Emilio Salgari

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Emilio Salgari
NUMERO 4 / ANNO 2 /
AUTUNNO 2011
L’ALMANACCO DI
HERBIE BRENNAN
a Lucca Games 2011
Racconti inediti di
NANCY KRESS
VERO E VEROSIMILE
una riflessione
Francesca Angelinelli
Simona B. Lenic
e del VINCITORE DEL
PREMIO EFFEMME
Marco Scaldini
MONOGRAFIE
Il fantastico asiatico, Gli Strigoi,
Jack Vance
Emilio Salgari
IL MAESTRO DELL’AVVENTURA
DELOSBOOKS
N. 1 PRIMAVERA 2010
N. 2 AUTUNNO 2010
N. 3 PRIMAVERA 2011
N. 4 AUTUNNO 2011
N. 5 PRIMAVERA 2012
N. 6 AUTUNNO 2012
L’ALMANACCO DI
COMPLETA LA COLLEZIONE!
Editoriale
L’almanacco di
di Emanuele Manco
ISSN 1974-823X
Avventura. È una parola piena di fascino anche per noi amanti del fantastico. Anzi, tra le storie fantasy che apprezziamo maggiormente ci sono
quelle a forte componente avventurosa. La fascinazione è la stessa. I mondi di Emilio Salgàri, di
cui quest’anno si celebra il centenario della morte,
non sono meno fantastici della Terra di Mezzo o
di Aquilonia. Salgari immaginò i suoi Caraibi e la
sua Malesia con la stessa fantasia dei creatori di
mondi secondari. Una operazione ancora possibile in un mondo in cui non si era ancora invasi di
immagini da ogni luogo del pianeta. Alla sua epoca Maracaibo non era meno sconosciuta di Marte. Pertanto Emilio Carlo Giuseppe Maria Salgàri
(questo il nome completo dell’autore), non può non
essere parte del nostro percorso di lettura.
La ghiotta occasione delle celebrazioni ci permette di proporvi un ricco speciale sull’autore veronese, dalla vita alle opere, senza dimenticare le
sue influenze sulla cultura popolare e su altri media come tv e fumetto e perché no, videogiochi.
Un autore che ha molto in comune con Salgàri,
più per la prolificità e il gusto per l’avventura che
per le tematiche intendiamoci, è l’ospite di Lucca
Comics & Games 2011, James Herbert Brennan, al quale dedichiamo un articolo monografico.
Il gusto di proporvi varie sfaccettature del
fantastico si sviluppa attraverso una sezione che
tratta argomenti molto diversi tra loro, come gli
Strigoi, i vampiri rumeni, Jack Vance, il fantastico asiatico e una riflessione sul concetto di verosimiglianza nella letteratura fantastica e non solo.
Vario anche il parco narrativo: un racconto del
mistero e del brivido scritto dall’autrice pluripremiata Nancy Kress; il vincitore della selezione
per racconti Effemme, l’esordiente Marco Scaldini, che ci porta in un ospedale molto particolare; un
racconto apocalittico di Simona B. Lenic, autrice
di un apprezzato romanzo per ragazzi, Setalux; un
fanta-western di Francesca Angelinelli, autrice
poliedrica, capace di spaziare dal fantasy orientale
al paranormal, con un racconto che echeggia Jonah Hex e gli scontri tra Tex e Mephisto.
Concludo con una nota sulla pronuncia del cognome di Emilio Salgàri: secondo Wikipedia la pronuncia esatta è Salgàri, perché si tratterebbe di
un cognome fitonimico, derivante cioè dal nome di
una pianta: il salgàro è in veneto il salice.
In qualsiasi modo pronunziate, godetevi questo
numero che speriamo sia di vostro gradimento. Se poi
avrete qualche appunto da farci, c’è il nostro forum e
la nostra mail: [email protected].
