Lo Sport in età evolutiva

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Lo Sport in età evolutiva
Lo Sport in età evolutiva:
il rispetto delle fasi sensibili
Per delineare modelli di crescita e di sviluppo
motorio più fisiologici si sono identificati
periodi in cui le diverse capacità motorie
presentano una specifica attitudine al
miglioramento: una loro stimolazione in
questi periodi ne esalta i processi di sviluppo.
L’ipotesi sull’esistenza di questi periodi ha
suscitato grande interesse tra i preparatori
atletici (Volkov 1973, Werbitz 1974, Hirz 79,
Martin 82, Tschiene 95, Di Molfetta 99,
Moisè 2009) e all’Associazione Nazionale
Dottori in Scienze Motorie.
Questo concetto era nato con lo studio
dell’embriologia (Baur 1988), quando fu
possibile stabilire che nello sviluppo di
organismi animali e vegetali esistevano
periodi,
definiti
“fasi
sensibili”,
cronologicamente limitati, nei quali i sistemi
cellulari agiscono con particolare sensibilità
agli stimoli ambientali; questi stimoli, in
periodi successivi, non avevano la stessa
efficacia.
FASE SENSIBILE
Periodo o fascia di età in cui
allenando una capacità fisica si
assiste ad un miglioramento più
fruttuoso rispetto se la stessa
venisse allenata in un’altra età
Sono periodi nei quali vengono acquisiti
rapidamente modelli comportamentali, in cui
si
evidenzia
un’elevata
sensibilità
dell’organismo verso alcune esperienze.
Una volta strutturato lo schema motorio di
base, quando il piccolo atleta è pronto
psicologicamente e preparato fisicamente con
esercizi generali, è possibile allenare le
capacità condizionali, coordinative e senso-
percettive. Da esse dipendono infatti le abilità
tecnico tattiche di ogni sport.
Le capacità condizionali sono quelle
capacità determinate quasi esclusivamente da
processi metabolici e dalla disponibilità
energetica: forza, rapidità, resistenza e
mobilità articolare.
Le capacità coordinative invece sono quelle
capacità determinante essenzialmente dalla
funzione di coordinazione motoria, cioè la
capacità di organizzare, controllare e regolare
il movimento (rientrano nella strutturazione
ed affinamento dello schema motorio di
base). Si distinguono in generali (strettamente
interdipendenti tra loro) e speciali
(espressioni
più
specifiche
della
coordinazione motoria).
Le capacità senso-percettive infine si
riferiscono all’attività e alla capacità di
discriminare e velocizzare la ricezione dei
“cinque analizzatori”: cinestesico, tattile,
statico/dinamico, acustico e ottico.
Il confine tra capacità condizionali,
coordinative
e
senso-percettive
è
difficilmente determinabile: educandone e
sviluppandone una vengono allenate
contemporaneamente le altre.
Le capacità coordinative e senso-percettive
hanno uno sviluppo più marcato nell’età
compresa tra 6 e 13 anni. In questo lasso di
tempo ci sono delle fasi, dette appunto fasi
sensibili, più favorevoli per lo sviluppo di una
capacità coordinativa rispetto ad un’altra.
Per esempio è risaputo che la capacità di
equilibrio ha la fase di maggiore allenabilità
tra i 10 e i 12 anni, la capacità di
orientamento spaziale tra i 12 e i 15 anni, la
Dott. Caforio Marco
Medico CSI – Lombardia
capacità di reazione tra gli 8 e i 10 anni, e così
via….
In questo trattato verranno analizzate le
capacità senso percettive e coordinative e le
fasi sensibili ad esse correlate, lasciando la
spiegazione delle capacità condizionali al
successivo manoscritto.
Le capacità senso-percettive rappresentano i
presupposti di base per realizzare qualsiasi
attività in maniera consapevole. Esse devono
essere attivate, esercitate ed apprese bene
perché dipendono in gran parte dalla
sollecitazione sensoriale, quindi dal continuo
allenamento (più ci si allena e più si diventa
abili!!). L’assenza di percezioni o stimoli
sufficienti determina il mancato sviluppo
delle funzioni psicofisiche.
Per analizzatore cinestesico si intende la
capacità di identificare la distanza
degli oggetti in movimento. Questa
avviene attraverso le interconnessioni dei
propriocettori (strutture nervose poste
all’interno di muscoli, tendini e legamenti).
Viene utilizzata in tutti i processi motori, per
percepire il grado di tensione muscolare e le
angolazioni tra le varie parti del corpo.
