Vas. - Comune di Fiorano al Serio

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Vas. - Comune di Fiorano al Serio
COMUNE DI FIORANO AL SERIO
PROVINCIA DI BERGAMO
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
- DOCUMENTO DI PIANO -
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
RAPPORTO AMBIENTALE
DOTT. ARCH. PIERGIORGIO TOSETTI
via G. Paglia 22/a Bergamo 24100
tel/fax 035/220260 – [email protected]
Collaborazione: Dott. Arch. Vittorio Pagetti
Dott. Urb. Elisabetta Crippa
0.1 PREMESSA
La consapevolezza che l’origine dei mutamenti ambientali sia da ricercarsi nelle decisioni
strategiche di programmazione e pianificazione (prima che nella realizzazione di nuovi progetti) era
già stata delineata nel documento denominato “Agenda 21”, adottato a Rio de Janeiro nel 1992,
alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo.
Nel documento erano stati indicati i criteri strategici che i governi nazionali avrebbero dovuto
tradurre in Piani di Azione per uno “sviluppo sostenibile globale” nel XXI secolo.
La politica ambientale dell’Unione Europea risale ad un documento conosciuto come“Quinto
programma d’azione per l’ambiente” (più precisamente intitolato “Per uno sviluppo durevole e
sostenibile) programma politico e d’azione della Comunità Europea a favore dell’ambiente e di uno
sviluppo sostenibile”, adottato dal Consiglio d’Europa nell’anno 1993.
Il termine «sostenibilità», in coerenza con l’indirizzo comunitario, si riferisce alle politiche e alle
strategie necessarie per perseguire uno sviluppo economico e sociale che non rechi danno
all’ambiente ed alle risorse naturali, dalle quali dipendono “il proseguimento delle attività umane e
lo sviluppo futuro”.
Il progetto ENPLAN, sviluppato tra il 2001 e il 2004 da alcune Regioni del Nord Italia e della
Spagna, vengono evidenziati i criteri operativi per il perseguimento di una “sostenibilità forte” che
propone un’impostazione “biocentrica” piuttosto che “antropocentrica”, così sintetizzabili:
•
Usare le risorse rinnovabili al di sotto dei loro tassi di rigenerazione;
•
Usare le risorse non rinnovabili, a tassi di consumo inferiori ai tassi di sviluppo di risorse
sostitutive rinnovabili;
•
Limitare l‘immissione nell’ambiente di agenti inquinanti al di sotto delle soglie di capacità di
assorbimento e di rigenerazione da parte dell’ambiente.
Ciò premesso “lo sviluppo sostenibile” non deve intendersi tanto come meta da raggiungere, ma
piuttosto come un insieme di condizioni che devono essere rispettate nel “governo delle
trasformazioni del pianeta”.
Occorre ancora considerare la definizione di “ambiente”, cui la VAS è relazionata, rilevando come
questa, nella sua accezione più completa, condivisa ed appropriata ad ogni specifica situazione
territoriale, debba contemplare più che la semplice idea di un “intorno da preservare” anche quella
di un’attenta “relazione tra natura e cultura” (cioè tra dotazioni naturali ed effetti antropici sulle
stesse).
Da tale visione, che nella cultura anglosassone ha portato a privilegiare il termine di “environment”
piuttosto di quello originario di “habitat”, è stata infatti sviluppata la prospettiva dello“sviluppo
sostenibile”, in cui i fattori propriamente ambientali vengono correlati anche a quelli
socioeconomici.
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Conseguentemente la valutazione ambientale, allorquando approccia una prospettiva di
trasformazione territoriale consistente, non può dunque limitarsi ad una “valutazione di
compatibilità”, ma deve invece strutturarsi come “valutazione di sostenibilità”: in questa ottica la
VAS comporta anche la necessità di definire un’azione continuativa nel futuro, in termini di
“monitoraggio” e “gestione”.
Con la Direttiva 2001/42 del 27/06101 l’Unione Europea definiva in modo sintetico quanto puntuale
(in 14 articoli e 2 allegati) la procedura di VAS sottolineando, all’art. 1, la finalità della stessa: “La
presente direttiva ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di proiezione dell’ambiente e di
contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di
piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, procurando che, ai sensi della
presente direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che
possono avere effetti signifícativi sull’ambiente”.
La Direttiva Europea veniva dapprima recepita dalla normativa della Regione Lombardia (art. 4
della L.R. 12 del 11/03/2005) poi in sede di legislazione nazionale (“Codice dell’Ambiente” D.Lgs.
152 del 03/04/2006).
Il Codice dell’Ambiente definisce la VAS come una “elaborazione di un rapporto concernente
l’impatto sull’ambiente, conseguente all’attuazione di un determinato piano o programma da
adottarsi o approvarsi, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e
dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale di approvazione di un piano o programma e la
messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”.
La D.G.R. Lombardia del 15/03/06 intitolata “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di
piani e programmi” definisce invece la VAS come: “Il processo che comprende l’elaborazione di un
rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto
ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle
informazioni sulla decisione”.
Le disposizioni contenute nel provvedimento statale rispetto a quello regionale divergono
sostanzialmente circa le procedure e le modalità di approvazione, divergenza che si pone in modo
ulteriormente evidente nella DGR VIII/6420/2007.
A tale proposito va rilevato che la definizione di VAS contenuta nella DGR VIII/6420/2007 risulta
più aderente quanto a suo tempo precisato in quello che è stato considerato il testo di primario
riferimento della materia (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di sviluppo regionale e
dei Programmi dei fondi strutturali dell’Unione Europea” (1998)) ovvero “un processo sistematico
inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte – politiche, piani o
iniziative nell’ambito di programmi – ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli
effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso
piano delle considerazioni di ordine economico e sociale”
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La VAS pertanto non può limitarsi a costituire un “corredo” o un “supporto” della pianificazione/
programmazione del territorio, ma deve piuttosto configurarsi quale “processo integrato e
costitutivo della stessa”, incidendo in tutta la sequenza di decisioni ed azioni previste.
Per questa ragione il processo di VAS che viene avviato operativamente con il presente
documento, dovrà proporsi:
•
di raffrontare compatibilità e sostenibilità degli obiettivi dei piano;
•
relazioni e concertazioni tra soggetti / autorità preposte alla gestione di territorio e
ambiente;
•
di individuare un sistema di indicatori significativi che consentano di riscontrare gli eventuali
impatti ambientali nella fase previsionale al fine di permettere interventi preliminari tali da
ridefinire, in continuità con gli stessi obiettivi, i contenuti del piano, tramite idonee azioni
correttive;
•
di strutturare un sistema di informazioni;
•
di attivare criteri di monitoraggio della relazione tra processualità di attuazione del piano ed
effetti ambientali.
4
0.2. I RIFERIMENTI NORMATIVI
0.2.1.Gli atti normativi generali di riferimento
•
Direttiva 2001/42/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 27
giugno 2001;
•
Attuazione della Direttiva 2001/42/CEE a cura della Commissione Europea;
•
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice Urbani “Norme in materia ambientale”);
•
Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 (“Modifiche al D. Lgs. n.152/2006”);
•
Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 (“Legge per il governo del territorio”);
•
“Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, ai sensi dell’articolo 4
della L.R. 11 marzo 2005, n.12”, approvato con D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/0351;
D.G.R. n. 6240 del 27 dicembre 2007, “Determinazione in merito alla procedura per la Valutazione
Ambientale di Piani e Programmi”.
In considerazione di quanto stabilito dalla DGR VIII/6420 del 27 dicembre 2007 “Valutazione
ambientale di piani e programmi – VAS ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione all’art. 4
della L.R. 11 Marzo 2005, n.12” e, più specificamente dal punto 2 del dispositivo della
deliberazione medesima si da atto “che i procedimenti di formazione e di approvazione di
piani/programmi già avviati alla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione
Lombardia della presente deliberazione si concludono in conformità alle disposizioni in vigore al
momento dell’avvio del procedimento stesso, ovvero secondo le disposizioni di cui all’art.4, comma
4 della L.R. 12/05”.
Si da atto che il Soggetto Proponente ha avviato il procedimento di formazione del PGT
anteriormente alla data di pubblicazione della citata deliberazione della Giunta Regionale, e più
specificatamente prima del 27.12.2007.
In tal senso le disposizioni di riferimento sono quelle di cui agli articoli 8, 9 , 10, 11 e 12 del Dlgs.
152/2006.
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0.2.2. Il Piano di Governo del Territorio e la VAS
La Legge Regionale 11 Marzo 2005 n. 12 ha ridefinito la disciplina regionale in materia
pianificatoria e urbanistica, prevedendo la predisposizione, da parte di tutti i Comuni lombardi, del
Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) entro il 31 Marzo 2009 (art. 25, comma 1).
Il P.G.T., che definisce l’assetto dell’intero territorio comunale, articolato in Documento di Piano
(DdP), Piano dei Servizi (PdS) e Piano delle Regole (PdR) (art. 7), è soggetto a Valutazione
Ambientale Strategica (VAS) ai sensi dell’art. 4, comma 2 della Legge Regionale n. 12/2005 e ai
sensi della Direttiva 2001/42/CEE.
Come previsto dall’allegato n. 6 del D.G.R.8/1563 del 22/12/2005 il Comune di Fiorano al Serio,
contestualmente al Documento di Piano, ha provveduto all’avvio della Valutazione Ambientale
Strategica procedendo a sviluppare quanto già annunciato dal Documento di Scoping.
Integrazione della dimensione ambientale nel PGT
Il PGT imposta ed individua, fin dal Documento di Piano, le componenti della “dimensione
ambientale” quali elementi fondanti della lettura del territorio e come base per la definizione delle
scelte e dei contenuti del DdP e degli indirizzi progettuali e normativi che saranno sviluppati anche
nelle parti di territorio da assoggettare alla disciplina del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole.
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0.3. IL PROCESSO DI VAS
0.3.1. Schema operativo
Lo schema operativo che è stato adottato per la VAS del Documento di Piano (DdP) è illustrato di
seguito e si rapporta agli Indirizzi generali individuati dalla Regione Lombardia, sebbene il presente
procedimento potrebbe essere definito autonomamente dal Soggetto Proponente/Procedente in
quanto escluso dall’applicazione della DGR VIII/6420/2007.
Gli indirizzi regionali lasciano libertà di impostazione per il percorso di valutazione e per i contenuti
del Rapporto Ambientale: nella fase di elaborazione e redazione del Piano, l’ Autorità Competente
per la VAS collabora con l’ Autorità Procedente nello svolgimento delle seguenti attività:
•
individuazione di un percorso metodologico e procedurale, stabilendo le modalità della
collaborazione, le forme di consultazione da attivare, i soggetti con specifiche competenze
ambientali, ove necessario anche trasfrontalieri, e il pubblico da consultare.
Sono peculiari della fase di redazione del Documento di scoping i seguenti elementi:
•
definizione dell’ambito di influenza del P/P (scoping) e definizione delle caratteristiche delle
informazioni che devono essere fornite nel rapporto ambientale;
•
individuazione dello scenario di riferimento e degli indicatori ambientali;
•
articolazione degli obiettivi generali.
Sono elementi caratterizzanti del Rapporto Ambientale:
•
coerenza esterna degli obiettivi generali del P/P;
•
definizione degli obiettivi specifici e individuazione delle azioni e delle misure necessarie a
raggiungerli;
•
coerenza interna delle relazioni tra obiettivi e linee di azione del P/P, e confronto tra queste
e lo scenario di riferimento e con le eventuali alternative su cui si è fondata la scelta del
P/P;
•
individuazione del sistema di monitoraggio ex post.
Nella Conferenza di Scoping tenutasi presso la Sede Municipale di Fiorano al Serio in data
12.04.2011, sono stati esposti ed illustrati: lo schema metodologico, la portata delle informazioni da
includere nel Rapporto Ambientale, la definizione dell’ambito di influenza del Documento di Piano, e
sono stati raccolti i pareri degli Enti e dei Soggetti presenti, i quali hanno concordato sulla relazione
illustrata.
Della
seduta
è
stato
redatto
apposito
verbale,
che
è
pubblicato
sul
sito
web
http://www.fioranoalserio.com/.
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0.3.2. I soggetti coinvolti
La Direttiva 2001/42/CE sancisce i principi della trasparenza (artt. 6 e 9) e del coinvolgimento,
sotto forma di consultazione, delle Autorità Competenti in materia ambientale (art. 6, comma 3) e
del pubblico (art. 2, lettera “d”) demandando altresì agli Stati membri (art. 6, comma 5) la
definizione delle specifiche modalità per l’informazione e la consultazione dei soggetti sopra
elencati.
In rapporto a tali principi ed in relazione alle indicazioni regionali sono stati individuati con delibera
dell’Autorità Procedente, d’intesa con l’Autorità Competente, i seguenti soggetti:
Autorità Proponente e Procedente (Pubblica Amministrazione che elabora lo strumento di
pianificazione e ne attiva le procedure):
Amministrazione del Comune di Fiorano al Serio - Giunta Comunale
Estensore del Documento di Piano (soggetto incaricato dalla Pubblica Amministrazione
proponente di elaborare il PGT, e nella fattispecie il Documento di Piano, oggetto della VAS):
Arch. Piergiorgio Tosetti
Estensore del Rapporto Ambientale (incaricato dello sviluppo del processo di VAS e della
redazione del Rapporto Ambientale): Arch. Piergiorgio Tosetti
Autorità Competente per la VAS (Autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale,
individuata dalla Pubblica Amministrazione, che collabora con l’autorità procedente/proponente
nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione della
Direttiva e degli indirizzi regionali nell’ambito del procedimento di valutazione ambientale del
Documento di Piano)
Responsabile Ufficio Tecnico: Arch. Igor Meroni
Soggetti competenti in materia ambientale (enti pubblici competenti in materia ambientale e
della salute per livello istituzionale):
•
ARPA Lombardia – Dipartimento di Bergamo;
•
ASL Bergamo;
•
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici;
•
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia.
Enti territorialmente interessati da convocare alle Conferenze di Valutazione (enti
territorialmente limitrofi o interessati ai potenziali effetti ambientali derivanti dalle scelte di Piano):
•
Regione Lombardia – Sede territoriale di Bergamo – Struttura Sviluppo del Territorio;
•
Provincia di Bergamo – Settore Urbanistica e Settore Ambiente;
•
Comuni confinanti: Vertova; Cene; Casnigo; Gazzaniga;
•
Comunità Montana Valle Seriana;
•
Autorità di bacino del Fiume Po.
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0.3.3. La partecipazione
Oltre ai soggetti sopra indicati, la VAS prevede momenti e modalità di partecipazione estesi al
Pubblico che viene individuato:
Cittadini e/o associazioni riconosciute legalmente portatrici di interessi diffusi e che possano essere
interessate ai sensi dell’art. 9, comma 5 del D. Lgs. 152/2006.
Il processo di partecipazione integrata alla VAS del Comune di Fiorano al Serio sarà sviluppato
utilizzando diverse tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo efficace tutti i soggetti
coinvolti e garantire la trasparenza e la ripercorribilità del processo.
In particolare, si indicano gli strumenti di informazione che saranno utilizzati:
•
coinvolgimento della popolazione e delle associazioni di categoria e di settore;
•
divulgazione telematica della documentazione di supporto al processo di VAS mediante il
portale comunale, accessibile dal sito http://www.fioranoalserio.com/ di volta in volta
aggiornato con la nuova documentazione disponibile;
•
affissione presso l’Albo Pretorio degli avvisi relativi alle diverse pubblicazioni ed agli incontri
in programma.
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0.4. IL PERCORSO METODOLOGICO
0.4.1. I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale
L’Autorità Procedente d’intesa con l’Autorità Competente per la VAS, elabora il Rapporto
Ambientale (R.A.)
Le informazioni da fornire, ai sensi dell’art. 5 della Direttiva 2001/42 CEE, sono quelle elencate
nell’allegato I della citata Direttiva:
a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del Ddp e del rapporto con altri
pertinenti P/P;
b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza
l’attuazione del Ddp;
c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al Ddp, ivi compresi quelli relativi ad
aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle Direttive
79/409 CEE e 92/43/CEE;
e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati
membri, pertinenti al Ddp, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto
di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;
f) possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali ad esempio il suolo,
l’acqua, l’arai, i fattori climatici, la flora e la fauna, la biodiversità, la popolazione, la saluta
umana il patrimonio culturale, il paesaggio, ecc. e l’interrelazione tra i suddetti fattori;
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli
eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del Ddp;
h) sintesi delle ragioni, delle scelte delle alternative individuate e una descrizione di come è
stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio
carenze tecniche e/o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;
i)
descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;
j) “Sintesi non tecnica” delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
La Sintesi non tecnica, indicata alla precedente lettera j), è un documento di grande importanza
in quanto costituisce il principale strumento di informazione e comunicazione con il pubblico. In
tale documento devono essere sintetizzate/riassunte,semplicemente
le descrizioni, questioni,
valutazioni e conclusioni esposte nel Rapporto Ambientale.
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0.4.2. La redazione del Rapporto Ambientale
Secondo la Direttiva 2001/42/CE il Rapporto Ambientale (RA) è il documento che accompagna la
proposta di Documento di Piano nel quale sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi
che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente.
Il Rapporto Ambientale riveste quindi un ruolo centrale come garanzia della sostenibilità delle
decisioni che motivano l’intero processo di valutazione.
Il Rapporto Ambientale del DdP sarà articolato in due parti:
•
Parte I – Rapporto sullo Stato dell’Ambiente
Quadro conoscitivo:
- Inquadramento del territorio comunale di Fiorano al Serio e definizione delle matrici
ambientali al fine di fornire un quadro della situazione del territorio stesso, attraverso i dati
disponibili.
A tal fine sono stati raccolti ed analizzati i dati e le elaborazioni reperibili relative alle
diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali, aria,
ambiti di naturalità) fornite da Enti territorialmente interessati, Autorità Competenti in
materia ambientale.
- Quadro della pressione antropica sull’ambiente, determinato da una serie di elementi
quali il traffico, il rumore, l’inquinamento elettromagnetico, il sistema acquedottistico e
fognario, la gestione dei rifiuti, le passività ambientali, gli insediamenti produttivi, ecc.
- Individuazione degli elementi di criticità e sensibilità ambientale definita come fattore di
problematicità ambientale per il territorio,e di ricadute sulle matrici ambientali.
- Analisi degli elementi di sensibilità ambientale, intese come componenti del paesaggio
naturale e antropico, delle caratteristiche del territorio che necessitano di una particolare
attenzione in fase di pianificazione.
Individuazione delle eventuali dinamiche in atto e delle maggiori potenzialità deducibili dallo
studio del territorio.
•
Parte II – Valutazione Ambientale Strategica delle Scelte di Piano
Questa parte viene orientata all’analisi degli obiettivi generali e specifici, nonché delle azioni
previste dal DdP, effettuando, ove opportuno, la valutazione delle alternative d’intervento
eventualmente proposte dal DdP per ciascuna azione.
La valutazione ambientale è finalizzata alla verifica della sostenibilità complessiva degli
aspetti pertinenti delle previsioni del DdP e rappresenta il “cuore” del processo di VAS.
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La valutazione è effettuata mediante la compilazione di schede che prenderanno in
considerazione gli aspetti ambientali e urbanistici significativi alla scala delle previsioni del
DdP.
Le ipotesi d’intervento formulate dal documento stesso vengono valutate in relazione
all’impatto e all’influenza che le scelte del DdP potrebbero avere su ciascuno di tali aspetti.
Il Rapporto Ambientale sarà esaminato dalla Conferenza di Valutazione, alla quale verranno
invitati gli Enti territorialmente interessati e le Autorità con specifiche competenze in materia
ambientale.
•
Il parere motivato
In relazione al
Rapporto Ambientale e alle considerazioni emerse durante la Conferenza
(precisate nel Verbale), l’Autorità Competente per la VAS, esprimerà un parere motivato.
Tale
parere motivato costituirà il presupposto per la prosecuzione del procedimento di
approvazione del Documento di Piano e dovrà contenere considerazioni qualitative e/o
quantitative in merito:
a) alla qualità ed alla congruenza delle scelte del Piano alla luce delle alternative possibili,
ove individuate, e rispetto alle informazioni ed agli obiettivi del RA;
b) alla coerenza interna ed esterna del Piano;
c) all’efficacia e congruenza del sistema di monitoraggio e degli indicatori selezionati.
Il parere ambientale motivato potrà essere condizionato all’adozione di specifiche
modifiche ed integrazioni della proposta del Documento di Piano valutato.
L’Autorità Procedente, in collaborazione con l’Autorità Competente per la VAS,
provvederà, ove necessario, alla revisione del Documento di Piano alla luce del relativo
parere motivato espresso.
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1 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE
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RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
1.1. L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO
1.1.1. Inquadramento generale
Fiorano al Serio, posto sulla riva destra del fiume Serio lungo un terrazzo alluvionale compreso
entro un’ansa formata dal fiume stesso che lo bagna ad est e a sud, dista dal capoluogo di
provincia circa 18,6 Km e confina a nord con i Comuni di Vertova; con il Comune di Casnigo a est;
con il Comune di Cene a sud; con il Comune di Gazzaniga a ovest.
Il territorio presenta una superficie di 1,10 Kmq e un’altezza media di 396 m slm.
Fiorano si trova nell’ambito territoriale della media Valle Seriana.
Il nome antico del paese era “Florianum”, dal gentilizio romano “Florius”.
Per la prima volta è ricordato in un documento dell’anno 840 in cui si cita “in vico Florianum”.
Assunse la denominazione di Fiorano al Serio nell’anno 1863.
Dal 1947 il Comune ha acquisito la definitiva autonomia amministrativa staccandosi dal Comune di
Gazzaniga al quale risultava unito dal 1927, e ottiene dal Presidente della Repubblica nell’anno
1956 il proprio stemma e gonfalone.
La storia di Fiorano al Serio è legata a quella di Gazzaniga e della Valle Seriana, di cui seguì le
sorti; popolata da gente dedita all’agricoltura, alla pastorizia e allo sfruttamento delle risorse
minerali e forestali, sviluppò durante la dominazione veneta attività artigianali e commerciali nel
campo della lavorazione del marmo nero cavato in zona e dei panni di lana.
Lo sviluppo economico avvenne però solamente a partire dalla fine del XIX secolo con il sorgere
delle prime filande e, più marcatamente, nel XX secolo, quando la Valle Seriana divenne uno dei
motori dell’economia bergamasca.
Fiorano al Serio, a partire dalla fine del XIX secolo, ha convertito la propria economia da agricola a
industriale impiantando i primi stabilimenti tessili nei pressi del fiume Serio.
Dal secondo dopoguerra in poi ha subito un costante sviluppo urbanistico sia in chiave residenziale
che produttiva.
Il paese rivestì la sua importanza all’inizio degli anni’ 30 alla fine degli anni’ 50 per la presenza, sul
territorio di numerose unità produttive industriali: la I.R.F. “Industrie Filati Riunite”; la O.C.M.A. –
Devil (Officine Meccaniche Costruzione Motocicli), il Feltrificio Cristini; Officine meccaniche
Rampinelli; le Fonderie: Fioranese,
S.Giuseppe, Baldi e Pozzi; Filatura e tessitura Masserini;
Vinicola Martinelli; Segheria Imberti; la sede della Calci Martinelli; e numerose d’artigiani.
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Dalla fine degli anni’ 50 ci fù un regresso di tutte queste attività per le varie crisi che si sono
alternate o perché alcune aziende, a causa di maggiore espansione, dovettero trasferirsi altrove.
Fiorano al Serio appartiene alla Comunità Montana Valle Seriana.
Ai sensi della Legge Regionale 27.6.2008, n. 19, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale
n. 6480 del 26.6.2009, è stata costituita la COMUNITÀ MONTANA VALLE SERIANA - ZONA
OMOGENEA n. 8 per fusione della Comunità Montana Valle Seriana Superiore e Comunità Montana
Valle Seriana.
Alla data del 31.12.2011 il Comune registrava 3.084 abitanti e 1.281 famiglie.
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1.1.2. L’ “Ambito” del PTCP
L’ambito territoriale n.10 “Valle Seriana”, comprende il territorio della Valle Seriana Inferiore.
Per le diverse caratteristiche geografiche e generali, per gli aspetti insediativi e per quelli socioeconomici, si è ritenuto di condurre l’analisi evolutiva dell’area suddividendo l’intero ambito in
quattro sub-aree così distinte:
- 1° sub-area – Nord-Ovest: comprende i Comuni di Casnigo; Colzate; Fiorano al Serio; Gazzaniga;
Vertova. Questo ambito ha una Superficie Territoriale pari a 51,71 Kmq;
- 2° sub-area – Nord-Est: comprende i Comuni di Cazzano S. Andrea; Gandino; Leffe; Peia. Questo
ambito ha una Superficie Territoriale pari a 42,29 Kmq;
- 3° sub-area – Ovest: comprende i Comuni di Aviatico; Selvino. Questo ambito ha una Superficie
Territoriale pari a 14,86 Kmq;
- 4° sub-area – Sud-Ovest: comprende i Comuni di Albino; Cene; Pradalunga. Questo ambito ha
una Superficie Territoriale pari a 48,28 Kmq.
La Superficie Territoriale totale è pari a 157,14 Kmq.
Localizzazione del Comune di Fiorano al Serio, all’interno dell’ “Ambito n. 10”
Le trasformazioni avvenute nel territorio della Valle Seriana Inferiore, specie lungo la strada statale
di fondo valle e lungo il fiume Serio, sono molto evidenti.
Il tratto di fiume prospiciente gli abitati di Gazzaniga, Fiorano, Vertova e Colzate, risulta edificato
fin sulla sponda per circa cinque chilometri.
[Fonte: PTCP Provincia di Bergamo]
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1.1.3. Individuazione dell’ ambito di influenza del DdP
L’ambito di possibile influenza delle previsioni del PGT, ed in particolare il DdP, può essere
individuato in funzione delle principali tematiche che attengono alla trattazione delle scelte
strategiche del documento stesso in rapporto all’influenza ed alle ricadute che queste possono
avere in un intorno territoriale più vasto rispetto ai confini comunali.
1.Il dimensionamento del fabbisogno abitativo e gli sviluppi residenziali.
Si ha la necessità di contenere il consumo di territorio, puntando al recupero dei volumi esistenti.
Per quanto riguarda l’edilizia esistente, le scelte mireranno al recupero della volumetria degradata
del centro storico e al recupero dei sottotetti ai fini abitativi, mentre, per quanto riguarda l’edilizia
nuova si punterà a interventi di completamento in aree libere presenti all’interno del centro
edificato e a un ulteriore modesto sviluppo legato a interventi interessanti ambiti di riqualificazione
di insediamenti produttivi dismessi.
2. Le prospettive e l’organizzazione degli insediamenti produttivi.
Si registra sul territorio la presenza importante di attività produttive attestate soprattutto nella
parte est dell’abitato lungo la via Bombardieri (vecchia strada della Valle) e la provinciale n.35
(nuova viabilità della Valle).
L’obiettivo che si pone l’Amministrazione Comunale è quello di mantenere la destinazione
produttiva delle aree attualmente destinate a tale funzione al fine di garantire il potenziale sviluppo
del settore. Eventuali interventi di riconversione potranno essere valutati solo per evidenti criticità
sociali, ambientali e viabilistiche, e qualora poste in ambito in evidente contrasto con l’intorno.
3. L’organizzazione delle attività terziarie e commerciali.
Sono presenti sul territorio attività commerciali di vicinato e di media distribuzione per il settore
alimentare.
La rete di vendita è situata prevalentemente nel nucleo storico di Fiorano e nella sua prima cerchia
lungo la via Donatori di Sangue.
Le strutture presenti soffrono la concorrenza commerciale prodotta dalle strutture di scala
maggiore dei comuni limitrofi o da grandi strutture di vendita della parte bassa valle (soprattutto
nel settore alimentare).
4. L’organizzazione dei servizi.
Allo stato attuale il Comune di Fiorano al Serio non è dotato del Piano dei Servizi.
Le previsioni in materia di servizi hanno come obiettivi principali: la riorganizzazione di tutti i servizi
presenti al fine di razionalizzare l’uso degli spazi e ottimizzare i costi di gestione.
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Dovrà essere implementato il sistema di parcheggi pubblici per l’area centrale e le parti dell’ambito
urbano privi di aree a standard o con presenza di aggravanti urbanistiche.
5. Il sistema della mobilità.
Confermare il sistema stradale previsto nel vigente P.R.G. rafforzandolo con un asse viario di
collegamento tra via Locatelli e via Bombardieri funzionale ad alleggerire il traffico veicolare nel
centro storico in direzione nord-sud, con benefici sulla qualità ambientale complessiva del centro e
sul sistema della viabilità locale.
6. Il sistema paesistico – ambientale.
L’Amministrazione Comunale intende corredare il piano con una approfondita analisi.
Questa, dal punto di vista paesaggistico, deve permettere di:
- individuare ambiti di elevata naturalità;
- individuare i percorsi di carattere paesaggistico;
- individuare e classificare i fabbricati connotativi dell’architettura rurale seriana;
- individuare e caratterizzare gli ambiti aventi sensibilità paesistica omogenea;
- mantenere e potenziare l’ambito del parco pubblico a ridosso del fiume Serio.
Tale sistema paesistico-ambientale si relaziona con quello dei Comuni contermini.
7. La salvaguardia del patrimonio storico – artistico – culturale.
Si tratta di un tema che interessa fortemente il PGT ma che non ha significative ripercussioni sui
territori esterni. Vi è però la necessità di pubblicizzare gli elementi attrattivi turistici del territorio.
8. Le scelte in ordine all’attività agricola ed alla conduzione dei territori rurali.
Le attività agricole presenti sul territorio comunale sono principalmente a conduzione familiare e
rappresentano una forte risorsa per il mantenimento e la tutela del paesaggio agricolo e montano.
Il fenomeno che va maggiormente organizzato è l’importante presenza di edifici di architettura
rurale sparsi sul territorio montano del Comune, che denotano un significativo aspetto ambientale,
ma che attualmente risultano per lo più abbandonati e degradati. Il loro recupero oltre che
consentire la salvaguardare della loro valenza storica e paesaggistica, concorre a garantire la
presenza dell’uomo in ambiti territoriali abbandonati a se stessi e privi di manutenzione forestale. I
motivi di degrado sono dovuti principalmente alla mancanza di collegamenti carrali e all’elevato
costo di sistemazione degli edifici. Necessitano quindi politiche urbanistiche e generali di
incentivazione.
18
9. Problematiche specifiche a particolari condizioni del territorio.
Non vi è presenza sul territorio di attività produttive a Rischio d’Incidente Rilevante (R.I.R.).
Le situazioni sopra sinteticamente individuate consentono di definire gli ambiti d’influenza e la
porzione territoriale, che è da considerare estesa a tutti i comuni contermini, specie quelli che si
definiscono nel continuum urbano da Gazzaniga a Colzate.
19
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
2 - SUOLO E SOTTOSUOLO : geomorfologia, idrologia e idraulica;
difesa del suolo e delle acque.
20
2.1. GEOMORFOLOGIA
Il Comune di Fiorano al Serio è munito dello Studio Geologico Idrogeologico e Sismico, redatto nel
giugno 2011 dalla Dott.ssa Geol. Michela Pecchio e dal Dott. Geol. Gianluigi Nozza.
II territorio comunale di Fiorano al Serio si caratterizza per la presenza di tre ambiti morfologici
principali: una zona subpianeggiante verso SE, una zona a debole pendenza e una zona di
versante a NW.
o
Ambito di fondovalle: Piana del Serio: contraddistingue approssimativamente le aree del
territorio comunale ubicate a quota inferiore ai 400-410 m s.l.m. circa, e caratterizzate da
una pendenza media inferiore ai 5° con un gradiente di circa il 3.3 % che assume una
direzione Nord-Ovest Sud-Est. Questa porzione di territorio è caratterizzata da diversi ordini
di terrazzamenti che si sviluppano parallelamente alla direzione del fiume Serio, che
testimoniano l’alternanza, in un contesto di generale sollevamento del territorio, di fasi
deposizionali ed erosive. Per la ragione appena esposta i terrazzi più antichi occupano la
porzione altimetricamente più elevata mentre quelli più recenti si collocano a quote
inferiori. Spesso gli orli di questi terrazzi sono mascherati dalle strutture antropiche che in
questa zona assumono una densità particolare. Orli di scarpata sono visibili nella zona di
Via Ripe e in Via IV Novembre, con dislivello di pochi metri. L’area é completamente
urbanizzata, ma gli orli sono ancora bene riconoscibili.
o
Ambito del pianalto di San Fermo: contraddistingue approssimativamente le aree del
territorio comunale ubicate a quota compresa tra i 440-450 e i 470-480 m s.l.m.. La
morfologia della zona è subpianeggiante e si accentua nel settore settentrionale
dell’ambito, in corrispondenza delle zone di affioramento dell’Unità di Semonte che, per la
sua natura conglomeratica e per la forte cementazione, appare meno erodibile dei terreni
circostanti. In questo settore particolare, le pendenze, che in media sono di circa 7°,
possono raggiungere anche i 20°. Il gradiente medio in direzione Nord-Est Sud-Ovest è di
circa 4,5% Il pianalto di San Fermo si è formato in epoca Pleistocenica, a seguito
dell’alternanza tra diverse fasi deposizionali ed erosive del F. Serio. Anche questo ambito è
andato incontro negli ultimi decenni ad una intensa urbanizzazione che di fatto ha portato
alla quasi completa occupazione del territorio.
o
Scarpata di raccordo tra fondovalle e pianalto di San Fermo: il raccordo tra ambito di
fondovalle e zona del pianalto avviene attraverso una scarpata allungata in direzione NordEst Sud-Ovest, di ampiezza compresa tra un minimo di circa 50-60 metri ed un massimo di
120 m e con un dislivello medio di circa 45-50 metri. Nel settore più occidentale del
21
territorio comunale tale scarpata si raccorda con l’inciso fluviale della Valle Misma, orientata
in direzione approssimativamente Nord-Sud e caratterizzata da un dislivello medio di circa
20 m. Poiché non esiste soluzione di continuità tra le due scarpate queste vengono
considerate insieme anche se la loro genesi è da riferire all’azione fluviale di due distinti
corsi d’acqua: il Serio e il T. Misma. La pendenza media in questo settore è pari a 23° circa
con punte massime pari a 37° in prossimità del tratto iniziale della strada che dal centro
abitato porta a San Fermo. Poiché in corrispondenza della scarpata in questione si possono
osservare diversi affioramenti rocciosi riferibili al substrato roccioso (Calcare di Zorzino) è
probabile che la genesi della scarpata stessa sia da riferire principalmente all’azione erosiva
operata dal F. Serio in epoca post Pleistocenica.
o
Zona di versante: la porzione montana di Fiorano al Serio è rappresentata dal territorio a
Nord della località San Fermo, e in buona parte ricadente nella porzione inferiore del
versante destro della Val Vertova. Questo settore si sviluppa tra le quote di 428 e 571 m
s.l.m., con una media di circa 500 m slm. Tale zona è costituita da pendii con una
pendenza media sui 22° ed una pendenza massima di circa 46°. Il substrato roccioso è
prevalentemente subaffiorante; gli affioramenti, piuttosto scarsi e di limitata estensione
areale, sono limitati ad alcune porzioni dell’alveo del T. Vertova, (e zone limitrofe), agli
intagli stradali e in corrispondenza dei tratti a maggiore acclività. Il deposito superficiale,
che sutura la roccia costituente l’ossatura dei versanti, è in media di limitato spessore; solo
localmente, in corrispondenza delle zone morfologicamente più depresse, può raggiungere
spessori di qualche metro. Per quanto concerne la sua natura, esso è rappresentato
principalmente dalla coltre eluvio-colluviali, a cui spesso si associano depositi di natura
detritica.