FantasyMagazine
Reg. al tribunale di Milano
n. 522 del 5-9-2006
Numero 4
Autunno 2011
Direttore responsabile
Franco Forte
A cura di
Emanuele Manco
Collaboratori
Francesca Angelinelli
Bruno Bacelli
Maria Cristina Calabrese
Cristina Donati
Pia Ferrara
Martina Frammartino
Marco Guadalupi
Nancy Kress
Simona B. Lenic
Marina Lenti
Emanuele Manco
Simona Ricci
Massimo Riva
Marco Scaldini
Fabio Vaghi
Stampa
Atena.net
Grisignano VI
Edito da
Associazione Delos Books
Piazza Bonomelli 6/4
20139 Milano
Tutti i diritti riservati
© Delos Books 2011
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AUTUNNO 2011
Contents
Speciale Emilio Salgari
Capitan Emilio Salgari, lo scrittore del mare fantastico 5
!
Maria Cristina Calabrese
Il Corsaro Nero, tra mito e realtà
!
13
Simona Ricci e Fabio Vaghi
Sandokan in tv: un imprinting nell’immaginario di due
generazioni
22
!
Marina Lenti
Sandopaper e la Perla di Labuan
!
Pia Ferrara
Salgari: le serie animate
!
2
30
Pia Ferrara
Jolanda e le sue figlie: eroine in cerca d’avventura
!
27
Martina Frammartino
33
Racconti
Scene di lotta di classe all’obitorio
!
La forma del male
!
117
Bruno Bacelli
Vero e verosimile, una riflessione
!
111
Cristina Donati
I fantastici affreschi di Jack Vance
!
98
Massimo Riva
Non solo vampiri: Strigoii
!
92
Marco Guadalupi
Il tema del Fantastico in Asia meridionale e
sudorientale
!
82
Maria Cristina Calabrese e Pia Ferrara
Monkey Island: i pirati della LucasArts che hanno
ispirato Jack Sparrow
!
71
Nancy Kress
I cento volti di James Herbert Brennan
!
67
Simona B. Lenic
Immagini di Anna
!
51
Francesca Angelinelli
Antico Ordine
!
43
Marco Scaldini
122
Emanuele Manco
3
presenta
Speciale
Emilio Salgari
Speciale Emilio Salgari
Capitan Emilio Salgari, lo
scrittore del mare fantastico
! Maria Cristina Calabrese
Un breve profilo biografico del romanziere veronese, per il
quale scrivere era come “viaggiare senza la seccatura dei
bagagli”, con uno sguardo alla sua produzione letteraria
Emilio Salgari
In tanti lo conoscono, per averne letto i romanzi, oppure avendone seguito una trasposizione per
la tv o una versione a fumetti, ma anche se nelle
scuole poco se ne è parlato e non sempre in modo
edificante visto che, sui libri di letteratura italiana, non c’è mai stato troppo spazio per lui, a quasi
centocinquant’anni dalla sua nascita (o, se volete,
al centenario della morte) non possiamo non rendere merito a Emilio Salgari di una grande capacità: quella di creare, senza aver mai visitato,
quei luoghi e quei personaggi che oggi vivono immortali nei suoi romanzi d’avventura.
Sàlgari (o anche Salgàri) si inserisce nel panorama della letteratura italiana in una costola del
romanzo “d’appendice”, quella della letteratura per ragazzi: negli ultimi decenni dell’800 infatti, grazie a una prima diffusione della scolarizzazione, il
romanzo d’avventura reinventò in un certo senso il genere eroico cavalleresco, conferendogli una forza e una caratterizzazione nuova, più moderna.
È poco noto, però, che Salgari possa essere considerato un pioniere della
letteratura fantascientifica, e in questo senso trova validità il parallelo che
alcuni critici tentarono con il francese Jules Verne: negli ultimi anni di vita, Salgari espresse per iscritto le proprie considerazioni sul futuro e sulle
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invenzioni che l’uomo, nel corso dei decenni, avrebbe prodotto per il miglioramento delle condizioni di vita o anche, nella sua visione pessimistica, sul
peggioramento della condizione umana causata dal troppo benessere.
Emilio Carlo Giuseppe Maria Salgari nacque a Verona il 21 agosto
1862, da una famiglia veneta di commercianti tessili della medioborghesia mercantile. La prima data importante, menzionata dalle fonti biografiche, coincide con l’ingresso dell’allora sedicenne Emilio al Regio Istituto
Nautico “P.Sarpi” di Venezia. Durante quegli anni si imbarcò per viaggi di
addestramento sull’Adriatico, e si parla anche di un unico viaggio da passeggero che il giovane compì a bordo del mercantile “Italia Una”, passando
dalla Dalmazia, forse per l’Egeo, ma senza andare oltre Brindisi. Nel 1881
decise di abbandonare l’Istituto Nautico senza aver conseguito il titolo di
Capitano di Marina, del quale però si fregiò lo stesso, per tutta la vita.