Il periodo migliore per sviluppare tale
capacità è tra i 5 e i 12 anni, momento di
maggior plasticità della conduzione dei
segnali nervosi.
Ogni attività deve soddisfare i
bisogni di conoscenza e di
curiosità
del
bambino,
fondamentali per il suo sviluppo
cognitivo,
e
stimolare
l’acquisizione della capacità
d’iniziativa, proposta in forma
stimolante e gratificante in
un’atmosfera prevalentemente
ludica e familiare.
Per analizzatore tattile intendiamo il mero
senso del tatto, della pressione, del dolore
e della sensazione del caldo e del freddo.
Ci dona informazioni sulla forma e superficie
degli oggetti toccati e manipolati; i recettori
per questo senso sono gli organelli situati
nella cute e nel sottocute, a diretto contatto
con l’esterno. E’ importate che si sviluppi
questa capacità per garantire una maggior
stabilità della presa di qualsiasi oggetto e per
l’appoggio del corpo su qualsiasi superficie. Si
sviluppa maggiormente nel periodo infantile,
quando il bambino viene a contatto con
l’ambiente esterno (il primo momento dopo i
3 mesi di vita).
L’analizzatore
vestibolare
(o
statico/dinamico) interviene in tutti i processi
motori in situazioni di equilibrio, nelle
rotazioni e avvitamenti. Dipende da organi
nervosi situati nell’orecchio interno che
risentono della posizione della testa nel
campo gravitazionale terrestre. Quando
avvengono movimenti destabilizzanti (come
capovolte, rotolamenti..), che causano
sconvolgimento di questi organelli, si può
avere mancanza di coordinazione. Essendo la
capacità di equilibrio un sistema complesso
(cioè che integra la funzione dell’orecchio
interno con i recettori della pianta dei piedi,
della propriocezione e degli organelli situati
nei tendini e nei legamenti), il periodo di
maggior allenabilità è molto ampio: tra i 5 e i
14 anni.
L’analizzatore ottico (la vista) dà
informazioni sulla luce e ombra, sulla forma e
colore degli oggetti, sullo spazio e profondità.
I recettori si trovano sulla retina dell’occhio e
sono sempre attivi. La vista ha un ruolo
molto
importante
nell’apprendimento,
basandosi su di esso si fornisce un
“modello”. Si sviluppa nei primi anni di vita,
e quello che un atleta deve fare è allenare la
velocità di captazione dell’immagine al
cervello e di risposta ad esso. Non si può
allenare la capacità visiva per uno specifico
sport, ma essa è un bene prezioso che
influenza molto la prestanza sportiva.
Come ultimo, ma non per importanza,
abbiamo l’analizzatore acustico: l’udito. Con
i
recettori
situati
nell’orecchio
si
percepiscono i segnali acustici prodotti dal
movimento e ad esso correlati, quindi anche
il ritmo degli esercizi da svolgere. Di grande
importanza è la percezione e la trasmissione
di impulsi dinamici di incitamento e delle
informazioni verbali.
Le capacità coordinative generali sono: la
capacità di apprendimento motorio, del
controllo motorio e di adattamento.
Per capacità di apprendimento motorio
intendiamo la capacità di apprendere nuovi
movimenti: inizialmente vengono consigliati
gesti generali, esercizi semplici come saltare la
corda, gli ostacoli, esercizi dell’atletica leggera
visti sottoforma di gioco, che gettano le basi
per reagire alle “situazioni che possono
capitare nella vita di ogni giorno”, anche
camminando per la strada. Facendo fare al
bambino continue ripetizioni di movimenti
anche simili fra loro, si consolidano i processi
di controllo e regolazione degli atti motori
fino a diventare una capacità intrinseca.
Esercizi con mutamento delle dimensioni
dell’attrezzo usato, anche variando le
condizioni esterne (es: allenamento su campo
di gara più grande o più piccolo) o esercizi
con controllo del tempo con mutamento
della velocità e del ritmo esecutivo (per
esempio esercizi fatti svolgere in modo
rapido) possono essere molto utili. E’
normale che ci sia una deflessione fisiologica
all’età di 13-14 anni: ciò è dovuto ad un
abbassamento della concentrazione nei
confronti dell’apprendimento in generale e al
senso di evasione dalla società di
appartenenza. Superato questo periodo si
intraprende una seconda fase e si possono
aggiungere movimenti complessi all’esercizio
di base precedentemente appreso: esercizi
dove si richiedono aumenti di difficoltà
Massima allenabilità a
12 anni, con esercizi
“disturbo” al cervello:
movimenti diversi con
entrambe le parti del
corpo
Dai 13-14 anni in poi:
esercizi rispettando gli
ordini di tempo/ritmo,
stando
entro
limiti
spaziali, skip tra bastoni
posti al suolo.
