Vas. - Comune di Fiorano al Serio
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Vas. - Comune di Fiorano al Serio
COMUNE DI FIORANO AL SERIO PROVINCIA DI BERGAMO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO - DOCUMENTO DI PIANO - VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA RAPPORTO AMBIENTALE DOTT. ARCH. PIERGIORGIO TOSETTI via G. Paglia 22/a Bergamo 24100 tel/fax 035/220260 – [email protected] Collaborazione: Dott. Arch. Vittorio Pagetti Dott. Urb. Elisabetta Crippa 0.1 PREMESSA La consapevolezza che l’origine dei mutamenti ambientali sia da ricercarsi nelle decisioni strategiche di programmazione e pianificazione (prima che nella realizzazione di nuovi progetti) era già stata delineata nel documento denominato “Agenda 21”, adottato a Rio de Janeiro nel 1992, alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo. Nel documento erano stati indicati i criteri strategici che i governi nazionali avrebbero dovuto tradurre in Piani di Azione per uno “sviluppo sostenibile globale” nel XXI secolo. La politica ambientale dell’Unione Europea risale ad un documento conosciuto come“Quinto programma d’azione per l’ambiente” (più precisamente intitolato “Per uno sviluppo durevole e sostenibile) programma politico e d’azione della Comunità Europea a favore dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile”, adottato dal Consiglio d’Europa nell’anno 1993. Il termine «sostenibilità», in coerenza con l’indirizzo comunitario, si riferisce alle politiche e alle strategie necessarie per perseguire uno sviluppo economico e sociale che non rechi danno all’ambiente ed alle risorse naturali, dalle quali dipendono “il proseguimento delle attività umane e lo sviluppo futuro”. Il progetto ENPLAN, sviluppato tra il 2001 e il 2004 da alcune Regioni del Nord Italia e della Spagna, vengono evidenziati i criteri operativi per il perseguimento di una “sostenibilità forte” che propone un’impostazione “biocentrica” piuttosto che “antropocentrica”, così sintetizzabili: • Usare le risorse rinnovabili al di sotto dei loro tassi di rigenerazione; • Usare le risorse non rinnovabili, a tassi di consumo inferiori ai tassi di sviluppo di risorse sostitutive rinnovabili; • Limitare l‘immissione nell’ambiente di agenti inquinanti al di sotto delle soglie di capacità di assorbimento e di rigenerazione da parte dell’ambiente. Ciò premesso “lo sviluppo sostenibile” non deve intendersi tanto come meta da raggiungere, ma piuttosto come un insieme di condizioni che devono essere rispettate nel “governo delle trasformazioni del pianeta”. Occorre ancora considerare la definizione di “ambiente”, cui la VAS è relazionata, rilevando come questa, nella sua accezione più completa, condivisa ed appropriata ad ogni specifica situazione territoriale, debba contemplare più che la semplice idea di un “intorno da preservare” anche quella di un’attenta “relazione tra natura e cultura” (cioè tra dotazioni naturali ed effetti antropici sulle stesse). Da tale visione, che nella cultura anglosassone ha portato a privilegiare il termine di “environment” piuttosto di quello originario di “habitat”, è stata infatti sviluppata la prospettiva dello“sviluppo sostenibile”, in cui i fattori propriamente ambientali vengono correlati anche a quelli socioeconomici. 2 Conseguentemente la valutazione ambientale, allorquando approccia una prospettiva di trasformazione territoriale consistente, non può dunque limitarsi ad una “valutazione di compatibilità”, ma deve invece strutturarsi come “valutazione di sostenibilità”: in questa ottica la VAS comporta anche la necessità di definire un’azione continuativa nel futuro, in termini di “monitoraggio” e “gestione”. Con la Direttiva 2001/42 del 27/06101 l’Unione Europea definiva in modo sintetico quanto puntuale (in 14 articoli e 2 allegati) la procedura di VAS sottolineando, all’art. 1, la finalità della stessa: “La presente direttiva ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di proiezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, procurando che, ai sensi della presente direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti signifícativi sull’ambiente”. La Direttiva Europea veniva dapprima recepita dalla normativa della Regione Lombardia (art. 4 della L.R. 12 del 11/03/2005) poi in sede di legislazione nazionale (“Codice dell’Ambiente” D.Lgs. 152 del 03/04/2006). Il Codice dell’Ambiente definisce la VAS come una “elaborazione di un rapporto concernente l’impatto sull’ambiente, conseguente all’attuazione di un determinato piano o programma da adottarsi o approvarsi, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale di approvazione di un piano o programma e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”. La D.G.R. Lombardia del 15/03/06 intitolata “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi” definisce invece la VAS come: “Il processo che comprende l’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”. Le disposizioni contenute nel provvedimento statale rispetto a quello regionale divergono sostanzialmente circa le procedure e le modalità di approvazione, divergenza che si pone in modo ulteriormente evidente nella DGR VIII/6420/2007. A tale proposito va rilevato che la definizione di VAS contenuta nella DGR VIII/6420/2007 risulta più aderente quanto a suo tempo precisato in quello che è stato considerato il testo di primario riferimento della materia (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di sviluppo regionale e dei Programmi dei fondi strutturali dell’Unione Europea” (1998)) ovvero “un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte – politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi – ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale” 3 La VAS pertanto non può limitarsi a costituire un “corredo” o un “supporto” della pianificazione/ programmazione del territorio, ma deve piuttosto configurarsi quale “processo integrato e costitutivo della stessa”, incidendo in tutta la sequenza di decisioni ed azioni previste. Per questa ragione il processo di VAS che viene avviato operativamente con il presente documento, dovrà proporsi: • di raffrontare compatibilità e sostenibilità degli obiettivi dei piano; • relazioni e concertazioni tra soggetti / autorità preposte alla gestione di territorio e ambiente; • di individuare un sistema di indicatori significativi che consentano di riscontrare gli eventuali impatti ambientali nella fase previsionale al fine di permettere interventi preliminari tali da ridefinire, in continuità con gli stessi obiettivi, i contenuti del piano, tramite idonee azioni correttive; • di strutturare un sistema di informazioni; • di attivare criteri di monitoraggio della relazione tra processualità di attuazione del piano ed effetti ambientali. 4 0.2. I RIFERIMENTI NORMATIVI 0.2.1.Gli atti normativi generali di riferimento • Direttiva 2001/42/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 27 giugno 2001; • Attuazione della Direttiva 2001/42/CEE a cura della Commissione Europea; • Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice Urbani “Norme in materia ambientale”); • Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 (“Modifiche al D. Lgs. n.152/2006”); • Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 (“Legge per il governo del territorio”); • “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, ai sensi dell’articolo 4 della L.R. 11 marzo 2005, n.12”, approvato con D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/0351; D.G.R. n. 6240 del 27 dicembre 2007, “Determinazione in merito alla procedura per la Valutazione Ambientale di Piani e Programmi”. In considerazione di quanto stabilito dalla DGR VIII/6420 del 27 dicembre 2007 “Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione all’art. 4 della L.R. 11 Marzo 2005, n.12” e, più specificamente dal punto 2 del dispositivo della deliberazione medesima si da atto “che i procedimenti di formazione e di approvazione di piani/programmi già avviati alla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia della presente deliberazione si concludono in conformità alle disposizioni in vigore al momento dell’avvio del procedimento stesso, ovvero secondo le disposizioni di cui all’art.4, comma 4 della L.R. 12/05”. Si da atto che il Soggetto Proponente ha avviato il procedimento di formazione del PGT anteriormente alla data di pubblicazione della citata deliberazione della Giunta Regionale, e più specificatamente prima del 27.12.2007. In tal senso le disposizioni di riferimento sono quelle di cui agli articoli 8, 9 , 10, 11 e 12 del Dlgs. 152/2006. 5 0.2.2. Il Piano di Governo del Territorio e la VAS La Legge Regionale 11 Marzo 2005 n. 12 ha ridefinito la disciplina regionale in materia pianificatoria e urbanistica, prevedendo la predisposizione, da parte di tutti i Comuni lombardi, del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) entro il 31 Marzo 2009 (art. 25, comma 1). Il P.G.T., che definisce l’assetto dell’intero territorio comunale, articolato in Documento di Piano (DdP), Piano dei Servizi (PdS) e Piano delle Regole (PdR) (art. 7), è soggetto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ai sensi dell’art. 4, comma 2 della Legge Regionale n. 12/2005 e ai sensi della Direttiva 2001/42/CEE. Come previsto dall’allegato n. 6 del D.G.R.8/1563 del 22/12/2005 il Comune di Fiorano al Serio, contestualmente al Documento di Piano, ha provveduto all’avvio della Valutazione Ambientale Strategica procedendo a sviluppare quanto già annunciato dal Documento di Scoping. Integrazione della dimensione ambientale nel PGT Il PGT imposta ed individua, fin dal Documento di Piano, le componenti della “dimensione ambientale” quali elementi fondanti della lettura del territorio e come base per la definizione delle scelte e dei contenuti del DdP e degli indirizzi progettuali e normativi che saranno sviluppati anche nelle parti di territorio da assoggettare alla disciplina del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole. 6 0.3. IL PROCESSO DI VAS 0.3.1. Schema operativo Lo schema operativo che è stato adottato per la VAS del Documento di Piano (DdP) è illustrato di seguito e si rapporta agli Indirizzi generali individuati dalla Regione Lombardia, sebbene il presente procedimento potrebbe essere definito autonomamente dal Soggetto Proponente/Procedente in quanto escluso dall’applicazione della DGR VIII/6420/2007. Gli indirizzi regionali lasciano libertà di impostazione per il percorso di valutazione e per i contenuti del Rapporto Ambientale: nella fase di elaborazione e redazione del Piano, l’ Autorità Competente per la VAS collabora con l’ Autorità Procedente nello svolgimento delle seguenti attività: • individuazione di un percorso metodologico e procedurale, stabilendo le modalità della collaborazione, le forme di consultazione da attivare, i soggetti con specifiche competenze ambientali, ove necessario anche trasfrontalieri, e il pubblico da consultare. Sono peculiari della fase di redazione del Documento di scoping i seguenti elementi: • definizione dell’ambito di influenza del P/P (scoping) e definizione delle caratteristiche delle informazioni che devono essere fornite nel rapporto ambientale; • individuazione dello scenario di riferimento e degli indicatori ambientali; • articolazione degli obiettivi generali. Sono elementi caratterizzanti del Rapporto Ambientale: • coerenza esterna degli obiettivi generali del P/P; • definizione degli obiettivi specifici e individuazione delle azioni e delle misure necessarie a raggiungerli; • coerenza interna delle relazioni tra obiettivi e linee di azione del P/P, e confronto tra queste e lo scenario di riferimento e con le eventuali alternative su cui si è fondata la scelta del P/P; • individuazione del sistema di monitoraggio ex post. Nella Conferenza di Scoping tenutasi presso la Sede Municipale di Fiorano al Serio in data 12.04.2011, sono stati esposti ed illustrati: lo schema metodologico, la portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, la definizione dell’ambito di influenza del Documento di Piano, e sono stati raccolti i pareri degli Enti e dei Soggetti presenti, i quali hanno concordato sulla relazione illustrata. Della seduta è stato redatto apposito verbale, che è pubblicato sul sito web http://www.fioranoalserio.com/. 7 0.3.2. I soggetti coinvolti La Direttiva 2001/42/CE sancisce i principi della trasparenza (artt. 6 e 9) e del coinvolgimento, sotto forma di consultazione, delle Autorità Competenti in materia ambientale (art. 6, comma 3) e del pubblico (art. 2, lettera “d”) demandando altresì agli Stati membri (art. 6, comma 5) la definizione delle specifiche modalità per l’informazione e la consultazione dei soggetti sopra elencati. In rapporto a tali principi ed in relazione alle indicazioni regionali sono stati individuati con delibera dell’Autorità Procedente, d’intesa con l’Autorità Competente, i seguenti soggetti: Autorità Proponente e Procedente (Pubblica Amministrazione che elabora lo strumento di pianificazione e ne attiva le procedure): Amministrazione del Comune di Fiorano al Serio - Giunta Comunale Estensore del Documento di Piano (soggetto incaricato dalla Pubblica Amministrazione proponente di elaborare il PGT, e nella fattispecie il Documento di Piano, oggetto della VAS): Arch. Piergiorgio Tosetti Estensore del Rapporto Ambientale (incaricato dello sviluppo del processo di VAS e della redazione del Rapporto Ambientale): Arch. Piergiorgio Tosetti Autorità Competente per la VAS (Autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale, individuata dalla Pubblica Amministrazione, che collabora con l’autorità procedente/proponente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione della Direttiva e degli indirizzi regionali nell’ambito del procedimento di valutazione ambientale del Documento di Piano) Responsabile Ufficio Tecnico: Arch. Igor Meroni Soggetti competenti in materia ambientale (enti pubblici competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale): • ARPA Lombardia – Dipartimento di Bergamo; • ASL Bergamo; • Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici; • Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Enti territorialmente interessati da convocare alle Conferenze di Valutazione (enti territorialmente limitrofi o interessati ai potenziali effetti ambientali derivanti dalle scelte di Piano): • Regione Lombardia – Sede territoriale di Bergamo – Struttura Sviluppo del Territorio; • Provincia di Bergamo – Settore Urbanistica e Settore Ambiente; • Comuni confinanti: Vertova; Cene; Casnigo; Gazzaniga; • Comunità Montana Valle Seriana; • Autorità di bacino del Fiume Po. 8 0.3.3. La partecipazione Oltre ai soggetti sopra indicati, la VAS prevede momenti e modalità di partecipazione estesi al Pubblico che viene individuato: Cittadini e/o associazioni riconosciute legalmente portatrici di interessi diffusi e che possano essere interessate ai sensi dell’art. 9, comma 5 del D. Lgs. 152/2006. Il processo di partecipazione integrata alla VAS del Comune di Fiorano al Serio sarà sviluppato utilizzando diverse tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e la ripercorribilità del processo. In particolare, si indicano gli strumenti di informazione che saranno utilizzati: • coinvolgimento della popolazione e delle associazioni di categoria e di settore; • divulgazione telematica della documentazione di supporto al processo di VAS mediante il portale comunale, accessibile dal sito http://www.fioranoalserio.com/ di volta in volta aggiornato con la nuova documentazione disponibile; • affissione presso l’Albo Pretorio degli avvisi relativi alle diverse pubblicazioni ed agli incontri in programma. 9 0.4. IL PERCORSO METODOLOGICO 0.4.1. I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale L’Autorità Procedente d’intesa con l’Autorità Competente per la VAS, elabora il Rapporto Ambientale (R.A.) Le informazioni da fornire, ai sensi dell’art. 5 della Direttiva 2001/42 CEE, sono quelle elencate nell’allegato I della citata Direttiva: a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del Ddp e del rapporto con altri pertinenti P/P; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del Ddp; c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al Ddp, ivi compresi quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle Direttive 79/409 CEE e 92/43/CEE; e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al Ddp, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; f) possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali ad esempio il suolo, l’acqua, l’arai, i fattori climatici, la flora e la fauna, la biodiversità, la popolazione, la saluta umana il patrimonio culturale, il paesaggio, ecc. e l’interrelazione tra i suddetti fattori; g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del Ddp; h) sintesi delle ragioni, delle scelte delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche e/o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste; i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio; j) “Sintesi non tecnica” delle informazioni di cui alle lettere precedenti. La Sintesi non tecnica, indicata alla precedente lettera j), è un documento di grande importanza in quanto costituisce il principale strumento di informazione e comunicazione con il pubblico. In tale documento devono essere sintetizzate/riassunte,semplicemente le descrizioni, questioni, valutazioni e conclusioni esposte nel Rapporto Ambientale. 10 0.4.2. La redazione del Rapporto Ambientale Secondo la Direttiva 2001/42/CE il Rapporto Ambientale (RA) è il documento che accompagna la proposta di Documento di Piano nel quale sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente. Il Rapporto Ambientale riveste quindi un ruolo centrale come garanzia della sostenibilità delle decisioni che motivano l’intero processo di valutazione. Il Rapporto Ambientale del DdP sarà articolato in due parti: • Parte I – Rapporto sullo Stato dell’Ambiente Quadro conoscitivo: - Inquadramento del territorio comunale di Fiorano al Serio e definizione delle matrici ambientali al fine di fornire un quadro della situazione del territorio stesso, attraverso i dati disponibili. A tal fine sono stati raccolti ed analizzati i dati e le elaborazioni reperibili relative alle diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali, aria, ambiti di naturalità) fornite da Enti territorialmente interessati, Autorità Competenti in materia ambientale. - Quadro della pressione antropica sull’ambiente, determinato da una serie di elementi quali il traffico, il rumore, l’inquinamento elettromagnetico, il sistema acquedottistico e fognario, la gestione dei rifiuti, le passività ambientali, gli insediamenti produttivi, ecc. - Individuazione degli elementi di criticità e sensibilità ambientale definita come fattore di problematicità ambientale per il territorio,e di ricadute sulle matrici ambientali. - Analisi degli elementi di sensibilità ambientale, intese come componenti del paesaggio naturale e antropico, delle caratteristiche del territorio che necessitano di una particolare attenzione in fase di pianificazione. Individuazione delle eventuali dinamiche in atto e delle maggiori potenzialità deducibili dallo studio del territorio. • Parte II – Valutazione Ambientale Strategica delle Scelte di Piano Questa parte viene orientata all’analisi degli obiettivi generali e specifici, nonché delle azioni previste dal DdP, effettuando, ove opportuno, la valutazione delle alternative d’intervento eventualmente proposte dal DdP per ciascuna azione. La valutazione ambientale è finalizzata alla verifica della sostenibilità complessiva degli aspetti pertinenti delle previsioni del DdP e rappresenta il “cuore” del processo di VAS. 11 La valutazione è effettuata mediante la compilazione di schede che prenderanno in considerazione gli aspetti ambientali e urbanistici significativi alla scala delle previsioni del DdP. Le ipotesi d’intervento formulate dal documento stesso vengono valutate in relazione all’impatto e all’influenza che le scelte del DdP potrebbero avere su ciascuno di tali aspetti. Il Rapporto Ambientale sarà esaminato dalla Conferenza di Valutazione, alla quale verranno invitati gli Enti territorialmente interessati e le Autorità con specifiche competenze in materia ambientale. • Il parere motivato In relazione al Rapporto Ambientale e alle considerazioni emerse durante la Conferenza (precisate nel Verbale), l’Autorità Competente per la VAS, esprimerà un parere motivato. Tale parere motivato costituirà il presupposto per la prosecuzione del procedimento di approvazione del Documento di Piano e dovrà contenere considerazioni qualitative e/o quantitative in merito: a) alla qualità ed alla congruenza delle scelte del Piano alla luce delle alternative possibili, ove individuate, e rispetto alle informazioni ed agli obiettivi del RA; b) alla coerenza interna ed esterna del Piano; c) all’efficacia e congruenza del sistema di monitoraggio e degli indicatori selezionati. Il parere ambientale motivato potrà essere condizionato all’adozione di specifiche modifiche ed integrazioni della proposta del Documento di Piano valutato. L’Autorità Procedente, in collaborazione con l’Autorità Competente per la VAS, provvederà, ove necessario, alla revisione del Documento di Piano alla luce del relativo parere motivato espresso. 12 1 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE 13 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 1.1. L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO 1.1.1. Inquadramento generale Fiorano al Serio, posto sulla riva destra del fiume Serio lungo un terrazzo alluvionale compreso entro un’ansa formata dal fiume stesso che lo bagna ad est e a sud, dista dal capoluogo di provincia circa 18,6 Km e confina a nord con i Comuni di Vertova; con il Comune di Casnigo a est; con il Comune di Cene a sud; con il Comune di Gazzaniga a ovest. Il territorio presenta una superficie di 1,10 Kmq e un’altezza media di 396 m slm. Fiorano si trova nell’ambito territoriale della media Valle Seriana. Il nome antico del paese era “Florianum”, dal gentilizio romano “Florius”. Per la prima volta è ricordato in un documento dell’anno 840 in cui si cita “in vico Florianum”. Assunse la denominazione di Fiorano al Serio nell’anno 1863. Dal 1947 il Comune ha acquisito la definitiva autonomia amministrativa staccandosi dal Comune di Gazzaniga al quale risultava unito dal 1927, e ottiene dal Presidente della Repubblica nell’anno 1956 il proprio stemma e gonfalone. La storia di Fiorano al Serio è legata a quella di Gazzaniga e della Valle Seriana, di cui seguì le sorti; popolata da gente dedita all’agricoltura, alla pastorizia e allo sfruttamento delle risorse minerali e forestali, sviluppò durante la dominazione veneta attività artigianali e commerciali nel campo della lavorazione del marmo nero cavato in zona e dei panni di lana. Lo sviluppo economico avvenne però solamente a partire dalla fine del XIX secolo con il sorgere delle prime filande e, più marcatamente, nel XX secolo, quando la Valle Seriana divenne uno dei motori dell’economia bergamasca. Fiorano al Serio, a partire dalla fine del XIX secolo, ha convertito la propria economia da agricola a industriale impiantando i primi stabilimenti tessili nei pressi del fiume Serio. Dal secondo dopoguerra in poi ha subito un costante sviluppo urbanistico sia in chiave residenziale che produttiva. Il paese rivestì la sua importanza all’inizio degli anni’ 30 alla fine degli anni’ 50 per la presenza, sul territorio di numerose unità produttive industriali: la I.R.F. “Industrie Filati Riunite”; la O.C.M.A. – Devil (Officine Meccaniche Costruzione Motocicli), il Feltrificio Cristini; Officine meccaniche Rampinelli; le Fonderie: Fioranese, S.Giuseppe, Baldi e Pozzi; Filatura e tessitura Masserini; Vinicola Martinelli; Segheria Imberti; la sede della Calci Martinelli; e numerose d’artigiani. 14 Dalla fine degli anni’ 50 ci fù un regresso di tutte queste attività per le varie crisi che si sono alternate o perché alcune aziende, a causa di maggiore espansione, dovettero trasferirsi altrove. Fiorano al Serio appartiene alla Comunità Montana Valle Seriana. Ai sensi della Legge Regionale 27.6.2008, n. 19, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 6480 del 26.6.2009, è stata costituita la COMUNITÀ MONTANA VALLE SERIANA - ZONA OMOGENEA n. 8 per fusione della Comunità Montana Valle Seriana Superiore e Comunità Montana Valle Seriana. Alla data del 31.12.2011 il Comune registrava 3.084 abitanti e 1.281 famiglie. 15 1.1.2. L’ “Ambito” del PTCP L’ambito territoriale n.10 “Valle Seriana”, comprende il territorio della Valle Seriana Inferiore. Per le diverse caratteristiche geografiche e generali, per gli aspetti insediativi e per quelli socioeconomici, si è ritenuto di condurre l’analisi evolutiva dell’area suddividendo l’intero ambito in quattro sub-aree così distinte: - 1° sub-area – Nord-Ovest: comprende i Comuni di Casnigo; Colzate; Fiorano al Serio; Gazzaniga; Vertova. Questo ambito ha una Superficie Territoriale pari a 51,71 Kmq; - 2° sub-area – Nord-Est: comprende i Comuni di Cazzano S. Andrea; Gandino; Leffe; Peia. Questo ambito ha una Superficie Territoriale pari a 42,29 Kmq; - 3° sub-area – Ovest: comprende i Comuni di Aviatico; Selvino. Questo ambito ha una Superficie Territoriale pari a 14,86 Kmq; - 4° sub-area – Sud-Ovest: comprende i Comuni di Albino; Cene; Pradalunga. Questo ambito ha una Superficie Territoriale pari a 48,28 Kmq. La Superficie Territoriale totale è pari a 157,14 Kmq. Localizzazione del Comune di Fiorano al Serio, all’interno dell’ “Ambito n. 10” Le trasformazioni avvenute nel territorio della Valle Seriana Inferiore, specie lungo la strada statale di fondo valle e lungo il fiume Serio, sono molto evidenti. Il tratto di fiume prospiciente gli abitati di Gazzaniga, Fiorano, Vertova e Colzate, risulta edificato fin sulla sponda per circa cinque chilometri. [Fonte: PTCP Provincia di Bergamo] 16 1.1.3. Individuazione dell’ ambito di influenza del DdP L’ambito di possibile influenza delle previsioni del PGT, ed in particolare il DdP, può essere individuato in funzione delle principali tematiche che attengono alla trattazione delle scelte strategiche del documento stesso in rapporto all’influenza ed alle ricadute che queste possono avere in un intorno territoriale più vasto rispetto ai confini comunali. 1.Il dimensionamento del fabbisogno abitativo e gli sviluppi residenziali. Si ha la necessità di contenere il consumo di territorio, puntando al recupero dei volumi esistenti. Per quanto riguarda l’edilizia esistente, le scelte mireranno al recupero della volumetria degradata del centro storico e al recupero dei sottotetti ai fini abitativi, mentre, per quanto riguarda l’edilizia nuova si punterà a interventi di completamento in aree libere presenti all’interno del centro edificato e a un ulteriore modesto sviluppo legato a interventi interessanti ambiti di riqualificazione di insediamenti produttivi dismessi. 2. Le prospettive e l’organizzazione degli insediamenti produttivi. Si registra sul territorio la presenza importante di attività produttive attestate soprattutto nella parte est dell’abitato lungo la via Bombardieri (vecchia strada della Valle) e la provinciale n.35 (nuova viabilità della Valle). L’obiettivo che si pone l’Amministrazione Comunale è quello di mantenere la destinazione produttiva delle aree attualmente destinate a tale funzione al fine di garantire il potenziale sviluppo del settore. Eventuali interventi di riconversione potranno essere valutati solo per evidenti criticità sociali, ambientali e viabilistiche, e qualora poste in ambito in evidente contrasto con l’intorno. 3. L’organizzazione delle attività terziarie e commerciali. Sono presenti sul territorio attività commerciali di vicinato e di media distribuzione per il settore alimentare. La rete di vendita è situata prevalentemente nel nucleo storico di Fiorano e nella sua prima cerchia lungo la via Donatori di Sangue. Le strutture presenti soffrono la concorrenza commerciale prodotta dalle strutture di scala maggiore dei comuni limitrofi o da grandi strutture di vendita della parte bassa valle (soprattutto nel settore alimentare). 4. L’organizzazione dei servizi. Allo stato attuale il Comune di Fiorano al Serio non è dotato del Piano dei Servizi. Le previsioni in materia di servizi hanno come obiettivi principali: la riorganizzazione di tutti i servizi presenti al fine di razionalizzare l’uso degli spazi e ottimizzare i costi di gestione. 17 Dovrà essere implementato il sistema di parcheggi pubblici per l’area centrale e le parti dell’ambito urbano privi di aree a standard o con presenza di aggravanti urbanistiche. 5. Il sistema della mobilità. Confermare il sistema stradale previsto nel vigente P.R.G. rafforzandolo con un asse viario di collegamento tra via Locatelli e via Bombardieri funzionale ad alleggerire il traffico veicolare nel centro storico in direzione nord-sud, con benefici sulla qualità ambientale complessiva del centro e sul sistema della viabilità locale. 6. Il sistema paesistico – ambientale. L’Amministrazione Comunale intende corredare il piano con una approfondita analisi. Questa, dal punto di vista paesaggistico, deve permettere di: - individuare ambiti di elevata naturalità; - individuare i percorsi di carattere paesaggistico; - individuare e classificare i fabbricati connotativi dell’architettura rurale seriana; - individuare e caratterizzare gli ambiti aventi sensibilità paesistica omogenea; - mantenere e potenziare l’ambito del parco pubblico a ridosso del fiume Serio. Tale sistema paesistico-ambientale si relaziona con quello dei Comuni contermini. 7. La salvaguardia del patrimonio storico – artistico – culturale. Si tratta di un tema che interessa fortemente il PGT ma che non ha significative ripercussioni sui territori esterni. Vi è però la necessità di pubblicizzare gli elementi attrattivi turistici del territorio. 8. Le scelte in ordine all’attività agricola ed alla conduzione dei territori rurali. Le attività agricole presenti sul territorio comunale sono principalmente a conduzione familiare e rappresentano una forte risorsa per il mantenimento e la tutela del paesaggio agricolo e montano. Il fenomeno che va maggiormente organizzato è l’importante presenza di edifici di architettura rurale sparsi sul territorio montano del Comune, che denotano un significativo aspetto ambientale, ma che attualmente risultano per lo più abbandonati e degradati. Il loro recupero oltre che consentire la salvaguardare della loro valenza storica e paesaggistica, concorre a garantire la presenza dell’uomo in ambiti territoriali abbandonati a se stessi e privi di manutenzione forestale. I motivi di degrado sono dovuti principalmente alla mancanza di collegamenti carrali e all’elevato costo di sistemazione degli edifici. Necessitano quindi politiche urbanistiche e generali di incentivazione. 18 9. Problematiche specifiche a particolari condizioni del territorio. Non vi è presenza sul territorio di attività produttive a Rischio d’Incidente Rilevante (R.I.R.). Le situazioni sopra sinteticamente individuate consentono di definire gli ambiti d’influenza e la porzione territoriale, che è da considerare estesa a tutti i comuni contermini, specie quelli che si definiscono nel continuum urbano da Gazzaniga a Colzate. 19 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 2 - SUOLO E SOTTOSUOLO : geomorfologia, idrologia e idraulica; difesa del suolo e delle acque. 20 2.1. GEOMORFOLOGIA Il Comune di Fiorano al Serio è munito dello Studio Geologico Idrogeologico e Sismico, redatto nel giugno 2011 dalla Dott.ssa Geol. Michela Pecchio e dal Dott. Geol. Gianluigi Nozza. II territorio comunale di Fiorano al Serio si caratterizza per la presenza di tre ambiti morfologici principali: una zona subpianeggiante verso SE, una zona a debole pendenza e una zona di versante a NW. o Ambito di fondovalle: Piana del Serio: contraddistingue approssimativamente le aree del territorio comunale ubicate a quota inferiore ai 400-410 m s.l.m. circa, e caratterizzate da una pendenza media inferiore ai 5° con un gradiente di circa il 3.3 % che assume una direzione Nord-Ovest Sud-Est. Questa porzione di territorio è caratterizzata da diversi ordini di terrazzamenti che si sviluppano parallelamente alla direzione del fiume Serio, che testimoniano l’alternanza, in un contesto di generale sollevamento del territorio, di fasi deposizionali ed erosive. Per la ragione appena esposta i terrazzi più antichi occupano la porzione altimetricamente più elevata mentre quelli più recenti si collocano a quote inferiori. Spesso gli orli di questi terrazzi sono mascherati dalle strutture antropiche che in questa zona assumono una densità particolare. Orli di scarpata sono visibili nella zona di Via Ripe e in Via IV Novembre, con dislivello di pochi metri. L’area é completamente urbanizzata, ma gli orli sono ancora bene riconoscibili. o Ambito del pianalto di San Fermo: contraddistingue approssimativamente le aree del territorio comunale ubicate a quota compresa tra i 440-450 e i 470-480 m s.l.m.. La morfologia della zona è subpianeggiante e si accentua nel settore settentrionale dell’ambito, in corrispondenza delle zone di affioramento dell’Unità di Semonte che, per la sua natura conglomeratica e per la forte cementazione, appare meno erodibile dei terreni circostanti. In questo settore particolare, le pendenze, che in media sono di circa 7°, possono raggiungere anche i 20°. Il gradiente medio in direzione Nord-Est Sud-Ovest è di circa 4,5% Il pianalto di San Fermo si è formato in epoca Pleistocenica, a seguito dell’alternanza tra diverse fasi deposizionali ed erosive del F. Serio. Anche questo ambito è andato incontro negli ultimi decenni ad una intensa urbanizzazione che di fatto ha portato alla quasi completa occupazione del territorio. o Scarpata di raccordo tra fondovalle e pianalto di San Fermo: il raccordo tra ambito di fondovalle e zona del pianalto avviene attraverso una scarpata allungata in direzione NordEst Sud-Ovest, di ampiezza compresa tra un minimo di circa 50-60 metri ed un massimo di 120 m e con un dislivello medio di circa 45-50 metri. Nel settore più occidentale del 21 territorio comunale tale scarpata si raccorda con l’inciso fluviale della Valle Misma, orientata in direzione approssimativamente Nord-Sud e caratterizzata da un dislivello medio di circa 20 m. Poiché non esiste soluzione di continuità tra le due scarpate queste vengono considerate insieme anche se la loro genesi è da riferire all’azione fluviale di due distinti corsi d’acqua: il Serio e il T. Misma. La pendenza media in questo settore è pari a 23° circa con punte massime pari a 37° in prossimità del tratto iniziale della strada che dal centro abitato porta a San Fermo. Poiché in corrispondenza della scarpata in questione si possono osservare diversi affioramenti rocciosi riferibili al substrato roccioso (Calcare di Zorzino) è probabile che la genesi della scarpata stessa sia da riferire principalmente all’azione erosiva operata dal F. Serio in epoca post Pleistocenica. o Zona di versante: la porzione montana di Fiorano al Serio è rappresentata dal territorio a Nord della località San Fermo, e in buona parte ricadente nella porzione inferiore del versante destro della Val Vertova. Questo settore si sviluppa tra le quote di 428 e 571 m s.l.m., con una media di circa 500 m slm. Tale zona è costituita da pendii con una pendenza media sui 22° ed una pendenza massima di circa 46°. Il substrato roccioso è prevalentemente subaffiorante; gli affioramenti, piuttosto scarsi e di limitata estensione areale, sono limitati ad alcune porzioni dell’alveo del T. Vertova, (e zone limitrofe), agli intagli stradali e in corrispondenza dei tratti a maggiore acclività. Il deposito superficiale, che sutura la roccia costituente l’ossatura dei versanti, è in media di limitato spessore; solo localmente, in corrispondenza delle zone morfologicamente più depresse, può raggiungere spessori di qualche metro. Per quanto concerne la sua natura, esso è rappresentato principalmente dalla coltre eluvio-colluviali, a cui spesso si associano depositi di natura detritica. 