’intensità della flessione registrata, sia nel breve che nel più lungo periodo. Si sconta, infatti, una flessione del reddito per occupato del 25,3% sul 2008, la più accentuata fra gli Stati membri, esclusa l’Ungheria (-35,6%). Inoltre, il 2009 ha segnato per i prezzi praticati sui campi uno dei punti più bassi degli ultimi vent’anni, con un crollo di oltre l’11% rispetto al 2008. Le flessioni più accentate si registrano per i cereali con un meno 28,2% (con crolli anche del 35-40% per il grano duro), per i vini (-19,5%), per la frutta fresca e secca (-13,4%), per l’olio d’oliva (-13,2%), per il latte (-11,4%) e per i suini (-6%). Accordi agricoli tra Europa e paesi terzi - L’11 dicembre 2009, i rappresentanti dell’Unione europea e della Svizzera hanno concluso i negoziati di un accordo bilaterale sulla protezione delle rispettive indicazioni geografiche dei prodotti agricoli e alimentari. Una volta ultimato l’iter procedurale preliminare, tale progetto di accordo permetterà la protezione delle indicazioni geografiche di ciascuna parte sul territorio dell’altra. L’accordo dovrebbe avere ricadute positive sugli scambi bilaterali e in particolare sulle esportazioni comunitarie di prodotti agricoli ad alto valore aggiunto: la Svizzera occupa il terzo posto, dopo gli Stati Uniti e la Russia, in termini di valore delle esportazioni (4,8 miliardi di euro) nell’ambito del commercio bilaterale di prodotti agricoli e di prodotti agricoli trasformati. - Ha messo fine a 15 anni di ‘guerra sulle banane’ l’intesa firmata lo scorso 15 dicembre a Ginevra, nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), tra l’Unione europea e i paesi dell’America latina. L’accordo prevede da parte di Bruxelles una prossima riduzione dei prezzi delle banane importate dai paesi produttori dell’America latina, che passeranno da 176 a 114 euro per tonnellata. Circa 200 milioni di euro sbloccati dall’Europa saranno destinati a sostenere i Paesi Acp (Africa-Caraibi-Pacifico) nel fronteggiare la concorrenza sempre più forte dell’America latina. Infine gli Stati-Uniti si sono impegnati a porre fine al litigio che gli oppone all’Ue in questo settore nell’ambito dell’Omc. - La Commissione europea ha approvato una serie di misure per l’informazione e la promozione dei prodotti agricoli dell’Ue (tra cui alcuni italiani Dop e a Igp, vino, prodotti ortofrutticoli, carni, bevande spiritose, olio d’oliva e prodotti biologici) nei paesi terzi. Il contributo complessivo dell’Unione europea ammonta a 11,1 milioni di euro (pari al 50% del bilancio complessivo dei programmi). Entro il 30 giugno di ogni anno gli Stati membri devono trasmettere alla Commissione l’elenco dei programmi che hanno selezionato per sottoporli al suo vaglio. 44 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 NEWS Barbara Ottaviani L’Aia festeggia S. Antonio abate In occasione della festa di S. Antonio abate, gli allevatori italiani hanno festeggiato il loro patrono a Roma con una manifestazione organizzata dall’Aia, Associazione italiana allevatori. L’inizio, nella mattinata di sabato 16 gennaio con una santa messa nella Basilica di San Pietro celebrata dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, che è poi sceso in mezzo agli allevatori per la benedizione. L’Aia, ha allestito in Piazza San Pietro una mini-stalla con più di 50 animali provenienti dalle fattorie italiane: dalle bovine Chianine alle Frisone, dalle Brune alle Limousine, e poi bufali, pecore, capre, polli e conigli, cavalli, asini e muli. Agli oltre 5mila allevatori convenuti con le loro famiglie si nono uniti centinaia di romani che hanno portato i propri animali da compagnia, per far festa insieme agli allevatori e chiedere la protezione di S. Antonio. La festa si è conclusa domenica mattina 17 gennaio con l’Angelus del Papa. Benedetto XVI ha pronunciato