È evidente che la scrittura ebbe la meglio su qualunque altra passione:
nel 1883, ormai ventunenne, l’Ammiragliador iniziò la collaborazione con
La Nuova Arena, il quotidiano di Verona, e un altro quotidiano dell’epoca,
La Valigia, occupandosi di cronache teatrali, attualità, politica estera legata alle vicende coloniali inglesi nell’area indo malese: si tratta di influenze
che ritroveremo fortissime nella sua produzione letteraria, tanto che molti
critici giudicano i suoi romanzi ricchi di elementi appartenenti al melodramma verdiano, e con una forte eredità garibaldina.
Salgari, inoltre, leggeva moltissimo, ovviamente romanzi di avventura: oltre agli autori stranieri più noti del tempo come Victor Hugo, George
Byron, Walter Scott, Alexandre Dumas sr, Edgar Allan Poe, James F. Cooper, Eugène Sue, Robert L. Stevenson e il contemporaneo Jules Verne, era
appassionato di giornali illustrati di viaggi nonché di cronache politico-geografiche; tutto ciò formerà il suo background culturale che, insieme alla
sua allenata quanto fervida fantasia e a una grande memoria e capacità di
rielaborazione, gli permise di raccontare le storie che più lo resero famoso.
Alternò a lungo, dunque, il suo lavoro di cronista con la incontrollata
vocazione di romanziere al punto che, nel 1994, il libro-documentario Una
Tigre in redazione di Silvio Gonzato, raccontò di come Salgari avesse due
scrivanie, una sorta di cambio d’abito mentale, ma è indubbio che la reciproca influenza fosse forte. Nel 1882 pubblicò a puntate, su un settimanale
milanese, il romanzo I selvaggi della Papuasia, probabilmente sotto lo
pseudonimo di Capitan Guido Altieri.
Nel 1883 fu il momento del riconoscimento pubblico: su La Nuova Arena, infatti, furono pubblicati a puntate Tay See, successivamente intitolato La rosa del Dong-Giang, e le Tigri di Mompracem. Quest’ultimo, soprattutto, permise a Salgari di attirare una certa attenzione non solo per
l’originalità dei contenuti quanto per il lancio pubblicitario: sul giornale
veronese, infatti, apparve una falsa notizia su una tigre che, in fuga, si aggirava per Milano!
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Nonostante tutto, però, la pubblicazione dell’apripista del ciclo dei Pirati della Malesia non permise alcun ritorno economico importante.
Seguì quindi un fervido quinquennio di attività lavorativa parallelamente alla produzione letteraria, con la collaborazione su alcune riviste
locali come Il Telefono di Livorno (1887) e La Gazzetta di Treviso (1891)
durante le quali, però, si frappose il suicidio del padre, nel 1889.
Una edizione del 1937 delle avventure
dei Pirati della Malesia.
Nel 1892, sposata la sua adorata
Ida (da lui chiamata Aida) Peruzzi, attrice teatrale, Salgari si trasferì a Torino, e qui firmò un contratto di 4mila
lire annuali con Speirani, editore per
ragazzi con cui pubblicò circa 30 opere in sei anni. Nacquero nel frattempo
i suoi quattro figli, i cui nomi esotici
richiamavano i personaggi da lui inventati: Fatima (1892), Nadir (1894),
Romero (1898) e infine Omar (1900).