22 2.1.1. Forme e processi legati alla gravità L’immagine a seguire (parte della legenda della tav. 3 Carta Geomorfologica) elenca l’insieme delle forme di erosione o di accumulo riconosciute nel territorio comunale, che possono essere riferite al sistema morfogenetico gravitativo, cioè a quel sistema in cui l’azione della gravità è prevalente sulle altre concause. Per ciascuno degli elementi riportati si esprimono le seguenti considerazioni: o Frane non fedelmente cartografabili: comprendono tutte le manifestazioni franose per lo più molto superficiali e di limitata estensione areale al punto da costituire un ostacolo alla rappresentazione cartografica in scala. Nella maggior parte dei casi si tratta di frane di scivolamento di tipo rotazionale, quiescenti o inattive. Le superfici di scivolamento sono impostate preferenzialmente al contatto con il substrato roccioso. Sono localizzate in due distinti ambiti geomorfologici. Il primo di questi corrisponde alla scarpata di raccordo tra fondovalle e pianalto di San Fermo, il secondo corrisponde alla zona del basso versante della Valle Vertova. Sono state riportate tutte le frane di cui si aveva notizia, sia su base bibliografica, che sulla base dei rilievi diretti effettuati. Si tratta di 22 situazioni classificabili come prevalentemente quiescenti, in cui è possibile riconoscere alcuni elementi morfologici caratteristici, come ad es. la zona di nicchia o la zona di accumulo dei materiali mobilizzati, ma che al momento appaiono ricoperti da una vegetazione, sia erbacea che arbustiva, che testimonia la momentanea assenza di ulteriori fenomeni evolutivi. Quattro situazioni sono state classificate attive, cioè con indizi di movimenti recenti. Una di queste, in prossimità 23 del settore sommitale della scarpata di San Fermo, poco al di sotto del gruppo di cascine ubicate alla fine di Via Moroni, si è verificato i primi di dicembre del 2010. L’evento, non nuovo in quella zona si è verificato a seguito di un periodo di intense e prolungate precipitazioni. Il movimento rilevato è di circa una ventina di metri di ampiezza e di parecchi metri di spessore; ha interessato principalmente i depositi superficiali, eluviocolluviali, e forse anche la porzione sommitale dell’Unità di Casnigo. Sono state indicate in carta anche alcune situazioni di piccole frane stabilizzate artificialmente. o Orli di scarpata di degradazione e/o di frana: sono stati individuati alla sommità della scarpata di raccordo tra fondovalle e pianalto, e alla sommità dei tratti maggiormente acclivi che caratterizzano il versante destro della Val Vertova. In quest’ultima area sono riconoscibiliessenzialmente forme di erosione, mentre non sono riconoscibili forme di accumulo. L’unica eccezione è rappresentata dal tratto di versante a Nord della frazione Dossello di Gazzaniga, in cui la fotointerpretazione e i rilievi di terreno, concorrono ad indicare la presenza di una paleofrana. Sono stati riconosciuti sul terreno i seguenti elementi: - la probabile nicchia di distacco, di forma semicircolare, e di circa 160 metri di ampiezza, ubicata ad una quota di circa 580 m s.l.m., interessante un pendio con una pendenza media sui 35°; - o la zona di accumulo del materiale mobilizzato (argilliti), di forma approssimativamente triangolare e con una pendenza media sui 15°; - o la presenza di una piccola ansa fluviale in corrispondenza della zona di accumulo, come risposta da parte del T. Vertova alla spinta del movimento franoso in direzione Nord; si segnala che tale ansa, di circa 150 metri di ampiezza, è in pratica l’unica riconoscibile in questo tratto del T. Vertova, per il resto caratterizzato da un andamento abbastanza rettilineo; - o la presenza, alla base della zona di accumulo, di numerosi massi a spigoli vivi, e quindi non riconducibili all’azione di trasporto fluviale, in buona parte impiegati in passato anche per la realizzazione di muri di contenimento a secco. Per quanto concerne lo stato di attività gli elementi riconosciuti sono per lo più quiescenti; gli unici classificabili come attivi sono localizzati: - ad Est della paleofrana di cui sopra, dove è stato rilevato il crollo, recente, di una porzione di una parete rocciosa, con formazione di un piccolo accumulo di detriti alla sua base; - o in corrispondenza del confine comunale, qualche centinaio di metri a monte della località 24 - Scesa (comune di Vertova); qui siamo in presenza di una scarpata piuttosto acclive, con un substrato affiorante riferibile alla formazione delle Argilliti di Riva di Solto, caratterizzato da un degradazione continua ad opera della gravità e degli agenti meteorici, che portano alla formazione di piccoli accumuli alla base della scarpata stessa; o Nel settore orientale della scarpata di raccordo tra fondovalle del Serio e pianalto di San Fermo e in corrispondenza della scarpata orientale del T. Misma. o Crolli in roccia: sono state riportate in carta le situazioni di crolli in roccia/caduta massi che più da vicino interessano le abitazioni: una di queste è stata rilevata poco a monte delle abitazioni della Val Vertova, ad Est della quota 451.5 indicata sulla carta tecnica regionale. In questo caso i titolari delle abitazioni, hanno provveduto in proprio al posizionamento di una sorta di rete di protezione in aderenza, costituita da una rete metallica plastificata, che pur nella modestia dei materiali impiegati, esercita comunque un certo ruolo di protezione. Le situazioni più problematiche caratterizzano i versanti sovrastanti le vie Giardini e Cedrali, dove la presenza di affioramenti di calcari stratificati e più o meno fratturati, in giacitura sfavorevole (da franappoggio a debole traverpoggio), pongono le premesse per frequenti distacchi di blocchi rocciosi, (specialmente in occasione di periodi di pioggia prolungati) che rotolando a valle potrebbero anche raggiungere le abitazioni sottostanti. Lo STER ha provveduto in passato a mettere a dimora una serie di protezioni, rappresentate da alcune reti in aderenza e da una barriera paramassi di circa 1,5 metri di altezza e 100 metri di lunghezza, a monte delle abitazioni di via Giardini. In relazione alle problematiche riscontrate si ritiene che la situazione di Via Giardini, sia sostanzialmente risolta, anche in considerazione della dimensione tutto sommato modesta dei detriti che si distaccano dalle pareti sovrastanti e che si accumulano a tergo della protezione. Diverso appare il discorso per quanto riguarda le abitazioni di Via Cedrali, che sono prive di alcuna protezione. Il 10 giugno del corrente anno, gli scriventi sono stati contattati dall’amministrazione comunale, per effettuare un sopralluogo a monte dell’abitazione sita in Via Cedrali al n. 1, da dove nei giorni precedenti si era verificato il distacco di un masso di circa 200 chili, che si era fortunatamente arrestato contro un pollaio in legno, evitando le strutture sottostanti. Alla luce delle considerazioni di cui sopra gli scriventi hanno auspicato la realizzazione di uno studio di dettaglio del versante, al fine di procedere all’acquisizione di tutte le informazioni necessarie per la sua messa in sicurezza. o Coni misti detritico-colluviali: sono stati riconosciuti esclusivamente in Val Vertova, essenzialmente su base morfologica, a causa della intensa copertura vegetale, e si collocano alla base di due incisi particolarmente pronunciati che interessano il versante. 25 o Accumulo di debris-flow: nella zona a cavallo dei coni detritico colluviali sopra descritti, è stato osservato, in corrispondenza dello sbocco di un inciso minore, un rilevato con una ampiezza di circa 15 metri, e una lunghezza di oltre 60, allungato in direzione Nord-Est Sud-Ovest nettamente rilevato rispetto alla morfologia circostante. La situazione dei luoghi lascia pensare alla messa a dimora di questo corpo sottoforma di colata di detrito. Completano il quadro delle dinamica gravitativa, le zone caratterizzate da coperture con pendenza maggiore di 20° e quelle caratterizzate dal substrato (in questo caso principalmente subaffiorante) con pendenza maggiore di 35°. Queste zone sono state ricavate mediante intersezione tra il DTM messo a disposizione sul geoportale della Lombardia, e la carta litogica dello studio geologico. 2.1.2. Forme e processi legati all’azione delle acque superficiali I principali elementi geomorfologici legati all’azione delle acque superficiali sono riferibili all’attività del Fiume Serio, del Torrente Vertova, e in minor misura del Rio Misma. Con riferimento alla figura seguente che illustra la legenda impiegata per il sistema morfogenetico fluviale, si illustrano i principali elementi riconosciuti. o Orlo di scarpata di erosione fluviale: sono legati essenzialmente all’attività del torrente Vertova e del F. Serio. Gli orli attivi sono quelli più recenti e si collocano immediatamente a ridosso degli alvei attuali. Gli orli inattivi sono riconoscibili solo per il F. serio, dove delimitano almeno due ordini di terrazzi fluviali collocati ad una quota media rispettivamente di 380 e 395 m s.l.m., riconoscibili nonostante l’intensa antropizzazione, a causa della variazione di quota locale. o Vallecola a V con fenomeni di erosione incanalata: a parte il torrente Vertova e il F. Serio, il territorio di Fiorano non annovera altri corsi d’acqua di particolare importanza. L’unico degno di nota è il rio Misma, che delimita il territorio comunale verso occidente, incidendo i depositi superficiali affioranti sul pianalto di San Fermo. La morfologia risultante, di genesi recente, è tipicamente quella di una valle con forma a V legata all’azione erosiva di fondo delle acque incanalate. 26 o Conoide di deiezione: nel territorio comunale di Fiorano al Serio, non sono riconoscibili significative forme di accumulo riconducibili a conoidi di deiezione che invece sono evidenti nelle zone limitrofe e in particolare allo sbocco del torrente Romna sulla sponda sinistra del t. Vertova. Potrebbero essere riferiti a questa categoria, i depositi allo sbocco del Rio Misma, per i quali è ormai difficile, visto il livello di antropizzazione raggiunto, riconoscere gli elementi morfologici caratteristici della conoide che è stata comunque riportata in carta. Si tratta di una forma legata a processi certamente inattivi, e quindi non riattivabile (relitta). 2.1.3. Forme e processi legati all’attività carsica E’ stato riconosciuto un unico elemento riconducibile al sistema morfogenetico carsico. Si tratta di una piccola depressione di forma approssimativamente circolare, di circa 40 metri di ampiezza, e 3-4 metri di profondità, localizzata sul pianalto di San Fermo in prossimità dell’incrocio tra le Vie Papa Giovanni XXIII e Via G.B. Moroni. E’ probabile che tale forma sia il risultato dell’azione erosiva sotterranea, ad opera delle acque di infiltrazione sul pianalto, sui depositi dell’Unità di Casnigo. La figura seguente illustra la legenda impiegata per i processi legati all’attività carsica. 2.1.4. Forme e processi legati all’azione antropica Il territorio comunale si presenta fortemente antropizzato, almeno per quanto riguarda i settori di fondovalle e del pianalto di San Fermo. Tra gli elementi antropici di maggior interesse sono stati riportati in carta le opere idrauliche, gli eventuali punti di ostruzione al deflusso delle acque superficiali, i terrazzamenti agricoli e le opere di difesa dalla caduta massi. 27 Sono presenti due derivazioni idrauliche, sul F. Serio, all’estremità sud del comune, e all’altezza della località Rasga in comune di Casnigo. Tombinature ostruibili sono state indicate lungo il Rio Misma, all’altezza della chiesetta di San Fermo e alla fine di via Fugazzera, dove il Rio Misma viene definitivamente intubato, quantunque non si siano potute raccogliere testimonianze recenti in tal senso. 2.1.5. Inventario delle frane e dei dissesti della Regione Lombardia La Carta Geomorfologica, di seguito riportata, è stata redatta previa consultazione dell’inventario delle frane e dei dissesti messo a disposizione sul geoportale della Regione Lombardia. Il quadro del dissesto indicato in questo documento, particolarmente critico, in quanto evidenziava la presenza di numerose frane interessanti la Val Vertova, è stato verificato sia sulla base delle fotointerpretazione dei voli aerei disponibili che mediante rilievi in sito. Gli scriventi, alla luce del materiale acquisito e analizzati, ritengono che gran parte dei movimenti franosi indicati nell’inventario, non trovino riscontro nella realtà. E’ ben vero che si possono osservare diverse concavità, in corrispondenza di versanti particolarmente acclivi, che potrebbero fare pensare alla presenza di nicchie di distacco, ma queste non si accompagnano quasi mai, a corrispondenti forme di accumulo. Pare quanto meno strano infatti che a fronte di nicchie di distacco di centinaia di metri di ampiezza non corrispondano almeno residui di accumuli nelle porzioni intermedie del versante o nel fondovalle. Carta Geomorfologica 28 2.1.6. Sismicità dell’area Il Comune di Fiorano al Serio, nella recente riclassificazione dei Comuni a rischio sismico di cui all’Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20.3.2003, è inserito in classe sismica 3. Secondo la normativa sia nazionale che regionale, l’inserimento nell’elenco dei Comuni classificati sismici, sebbene con basso grado di rischio, comporta “l’individuazione dal punto di vista geomorfologico e geotecnico delle aree passibili di amplificazione sismica”. L’esame delle caratteristiche geologiche di larga sintesi mostra che sul territorio di Fiorano al Serio possono essere riconosciute - in generale – litologie, per le quali lo studio della Regione Lombardia fornisce indicazioni in merito ai parametri utili per la valutazione del rischio sismico e dell’amplificazione sismica locale, da verificare anche in funzione delle caratteristiche geomorfologiche. Risulta evidente che, nel territorio comunale di Fiorano al Serio, si debba tener conto della necessità di provvedere ad approfondimenti in occasione di interventi o sistemazioni di edifici esistenti pubblici. Relativamente alle aree che potrebbero essere maggiormente interessate dall’amplificazione degli effetti di un sisma, si segnalano le scarpate e gli orli terrazzati morfologici, dai quali sarà opportuno mantenere un’adeguata distanza, e le aree sottoposte ad intensi fenomeni di degradazione del versante e del substrato roccioso, peraltro già inserite nella classe IV di fattibilità geologica. 2.1.6.1. Aggiornamento ai sensi della D.G.R. n. 1566/2005 e della D.G.R. n.7374/2008 relativamente alla componente sismica dello Studio Geologico La Legge Regionale 11 marzo 2005, n.12 “Legge per il governo del territorio” ha abrogato la precedente l.r. 24 novembre 1997 n° 41, e le relative D.G.R. applicative: le d.g.r. n. 5/36147 del 18 maggio 1993, n. 6/37918 del 6 agosto 1998 e n.7/6645 del 29 ottobre 2001, che hanno costituito, sino ad ora, gli indirizzi tecnici per gli studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici generali dei Comuni. La Regione Lombardia, in ottemperanza all’art. 57 della L.R. 12/2005, ha approvato, con D.G.R. n.8/1566 del 22/12/2005 “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del piano di governo del territorio, in attuazione dell’art. 57 della l.r. 11 marzo 2005, n. 12”, le nuove linee guida per la prevenzione del rischio idrogeologico attraverso una pianificazione territoriale compatibile con l’assetto geologico, geomorfologico e con le condizioni di sismicità del territorio a scala comunale. I criteri contenuti nella D.G.R. perfezionano le precedenti direttive in materia, dettate dalle citate deliberazioni della Giunta Regionale e puntualizzano, in particolare, gli aspetti del rischio 29 sismico, a seguito della nuova classificazione sismica del territorio nazionale secondo l’O.P.C.M. 3274 e secondo il d.m. 14 settembre 2005 “Norme tecniche per le costruzioni”. Il Comune di Fiorano al Serio si è recentemente dotato dell’aggiornamento relativo alla componente sismica del suo territorio. 2.1.6.2. Carta della Pericolosità Sismica Locale La carta della Pericolosità Sismica Locale (PSL) effettua una zonazione qualitativa del territorio sulla base di diversi scenari di rischio sismico, associati alle più comuni situazioni geomorfologiche, morfologiche o litologiche che si possono riscontrare in natura. Gli scenari considerati sono illustrati nella tabella seguente: • Gli scenari vengono individuati sulla base dei tematismi geologici di base. • Le zone che ricadono nelle categorie di tipo Z1 (fenomeni di instabilità) e Z2 (fenomeni di cedimento o liquefazione), sono obbligatoriamente assoggettate, in fase di progettazione, all’esecuzione di studi specifici (terzo livello). Pertanto queste aree vengono normalmente escluse dall’analisi di secondo livello, in quanto si rimanda ai risultati di studi di maggior dettaglio che richiedono di volta in volta l’impiego di strumentazione di tipo geotecnico, geofisico, modellazione numerica ecc.. • Le zone codificate dalla carta della PSL come di tipo Z3 (potenziale amplificazione morfologica) e Z4 (potenziale amplificazione litologica), sono state assoggettate all’esecuzione delle procedure di 2° livello, per valutare mediante procedure semplificate 30 semiquantitative, il grado di protezione che la normativa sismica nazionale può garantire nei confronti dei fenomeni di amplificazione sismica locale. • Le procedure di secondo livello si applicano esclusivamente quando si dimostra che per i potenziali scenari Z3 e Z4 riconosciuti e giudicati di interesse, sono rispettate le condizioni di base richieste dal metodo. Ogni situazione deve venire quindi validata e solo quelle che superano la fase di validazione vengono sottoposte ad analisi. L’esame della carta della PSL del Comune di Fiorano al Serio consente di evidenziare soprattutto I seguenti elementi: 1. il 37,18% del territorio ricade in scenari di pericolosità sismica locale caratterizzati da effetti di instabilità legati alla presenza di fenomeni franosi attivi, quiescenti o stabilizzati o potenzialmente franosi (classi Z1a, Z1b e Z1c); tutte queste aree sono automaticamente assoggettate agli studi di 3° livello da effettuare in fase di progettazione, pertanto per queste aree non sono stati condotti studi di 2° livello; 2. meno dell’1% ricade in scenari di pericolosità sismica caratterizzati da fenomeni come Cedimenti e/o liquefazioni, in quanto classificati come terreni potenzialmente scadenti dal punto di vista geotecnico (Z2); 3. il 62% circa ricade in scenari di pericolosità sismica locale caratterizzati da possibili effetti di amplificazione litologica (Classi Z4a, Z4b e Z4d); 4. infine sono state individuate scenari suscettibili di amplificazione topografica (Z3a e Z3b) per uno sviluppo lineare complessivo pari a poco più di 1,75 Km. 31 Carta della Pericolosità Sismica Locale 32 2.4. INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITA’ Le indicazioni relative alla fattibilità geologica e gli indirizzi da essa determinati sono desunti dallo “Studio Geologico, Idrogeologico e Sismico”, redatto dalla Dott.ssa Geol. Michela Pecchio e dal Dott. Geol. Gianluigi Nozza, che tiene conto della conoscenza diretta del territorio. Il territorio comunale è stato suddiviso in classi di fattibilità raggruppate secondo le diverse problematiche: o Classe 1 (di colore bianco) – fattibilità senza particolari limitazioni: comprende quelle aree che non presentano particolari limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso e per le quali deve essere direttamente applicato quanto prescritto dalle Norme Tecniche per le costruzioni, di cui alla normativa nazionale. Nel territorio di Fiorano queste aree comprendono tutte le zone pianeggianti o subpianeggianti, senza particolari evidenze di dinamiche geomorfologiche attive o di limitazioni dal punto di vista geotecnico. o Classe 2 (di colore giallo) – fattibilità con modeste limitazioni: comprende le zone nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza l’esecuzione di opere di difesa. Sono state suddivise in due sottoclassi contraddistinte dalle lettere “V” e “I” rispettivamente per le problematiche legate alla stabilità dei versanti e alle condizioni idrauliche. Le nuove costruzioni o gli interventi di ristrutturazione edilizia sono subordinati alla redazione di una relazione geologica redatta ai sensi delle “Norme tecniche per le costruzioni” di cui alla normativa nazionale vigente. Tale relazione dovrà evidenziare le possibili interferenze tra caratteristiche geologiche ed idrogeologiche dell’area e l’opera di progetto come pure fornire indicazioni relative agli eventuali interventi di mitigazione delle problematiche evidenziate. - Sottoclasse Classe 2/I: vi sono inserite le zone “Em proposte” nella Carta dei Vincoli, sulla base delle corrispondenze indicate nella Tab. 2 della D.G.R. n. 8/7374. Poiché queste zone sono esterne sia alla zona allagabile con Tr=500 anni ricavata dallo Studio di Fattibilità dell’Autorità di Bacino, sia al limite esterno del canale idroelettrico Albini, si ritiene che possano andare incontro a fenomeni di esondazione (pur con bassi tiranti e basse velocità), unicamente se si verificasse la concomitanza di più fattori negativi (ad es. il verificarsi di una piena più che catastrofica, accompagnata da fenomeni di sovralluvionamento e/o formazione di ostacoli imprevisti al deflusso in corrispondenza delle opere di presa o dei ponti situati più a monte). 33 - Sottoclasse 2/V: vi sono inserite due piccole aree. La prima, ubicata all’estremità Nord-Orientale del pianalto di San Fermo, è una zona a debole pendenza, per la quale non si segnalano particolari dinamiche geomorfologiche, ma sulle quali potrebbero innescarsi fenomeni di ruscellamento in grado di indurre erosioni localizzate in concomitanza con eventi metereologici intensi. La seconda costituisce la zona prossimale del bordo della scarpata a Nord del pianalto, compresa tra le quote di 470 e 490 m s.l.m.. Anche questa zona è stata inserita in classe 2 a scopo precauzionale per la sua vicinanza con una zona a pendenza decisamente superiore e per la possibilità che eventuali costruzioni possano indurre sovraccarichi che possano innescare fenomeni locali di instabilità. o Classe 3 (di colore arancione) – fattibilità con consistenti limitazioni: comprende le zone nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso per le condizioni di pericolosità / vulnerabilità individuate, per il superamento delle quali potrebbero rendersi necessari interventi specifici o opere di difesa. Le nuove costruzioni o gli interventi di ristrutturazione edilizia (ad eccezione della sottoclasse 3a/I), sono subordinati alla redazione di una relazione geologica redatta ai sensi delle “Norme tecniche per le costruzioni” di cui alla normativa nazionale vigente. Tale relazione dovrà evidenziare le possibili interferenze tra caratteristiche geologiche ed idrogeologiche dell’area e l’opera di progetto come pure fornire indicazioni relative agli eventuali interventi di mitigazione delle problematiche evidenziate. - Sottoclasse 3a/I: comprende tre distinte zone in prossimità del fiume Serio, che sono state inserite nella classe Eb (Zona di elevata pericolosità di esondazione) della Carta dei Vincoli. Si tratta di zone che risultano esterne alla piena con Tr=500 anni, ma che sono comunque di stretta pertinenza fluviale. Sulla prima di queste zone insistono alcuni edifici che ospitano le strutture funzionali alla gestione e al controllo del canale Albini, sulla seconda area insiste un piccolo impianto produttivo di frantumazione e stoccaggio di inerti con annessi uffici attualmente ospitati in un container, infine sulla terza area insiste la zona destinata a parco fluviale comunale (parco Boschina) con annesso un piccolo edificio prefabbricato, gestito da privati su concessione comunale, con funzioni di bar e servizi igienici per i visitatori del parco. Nessuno degli edifici presenti riveste carattere residenziale o prevede la presenza continuativa di persone. All’interno di queste aree non è consentita la realizzazione di nuovi edifici che rivestano carattere residenziale. Viene anche esclusa la possibilità di realizzazione di nuovi edifici con finalità produttive ad eccezione di quelli legati alla gestione/controllo del canale Albini. Per quanto concerne la zona 34 centrale, che ospita gli uffici dell’impianto di frantumazione di inerti, sono consentiti esclusivamente la conservazione delle strutture esistenti, o la loro sostituzione con analoghe strutture prefabbricate, autoportanti, di modeste dimensioni, che al termine dell’attività in essere, possano essere agevolmente smantellate. In caso di dismissione dell’attività produttiva che insiste su quest’area, si prevede esclusivamente il recupero della destinazione di ambito fluviale. - Sottoclasse 3b/I: comprende la zona del pianalto di San Fermo, in corrispondenza di una depressione del terreno che è stata classificata come dolina. Per questa zona si dovranno verficare in particolar modo le interferenze con eventuali opere di progetto legate alla presenza di fenomeni di ristagno idrico, o di scarse caratteristiche geotecniche compresa la presenza di eventuali vuoti sotterranei. - Sottoclasse 3c/V: comprende tutte le zone che sono state classificate nella Carta di Sintesi come “Aree potenzialmente franose caratterizzate da terreni fini su pendi inclinati”. Sono zone dove non sono riconoscibili fenomeni di instabilità in atto, ma per le quali non si possono escludere fenomeni di prima attivazione di movimenti franosi. E’ presumibile che in questo caso vengano coinvolti principalmente i depositi superficiali soprattutto nelle zone a maggior spessore eluvio-colluviale, ma non si esclude la possibilità di coinvolgimento anche di porzioni più o meno rilevanti di substrato roccioso, specialmente se alterato o in assetto strutturale sfavorevole. Per queste aree gli studi dovranno approfondire in particolare gli aspetti legati alla stabilità dei versanti, alle caratteristiche geotecniche dei terreni, all’assetto strutturale del substrato roccioso e alle sue caratteristiche geomeccaniche. - Sottoclasse 3d/V: comprende tutte le zone prossimali al ciglio superiore della scarpata di raccordo tra pianalto di San Fermo e fondovalle per una estensione di 10 metri. Si tratta di una zona che merita una particolare attenzione per due ordini di motivi ben precisi. In primo luogo per il fatto che tale ciglio è stato oggetto, anche in tempi recentissimi, di numerosi piccoli franamenti che hanno coinvolto principalmente le coperture eluvio colluviali, e in secondo luogo per il fatto che qualunque edificazione all’interno di questa fascia determina inevitabilmente sovraccarichi che possono tradursi in un peggioramento sensibile delle condizioni di stabilità del ciglio di scarpata. Per le ragioni sopra espresse, si sconsigliano calorosamente nuove edificazioni ad una distanza inferiore ai 10 metri dal ciglio della scarpata. Eventuali deroghe a questa indicazione dovranno essere supportate da una specifica indagine geologica che comprenda, tra l’altro una verifica della stabilità del pendio, sia in condizioni pseudostatiche che dinamiche. Va infatti evidenziato che le zone in prossimità del ciglio di scarpata sono soggette a 35 potenziali fenomeni di amplificazione morfologica che possono peggiorare ulteriormente le condizioni di stabilità locali. - Sottoclasse 3e/V: comprende due aree distinte, alla base dei tratti a maggiore acclività della scarpata a monte dell’abitato, e caratterizzati da crolli localizzati in roccia e da piccoli fenomeni franosi. Sono classificate come “Aree di attenzione” per la possibilità di coinvolgimento degli edifici da parte dei movimenti franosi che dovessero verificarsi in corrispondenza della scarpata. In via precauzionale tali aree sono state estese verso valle, in misura maggiore di quanto riportato nella Carta di Sintesi, dove si è cercato di delimitare nel dettaglio la zona di risentimento sulla base dello stato attuale delle conoscenze. La presenza di interventi di protezione consistenti in reti paramassi e in aderenza dovrebbe aver mitigato sensibilmente lo stato di rischio a monte di Via Giardini cosa che non si può dire per le abitazioni a monte di Via Cedrali. La mancanza di protezioni potrebbe infatti consentire a qualche masso isolato di giungere fino alla base del pendio coinvolgendo le sottostanti abitazioni. Durante il rilievo si è riscontrato inoltre che le reti in aderenza a monte di via Giardini sono state ricoperte da una fitta vegetazione arbustiva che consiglierebbe un controllo della efficienza dell’opera. o Classe 4 (rossa) – Fattibilità con gravi limitazioni: l’alta pericolosità /vulnerabilità comporta gravi limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall’art. 27, comma 1, lettere a), b), c) della l.r. 12/05, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili; dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l’ambito di pericolosità/vulnerabilità omogenea. A tal fine, alle istanze per l’approvazione da parte dell’autorità comunale, deve essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico. - sottoclasse 4a/I: comprende tutte le aree di più stretta pertinenza fluviale del Fiume Serio, e pertanto maggiormente esposte a fenomeni di allagamento, esondazione 36 ecc. Usando una logica che riteniamo ampiamente cautelativa, in questa classe sono state inserite tutte le zone a pericolosità molto elevata di esondazione (Ee) rappresentate nella Carta idrografica con elementi di idrogeologia, nella Carta dei Vincoli e nella Carta di Sintesi, che sono interne al limite raggiunto dalla piena catastrofica (con Tempo di ritorno Tr=500 anni). Legenda Carta di fattibilità geologica per le azioni di piano 37 Carta di fattibilità geologica per le azioni di piano 38 2.5. IDROGRAFIA La rete di deflusso delle acque superficiali nel territorio comunale di Fiorano al Serio è costituita dal fiume Serio, con i relativi affluenti: il torrente Vertova, che scorre lungo il margine nord orientale del territorio comunale e il rio Misma, al confine con Gazzaniga. Nella “Carta Idrografica con elementi di Idrogeologia”, è stata indicata la rete idrografica ed è stato riportato l’andamento dell’unico bacino idrografico di stretto interesse comunale, evidenziandone anche il tratto intubato. 2.5.1 Principali elementi di interesse idraulico del Fiume Serio Per quanto riguarda le considerazioni di tipo idraulico sul Fiume Serio in corrispondenza del territorio comunale di Fiorano, si è fatto riferimento al recente studio dell’Autorità di Bacino del fiume Po: “Studio di fattibilità della sistemazione idraulica del fiume Adda nel tratto da Olginate alla confluenza in Po; del fiume Brembo nel tratto da Lenna alla confluenza in Adda; del fiume Serio nel tratto da Parre alla confluenza in Adda. - 2005” Questo documento è indicato anche dalla D.G.R. 8/7374 come studio di riferimento per quanto concerne il suo contributo in termini di “conoscenza idraulica”. Rispetto ai precedenti studi di carattere idraulico, e in particolare all’Atlante dei rischi idraulici ed idrogeologici del bacino del Po del PAI, in cui le aree a pericolosità idraulica venivano classificate su base essenzialmente morfologica, il recente lavoro fornisce: - un aggiornamento delle portate di piena di riferimento; - il calcolo dei livelli di piena con diversi tempi di ritorno; - la perimetrazione aggiornata delle aree allagabili con i tempi di ritorno considerati; - la “proposta” di una possibile revisione delle fasce fluviali. Per quanto riguarda le portate al colmo (vedi rapporto “Definizione delle portate di piena di riferimento – Relazione di sintesi”), si riporta la seguente tabella che fornisce la stima delle portate in corrispondenza delle sezioni più significative. 39 Indicazioni ancor più dettagliate sono poi desumibili da altri elaborati dello “Studio Autorità di Bacino” e in particolare dalla “3.2.2.2/1/1R: Relazione descrittiva del modello e di analisi dell’attività” nella quale sono forniti i risultati della modellazione matematica per la determinazione dei livelli di piena di dettaglio del fiume Serio. Nella tabella seguente si riporta uno stralcio delle portate e dei relativi livelli idraulici, per diversi tempi di ritorno, relativamente alle sezioni idrauliche che ricadono nel comune di Fiorano al Serio. La “Carta delle aree allagabili” riporta: o l’ubicazione delle sezioni utilizzate per i calcoli idraulici; o a perimetrazione delle aree allagabili per i diversi tempi di ritorno (T = 20, 200, 500 anni); o le possibili interferenze con i ponti, in merito alle condizioni teoriche di deflusso, libero, in pressione, di sormonto e critico. Si evidenzia che secondo questo studio, i ponti relativi alle sezioni 161 e 161_1, risultano a superficie libere per T = 20 anni, mentre sono sormontati per T = 200 e 500 anni. Per quanto concerne le aree allagabili, si evidenzia che i limiti delle aree esondabili con T=20, 200 e 500 anni, non differiscono tra loro in maniera significativa, per il fatto che lo scorrimento delle acque avviene in un tratto relativamente incassato, senza possibilità di interferenze con il tessuto urbanizzato. La “Carta delle fasce Fluviali”, sempre relativa all’attività 3.3.2.2 “Analisi idraulica” dello studio citato, riporta una proposta di delimitazione delle fasce fluviali (A, B e C), formalmente non ancora in vigore in quanto l’iter per la loro adozione non è ancora stato completato. 40 Per maggior chiarezza, nel seguito si riportano i criteri di definizione delle fasce fluviali desunti dall’art. 28 delle Norme di Attuazione PAI. o Fascia di deflusso della piena (Fascia A): è costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento (a livello normativo l’80% della piena con T=200 anni), ovvero quella porzione di territorio costituita dall'insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena. o Fascia di esondazione (Fascia B): è costituita dalla porzione esterna alla precedente, interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento (T=200 anni). Il limite di tale fascia si estende fino alla quota raggiunta dalla piena di riferimento, ovvero sino alle opere idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento). o Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C): è costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente (Fascia B), che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quella di riferimento e il cui limite esterno corrisponde ad un tempo di ritorno T = 500 anni. Appare evidente che, tra le delimitazioni riportate nella carta delle aree allagabili e quelle delle fasce fluviali sussistono importanti differenze, la cui spiegazione non è obiettivo del presente studio. Tuttavia in considerazione del fatto che la carta delle fasce fluviali attualmente costituisce una “proposta di aggiornamento”, formalmente non entrata in vigore, si è ritenuto di utilizzare ai fini della redazione delle carte del presente studio, le indicazioni contenute nella carta delle aree allagabili. Torrente Vertova Il torrente Vertova nasce dal Monte Alben e, per un tratto di circa 1 km, segue il confine comunale nord con il territorio di Vertova. I dati morfologici principali relativi alla confluenza nel fiume Serio sono: Superficie: ................................ 24.09 Km2 Elevazione massima: ................ 1910 m s.l.m. Elevazione minima: .................. 