Previsione della curva di ritenzione idrica di un terreno limoso
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Previsione della curva di ritenzione idrica di un terreno limoso
Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2006 - IARG 2006 Pisa, 26-28Giugno 2006 PREVISIONE DELLE CURVE DI RITENZIONE DI UN TERRENO LIMOSO Manuela Cecconi (1) Giacomo Russo(2), (1) DICA, Università di Perugia – e-mail:[email protected] (2) DiMSAT, Università di Cassino - e-mail: [email protected] Sommario Nella nota si presentano i risultati di un’indagine sperimentale sulle caratteristiche idrauliche di terreni limosi stabilizzati a calce. Lo studio si inquadra in un’ampia attività di ricerca in corso di svolgimento sulle tecniche di miglioramento dei terreni. La sperimentazione è stata eseguita presso l’Università di Cassino su campioni di limo sabbioso compattato in laboratorio e addizionato con calce. Si discute sulla validità di alcuni modelli di previsione della curva di ritenzione proposti nella letteratura scientifica, basati sulla conoscenza della sola curva granulometrica iniziale e della proprietà fisiche del materiale (Arya & Paris 1981; Arya et al., 1999). Introduzione La stabilizzazione a calce è una tecnica ampiamente utilizzata per il miglioramento delle caratteristiche meccaniche dei terreni a grana fina. Recentemente tale tecnica è stata vantaggiosamente impiegata nella costruzione del corpo dei rilevati stradali e ferroviari, spesso riutilizzando terreno proveniente da scavi, di caratteristiche meccaniche non idonee all’uso come materiale da costruzione (Croce e Russo, 2002). Il miglioramento delle caratteristiche meccaniche del terreno deriva dalla combinazione di stabilizzazione chimica e compattamento meccanico. Nello studio sperimentale è stato investigato il ruolo della suzione di matrice in un terreno stabilizzato a calce, attraverso il confronto fra le curve caratteristiche del terreno naturale e quelle del terreno stabilizzato determinate per provini compattati a differenti valori del contenuto d’acqua. Parallelamente, a fronte delle difficoltà connesse alle procedure sperimentali in laboratorio per la determinazione della curva di ritenzione (SWCC), principalmente legate alla lunga durata delle prove stesse, seppure di semplice esecuzione, si è esaminata l’applicabilità di alcuni metodi di previsione della SWCC, alcuni puramente empirici, altri fisico-empirici. Tra questi, il metodo proposto originalmente da Arya & Paris (1981) e modificato successivamente da Arya et al. (1999) è certamente uno dei più conosciuti ed efficaci. La SWCC può anche essere calcolata a partire dai risultati di prove porosimetriche (Aung et al., 2001) in virtù della relazione intrinseca esistente tra la curva di ritenzione e la curva di distribuzione porosimetrica. Cecconi, Russo Procedure sperimentali La sperimentazione è stata condotta su campioni di limo sabbioso proveniente da un deposito alluvionale, ricostituiti in laboratorio e stabilizzati con calce viva al 3% in peso. I campioni di terreno stabilizzato sono stati preparati addizionando calce viva in polvere e acqua distillata, e lasciando idratare la calce per 24 ore prima di effettuare il compattamento. Una fase preliminare dell’indagine è stata dedicata all’identificazione (analisi granulometrica, peso dell’unità di volume, caratteristiche di plasticità) e alla determinazione delle caratteristiche di compattamento (prove Proctor Standard) del terreno naturale e trattato. Successivamente, sono stati preparati campioni di terreno naturale e stabilizzato compattati a tre differenti contenuti d’acqua, rispettivamente dry (wdry), ottimo (wopt) e wet (wwet) rispetto al valore ottimo ottenuto nelle prove Proctor. I campioni stabilizzati sono stati conservati in camera umida per un tempo di maturazione di 7 giorni, al fine di consentire un primo sviluppo delle reazioni pozzolaniche. I campioni sono stati successivamente saturati e sottoposti a prove di essiccamento mediante pressure plate. Per ogni livello di suzione di matrice, applicata mediante la tecnica di traslazione