Crebbe dunque la sua famiglia e
così anche la mole di lavoro, non solo
per cercare di sopperire alle crescenti
necessità economiche, quanto per soddisfare le sempre più pretenziose richieste degli editori: mentre dal 1896
collaborava con il Novelliere Illustrato di Torino, nel 1898 firmò un contratto di lavoro col genovese Anton Donath, presso il quale conobbe il suo primo
grande illustratore, Giuseppe “Pipein” Gamba, ma nel 1900 tornò a Torino
e fino al 1906, anno in cui passò sotto l’editore fiorentino Bemporad, riuscì a
pubblicare una trentina di romanzi, nell’ordine di anche cinque o sei opere
all’anno, per un contratto annuale di 8000 lire. Nonostante tutte le critiche,
però, il pubblico apprezzava i romanzi di Salgari, che raggiunse le centomila
copie vendute, ed ebbe un grande riscontro anche a livello internazionale,
tanto che a oggi resta uno degli autori più tradotti; per di più, nel 1897, ricevette la nomina di Cavaliere della Corona dal re Umberto I.
Nel 1903 iniziò un periodo molto complicato, che culminò tragicamente
col suicidio dello stesso Salgari: la moglie cominciò a manifestare problemi
di squilibrio mentale, ciò comportò ingenti spese per le cure e un grande
stress per lo scrittore che, già di indole sensibile e di animo fragile, oltre
a soffrire di un indebolimento della vista e di continui incubi notturni e
manie di persecuzione, arrivò a indebitarsi per poter pagare le cure per la
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moglie, che riuscì a far ricoverare in un ospedale psichiatrico solo nel 1911.
Devastato dalla situazione tentò più volte di suicidarsi riuscendoci al
terzo tentativo; il 25 aprile dello stesso anno infatti, sul pian di San Martino, Salgari si uccise sventrandosi e tagliandosi le vene; una morte truce e
ingiusta, quanto degna del coraggio dei personaggi di cui aveva raccontato
per tutta la vita.
Negli anni successivi, introno al 1915, l’editore Donath cedette la proprietà letteraria dell’opera di Salgari di sua competenza al collega milanese Vallardi, forse memore della lettera che l’autore, prima di morire, aveva
scritto a tutti i suoi editori: «A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle,
mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche
di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate
ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.»
Il Corsaro Nero interpretato da Kabir Bedi.
Nonostante il tentativo della politica fascista di addurre ai mondi salgariani principi compatibili con le dottrine dell’epoca, il successo del Capitano
si protrasse a lungo, alimentato fino
agli anni Cinquanta dai romanzi pubblicati postumi per decisione dei figli
Nadir e Omar, che grazie anche allo scrittore-discepolo di Salgari, Luigi
Motta, ne raccolsero l’eredità: soprattutto Motta riprese molte delle trame
lasciate incompiute dal Capitano e le
rielaborò personalmente, per poi intraprendere la propria strada letteraria
nel genere per fanciulli (Fiamme sul
Bosforo, Il Cacciatore di Leoni). Dagli
anni sessanta la figura di Salgari venne rivalutata anche dalla critica letteraria e molte furono le case editrici, come la Fabbri, che pubblicarono i cicli che più avevano suscitato l’entusiasmo
dei lettori. Negli anni settanta fu poi la volta della trasposizione in serie
televisiva: sei episodi, per la regia di Sergio Sollima, trasmessi nel 1976 dalla Rai; lo stesso Sollima realizzò, in seguito, anche un sequel e un film sul
Corsaro Nero, sempre con Kabir Bedi e Carole Andrè nel cast. Da segnalare
anche gli sceneggiati per la radio e il susseguirsi, dagli anni ottanta, di versioni illustrate, a fumetti e di cartoni animati, anche attraverso i personaggi
più amati dai bambini, prima i paperi Disney, poi Geronimo Stilton.
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Tutte le biografie critiche pubblicate fino a oggi concordano su un punto: questa produzione così commercialmente fervida gli costò molto, sia dal
punto di vista fisico che morale, e non solo durante la vita. Salgari soffrì e
pagò aspramente le ripercussioni della concreta ansia da prestazione a cui
era sottoposto dagli editori del tempo, i quali si arricchivano sulla sua fatica, in quanto all’epoca non c’era una proporzione adeguata per i guadagni
degli scrittori per i quali era praticamente impossibile beneficiare dei risultati delle vendite, non essendoci un riconoscimento dei diritti di autore.
