Razionalizzazione delle applicazioni per l`agilità dell`impresa

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Razionalizzazione delle applicazioni per l`agilità dell`impresa
White paper per le aziende
Razionalizzazione
delle applicazioni per
l’agilità dell’impresa
White paper per le aziende
Sommario
4 Diventare un’impresa agile
5 Il fattore bloccante: la proliferazione delle applicazioni
5 Le sfide
6 La crescita porta alla proliferazione delle applicazioni
7 Dominare la proliferazione delle applicazioni
8 Applicazioni legacy: una sfida critica
9 Razionalizzare le applicazioni
10 HPE Applications Rationalization
11 Vantaggi della razionalizzazione delle applicazioni con HPE
11Conclusione
12L’autore
White paper per le aziende
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Le applicazioni stanno impedendo alla vostra impresa di
raggiungere l’agilità che vorreste? Come la vostra
organizzazione può raggiungere l’agilità necessaria per stare
al passo con le mutevoli esigenze del mercato
Il presente documento descrive i rischi della proliferazione delle applicazioni e come
affrontare un percorso di razionalizzazione. Se migliorare l’agilità, riuscire a dedicare più
risorse all’innovazione, ridurre i costi e assicurare l’allineamento dell’IT al business sono
fra le vostre principali priorità, Hewlett Packard Enterprise ritiene che dovreste investire
in un’iniziativa di razionalizzazione delle applicazioni, il primo passo del vostro percorso
di trasformazione delle applicazioni.
In un recente sondaggio di Hewlett Packard Enterprise condotto su 700 responsabili di IT e
applicazioni nel mondo, oltre due terzi hanno affermato che la strategia relativa alla tecnologia
IT della loro azienda è vincolata dal portfolio applicativo in essere.1
Negli anni, le organizzazioni tendono ad acquisire un numero sempre maggiore di applicazioni.
Le scelte, seppure sostenute da valide ragioni di business, mancano spesso di una disciplina
per rimuovere le applicazioni, obsolete o duplicate, neppure quando sono inflessibili e incapaci
di adattarsi abbastanza velocemente alle mutevoli condizioni di business. Non è infrequente
che queste vecchie applicazioni possano essere eseguite esclusivamente su sistemi legacy
inflessibili. Perciò, nonostante la loro funzionalità sia essenziale per l’azienda, possono
rappresentare al tempo stesso un limite operativo.
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S tudio eseguito da Dimension Research
dal dicembre 2010 al gennaio 2011.
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Diventare un’impresa agile
Per poter soddisfare le mutevoli esigenze del business di oggi, le imprese devono trasformarsi.
Trasformarsi per incrementare gli investimenti nell’innovazione diventando più competitive
sul mercato. Trasformarsi per raggiungere una maggiore agilità e riuscire così a tenere il passo
con le mutevoli esigenze di clienti, utenti e partner. Trasformarsi per accrescere la produttività
facendo di più con meno risorse in risposta alle condizioni economiche alle riduzioni di budget.
Trasformarsi per ridurre i rischi di business e dell’IT.
Le imprese aggressive mirano a superare l’attuale periodo di crisi economica raggiungendo
una migliore posizione competitiva. Devono evitare qualsiasi compromesso e abbracciare
l’innovazione, non solo nello sviluppo dei loro prodotti, ma anche nei loro modelli e processi
aziendali. Oggi, la maggior parte dei processi aziendali sono basati sulla tecnologia perciò il
reparto IT deve posizionarsi al meglio per poter supportare l’innovazione nell’azienda.
La concorrenza, i clienti e la crescita delle informazioni impongono alle aziende di muoversi più
velocemente. Con clienti volubili e un mercato che si evolve sempre più velocemente, le imprese
devono essere agili. L’IT deve diventare un agente di cambiamento e non un inibitore.
Il reparto IT deve trasformarsi per incrementare l’agilità, l’innovazione e la produttività
dell’impresa, ma è difficile farlo se deve supportare un portfolio di applicazioni ampio e
complesso.
Molti reparti IT stanno pianificando la trasformazione affrontando un nuovo ciclo di
aggiornamento tecnologico per adottare virtualizzazione, infrastrutture convergenti e cloud.