390 m s.l.m. Elevazione media: .................... 955 m s.l.m. Lunghezza massima: ................ 10.71 Km Tcorrivazione (Giandotti): ............... 1.8 ore Nel territorio di pertinenza comunale il Torrente Vertova scorre per un breve tratto, relativamente incassato e pochissimo urbanizzato. In corrispondenza dei terrazzi che costeggiano il torrente in sponda destra, sono presenti solo poche abitazioni isolate. 41 Da testimonianze raccolte in sito, che trovano conferma anche nella banca dati GEOIFFI, il più recente evento alluvionale di un certo rilievo, accompagnato anche da fenomeni di esondazione che hanno interessato le zone altimetricamente meno elevate dei terrazzi, si è verificato nel 1972. Per quanto concerne le stime di portata del torrente, non si hanno a disposizione dati pubblicati; tuttavia, sulla base delle informazioni di carattere idraulico raccolte dagli scriventi nell’area in esame, per il T. Vertova alla confluenza nel F. Serio si può stimare una portata centenaria pari a 160 m3/s. Rio Misma Si tratta di un piccolo corso d’acqua, caratterizzato dai seguenti dati morfometrici: Superficie: ................................ 0.43 Km2 Elevazione massima: ................ 579 m s.l.m. Elevazione minima: .................. 394 m s.l.m. Elevazione media: .................... 495 m s.l.m. Lunghezza massima: ................ 1.57 Km Tcorrivazione (Giandotti): ............... 0.57 ore Alla quota di circa 394 m s.l.m., il Rio Misma viene intubato e scorre al di sotto di Via Fugazzera. L’imbocco circolare ha un diametro di circa 80 cm, e la pendenza è stimabile in circa il 9%, fino all’incrocio con via Dante. Da questo punto non è dato sapere quale tracciato segua esattamente il tubo per raggiungere il F. Serio, anche se è probabile che il tracciato, presumibilmente rettilineo, ricada interamente nel comune di Gazzaniga. Il raccordo tra corso d’acqua naturale e tratto intubato, avviene mediante un canale in calcestruzzo con piccole soglie e griglie di trattenuta dei detriti trasportati dal corso d’acqua. In considerazione della sezione e della pendenza del tubo, che consentono di stimare una portata massima allontanabile di circa 4.5 m3 al secondo, è presumibile che, in concomitanza di eventi metereologici intensi si possa verificare la tracimazione del manufatto. Lo studio del RIM effettuato da GEA nel sett. 2004, stima la portata del Rio Misma intorno ai 6 m3/s, è quindi evidente che in casi estremi, soprattutto se la sezione di deflusso dovesse venire ridotta ad opera dei detriti trasportati dal corso d’acqua, la sezione risulti insufficiente. La conseguenza prevedibile sarebbe l’allagamento di tutta la Via Fugazzera fino al’incrocio con Via Dante e oltre lungo via Don Seghezzi. Date le portate in gioco è presumibile che i tiranti d’acqua siano comunque contenuti nell’ordine di 1 o 2 decimetri, tali da provocare certamente qualche disagio, ma non di porre problemi di sicurezza per l’incolumità delle persone. Data la criticità del manufatto in occasione di eventi metereologici eccezionali, si consiglia la periodica pulizia delle griglie di trattenuta dei detriti, per garantire sempre e comunque, condizioni ottimali di deflusso. 4.5 Idrogeologia 42 Nel territorio comunale di Fiorano al Serio, non sono presenti pozzi o sorgenti ad uso acquedottistico captate. Tutte le sorgenti captate sono situate in Val Vertova esternamente alconfine comunale. Per tale ragione sono disponibili scarsissime informazioni di interesse idrogeologico e meno che meno è stato possibile redigere una carta della linee piezometriche e/o della soggiacenza della falda. Nella “Carta Idrografica con elementi di Idrogeologia” è riportata solo la permeabilità superficiale desunta essenzialmente su base litologica, associando ai diversi litotipi una stima dei relativi intervalli di permeabilità. Carta Idrografica con elementi di Idrogeologia 43 2.5.2. Idrogeologia Nel territorio comunale di Fiorano al Serio, non sono presenti pozzi o sorgenti ad uso acquedottistico captate. Tutte le sorgenti captate sono situate in Val Vertova esternamente al confine comunale. Per tale ragione sono disponibili scarsissime informazioni di interesse idrogeologico e meno che meno è stato possibile redigere una carta della linee piezometriche e/o della soggiacenza della falda. 2.5.2.1 Permeabilità superficiale dei terreni Il territorio comunale è stato suddiviso in zone a seconda del grado di permeabilità superficiale che è possibile attribuire ai depositi superficiali o al substrato roccioso su base bibliografica. o Terreni e rocce con permeabilità da buona o elevata (K > 0,1 cm/sec): caratterizzano l’area di fondovalle e maggiormente urbanizzata del comune, caratterizzata da depositi alluvionali, per lo più grossolani; tuttavia va evidenziato che proprio la notevole urbanizzazione del territorio è causa comunque di una impermeabilizzazione artificiale del suolo. o Terreni e rocce con permeabilità discreta (0,001<K ≤0,1 cm/sec): interessano i conglomerati che interessano la zona del pianalto, come pure i principali accumuli di depositi superficiali presenti in Val Vertova; o Terreni e rocce poco permeabili (K<0,001 cm/sec): caratterizza in buona parte il settore settentrionale del territorio comunale (Val Vertova), interessato dalla presenza di un substrato roccioso argillitico e quindi sostanzialmente impermeabile, come pure la zona della scarpata di raccordo tra pianalto e fondovalle. In quest’ultimo caso la scarsa permeabilità e condizionata sia dalla presenza di una coltre di depositi fini eluvio-colluviali, che per ragioni di acclività locale, che favorisce il deflusso verso il basso delle acque di ruscellamento superficiali. La vulnerabilità degli acquiferi è direttamente proporzionale alla permeabilità superficiale e inversamente proporzionale alla soggiacenza della falda. Non avendo elementi di valutazione in merito alla soggiacenza della falda, in questa sede è possibile mettere in relazione la vulnerabilità solo alla permeabilità superficiale. 2.5.2.2. Il Reticolo Idrografico Minore Il Reticolo Idrografico Minore del Comune di Fiorano al Serio è stato redatto nel settembre 2004 dal Dott. Geol. Sergio Ghilardi e dal Dott. Ing. Francesco Ghilardi. 44 2.5.3. Carta dei Vincoli e Carta di Sintesi 2.5.3.1. Carta dei Vincoli La “Carta dei Vincoli” individua le limitazioni d’uso del territorio derivanti da normative in vigore di contenuto prettamente geologico. Essa riporta le limitazioni d’uso del territorio derivanti da normative e Piani sovraordinati di contenuto prettamente geologico. In particolare sono stati individuati i vincoli derivanti dalla pianificazione di bacino (vincoli PAI) ai sensi della legge 183/89 e quelli di polizia idraulica ai sensi della D.G.R. n. 7/7868 del 25/1/2002 e successive modifiche. 2.5.3.1.1. Vincoli PAI Per quanto riguarda gli aspetti idraulici, il quadro del dissesto vigente è quello contenuto nella proposta di aggiornamento trasmessa all’Autorità di Bacino, tramite “Carta del dissesto” elaborata d’ufficio dalla Regione Lombardia resa disponibile sul sito del Geoportale. Tale quadro comprende due distinte aree a pericolosità idraulica molto elevata (Ee) e media o moderata (Em). Quest’ultima si estende su una parte significativa del tessuto edificato comprendente tra l’altro la zona industriale e la zona del cimitero. Tenuto conto che il quadro del dissesto vigente scaturisce da valutazioni che hanno alla base considerazioni di carattere prettamente geomorfologico, è stato proposto l’aggiornamento del quadro del dissesto vigente sulla base dei seguenti criteri: - riduzione della zona Ee, che viene fatta coincidere con le aree allagabili con Tr=500 anni; - introduzione della zona Eb, che si estende dal limite esterno della zona Ee fino a comprendere tutta la zona di pertinenza fluviale fino al limite esterno del canale artificiale Albini; - minori modifiche della zona Em vigente, sulla base del maggior dettaglio topografico offerto dalla disponibilità del rilievo fotogrammetrico, e completamento della stessa verso Nord fino all’estremità del confine comunale. Si evidenzia infatti che la rappresentazione del quadro del dissesto vigente termina (artificiosamente) in corrispondenza di Via caduti per la Libertà, quando si rileva una sostanziale uniformità morfologica tra le due zone. Si evidenzia che la proposta di fare coincidere le zone a pericolosità elevata (Ee) con il limite delle aree allagabili, appare comunque cautelativa in quanto il tempo di ritorno preso come riferimento corrisponde alla piena “catastrofica” e quindi a rigore, comprende anche aree, che in relazione alla piena di riferimento Tr=200, potrebbero forse essere classificate come zone a pericolosità media o elevata (Em). 45 2.5.3.1.2. Vincoli di Polizia Idraulica Sulla base della suddetta Delibera sono state riportate in carta le fasce di inedificabilità comprese nei 10 m dall’alveo di piena dei corsi d’acqua, secondo quanto riportato nella individuazione del Reticolo Idrico Minore sul territorio del Comune di Fiorano adottato dal Comune in seguito ad emissione del parere favorevole della Regione Lombardia – Sede Territoriale di Bergamo, Struttura Sviluppo del Territorio, competente per territorio. Si evidenzia tuttavia che in tale documento non sono riportate le fasce di rispetto relative al fiume Serio. Carta dei Vincoli 46 2.5.3.2. Carta di Sintesi La Carta di Sintesi rappresenta le aree omogenee dal punto di vista della pericolosità/vulnerabilità riferita allo specifico fenomeno che la genera. E’ costituita da una serie di poligoni che definiscono porzioni di territorio caratterizzate da pericolosità geologico-geotecnica e vulnerabilità idraulica e idrogeologica omogenee. Lo studio ha portato all’individuazione dei seguenti ambiti di vulnerabilità/pericolosità: - aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti; - aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche; - aree vulnerabili dal punto di vista idraulico. Carta di Sintesi 47 2.5.3.2.1. Aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti Sono state riconosciute le seguenti aree omogenee: • aree soggette a crolli di massi: sono localizzate principalmente in corrispondenza della scarpata di raccordo tra fondovalle e pianalto, in particolare a monte di via Giardini e Cedrali. In questo settore sono presenti affioramenti di substrato roccioso, riferibile al Calcare di Zorzino, in giacitura tra franappoggio e debole traverpoggio, con una inclinazione prossima a quella del pendio. L’ammasso roccioso non si presenta particolarmente fratturato, tuttavia la presenza di una stratificazione decimetrica, e di due sistemi di discontinuità, quasi ortogonali tra di loro, pone le premesse per il distacco di blocchi rocciosi di qualche decimetro di dimensioni, soprattutto in concomitanza con eventi meteorici intensi, accompagnati da forti venti; uno dei meccanismi che attivano il distacco di questi blocchi è rappresentata dal vento, la cui azione meccanica si trasmette attraverso la vegetazione arborea, in questo tratto particolarmente alta e sottile, fino quasi alle radici degli alberi, favorendo il distacco dei blocchi maggiormente instabili. Pur evidenziando che i crolli interessano blocchi per lo più isolati, che nella loro caduta vengono in parte rallentati dalla presenza di un sottobosco arbustivo alquanto fitto, appare evidente che i blocchi di dimensioni maggiori possano rotolare fino a valle, costituendo un rischio concreto per le abitazioni realizzate immediatamente a ridosso della base della scarpata; • aree a franosità attiva diffusa legate al possibile innesco di scivolamenti rotazionali eplanari legati alla presenza di terreni a granulometria fine su pendii acclivi: interessano le zone della scarpata di raccordo tra fondovalle e pianalto, dove non affiora il substrato roccioso per la presenza di depositi eluvio-colluviali, più o meno spessi. L’elevata acclività tende a favorire, soprattutto dopo periodi di pioggia prolungati, il distacco di porzioni solitamente modeste della coltre superficiale per lo più sotto forma di piccole frane di scivolamento con superficie rotazionale. Anche in questo caso i franamenti possono essere favoriti dal collasso di piante ad alto fusto, con conseguente affioramento del terreno circostante l’apparato radicale, terreno che viene quindi esposto all’azione di dilavamento delle acque di scorrimento superficiale; • aree diffusamente interessate da movimenti franosi quiescenti: il tratto di versante intermedio della Val Vertova, caratterizzato da pendenze mediamente elevate e da un substrato per lo più subaffiorante riferibile alle Argilliti di Riva di Solto, è diffusamente interessato da fenomeni franosi, sia puntuali che legati alla presenza di scarpate di degradazione di forma allungata. Le forme di erosione sono le sole facilmente riconoscibili, mentre quelle di accumulo, sono state presunte su base topografica poiché mascherate dalla fitta vegetazione presente; 48 • aree a pericolosità potenziale legata alla presenza di terreni a granulometria fine su pendio inclinato: i rilievi più elevati del territorio comunale tra il pianalto di San Fermo e la Val Vertova, sono caratterizzati da una pericolosità potenziale di frana legati alla presenza di versanti a media acclività con depositi superficiali aventi spessore metrico e scadenti proprietà geomeccaniche, su un substrato marnoso-argilloso anch’esso scadente dal punto di vista geomeccanico. Si tratta di depositi superficiali particolarmente sensibili a periodi di piogge prolungate, che hanno l’effetto di ridurre ulteriormente le già mediocri caratteristiche di resistenza dei materiali, anche in relazione al fatto che il substrato roccioso sottostante è praticamente impermeabile. Anche la porzione orientale della scarpata a monte di Fiorano può essere riferita a questa categoria, in quanto anche in questo settore sono presenti terreni fini di spessore metrico, in questo caso su substrato calcareo un po’ più permeabile. Anche se per gli ultimi decenni non si segnalano movimenti franosi in questo settore, le caratteristiche dei depositi superficiali e l’acclività non consentono di escludere del tutto la possibilità che in occasione di eventi metorici intensi, possano verificarsi piccole instabilizzazioni della coltre superficiale che possano interferire con gli edifici sottostanti; • aree su pendio a bassa acclività, a pericolosità potenziale in quanto ubicate sul ciglio superiore di scarpate instabili: lungo il ciglio superiore della scarpata fluviale del rio Misma e della scarpata a monte dell’abitato, è stata individuata una fascia areale di 10 metri di ampiezza, di raccordo con le zone circostanti, a pericolosità potenziale per il verificarsi di fenomeni franosi in corrispondenza delle scarpate stesse. Si evidenzia che qualunque edificazione in quest’area costituisce un inevitabile sovraccarico che potrebbe peggiorare le condizioni di stabilità della zona. 2.5.3.2.2. Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Sono state riportate per il fiume Serio le aree allagabili con Tr = 500 anni dello studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei fiumi Adda, Serio e Brembo. Per il Torrente Vertova, non essendo disponibili studi idraulici di dettaglio, si sono riportate le aree allagabile definite con criterio geomorfologico. Infine per il Rio Misma si sono riportate le potenziali zone allagabili in occasione di eventi meteorici eccezionali, nell’eventualità che si verifichi una ostruzione dell’imbocco del tratto tombinato, tale da non garantire il totale deflusso delle acque di recapito. 49 2.5.3.2.3. Aree che presentano potenziali caratteristiche geotecniche scadenti Sono state riferite a questa categoria, due modeste aree di terreno allo base del versante, in Val Vertova, allo sbocco di due piccole incisioni, dove è probabile che si possa essere accumulato uno spessore considerevole di colluvi. E’ stata inoltre indicata una possibile zona di ristagno idrico in occasione di eventi meteorici intensi, in prossimità della dolina (Carta geomorfologica). 50 2.6. CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA La rete acquedottistica è affidata in gestione alla Società “Uniacque S.p.A.”, con sede legale in Via Novelli n. 11, a Bergamo. L’intero territorio urbanizzato risulta servito dalla rete che nel complesso si presenta in buono stato. L’impianto serbatoio è ubicato in località Cazzavia-via S. Fermo. I dati relativi ad analisi sui campioni d’acqua sia dell’acquedotto che da fontane/sorgenti, raccolti e analizzati dalla “Consulenze ambientali S.p.A.”per conto di Uniacque S.p.A., hanno rilevato la conformità delle acque ai limiti di cui al D.Lgs. n. 31 del 02.02.2001, al D.Lgs. n. 27 del 02.02.2002 e alla Circolare Regionale n. 15 del 16.03.2004, per le acque destinate al consumo umano. Di seguito sono riportati i tabulati di analisi più recenti. 51 52 53 54 55 56 Planimetria reti tecnologiche Fiorano al Serio Particolare rete acquedottistica 57 2.7. RETE FOGNARIA La rete fognaria è affidata in gestione alla Società “Uniacque S.p.A.”, con sede legale in Via Novelli n. 11, a Bergamo. Il territorio urbanizzato è dotato di rete fognaria che, eccetto nelle aree di più recente edificazione, necessita in alcuni punti di adeguamenti. Nell’anno 2006 l’ATO segnalava la necessità di rifacimento di tratti di fognatura in via Locatelli, in via Ripe e in via Donizetti, in via Roma, tra la via Roma e la via Cipressi, in via Bombardieri, e in via Volta. [Fonte: “Programma di tutela e uso delle acque” – Regione Lombardia] Si rende inoltre necessaria una verifica dell’intero sistema fognario comunale sul corretto funzionamento idraulico dei manufatti di sfioro e delle acque stradali collegate alla fognatura pubblica e portate alla depurazione al fine di valutare il corretto funzionamento del depuratore. 58 Planimetria reti tecnologiche Fiorano al Serio Particolare rete fognaria 59 2.8. RIFIUTI Il servizio viene assicurato dalla Società “Servizi Tecnologico Comuni Se.T.Co. S.P.A.”, con sede in Piazza Orologio, 40 a Clusone. Il Comune di Fiorano al Serio utilizza la piattaforma ecologica – gestita in modo consortile dai Comuni di Fiorano, Vertova, Colzate (capo consorzio) – che si trova nel Comune di Colzate, in Via Rodigari. Vi possono accedere tutti i cittadini residenti nei Comuni consorziati, mediante la presentazione della “tessera magnetica per l’accesso alla piattaforma ecologica”. Gli orari di apertura sono: lunedì chiuso; martedì dalle ore 08,30 alle ore 11,30; mercoledì dalle ore 13,30 alle ore 16,30; giovedì chiuso; venerdì dalle ore 08,30 alle ore 11,30; sabato dalle ore 08,30 alle ore 11,30 e dalle ore 13,30 alle ore 16,30. Per le ditte artigiane e commerciali: lunedì, dalle ore 13,30 alle ore 16,30. Abitanti Pro capite (Kg/ab*giorno) RD con ing. a rec. (%) Servizi RD (N°) Rec. Compl. mat.+ en (%) Avvio a Rec. di mat. (%) Recupero di energia (%) Smalt. in discarica (%) Smalt. in disc. extraprov. (%) Pc Raee ab. 08 (Kg/ab*anno) Costi (€/ab) 3.082 1,057 38,5 12 85,0 35,4 49,6 - - 0,56 € 51 Comune di Fiorano al Serio, consumi rifiuti anno 2007 [Fonte ARPA] 60 Abitanti 3.097 RU ind (Kg/anno) 569.470 Spazzamento strade (Kg/anno) 56.800 Ingombranti (Kg/anno) 114.704 Tot. RD (Kg) 484.309 Tot. Rifiuti 1.225.283 Percentuale RD (%) 39,53 Pro capite RU ind 2008 (Kg/ab*giorno) 0,502 Variazione percentuale pro capite RU ind 2008-2007 (%) -4,30 Pro capite RSpazz. Strade 2008 (Kg/ab*giorno) 0,050 Variazione percentuale pro capite RSpazz.Strade 2008-2007 (Kg/ab*giorno) (%) 16,54 Pro capite Ring 2008 (Kg/ab*giorno) 0,101 Variazione percentuale pro capite Ring 2008-2007 (%) 3,26 Pro capite RD 2008 (Kg/ab*giorno) 0,427 Variazione percentuale pro capite RD 2008-2007 (%) 9,00 Pro capite rifiuti a smaltimento (Kg/ab*giorno) Pro capite rifiuti totali 2008 (Kg/ab*giorno) Variazione percentuale pro capite rifiuti totali (%) Percentuale RD + Ing. Rec. (Kg/ab+anno) (%) 0,654 1,081 2,27 40,46 Comune di Fiorano al Serio, produzione rifiuti urbani [Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2008”, Provincia di Bergamo] 61 Abitanti 3.092 RUInd (Kg/anno) 620.060 Spazzamento strade (Kg/anno) 16.000 Ingombranti (Kg/anno) 110.535 Tot. RD (Kg) 493.363 Tot. Rifiuti 1.239.958 Percentuale RD (%) 39,79 Percentuale RD+ing.Rec. (%) 41,13 Pro capite annuo (Kg) 401,02 Pro capite RUInd 2009 (Kg/ab*giorno) 0,549 Variazione pro capite (%) RUInd 2009-2008 9,363 Pro capite RSpazz. Strade 2009 (Kg/ab*giorno) 0,014 Variazione pro capite (%) Pro capite RSpazz. Strade 2009-2008 (Kg/ab*giorno) -72,000 Pro capite Ring 2009 (Kg/ab*giorno) 0,098 Variazione pro capite (%) Ring 2009-2008 -2,970 Pro capite RD 2009 (Kg/ab*giorno) Variazione pro capite (%) RD 2009-2008 Pro capite Rifiuti a smaltimento 2009 (Kg/ab*giorno) Variazione pro capite (%) Rifiuti a smaltimento 2009-2008 Pro capite Rifiuti totali 2009 (Kg/ab*giorno) Variazione pro capite (%) Rifiuti totali 0,437 2,342 0,662 1,223 1,099 1,665 Comune di Fiorano al Serio, produzione rifiuti urbani [Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2009”, Provincia di Bergamo] 62 3 – PAESAGGIO E AMBIENTE 63 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 3.1. L’ “UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP Il PTCP individua come unica “Unità di Paesaggio n.17, Valle Seriana Inferiore” la porzione molto vasta ed appartenente alla tipologia dei paesaggi montani e di dorsale delle valli prealpine ed alle propaggini del paesaggio pedemontano. Il medio Serio risulta delimitato lateralmente dai crinali limitanti il solco vallivo e dell’altopiano di Selvino, si sviluppa da nord-est a sud-ovest dal Ponte del Costone all’area gravitante intorno ad Albino. La morfologia è caratterizzata dalla compresenza di numerosi solchi vallivi laterali che rimarcano le emergenze collinari e montuose presenti nell’unità e che costituiscono i primi rilievi delle Prealpi Orobiche. Il fondovalle è quasi totalmente interessato dalla struttura insediativa, con caratteri di alta densità, e che è principalmente collocato lontano dall’alveo fluviale col quale non presenta, tranne che per brevi tratti, un rapporto significativo. I versanti sono prevalentemente coperti da colture arboree mentre le aree limitrofe ai centri abitati conservano, anche se in forma degradata, le testimonianze di colture agrarie complesse e viticole. Il livello di naturalità risulta a prevalente determinismo antropico con indici buoni in corrispondenza dei suoli più elevati. Nel fondovalle la presenza di ambiti a urbanizzazione compatta fa si che sia massimo il livello di artificializzazione. La media Valle Seriana si sviluppa trasversalmente in un’ampia vallata che scorre in direzione estovest ed è incisa dal letto del fiume Serio. E’ delimitata in ordine contrapposto e con andamento nord-sud e est-ovest, dai monti Rena, Misma, Altino e Purito; a est di Cene si erge il monte Bue che, unitamente al monte Altino, delimita la stretta Valle Rossa. Dal punto di vista vegetazionale, l’ambito è connotato da una forte presenza di boschi anche con significativa presenza di castagneti, alternati da fasce a colture silvo-pastorali, talvolta coltivate, e colture pastorali del piano montano. Si riscontra anche la presenza di specie endemiche alpine. I percorsi di accesso all’unità presentano, in particolare quelli collocati sui versanti e sui crinali, molti punti in cui la visuale a breve e a lungo raggio è notevole. La valle antropizzata risulta chiusa a nord dall’abitato di Colzate che rappresenta il margine settentrionale di un’area fortemente urbanizzata che, in forma di “città lineare” si connette con l’area metropolitana di Bergamo. Il paesaggio presenta ampie fasce di territorio in cui si manifesta la vocazione silvo-pastorale, con una presenza di colture agrarie intensive legate alla zootecnia a ridosso dell’abitato di Gazzaniga e di Fiorano. Per il resto il paesaggio è tipico delle colture forestali ove dominano i boschi misti di latifoglie con una propaggine di castagneti nel territorio di Gazzaniga. Da rilevare inoltre l’ampia zona con evidenti caratteri di paesaggio naturale in territorio di Colzate cui corrispondono praterie, cespuglietti e boschi relitti a tratti interrotti da consistenti affioramenti litoidi. 64 Il sistema insediativo in questa zona è dato da nuclei e centri abitati collocati a “rosario” lungo il percorso dell’antica strada di Valle Seriana, nel margine di monte del pianoro soprastante il fiume, lasciando fra questo e gli abitati un’ampia fascia, un tempo intensamente coltivata. Ciascuno dei nuclei originari sorge con preciso riferimento orografico: Gazzaniga allo sbocco dell’importante strada di collegamento con la Valle Brembana; Fiorano al Serio di fronte alla Val Gandino; Vertova allo sbocco della Valle omonima; e infine Colzate al termine della conca. Il territorio esterno all’abitato, ricco di corsi d’acqua e di acque risorgive, era in gran parte destinato a colture agrarie zootecniche e pastorali. Come per il resto della valle, i nuclei storici presentano caratteri tipicamente medioevali con fabbricati costruiti con pietre grezze o ciottoli di fiume. L’espansione residenziale ha interessato principalmente i capoluoghi sul fondovalle, andando progressivamente a chiudere gli spazi tra un abitato e l’altro, e trasformandoli in un unico aggregato urbano senza soluzione di continuità. Le attività produttive hanno occupato e ormai intasato tutti gli spazi fra gli abitati storici ed il Serio, creando una barriera ormai insuperabile, rafforzata com’è dalla superstrada che costeggia il fiume. Anche lo sbocco in Val Vertova è interessato da insediamenti produttivi da riordinare. [Fonte: PTCP Provincia di Bergamo - Localizzazione del Comune di Fiorano al Serio all’interno dell’ “Unità di Paesaggio n.17” ] 65 3.2. I PRINCIPALI CARATTERI PAESISTICI E AMBIENTALI DEL TERRITORIO 3.2.1. La Comunità Montana della Valle Seriana Fiorano al Serio appartiene alla Comunità Montana Valle Seriana. Ai sensi della Legge Regionale 27.6.2008, n. 19, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 6480 del 26.6.2009, è stata costituita la COMUNITÀ MONTANA VALLE SERIANA - ZONA OMOGENEA n. 8 per fusione della Comunità Montana Valle Seriana Superiore e Comunità Montana Valle Seriana. La sede è stata fissata a Clusone, Via S. Alessandro n. 74. Il territorio del nuovo Ente comprende i Comuni di: Albino, Alzano Lombardo, Ardesio, Aviatico, Casnigo, Castione della Presolana, Cazzano Sant’Andrea, Cene, Cerete, Clusone, Colzate, Fino del Monte, Fiorano al Serio, Gandellino, Gandino, Gazzaniga, Gorno, Gromo, Leffe, Nembro, Oltressenda Alta, Oneta, Onore, Parre, Peia, Piario, Ponte Nossa, Pradalunga, Premolo, Ranica, Rovetta, Selvino, Songavazzo, Valbondione, Valgoglio, Vertova, Villa di Serio, Villa d’Ogna. 3.2.1.2. La Comunità Montana della Valle Seriana e il Piano di Indirizzo Forestale La Valle Seriana si colloca nel sistema montuoso delle Orobie bergamasche, in posizione centrale nel territorio della Provincia di Bergamo e quindi della Regione Lombardia. L’area in esame occupa una superficie complessiva di 19.487 ha, pari a 194 kmq suddivisa in diciotto Comuni. 66 Il territorio è fortemente caratterizzato dalla morfologia determinata dal corso del Fiume Serio e dai rilievi montuosi che lo delimitano. Esso si sviluppa in una fascia altimetrica compresa tra i 270 m s.l.m., nei pressi del fondovalle nel territorio del Comune di Villa di Serio, dove la Valle Seriana ormai “degrada” verso la pianura, e i 1.800 m s.l.m. circa della dorsale del Monte Alben nell’alta Val Vertova, che costituisce il culmine dell’intero territorio della Comunità Montana. Tra gli elementi orografici distintivi del territorio, la Valle Seriana, con orientamento prevalente nordo-vest/sud-est, rappresenta un elemento cardine e fortemente caratterizzante tutto il territorio. Il fondovalle e i bassi versanti limitrofi (destra e sinistra idrografica) sono caratterizzati da un’acclività ridotta e anche dalla presenza di alcune aree pianeggianti. Queste zone di fondovalle sono l’ambito principale in cui si localizzano gli insediamenti abitativi e produttivi, i maggiori nuclei urbanizzati, le attività produttive più importanti e le aree residue, assolutamente sporadiche, destinate all’attività primaria. Il territorio del fondovalle, proprio perché interessato da questi forti fenomeni insediativi e produttivi, è l’ambito più sfruttato e modificato dall’uomo, tanto che le aree a elevata naturalità (tra cui ovviamente le aree boscate) sono assolutamente limitate. Il territorio della Comunità Montana si distingue per la presenza di alcune valli laterali principali tributarie della Valle Seriana e di alcuni comparti montuosi che gravitano più o meno direttamente sul fondovalle seriano: è proprio l’insieme di queste valli e dei principali comparti montuosi a connotare il territorio della Comunità Montana Valle Seriana. Tutti questi versanti montuosi e le valli principali sono poi interessati dalla presenza di un sistema di valli secondarie, impluvi, dorsali, affioramenti rocciosi, ecc., che contribuiscono ad arricchire il paesaggio e a renderlo molto complesso dal punto di vista geomorfologico. Nel decennio compreso fra il 1991 ed il 2001, la crescita demografica ha subito un leggero rallentamento. In tale periodo la popolazione residente nella Valle Seriana è aumentata di 2.425 unità corrispondenti al 2,67% della popolazione totale. Nel decennio precedente, dal 1981 al 1991, la crescita demografica era stata del 3,41%. Il settore industriale, nonostante il ridimensionamento subito nell’ultimo decennio, rappresenta l’asse portante dell’economia della Valle Seriana. Qui, la quota degli occupati nel settore industriale, rispetto al totale degli occupati extra-agricoli, è più elevata rispetto alla media lombarda. In un panorama demografico di complessiva crescita occupazionale, la diminuzione degli addetti al settore secondario negli ultimi dieci anni, ha provocato l’aumento della forza lavoro nei settori terziario ed edilizio. Tale assetto giustifica lo scarso interesse rivolto al settore primario, poiché concretizza vantaggiose e redditizie alternative alle attività forestali ed agricole. A tal riguardo, si sottolinea come non esistano, nel territorio, imprese esclusivamente forestali: le utilizzazioni sono effettuate dalle 67 imprese agricole e rappresentano soltanto un’integrazione del reddito ed una forma di occupazione dei tempi morti che rimangono dalle attività prevalenti. Osservando i dati ISTAT relativi ai censimenti del 1990 e del 2002, si osserva che la superficie agraria utilizzata è passata da 5.567 ha a 4.477 ha, subendo una notevole contrazione; il carico bovino è passato da 5.029 unità a 4.174 , con un carico bovino medio per ettaro di S.A.U. stabile che sia attesta sul valore 0,9. Parallelamente a questa contrazione del settore si è avuto un incremento significativo delle aziende, passate da 1705 a 1082, e del patrimonio ovino, caprino ed equino, su cui però non si hanno dati certi. Ciò lascia intravedere un uso meno intensivo dei suoli agricoli ed una trasformazione dell’azienda agricola tradizionale (a tempo pieno) in aziende parttime, riducendo le dimensioni medie aziendali; ad accelerare queste trasformazioni sicuramente ha contribuito la politica agraria comunitaria. La situazione descritta dimostra che la società locale ha scarso interesse nei riguardi della risorsa forestale intesa come fonte di materia prima, che peraltro si configura quasi esclusivamente come legna da ardere; mentre stanno aumentando la sensibilità nei confronti degli altri servigi forniti dal bosco, in particolare di quello paesaggistico e della domanda di una sua fruizione turisticoricreativa. Il P.I.F. della Comunità Montana Valle Seriana è stato adottato in data 27.11.2008. La validità del Piano è di 15 anni e riguarda il periodo 2008-2023. 68 3.2.2. La Media Valle Seriana Il territorio della Media Valle Seriana (il tratto finale della Valle Seriana) è caratterizzato dalla presenza del fiume Serio, e dalla pronunciata urbanizzazione che si è diffusa a macchia d’olio dai piccoli centri storici dei paesi, sorti nei punti di raccordo tra i versanti e la pianura, sostituendosi sempre più alla campagna e saldandosi all’area urbana della città di Bergamo. Il corso del fiume Serio, che alterna tratti rettilinei ad ampie anse, è stato condizionato dalla confluenza delle numerose valli laterali i cui torrenti, depositando allo sbocco un accumulo di depositi alluvionali (i coni di deiezione), hanno sospinto il Serio verso il lato opposto della valle. Gli antichi coni di deiezione, come quelli di Gazzaniga e di Vertova, sono difficilmente riconoscibili a causa della presenza diffusa dell’edificato. Tra Colzate e Gazzaniga il fiume Serio corre a ridosso dell’alta scarpata in conglomerato che sostiene il terrazzo morfologico di Casnigo, che come una prua di nave è posto a controllo della Valle Seriana e dello sbocco della Valle del torrente Romna di Gandino. Il paesaggio presenta ampie fasce di territorio in cui si manifesta la vocazione silvo-pastorale, con una presenza di colture agrarie intensive legate alla zootecnia a ridosso dell’abitato di Gazzaniga e di Fiorano al Serio. Per il resto il paesaggio è tipico delle colture forestali ove dominano i boschi misti di latifoglie con una propaggine di castagneti nel territorio di Gazzaniga. Così Maironi da Ponte nell’Ottocento descriveva i territori di: Fiorano: “…il territorio di Fiorano molto si estende sulla giogaia occidentale della vallata, ed ha poco tratto piano, pur questo però ben coltivato a biada ed a gelsi, siccome quello di Gazzaniga. Ed i suoi abitanti sono tutti nella massima, parte agricoltori od impiegati nella preparazione delle lane e nel fabbricarne drapperie, ed altri attendono all’arte pastoreccia. …”. [Fonte: Caratteri del paesaggio in provincia di Bergamo – a cura di Moris Lorenzi] 69 3.3. BENI AMBIENTALI VINCOLATI I vincoli ambientali rappresentano i punti di riferimento con i quali confrontarsi per garantire la compatibilità tra le trasformazioni del territorio rispetto alle sue peculiarità paesaggistiche. La presenza e la tipologia dei vincoli presenti sul territorio di Fiorano al Serio è stata definita ricercando informazioni nel Sistema Informativo dei Beni Ambientali (SIBA) della Regione Lombardia e confrontando la Tavola dei Vincoli presente nel Sistema Informativo Territoriale (SITER) della Provincia di Bergamo. I beni ambientali oggetto di vincolo sono: - Boschi. - Fiumi, torrenti e corsi d’acqua (ex D.Lgs. 490/99, art.146-lett.f): • Fiume Serio: tratto vincolato: tutto il corso in ciascuno dei suoi rami di origine fino ai Laghi Maldina di Barbellino e Cerviara. - Aree protette: • La porzione sud-est del territorio comunale (contigua ai Comuni di Gazzaniga, Cene, Casnigo e Vertova), secondo la cartografia del “Siter della provincia di Bergamo”, ricade in un’ “area di rilevanza naturale e ambientale (L.R. n.86/1983 – art.1, lett.e)”. [Fonte: Siter Provincia di Bergamo – Carta Aree Protette] Sul territorio comunale di Fiorano al Serio non sono presenti né S.I.C. (Siti d’interesse Comunitario) né Z.P.S. (Zone di Protezione Speciale). 