Speciale dopo i 12 anni.
Giochi di orienteering,
in ambienti estranei (in
base ad analizzatori
sensoriali) o in territori
difficili (ostacoli)
esecutive attraverso “disturbi” creati dalla
diminuzione o dall’aumento di informazioni
agli “analizzatori” del SNC, esercizi in
condizioni di affaticamento ed esercizi
speculari (movimenti da entrambi i lati del
corpo, esercizi con esecuzione dei movimenti
da diverse posizioni del corpo).
La capacità di controllo motorio è la
capacità di controllare il movimento in fase
esecutiva, rispettando i parametri ritmici,
spaziali e temporali: aprire e chiudere le
braccia
saltellando...
L’andamento
dell’apprendimento di questa capacità va di
pari passo con quello delle capacità speciali
spazio-temporali.
L’età
in
cui
cronologicamente è più conveniente allenare
l’acquisizione del controllo motorio va dai 13
anni in poi, momento in cui si definisce il
Sistema Nervoso e si affinano le connessioni
con gli esterocettori ed i propriocettori.
La capacità di adattamento è la capacità di
modificare il movimento, adattandolo in
rapporto all’improvviso variare delle
condizioni esterne o interne, senza
pregiudicare la riuscita del risultato prefissato.
Far eseguire lo stesso esercizio prima girato
da un lato poi dall’altro, al chiuso poi
all’aperto, in mezzo ad altra gente poi da soli..
dopo che si sia strutturato il processo di
lateralizzazione (distinzione della destra e
della sinistra sull’altro) e di orientamento
(capacità di modificare la posizione ed il
movimento del corpo nello spazio e nel
tempo).
Esercizi/giochi di orienteering sono utili
come programmazione di lezioni di
psicomotricità, specie dai 12 anni in poi
essendo fondamentale uno schema motorio
già sviluppato; essendo strettamente correlata
alla capacità di controllo e di equilibrio, e allo
stesso tempo influenzata dalle informazioni
sensoriali derivanti dagli analizzatori acustici,
ottici, cinestesici e statico-dinamici, si
possono proporre esercizi che variano
costantemente i parametri spazio-temporali al
fine di migliorare tale capacità.
I bambini vengono posti in fila dietro ad un
birillo, il quale dista all’incirca 10 metri da
un’asticella (ad altezza molto bassa) seguita
da un materasso.
CAPOVOLTA
Questi devono correre verso l’asticella,
saltarla e ricadere sul materasso, sul quale
effettuare una capovolta, poi proseguire la
corsa verso un birillo posto poco distante dal
materassino stesso, girargli intorno e
ritornare al punto di partenza. Il via del
successivo bambino è dato dal tocco del
compagno che ha appena svolto l’esercizio.
Dopo aver gettato buone basi apprendendo e
strutturando le capacità coordinative generali
vengono introdotti gli schemi motori per
l’apprendimento delle capacità coordinative
speciali. Queste ultime, specifiche di ogni
sport, sono: la capacità di orientamento
spazio-temporale,
di
differenziazione,
accoppiamento e combinazione dei propri
segmenti corporei, la fantasia motoria, la
capacità di reazione a stimoli ottici ed
acustici, il ritmo, la trasformazione,
l’anticipazione e l’equilibrio.
La capacità di orientamento spaziotemporale è la capacità di percepire dove
arriva la palla quando viene lanciata, dove
atterrerà al suolo, quando il calcio negli sport
da combattimento verrà sferrato, da quando
parte dal suolo a quando arriva al corpo
dell’avversario.. È la capacità di determinare e
variare la posizione ed i movimenti differenti
del corpo nello spazio e nel tempo, in
relazione a punti di riferimento definiti e noti.
E’ il “senso della posizione” e permette di
giocare con molti palloni, (capacità di trovarsi
al posto giusto nel momento giusto). È una
delle abilità che permette di individuare
potenziali atleti di talento: permette agli
attaccanti di individuare gli spazi liberi per
smarcarsi e ricevere la palla e capire quando
possono tirare in porta.
Dai 10 ai 15 anni:
tattica
giusta
al
momento
giusto.
Giocare
con
molti
palloni e molti avversari
contemporaneamente.