degli assi (rispettivamente 20, 50, 100, 200, 400, 700,1000 kPa), il tempo di equalizzazione è risultato pari a circa 4 giorni. Curve di ritenzione idrica In Figura 1a sono riportate le curve di ritenzione del terreno naturale nel piano suzione – grado di saturazione. La massima ritenzione idrica del terreno naturale si verifica per provini compattati a contenuti d’acqua maggiori dell’ottimo (w = wwet), in accordo con quanto riportato da Vanapalli et al. (1999). Un simile risultato si ottiene anche per il terreno trattato a calce, sebbene la diminuzione di grado di saturazione, a parità di incremento di suzione applicato, sia sensibilmente minore rispetto al terreno naturale (Figura 1b). L’addizione con calce induce un sensibile incremento della ritenzione idrica del terreno trattato rispetto al naturale; il contenuto d’acqua di preparazione sembra influenzare poco l’andamento delle curve rispetto a quanto osservato per il terreno naturale. 100 100 90 90 80 80 70 S (%) S (%) a wdry wopt 60 wwet 70 wdry wopt 60 wwet naturale 50 3% calce b 50 10 100 Suzione (kPa) 1000 10 100 Suzione (kPa) Figura 1 – Curve caratteristiche a) terreno naturale b) terreno stabilizzato a calce Cecconi, Russo 1000 Previsioni Nel 1981 Arya & Paris proposero un metodo (di seguito citato con la sigla AP81) per la stima della curva di ritenzione, note la distribuzione granulometrica e la porosità iniziale. In questo modello si assume che le particelle solide siano sferiche e che il volume dei pori, inizialmente saturi d’acqua, possa essere approssimato a quello di tubi capillari. La curva granulometrica viene suddivisa in un certo numero (i) di intervalli. Per ciascun intervallo, il raggio dei pori (ri) viene correlato al raggio medio dei grani (Ri) attraverso la seguente espressione: 2 ri = Ri en (1−α ) 3 (1) dove ni è il numero di grani e α è un parametro introdotto nel modello per tenere conto dell’effettiva forma e dimensione dei pori (α > 1). Attraverso l’equazione di capillarità si ricava il corrispondente valore della suzione: u a − u w = si = 2Tw ri (2) dove Tw è la tensione superficiale dell’acqua (Tw = 72.75 × 10-3 N/m a 20°C). Il parametro α, che compare nell’equazione (1), può essere considerato costante al variare della granulometria. Solo più tardi Arya et al. (1999) osservarono che il parametro α è funzione della dimensione dei grani e definirono due possibili procedure di calcolo per α (Cecconi et al., 2005). Nella nota si discute sulla validità del metodo originario proposto dagli Autori, applicato al limo sabbioso naturale e stabilizzato con calce viva al 3% in peso. Per l’analisi si fa riferimento ai soli risultati delle prove di essiccamento dei provini di terreno naturale e stabilizzato compattati all’ottimo, rappresentati in Figura 2 in termini di contenuto d’acqua volumetrico adimensionalizzato θw/θw0. 100 95 w opt (%) 85 w / w0 90 80 75 naturale 70 65 3% calce 60 1 10 100 suzione (kPa) 1000 10000 Figura 2 – Curve di ritenzione medie del terreno naturale e stabilizzato a calce Le previsioni del modello sono rappresentate in Figura 3, a confronto con le curve di ritenzione sperimentali; in Figura 4 sono rappresentate le curve granulometriche del terreno naturale e di quello stabilizzato a calce, con tempi di maturazione di 7, 14, 21 giorni. Cecconi, Russo 1.0 100 calce 3% 0.9 80 SWCC sperimentali 0.8 nat Previsioni AP81 α=2 0.6 40 nat 3%_0g 3%_7g 3%_14g 3%_21g 0.5 0.4 1 nat 3%_0g 3%_7g 3%_14g 3%_21g 20 0.3 0.1 P(%) 60 0.7 Θw/Θw0 10 100 1000 s (kPa) Figura 3 – Previsioni del modello AP81 (α = 2) 0 0.001 0.01 0.1 1 10 100 d (mm) Figura 4 - Distribuzioni granulometriche E’ possibile osservare che: • • il modello originario AP81 consente - per un valore costante α = 2 (v. eq. 1) - una buona stima della SWCC sperimentale del terreno naturale, almeno nell’intervallo di suzioni 10-100 kPa; i campioni stabilizzati a calce, con tempi di maturazione di 7 e 14 giorni sono caratterizzati da una minore percentuale di frazione fina, che poi aumenta nuovamente quando si raggiungono i 21 giorni di maturazione (v. Fig. 4). In questi casi, il modello