Ma tutte queste strategie tecnologiche si riveleranno più efficaci se si eseguirà prima di tutto
un intervento di razionalizzazione applicativa. Per sfruttare una strategia cloud, ad esempio, i
reparti IT devono comprendere prima di tutto come le loro applicazioni si comportano in piena
sicurezza in un ambiente ibrido. Devono sapere se il valore aziendale fornito da un’applicazione
giustifica l’investimento per spostarla nel cloud. Devono sapere se sia necessario modernizzare
e aggiornare l’applicazione o sostituirla per supportare la loro strategia cloud. Molte decisioni
strategiche in ambito IT tendono a vertere sulle nuove tecnologie, ma i vantaggi di adottare le
nuove tecnologie saranno ottimizzati solo, in primo luogo, se si considera come modificare le
applicazioni e l’infrastruttura esistenti.
Infine, per molte organizzazioni nella presente congiuntura economica tagliare i costi continua
a essere un imperativo e ottimizzare la produttività di tutta l’impresa è fondamentale. In questo
contesto, l’IT non può più essere visto come un centro di costo, ma deve affermare il suo valore
per l’azienda fornendo al tempo stesso la tecnologia necessaria per incrementare la produttività
nell’intera organizzazione. I progetti riguardanti l’infrastruttura possono ridurre i costi, ma
il ritorno sull’investimento (ROI) per questi progetti sarà meno che ottimale se il portfolio
applicativo continua a crescere in modo incontrollato.
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Il fattore bloccante: la proliferazione delle applicazioni
Secondo un recente report compilato da Hewlett Packard Enterprise sui risultati di una ricerca,
la maggioranza dei responsabili IT intervistati supportano oltre 500 applicazioni e quasi un
quarto oltre 1.000.2 Oggi, il 70-80% dei costi sostenuti per le applicazioni riguardano il supporto
degli applicativi legacy, una spesa che richiede risorse altrimenti impiegabili per l’innovazione
e la crescita aziendale. Molti CIO vorrebbero invertire questo rapporto, spendendo di più
nell’innovazione e meno nelle applicazioni legacy, ma cambiare rotta non è facile.
Molte organizzazioni sono diventate piuttosto efficienti nella gestione delle risorse
infrastrutturali. Tutti siamo d’accordo che gli assets tecnologici devono essere sostituiti e
dismessi quando diventano obsoleti, ma in molti casi questo principio sembra essere applicato
solo all’infrastruttura. La disciplina impiegata per gestire l’infrastruttura è applicata raramente
alle applicazioni. La diligenza di sapere cosa viene utilizzato, conoscerne il valore e mantenerlo
per il periodo di tempo giusto sembra destinata a rimanere estranea all’ambiente applicativo.
Un numero sempre maggiore di nuove applicazioni vengono portate in produzione, mentre le
applicazioni legacy sembrano non uscire mai di scena.
Le sfide
Quando il portfolio applicativo è fuori controllo, i reparti IT sprecano molte risorse supportando
tecnologie di scarso o nessun valore per il business. Ad esempio, una importante azienda di
telecomunicazioni ha verificato di recente che metà del suo budget IT serviva per supportare
applicazioni ridondanti, compresi requisiti di infrastruttura, dati e supporto, in più centri
regionali.
Inoltre, molti reparti IT non sono spesso neppure al corrente di tutte le applicazioni in
produzione. Non hanno un inventario e non sanno quante istanze di ogni prodotto possiedono. 3
Molti non conoscono la relazione fra le applicazioni e l’infrastruttura sottostante. Non sanno
su quali server le applicazioni sono eseguite e non conoscono le relazioni e le dipendenze fra
le applicazioni. Questo rende l’aggiornamento di un’infrastruttura difficoltoso e più costoso del
necessario. Dato tutto ciò, non sorprende che non conoscano il total cost of ownership per ogni
singola applicazione e non sappiano quale valore ogni applicazione fornisce all’azienda.
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S tudio eseguito da Dimension Research
dal dicembre 2010 al gennaio 2011.
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olti clienti che hanno usufruito di HPE Portfolio
M
Rationalization Assessment raggiungono
un importante risultato ed un elevato livello
di soddisfazione sin dal completamento
del processo di valutazione e ricevono
l’inventario totale delle loro applicazioni.