Questa produzione quasi da fabbrica e un’evidente mancanza di editing
hanno compromesso l’aspetto creativo che invece sarebbe stato ammirabile, in Salgari: oltre a essere visto con grande diffidenza dalla pedagogia
per alcuni temi trattati, la critica del tempo gli imputava una scarsa accuratezza del testo scritto e uno stile frettoloso e approssimativo, avendolo
già etichettato “omo senza lettere”, ossia non un vero letterato al pari dei
grandi autori dell’epoca.
Il corsaro rosso — ed. Pagani — 1947
La produzione di Salgari si basa su
due cicli fondamentali: quello Indomalese, ispirato dalle cronache coloniali inglesi nell’oceano Indiano, e quello dei Corsari, ambientato tra i popoli
dell’America centromeridionale sotto
l’invasione spagnola. A ciò si aggiunge
una lunga serie di romanzi ambientati nel Far West, in Africa, in Alaska, e
un piccolo gruppo di opere considerate
proto scientifiche: complessivamente,
dunque, Salgari è autore di oltre duecento opere, tra romanzi e racconti.
Nonostante le pecche critiche date
da carenze formali, uno stile poco curato e quelle che furono considerate
ingenuità psicologiche, basate su elementari sentimenti su cui il Capitano avrebbe fatto leva, l’Ammiragliador
Salgari è stato un narratore energico
che contribuì a svecchiare la letteratura per ragazzi, immettendo in un romanticismo stanco e un po’ statico un nuovo ricco immaginario, magari, alla lunga, un po’ ripetitivo, tuttavia indubbiamente innovativo per l’epoca.
Attraverso un linguaggio semplice e una prosa paratattica (brevi frasi
coordinate tra loro attraverso la punteggiatura) Salgari descriveva, me9
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diante l’uso di termini specialistici e nomi originali, ambientazioni e atmosfere esotiche frutto di accurate ricerche e precise documentazioni, che
dimostrano la sua grande memoria e la forte capacità di rielaborazione.
Su quelle ambientazioni costruiva intrecci semplici ma ricchi di azione,
suspance e colpi di scena su cui si muovevano i suoi personaggi: essi sono
eroi positivi, seppur vendicatori, pirati o avventurieri che si battono con
coraggio contro l’invasore coloniale per ristabilire la giustizia, spinti da
principi e passioni talvolta elementari come, oltre al coraggio, la lealtà,
l’amicizia, l’onore e l’amore, ma anche la legge del Taglione, considerata la
legge morale dello stesso Salgari, nei cui immaginari è assente la provvidenza divina e predominano invece la vendetta e gli amori interrazziali ( e
per questo fu messo al bando dalla pedagogia del tempo).
È poi degno di essere considerato l’approccio di Salgari con la figura
femminile, aspetto dovuto, probabilmente, al forte impatto che il melodramma verdiano e forse anche l’amore per la sua Ida, ebbero sull’ispirazione dell’autore: le donne salgariane sono vere e proprie protagoniste,
eroine con la e maiuscola. Oltre che belle sono coraggiose, e lottano a fianco
dei loro uomini o dei padri, prendendo il comando nelle situazioni più rischiose. Da Marianna Perla di Labuan a Honorata, Yara, Darma, la marchesa Dolores de Castillo, per arrivare a Mary Read e Anne Bonny per non
dimenticare Jolanda, la figlia del Corsaro, la loro originale caratterizzazione arricchisce quei mondi immaginati con tanta forza creativa da Emilio
Salgari, rendendolo indimenticato insieme ai suoi romanzi e al mare che
tanto amò, protagonista indiscusso di tutta la sua produzione.