70 3.3.1. Altri elementi d’interesse ambientale Relativamente ai beni di carattere ambientale si segnala inoltre la presenza di nuclei rurali a carattere permanente, malghe e cascine: Colombaia, Pianuri, Pometo. A Fiorano al Serio lo sport è prevalentemente svago e distensione, la pratica sportiva è orientata allo sviluppo armonico e alla affermazione della propria personalità. Tra le passeggiate e le escursioni che si possono praticare nel territorio comunale, si segnala l’altopiano di S. Fermo, un ampio pianoro a prati che si va popolando di case, su cui sorge la chiesetta dedicata ai Santi Fermo e Rustico. Inoltre, si segnala anche il sentiero n. 523 (S.Fermo, Osciöl, Coldrè, Monte Poieto): il percorso inizia alla chiesetta di S. Fermo per proseguire fino alla tribulina detta dei “Grömei”. Dopo un breve tratto percorso sulla strada della Val de Grü si riprende il sentiero che sale alla località Bergamaschi e Dossel di Orezzo, da dove si gode uno spettacolo eccezionale sulla Valle Seriana e la Val Gandino. Raggiunta la località Osciöl si sale lungo la costa del Monte Cedrina fino alla località Coldrè che costituisce lo spartiacque con la Valvertova e si prosegue fino alla cima del Poieto (m.1.360). Lunghezza del percorso: 6,6 Km. Tempo di percorrenza: 2,30 h. 71 3.4. IL PIANO D’INDIRIZZO FORESTALE (P.I.F.) DELLA PROVINCIA DI BERGAMO Il Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Bergamo è stato adottato dalla Giunta Provinciale con delibera n.21 del 17.01.2011 quale Piano di Settore del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP). Il P.I.F. costituisce lo strumento di analisi e di indirizzo gestionale per il territorio forestale provinciale, ai sensi della L.R. 31/2008, oltre all’aspetto settoriale. Assume anche l’importante ruolo di porsi come strumento di raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione urbanistico-territoriale. In tal caso il P.I.F. viene riconosciuto quale Piano di settore del PTCP, i cui contenuti assumono cogenza diretta nei confronti degli strumenti urbanistici comunali. Con la Legge Forestale Regionale n.27/2004 - “Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell’economia forestale”-, viene attribuita una posizione significativa al P.I.F., che assume un ruolo cardine delle scelte programmatiche, di gestione e di sviluppo del territorio forestale su scala vasta. Il ruolo del P.I.F. in chiave urbanistica è stato sancito successivamente dalla L.R. 12/2005, la stessa che istituisce il PGT, il cui art. 10 stabilisce che il Piano delle Regole (del PGT) recepisce i contenuti dei Piani di Indirizzo Forestale. La normativa regionale attribuisce, inoltre, come detto, un’importanza notevole al P.I.F. in merito ai rapporti con gli strumenti di pianificazione territoriale a scala provinciale e comunale, in particolare i PTCP e i PGT. In tal senso è divenuta notevole l’importanza del P.I.F. come strumento di pianificazione territoriale anche a scala comunale. All’interno di questa, il ruolo del P.I.F. è fondamentale nella definizione/delimitazione delle superfici a bosco e nella definizione delle aree boscate di possibile trasformazione. 72 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 4 – SISTEMA INSEDIATIVO E PATRIMONIO STORICO–ARTISTICO 73 4.1. IL CAPOLUOGO E L’INTORNO Comune della Valle Seriana, Fiorano sorge in sponda orografica destra del Serio, lungo un terrazzo alluvionale compreso entro un’ansa formata dal fiume Serio. Il toponimo Fiorano deriva quasi certamente dal gentilizio romano “florius”, il paese è ricordato per la prima volta in un documento dell’anno 840, col nome di Fiorano. Giuseppe Ronchetti nelle sue “Memorie Istoriche”, scrive: “Da una nota dell’insigne archivio di S. Ambrogio di Milano, si fa menzione di un Arciprete, e di un Arcidiacono della Chiesa bergamasca con queste notizie. Furono scritte prima della morte di Lodovico Pio, cioè il 27 aprile 840, e contiene come Ingelberga figlia di Odone, abitante nei confini del Bergamasco, essendosi dedicata a Dio, e preso il sacro velo veste Religionis induta, donò cinque dei suoi poderi situati in cinque distinti luoghi del bergamasco, due nomi dei quali non sono stati ben rilevati, e gli altri esattamente descritti sono: Floriano, Scanzo e Loriano (ossia Lurano), li dona ai due che chiama carissimi ed amatissimi, cioè Garibaldo Arciprete e Lamberto, fratelli, figli di Salone da Loriano colla aggiunta di quattordici servi. La carta fu scritta in Ghisalba.” Angelo Mazzi, nella “Corografia bergomense nei secoli VIII, IX e X”, scrive: “Fiorano, anno 840, col 239 c,d: Quinque sorte de la terra que habere visa in finibus Bergomense. Prima sorte in vico Floriano … Quanta sorte in vico Floriano… […] questo non può essere che Fiorano sulla riva destra del Serio, nel mandamento di Gandino: il documento indica chiarissimamente che questo vico era posto nel nostro contado […] Fiorano la cui forma germina in Florianum richiama ad un gentilizio Florius, originario possessore del fondo dove sorse il vico Floriano. Mario Lupi, nel “Codex Diplomaticus), scrive: “Per vico si intendeva un gruppo di abitazioni, le cui famiglie, fornite di propria chiesa, vivevano dei prodotti del terreno circostante ed indipendente dagli altri gruppi di abitazioni vicine o lontane, e corredate anche, per l’ordine e per il bene comune, di regolamenti sia pure rudimentali e di intese sia pure orali”. Costituito da una contrada sviluppata a ridosso della chiesa parrocchiale, lungo la strada che da Gazzaniga conduceva a Semonte e Vertova, Fiorano al Serio, a partire dalla fine del XIX secolo, con l’impianto dei primi stabilimenti tessili nei pressi del fiume Serio, ha convertito la propria economia da agricola a industriale. Dal secondo dopoguerra ha subito lo sviluppo urbano. Tra gli edifici significativi del paese vi è la chiesa parrocchiale, di San Giorgio Martire, uno dei più bei monumenti della Valle Seriana, dichiarata “monumento nazionale”. 74 Sopra un pianoro a monte del paese sorge la seicentesca chiesa intitolata ai Santi Fermo e Rustico. Parte dell’attuale territorio di Fiorano appartenne nel XIII secolo alla confederazione del Concilio di Honio, in seguito, nel 1435, risultò unificato a Gazzaniga e Rova, ma già nel 1476 venne nuovamente menzionato come Comune autonomo. Tra il 1797 e il 1805 fu assorbito per la seconda volta da Gazzaniga e, tra il 1809 e il 1816, vi fu una terza unione con Gazzaniga, Cene e Orezzo. Nel 1863 assunse la denominazione di Fiorano al Serio e, nel 1927, fu unito nuovamente a Gazzaniga, dal quale si separò nel dicembre 1947, ottenendo la definitiva autonomia amministrativa. Presso l’Archivio di Stato di Bergamo esiste la più antica planimetria (conosciuta) del Comune di Fiorano, Distretto XV di Gandino, rettificata nell’anno 1884. Da essa si può ricavare il tessuto urbano antico e, considerando che a quei tempi gli sviluppi urbanistici erano molto lenti, tale planimetria si potrebbe adattare ad alcuni secoli precedenti. Centro del Comune di Fiorano al Serio nell’anno 1844 [Fonte: Archivio di Stato – Bergamo] [Fonte: “Fiorano al Serio al centro della media Valle Seriana. Porta della Valle Gandino”, a cura di Giacomo Gualdi] 75 Chiesa di San Giorgio Martire 76 4.2. DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE La popolazione del Comune di Fiorano al Serio al 31.12.2011 ha registrato un numero pari a 3.084 unità, con un numero di famiglie pari a 1.281. Nell’anno 1991 gli abitanti erano 2.504 e le famiglie 957. Dal 1991 al 2011 la popolazione ha registrato un incremento del 23,16% (+580 abitanti; 1,16% annuo), mentre le famiglie hanno registrato un incremento del 33,8% (+324 famiglie; 1,70% annuo). Nell’anno 2001 gli abitanti erano 2.902 e le famiglie 1.192. Negli ultimi dieci anni successivi al censimento del 2001 la popolazione ha avuto un incremento del 6,27% (+182 abitanti; 0,62% annuo), mentre le famiglie un incremento del 7,46% (+89 famiglie; 0,74% annuo). 77 4.3. VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE Bene immobile d’interesse artistico e storico (ex D.Lgs. 490/99, art.2): • Chiesa parrocchiale di S.Giorgio, è una chiesa antica, se ne ha memoria in un documento del 1409. Fu ampliata al principio del ‘500 con l’aggiunta di una seconda navata sul lato a monte, e venne completamente ristrutturata dal 1899 al 1908 quando, su progetto dell’arch. Virginio Muzio, cui succedette l’arch. Agostino Caravati di Milano, la ditta Ernesto Paleni costruì una nuova campata, la navata a valle, la facciata e un più profondo presbiterio con elegante lanterna ottagonale. Così rinnovata la chiesa fu riconsacrata nel 1908 dal Vescovo G. M. Radini Tedeschi che le confermò l’antico titolo di S. Giorgio martire e sigillò nell’altar maggiore le reliquie dei Santi Prospero e Simplicio. Il prospetto esterno ripete il tipico schema dello stile gotico lombardo a salienti, con rosone centrale sopra l’agile protiro, due monofore laterali ed esili pinnacoli a edicola sul fastigio. L’originario rivestimento di ceramiche colorate della ditta Cantagalli di Firenze fu sostituito nel 1968 sostituito con un paramento a mosaico della ditta Italo Peresson di Milano, che completò così il mosaico veneziano dei due angeli in volo eseguito nel 1907 su cartoni di Ponziano Loverini. Dei molti affreschi antichi abbattuti durante il restauro della chiesa, sono rimasti una Crocefissione del ’500, ora pala d’altare, e la Madonna col Bambino e angeli della lunetta del portale in marmo grigio di Gazzaniga, datato 1520 ed in seguito murato. Tale affresco, opportunamente staccato nel 1971, è stato sistemato alla parete sinistra del coro. Nell’abside campeggia in antica cornice il polittico di Gian Battista Moroni (1575) raffigurante in sei scomparti la Vergine col Bambino, S.Giorgio, e ai lati i Santi Alessandro, Defendente, Apollonia e Lucia. Agli altari laterali la pala della Madonna del Rosario con i Santi Domenico, Caterina da Siena, Francesco e Orsola di Enea Salmeggia detto il Talpino (1609); l’Ultima Cena di G. P. Cavagna (m. 1627), che vi avrebbe lasciato l’autoritratto nella figura del servo; la Madonna del Suffragio di E. Albrici (m. 1775); e la Pietà di V. A. Orelli (m.1813), del quale sono anche i diciassette quadretti della Via Crucis. L’adorazione dei Magi appesa alla parete della nuova navata è un raro dipinto di T. Lupi (1560), parecchio manomesso. La decorazione generale, rinfrescata nel 1954 da C. Gritti, fu realizzata nel 1908 da F. Taragni che si valse del pittore G. Bosis per le medaglie della volta e di R. Bonomelli per il grande affresco del battistero. L’altar maggiore è un raffinato capolavoro del Manni (‘600-‘700) festosamente intarsiato in marmi policromati attorno a una bella medaglia e coronato da una mirabile tribuna adorna di marmi pregiati e di finissime sculture. L’altare del Rosario è del 1654. 78 Tra le opere di intaglio si distinguono il coro con ricco seggio centrale (‘500-‘600) e un grande armadio di sagrestia con cariatidi e festoni (‘600). La statua della Madonna Assunta è del 1741. Nel 1954, sotto la direzione dell’Ing. L. Angelini, furono eseguite dagli stuccatori F. Consonni, G. Poloni e F. Salvi le decorazioni della “scarsella” absidale, e fu rinnovata la pavimentazione con marmi della ditta C. Remuzzi e tessere in ceramica della ditta Vaccari di Genova; il cartone per la grande medaglia al centro della navata fu disegnato dallo scultore E. Aiolfi. Notevoli, tra gli arredi e i pavimenti sacri, un completo broccato giallo oro, camici e tovaglie con pizzi di Milano e Venezia, una croce astile d’argento e un pesante lampadario del’700 anch’esso in argento. Un antico organo di Serassi, rinnovato dalla ditta Balbiani di Milano (1908), fu sostituito nel 1972 ad opera di A. Poli. Il campanile, iniziato nel 1510 e rifatto quasi ex novo nel 1899 da Muzio, ebbe la pulita cuspide a cono nel 1950 su disegno dell’ing. Angelini. [Fonte: “CHIESE PARROCCHIALI BERGAMASCHE. Appunti di storia e arte”di Luigi Pagnoni] Altre chiese, parrocchiali, edifici religiosi, cimiteri, di interesse storico-architettonico sono: • Chiesa dei SS. Fermo e Rustico, posta sul pianoro sovrastante l’abitato di Fiorano, all’incrocio della strada che conduce ad Orezzo, Val del Gru e alla Cloca, con quella che porta alla frazione Masserini, nel Comune di Gazzaniga. Si presenta al visitatore come un’oasi di riposo, prima di iniziare l’erta salita che porta alle abitazioni più elevate della zona. Questa chiesa fu quasi certamente edificata dalla pietà cristiana a ricordo e suffragio dei defunti della peste del 1630, che dimezzò il popolo fioranese. Qui sorsero le baracche degli appestati e il relativo ossario dei malcapitati. Nel 1634 si fa cenno dell’esistenza della chiesetta. Nel 1780 nella relazione della visita pastorale si parla di un’entrata di L.50 e della presenza delle reliquie dei SS. Fermo, Rustico e Lorenzo, con autentica. Nel 1858 nella relazione della visita pastorale si scopre che la chiesa era fatta a volta, che vi era un solo altare e che la sacrestia aveva a protezione dei cancelli, che il campanile aveva una campana e vi si celebrava due volte l’anno. Nel 1929 la chiesetta venne completamente ristrutturata, vi si celebrava tre volte l’anno, nelle festività dei SS. Fermo e Rustico, S. Lorenzo e S. Rocco. Nel 1954 il Comune di Fiorano allacciò gratuitamente l’energia elettrica per l’illuminazione della chiesetta. Nel 1971 si decise di restaurare nuovamente la chiesa, ormai cadente. Nel 1977 dopo il rifacimento della copertura e sostituzione degli infissi, si scoprirono sotto gli intonaci della parete dell’abside due notevoli affreschi seicenteschi rappresentanti S. Patrizio e S. Antonio. Nel 1983 con notevoli festeggiamenti vennero 79 inaugurati i grandi restauri della chiesa, le quattro tele restaurate dal pittore Marcello Bonomi di Nembro, e la nuova pala d’altare, che sostituiva quella rubata nel 1974, opera di Gian Battista Moroni di Vertova. [Fonte: “FIORANO AL SERIO”, a cura di Giacomo Gualdi] • La chiesetta al Cristo degli Alpini, sorge dove esisteva un Crocefisso a ricordo delle Missioni. Nel 1960 il capo gruppo degli Alpini – Cav. Giorgio Masserini – riuniva il consiglio A.N.A. ventilando l’idea della costruzione di una chiesetta per la degna sistemazione di quel Crocifisso. Subito si dava inizio ai lavori. Sul terreno donato dal mutilato di guerra Carlo Cometti e su disegno del Geom. Albino Martelli, col concorso finanziario di tutti gli Alpini e di tutta la popolazione fioranese, l’idea poteva essere così realizzata. Nelle fondamenta fu murata una pergamena chiusa in una bottiglia, che ricorda la costruzione. Sotto l’altare vi è un’anfora in rame che contiene la terra raccolta sui diversi campi di battaglia. Sopra l’altare ha trovato degna sistemazione il Cristo Crocefisso, sotto le cui braccia due lapidi marmoree portano inciso il nome degli Alpini Caduti. Sulle pareti laterali vi sono murate delle piastrelle col nome di tutti i Caduti. All’esterno, sopra la cancellata, fu murato, ad opera dei fratelli Guerini un cappello alpino con la penna mozza, segno dell’Alpino Caduto, e si leggono queste parole “A NOI LA CROCE. ALL’ITALIA LA GLORIA”. Fuori è un ampio piazzale. Ogni sera la campana ricorda ai fioranesi i suoi figli migliori. Fu inaugurata l’8 ottobre 1961. [Fonte: “FIORANO AL SERIO. CENNI STORICO-GEOGRAFICI”, edito a curai orano al Serio] • Tribulina di Grömei, dalla tipica forma di edicola, al suo interno vi sono pitture popolari di G.B. Paganessi. Si trova lungo la strada che congiunge l’altopiano con la carreggiabile per la Val di Grü. • Nuovo Cimitero di S. Carlo: l’antico cimitero costruito nel 1808 sul confine dei due Comuni di Fiorano e Gazzaniga – ampliato nel 1883 - era ormai diventato troppo piccolo per sopportare l’enorme sviluppo demografico del primo ventennio del secolo e urgeva una soluzione. Negli anni 1925-1926 ci si accordò per fare un cimitero consorziale dei due Comuni, in una località sopra Gazzaniga. Nel 1927 fu definito che il cimitero si dovesse fare nel pianoro della località Masserini, dove vi era un antichissimo oratorio chiamato prima “S. Rocco al Castello” e più tardi “S. Carlo”. Questo pianoro soleggiato e panoramico, fu circondato da imponenti mura massicce con al centro l’antico oratorio, per questo du chiamato “Cimitero di S. Carlo”. Ma il terreno non era adatto a sostenere queste mura e più di una volta, quando vi erano piogge insistenti, si volgeva lo sguardo al cimitero, con il timore di trovare tutto a valle, ci vollero grandi lavori di rinforzo perché mantenesse la sua stabilità. Nel 1928 il cimitero fu inaugurato con una grande manifestazione alla presenza di 80 tutti i gerarchi fascisti della zona e del vescovo monsignor Luigi Maria Marelli, che benedisse sia il cimitero che la chiesetta di S. Carlo. [Fonte: “FIORANO AL SERIO”, a cura di Giacomo Gualdi] I complessi industriali di interesse storico-architettonico, sono: • Elettrotecnica G.Anesa; • Filatura Tosi Albini, sita sulla sponda destra del fiume Serio. Del 1870, fu ampliata tra il 1910-20 e successivamente nel 1928. Dal 1904 divenne “S.A.”. Dal 1920 “Industrie Riunite di Filati della Valle Seriana” e dal 1977 “Tessival”. Pochi sono gli edifici superstiti del secolo scorso. Nella demolizione la centrale idroelettrica rimase divisa dal passaggio della nuova strada provinciale; • Maglio, sito sulla destra del torrente Vertova. La lavorazione del ferro era alimentata dalle ferriere di Bondione e continuò fra alterne vicende sino al 1907, poi venne trasformato in cascamificio Gusmini, poi Belotti. Attualmente cessata l’attività ha subito un degrado edilizio; • Maglio Casari, sito sulla sinistra della Valle Vertova. La lavorazione del ferro era alimentata dalle ferriere di Bondione e continuò fra alterne vicende fino al 1922. Gli ultimi proprietari furono i F.lli Casari di Albino che producevano utensili agricoli e nel 1915-18 materiale da guerra. Chiuso definitivamente nel 1925, ora in degrado; • Officina meccanica Damiani & C.; • S.A. Feltrificio Italiano, di fine ‘800. Dal 1910 subentrò una ditta di Alzano, poi dal 1914 Feltrificio G.Cristini. Specializzato nella fabbricazione dei feltri per cartiera. • Tipografia P.Masserini. La centrale idroelettrica e termoelettrica, è: • Ex Centrale idroelettrica della filatura Tosi Albini. I manufatti connessi ai corsi d'acqua, sono: • Presa canale, sulla destra del fiume Serio; • Sbarramento Bellora, sul fiume Serio; • Sbarramento Tessitura Fiorano, sul fiume Serio; • Il ponte della Brevia, sul fiume Serio, massiccio, collega il Comune di Gazzaniga con quello di Cene. E’ molto antico ma non si conosce la data esatta di costruzione. Appare per la prima volta in una cartografia di G.Sorte datata 1569 con l’appellativo di “Ponte della Brevia” (ponticello in legno). Nell’anno 1813 compare una documentazione riguardante il restauro di questo ponte rovinato dalle piene del Serio, che aveva demolito una delle sei 81 “pile in vivo”, mentre il piano carrale risultava essere di legno. Nel 1874 sorse un complesso di grande importanza ad opera dei tedeschi Walti e Wilmer all’estremità del Comune di Cene, di fronte al Comune di Gazzaniga, a cui veniva collegato mediante il ponte della Brevia. Con l’aiuto di Walti e Wilmer e la volontà degli abitanti di Gazzaniga fu possibile l’approvazione comunale per il rifacimento ex novo del ponte nel 1858. [Fonte: [Fonte: “FIORANO AL SERIO”, a cura di Giacomo Gualdi] [PTCP Provincia di Bergamo – Volume E5, Repertori] 82 5 – MOBILITA’ 83 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo La mobilità è un tema cruciale per le politiche ambientali, proprio per il suo forte impatto sull’inquinamento atmosferico ed acustico e, più in generale, sulla qualità della vita (occupazione del suolo, tempi di spostamento, sicurezza stradale, accessibilità degli spazi urbani, ecc.). L'analisi del sistema della mobilità è parte integrante e fondamentale del quadro conoscitivo del PGT. Il tema della struttura viaria viene sviluppato in particolare dal Piano dei Servizi. 5.1. LA VIABILITA’ STRADALE 5.1.1. La situazione della rete viaria Il sistema viario di Fiorano al Serio si articola nelle seguenti direttrici principali di flusso veicolare: - a carattere territoriale: - la nuova strada provinciale della valle S.P. n.35 (ex S.S. 671), viabilità di carattere territoriale ad intenso traffico veicolare, che corre nella parte sud del territorio, lungo l’asta del fiume Serio. - la vecchia strada provinciale, ora interna al centro abitato, corrispondente alle vie Bombardieri e Donatori di Sangue; - a carattere locale e urbano: - l’asse di via Locatelli, che si muove in direzione est-ovest interessando il centro storico e la porzione ovest del centro abitato; - l’asse della via Papa Giovanni XXIII, che dal centro storico sale verso nord per raggiungere San Fermo; - l’asse viario di via Sora e via Caduti della libertà che corrispondono alla viabilità del centro abitato dalla ex S.P. n.35. 5.1.2. Itinerari turistici La ex Comunità Montana del Valle Seriana ha elaborato una cartografia dei principali sentieri presenti nel suo territorio (già citati nel capitolo 3, paragrafo 3.3.1. “Altri elementi d’interesse ambientale”). 84 [Fonte: tavola n. e3_3f, PTCP della Provincia di Bergamo] 85 6 – QUALITA’ DELL’ARIA 86 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 6.1. INQUINAMENTO ATMOSFERICO Nel definire il grado di qualità dell’aria, e conseguentemente il suo livello di inquinamento, è opportuno ricordare la distinzione fra “emissione” e “concentrazione” di sostanze inquinanti. Per “emissione” si intende qualsiasi sostanza, solitamente gassosa, introdotta nell’atmosfera che possa causare inquinamento atmosferico; generalmente essa viene espressa in tonnellate/anno. Per “concentrazione” si intende il rapporto tra massa di sostanza inquinante emessa e volume dell’effluente; generalmente essa viene espressa in mg/m3. Per la stima delle principali sorgenti emissive sul territorio comunale di Fiorano al Serio si è utilizzato l’Inventario Regionale delle Emissioni “INEMAR” (Inventario Emissioni Aria) nella sua versione più aggiornata riferita all’anno 2005. Nell’ambito di tale inventario la suddivisione delle sorgenti avviene per attività emissive: la classificazione utilizzata fa riferimento ai macrosettori relativi all’inventario delle emissioni in atmosfera dell’Agenzia Europea per l’Ambiente CORINAIR (Cordination Information Air): 1. centrali elettriche pubbliche, cogenerazione e teleriscaldamento; 2. impianti di combustione non industriali (commercio, residenziale, agricoltura); 3. combustione nell’industria; 4. processi produttivi; 5. estrazione e distribuzione di combustibili fossili; 6. uso di solventi; 7. trasporto su strada; 8. altre sorgenti mobili e macchinari; 9. trattamento e smaltimento rifiuti; 10. agricoltura; 11. altre sorgenti e assorbimenti Per ciascun macrosettore vengono di norma presi in considerazione diversi inquinanti, sia quelli che fanno riferimento alla salute, sia quelli per i quali è posta particolare attenzione in quanto considerati gas ad effetto serra, ed in particolare: • ossidi di zolfo (SOx); • ossidi di azoto (NOx); • composti organici volatili non metanici (COVNM); • metano (CH4); • monossido di carbonio (CO); • anidride carbonica (CO2). • ammoniaca (NH3); • protossido d’azoto (N2O); • polveri totali sospese (PTS); 87 • polveri con diametro inferiore ai 10 mm (PM10); • polveri con diametro inferiore ai 2.5 mm (PM2,5). I dati di INEMAR, elaborati al fine di definire i contributi dei singoli macrosettori alle emissioni in atmosfera dei principali inquinanti nel Comune di Fiorano al Serio, non sono allo stato disponibili. Tali dati saranno fatti oggetto di integrazione del presente documento non appena se ne verificherà la disponibilità. Centraline fisse nella provincia di Bergamo. [Fonte: Arpa Lombardia, Dipartimento di Bergamo] Non vi sono centraline fisse di rilevamento della qualità dell’aria sul territorio comunale. La centralina fissa più vicina è localizzata nel Comune di Nembro. La fonte principale dell’inquinamento dell’aria è legata all’intensità del traffico nelle ore di punta sulla viabilità principale. 88 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 7 – INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO, RADON ED ENERGIA 89 7.1. RUMORE L’inquinamento acustico rappresenta un serio problema ambientale poiché il rumore è fra le cause del peggioramento della qualità della vita, in particolare degli ambienti urbani. Gli effetti dannosi sull’uomo si riscontrano sia a livello uditivo con la sordità o più spesso con l’ipoacusia (diminuzione dell’udito provocata dall’esposizione al rumore) sia più in generale a livello psicologico e psicosomatico con disturbi di varia natura. Per “inquinamento acustico” si intende, secondo la Legge Quadro n.477 del 02.10.1995, l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi. La Legge Quadro sull’inquinamento acustico e la Legge Regionale 13/01 “Norme in materia di inquinamento acustico” infatti hanno previsto la classificazione acustica del territorio comunale, cioè la sua suddivisione in zone acustiche con l’assegnazione ad ognuna di una delle 6 classi indicate dal DPCM 14.11.1997. Le classi di destinazione acustica previste sono le seguenti: - classe I - Aree particolarmente protette; - classe II - Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale; - classe III - Aree di tipo misto; - classe IV - Aree di intensa attività umana; - classe V - Aree prevalentemente industriali; - classe VI - Aree esclusivamente industriali. La classe I è dedicata alle zone più sensibili del territorio (ospedali, scuole, ecc.), mentre le classi V e VI sono previste per le aree a destinazione industriale. Ad ogni classe poi sono stati assegnati specifici valori limite di emissione, valori limite di immissione, valori di attenzione e valori di qualità da rispettare. Per contrastare l’inquinamento acustico, quindi, le Amministrazioni locali hanno a disposizione strumenti di tipo preventivo, come la zonizzazione acustica, e di tipo mitigativo, come il Piano di risanamento acustico. La zonizzazione acustica fornisce il quadro di riferimento dei livelli di rumore presenti o previsti sul territorio comunale ed è indispensabile per la redazione del Piano di risanamento acustico e per una corretta pianificazione urbanistica. Il Comune di Fiorano al Serio è dotato del “Piano di Zonizzazione Acustica del Territorio Comunale”, redatto nel 1994 e aggiornato del 1996, dal Dott. arch. Pietro Gritti, con studio in via S. Antonino 11, a Bergamo. 90 Il territorio comunale è diviso in zone omogenee inserite in: - classe I, (di colore verde) destinata a comparti per i quali la quiete risulta essere un elemento indispensabile per la loro destinazione d’uso: in particolare ci si riferisce ad aree ospedaliere e scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi urbani. Nel territorio comunale di Fiorano al Serio le aree classificate in tale classe sono disposte a nord rispetto al centro urbano; sulla fascia posta a nord-ovest (lungo il confine comunale con Gazzaniga) che prosegue – attraversando il territorio comunale fino al confine con il Comune di Vertova; lungo il parco sul fiume Serio. - classe II, (di colore giallo) vi rientrano le aree urbane interessate da traffico veicolare locale, a bassa densità di popolazione, limitata presenza di attività commerciali, prive di insediamenti artigianali e industriali. Nel territorio comunale di Fiorano al Serio le aree classificate in tale classe sono disposte sulla maggior parte del territorio comunale. - classe III, (di colore arancio) vi rientrano le aree interessate da traffico veicolare locale con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con limitata presenza di attività artigianali e assenza di attività industriali. Nel territorio comunale di Fiorano al Serio le aree classificate in tale classe sono disposte lungo le principali direttrici viarie, in particolare: via Papa Giovanni XXIII; via Antonio Locatelli, Via Roma, e via Gennaro Sora. - classe IV, (di colore rosa) vi rientrano le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali e limitata presenza di piccole industrie; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione o di linee ferroviarie. Nel territorio comunale di Fiorano al Serio le aree classificate in tale classe sono quelle poste lungo la direttrice viaria di via Roma-via Pietro Bombardieri. - classe V, (di colore rosso) vi rientrano le aree interessate da insediamenti industriali, con scarsità di abitazioni. Nel territorio comunale di Fiorano al Serio le aree classificate in tale classe sono poste a sud. - classe VI , vi rientrano le aree esclusivamente industriali. 91 Nel territorio comunale di Fiorano al Serio si è ritenuto di non assegnare la classe VI, in quanto non vi sono insediamenti produttivi con una complessità tecnologica e/o con un ciclo tecnologico tali da assegnare la classe di maggior tolleranza. Fotografia della tavola di Zonizzazione Acustica Comunale 92 7.2. ELETTROSMOG Con il termine elettrosmog si designa l’inquinamento derivante da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, quali quelle prodotte da stazioni radio base per telefonia cellulare, emittenti radiofoniche, cavi elettrici percorsi da correnti alternate di forte intensità, come gli elettrodotti della rete di distribuzione, ecc. L’elettrosmog è una forma anomala di inquinamento ambientale, poichè non si ha una vera e propria "immissione" di sostanze nell’ambiente: gli agenti fisici implicati (campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici) sono presenti solo finchè le sorgenti che li hanno generati rimangono accese e non danno luogo a processi di accumulo nell’ambiente. Si tratta inoltre di un fenomeno localizzato in zone più o meno ampie nell’intorno delle sorgenti, senza un’effettiva diffusione su scala territoriale. Le principali sorgenti artificiali di campi elettromagnetici si distinguono in: • fonti che generano campi ad alta frequenza (100kHz-300GHz): impianti per radiotelecomunicazione, sistemi per diffusione radio e televisiva, impianti per la telefonia cellulare o mobile o stazioni radio base, impianti di collegamento radiofonico, televisivo e per telefonia mobile e fissa (ponti radio), radar; • fonti che producono campi detti a bassa frequenza (0Hz-100kHz): elettrodotti per la distribuzione dell’energia elettrica, costituiti da linee elettriche ad altissima, alta, media e bassa tensione, centrali di produzione di energia, stazioni e cabine di trasformazione dell’energia elettrica, ecc. Queste fonti sono caratterizzate da due elementi fondamentali: la frequenza di trasmissione e la potenza di emissione, entrambi fondamentali nel determinare le caratteristiche delle onde emesse e quindi del campo elettromagnetico generato. I campi generati dalle fonti elettromagnetiche sono il campo elettrico e il campo magnetico, si misurano rispettivamente in Volt/metro e in A/metro e variano in funzione della distanza dalla sorgente. Il DPCM 8 Luglio 2003 fissa i limiti di esposizione ai campi elettrici e magnetici: Intensità campo elettrico [V/m] In condizioni normali [3 MHz < f<3000 MHz] Nel caso di prossimità di edifici adibiti a permanenze prolungate (maggiori di 4 ore) Intensità campo magnetico[A/m] 20 0,05 6 0,016 In merito agli effetti di tale inquinamento sulla salute umana, è accertato solo l’effetto delle onde elettromagnetiche cosiddette ad alta frequenza (anche se non ionizzanti) che per ora sembra 93 manifestare solo un innalzamento della temperatura dei tessuti biologici attraversati, soprattutto quelli più ricchi di acqua. [Fonte: Arpa Lombardia, Dipartimento di Bergamo - Impianti radiotelevisivi nella Provincia di Bergamo] Fiorano al Serio è attraversato da un elettrodotto, posto a nord, sul lembo estremo del territorio comunale, al confine con i Comuni di Gazzaniga - ad ovest - e Vertova - ad est -. Inoltre si segnala la presenza di una stazione radiobase che supporta allo stato attuale TIM, VODAFONE e H3G in via Prato Porta, 1. La struttura in questione non presenta particolari problemi. 94 7.3. RADON La fonte principale d'esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti è quella derivante dal fondo naturale (radionuclidi naturali presenti nell'atmosfera e sulla terra) e tra questi il contributo maggiore è dato dall’esposizione al radon negli ambienti chiusi (radon indoor). Il radon è un gas nobile e radioattivo che si forma dal decadimento del radio, generato a sua volta dal decadimento dell'uranio. E’ un gas molto pesante che a temperatura e pressione standard si presenta inodore e incolore; esso viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato. Il radon proviene principalmente dal terreno, infatti viene generato continuamente da alcune rocce della crosta terrestre ed in particolare da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti, ecc. Altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione: essi rivestono solitamente un ruolo di secondaria importanza rispetto al suolo, tuttavia, in alcuni casi, possono essere la causa principale di elevate concentrazioni di radon. Una terza sorgente di radon è rappresentata dall'acqua, in quanto il gas radioattivo è moderatamente solubile in essa. Tuttavia il fenomeno riguarda essenzialmente le acque termali e quelle attinte direttamente da pozzi artesiani, poichè di norma l'acqua potabile, nei trattamenti e nel processo di trasporto, viene talmente rimescolata da favorire l'allontanamento del radon per scambio con l’aria. Il radon proveniente dal suolo, mescolato all'aria, si propaga fino a risalire in superficie. Nell'atmosfera si diluisce rapidamente e la sua concentrazione in aria e pertanto molto bassa; ma quando penetra negli spazi chiusi tende ad accumularsi, raggiungendo concentrazioni dannose per la salute. La via che il radon generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni è quella che passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati. L'interazione tra edificio e sito, l'uso di particolari materiali da costruzione, le tipologie edilizie sono pertanto gli elementi più rilevanti ai fini della valutazione dell'influenza del radon sulla qualità dell'aria interna delle abitazioni ed edifici in genere. La concentrazione di radon subisce considerevoli variazioni sia nell'arco della giornata che in funzione dell'avvicendarsi delle stagioni. Essa tende inoltre a diminuire rapidamente con l'aumentare della distanza dell'appartamento dal suolo. Il problema investe infatti in modo particolare cantine e locali sotterranei o seminterrati. Alcuni studi nell'ultimo decennio hanno dimostrato che l'inalazione di radon ad alte concentrazioni aumenta di molto il rischio di tumore polmonare. In Italia ancora non c'e una normativa per quanto riguarda il limite massimo di concentrazione di radon all'interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla Comunità Europea (raccomandazione 90/143/EURATOM) di 200 Bq/m3, come obiettivo di qualità 95 per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3, valore al di sopra del quale si suggeriscono interventi per la riduzione delle concentrazioni nelle abitazioni già esistenti. Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (D. Lgs. n° 241, del 26/05/2000) che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m3. Per le scuole non vi sono indicazioni ma si ritiene per il momento di poter assimilare una scuola ad un ambiente di lavoro. In ogni caso i valori medi misurati nelle regioni italiane variano da 20 a 120 Bq/m3. In particolare la Regione Lombardia ha effettuato una campagna di monitoraggio delle concentrazioni medie annuali di radon (radon prone areas) negli anni 2003-2005, realizzando una rete di monitoraggio di 3650 punti di misura. Le misure sono relative al piano terreno di edifici abitativi o uffici, preferibilmente con vespaio o cantina sottostante. La rete di monitoraggio è stata costruita realizzando delle maglie omogenee ottenute incrociando il criterio semplicemente cartografico (CTR 1:10000), con quello geologicomorfologico regionale. Ai Comuni appartenenti ad una maglia, anche se non specificatamente indagati, e stato associato il valore della maglia corrispondente, poichè come ipotesi di base si è assunto che la concentrazione di radon all’interno di una maglia fosse omogenea. I risultati delle misure effettuate, mostrano valori più elevati di concentrazione di radon-indoor nelle province di Bergamo, Brescia, Lecco, Sondrio e Varese. Nella provincia di Bergamo sono stati indagati 594 punti. Concentrazioni annuali radon indoor – elaborazione dati campagna di monitoraggio radon prone area 2003-2005 Dai dati acquisiti mediante l’indagine effettuata su tutto il territorio provinciale dall’ARPA e dall’ASL (tra gli anni 2003-2004) consente di collocare il Comune di Fiorano in una fascia di rischio 3 “medio-alto” rapportata alla “maglia” di Comuni che presentano una concentrazione media annua con valori compresi tra 200 e 400 Bq/mc e con superamento del valore di 400 Bq/mc fino al 5% delle misure effettuate. 