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La crescita porta alla proliferazione delle applicazioni
La proliferazione delle applicazioni si verifica di solito nei periodi di crescita, specialmente se
non c’è in atto un modello comune di governance applicativa. La crescita può verificarsi in
seguito a fusioni e acquisizioni o in conseguenza di una rapida espansione aziendale, come
l’ampliamento delle linee di prodotto o l’approdo a nuove aree geografiche.
Fusioni e acquisizioni possono creare un problema particolarmente critico. Quando un’azienda
acquisisce altre aziende, ma non ne integra la funzione IT, finisce per avere molte applicazioni
duplicate. In base a un recente sondaggio di Hewlett Packard Enterprise,2 un terzo degli
intervistati ha affermato che almeno il 25% del loro portfolio applicativo deriva da fusioni
e acquisizioni. Spesso un piano di integrazione esiste, ma viene abbandonato in seguito
all’esaurimento dei fondi. Questa scelta può sembrare un risparmio nel breve termine, ma apre la
strada a maggiori costi nel lungo termine, non solo perché si finisce col supportare applicazioni
duplicate ma anche perché si finanziano infrastrutture, manutenzione e trasferimenti di dati
aggiuntivi fra sistemi.
In assenza di fusioni e acquisizioni, anche la rapida crescita decentralizzata può portare
alla proliferazione delle applicazioni. Se un’organizzazione lascia a un imprenditore locale la
libertà di fare quanto necessario per creare una nuova area aziendale, l’imprenditore inserirà
probabilmente soluzioni IT competitive a livello regionale. Se la nuova azienda cresce, crescerà
anche la dipendenza dalle soluzioni IT regionali. Ripetete questo processo un po’ di volte in
diverse aree geografiche e l’organizzazione finirà con troppe applicazioni e troppi processi
aziendali distinti per fare la stessa cosa. In questo scenario, non solo l’organizzazione spende più
del necessario dovendo sostenere funzioni duplicate in varie parti del mondo, ma perde tutte le
possibili efficienze di scala.
Ad esempio, un grosso produttore globale di recente avrebbe voluto portare la produzione
dei suoi articoli in varie regioni, ma non è riuscito a farlo perché nelle diverse aree geografiche
erano utilizzate applicazioni differenti e le varie sedi non riuscivano a condividere le informazioni
critiche. Solo tramite un progetto di razionalizzazione delle applicazioni, sono emersi i costi
legati alla mancanza di standardizzazione delle applicazioni in tutta l’impresa. Anche un recente
sondaggio di HPE dimostra la stessa cosa: l’80% degli intervistati hanno affermato che il loro
reparto IT supporta applicazioni differenti che forniscono funzionalità simili a gruppi o unità
aziendali diverse.
Anche in assenza di periodi di rapida crescita, la proliferazione delle applicazioni trova il modo
di svilupparsi. Quando le unità aziendali ritengono di non avere un supporto sufficiente dall’IT,
creano un proprio reparto IT “ombra” e acquisiscono applicazioni direttamente dai fornitori
attraverso processi independenti dall’IT. Inoltre, il patrimonio applicativo di una azienda
si sviluppa in un percorso di anni, cambi di ruolo e responsabilita’ impediscono spesso un
approccio disciplinato in questo ambito.
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S tudio eseguito da Dimension Research
dal dicembre 2010 al gennaio 2011.
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Dominare la proliferazione delle applicazioni
Sembra che una risposta facile alla proliferazione delle
applicazioni sia dismettere le applicazioni duplicate o
obsolete. In effetti, in un recente sondaggio eseguito da
Forrester Consulting, i responsabili IT hanno citato numerose
ragioni per le quali le applicazioni dovrebbero essere
dismesse: il 53% hanno indicato l’obsolescenza della
tecnologia, il 50% l’incapacità delle applicazioni di soddisfare
gli attuali requisiti aziendali, il 41% le difficoltà di
manutenzione delle applicazioni e il 41% la “totale o parziale
ridondanza delle applicazioni”.5
Purtroppo dismettere le applicazioni non è così semplice. La mancanza di familiarità con
l’archiviazione e il recupero dei dati di conformità rappresenta un ostacolo importante. Anche
quando dispongono di un inventario completo delle loro applicazioni, le organizzazioni di
solito non conoscono i costi totali di supporto per ciascuna, che possono includere sviluppo,
test, gestione, manutenzione, operazioni e spese di infrastruttura correlate, e neppure il valore
che ogni applicazione apporta all’azienda. Senza queste informazioni fondamentali, è difficile
decidere quali applicazioni dismettere, se sostituirle o eliminarle. Inoltre, in assenza di un
business plan consistente, che disponga la dismissione delle applicazioni, il reparti IT potrebbe
trovarsi in una situazione difficile dovendo affrontare utenti scontenti.