22
2.1.1. Forme e processi legati alla gravità
L’immagine a seguire (parte della legenda della tav. 3 Carta Geomorfologica) elenca l’insieme delle
forme di erosione o di accumulo riconosciute nel territorio comunale, che possono essere riferite al
sistema morfogenetico gravitativo, cioè a quel sistema in cui l’azione della gravità è prevalente
sulle altre concause.
Per ciascuno degli elementi riportati si esprimono le seguenti considerazioni:
o
Frane non fedelmente cartografabili: comprendono tutte le manifestazioni franose per lo
più molto superficiali e di limitata estensione areale al punto da costituire un ostacolo alla
rappresentazione cartografica in scala. Nella maggior parte dei casi si tratta di frane di
scivolamento di tipo rotazionale, quiescenti o inattive. Le superfici di scivolamento sono
impostate preferenzialmente al contatto con il substrato roccioso. Sono localizzate in due
distinti ambiti geomorfologici. Il primo di questi corrisponde alla scarpata di raccordo tra
fondovalle e pianalto di San Fermo, il secondo corrisponde alla zona del basso versante
della Valle Vertova. Sono state riportate tutte le frane di cui si aveva notizia, sia su base
bibliografica, che sulla base dei rilievi diretti effettuati. Si tratta di 22 situazioni classificabili
come prevalentemente quiescenti, in cui è possibile riconoscere alcuni elementi morfologici
caratteristici, come ad es. la zona di nicchia o la zona di accumulo dei materiali mobilizzati,
ma che al momento appaiono ricoperti da una vegetazione, sia erbacea che arbustiva, che
testimonia la momentanea assenza di ulteriori fenomeni evolutivi. Quattro situazioni sono
state classificate attive, cioè con indizi di movimenti recenti. Una di queste, in prossimità
23
del settore sommitale della scarpata di San Fermo, poco al di sotto del gruppo di cascine
ubicate alla fine di Via Moroni, si è verificato i primi di dicembre del 2010. L’evento, non
nuovo in quella zona si è verificato a seguito di un periodo di intense e prolungate
precipitazioni. Il movimento rilevato è di circa una ventina di metri di ampiezza e di
parecchi metri di spessore; ha interessato principalmente i depositi superficiali, eluviocolluviali, e forse anche la porzione sommitale dell’Unità di Casnigo. Sono state indicate in
carta anche alcune situazioni di piccole frane stabilizzate artificialmente.
o
Orli di scarpata di degradazione e/o di frana: sono stati individuati alla sommità della
scarpata di raccordo tra fondovalle e pianalto, e alla sommità dei tratti maggiormente
acclivi che caratterizzano il versante destro della Val Vertova. In quest’ultima area sono
riconoscibiliessenzialmente forme di erosione, mentre non sono riconoscibili forme di
accumulo. L’unica eccezione è rappresentata dal tratto di versante a Nord della frazione
Dossello di Gazzaniga, in cui la fotointerpretazione e i rilievi di terreno, concorrono ad
indicare la presenza di una paleofrana.
Sono stati riconosciuti sul terreno i seguenti elementi:
-
la probabile nicchia di distacco, di forma semicircolare, e di circa 160 metri di
ampiezza, ubicata ad una quota di circa 580 m s.l.m., interessante un pendio con
una pendenza media sui 35°;
-
o
la
zona
di
accumulo
del
materiale
mobilizzato
(argilliti),
di
forma
approssimativamente triangolare e con una pendenza media sui 15°;
-
o la presenza di una piccola ansa fluviale in corrispondenza della zona di accumulo,
come risposta da parte del T. Vertova alla spinta del movimento franoso in direzione
Nord; si segnala che tale ansa, di circa 150 metri di ampiezza, è in pratica l’unica
riconoscibile in questo tratto del T. Vertova, per il resto caratterizzato da un
andamento abbastanza rettilineo;
-
o la presenza, alla base della zona di accumulo, di numerosi massi a spigoli vivi, e
quindi non riconducibili all’azione di trasporto fluviale, in buona parte impiegati in
passato anche per la realizzazione di muri di contenimento a secco.
Per quanto concerne lo stato di attività gli elementi riconosciuti sono per lo più quiescenti;
gli unici classificabili come attivi sono localizzati:
-
ad Est della paleofrana di cui sopra, dove è stato rilevato il crollo, recente, di una
porzione di una parete rocciosa, con formazione di un piccolo accumulo di detriti
alla sua base;
-
o in corrispondenza del confine comunale, qualche centinaio di metri a monte della
località
24
-
Scesa (comune di Vertova); qui siamo in presenza di una scarpata piuttosto acclive,
con un substrato affiorante riferibile alla formazione delle Argilliti di Riva di Solto,
caratterizzato da un degradazione continua ad opera della gravità e degli agenti
meteorici, che portano alla formazione di piccoli accumuli alla base della scarpata
stessa; o Nel settore orientale della scarpata di raccordo tra fondovalle del Serio e
pianalto di San Fermo e in corrispondenza della scarpata orientale del T. Misma.
o
Crolli in roccia: sono state riportate in carta le situazioni di crolli in roccia/caduta massi che
più da vicino interessano le abitazioni: una di queste è stata rilevata poco a monte delle
abitazioni della Val Vertova, ad Est della quota 451.5 indicata sulla carta tecnica regionale.
In questo caso i titolari delle abitazioni, hanno provveduto in proprio al posizionamento di
una sorta di rete di protezione in aderenza, costituita da una rete metallica plastificata, che
pur nella modestia dei materiali impiegati, esercita comunque un certo ruolo di protezione.
Le situazioni più problematiche caratterizzano i versanti sovrastanti le vie Giardini e Cedrali,
dove la presenza di affioramenti di calcari stratificati e più o meno fratturati, in giacitura
sfavorevole (da franappoggio a debole traverpoggio), pongono le premesse per frequenti
distacchi di blocchi rocciosi, (specialmente in occasione di periodi di pioggia prolungati) che
rotolando a valle potrebbero anche raggiungere le abitazioni sottostanti. Lo STER ha
provveduto in passato a mettere a dimora una serie di protezioni, rappresentate da alcune
reti in aderenza e da una barriera paramassi di circa 1,5 metri di altezza e 100 metri di
lunghezza, a monte delle abitazioni di via Giardini. In relazione alle problematiche
riscontrate si ritiene che la situazione di Via Giardini, sia sostanzialmente risolta, anche in
considerazione della dimensione tutto sommato modesta dei detriti che si distaccano dalle
pareti sovrastanti e che si accumulano a tergo della protezione. Diverso appare il discorso
per quanto riguarda le abitazioni di Via Cedrali, che sono prive di alcuna protezione. Il 10
giugno del corrente anno, gli scriventi sono stati contattati dall’amministrazione comunale,
per effettuare un sopralluogo a monte dell’abitazione sita in Via Cedrali al n. 1, da dove nei
giorni precedenti si era verificato il distacco di un masso di circa 200 chili, che si era
fortunatamente arrestato contro un pollaio in legno, evitando le strutture sottostanti. Alla
luce delle considerazioni di cui sopra gli scriventi hanno auspicato la realizzazione di uno
studio di dettaglio del versante, al fine di procedere all’acquisizione di tutte le informazioni
necessarie per la sua messa in sicurezza.
o
Coni misti detritico-colluviali: sono stati riconosciuti esclusivamente in Val Vertova,
essenzialmente su base morfologica, a causa della intensa copertura vegetale, e si
collocano alla base di due incisi particolarmente pronunciati che interessano il versante.
25
o
Accumulo di debris-flow: nella zona a cavallo dei coni detritico colluviali sopra descritti, è
stato osservato, in corrispondenza dello sbocco di un inciso minore, un rilevato con una
ampiezza di circa 15 metri, e una lunghezza di oltre 60, allungato in direzione Nord-Est
Sud-Ovest nettamente rilevato rispetto alla morfologia circostante. La situazione dei luoghi
lascia pensare alla messa a dimora di questo corpo sottoforma di colata di detrito.
Completano il quadro delle dinamica gravitativa, le zone caratterizzate da coperture con pendenza
maggiore di 20° e quelle caratterizzate dal substrato (in questo caso principalmente subaffiorante)
con pendenza maggiore di 35°. Queste zone sono state ricavate mediante intersezione tra il DTM
messo a disposizione sul geoportale della Lombardia, e la carta litogica dello studio geologico.
2.1.2. Forme e processi legati all’azione delle acque superficiali
I principali elementi geomorfologici legati all’azione delle acque superficiali sono riferibili all’attività
del Fiume Serio, del Torrente Vertova, e in minor misura del Rio Misma. Con riferimento alla figura
seguente che illustra la legenda impiegata per il sistema morfogenetico fluviale, si illustrano i
principali elementi riconosciuti.
o
Orlo di scarpata di erosione fluviale: sono legati essenzialmente all’attività del torrente
Vertova e del F. Serio. Gli orli attivi sono quelli più recenti e si collocano immediatamente a
ridosso degli alvei attuali. Gli orli inattivi sono riconoscibili solo per il F. serio, dove
delimitano almeno due ordini di terrazzi fluviali collocati ad una quota media
rispettivamente di 380 e 395 m s.l.m., riconoscibili nonostante l’intensa antropizzazione, a
causa della variazione di quota locale.
o
Vallecola a V con fenomeni di erosione incanalata: a parte il torrente Vertova e il F. Serio, il
territorio di Fiorano non annovera altri corsi d’acqua di particolare importanza. L’unico
degno di nota è il rio Misma, che delimita il territorio comunale verso occidente, incidendo i
depositi superficiali affioranti sul pianalto di San Fermo. La morfologia risultante, di genesi
recente, è tipicamente quella di una valle con forma a V legata all’azione erosiva di fondo
delle acque incanalate.
26
o
Conoide di deiezione: nel territorio comunale di Fiorano al Serio, non sono riconoscibili
significative forme di accumulo riconducibili a conoidi di deiezione che invece sono evidenti
nelle zone limitrofe e in particolare allo sbocco del torrente Romna sulla sponda sinistra del
t. Vertova. Potrebbero essere riferiti a questa categoria, i depositi allo sbocco del Rio
Misma, per i quali è ormai difficile, visto il livello di antropizzazione raggiunto, riconoscere
gli elementi morfologici caratteristici della conoide che è stata comunque riportata in carta.
Si tratta di una forma legata a processi certamente inattivi, e quindi non riattivabile
(relitta).
2.1.3. Forme e processi legati all’attività carsica
E’ stato riconosciuto un unico elemento riconducibile al sistema morfogenetico carsico. Si tratta di
una piccola depressione di forma approssimativamente circolare, di circa 40 metri di ampiezza, e
3-4 metri di profondità, localizzata sul pianalto di San Fermo in prossimità dell’incrocio tra le Vie
Papa Giovanni XXIII e Via G.B. Moroni. E’ probabile che tale forma sia il risultato dell’azione erosiva
sotterranea, ad opera delle acque di infiltrazione sul pianalto, sui depositi dell’Unità di Casnigo.
La figura seguente illustra la legenda impiegata per i processi legati all’attività carsica.
2.1.4. Forme e processi legati all’azione antropica
Il territorio comunale si presenta fortemente antropizzato, almeno per quanto riguarda i settori di
fondovalle e del pianalto di San Fermo. Tra gli elementi antropici di maggior interesse sono stati
riportati in carta le opere idrauliche, gli eventuali punti di ostruzione al deflusso delle acque
superficiali, i terrazzamenti agricoli e le opere di difesa dalla caduta massi.
27
Sono presenti due derivazioni idrauliche, sul F. Serio, all’estremità sud del comune, e all’altezza
della località Rasga in comune di Casnigo.
Tombinature ostruibili sono state indicate lungo il Rio Misma, all’altezza della chiesetta di San
Fermo e alla fine di via Fugazzera, dove il Rio Misma viene definitivamente intubato, quantunque
non si siano potute raccogliere testimonianze recenti in tal senso.
2.1.5. Inventario delle frane e dei dissesti della Regione Lombardia
La Carta Geomorfologica, di seguito riportata, è stata redatta previa consultazione dell’inventario
delle frane e dei dissesti messo a disposizione sul geoportale della Regione Lombardia.
Il quadro del dissesto indicato in questo documento, particolarmente critico, in quanto evidenziava
la presenza di numerose frane interessanti la Val Vertova, è stato verificato sia sulla base delle
fotointerpretazione dei voli aerei disponibili che mediante rilievi in sito.
Gli scriventi, alla luce del materiale acquisito e analizzati, ritengono che gran parte dei movimenti
franosi indicati nell’inventario, non trovino riscontro nella realtà. E’ ben vero che si possono
osservare diverse concavità, in corrispondenza di versanti particolarmente acclivi, che potrebbero
fare pensare alla presenza di nicchie di distacco, ma queste non si accompagnano quasi mai, a
corrispondenti forme di accumulo.
Pare quanto meno strano infatti che a fronte di nicchie di distacco di centinaia di metri di ampiezza
non corrispondano almeno residui di accumuli nelle porzioni intermedie del versante o nel
fondovalle.
Carta Geomorfologica
28
2.1.6. Sismicità dell’area
Il Comune di Fiorano al Serio, nella recente riclassificazione dei Comuni a rischio sismico di cui
all’Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20.3.2003, è inserito in classe sismica 3.
Secondo la normativa sia nazionale che regionale, l’inserimento nell’elenco dei Comuni classificati
sismici, sebbene con basso grado di rischio, comporta “l’individuazione dal punto di vista
geomorfologico e geotecnico delle aree passibili di amplificazione sismica”.
L’esame delle caratteristiche geologiche di larga sintesi mostra che sul territorio di Fiorano al Serio
possono essere riconosciute - in generale – litologie, per le quali lo studio della Regione Lombardia
fornisce indicazioni in merito ai parametri utili per la valutazione del rischio sismico e
dell’amplificazione
sismica
locale,
da
verificare
anche
in
funzione
delle
caratteristiche
geomorfologiche.
Risulta evidente che, nel territorio comunale di Fiorano al Serio, si debba tener conto della
necessità di provvedere ad approfondimenti in occasione di interventi o sistemazioni di edifici
esistenti pubblici.
Relativamente alle aree che potrebbero essere maggiormente interessate dall’amplificazione degli
effetti di un sisma, si segnalano le scarpate e gli orli terrazzati morfologici, dai quali sarà
opportuno mantenere un’adeguata distanza, e le aree sottoposte ad intensi fenomeni di
degradazione del versante e del substrato roccioso, peraltro già inserite nella classe IV di fattibilità
geologica.
2.1.6.1. Aggiornamento ai sensi della D.G.R. n. 1566/2005 e della D.G.R. n.7374/2008
relativamente alla componente sismica dello Studio Geologico
La Legge Regionale 11 marzo 2005, n.12 “Legge per il governo del territorio” ha abrogato la
precedente l.r. 24 novembre 1997 n° 41, e le relative D.G.R. applicative: le d.g.r. n. 5/36147 del
18 maggio 1993, n. 6/37918 del 6 agosto 1998 e n.7/6645 del 29 ottobre 2001, che hanno
costituito, sino ad ora, gli indirizzi tecnici per gli studi geologici a supporto degli strumenti
urbanistici generali dei Comuni.
La Regione Lombardia, in ottemperanza all’art. 57 della L.R. 12/2005, ha approvato, con D.G.R.
n.8/1566 del 22/12/2005 “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica,
idrogeologica e sismica del piano di governo del territorio, in attuazione dell’art. 57 della l.r. 11
marzo 2005, n. 12”, le nuove linee guida per la prevenzione del rischio idrogeologico attraverso
una pianificazione territoriale compatibile con l’assetto geologico, geomorfologico e con le
condizioni di sismicità del territorio a scala comunale.
I criteri contenuti nella D.G.R. perfezionano le precedenti direttive in materia, dettate dalle citate
deliberazioni della Giunta Regionale e puntualizzano, in particolare, gli aspetti del rischio
29
sismico, a seguito della nuova classificazione sismica del territorio nazionale secondo l’O.P.C.M.
3274 e secondo il d.m. 14 settembre 2005 “Norme tecniche per le costruzioni”.
Il Comune di Fiorano al Serio si è recentemente dotato dell’aggiornamento relativo alla
componente sismica del suo territorio.
2.1.6.2. Carta della Pericolosità Sismica Locale
La carta della Pericolosità Sismica Locale (PSL) effettua una zonazione qualitativa del territorio
sulla base di diversi scenari di rischio sismico, associati alle più comuni situazioni geomorfologiche,
morfologiche o litologiche che si possono riscontrare in natura.
Gli scenari considerati sono illustrati nella tabella seguente:
•
Gli scenari vengono individuati sulla base dei tematismi geologici di base.
•
Le zone che ricadono nelle categorie di tipo Z1 (fenomeni di instabilità) e Z2 (fenomeni di
cedimento o liquefazione), sono obbligatoriamente assoggettate, in fase di progettazione,
all’esecuzione di studi specifici (terzo livello). Pertanto queste aree vengono normalmente
escluse dall’analisi di secondo livello, in quanto si rimanda ai risultati di studi di maggior
dettaglio che richiedono di volta in volta l’impiego di strumentazione di tipo geotecnico,
geofisico, modellazione numerica ecc..
•
Le zone codificate dalla carta della PSL come di tipo Z3 (potenziale amplificazione
morfologica) e Z4 (potenziale amplificazione litologica), sono state assoggettate
all’esecuzione delle procedure di 2° livello, per valutare mediante procedure semplificate
30
semiquantitative, il grado di protezione che la normativa sismica nazionale può garantire
nei confronti dei fenomeni di amplificazione sismica locale.
•
Le procedure di secondo livello si applicano esclusivamente quando si dimostra che per i
potenziali scenari Z3 e Z4 riconosciuti e giudicati di interesse, sono rispettate le condizioni
di base richieste dal metodo. Ogni situazione deve venire quindi validata e solo quelle che
superano la fase di validazione vengono sottoposte ad analisi.
L’esame della carta della PSL del Comune di Fiorano al Serio consente di evidenziare soprattutto I
seguenti elementi:
1. il 37,18% del territorio ricade in scenari di pericolosità sismica locale caratterizzati da effetti
di instabilità legati alla presenza di fenomeni franosi attivi, quiescenti o stabilizzati o
potenzialmente franosi (classi Z1a, Z1b e Z1c); tutte queste aree sono automaticamente
assoggettate agli studi di 3° livello da effettuare in fase di progettazione, pertanto per
queste aree non sono stati condotti studi di 2° livello;
2. meno dell’1% ricade in scenari di pericolosità sismica caratterizzati da fenomeni come
Cedimenti e/o liquefazioni, in quanto classificati come terreni potenzialmente scadenti dal
punto di vista geotecnico (Z2);
3.
il 62% circa ricade in scenari di pericolosità sismica locale caratterizzati da possibili effetti
di amplificazione litologica (Classi Z4a, Z4b e Z4d);
4. infine sono state individuate scenari suscettibili di amplificazione topografica (Z3a e Z3b)
per uno sviluppo lineare complessivo pari a poco più di 1,75 Km.
31
Carta della Pericolosità Sismica Locale
32
2.4. INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITA’
Le indicazioni relative alla fattibilità geologica e gli indirizzi da essa determinati sono desunti dallo
“Studio Geologico, Idrogeologico e Sismico”, redatto dalla Dott.ssa Geol. Michela Pecchio e dal
Dott. Geol. Gianluigi Nozza, che tiene conto della conoscenza diretta del territorio.
Il territorio comunale è stato suddiviso in classi di fattibilità raggruppate secondo le diverse
problematiche:
o
Classe 1 (di colore bianco) – fattibilità senza particolari limitazioni: comprende quelle aree
che non presentano particolari limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica
della destinazione d’uso e per le quali deve essere direttamente applicato quanto prescritto
dalle Norme Tecniche per le costruzioni, di cui alla normativa nazionale. Nel territorio di
Fiorano queste aree comprendono tutte le zone pianeggianti o subpianeggianti, senza
particolari evidenze di dinamiche geomorfologiche attive o di limitazioni dal punto di vista
geotecnico.
o
Classe 2 (di colore giallo) – fattibilità con modeste limitazioni: comprende le zone nelle
quali sono state riscontrate modeste limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla
modifica della destinazione d’uso, che possono essere superate mediante approfondimenti
di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza l’esecuzione di opere di difesa. Sono
state suddivise in due sottoclassi contraddistinte dalle lettere “V” e “I” rispettivamente per
le problematiche legate alla stabilità dei versanti e alle condizioni idrauliche. Le nuove
costruzioni o gli interventi di ristrutturazione edilizia sono subordinati alla redazione di una
relazione geologica redatta ai sensi delle “Norme tecniche per le costruzioni” di cui alla
normativa nazionale vigente. Tale relazione dovrà evidenziare le possibili interferenze tra
caratteristiche geologiche ed idrogeologiche dell’area e l’opera di progetto come pure
fornire indicazioni relative agli eventuali interventi di mitigazione delle problematiche
evidenziate.
-
Sottoclasse Classe 2/I: vi sono inserite le zone “Em proposte” nella Carta dei Vincoli,
sulla base delle corrispondenze indicate nella Tab. 2 della D.G.R. n. 8/7374. Poiché
queste zone sono esterne sia alla zona allagabile con Tr=500 anni ricavata dallo
Studio di Fattibilità dell’Autorità di Bacino, sia al limite esterno del canale
idroelettrico Albini, si ritiene che possano andare incontro a fenomeni di
esondazione (pur con bassi tiranti e basse velocità), unicamente se si verificasse la
concomitanza di più fattori negativi (ad es. il verificarsi di una piena più che
catastrofica, accompagnata da fenomeni di sovralluvionamento e/o formazione di
ostacoli imprevisti al deflusso in corrispondenza delle opere di presa o dei ponti
situati più a monte).
33
-
Sottoclasse 2/V: vi sono inserite due piccole aree. La prima, ubicata all’estremità
Nord-Orientale del pianalto di San Fermo, è una zona a debole pendenza, per la
quale non si segnalano particolari dinamiche geomorfologiche, ma sulle quali
potrebbero innescarsi fenomeni di ruscellamento in grado di indurre erosioni
localizzate in concomitanza con eventi metereologici intensi. La seconda costituisce
la zona prossimale del bordo della scarpata a Nord del pianalto, compresa tra le
quote di 470 e 490 m s.l.m.. Anche questa zona è stata inserita in classe 2 a scopo
precauzionale per la sua vicinanza con una zona a pendenza decisamente superiore
e per la possibilità che eventuali costruzioni possano indurre sovraccarichi che
possano innescare fenomeni locali di instabilità.
o
Classe 3 (di colore arancione) – fattibilità con consistenti limitazioni: comprende le zone
nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla
modifica della destinazione d’uso per le condizioni di pericolosità / vulnerabilità individuate,
per il superamento delle quali potrebbero rendersi necessari interventi specifici o opere di
difesa. Le nuove costruzioni o gli interventi di ristrutturazione edilizia (ad eccezione della
sottoclasse 3a/I), sono subordinati alla redazione di una relazione geologica redatta ai sensi
delle “Norme tecniche per le costruzioni” di cui alla normativa nazionale vigente. Tale
relazione dovrà evidenziare le possibili interferenze tra caratteristiche geologiche ed
idrogeologiche dell’area e l’opera di progetto come pure fornire indicazioni relative agli
eventuali interventi di mitigazione delle problematiche evidenziate.
-
Sottoclasse 3a/I: comprende tre distinte zone in prossimità del fiume Serio, che
sono state inserite nella classe Eb (Zona di elevata pericolosità di esondazione) della
Carta dei Vincoli. Si tratta di zone che risultano esterne alla piena con Tr=500 anni,
ma che sono comunque di stretta pertinenza fluviale. Sulla prima di queste zone
insistono alcuni edifici che ospitano le strutture funzionali alla gestione e al controllo
del canale Albini, sulla seconda area insiste un piccolo impianto produttivo di
frantumazione e stoccaggio di inerti con annessi uffici attualmente ospitati in un
container, infine sulla terza area insiste la zona destinata a parco fluviale comunale
(parco Boschina) con annesso un piccolo edificio prefabbricato, gestito da privati su
concessione comunale, con funzioni di bar e servizi igienici per i visitatori del parco.
Nessuno degli edifici presenti riveste carattere residenziale o prevede la presenza
continuativa di persone. All’interno di queste aree non è consentita la realizzazione
di nuovi edifici che rivestano carattere residenziale. Viene anche esclusa la
possibilità di realizzazione di nuovi edifici con finalità produttive ad eccezione di
quelli legati alla gestione/controllo del canale Albini. Per quanto concerne la zona
34
centrale, che ospita gli uffici dell’impianto di frantumazione di inerti, sono consentiti
esclusivamente la conservazione delle strutture esistenti, o la loro sostituzione con
analoghe strutture prefabbricate, autoportanti, di modeste dimensioni, che al
termine dell’attività in essere, possano essere agevolmente smantellate. In caso di
dismissione
dell’attività
produttiva
che
insiste
su
quest’area,
si
prevede
esclusivamente il recupero della destinazione di ambito fluviale.
-
Sottoclasse 3b/I: comprende la zona del pianalto di San Fermo, in corrispondenza di
una depressione del terreno che è stata classificata come dolina. Per questa zona si
dovranno verficare in particolar modo le interferenze con eventuali opere di
progetto legate alla presenza di fenomeni di ristagno idrico, o di scarse
caratteristiche geotecniche compresa la presenza di eventuali vuoti sotterranei.
-
Sottoclasse 3c/V: comprende tutte le zone che sono state classificate nella Carta di
Sintesi come “Aree potenzialmente franose caratterizzate da terreni fini su pendi
inclinati”. Sono zone dove non sono riconoscibili fenomeni di instabilità in atto, ma
per le quali non si possono escludere fenomeni di prima attivazione di movimenti
franosi. E’ presumibile che in questo caso vengano coinvolti principalmente i
depositi superficiali soprattutto nelle zone a maggior spessore eluvio-colluviale, ma
non si esclude la possibilità di coinvolgimento anche di porzioni più o meno rilevanti
di substrato roccioso, specialmente se alterato o in assetto strutturale sfavorevole.
Per queste aree gli studi dovranno approfondire in particolare gli aspetti legati alla
stabilità dei versanti, alle caratteristiche geotecniche dei terreni, all’assetto
strutturale del substrato roccioso e alle sue caratteristiche geomeccaniche.
-
Sottoclasse 3d/V: comprende tutte le zone prossimali al ciglio superiore della
scarpata di raccordo tra pianalto di San Fermo e fondovalle per una estensione di
10 metri. Si tratta di una zona che merita una particolare attenzione per due ordini
di motivi ben precisi. In primo luogo per il fatto che tale ciglio è stato oggetto,
anche in tempi recentissimi, di numerosi piccoli franamenti che hanno coinvolto
principalmente le coperture eluvio colluviali, e in secondo luogo per il fatto che
qualunque edificazione all’interno di questa fascia determina inevitabilmente
sovraccarichi che possono tradursi in un peggioramento sensibile delle condizioni di
stabilità del ciglio di scarpata. Per le ragioni sopra espresse, si sconsigliano
calorosamente nuove edificazioni ad una distanza inferiore ai 10 metri dal ciglio
della scarpata. Eventuali deroghe a questa indicazione dovranno essere supportate
da una specifica indagine geologica che comprenda, tra l’altro una verifica della
stabilità del pendio, sia in condizioni pseudostatiche che dinamiche. Va infatti
evidenziato che le zone in prossimità del ciglio di scarpata sono soggette a
35
potenziali
fenomeni di
amplificazione morfologica che possono peggiorare
ulteriormente le condizioni di stabilità locali.
-
Sottoclasse 3e/V: comprende due aree distinte, alla base dei tratti a maggiore
acclività della scarpata a monte dell’abitato, e caratterizzati da crolli localizzati in
roccia e da piccoli fenomeni franosi. Sono classificate come “Aree di attenzione” per
la possibilità di coinvolgimento degli edifici da parte dei movimenti franosi che
dovessero verificarsi in corrispondenza della scarpata. In via precauzionale tali aree
sono state estese verso valle, in misura maggiore di quanto riportato nella Carta di
Sintesi, dove si è cercato di delimitare nel dettaglio la zona di risentimento sulla
base dello stato attuale delle conoscenze. La presenza di interventi di protezione
consistenti in reti paramassi e in aderenza dovrebbe aver mitigato sensibilmente lo
stato di rischio a monte di Via Giardini cosa che non si può dire per le abitazioni a
monte di Via Cedrali. La mancanza di protezioni potrebbe infatti consentire a
qualche masso isolato di giungere fino alla base del pendio coinvolgendo le
sottostanti abitazioni. Durante il rilievo si è riscontrato inoltre che le reti in aderenza
a monte di via Giardini sono state ricoperte da una fitta vegetazione arbustiva che
consiglierebbe un controllo della efficienza dell’opera.
o
Classe 4 (rossa) – Fattibilità con gravi limitazioni: l’alta pericolosità /vulnerabilità comporta
gravi limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso.
Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere tese al consolidamento o
alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti
sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza
ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo,
come definiti dall’art. 27, comma 1, lettere a), b), c) della l.r. 12/05, senza aumento di
superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni
necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. Eventuali infrastrutture pubbliche
e di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili;
dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della
tipologia
di
dissesto
e
del
grado
di
rischio
che
determinano
l’ambito
di
pericolosità/vulnerabilità omogenea. A tal fine, alle istanze per l’approvazione da parte
dell’autorità comunale, deve essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che
dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave rischio
idrogeologico.
-
sottoclasse 4a/I: comprende tutte le aree di più stretta pertinenza fluviale del Fiume
Serio, e pertanto maggiormente esposte a fenomeni di allagamento, esondazione
36
ecc. Usando una logica che riteniamo ampiamente cautelativa, in questa classe
sono state inserite tutte le zone a pericolosità molto elevata di esondazione (Ee)
rappresentate nella Carta idrografica con elementi di idrogeologia, nella Carta dei
Vincoli e nella Carta di Sintesi, che sono interne al limite raggiunto dalla piena
catastrofica (con Tempo di ritorno Tr=500 anni).
Legenda Carta di fattibilità geologica per le azioni di piano
37
Carta di fattibilità geologica per le azioni di piano
38
2.5. IDROGRAFIA
La rete di deflusso delle acque superficiali nel territorio comunale di Fiorano al Serio è costituita dal
fiume Serio, con i relativi affluenti: il torrente Vertova, che scorre lungo il margine nord orientale
del territorio comunale e il rio Misma, al confine con Gazzaniga.
Nella “Carta Idrografica con elementi di Idrogeologia”, è stata indicata la rete idrografica ed è stato
riportato l’andamento dell’unico bacino idrografico di stretto interesse comunale, evidenziandone
anche il tratto intubato.
2.5.1 Principali elementi di interesse idraulico del Fiume Serio
Per quanto riguarda le considerazioni di tipo idraulico sul Fiume Serio in corrispondenza del
territorio comunale di Fiorano, si è fatto riferimento al recente studio dell’Autorità di Bacino del
fiume Po:
“Studio di fattibilità della sistemazione idraulica del fiume Adda nel tratto da Olginate alla
confluenza in Po; del fiume Brembo nel tratto da Lenna alla confluenza in Adda; del fiume Serio
nel tratto da Parre alla confluenza in Adda. - 2005”
Questo documento è indicato anche dalla D.G.R. 8/7374 come studio di riferimento per quanto
concerne il suo contributo in termini di “conoscenza idraulica”.
Rispetto ai precedenti studi di carattere idraulico, e in particolare all’Atlante dei rischi idraulici ed
idrogeologici del bacino del Po del PAI, in cui le aree a pericolosità idraulica venivano classificate
su base essenzialmente morfologica, il recente lavoro fornisce:
- un aggiornamento delle portate di piena di riferimento;
- il calcolo dei livelli di piena con diversi tempi di ritorno;
- la perimetrazione aggiornata delle aree allagabili con i tempi di ritorno considerati;
- la “proposta” di una possibile revisione delle fasce fluviali.
Per quanto riguarda le portate al colmo (vedi rapporto “Definizione delle portate di piena di
riferimento – Relazione di sintesi”), si riporta la seguente tabella che fornisce la stima delle portate
in corrispondenza delle sezioni più significative.
39
Indicazioni ancor più dettagliate sono poi desumibili da altri elaborati dello “Studio Autorità di
Bacino” e in particolare dalla “3.2.2.2/1/1R: Relazione descrittiva del modello e di analisi
dell’attività” nella quale sono forniti i risultati della modellazione matematica per la determinazione
dei livelli di piena di dettaglio del fiume Serio.
Nella tabella seguente si riporta uno stralcio delle portate e dei relativi livelli idraulici, per diversi
tempi di ritorno, relativamente alle sezioni idrauliche che ricadono nel comune di Fiorano al Serio.
La “Carta delle aree allagabili” riporta:
o
l’ubicazione delle sezioni utilizzate per i calcoli idraulici;
o
a perimetrazione delle aree allagabili per i diversi tempi di ritorno (T = 20, 200, 500 anni);
o
le possibili interferenze con i ponti, in merito alle condizioni teoriche di deflusso, libero, in
pressione, di sormonto e critico.
Si evidenzia che secondo questo studio, i ponti relativi alle sezioni 161 e 161_1, risultano a
superficie libere per T = 20 anni, mentre sono sormontati per T = 200 e 500 anni.
Per quanto concerne le aree allagabili, si evidenzia che i limiti delle aree esondabili con T=20, 200
e 500 anni, non differiscono tra loro in maniera significativa, per il fatto che lo scorrimento delle
acque avviene in un tratto relativamente incassato, senza possibilità di interferenze con il tessuto
urbanizzato.
La “Carta delle fasce Fluviali”, sempre relativa all’attività 3.3.2.2 “Analisi idraulica” dello studio
citato, riporta una proposta di delimitazione delle fasce fluviali (A, B e C), formalmente non ancora
in vigore in quanto l’iter per la loro adozione non è ancora stato completato.
40
Per maggior chiarezza, nel seguito si riportano i criteri di definizione delle fasce fluviali desunti
dall’art. 28 delle Norme di Attuazione PAI.
o
Fascia di deflusso della piena (Fascia A): è costituita dalla porzione di alveo che è sede
prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento (a livello normativo l’80%
della piena con T=200 anni), ovvero quella porzione di territorio costituita dall'insieme delle
forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena.
o
Fascia di esondazione (Fascia B): è costituita dalla porzione esterna alla precedente,
interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento (T=200 anni). Il limite di
tale fascia si estende fino alla quota raggiunta dalla piena di riferimento, ovvero sino alle
opere idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre opere
di contenimento).
o
Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C): è costituita dalla porzione di territorio
esterna alla precedente (Fascia B), che può essere interessata da inondazione al verificarsi
di eventi di piena più gravosi di quella di riferimento e il cui limite esterno corrisponde ad
un tempo di ritorno T = 500 anni.
Appare evidente che, tra le delimitazioni riportate nella carta delle aree allagabili e quelle delle
fasce fluviali sussistono importanti differenze, la cui spiegazione non è obiettivo del presente
studio. Tuttavia in considerazione del fatto che la carta delle fasce fluviali attualmente costituisce
una “proposta di aggiornamento”, formalmente non entrata in vigore, si è ritenuto di utilizzare ai
fini della redazione delle carte del presente studio, le indicazioni contenute nella carta delle aree
allagabili.