96 97 7.4. ENERGIA Nella gestione dei bisogni e delle fonti di energia si concentrano preziose opportunità di sviluppo sostenibile e di razionalizzazione degli usi di risorse naturali. I dati relativi all’energia consumata e prodotta sul territorio comunale, possono essere suddivisi nei seguenti macro temi: • consumo di energia termica: il Comune è servito da una rete di metanodotto, gestita dalla Società “Unigas DISTRIBUZIONE s.r.l.”; • consumo di energia elettrica: l’ambito territoriale in esame è attraversato da un elettrodotto, posto a nord, sul lembo estremo del territorio comunale, al confine con i Comuni di Gazzaniga - ad ovest - e Vertova - ad est -. Si registra la presenza di n. 5 impianti solari e fotovoltaici installati per uso privato, secondo quanto riportato sul sito www.atlasole.gsel.it. Legenda: 1-66 impianti • consumi di energia elettrica: rappresentano un utile indicatore per indirizzare le politiche amministrative in materia di ambiente al fine di: 98 - promuovere e incentivare il risparmio energetico; - limitare le emissioni di inquinanti in atmosfera. Tuttavia, in seguito alla liberalizzazione del mercato energetico, in base alla quale l’utente finale può decidere presso quale gestore rifornirsi, sia in termini di energia elettrica, sia di metano, i dati relativi ai consumi di energia a livello territoriale sono di difficile elaborazione, in quanto facenti capo a diversi gestori. Per tale motivo non è stato possibile recuperare dati rappresentativi relativi ai consumi di gas metano sul territorio di Fiorano al Serio. In merito ai consumi di energia elettrica, il dato non ancora pervenuto farà riferimento ai consumi gestiti dall’Ente gestore. I dati sopra richiamati saranno fatti oggetto di opportuna integrazione del documento, non appena disponibili dagli Enti gestori, e soprattutto costituiranno elementi da individuare quali indicatori per la fase di monitoraggio. La rete gas Il fornitore di gas metano sul territorio comunale è la Società “Unigas DISTRIBUZIONE s.r.l.”, con sede legale in Via C.Colombo 1/a, a Orio al Serio. Dai dati reperiti dalla Società “SNAM Rete Gas”, si segnala che sul territorio comunale risultano ubicati i sottoelencati metanodotti, per i quali sono imposte fasce di rispetto/sicurezza previsti dal DM 24.11.1984 e dal DM 17.04.2008: 1. Metanodotto diramazione per Costa Volpino (fascia di rispetto/sicurezza 5,00 – 10,00 m per parte della condotta); 2. Metanodotto allacciamento Comune di Fiorano (fascia di rispetto/sicurezza 6,00 m per parte della condotta); 3. Metanodotto allacciamento Cristini (fascia di rispetto/sicurezza 5,00 m per parte della condotta). 99 Planimetria reti tecnologiche Fiorano al Serio Particolare gasdotto 100 8 – RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO 101 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 8.1. INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE (RIR) Il sistema industriale è caratterizzato anche dalla presenza di Aziende a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) (D.Lgs. 334/99). Con questo termine si definiscono le imprese che, per la presenza nel proprio sito di determinate sostanze pericolose in quantità superiori a determinati livelli, rappresentano un pericolo potenziale per il territorio in caso di incidenti rilevanti. Sulla base del rischio potenziale, ogni azienda è tenuta ad attuare politiche di prevenzione che possono prevedere, a seconda del livello di rischio raggiunto, la predisposizione di una Scheda informativa per la popolazione o la realizzazione di un Rapporto di sicurezza che garantisca la giusta informazione alla cittadinanza. Nel Comune di Fiorano al Serio non sono presenti aziende la cui attività rientra nel campo di applicazione del D.Lgs 334/99 e successive modifiche. 8.2. IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA) Nel territorio comunale non sono presenti impianti la cui attività richiede autorizzazione integrata ambientale (AIA) ai sensi del D.Lgs. 59/2005. 8.3. PRINCIPALI ATTIVITÀ DEL COMUNE Fiorano, centro industriale fin dall’inizio del secolo, divenne importantissimo dal 1935 al 1955 con I.R.F. (Industrie Filati Riunite); O.C.M.A. (Officine Meccaniche Costruzione Motocicli); Feltrificio Cristini; Officine Meccaniche Rampinelli; Fonderia Fioranese; Fonderia S. Giuseppe; Fonderia Baldi e Pozzi; Filatura e Tessitura Masserini; Filatura Foglio; Centrale Produzione Energia Elettrica I.R.F.; Sede Industrie Calci Martinelli; Vinicola Martinelli; Segheria Imberti; le imprese edili Geom. Martinelli, Ghidini e Gualdi; Ditta Aurelio Messina – concessionario FIAT con annessa officina; Ditta Ludovico Gruppi – ingrosso rottami; Torneria del legno Pilatti; Imprese di trasporto Gualdi, Magni e Piantoni; numerosi artigiani singoli. Dal 1955 ci fu un regresso di tutte queste attività per le varie crisi che si sono alternate o perché alcune aziende, a causa di maggior espansione, dovettero trasferirsi; talune per sempre, altre vennero sostituite con nuovi proprietari che cambiarono la denominazione originale dell’azienda come per esempio la “filati Fiorano” che sostituì la I.R.F.; il “Candeggio Iride” che sostituì la O.C.M.A. – Devil; il “Ricamificio di Fiorano” che sostituì la Concessionaria della FIAT della Ditta A. Messina. 102 103 8.4. AMIANTO La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per se un pericolo per la salute degli occupanti; se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è improbabile infatti che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre. Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o altro motivo, è inevitabile il rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale alla salute umana; analogamente se il materiale è in cattive condizioni, o se vetusta e friabile, le sole vibrazioni o le correnti d’aria possono causare il distacco di fibre. In questi casi è necessario ricorrere ad interventi di bonifica, che non consistono necessariamente nella rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto, quale ad esempio il fissaggio e il confinamento temporaneo. In Regione Lombardia, la maggior parte dell’amianto presente è costituito principalmente da coperture in cementoamianto; sulla base delle informazioni fornite da un telerilevamento effettuato sul territorio di Milano nel 2005, si è potuto stimare che in Lombardia è presente un quantitativo complessivo di coperture contenenti amianto pari circa a 22,6 kmq. Con DGR n. 8/1526 del 22 dicembre 2005 è stato approvato il Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL), con lo scopo di effettuare, entro il termine del 2008, una mappatura e un censimento dell’amianto presente sul territorio regionale, al fine di eliminare dal territorio lombardo l’amianto, sotto qualsiasi forma, entro il 2015. I principali strumenti utilizzati per l’attuazione del PRAL sono: - telerilevamento aereo della fascia di territorio regionale fino a 450 m.s.l.m.; - censimento diretto della presenza di amianto negli edifici, effettuato da ASL e ARPA in collaborazione con i Comuni e le Province. Non si dispone di un rilevamento dell’amianto sul territorio comunale di Fiorano al Serio. Si registra comunque una qualche presenza di tetti con lastre di cemento-amianto in alcuni edifici residenziali e produttivi. L’ASL della Provincia di Bergamo recentemente ha dato avvio, Comune per Comune, a una campagna di censimento dell’amianto. 104 9 – SINTESI DELLO STATO ATTUALE 105 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 9.1. QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO -Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche. -Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle questioni connesse all’eventuale presenza di sostanze potenzialmente inquinanti in rapporto alle problematiche della potabilità delle acque sotterranee. -Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale. -Sensibilizzare massima attenzione per gli interventi che possono incidere sulle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. -Perseguire il miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee. -Il PGT dovrà salvaguardare gli ambiti di valenza ambientale/vegetazionale e tutta la rete idrografica presente sul territorio. -Il PGT dovrà inoltre ben valutare l’incidenza delle nuove previsioni in rapporto alla capacità delle reti a sostenere i nuovi carichi e/o alla necessità di implementare la dotazione. TEMATICA GEOMORFOLOGICA, IDROLOGICA E IDRAULICA INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI 1 E’ in corso di avanzata elaborazione lo studio della Componente Geologica e Sismica del PGT per individuarne le eventuali problematiche che saranno puntualmente riferite nel Rapporto Ambientale. Problematiche di ordine idrogeologico risultano comunque presenti lungo il confine con il Comune di Gazzaniga nella parte a monte dell’abitato fino alla zona a monte di San Fermo, oltre agli elementi di attenzione connessi con le situazioni geologiche lungo il percorso del fiume Serio e la sua fascia spondale. Sono infine risultate presenti alcune situazioni puntuali di problematicità idrogeologica nelle aree a monte dell’abitato. SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: La situazione della tematica geomorfologica, idrologica ed idraulica presenta le seguenti problematiche: 106 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO La situazione della tematica difesa del suolo e delle acque presenta le seguenti problematiche: TEMATICA DIFESA DEL SUOLO E DELLE ACQUE -Individuare elementi migliorativi dell’organizzazione della raccolta al fine del contenimento delle possibili problematiche derivanti dai rifiuti. -Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle eventuali produzioni di sostanze e di reflui inquinanti. -Non consentire l’inserimento sul territorio di attività con lavorazioni e produzioni di rifiuti pericolosi ed inquinanti. -Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche. 2 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: Non si evidenziano particolari situazioni problematiche in ordine allo scenario esistente che comunque potrebbe giovarsi di interventi di miglioramento e di adeguamento. 107 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO La situazione della problematiche: tematica paesaggistica-naturalistica presenta le seguenti TEMATICA PAESAGGISTICA-NATURALISTICA Il DdP definirà tra i propri obiettivi gli elementi di valenza ambientale e paesistica presenti nel territorio comunale, individuando i criteri di mantenimento, valorizzazione e riqualificazione: • Valorizzazione ambientale, e, per le parti compromesse e recuperabili, ricomposizione ambientale; • Mantenimento/valorizzazione degli itinerari/percorsi d’interesse ecologico e fruitivo. -Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi: il PGT dovrà individuare ambiti di salvaguardia ambientale e di valorizzazione. -Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali, attraverso un’opportuna normativa di conservazione e valorizzazione degli elementi storici. -Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale, attraverso il riconoscimento degli elementi che caratterizzano il territorio. -Sensibilizzare la popolazione sulle problematiche ambientali e paesistiche, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. -Perseguire il contenimento del consumo di suolo mediante il recupero prioritario del patrimonio edilizio esistente, l’utilizzazione delle aree libere interstiziali e di frangia, l’eventuale riconversione degli elementi dismessi o non compatibili. -Miglioramento della qualità ambientale e tutela del patrimonio naturale mediante l’individuazione di specifici ambiti da assoggettare a normativa di salvaguardia ambientale con particolare attenzione agli elementi atti a garantire la conservazione della biodiversità. -Valorizzazione del paesaggio e del patrimonio culturale. -Normativa di salvaguardia e valorizzazione. 3 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: Necessità di salvaguardare gli scenari paesistici leggibili sul territorio. 108 La situazione della tematica dei sistemi insediativi e dei servizi e patrimonio storicoarchitettonico presentano le seguenti problematiche: Il PGT dovrà : • tutelare e riqualificare il centro storico; • dettare regole per la riqualificazione fisica e funzionale degli ambiti dismessi interni all’edificato. -Conservare e migliorare la qualità del patrimonio storico-culturale con interventi di valorizzazione dei tessuti di antica formazione dell’edificato storico. -Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale specie per quanto concerne gli elementi connessi con la valorizzazione degli edifici e dei contesti edificati. -Proteggere l’atmosfera perseguendo politiche di forte controllo delle emissioni delle attività produttive ma anche degli impianti civili. -Contenere il consumo di suolo attraverso la limitazione di nuove previsioni insediative, ma anche mediante, l’utilizzo delle aree interstiziali libere, e mirati interventi di riqualificazione di aree ed edifici dismessi limitando il più possibile interventi esterni agli ambiti urbanizzati. -Contenere il consumo di risorse non rinnovabili. -Migliorare gli aspetti sociali attraverso una verifica dell’attuale stato dei servizi, della loro capacità di rispondere adeguatamente alle esigenze della popolazione al fine dell’individuazione del fabbisogno di eventuali nuovi interventi di completamento o di nuove dotazioni. 4 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: Necessità di interventi di potenziamento di un sistema di accessibilità con interventi di riqualificazione degli spazi urbani aperti e di “mobilità dolce” che rapporti l’ambito del centro storico con il sistema degli insediamenti urbani. Necessità di messa a punto del sistema dei parcheggi. TEMATICA SISTEMA INSEDIATIVO E DEI SERVIZI - PATRIMONIO STORICO -ARCHITETTONICO QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO 109 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO La situazione della tematica mobilità presenta le seguenti problematiche: TEMATICA MOBILITA’ -Il PGT dovrà migliorare la viabilità di distribuzione urbana e prevedere attrezzature e servizi di supporto alla mobilità. -Confermare il sistema stradale previsto dal vigente P.R.G. con le addizioni e le modifiche necessarie per renderlo sostenibile sia sotto il profilo ambientale che economico. -Razionalizzare i flussi veicolari con benefici sulla qualità ambientale complessiva del territorio e sul sistema della viabilità locale. -Miglioramento della qualità dell’aria con la razionalizzazione dei flussi di mobilità che dovranno eliminare alcune inutili percorrenze. 5 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: -Rilevante traffico sulla viabilità principale, principalmente durante gli orari di punta e discreto disturbo alla parte centrale dell’abitato dovuto al fatto che gli assi di viabilità di distribuzione interna lo interessano in modo rilevante subendo pertanto ingenti flussi di traffico. Appare in tal senso migliorativa la soluzione di un collegamento vialbile tra la via Locatelli e la via Bombardieri, quale asse capace di raccogliere buona parte del traffico veicolare di tutto il comparto urbano ovest, togliendolo dal centro. 110 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO - La situazione della tematica qualità dell’aria presenta le seguenti problematiche: TEMATICA QUALITA’ DELL’ARIA -Il PGT dovrà contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento dell’inquinamento dell’aria anche in rapporto al miglioramento dell’organizzazione complessiva della mobilità. -Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o combustibili a basso impatto. -Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale anche garantendo efficienza dei provvedimenti in materia di protezione dell’atmosfera. -Sensibilizzare le problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. 6 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: -Rilevante traffico nelle ore di punta sulle strade principali. 111 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO -Il PGT dovrà contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento dell’inquinamento acustico. -Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili. -Impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione. -Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale. -Protezione dell’atmosfera. -Sensibilizzare le problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. 7 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: Siamo in attesa di reperire il materiale relativo alle varie tematiche per poter dare un giudizio attendibile. TEMATICA INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO, RADON ED ENERGIA La situazione della tematica inquinamento acustico ed elettromagnetico, radon ed energia, presenta le seguenti problematiche: 112 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO La situazione della tematica rischi tecnologici e amianto presenta problematiche. TEMATICA RISCHI TECNOLOGICI ED AMIANTO Il PGT dovrà prevedere in termini di disciplina generale e d’indirizzo indicazioni per il contenimento dei consumi energetici. Inoltre, dovrà disciplinare e limitare l’insediamento sul territorio di attività pericolose e a rischio d’inquinamento. -Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili. -Impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione. -Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti. -Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche superficiali e sotterranee. -Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale. -Protezione dell’atmosfera. -Riduzione dell’inquinamento acustico. 8 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: AMIANTO: Eliminare l’eventuale presenza di amianto dagli immobili di proprietà comunale (ove presente) e dagli edifici privati. 113 QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO La situazione della tematica del “contenimento dei consumi energetici e dei carichi ambientali” presenta le seguenti problematiche: CONTENIMENTO DEI CONSUMI ENERGETICI E DEI CARICHI AMBIENTALI Il PGT dovrà mirare a: -prevedere, in termini di disciplina generale e d’indirizzo, indicazioni per il contenimento dei consumi energetici; -ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; -impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione; -sensibilizzare la popolazione alle tematiche ambientali, sviluppando opportunità di informazione e formazione sulle tematiche stesse. 9 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI: La situazione complessiva degli insediamenti e dell’edificazione è da considerarsi allo stato attuale fortemente carente in ordine alle problematiche dei contenimenti dei consumi energetici ma soprattutto in ordine all’approvvigionamento di energia rinnovabile e al contenimento dei carichi ambientali. 114 LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO 10 – CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP: obiettivi generali, obiettivi specifici e azioni di Piano 115 10.1. IL PGT DI FIORANO AL SERIO QUALE STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA’ DEL TERRITORIO E DI INCREMENTO DELLA QUALITA’ URBANA E DELLA VITA Il Documento di Piano del PGT costituisce l’elemento essenziale di definizione degli indirizzi delle strategie e delle scelte che l’Amministrazione di Fiorano al Serio intende porre alla base della propria azione politico- programmatica in materia urbanistica, in rapporto allo sviluppo delle componenti sociali ed economiche della Comunità, e in funzione della quale la pianificazione urbanistica deve definire: • gli elementi di organizzazione delle funzioni insediative e da prevedere; • la struttura dei servizi e delle attrezzature necessarie a garantire gli elementi supporto e di accessibilità, avendo riguardo al mantenimento e al potenziamento dei caratteri qualitativi del territorio, del paesaggio e della qualità della vita. In questo senso il Documento di Piano: • definisce gli obbiettivi generali e gli indirizzi strategici che vengono posti alla base delle scelte di sviluppo; • individua gli ambiti tematici che costituiscono il campo delle singole problematiche che si intendono affrontare e/o delle opportunità che si intendono cogliere; • determina le linee di indirizzo e le politiche da porre alla base delle azioni di sviluppo; • indica le necessità di organizzare e di dotazione dei servizi, delle attrezzature e delle infrastrutture necessarie a garantire la funzionalità dei sistemi, la qualità della fruizione e l’accessibilità; • determina le linee fondamentali delle relazioni spaziali e funzionali necessarie a garantire la qualità e la valorizzazione del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. Il PGT inoltre propone una strategia che si colloca coerentemente con gli indirizzi sottesi al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bergamo, mirando al sostegno ed alla salvaguardia delle aree esterne all’edificato non ancora urbanizzate e alla conservazione e riqualificazione delle attuali situazioni residenziali e produttive. 116 10.2. OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT Il Documento di Piano, partendo dall’analisi degli elementi di criticità e potenzialità delle componenti ambientali, sociali ed economiche emersi dal quadro conoscitivo e dalle necessità riscontrate nonché dagli orientamenti emersi, definisce un set di obiettivi strategici sostenibili, sui quali l’Amministrazione intende puntare per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. La proposta di Documento di Piano del Comune di Fiorano al Serio articola gli obiettivi generali di pianificazione attraverso Ambiti Tematici Strategici, al fine di rendere più organizzato e razionale il processo logico ed il complesso sviluppo delle strategie. Gli Ambiti Tematici Strategici ai quali si fa riferimento all’interno del Documento di Piano sono i seguenti: • Assetto Insediativo: Dimensionamento degli sviluppi demografici e del fabbisogno abitativo; • Assetto economico: Settore primario, Settore secondario, Settore commerciale; • Organizzazione urbana dei servizi; • Sistemi della mobilità e delle infrastrutture; • Sistema del “verde fruibile”; • Sistema ambientale-paesistico e reti ecologiche; • Efficienza energetica degli edifici e contenimento dei carichi ambientali. A ciascun Ambito Tematico Strategico corrispondono obiettivi generali ed obiettivi di carattere specifico, da perseguire attraverso le azioni pianificatorie del PGT. 117 10.3. FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP Il Documento di Piano quale atto di definizione del quadro generale e strategico degli indirizzi e delle scelte del PGT fa propri i criteri individuati dal secondo comma dall’art. 1 della Legge Regionale 12/2005 che assume quali elementi fondativi e di indirizzo della struttura e della programmazione e pianificazione urbanistica del territorio di Fiorano al Serio individuandone le seguenti declinazioni: SUSSIDIARIETA’ Il PGT riconosce nella sussidiarietà, sia “verticale” che “orizzontale” il principio fondamentale e il metodo per il raggiungimento dei propri obiettivi individuando nel rapporto sinergico tra le Istituzioni – nell’ambito delle diverse responsabilità e competenze – nell’iniziativa e nell’azione dei Cittadini, delle Famiglie, delle Associazioni e delle Formazioni Sociali gli strumenti per un coordinato ed efficace svolgimento delle iniziative e delle azioni di rilevanza sociale e di attuazione degli interventi di crescita e sviluppo del territorio e della qualità ambientale. DIFFERENZIAZIONE E ADEGUATEZZA I principi di differenziazione e di adeguatezza vengono assunti come declinazione del principio di sussidiarietà “verticale” e fanno riferimento: • alla “differenziazione” quale riconoscimento dei profili di diversità e competenza dei soggetti pubblici sia sotto il profilo delle competenze, sia sotto il profilo della dimensione e della scala degli ambiti demografici ed economici di riferimento, riconoscendo i ruoli sovraordinati della programmazione e della pianificazione, rispetto ai quali lo strumento urbanistico locale costituisce elemento di maggiore dettaglio nelle materie attribuite a tali soggetti con particolare riferimento agli Organismi Comunitari, allo Stato, alla Regione, alla Provincia e agli altri Enti e Soggetti di rango sovracomunale, così come agli organismi preposti al controllo e all’attuazione di elementi di scala sottoordinata alle previsioni del PGT che dovranno contribuire, secondo le proprie peculiari competenze a garantire l’efficace attuazione della Pianificazione Locale • alla “adeguatezza” intesa da un lato come necessità di rapportare i programmi e le previsioni del PGT alle effettive potenzialità del territorio e alla disponibilità delle risorse e dall’altro alla necessità di rendere disponibili strutture organizzative idonee a gestire i programmi e le previsioni di sviluppo che saranno formulate dallo strumento urbanistico. PARTECIPAZIONE E COLLABORAZIONE I principi di partecipazione e collaborazione vengono assunti quali principale riferimento per nell’attuazione della sussidiarietà “orizzontale” e fanno riferimento principalmente alla definizione dei rapporti tra i privati e la Pubblica Amministrazione ed in particolare: • la partecipazione viene intesa non solo a livello formale, come previsto nelle tradizionali procedure di definizione degli strumenti urbanistici, come possibilità per i cittadini di presentare osservazioni e opposizioni agli strumenti stessi ma come essenziale necessità di 118 disporre, mediante l’attivazione degli strumenti possibili, del più vasto repertorio possibile di istanze, contributi e proposte che consentano di poter definire il quadro progettuale dello strumento urbanistico come “risposta” organica e responsabile alle aspettative della Comunità • la collaborazione viene fondamentalmente intesa come diversa modalità di approccio nei rapporti tra pubblico e privato ove i due soggetti non debbano essere considerati come antagonisti bensì come soggetti partecipi, pur con differenti funzioni e responsabilità del processo di trasformazione e costruzione della città che non può avvenire in modo adeguato se non attraverso l’azione comune e la corresponsabilità tenuto conto anche delle nuove possibilità previste dalla riforma regionale quali gli strumenti dell’urbanistica negoziata, della perequazione ecc. EFFICIENZA L’attuazione del principio di efficienza vede fin d’ora impegnata l’Amministrazione alla predisposizione di uno strumento che conduca ad ottenere risultati tendenzialmente ottimali e con il minor dispendio possibile di risorse mediante un apparato di scelte progettuali e disciplinari fortemente impegnato a garantire il rispetto degli elementi di concretezza e un rapporto equilibrato tra le esigenze sociali, quelle dell’economia e quelle ecologiche e della qualità della vita. Il principio di efficienza trova la propria declinazione negli elementi inerenti la sostenibilità, la flessibilità, la perequazione e la compensazione. SOSTENIBILITA’ Il PGT deve mirare ad una pianificazione sostenibile i cui presupposti necessari sono così sintetizzabili: • • • • • caratterizzazione delle specificità del territorio nelle sue connotazioni fisico-ambientali ma anche socio-economiche, che aiuteranno a capire le strategie da adottare e quali scenari prevedere; programmazione di una qualità degli spazi pubblici. con un’organizzazione chiara e sicura degli spazi aperti, delle piazze, dei giardini e anche delle strade per favorire vivibilità e ricchezza delle relazioni; definizione di un “sistema integrato di paesaggio” che risponda alla domanda di prestazioni urbane sempre più di qualità; “conservazione spinta” e rafforzamento del sistema ambientale anche con la creazione di nuovi luoghi urbani strutturati e con forte presenza di elementi più naturali e naturalistici affinché la natura divenga realmente elemento di caratterizzazione degli spazi della città; utilizzo razionale delle risorse e di nuove forme di energia, determinate dai fattori climatici locali. FLESSIBILITA’ Il PGT deve perseguire la definizione di un progetto capace di determinare il “governo della flessibilità” che sia in grado di gestire eventi anche difficili, da interpretare, e che consenta adeguamenti rapidi alle situazioni sociali ed economiche in continua evoluzione. Quindi una pianificazione avanzata, il cui “disegno” non può più passare attraverso la visione classica “statica” dell’urbanistica ma si deve relazionare alla complessità dei fenomeni, proponendo programmi e scenari adatti ad una visione dinamica e flessibile del territorio. 119 PEREQUAZIONE E COMPENSAZIONE Gli interventi dovranno mirare in ogni situazione a definire un quadro organico di possibilità e di impegni, di diritti e di doveri, nel qual le necessità del “pubblico” e della collettività non cadano a gravare sui singoli ma siano distribuite secondo sistemi equitativi. ACCESSIBILITA’ Le opportunità che il territorio può offrire ai cittadini sono disponibili solo se accessibili. L’accessibilità è quindi la possibilità di disporre ed usufruire delle risorse presenti e disponibili sul territorio, risorse che sono costituite dalle funzioni insediate, dalle attrezzature e dai servizi e dagli elementi che caratterizzano la qualità ambientale e paesistica. IDENTITA’ L’identità di un territorio si definisce con il riconoscimento dei suoi valori, anche simbolici, città e dall’ apprezzamento degli stessi, attraversa l’immaginario collettivo e si fonda sulla storia e la cultura dei luoghi e sulla partecipazione dei soggetti. Riconoscere i valori sia oggettivi che simbolici di un territorio consente di preservarli e nel contempo di poterne definire le eventuali trasformazioni pur nel rispetto delle specificità. L’ identità è modificabile nel tempo a condizione che l’identità esistente non venga negata ma sia arricchita: i nuovi luoghi, i nuovi spazi dovranno quindi diventare riconoscibili e sommarsi ai valori già strutturati. Nelle trasformazioni necessarie allo sviluppo urbano e territoriale dovrà quindi essere posta attenzione alla necessità che i nuovi interventi costituiscano un’addizione di spazi ed elementi riconoscibili, così da determinare una città nella quale ogni luogo, con la sua specificità, possa rappresentare un ulteriore elemento di qualità con caratteri propri e identificabili. QUALITA’ DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI Per troppi anni la pianificazione ha elaborato progetti prevalentemente rivolti agli ambiti esterni al tessuto urbano, come se tutte le aree libere potessero essere utilizzate indistintamente, prescindendo da qualsiasi preliminare considerazione comparativa tra il loro valore paesistico, ambientale, vocazionale e i caratteri delle trasformazioni previste . In questa ottica non sarà più possibile edificare in modo pervasivo in ambiti esterni alla città consolidata. Oggi, in accordo con le direttive della pianificazione sovraordinata e nel rispetto delle vocazioni e dei “paesaggi”, l’obiettivo deve essere quello di non consumare aree libere, con l’impegno prioritario di intervenire sugli ambiti urbani degradati o dismessi e sulle aree libere interstiziali. Questo significa che deve essere sempre garantito un bilancio ambientale favorevole nel complesso delle operazioni di intervento urbanistico ed edilizio. 120 Tale obiettivo può comunque valorizzare innovativamente l’attività edilizia continuando a garantire possibilità edificatorie che potranno rapportarsi alle effettive necessità economiche e sociali ma che dovranno anche rapportarsi alle presenze già consolidate introducendo elementi di riqualificazione piuttosto che volgersi a nuovi interventi di ulteriore consumo di suolo per effetto di addizioni all’esterno dei perimetri dell’urbanizzato esistente e delle sue zone di frangia.. 121 10.4. LE AZIONI DI PIANO Con il termine “azioni di Piano” si intendono, percorsi e metodi ben definiti, che servono per guidare e determinare le decisioni presenti e future, ovvero le scelte operative previste dal Documento di Piano per risolvere una specifica problematica e/o per raggiungere un determinato obiettivo. Gli obiettivi specifici sono quindi perseguiti attraverso una serie di “azioni” che il Documento di Piano individua, sulla base del contesto pianificatorio nel quale debbono essere sviluppate. Per ogni singolo obiettivo specifico vengono conseguentemente definite una o più azioni. I quadri sinottici che seguono, sono composti da tre colonne che raggruppano i tre elementi costitutivi: Obiettivi Generali, Obiettivi specifici e Azioni, e rappresentano la sintesi dei passi percorsi al fine di illustrare in maniera esaustiva il processo logico elaborato. Ciascun quadro è riferito ad un “ambito tematico strategico” del Documento di Piano. Si sottolinea che parte delle azioni individuate dal presente documento, pur se si muovono dagli atti della pianificazione, indirizzandosi specificamente verso le tematiche ambientali, non rientrano esplicitamente tra gli interventi previsti nel quinquennio di validità del Documento di Piano, ma rappresentano piuttosto indirizzi strategici che rimandano ad una regolamentazione dei dettagli sviluppata nel piano delle Regole, nel Piano dei Servizi o da definirsi in fase di attuazione della progettazione urbanistica. 122 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1 DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI Opzione di crescita residenziale contenuta rispetto alle potenzialità che Adeguare l’offerta il territorio può presentare. residenziale alle previsioni di Creare condizioni abitative crescita della popolazione, in termini qualitativi e valutata in rapporto alla quantitativi adeguate per le “dimensione qualitativa classi sociali presenti, in ottimale” della Comunità. modo da soddisfare la domanda determinata dalla crescita prevista di nuove famiglie. Contenere le quote di nuovi suoli da destinare a residenza. Minimizzare il consumo di suolo. AZIONE DI PIANO Il Documento di Piano prevede un dimensionamento prevalentemente riferito alle previsioni di carattere endogeno con modeste integrazioni quantitative al fine di garantire una crescita demografica sostenibile all’interno del territorio comunale, limitando quindi le A01 previsioni di sviluppo alle quantità necessarie a garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che nasceranno all’interno della popolazione già presente e ad una domanda esogena contenuta non richiamata da fenomeni di marketing immobiliare. Tutela dei “sistemi della qualità” che A02 caratterizzano il territorio comunale come “invarianti urbanistiche”. Il Documento di Piano esclude la previsione di nuove significative espansioni. A03 E’ previsto un solo Ambito di Trasformazione Residenziale, con dimensioni limitate. A04 Recuperare le volumetrie ancora disponibili nel centro storico. Intervenire per il recupero e la riqualificazione urbana del A05 Recuperare i sottotetti ai fini abitativi. patrimonio esistente. Recuperare le aree degradate e le aree A06 dismesse. Promuovere interventi di completamento in A07 Utilizzare prioritariamente aree libere all’interno del centro edificato. gli spazi interstiziali al Indirizzare gli eventuali completamenti tessuto già urbanizzato nelle A08 urbanizzativi verso la riconversione di ambiti zone di frangia. marginali all’urbanizzato esistente. 