VI DOMENICA DI PASQUA anno A - Unità pastorale delle Valli
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VI DOMENICA DI PASQUA anno A - Unità pastorale delle Valli
VI DOMENICA DI PASQUA anno A (At 8,5-8.14.17; 1Pt 3,15-18; Gv 15,15-21) LO SPIRITO DI VERITÀ Pietro ci esorta a «rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi». L’essere cristiani è dunque una speranza. La speranza cristiana non è fatta di idee chiare e distinte; bisogna saper scegliere e amare, conoscere scegliendo e scegliere ragionevolmente: questa è la vera speranza. Ricevere lo Spirito Santo Alla predicazione e ai miracoli di Filippo, la Samaria risponde entusiasticamente, aveva accolto la parola di Dio. Ma tutto rischiava di risolversi in una reazione puramente umana. Pietro e Giovanni pregarono, imposero loro le mani e quelli ricevettero lo Spirito Santo. Questa «invocazione» dello Spirito è il sigillo posto al venire alla fede, che già si era concretizzato nel «battesimo nel nome del Signore Gesù». Quattro sono le tappe descritte in questo brano: predicazione, accoglienza della parola, battesimo, dono dello Spirito. Non si tratta di tappe separate perché lo Spirito è operante fin dall’inizio della predicazione di Filippo. I primi cristiani erano persuasi che lo Spirito guida la predicazione apostolica e suscita la capacità di aderirvi nella fede. I cristiani si sentono “obbligati” a «diffondere e a difendere la fede come testimoni di Cristo» questo equivale a quel che Pietro definisce «rendere ragione della speranza». Con dolcezza e rispetto La verità cristiana, le ragioni della nostra speranza, si radicano nell’amore di Cristo. Ci sarà sempre chi maligna sulla nostra condotta in Cristo, ma ciò non giustifica la risposta violenta e risentita. Anzi, è meglio, se così vuole Dio, soffrire operando il bene piuttosto che fare il male. Rendere cristianamente ragione della nostra speranza significa credere nella forza dell’amore, della dolcezza e del rispetto. Il Consolatore Il cristiano è chiamato a vivere, in un mondo difficile, dove domina la rivalità e la violenza. Come fare? Gesù fa una promessa: «Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi». Gesù dunque non abbandonerà mai i suoi discepoli, li sosterrà sempre mediante il dono del suo Spirito: egli sarà il Consolatore, perché libererà i cristiani dai sensi di frustrazione e di impotenza, di paura e di ostilità. Darà al discepolo la dolcezza e il rispetto, con cui far fronte alla sfrontata e violenta rivalità del mondo, che non può ricevere lo Spirito perché non crede in Gesù. Lo Spirito di Gesù è anche lo Spirito di verità che guida i discepoli a comprendere e amare il loro Signore, interiorizzando in loro tutto ciò che Gesù ha insegnato. Lo Spirito dimora presso di voi e sarà con voi: così dicendo, Gesù promette una presenza stabile, costante dello Spirito nel cristiano. Lo spirito dà la capacità di amare Gesù e di osservare i suoi comandamenti. Gesù si manifesta a quelli che lo amano, si nasconde a quelli che vogliono soltanto spiarlo, curiosare. Quindi, soltanto chi lo ama è in grado di fornire le «ragioni» ultime della speranza cristiana, che sono racchiuse tutte nella vicenda storica di Gesù. Preghiamo Tu lo hai promesso, Signore Gesù, e mi hai inviato lo Spirito. Non basta però il dono, devo accoglierlo con cuore sincero; solo così la tua gioia traboccherà e potremo continuare a sperare. Aprici il cuore, Signore Gesù, liberaci da ogni resistenza e lo Spirito ci trovi pronti all’avventura del Vangelo. Non oro né argento ti chiedo ma solo lo Spirito in dono che cambia il dolore in canto e il buio del cuore in luce perenne. Donaci il Tuo Spirito, Signore … Amen.