Torrente Vertova
Il torrente Vertova nasce dal Monte Alben e, per un tratto di circa 1 km, segue il confine comunale
nord con il territorio di Vertova.
I dati morfologici principali relativi alla confluenza nel fiume Serio sono:
Superficie: ................................ 24.09 Km2
Elevazione massima: ................ 1910 m s.l.m.
Elevazione minima: .................. 390 m s.l.m.
Elevazione media: .................... 955 m s.l.m.
Lunghezza massima: ................ 10.71 Km
Tcorrivazione (Giandotti): ............... 1.8 ore
Nel territorio di pertinenza comunale il Torrente Vertova scorre per un breve tratto, relativamente
incassato e pochissimo urbanizzato. In corrispondenza dei terrazzi che costeggiano il torrente in
sponda destra, sono presenti solo poche abitazioni isolate.
41
Da testimonianze raccolte in sito, che trovano conferma anche nella banca dati GEOIFFI, il più
recente evento alluvionale di un certo rilievo, accompagnato anche da fenomeni di esondazione
che hanno interessato le zone altimetricamente meno elevate dei terrazzi, si è verificato nel 1972.
Per quanto concerne le stime di portata del torrente, non si hanno a disposizione dati pubblicati;
tuttavia, sulla base delle informazioni di carattere idraulico raccolte dagli scriventi nell’area in
esame, per il T. Vertova alla confluenza nel F. Serio si può stimare una portata centenaria pari a
160 m3/s.
Rio Misma
Si tratta di un piccolo corso d’acqua, caratterizzato dai seguenti dati morfometrici:
Superficie: ................................ 0.43 Km2
Elevazione massima: ................ 579 m s.l.m.
Elevazione minima: .................. 394 m s.l.m.
Elevazione media: .................... 495 m s.l.m.
Lunghezza massima: ................ 1.57 Km
Tcorrivazione (Giandotti): ............... 0.57 ore
Alla quota di circa 394 m s.l.m., il Rio Misma viene intubato e scorre al di sotto di Via Fugazzera.
L’imbocco circolare ha un diametro di circa 80 cm, e la pendenza è stimabile in circa il 9%, fino
all’incrocio con via Dante. Da questo punto non è dato sapere quale tracciato segua esattamente il
tubo per raggiungere il F. Serio, anche se è probabile che il tracciato, presumibilmente rettilineo,
ricada interamente nel comune di Gazzaniga. Il raccordo tra corso d’acqua naturale e tratto
intubato, avviene mediante un canale in calcestruzzo con piccole soglie e griglie di trattenuta dei
detriti trasportati dal corso d’acqua.
In considerazione della sezione e della pendenza del tubo, che consentono di stimare una portata
massima allontanabile di circa 4.5 m3 al secondo, è presumibile che, in concomitanza di eventi
metereologici intensi si possa verificare la tracimazione del manufatto. Lo studio del RIM effettuato
da GEA nel sett. 2004, stima la portata del Rio Misma intorno ai 6 m3/s, è quindi evidente che in
casi estremi, soprattutto se la sezione di deflusso dovesse venire ridotta ad opera dei detriti
trasportati dal corso d’acqua, la sezione risulti insufficiente. La conseguenza prevedibile sarebbe
l’allagamento di tutta la Via Fugazzera fino al’incrocio con Via Dante e oltre lungo via Don
Seghezzi. Date le portate in gioco è presumibile che i tiranti d’acqua siano comunque contenuti
nell’ordine di 1 o 2 decimetri, tali da provocare certamente qualche disagio, ma non di porre
problemi di sicurezza per l’incolumità delle persone. Data la criticità del manufatto in occasione di
eventi metereologici eccezionali, si consiglia la periodica pulizia delle griglie di trattenuta dei detriti,
per garantire sempre e comunque, condizioni ottimali di deflusso. 4.5 Idrogeologia
42
Nel territorio comunale di Fiorano al Serio, non sono presenti pozzi o sorgenti ad uso
acquedottistico captate. Tutte le sorgenti captate sono situate in Val Vertova esternamente
alconfine comunale. Per tale ragione sono disponibili scarsissime informazioni di interesse
idrogeologico e meno che meno è stato possibile redigere una carta della linee piezometriche e/o
della soggiacenza della falda. Nella “Carta Idrografica con elementi di Idrogeologia” è riportata
solo la permeabilità superficiale desunta essenzialmente su base litologica, associando ai diversi
litotipi una stima dei relativi intervalli di permeabilità.
Carta Idrografica con elementi di Idrogeologia
43
2.5.2. Idrogeologia
Nel territorio comunale di Fiorano al Serio, non sono presenti pozzi o sorgenti ad uso
acquedottistico captate. Tutte le sorgenti captate sono situate in Val Vertova esternamente al
confine comunale. Per tale ragione sono disponibili scarsissime informazioni di interesse
idrogeologico e meno che meno è stato possibile redigere una carta della linee piezometriche e/o
della soggiacenza della falda.
2.5.2.1 Permeabilità superficiale dei terreni
Il territorio comunale è stato suddiviso in zone a seconda del grado di permeabilità superficiale che
è possibile attribuire ai depositi superficiali o al substrato roccioso su base bibliografica.
o
Terreni e rocce con permeabilità da buona o elevata (K > 0,1 cm/sec): caratterizzano l’area
di fondovalle e maggiormente urbanizzata del comune, caratterizzata da depositi
alluvionali, per lo più grossolani; tuttavia va evidenziato che proprio la notevole
urbanizzazione del territorio è causa comunque di una impermeabilizzazione artificiale del
suolo.
o
Terreni e rocce con permeabilità discreta (0,001<K ≤0,1 cm/sec): interessano i
conglomerati che interessano la zona del pianalto, come pure i principali accumuli di
depositi superficiali presenti in Val Vertova;
o
Terreni e rocce poco permeabili (K<0,001 cm/sec): caratterizza in buona parte il settore
settentrionale del territorio comunale (Val Vertova), interessato dalla presenza di un
substrato roccioso argillitico e quindi sostanzialmente impermeabile, come pure la zona
della scarpata di raccordo tra pianalto e fondovalle. In quest’ultimo caso la scarsa
permeabilità e condizionata sia dalla presenza di una coltre di depositi fini eluvio-colluviali,
che per ragioni di acclività locale, che favorisce il deflusso verso il basso delle acque di
ruscellamento superficiali.
La vulnerabilità degli acquiferi è direttamente proporzionale alla permeabilità superficiale e
inversamente proporzionale alla soggiacenza della falda. Non avendo elementi di valutazione in
merito alla soggiacenza della falda, in questa sede è possibile mettere in relazione la vulnerabilità
solo alla permeabilità superficiale.
2.5.2.2. Il Reticolo Idrografico Minore
Il Reticolo Idrografico Minore del Comune di Fiorano al Serio è stato redatto nel settembre 2004
dal Dott. Geol. Sergio Ghilardi e dal Dott. Ing. Francesco Ghilardi.
44
2.5.3. Carta dei Vincoli e Carta di Sintesi
2.5.3.1. Carta dei Vincoli
La “Carta dei Vincoli” individua le limitazioni d’uso del territorio derivanti da normative in vigore di
contenuto prettamente geologico. Essa riporta le limitazioni d’uso del territorio derivanti da
normative e Piani sovraordinati di contenuto prettamente geologico. In particolare sono stati
individuati i vincoli derivanti dalla pianificazione di bacino (vincoli PAI) ai sensi della legge 183/89 e
quelli di polizia idraulica ai sensi della D.G.R. n. 7/7868 del 25/1/2002 e successive modifiche.
2.5.3.1.1. Vincoli PAI
Per quanto riguarda gli aspetti idraulici, il quadro del dissesto vigente è quello contenuto nella
proposta di aggiornamento trasmessa all’Autorità di Bacino, tramite “Carta del dissesto” elaborata
d’ufficio dalla Regione Lombardia resa disponibile sul sito del Geoportale. Tale quadro comprende
due distinte aree a pericolosità idraulica molto elevata (Ee) e media o moderata (Em).
Quest’ultima si estende su una parte significativa del tessuto edificato comprendente tra l’altro la
zona industriale e la zona del cimitero.
Tenuto conto che il quadro del dissesto vigente scaturisce da valutazioni che hanno alla base
considerazioni di carattere prettamente geomorfologico, è stato proposto l’aggiornamento del
quadro del dissesto vigente sulla base dei seguenti criteri:
- riduzione della zona Ee, che viene fatta coincidere con le aree allagabili con Tr=500 anni;
- introduzione della zona Eb, che si estende dal limite esterno della zona Ee fino a comprendere
tutta la zona di pertinenza fluviale fino al limite esterno del canale artificiale Albini;
- minori modifiche della zona Em vigente, sulla base del maggior dettaglio topografico offerto dalla
disponibilità del rilievo fotogrammetrico, e completamento della stessa verso Nord fino all’estremità
del confine comunale. Si evidenzia infatti che la rappresentazione del quadro del dissesto vigente
termina (artificiosamente) in corrispondenza di Via caduti per la Libertà, quando si rileva una
sostanziale uniformità morfologica tra le due zone.
Si evidenzia che la proposta di fare coincidere le zone a pericolosità elevata (Ee) con il limite delle
aree allagabili, appare comunque cautelativa in quanto il tempo di ritorno preso come riferimento
corrisponde alla piena “catastrofica” e quindi a rigore, comprende anche aree, che in relazione alla
piena di riferimento Tr=200, potrebbero forse essere classificate come zone a pericolosità media o
elevata (Em).
45
2.5.3.1.2. Vincoli di Polizia Idraulica
Sulla base della suddetta Delibera sono state riportate in carta le fasce di inedificabilità comprese
nei 10 m dall’alveo di piena dei corsi d’acqua, secondo quanto riportato nella individuazione del
Reticolo Idrico Minore sul territorio del Comune di Fiorano adottato dal Comune in seguito ad
emissione del parere favorevole della Regione Lombardia – Sede Territoriale di Bergamo, Struttura
Sviluppo del Territorio, competente per territorio.
Si evidenzia tuttavia che in tale documento non sono riportate le fasce di rispetto relative al fiume
Serio.
Carta dei Vincoli
46
2.5.3.2. Carta di Sintesi
La Carta di Sintesi rappresenta le aree omogenee dal punto di vista della pericolosità/vulnerabilità
riferita allo specifico fenomeno che la genera. E’ costituita da una serie di poligoni che definiscono
porzioni di territorio caratterizzate da pericolosità geologico-geotecnica e vulnerabilità idraulica e
idrogeologica omogenee.
Lo studio ha portato all’individuazione dei seguenti ambiti di vulnerabilità/pericolosità:
- aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti;
- aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche;
- aree vulnerabili dal punto di vista idraulico.
Carta di Sintesi
47
2.5.3.2.1. Aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti
Sono state riconosciute le seguenti aree omogenee:
•
aree soggette a crolli di massi: sono localizzate principalmente in corrispondenza della
scarpata di raccordo tra fondovalle e pianalto, in particolare a monte di via Giardini e
Cedrali. In questo settore sono presenti affioramenti di substrato roccioso, riferibile al
Calcare di Zorzino, in giacitura tra franappoggio e debole traverpoggio, con una inclinazione
prossima a quella del pendio. L’ammasso roccioso non si presenta particolarmente
fratturato, tuttavia la presenza di una stratificazione decimetrica, e di due sistemi di
discontinuità, quasi ortogonali tra di loro, pone le premesse per il distacco di blocchi
rocciosi di qualche decimetro di dimensioni, soprattutto in concomitanza con eventi
meteorici intensi, accompagnati da forti venti; uno dei meccanismi che attivano il distacco
di questi blocchi è rappresentata dal vento, la cui azione meccanica si trasmette attraverso
la vegetazione arborea, in questo tratto particolarmente alta e sottile, fino quasi alle radici
degli alberi, favorendo il distacco dei blocchi maggiormente instabili. Pur evidenziando che i
crolli interessano blocchi per lo più isolati, che nella loro caduta vengono in parte rallentati
dalla presenza di un sottobosco arbustivo alquanto fitto, appare evidente che i blocchi di
dimensioni maggiori possano rotolare fino a valle, costituendo un rischio concreto per le
abitazioni realizzate immediatamente a ridosso della base della scarpata;
•
aree a franosità attiva diffusa legate al possibile innesco di scivolamenti rotazionali eplanari
legati alla presenza di terreni a granulometria fine su pendii acclivi: interessano le zone
della scarpata di raccordo tra fondovalle e pianalto, dove non affiora il substrato roccioso
per la presenza di depositi eluvio-colluviali, più o meno spessi. L’elevata acclività tende a
favorire, soprattutto dopo periodi di pioggia prolungati, il distacco di porzioni solitamente
modeste della coltre superficiale per lo più sotto forma di piccole frane di scivolamento con
superficie rotazionale. Anche in questo caso i franamenti possono essere favoriti dal
collasso di piante ad alto fusto, con conseguente affioramento del terreno circostante
l’apparato radicale, terreno che viene quindi esposto all’azione di dilavamento delle acque
di scorrimento superficiale;
•
aree diffusamente interessate da movimenti franosi quiescenti: il tratto di versante
intermedio della Val Vertova, caratterizzato da pendenze mediamente elevate e da un
substrato per lo più subaffiorante riferibile alle Argilliti di Riva di Solto, è diffusamente
interessato da fenomeni franosi, sia puntuali che legati alla presenza di scarpate di
degradazione di forma allungata. Le forme di erosione sono le sole facilmente riconoscibili,
mentre quelle di accumulo, sono state presunte su base topografica poiché mascherate
dalla fitta vegetazione presente;
48
•
aree a pericolosità potenziale legata alla presenza di terreni a granulometria fine su pendio
inclinato: i rilievi più elevati del territorio comunale tra il pianalto di San Fermo e la Val
Vertova, sono caratterizzati da una pericolosità potenziale di frana legati alla presenza di
versanti a media acclività con depositi superficiali aventi spessore metrico e scadenti
proprietà geomeccaniche, su un substrato marnoso-argilloso anch’esso scadente dal punto
di vista geomeccanico. Si tratta di depositi superficiali particolarmente sensibili a periodi di
piogge prolungate, che hanno l’effetto di ridurre ulteriormente le già mediocri
caratteristiche di resistenza dei materiali, anche in relazione al fatto che il substrato
roccioso sottostante è praticamente impermeabile. Anche la porzione orientale della
scarpata a monte di Fiorano può essere riferita a questa categoria, in quanto anche in
questo settore sono presenti terreni fini di spessore metrico, in questo caso su substrato
calcareo un po’ più permeabile. Anche se per gli ultimi decenni non si segnalano movimenti
franosi in questo settore, le caratteristiche dei depositi superficiali e l’acclività non
consentono di escludere del tutto la possibilità che in occasione di eventi metorici intensi,
possano verificarsi piccole instabilizzazioni della coltre superficiale che possano interferire
con gli edifici sottostanti;
•
aree su pendio a bassa acclività, a pericolosità potenziale in quanto ubicate sul ciglio
superiore di scarpate instabili: lungo il ciglio superiore della scarpata fluviale del rio Misma
e della scarpata a monte dell’abitato, è stata individuata una fascia areale di 10 metri di
ampiezza, di raccordo con le zone circostanti, a pericolosità potenziale per il verificarsi di
fenomeni franosi in corrispondenza delle scarpate stesse. Si evidenzia che qualunque
edificazione in quest’area costituisce un inevitabile sovraccarico che potrebbe peggiorare le
condizioni di stabilità della zona.
2.5.3.2.2. Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico
Sono state riportate per il fiume Serio le aree allagabili con Tr = 500 anni dello studio di fattibilità
della sistemazione idraulica dei fiumi Adda, Serio e Brembo.
Per il Torrente Vertova, non essendo disponibili studi idraulici di dettaglio, si sono riportate le aree
allagabile definite con criterio geomorfologico.
Infine per il Rio Misma si sono riportate le potenziali zone allagabili in occasione di eventi meteorici
eccezionali, nell’eventualità che si verifichi una ostruzione dell’imbocco del tratto tombinato, tale da
non garantire il totale deflusso delle acque di recapito.
49
2.5.3.2.3. Aree che presentano potenziali caratteristiche geotecniche scadenti
Sono state riferite a questa categoria, due modeste aree di terreno allo base del versante, in Val
Vertova, allo sbocco di due piccole incisioni, dove è probabile che si possa essere accumulato uno
spessore considerevole di colluvi.
E’ stata inoltre indicata una possibile zona di ristagno idrico in occasione di eventi meteorici intensi,
in prossimità della dolina (Carta geomorfologica).
50
2.6. CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA
La rete acquedottistica è affidata in gestione alla Società “Uniacque S.p.A.”, con sede legale in Via
Novelli n. 11, a Bergamo.
L’intero territorio urbanizzato risulta servito dalla rete che nel complesso si presenta in buono
stato.
L’impianto serbatoio è ubicato in località Cazzavia-via S. Fermo.
I dati relativi ad analisi sui campioni d’acqua sia dell’acquedotto che da fontane/sorgenti, raccolti e
analizzati dalla “Consulenze ambientali S.p.A.”per conto di Uniacque S.p.A., hanno rilevato la
conformità delle acque ai limiti di cui al D.Lgs. n. 31 del 02.02.2001, al D.Lgs. n. 27 del 02.02.2002
e alla Circolare Regionale n. 15 del 16.03.2004, per le acque destinate al consumo umano.
Di seguito sono riportati i tabulati di analisi più recenti.
51
52
53
54
55
56
Planimetria reti tecnologiche Fiorano al Serio
Particolare rete acquedottistica
57
2.7. RETE FOGNARIA
La rete fognaria è affidata in gestione alla Società “Uniacque S.p.A.”, con sede legale in Via Novelli
n. 11, a Bergamo.
Il territorio urbanizzato è dotato di rete fognaria che, eccetto nelle aree di più recente edificazione,
necessita in alcuni punti di adeguamenti.
Nell’anno 2006 l’ATO segnalava la necessità di rifacimento di tratti di fognatura in via Locatelli, in
via Ripe e in via Donizetti, in via Roma, tra la via Roma e la via Cipressi, in via Bombardieri, e in
via Volta. [Fonte: “Programma di tutela e uso delle acque” – Regione Lombardia]
Si rende inoltre necessaria una verifica dell’intero sistema fognario comunale sul corretto
funzionamento idraulico dei manufatti di sfioro e delle acque stradali collegate alla fognatura
pubblica e portate alla depurazione al fine di valutare il corretto funzionamento del depuratore.
58
Planimetria reti tecnologiche Fiorano al Serio
Particolare rete fognaria
59
2.8. RIFIUTI
Il servizio viene assicurato dalla Società “Servizi Tecnologico Comuni Se.T.Co. S.P.A.”, con sede in
Piazza Orologio, 40 a Clusone.
Il Comune di Fiorano al Serio utilizza la piattaforma ecologica – gestita in modo consortile dai
Comuni di Fiorano, Vertova, Colzate (capo consorzio) – che si trova nel Comune di Colzate, in Via
Rodigari.
Vi possono accedere tutti i cittadini residenti nei Comuni consorziati, mediante la presentazione
della “tessera magnetica per l’accesso alla piattaforma ecologica”.
Gli orari di apertura sono: lunedì chiuso; martedì dalle ore 08,30 alle ore 11,30; mercoledì dalle ore
13,30 alle ore 16,30; giovedì chiuso; venerdì dalle ore 08,30 alle ore 11,30; sabato dalle ore 08,30
alle ore 11,30 e dalle ore 13,30 alle ore 16,30.
Per le ditte artigiane e commerciali: lunedì, dalle ore 13,30 alle ore 16,30.
Abitanti
Pro capite
(Kg/ab*giorno)
RD
con
ing. a
rec.
(%)
Servizi
RD
(N°)
Rec.
Compl.
mat.+
en
(%)
Avvio
a Rec.
di
mat.
(%)
Recupero
di
energia
(%)
Smalt.
in
discarica
(%)
Smalt. in
disc.
extraprov.
(%)
Pc Raee ab.
08
(Kg/ab*anno)
Costi
(€/ab)
3.082
1,057
38,5
12
85,0
35,4
49,6
-
-
0,56
€ 51
Comune di Fiorano al Serio, consumi rifiuti anno 2007 [Fonte ARPA]
60
Abitanti
3.097
RU ind
(Kg/anno)
569.470
Spazzamento strade
(Kg/anno)
56.800
Ingombranti
(Kg/anno)
114.704
Tot. RD
(Kg)
484.309
Tot. Rifiuti
1.225.283
Percentuale RD
(%)
39,53
Pro capite RU ind 2008
(Kg/ab*giorno)
0,502
Variazione percentuale pro capite RU ind
2008-2007
(%)
-4,30
Pro capite RSpazz. Strade 2008
(Kg/ab*giorno)
0,050
Variazione percentuale pro capite
RSpazz.Strade 2008-2007
(Kg/ab*giorno)
(%)
16,54
Pro capite Ring 2008
(Kg/ab*giorno)
0,101
Variazione percentuale pro capite
Ring 2008-2007
(%)
3,26
Pro capite RD 2008
(Kg/ab*giorno)
0,427
Variazione percentuale pro capite
RD 2008-2007
(%)
9,00
Pro capite rifiuti a smaltimento
(Kg/ab*giorno)
Pro capite rifiuti totali 2008
(Kg/ab*giorno)
Variazione percentuale pro capite rifiuti totali
(%)
Percentuale RD + Ing. Rec.
(Kg/ab+anno)
(%)
0,654
1,081
2,27
40,46
Comune di Fiorano al Serio, produzione rifiuti urbani
[Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2008”, Provincia di Bergamo]
61
Abitanti
3.092
RUInd
(Kg/anno)
620.060
Spazzamento strade
(Kg/anno)
16.000
Ingombranti
(Kg/anno)
110.535
Tot. RD
(Kg)
493.363
Tot. Rifiuti
1.239.958
Percentuale RD
(%)
39,79
Percentuale RD+ing.Rec.
(%)
41,13
Pro capite annuo
(Kg)
401,02
Pro capite RUInd 2009
(Kg/ab*giorno)
0,549
Variazione pro capite (%)
RUInd 2009-2008
9,363
Pro capite RSpazz. Strade 2009
(Kg/ab*giorno)
0,014
Variazione pro capite (%)
Pro capite RSpazz. Strade 2009-2008
(Kg/ab*giorno)
-72,000
Pro capite Ring 2009
(Kg/ab*giorno)
0,098
Variazione pro capite (%)
Ring 2009-2008
-2,970
Pro capite RD 2009
(Kg/ab*giorno)
Variazione pro capite (%)
RD 2009-2008
Pro capite Rifiuti a smaltimento 2009
(Kg/ab*giorno)
Variazione pro capite (%)
Rifiuti a smaltimento 2009-2008
Pro capite Rifiuti totali 2009
(Kg/ab*giorno)
Variazione pro capite (%)
Rifiuti totali
0,437
2,342
0,662
1,223
1,099
1,665
Comune di Fiorano al Serio, produzione rifiuti urbani
[Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2009”, Provincia di Bergamo]
62
3 – PAESAGGIO E AMBIENTE
63
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
3.1. L’ “UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP
Il PTCP individua come unica “Unità di Paesaggio n.17, Valle Seriana Inferiore” la porzione molto
vasta ed appartenente alla tipologia dei paesaggi montani e di dorsale delle valli prealpine ed alle
propaggini del paesaggio pedemontano.
Il medio Serio risulta delimitato lateralmente dai crinali limitanti il solco vallivo e dell’altopiano di
Selvino, si sviluppa da nord-est a sud-ovest dal Ponte del Costone all’area gravitante intorno ad
Albino.
La morfologia è caratterizzata dalla compresenza di numerosi solchi vallivi laterali che rimarcano le
emergenze collinari e montuose presenti nell’unità e che costituiscono i primi rilievi delle Prealpi
Orobiche.
Il fondovalle è quasi totalmente interessato dalla struttura insediativa, con caratteri di alta densità,
e che è principalmente collocato lontano dall’alveo fluviale col quale non presenta, tranne che per
brevi tratti, un rapporto significativo.
I versanti sono prevalentemente coperti da colture arboree mentre le aree limitrofe ai centri abitati
conservano, anche se in forma degradata, le testimonianze di colture agrarie complesse e viticole.
Il livello di naturalità risulta a prevalente determinismo antropico con indici buoni in corrispondenza
dei suoli più elevati. Nel fondovalle la presenza di ambiti a urbanizzazione compatta fa si che sia
massimo il livello di artificializzazione.
La media Valle Seriana si sviluppa trasversalmente in un’ampia vallata che scorre in direzione estovest ed è incisa dal letto del fiume Serio. E’ delimitata in ordine contrapposto e con andamento
nord-sud e est-ovest, dai monti Rena, Misma, Altino e Purito; a est di Cene si erge il monte Bue
che, unitamente al monte Altino, delimita la stretta Valle Rossa.
Dal punto di vista vegetazionale, l’ambito è connotato da una forte presenza di boschi anche con
significativa presenza di castagneti, alternati da fasce a colture silvo-pastorali, talvolta coltivate, e
colture pastorali del piano montano. Si riscontra anche la presenza di specie endemiche alpine.
I percorsi di accesso all’unità presentano, in particolare quelli collocati sui versanti e sui crinali,
molti punti in cui la visuale a breve e a lungo raggio è notevole.
La valle antropizzata risulta chiusa a nord dall’abitato di Colzate che rappresenta il margine
settentrionale di un’area fortemente urbanizzata che, in forma di “città lineare” si connette con
l’area metropolitana di Bergamo.
Il paesaggio presenta ampie fasce di territorio in cui si manifesta la vocazione silvo-pastorale, con
una presenza di colture agrarie intensive legate alla zootecnia a ridosso dell’abitato di Gazzaniga e
di Fiorano. Per il resto il paesaggio è tipico delle colture forestali ove dominano i boschi misti di
latifoglie con una propaggine di castagneti nel territorio di Gazzaniga. Da rilevare inoltre l’ampia
zona con evidenti caratteri di paesaggio naturale in territorio di Colzate cui corrispondono praterie,
cespuglietti e boschi relitti a tratti interrotti da consistenti affioramenti litoidi.
64
Il sistema insediativo in questa zona è dato da nuclei e centri abitati collocati a “rosario” lungo il
percorso dell’antica strada di Valle Seriana, nel margine di monte del pianoro soprastante il fiume,
lasciando fra questo e gli abitati un’ampia fascia, un tempo intensamente coltivata.
Ciascuno dei nuclei originari sorge con preciso riferimento orografico: Gazzaniga allo sbocco
dell’importante strada di collegamento con la Valle Brembana; Fiorano al Serio di fronte alla Val
Gandino; Vertova allo sbocco della Valle omonima; e infine Colzate al termine della conca.
Il territorio esterno all’abitato, ricco di corsi d’acqua e di acque risorgive, era in gran parte
destinato a colture agrarie zootecniche e pastorali.
Come per il resto della valle, i nuclei storici presentano caratteri tipicamente medioevali con
fabbricati costruiti con pietre grezze o ciottoli di fiume.
L’espansione residenziale ha interessato principalmente i capoluoghi sul fondovalle, andando
progressivamente a chiudere gli spazi tra un abitato e l’altro, e trasformandoli in un unico
aggregato urbano senza soluzione di continuità.
Le attività produttive hanno occupato e ormai intasato tutti gli spazi fra gli abitati storici ed il Serio,
creando una barriera ormai insuperabile, rafforzata com’è dalla superstrada che costeggia il fiume.
Anche lo sbocco in Val Vertova è interessato da insediamenti produttivi da riordinare.
[Fonte: PTCP Provincia di Bergamo - Localizzazione del Comune di Fiorano al Serio all’interno dell’ “Unità di Paesaggio n.17” ]
65
3.2. I PRINCIPALI CARATTERI PAESISTICI E AMBIENTALI DEL TERRITORIO
3.2.1. La Comunità Montana della Valle Seriana
Fiorano al Serio appartiene alla Comunità Montana Valle Seriana.
Ai sensi della Legge Regionale 27.6.2008, n. 19, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale
n. 6480 del 26.6.2009, è stata costituita la COMUNITÀ MONTANA VALLE SERIANA - ZONA
OMOGENEA n. 8 per fusione della Comunità Montana Valle Seriana Superiore e Comunità Montana
Valle Seriana. La sede è stata fissata a Clusone, Via S. Alessandro n. 74.
Il territorio del nuovo Ente comprende i Comuni di:
Albino, Alzano Lombardo, Ardesio, Aviatico, Casnigo, Castione della Presolana, Cazzano
Sant’Andrea, Cene, Cerete, Clusone, Colzate, Fino del Monte, Fiorano al Serio, Gandellino,
Gandino, Gazzaniga, Gorno, Gromo, Leffe, Nembro, Oltressenda Alta, Oneta, Onore, Parre, Peia,
Piario, Ponte Nossa, Pradalunga, Premolo, Ranica, Rovetta, Selvino, Songavazzo, Valbondione,
Valgoglio, Vertova, Villa di Serio, Villa d’Ogna.
3.2.1.2. La Comunità Montana della Valle Seriana e il Piano di Indirizzo Forestale
La Valle Seriana si colloca nel sistema montuoso delle Orobie bergamasche, in posizione centrale
nel territorio della Provincia di Bergamo e quindi della Regione Lombardia.
L’area in esame occupa una superficie complessiva di 19.487 ha, pari a 194 kmq suddivisa in
diciotto Comuni.
66
Il territorio è fortemente caratterizzato dalla morfologia determinata dal corso del Fiume Serio e
dai rilievi montuosi che lo delimitano. Esso si sviluppa in una fascia altimetrica compresa tra i 270
m s.l.m., nei pressi del fondovalle nel territorio del Comune di Villa di Serio, dove la Valle Seriana
ormai “degrada” verso la pianura, e i 1.800 m s.l.m. circa della dorsale del Monte Alben nell’alta
Val Vertova, che costituisce il culmine dell’intero territorio della Comunità Montana.
Tra gli elementi orografici distintivi del territorio, la Valle Seriana, con orientamento prevalente
nordo-vest/sud-est, rappresenta un elemento cardine e fortemente caratterizzante tutto il
territorio.
Il fondovalle e i bassi versanti limitrofi (destra e sinistra idrografica) sono caratterizzati da
un’acclività ridotta e anche dalla presenza di alcune aree pianeggianti. Queste zone di fondovalle
sono l’ambito principale in cui si localizzano gli insediamenti abitativi e produttivi, i maggiori nuclei
urbanizzati, le attività produttive più importanti e le aree residue, assolutamente sporadiche,
destinate all’attività primaria. Il territorio del fondovalle, proprio perché interessato da questi forti
fenomeni insediativi e produttivi, è l’ambito più sfruttato e modificato dall’uomo, tanto che le aree
a elevata naturalità (tra cui ovviamente le aree boscate) sono assolutamente limitate.
Il territorio della Comunità Montana si distingue per la presenza di alcune valli laterali principali
tributarie della Valle Seriana e di alcuni comparti montuosi che gravitano più o meno direttamente
sul fondovalle seriano: è proprio l’insieme di queste valli e dei principali comparti montuosi a
connotare il territorio della Comunità Montana Valle Seriana. Tutti questi versanti montuosi e le
valli principali sono poi interessati dalla presenza di un sistema di valli secondarie, impluvi, dorsali,
affioramenti rocciosi, ecc., che contribuiscono ad arricchire il paesaggio e a renderlo molto
complesso dal punto di vista geomorfologico.
Nel decennio compreso fra il 1991 ed il 2001, la crescita demografica ha subito un leggero
rallentamento. In tale periodo la popolazione residente nella Valle Seriana è aumentata di 2.425
unità corrispondenti al 2,67% della popolazione totale. Nel decennio precedente, dal 1981 al 1991,
la crescita demografica era stata del 3,41%.
Il settore industriale, nonostante il ridimensionamento subito nell’ultimo decennio, rappresenta
l’asse portante dell’economia della Valle Seriana. Qui, la quota degli occupati nel settore
industriale, rispetto al totale degli occupati extra-agricoli, è più elevata rispetto alla media
lombarda.
In un panorama demografico di complessiva crescita occupazionale, la diminuzione degli addetti al
settore secondario negli ultimi dieci anni, ha provocato l’aumento della forza lavoro nei settori
terziario ed edilizio.
Tale assetto giustifica lo scarso interesse rivolto al settore primario, poiché concretizza vantaggiose
e redditizie alternative alle attività forestali ed agricole. A tal riguardo, si sottolinea come non
esistano, nel territorio, imprese esclusivamente forestali: le utilizzazioni sono effettuate dalle
67
imprese agricole e rappresentano soltanto un’integrazione del reddito ed una forma di occupazione
dei tempi morti che rimangono dalle attività prevalenti.
Osservando i dati ISTAT relativi ai censimenti del 1990 e del 2002, si osserva che la superficie
agraria utilizzata è passata da 5.567 ha a 4.477 ha, subendo una notevole contrazione; il carico
bovino è passato da 5.029 unità a 4.174 , con un carico bovino medio per ettaro di S.A.U. stabile
che sia attesta sul valore 0,9. Parallelamente a questa contrazione del settore si è avuto un
incremento significativo delle aziende, passate da 1705 a 1082, e del patrimonio ovino, caprino ed
equino, su cui però non si hanno dati certi. Ciò lascia intravedere un uso meno intensivo dei suoli
agricoli ed una trasformazione dell’azienda agricola tradizionale (a tempo pieno) in aziende parttime, riducendo le dimensioni medie aziendali; ad accelerare queste trasformazioni sicuramente ha
contribuito la politica agraria comunitaria.
La situazione descritta dimostra che la società locale ha scarso interesse nei riguardi della risorsa
forestale intesa come fonte di materia prima, che peraltro si configura quasi esclusivamente come
legna da ardere; mentre stanno aumentando la sensibilità nei confronti degli altri servigi forniti dal
bosco, in particolare di quello paesaggistico e della domanda di una sua fruizione turisticoricreativa.
Il P.I.F. della Comunità Montana Valle Seriana è stato adottato in data 27.11.2008.
La validità del Piano è di 15 anni e riguarda il periodo 2008-2023.
68
3.2.2. La Media Valle Seriana
Il territorio della Media Valle Seriana (il tratto finale della Valle Seriana) è caratterizzato dalla
presenza del fiume Serio, e dalla pronunciata urbanizzazione che si è diffusa a macchia d’olio dai
piccoli centri storici dei paesi, sorti nei punti di raccordo tra i versanti e la pianura, sostituendosi
sempre più alla campagna e saldandosi all’area urbana della città di Bergamo.
Il corso del fiume Serio, che alterna tratti rettilinei ad ampie anse, è stato condizionato dalla
confluenza delle numerose valli laterali i cui torrenti, depositando allo sbocco un accumulo di
depositi alluvionali (i coni di deiezione), hanno sospinto il Serio verso il lato opposto della valle.
Gli antichi coni di deiezione, come quelli di Gazzaniga e di Vertova, sono difficilmente riconoscibili a
causa della presenza diffusa dell’edificato.
Tra Colzate e Gazzaniga il fiume Serio corre a ridosso dell’alta scarpata in conglomerato che
sostiene il terrazzo morfologico di Casnigo, che come una prua di nave è posto a controllo della
Valle Seriana e dello sbocco della Valle del torrente Romna di Gandino.
Il paesaggio presenta ampie fasce di territorio in cui si manifesta la vocazione silvo-pastorale, con
una presenza di colture agrarie intensive legate alla zootecnia a ridosso dell’abitato di Gazzaniga e
di Fiorano al Serio. Per il resto il paesaggio è tipico delle colture forestali ove dominano i boschi
misti di latifoglie con una propaggine di castagneti nel territorio di Gazzaniga.