5 Aprire la strada alle applicazioni moderne e all’agilità
aziendale”, uno studio condotto da Forrester
Consulting per conto di HPE, 6 aprile 2010.
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Applicazioni legacy: una sfida critica
Le vecchie applicazioni legacy, che spesso ostacolano le strategie di business e tecnologiche,
sono particolarmente difficili da trattare. Migliorarle in modo che soddisfino i nuovi requisiti di
business o adottare tecnologie emergenti è spesso molto difficile, se non impossibile. I costi
di infrastruttura, specialmente quelli di manutenzione, crescono velocemente, come quelli
per le licenze del software e per il supporto dei vecchi prodotti. In molte organizzazioni, i
programmatori esperti che conoscevano le vecchie applicazioni hanno lasciato l’azienda e la
progressiva riduzione del numero di professionisti con il know-how necessario per mantenere
queste applicazioni, mette tali organizzazioni in una posizione sempre più rischiosa.
In alcuni casi, i reparti IT modernizzano parzialmente le loro applicazioni legacy con moduli
aggiuntivi basati su tecnologie recenti, ad esempio aggiungendo un’interfaccia utente basata
sul Web a una vecchia applicazione mainframe. Questo codice aggiuntivo, tuttavia, non solo
aggiunge complessità alla manutenzione delle applicazioni, ma il nuovo aspetto può generare
un falso senso di sicurezza in merito alla tecnologia sottostante. Analogamente, creare
interfacce fra le applicazioni vecchie e nuove può dare origine a sistemi più complessi e difficili
da mantenere. Questi interventi disordinati possono mascherare importanti problemi applicativi.
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Razionalizzare le applicazioni
Le organizzazioni lungimiranti implementano iniziative di
razionalizzazione applicativa per dominare la proliferazione
delle applicazioni. Avviano iniziative indipendenti e imparziali
che forniscano una valutazione scrupolosa dell’inventario
applicativo, dei costi, delle risorse e del valore, quindi
effettuano un’analisi del business e delle strategie
tecnologiche per definire la nuova situazione che desiderano
implementare. La differenza fra la situazione attuale e la
situazione ideale è la base da cui partire per sviluppare un
piano di trasformazione delle applicazioni legittimo.
Implementare il piano di trasformazione aiuta le
organizzazioni a ridurre i costi per le applicazioni, per
l’infrastruttura e per i servizi correlati, ampliando il budget
disponibile per l’innovazione e i nuovi progetti.
In base allo studio di Forrester Consulting, il 91% degli intervistati sono d’accordo, in maggiore
o minore misura, sul fatto che “un intervento di consolidamento/razionalizzazione delle
applicazioni porterebbe vantaggi”.6
La razionalizzazione delle applicazioni offre ai reparti IT un’istantanea del loro portfolio
applicativo: quali applicazioni sono presenti, la tecnologia su cui si basano, il costo reale che
rappresentano per l’organizzazione, quali utenti si occupano delle applicazioni e il loro livello
di rischio. Inoltre, l’iniziativa di razionalizzazione offre una visione di quale dovrebbe essere il
portfolio entro i prossimi tre-cinque anni, comprese le funzioni business target, la curva di costo
e un modello per misurare i progressi verso questi obiettivi.
In base a una ricerca indipendente di Forrester Research, “l’assessment delle applicazioni aiuta
a comprendere il valore che apportano all’azienda, il loro costo e al loro stato, consentendo
ai responsabili IT e business di distogliere risorse dall’attività di modernizzazione tattica per
destinarle a progetti che sostengono gli obiettivi strategici dell’impresa”.7
6
“Aprire la strada alle applicazioni moderne e all’agilità
aziendale”, uno studio condotto da Forrester
Consulting per conto di HPE, 6 aprile 2010.
7
alutazione delle applicazioni: le metriche
V
ottimizzano le decisioni di razionalizzazione,
di Phil Murphy, 29 giugno 2010 | Aggiornato
il: 19 agosto 2010, Forrester Research, Inc.