parole di incoraggiamento per gli allevatori presenti in piazza San Pietro: “Cari amici, esprimo apprezzamento per il vostro impegno in favore di uno sviluppo giusto, solidale e rispettoso dell’ambiente, ed auspico ogni bene per la vostra attività”. “Uno stimolo in più – ha commentato il presidente di Aia Nino Andena – per continuare il nostro lavoro a favore di tutta la società, nella piena condivisione di quei valori che il Santo Padre ha ricordato e che da sempre abbiamo fatto nostri”. Due anni di Itala per la valorizzazione del latte italiano L’Unalat ha presentato a Roma i risultati del Programma di Promozione del latte bovino italiano con tracciabilità di filiera garantita. Il progetto, realizzato da Unalat con il sostegno del Mipaaf e con la collaborazione di Buonitalia ed Inran, ha preso il via nel 2007, e ha permesso l’istituzione del marchio collettivo di qualità Itala, e la realizzazione di numerose iniziative: il portale internet Italaweb.it, il progetto didattico A Scuola con Itala, il circuito delle Fattorie del Latte, l’istituzione del Premio Latte Qualità Itala, l’attuazione di una campagna di comunicazione su stampa e televisione e la partecipazione ad eventi fieristici. Il Programma, convolge numerose ed importanti aziende lattiero-caserie operanti sul territorio che, nel rispetto del sistema di tracciabilità elaborato da Unalat, oggi marchiano i loro prodotti con Itala. I risultati sono tangibili: su oltre 12 milioni di quintali di latte tracciato, circa 1 milione e mezzo di quintali sono già commercializzati a marchio Itala, una vera e propria “denominazione” di garanzia dell’origine e della elevata qualità del latte bovino italiano. “Un marchio, – come ha dichiarato il presidente dell’Unalat Giovanni Rossi – collettivo di qualità, un grande progetto di filiera, un impegno a tutto campo per la tutela e la valorizzazione del latte italiano”. All’incontro dell’11 febbraio sono intervenuti rappresentanti dei ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali, dell’Istruzione e della Salute, di Buonitalia e di Inran. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 Bicentenario della nascita di Camillo Benso di Cavour Il primo presidente del Consiglio dell’Italia unita, Camillo Benso di Cavour, è celebrato quest’anno nel bicentenario della nascita, 1810-2010, con una mostra itinerante partita da Roma il 18 gennaio scorso. La scelta della capitale ha un significato simbolico: la sua prematura scomparsa il 6 giugno 1861 gli lasciò solo il tempo d’indicarla come capitale ideale dell’Italia unita al Parlamento riunito a Torino, invitando a sacrificare l’orgoglio piemontese in nome di un simbolo in cui tutti gli italiani si sarebbero potuti facilmente riconoscere. All’inaugurazione ha presenziato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nell’intervento di saluto, la presidente della Regione, Mercedes Bresso, ha sottolineato “due aspetti altamente simbolici che sono il fondamento politico, etico e culturale della mostra e del modo in cui riteniamo dover ripensare l’Unità nazionale: per l’Italia è stata la premessa delle libertà civili, volute e confermate da Cavour in coerenza con lo Statuto di Carlo Alberto e in anticipo su quei valori che risulteranno ammodernati e allargati dalla nostra Carta Costituzionale; inoltre, accompagnò l’estensione a tutti i cittadini del Regno delle libertà garantite dallo Statuto e dalle leggi statali. Per questo l’Italia unità è sinonimo di libertà e siamo orgogliosi che questo processo sia nato dal nostro Piemonte. Ma siamo altrettanto orgogliosi del fatto che, attraverso l’unificazione voluta da Cavour, l’Italia sia rientrata come soggetto autonomo nella politica europea dopo tre secoli di eclissi. Unità nazionale, libertà, Europa: concetti e valori che rivestono ancor oggi una validità intatta”. La