Così Maironi da Ponte nell’Ottocento descriveva i territori di:
Fiorano: “…il territorio di Fiorano molto si estende sulla giogaia occidentale della vallata, ed ha
poco tratto piano, pur questo però ben coltivato a biada ed a gelsi, siccome quello di Gazzaniga.
Ed i suoi abitanti sono tutti nella massima, parte agricoltori od impiegati nella preparazione delle
lane e nel fabbricarne drapperie, ed altri attendono all’arte pastoreccia. …”.
[Fonte: Caratteri del paesaggio in provincia di Bergamo – a cura di Moris Lorenzi]
69
3.3. BENI AMBIENTALI VINCOLATI
I vincoli ambientali rappresentano i punti di riferimento con i quali confrontarsi per garantire la
compatibilità tra le trasformazioni del territorio rispetto alle sue peculiarità paesaggistiche.
La presenza e la tipologia dei vincoli presenti sul territorio di Fiorano al Serio è stata definita
ricercando informazioni nel Sistema Informativo dei Beni Ambientali (SIBA) della Regione
Lombardia e confrontando la Tavola dei Vincoli presente nel Sistema Informativo Territoriale
(SITER) della Provincia di Bergamo.
I beni ambientali oggetto di vincolo sono:
- Boschi.
- Fiumi, torrenti e corsi d’acqua (ex D.Lgs. 490/99, art.146-lett.f):
•
Fiume Serio:
tratto vincolato: tutto il corso in ciascuno dei suoi rami di origine fino ai Laghi Maldina di
Barbellino e Cerviara.
- Aree protette:
•
La porzione sud-est del territorio comunale (contigua ai Comuni di Gazzaniga, Cene,
Casnigo e Vertova), secondo la cartografia del “Siter della provincia di Bergamo”, ricade in
un’ “area di rilevanza naturale e ambientale (L.R. n.86/1983 – art.1, lett.e)”.
[Fonte: Siter Provincia di Bergamo – Carta Aree Protette]
Sul territorio comunale di Fiorano al Serio non sono presenti né S.I.C. (Siti d’interesse Comunitario)
né Z.P.S. (Zone di Protezione Speciale).
70
3.3.1. Altri elementi d’interesse ambientale
Relativamente ai beni di carattere ambientale si segnala inoltre la presenza di nuclei rurali a
carattere permanente, malghe e cascine: Colombaia, Pianuri, Pometo.
A Fiorano al Serio lo sport è prevalentemente svago e distensione, la pratica sportiva è orientata
allo sviluppo armonico e alla affermazione della propria personalità.
Tra le passeggiate e le escursioni che si possono praticare nel territorio comunale, si segnala
l’altopiano di S. Fermo, un ampio pianoro a prati che si va popolando di case, su cui sorge la
chiesetta dedicata ai Santi Fermo e Rustico.
Inoltre, si segnala anche il sentiero n. 523 (S.Fermo, Osciöl, Coldrè, Monte Poieto): il percorso
inizia alla chiesetta di S. Fermo per proseguire fino alla tribulina detta dei “Grömei”. Dopo un breve
tratto percorso sulla strada della Val de Grü si riprende il sentiero che sale alla località
Bergamaschi e Dossel di Orezzo, da dove si gode uno spettacolo eccezionale sulla Valle Seriana e
la Val Gandino. Raggiunta la località Osciöl si sale lungo la costa del Monte Cedrina fino alla località
Coldrè che costituisce lo spartiacque con la Valvertova e si prosegue fino alla cima del Poieto
(m.1.360).
Lunghezza del percorso: 6,6 Km.
Tempo di percorrenza: 2,30 h.
71
3.4. IL PIANO D’INDIRIZZO FORESTALE (P.I.F.) DELLA PROVINCIA DI BERGAMO
Il Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Bergamo è stato adottato dalla Giunta Provinciale
con delibera n.21 del 17.01.2011 quale Piano di Settore del Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale (PTCP).
Il P.I.F. costituisce lo strumento di analisi e di indirizzo gestionale per il territorio forestale
provinciale, ai sensi della L.R. 31/2008, oltre all’aspetto settoriale.
Assume anche l’importante ruolo di porsi come strumento di raccordo tra la pianificazione forestale
e la pianificazione urbanistico-territoriale.
In tal caso il P.I.F. viene riconosciuto quale Piano di settore del PTCP, i cui contenuti assumono
cogenza diretta nei confronti degli strumenti urbanistici comunali.
Con la Legge Forestale Regionale n.27/2004 - “Tutela e valorizzazione delle superfici, del
paesaggio e dell’economia forestale”-, viene attribuita una posizione significativa al P.I.F., che
assume un ruolo cardine delle scelte programmatiche, di gestione e di sviluppo del territorio
forestale su scala vasta.
Il ruolo del P.I.F. in chiave urbanistica è stato sancito successivamente dalla L.R. 12/2005, la
stessa che istituisce il PGT, il cui art. 10 stabilisce che il Piano delle Regole (del PGT) recepisce i
contenuti dei Piani di Indirizzo Forestale.
La normativa regionale attribuisce, inoltre, come detto, un’importanza notevole al P.I.F. in merito
ai rapporti con gli strumenti di pianificazione territoriale a scala provinciale e comunale, in
particolare i PTCP e i PGT.
In tal senso è divenuta notevole l’importanza del P.I.F. come strumento di pianificazione
territoriale anche a scala comunale.
All’interno di questa, il ruolo del P.I.F. è fondamentale nella definizione/delimitazione delle superfici
a bosco e nella definizione delle aree boscate di possibile trasformazione.
72
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
4 – SISTEMA INSEDIATIVO E
PATRIMONIO STORICO–ARTISTICO
73
4.1. IL CAPOLUOGO E L’INTORNO
Comune della Valle Seriana, Fiorano sorge in sponda orografica destra del Serio, lungo un terrazzo
alluvionale compreso entro un’ansa formata dal fiume Serio.
Il toponimo Fiorano deriva quasi certamente dal gentilizio romano “florius”, il paese è ricordato per
la prima volta in un documento dell’anno 840, col nome di Fiorano.
Giuseppe Ronchetti nelle sue “Memorie Istoriche”, scrive: “Da una nota dell’insigne archivio di S.
Ambrogio di Milano, si fa menzione di un Arciprete, e di un Arcidiacono della Chiesa bergamasca
con queste notizie. Furono scritte prima della morte di Lodovico Pio, cioè il 27 aprile 840, e
contiene come Ingelberga figlia di Odone, abitante nei confini del Bergamasco, essendosi dedicata
a Dio, e preso il sacro velo veste Religionis induta, donò cinque dei suoi poderi situati in cinque
distinti luoghi del bergamasco, due nomi dei quali non sono stati ben rilevati, e gli altri
esattamente descritti sono: Floriano, Scanzo e Loriano (ossia Lurano), li dona ai due che chiama
carissimi ed amatissimi, cioè Garibaldo Arciprete e Lamberto, fratelli, figli di Salone da Loriano colla
aggiunta di quattordici servi. La carta fu scritta in Ghisalba.”
Angelo Mazzi, nella “Corografia bergomense nei secoli VIII, IX e X”, scrive: “Fiorano, anno 840, col
239 c,d: Quinque sorte de la terra que habere visa in finibus Bergomense. Prima sorte in vico
Floriano … Quanta sorte in vico Floriano… […] questo non può essere che Fiorano sulla riva destra
del Serio, nel mandamento di Gandino: il documento indica chiarissimamente che questo vico era
posto nel nostro contado […] Fiorano la cui forma germina in Florianum richiama ad un gentilizio
Florius, originario possessore del fondo dove sorse il vico Floriano.
Mario Lupi, nel “Codex Diplomaticus), scrive: “Per vico si intendeva un gruppo di abitazioni, le cui
famiglie, fornite di propria chiesa, vivevano dei prodotti del terreno circostante ed indipendente
dagli altri gruppi di abitazioni vicine o lontane, e corredate anche, per l’ordine e per il bene
comune, di regolamenti sia pure rudimentali e di intese sia pure orali”.
Costituito da una contrada sviluppata a ridosso della chiesa parrocchiale, lungo la strada che da
Gazzaniga conduceva a Semonte e Vertova, Fiorano al Serio, a partire dalla fine del XIX secolo,
con l’impianto dei primi stabilimenti tessili nei pressi del fiume Serio, ha convertito la propria
economia da agricola a industriale. Dal secondo dopoguerra ha subito lo sviluppo urbano.
Tra gli edifici significativi del paese vi è la chiesa parrocchiale, di San Giorgio Martire, uno dei più
bei monumenti della Valle Seriana, dichiarata “monumento nazionale”.
74
Sopra un pianoro a monte del paese sorge la seicentesca chiesa intitolata ai Santi Fermo e Rustico.
Parte dell’attuale territorio di Fiorano appartenne nel XIII secolo alla confederazione del Concilio di
Honio, in seguito, nel 1435, risultò unificato a Gazzaniga e Rova, ma già nel 1476 venne
nuovamente menzionato come Comune autonomo. Tra il 1797 e il 1805 fu assorbito per la
seconda volta da Gazzaniga e, tra il 1809 e il 1816, vi fu una terza unione con Gazzaniga, Cene e
Orezzo. Nel 1863 assunse la denominazione di Fiorano al Serio e, nel 1927, fu unito nuovamente a
Gazzaniga, dal quale si separò nel dicembre 1947, ottenendo la definitiva autonomia
amministrativa.
Presso l’Archivio di Stato di Bergamo esiste la più antica planimetria (conosciuta) del Comune di
Fiorano, Distretto XV di Gandino, rettificata nell’anno 1884.
Da essa si può ricavare il tessuto urbano antico e, considerando che a quei tempi gli sviluppi
urbanistici erano molto lenti, tale planimetria si potrebbe adattare ad alcuni secoli precedenti.
Centro del Comune di Fiorano al Serio nell’anno 1844
[Fonte: Archivio di Stato – Bergamo]
[Fonte: “Fiorano al Serio al centro della media Valle Seriana. Porta della Valle Gandino”,
a cura di Giacomo Gualdi]
75
Chiesa di San Giorgio Martire
76
4.2. DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE
La popolazione del Comune di Fiorano al Serio al 31.12.2011 ha registrato un numero pari a 3.084
unità, con un numero di famiglie pari a 1.281.
Nell’anno 1991 gli abitanti erano 2.504 e le famiglie 957.
Dal 1991 al 2011 la popolazione ha registrato un incremento del 23,16% (+580 abitanti; 1,16%
annuo), mentre le famiglie hanno registrato un incremento del 33,8% (+324 famiglie; 1,70%
annuo).
Nell’anno 2001 gli abitanti erano 2.902 e le famiglie 1.192.
Negli ultimi dieci anni successivi al censimento del 2001 la popolazione ha avuto un incremento del
6,27% (+182 abitanti; 0,62% annuo), mentre le famiglie un incremento del 7,46% (+89 famiglie;
0,74% annuo).
77
4.3. VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE
Bene immobile d’interesse artistico e storico (ex D.Lgs. 490/99, art.2):
•
Chiesa parrocchiale di S.Giorgio, è una chiesa antica, se ne ha memoria in un documento
del 1409. Fu ampliata al principio del ‘500 con l’aggiunta di una seconda navata sul lato a
monte, e venne completamente ristrutturata dal 1899 al 1908 quando, su progetto
dell’arch. Virginio Muzio, cui succedette l’arch. Agostino Caravati di Milano, la ditta Ernesto
Paleni costruì una nuova campata, la navata a valle, la facciata e un più profondo
presbiterio con elegante lanterna ottagonale. Così rinnovata la chiesa fu riconsacrata nel
1908 dal Vescovo G. M. Radini Tedeschi che le confermò l’antico titolo di S. Giorgio martire
e sigillò nell’altar maggiore le reliquie dei Santi Prospero e Simplicio.
Il prospetto esterno ripete il tipico schema dello stile gotico lombardo a salienti, con rosone
centrale sopra l’agile protiro, due monofore laterali ed esili pinnacoli a edicola sul fastigio.
L’originario rivestimento di ceramiche colorate della ditta Cantagalli di Firenze fu sostituito
nel 1968 sostituito con un paramento a mosaico della ditta Italo Peresson di Milano, che
completò così il mosaico veneziano dei due angeli in volo eseguito nel 1907 su cartoni di
Ponziano Loverini.
Dei molti affreschi antichi abbattuti durante il restauro della chiesa, sono rimasti una
Crocefissione del ’500, ora pala d’altare, e la Madonna col Bambino e angeli della lunetta
del portale in marmo grigio di Gazzaniga, datato 1520 ed in seguito murato. Tale affresco,
opportunamente staccato nel 1971, è stato sistemato alla parete sinistra del coro.
Nell’abside campeggia in antica cornice il polittico di Gian Battista Moroni (1575)
raffigurante in sei scomparti la Vergine col Bambino, S.Giorgio, e ai lati i Santi Alessandro,
Defendente, Apollonia e Lucia.
Agli altari laterali la pala della Madonna del Rosario con i Santi Domenico, Caterina da
Siena, Francesco e Orsola di Enea Salmeggia detto il Talpino (1609); l’Ultima Cena di G. P.
Cavagna (m. 1627), che vi avrebbe lasciato l’autoritratto nella figura del servo; la Madonna
del Suffragio di E. Albrici (m. 1775); e la Pietà di V. A. Orelli (m.1813), del quale sono
anche i diciassette quadretti della Via Crucis.
L’adorazione dei Magi appesa alla parete della nuova navata è un raro dipinto di T. Lupi
(1560), parecchio manomesso.
La decorazione generale, rinfrescata nel 1954 da C. Gritti, fu realizzata nel 1908 da F.
Taragni che si valse del pittore G. Bosis per le medaglie della volta e di R. Bonomelli per il
grande affresco del battistero.
L’altar maggiore è un raffinato capolavoro del Manni (‘600-‘700) festosamente intarsiato in
marmi policromati attorno a una bella medaglia e coronato da una mirabile tribuna adorna
di marmi pregiati e di finissime sculture. L’altare del Rosario è del 1654.
78
Tra le opere di intaglio si distinguono il coro con ricco seggio centrale (‘500-‘600) e un
grande armadio di sagrestia con cariatidi e festoni (‘600). La statua della Madonna Assunta
è del 1741.
Nel 1954, sotto la direzione dell’Ing. L. Angelini, furono eseguite dagli stuccatori F.
Consonni, G. Poloni e F. Salvi le decorazioni della “scarsella” absidale, e fu rinnovata la
pavimentazione con marmi della ditta C. Remuzzi e tessere in ceramica della ditta Vaccari
di Genova; il cartone per la grande medaglia al centro della navata fu disegnato dallo
scultore E. Aiolfi.
Notevoli, tra gli arredi e i pavimenti sacri, un completo broccato giallo oro, camici e tovaglie
con pizzi di Milano e Venezia, una croce astile d’argento e un pesante lampadario del’700
anch’esso in argento.
Un antico organo di Serassi, rinnovato dalla ditta Balbiani di Milano (1908), fu sostituito nel
1972 ad opera di A. Poli.
Il campanile, iniziato nel 1510 e rifatto quasi ex novo nel 1899 da Muzio, ebbe la pulita
cuspide a cono nel 1950 su disegno dell’ing. Angelini.
[Fonte: “CHIESE PARROCCHIALI BERGAMASCHE. Appunti di storia e arte”di Luigi Pagnoni]
Altre chiese, parrocchiali, edifici religiosi, cimiteri, di interesse storico-architettonico sono:
•
Chiesa dei SS. Fermo e Rustico, posta sul pianoro sovrastante l’abitato di Fiorano,
all’incrocio della strada che conduce ad Orezzo, Val del Gru e alla Cloca, con quella che
porta alla frazione Masserini, nel Comune di Gazzaniga. Si presenta al visitatore come
un’oasi di riposo, prima di iniziare l’erta salita che porta alle abitazioni più elevate della
zona. Questa chiesa fu quasi certamente edificata dalla pietà cristiana a ricordo e suffragio
dei defunti della peste del 1630, che dimezzò il popolo fioranese. Qui sorsero le baracche
degli appestati e il relativo ossario dei malcapitati. Nel 1634 si fa cenno dell’esistenza della
chiesetta. Nel 1780 nella relazione della visita pastorale si parla di un’entrata di L.50 e della
presenza delle reliquie dei SS. Fermo, Rustico e Lorenzo, con autentica. Nel 1858 nella
relazione della visita pastorale si scopre che la chiesa era fatta a volta, che vi era un solo
altare e che la sacrestia aveva a protezione dei cancelli, che il campanile aveva una
campana e vi si celebrava due volte l’anno. Nel 1929 la chiesetta venne completamente
ristrutturata, vi si celebrava tre volte l’anno, nelle festività dei SS. Fermo e Rustico, S.
Lorenzo e S. Rocco. Nel 1954 il Comune di Fiorano allacciò gratuitamente l’energia elettrica
per l’illuminazione della chiesetta. Nel 1971 si decise di restaurare nuovamente la chiesa,
ormai cadente. Nel 1977 dopo il rifacimento della copertura e sostituzione degli infissi, si
scoprirono sotto gli intonaci della parete dell’abside due notevoli affreschi seicenteschi
rappresentanti S. Patrizio e S. Antonio. Nel 1983 con notevoli festeggiamenti vennero
79
inaugurati i grandi restauri della chiesa, le quattro tele restaurate dal pittore Marcello
Bonomi di Nembro, e la nuova pala d’altare, che sostituiva quella rubata nel 1974, opera di
Gian Battista Moroni di Vertova. [Fonte: “FIORANO AL SERIO”, a cura di Giacomo Gualdi]
•
La chiesetta al Cristo degli Alpini, sorge dove esisteva un Crocefisso a ricordo delle Missioni.
Nel 1960 il capo gruppo degli Alpini – Cav. Giorgio Masserini – riuniva il consiglio A.N.A.
ventilando l’idea della costruzione di una chiesetta per la degna sistemazione di quel
Crocifisso. Subito si dava inizio ai lavori. Sul terreno donato dal mutilato di guerra Carlo
Cometti e su disegno del Geom. Albino Martelli, col concorso finanziario di tutti gli Alpini e
di tutta la popolazione fioranese, l’idea poteva essere così realizzata. Nelle fondamenta fu
murata una pergamena chiusa in una bottiglia, che ricorda la costruzione. Sotto l’altare vi è
un’anfora in rame che contiene la terra raccolta sui diversi campi di battaglia. Sopra l’altare
ha trovato degna sistemazione il Cristo Crocefisso, sotto le cui braccia due lapidi marmoree
portano inciso il nome degli Alpini Caduti. Sulle pareti laterali vi sono murate delle piastrelle
col nome di tutti i Caduti. All’esterno, sopra la cancellata, fu murato, ad opera dei fratelli
Guerini un cappello alpino con la penna mozza, segno dell’Alpino Caduto, e si leggono
queste parole “A NOI LA CROCE. ALL’ITALIA LA GLORIA”. Fuori è un ampio piazzale. Ogni
sera la campana ricorda ai fioranesi i suoi figli migliori. Fu inaugurata l’8 ottobre 1961.
[Fonte: “FIORANO AL SERIO. CENNI STORICO-GEOGRAFICI”, edito a curai orano al Serio]
•
Tribulina di Grömei, dalla tipica forma di edicola, al suo interno vi sono pitture popolari di
G.B. Paganessi. Si trova lungo la strada che congiunge l’altopiano con la carreggiabile per
la Val di Grü.
•
Nuovo Cimitero di S. Carlo: l’antico cimitero costruito nel 1808 sul confine dei due Comuni
di Fiorano e Gazzaniga – ampliato nel 1883 - era ormai diventato troppo piccolo per
sopportare l’enorme sviluppo demografico del primo ventennio del secolo e urgeva una
soluzione. Negli anni 1925-1926 ci si accordò per fare un cimitero consorziale dei due
Comuni, in una località sopra Gazzaniga. Nel 1927 fu definito che il cimitero si dovesse fare
nel pianoro della località Masserini, dove vi era un antichissimo oratorio chiamato prima “S.
Rocco al Castello” e più tardi “S. Carlo”. Questo pianoro soleggiato e panoramico, fu
circondato da imponenti mura massicce con al centro l’antico oratorio, per questo du
chiamato “Cimitero di S. Carlo”. Ma il terreno non era adatto a sostenere queste mura e più
di una volta, quando vi erano piogge insistenti, si volgeva lo sguardo al cimitero, con il
timore di trovare tutto a valle, ci vollero grandi lavori di rinforzo perché mantenesse la sua
stabilità. Nel 1928 il cimitero fu inaugurato con una grande manifestazione alla presenza di
80
tutti i gerarchi fascisti della zona e del vescovo monsignor Luigi Maria Marelli, che
benedisse sia il cimitero che la chiesetta di S. Carlo.
[Fonte: “FIORANO AL SERIO”, a cura di Giacomo Gualdi]
I complessi industriali di interesse storico-architettonico, sono:
•
Elettrotecnica G.Anesa;
•
Filatura Tosi Albini, sita sulla sponda destra del fiume Serio. Del 1870, fu ampliata tra il
1910-20 e successivamente nel 1928. Dal 1904 divenne “S.A.”. Dal 1920 “Industrie Riunite
di Filati della Valle Seriana” e dal 1977 “Tessival”. Pochi sono gli edifici superstiti del secolo
scorso. Nella demolizione la centrale idroelettrica rimase divisa dal passaggio della nuova
strada provinciale;
•
Maglio, sito sulla destra del torrente Vertova. La lavorazione del ferro era alimentata dalle
ferriere di Bondione e continuò fra alterne vicende sino al 1907, poi venne trasformato in
cascamificio Gusmini, poi Belotti. Attualmente cessata l’attività ha subito un degrado
edilizio;
•
Maglio Casari, sito sulla sinistra della Valle Vertova. La lavorazione del ferro era alimentata
dalle ferriere di Bondione e continuò fra alterne vicende fino al 1922. Gli ultimi proprietari
furono i F.lli Casari di Albino che producevano utensili agricoli e nel 1915-18 materiale da
guerra. Chiuso definitivamente nel 1925, ora in degrado;
•
Officina meccanica Damiani & C.;
•
S.A. Feltrificio Italiano, di fine ‘800. Dal 1910 subentrò una ditta di Alzano, poi dal 1914
Feltrificio G.Cristini. Specializzato nella fabbricazione dei feltri per cartiera.
•
Tipografia P.Masserini.
La centrale idroelettrica e termoelettrica, è:
•
Ex Centrale idroelettrica della filatura Tosi Albini.
I manufatti connessi ai corsi d'acqua, sono:
•
Presa canale, sulla destra del fiume Serio;
•
Sbarramento Bellora, sul fiume Serio;
•
Sbarramento Tessitura Fiorano, sul fiume Serio;
•
Il ponte della Brevia, sul fiume Serio, massiccio, collega il Comune di Gazzaniga con quello
di Cene. E’ molto antico ma non si conosce la data esatta di costruzione. Appare per la
prima volta in una cartografia di G.Sorte datata 1569 con l’appellativo di “Ponte della
Brevia” (ponticello in legno). Nell’anno 1813 compare una documentazione riguardante il
restauro di questo ponte rovinato dalle piene del Serio, che aveva demolito una delle sei
81
“pile in vivo”, mentre il piano carrale risultava essere di legno. Nel 1874 sorse un
complesso di grande importanza ad opera dei tedeschi Walti e Wilmer all’estremità del
Comune di Cene, di fronte al Comune di Gazzaniga, a cui veniva collegato mediante il
ponte della Brevia. Con l’aiuto di Walti e Wilmer e la volontà degli abitanti di Gazzaniga fu
possibile l’approvazione comunale per il rifacimento ex novo del ponte nel 1858.
[Fonte: [Fonte: “FIORANO AL SERIO”, a cura di Giacomo Gualdi]
[PTCP Provincia di Bergamo – Volume E5, Repertori]
82
5 – MOBILITA’
83
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
La mobilità è un tema cruciale per le politiche ambientali, proprio per il suo forte impatto
sull’inquinamento atmosferico ed acustico e, più in generale, sulla qualità della vita (occupazione
del suolo, tempi di spostamento, sicurezza stradale, accessibilità degli spazi urbani, ecc.).
L'analisi del sistema della mobilità è parte integrante e fondamentale del quadro conoscitivo del
PGT.
Il tema della struttura viaria viene sviluppato in particolare dal Piano dei Servizi.
5.1. LA VIABILITA’ STRADALE
5.1.1. La situazione della rete viaria
Il sistema viario di Fiorano al Serio si articola nelle seguenti direttrici principali di flusso veicolare:
- a carattere territoriale:
-
la nuova strada provinciale della valle S.P. n.35 (ex S.S. 671), viabilità di carattere
territoriale ad intenso traffico veicolare, che corre nella parte sud del territorio, lungo l’asta
del fiume Serio.
-
la vecchia strada provinciale, ora interna al centro abitato, corrispondente alle vie
Bombardieri e Donatori di Sangue;
- a carattere locale e urbano:
-
l’asse di via Locatelli, che si muove in direzione est-ovest interessando il centro storico e la
porzione ovest del centro abitato;
-
l’asse della via Papa Giovanni XXIII, che dal centro storico sale verso nord per raggiungere
San Fermo;
-
l’asse viario di via Sora e via Caduti della libertà che corrispondono alla viabilità del centro
abitato dalla ex S.P. n.35.
5.1.2. Itinerari turistici
La ex Comunità Montana del Valle Seriana ha elaborato una cartografia dei principali sentieri
presenti nel suo territorio (già citati nel capitolo 3, paragrafo 3.3.1. “Altri elementi d’interesse
ambientale”).
84
[Fonte: tavola n. e3_3f, PTCP della Provincia di Bergamo]
85
6 – QUALITA’ DELL’ARIA
86
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
6.1. INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Nel definire il grado di qualità dell’aria, e conseguentemente il suo livello di inquinamento, è
opportuno ricordare la distinzione fra “emissione” e “concentrazione” di sostanze inquinanti.
Per “emissione” si intende qualsiasi sostanza, solitamente gassosa, introdotta nell’atmosfera che
possa causare inquinamento atmosferico; generalmente essa viene espressa in tonnellate/anno.
Per “concentrazione” si intende il rapporto tra massa di sostanza inquinante emessa e volume
dell’effluente; generalmente essa viene espressa in mg/m3.
Per la stima delle principali sorgenti emissive sul territorio comunale di Fiorano al Serio si è
utilizzato l’Inventario Regionale delle Emissioni “INEMAR” (Inventario Emissioni Aria) nella sua
versione più aggiornata riferita all’anno 2005.
Nell’ambito di tale inventario la suddivisione delle sorgenti avviene per attività emissive: la
classificazione utilizzata fa riferimento ai macrosettori relativi all’inventario delle emissioni in
atmosfera dell’Agenzia Europea per l’Ambiente CORINAIR (Cordination Information Air):
1. centrali elettriche pubbliche, cogenerazione e teleriscaldamento;
2. impianti di combustione non industriali (commercio, residenziale, agricoltura);
3. combustione nell’industria;
4. processi produttivi;
5. estrazione e distribuzione di combustibili fossili;
6. uso di solventi;
7. trasporto su strada;
8. altre sorgenti mobili e macchinari;
9. trattamento e smaltimento rifiuti;
10. agricoltura;
11. altre sorgenti e assorbimenti
Per ciascun macrosettore vengono di norma presi in considerazione diversi inquinanti, sia quelli
che fanno riferimento alla salute, sia quelli per i quali è posta particolare attenzione in quanto
considerati gas ad effetto serra, ed in particolare:
•
ossidi di zolfo (SOx);
•
ossidi di azoto (NOx);
•
composti organici volatili non metanici (COVNM);
•
metano (CH4);
•
monossido di carbonio (CO);
•
anidride carbonica (CO2).
•
ammoniaca (NH3);
•
protossido d’azoto (N2O);
•
polveri totali sospese (PTS);
87
•
polveri con diametro inferiore ai 10 mm (PM10);
•
polveri con diametro inferiore ai 2.5 mm (PM2,5).
I dati di INEMAR, elaborati al fine di definire i contributi dei singoli macrosettori alle emissioni in
atmosfera dei principali inquinanti nel Comune di Fiorano al Serio, non sono allo stato disponibili.
Tali dati saranno fatti oggetto di integrazione del presente documento non appena se ne
verificherà la disponibilità.
Centraline fisse nella provincia di Bergamo. [Fonte: Arpa Lombardia, Dipartimento di Bergamo]
Non vi sono centraline fisse di rilevamento della qualità dell’aria sul territorio comunale.
La centralina fissa più vicina è localizzata nel Comune di Nembro.
La fonte principale dell’inquinamento dell’aria è legata all’intensità del traffico nelle ore di punta
sulla viabilità principale.
88
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
7 – INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO,
RADON ED ENERGIA
89
7.1. RUMORE
L’inquinamento acustico rappresenta un serio problema ambientale poiché il rumore è fra le cause
del peggioramento della qualità della vita, in particolare degli ambienti urbani.
Gli effetti dannosi sull’uomo si riscontrano sia a livello uditivo con la sordità o più spesso con
l’ipoacusia (diminuzione dell’udito provocata dall’esposizione al rumore) sia più in generale a livello
psicologico e psicosomatico con disturbi di varia natura.
Per “inquinamento acustico” si intende, secondo la Legge Quadro n.477 del 02.10.1995,
l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o
disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli
ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o
tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi. La Legge Quadro
sull’inquinamento acustico e la Legge Regionale 13/01 “Norme in materia di inquinamento
acustico” infatti hanno previsto la classificazione acustica del territorio comunale, cioè la sua
suddivisione in zone acustiche con l’assegnazione ad ognuna di una delle 6 classi indicate dal
DPCM 14.11.1997.
Le classi di destinazione acustica previste sono le seguenti:
- classe I - Aree particolarmente protette;
- classe II - Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale;
- classe III - Aree di tipo misto;
- classe IV - Aree di intensa attività umana;
- classe V - Aree prevalentemente industriali;
- classe VI - Aree esclusivamente industriali.
La classe I è dedicata alle zone più sensibili del territorio (ospedali, scuole, ecc.), mentre le classi V
e VI sono previste per le aree a destinazione industriale.
Ad ogni classe poi sono stati assegnati specifici valori limite di emissione, valori limite di
immissione, valori di attenzione e valori di qualità da rispettare.
Per contrastare l’inquinamento acustico, quindi, le Amministrazioni locali hanno a disposizione
strumenti di tipo preventivo, come la zonizzazione acustica, e di tipo mitigativo, come il Piano di
risanamento acustico.
La zonizzazione acustica fornisce il quadro di riferimento dei livelli di rumore presenti o previsti sul
territorio comunale ed è indispensabile per la redazione del Piano di risanamento acustico e per
una corretta pianificazione urbanistica.
Il Comune di Fiorano al Serio è dotato del “Piano di Zonizzazione Acustica del Territorio
Comunale”, redatto nel 1994 e aggiornato del 1996, dal Dott. arch. Pietro Gritti, con studio in via
S. Antonino 11, a Bergamo.
90
Il territorio comunale è diviso in zone omogenee inserite in:
- classe I, (di colore verde) destinata a comparti per i quali la quiete risulta essere un elemento
indispensabile per la loro destinazione d’uso: in particolare ci si riferisce ad aree ospedaliere e
scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare
interesse urbanistico, parchi urbani.
Nel territorio comunale di Fiorano al Serio le aree classificate in tale classe sono disposte a nord
rispetto al centro urbano; sulla fascia posta a nord-ovest (lungo il confine comunale con
Gazzaniga) che prosegue – attraversando il territorio comunale fino al confine con il Comune di
Vertova; lungo il parco sul fiume Serio.
- classe II, (di colore giallo) vi rientrano le aree urbane interessate da traffico veicolare locale, a
bassa densità di popolazione, limitata presenza di attività commerciali, prive di insediamenti
artigianali e industriali.
Nel territorio comunale di Fiorano al Serio le aree classificate in tale classe sono disposte sulla
maggior parte del territorio comunale.
- classe III, (di colore arancio) vi rientrano le aree interessate da traffico veicolare locale con alta
densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con limitata presenza
di attività artigianali e assenza di attività industriali.
Nel territorio comunale di Fiorano al Serio le aree classificate in tale classe sono disposte lungo le
principali direttrici viarie, in particolare: via Papa Giovanni XXIII; via Antonio Locatelli, Via Roma, e
via Gennaro Sora.
- classe IV, (di colore rosa) vi rientrano le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare,
con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza
di attività artigianali e limitata presenza di piccole industrie; le aree in prossimità di strade di
grande comunicazione o di linee ferroviarie.
Nel territorio comunale di Fiorano al Serio le aree classificate in tale classe sono quelle poste lungo
la direttrice viaria di via Roma-via Pietro Bombardieri.
- classe V, (di colore rosso) vi rientrano le aree interessate da insediamenti industriali, con
scarsità di abitazioni.
Nel territorio comunale di Fiorano al Serio le aree classificate in tale classe sono poste a sud.
- classe VI , vi rientrano le aree esclusivamente industriali.
91
Nel territorio comunale di Fiorano al Serio si è ritenuto di non assegnare la classe VI, in quanto
non vi sono insediamenti produttivi con una complessità tecnologica e/o con un ciclo tecnologico
tali da assegnare la classe di maggior tolleranza.
Fotografia della tavola di Zonizzazione Acustica Comunale
92
7.2. ELETTROSMOG
Con il termine elettrosmog si designa l’inquinamento derivante da radiazioni elettromagnetiche non
ionizzanti, quali quelle prodotte da stazioni radio base per telefonia cellulare, emittenti
radiofoniche, cavi elettrici percorsi da correnti alternate di forte intensità, come gli elettrodotti della
rete di distribuzione, ecc.
L’elettrosmog è una forma anomala di inquinamento ambientale, poichè non si ha una vera e
propria "immissione" di sostanze nell’ambiente: gli agenti fisici implicati (campi elettrici, magnetici
ed elettromagnetici) sono presenti solo finchè le sorgenti che li hanno generati rimangono accese
e non danno luogo a processi di accumulo nell’ambiente.
Si tratta inoltre di un fenomeno localizzato in zone più o meno ampie nell’intorno delle sorgenti,
senza un’effettiva diffusione su scala territoriale.
Le principali sorgenti artificiali di campi elettromagnetici si distinguono in:
•
fonti
che
generano
campi
ad
alta
frequenza
(100kHz-300GHz):
impianti
per
radiotelecomunicazione, sistemi per diffusione radio e televisiva, impianti per la telefonia
cellulare o mobile o stazioni radio base, impianti di collegamento radiofonico, televisivo e
per telefonia mobile e fissa (ponti radio), radar;
•
fonti che producono campi detti a bassa frequenza (0Hz-100kHz): elettrodotti per la
distribuzione dell’energia elettrica, costituiti da linee elettriche ad altissima, alta, media e
bassa tensione, centrali di produzione di energia, stazioni e cabine di trasformazione
dell’energia elettrica, ecc.
Queste fonti sono caratterizzate da due elementi fondamentali: la frequenza di trasmissione e la
potenza di emissione, entrambi fondamentali nel determinare le caratteristiche delle onde emesse
e quindi del campo elettromagnetico generato.
I campi generati dalle fonti elettromagnetiche sono il campo elettrico e il campo magnetico, si
misurano rispettivamente in Volt/metro e in A/metro e variano in funzione della distanza dalla
sorgente.
