paradisi fiscali A stelle e strisce

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paradisi fiscali A stelle e strisce
tasse
paradisi fiscali
A stelle e strisce
Nevada, Delaware,
Isole Vergini
americane, Wyoming
offrono opportunità
simili a quelli
dei più famosi centri
off-shore esotici.
Ma con il benestare
di Washington e
all’interno del sistema
giuridico statunitense
di Aldo Bolognini Cobianchi
C
osa succede se si costituisce
una società in un paradiso
fiscale? Quali vantaggi se ne
ricavano? Che rischi si corrono? Come si fa a trasferire la residenza?
Sono queste alcune delle domande che
quasi certamente si pone, almeno una
volta al giorno, chi guadagna cifre a sei
zeri e stacca assegni da capogiro per pagare le tasse. Fornire una risposta imprecisa a una di queste domande può costare molto caro, come hanno dimostrato le
recenti vicissitudini di alcun noti nomi
italiani. La cooperazione amministrativa
ai fini fiscali tra Stati è in aumento, tanto
che molte giurisdizioni (non tutte), fino a
ieri roccaforti impermeabili allo scambio
dei dati, si stanno dimostrando molto più
collaborative in materia.
Ma nessun paradiso fiscale, tuttavia, durerebbe a lungo se gli stati on-shore
non lo volessero. La verità è che tutti
questi stati possono contare su almeno
un paese protettore con il quale intratte-
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nere rapporti privilegiati e ottenerne una
sorta di garanzia della propria legalità
nel mondo.
«È singolare come gli Stati Uniti, paladini
della lotta all’evasione e al riciclaggio del
denaro sporco e, quindi, in prima linea
nella battaglia contro i capitali off-shore,
soprattutto dopo l’11 settembre 2011, abbiano alcuni paradisi molto attivi proprio
sul loro territorio. Come dire fai quello
che dico e non fare quello che faccio.
Insomma, gli Usa pretendono dagli altri
paesi quello che non fanno a casa propria», spiega l’avvocato specializzato in
gestione di patrimoni Roberto Lenzi.
Tra questi, Nevada, United States Virgin
Islands, Wyoming e Delaware. E questa situazione permane, nonostante sia
stata presentato al Congresso (da parte
democratica) un disegno di legge sulla
trasparenza societaria in questi Paesi,
allo stato attuale, però, nulla è stato ancora approvato. Evidentemente, è forte il
timore che gli introiti che derivano dalle
Wilmington,
nel Delaware. Sotto
lo skyline scintillante
di Las vegas
società anonime possano pregiudicare le
entrate proprio di questi Stati.
«D’altra parte, per Washington è molto più facile mettere sotto pressione le
banche svizzere che quelle americane,
che sono appoggiate da lobby potenti»,
aggiunge Lenzi.
Il Nevada è famoso non solo per i casinò
di Las Vegas ma anche come paradiso
fiscale: creare una società non richiede
richiamato per l’inchiesta che ha coinvolto l’ex primo ministro ucraino, Pavlo Lazarenko, oggi in carcere per riciclaggio
e corruzione. Forse perché, basando la
propria ricchezza su attività produttive
abbastanza diversificate, non viene quasi
mai associato (come, per esempio, accade con il Nevada) a una legislazione
permissiva e senza controlli.
«Invece, il Wyoming», spiega Lenzi, «ha
Dal punto di vista fiscale, invece, sono
regolate come società di persone, assoggettate alla cosiddetta «tassazione
per trasparenza». In altre parole, ai fini
fiscali statunitensi, l’utile generato dalla
società spetta ai soci in qualità di azionisti, divisi tra members o owners, e non
alla società.
Poiché il Wyoming consente che anche
non residenti possano essere soci, nel
caso in cui ogni attività produttiva o di
servizi svolta dalla Llc avvenga al di fuori del territorio degli Stati Uniti e non
via sia alcun legame diretto o indiretto
con gli Usa, è possibile ottenere dall’Irs
(l’autorità fiscale americana) un prelievo
limitato a una quota forfettaria annua
correlata al numero di azioni emesse: la
cosiddetta «franchisee tax».
Nel Paese, inoltre, tutto l’iter connesso
alla fase di costituzione presenta dei caratteri di estrema flessibilità: 100 dollari
circa da versare come capitale, 7mila per
la costituzione, tre, quattro settimane per
l’operatività e altri 7mila dollari per la
gestione successiva. Allo stesso modo,
è estremamente semplice la normativa
che regola gli obblighi contabili e amministrativi. Possono essere emesse
azioni al portatore (in seconda girata)
ed è consentito l’utilizzo di amministratori-fiduciari che permettono all’effettivo
beneficiario economico della società di
non apparire.
un capitale minimo, le spese di mantenimento sono irrisorie, non c’è imposta sui
dividendi ai soci e sui beni immobili. Ma
ci sono altri stati che fanno parte della
confederazione a stelle e strisce che in
realtà garantiscono agi ancora maggiori.
introdotto per primo, negli Usa, la legislazione sulle Llc (Limited liability
company), con alcune specificità, tali
da renderlo particolarmente attraente.
Le Llc sono società a responsabilità limitata che agiscono come una società
di capitali sotto il profilo civilistico essendovi, per i soci, una responsabilità
limitata al capitale versato, fatti salvi i
casi di irregolarità nella costituzione o
nella gestione della stessa.