mostra, realizzata dall’Associazione “Amici della Fondazione Cavour” con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione Camillo Cavour e la supervisione di storici del Risorgimento, rientra tra le attività già realizzate per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia del 2011. L’Associazione “Amici della Fondazione Cavour” ha sede a Santena (To) dove lo statista è sepolto e dove è custodita l’unica raccolta delle memorie cavouriane. Nuovo piano di aiuto alimentare per gli indigenti La Commissione europea ha approvato il piano di aiuti alimentari a favore degli indigenti per il 2010: originariamente attuato per cedere alle persone bisognose le eccedenze di prodotti agricoli “scorte di intervento”, il sistema di aiuti alimentari per gli indigenti è stato modificato a metà degli anni Novanta per consentire, in alcune circostanze, di completare le scorte di intervento con acquisti sul mercato. Nel 2009, le eccedenze (cereali, zucchero, latte in polvere e burro) hanno ampiamente coperto i bisogni individuati nel piano per il 2010, pertanto sarà sufficiente un ricorso ridotto agli acquisti sul mercato. Il bilancio assegnato, 500 milioni di euro, corrisponde a quello del piano per il 2009. Quest’anno 19 Stati membri hanno deciso di prendere parte al programma. L’Italia contribuirà con la fornitura di 283.206 tonnellate di cereali, 20.000 di burro, 18.166 di latte in polvere e 4.006 di zucchero. 45 DAL MONDO Giovanni Martirano L’agricoltura nell’area euromeridionale I Niki de Saint Phalle Marilyn, 1964 46 Paesi della zona euromediterranea registrano i questi mesi un vivace dibattito sull’agricoltura e sulle relazioni con l’Unione europea. Vale perciò la pena di segnalare alcune notizie rilevanti tenuto conto che secondo gli Accordi di Barcellona l’Unione europea punta alla costruzione di una zona di libero scambio con queste aree. Uno dei temi centrali della politica euromediterranea per quanto riguarda l’agricoltura è il sofferto accordo sugli scambi agricoli concluso tra il Marocco e l’Ue. Lo ricorda il quotidiano marocchino “L’Economiste” sottolineando che esso non sarà concluso durante il semestre di presidenza spagnola dell’Ue che finisce in giugno, come ha confermato il ministro spagnolo dell’agricoltura, Elena Espinoza, pur dicendo che il calendario può sempre cambiare. Sullo stesso argomento il quotidiano spagnolo “Abc” sottolinea che una volta dato il via libera all’accordo agricolo, uno dei prodotti più avvantaggiati sarà proprio il pomodoro, perché la riduzione dei dazi doganali si applicherà a 254mila tonnellate dal primo anno dell’entrata in vigore. Intanto gli esportatori marocchini di frutta e verdura brindano all’ondata di maltempo che ha colpito l’Europa. L’Associazione nazionale dei produttori di frutta e verdura (Apfel), conta sull’esportazione, tra gennaio e marzo 2010, di un volume di merci superiore del 50% esportato in un anno verso i mercati dell’Ue: circa 300.000 tonnellate tra pomodori, zucchini, cetrioli, peperoni ecc…. Ne dà notizia il quotidiano marocchino “La Vie Eco”. Sul fronte strettamente agricole è interessante la notizia di uno dei maggiori quotidiani turchi “Hurriyet” che segnala come alla fine del 2009, in Turchia si sono stipulate 307.000 polizze per un totale di 120 milioni di lire turche di raccolta premi nel quadro delle assicurazioni agricole agevolate grazie all’intervento del governo. Si prevede che la crescita delle assicurazioni agricole continui anche quest’anno e l’obiettivo per la fine del 2010 è di 400.000 polizze. Anche in Algeria ci sono azioni tese ad incentivare le polizze per i coltivatori. La rivista internazionale “LesAfriques” dà notizia del fatto che il ramo assicurazioni della Cassa nazionale della mutualità agricola ha lanciato due nuovi prodotti per i settori della viticoltura e dell’olivicoltura. Lo