Il DPCM 8 Luglio 2003 fissa i limiti di esposizione ai campi elettrici e magnetici:
Intensità campo elettrico [V/m]
In condizioni normali
[3 MHz < f<3000 MHz]
Nel caso di prossimità di edifici adibiti
a permanenze prolungate (maggiori di
4 ore)
Intensità campo magnetico[A/m]
20
0,05
6
0,016
In merito agli effetti di tale inquinamento sulla salute umana, è accertato solo l’effetto delle onde
elettromagnetiche cosiddette ad alta frequenza (anche se non ionizzanti) che per ora sembra
93
manifestare solo un innalzamento della temperatura dei tessuti biologici attraversati, soprattutto
quelli più ricchi di acqua.
[Fonte: Arpa Lombardia, Dipartimento di Bergamo - Impianti radiotelevisivi nella Provincia di Bergamo]
Fiorano al Serio è attraversato da un elettrodotto, posto a nord, sul lembo estremo del territorio
comunale, al confine con i Comuni di Gazzaniga - ad ovest - e Vertova - ad est -.
Inoltre si segnala la presenza di una stazione radiobase che supporta allo stato attuale TIM,
VODAFONE e H3G in via Prato Porta, 1.
La struttura in questione non presenta particolari problemi.
94
7.3. RADON
La fonte principale d'esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti è quella derivante dal
fondo naturale (radionuclidi naturali presenti nell'atmosfera e sulla terra) e tra questi il contributo
maggiore è dato dall’esposizione al radon negli ambienti chiusi (radon indoor).
Il radon è un gas nobile e radioattivo che si forma dal decadimento del radio, generato a sua volta
dal decadimento dell'uranio.
E’ un gas molto pesante che a temperatura e pressione standard si presenta inodore e incolore;
esso viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato.
Il radon proviene principalmente dal terreno, infatti viene generato continuamente da alcune rocce
della crosta terrestre ed in particolare da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti, ecc.
Altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione: essi rivestono solitamente un
ruolo di secondaria importanza rispetto al suolo, tuttavia, in alcuni casi, possono essere la causa
principale di elevate concentrazioni di radon.
Una terza sorgente di radon è rappresentata dall'acqua, in quanto il gas radioattivo è
moderatamente solubile in essa.
Tuttavia il fenomeno riguarda essenzialmente le acque termali e quelle attinte direttamente da
pozzi artesiani, poichè di norma l'acqua potabile, nei trattamenti e nel processo di trasporto, viene
talmente rimescolata da favorire l'allontanamento del radon per scambio con l’aria.
Il radon proveniente dal suolo, mescolato all'aria, si propaga fino a risalire in superficie.
Nell'atmosfera si diluisce rapidamente e la sua concentrazione in aria e pertanto molto bassa; ma
quando penetra negli spazi chiusi tende ad accumularsi, raggiungendo concentrazioni dannose per
la salute.
La via che il radon generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni è quella che
passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati. L'interazione tra edificio
e sito, l'uso di particolari materiali da costruzione, le tipologie edilizie sono pertanto gli elementi più
rilevanti ai fini della valutazione dell'influenza del radon sulla qualità dell'aria interna delle
abitazioni ed edifici in genere.
La concentrazione di radon subisce considerevoli variazioni sia nell'arco della giornata che in
funzione dell'avvicendarsi delle stagioni. Essa tende inoltre a diminuire rapidamente con
l'aumentare della distanza dell'appartamento dal suolo. Il problema investe infatti in modo
particolare cantine e locali sotterranei o seminterrati.
Alcuni studi nell'ultimo decennio hanno dimostrato che l'inalazione di radon ad alte concentrazioni
aumenta di molto il rischio di tumore polmonare.
In Italia ancora non c'e una normativa per quanto riguarda il limite massimo di concentrazione di
radon all'interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla
Comunità Europea (raccomandazione 90/143/EURATOM) di 200 Bq/m3, come obiettivo di qualità
95
per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3, valore al di sopra del quale si suggeriscono interventi per la
riduzione delle concentrazioni nelle abitazioni già esistenti.
Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (D. Lgs. n° 241, del 26/05/2000) che fissa
un livello di riferimento di 500 Bq/m3.
Per le scuole non vi sono indicazioni ma si ritiene per il momento di poter assimilare una scuola ad
un ambiente di lavoro.
In ogni caso i valori medi misurati nelle regioni italiane variano da 20 a 120 Bq/m3.
In particolare la Regione Lombardia ha effettuato una campagna di monitoraggio delle
concentrazioni medie annuali di radon (radon prone areas) negli anni 2003-2005, realizzando una
rete di monitoraggio di 3650 punti di misura.
Le misure sono relative al piano terreno di edifici abitativi o uffici, preferibilmente con vespaio o
cantina sottostante. La rete di monitoraggio è stata costruita realizzando delle maglie omogenee
ottenute incrociando il criterio semplicemente cartografico (CTR 1:10000), con quello geologicomorfologico regionale. Ai Comuni appartenenti ad una maglia, anche se non specificatamente
indagati, e stato associato il valore della maglia corrispondente, poichè come ipotesi di base si è
assunto che la concentrazione di radon all’interno di una maglia fosse omogenea.
I risultati delle misure effettuate, mostrano valori più elevati di concentrazione di radon-indoor
nelle province di Bergamo, Brescia, Lecco, Sondrio e Varese.
Nella provincia di Bergamo sono stati indagati 594 punti.
Concentrazioni annuali radon indoor – elaborazione dati campagna di monitoraggio radon prone area 2003-2005
Dai dati acquisiti mediante l’indagine effettuata su tutto il territorio provinciale dall’ARPA e dall’ASL
(tra gli anni 2003-2004) consente di collocare il Comune di Fiorano in una fascia di rischio 3
“medio-alto” rapportata alla “maglia” di Comuni che presentano una concentrazione media annua
con valori compresi tra 200 e 400 Bq/mc e con superamento del valore di 400 Bq/mc fino al 5%
delle misure effettuate.
96
97
7.4. ENERGIA
Nella gestione dei bisogni e delle fonti di energia si concentrano preziose opportunità di sviluppo
sostenibile e di razionalizzazione degli usi di risorse naturali.
I dati relativi all’energia consumata e prodotta sul territorio comunale, possono essere suddivisi nei
seguenti macro temi:
•
consumo di energia termica: il Comune è servito da una rete di metanodotto, gestita dalla
Società “Unigas DISTRIBUZIONE s.r.l.”;
•
consumo di energia elettrica: l’ambito territoriale in esame è attraversato da un
elettrodotto, posto a nord, sul lembo estremo del territorio comunale, al confine con i
Comuni di Gazzaniga - ad ovest - e Vertova - ad est -.
Si registra la presenza di n. 5 impianti solari e fotovoltaici installati per uso privato, secondo quanto
riportato sul sito www.atlasole.gsel.it.
Legenda:
1-66 impianti
•
consumi di energia elettrica: rappresentano un utile indicatore per indirizzare le politiche
amministrative in materia di ambiente al fine di:
98
- promuovere e incentivare il risparmio energetico;
- limitare le emissioni di inquinanti in atmosfera.
Tuttavia, in seguito alla liberalizzazione del mercato energetico, in base alla quale l’utente finale
può decidere presso quale gestore rifornirsi, sia in termini di energia elettrica, sia di metano, i dati
relativi ai consumi di energia a livello territoriale sono di difficile elaborazione, in quanto facenti
capo a diversi gestori.
Per tale motivo non è stato possibile recuperare dati rappresentativi relativi ai consumi di gas
metano sul territorio di Fiorano al Serio.
In merito ai consumi di energia elettrica, il dato non ancora pervenuto farà riferimento ai
consumi gestiti dall’Ente gestore.
I dati sopra richiamati saranno fatti oggetto di opportuna integrazione del documento,
non appena disponibili dagli Enti gestori, e soprattutto costituiranno elementi da
individuare quali indicatori per la fase di monitoraggio.
La rete gas
Il fornitore di gas metano sul territorio comunale è la Società “Unigas DISTRIBUZIONE s.r.l.”, con
sede legale in Via C.Colombo 1/a, a Orio al Serio.
Dai dati reperiti dalla Società “SNAM Rete Gas”, si segnala che sul territorio comunale risultano
ubicati i sottoelencati metanodotti, per i quali sono imposte fasce di rispetto/sicurezza previsti dal
DM 24.11.1984 e dal DM 17.04.2008:
1. Metanodotto diramazione per Costa Volpino (fascia di rispetto/sicurezza 5,00 – 10,00 m per
parte della condotta);
2. Metanodotto allacciamento Comune di Fiorano (fascia di rispetto/sicurezza 6,00 m per
parte della condotta);
3. Metanodotto allacciamento Cristini (fascia di rispetto/sicurezza 5,00 m per parte della
condotta).
99
Planimetria reti tecnologiche
Fiorano al Serio
Particolare gasdotto
100
8 – RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO
101
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
8.1. INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE (RIR)
Il sistema industriale è caratterizzato anche dalla presenza di Aziende a Rischio di Incidente
Rilevante (RIR) (D.Lgs. 334/99).
Con questo termine si definiscono le imprese che, per la presenza nel proprio sito di determinate
sostanze pericolose in quantità superiori a determinati livelli, rappresentano un pericolo potenziale
per il territorio in caso di incidenti rilevanti.
Sulla base del rischio potenziale, ogni azienda è tenuta ad attuare politiche di prevenzione che
possono prevedere, a seconda del livello di rischio raggiunto, la predisposizione di una Scheda
informativa per la popolazione o la realizzazione di un Rapporto di sicurezza che garantisca la
giusta informazione alla cittadinanza.
Nel Comune di Fiorano al Serio non sono presenti aziende la cui attività rientra nel campo di
applicazione del D.Lgs 334/99 e successive modifiche.
8.2. IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA)
Nel territorio comunale non sono presenti impianti la cui attività richiede autorizzazione integrata
ambientale (AIA) ai sensi del D.Lgs. 59/2005.
8.3. PRINCIPALI ATTIVITÀ DEL COMUNE
Fiorano, centro industriale fin dall’inizio del secolo, divenne importantissimo dal 1935 al 1955 con
I.R.F. (Industrie Filati Riunite); O.C.M.A. (Officine Meccaniche Costruzione Motocicli); Feltrificio
Cristini; Officine Meccaniche Rampinelli; Fonderia Fioranese; Fonderia S. Giuseppe; Fonderia Baldi
e Pozzi; Filatura e Tessitura Masserini; Filatura Foglio; Centrale Produzione Energia Elettrica I.R.F.;
Sede Industrie Calci Martinelli; Vinicola Martinelli; Segheria Imberti; le imprese edili Geom.
Martinelli, Ghidini e Gualdi; Ditta Aurelio Messina – concessionario FIAT con annessa officina; Ditta
Ludovico Gruppi – ingrosso rottami; Torneria del legno Pilatti; Imprese di trasporto Gualdi, Magni e
Piantoni; numerosi artigiani singoli.
Dal 1955 ci fu un regresso di tutte queste attività per le varie crisi che si sono alternate o perché
alcune aziende, a causa di maggior espansione, dovettero trasferirsi; talune per sempre, altre
vennero sostituite con nuovi proprietari che cambiarono la denominazione originale dell’azienda
come per esempio la “filati Fiorano” che sostituì la I.R.F.; il “Candeggio Iride” che sostituì la
O.C.M.A. – Devil; il “Ricamificio di Fiorano” che sostituì la Concessionaria della FIAT della Ditta A.
Messina.
102
103
8.4. AMIANTO
La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per se un pericolo per la
salute degli occupanti; se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è improbabile
infatti che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre.
Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o altro motivo, è
inevitabile il rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale alla salute umana; analogamente
se il materiale è in cattive condizioni, o se vetusta e friabile, le sole vibrazioni o le correnti d’aria
possono causare il distacco di fibre.
In questi casi è necessario ricorrere ad interventi di bonifica, che non consistono necessariamente
nella rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto, quale ad esempio il fissaggio e il
confinamento temporaneo.
In Regione Lombardia, la maggior parte dell’amianto presente è costituito principalmente da
coperture in cementoamianto; sulla base delle informazioni fornite da un telerilevamento effettuato
sul territorio di Milano nel 2005, si è potuto stimare che in Lombardia è presente un quantitativo
complessivo di coperture contenenti amianto pari circa a 22,6 kmq.
Con DGR n. 8/1526 del 22 dicembre 2005 è stato approvato il Piano Regionale Amianto Lombardia
(PRAL), con lo scopo di effettuare, entro il termine del 2008, una mappatura e un censimento
dell’amianto presente sul territorio regionale, al fine di eliminare dal territorio lombardo l’amianto,
sotto qualsiasi forma, entro il 2015.
I principali strumenti utilizzati per l’attuazione del PRAL sono:
- telerilevamento aereo della fascia di territorio regionale fino a 450 m.s.l.m.;
- censimento diretto della presenza di amianto negli edifici, effettuato da ASL e ARPA in
collaborazione con i Comuni e le Province.
Non si dispone di un rilevamento dell’amianto sul territorio comunale di Fiorano al Serio.
Si registra comunque una qualche presenza di tetti con lastre di cemento-amianto in alcuni edifici
residenziali e produttivi.
L’ASL della Provincia di Bergamo recentemente ha dato avvio, Comune per Comune, a una
campagna di censimento dell’amianto.
104
9 – SINTESI DELLO STATO ATTUALE
105
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
9.1. QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI
OBIETTIVI
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche.
-Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle questioni connesse
all’eventuale presenza di sostanze potenzialmente inquinanti in rapporto alle
problematiche della potabilità delle acque sotterranee.
-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale.
-Sensibilizzare massima attenzione per gli interventi che possono incidere sulle
problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale.
-Perseguire il miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee.
-Il PGT dovrà salvaguardare gli ambiti di valenza ambientale/vegetazionale e tutta la
rete idrografica presente sul territorio.
-Il PGT dovrà inoltre ben valutare l’incidenza delle nuove previsioni in rapporto alla
capacità delle reti a sostenere i nuovi carichi e/o alla necessità di implementare la
dotazione.
TEMATICA GEOMORFOLOGICA, IDROLOGICA E IDRAULICA
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
1
E’ in corso di avanzata elaborazione lo studio della Componente Geologica e Sismica del
PGT per individuarne le eventuali problematiche che saranno puntualmente riferite nel
Rapporto Ambientale.
Problematiche di ordine idrogeologico risultano comunque presenti lungo il confine con il
Comune di Gazzaniga nella parte a monte dell’abitato fino alla zona a monte di San
Fermo, oltre agli elementi di attenzione connessi con le situazioni geologiche lungo il
percorso del fiume Serio e la sua fascia spondale.
Sono infine risultate presenti alcune situazioni puntuali di problematicità idrogeologica
nelle aree a monte dell’abitato.
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
La situazione della tematica geomorfologica, idrologica ed idraulica presenta le seguenti
problematiche:
106
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della tematica difesa del suolo e delle acque presenta le seguenti
problematiche:
TEMATICA DIFESA DEL SUOLO E DELLE ACQUE
-Individuare elementi migliorativi dell’organizzazione della raccolta al fine del
contenimento delle possibili problematiche derivanti dai rifiuti.
-Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle eventuali produzioni di
sostanze e di reflui inquinanti.
-Non consentire l’inserimento sul territorio di attività con lavorazioni e produzioni di
rifiuti pericolosi ed inquinanti.
-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche.
2
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
Non si evidenziano particolari situazioni problematiche in ordine allo scenario esistente
che comunque potrebbe giovarsi di interventi di miglioramento e di adeguamento.
107
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della
problematiche:
tematica
paesaggistica-naturalistica
presenta
le
seguenti
TEMATICA PAESAGGISTICA-NATURALISTICA
Il DdP definirà tra i propri obiettivi gli elementi di valenza ambientale e paesistica
presenti nel territorio comunale, individuando i criteri di mantenimento, valorizzazione e
riqualificazione:
• Valorizzazione ambientale, e, per le parti compromesse e recuperabili,
ricomposizione ambientale;
• Mantenimento/valorizzazione degli itinerari/percorsi d’interesse ecologico e
fruitivo.
-Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei
paesaggi: il PGT dovrà individuare ambiti di salvaguardia ambientale e di valorizzazione.
-Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali, attraverso
un’opportuna normativa di conservazione e valorizzazione degli elementi storici.
-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale, attraverso il riconoscimento
degli elementi che caratterizzano il territorio.
-Sensibilizzare la popolazione sulle problematiche ambientali e paesistiche, sviluppare
l’istruzione e la formazione in campo ambientale.
-Perseguire il contenimento del consumo di suolo mediante il recupero prioritario del
patrimonio edilizio esistente, l’utilizzazione delle aree libere interstiziali e di frangia,
l’eventuale riconversione degli elementi dismessi o non compatibili.
-Miglioramento della qualità ambientale e tutela del patrimonio naturale mediante
l’individuazione di specifici ambiti da assoggettare a
normativa di salvaguardia
ambientale con particolare attenzione agli elementi atti a garantire la conservazione
della biodiversità.
-Valorizzazione del paesaggio e del patrimonio culturale.
-Normativa di salvaguardia e valorizzazione.
3
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
Necessità di salvaguardare gli scenari paesistici leggibili sul territorio.
108
La situazione della tematica dei sistemi insediativi e dei servizi e patrimonio storicoarchitettonico presentano le seguenti problematiche:
Il PGT dovrà :
• tutelare e riqualificare il centro storico;
• dettare regole per la riqualificazione fisica e funzionale degli ambiti dismessi
interni all’edificato.
-Conservare e migliorare la qualità del patrimonio storico-culturale con interventi di
valorizzazione dei tessuti di antica formazione dell’edificato storico.
-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale specie per quanto concerne gli
elementi connessi con la valorizzazione degli edifici e dei contesti edificati.
-Proteggere l’atmosfera perseguendo politiche di forte controllo delle emissioni delle
attività produttive ma anche degli impianti civili.
-Contenere il consumo di suolo attraverso la limitazione di nuove previsioni insediative,
ma anche mediante, l’utilizzo delle aree interstiziali libere, e mirati interventi di
riqualificazione di aree ed edifici dismessi limitando il più possibile interventi esterni agli
ambiti urbanizzati.
-Contenere il consumo di risorse non rinnovabili.
-Migliorare gli aspetti sociali attraverso una verifica dell’attuale stato dei servizi, della
loro capacità di rispondere adeguatamente alle esigenze della popolazione al fine
dell’individuazione del fabbisogno di eventuali nuovi interventi di completamento o di
nuove dotazioni.
4
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
Necessità di interventi di potenziamento di un sistema di accessibilità con interventi di
riqualificazione degli spazi urbani aperti e di “mobilità dolce” che rapporti l’ambito del
centro storico con il sistema degli insediamenti urbani.
Necessità di messa a punto del sistema dei parcheggi.
TEMATICA SISTEMA INSEDIATIVO E DEI SERVIZI - PATRIMONIO STORICO -ARCHITETTONICO
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
109
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della tematica mobilità presenta le seguenti problematiche:
TEMATICA MOBILITA’
-Il PGT dovrà migliorare la viabilità di distribuzione urbana e prevedere attrezzature e
servizi di supporto alla mobilità.
-Confermare il sistema stradale previsto dal vigente P.R.G. con le addizioni e le
modifiche necessarie per renderlo sostenibile sia sotto il profilo ambientale che
economico.
-Razionalizzare i flussi veicolari con benefici sulla qualità ambientale complessiva del
territorio e sul sistema della viabilità locale.
-Miglioramento della qualità dell’aria con la razionalizzazione dei flussi di mobilità che
dovranno eliminare alcune inutili percorrenze.
5
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
-Rilevante traffico sulla viabilità principale, principalmente durante gli orari di punta e
discreto disturbo alla parte centrale dell’abitato dovuto al fatto che gli assi di viabilità di
distribuzione interna lo interessano in modo rilevante subendo pertanto ingenti flussi di
traffico.
Appare in tal senso migliorativa la soluzione di un collegamento vialbile tra la via
Locatelli e la via Bombardieri, quale asse capace di raccogliere buona parte del traffico
veicolare di tutto il comparto urbano ovest, togliendolo dal centro.
110
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
- La situazione della tematica qualità dell’aria presenta le seguenti problematiche:
TEMATICA QUALITA’ DELL’ARIA
-Il PGT dovrà contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento
dell’inquinamento dell’aria anche in rapporto al miglioramento dell’organizzazione
complessiva della mobilità.
-Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o combustibili a basso impatto.
-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale anche garantendo efficienza dei
provvedimenti in materia di protezione dell’atmosfera.
-Sensibilizzare le problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in
campo ambientale.
6
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
-Rilevante traffico nelle ore di punta sulle strade principali.
111
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
-Il PGT dovrà contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento
dell’inquinamento acustico.
-Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili.
-Impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione.
-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale.
-Protezione dell’atmosfera.
-Sensibilizzare le problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in
campo ambientale.
7
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
Siamo in attesa di reperire il materiale relativo alle varie tematiche per poter dare un
giudizio attendibile.
TEMATICA INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO, RADON ED ENERGIA
La situazione della tematica inquinamento acustico ed elettromagnetico, radon ed
energia, presenta le seguenti problematiche:
112
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della tematica rischi tecnologici e amianto presenta problematiche.
TEMATICA RISCHI TECNOLOGICI ED AMIANTO
Il PGT dovrà prevedere in termini di disciplina generale e d’indirizzo indicazioni per il
contenimento dei consumi energetici.
Inoltre, dovrà disciplinare e limitare l’insediamento sul territorio di attività pericolose e a
rischio d’inquinamento.
-Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili.
-Impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione.
-Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti
pericolosi/inquinanti.
-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche superficiali e
sotterranee.
-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale.
-Protezione dell’atmosfera.
-Riduzione dell’inquinamento acustico.
8
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
AMIANTO:
Eliminare l’eventuale presenza di amianto dagli immobili di proprietà comunale (ove
presente) e dagli edifici privati.
113
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della tematica del “contenimento dei consumi energetici e dei carichi
ambientali” presenta le seguenti problematiche:
CONTENIMENTO DEI CONSUMI ENERGETICI E DEI CARICHI AMBIENTALI
Il PGT dovrà mirare a:
-prevedere, in termini di disciplina generale e d’indirizzo, indicazioni per il contenimento
dei consumi energetici;
-ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili;
-impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione;
-sensibilizzare la popolazione alle tematiche ambientali, sviluppando opportunità di
informazione e formazione sulle tematiche stesse.
9
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
La situazione complessiva degli insediamenti e dell’edificazione è da considerarsi allo
stato attuale fortemente carente in ordine alle problematiche dei contenimenti dei
consumi energetici ma soprattutto in ordine all’approvvigionamento di energia
rinnovabile e al contenimento dei carichi ambientali.
114
LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO
10 – CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP:
obiettivi generali, obiettivi specifici e azioni di Piano
115
10.1. IL PGT DI FIORANO AL SERIO QUALE STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE DELLE
POTENZIALITA’ DEL TERRITORIO E DI INCREMENTO DELLA QUALITA’ URBANA E
DELLA VITA
Il Documento di Piano del PGT costituisce l’elemento essenziale di definizione degli indirizzi delle
strategie e delle scelte che l’Amministrazione di Fiorano al Serio intende porre alla base della
propria azione politico- programmatica in materia urbanistica, in rapporto allo sviluppo delle
componenti sociali ed economiche della Comunità, e in funzione della quale la pianificazione
urbanistica deve definire:
•
gli elementi di organizzazione delle funzioni insediative e da prevedere;
•
la struttura dei servizi e delle attrezzature necessarie a garantire gli elementi supporto e di
accessibilità, avendo riguardo al mantenimento e al potenziamento dei caratteri qualitativi
del territorio, del paesaggio e della qualità della vita.
In questo senso il Documento di Piano:
•
definisce gli obbiettivi generali e gli indirizzi strategici che vengono posti alla base delle
scelte di sviluppo;
•
individua gli ambiti tematici che costituiscono il campo delle singole problematiche che si
intendono affrontare e/o delle opportunità che si intendono cogliere;
•
determina le linee di indirizzo e le politiche da porre alla base delle azioni di sviluppo;
•
indica le necessità di organizzare e di dotazione dei servizi, delle attrezzature e delle
infrastrutture necessarie a garantire la funzionalità dei sistemi, la qualità della fruizione e
l’accessibilità;
•
determina le linee fondamentali delle relazioni spaziali e funzionali necessarie a garantire la
qualità e la valorizzazione del territorio, del paesaggio e dell’ambiente.
Il PGT inoltre propone una strategia che si colloca coerentemente con gli indirizzi sottesi al Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bergamo, mirando al sostegno ed alla
salvaguardia delle aree esterne all’edificato non ancora urbanizzate e alla conservazione e
riqualificazione delle attuali situazioni residenziali e produttive.
116
10.2. OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT
Il Documento di Piano, partendo dall’analisi degli elementi di criticità e potenzialità delle
componenti ambientali, sociali ed economiche emersi dal quadro conoscitivo e dalle necessità
riscontrate nonché dagli orientamenti emersi, definisce un set di obiettivi strategici sostenibili, sui
quali l’Amministrazione intende puntare per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
La proposta di Documento di Piano del Comune di Fiorano al Serio articola gli obiettivi generali di
pianificazione attraverso Ambiti Tematici Strategici, al fine di rendere più organizzato e razionale il
processo logico ed il complesso sviluppo delle strategie.
Gli Ambiti Tematici Strategici ai quali si fa riferimento all’interno del Documento di Piano sono i
seguenti:
•
Assetto Insediativo: Dimensionamento degli sviluppi demografici e del fabbisogno abitativo;
•
Assetto economico: Settore primario, Settore secondario, Settore commerciale;
•
Organizzazione urbana dei servizi;
•
Sistemi della mobilità e delle infrastrutture;
•
Sistema del “verde fruibile”;
•
Sistema ambientale-paesistico e reti ecologiche;
•
Efficienza energetica degli edifici e contenimento dei carichi ambientali.
A ciascun Ambito Tematico Strategico corrispondono obiettivi generali ed obiettivi di carattere
specifico, da perseguire attraverso le azioni pianificatorie del PGT.
117
10.3. FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP
Il Documento di Piano quale atto di definizione del quadro generale e strategico degli indirizzi e
delle scelte del PGT fa propri i criteri individuati dal secondo comma dall’art. 1 della Legge
Regionale 12/2005 che assume quali elementi fondativi e di indirizzo della struttura e della
programmazione e pianificazione urbanistica del territorio di Fiorano al Serio individuandone le
seguenti declinazioni:
SUSSIDIARIETA’
Il PGT riconosce nella sussidiarietà, sia “verticale” che “orizzontale” il principio fondamentale e il
metodo per il raggiungimento dei propri obiettivi individuando nel rapporto sinergico tra le Istituzioni
– nell’ambito delle diverse responsabilità e competenze – nell’iniziativa e nell’azione dei Cittadini,
delle Famiglie, delle Associazioni e delle Formazioni Sociali gli strumenti per un coordinato ed
efficace svolgimento delle iniziative e delle azioni di rilevanza sociale e di attuazione degli interventi
di crescita e sviluppo del territorio e della qualità ambientale.
DIFFERENZIAZIONE E ADEGUATEZZA
I principi di differenziazione e di adeguatezza vengono assunti come declinazione del principio di
sussidiarietà “verticale” e fanno riferimento:
•
alla “differenziazione” quale riconoscimento dei profili di diversità e competenza dei soggetti
pubblici sia sotto il profilo delle competenze, sia sotto il profilo della dimensione e della scala
degli ambiti demografici ed economici di riferimento, riconoscendo i ruoli sovraordinati della
programmazione e della pianificazione, rispetto ai quali lo strumento urbanistico locale
costituisce elemento di maggiore dettaglio nelle materie attribuite a tali soggetti con
particolare riferimento agli Organismi Comunitari, allo Stato, alla Regione, alla Provincia e
agli altri Enti e Soggetti di rango sovracomunale, così come agli organismi preposti al
controllo e all’attuazione di elementi di scala sottoordinata alle previsioni del PGT che
dovranno contribuire, secondo le proprie peculiari competenze a garantire l’efficace
attuazione della Pianificazione Locale
•
alla “adeguatezza” intesa da un lato come necessità di rapportare i programmi e le previsioni
del PGT alle effettive potenzialità del territorio e alla disponibilità delle risorse e dall’altro alla
necessità di rendere disponibili strutture organizzative idonee a gestire i programmi e le
previsioni di sviluppo che saranno formulate dallo strumento urbanistico.
PARTECIPAZIONE E COLLABORAZIONE
I principi di partecipazione e collaborazione vengono assunti quali principale riferimento per
nell’attuazione della sussidiarietà “orizzontale” e fanno riferimento principalmente alla definizione dei
rapporti tra i privati e la Pubblica Amministrazione ed in particolare:
•
la partecipazione viene intesa non solo a livello formale, come previsto nelle tradizionali
procedure di definizione degli strumenti urbanistici, come possibilità per i cittadini di
presentare osservazioni e opposizioni agli strumenti stessi ma come essenziale necessità di
118
disporre, mediante l’attivazione degli strumenti possibili, del più vasto repertorio possibile di
istanze, contributi e proposte che consentano di poter definire il quadro progettuale dello
strumento urbanistico come “risposta” organica e responsabile alle aspettative della
Comunità
•
la collaborazione viene fondamentalmente intesa come diversa modalità di approccio nei
rapporti tra pubblico e privato ove i due soggetti non debbano essere considerati come
antagonisti bensì come soggetti partecipi, pur con differenti funzioni e responsabilità del
processo di trasformazione e costruzione della città che non può avvenire in modo adeguato
se non attraverso l’azione comune e la corresponsabilità tenuto conto anche delle nuove
possibilità previste dalla riforma regionale quali gli strumenti dell’urbanistica negoziata, della
perequazione ecc.
EFFICIENZA
L’attuazione del principio di efficienza vede fin d’ora impegnata l’Amministrazione alla
predisposizione di uno strumento che conduca ad ottenere risultati tendenzialmente ottimali e con il
minor dispendio possibile di risorse mediante un apparato di scelte progettuali e disciplinari
fortemente impegnato a garantire il rispetto degli elementi di concretezza e un rapporto equilibrato
tra le esigenze sociali, quelle dell’economia e quelle ecologiche e della qualità della vita.
Il principio di efficienza trova la propria declinazione negli elementi inerenti la sostenibilità, la
flessibilità, la perequazione e la compensazione.
SOSTENIBILITA’
Il PGT deve mirare ad una pianificazione sostenibile i cui presupposti necessari sono così
sintetizzabili:
•
•
•
•
•
caratterizzazione delle specificità del territorio nelle sue connotazioni fisico-ambientali ma
anche socio-economiche, che aiuteranno a capire le strategie da adottare e quali scenari
prevedere;
programmazione di una qualità degli spazi pubblici. con un’organizzazione chiara e sicura
degli spazi aperti, delle piazze, dei giardini e anche delle strade per favorire vivibilità e
ricchezza delle relazioni;
definizione di un “sistema integrato di paesaggio” che risponda alla domanda di prestazioni
urbane sempre più di qualità;
“conservazione spinta” e rafforzamento del sistema ambientale anche con la creazione di
nuovi luoghi urbani strutturati e con forte presenza di elementi più naturali e naturalistici
affinché la natura divenga realmente elemento di caratterizzazione degli spazi della città;
utilizzo razionale delle risorse e di nuove forme di energia, determinate dai fattori climatici
locali.
FLESSIBILITA’
Il PGT deve perseguire la definizione di un progetto capace di determinare il “governo della
flessibilità” che sia in grado di gestire eventi anche difficili, da interpretare, e che consenta
adeguamenti rapidi alle situazioni sociali ed economiche in continua evoluzione.
Quindi una pianificazione avanzata, il cui “disegno” non può più passare attraverso la visione
classica “statica” dell’urbanistica ma si deve relazionare alla complessità dei fenomeni, proponendo
programmi e scenari adatti ad una visione dinamica e flessibile del territorio.
119
PEREQUAZIONE E COMPENSAZIONE
Gli interventi dovranno mirare in ogni situazione a definire un quadro organico di possibilità e di
impegni, di diritti e di doveri, nel qual le necessità del “pubblico” e della collettività non cadano a
gravare sui singoli ma siano distribuite secondo sistemi equitativi.
ACCESSIBILITA’
Le opportunità che il territorio può offrire ai cittadini sono disponibili solo se accessibili.
L’accessibilità è quindi la possibilità di disporre ed usufruire delle risorse presenti e disponibili sul
territorio, risorse che sono costituite dalle funzioni insediate, dalle attrezzature e dai servizi e dagli
elementi che caratterizzano la qualità ambientale e paesistica.
IDENTITA’
L’identità di un territorio si definisce con il riconoscimento dei suoi valori, anche simbolici, città e dall’
apprezzamento degli stessi, attraversa l’immaginario collettivo e si fonda sulla storia e la cultura dei
luoghi e sulla partecipazione dei soggetti.
Riconoscere i valori sia oggettivi che simbolici di un territorio consente di preservarli e nel contempo
di poterne definire le eventuali trasformazioni pur nel rispetto delle specificità.
L’ identità è modificabile nel tempo a condizione che l’identità esistente non venga negata ma sia
arricchita: i nuovi luoghi, i nuovi spazi dovranno quindi diventare riconoscibili e sommarsi ai valori
già strutturati.
Nelle trasformazioni necessarie allo sviluppo urbano e territoriale dovrà quindi essere posta
attenzione alla necessità che i nuovi interventi costituiscano un’addizione di spazi ed elementi
riconoscibili, così da determinare una città nella quale ogni luogo, con la sua specificità, possa
rappresentare un ulteriore elemento di qualità con caratteri propri e identificabili.
QUALITA’ DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI
Per troppi anni la pianificazione ha elaborato progetti prevalentemente rivolti agli ambiti esterni al
tessuto urbano, come se tutte le aree libere potessero essere utilizzate indistintamente,
prescindendo da qualsiasi preliminare considerazione comparativa tra il loro valore paesistico,
ambientale, vocazionale e i caratteri delle trasformazioni previste .
In questa ottica non sarà più possibile edificare in modo pervasivo in ambiti esterni alla città
consolidata.
Oggi, in accordo con le direttive della pianificazione sovraordinata e nel rispetto delle vocazioni e dei
“paesaggi”, l’obiettivo deve essere quello di non consumare aree libere, con l’impegno prioritario di
intervenire sugli ambiti urbani degradati o dismessi e sulle aree libere interstiziali.
Questo significa che deve essere sempre garantito un bilancio ambientale favorevole nel complesso
delle operazioni di intervento urbanistico ed edilizio.
120
Tale obiettivo può comunque valorizzare innovativamente l’attività edilizia continuando a garantire
possibilità edificatorie che potranno rapportarsi alle effettive necessità economiche e sociali ma che
dovranno anche rapportarsi alle presenze già consolidate introducendo elementi di riqualificazione
piuttosto che volgersi a nuovi interventi di ulteriore consumo di suolo per effetto di addizioni
all’esterno dei perimetri dell’urbanizzato esistente e delle sue zone di frangia..
121
10.4. LE AZIONI DI PIANO
Con il termine “azioni di Piano” si intendono, percorsi e metodi ben definiti, che servono per
guidare e determinare le decisioni presenti e future, ovvero le scelte operative previste dal
Documento di Piano per risolvere una specifica problematica e/o per raggiungere un determinato
obiettivo.
Gli obiettivi specifici sono quindi perseguiti attraverso una serie di “azioni” che il Documento di
Piano individua, sulla base del contesto pianificatorio nel quale debbono essere sviluppate.