AP81 non è in grado di riprodurre le capacità di ritenzione idrica del terreno stabilizzato, essendo intrinsecamente “fondato” sulla sola distribuzione granulometrica. Inoltre, la curva di ritenzione sperimentale rappresentata in Figura 3 per il terreno addizionato con calce è relativa a tempi di maturazione crescenti, a motivo della durata stessa delle prove. Per superare questo problema, prove speciali nel pressure plate sono attualmente in corso. Conclusioni L’indagine sperimentale ha consentito di osservare gli effetti della stabilizzazione a calce e del compattamento meccanico sulle curve caratteristiche di un terreno limo-sabbioso. Le curve caratteristiche del terreno naturale hanno evidenziato la sensibile dipendenza della capacità di ritenzione idrica dal contenuto d’acqua iniziale. I valori di suzione maggiori competono ai campioni con contenuto d’acqua maggiore dell’ottimo. Per il terreno stabilizzato a calce, le curve caratteristiche evidenziano un generale incremento della ritenzione idrica rispetto al terreno naturale, associata ad una scarsa dipendenza dal contenuto d’acqua iniziale. Contestualmente, il modello proposto da Arya & Paris (1981) è stato applicato ai risultati delle prove sul terreno naturale e sul terreno stabilizzato a calce. Il confronto tra le misure sperimentali e le previsioni del modello suggerisce che il modello AP81 è in grado di cogliere con buona approssimazione la curva di ritenzione del terreno naturale, nell’intervallo di suzioni di interesse, ma non consente d’altra parte una stima della SWCC del terreno stabilizzato, allorché per quest’ultimo le capacità di ritenzione idrica non dipendono evidentemente dalla sola distribuzione granulometrica. E’ infatti plausibile che l’addizione della calce induca una modifica della distribuzione dei pori da uno stato interconnesso ad uno stato non interconnesso o occluso. Ciò è infatti evidenziato dalle Cecconi, Russo curve caratteristiche dei campioni di terreno naturale compattati a contenuto d’acqua maggiore dell’ottimo e dei campioni di terreno trattato compattati a contenuto d’acqua inferiore all’ottimo, che presentano simili caratteristiche di ritenzione idrica. Approfondimenti di tali osservazioni sperimentali potranno essere supportati da indagini fisiche e chimiche sul terreno stabilizzato alla scala della microstruttura. Inoltre, potendo disporre dei risultati di prove porosimetriche, si intende ricorrere ad altri metodi di previsione proposti in letteratura (es. Aung et al., 2001) che vantano sicuramente una maggiore immediatezza e semplicità, e che permettono di valutare la SWCC, nota la distribuzione porosimetrica. Ringraziamenti Gli Autori ringraziano l’ing. Dante Valerio Tedesco per l’attività svolta durante l’esecuzione delle prove di laboratorio e nella fase di interpretazione dei risultati. Bibliografia Arya L.M., and Paris J.F. (1981). A physico-empirical model to predict the soil moisture characteristic from particle-size distribution and bulk density data. Soil Science Society of America Journal, 45:10231030. Arya L.M., Leij F.J., van Genuchten M.Th., and Shouse P.J. (1999). Scaling parameter to predict the soilwater characteristic from particle-size distribution data. Soil Science Society of America Journal, 63:510519. Aung K.K, H. Rahardjo, E. C. Leong and D.G. Toll (2001). Relationship between porosimetry measurement and soil-water characteristic curve for an unsaturated residual soil. Geotechincal and Geological Engineering 19: 401-416. Cecconi M., Pane V., Vecchietti S. (2005). Some remarks on physicoempirical models for the prediction of the soil water retention curve. Advanced experimental unsatured soil mechanics, Trento, 27-29 Giugno. Croce P., Russo G. (2002), “Reimpiego dei terreni di scavo mediante stabilizzazione a calce”. Atti del XXI AGI - Convegno Nazionale di Geotecnica, L’Aquila, Patron Editore, 211-216. Vanapalli, S.K., Fredlund, D.G., Pufahl, D.E. (1999), “The influence of soil structure and stress history on the soil-water characteristics of a compacted till”, Géotechnique, 49, 143-159. Cecconi, Russo