ha annunciato Cherif Benhabiles, segretario generale della Cnma-Assurance. In Tunisia nel 2009, gli investimenti per l’agricoltura sono aumentati del 12,5% ed è in forte espansione il settore dell’agricoltura biologica asse del Programma presidenziale che si prefigge di raddoppiare le superfici delle culture biologiche per raggiungere i 500.000 ha nel 2014. Lo scrive il portale “Infotunisie” ricordando che nel 2009 il settore agricolo ha fatto registrare un attivo commerciale di 48 milioni di dinari, grazie a un tasso di copertura delle importazioni tramite le esportazioni dell’ordine del 103%. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 P.A. RISPONDE a cura della redazione Sono titolare di un’azienda agricola che opera in zona svantaggiata. Ho diversi dipendenti, tra cui alcuni impiegati. Ho letto che a luglio scadranno gli sgravi contributivi per i lavoratori delle aziende che operano in zone svantaggiate. Sono molto preoccupato. È vero? Se si, di quanto aumenteranno i contributi? (Salvatore E., Salerno) Purtroppo è vero. Le riduzioni contributive in favore dei datori di lavoro agricolo che operano nelle zone montane e svantaggiate sono state prorogate dalla legge finanziaria per il 2010 fino al luglio prossimo. Pertanto fino a tale data le aziende agricole che ricadono nelle zone in questione potranno continuare a godere delle agevolazioni contributive nelle misure già note ed in vigore dall’anno 2006 (riduzione del 68% del contributo dovuto nelle zone svantaggiate e del 75% nelle zone montane). A partire da agosto 2010, in assenza di altri interventi legislativi, le aziende interessate non potranno più beneficiare delle riduzioni nelle misure ora ricordate, ma potranno beneficiare solo della riduzione “ordinaria” al 40% nelle zone svantaggiate ed al 70% nelle zone montane. Si tratta di un incremento della pressione contributiva sicuramente rilevante, soprattutto nelle aree svantaggiate, che comporterà quasi un raddoppio degli oneri sociali. Il Ccnl per i quadri e gli impiegati agricoli riconosce ai dipendenti tre giorni di permesso retribuito “per motivi familiari o per altri casi”. Questi permessi possono essere fruiti anche in assenza di una motivazione idonea? (Francesca G., Firenze) In effetti l’art. 23, c. 2, del vigente Ccnl per i quadri e gli impiegati agricoli riconosce ai lavoratori tre giorni Niki de Saint Phalle di permesso retribuito “per motivi familiari o per altri Gwendolyn casi”. L’ampia e generica dizione utilizzata dalla norma contrattuale al fine di indivi- 1966-1990 duare la casistica di riferimento, non deve far pensare che la fruizione del permesso sia rimesso alla esclusiva discrezionalità del lavoratore, e che questi possa usufruirne a prescindere dall’esistenza di adeguata motivazione. Si tratta infatti pur sempre di “permessi straordinari” per eventi e cause particolari e la fruizione di tale istituto – a differenza delle ferie – presuppone che sussistano motivi validi e verificabili che giustifichino l’assenza retribuita del dipendente, secondo le previsioni della contrattazione collettiva. Deve cioè sussistere un interesse rilevante del lavoratore ad assentarsi dal posto di lavoro che possa ritenersi – sulla base di quanto previsto dal Ccnl – preminente rispetto all’interesse del datore di lavoro ad ottenere la prestazione da parte del dipendente. PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 marzo-maggio 2009 47 MEDICINA Fabio Forleo H1N1: polemiche e bilanci D Una forma fortemente contagiosa ell’influenza H1N1 l’unico strascico che ci è rimasto sono le polemiche di questi ultimi tempi. A questo punto, potendo ragionare a posteriori e non più sull’onda di catastrofiche previsioni, tutti possiamo convenire che la virulenza e l’aggressività del fenomeno sono state modeste e gli allarmismi erano, di