Per ogni singolo obiettivo specifico vengono conseguentemente definite una o più azioni.
I quadri sinottici che seguono, sono composti da tre colonne che raggruppano i tre elementi
costitutivi: Obiettivi Generali, Obiettivi specifici e Azioni, e rappresentano la sintesi dei passi
percorsi al fine di illustrare in maniera esaustiva il processo logico elaborato.
Ciascun quadro è riferito ad un “ambito tematico strategico” del Documento di Piano.
Si sottolinea che parte delle azioni individuate dal presente documento, pur se si muovono dagli
atti della pianificazione, indirizzandosi specificamente verso le tematiche ambientali, non rientrano
esplicitamente tra gli interventi previsti nel quinquennio di validità del Documento di Piano, ma
rappresentano piuttosto indirizzi strategici che rimandano ad una regolamentazione dei dettagli
sviluppata nel piano delle Regole, nel Piano dei Servizi o da definirsi in fase di attuazione della
progettazione urbanistica.
122
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1
DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
Opzione di crescita
residenziale contenuta
rispetto alle potenzialità che
Adeguare l’offerta
il territorio può presentare.
residenziale alle previsioni di Creare condizioni abitative
crescita della popolazione,
in termini qualitativi e
valutata in rapporto alla
quantitativi adeguate per le
“dimensione qualitativa
classi sociali presenti, in
ottimale” della Comunità.
modo da soddisfare la
domanda determinata dalla
crescita prevista di nuove
famiglie.
Contenere le quote di nuovi
suoli da destinare a
residenza.
Minimizzare il consumo di
suolo.
AZIONE DI PIANO
Il Documento di Piano prevede un
dimensionamento prevalentemente riferito alle
previsioni di carattere endogeno con modeste
integrazioni quantitative al fine di garantire una
crescita demografica sostenibile all’interno del
territorio comunale, limitando quindi le
A01
previsioni di sviluppo alle quantità necessarie a
garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che
nasceranno all’interno della popolazione già
presente e ad una domanda esogena
contenuta non richiamata da fenomeni di
marketing immobiliare.
Tutela dei “sistemi della qualità” che
A02 caratterizzano il territorio comunale come
“invarianti urbanistiche”.
Il Documento di Piano esclude la previsione di
nuove significative espansioni.
A03
E’ previsto un solo Ambito di Trasformazione
Residenziale, con dimensioni limitate.
A04
Recuperare le volumetrie ancora disponibili nel
centro storico.
Intervenire per il recupero e
la riqualificazione urbana del A05 Recuperare i sottotetti ai fini abitativi.
patrimonio esistente.
Recuperare le aree degradate e le aree
A06
dismesse.
Promuovere interventi di completamento in
A07
Utilizzare prioritariamente
aree libere all’interno del centro edificato.
gli spazi interstiziali al
Indirizzare
gli
eventuali
completamenti
tessuto già urbanizzato nelle
A08 urbanizzativi verso la riconversione di ambiti
zone di frangia.
marginali all’urbanizzato esistente.
123
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2
POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO”
OBIETTIVI GENERALI
Mantenere le aree a
destinazione produttiva,
sottraendo tali ambiti da
possibili interventi di
riconversione.
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
-Garantire gli attuali livelli di
occupazione per gli
Il Documento di Piano non prevede ulteriori
addetti/attivi nel territorio.
espansioni insediative di natura produttiva.
-Limitare le riconversioni al
A09 Si demanda al PdR il compito della definizione e
minimo indispensabile per
della
localizzazione
delle
possibilità
di
garantire un assetto urbano
completamento.
caratterizzato da mix
funzionale.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3
POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE
OBIETTIVI GENERALI
Incrementare l’attrattività
del sistema distributivo di
vicinato per trattenere
maggiormente all’interno del
territorio la domanda
commerciale dei residenti,
soprattutto per quanto
concerne il settore
alimentare e degli elementi
di prima necessità e per la
formazione di condizioni di
maggiore attrattività a i fini
della rivitalizzazione del
Centro Storico.
OBIETTIVI SPECIFICI
Tutelare le funzioni di
vicinato a livello
commerciale (piccola e
media distribuzione).
Migliorare l’accessibilità
all’ambito di “centralità
urbana” dove risiede la
maggior parte del sistema
distributivo di vicinato.
AZIONE DI PIANO
Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il
sistema distributivo di vicinato esistente, che
A10 viene riconosciuto nel suo fondamentale ruolo
urbanistico di “motore delle relazioni e della
rivitalizzazione dello spazio urbano”.
Definire sistemi appetibili di accessibilità
pedonale per favorire la fruizione delle aree
A11
centrali in un contesto di valenza ambientale e
a basso impatto veicolare.
A12
Individuare
parcheggi.
connessioni
“appetibili”
124
ai
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4
POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Integrare i servizi pubblici o
Assicurare una adeguata
di
interesse
pubblico
dotazione,
qualità
ed
Aggiungere un cluster di “servizi qualitativi” ad
aree
per A13
(parcheggi,
accessibilità ai servizi per
integrazione dei “servizi minimi ordinari”.
attrezzature
scolastiche,
tutte le tipologie di utenze.
sport, tempo libero).
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5
INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
Promuovere la qualità
ambientale (riduzione
Riorganizzare i flussi della
dell’inquinamento acustico e
mobilità in un sistema
atmosferico) e la fruizione in
gerarchico ben strutturato.
sicurezza dell’ambiente
urbano.
AZIONE DI PIANO
Previsione del nuovo collegamento tra la Via
Locatelli e la Via Bombardieri, interne al centro
A14
abitato, per alleggerire dal flusso veicolare
l’ambito urbano centrale.
A15
Riqualificare dal punto di vista ambientale gli
assi della mobilità territoriale ed urbana.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6
STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE”
OBIETTIVI GENERALI
Assicurare adeguata
dotazione, qualità ed
accessibilità alle aree di
verde pubblico.
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Individuare il sistema dell’ambito fluviale quale
principale sistema a “parco d’interesse e valore
A16 paesistico-naturalistico” con finalità strategiche
di
fruizione
collettiva,
estendendo
le
Integrare, razionalizzare e
potenzialità
di
utilizzazione.
valorizzare il verde fruibile e
i grandi parchi.
Individuare l’ambito collinare-montano quale
A17
ambito di fruizione paesistico-ambientale,
rafforzando
i
sistemi
di
accessibilità,
percorribilità e penetrazione.
125
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7
POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Mantenere
le
realtà
agricole
locali,
favorendone lo sviluppo in forme compatibili
A18
con la rilevanza ambientale e paesistica dei
luoghi.
Mantenere e valorizzare le
attività agricole presenti sul
territorio.
Assicurare
la
possibilità
Promuovere forme innovative di attività
operativa
alle
attività
connesse quella agricola che possano
agricole
presenti
nel
territorio,
con
forte A19 contribuire al miglioramento della redditività
delle aziende, rilanciando il ruolo del territorio
attenzione alle presenze
sotto il profilo dell’economia rurale compatibile
agrituristiche.
e dell’innovazione.
Salvaguardare le attività presenti e i loro valori
A20 ambientali, anche con attenzione alle presenze
agrituristiche.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Rafforzare l’identità dei siti e
Tutelare e valorizzare le presenze storicourbani
e
dei
luoghi
potenziare le opportunità A21 paesistiche ed architettonico-ambientali (luoghi
di culto, della storia e della natura).
culturali e di fruizione per gli
abitanti.
Salvaguardare e valorizzare
le componenti ambientali
locali, che determinano i
valori dell’identità storica e
del paesaggio.
Tutelare tutte le componenti
Definire le classi di sensibilità paesistica del
morfologiche,
simboliche,
territorio, al fine di tutelare e valorizzare la
ambientali e percettive che
A22 componente del paesaggio anche attraverso la
contribuiscono
alla
tutela e la riqualificazione dei percorsi di
definizione del paesaggio
interesse paesaggistico.
locale.
Tutelare gli ambiti di elevata naturalità, in
i
valori
Salvaguardare
particolare sistemare e valorizzare le fasce
e A23
ambientali
biologici
laterali del reticolo idrico, dell’asta fluviale e del
naturalistici.
canale.
Favorire la creazione di un sistema continuo di
A24 aree verdi mediante la definizione e
Riequilibrare l’ecologia del
Conservare ed incrementare
potenziamento della rete ecologica comunale.
territorio, aumentandone la
la biodiversità.
capacità di autodepurazione.
Tutelare gli ambiti di valenza paesisticoA25
ambientale.
126
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9
PROMOZIONE ED ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA
DEGLI EDIFICI ED IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI
OBIETTIVI GENERALI
Indirizzare gli interventi di
riqualificazione edilizia ed
urbanistica verso risultati di
reale e positiva
sostenibilità (minimizzazione
fabbisogno di energia e
minimizzazione
consumi
idrici).
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Contenere
i
consumi
Definire una regolamentazione energetica degli
energetici e ridurre gli
A26 edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del
impatti ambientali degli
Piano delle Regole.
edifici residenziali/produttivi
Definire
una
regolamentazione
di
Contenere i consumi idrici e
contenimento dei consumi idrici degli edifici
ridurre gli impatti ambientali
A27
edifici
nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano
degli
residenziali/produttivi
delle Regole.
Eliminare i carichi indotti A28 Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili
e/o di combustibili a basso impatto ambientale.
Promuovere il contenimento sull’ambiente
esterno
dei carichi ambientali sul dall’attività di costruzione
Promuovere la salubrità complessiva del sito e
territorio comunale
edilizia e dall’utilizzo e
A29
dell’ambiente urbano nel quale è collocato
gestione dei fabbricati.
l’insediamento residenziale/produttivo.
Tutela del suolo e delle
acque
Garantire
la
non
utilizzazione dei suoli in
ogni ambito a rischio
elevato di pericolosità e/o
di vulnerabilità.
A30
Prevedere l’effettuazione di preventivi studi
geotecnici e geognostici per gli interventi di
trasformazione edilizia e urbanistica nelle
aree con presenza di rischio o vulnerabilità
limitata.
127
10.5. I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO
I quadri che seguono illustrano in modo più approfondito, seppur sinteticamente, i contenuti delle
singole “azioni di Piano”, precedentemente esposte.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1
DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO
AZIONE
CONTENUTI
Il Documento di Piano
prevede
un
dimensionamento
prevalentemente
riferito
alle previsioni di carattere
endogeno con modeste
integrazioni quantitative al
fine di garantire una
crescita
demografica
sostenibile all’interno del
territorio
comunale,
A01 limitando
quindi
le
previsioni di sviluppo alle
quantità
necessarie
a
garantire
il
soddisfacimento
dei
fabbisogni che nasceranno
all’interno
della
popolazione già presente
e ad una domanda
esogena contenuta non
richiamata da fenomeni di
marketing immobiliare.
Sotto il profilo quantitativo la verifica dell’andamento demografico della
popolazione effettuata dal Documento di Piano ha l’obiettivo di definire
da un lato un’ipotesi di crescita “minima” (al di sotto della quale non è
possibile rimanere) ed un’ipotesi di crescita “massima” (valutando quale
sia stata la crescita complessiva dovuta all’insieme dei fattori, endogeni
ed esogeni, che hanno determinato gli attuali livelli di crescita).
All’interno dei due dati il Documento di Piano sceglie il riferimento
quantitativo di crescita da prevedersi avendo la consapevolezza di non
poter scendere sotto la soglia minima che potrebbe portare alla
fuoriuscita dal territorio di parte dei nuclei famigliari che si formeranno
all’interno dell’evoluzione naturale della popolazione esistente e che, per
converso, ipotesi superiori a quella massima individuata potrebbero
essere attuabili solo prevedendo meccanismi di espansione ancora più
imponenti rispetto a quelli verificatisi negli ultimi anni.
Il Documento di Piano propone il criterio di determinazione del
fabbisogno secondo quanto qui di seguito indicato:
1. definizione del massimo sviluppo ipotizzabile mantenendo il
trend rilevato nel periodo 1991/2011 riferito all’incremento dei
nuclei famigliari;
2. definizione dello sviluppo minimo ipotizzabile considerando il
trend rilevato nel periodo 1991/2011 riferito alla crescita degli
abitanti;
3. definizione di un dato medio tra le previsioni 1 e 2 valutate in
rapporto al fabbisogno residuo di alloggi, considerati con volume
medio di 250 mc/all.
Tutela dei “sistemi della
Il Documento di Piano classifica i “sistemi della qualità” di Fiorano
qualità” che caratterizzano
A02
come “invarianti urbanistiche”, non sono quindi considerabili elementi
il territorio comunale come
territoriali disponibili per eventuali esigenze di nuova edificazione.
“invarianti urbanistiche”.
Il Documento di Piano
esclude la previsione di
nuove
significative
espansioni.
Il nuovo Ambito di Trasformazione Residenziale è previsto a nord della
A03
E’ previsto un solo Ambito lottizzazione “S. Fermo”, attualmente in fase di attuazione.
di
Trasformazione
Residenziale,
con
dimensioni limitate.
128
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1
DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO
AZIONE
CONTENUTI
Nei centri storici parte del patrimonio edilizio esistente risulta ancora
parzialmente degradata, ed alcuni volumi sono in condizioni di degrado
assoluto.
Ciò mette in evidenza la possibilità di un margine di recupero abitativo
nel tessuto di antica formazione, consentendo di non intervenire sul
consumo di nuovo territorio per la realizzazione di unità immobiliari e di
Recuperare le volumetrie non dover impegnare nuove risorse di investimento e gestione per opere
disponibili
nel di urbanizzazione.
A04 ancora
centro storico.
Tale politica di recupero verrà incentivata ed affiancata da agevolazioni
fiscali introdotte nel Piano delle Regole, da politiche sulla realizzazione di
parcheggi privati e pubblici ed interventi sul sistema della mobilità e
viabilità finalizzati a migliorare l’accessibilità al centro storico.
Le norme di Piano consentiranno di individuare interventi di edilizia
convenzionata nell’ambito degli interventi di riconversione e
riqualificazione, all’interno dei meccanismi degli standard qualitativi.
A05
Il Piano delle Regole dovrà individuare le zone del territorio ove è
Recuperare i sottotetti ai
possibile effettuare il recupero, senza aggravi sull’assetto paesaggistico
fini abitativi.
ed urbanistico del territorio.
Recuperare
le
A06 degradate e le
dismesse.
La presenza di aree dismesse è individuata come una risorsa, capace di
garantire, attraverso gli interventi del recupero, l’obiettivo del
contenimento del consumo di suolo.
E tuttavia, mentre il problema del futuro di tali aree diviene un elemento
fondante dell’attività di programmazione urbanistica esso deve essere
considerato
ancor
prima
un
elemento
fondamentale
della
aree
programmazione strategica e socio economica del territorio, anche
aree
interrogandosi sulla tipologia e il ruolo degli operatori che possono
intervenire ai quali dovranno essere indicate le condizioni strategiche e di
sostenibilità che potranno consentire gli interventi, nell’ambito dei principi
di sussidiarietà, collaborazione, compensazione ed efficienza.
Il Piano delle Regole individuerà gli ambiti di riconversione delle
destinazioni urbanistiche e di riqualificazione delle aree degradate e delle
aree dismesse.
Promuovere interventi di
Si prevede la possibilità di edificazione delle aree libere individuabili
completamento in aree
A07
all’interno del territorio già urbanizzato, anche mediante eventuali
libere all’interno del centro
interventi integrati di natura pubblico-privata.
edificato.
Indirizzare gli eventuali
completamenti
urbanizzativi
verso
la
A08
riconversione di ambiti
all’urbanizzato
marginali
esistente.
Compatibilmente all’assetto paesaggistico, idrogeologico e ambientale del
territorio il Documento di Piano indica come indirizzo per il Piano delle
Regole la possibilità di individuare i futuri incrementi edificatori solo in
aree di frangia debitamente circoscritte ed in grado di intervenire sulla
riorganizzazione dei bordi urbani. Tali interventi dovranno essere
effettuati avendo quale obiettivo di interesse generale l’utilizzo di
tipologie edilizie sostenibili sia sotto il profilo architettonico sia in grado di
garantire un corretto bilancio ambientale delle operazioni urbanistiche.
Il DdP individua un solo Ambito di Trasformazione Residenziale, di
dimensioni limitate e, per parte di esso coordinato quale incentivo per la
riqualificazione di un ambito interno al centro abitato.
129
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2
POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO”
AZIONE
DESCRIZIONE
Il Documento di Piano non
prevede
ulteriori
espansioni insediative di
natura produttiva.
Il DdP non individua nessun nuovo Ambito di Trasformazione ai fini
A09 Si demanda al PdR il
Produttivi.
compito della definizione e
della localizzazione delle
possibilità
di
completamento.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3
POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE
AZIONE
DESCRIZIONE
Riqualificare,
razionalizzare
ed
ammodernare il sistema
distributivo di vicinato
esistente,
che
viene
A10 riconosciuto
nel
suo
fondamentale
ruolo
urbanistico di “motore
delle relazioni e della
rivitalizzazione dello spazio
urbano”.
Il Piano dei Servizi e il Piano delle Regole prevederanno elementi di
incentivazione per l’allocazione delle attività commerciali ai piani terra e
forme di artigianato di servizio, anche innovativo, ai piani superiori ove
compatibili.
Le nuove attività commerciali di vicinato possono essere collocate
all'interno del tessuto edilizio o dei singoli complessi edilizi di interesse
storico ambientale solamente a condizione che gli interventi di carattere
commerciale non alterino i caratteri, gli elementi connotativi e le relazioni
tra le diverse parti del tessuto urbano meritevoli di conservazione e che
la riattivazione funzionale di unità edilizie esistenti sia coerente con gli
elementi tipologici, morfologici e strutturali del complesso edilizio da
trasformare.
Il Documento di Piano promuove lo sviluppo di un “progetto della
creatività giovanile” per favorire forme di artigianato leggero e di
professionalità nei settori terziari che presentano positive possibilità
insediative nei tessuti edificati residenziali.
Definire sistemi appetibili
di accessibilità pedonale
per favorire la fruizione
L’individuazione di tali percorsi verrà dettagliata nell’adeguamento del
A11 delle aree centrali in un
Piano dei Servizi.
contesto
di
valenza
ambientale e a basso
impatto veicolare.
A12
Individuare
connessioni L’individuazione delle aree di parcheggio
“appetibili” ai parcheggi.
nell’adeguamento del Piano dei Servizi.
verrà
dettagliata
130
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4
POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI
AZIONE
DESCRIZIONE
Aggiungere un cluster di
Prevedere nelle NTA le forme di intervento negoziato favorevoli
“servizi qualitativi” ad
all’acquisizione e alla realizzazione delle aree e delle attrezzature dei
A13
integrazione dei “servizi
servizi.
minimi ordinari”.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5
INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE
AZIONE
DESCRIZIONE
Previsione
del
nuovo
collegamento tra la Via
Locatelli
e
la
Via
Bombardieri, interne al Prevedere forme di intervento negoziato favorevoli all’acquisizione e alla
A14
centro
abitato,
per realizzazione del nuovo tratto infrastrutturale.
dal
flusso
alleggerire
veicolare l’ambito urbano
centrale.
Riqualificare dal punto di
vista ambientale gli assi
A15
della mobilità territoriale
ed urbana.
Definizione di un sistema di accessibilità al territorio e di attraversamento
che non interferisca con il sistema delle aree di centralità urbana
(benefici connessi: viabilità interna più fluida, riduzione emissioni
acustiche e emissioni inquinanti).
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6
STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE”
AZIONE
DESCRIZIONE
Individuare
il
sistema
dell’ambito fluviale quale
principale
sistema
a
Individuare l’area d’interesse paesistico-naturalistico dell’ambito fluviale
A16 “parco d’interesse e valore
quale parco pubblico.
paesistico-naturalistico”
con finalità strategiche di
fruizione collettiva.
Individuare
l’ambito
collinare-montano
quale
Nel Piano delle Regole verrà individuata la specifica normativa con
ambito
di
fruizione
riferimento ai meccanismi di perequazione e compensazione per la
A17 paesistico-ambientale,
realizzazione di percorsi fruibili.
rafforzando i sistemi di
accessibilità, percorribilità
e penetrazione.
131
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7
POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO
AZIONE
DESCRIZIONE
Mantenere
le
realtà
agricole
locali,
favorendone lo sviluppo in
A18
forme compatibili con la
rilevanza ambientale e
paesistica dei luoghi.
Il Documento di Piano non prevede e aree da destinare all’attività
agricola in senso fortemente imprenditoriale, con ampi margini di
modificazione del quadro paesistico.
Il Piano delle Regole tuttavia definirà specifici e adeguati riferimenti
normativi per le esigenze di infrastrutturazione e di utilizzazione dei suoli
a nuove modalità e tecnologie di conduzione dell’attività agricola che
possano determinare situazioni problematiche dal punto di vista
paesistico ed ambientale.
Promuovere
forme
innovative
di
attività
connesse quella agricola
che possano contribuire al
della Nel Piano delle Regole verranno individuati i criteri di incentivazione per
miglioramento
redditività
delle
aziende,
favorire interventi di imprenditorialità agricola ad elevato livello
A19
rilanciando il ruolo del tecnologico purché compatibili con il contesto ambientale e paesistico.
territorio sotto il profilo
dell’economia
rurale
compatibile
e
dell’innovazione.
Salvaguardare le attività
presenti e i loro valori Nel Piano delle Regole verranno individuati incentivi per gli interventi che
A20 ambientali, anche con consentano la realizzazione di percorsi ambientali e paesistici connessi
attenzione alle presenze alla fruibilità del territorio agricolo e alle attività agrituristiche.
agrituristiche.
132
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE
AZIONE
DESCRIZIONE
Tutelare e valorizzare le
presenze
storicopaesistiche
ed
A21
architettonico-ambientali
(luoghi di culto, della
storia e della natura).
Il Piano delle Regole conterrà la regolamentazione finalizzata alla tutela e
alla valorizzazione del Centro Storico e degli ambiti di interesse storicoarchitettonico e sarà corredato da un elenco degli elementi da
valorizzare.
Definire
le
classi
di
sensibilità paesistica del
territorio,
al
fine
di
tutelare e valorizzare la
A22 componente del paesaggio
anche attraverso la tutela
e la riqualificazione dei
percorsi
di
interesse
paesaggistico.
Il PGT rappresenta uno strumento di maggiore definizione paesistica,
imponendo al regime dei suoli trattati una disciplina volta alla specifica
tutela e valorizzazione del paesaggio locale.
Il Piano delle Regole detta le Norme di indirizzo ai fini della tutela del
paesaggio.
Per tutela del paesaggio oggi si intende il governo delle sue
trasformazioni dovute all’intervento dell’uomo o agli eventi naturali, ivi
compreso il progressivo decadimento delle componenti antropiche e
biotiche del territorio causato dal trascorrere del tempo e dall’abbandono
degli usi e delle pratiche che lo avevano determinato.
La tutela del paesaggio si attua non solo attraverso la tutela e
qualificazione del singolo bene, ma anche mediante la tutela e
qualificazione del suo contesto, inteso come spazio necessario alla sua
“sopravvivenza”, identificabilità e leggibilità.
La tutela e la qualificazione dovranno quindi esprimersi in forme diverse,
in rapporto ai caratteri della trasformazione proposta ed in relazione al
“grado” di sensibilità del paesaggio.
I principali “percorsi di valenza paesistica e/o elevata potenzialità fruitiva”
vengono dichiarati di interesse pubblico ai fini della loro possibile
utilizzazione, in convenzione o tramite acquisizione dal parte del Comune,
per la realizzazione di percorsi ecologico ambientali, sentieri pedonali e
ciclabili, da destinarsi all’uso pubblico.
Tali percorsi non possono essere oggetto di modificazione né possono
essere occupati da costruzioni. Le fasce prospettiche indicate dai vettori
visuali devono essere mantenute libere da ostacoli visivi al fine di
mantenere complessivamente visibile il sito di riferimento e gli elementi
emergenti di valore paesaggistico.
Tutelare gli ambiti di
elevata
naturalità,
in
particolare sistemare e
A23
valorizzare le fasce laterali
del reticolo idrico, dell’asta
fluviale e del canale.
E’ prevista una specifica normativa in merito alle tipologie di interventi
ammessi in queste fasce (Piano delle Regole).
Gli interventi devono comunque garantire il mantenimento e/o il ripristino
della vegetazione spontanea e la conservazione degli elementi della
biodiversità.
Lungo le fasce viene incentivata la realizzazione di percorsi fruibili.
Favorire la creazione di un
sistema continuo di aree
verdi
mediante
la
A24
definizione
e
potenziamento della rete
ecologica comunale.
Il Documento di Piano individua i corridoi ecologici necessari per la
connessione con gli ambiti di elevata naturalità e disciplina la
salvaguardia dei varchi non edificati per la realizzazione di corridoi
ecologici e per il recupero degli elementi di connessione delle aree
agricole attraverso l’impiego di misure agro-ambientali.
133
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE
AZIONE
Tutelare gli
A25 valenza
ambientale.
DESCRIZIONE
Il Documento di Piano individua delle “Aree di salvaguardia degli ambiti e
dei versanti boscati di valenza paesistico ambientale”. In queste aree è
vietata qualsiasi trasformazione dell'assetto boschivo.
ambiti di In particolare vanno salvaguardate la posizione, la consistenza e la
paesistico- configurazione delle macchie boschive caratterizzate dalla presenza delle
essenze caratterizzanti la varietà del bosco. In tali zone vengono
ammesse unicamente le opere ed i normali lavori di coltura silvicola,
connessa alle attività di mantenimento e potenziamento delle
componenti arboree in un quadro di economia forestale.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9
PROMOZIONE ED ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA
DEGLI EDIFICI ED IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI
AZIONE
DESCRIZIONE
Definire
una
regolamentazione
energetica degli edifici
A26
nelle Norme Tecniche di
Attuazione del Piano delle
Regole.
Il nuovo PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce
nelle Nome Tecniche di Attuazione del Documento di Piano e del Piano
delle Regole una regolamentazione circa il fabbisogno energetico degli
edifici, legandone il rendimento ad incentivi economici e urbanistici.
Definire
una
regolamentazione
di
contenimento dei consumi
A27 idrici degli edifici nelle
Norme
Tecniche
di
Attuazione del Piano delle
Regole.
Il nuovo PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce
nelle Nome Tecniche di attuazione del Documento di Piano e del Piano
delle Regole una regolamentazione di contenimento e razionalizzazione
dei consumi idrici.
Promuovere l’utilizzazione
di energie rinnovabili e/o Il Piano delle Regole prevede incentivi per favorire la diffusione delle
A28
di combustibili a basso energie rinnovabili sul territorio comunale.
impatto ambientale.
Promuovere la salubrità
complessiva del sito e
dell’ambiente urbano nel
A29
quale
è
collocato
l’insediamento
residenziale/produttivo.
La salubrità complessiva dell’edificio, ma anche la salubrità del sito e
dell’ambiente urbano, devono essere perseguiti sia mediante la
limitazione delle emissioni e della formazione di situazioni inquinanti, ma
anche attraverso l’uso di materiali e tecniche costruttive adeguate.
Il Piano delle Regole prevede opportune prescrizioni e regolamentazioni
da attuare ai fini della salvaguardia ambientale e del risparmio di risorse.
Per il settore produttivo vengono previsti: sistemi di abbattimento per i
fumi, trattamento delle acque reflue e loro convogliamento in fognatura,
riciclo delle acque dai processi produttivi, corretta progettazione
dell’inserimento paesistico dell’intervento e previsione di schermature con
siepi ed alberature delle zone più impattanti.
Per i nuovi edifici di carattere residenziali il Regolamento Urbanistico
richiede di predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il
riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini e per gli
scarichi igienici.
Prevedere l’effettuazione
di
preventivi
studi
geotecnici e geognostici
per gli interventi di
Il DdP prevede la progressiva messa in sicurezza di tutti gli ambiti
soggetti a rischi di frana.
La disciplina del Piano delle Regole dovrà individuare i livelli di
approfondimento degli studi geognostici e geotecnici preliminari ed ogni
A30
134
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9
PROMOZIONE ED ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA
DEGLI EDIFICI ED IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI
AZIONE
trasformazione edilizia e
urbanistica nelle aree con
presenza di rischio o
vulnerabilità limitata.
DESCRIZIONE
tipo di edificazione d’intervento sul territorio.
135
11 – CONTENUTI
136
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
11.1. I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
In considerazione di quanto emerso nelle valutazioni dei precedenti capitoli e degli elementi della
proposta del Documento di Piano, la presente parte del Rapporto Ambientale, prevede:
•
la valutazione dei sistemi ambientali e delle relative dinamiche in atto nel territorio
comunale di Fiorano al Serio, secondo le analisi sintetizzate nella tabella di valutazione
finale in riferimento alle azioni previste dal Documento di Piano, oggetto del presente
Rapporto;
•
l’individuazione della “coerenza esterna” delle scelte del DdP in rapporto ai sistemi
territoriali di riferimento ed in particolare al PTCP della Provincia di Bergamo, inteso anche
quale strumento di maggior dettaglio del PTPR della Regione Lombardia, e alle linee e agli
indirizzi del PTR della Lombardia;
•
l’esame della “coerenza interna” tra gli obiettivi generali e specifici individuati dal DdP e le
conseguenti azioni declinate dal medesimo in rapporto soprattutto agli aspetti inerenti le
tematiche di ordine ambientale e paesistico;
•
la valutazione di sintesi degli effetti sull’ambiente delle azioni strategiche previste nella
proposta di Documento di Piano, avendo come riferimento principale i criteri di sostenibilità
individuati dalla Commissione Europea (Manuale U.E.), che si assumono come elementi
fondanti della verifica di sostenibilità del DdP rispetto allo sviluppo del territorio di Fiorano
al Serio;
•
l’identificazione degli elementi che si caratterizzano come alternative all’attuale quadro della
programmazione urbanistica al fine di valutarne gli elementi di positività o negatività e
quindi di individuare la necessità/opportunità di mettere in atto eventuali politiche
correttive;
•
la definizione di un Piano di monitoraggio da attuare per garantire la corretta efficacia delle
azioni di Piano, individuando opportuni indicatori mirati a definire le positività del processo
di attuazione del PGT o le ripercussioni dei Programmi dei processi e azioni previste sul
sistema ambientale generale.
137
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
12 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna
138
12.1. LA COERENZA ESTERNA
Nell’ambito del processo decisionale del DdP deve essere verificata la coerenza esterna, che
consiste nell’individuare e a mettere in luce gli eventuali elementi contraddittori, rispetto alle
politiche di altri livelli di governo e al quadro pianificatorio e programmatorio sovraordinato di
riferimento.
Per garantire la coerenza del PGT con la pianificazione sovraordinata, sono stati analizzati i
contenuti degli altri pertinenti Piani con riferimento agli obiettivi di sostenibilità ambientale ed è
stata valutata la coerenza delle strategie e azioni del PGT con tali contenuti, esprimendo un
giudizio di coerenza esterna secondo la seguente scala:
NO
=
contrasto
-
=
indifferenza
SI’
=
coerenza
La pianificazione analizzata è la seguente:
•
Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica – Obiettivi di Sostenibilità Manuale
U.E.;
•
PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Bergamo (anche
quale strumento di maggior dettaglio del PTPR - Piano Territoriale Paesistico Regionale della Regione Lombardia;
•
Proposta di PTR (Piano Territoriale Regionale) della Regione Lombardia.
L'analisi di coerenza esterna è sintetizzata nei quadri sinottici seguenti, che verificano la
corrispondenza tra gli obiettivi generali del DdP e gli obiettivi di sostenibilità generale della
pianificazione analizzata.
Come si può osservare dalla lettura delle tabelle, si rileva un buon livello di coerenza esterna del
PGT, in termini di strategie e obiettivi di riferimento.
139
1-Ridurre al minimo l’impiego
energetiche non rinnovabili
delle
5-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle
risorse idriche
Assicurare un’adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai servizi per
tutte le tipologie di utenze.
Promuovere la qualità ambientale (riduzione dell’inquinamento
acustico e atmosferico) e la fruizione in sicurezza dell’ambiente
urbano.
Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità
alle aree di verde pubblico.
2-Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della
capacità di rigenerazione
3-Uso e gestione corretta, dal punto di vista
ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosiinquinanti
4-Conservare e migliorare lo stato della fauna e della
flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi
Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato per
trattenere maggiormente all’interno del territorio la domanda
commerciale dei residenti, soprattutto per quanto concerne il
settore alimentare e degli elementi di prima necessità e per la
formazione di condizioni di maggiore attrattività a i fini della
rivitalizzazione del Centro Storico.
risorse
Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti
da possibili interventi di riconversione.
Criteri di sostenibilità manageriale
Minimizzare il consumo di suolo.
Obiettivi generali del
Documento di Piano
Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della
popolazione, valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa
ottimale” della Comunità.
COERENZA CON I CRITERI PER LA SOSTENIBILITA’ DEL MANUALE UE
SI’
SI’
SI’
-
-
SI’
SI’
-
SI’
-
Tematica non presente nel Comune di Fiorano
-
SI’
-
SI’
SI’
SI’
-
SI’
SI’
140
Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della
popolazione, valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa
ottimale” della Comunità.
Minimizzare il consumo di suolo.
Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti
da possibili interventi di riconversione.
Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato per
trattenere maggiormente all’interno del territorio la domanda
commerciale dei residenti, soprattutto per quanto concerne il
settore alimentare e degli elementi di prima necessità e per la
formazione di condizioni di maggiore attrattività a i fini della
rivitalizzazione del Centro Storico.
Assicurare un’adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai servizi per
tutte le tipologie di utenze.
Promuovere la qualità ambientale (riduzione dell’inquinamento
acustico e atmosferico) e la fruizione in sicurezza dell’ambiente
urbano.
Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità
alle aree di verde pubblico.
Obiettivi generali del
Documento di Piano
Criteri di sostenibilità manageriale
6-Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e
culturali.
SI’
SI’
-
SI’
SI’
-
7-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale.
-
SI’
-
SI’
SI’
SI’
8-Protezione dell’atmosfera.
-
SI’
--
SI’
SI’
9-Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare
l’istruzione e la formazione.
elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione
10-Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni
che comportano uno sviluppo sostenibile.
elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione
141
5-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle
risorse idriche
Tutela del suolo e delle acque.
2-Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della
capacità di rigenerazione
3-Uso e gestione corretta, dal punto di vista
ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosiinquinanti
4-Conservare e migliorare lo stato della fauna e della
flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi
Promuovere il contenimento dei carichi ambientali
sul territorio comunale
risorse
Indirizzare gli interventi di riqualificazione edilizia ed urbanistica verso
risultati di reale e positiva sostenibilità (minimizzazione fabbisogno di
energia e minimizzazione consumi idrici).
delle
Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone la capacità di
autodepurazione.
1-Ridurre al minimo l’impiego
energetiche non rinnovabili
Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che
determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio.
Criteri di sostenibilità manageriale
Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul territorio.
Obiettivi generali del
Documento di Piano
-
-
SI’
SI’
SI’
-
-
-
SI’
SI’
SI’
-
Tematica non presente nel Comune di Fiorano
-
SI’
SI’
-
SI’
SI’
-
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
142
Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul territorio.
Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che
determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio.
Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone
la capacità di autodepurazione.
Indirizzare gli interventi di riqualificazione edilizia ed urbanistica
verso risultati di reale e positiva sostenibilità (minimizzazione
fabbisogno di energia e minimizzazione consumi idrici).
Promuovere il contenimento dei carichi ambientali
sul territorio comunale.
