«BASTA VIVERE IN UNA BARACCA VOGLIO RIFARMI UNA VITA

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«BASTA VIVERE IN UNA BARACCA VOGLIO RIFARMI UNA VITA
Mensa scolastica: alla
la Sodexo Italia l’appalto
TRECATE (mte) Sodexo Italia: questo il
nome della ditta che si occuperà della
mensa scolastica della scuola primaria.
Sei i punti vendita dei buoni pasto, che
sono rintracciabili sul sito del Comune.
Inoltre, come lo scorso anno, il servizio di
accompagnamento a scuola è stato affidato al trecatese Simone Luongo per gli
studenti di San Martino o delle zone
periferiche della città. Per altri informazioni contattare l’ufficio istruzione allo
0321.776463.
Trecate 21
VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2016
NovaraOggi
LA STORIA Giuseppe Adduci, 46 anni, che non ha un lavoro fisso, dorme in una struttura fatiscente e racconta il suo dramma
«BASTA VIVERE IN UNA BARACCA
VOGLIO RIFARMI UNA VITA MIA»
TRECATE (mte) «Ho lavorato
per diverso tempo a Cuggiono, poi per una impresa
edile a Trecate e alla fine ho
perso il lavoro nel 2011, da
allora faccio tirocini e qualche lavoretto, ma niente altro;
l’amministrazione mi ha consegnato un’abitazione, all’ex
ospedalino e poi mi ha trasferito nella baracca, perché
io la definisco così, di piazzale Antonini: vivo nella
struttura dove un tempo risiedevano gli operai Agip; voglio un’abitazione che sia dignitosa per poter rifarmi una
vita». Giuseppe Adduci, 47
anni, trecatese, con due figli
maggiorenni e single da qualche tempo, si è appellato più
volte all’amministrazione in
questi anni per un sostegno:
«In passato mi hanno promesso grandi cose, ora voglio
vedere se mi aiuteranno davvero, - continua - ho dovuto
mettere le scotch sulle finestre per evitare che entrino
animali e così alla porta di
ingresso; ci sono un sacco di
infiltrazioni; il climatizzatore
è rotto da tempo e nessuno lo
sistema, la doccia è sporca,
anche dei bisogno degli altri
che vivono qui, vicino alla
lavatrice ci sono escrementi
di topo, si è rotto un boiler
che poteva causare una strage; io ora lavoro a Rho in
ospedale, butto via l’immondizia, mi alzo prima delle
cinque per prendere il treno
delle sei, i vicini di casa fanno
rumore e io non dormo, anche a lavoro se ne sono accorti». Adduci a Rho guadagna meno di 400 euro al
mese e tra il treno, un caffè o
anche solo una bottiglietta
d’acqua, fatica ad arrivare a
fine mese; «Il comune potrebbe almeno sostenermi in
questo, perché davvero mi
rimane poco, compro le cose
più economiche e tutto ciò
che ho nella mia stanza, che
tengo pulita, l’ho sudato con
fatica anche con lavoretti come il taglio dell’erba dagli
anziani, per mettere da parte
30 euro per una giornata intera». Pare inoltre che il problema sia il suo essere solo:
«Gli assistenti sociali mi dicono che vengono prima le
famiglie, ma io come faccio a
trovare una persona che stia
al mio fianco? Ci ho provato,
ma quando le ho accolte dove
vivo, se ne sono andate, anche giustamente; sono stufo
di vivere in questo schifo, in
una struttura che è malandata, sembra di essere in una
giungla». La voglia di darsi da
fare non manca ad Adduci:
«Sembra che a Rho in qualche modo mi vogliano tenere,
con il prossimo stipendio se
riesco vorrei fare il patentino
da mulettista».
Elena Mittino
Le immagini
della stanza
in cui alloggia
il trecatese:
in bagno
ci sono anche
escrementi
di topo
LA REPLICA L’assessore Capoccia sullo stabile Antonini: «E’ in condizioni dignitose»; la struttura di San Martino ora non è utilizzata
Idea casa cantoniera per chi è in difficoltà? «E’ un desiderio»
La casa cantoniera di Trecate; di fianco l’assessore Giorgio Capoccia
TRECATE (mte) «Ci tengo a precisare
che la struttura di piazzale Antonini
resta comunque dignitosa, ma ci
stiamo impegnando per trovare una
sistemazione migliore, più dignitosa, per chi occupa al momento le
sette unità abitative della struttura;
ci stiamo impegnando per aiutare il
signor Giuseppe Adduci, ma non
solo lui, anche chi si trova nelle
stesse condizioni»: a commentare la
situazione è l’assessore e vice sindaco
Giogio Capoccia.
«Le condizioni igieniche della struttura
di piazzale Antonini
sono comunque state verificate da chi
di dovere, è chiaro
che, come anche capita per esempio in
un ostello, il mantenimento della pulizia spetta a chi ha
le chiavi di casa,
quindi a chi ci abita». E continua :
«Come Comune
stiamo lavorando
per creare altre unità abitative, ma ribadisco sempre
temporanee, perché
le abitazioni sono
competenza di Atc, che fa il possibile per soddisfare le esigenze
benché non sia semplice». Tra i
desideri dell’amministrazione, ma
che al momento tale rimane, è
ricavare unità dalla casa cantoniera
di San Martino, che mette in gioco
un certo sforzo economico. In questo
modo non si risolverebbe la situazione di emergenza per
tutti, ma sarebbe
comunque un piccolo tassello: «Le richieste sono sempre più alte ed è
difficile non avere a
disposizione la bacchetta magica, continua Capoccia a n c h e p e rc h é è
sempre questione di
fare delle scelte ed è
normale che non
tutti possano essere
subito accontentati,
per esempio è normale che un occhio
di riguardo sia per le
famiglie in cui ci sono minori che hanno bisogno di più
attenzione. Obiettivo è comunque
investire altre risorse laddove sarà
necessario».