fatto, ingiustificati. Come detto, però, questo ragionamento viene fatto con il “senno di poi” e chi adesso cavalca la polemica e plaude alle interrogazioni parlamentari, dovrebbe non avere memoria corta e, rivedendo giornali e servizi televisivi che ci hanno propinato morti e pandemie bibliche da settembre in poi, ricordarsi delle accuse alla Sanità Pubblica che non aveva provveduto, per tempo, a massicce forniture di vaccino. Ci si è stupiti che tra i medici la vaccinazione non avesse avuto successo senza chiedersi il perché e, soprattutto, senza ascoltarli. Il sottoscritto, e moltissimi colleghi, hanno passato mesi (era ancora fine estate) a rassicurare le persone angosciate per se e per i propri figli. Si aspettavano le forniture come la manna dal cielo. Nella Asl ho personalmente assistito e partecipato a scene da guerra batteriologica, con pazienti anziani che minacciavano azioni legali se non fossero stati vaccinati immediatamente e mamme che si raccomandavano per poter avere, per i propri figli, le prime dosi che fossero arrivate. La situazione, forse, non è stata gestita in modo corretto ma mi domando cosa sarebbe successo se, a fronte di una situazione effettivamente grave, non ci fossero state dosi sufficienti per tutti. Allora sì che le polemiche si sarebbero trasformate in qualcosa di ben più pesante. Quello che avevano detto i virologi si è, in effetti, avverato: una forma fortemente contagiosa e diffusiva fra giovani e giovanissimi ma assolutamente benigna e non meritevole di grandi preoccupazioni. Qualche addetto ai lavori ha provato anche a fare i “numeri” di confronto tra le classiche forme stagionali e la cosiddetta pandemica. Puntualmente inascoltato. Evidentemente faceva più ascolto un decesso da “suina” che le migliaia di morti che, tutti gli anni, le forme virali stagionali fanno in tutto il mondo. La premessa è lunga ma la conclusione è sempre la medesima: perché non ci fidiamo di coloro che si occupano, professionalmente, di Salute? Forse è più convincente un giornalista televisivo che non un professore universitario. Anche nel mio lavoro quotidiano capita di dovermi confrontare con le più bizzarre teorie provenienti da figure nobilissime ma che poco hanno a che fare con la Medicina: portinai, parrucchieri, amici, espertissimi colleghi d’ufficio e… chiunque purché non sia medico. Tornando all’aspetto più specifico sappiamo che, parlando di virus, il timore di una mutazione, in corso di epidemia, può spaventare ed era giusto che non si abbassasse la guardia. Va detto, altresì, che altre paure un po’ gonfiate (e poi sgonfiate) ci hanno già turbato negli ultimi anni: lo abbiamo visto con l’aviaria, la Sars ed altre pandemie che neanche ricordo più. Un unico dubbio mi tormenta: ma dove spariscono tutti questi flagelli dell’umanità da un giorno all’altro? “Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre” (Mahatma Gandhi) 48 PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2010 EDITORE FONDAZIONE ENPAIA Direzione, redazione e amministrazione: Viale Beethoven, 48- 00144 Roma Tel 065458210 - Fax 065458233 www.enpaia.it [email protected] DIREZIONE Presidente Carlo Siciliani Direttore Generale Gabriele Mori Direttore Responsabile Pietro Massini Comitato di Direzione Roberto Caponi, Fabrizio De Pascale, Fiorito Leo, Claudia Merlino, Roberto Orlandi, Piero Pecciarini, Gino Rotella, Carlo Sacchetto, Fabrizio Stelluto, Ruggero Tagliavini, Silvia Vannucci, Giancarmine Vicinanza Redazione Giovanna Mellano ([email protected]) Hanno collaborato Carlo Siciliani; Pietro Massini, Micaela Taroni, Flaminia Ventura, Claudio Rangoni Machiavelli, Fabrizio De Pascale, Andrea Icardi, Concetto Iannello, Gino Rotella, Roperto Caponi, Giuseppe De Marco, Simone Parola, Giovanna Mellano, Assunta Soldi, Milica Ostojich, Federico Ghera, Gianluca Cicinelli, Antonio Positino, Maria