Delaware
Wyoming
Tra i vari paradisi fiscali in territorio Usa,
il Wyoming è, forse, lo Stato meno conosciuto, anche se recentemente è stato
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Per costituire una società si spendono
circa 400 dollari e si impiegano solo
12-48 ore. Recentemente è balzato agli
onori della cronaca italiana per un complesso sistema fraudolento, finalizzato
all’evasione fiscale nel business off-shore, messo in piedi dalla ‘ndragheta in
Lombardia. Wilmington, cittadina del
Delaware sulla costa orientale degli Usa
e a poche ore di auto da New York,
Paradiso naturale, e fiscale,
le US Virgin Islands
tasse
ha un incredibile rapporto tra abitanti e
società con sede legale nel Paese: 70mila contro 200mila, e tra queste molte
società tedesche (il 70% delle società
tedesche che operano negli stati Uniti
hanno scelto il Delaware).
«Come gli altri stati Usa, il Delaware
possiede una propria legislazione in
materia societaria, anche se una delle formula più utilizzate è quella della
Llc», dice Lenzi. «Non occorre che la
società svolga alcuna attività nello stato
o che impieghi qualcuno. È sufficiente
che abbia una sede dichiarata, dove gli
amministratori (anche una sola persona, non necessariamente residente negli Usa, può mantenere tutti gli incarichi sociali ed essere unico consigliere)
possono fungere da schermo per i veri
beneficiari economici. Così come le riunioni del consiglio di amministrazione
possono essere svolte per telefono o
dovunque nel mondo.
Non meravigliamoci, quindi, se il paese
è una delle mete preferite di politici
corrotti, riciclatori di professione, oli-
garchi ed evasori fiscali in genere», avverte Lenzi. «Non dimentichiamo, inoltre, che la prima quotazione di circa i
due terzi delle corporation americane
è fatta proprio su questo territorio, per
pagare meno tasse locali, non essendo
gli utili imponibili». Lo stato è però anche conosciuto per il fatto di attrarre
Tutti i vantaggi dell’off-shore
I paradisi fiscali dono estremamente utili alle persone fisiche (individual) per pianificare i loro redditi e ai gruppi societari (corporation) per contenere il loro livello di
tassazione. Gli individual che già possiedono o possiederanno in futuro una società
off-shore appartengono a una classe socio-economica ben definita. Si tratta, infatti,
dei cosiddetti high net worth individual, persone accreditate di patrimoni di svariati milioni di euro.
A loro si aggiungono expatriate e immigrant. I primi sono soprattutto executive
di grandi aziende multinazionali che vengono assegnati a sedi estere e che per la
maggior parte dell’anno sono in viaggio per il mondo; gli altri, invece, sono star
dello sport e dello spettacolo, che pianificano i propri ingenti redditi beneficiando
dei vantaggi offerti dai paradisi fiscali. Chi appartiene a questa classe esclusiva, nei
paradisi fiscali trova una soluzione chiavi in mano alla tassazione dei redditi elevati,
alla pianificazione successoria, all’aggressione di creditori voraci (asset protection)
alla segretezza e alla riservatezza dei dati fiscali.
Più spesso, però sono le aziende e, in particolare, i gruppi multinazionali a guardare
con interesse alle possibilità (legali) offerte dai centri off-shore sparsi per il mondo;
anche se occorre sottolineare come nei confronti di tali soggetti le pressioni dei centri on-shore si sono fatte molto più intense. Individuare il paese off-shore adatto alle
proprie esigenze non è compito facile. Ogni paese, infatti, presenta caratteristiche
peculiari e senza l’assistenza di strutture professionali di consolidata professionalità
e reputazione diventa assai arduo procedere, pena il rischio di trovarsi in guai seri.
I problemi che trovano risposte in un paese off-shore piuttosto che in un altro sono
quelli della riduzione della pressione fiscale, della pianificazione dei capital gain
realizzati in occasione di quotazioni di borsa o vendita di quote di società a fondi
di investimento o ad altre parti, ma anche, più semplicemente, delle deducibilità
di costi difficilmente documentabili (per esempio, il caso dei grandi appalti per la
costruzione di infrastrutture dal valore di miliardi di euro, magari in Paesi del Terzo
Mondo, che sovente richiedono il pagamento di commissioni di intermediazione
difficilmente giustificabili agli occhi del fisco italiano e che facilmente possono transitare senza problemi attraverso i conti di una società off-shore).
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aziende che invece intendono stabilirsi
per produrre e assumere in loco.
Isole vergini americane
La particolarità fiscale delle US Virgin Islands è connessa alla possibilità
concessa agli investitori stranieri di
costituire un’impresa esente da ogni
imposizione sia locale sia federale sui
redditi (exempt company) operando sì
off-shore ma all’interno del sistema giuridico statunitense e sotto la protezione
giuridica dello stesso.
Nella prassi, il governo delle USVI sottoscrive con ogni exempt company una
convenzione ventennale nella quale viene garantito che tutti i benefici fiscali
vigenti al momento della costituzione
non saranno in alcun modo ridotti. In
generale, l’ordinamento societario è assai simile a quello del Delaware, e le
exempt company non possono svolgere
attività di impresa all’interno del territorio dello stato o all’interno degli Usa.
Semplice e con poche formalità sia la
costituzione sia la registrazione della
società.
Utilizzate anche nel settore finanziario,
le exempt company sono impiegate anche da persone e società non residenti
per la registrazione di aeromobili, per
ottenere i benefici offerti dai trattati internazionali di «friendship, commerce
and navigation» stipulati dagli
Usa con quasi tutti i paesi del mondo,
per regolare controversie secondo la
giurisdizione Usa, per negoziare prestiti con banche americane ma secondo la
normativa locale e per la realizzazione
di operazioni di tax planning (impiego
P
di marchi, brevetti e know-how).