Tutela del suolo e delle acque.
6-Conservare e migliorare la qualità delle risorse
storiche e culturali.
SI’
SI’
-
SI’
-
-
7-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente
locale.
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
-
SI’
SI’
-
SI’
-
Obiettivi generali del
Documento di Piano
Criteri di sostenibilità manageriale
8-Protezione dell’atmosfera.
9-Sensibilizzare alle problematiche
sviluppare l’istruzione e la formazione.
ambientali,
10-Promuovere la partecipazione del pubblico alle
decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.
elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione
elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione
143
12.2. VERIFICA DI COMPATIBILITA’ CON IL PTCP E IL PTPR
La questione del rapporto tra il “Documento di Piano” e la verifica che su tale documento – e più
in generale sul PGT nel suo complesso – deve effettuarsi per l’accertamento della compatibilità
con il PTCP della Provincia, viene trattata in questo Rapporto solo con riferimento alle questioni
inerenti i contenuti della Valutazione Ambientale Strategica.
In questo senso va affermato che la verifica di compatibilità non viene assunta dal presente
Documento come momento di controllo finale degli esiti di controllo e progettuali del PGT ma parte
dalla preventiva assunzione dei contenuti e degli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento
della Provincia, e dalla necessità di verificare non solo la coerenza del PGT con tutti gli elementi
aventi valore prescrittivo e prevalente ma anche la situazione dei contenuti del PGT che possono
avere rilevanza nel disegno territoriale e che devono essere considerati come elementi coordinati
con il disegno più generale dell’area vasta, verificando la coerenza con l’indirizzo del dettato
dell’art. 18 della l.r. 12/2005 ove è previsto che “le valutazioni di compatibilità rispetto al
PTCP…concernono l’accertamento dell’idoneità dell’atto…ad assicurare il conseguimento degli
obbiettivi fissati nel piano, salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti”.
La verifica di compatibilità con il PTCP assicura anche la coerenza con il PTPR del quale il PTCP
costituisce strumento di maggiori dettagli per i contenuti in materia ambientale e paesistica.
Nel prospetto che segue, sono individuati i contenuti della Relazione e/o delle Norme di Attuazione
(NdA) del PTCP che riguardano le tematiche inerenti gli sviluppi insediativi e gli elementi di
salvaguardia ambientale e paesistica aventi rilevanza sulla pianificazione locale.
LEGENDA:
• NdA Art. 00 c 00 : Norme di Attuazione del PTCP e relativo articolo e comma di riferimento
• R-000 : Relazione Generale del PTCP e pagina di riferimento
• A01-A02, ecc…: Azioni di Piano di riferimento per la verifica di coerenza con il PTCP
•
Contenuti del PTCP che non interessano le previsioni del DdP
144
Contenuto
Rif. NdA o
Relazione
Definizione interventi di rilevanza sovracomunale. Sottopone a PAIS
e Tavoli interistituzionali preventivi i servizi con bacino doppio
rispetto a capacità teorica e comunque sopra i 5.000 abitanti;
insediamenti produttivi con Sf maggiore a 250.000 mq; commercio
con sup. lorda vendita maggiore a 10.000 mq
I Piani comunali dovranno rilevare la compatibilità delle generazioni
di traffico dovuta ai pesi insediativi esistenti e programmati
I Piani comunali danno indicazioni per il contenimento delle
trasformazioni
e dei consumi di suolo per espansioni e
trasformazioni urbane
Determinazione dei fabbisogni insediativi avendo riguardo al minor
consumo di territorio possibile
I comuni determinano i fabbisogni residenziali anche considerando i
fenomeni migratori determinati dalla attività produttive con
particolare riferimento ai soggetti di provenienza extra comunitaria
Principi generali per il dimensionamento dei fabbisogni insediativi
Indicazioni sul contenimento del suolo agricolo attraverso la
gradazione dei “valori”
Indirizzi per gli incrementi residenziali: recupero patrimonio
esistente, nuovi impianti con adeguata capacità insediativa per
minimizzare il consumo di suolo agricolo, priorità al recupero
(quindi completamento nelle aree interstiziali e di frangia per
rendere più compatto e funzionale il sistema dei centri urbani
esistenti)
Piano di settore sul commercio con individuazione delle aree idonee
per la localizzazione di nuovi insediamenti
Ambiti urbani caratterizzati da fenomeni di dissesto: criteri di
ammissibilità degli interventi
Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o trasformazioni
urbane per aree di particolare valore paesistico e naturalistico
Localizzazione di interventi in zone collinari e montane in aree che
interessino zone di completamento delle frange urbane, ambiti
agrari già dismessi o aree agricole di marginalità produttiva
Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o trasformazioni
urbane per le aree agricole
Localizzazione di servizi nelle aree verdi della pianificazione
comunale con valenza paesistica
I Piani comunali dovranno di norma non consentire insediamenti
urbanizzativi con sviluppo parallelo ai tracciati della viabilità
principale
Individuazione aree logistiche intermodali per il trasporto delle
merci
Localizzazione di nodi interscambio (tav E3) con previsione nei piani
comunali di spazi, per parcheggi e per servizi
Articolazione del sistema insediativo in quattro componenti
fondamentali (insediamenti di centralità, centri urbani, aggregati e
nuclei, beni storico-architettonici isolati) rispetto ai quali definire
interventi di carattere e valenza sovracomunale
Localizzazione di attrezzature, servizi e opere di urbanizzazione
secondaria nelle aree agricole
Aree di primo riferimento per la pianificazione locale come
indicazioni di ambiti meno problematici ai fini della trasformazione
urbanistica
Azioni
previste
dal DdP
Art 79 c 4
A14-A15
Art 92 c1
A03-A07-A08
Art 93 c1
A03-A07-A08
R 158
A01-A02A18-A19-A20
R 160
A01-A03A04-A05A06-A07-A08
Artt 54 -57
A21-A22A23-A25
Art 67
A22-A23A24-A25
145
Aree agricole oggetto di trasformazione. Il Piano comunale deve
dare dimostrazione che le aree non devono avere avuto aiuti
comunitari per almeno dieci anni
Direttive sugli insediamenti produttivi per i Piani comunali: utilizzo
di aree produttive già previste, evitare disseminazione nel territorio
di aree e complessi isolati, incrementare accessibilità agli impianti
produttivi
Localizzazione insediamenti produttivi di livello provinciale e
classificazione
Localizzazione delle aree produttive in modo da contenere gli
spostamenti dei pendolari e di massimizzare l’utilizzo del trasporto
pubblico
Individuazione delle attrezzature sovracomunali e di interesse
provinciale (tav.E4)
Individuazione elementi di coordinamento sul territorio: 1) aree
meno sensibili, più opportune per interventi insediativi 2) indirizzi
per la gestione della forma urbana e l’organizzazione territoriale
degli insediamenti 3) gerarchia dei valori ambientali e paesistici e
della funzione delle aree inedificate 4) le invarianti che pongono
limiti all’occupazione dei suoli
Indirizzi per orientare i Comuni nella definizione degli ambiti di
sviluppo della forma urbana
Criteri favorevoli per la localizzazione degli insediamenti:
accessibilità, valenze storico-culturali, adiacenza a centri e servizi
interurbani, adiacenza a sistemi produttivi, ecc.
Individuazione delle aree con fenomeni urbanizzativi in atto (tav E
2.2) e aree di primo riferimento per la pianificazione locale (tav E4),
anche come aree atte a garantire un adeguato rapporto tra
insediamenti e salvaguardia suoli agricoli
Orientamento dei piani comunali verso il compattamento della
forma urbana
Evitare il consumo di suolo agricolo nelle zone già oggetto di
investimenti pubblici di irrigazione o bonifica, in quelle con suoli di
elevata qualità e/o produttività, in quelle con testimonianza delle
antiche organizzazioni agricole
Recupero a scopo di residenza e ricettività turistica degli
agglomerati rurali esistenti di antica formazione con caratteristiche
apprezzabili di edilizia spontanea
Definizione della rete delle centralità in relazione ai servizi.
Classificazione dei servizi in differenti livelli; creare condizioni che
garantiscano un adeguato grado di equipotenzialità tra situazioni di
presenza di servizi e di accessibilità agli stessi; politiche prioritarie
della provincia
Criteri per verifiche di compatibilità nelle aree di criticità in ambito
di pianura
Verifiche di congruenza in aree interessate da SIC o ZPS
Aree con fenomeni urbanizzativi in atto o previsti. In queste aree, in
immediato rapporto con i contesti urbani, orientare le
trasformazioni alla riqualificazione e ricomposizione delle zone di
frangia degli insediamenti. Previsione di adeguato inserimento
paesistico e ambientale, anche tramite previsioni di impianti arborei
e arbustivi. Creazione di reti ecologiche e di collegamento con aree
verdi e reti ecologiche esistenti.
Mantenimento dei varchi e degli spazi liberi interurbani per
continuità dei corridoi ecologici
Ambiti di valorizzazione, riqualificazione e progettazione paesistica,
nei quali realizzare un sistema di aree e ambiti di continuità del
Art 94 c 2
A09
R 156
A02-A22A23-A24-A25
R157
A21
R 172-174
A13
Art 62
A03-A07A08-A23-A24
Art 65, art 72 c 7
A23-A24
Art 66
A16-A17-A21
146
verde. Individuazione di elementi di caratterizzazione dei progetti
edilizi.
Indicazioni per insediamenti rurali ed elementi di interesse storico
Percorsi di fruizione paesistica. Curare che nuove previsioni
insediative non compromettano le condizioni di visibilità dai punti e
dai percorsi panoramici
Indicazioni rispetto a interventi nei Centri Storici, con promozione
integrazione delle funzioni
Espansioni e trasformazioni come elementi di riqualificazione e
ricomposizione dei fronti e delle frange urbane, anche tramite
riequipaggiamento arboreo e arbustivo
I Comuni dovranno pianificare gli insediamenti produttivi tenendo
conto di esigenze di compattezza del disegno organizzativo e
insediativo e del massimo riutilizzo dei complessi esistenti disponibili
o da riqualificare
Indicazioni sulle mitigazioni per insediamenti commerciali, con
particolare riferimento all’accessibilità, alle ricadute sulla viabilità,
alle dotazioni di parcheggi e all’inquinamento e alle altre ricadute
sugli abitati vicini
Sintesi degli indirizzi per la compatibilità territoriale degli
insediamenti commerciali: impatto territoriale, sistema viario,
trasporti, ambiente e paesaggio
Artt 68 - 69
A18-A19-A20
Art 70 c 2 (lett c)
art 72 c 2
A22-A23
Art 91
A13
Art 97
A09
147
12.3. VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR
PRINCIPALI ELEMENTI DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE
INERENTI LA VERIFICA DI COERENZA ESTERNA DEL DdP
PRINCIPALI INDIRIZZI DEL PTR
Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori,
l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione:
- in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per
ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente
- nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai
servizi), nell’uso delle risorse e nella produzione di energia,
nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi
partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio
Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua
accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e
identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati
e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso:
- la promozione della qualità architettonica degli interventi
- la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici
- il recupero delle aree degradate
- la riqualificazione dei quartieri di ERP
- l’integrazione funzionale
- il riequilibrio tra aree marginali e centrali
- la promozione di processi partecipativi
Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica
utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli
sprechi e sulla gestione ottimale del servizio
Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la
residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo
prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il
ricorso all’utilizzo di suolo libero
Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità
dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle
acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico
Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di
utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della
conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico,
derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di
manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo
prudente e sostenibile del suolo e delle acque
Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori
della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricoli e
forestali
come
elementi
di
ricomposizione
paesaggistica
di
rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli
habitat
Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili
per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e
responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei
processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori
degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti
Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la
progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni
climateriaranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle
acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica
integrata
AZIONI DEL DdP
A26-A27-A28-A29-A30
A06-A08-A26-A27-A28-A29
A13
A04-A06-A07
A26-A27-A28-A29
A23-A30
A22-A23-A25
A06-A26-A27-A28-A29
A16-A17-A24
148
Valorizzare, in forma integrata, il territorio e le sue risorse, anche
attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale,
ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento
del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della
Lombardia
Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli
interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastruttuale ed edilizio,
tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli
impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già
realizzati
Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con
particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo
l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di
valorizzazione del territorio
A22-A25
A26-A27-A28-A29
A20-A21-A22
149
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
13 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna
150
13.1. VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP
Nel Documento di Scoping si era indicato come criterio preliminare la necessità che la VAS,
tenendo conto del quadro delle criticità, valutasse preliminarmente una serie di interrogativi
preliminari
a cui si è ritenuto necessario che il Rapporto Ambientale, nella sua componente
valutativa, desse una prima generale risposta.
Tali quesiti, alcuni di natura strategica, sono riferiti a considerazioni di carattere generale e a
rapporti che legano il PGT con gli strumenti di pianificazione sovraordinata, altri attengono in modo
più diretto, al Piano, tanto nella sua dimensione urbana che territoriale e fanno riferimento ai temi
della sostenibilità.
In quanto al primo quesito, si può affermare che la strategia di sviluppo perseguita dal DdP
riguarda non già uno sviluppo inteso come crescita edilizia ed espansione urbanizzativa, ma uno
sviluppo considerato come crescita della qualità dell’esistente, come valorizzazione dei caratteri
architettonici, urbanistici e paesistico ambientali, come incremento della potenzialità di erogazione
di servizi e quindi complessivamente come crescita della qualità della vita.
La coerenza del PGT con le strategie di sviluppo delineate dai documenti di pianificazione
sovraordinati è già stata ampiamente trattata nell’ambito della valutazione di “Coerenza Esterna” e
il rapporto con i piani dei comuni contermini può considerarsi positivo in quanto le previsioni del
DdP non determinano alcun tipo di ricaduta negativa o di contrasto con la pianificazione locale al
contorno.
Gli altri quesiti preliminari trovano risposta positiva relativamente agli aspetti sui quali il DdP, e più
in generale la Disciplina Urbanistica, possono oggettivamente e operativamente incidere (tali
quesiti sono individuati in colore verde).
Trovano altresì risposta positiva, ma nei termini dell’attenzione e dei contenuti di indirizzo agli
strumenti operativi che dovranno essere definiti nella fase successiva all’approvazione del PGT
(pianificazione attuativa, regolamento edilizio, discipline di settore e tecnologiche, ecc…), tutti gli
altri quesiti che non attengono strettamente materie direttamente disciplinabili dal DdP e/o dalla
sola Disciplina Urbanistica (tali quesiti sono individuati in colore viola).
Gli interrogativi preliminari individuati nel Documento di Scoping sono qui di seguito elencati ed
evidenziati:
1. Il PGT quale strategia di sviluppo e quale ruolo prefigura per il Comune;
2. Il PGT è coerente con le strategie di sviluppo delineate dagli strumenti di pianificazione
sovraordinati? E in quale rapporto si pone con i piani dei Comuni contermini?
3. Il Piano considera in modo adeguato le criticità locali?
4. Il Piano tiene conto dei valori ambientali dei luoghi, della biodiversità e delle condizioni di
biopermeabilità del territorio?
5. Il Piano evita lo spreco di terreno agricolo pregiato?
151
6. Il Piano tutela e valorizza le risorse agro – silvo - pastorali anche nella loro nuova funzione
ambientale e paesaggistica?
7. Il Piano tutela e valorizza il paesaggio e i beni culturali?
8. Il Piano tiene conto dell’assetto idraulico e delle modificazioni del ciclo integrato delle acque?
9. Il Piano contribuisce a ridurre la pericolosità ambientale e l’esposizione al rischio?
10. Il Piano propone interventi che migliorano le condizioni di accessibilità del territorio e della sua
funzione?
11. Il Piano fa quanto gli compete per limitare il consumo di energia e di materie prime non
rinnovabili?
12. Il Piano riduce il rischio (le cause) dell’inquinamento locale migliorando la salute dei cittadini?
13. Il Piano migliora le condizioni di vivibilità del tessuto edificato del capoluogo e delle frazioni?
14. Il Piano migliora l’accesso agli spazi pubblici e ai servizi di uso quotidiano?
15. Le scelte del Piano sono realisticamente realizzabili?
16. Il Piano prevede forme di “adeguamento” delle sue previsioni all’evoluzione dei fenomeni
territoriali?
152
13.2. LA COERENZA INTERNA
Nella fase di consolidamento delle alternative del PGT, l'analisi di coerenza interna ha lo scopo di
rendere trasparente e leggibile in tutti i suoi aspetti il Documento di Piano.
A tal fine, occorre che sia esplicito e riconoscibile il legame fra gli obiettivi specifici e le azioni di
piano proposte per conseguirli e soprattutto che tale relazione sia coerente.
Le principali relazioni che devono essere verificate sono:
•
ad ogni obiettivo generale deve corrispondere almeno un obiettivo specifico (e ciò è gia
stato verificato nel capitolo inerente il DdP);
•
per ogni obiettivo specifico deve essere identificata almeno un’azione in grado di
raggiungerlo.
Qualora si riscontrasse la mancanza di coerenza interna, sarebbe necessario ripercorrere alcuni
passi del DdP, ristrutturando il sistema degli obiettivi e ricostruendo il legame fra le azioni
costituenti le alternative di piano e gli obiettivi.
La relazione fra obiettivi e azioni risulta sostanzialmente verificata, anche se alcuni degli obiettivi
proposti trovano sviluppo in ambiti diversi dagli interventi di competenza specifica del Documento
di Piano che è l’oggetto specifico della VAS.
Come si può rilevare dall’analisi dei quadri sinottici che seguono, si osserva un positivo livello di
coerenza interna al PGT.
153
Obiettivo specifico
A01 A02 A03 A04 A05 A06 A07 A08 A09 A10 A11 A12 A13 A14 A15
Opzione di crescita residenziale contenuta rispetto alle potenzialità che il
territorio può presentare.
Creare condizioni abitative in termini qualitativi e quantitativi adeguate per
le classi sociali presenti, in modo da soddisfare la domanda determinata
dalla crescita prevista di nuove famiglie.
-
Contenere le quote di nuovi suoli da destinare a residenza.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Intervenire per il recupero e la riqualificazione urbana del patrimonio
esistente.
-
-
-
Utilizzare prioritariamente gli spazi interstiziali al tessuto già urbanizzato
nelle zone di frangia.
-
-
-
-
-
-
-Garantire gli attuali livelli di occupazione per gli addetti/attivi nel territorio.
-Limitare le riconversioni al minimo indispensabile per garantire un assetto
urbano caratterizzato da mix funzionale.
-
-
-
-
-
-
-
-
Tutelare le funzioni di vicinato a livello commerciale (piccola e media
distribuzione).
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Migliorare l’accessibilità all’ambito di centralità urbana dove risiede la
maggior parte del sistema distributivo di vicinato.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Integrare i servizi pubblici o di interesse pubblico (parcheggi, aree per
attrezzature scolastiche, sport, tempo libero).
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Riorganizzare i flussi della mobilità in un sistema gerarchico ben strutturato.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
154
Obiettivo specifico
A16 A17 A18 A19 A20 A21 A22 A23 A24 A25 A26 A27 A28 A29 A30
Integrare, razionalizzare e valorizzare il verde fruibile e i grandi
parchi.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Assicurare la possibilità operativa alle attività agricole presenti nel
territorio, con forte attenzione alle presenze agrituristiche.
-
-
Rafforzare l’identità dei siti e dei luoghi urbani e potenziare le
opportunità culturali e di fruizione per gli abitanti.
-
-
-
-
-
Tutelare tutte le componenti morfologiche, simboliche, ambientali
e percettive che contribuiscono alla definizione del paesaggio
locale.
-
-
-
-
-
-
Conservare ed incrementare la biodiversità.
-
-
-
-
-
-
-
-
Contenere i consumi energetici e ridurre gli impatti ambientali degli
edifici residenziali/produttivi.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Contenere i consumi idrici e ridurre gli impatti ambientali degli
edifici residenziali/produttivi.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Eliminare i carichi indotti sull’ambiente esterno dall’attività di
costruzione edilizia e dall’utilizzo e gestione dei fabbricati.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Garantire la non utilizzazione dei suoli in ogni ambito a rischio
elevato di pericolosità e/ o vulnerabilità.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Salvaguardare i valori ambientali biologici e naturalistici.
-
-
155
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
14 – LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI
E DELLE AZIONI DI PIANO
156
14.1. LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’
Nel presente paragrafo si procede alla Valutazione Ambientale delle Azioni di Piano
precedentemente individuate.
Per quanto riguarda il Comune di Fiorano al Serio, la scelta delle Azioni e degli Interventi di Piano
si è sviluppata essenzialmente mirando al soddisfacimento delle esigenze della popolazione
residente, compatibilmente con gli indirizzi politici e gli obiettivi della pubblica amministrazione.
Durante il percorso di definizione di tali Azioni sono stati presi in considerazione diversi criteri che
mirano essenzialmente alla minimizzazione del consumo di suolo ed alla sostenibilità ambientale
delle scelte effettuate. Le Azioni previste dal Documento di Piano hanno quindi già per loro natura
effetti sostanzialmente positivi rispetto ai criteri di sostenibilità presi in esame.
La valutazione ambientale del Documento di Piano del Comune di Fiorano al Serio si basa sulla
valutazione della compatibilità delle scelte previste dal DdP con criteri di sostenibilità da applicarsi
al territorio comunale.
Tali criteri sono stati definiti sulla base degli obiettivi di sostenibilità identificati dalla Commissione
Europea (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi
dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea” - Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza
Nucleare e Protezione Civile, agosto 1998), che sono stati interpretati e contestualizzati in modo
flessibile all’interno della realtà territoriale esaminata.
CRITERI DI SOSTENIBILITA’ – MANUALE UE
01 Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili.
02 Impiegare le risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione.
03 Usare e gestire in maniera corretta le sostanze e i rifiuti pericolosi ed inquinanti.
04 Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatica, degli habitat e dei paesaggi.
05 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche.
06 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali.
07 Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale.
08 Proteggere l’atmosfera.
09 Sensibilizzare alle problematiche ambientali e sviluppare l’istruzione e la formazione in campo
ambientale.
10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.
157
La seguente tabella individua, con una breve descrizione, l’articolazione che si intende dare a
ciascun criterio in rapporto agli obiettivi e degli indirizzi assunti rispetto alla realtà territoriale del
comune di Fiorano al Serio.
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
DESCRIZIONE
Il criterio in esame è connesso in particolare alla compatibilità di un
determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto ad
Compatibilità territoriale in
elementi di qualità e/o sensibilità che caratterizzano l’area in oggetto:
relazione ai vincoli ambientali e
fasce di rispetto dei corsi d’acqua superficiali e delle sorgenti, aree a
alla geologia del territorio.
parco, presenza di zone a bosco, elementi vulnerabili particolari,
presenza di elementi geologici di particolare rilevanza, ecc.
Minimizzazione del consumo di
suolo.
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e
parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili,
rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità
riservate alle generazioni future.
In contesti urbanizzati, il suolo rappresenta una risorsa ancora più
pregiata, in considerazione della sua scarsità e dei benefici che esso
arreca nelle aree urbane (disponibilità di aree libere per la fruizione e
per il riequilibrio ecologico, influenza sul microclima, ecc.)
Contenimento emissioni in
atmosfera.
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree
urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento
domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro
emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria.
Gli effetti nocivi di determinati inquinanti sono legati ai livelli raggiunti
in atmosfera e ai loro tempi di permanenza in essa.
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
idrici.
Il principio cui attenersi è la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo
qualitativo e quantitativo e la riqualificazione delle risorse già
degradate.
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati
da molteplici attività umane, causano numerose e diversificate pressioni
sullo stato qualitativo e quantitativo delle risorse idriche (scarichi acque
reflue, uso di fertilizzanti e prodotti nocivi, approvvigionamento idrico,
derivazioni superficiali e sotterranee, ecc.).
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici.
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e
parsimonioso delle risorse energetiche non rinnovabili (combustibili
fossili, ecc.), rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le
possibilità riservate alle generazioni future.
La produzione energetica è strettamente associata alla qualità dell’aria,
che subisce modificazioni di stato dalle emissioni derivanti dal traffico
veicolare e dalle attività industriali.
Le modalità di produzione e consumo di energia, e le conseguenti
emissioni in atmosfera, rappresentano un elemento determinante della
qualità ambientale delle aree urbane.
158
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
DESCRIZIONE
Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l‘utilizzo di materie che
producano l’impatto ambientale meno dannoso possibile e la minima
produzione di rifiuti grazie a sistemi di progettazione dei processi, di
gestione dei rifiuti e riduzione dell’inquinamento.
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei
consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita
brevi.
Contenimento della produzione Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato
di rifiuti.
che
vanno sempre più crescendo in relazione al miglioramento del tenore di
vita e all’ aumento del reddito.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore
di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata
alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche
economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo
smaltimento degli stessi.
Contenimento
dell’inquinamento acustico.
Lo scopo è quello di mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente
locale.
Il rumore è uno dai fattori caratterizzanti la qualità dell’ambiente locale,
insieme a qualità dell’aria, presenza di inquinamento elettromagnetico,
impatto visivo, ecc.
La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, cui si
aggiungono le attività artigianali e industriali.
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità e
con i servizi tecnologici.
Il criterio in oggetto è connesso in particolare alla compatibilità di un
determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto alle
infrastrutture per la mobilità.
Si tratta di stimare l’impatto di generazione di spostamenti, di verificare
l’adeguatezza delle infrastrutture presenti anche per i modi di
spostamento sostenibili.
Per quanto riguarda la compatibilità con i servizi tecnologici viene
valutato il peso, in termini di capacità aggiuntiva, che l’intervento può
avere sulle reti di acquedotto, fognatura, metano e distribuzione
energia elettrica esistenti.
159
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici.
DESCRIZIONE
La presenza di aree verdi è sicuramente un elemento di qualità, sia
perché offre spazi ricreativi, educativi, per le relazioni sociali e,
esteticamente, contribuisce a dare della città un’immagine di maggiore
vivibilità, sia perché offre benefici di carattere ecologico: miglioramento
del clima urbano, assorbimento degli inquinanti atmosferici, riduzione
dei livelli di rumore, l’attenuazione della luce eccessiva, stabilizzazione
dei suoli e riduzione dell’erosione.
Inoltre il verde urbano contribuisce ad arricchire la biodiversità nelle
città, in quanto fornisce l’habitat per molte specie animali e vegetali.
Il principio fondamentale è mantenere ed arricchire le riserve e la
qualità delle risorse del patrimonio naturale, affinché le generazioni
presenti e future possano goderne e trarne beneficio.
La tutela degli ambiti paesistici è connessa con l’obiettivo di tutelare il
suolo libero e di valorizzare le aree libere.
L’obiettivo è raggiungere un equilibrato rapporto tra aree edificate e
aree libere, e garantire la conservazione delle aree di maggiore pregio
naturalistico in modo che ne possano godere le generazioni presenti e
future.
Il criterio è inoltre correlato a mantenere e migliorare la qualità
dell’ambiente locale, che assume la massima importanza nelle zone e
nei luoghi residenziali, localizzazioni di buona parte delle attività
ricreative e lavorative.
I principi che ispirano lo sviluppo sostenibile prevedono che vengano
preservate tutte le caratteristiche, i siti o le zone in via di rarefazione,
rappresentativi di un periodo o aspetto, che forniscano un particolare
Tutela e valorizzazione dei beni
contributo alle tradizioni e alla cultura della zona.
storici ed architettonici.
L’elenco contiene edifici di valore storico, culturale, monumenti, reperti
archeologici, architettura di esterni, paesaggi, parchi e giardini e tutte
le strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità.
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini.
Il benessere e la salute dei cittadini fanno riferimento ad un insieme di
elementi che vanno dalla disponibilità di servizi e strutture, alla qualità
ambientale complessiva di un luogo.
Per quanto riguarda la disponibilità di servizi e strutture, il criterio si
riferisce alla possibilità per la popolazione di accedere ai servizi sanitari,
alla disponibilità di alloggi, di strutture culturali, alla libertà di
movimento con diverse alternative di spostamento, alla disponibilità di
lavoro e di svago, all’integrazione sociale e culturale.
Per quanto riguarda invece la qualità dell’ambiente di luogo, il criterio fa
riferimento a ciò che riguarda la salute umana e quindi a tutti quegli
inquinanti che causano danni alla salute umana (ozono, particolato
nell’aria, rumore, ecc.).
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi emersi
dalla partecipazione del
pubblico.
Lo scopo è quello di rispondere a determinate esigenze della collettività,
emerse durante i momenti partecipativi al processo decisionale del
Piano, al fine di potenziare tale strumento, quale garanzia di
trasparenza e condivisione.
160
Per ciascun criterio di sostenibilità preso in considerazione vengono valutati impatto e influenza
dell’alternativa di Piano, al fine di determinare l’eventuale presenza di limitazioni o la necessità di
interventi di mitigazione per indirizzare l’attuazione del Piano alla sostenibilità ambientale.
La valutazione si riferisce alla “compatibilità” dell’intervento in relazione alla criterio ambientale in
esame e viene espressa utilizzando la seguente simbologia:
●
Intervento Compatibile
-
Intervento indifferente
±
Intervento non compatibile
161
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
AZIONI DI PIANO
Il Documento di Piano prevede un
dimensionamento prevalentemente
riferito alle previsioni di carattere
endogeno con modeste integrazioni
quantitative al fine di garantire una
crescita
demografica
sostenibile
all’interno del territorio comunale,
A01 limitando quindi le previsioni di
sviluppo alle quantità necessarie a
garantire il soddisfacimento dei
fabbisogni che nasceranno all’interno
della popolazione già presente e ad
una domanda esogena contenuta
non richiamata da fenomeni di
marketing immobiliare.
●
●
●
Tutela dei “sistemi della qualità” che
A02 caratterizzano il territorio comunale
come “invarianti urbanistiche”.
●
●
●
●
●
●
●
●
●
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Contenimento emissioni
in atmosfera
Minimizzazione del
consumo di suolo
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
ALTERNATIVA UNO
162
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Il Documento di Piano esclude la
previsione di nuove significative
espansioni.
A03
E’ previsto un solo Ambito di
Trasformazione Residenziale, con
dimensioni limitate.
●
●
●
●
●
●
●
●
-
A04
Recuperare le volumetrie ancora
disponibili nel centro storico.
●
-
A05
Recuperare
abitativi.
fini
●
-
A06
Recuperare le aree degradate e le
aree dismesse.
●
-
●
-
Promuovere
interventi
di
A07 completamento in aree libere
all’interno del centro edificato.
●
-
Indirizzare
gli
eventuali
completamenti urbanizzativi verso la
A08
riconversione di ambiti marginali
all’urbanizzato esistente.
●
-
i
sottotetti
ai
163
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Il Documento di Piano non prevede
ulteriori espansioni insediative di
natura produttiva.
A09
Si demanda al PdR il compito della
definizione e della localizzazione
delle possibilità di completamento.
●
-
●
-
-
-
●
●
-
-
●
●
Riqualificare,
razionalizzare
ed
ammodernare il sistema distributivo
di vicinato esistente, che viene
A10 riconosciuto nel suo fondamentale
ruolo urbanistico di “motore delle
relazioni e della rivitalizzazione dello
spazio urbano”.
-
-
-
-
-
-
-
●
-
●
-
●
Definire
sistemi
appetibili
di
accessibilità pedonale per favorire la
A11 fruizione delle aree centrali in un
contesto di valenza ambientale e a
basso impatto veicolare.
-
-
●
-
-
-
●
●
-
-
●
-
Individuare connessioni “appetibili”
ai parcheggi.
-
-
-
-
-
-
●
●
-
-
-
-
Aggiungere un cluster di “servizi
A13 qualitativi” ad integrazione dei
“servizi minimi ordinari”.
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
A12
164
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Previsione del nuovo collegamento
tra la Via Locatelli e la Via
A14 Bombardieri, interne al centro
abitato, per alleggerire dal flusso
veicolare l’ambito urbano centrale.
●
●
●
●
-
Riqualificare dal punto di vista
A15 ambientale gli assi della mobilità
territoriale ed urbana.
●
●
●
●
-
Individuare il sistema dell’ambito
fluviale quale principale sistema a
“parco
d’interesse
e
valore
A16 paesistico-naturalistico” con finalità
strategiche di fruizione collettiva,
estendendo
le
potenzialità
di
utilizzazione.
●
●
●
-
Individuare
l’ambito
collinaremontano quale ambito di fruizione
A17 paesistico-ambientale, rafforzando i
sistemi di accessibilità, percorribilità
e penetrazione.
●
●
-
165
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Mantenere le realtà agricole locali,
favorendone lo sviluppo in forme
A18
compatibili
con
la
rilevanza
ambientale e paesistica dei luoghi.
●
●
●
●
●
●
Promuovere forme innovative di
attività connesse quella agricola che
possano contribuire al miglioramento
A19 della redditività delle aziende,
rilanciando il ruolo del territorio sotto
il
profilo
dell’economia
rurale
compatibile e dell’innovazione.
●
●
●
●
Salvaguardare le attività presenti e i
loro valori ambientali, anche con
A20
attenzione
alle
presenze
agrituristiche.
●
-
Tutelare e valorizzare le presenze
storico-paesistiche ed architettonicoA21
ambientali (luoghi di culto, della
storia e della natura).
●
●
-
166
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Definire le classi di sensibilità
paesistica del territorio, al fine di
tutelare e valorizzare la componente
A22
del paesaggio anche attraverso la
tutela e la riqualificazione dei
percorsi di interesse paesaggistico.
-
-
-
●
-
-
●
●
●
-
●
-
Tutelare gli ambiti di elevata
naturalità, in particolare sistemare e
A23 valorizzare le fasce laterali del
reticolo idrico, dell’asta fluviale e del
canale.
-
-
-
●
-
-
●
●
●
-
●
-
Favorire la creazione di un sistema
continuo di aree verdi mediante la
A24
definizione e potenziamento della
rete ecologica comunale.
●
-
-
●
-
-
-
-
●
-
-
-
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
-
-
-
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
A25
Tutelare gli ambiti
paesistico-ambientale.
di
valenza
Definire
una
regolamentazione
energetica degli edifici nelle Norme
A26
Tecniche di Attuazione del Piano
delle Regole.
167
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Definire una regolamentazione di
contenimento dei consumi idrici degli
A27
edifici nelle Norme Tecniche di
Attuazione del Piano delle Regole.
●
●
-
Promuovere l’utilizzazione di energie
A28 rinnovabili e/o di combustibili a
basso impatto ambientale.
●
-
Promuovere la salubrità complessiva
del sito e dell’ambiente urbano nel
A29
quale è collocato l’insediamento
residenziale/produttivo.
●
●
●
●
●
●
●
●
●
-
Prevedere
l’effettuazione
di
preventivi
studi
geotecnici
e
geognostici per gli interventi di
A30
trasformazione edilizia e urbanistica
nelle aree con presenza di rischio o
vulnerabilità limitata.
●
●
●
-
168
14.2. LE ALTERNATIVE
Dopo aver definito gli obiettivi generali e specifici del Documento di Piano ed aver individuato le
azioni da mettere in atto per il raggiungimento degli stessi, è indispensabile definire le alternative.
Tra le alternative possibili va poi scelta quella inerente l’intervento migliore dal punto di vista della
sostenibilità ambientale, valutata tenendo conto dello scenario emerso dalla fase di analisi
ambientale del territorio, dei vincoli e delle criticità presenti, degli obiettivi della pianificazione
sovraordinata e delle linee strategiche del Piano, nonché delle osservazioni o delle proposte delle
parti interessate, raccolte nella fase delle consultazioni preliminari.