Cronologia delle opere, suddivise in cicli narrativi
Ciclo dei pirati della Malesia
I misteri della jungla nera (1895)
I pirati della Malesia (1896)
Le Tigri di Mompracem (1900)
Le due Tigri (1904)
Il re del Mare (1906)
Alla conquista di un impero (1907)
Sandokan alla riscossa (1907)
La riconquista del Mompracem (1908)
Il Bramino dell’Assam (1911)
La caduta di un impero (1911)
La rivincita di Yanez (1913)
Ciclo dei corsari delle Antille
Il Corsaro Nero (1898)
La regina dei Caraibi (1901)
Jolanda, la figlia del Corsaro Nero (1905)
Il figlio del Corsaro Rosso (1908)
Gli ultimi filibustieri (1908)
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I Corsari delle Bermude
I corsari delle Bermude (1909)
La crociera della Tuonante (1910)
Straordinarie avventure di Testa di Pietra
(1915)
Ciclo delle avventure nel Far West
Sulle frontiere del Far-West (1908)
La scotennatrice (1909)
Le selve ardenti (1910)
I due marinai
Il Tesoro del Presidente del Paraguay (1894)
Il Continente Misterioso (1894)
Il Fiore delle Perle
Le stragi delle Filippine (1897)
Il Fiore delle Perle (1901)
I figli dell’aria
I Figli dell’Aria (1904)
Il Re dell’Aria (1907)
Capitan Tempesta
Capitan Tempesta (1905)
Il Leone di Damasco (1910)
Romanzi singoli
La favorita del Mahdi (1887)
Duemila Leghe sotto l’America (1888) (intitolato anche Il Tesoro Misterioso)
La scimitarra di Budda (1892)
I pescatori di balene (1894)
Le novelle marinaresche di Mastro Catrame
(1894) (intitolato anche Il vascello maledetto)
Un dramma nell’Oceano Pacifico (1895)
Il re della montagna (1895)
I naufraghi del Poplador (1895)
Al Polo Australe in velocipede (1895)
Nel paese dei ghiacci (1896)
I drammi della schiavitù (1896)
Il re della Prateria (1896)
Attraverso l’Atlantico in pallone (1896)
I naufragatori dell’Oregon (1896)
I Robinson italiani (1896)
I pescatori di Trepang (1896)
Il capitano della Djumna (1897)
La rosa del Dong-Giang (1897) (noto anche
come: Tay-See)
La città dell’oro (1898)
La Costa d’Avorio (1898)
Al Polo Nord (1898)
La capitana del Yucatan (1899)
Le caverne dei diamanti (1899)
Le avventure di un marinaio in Africa (1899)
Il figlio del cacciatore d’orsi (1899)
Gli orrori della Siberia (1900)
I minatori dell’Alaska (1900)
Gli scorridori del mare (1900)
Avventure fra le pellirosse (1900)
La Stella Polare e il suo viaggio avventuroso
(1901) (intitolato anche Verso l’Artide con la
Stella Polare)
Le stragi della China (1901) (intitolato anche
Il sotterraneo della morte)
La montagna d’oro (1901) (intitolato anche
Il treno volante)
I naviganti della Meloria (1902)
La montagna di luce (1902)
La giraffa bianca (1902)
I predoni del Sahara (1903)
Le pantere di Algeri (1903)
Sul mare delle perle (1903)
L’uomo di fuoco (1904)
I solitari dell’Oceano (1904)
La città del re lebbroso (1904)
La gemma del fiume rosso (1904)
L’eroina di Port Arthur (1904) (intitolato anche La Naufragatrice)
Le grandi pesche nei mari australi (1904)
La sovrana del campo d’oro (1905)
La Perla Sanguinosa (1905)
Le figlie dei Faraoni (1905)
La Stella dell’Araucania (1906)
Le meraviglie del Duemila (1907)
Il tesoro della montagna azzurra (1907)
Le aquile della steppa (1907)
Sull’Atlante (1907)
Cartagine in fiamme (1908)
Una sfida al Polo (1909)
La Bohème italiana (1909)
Storie rosse (1910)
I briganti del Riff (1911)
I predoni del gran deserto (1911)
Riferimenti
http://www.emiliosalgari.it/
http://www.treccani.it/enciclopedia/emiliosalgari/
http://www.maruggio.eu/rileggere-emiliosalgari-per-ritrovare-sandokan.html
http://www.biografieonline.it
http://www.editalia.it
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/03/30/la-penna-spezzata-di-emilio-salgari-derubato.html
M.Capuano, Il Capitano Salgari, fabbricatore di eroi per l’Italietta giolittiana, 26 aprile
2011 (http://www.nuovasardegna.it)
Letteratura Italiana, Einaudi Editori, volume 2, 1991
E. Salgari, una tigre in redazione, a cura di
S. Gonzano, Venezia, Marsilio editore, 1994
Storia della letteratura italiana, di E. Malato, Salerno Editrice, Roma 1999
Enciclopedia Garzanti 2007
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