123 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2 POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO” OBIETTIVI GENERALI Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti da possibili interventi di riconversione. OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO -Garantire gli attuali livelli di occupazione per gli Il Documento di Piano non prevede ulteriori addetti/attivi nel territorio. espansioni insediative di natura produttiva. -Limitare le riconversioni al A09 Si demanda al PdR il compito della definizione e minimo indispensabile per della localizzazione delle possibilità di garantire un assetto urbano completamento. caratterizzato da mix funzionale. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3 POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE OBIETTIVI GENERALI Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato per trattenere maggiormente all’interno del territorio la domanda commerciale dei residenti, soprattutto per quanto concerne il settore alimentare e degli elementi di prima necessità e per la formazione di condizioni di maggiore attrattività a i fini della rivitalizzazione del Centro Storico. OBIETTIVI SPECIFICI Tutelare le funzioni di vicinato a livello commerciale (piccola e media distribuzione). Migliorare l’accessibilità all’ambito di “centralità urbana” dove risiede la maggior parte del sistema distributivo di vicinato. AZIONE DI PIANO Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il sistema distributivo di vicinato esistente, che A10 viene riconosciuto nel suo fondamentale ruolo urbanistico di “motore delle relazioni e della rivitalizzazione dello spazio urbano”. Definire sistemi appetibili di accessibilità pedonale per favorire la fruizione delle aree A11 centrali in un contesto di valenza ambientale e a basso impatto veicolare. A12 Individuare parcheggi. connessioni “appetibili” 124 ai AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4 POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Integrare i servizi pubblici o Assicurare una adeguata di interesse pubblico dotazione, qualità ed Aggiungere un cluster di “servizi qualitativi” ad aree per A13 (parcheggi, accessibilità ai servizi per integrazione dei “servizi minimi ordinari”. attrezzature scolastiche, tutte le tipologie di utenze. sport, tempo libero). AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5 INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI Promuovere la qualità ambientale (riduzione Riorganizzare i flussi della dell’inquinamento acustico e mobilità in un sistema atmosferico) e la fruizione in gerarchico ben strutturato. sicurezza dell’ambiente urbano. AZIONE DI PIANO Previsione del nuovo collegamento tra la Via Locatelli e la Via Bombardieri, interne al centro A14 abitato, per alleggerire dal flusso veicolare l’ambito urbano centrale. A15 Riqualificare dal punto di vista ambientale gli assi della mobilità territoriale ed urbana. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6 STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE” OBIETTIVI GENERALI Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità alle aree di verde pubblico. OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Individuare il sistema dell’ambito fluviale quale principale sistema a “parco d’interesse e valore A16 paesistico-naturalistico” con finalità strategiche di fruizione collettiva, estendendo le Integrare, razionalizzare e potenzialità di utilizzazione. valorizzare il verde fruibile e i grandi parchi. Individuare l’ambito collinare-montano quale A17 ambito di fruizione paesistico-ambientale, rafforzando i sistemi di accessibilità, percorribilità e penetrazione. 125 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7 POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Mantenere le realtà agricole locali, favorendone lo sviluppo in forme compatibili A18 con la rilevanza ambientale e paesistica dei luoghi. Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul territorio. Assicurare la possibilità Promuovere forme innovative di attività operativa alle attività connesse quella agricola che possano agricole presenti nel territorio, con forte A19 contribuire al miglioramento della redditività delle aziende, rilanciando il ruolo del territorio attenzione alle presenze sotto il profilo dell’economia rurale compatibile agrituristiche. e dell’innovazione. Salvaguardare le attività presenti e i loro valori A20 ambientali, anche con attenzione alle presenze agrituristiche. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Rafforzare l’identità dei siti e Tutelare e valorizzare le presenze storicourbani e dei luoghi potenziare le opportunità A21 paesistiche ed architettonico-ambientali (luoghi di culto, della storia e della natura). culturali e di fruizione per gli abitanti. Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio. Tutelare tutte le componenti Definire le classi di sensibilità paesistica del morfologiche, simboliche, territorio, al fine di tutelare e valorizzare la ambientali e percettive che A22 componente del paesaggio anche attraverso la contribuiscono alla tutela e la riqualificazione dei percorsi di definizione del paesaggio interesse paesaggistico. locale. Tutelare gli ambiti di elevata naturalità, in i valori Salvaguardare particolare sistemare e valorizzare le fasce e A23 ambientali biologici laterali del reticolo idrico, dell’asta fluviale e del naturalistici. canale. Favorire la creazione di un sistema continuo di A24 aree verdi mediante la definizione e Riequilibrare l’ecologia del Conservare ed incrementare potenziamento della rete ecologica comunale. territorio, aumentandone la la biodiversità. capacità di autodepurazione. Tutelare gli ambiti di valenza paesisticoA25 ambientale. 126 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9 PROMOZIONE ED ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI ED IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI OBIETTIVI GENERALI Indirizzare gli interventi di riqualificazione edilizia ed urbanistica verso risultati di reale e positiva sostenibilità (minimizzazione fabbisogno di energia e minimizzazione consumi idrici). OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Contenere i consumi Definire una regolamentazione energetica degli energetici e ridurre gli A26 edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del impatti ambientali degli Piano delle Regole. edifici residenziali/produttivi Definire una regolamentazione di Contenere i consumi idrici e contenimento dei consumi idrici degli edifici ridurre gli impatti ambientali A27 edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano degli residenziali/produttivi delle Regole. Eliminare i carichi indotti A28 Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o di combustibili a basso impatto ambientale. Promuovere il contenimento sull’ambiente esterno dei carichi ambientali sul dall’attività di costruzione Promuovere la salubrità complessiva del sito e territorio comunale edilizia e dall’utilizzo e A29 dell’ambiente urbano nel quale è collocato gestione dei fabbricati. l’insediamento residenziale/produttivo. Tutela del suolo e delle acque Garantire la non utilizzazione dei suoli in ogni ambito a rischio elevato di pericolosità e/o di vulnerabilità. A30 Prevedere l’effettuazione di preventivi studi geotecnici e geognostici per gli interventi di trasformazione edilizia e urbanistica nelle aree con presenza di rischio o vulnerabilità limitata. 127 10.5. I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO I quadri che seguono illustrano in modo più approfondito, seppur sinteticamente, i contenuti delle singole “azioni di Piano”, precedentemente esposte. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1 DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO AZIONE CONTENUTI Il Documento di Piano prevede un dimensionamento prevalentemente riferito alle previsioni di carattere endogeno con modeste integrazioni quantitative al fine di garantire una crescita demografica sostenibile all’interno del territorio comunale, A01 limitando quindi le previsioni di sviluppo alle quantità necessarie a garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che nasceranno all’interno della popolazione già presente e ad una domanda esogena contenuta non richiamata da fenomeni di marketing immobiliare. Sotto il profilo quantitativo la verifica dell’andamento demografico della popolazione effettuata dal Documento di Piano ha l’obiettivo di definire da un lato un’ipotesi di crescita “minima” (al di sotto della quale non è possibile rimanere) ed un’ipotesi di crescita “massima” (valutando quale sia stata la crescita complessiva dovuta all’insieme dei fattori, endogeni ed esogeni, che hanno determinato gli attuali livelli di crescita). All’interno dei due dati il Documento di Piano sceglie il riferimento quantitativo di crescita da prevedersi avendo la consapevolezza di non poter scendere sotto la soglia minima che potrebbe portare alla fuoriuscita dal territorio di parte dei nuclei famigliari che si formeranno all’interno dell’evoluzione naturale della popolazione esistente e che, per converso, ipotesi superiori a quella massima individuata potrebbero essere attuabili solo prevedendo meccanismi di espansione ancora più imponenti rispetto a quelli verificatisi negli ultimi anni. Il Documento di Piano propone il criterio di determinazione del fabbisogno secondo quanto qui di seguito indicato: 1. definizione del massimo sviluppo ipotizzabile mantenendo il trend rilevato nel periodo 1991/2011 riferito all’incremento dei nuclei famigliari; 2. definizione dello sviluppo minimo ipotizzabile considerando il trend rilevato nel periodo 1991/2011 riferito alla crescita degli abitanti; 3. definizione di un dato medio tra le previsioni 1 e 2 valutate in rapporto al fabbisogno residuo di alloggi, considerati con volume medio di 250 mc/all. Tutela dei “sistemi della Il Documento di Piano classifica i “sistemi della qualità” di Fiorano qualità” che caratterizzano A02 come “invarianti urbanistiche”, non sono quindi considerabili elementi il territorio comunale come territoriali disponibili per eventuali esigenze di nuova edificazione. “invarianti urbanistiche”. Il Documento di Piano esclude la previsione di nuove significative espansioni. Il nuovo Ambito di Trasformazione Residenziale è previsto a nord della A03 E’ previsto un solo Ambito lottizzazione “S. Fermo”, attualmente in fase di attuazione. di Trasformazione Residenziale, con dimensioni limitate. 128 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1 DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO AZIONE CONTENUTI Nei centri storici parte del patrimonio edilizio esistente risulta ancora parzialmente degradata, ed alcuni volumi sono in condizioni di degrado assoluto. Ciò mette in evidenza la possibilità di un margine di recupero abitativo nel tessuto di antica formazione, consentendo di non intervenire sul consumo di nuovo territorio per la realizzazione di unità immobiliari e di Recuperare le volumetrie non dover impegnare nuove risorse di investimento e gestione per opere disponibili nel di urbanizzazione. A04 ancora centro storico. Tale politica di recupero verrà incentivata ed affiancata da agevolazioni fiscali introdotte nel Piano delle Regole, da politiche sulla realizzazione di parcheggi privati e pubblici ed interventi sul sistema della mobilità e viabilità finalizzati a migliorare l’accessibilità al centro storico. Le norme di Piano consentiranno di individuare interventi di edilizia convenzionata nell’ambito degli interventi di riconversione e riqualificazione, all’interno dei meccanismi degli standard qualitativi. A05 Il Piano delle Regole dovrà individuare le zone del territorio ove è Recuperare i sottotetti ai possibile effettuare il recupero, senza aggravi sull’assetto paesaggistico fini abitativi. ed urbanistico del territorio. Recuperare le A06 degradate e le dismesse. La presenza di aree dismesse è individuata come una risorsa, capace di garantire, attraverso gli interventi del recupero, l’obiettivo del contenimento del consumo di suolo. E tuttavia, mentre il problema del futuro di tali aree diviene un elemento fondante dell’attività di programmazione urbanistica esso deve essere considerato ancor prima un elemento fondamentale della aree programmazione strategica e socio economica del territorio, anche aree interrogandosi sulla tipologia e il ruolo degli operatori che possono intervenire ai quali dovranno essere indicate le condizioni strategiche e di sostenibilità che potranno consentire gli interventi, nell’ambito dei principi di sussidiarietà, collaborazione, compensazione ed efficienza. Il Piano delle Regole individuerà gli ambiti di riconversione delle destinazioni urbanistiche e di riqualificazione delle aree degradate e delle aree dismesse. Promuovere interventi di Si prevede la possibilità di edificazione delle aree libere individuabili completamento in aree A07 all’interno del territorio già urbanizzato, anche mediante eventuali libere all’interno del centro interventi integrati di natura pubblico-privata. edificato. Indirizzare gli eventuali completamenti urbanizzativi verso la A08 riconversione di ambiti all’urbanizzato marginali esistente. Compatibilmente all’assetto paesaggistico, idrogeologico e ambientale del territorio il Documento di Piano indica come indirizzo per il Piano delle Regole la possibilità di individuare i futuri incrementi edificatori solo in aree di frangia debitamente circoscritte ed in grado di intervenire sulla riorganizzazione dei bordi urbani. Tali interventi dovranno essere effettuati avendo quale obiettivo di interesse generale l’utilizzo di tipologie edilizie sostenibili sia sotto il profilo architettonico sia in grado di garantire un corretto bilancio ambientale delle operazioni urbanistiche. Il DdP individua un solo Ambito di Trasformazione Residenziale, di dimensioni limitate e, per parte di esso coordinato quale incentivo per la riqualificazione di un ambito interno al centro abitato. 129 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2 POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO” AZIONE DESCRIZIONE Il Documento di Piano non prevede ulteriori espansioni insediative di natura produttiva. Il DdP non individua nessun nuovo Ambito di Trasformazione ai fini A09 Si demanda al PdR il Produttivi. compito della definizione e della localizzazione delle possibilità di completamento. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3 POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE AZIONE DESCRIZIONE Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il sistema distributivo di vicinato esistente, che viene A10 riconosciuto nel suo fondamentale ruolo urbanistico di “motore delle relazioni e della rivitalizzazione dello spazio urbano”. Il Piano dei Servizi e il Piano delle Regole prevederanno elementi di incentivazione per l’allocazione delle attività commerciali ai piani terra e forme di artigianato di servizio, anche innovativo, ai piani superiori ove compatibili. Le nuove attività commerciali di vicinato possono essere collocate all'interno del tessuto edilizio o dei singoli complessi edilizi di interesse storico ambientale solamente a condizione che gli interventi di carattere commerciale non alterino i caratteri, gli elementi connotativi e le relazioni tra le diverse parti del tessuto urbano meritevoli di conservazione e che la riattivazione funzionale di unità edilizie esistenti sia coerente con gli elementi tipologici, morfologici e strutturali del complesso edilizio da trasformare. Il Documento di Piano promuove lo sviluppo di un “progetto della creatività giovanile” per favorire forme di artigianato leggero e di professionalità nei settori terziari che presentano positive possibilità insediative nei tessuti edificati residenziali. Definire sistemi appetibili di accessibilità pedonale per favorire la fruizione L’individuazione di tali percorsi verrà dettagliata nell’adeguamento del A11 delle aree centrali in un Piano dei Servizi. contesto di valenza ambientale e a basso impatto veicolare. A12 Individuare connessioni L’individuazione delle aree di parcheggio “appetibili” ai parcheggi. nell’adeguamento del Piano dei Servizi. verrà dettagliata 130 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4 POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI AZIONE DESCRIZIONE Aggiungere un cluster di Prevedere nelle NTA le forme di intervento negoziato favorevoli “servizi qualitativi” ad all’acquisizione e alla realizzazione delle aree e delle attrezzature dei A13 integrazione dei “servizi servizi. minimi ordinari”. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5 INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE AZIONE DESCRIZIONE Previsione del nuovo collegamento tra la Via Locatelli e la Via Bombardieri, interne al Prevedere forme di intervento negoziato favorevoli all’acquisizione e alla A14 centro abitato, per realizzazione del nuovo tratto infrastrutturale. dal flusso alleggerire veicolare l’ambito urbano centrale. Riqualificare dal punto di vista ambientale gli assi A15 della mobilità territoriale ed urbana. Definizione di un sistema di accessibilità al territorio e di attraversamento che non interferisca con il sistema delle aree di centralità urbana (benefici connessi: viabilità interna più fluida, riduzione emissioni acustiche e emissioni inquinanti). AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6 STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE” AZIONE DESCRIZIONE Individuare il sistema dell’ambito fluviale quale principale sistema a Individuare l’area d’interesse paesistico-naturalistico dell’ambito fluviale A16 “parco d’interesse e valore quale parco pubblico. paesistico-naturalistico” con finalità strategiche di fruizione collettiva. Individuare l’ambito collinare-montano quale Nel Piano delle Regole verrà individuata la specifica normativa con ambito di fruizione riferimento ai meccanismi di perequazione e compensazione per la A17 paesistico-ambientale, realizzazione di percorsi fruibili. rafforzando i sistemi di accessibilità, percorribilità e penetrazione. 131 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7 POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO AZIONE DESCRIZIONE Mantenere le realtà agricole locali, favorendone lo sviluppo in A18 forme compatibili con la rilevanza ambientale e paesistica dei luoghi. Il Documento di Piano non prevede e aree da destinare all’attività agricola in senso fortemente imprenditoriale, con ampi margini di modificazione del quadro paesistico. Il Piano delle Regole tuttavia definirà specifici e adeguati riferimenti normativi per le esigenze di infrastrutturazione e di utilizzazione dei suoli a nuove modalità e tecnologie di conduzione dell’attività agricola che possano determinare situazioni problematiche dal punto di vista paesistico ed ambientale. Promuovere forme innovative di attività connesse quella agricola che possano contribuire al della Nel Piano delle Regole verranno individuati i criteri di incentivazione per miglioramento redditività delle aziende, favorire interventi di imprenditorialità agricola ad elevato livello A19 rilanciando il ruolo del tecnologico purché compatibili con il contesto ambientale e paesistico. territorio sotto il profilo dell’economia rurale compatibile e dell’innovazione. Salvaguardare le attività presenti e i loro valori Nel Piano delle Regole verranno individuati incentivi per gli interventi che A20 ambientali, anche con consentano la realizzazione di percorsi ambientali e paesistici connessi attenzione alle presenze alla fruibilità del territorio agricolo e alle attività agrituristiche. agrituristiche. 132 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE AZIONE DESCRIZIONE Tutelare e valorizzare le presenze storicopaesistiche ed A21 architettonico-ambientali (luoghi di culto, della storia e della natura). Il Piano delle Regole conterrà la regolamentazione finalizzata alla tutela e alla valorizzazione del Centro Storico e degli ambiti di interesse storicoarchitettonico e sarà corredato da un elenco degli elementi da valorizzare. Definire le classi di sensibilità paesistica del territorio, al fine di tutelare e valorizzare la A22 componente del paesaggio anche attraverso la tutela e la riqualificazione dei percorsi di interesse paesaggistico. Il PGT rappresenta uno strumento di maggiore definizione paesistica, imponendo al regime dei suoli trattati una disciplina volta alla specifica tutela e valorizzazione del paesaggio locale. Il Piano delle Regole detta le Norme di indirizzo ai fini della tutela del paesaggio. Per tutela del paesaggio oggi si intende il governo delle sue trasformazioni dovute all’intervento dell’uomo o agli eventi naturali, ivi compreso il progressivo decadimento delle componenti antropiche e biotiche del territorio causato dal trascorrere del tempo e dall’abbandono degli usi e delle pratiche che lo avevano determinato. La tutela del paesaggio si attua non solo attraverso la tutela e qualificazione del singolo bene, ma anche mediante la tutela e qualificazione del suo contesto, inteso come spazio necessario alla sua “sopravvivenza”, identificabilità e leggibilità. La tutela e la qualificazione dovranno quindi esprimersi in forme diverse, in rapporto ai caratteri della trasformazione proposta ed in relazione al “grado” di sensibilità del paesaggio. I principali “percorsi di valenza paesistica e/o elevata potenzialità fruitiva” vengono dichiarati di interesse pubblico ai fini della loro possibile utilizzazione, in convenzione o tramite acquisizione dal parte del Comune, per la realizzazione di percorsi ecologico ambientali, sentieri pedonali e ciclabili, da destinarsi all’uso pubblico. Tali percorsi non possono essere oggetto di modificazione né possono essere occupati da costruzioni. Le fasce prospettiche indicate dai vettori visuali devono essere mantenute libere da ostacoli visivi al fine di mantenere complessivamente visibile il sito di riferimento e gli elementi emergenti di valore paesaggistico. Tutelare gli ambiti di elevata naturalità, in particolare sistemare e A23 valorizzare le fasce laterali del reticolo idrico, dell’asta fluviale e del canale. E’ prevista una specifica normativa in merito alle tipologie di interventi ammessi in queste fasce (Piano delle Regole). Gli interventi devono comunque garantire il mantenimento e/o il ripristino della vegetazione spontanea e la conservazione degli elementi della biodiversità. Lungo le fasce viene incentivata la realizzazione di percorsi fruibili. Favorire la creazione di un sistema continuo di aree verdi mediante la A24 definizione e potenziamento della rete ecologica comunale. Il Documento di Piano individua i corridoi ecologici necessari per la connessione con gli ambiti di elevata naturalità e disciplina la salvaguardia dei varchi non edificati per la realizzazione di corridoi ecologici e per il recupero degli elementi di connessione delle aree agricole attraverso l’impiego di misure agro-ambientali. 133 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE AZIONE Tutelare gli A25 valenza ambientale. DESCRIZIONE Il Documento di Piano individua delle “Aree di salvaguardia degli ambiti e dei versanti boscati di valenza paesistico ambientale”. In queste aree è vietata qualsiasi trasformazione dell'assetto boschivo. ambiti di In particolare vanno salvaguardate la posizione, la consistenza e la paesistico- configurazione delle macchie boschive caratterizzate dalla presenza delle essenze caratterizzanti la varietà del bosco. In tali zone vengono ammesse unicamente le opere ed i normali lavori di coltura silvicola, connessa alle attività di mantenimento e potenziamento delle componenti arboree in un quadro di economia forestale. AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9 PROMOZIONE ED ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI ED IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI AZIONE DESCRIZIONE Definire una regolamentazione energetica degli edifici A26 nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. Il nuovo PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce nelle Nome Tecniche di Attuazione del Documento di Piano e del Piano delle Regole una regolamentazione circa il fabbisogno energetico degli edifici, legandone il rendimento ad incentivi economici e urbanistici. Definire una regolamentazione di contenimento dei consumi A27 idrici degli edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. Il nuovo PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce nelle Nome Tecniche di attuazione del Documento di Piano e del Piano delle Regole una regolamentazione di contenimento e razionalizzazione dei consumi idrici. Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o Il Piano delle Regole prevede incentivi per favorire la diffusione delle A28 di combustibili a basso energie rinnovabili sul territorio comunale. impatto ambientale. Promuovere la salubrità complessiva del sito e dell’ambiente urbano nel A29 quale è collocato l’insediamento residenziale/produttivo. La salubrità complessiva dell’edificio, ma anche la salubrità del sito e dell’ambiente urbano, devono essere perseguiti sia mediante la limitazione delle emissioni e della formazione di situazioni inquinanti, ma anche attraverso l’uso di materiali e tecniche costruttive adeguate. Il Piano delle Regole prevede opportune prescrizioni e regolamentazioni da attuare ai fini della salvaguardia ambientale e del risparmio di risorse. Per il settore produttivo vengono previsti: sistemi di abbattimento per i fumi, trattamento delle acque reflue e loro convogliamento in fognatura, riciclo delle acque dai processi produttivi, corretta progettazione dell’inserimento paesistico dell’intervento e previsione di schermature con siepi ed alberature delle zone più impattanti. Per i nuovi edifici di carattere residenziali il Regolamento Urbanistico richiede di predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini e per gli scarichi igienici. Prevedere l’effettuazione di preventivi studi geotecnici e geognostici per gli interventi di Il DdP prevede la progressiva messa in sicurezza di tutti gli ambiti soggetti a rischi di frana. La disciplina del Piano delle Regole dovrà individuare i livelli di approfondimento degli studi geognostici e geotecnici preliminari ed ogni A30 134 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9 PROMOZIONE ED ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI ED IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI AZIONE trasformazione edilizia e urbanistica nelle aree con presenza di rischio o vulnerabilità limitata. DESCRIZIONE tipo di edificazione d’intervento sul territorio. 135 11 – CONTENUTI 136 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 11.1. I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA In considerazione di quanto emerso nelle valutazioni dei precedenti capitoli e degli elementi della proposta del Documento di Piano, la presente parte del Rapporto Ambientale, prevede: • la valutazione dei sistemi ambientali e delle relative dinamiche in atto nel territorio comunale di Fiorano al Serio, secondo le analisi sintetizzate nella tabella di valutazione finale in riferimento alle azioni previste dal Documento di Piano, oggetto del presente Rapporto; • l’individuazione della “coerenza esterna” delle scelte del DdP in rapporto ai sistemi territoriali di riferimento ed in particolare al PTCP della Provincia di Bergamo, inteso anche quale strumento di maggior dettaglio del PTPR della Regione Lombardia, e alle linee e agli indirizzi del PTR della Lombardia; • l’esame della “coerenza interna” tra gli obiettivi generali e specifici individuati dal DdP e le conseguenti azioni declinate dal medesimo in rapporto soprattutto agli aspetti inerenti le tematiche di ordine ambientale e paesistico; • la valutazione di sintesi degli effetti sull’ambiente delle azioni strategiche previste nella proposta di Documento di Piano, avendo come riferimento principale i criteri di sostenibilità individuati dalla Commissione Europea (Manuale U.E.), che si assumono come elementi fondanti della verifica di sostenibilità del DdP rispetto allo sviluppo del territorio di Fiorano al Serio; • l’identificazione degli elementi che si caratterizzano come alternative all’attuale quadro della programmazione urbanistica al fine di valutarne gli elementi di positività o negatività e quindi di individuare la necessità/opportunità di mettere in atto eventuali politiche correttive; • la definizione di un Piano di monitoraggio da attuare per garantire la corretta efficacia delle azioni di Piano, individuando opportuni indicatori mirati a definire le positività del processo di attuazione del PGT o le ripercussioni dei Programmi dei processi e azioni previste sul sistema ambientale generale. 137 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 12 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna 138 12.1. LA COERENZA ESTERNA Nell’ambito del processo decisionale del DdP deve essere verificata la coerenza esterna, che consiste nell’individuare e a mettere in luce gli eventuali elementi contraddittori, rispetto alle politiche di altri livelli di governo e al quadro pianificatorio e programmatorio sovraordinato di riferimento. Per garantire la coerenza del PGT con la pianificazione sovraordinata, sono stati analizzati i contenuti degli altri pertinenti Piani con riferimento agli obiettivi di sostenibilità ambientale ed è stata valutata la coerenza delle strategie e azioni del PGT con tali contenuti, esprimendo un giudizio di coerenza esterna secondo la seguente scala: NO = contrasto - = indifferenza SI’ = coerenza La pianificazione analizzata è la seguente: • Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica – Obiettivi di Sostenibilità Manuale U.E.; • PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Bergamo (anche quale strumento di maggior dettaglio del PTPR - Piano Territoriale Paesistico Regionale della Regione Lombardia; • Proposta di PTR (Piano Territoriale Regionale) della Regione Lombardia. L'analisi di coerenza esterna è sintetizzata nei quadri sinottici seguenti, che verificano la corrispondenza tra gli obiettivi generali del DdP e gli obiettivi di sostenibilità generale della pianificazione analizzata. Come si può osservare dalla lettura delle tabelle, si rileva un buon livello di coerenza esterna del PGT, in termini di strategie e obiettivi di riferimento. 139 1-Ridurre al minimo l’impiego energetiche non rinnovabili delle 5-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche Assicurare un’adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai servizi per tutte le tipologie di utenze. Promuovere la qualità ambientale (riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico) e la fruizione in sicurezza dell’ambiente urbano. Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità alle aree di verde pubblico. 2-Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione 3-Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosiinquinanti 4-Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato per trattenere maggiormente all’interno del territorio la domanda commerciale dei residenti, soprattutto per quanto concerne il settore alimentare e degli elementi di prima necessità e per la formazione di condizioni di maggiore attrattività a i fini della rivitalizzazione del Centro Storico. risorse Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti da possibili interventi di riconversione. Criteri di sostenibilità manageriale Minimizzare il consumo di suolo. Obiettivi generali del Documento di Piano Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della popolazione, valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa ottimale” della Comunità. COERENZA CON I CRITERI PER LA SOSTENIBILITA’ DEL MANUALE UE SI’ SI’ SI’ - - SI’ SI’ - SI’ - Tematica non presente nel Comune di Fiorano - SI’ - SI’ SI’ SI’ - SI’ SI’ 140 Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della popolazione, valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa ottimale” della Comunità. Minimizzare il consumo di suolo. Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti da possibili interventi di riconversione. Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato per trattenere maggiormente all’interno del territorio la domanda commerciale dei residenti, soprattutto per quanto concerne il settore alimentare e degli elementi di prima necessità e per la formazione di condizioni di maggiore attrattività a i fini della rivitalizzazione del Centro Storico. Assicurare un’adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai servizi per tutte le tipologie di utenze. Promuovere la qualità ambientale (riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico) e la fruizione in sicurezza dell’ambiente urbano. Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità alle aree di verde pubblico. Obiettivi generali del Documento di Piano Criteri di sostenibilità manageriale 6-Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali. SI’ SI’ - SI’ SI’ - 7-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale. - SI’ - SI’ SI’ SI’ 8-Protezione dell’atmosfera. - SI’ -- SI’ SI’ 9-Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione. elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione 10-Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile. elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione 141 5-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche Tutela del suolo e delle acque. 2-Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione 3-Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosiinquinanti 4-Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul territorio comunale risorse Indirizzare gli interventi di riqualificazione edilizia ed urbanistica verso risultati di reale e positiva sostenibilità (minimizzazione fabbisogno di energia e minimizzazione consumi idrici). delle Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone la capacità di autodepurazione. 1-Ridurre al minimo l’impiego energetiche non rinnovabili Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio. Criteri di sostenibilità manageriale Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul territorio. Obiettivi generali del Documento di Piano - - SI’ SI’ SI’ - - - SI’ SI’ SI’ - Tematica non presente nel Comune di Fiorano - SI’ SI’ - SI’ SI’ - SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ 142 Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul territorio. Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio. Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone la capacità di autodepurazione. Indirizzare gli interventi di riqualificazione edilizia ed urbanistica verso risultati di reale e positiva sostenibilità (minimizzazione fabbisogno di energia e minimizzazione consumi idrici). Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul territorio comunale. Tutela del suolo e delle acque. 6-Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali. SI’ SI’ - SI’ - - 7-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale. SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ - SI’ SI’ - SI’ - Obiettivi generali del Documento di Piano Criteri di sostenibilità manageriale 8-Protezione dell’atmosfera. 