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HPE Applications Rationalization
HPE ritiene che, se migliorare l’agilità, riuscire a dedicare più risorse all’innovazione, ridurre i
costi e assicurare l’allineamento dell’IT al business sono fra le vostre principali priorità, dovreste
investire in un’iniziativa di razionalizzazione delle applicazioni.
HPE aiuta i clienti a ridurre la spesa totale correlata alle applicazioni dal 15 al 35% tramite la
trasformazione delle applicazioni.8 I servizi HPE Applications Rationalization dimostrano come
ottenere questi risparmi seguendo questi passaggi:
1.Mappatura del portfolio applicativo: HPE raccoglie i dati presso l’organizzazione per
costruire un inventario delle applicazioni accurato, preciso e ponderato. L’inventario include i
responsabili IT di ogni applicazione.
2.Determinazione dell’allineamento al business per ogni applicazione: per ogni applicazione del
portfolio, HPE mappa l’applicazione ai processi aziendali e alle sedi di utilizzo. Questa mappa
completa rivela le ridondanze identificando le opportunità di consolidamento.
3.Determinazione del costo reale di ogni applicazione: per ogni applicazione del portfolio,
HPE determina il costo reale per l’organizzazione, compresi costi come quelli infrastrutturali
e operativi (costi IT interni o servizi esterni), licenze, supporto dei software con licenza,
supporto diretto delle applicazioni (impiegati IT interni o personale esterno), supporto per la
riparazione dei guasti, miglioramenti e piccole modifiche.
4.Allineamento del costo al valore aziendale: HPE suddivide i costi sostenuti per le applicazioni
in base alle funzioni aziendali che esse supportano, per comprendere quale parte del budget
applicativo globale supporta le risorse umane, la produzione, ecc.
5.Analisi della qualità tecnica e funzionale di ogni applicazione: HPE intervista gli utenti
aziendali delle applicazioni per determinare la qualità funzionale, ovvero, la misura in cui
ogni applicazione soddisfa le esigenze aziendali per un particolare processo aziendale in
una determinata sede. HPE determina la qualità funzionale, che include fattori come facilità
di uso, attualità dei dati, integrazione, criticità dell’applicazione per il processo aziendale
e se l’applicazione è utilizzata per soddisfare requisiti normativi. Inoltre, HPE intervista il
personale del supporto tecnico IT per determinare in quale misura ogni applicazione soddisfa
le aspettative degli standard tecnici e delle prassi, come affidabilità, scalabilità, complessità
dell’interfaccia, integrità dei dati e rischi di supporto. Questa analisi aiuta a determinare dove
ci sono opportunità di cambiamento. La combinazione di qualità funzionale e qualità tecnica è
il “valore aziendale” dell’applicazione.
6.Creazione di un ambiente e di una roadmap target: HPE definisce un piano per consolidare
e semplificare il portfolio applicativo al fine di ridurre le ridondanze, migliorare l’efficacia e
risparmiare sui costi di supporto. Le motivazioni per definire queste iniziative sono basate
sul miglioramento della qualità sia tecnica sia funzionale, riducendo i costi di supporto annui,
eliminando le ridondanze e colmando gli eventuali vuoti. Il piano include una roadmap di
come raggiungere questi obiettivi.
7.Sviluppo del business case: HPE sviluppa un business case per dimostrare il valore aziendale
e finanziario della trasformazione del portfolio applicativo e ottenere l’adesione del resto
dell’organizzazione alla roadmap. Il business case mostra l’impatto sull’efficienza e l’efficacia
dei processi aziendali e anche il tempo che servirà per raggiungere il punto di pareggio sul
costo dell’iniziativa.
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Risultati tipici di HPE Services
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Vantaggi della razionalizzazione delle applicazioni con
Hewlett Packard Enterprise
In media, in un progetto HPE Applications Rationalization, ogni dollaro speso nella valutazione
identifica 30 dollari di possibile risparmio. Il costo per implementare questi risparmi è
tipicamente compreso fra il 20 e il 35% dei risparmi previsti.9
I consulenti per la razionalizzazione applicativa di HPE lavorano per allineare la strategia
applicativa e tecnica alla strategia di business, non il contrario. La valutazione e la roadmap
risultante non richiedono cambiamenti nelle strategie o nei processi aziendali10 HPE consiglia, al
contrario, di cambiare la strategia IT per supportare meglio le esigenze aziendali.
