PDF - Orecchio Acerbo

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PDF - Orecchio Acerbo
orecchio acerbo
Premio Alpi Apuane “Miglior Albo Illustrato 2003”
© Fabian Negrin 2003
© 2003 orecchio acerbo s.a.s.
viale Aurelio Saffi, 54 - 00152 Roma
www.orecchioacerbo.com
Terza edizione 2005
orecchio acerbo
Mi chiamo Adolfo, e sono un lupo.
Sono nato nel bosco che vedete alle mie spalle.
Il bosco è la mia casa. Dentro c’è tutto quello che mi serve
per vivere: papere, maialini, cerbiatti e altre golosità.
Molti dicono che sono cattivo, ma la mia non è malvagità.
Noi lupi siamo fatti così. È nella nostra natura mangiare altri
animali. Non possiamo farci niente.
A volte, però, a me succedono cose che non capitano agli
altri lupi. Ieri, per esempio...
...faceva caldo e sonnecchiavo sotto un albero quando un
lieve fruscio arrivò alle mie sensibilissime orecchie facendomi sussultare. Alzai la testa e guardai. Sul bordo del
bosco, lontano, avanzava una macchiolina rossa che ogni
tanto inciampava nei cespugli. Piano piano si avvicinò fino
a che riuscii a vederla chiaramente: non somigliava a nessuno degli animali che conoscevo. Era una meravigliosa creatura vestita di rosso. La cosa più bella che avessi mai visto.
Corsi a nascondermi.
Io ero così brutto. Come fare a parlarle senza spaventarla?
Mi travestii da bosco e le chiesi:
- Che cosa sei? Un angelo forse?
- Un angelo? Ah, ah, ah! Ma no, cosa dici! Sono una bambina
- mi rispose mentre inciampava un’altra volta.
- Una bambina? E dove stai andando?
- Vado a far visita a mia nonna che abita dall’altro lato del
bosco.
- E cos’hai in quel cestino?
- Uno specchio. Ieri la nonna ha rotto il suo e gliene porto uno
nuovo. Scusami, bosco, ma la nonna mi aspetta impaziente.
E così dicendo continuò il suo cammino.
Bambine? Non avevo mai visto animali di quella specie.
Pensai che la nonna, che non riusciva a starsene un solo
giorno senza specchio, doveva essere ancora più bella.
- Devo vedere quella meraviglia - pensai.
Cominciai a correre verso l’altro lato del bosco per una scorciatoia che solo io conoscevo.
Trovai la piccola casa e bussai. Toc toc.
Una bambina, che doveva essere la nonna, aprì la porta. Che delusione! Vi giuro che non avevo mai visto una creatura più brutta, più vecchia e più rugosa. Per non averla più davanti agli
occhi la mangiai in un boccone.
Poco dopo arrivò la bambina vestita di rosso, e anche lei bussò alla porta. Toc toc. In
un attimo mi misi i vestiti della nonna e mi infilai nel letto.
- Buongiorno bambina.
- Buongiorno nonna. Ho portato lo specchio nuovo.
E così dicendo lo appese al muro. Riflessa nello specchio,
però, al posto della nonna, lei vide la mia vera, orripilante
faccia da lupo. Ma non si spaventò, era solo meravigliata.
- Cosa sei? - mi chiese la bambina - Mai visto in vita mia qualcuno più bello di te! Sei forse un angelo?
Stavo per rispondere quando lei, avvicinandosi, inciampò
nelle ciabatte della nonna. Mi cadde in bocca e, prima che
potessi far qualcosa, sparì nel mio stomaco.
Che disperazione! Che rimorso! Avevo appena trovato la mia
anima gemella e l’avevo già persa. Scappai fuori per ululare
il mio dolore alla luna.
Piangevo
piangevo
e piangevo.
Ero lì, in ginocchio, tutto preso a maledirmi, quando uno
strano bagliore luccicò nel bosco. Là! Sopra un albero! Possibile? C’era un’altra bambina! Questa, però, aveva i baffi,
un cappello e un bastone di metallo col buco.
- Forse può aiutarmi a liberare la bambina che ho nella pancia - pensai.
Salii di corsa sull’albero, ma un fulmine spaventoso uscì dal
bastone metallico. Sul mio petto comparve una macchiolina rossa che, piano piano, si allargò fino a inzuppare i cespugli dov’ero caduto.
Ero morto.
La bambina coi baffi tirò fuori un coltello e mi aprì la pancia. La bambina vestita di rosso e la nonna ne uscirono vive.
Mi chiamo Adolfo e sono un lupo, un angelo-lupo.
Questa è la mia nuvola. Da qui riesco a vedere tutto il bosco,
albero per albero, come non l’avevo mai visto prima.
Laggiù c’è la bambina in rosso che torna a casa. Alza la testa
e mi saluta - ciao ciao - poi scompare fra gli alberi. Sono certo che mi ricorderà per sempre. Anche io non la scorderò mai.
Ehi! Cos’è quella cosa che saltella laggiù? Un coniglio?
Adesso che ci penso sono a stomaco vuoto.
Ho fame, una vera fame da lupo.
orecchio acerbo
Premio Andersen 2004 Miglior produzione editoriale “fatta ad arte”
Grafica orecchio acerbo
Finito di stampare nel gennaio 2005
da Futura Grafica ‘70, Roma
DAI 4 ANNI IN SU
8,50
Un invito a non ascoltare
il suono di una sola campana,
a ricercare sempre le ragioni degli altri.
Un invito di un autore solito a riflettere,
e a far riflettere, sui luoghi comuni.
IL PIÙ GRANDE SUCCESSO DELLA NOSTRA CASA EDITRICE, NELLA NUOVA EDIZIONE DI GRANDE FORMATO
Cappuccetto rosso e il lupo,
la nonna e il cacciatore.
I personaggi sono quelli
della famosa fiaba a tutti familiare.
Già dai disegni, però, si intuisce
che diverso è il carattere dei protagonisti,
diversi i paesaggi e le atmosfere.
Diverso, forse, anche l’epilogo.