9-Sensibilizzare alle problematiche sviluppare l’istruzione e la formazione. ambientali, 10-Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile. elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione 143 12.2. VERIFICA DI COMPATIBILITA’ CON IL PTCP E IL PTPR La questione del rapporto tra il “Documento di Piano” e la verifica che su tale documento – e più in generale sul PGT nel suo complesso – deve effettuarsi per l’accertamento della compatibilità con il PTCP della Provincia, viene trattata in questo Rapporto solo con riferimento alle questioni inerenti i contenuti della Valutazione Ambientale Strategica. In questo senso va affermato che la verifica di compatibilità non viene assunta dal presente Documento come momento di controllo finale degli esiti di controllo e progettuali del PGT ma parte dalla preventiva assunzione dei contenuti e degli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia, e dalla necessità di verificare non solo la coerenza del PGT con tutti gli elementi aventi valore prescrittivo e prevalente ma anche la situazione dei contenuti del PGT che possono avere rilevanza nel disegno territoriale e che devono essere considerati come elementi coordinati con il disegno più generale dell’area vasta, verificando la coerenza con l’indirizzo del dettato dell’art. 18 della l.r. 12/2005 ove è previsto che “le valutazioni di compatibilità rispetto al PTCP…concernono l’accertamento dell’idoneità dell’atto…ad assicurare il conseguimento degli obbiettivi fissati nel piano, salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti”. La verifica di compatibilità con il PTCP assicura anche la coerenza con il PTPR del quale il PTCP costituisce strumento di maggiori dettagli per i contenuti in materia ambientale e paesistica. Nel prospetto che segue, sono individuati i contenuti della Relazione e/o delle Norme di Attuazione (NdA) del PTCP che riguardano le tematiche inerenti gli sviluppi insediativi e gli elementi di salvaguardia ambientale e paesistica aventi rilevanza sulla pianificazione locale. LEGENDA: • NdA Art. 00 c 00 : Norme di Attuazione del PTCP e relativo articolo e comma di riferimento • R-000 : Relazione Generale del PTCP e pagina di riferimento • A01-A02, ecc…: Azioni di Piano di riferimento per la verifica di coerenza con il PTCP • Contenuti del PTCP che non interessano le previsioni del DdP 144 Contenuto Rif. NdA o Relazione Definizione interventi di rilevanza sovracomunale. Sottopone a PAIS e Tavoli interistituzionali preventivi i servizi con bacino doppio rispetto a capacità teorica e comunque sopra i 5.000 abitanti; insediamenti produttivi con Sf maggiore a 250.000 mq; commercio con sup. lorda vendita maggiore a 10.000 mq I Piani comunali dovranno rilevare la compatibilità delle generazioni di traffico dovuta ai pesi insediativi esistenti e programmati I Piani comunali danno indicazioni per il contenimento delle trasformazioni e dei consumi di suolo per espansioni e trasformazioni urbane Determinazione dei fabbisogni insediativi avendo riguardo al minor consumo di territorio possibile I comuni determinano i fabbisogni residenziali anche considerando i fenomeni migratori determinati dalla attività produttive con particolare riferimento ai soggetti di provenienza extra comunitaria Principi generali per il dimensionamento dei fabbisogni insediativi Indicazioni sul contenimento del suolo agricolo attraverso la gradazione dei “valori” Indirizzi per gli incrementi residenziali: recupero patrimonio esistente, nuovi impianti con adeguata capacità insediativa per minimizzare il consumo di suolo agricolo, priorità al recupero (quindi completamento nelle aree interstiziali e di frangia per rendere più compatto e funzionale il sistema dei centri urbani esistenti) Piano di settore sul commercio con individuazione delle aree idonee per la localizzazione di nuovi insediamenti Ambiti urbani caratterizzati da fenomeni di dissesto: criteri di ammissibilità degli interventi Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o trasformazioni urbane per aree di particolare valore paesistico e naturalistico Localizzazione di interventi in zone collinari e montane in aree che interessino zone di completamento delle frange urbane, ambiti agrari già dismessi o aree agricole di marginalità produttiva Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o trasformazioni urbane per le aree agricole Localizzazione di servizi nelle aree verdi della pianificazione comunale con valenza paesistica I Piani comunali dovranno di norma non consentire insediamenti urbanizzativi con sviluppo parallelo ai tracciati della viabilità principale Individuazione aree logistiche intermodali per il trasporto delle merci Localizzazione di nodi interscambio (tav E3) con previsione nei piani comunali di spazi, per parcheggi e per servizi Articolazione del sistema insediativo in quattro componenti fondamentali (insediamenti di centralità, centri urbani, aggregati e nuclei, beni storico-architettonici isolati) rispetto ai quali definire interventi di carattere e valenza sovracomunale Localizzazione di attrezzature, servizi e opere di urbanizzazione secondaria nelle aree agricole Aree di primo riferimento per la pianificazione locale come indicazioni di ambiti meno problematici ai fini della trasformazione urbanistica Azioni previste dal DdP Art 79 c 4 A14-A15 Art 92 c1 A03-A07-A08 Art 93 c1 A03-A07-A08 R 158 A01-A02A18-A19-A20 R 160 A01-A03A04-A05A06-A07-A08 Artt 54 -57 A21-A22A23-A25 Art 67 A22-A23A24-A25 145 Aree agricole oggetto di trasformazione. Il Piano comunale deve dare dimostrazione che le aree non devono avere avuto aiuti comunitari per almeno dieci anni Direttive sugli insediamenti produttivi per i Piani comunali: utilizzo di aree produttive già previste, evitare disseminazione nel territorio di aree e complessi isolati, incrementare accessibilità agli impianti produttivi Localizzazione insediamenti produttivi di livello provinciale e classificazione Localizzazione delle aree produttive in modo da contenere gli spostamenti dei pendolari e di massimizzare l’utilizzo del trasporto pubblico Individuazione delle attrezzature sovracomunali e di interesse provinciale (tav.E4) Individuazione elementi di coordinamento sul territorio: 1) aree meno sensibili, più opportune per interventi insediativi 2) indirizzi per la gestione della forma urbana e l’organizzazione territoriale degli insediamenti 3) gerarchia dei valori ambientali e paesistici e della funzione delle aree inedificate 4) le invarianti che pongono limiti all’occupazione dei suoli Indirizzi per orientare i Comuni nella definizione degli ambiti di sviluppo della forma urbana Criteri favorevoli per la localizzazione degli insediamenti: accessibilità, valenze storico-culturali, adiacenza a centri e servizi interurbani, adiacenza a sistemi produttivi, ecc. Individuazione delle aree con fenomeni urbanizzativi in atto (tav E 2.2) e aree di primo riferimento per la pianificazione locale (tav E4), anche come aree atte a garantire un adeguato rapporto tra insediamenti e salvaguardia suoli agricoli Orientamento dei piani comunali verso il compattamento della forma urbana Evitare il consumo di suolo agricolo nelle zone già oggetto di investimenti pubblici di irrigazione o bonifica, in quelle con suoli di elevata qualità e/o produttività, in quelle con testimonianza delle antiche organizzazioni agricole Recupero a scopo di residenza e ricettività turistica degli agglomerati rurali esistenti di antica formazione con caratteristiche apprezzabili di edilizia spontanea Definizione della rete delle centralità in relazione ai servizi. Classificazione dei servizi in differenti livelli; creare condizioni che garantiscano un adeguato grado di equipotenzialità tra situazioni di presenza di servizi e di accessibilità agli stessi; politiche prioritarie della provincia Criteri per verifiche di compatibilità nelle aree di criticità in ambito di pianura Verifiche di congruenza in aree interessate da SIC o ZPS Aree con fenomeni urbanizzativi in atto o previsti. In queste aree, in immediato rapporto con i contesti urbani, orientare le trasformazioni alla riqualificazione e ricomposizione delle zone di frangia degli insediamenti. Previsione di adeguato inserimento paesistico e ambientale, anche tramite previsioni di impianti arborei e arbustivi. Creazione di reti ecologiche e di collegamento con aree verdi e reti ecologiche esistenti. Mantenimento dei varchi e degli spazi liberi interurbani per continuità dei corridoi ecologici Ambiti di valorizzazione, riqualificazione e progettazione paesistica, nei quali realizzare un sistema di aree e ambiti di continuità del Art 94 c 2 A09 R 156 A02-A22A23-A24-A25 R157 A21 R 172-174 A13 Art 62 A03-A07A08-A23-A24 Art 65, art 72 c 7 A23-A24 Art 66 A16-A17-A21 146 verde. Individuazione di elementi di caratterizzazione dei progetti edilizi. Indicazioni per insediamenti rurali ed elementi di interesse storico Percorsi di fruizione paesistica. Curare che nuove previsioni insediative non compromettano le condizioni di visibilità dai punti e dai percorsi panoramici Indicazioni rispetto a interventi nei Centri Storici, con promozione integrazione delle funzioni Espansioni e trasformazioni come elementi di riqualificazione e ricomposizione dei fronti e delle frange urbane, anche tramite riequipaggiamento arboreo e arbustivo I Comuni dovranno pianificare gli insediamenti produttivi tenendo conto di esigenze di compattezza del disegno organizzativo e insediativo e del massimo riutilizzo dei complessi esistenti disponibili o da riqualificare Indicazioni sulle mitigazioni per insediamenti commerciali, con particolare riferimento all’accessibilità, alle ricadute sulla viabilità, alle dotazioni di parcheggi e all’inquinamento e alle altre ricadute sugli abitati vicini Sintesi degli indirizzi per la compatibilità territoriale degli insediamenti commerciali: impatto territoriale, sistema viario, trasporti, ambiente e paesaggio Artt 68 - 69 A18-A19-A20 Art 70 c 2 (lett c) art 72 c 2 A22-A23 Art 91 A13 Art 97 A09 147 12.3. VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR PRINCIPALI ELEMENTI DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE INERENTI LA VERIFICA DI COERENZA ESTERNA DEL DdP PRINCIPALI INDIRIZZI DEL PTR Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione: - in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente - nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai servizi), nell’uso delle risorse e nella produzione di energia, nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso: - la promozione della qualità architettonica degli interventi - la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici - il recupero delle aree degradate - la riqualificazione dei quartieri di ERP - l’integrazione funzionale - il riequilibrio tra aree marginali e centrali - la promozione di processi partecipativi Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il ricorso all’utilizzo di suolo libero Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricoli e forestali come elementi di ricomposizione paesaggistica di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climateriaranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata AZIONI DEL DdP A26-A27-A28-A29-A30 A06-A08-A26-A27-A28-A29 A13 A04-A06-A07 A26-A27-A28-A29 A23-A30 A22-A23-A25 A06-A26-A27-A28-A29 A16-A17-A24 148 Valorizzare, in forma integrata, il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastruttuale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio A22-A25 A26-A27-A28-A29 A20-A21-A22 149 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 13 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna 150 13.1. VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP Nel Documento di Scoping si era indicato come criterio preliminare la necessità che la VAS, tenendo conto del quadro delle criticità, valutasse preliminarmente una serie di interrogativi preliminari a cui si è ritenuto necessario che il Rapporto Ambientale, nella sua componente valutativa, desse una prima generale risposta. Tali quesiti, alcuni di natura strategica, sono riferiti a considerazioni di carattere generale e a rapporti che legano il PGT con gli strumenti di pianificazione sovraordinata, altri attengono in modo più diretto, al Piano, tanto nella sua dimensione urbana che territoriale e fanno riferimento ai temi della sostenibilità. In quanto al primo quesito, si può affermare che la strategia di sviluppo perseguita dal DdP riguarda non già uno sviluppo inteso come crescita edilizia ed espansione urbanizzativa, ma uno sviluppo considerato come crescita della qualità dell’esistente, come valorizzazione dei caratteri architettonici, urbanistici e paesistico ambientali, come incremento della potenzialità di erogazione di servizi e quindi complessivamente come crescita della qualità della vita. La coerenza del PGT con le strategie di sviluppo delineate dai documenti di pianificazione sovraordinati è già stata ampiamente trattata nell’ambito della valutazione di “Coerenza Esterna” e il rapporto con i piani dei comuni contermini può considerarsi positivo in quanto le previsioni del DdP non determinano alcun tipo di ricaduta negativa o di contrasto con la pianificazione locale al contorno. Gli altri quesiti preliminari trovano risposta positiva relativamente agli aspetti sui quali il DdP, e più in generale la Disciplina Urbanistica, possono oggettivamente e operativamente incidere (tali quesiti sono individuati in colore verde). Trovano altresì risposta positiva, ma nei termini dell’attenzione e dei contenuti di indirizzo agli strumenti operativi che dovranno essere definiti nella fase successiva all’approvazione del PGT (pianificazione attuativa, regolamento edilizio, discipline di settore e tecnologiche, ecc…), tutti gli altri quesiti che non attengono strettamente materie direttamente disciplinabili dal DdP e/o dalla sola Disciplina Urbanistica (tali quesiti sono individuati in colore viola). Gli interrogativi preliminari individuati nel Documento di Scoping sono qui di seguito elencati ed evidenziati: 1. Il PGT quale strategia di sviluppo e quale ruolo prefigura per il Comune; 2. Il PGT è coerente con le strategie di sviluppo delineate dagli strumenti di pianificazione sovraordinati? E in quale rapporto si pone con i piani dei Comuni contermini? 3. Il Piano considera in modo adeguato le criticità locali? 4. Il Piano tiene conto dei valori ambientali dei luoghi, della biodiversità e delle condizioni di biopermeabilità del territorio? 5. Il Piano evita lo spreco di terreno agricolo pregiato? 151 6. Il Piano tutela e valorizza le risorse agro – silvo - pastorali anche nella loro nuova funzione ambientale e paesaggistica? 7. Il Piano tutela e valorizza il paesaggio e i beni culturali? 8. Il Piano tiene conto dell’assetto idraulico e delle modificazioni del ciclo integrato delle acque? 9. Il Piano contribuisce a ridurre la pericolosità ambientale e l’esposizione al rischio? 10. Il Piano propone interventi che migliorano le condizioni di accessibilità del territorio e della sua funzione? 11. Il Piano fa quanto gli compete per limitare il consumo di energia e di materie prime non rinnovabili? 12. Il Piano riduce il rischio (le cause) dell’inquinamento locale migliorando la salute dei cittadini? 13. Il Piano migliora le condizioni di vivibilità del tessuto edificato del capoluogo e delle frazioni? 14. Il Piano migliora l’accesso agli spazi pubblici e ai servizi di uso quotidiano? 15. Le scelte del Piano sono realisticamente realizzabili? 16. Il Piano prevede forme di “adeguamento” delle sue previsioni all’evoluzione dei fenomeni territoriali? 152 13.2. LA COERENZA INTERNA Nella fase di consolidamento delle alternative del PGT, l'analisi di coerenza interna ha lo scopo di rendere trasparente e leggibile in tutti i suoi aspetti il Documento di Piano. A tal fine, occorre che sia esplicito e riconoscibile il legame fra gli obiettivi specifici e le azioni di piano proposte per conseguirli e soprattutto che tale relazione sia coerente. Le principali relazioni che devono essere verificate sono: • ad ogni obiettivo generale deve corrispondere almeno un obiettivo specifico (e ciò è gia stato verificato nel capitolo inerente il DdP); • per ogni obiettivo specifico deve essere identificata almeno un’azione in grado di raggiungerlo. Qualora si riscontrasse la mancanza di coerenza interna, sarebbe necessario ripercorrere alcuni passi del DdP, ristrutturando il sistema degli obiettivi e ricostruendo il legame fra le azioni costituenti le alternative di piano e gli obiettivi. La relazione fra obiettivi e azioni risulta sostanzialmente verificata, anche se alcuni degli obiettivi proposti trovano sviluppo in ambiti diversi dagli interventi di competenza specifica del Documento di Piano che è l’oggetto specifico della VAS. Come si può rilevare dall’analisi dei quadri sinottici che seguono, si osserva un positivo livello di coerenza interna al PGT. 153 Obiettivo specifico A01 A02 A03 A04 A05 A06 A07 A08 A09 A10 A11 A12 A13 A14 A15 Opzione di crescita residenziale contenuta rispetto alle potenzialità che il territorio può presentare. Creare condizioni abitative in termini qualitativi e quantitativi adeguate per le classi sociali presenti, in modo da soddisfare la domanda determinata dalla crescita prevista di nuove famiglie. - Contenere le quote di nuovi suoli da destinare a residenza. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Intervenire per il recupero e la riqualificazione urbana del patrimonio esistente. - - - Utilizzare prioritariamente gli spazi interstiziali al tessuto già urbanizzato nelle zone di frangia. - - - - - - -Garantire gli attuali livelli di occupazione per gli addetti/attivi nel territorio. -Limitare le riconversioni al minimo indispensabile per garantire un assetto urbano caratterizzato da mix funzionale. - - - - - - - - Tutelare le funzioni di vicinato a livello commerciale (piccola e media distribuzione). - - - - - - - - - Migliorare l’accessibilità all’ambito di centralità urbana dove risiede la maggior parte del sistema distributivo di vicinato. - - - - - - - - - - Integrare i servizi pubblici o di interesse pubblico (parcheggi, aree per attrezzature scolastiche, sport, tempo libero). - - - - - - - - - - - - Riorganizzare i flussi della mobilità in un sistema gerarchico ben strutturato. - - - - - - - - - - - - - 154 Obiettivo specifico A16 A17 A18 A19 A20 A21 A22 A23 A24 A25 A26 A27 A28 A29 A30 Integrare, razionalizzare e valorizzare il verde fruibile e i grandi parchi. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Assicurare la possibilità operativa alle attività agricole presenti nel territorio, con forte attenzione alle presenze agrituristiche. - - Rafforzare l’identità dei siti e dei luoghi urbani e potenziare le opportunità culturali e di fruizione per gli abitanti. - - - - - Tutelare tutte le componenti morfologiche, simboliche, ambientali e percettive che contribuiscono alla definizione del paesaggio locale. - - - - - - Conservare ed incrementare la biodiversità. - - - - - - - - Contenere i consumi energetici e ridurre gli impatti ambientali degli edifici residenziali/produttivi. - - - - - - - - - - Contenere i consumi idrici e ridurre gli impatti ambientali degli edifici residenziali/produttivi. - - - - - - - - - - - Eliminare i carichi indotti sull’ambiente esterno dall’attività di costruzione edilizia e dall’utilizzo e gestione dei fabbricati. - - - - - - - - - - - - Garantire la non utilizzazione dei suoli in ogni ambito a rischio elevato di pericolosità e/ o vulnerabilità. - - - - - - - - - - - - Salvaguardare i valori ambientali biologici e naturalistici. - - 155 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 14 – LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI E DELLE AZIONI DI PIANO 156 14.1. LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’ Nel presente paragrafo si procede alla Valutazione Ambientale delle Azioni di Piano precedentemente individuate. Per quanto riguarda il Comune di Fiorano al Serio, la scelta delle Azioni e degli Interventi di Piano si è sviluppata essenzialmente mirando al soddisfacimento delle esigenze della popolazione residente, compatibilmente con gli indirizzi politici e gli obiettivi della pubblica amministrazione. Durante il percorso di definizione di tali Azioni sono stati presi in considerazione diversi criteri che mirano essenzialmente alla minimizzazione del consumo di suolo ed alla sostenibilità ambientale delle scelte effettuate. Le Azioni previste dal Documento di Piano hanno quindi già per loro natura effetti sostanzialmente positivi rispetto ai criteri di sostenibilità presi in esame. La valutazione ambientale del Documento di Piano del Comune di Fiorano al Serio si basa sulla valutazione della compatibilità delle scelte previste dal DdP con criteri di sostenibilità da applicarsi al territorio comunale. Tali criteri sono stati definiti sulla base degli obiettivi di sostenibilità identificati dalla Commissione Europea (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea” - Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile, agosto 1998), che sono stati interpretati e contestualizzati in modo flessibile all’interno della realtà territoriale esaminata. CRITERI DI SOSTENIBILITA’ – MANUALE UE 01 Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili. 02 Impiegare le risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione. 03 Usare e gestire in maniera corretta le sostanze e i rifiuti pericolosi ed inquinanti. 04 Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatica, degli habitat e dei paesaggi. 05 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche. 06 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali. 07 Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale. 08 Proteggere l’atmosfera. 09 Sensibilizzare alle problematiche ambientali e sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. 10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile. 157 La seguente tabella individua, con una breve descrizione, l’articolazione che si intende dare a ciascun criterio in rapporto agli obiettivi e degli indirizzi assunti rispetto alla realtà territoriale del comune di Fiorano al Serio. CRITERI DI SOSTENIBILITA’ DESCRIZIONE Il criterio in esame è connesso in particolare alla compatibilità di un determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto ad Compatibilità territoriale in elementi di qualità e/o sensibilità che caratterizzano l’area in oggetto: relazione ai vincoli ambientali e fasce di rispetto dei corsi d’acqua superficiali e delle sorgenti, aree a alla geologia del territorio. parco, presenza di zone a bosco, elementi vulnerabili particolari, presenza di elementi geologici di particolare rilevanza, ecc. Minimizzazione del consumo di suolo. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. In contesti urbanizzati, il suolo rappresenta una risorsa ancora più pregiata, in considerazione della sua scarsità e dei benefici che esso arreca nelle aree urbane (disponibilità di aree libere per la fruizione e per il riequilibrio ecologico, influenza sul microclima, ecc.) Contenimento emissioni in atmosfera. L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Gli effetti nocivi di determinati inquinanti sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera e ai loro tempi di permanenza in essa. Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi idrici. Il principio cui attenersi è la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo qualitativo e quantitativo e la riqualificazione delle risorse già degradate. Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attività umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato qualitativo e quantitativo delle risorse idriche (scarichi acque reflue, uso di fertilizzanti e prodotti nocivi, approvvigionamento idrico, derivazioni superficiali e sotterranee, ecc.). Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso delle risorse energetiche non rinnovabili (combustibili fossili, ecc.), rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. La produzione energetica è strettamente associata alla qualità dell’aria, che subisce modificazioni di stato dalle emissioni derivanti dal traffico veicolare e dalle attività industriali. Le modalità di produzione e consumo di energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane. 158 CRITERI DI SOSTENIBILITA’ DESCRIZIONE Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l‘utilizzo di materie che producano l’impatto ambientale meno dannoso possibile e la minima produzione di rifiuti grazie a sistemi di progettazione dei processi, di gestione dei rifiuti e riduzione dell’inquinamento. La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Contenimento della produzione Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato di rifiuti. che vanno sempre più crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’ aumento del reddito. I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi. Contenimento dell’inquinamento acustico. Lo scopo è quello di mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente locale. Il rumore è uno dai fattori caratterizzanti la qualità dell’ambiente locale, insieme a qualità dell’aria, presenza di inquinamento elettromagnetico, impatto visivo, ecc. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, cui si aggiungono le attività artigianali e industriali. Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici. Il criterio in oggetto è connesso in particolare alla compatibilità di un determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto alle infrastrutture per la mobilità. Si tratta di stimare l’impatto di generazione di spostamenti, di verificare l’adeguatezza delle infrastrutture presenti anche per i modi di spostamento sostenibili. Per quanto riguarda la compatibilità con i servizi tecnologici viene valutato il peso, in termini di capacità aggiuntiva, che l’intervento può avere sulle reti di acquedotto, fognatura, metano e distribuzione energia elettrica esistenti. 159 CRITERI DI SOSTENIBILITA’ Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici. DESCRIZIONE La presenza di aree verdi è sicuramente un elemento di qualità, sia perché offre spazi ricreativi, educativi, per le relazioni sociali e, esteticamente, contribuisce a dare della città un’immagine di maggiore vivibilità, sia perché offre benefici di carattere ecologico: miglioramento del clima urbano, assorbimento degli inquinanti atmosferici, riduzione dei livelli di rumore, l’attenuazione della luce eccessiva, stabilizzazione dei suoli e riduzione dell’erosione. Inoltre il verde urbano contribuisce ad arricchire la biodiversità nelle città, in quanto fornisce l’habitat per molte specie animali e vegetali. Il principio fondamentale è mantenere ed arricchire le riserve e la qualità delle risorse del patrimonio naturale, affinché le generazioni presenti e future possano goderne e trarne beneficio. La tutela degli ambiti paesistici è connessa con l’obiettivo di tutelare il suolo libero e di valorizzare le aree libere. L’obiettivo è raggiungere un equilibrato rapporto tra aree edificate e aree libere, e garantire la conservazione delle aree di maggiore pregio naturalistico in modo che ne possano godere le generazioni presenti e future. Il criterio è inoltre correlato a mantenere e migliorare la qualità dell’ambiente locale, che assume la massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, localizzazioni di buona parte delle attività ricreative e lavorative. I principi che ispirano lo sviluppo sostenibile prevedono che vengano preservate tutte le caratteristiche, i siti o le zone in via di rarefazione, rappresentativi di un periodo o aspetto, che forniscano un particolare Tutela e valorizzazione dei beni contributo alle tradizioni e alla cultura della zona. storici ed architettonici. L’elenco contiene edifici di valore storico, culturale, monumenti, reperti archeologici, architettura di esterni, paesaggi, parchi e giardini e tutte le strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità. Protezione della salute e del benessere dei cittadini. Il benessere e la salute dei cittadini fanno riferimento ad un insieme di elementi che vanno dalla disponibilità di servizi e strutture, alla qualità ambientale complessiva di un luogo. Per quanto riguarda la disponibilità di servizi e strutture, il criterio si riferisce alla possibilità per la popolazione di accedere ai servizi sanitari, alla disponibilità di alloggi, di strutture culturali, alla libertà di movimento con diverse alternative di spostamento, alla disponibilità di lavoro e di svago, all’integrazione sociale e culturale. Per quanto riguarda invece la qualità dell’ambiente di luogo, il criterio fa riferimento a ciò che riguarda la salute umana e quindi a tutti quegli inquinanti che causano danni alla salute umana (ozono, particolato nell’aria, rumore, ecc.). Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico. Lo scopo è quello di rispondere a determinate esigenze della collettività, emerse durante i momenti partecipativi al processo decisionale del Piano, al fine di potenziare tale strumento, quale garanzia di trasparenza e condivisione. 160 Per ciascun criterio di sostenibilità preso in considerazione vengono valutati impatto e influenza dell’alternativa di Piano, al fine di determinare l’eventuale presenza di limitazioni o la necessità di interventi di mitigazione per indirizzare l’attuazione del Piano alla sostenibilità ambientale. La valutazione si riferisce alla “compatibilità” dell’intervento in relazione alla criterio ambientale in esame e viene espressa utilizzando la seguente simbologia: ● Intervento Compatibile - Intervento indifferente ± Intervento non compatibile 161 Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico AZIONI DI PIANO Il Documento di Piano prevede un dimensionamento prevalentemente riferito alle previsioni di carattere endogeno con modeste integrazioni quantitative al fine di garantire una crescita demografica sostenibile all’interno del territorio comunale, A01 limitando quindi le previsioni di sviluppo alle quantità necessarie a garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che nasceranno all’interno della popolazione già presente e ad una domanda esogena contenuta non richiamata da fenomeni di marketing immobiliare. ● ● ● Tutela dei “sistemi della qualità” che A02 caratterizzano il territorio comunale come “invarianti urbanistiche”. ● ● ● ● ● ● ● ● ● Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Contenimento emissioni in atmosfera Minimizzazione del consumo di suolo Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio CRITERI DI SOSTENIBILITA’ ALTERNATIVA UNO 162 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO Il Documento di Piano esclude la previsione di nuove significative espansioni. A03 E’ previsto un solo Ambito di Trasformazione Residenziale, con dimensioni limitate. ● ● ● ● ● ● ● ● - A04 Recuperare le volumetrie ancora disponibili nel centro storico. ● - A05 Recuperare abitativi. fini ● - A06 Recuperare le aree degradate e le aree dismesse. ● - ● - Promuovere interventi di A07 completamento in aree libere all’interno del centro edificato. ● - Indirizzare gli eventuali completamenti urbanizzativi verso la A08 riconversione di ambiti marginali all’urbanizzato esistente. ● - i sottotetti ai 163 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico Il Documento di Piano non prevede ulteriori espansioni insediative di natura produttiva. A09 Si demanda al PdR il compito della definizione e della localizzazione delle possibilità di completamento. ● - ● - - - ● ● - - ● ● Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il sistema distributivo di vicinato esistente, che viene A10 riconosciuto nel suo fondamentale ruolo urbanistico di “motore delle relazioni e della rivitalizzazione dello spazio urbano”. - - - - - - - ● - ● - ● Definire sistemi appetibili di accessibilità pedonale per favorire la A11 fruizione delle aree centrali in un contesto di valenza ambientale e a basso impatto veicolare. - - ● - - - ● ● - - ● - Individuare connessioni “appetibili” ai parcheggi. - - - - - - ● ● - - - - Aggiungere un cluster di “servizi A13 qualitativi” ad integrazione dei “servizi minimi ordinari”. - - - - - - - ● - - - - CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO A12 164 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO Previsione del nuovo collegamento tra la Via Locatelli e la Via A14 Bombardieri, interne al centro abitato, per alleggerire dal flusso veicolare l’ambito urbano centrale. ● ● ● ● - Riqualificare dal punto di vista A15 ambientale gli assi della mobilità territoriale ed urbana. ● ● ● ● - Individuare il sistema dell’ambito fluviale quale principale sistema a “parco d’interesse e valore A16 paesistico-naturalistico” con finalità strategiche di fruizione collettiva, estendendo le potenzialità di utilizzazione. ● ● ● - Individuare l’ambito collinaremontano quale ambito di fruizione A17 paesistico-ambientale, rafforzando i sistemi di accessibilità, percorribilità e penetrazione. ● ● - 165 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO Mantenere le realtà agricole locali, favorendone lo sviluppo in forme A18 compatibili con la rilevanza ambientale e paesistica dei luoghi. ● ● ● ● ● ● Promuovere forme innovative di attività connesse quella agricola che possano contribuire al miglioramento A19 della redditività delle aziende, rilanciando il ruolo del territorio sotto il profilo dell’economia rurale compatibile e dell’innovazione. ● ● ● ● Salvaguardare le attività presenti e i loro valori ambientali, anche con A20 attenzione alle presenze agrituristiche. ● - Tutelare e valorizzare le presenze storico-paesistiche ed architettonicoA21 ambientali (luoghi di culto, della storia e della natura). ● ● - 166 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico Definire le classi di sensibilità paesistica del territorio, al fine di tutelare e valorizzare la componente A22 del paesaggio anche attraverso la tutela e la riqualificazione dei percorsi di interesse paesaggistico. - - - ● - - ● ● ● - ● - Tutelare gli ambiti di elevata naturalità, in particolare sistemare e A23 valorizzare le fasce laterali del reticolo idrico, dell’asta fluviale e del canale. - - - ● - - ● ● ● - ● - Favorire la creazione di un sistema continuo di aree verdi mediante la A24 definizione e potenziamento della rete ecologica comunale. ● - - ● - - - - ● - - - ● - - - - - - - ● - - - - - - - ● - - - - - - - CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO A25 Tutelare gli ambiti paesistico-ambientale. di valenza Definire una regolamentazione energetica degli edifici nelle Norme A26 Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. 