Collaborando con HPE si ottiene una valutazione obiettiva del portfolio applicativo. La
valutazione, è basata sui benchmark di settore, su HPE Visual Intelligence Tools e sul framework
di consulenza leader sul mercato: HPE Agile RightStep® IT Transformation Framework. HPE,
grazie alla sua leadership nella tecnologia e nei servizi, all’esperienza nella trasformazione delle
applicazioni, nel cloud, nell’automazione, nella mobilità e nella gestione, dispone delle risorse e
competenze edeguate per soddisfare le esigenze esclusive del cliente.
La roadmap che risulta dal progetto di razionalizzazione applicativa offre piani d’azione
individuali per ogni applicazione, basati su costo, rischio, qualità, complessità, valore, età,
oltre alle strategie tecnologiche e aziendali. Inoltre, offre un business case che giustifica
l’investimento nella modernizzazione e nella trasformazione delle applicazioni.
Seguendo la roadmap, i clienti riducono il numero totale delle loro applicazioni e una
ottimizzazione delle risorse di infrastrutura e gestione utilizzate per supportarle. Ottengono
un quadro chiaro e imparziale del loro inventario applicativo totale, dei costi correlati alle
applicazioni e del valore aziendale delle applicazioni. Il risultato è una azienda più agile e
flessibile in grado di dominare i cambiamenti del business.
Conclusione
Molte organizzazioni sono bloccate dalla proliferazione delle applicazioni. Se non vengono
introdotte applicazioni nuove, vengono lasciate in essere applicazioni duplicate e applicazioni
legacy costose da gestire e supportare. La strategia IT delle organizzazioni è vincolata dal
portfolio applicativo. Per diventare più agili, molte organizzazioni desiderano intervenire sulle
applicazioni che le bloccano, ma non sanno esattamente quante applicazioni possiedono, non
conoscono il loro total cost of ownership e il valore che apportano al business.
HPE Applications Rationalization vi consente di compiere il primo passo nel percorso di
trasformazione delle applicazioni. Tramite una valutazione indipendente e oggettiva, fornisce
ai clienti l’inventario di tutte le applicazioni, i loro costi e il loro valore per l’azienda. Fornisce
una descrizione chiara dello stato desiderato per il portfolio applicativo con una roadmap
dettagliata su come raggiungerlo, oltre a un business case per ottenere l’adesione dal resto
dell’organizzazione alla trasformazione.
Non lasciate che un portfolio applicativo ridondante vi impedisca di diventare l’impresa agile
che il vostro business richiede. Fate il primo passo verso una maggiore agilità con il progetto
HPE Applications Rationalization.
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Risultati tipici di HPE Services
10
S ebbene, in molti casi, vengono suggeriti
miglioramenti nell’aggiornamento
dei processi aziendali!
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L’autore
Larry Acklin
Larry Acklin è membro dell’organizzazione HPE Product Marketing, in cui è responsabile dei
servizi globali di modernizzazione delle applicazioni di HPE Services.
Acklin vanta oltre 23 anni di esperienza nel campo delle applicazioni, dove ha svolto ruoli di
consulenza, gestione, sviluppo e manageriali. Ha contribuito costantemente all’innovazione per
HPE, portando ai clienti soluzioni per applicazioni mobili e ideando la prima offerta dell’azienda
per la mobilità. Ha fornito consulenza ai clienti HPE su tutti gli aspetti della gestione IT, processi
di business, sviluppo e gestione delle applicazioni, in tutti i settori.
È stato fondatore di un’organizzazione di sviluppo a oggetti e ha portato in HPE i concetti
innovativi di questa tecnologia. Ha lavorato anche come sviluppatore ed ha avviato
un’organizzazione di sviluppo Web per la creazione di applicazioni online per i clienti.
Acklin ha una laurea in ingegneria elettronica, con specializzazione in software, e ha iniziato
al sua carriera sviluppando sistemi integrati per automobili. In seguito è si è dedicato alla
programmazione di sistemi per l’impresa, comprese le applicazioni personalizzate missioncritical per alcuni importanti clienti HPE, diventando architetto applicativo.
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4AA0-5043ITE, novembre 2015, Rev. 1