Le alternative analizzate nel presente Rapporto Ambientale sono due:
•
l’alternativa operativa, rappresentata dalle azioni del Documento di Piano;
•
l’alternativa zero, ovvero la scelta di non attuare le strategie del Documento di Piano e
quindi non intervenire sul territorio, lasciando il regime urbanistico del PRG in vigore.
Considerando la filosofia tendenzialmente conservativa e valorizzativa del PGT del Comune di
Fiorano al Serio, si ritiene fondata la scelta di analizzare solo queste due alternative, limitandosi
quindi al confronto tra intervenire e non intervenire.
Questa scelta deriva dalla consapevolezza di come le trasformazioni previste dal Documento di
Piano siano orientate prevalentemente verso azioni di ricucitura del tessuto urbano, di
completamento delle porosità presenti nei tessuti urbani non ancora edificate e del completamento
di alcune aree di frangia.
E’ previsto un solo nuovo Ambito di Trasformazione Residenziale di dimensioni limitate, posto a
nord della lottizzazione “S. Fermo”, attualmente in fase di attuazione.
Risulta sicuramente significativo però poter tratteggiare brevemente lo scenario rappresentato
dall’alternativa zero, in modo da comprendere la probabile evoluzione dei sistemi analizzati
(territoriale, ambientale-paesistico, economico) senza l’attuazione del Documento di Piano.
Si deve evidenziare, al proposito, che la prescrizione della L.R. 12/2005 e s.m.i., di fatto, obbliga i
Comuni ad un atto pianificatorio nuovo, del PGT, entro il 31 dicembre 2012, per cui l’alternativa
zero non può, se non in linea teorica, fare riferimento alle prescrizioni e norme del PRG in vigore.
Partendo dal presupposto che le scelte di piano proposte e quindi le azioni che si intendono
attuare al fine di raggiungere gli obiettivi strategici del DdP, sono fondate e accomunate dalla forte
intenzione di perseguire uno sviluppo sostenibile, sono stati individuati i principali elementi che si
ritiene importante analizzare rispetto alla definizione dell’Alternativa zero.
Tali elementi sono sintetizzati nella tabella riportata in seguito.
169
TEMATICA
Il Sistema della
Residenza
Il settore
secondario
PROPOSTA DEL DdP
EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE
DEL DOCUMENTO DI PIANO
(ALTERNATIVA ZERO)
Le
previsioni
insediative
mirano
principalmente alla necessità di rispondere
soprattutto alla domanda endogena di
nuove famiglie, contenendo gli sviluppi
edificativi che tendano a proporre un
significativo incremento della “domanda
esogena” che creerebbe una significativa
crescita di abitanti e di famiglie non
compatibile con la dimensione ottimale
della comunità e la capacità di “tenuta e
adeguamento dei servizi” .
Il Piano individua un solo Ambito di
Trasformazione Residenziale, posto a nord
della lottizzazione S. Fermo.
La mancata realizzazione di questa
strategia, e quindi il mantenimento delle
previsioni di PRG, potrebbe avere risultati
futuri di criticità dal punto di vista
demografico e negativi riflessi sulla “tenuta
dei servizi” e sulla sostenibilità complessiva
del sistema insediativo.
La mancata attuazione delle scelte di piano
impedirebbe
il
contenimento
delle
espansioni produttive e la generale
riqualificazione dei comparti esistenti.
Il DdP non prevede nessun Ambito di Resterebbe inoltre non presente e
operante la specifica normativa per gli
Trasformazione ai fini Produttivi.
interventi di sostituzione necessaria per
garantire la massima compatibilità con il
tessuto residenziale e conseguentemente,
la tutela della salute pubblica.
I servizi
Il Piano dei Servizi definirà nelle NTA forme
favorevoli di acquisizione delle aree per
servizi e attrezzature pubbliche o di uso
pubblico.
L’attuale PRG presenta elementi di
carattere più generico che non si
inquadrano in specifiche e peculiari
indicazioni operative.
Mobilità
Il
Piano
prevede
interventi
di
riqualificazione ambientale e paesistica
degli assi della mobilità locale e territoriale,
nonché
la
previsione
del
nuovo
collegamento tra la Via Locatelli e la Via
Bombardieri.
L’attuazione di tali interventi consentirà di
promuovere la qualità ambientale lungo gli
assi stradali e di riorganizzare un sistema
di
flussi
della
mobilità
all’interno
dell’urbanizzato che il PRG consentirebbe
invece di fare in modo più limitato.
Verde fruibile
Il nuovo Piano definisce una strategia di
tutela e valorizzazione degli elementi in
oggetto
promuovendo
una
regolamentazione una disciplina delle NTA
del Piano delle Regole, al fine di favorire e
recuperare una situazione di equilibrio
ambientale ed ecologico invertendo la
tendenza
ad
un
progressivo
depauperamento della biodiversità.
La mancata attuazione delle scelte di piano
si porrebbe in scarsa sintonia con gli
indirizzi
di
sostenibilità
dei
Piani
sovracomunali e con la necessità di un
nuovo sistema integrato di promozione di
strategie sostenibili locali di carattere
naturalistico, ambientale e paesaggistico.
Il Settore
Commerciale
Il Piano delle Regole definirà gli strumenti
per incentivare lo sviluppo del commercio
di vicinato, in particolar modo all’interno
del tessuto urbanizzato e del Centro
Storico.
Le politiche di incentivazione, anche per
interventi innovativi connessi con le
attività commerciali, individuate dal DdP,
non trovano riscontro nell’attuale PRG.
170
TEMATICA
Il Settore
Primario
Il Sistema
Ambientale
Paesistico e
delle Reti
Ecologiche
Consumi
energetici e
idrici
PROPOSTA DEL DdP
Il DdP, pur nel riconoscimento della
necessità di mantenere le attività agricole
presenti nel territorio, individua la forte
interconnessione con i sistemi ambientali
e paesistici, rispetto ai quali si ritiene che
le attività stesse debbano essere
considerate come elementi di presidio e
valorizzazione del territorio con la
conseguente necessità di una specifica ed
adeguata disciplina.
Il DdP e il Piano delle Regole, introducono
gli elementi strategici, anche innovativi,
oggi consentiti dalla nuova disciplina
urbanistica regionale consentendo una
maggiore efficacia degli interventi di
tutela e valorizzazione del sistema
paesistico-ambientale e l’introduzione di
un’efficace sistema di reti ecologiche.
Il Piano si pone l’obiettivo di incentivare il
risparmio di acqua ed energia attraverso
una regolamentazione specifica nelle NTA
del Piano delle Regole e anche mediante
la limitazione alle previsioni insediative.
EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE
DEL DOCUMENTO DI PIANO
(ALTERNATIVA ZERO)
La normativa della L.R. 93/80 (abrogata
dalla L.R. 12/05), alla quale il PRG si è
necessariamente attenuto, non ha
consentito allo strumento stesso di agire
in un quadro di maggiore efficacia ed
incisività, oggi possibile alla luce della
nuova riforma regionale.
La normativa della L.R. 51/75 (abrogata
dalla L.R. n. 12/05), alla quale il PRG si è
necessariamente attenuto, non ha
consentito allo strumento stesso di agire
in un quadro di maggiore efficacia ed
incisività oggi possibile alla luce della
nuova riforma regionale.
La mancata attuazione di tali scelte si
porrebbe in conflitto con gli indirizzi di
sostenibilità generali, più volte enunciati
nel presente documento.
Le azioni del Documento di Piano individuate compongono l’opzione operativa e caratterizzano
l’intervento strategico di trasformazione del territorio e la possibilità di pervenire, al suo recupero,
riqualificazione, potenziamento e alla sua tutela e valorizzazione.
A conclusione del processo di valutazione delle azioni di piano, è necessario esprimere un giudizio
complessivo in merito alla sostenibilità globale del Piano.
Quanto analizzato consente di affermare che in senso generale il Piano risulta ampiamente
compatibile con i caratteri territoriali presenti, rispetto alle componenti ambientale, sociale ed
economica.
Il Piano, infatti, propone uno sviluppo complessivamente sostenibile del territorio, con scelte
strategicamente mirate alla conservazione che non vanno a interferire negativamente con elementi
di pregio ambientale o elementi di particolare sensibilità.
Si può assumere che la limitata crescita degli spazi insediativi, la valorizzazione degli aspetti
peculiari del territorio, e le strategie di intervento migliorativo previste sulla mobilità permetteranno
di giungere ad una condizione generalmente positiva del contesto territoriale.
Il Piano prevede inoltre che lo sviluppo sia orientato verso l’edilizia sostenibile e il risparmio delle
risorse energetiche, prevedendo una specifica regolamentazione in merito nell’ambito del Piano
delle Regole.
171
14.3. L’AMBITO DI TRASFORMAZIONE
ATR
criterio di
sostenibilità
giudizio
commento
L’area in esame è ubicata a nord della lottizzazione di “S.
Fermo”, ed è un’area classificata dal PRG vigente come:
- zona E1, di salvaguardia ambientale.
Compatibilità
territoriale in
relazione ai
vincoli
ambientali e
alla geologia
del territorio
compatibile
L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità
geologica n. 1, “senza particolari limitazioni” (aree sub
pianeggianti, senza particolari evidenze di dinamiche
geomorfologiche attive o di limitazioni dal punto di vista
geotecnico); classe di fattibilità 2 con “modeste limitazioni”,
individuata nella sottoclasse 2/V (aree a bassa acclività - <10° senza evidenze di dissesto o di processi geomorfologici attivi);
classe di fattibilità 3 con “consistenti limitazioni”, individuata
nella sottoclasse 3/cV (aree con presenza di coperture di
spessore più o meno rilevante, su pendii ad acclività medioelevata e su substrato roccioso sottilmente stratificato e con
giaciture generalmente sfavorevoli o su substrto roccioso
scadente dl punto di vista geomeccanico; le instabilità più
comuni riguardano le coperture, ma possono venire in
stabilizzate anche porzioni più o meno rilevanti del substrato
roccioso); per una porzione, rientra anche nelle aree per le quali
il fattore di amplificazione Fa (litologico o morfologico) è
superiore al valore di soglia di riferimento.
172
L’ATR non è attraversato da elettrodotti.
Si segnala la presenza dell’acquedotto (vincolo di 20 m).
Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la
tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”,
l’ambito rientra in un’area classificata come “aree di primo
riferimento per la pianificazione locale (art.93)”.
Minimizzazione
del consumo di
suolo
Contenimento
emissioni in
atmosfera
Miglioramento
della qualità
delle acque
superficiali e
contenimento
dei consumi
Maggiore
efficienza nella
produzione di
energia e
contenimento
dei consumi
energetici
compatibile
compatibile
compatibile
compatibile
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso
ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le
risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non
pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future.
La Superficie Territoriale dell’ATR è di 6.455 mq.
La Superficie Zonale “areali della modificabilità” è di 4.220 mq.
La Volumetria massima prevista è di 2.500 mc.
Considerando
la
destinazione
d’uso
prevalentemente
residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta
impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria,
fatta eccezione per l’’installazione dei sistemi di riscaldamento,
per i quali comunque il Documento di Piano rimanda alla
definizione di interventi a basso impatto, che saranno fatti
oggetto di specifica disciplina nell’ambito, più proprio, del
Regolamento Edilizio.
In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto,
l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente
significativo in quanto:
-l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni
di acque superficiali o sotterranee;
- l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete idrica
esistente, in grado di sostenere le quantità necessarie e la rete
fognaria alla fognatura già presente sulla strada posta al bordo
dell’ATR.
Si ritiene opportuno che le NTA del Piano delle Regole e il
Regolamento Edilizio prevedano che ogni nuovo intervento
edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la
raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad.
esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici).
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare
un leggero aumento nei consumi di energia e metano.
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile
ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo
sull’attuale sistema ambientale.
La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti
dall’Ambito Tematico Strategico 7 del Documento di Piano
(promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica
degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà
essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in
173
particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili,
incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità
di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento
energetico dell’edificio.
compatibile
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione comporterà un
leggero aumento della produzione di rifiuti.
E’ possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei
confronti dell’attuale sistema ambientale.
Contenimento
inquinamento
acustico
compatibile
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile
ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non
comporti impatti negativi che possano incrementare
l’inquinamento acustico.
Compatibilità
per le
infrastrutture
della mobilità
compatibile
La nuova viabilità di accesso e distribuzione interna all’ATR
diramerà dalla via C.A. Dalla Chiesa.
Contenimento
della
produzione dei
rifiuti
Tutela e
protezione
delle aree
naturalistiche e
degli ambiti
paesistici
Tutela e
valorizzazione
dei beni storici
ed
architettonici
Protezione
della salute e
del benessere
dei cittadini
compatibile
compatibile
compatibile
L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio
risulta modesto in quanto, come già detto, si tratta di un Ambito
di Trasformazione interno ad una situazione di frangia urbana,
tuttavia gli interventi dovranno essere opportunamente mitigati
in fase di valutazione del P.A.
Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.
Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in
oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si
colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non
comprende nessun elemento di valore storico-culturale.
Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non
presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di
Fiorano al Serio per ciò che concerne la salute umana
(inquinamento atmosferico relativo soprattutto al traffico legato
alle principali arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito
di Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi
significativi.
174
14.4. ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE
Il quadro generale che emerge dalle valutazioni sopra esposte mostra una sostanziale positività dei
possibili effetti
ambientali che potranno essere determinati dall’attuazione del Documento di
Piano.
Nel presente paragrafo si forniscono alcune indicazioni complementari di mitigazione o
compensazione a supporto di un’attuazione sostenibile delle scelte di Piano e della minimizzazione
degli effetti attesi sull’ambiente derivanti dalla realizzazione degli interventi.
La normativa di piano (nel rispetto di quanto prescritto dalle Linee Guida Regionali per l’esame
paesistico dei progetti) prevede che tutti gli interventi pubblici e privati contenuti in strumenti
attuativi debbano essere preceduti, nei modi e nelle forme previste dalla legislazione vigente, da
un esame del potenziale impatto paesistico del progetto, allo scopo di determinare la sensibilità
paesistica del sito interessato e il grado di incidenza paesistica del progetto.
Sulla base di tale considerazione, è importante sottolineare che la seguente tabella non
rappresenta un elenco completo ed esaustivo delle mitigazioni previste dal Documento di Piano,
elenco che sarà quindi via via implementato sia in funzione delle scelte definitive, sia in rapporto al
successivo svilupparsi degli indirizzi di dettaglio relativi alla fase attuativa che saranno previsti nella
normativa del Piano delle Regole.
INTERVENTO MITIGATIVO
Realizzazione di interventi di mitigazione delle visuali paesistiche, tramite aree verdi filtro a
protezione e a difesa della riconoscibilità degli ambiti di pregio paesistico-ambientale.
Realizzazione di barriere di verde filtro al fine di promuovere il miglioramento del clima urbano,
l’assorbimento di inquinanti atmosferici e la riduzione del rumore (in particolare lungo le
direttrici di traffico principali e in corrispondenza di aree produttive).
Generale miglioramento dell’arredo urbano.
Attenzione ai criteri di risparmio energetico in relazione alle strutture ed ai materiali utilizzati:
promozione di interventi legati all’uso di energie da fonti rinnovabili.
Ogni nuovo intervento edilizio dovrà predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed
il riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini.
Realizzazione di parcheggi privilegiando strutture dotate della minor superficie
impermeabilizzata (autobloccanti che permettono la crescita dell’erba, ecc.) e, laddove
possibile, la realizzazione di parcheggi interrati.
175
15 – PIANO DI MONITORAGGIO
176
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Il processo di VAS prevede, dopo l’approvazione del Piano, nella fase di attuazione e gestione dello
stesso, l’implementazione di un sistema di monitoraggio dei caratteri territoriali, finalizzato ad una
lettura critica ed integrata dello stato del territorio e delle dinamiche in atto.
Il Piano di monitoraggio progettato per il Comune di Fiorano al Serio ha il duplice compito di:
•
fornire le informazioni necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni messe in
campo dal Piano, consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di
conseguire i traguardi di qualità ambientale che il Piano si è posto;
•
permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che eventualmente
dovessero rendersi necessarie.
Lo scopo del monitoraggio è quindi quello di monitorare l’evolversi dello stato dell’ambiente,
valutando l’efficacia ambientale delle misure previste dal Piano.
In una logica di piano-processo il monitoraggio è la base informativa necessaria per un piano che
sia in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a posteriori.
È da sottolineare come nei piani di tipo generale, quale il Documento di Piano del PGT, in molti
casi non esiste un legame diretto tra le azioni di Piano e i parametri ambientali.
Per questo motivo conviene intendere il Piano di monitoraggio come:
•
verifica periodica dello stato di avanzamento delle trasformazioni proposte dal Piano,
attraverso la descrizione sintetica dell’andamento degli interventi previsti e delle misure di
mitigazione/compensazione;
•
monitoraggio ambientale al fine di verificare nel tempo l’andamento dei parametri critici che
sono emersi nella costruzione del quadro conoscitivo e che risultano importanti per tenere
sotto controllo le trasformazioni attese.
Il monitoraggio non ha solo finalità tecniche, ma presenta rilevanti potenzialità per le informazioni
che può fornire ai decisori e per la comunicazione ad un pubblico più vasto, di non addetti ai lavori,
attraverso la pubblicazione di un rapporto che contiene informazioni e considerazioni sviluppate in
forma discorsiva, ma basate sulla quantificazione di un sistema di indicatori.
I dati raccolti nell’ambito del Piano di monitoraggio sono sintetizzati attraverso la realizzazione di
un report da pubblicare sul sito internet del Comune.
177
Alla luce di quanto sopra dettagliato emerge la necessità di impostare il percorso di VAS non solo
come semplice percorso lineare, ma anche e soprattutto pensando ad inserire un feed-back che ne
permetta il percorso a ritroso.
Il monitoraggio di un piano ha, quindi, lo scopo di verificarne le modalità ed il livello di attuazione,
di valutare gli effetti degli interventi che vengono progressivamente realizzati e di fornire
indicazioni su eventuali azioni correttive da apportare.
Esso va progettato in fase di elaborazione del piano stesso e vive lungo tutto il suo ciclo di vita. La
progettazione implica la definizione degli indicatori da utilizzare, l’organizzazione di modalità e
tempistiche per la raccolta delle informazioni necessarie alla loro elaborazione e la definizione dei
meccanismi in base ai quali correggere, se e quando necessario, obiettivi, azioni e strumenti di
attuazione del Piano.
Percorso di VAS lineare e Azioni di feed-back susseguenti il monitoraggio [Fonte: Pompilio M., 2006]
178
Le principali attività che si ripetono periodicamente nell’ambito del monitoraggio del piano sono
descritte nella figura seguente.
Identificazione degli indicatori
Acquisizione di dati e
informazioni dalle diverse fonti
Popolamento dei indicatori
(di stato e prestazionali)
DIAGNOSI
Individuazione delle cause che
hanno determinato eventuali
scostamenti rispetto alle
previsioni del piano
TERAPIA
Elaborazione di indicazioni per
il riorientamento
È opportuno innanzitutto identificare un nucleo di indicatori comune eventualmente anche ad altri
strumenti decisionali con cui si deve interagire (RSA, Agenda 21, EMAS, ecc.), in modo da
consentire alle amministrazioni di coordinare i propri piani e programmi e di dialogare con altri
livelli di governo e con realtà diverse; tale nucleo condiviso può anche essere costituito da pochi
indicatori, purché significativi e facilmente popolabili.
Il calcolo degli indicatori deve avvenire in modo trasparente e ripercorribile e può avvalersi di
strumenti di tipo informatico.
L’acquisizione dei dati e delle informazioni da parte dell’amministrazione responsabile del piano
avviene sia recuperando dati prodotti da enti diversi (banche dati e sistemi informativi territoriali di
Regioni e Province, dati socio-economici dell’ISTAT, relazioni sullo stato dell’ambiente delle ARPA,
informazioni dalle ASL, ecc.), sia facendosi carico di raccogliere altri dati specifici sul proprio
territorio, attraverso apposite campagne di rilevamento. Tra le informazioni da acquisire devono
essere comprese anche quelle relative alle modalità di attuazione del piano, come ad esempio la
tempistica degli interventi, le risorse impegnate o il numero e la qualità degli eventi di
partecipazione.
Sulla base dei dati e delle informazioni acquisite, si procede al popolamento e alla
rappresentazione dei dati sugli indicatori.
179
Poiché gli obiettivi specifici sono definiti come traguardi da raggiungere per ciò che riguarda gli
indicatori, è possibile, a questo punto, definire:
•
indicatori di stato;
•
indicatori “prestazionali” che consentano di misurare il livello di raggiungimento degli
obiettivi del piano (efficacia) e di mettere questo in relazione con le risorse impiegate
(efficienza).
In questo modo vengono messi in evidenza gli scostamenti dalle previsioni di piano e dalle ipotesi
fatte e una valutazione in termini di risorse impiegate.
Si apre quindi la fase di “diagnosi”, finalizzata a comprendere quali sono le cause che hanno fatto
sì che gli obiettivi siano stati raggiunti o meno e che hanno eventualmente determinato un uso
eccessivo di risorse.
Infine l’attività di interpretazione dei risultati del monitoraggio e di elaborazione di indicazioni per il
riorientamento è oggetto di una apposita relazione periodica, che, a partire dalla diagnosi
effettuata, delinea i possibili provvedimenti volti a riorientare il piano stesso (ad esempio,
modifiche degli strumenti di attuazione, delle azioni, di qualche obiettivo specifico).
Le conclusioni operative della relazione di monitoraggio vanno poi sottoposte a consultazione e
costituiscono la base per la “terapia”, ovvero il riorientamento del Piano.
Il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati è essenziale non solo per la consultazione della
relazione, ma in generale in tutte le attività previste dal monitoraggio, al fine di far emergere,
attraverso la percezione diretta dei diversi attori, i reali effetti del piano, di indirizzare verso
l’individuazione degli indicatori maggiormente significativi e di contribuire all’interpretazione dei
risultati.
Dall’analisi del territorio di Fiorano al Serio e dalla valutazione delle scelte di Piano, nonché dalle
misure di mitigazione/compensazione previste, è possibile definire il seguente Piano di
monitoraggio che viene definito mediante l’individuazione dei principali indicatori, degli obiettivi
specifici e dei criteri di periodicità:
180
Indicatore
Obiettivo specifico
Unità di misura
Fonte
Periodicità
monitoraggio
ARIA
Concentrazione di
alcuni inquinanti
atmosferici:
o PM10
o NOx
Minimizzare l’impatto
ambientale legato al
traffico veicolare, al
fine di migliorare la
qualità dell’ambiente
urbano.
Dati centralina
ARPA
Semestrale
Eventuali campagne
mobili effettuate da
ARPA a Fiorano al
Serio o nei Comuni
limitrofi.
In base alla
disponibilità del
dato.
m3/ab
Uniacque S.p.A.
Annuale
%
Uniacque S.p.A.
Annuale
Classe
Dati ASL e/o ARPA.
Rilevamenti su
iniziativa del
Comune.
Secondo
disponibilità
Comune di
Fiorano al Serio
Annuale
μg/m3
ACQUA
Consumo idrico
potabile annuo per
abitante.
Contenere i consumi
idrici e ridurre gli
impatti ambientali
degli edifici
Perdite nella rete di residenziali e
distribuzione idrica. produttivi.
Indice SECA acque
Monitorare le qualità
dei torrenti Sonna e
delle acque superficiali
Sommaschio
SUOLO
Coefficiente di
urbanizzazione
(Superficie
urbanizzata /
superficie totale).
Minimizzare il
consumo di suolo
libero.
% nuovi interventi/
aree già urbanizzate
FLORA, FAUNA, BIODIVERSITA’
Area verde
procapite.
Integrazione e
razionalizzazione del
verde fruibile.
Comune di
Fiorano al Serio
Annuale
kg
Quaderno
Osservatorio
Provinciale dei
Rifiuti
Annuale
%
Quaderno
Osservatorio
Provinciale dei
Rifiuti
Annuale
kWh/anno
BLUEMeta S.p.A.
Annuale
m3/anno
Unigas S.p.A.
Annuale
n°
Comune di
Fiorano al Serio
Annuale
m2/ab
PRODUZIONE DI RIFIUTI
Rifiuti totali prodotti
sul territorio
Promuovere il
comunale.
contenimento dei
carichi ambientali sul
territorio comunale.
% Raccolta
Differenziata.
CONSUMO ENERGETICO
Consumi annuali di
energia elettrica
totale.
Consumi annuali
totali di gas
metano.
N° di certificati
energetici
Contenere i consumi
energetici e ridurre gli
impatti ambientali
degli edifici
residenziali e
produttivi
181
Indicatore
Obiettivo specifico
Fonte
Periodicità
monitoraggio
Comune di
Fiorano al Serio
Annuale
ASL Bergamo
Annuale
Comune di
Fiorano al Serio
Annuale
ab
Comune di
Fiorano al Serio
Annuale
%
Comune di
Fiorano al Serio
Annuale
Unità di misura
m2 pannelli solari
Installazioni sul
territorio comunale
per produzione di
energia da fonti
rinnovabili
kW installati
pannelli
fotovolotaici
CARICO ZOOTECNICO
Numero di capi
allevati (bovini,
ovini, caprini,
equini, suini,
avicoli)
Promuovere una
concezione di
“territorio rurale” non
inteso come “ambito
produttivo” bensì
come “ambito di
valore paesaggistico
ambientale ed
ecologico”.
n° capi
MOBILITA’ E TRASPORTI
Miglioramento del
sistema della mobilità
Lunghezza della
dolce, promuovendo
rete ciclo-pedonale scelte a basso impatto
rispetto alla
ambientale al fine di
superficie comunale incrementare la
qualità dell’ambiente
urbano.
km/km2
POPOLAZIONE
Popolazione
residente al 31
Dicembre
Variazione
demografica
annuale
Valutare la struttura
demografica del
comune
182
Nell’ambito della definizione del Piano di monitoraggio sono stati scelti gli indicatori sopra descritti
poiché ritenuti in grado di descrivere una condizione rappresentativa del territorio di Fiorano al
Serio e allo stesso tempo uno stato qualitativo delle componenti territoriali prese in esame dalla
VAS ed influenzate dalle strategie del Documento di Piano e dall’evoluzione delle azioni previste
per conseguirle.
Infatti dalla valutazione delle azioni previste dal Piano è emersa una modificazione del territorio
che prevede impatti ambientali compatibili, in taluni casi migliorativi della situazione attuale, che
non comporteranno ingenti modifiche delle matrici ambientali.
Inoltre gli indicatori scelti possono essere associati ad obiettivi quantitativi del Piano, alcuni dei
quali misurabili, e il valore assunto durante l’attuazione del Piano può mostrare la possibilità di
raggiungere l’obiettivo medesimo.
Le modalità di controllo degli indicatori inseriti nel Piano di monitoraggio si traducono, per la
maggior parte, in richieste di dati già raccolti da altri Enti.
Gli esiti dei dati raccolti verranno inclusi nel report di monitoraggio pubblicato a cura
dell’Amministrazione Comunale.
183
Il presente documento, i cui contenuti, sono stati rivolti alla Valutazione Ambientale
Strategica del Documento di Piano del PGT ha affrontato tutte le valutazioni inerenti gli
effetti attesi, rispetto all’attuazione dei contenuti del DdP stesso.
Il Rapporto Ambientale ha comunque fatto riferimento anche a indicatori che, se pur non
strettamente connessi con il livello e i contenuti strategici del DdP, costituiscono elementi
utili ad una visione complessiva più ampia dello stato dell’ambiente e del territorio.
Questi elementi, la cui trattazione ha diversi livelli di qualità informative, in funzione dei
dati disponibili, verranno ulteriormente approfonditi e indagati durante il processo
complessivo che condurrà all’approvazione del Piano di Governo del Territorio e saranno
fatti oggetto, ove opportuno, di ulteriori documenti che saranno prodotti come
“addendum” del Rapporto Ambientale, al fine di definire una progressiva ampia e
maggiore conoscenza dei fenomeni e delle valenze ambientali, paesistiche e degli elementi
di sostenibilità, in un contesto complessivo più ampio rispetto alla portata del Documento
di Piano.
attenzione anche ai fini delle attività di monitoraggio che potranno coinvolgere l’intera
tematica degli atti del PGT.
“OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO”
Ciò consentirà di ampliare lo spettro delle conoscenze e di implementare gli elementi di
184
INDICE
0.1.
PREMESSA……………………………………………………………………………………..2
0.2.
I RIFERIMENTI NORMATIVI……………………………………………………………..5
0.2.1.
Gli atti normativi generali di riferimento……………………………………………..5
0.2.2.
Il Piano di Governo del Territorio e la VAS………………………………………….6
0.3.
IL PROCESSO DI VAS……………………….……………………..……………………..7
0.3.1.
Schema operativo…………………………………………………………………….…….7
0.3.2.
I soggetti coinvolti………………………………………………………………………….8
0.3.3.
La partecipazione……………………………………………………………………….….9
0.4.
IL PERCORSO METODOLOGICO……….……………………………………….…..10
0.4.1.
I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale…………………….……10
0.4.2.
La redazione del Rapporto Ambientale……………………………………………11
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE………………………..…………….….....13
1.1.
L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO……………………………………14
1.1.1.
Inquadramento generale……………………………………………………………….14
1.1.2.
L’ “Ambito” del PTCP…………………………………………………………………...16
1.1.3.
Individuazione dell’ambito di influenza del DdP………………………………..17
2. SUOLO E SOTTOSUOLO: geomorfologia, idrologia e idraulica; difesa
del suolo e delle acque .……………………….…20
2.1.
GEOMORFOLOGIA …………………………………………………………….………...21
2.1.1.
Forme e processi legati alla gravità ….…………………………………………….23
2.1.2.
Forme e processi legati all'azione delle acque superficiali ……..…….……26
2.1.3.
Forme e processi legati all'attività carsica ……………………………………….27
2.1.4.
Forme e processi legati all'azione antropica …………………………………….27
185
2.1.5.
Inventario delle frane e dei dissesti della Regione Lombardia …………..28
2.1.6.
Sismicità dell'area …………………………………………………………………………29
2.1.6.1. Aggiornamento ai sensi della D.G.R. n.1566/2005 e della D.G.R.
n.7374/2008 relativamente alla componente sismica dello Studio
Geologico………………….……………………………...……………………………….29
2.1.6.2. Carta della Pericolosità Sismica Locale ………………………………………….30
2.4.
INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITA'…………….….………….33
2.5.
IDROGRAFIA …………………………………………………………………………………39
2.5.1. Principali elementi di interesse idraulico del Fiume Serio…………………….39
2.5.2.
Idrografia ………………………………………………………………………………….44
2.5.2.1. Permeabilità superficiale dei terreni …………………………………………....44
2.5.2.2. Il Reticolo Idrografico Minore ……………………………………………………..44
2.5.3.
Carta dei Vincoli e Carta di Sintesi ……………………………………………….45
2.5.3.1. Carta dei Vincoli …………………………………………………………………………45
2.5.3.1.1. Vincoli PAI …………………………………………………………………………..45
2.5.3.1.2. Vincoli di Polizia Idraulica ……………………………………………………..46
2.5.3.2. Carta di Sintesi ………………………………………………………………………….47
2.5.3.2.1. Aree pericolose dal punto di vista dell'instabilità dei versanti …….48
2.5.3.2.2. Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico ……………………………..49
2.5.3.2.3. Aree che presentano potenziali caratteristiche geotermiche
scadenti ………………………………………………………………………………50
2.6.
CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA ……………………..…….51
2.7.
RETE FOGNARIA…….………………………………………………………………….…..58
2.8.
RIFIUTI…………..…….………………………………………………………………………60
3. PAESAGGIO E AMBIENTE………………….…………………………………….63
3.1.
L’ UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP………………………………………………….64
3.2.
I PRINCIPALI CARATTERI PAESISTICI E AMBIENTALI DEL TERRITORIO
3.2.1. La Comunità Montana della Valle Seriana .………………………………………….66
3.2.1.2. La Comunità Montana della Valle Seriana e il Piano d'Indirizzo
186
Forestale ……………………………………………………………………………….….66
3.2.2. La Media Valle Seriana ………………………………………………………………….…69
3.3.
BENI AMBIENTALI VINCOLATI…………………………………………………….….70
3.3.1. Altri elementi d'interesse ambientale …………………………………….…….…..71
3.4.
IL PIANO D'INDIRIZZO FORESTALE DELLA PROVINCIA DI BERGAMO..72
4. SISTEMA INSEDIATIVO E PATRIMONIO STORICO ARTISTICO .……...73
4.1.
IL CAPOLUOGO E L'INTORNO ………………………………………………………..74
4.2.
DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE……………77
4.3.
VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE …………………………….……..78
5. MOBILITA' …………………………………………………….………..……….….83
5.1.
LA VIABILITA' STRADALE ……………………………………………………………..84
5.1.1. La situazione della rete viaria …………………..……………..……………………..84
5.1.2. Itinerari turistici …………………………………………………………………………….84
6. QUALITA' DELL'ARIA …………………………………….………………..……..86
6.1.
INQUINAMENTO ATMOSFERICO ………………………………………………………87
7. INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO, RADON
ED ENERGIA ……………………………………………………………………......89
7.1.
RUMORE ……………………………………………………………………………………....90
7.2.
ELETTROSMOG …………………………………………………………………..………….93
7.3.
RADON ……………………………………….…………………………………..…………….95
7.4.
ENERGIA ……………………………………….……………..……………………………….98
8. RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO ………………………………..…………101
8.1.
INDUSTRIE A RISCHIO D'INCIDENTE RILEVANTE (RIR) …………….….…102
8.2.
IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE
(AIA)……………………………………………………………………………………….……102
8.3.
PRINCIPALI ATTIVITA' DEL COMUNE ………………………………………………102
8.4.
AMIANTO………………………………………………………………………………………104
187
9. SINTESI DELLO STATO ATTUALE ……….……………….….………………...105
9.1.
QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI………………….……………………………………………………….106
LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO
10. CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP:
obiettivi generali, obiettivi specifici e azioni di piano…………..………115
10.1.
IL PGT DI FIORANO AL SERIO QUALE STRUMENTO DI
VALORIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA' DEL TERRITORIO E DI
INCREMENTO DELLA QUALITA' URBANA E DELLA VITA…………….…..116
10.2.
OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT….….………………..…………117
10.3.
FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP……….…..……....118
10.4.
LE AZIONI DI PIANO…………………………..…..………………….………..…….122
10.5.
I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO…..………..…………….……………128
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
11. CONTENUTI …………………………………………………………………..…136
11.1.
I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA …...137
12. VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna…………………..…..…138
12.1.
LA COERENZA ESTERNA …………………………………………………….………139
12.2.
VERIFICA DI COMPATIBILITA' CON IL PTCP E IL PTPR …………..….…144
12.3.
VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR ……………………………………….…148
13. VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna ………………………….150
13.1.
13.2.
VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP……………151
LA COERENZA INTERNA……………………………………………..………………153
14. LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI E DELLE AZIONI DI
PIANO ……………………………………………………………...……………..156
14.1.
LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’…………………………………………….……157
14.2.
LE ALTERNATIVE…………………………………………………………………….….169
188
14.3.
L'AMBITO DI TRASFORMAZIONE …………………………………………………172
14.3.
ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE……..175
15. PIANO DI MONITORAGGIO …………………………………………….…..176
"OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO"………………………..…………….…….184
189