Effetti della stabilizzazione a calce sulla ritenzione idrica di un
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Effetti della stabilizzazione a calce sulla ritenzione idrica di un
Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26-28 Giugno 2006 EFFETTI DELLA STABILIZZAZIONE A CALCE SULLA RITENZIONE IDRICA DEI TERRENI Dante Valerio Tedesco Dipartimento di Meccanica, Strutture, Ambiente e Territorio, Università degli Studi di Cassino, Italia [email protected] Giacomo Russo Dipartimento di Meccanica, Strutture, Ambiente e Territorio, Università degli Studi di Cassino, Italia [email protected] Sommario Nella nota si presentano i risultati di un’indagine sperimentale sulle caratteristiche idrauliche dei terreni stabilizzati a calce. Lo studio si inquadra in un’ampia attività di ricerca in corso di svolgimento sulle tecniche di miglioramento dei terreni. La sperimentazione è stata eseguita su campioni di limo sabbioso compattato in laboratorio e addizionato con calce. I campioni di terreno naturale e stabilizzato sono stati sottoposti a prove di essiccamento in pressure plate. I risultati analizzati consentono di valutare l’influenza del tempo di maturazione sulle caratteristiche di ritenzione idrica del terreno stabilizzato. Introduzione La stabilizzazione a calce è un tipico esempio di stabilizzazione chimica, nota già ad Egizi e Romani, i quali utilizzarono tale metodo nella realizzazione della via Appia, che ha trovato largo impiego nei paesi anglosassoni ed in Francia a partire dagli anni ’50. Tale tecnica di miglioramento è stata recentemente impiegata, in ambito stradale e ferroviario, nella realizzazione di rilevati ottenuti riutilizzando materiale di caratteristiche meccaniche non idonee all’uso come materiale da costruzione (Croce e Russo, 2002) Può essere eseguita sia utilizzando calce viva che calce idrata e la differenza consiste principalmente nella quantità di materiale da utilizzare per lo svolgimento delle reazioni di miglioramento: la calce viva, data la maggiore quantità di ioni calcio disponibili, consente di utilizzare ridotte quantità di materiale rispetto alla calce idrata. Viene utilizzata prevalentemente nella stabilizzazione di terreni a grana fina e medio-fina, in cui le particelle limo-argillose reagiscono con gli ioni calcio ed alluminio formando composti stabili del tutto simili a quelli osservabili nei cementi, quali silicati idrati ed alluminati idrati di calcio, che tendono a rivestire le particelle di argilla dapprima in forma di gel e, successivamente, in forma cristallina (Bell, 1998). All’addizione del terreno con calce viva ed acqua ha luogo la reazione di idratazione della calce, fortemente esotermica. In seguito due differenti reazioni chimiche si sviluppano contemporaneamente, ma su scale dei tempi differenti (Boardman et al., 2001): la prima, detta di modifica, si sviluppa entro pochi giorni dallo spegnimento della calce e provoca la flocculazione dei grani limo-argillosi (Greaves, 1996), con conseguente riduzione della quantità di frazione fina e della compressibilità; la seconda, detta di stabilizzazione, avviene nel lungo periodo e si esplica mediante reazioni pozzolaniche, con formazione di legami di cementazione. Lo sviluppo di tali reazioni avviene in ambiente basico, con valori che D.V. Tedesco, G. Russo 1 Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26-28 Giugno 2006 raggiungono anche pH 12.6 e si possono ritenere terminate quando si osservano consistenti riduzioni del pH stesso. Dal punto di vista meccanico, la stabilizzazione a calce provoca la riduzione del peso secco massimo ed il contemporaneo aumento del contenuto d’acqua ottimo a parità di energia di compattamento, l’aumento della resistenza al taglio e la riduzione della compressibilità. Tali cambiamenti sono diretta conseguenza delle modifiche microstrutturali indotte dall’addizione della calce e risultano fortemente influenzate dal tempo di maturazione del composto calceterreno. L’indagine sperimentale è consistita nella determinazione delle curve di ritenzione idrica di un terreno limo-sabbioso, in condizioni naturali e stabilizzato con il 3% in peso di calce. La lunga durata delle prove di essiccamento, unitamente alla dipendenza della modifica delle caratteristiche fisico meccaniche del terreno stabilizzato dal tempo di maturazione, hanno richiesto lo sviluppo di una particolare procedura di prova che consentisse di determinare curve di ritenzione a tempo di maturazione costante. Attività sperimentale 100 Il materiale utilizzato nel corso della sperimentazione è un terreno limosabbioso di natura alluvionale con ridotte percentuali di argilla: si tratta del un terreno utilizzato nella realizzazione del nucleo di tenuta della diga di terra zonata sul torrente Locone (Croce e Catini, 1986). Durante la sperimentazione, tale terreno è stato stabilizzato mediante l’aggiunta del 3% in peso di calce viva. In Figura 1 si riportano le curve granulometriche del materiale naturale e del materiale stabilizzato (Croce e Russo, 2003). Percentage pass 80 60 40 natural 20 0 0,001 3% lime 0,010 0,100 1,000 10,000 Particle size (mm) Figura 1: curve di distribuzione granulometrica 1,85 3 gd (g/cm) Il programma di prova ha avuto per naturale 1,80 oggetto lo svolgimento di misure di +3% ritenzione idrica in pressure plate di 