167 Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici Contenimento della produzione di rifiuti Contenimento inquinamento acustico Compatibilità con le infrastrutture per la mobilità e con i servizi tecnologici Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini Compatibilità con richieste, osservazioni ed obiettivi emersi dalla partecipazione del pubblico CRITERI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DI PIANO Definire una regolamentazione di contenimento dei consumi idrici degli A27 edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. ● ● - Promuovere l’utilizzazione di energie A28 rinnovabili e/o di combustibili a basso impatto ambientale. ● - Promuovere la salubrità complessiva del sito e dell’ambiente urbano nel A29 quale è collocato l’insediamento residenziale/produttivo. ● ● ● ● ● ● ● ● ● - Prevedere l’effettuazione di preventivi studi geotecnici e geognostici per gli interventi di A30 trasformazione edilizia e urbanistica nelle aree con presenza di rischio o vulnerabilità limitata. ● ● ● - 168 14.2. LE ALTERNATIVE Dopo aver definito gli obiettivi generali e specifici del Documento di Piano ed aver individuato le azioni da mettere in atto per il raggiungimento degli stessi, è indispensabile definire le alternative. Tra le alternative possibili va poi scelta quella inerente l’intervento migliore dal punto di vista della sostenibilità ambientale, valutata tenendo conto dello scenario emerso dalla fase di analisi ambientale del territorio, dei vincoli e delle criticità presenti, degli obiettivi della pianificazione sovraordinata e delle linee strategiche del Piano, nonché delle osservazioni o delle proposte delle parti interessate, raccolte nella fase delle consultazioni preliminari. Le alternative analizzate nel presente Rapporto Ambientale sono due: • l’alternativa operativa, rappresentata dalle azioni del Documento di Piano; • l’alternativa zero, ovvero la scelta di non attuare le strategie del Documento di Piano e quindi non intervenire sul territorio, lasciando il regime urbanistico del PRG in vigore. Considerando la filosofia tendenzialmente conservativa e valorizzativa del PGT del Comune di Fiorano al Serio, si ritiene fondata la scelta di analizzare solo queste due alternative, limitandosi quindi al confronto tra intervenire e non intervenire. Questa scelta deriva dalla consapevolezza di come le trasformazioni previste dal Documento di Piano siano orientate prevalentemente verso azioni di ricucitura del tessuto urbano, di completamento delle porosità presenti nei tessuti urbani non ancora edificate e del completamento di alcune aree di frangia. E’ previsto un solo nuovo Ambito di Trasformazione Residenziale di dimensioni limitate, posto a nord della lottizzazione “S. Fermo”, attualmente in fase di attuazione. Risulta sicuramente significativo però poter tratteggiare brevemente lo scenario rappresentato dall’alternativa zero, in modo da comprendere la probabile evoluzione dei sistemi analizzati (territoriale, ambientale-paesistico, economico) senza l’attuazione del Documento di Piano. Si deve evidenziare, al proposito, che la prescrizione della L.R. 12/2005 e s.m.i., di fatto, obbliga i Comuni ad un atto pianificatorio nuovo, del PGT, entro il 31 dicembre 2012, per cui l’alternativa zero non può, se non in linea teorica, fare riferimento alle prescrizioni e norme del PRG in vigore. Partendo dal presupposto che le scelte di piano proposte e quindi le azioni che si intendono attuare al fine di raggiungere gli obiettivi strategici del DdP, sono fondate e accomunate dalla forte intenzione di perseguire uno sviluppo sostenibile, sono stati individuati i principali elementi che si ritiene importante analizzare rispetto alla definizione dell’Alternativa zero. Tali elementi sono sintetizzati nella tabella riportata in seguito. 169 TEMATICA Il Sistema della Residenza Il settore secondario PROPOSTA DEL DdP EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO (ALTERNATIVA ZERO) Le previsioni insediative mirano principalmente alla necessità di rispondere soprattutto alla domanda endogena di nuove famiglie, contenendo gli sviluppi edificativi che tendano a proporre un significativo incremento della “domanda esogena” che creerebbe una significativa crescita di abitanti e di famiglie non compatibile con la dimensione ottimale della comunità e la capacità di “tenuta e adeguamento dei servizi” . Il Piano individua un solo Ambito di Trasformazione Residenziale, posto a nord della lottizzazione S. Fermo. La mancata realizzazione di questa strategia, e quindi il mantenimento delle previsioni di PRG, potrebbe avere risultati futuri di criticità dal punto di vista demografico e negativi riflessi sulla “tenuta dei servizi” e sulla sostenibilità complessiva del sistema insediativo. La mancata attuazione delle scelte di piano impedirebbe il contenimento delle espansioni produttive e la generale riqualificazione dei comparti esistenti. Il DdP non prevede nessun Ambito di Resterebbe inoltre non presente e operante la specifica normativa per gli Trasformazione ai fini Produttivi. interventi di sostituzione necessaria per garantire la massima compatibilità con il tessuto residenziale e conseguentemente, la tutela della salute pubblica. I servizi Il Piano dei Servizi definirà nelle NTA forme favorevoli di acquisizione delle aree per servizi e attrezzature pubbliche o di uso pubblico. L’attuale PRG presenta elementi di carattere più generico che non si inquadrano in specifiche e peculiari indicazioni operative. Mobilità Il Piano prevede interventi di riqualificazione ambientale e paesistica degli assi della mobilità locale e territoriale, nonché la previsione del nuovo collegamento tra la Via Locatelli e la Via Bombardieri. L’attuazione di tali interventi consentirà di promuovere la qualità ambientale lungo gli assi stradali e di riorganizzare un sistema di flussi della mobilità all’interno dell’urbanizzato che il PRG consentirebbe invece di fare in modo più limitato. Verde fruibile Il nuovo Piano definisce una strategia di tutela e valorizzazione degli elementi in oggetto promuovendo una regolamentazione una disciplina delle NTA del Piano delle Regole, al fine di favorire e recuperare una situazione di equilibrio ambientale ed ecologico invertendo la tendenza ad un progressivo depauperamento della biodiversità. La mancata attuazione delle scelte di piano si porrebbe in scarsa sintonia con gli indirizzi di sostenibilità dei Piani sovracomunali e con la necessità di un nuovo sistema integrato di promozione di strategie sostenibili locali di carattere naturalistico, ambientale e paesaggistico. Il Settore Commerciale Il Piano delle Regole definirà gli strumenti per incentivare lo sviluppo del commercio di vicinato, in particolar modo all’interno del tessuto urbanizzato e del Centro Storico. Le politiche di incentivazione, anche per interventi innovativi connessi con le attività commerciali, individuate dal DdP, non trovano riscontro nell’attuale PRG. 170 TEMATICA Il Settore Primario Il Sistema Ambientale Paesistico e delle Reti Ecologiche Consumi energetici e idrici PROPOSTA DEL DdP Il DdP, pur nel riconoscimento della necessità di mantenere le attività agricole presenti nel territorio, individua la forte interconnessione con i sistemi ambientali e paesistici, rispetto ai quali si ritiene che le attività stesse debbano essere considerate come elementi di presidio e valorizzazione del territorio con la conseguente necessità di una specifica ed adeguata disciplina. Il DdP e il Piano delle Regole, introducono gli elementi strategici, anche innovativi, oggi consentiti dalla nuova disciplina urbanistica regionale consentendo una maggiore efficacia degli interventi di tutela e valorizzazione del sistema paesistico-ambientale e l’introduzione di un’efficace sistema di reti ecologiche. Il Piano si pone l’obiettivo di incentivare il risparmio di acqua ed energia attraverso una regolamentazione specifica nelle NTA del Piano delle Regole e anche mediante la limitazione alle previsioni insediative. EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO (ALTERNATIVA ZERO) La normativa della L.R. 93/80 (abrogata dalla L.R. 12/05), alla quale il PRG si è necessariamente attenuto, non ha consentito allo strumento stesso di agire in un quadro di maggiore efficacia ed incisività, oggi possibile alla luce della nuova riforma regionale. La normativa della L.R. 51/75 (abrogata dalla L.R. n. 12/05), alla quale il PRG si è necessariamente attenuto, non ha consentito allo strumento stesso di agire in un quadro di maggiore efficacia ed incisività oggi possibile alla luce della nuova riforma regionale. La mancata attuazione di tali scelte si porrebbe in conflitto con gli indirizzi di sostenibilità generali, più volte enunciati nel presente documento. Le azioni del Documento di Piano individuate compongono l’opzione operativa e caratterizzano l’intervento strategico di trasformazione del territorio e la possibilità di pervenire, al suo recupero, riqualificazione, potenziamento e alla sua tutela e valorizzazione. A conclusione del processo di valutazione delle azioni di piano, è necessario esprimere un giudizio complessivo in merito alla sostenibilità globale del Piano. Quanto analizzato consente di affermare che in senso generale il Piano risulta ampiamente compatibile con i caratteri territoriali presenti, rispetto alle componenti ambientale, sociale ed economica. Il Piano, infatti, propone uno sviluppo complessivamente sostenibile del territorio, con scelte strategicamente mirate alla conservazione che non vanno a interferire negativamente con elementi di pregio ambientale o elementi di particolare sensibilità. Si può assumere che la limitata crescita degli spazi insediativi, la valorizzazione degli aspetti peculiari del territorio, e le strategie di intervento migliorativo previste sulla mobilità permetteranno di giungere ad una condizione generalmente positiva del contesto territoriale. Il Piano prevede inoltre che lo sviluppo sia orientato verso l’edilizia sostenibile e il risparmio delle risorse energetiche, prevedendo una specifica regolamentazione in merito nell’ambito del Piano delle Regole. 171 14.3. L’AMBITO DI TRASFORMAZIONE ATR criterio di sostenibilità giudizio commento L’area in esame è ubicata a nord della lottizzazione di “S. Fermo”, ed è un’area classificata dal PRG vigente come: - zona E1, di salvaguardia ambientale. Compatibilità territoriale in relazione ai vincoli ambientali e alla geologia del territorio compatibile L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità geologica n. 1, “senza particolari limitazioni” (aree sub pianeggianti, senza particolari evidenze di dinamiche geomorfologiche attive o di limitazioni dal punto di vista geotecnico); classe di fattibilità 2 con “modeste limitazioni”, individuata nella sottoclasse 2/V (aree a bassa acclività - <10° senza evidenze di dissesto o di processi geomorfologici attivi); classe di fattibilità 3 con “consistenti limitazioni”, individuata nella sottoclasse 3/cV (aree con presenza di coperture di spessore più o meno rilevante, su pendii ad acclività medioelevata e su substrato roccioso sottilmente stratificato e con giaciture generalmente sfavorevoli o su substrto roccioso scadente dl punto di vista geomeccanico; le instabilità più comuni riguardano le coperture, ma possono venire in stabilizzate anche porzioni più o meno rilevanti del substrato roccioso); per una porzione, rientra anche nelle aree per le quali il fattore di amplificazione Fa (litologico o morfologico) è superiore al valore di soglia di riferimento. 172 L’ATR non è attraversato da elettrodotti. Si segnala la presenza dell’acquedotto (vincolo di 20 m). Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “aree di primo riferimento per la pianificazione locale (art.93)”. Minimizzazione del consumo di suolo Contenimento emissioni in atmosfera Miglioramento della qualità delle acque superficiali e contenimento dei consumi Maggiore efficienza nella produzione di energia e contenimento dei consumi energetici compatibile compatibile compatibile compatibile Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. La Superficie Territoriale dell’ATR è di 6.455 mq. La Superficie Zonale “areali della modificabilità” è di 4.220 mq. La Volumetria massima prevista è di 2.500 mc. Considerando la destinazione d’uso prevalentemente residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria, fatta eccezione per l’’installazione dei sistemi di riscaldamento, per i quali comunque il Documento di Piano rimanda alla definizione di interventi a basso impatto, che saranno fatti oggetto di specifica disciplina nell’ambito, più proprio, del Regolamento Edilizio. In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente significativo in quanto: -l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni di acque superficiali o sotterranee; - l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete idrica esistente, in grado di sostenere le quantità necessarie e la rete fognaria alla fognatura già presente sulla strada posta al bordo dell’ATR. Si ritiene opportuno che le NTA del Piano delle Regole e il Regolamento Edilizio prevedano che ogni nuovo intervento edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad. esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici). La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un leggero aumento nei consumi di energia e metano. Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo sull’attuale sistema ambientale. La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti dall’Ambito Tematico Strategico 7 del Documento di Piano (promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in 173 particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio. compatibile La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione comporterà un leggero aumento della produzione di rifiuti. E’ possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei confronti dell’attuale sistema ambientale. Contenimento inquinamento acustico compatibile Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non comporti impatti negativi che possano incrementare l’inquinamento acustico. Compatibilità per le infrastrutture della mobilità compatibile La nuova viabilità di accesso e distribuzione interna all’ATR diramerà dalla via C.A. Dalla Chiesa. Contenimento della produzione dei rifiuti Tutela e protezione delle aree naturalistiche e degli ambiti paesistici Tutela e valorizzazione dei beni storici ed architettonici Protezione della salute e del benessere dei cittadini compatibile compatibile compatibile L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio risulta modesto in quanto, come già detto, si tratta di un Ambito di Trasformazione interno ad una situazione di frangia urbana, tuttavia gli interventi dovranno essere opportunamente mitigati in fase di valutazione del P.A. Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico. Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non comprende nessun elemento di valore storico-culturale. Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Fiorano al Serio per ciò che concerne la salute umana (inquinamento atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi significativi. 174 14.4. ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE Il quadro generale che emerge dalle valutazioni sopra esposte mostra una sostanziale positività dei possibili effetti ambientali che potranno essere determinati dall’attuazione del Documento di Piano. Nel presente paragrafo si forniscono alcune indicazioni complementari di mitigazione o compensazione a supporto di un’attuazione sostenibile delle scelte di Piano e della minimizzazione degli effetti attesi sull’ambiente derivanti dalla realizzazione degli interventi. La normativa di piano (nel rispetto di quanto prescritto dalle Linee Guida Regionali per l’esame paesistico dei progetti) prevede che tutti gli interventi pubblici e privati contenuti in strumenti attuativi debbano essere preceduti, nei modi e nelle forme previste dalla legislazione vigente, da un esame del potenziale impatto paesistico del progetto, allo scopo di determinare la sensibilità paesistica del sito interessato e il grado di incidenza paesistica del progetto. Sulla base di tale considerazione, è importante sottolineare che la seguente tabella non rappresenta un elenco completo ed esaustivo delle mitigazioni previste dal Documento di Piano, elenco che sarà quindi via via implementato sia in funzione delle scelte definitive, sia in rapporto al successivo svilupparsi degli indirizzi di dettaglio relativi alla fase attuativa che saranno previsti nella normativa del Piano delle Regole. INTERVENTO MITIGATIVO Realizzazione di interventi di mitigazione delle visuali paesistiche, tramite aree verdi filtro a protezione e a difesa della riconoscibilità degli ambiti di pregio paesistico-ambientale. Realizzazione di barriere di verde filtro al fine di promuovere il miglioramento del clima urbano, l’assorbimento di inquinanti atmosferici e la riduzione del rumore (in particolare lungo le direttrici di traffico principali e in corrispondenza di aree produttive). Generale miglioramento dell’arredo urbano. Attenzione ai criteri di risparmio energetico in relazione alle strutture ed ai materiali utilizzati: promozione di interventi legati all’uso di energie da fonti rinnovabili. Ogni nuovo intervento edilizio dovrà predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini. Realizzazione di parcheggi privilegiando strutture dotate della minor superficie impermeabilizzata (autobloccanti che permettono la crescita dell’erba, ecc.) e, laddove possibile, la realizzazione di parcheggi interrati. 175 15 – PIANO DI MONITORAGGIO 176 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Il processo di VAS prevede, dopo l’approvazione del Piano, nella fase di attuazione e gestione dello stesso, l’implementazione di un sistema di monitoraggio dei caratteri territoriali, finalizzato ad una lettura critica ed integrata dello stato del territorio e delle dinamiche in atto. Il Piano di monitoraggio progettato per il Comune di Fiorano al Serio ha il duplice compito di: • fornire le informazioni necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni messe in campo dal Piano, consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di conseguire i traguardi di qualità ambientale che il Piano si è posto; • permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che eventualmente dovessero rendersi necessarie. Lo scopo del monitoraggio è quindi quello di monitorare l’evolversi dello stato dell’ambiente, valutando l’efficacia ambientale delle misure previste dal Piano. In una logica di piano-processo il monitoraggio è la base informativa necessaria per un piano che sia in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a posteriori. È da sottolineare come nei piani di tipo generale, quale il Documento di Piano del PGT, in molti casi non esiste un legame diretto tra le azioni di Piano e i parametri ambientali. Per questo motivo conviene intendere il Piano di monitoraggio come: • verifica periodica dello stato di avanzamento delle trasformazioni proposte dal Piano, attraverso la descrizione sintetica dell’andamento degli interventi previsti e delle misure di mitigazione/compensazione; • monitoraggio ambientale al fine di verificare nel tempo l’andamento dei parametri critici che sono emersi nella costruzione del quadro conoscitivo e che risultano importanti per tenere sotto controllo le trasformazioni attese. Il monitoraggio non ha solo finalità tecniche, ma presenta rilevanti potenzialità per le informazioni che può fornire ai decisori e per la comunicazione ad un pubblico più vasto, di non addetti ai lavori, attraverso la pubblicazione di un rapporto che contiene informazioni e considerazioni sviluppate in forma discorsiva, ma basate sulla quantificazione di un sistema di indicatori. I dati raccolti nell’ambito del Piano di monitoraggio sono sintetizzati attraverso la realizzazione di un report da pubblicare sul sito internet del Comune. 177 Alla luce di quanto sopra dettagliato emerge la necessità di impostare il percorso di VAS non solo come semplice percorso lineare, ma anche e soprattutto pensando ad inserire un feed-back che ne permetta il percorso a ritroso. Il monitoraggio di un piano ha, quindi, lo scopo di verificarne le modalità ed il livello di attuazione, di valutare gli effetti degli interventi che vengono progressivamente realizzati e di fornire indicazioni su eventuali azioni correttive da apportare. Esso va progettato in fase di elaborazione del piano stesso e vive lungo tutto il suo ciclo di vita. La progettazione implica la definizione degli indicatori da utilizzare, l’organizzazione di modalità e tempistiche per la raccolta delle informazioni necessarie alla loro elaborazione e la definizione dei meccanismi in base ai quali correggere, se e quando necessario, obiettivi, azioni e strumenti di attuazione del Piano. Percorso di VAS lineare e Azioni di feed-back susseguenti il monitoraggio [Fonte: Pompilio M., 2006] 178 Le principali attività che si ripetono periodicamente nell’ambito del monitoraggio del piano sono descritte nella figura seguente. Identificazione degli indicatori Acquisizione di dati e informazioni dalle diverse fonti Popolamento dei indicatori (di stato e prestazionali) DIAGNOSI Individuazione delle cause che hanno determinato eventuali scostamenti rispetto alle previsioni del piano TERAPIA Elaborazione di indicazioni per il riorientamento È opportuno innanzitutto identificare un nucleo di indicatori comune eventualmente anche ad altri strumenti decisionali con cui si deve interagire (RSA, Agenda 21, EMAS, ecc.), in modo da consentire alle amministrazioni di coordinare i propri piani e programmi e di dialogare con altri livelli di governo e con realtà diverse; tale nucleo condiviso può anche essere costituito da pochi indicatori, purché significativi e facilmente popolabili. Il calcolo degli indicatori deve avvenire in modo trasparente e ripercorribile e può avvalersi di strumenti di tipo informatico. L’acquisizione dei dati e delle informazioni da parte dell’amministrazione responsabile del piano avviene sia recuperando dati prodotti da enti diversi (banche dati e sistemi informativi territoriali di Regioni e Province, dati socio-economici dell’ISTAT, relazioni sullo stato dell’ambiente delle ARPA, informazioni dalle ASL, ecc.), sia facendosi carico di raccogliere altri dati specifici sul proprio territorio, attraverso apposite campagne di rilevamento. Tra le informazioni da acquisire devono essere comprese anche quelle relative alle modalità di attuazione del piano, come ad esempio la tempistica degli interventi, le risorse impegnate o il numero e la qualità degli eventi di partecipazione. Sulla base dei dati e delle informazioni acquisite, si procede al popolamento e alla rappresentazione dei dati sugli indicatori. 179 Poiché gli obiettivi specifici sono definiti come traguardi da raggiungere per ciò che riguarda gli indicatori, è possibile, a questo punto, definire: • indicatori di stato; • indicatori “prestazionali” che consentano di misurare il livello di raggiungimento degli obiettivi del piano (efficacia) e di mettere questo in relazione con le risorse impiegate (efficienza). In questo modo vengono messi in evidenza gli scostamenti dalle previsioni di piano e dalle ipotesi fatte e una valutazione in termini di risorse impiegate. Si apre quindi la fase di “diagnosi”, finalizzata a comprendere quali sono le cause che hanno fatto sì che gli obiettivi siano stati raggiunti o meno e che hanno eventualmente determinato un uso eccessivo di risorse. Infine l’attività di interpretazione dei risultati del monitoraggio e di elaborazione di indicazioni per il riorientamento è oggetto di una apposita relazione periodica, che, a partire dalla diagnosi effettuata, delinea i possibili provvedimenti volti a riorientare il piano stesso (ad esempio, modifiche degli strumenti di attuazione, delle azioni, di qualche obiettivo specifico). Le conclusioni operative della relazione di monitoraggio vanno poi sottoposte a consultazione e costituiscono la base per la “terapia”, ovvero il riorientamento del Piano. Il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati è essenziale non solo per la consultazione della relazione, ma in generale in tutte le attività previste dal monitoraggio, al fine di far emergere, attraverso la percezione diretta dei diversi attori, i reali effetti del piano, di indirizzare verso l’individuazione degli indicatori maggiormente significativi e di contribuire all’interpretazione dei risultati. Dall’analisi del territorio di Fiorano al Serio e dalla valutazione delle scelte di Piano, nonché dalle misure di mitigazione/compensazione previste, è possibile definire il seguente Piano di monitoraggio che viene definito mediante l’individuazione dei principali indicatori, degli obiettivi specifici e dei criteri di periodicità: 180 Indicatore Obiettivo specifico Unità di misura Fonte Periodicità monitoraggio ARIA Concentrazione di alcuni inquinanti atmosferici: o PM10 o NOx Minimizzare l’impatto ambientale legato al traffico veicolare, al fine di migliorare la qualità dell’ambiente urbano. Dati centralina ARPA Semestrale Eventuali campagne mobili effettuate da ARPA a Fiorano al Serio o nei Comuni limitrofi. In base alla disponibilità del dato. m3/ab Uniacque S.p.A. Annuale % Uniacque S.p.A. Annuale Classe Dati ASL e/o ARPA. Rilevamenti su iniziativa del Comune. Secondo disponibilità Comune di Fiorano al Serio Annuale μg/m3 ACQUA Consumo idrico potabile annuo per abitante. Contenere i consumi idrici e ridurre gli impatti ambientali degli edifici Perdite nella rete di residenziali e distribuzione idrica. produttivi. Indice SECA acque Monitorare le qualità dei torrenti Sonna e delle acque superficiali Sommaschio SUOLO Coefficiente di urbanizzazione (Superficie urbanizzata / superficie totale). Minimizzare il consumo di suolo libero. % nuovi interventi/ aree già urbanizzate FLORA, FAUNA, BIODIVERSITA’ Area verde procapite. Integrazione e razionalizzazione del verde fruibile. Comune di Fiorano al Serio Annuale kg Quaderno Osservatorio Provinciale dei Rifiuti Annuale % Quaderno Osservatorio Provinciale dei Rifiuti Annuale kWh/anno BLUEMeta S.p.A. Annuale m3/anno Unigas S.p.A. Annuale n° Comune di Fiorano al Serio Annuale m2/ab PRODUZIONE DI RIFIUTI Rifiuti totali prodotti sul territorio Promuovere il comunale. contenimento dei carichi ambientali sul territorio comunale. % Raccolta Differenziata. CONSUMO ENERGETICO Consumi annuali di energia elettrica totale. Consumi annuali totali di gas metano. N° di certificati energetici Contenere i consumi energetici e ridurre gli impatti ambientali degli edifici residenziali e produttivi 181 Indicatore Obiettivo specifico Fonte Periodicità monitoraggio Comune di Fiorano al Serio Annuale ASL Bergamo Annuale Comune di Fiorano al Serio Annuale ab Comune di Fiorano al Serio Annuale % Comune di Fiorano al Serio Annuale Unità di misura m2 pannelli solari Installazioni sul territorio comunale per produzione di energia da fonti rinnovabili kW installati pannelli fotovolotaici CARICO ZOOTECNICO Numero di capi allevati (bovini, ovini, caprini, equini, suini, avicoli) Promuovere una concezione di “territorio rurale” non inteso come “ambito produttivo” bensì come “ambito di valore paesaggistico ambientale ed ecologico”. n° capi MOBILITA’ E TRASPORTI Miglioramento del sistema della mobilità Lunghezza della dolce, promuovendo rete ciclo-pedonale scelte a basso impatto rispetto alla ambientale al fine di superficie comunale incrementare la qualità dell’ambiente urbano. km/km2 POPOLAZIONE Popolazione residente al 31 Dicembre Variazione demografica annuale Valutare la struttura demografica del comune 182 Nell’ambito della definizione del Piano di monitoraggio sono stati scelti gli indicatori sopra descritti poiché ritenuti in grado di descrivere una condizione rappresentativa del territorio di Fiorano al Serio e allo stesso tempo uno stato qualitativo delle componenti territoriali prese in esame dalla VAS ed influenzate dalle strategie del Documento di Piano e dall’evoluzione delle azioni previste per conseguirle. Infatti dalla valutazione delle azioni previste dal Piano è emersa una modificazione del territorio che prevede impatti ambientali compatibili, in taluni casi migliorativi della situazione attuale, che non comporteranno ingenti modifiche delle matrici ambientali. Inoltre gli indicatori scelti possono essere associati ad obiettivi quantitativi del Piano, alcuni dei quali misurabili, e il valore assunto durante l’attuazione del Piano può mostrare la possibilità di raggiungere l’obiettivo medesimo. Le modalità di controllo degli indicatori inseriti nel Piano di monitoraggio si traducono, per la maggior parte, in richieste di dati già raccolti da altri Enti. Gli esiti dei dati raccolti verranno inclusi nel report di monitoraggio pubblicato a cura dell’Amministrazione Comunale. 183 Il presente documento, i cui contenuti, sono stati rivolti alla Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano del PGT ha affrontato tutte le valutazioni inerenti gli effetti attesi, rispetto all’attuazione dei contenuti del DdP stesso. Il Rapporto Ambientale ha comunque fatto riferimento anche a indicatori che, se pur non strettamente connessi con il livello e i contenuti strategici del DdP, costituiscono elementi utili ad una visione complessiva più ampia dello stato dell’ambiente e del territorio. Questi elementi, la cui trattazione ha diversi livelli di qualità informative, in funzione dei dati disponibili, verranno ulteriormente approfonditi e indagati durante il processo complessivo che condurrà all’approvazione del Piano di Governo del Territorio e saranno fatti oggetto, ove opportuno, di ulteriori documenti che saranno prodotti come “addendum” del Rapporto Ambientale, al fine di definire una progressiva ampia e maggiore conoscenza dei fenomeni e delle valenze ambientali, paesistiche e degli elementi di sostenibilità, in un contesto complessivo più ampio rispetto alla portata del Documento di Piano. attenzione anche ai fini delle attività di monitoraggio che potranno coinvolgere l’intera tematica degli atti del PGT. “OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO” Ciò consentirà di ampliare lo spettro delle conoscenze e di implementare gli elementi di 184 INDICE 0.1. PREMESSA……………………………………………………………………………………..2 0.2. I RIFERIMENTI NORMATIVI……………………………………………………………..5 0.2.1. Gli atti normativi generali di riferimento……………………………………………..5 0.2.2. Il Piano di Governo del Territorio e la VAS………………………………………….6 0.3. IL PROCESSO DI VAS……………………….……………………..……………………..7 0.3.1. Schema operativo…………………………………………………………………….…….7 0.3.2. I soggetti coinvolti………………………………………………………………………….8 0.3.3. La partecipazione……………………………………………………………………….….9 0.4. IL PERCORSO METODOLOGICO……….……………………………………….…..10 0.4.1. I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale…………………….……10 0.4.2. La redazione del Rapporto Ambientale……………………………………………11 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo 1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE………………………..…………….….....13 1.1. L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO……………………………………14 1.1.1. Inquadramento generale……………………………………………………………….14 1.1.2. L’ “Ambito” del PTCP…………………………………………………………………...16 1.1.3. Individuazione dell’ambito di influenza del DdP………………………………..17 2. SUOLO E SOTTOSUOLO: geomorfologia, idrologia e idraulica; difesa del suolo e delle acque .……………………….…20 2.1. GEOMORFOLOGIA …………………………………………………………….………...21 2.1.1. Forme e processi legati alla gravità ….…………………………………………….23 2.1.2. Forme e processi legati all'azione delle acque superficiali ……..…….……26 2.1.3. Forme e processi legati all'attività carsica ……………………………………….27 2.1.4. Forme e processi legati all'azione antropica …………………………………….27 185 2.1.5. Inventario delle frane e dei dissesti della Regione Lombardia …………..28 2.1.6. Sismicità dell'area …………………………………………………………………………29 2.1.6.1. Aggiornamento ai sensi della D.G.R. n.1566/2005 e della D.G.R. n.7374/2008 relativamente alla componente sismica dello Studio Geologico………………….……………………………...……………………………….29 2.1.6.2. Carta della Pericolosità Sismica Locale ………………………………………….30 2.4. INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITA'…………….….………….33 2.5. IDROGRAFIA …………………………………………………………………………………39 2.5.1. Principali elementi di interesse idraulico del Fiume Serio…………………….39 2.5.2. Idrografia ………………………………………………………………………………….44 2.5.2.1. Permeabilità superficiale dei terreni …………………………………………....44 2.5.2.2. Il Reticolo Idrografico Minore ……………………………………………………..44 2.5.3. Carta dei Vincoli e Carta di Sintesi ……………………………………………….45 2.5.3.1. Carta dei Vincoli …………………………………………………………………………45 2.5.3.1.1. Vincoli PAI …………………………………………………………………………..45 2.5.3.1.2. Vincoli di Polizia Idraulica ……………………………………………………..46 2.5.3.2. Carta di Sintesi ………………………………………………………………………….47 2.5.3.2.1. Aree pericolose dal punto di vista dell'instabilità dei versanti …….48 2.5.3.2.2. Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico ……………………………..49 2.5.3.2.3. Aree che presentano potenziali caratteristiche geotermiche scadenti ………………………………………………………………………………50 2.6. CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA ……………………..…….51 2.7. RETE FOGNARIA…….………………………………………………………………….…..58 2.8. RIFIUTI…………..…….………………………………………………………………………60 3. PAESAGGIO E AMBIENTE………………….…………………………………….63 3.1. L’ UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP………………………………………………….64 3.2. I PRINCIPALI CARATTERI PAESISTICI E AMBIENTALI DEL TERRITORIO 3.2.1. La Comunità Montana della Valle Seriana .………………………………………….66 3.2.1.2. La Comunità Montana della Valle Seriana e il Piano d'Indirizzo 186 Forestale ……………………………………………………………………………….….66 3.2.2. La Media Valle Seriana ………………………………………………………………….…69 3.3. BENI AMBIENTALI VINCOLATI…………………………………………………….….70 3.3.1. Altri elementi d'interesse ambientale …………………………………….…….…..71 3.4. IL PIANO D'INDIRIZZO FORESTALE DELLA PROVINCIA DI BERGAMO..72 4. SISTEMA INSEDIATIVO E PATRIMONIO STORICO ARTISTICO .……...73 4.1. IL CAPOLUOGO E L'INTORNO ………………………………………………………..74 4.2. DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE……………77 4.3. VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE …………………………….……..78 5. MOBILITA' …………………………………………………….………..……….….83 5.1. LA VIABILITA' STRADALE ……………………………………………………………..84 5.1.1. La situazione della rete viaria …………………..……………..……………………..84 5.1.2. Itinerari turistici …………………………………………………………………………….84 6. QUALITA' DELL'ARIA …………………………………….………………..……..86 6.1. INQUINAMENTO ATMOSFERICO ………………………………………………………87 7. INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO, RADON ED ENERGIA ……………………………………………………………………......89 7.1. RUMORE ……………………………………………………………………………………....90 7.2. ELETTROSMOG …………………………………………………………………..………….93 7.3. RADON ……………………………………….…………………………………..…………….95 7.4. ENERGIA ……………………………………….……………..……………………………….98 8. RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO ………………………………..…………101 8.1. INDUSTRIE A RISCHIO D'INCIDENTE RILEVANTE (RIR) …………….….…102 8.2. IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA)……………………………………………………………………………………….……102 8.3. PRINCIPALI ATTIVITA' DEL COMUNE ………………………………………………102 8.4. AMIANTO………………………………………………………………………………………104 187 9. SINTESI DELLO STATO ATTUALE ……….……………….….………………...105 9.1. QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI………………….……………………………………………………….106 LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO 10. CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP: obiettivi generali, obiettivi specifici e azioni di piano…………..………115 10.1. IL PGT DI FIORANO AL SERIO QUALE STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA' DEL TERRITORIO E DI INCREMENTO DELLA QUALITA' URBANA E DELLA VITA…………….…..116 10.2. OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT….….………………..…………117 10.3. FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP……….…..……....118 10.4. LE AZIONI DI PIANO…………………………..…..………………….………..…….122 10.5. I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO…..………..…………….……………128 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 11. CONTENUTI …………………………………………………………………..…136 11.1. I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA …...137 12. VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna…………………..…..…138 12.1. LA COERENZA ESTERNA …………………………………………………….………139 12.2. VERIFICA DI COMPATIBILITA' CON IL PTCP E IL PTPR …………..….…144 12.3. VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR ……………………………………….…148 13. VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna ………………………….150 13.1. 13.2. VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP……………151 LA COERENZA INTERNA……………………………………………..………………153 14. LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI E DELLE AZIONI DI PIANO ……………………………………………………………...……………..156 14.1. LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’…………………………………………….……157 14.2. LE ALTERNATIVE…………………………………………………………………….….169 188 14.3. L'AMBITO DI TRASFORMAZIONE …………………………………………………172 14.3. ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE……..175 15. PIANO DI MONITORAGGIO …………………………………………….…..176 "OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO"………………………..…………….…….184 189