Dai 12 ai 16 anni: giochi
ed esercizi specifici
dello sport in esame
ripetuti più e più volte
per
affinarli
e
automatizzarli.
Dai 10 anni in poi.
Fare
impostare
al
bambino / atleta il
riscaldamento,
farli
inventare
giochi,
tattiche nuove..
Per migliorare questa capacità è necessario
aver già compiuto l’operazione mentale di
combinazione movimento/spazio (che si
verifica dopo i 12-15 anni). Consigliati
esercizi in spazi di dimensioni variabili e
variando le regole del gioco: giocare con due
palloni, con più porte, o con aree dietro le
porte; giocare in superiorità o inferiorità
numerica.
Per ben apprendere ed allenare la capacità
di differenziazione, accoppiamento e
combinazione dei propri segmenti
corporei bisogna innanzitutto aver chiaro la
conoscenza delle parti del corpo (specie delle
articolazioni). Questa consapevolezza si
acquisisce dopo i 12 anni (fase del “corpo
rappresentato”) e una chiara coscienza dei
due emisomi è necessaria prima di affinare
tale capacità. Insita in questa capacità vi è
anche
quella
di
saper
coordinare
opportunamente tra di loro i movimenti dei
degli arti, come successioni di singole fasi di
movimento: è anche definitiva come la
capacità di esprimere con grande precisione
ed economia le singole fasi di movimento.
La fantasia motoria è la capacità di utilizzare
le proprie risorse gestuali, cognitive ed
espressive in modo originale e creativo per
risolvere problemi motori, tecnici e tattici,
consentendo di utilizzare potenzialità
individuali, gli spazi e gli oggetti al di fuori
degli schemi imitativi.
E’ utile far inventare al bambino nuovi
giochi, nuove coreografie, nuove regole e
tecniche per ideare tattiche diverse e nuove
strategie.
Le attività e le esperienze polisportive
offrono situazioni ricche di stimoli che
sollecitano tutte le capacità coordinative.
Riguardo la capacità di reazione a stimoli
ottici ed acustici, di cui avevamo già
ampiamente parlato, essa dipende in primis
dalle abilità senso-percettive e dalla capacità
di reazione. Momento cruciale per
l’apprendimento di questa capacità è la prima
decade di vita, quando le interconnessioni tra
cervello e recettori ottici ed acustici sono più
plastici; ottimizzarli al meglio significa creare
le basi per una corretta postura e prevenire
problematiche che si estrinsecherebbero in
un futuro prossimo.
Solo la fascia tra i 8-11
anni, momento in cui si
rende plastico il sistema
sensori-cervello
La capacità di ritmo, trasformazione ed
anticipazione è la capacità di eseguire rapide
azioni motorie in risposta ad uno stimolo. Gli
esercizi che si possono consigliare per
esercitare tale capacità sono esercizi dove
aumenta il numero dei segnali e le
corrispondenti
reazioni
motorie:
il
giocatore/atleta, quando l’allenatore fischia o
batte le mani, deve fermarsi o scattare.
Bisogna essere capaci di adattare e
trasformare l’azione motoria programmata e
in fase di svolgimento, anche al variare della
situazione. Ad esempio fare partite di calcio
utilizzando come attrezzo il pallone ovale del
rugby, sfruttando la caratteristica del
rimbalzo imprevedibile.
Questo stimolo permette all’allievo di
ricercare tattiche per la risoluzione di svariati
problemi. Iniziare ad allenare tale capacità da
piccoli ed affinarla, velocizzando la risposta
delle interconnessioni nervose, stimolando
sempre e costantemente i propriocettori ed
esterocettori nervosi, senza far mai calare la
loro stimolazione, è essenziale per creare
campioni.
Aumenta con l’età.
Al battito di mani
dell’allenatore
ci
si
siede, ci si rialza.. a due
battiti si fa un salto…
10-11-12 anni, età fino
al quale gli esetrocettori
se stimolati possono
variare
condizioni
strutturali, specie del
piede e schiena
Il corpo umano è un sistema di equilibrio
instabile. Solo tramite gli esterocettori e i
propriocettori cutanei posti sotto la pianta dei
piedi, e il senso della postura determinato
dall’orecchio interno si riesce a trovare
l’equilibrio statico e dinamico. Questo
sistema deve essere così veloce e talmente
preciso e tempestivo da consentire risposte
validissime con interventi energeticamente
economici. La trave può essere un valido
strumento per allenare la suddetta capacità
per esser pronti ed adattarsi ad ogni
pavimentazione del campo di gara.
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