1,75 provini di terreno naturale e stabilizzato 1,70 con il 3% in peso di calce viva 1,65 compattati con procedura Proctor Standard. Sono state preventivamente 1,60 7 9 11 13 15 17 19 21 svolte prove di compattamento sia sul w (%) materiale naturale che sul materiale stabilizzato per individuare i valori di Figura 2: curve di compattamento wopt e γdmax relativi al terreno naturale ed al terreno stabilizzato (Figura 2). Successivamente, i campioni di terreno naturale e stabilizzato sono stati umidificati e compattati in corrispondenza di contenuti d’acqua iniziali differenti, rispettivamente dry of optimum, optimum e wet of optimum. Da essi sono stati ricavati provini del diametro di 60,5 mm e dell’altezza di 20,0 mm che sono stati saturati mediante filtrazione e posizionati nel pressure plate. Il tempo necessario all’equalizzazione della suzione è stato pari a circa quattro giorni. Le curve di ritenzione medie ottenute al termine della prova sono riportate in Figura 3, 4 e 5 (Croce e Russo, 2003). Le curve ottenute D.V. Tedesco, G. Russo 2 Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26-28 Giugno 2006 sono caratterizzate dal fatto che nel campione, per l’intera durata delle prove di essiccamento, continuano a procedere le reazioni di natura chimico fisica (scambio ionico e reazioni pozzolaniche) che ne modificano la microstruttura. Per questo motivo è stata sviluppata una nuova procedura, denominata preparazione differita, per osservare gli effetti del tempo di maturazione sulla capacità di ritenzione. Nella procedura i provini di terreno stabilizzato, preventivamente saturati, vengono sottoposti, a partire dal 100 90 80 Sr (%) 70 60 natural 50 3% lime 40 30 1 10 1000 10000 Figura 3: SWRC di provini dry of optimum 100 90 90 80 80 Sr (%) 70 natural 60 3% lime 70 natural 60 3% lime 50 50 40 40 wopt wwet 30 30 1 10 100 1000 1 10000 10 Suction (kPa) 10000 1,0 0,9 w/w0 0,8 0,7 DRY-Nat DRY-Std DRY - PD (t=7gg) 0,6 0,5 0,4 1 0,9 0,9 0,8 0,8 w/w0 1,0 OPT-Nat OPT-Std OPT - PD (t=7gg) 10 100 (ua-uw) (kPa) 1000 10000 Figura 6: SWRC di provini dry of optimum 1,0 0,6 1000 Figura 5: SWRC di provini wet of optimum momento in cui hanno raggiunto il tempo di maturazione fissato, ad un unico step di essiccamento, al termine del quale viene misurata la perdita di peso. Lo step successivo viene dunque effettuato con un provino preparato alla stessa maniera. Data la variabilità intrinseca del campione di terreno, è stato necessario determinare ciascun punto delle curve di ritenzione idrica come valore medio determinato su tre provini di terreno stabilizzato, preparati in eguale maniera. Nelle Figura 6, 7 e 8 vengono mostrate le 0,7 100 Suction (kPa) Figura 4: SWRC di provini optimum w/w0 100 Suction (kPa) 100 Sr (%) wdry 0,7 WET-Nat WET-Std WET - PD (t=7gg) 0,6 0,5 0,5 0,4 0,4 1 10 100 (ua-uw) (kPa) Figura 7: SWRC di provini optimum D.V. Tedesco, G. Russo 1000 10000 1 10 100 (ua-uw) (kPa) 1000 Figura 8: SWRC di provini wet of optimum 3 10000 Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26-28 Giugno 2006 curve di ritenzione idrica medie, in termini di riduzione del contenuto d’acqua iniziale di provini naturali (Nat), stabilizzati a tempo di maturazione variabile (Std) e stabilizzati con preparazione differita (PD) compattati a contenuti d’acqua dry of optimum, optimum e wet of optimum. I risultati sono stati interpolati mediante la relazione di Fredlund e Xing (1994). Osservazioni conclusive Sono state determinate le curve di ritenzione idrica in pressure plate del materiale naturale e del materiale stabilizzato. L’uso della procedura di prova convenzionale ha permesso di effettuare misure di ritenzione idrica sia sul materiale naturale, sia su materiale stabilizzato al variare del tempo di maturazione, mentre lo sviluppo della procedura di preparazione differita dei provini ha permesso di svolgere prove sul materiale stabilizzato a tempo di maturazione costante. Dai risultati si osserva che le curve di ritenzione idrica a tempo di maturazione costante (t=7gg), per ciascun contenuto d’acqua, risultano molto simili alle curve del terreno naturale. Le curve di ritenzione a tempo di maturazione variabile, invece, evidenziano un incremento della ritenzione idrica che si verifica per ciascun valore del contenuto d’acqua di compattamento. L’incremento della ritenzione idrica è quindi un fenomeno che si manifesta sul lungo termine, ed è prevalentemente legato alla formazione dei legami di cementazione fra gli aggregati. Tale osservazione sembra confermare quanto precedentemente osservato (Russo, 2005), ovvero che il tipo di modifica della microstruttura che le reazioni pozzolaniche indotte dalla calce provocano nel terreno è tale da trasformare la porosità inter-aggregati da interconnessa a non interconnessa od occlusa. Tale circostanza induce sul lungo termine un incremento della capacità di ritenzione idrica del terreno stabilizzato. Bibliografia Bell F.G. (1998). Lime stabilisation of clay minerals and soils. Engineering Geology, 42: 223-237. Boardman D.I., Glendinning S., Rogers C.D.F. (2001). Development of stabilisation and solidification in lime-clay mixes. Geotechnique, 50(6): 533-543. Croce A., Catini M. (1986). La diga del Locone. Editori Romani Associati. Croce P., Russo G. (2002). 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