Miligi, Alessandro Terradura, Massimiliano Lannino, Silvia Cina, Severo De Pignolis, Gaetano Tutino, Daniela Lambertini, Marco Togna, Stefania Sepulcri, Ran Gari, Vèronique Viriglio, Barbarbara Ottaviani, Giovanni Martirano, Fabio Forleo, Centro Studi Enpaia Grafica, stampa e spedizione: Del Gallo Editore Viale Marconi 115 - 06049 Spoleto Tel. 074348572 - [email protected] Impaginazione: Tania Bocci Autorizzazione Tribunale di Roma n. 2169 - 26 maggio 1951 Abbonamento annuo € 7,75 Versamento ccp 156000 Intestato a: FONDAZIONE ENPAIA Viale Beethoven, 48 - 00144 Roma Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Tiratura: 75.000 copie Chiuso in tipografia: 11 febbraio 2010 Niki de Saint Phalle, Tarot Garden (Il Giardino dei Tarocchi), 1991 (particolare) Pittrice, scultrice, scrittrice, Niki de Saint-Phalle, (Neuilly sur Seine, 1930 – San Diego, 2002), ha legato il suo nome a un percorso artistico che va oltre le classificazioni e le mode. Esponente della pop-art, l’artista si ispira ai temi più diversi: femminismo, mitologia, inquietudini private o sociali, violenza, ribellione giovanile verso le aggressioni mondiali: dall’Algeria, al Biafra, dal Vietnam alla Cecoslovacchia. Percepisce che l’arte è un principio di vita, un’arma contro le convenzioni sociali. Negli anni Sessanta scopre a Parigi un mondo di artisti che la conquistano con la forza delle idee e della creatività. Inizia anche la lunga e proficua collaborazione con lo scultore svizzero Jean Tinguely, divenuto poi suo marito, con il quale aderisce al gruppo dei Nouveaux Réalistes. Sull’onda del movimento di liberazione della donna, Niki de Saint Phalle realizza le nanas, ragazze: figure policrome anche di notevoli dimensioni e fuori da ogni concezione accademica. La donna diventa protagonista assoluta: le sue forme si liberano, diventano esagerate e la distorsione cercata e voluta del soggetto mantiene una stretta corrispondenza tra forma e contenuto. Numerose le opere monumentali create per luoghi pubblici in vari paesi del mondo tra cui l’Italia dove, con l'aiuto del marito Jean Tinguely, a Garavicchio in Toscana, realizza il Giardino dei Tarocchi ispirato al Parc Güell di Gaudì a Barcellona. Qui, tra il 1979 e il 1996, crea 22 sculture monumentali ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi. Costruzioni, alcune abitabili, in cemento armato rivestite con mosaici, vetri e ceramiche variopinte. Trascorre in California i suoi ultimi anni. La prima grande mostra antologica in Italia l’ha realizzata il Museo Fondazione Roma presieduta dal professor Emmanuele Emanuele in collaborazione con Arthemisia Group e curata da Stefano Cecchetto. Giovanna Mellano L’E.N.P.A.I.A. è al servizio dell’utenza con il 800.010270 800.242621 800.313231 800.242624 notizie, informazioni, chiarimenti anche all’indirizzo web www.enpaia.it posta elettronica: [email protected] Attività svolta Per i dirigenti e gli impiegati tecnici ed amministrativi del comparto agricolo: • assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali • fondo per il trattamento di fine rapporto • fondo di previdenza • trattamento di quiescenza dei dipendenti consorziali Per gli iscritti all’Albo dei Periti Agrari ed all’Albo degli Agrotecnici: • gestione dell’assicurazione per la pensione di vecchiaia, di invalidità, indennità di maternità Per gli aderenti a FILCOOP: • service amministrativo del Fondo • riscossione contributi per Assistenza sanitaria integrativa Per gli operai e gli impiegati agricoli: supporto direzionale e attività amministrativa-contabile di AGRIFONDO Pagamento Ammortizzatori Sociali per la Pesca Mutui e Prestiti per gli iscritti Gestione Diretta del patrimonio immobiliare Gestione Diretta del patrimonio mobiliare In caso di mancato recapito rinviare a Ufficio poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito