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FINANZIARE L’IMPRESA CON I FONDI EUROPEI INDICE LE PMI NELLA STRATEGIA EUROPA 2020 2 LEGGE DI STABILITA’ 2016 4 LO SCHEMA DI RIFERIMENTO PER IL FINANZIAMENTO DELLE PMI: FONDI DIRETTI, FONDI INDIRETTI E STRUMENTI FINANZIARI 8 IL GRUPPO BEI 16 HORIZON 30 HORIZON 2020: GLI STRUMENTI FINANZIARI 40 COSME 42 COSME: GLI STRUMENTI FINANZIARI 45 BUDGET “EUROPEO”: TECNICHE DI REDAZIONE 46 1 o LE PMI NELLA STRATEGIA EUROPA 2020 RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE del 6 maggio 2003 sulla definizione delle micro, piccole e medie imprese I punti fondamentali: si considera impresa qualsiasi entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che svolga un'attività economica, incluse in particolare le entità che svolgono un'attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che svolgono regolarmente un'attività economica; un'impresa in cui almeno il 25 % dei diritti di capitale o di voto è controllato da un organismo collettivo pubblico o da un ente pubblico non è una PMI; il criterio del numero degli occupati (in prosieguo «il criterio degli effettivi») rimane senza dubbio tra i più significativi e deve imporsi come criterio principale; tuttavia l'introduzione di un criterio finanziario costituisce il complemento necessario per apprezzare la vera importanza di un'impresa, i suoi risultati e la sua situazione rispetto ai concorrenti. Non sarebbe però auspicabile prendere in considerazione come criterio finanziario solo il fatturato, dato che il fatturato delle imprese nel settore del commercio e della distribuzione è normalmente più elevato di quello del settore manifatturiero. Il criterio del fatturato deve quindi essere considerato unitamente a quello del totale di bilancio, che riflette l'insieme degli averi di un'impresa, ed uno dei due criteri può essere superato; per quanto concerne le soglie per il totale di bilancio, in mancanza di elementi nuovi è opportuno confermare l'approccio che consiste nell'applicare alle soglie del fatturato un coefficiente basato sul rapporto statistico esistente tra queste due variabili. L'andamento statistico osservato implica un aumento più rilevante della soglia del fatturato. Essendo tale andamento diverso a seconda della dimensione delle imprese, per riflettere il più fedelmente possibile l'andamento economico e non penalizzare le microimprese e le piccole imprese rispetto a quelle di dimensioni medie è opportuno anche modulare il suddetto coefficiente. Per le microimprese e le piccole imprese il coefficiente è molto vicino a 1. Pertanto, in un'ottica di semplificazione, per tali categorie va mantenuta la stessa cifra per la soglia del fatturato e per la soglia del totale di bilancio. Il criterio del fatturato annuo viene determinato calcolando il reddito che l’impresa ha ricavato durante l’anno di riferimento dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di servizi, dopo il pagamento degli eventuali oneri. Il fatturato non comprende l’imposta sul valore aggiunto (IVA) o altre imposte indirette. Il bilancio generale annuo si riferisce al valore dei principali attivi della società; le soglie finanziarie e quelle relative al personale occupato rappresentano limiti massimi e gli Stati membri, la BEI ed il FEI possono stabilire soglie più basse di quelle comunitarie per orientare i loro interventi a una categoria precisa di PMI. Per motivi legati alla semplificazione amministrativa si deve anche consentire la selezione di un solo criterio, quello degli effettivi, per l'attuazione di determinate politiche, eccetto per i settori regolati dal diritto della concorrenza, che richiedono l'impiego e il rispetto di determinati criteri finanziari; il criterio degli effettivi riguarda il personale impiegato a tempo pieno, a tempo parziale o su base stagionale e comprende le seguenti categorie: • i dipendenti; 2 • le persone che lavorano per l’impresa, ne sono dipendenti e, secondo la legislazione nazionale, sono considerati come gli altri dipendenti dell’impresa; • i proprietari-gestori; • i soci che svolgono un’attività regolare nell’impresa e beneficiano di vantaggi finanziari da essa forniti. Gli apprendisti con contratto di apprendistato e gli studenti con contratto di formazione non sono considerati come facenti parte degli effettivi. Non è inoltre contabilizzata la durata dei congedi di maternità o parentali. Gli effettivi sono espressi in unità lavorative-anno (ULA). Chiunque abbia lavorato nella vostra impresa, o per suo conto, durante l’intero anno di riferimento conta come una unità. I dipendenti che hanno lavorato a tempo parziale, i lavoratori stagionali e coloro che non hanno lavorato tutto l’anno devono essere contabilizzati in frazioni di unità; per meglio valutare la realtà economica delle PMI ed escludere dalla definizione i gruppi di imprese il cui potere economico supera quello di una PMI, è necessario distinguere i vari tipi di imprese: IMPRESA AUTONOMA: 1) l’impresa è totalmente indipendente, vale a dire non ha alcuna partecipazione in altre imprese e nessuna altra impresa ha una partecipazione nella stessa; 2) l’impresa detiene una partecipazione inferiore al 25 % del capitale o dei diritti di voto (qualunque sia il più alto dei due) in una o più altre imprese e/o non vi sono soggetti esterni che detengono una quota del 25 % o più del capitale o dei diritti di voto (qualunque sia il più alto dei due) nella prima impresa. Se l’impresa è autonoma, ciò significa che non è impresa associata o collegata ad un’altra impresa. È possibile cumulare più investitori ciascuno dei quali detiene una quota inferiore al 25 % nell’impresa e rimanere nonostante tutto autonoma, purché questi investitori non siano collegati tra di loro nel senso di «imprese collegate». Se gli investitori sono collegati, l’impresa può essere considerata associata o collegata, a seconda della situazione individuale. Se l’impresa è autonoma, si utilizzeranno solo il numero di dipendenti e i dati finanziari contenuti nei conti annuali dell’impresa stessa per verificare se sono rispettate le soglie dimensionali previste. ECCEZIONI. Le imprese possono essere considerate autonome, e quindi prive di imprese associate, anche se questa soglia del 25 % è raggiunta o superata da uno dei seguenti investitori: - società pubbliche di partecipazione, società di capitale di rischio e «business angels»; - università o centri di ricerca senza scopo di lucro; - investitori istituzionali, compresi i fondi di sviluppo regionale; - autorità locali autonome aventi un bilancio annuale inferiore a 10 milioni di euro e meno di 5.000 abitanti. IMPRESA ASSOCIATA (O PARTNER): questo tipo corrisponde alla situazione delle imprese che agiscono in cooperazione finanziaria con altre imprese, senza che un’impresa eserciti un controllo effettivo diretto o indiretto sull’altra. Sono definite partner le imprese che non sono autonome, ma che non sono nemmeno collegate tra loro: l’impresa detiene una partecipazione o diritti al voto pari 3 o superiori al 25% (ma non al 50%) in un’altra impresa e/o un’altra detiene almeno il 25% ma non più del 50% nella prima. Inoltre, l’impresa richiedente non redige conti consolidati che riprendono l’altra impresa tramite consolidamento e non è ripresa tramite consolidamento nei conti di quest’ultima o di un’impresa ad essa collegata . Se l’impresa è associata, si deve aggiungere ai dati della stessa una proporzione del calcolo degli effettivi e degli elementi finanziari dell’altra impresa al fine di determinare l’ammissibilità della prima alla condizione di PMI. Questa proporzione rifletterà la percentuale di quote o di diritti di voto — quale dei due sia il più alto — che è detenuta. Pertanto, se si ha una partecipazione del 30 % in un’altra impresa, si deve aggiungere il 30 % dei suoi effettivi, del suo fatturato e del totale di bilancio ai dati dell’impresa. Se vi sono più imprese associate, lo stesso tipo di calcolo deve essere effettuato per ciascuna impresa associata situata immediatamente a monte o a valle dell’impresa in considerazione. IMPRESA COLLEGATA: questo tipo corrisponde alla situazione economica delle imprese che fanno parte di un gruppo in cui vi è controllo diretto o indiretto della maggioranza dei diritti di voto (anche in virtù di accordi o in taluni casi tramite persone fisiche azioniste), o la capacità di esercitare un influsso dominante su un’impresa. Si tratta quindi di casi meno frequenti dei precedenti. Per evitare alle imprese difficoltà di interpretazione la Commissione europea ha definito questo tipo d’imprese riprendendo, quando sono adeguate all’oggetto della definizione, le condizioni di cui all’articolo 1 della direttiva 1983/349/CEE del Consiglio riguardante i conti consolidati, che si applica da numerosi anni. Un’impresa sa quindi di solito automaticamente di essere «collegata», dato che è già tenuta in virtù della suddetta direttiva a redigere conti consolidati o è ripresa tramite consolidamento nei conti di un’impresa che è tenuta a redigere conti consolidati; o LEGGE DI STABILITA’ 2016. Una nuova governance per i Fondi Strutturali e di Investimento Europei con l’istituzione di una Autorità per la Coesione e di una Cabina di Regia per orientare la programmazione regionale e nazionale secondo le Strategie di Specializzazione Intelligente , secondo quanto richiesto dalla Unione Europea. 110 miliardi di euro nei prossimi sette anni a disposizione dell’Italia per favorire il processo di recupero del divario nello sviluppo economico delle regioni. La Manovra finanziaria 2015 aveva infatti stanziato 24 miliardi di euro di quota di cofinanziamento nazionale (che si aggiungono ai quasi 30 miliardi di fondi strutturali UE), oltre ai 54,8 miliardi per il Fondo per lo sviluppo e la coesione (ex Fondo Fas) per il 2014-2020 per infrastrutture, di cui l’80% in favore del Mezzogiorno. Una diversa politica di bilancio di stimolo alla crescita ed agli investimenti promuovendo la qualità e il controllo puntuale della spesa pubblica in ambiti oggetto d'intervento dell'Ue. Dopo anni in cui i tagli ai bilanci pubblici hanno gravato soprattutto sulle spese strategiche per la crescita, si scorgono primi anche se timidi segnali di una vera strategia europea per rilanciare gli investimenti, che vedrà un ruolo sempre più incisivo della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), a garanzia di nuovi prestiti per progetti infrastrutturali. La dotazione finanziaria del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) deve infatti impiegata per obiettivi strategici relativi ad aree tematiche nazionali, anche con riferimento alla prevista adozione della Strategia nazionale di specializzazione intelligente, come definita dalla Commissione europea, indicando per regione e per area di specializzazione intelligente tempi di spesa, obiettivi associabili a quello generale di crescita ed un responsabile. Con riferimento al comma 673, in attuazione dell'Accordo di partenariato 2014-2020 con l'UE approvato, le funzioni di audit dei programmi 4 operativi nazionali (PON), cofinanziati dai Fondi strutturali e di investimento 2014- 2020, saranno svolte dal nucleo tecnico di valutazione e verifica degli investimenti pubblici UVER (Unità di verifica) o dal Ministero dell'economia e delle finanze Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato IGRUE, ovvero da autorità di audit individuate presso le stesse amministrazioni centrali titolari di ciascun programma. Invece, con riferimento al comma 676, le risorse derivanti dai Fondi strutturali e di investimento europei vengono assegnate in partenariato tra le amministrazioni nazionali aventi responsabilità di coordinamento dei Fondi strutturali e di investimento europei e le singole amministrazioni centrali e regionali interessate, in coerenza con la destinazione territoriale, sotto il coordinamento del Ministro, o Sottosegretario di Stato, delegato per la coesione territoriale, denominato «Autorità politica per la coesione». Entro il 30 aprile 2015 è poi prevista l’istituzione di una Cabina di regia, composta da rappresentanti delle amministrazioni interessate e delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, incaricata di definire specifici piani operativi per ciascuna area tematica nazionale. In conclusione, una prospettiva decisamente positiva della Legge di Stabilità legata a scelte strategiche e di nuovi modelli di governance più efficaci sull’utilizzo dei fondi strutturali, in un momento di generale prosciugamento delle risorse a disposizione delle regioni a valere sulla spesa corrente. La Legge di Stabilità 2016 sancisce infatti l’estensione dei fondi FESR e FSE, e dei relativi programmi operativi nazionali (PON) e regionali (POR), ai liberi professionisti, indipendentemente della forma giuridica rivestita. I professionisti diventano quindi a tutti gli effetti destinatari di oltre 31 miliardi di euro di finanziamenti comunitari, a cui si aggiungono oltre 16 miliardi di euro di cofinanziamento nazionale e altri 4,3 miliardi a carico delle regioni. Leggi anche: Legge di Stabilità 2016, fondi UE ai professionisti un risultato storico Cos’è il Fondo FESR? Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) promuove gli investimenti e contribuisce a ridurre gli squilibri regionali in Europa. Il FESR partecipa al finanziamento di investimenti produttivi che contribuiscono alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro stabili, in primo luogo attraverso aiuti diretti agli investimenti principalmente nelle piccole e medie imprese, di investimenti in infrastrutture e dello sviluppo di potenziale endogeno attraverso misure che sostengano lo sviluppo regionale e locale. Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale sostiene i seguenti obiettivi tematici del regolamento (UE) n. 1303/2013: - Obiettivo tematico (OT) 1 - Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione (rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione) - Obiettivo tematico (OT) 2 - Agenda digitale (migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego e la qualità delle medesime) - Obiettivo tematico (OT) 3 - Competitività dei sistemi produttivi - Obiettivo tematico (OT) 4 - Energia sostenibile e qualità della vita (sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori) - Obiettivo tematico (OT) 5 - Clima e rischi ambientali (promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi) - Obiettivo tematico (OT) 6 - Tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali (tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse - Obiettivo tematico (OT) 7 - Mobilità sostenibile di persone e merci (promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete) - Obiettivo Tematico (OT) 8 - Occupazione (promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori) - Obiettivo Tematico (OT) 9 - Inclusione sociale e lotta alla povertà (promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione) - Obiettivo Tematico (OT) 10 - Istruzione e formazione (investire nell’istruzione, formazione e formazione professionale, 5 per le competenze e l’apprendimento permanente) - Obiettivo Tematico (OT) 11 – Capacità istituzionale e amministrativa (rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente nell’ erogazione di servizi) Che cos’è il FSE? Il Fondo sociale europeo (FSE) è finalizzato a promuovere e migliorare l'occupazione, la qualità e la produttività, oltre che l'integrazione sociale. Nello specifico, tale Fondo è volto al raggiungimento di quattro obiettivi tematici: - promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori; - promuovere l’inclusione sociale e lottare contro la povertà; - investire in istruzione, competenze e apprendimento permanente; - migliorare la capacità istituzionale e un’efficiente amministrazione pubblica. Le risorse Per il ciclo di programmazione 2014-2020, come precedentemente accennato, le risorse comunitarie dei Fondi strutturali FSE e FESR riservate all’Italia ammontano complessivamente a 31,1 milioni di euro (di cui oltre 20,6 di fondi FESR e più di 10,5 di fondi FSE), dei quali: - oltre 7,5 miliardi sono destinati alla regioni più sviluppate (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto); - 1,35 miliardi alle regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna); - 22,2 miliardi alle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). A tali importi vanno aggiunti poco più di 16 miliardi di euro di cofinanziamento nazionale e circa 4,4 miliardi di euro di risorse regionali. I programmi operativi nazionali e regionali La Programmazione 2014 - 2020 relativa ai Fondi FESR e FSE è attuata attraverso i programmi operativi. I programmi operativi possono essere sia regionali, ossia elaborati dalle regioni, sia nazionali. I Programmi Operativi Regionali FESR e FSE sono previsti in tutte le Regioni e Provincie autonome. Tali Programmi regionali sono tutti monofondo, ad eccezione delle Regioni Calabria, Molise e Puglia, che hanno deciso di dotarsi di un programma plurifondo. Il totale delle risorse FESR allocato sui Programmi regionali è di poco superiore a 15 miliari di euro, mentre i POR del FSE assorbono oltre 6 miliari di euro. I Programmi Nazionali FESR e FSE sono in totale 11, di cui 6 interessano tutte le regioni: - PON “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento” (FSE e FESR, plurifondo); - PON “Sistemi di politiche attive per l’occupazione” (FSE, monofondo); - PON “Inclusione” (FSE, monofondo); - PON “Città Metropolitane” (FESR e FSE, plurifondo); - PON “Governance e Capacità Istituzionale” (FESR e FSE, plurifondo); - PON “Iniziativa Occupazione Giovani” (FSE, monofondo). Due i Programmi Nazionali che riguardano le regioni in transizione e meno sviluppate: - PON “Ricerca e innovazione” (FESR e FSE, plurifondo); - PON “Imprese e Competitività” (FESR, monofondo). 6 Infine, tre sono i Programmi Nazionali destinate alle sole regioni meno sviluppate: - PON “Infrastrutture e reti” (FESR, monofondo); - PON “Cultura” (FESR, monofondo); - PON “Legalità” (FESR e FSE, plurifondo). L’importo complessivo della quota comunitaria che finanzia i Programmi Nazionali supera i 10,6 miliardi di euro (di cui oltre 5,6 di fondi FESR e circa 4,5 di fondi FSE), mentre il cofinanziamento nazionale è di oltre 6,5 miliardi, per una dotazione complessiva pari a più di 17 miliardi di euro. Risorse comunitarie per Programma Operativo Regionale e per Fondo FESR FSE Totale (FESR+FSE) Abruzzo 115.754.890 71.251.575 187.006.465 Basilicata 413.015.666 144.812.084 557.827.750 Calabria 1.529.877.755 254.339.876 1.784.217.631 Campania 3.085.159.382 627.882.260 3.713.041.642 Emilia-Romagna 240.947.636 393.125.091 634.072.727 Friuli-Venezia Giulia 115.389.592 138.213.907 253.603.499 Lazio 456.532.597 451.267.357 907.799.954 Liguria 196.272.620 177.272.384 373.545.004 Lombardia 485.237.258 485.237.258 970.474.516 Marche 168.691.644 143.989.809 312.681.453 Molise 52.950.497 23.853.230 76.803.727 P.A. Bolzano 68.310.599 68.310.599 136.621.198 P.A. Trento 54.334.047 54.989.992 109.324.039 2.788.070.047 772.409.449 3.560.479.496 466.636.206 221.253.335 687.889.541 3.418.431.018 615.072.321 4.033.503.339 Piemonte 482.922.370 436.145.000 919.067.370 Toscana 396.227.254 366.481.608 762.708.862 Umbria 178.146.602 118.764.401 296.911.003 Valle d’Aosta 32.175.475 27.786.275 59.961.750 Veneto 300.155.358 382.015.911 682.171.269 15.045.238.513 5.974.473.722 21.019.712.235 Regione/Provincie Autonome Puglia Sardegna Sicilia Totale POR (risorse comunitarie) Copyright © - IPSOA Quotidiano - Riproduzione riservata 7 o LO SCHEMA DI RIFERIMENTO PER IL FINANZIAMENTO DELLE PMI: FONDI DIRETTI, FONDI INDIRETTI E STRUMENTI FINANZIARI (PRESTITO E CAPITALE) I principali cambiamenti della nuova programmazione rispetto alla precedente sono: 1. Semplificazione. Iter burocratico di accesso ai fondi semplificato: introduzione di regole certe ed uniche (regole comuni) per tutti (- burocrazia); regole uniche per macroprogrammi (da apprendere tramite lettura dei work programme, direttive, etc); anche i finanziamenti sono certi; 2. Accorpamento dei programmi: sono stati portati in un unico programma tutti i programmi e progetti di finanziamento che si riferiscono al settore della ricerca ed all’innovazione, per una maggiore razionalizzazione, avendo un quadro globale delle diverse offerte. Si supera un problema storico: in passato il finanziamento europeo si fermava alla fase della dimostrazione tecnologica e non erano più previsti dei supporti per coprire la fase finale dell’ideazione per arrivare alla commercializzazione ed al mercato (valle della morte). Quindi si copre l’intero ciclo che va dalla ricerca di base (di laboratorio) fino al supporto per la commercializzazione e per immettere nuovi prodotti sul mercato. 3. Decentramento nella gestione dei fondi: ruolo più importante delle Agenzie esecutive per la gestione esecutiva dei programmi. Una recentemente costituita è l’Europea Agency for SME EASME. Le Agenzie tramite i propri funzionari tecnici (officers) sono il punto di riferimento per chi gestisce il progetto nei vari stati membri 4. Fondi strutturali: facilitare il processo di pianificazione. In questo senso una cosa fatta a livello regionale nel campo della innovazione tecnologica sono i programmi di smart specialisation che sono delle linee programmatiche settennali, in cui ogni regione italiana deve dire su quali linee di innovazione / tecnologiche intende puntare nei successivi sette anni: biotecnologie, ict, biomedicale, tecnologie ambientali. Ogni regione fa le sue proposte, poi vengono mandate Bruxelles vengono omogeneizzati e vengono fatte le pianificazioni nazionali e locali attraverso cui spendere i fondi strutturali ; 5. Un unico portale : partecipant portal , niente più cartaceo tutto on line. 8 Per raggiungere gli obiettivi strategici l’Unione europea si avvale di due diverse tipologie di strumenti finanziari : 1. FONDI INDIRETTI1 : • Fondi strutturali • Fondo di coesione2 2. FONDI DIRETTI: • Programmi comunitari (finanziamenti diretti UE) noti anche come “programmi tematici” • Strumenti finanziari per l’assistenza esterna I FONDI INDIRETTI vengono erogati dalla Commissione Europea ma gestiti dalle Autorità Nazionali o Regionali, le quali distribuiscono i finanziamenti attraverso i bandi. I Fondi indiretti sono strumenti finanziari gestiti dalla Commissione Europea per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale e ridurre il divario fra le regioni più avanzate e quelle in ritardo di sviluppo e rappresentano la gran parte dei finanziamenti comunitari, e la maggior parte della totale spesa dell’UE. Le risorse finanziarie vengono trasferite dalla Commissione agli Stati membri ed in particolare alle regioni, le quali, sulla base di una programmazione approvata dalla Commissione stessa, ne dispongono l’utilizzazione. Il budget dei fondi indiretti viene speso attraverso un sistema di “responsabilità condivisa” tra la Commissione europea e gli Stati membri. Il rapporto con il beneficiario non è “diretto” ma mediato da autorità nazionali, regionali o locali che hanno il compito di programmare gli interventi, emanare i bandi e gestire le risorse europee. Accordo di Partenariato 2014-2020 Gli Accordi di Partenariato definiscono le priorità di investimento per utilizzare i finanziamenti erogati dai fondi strutturali e di investimento europei dal 2014 al 2020. Con le nuove norme, gli Stati membri sono infatti tenuti a stilare e mettere in atto piani strategici con le priorità 1 Fondi strutturali e Fondo di coesione attuano la politica di coesione nota anche come la “politica regionale” dell’Unione europea, che ha come obiettivo la riduzione delle disparità economiche, sociali e territoriali tra le varie regioni europee. Le regioni più povere dell’Europa ricevono la maggior parte dei finanziamenti, anche se tutte le Regioni possono usufruire di finanziamenti tramite i diversi strumenti disponibili. 2 Il Fondo di coesione opera nell'ambito dell'obiettivo "Convergenza", volto, appunto, a velocizzare la convergenza degli Stati membri e delle regioni meno sviluppate. La missione è di potenziare la coesione economica e sociale dell'Unione europea in una prospettiva di sostegno allo sviluppo sostenibile. In questo quadro, il Fondo interviene su due livelli. In particolare, da un lato contribuisce al finanziamento di interventi volti alla tutela ambientale, dall'altro favorisce il miglioramento della qualità delle reti transeuropee di trasporto nei dieci nuovi Stati membri e Spagna, Portogallo e Grecia, dando priorità ai progetti di interesse europeo. Il tetto di partecipazione a questo fondo alle spese pubbliche cofinanziate negli Stati membri è dell'85%. L'assistenza finanziaria del Fondo è condizionale nella misura in cui il Consiglio riconosce un deficit pubblico eccessivo in uno Stato membro beneficiario e constata che lo Stato membro non ha svolto alcuna azione in risposta ad una raccomandazione. Il fondo di coesione assiste gli Stati membri con un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al 90% della media dell’Unione europea. Gli Stati membri ammissibili al Fondo di coesione nel periodo 2014-2020 sono: Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Il Fondo di coesione prevede lo stanziamento di complessivi 66 miliardi di EUR da destinarsi ad attività comprese nelle seguenti categorie: - reti transeuropee di trasporto, in particolare i progetti prioritari di interesse europeo così come definiti dall’UE. Il Fondo di coesione sosterrà i progetti infrastrutturali rientranti nell’iniziativa Meccanismo per collegare l’Europa; - tutela dell’ambiente. In tale campo, il Fondo di coesione può anche intervenire nel quadro di progetti correlati al settore dell’energia o dei trasporti, a condizione che questi offrano chiari vantaggi sotto il profilo ambientale in termini di efficienza energetica, utilizzo delle energie rinnovabili, sviluppo del trasporto ferroviario, sostegno all’intermodalità, potenziamento dei trasporti pubblici e così via. 9 d’investimento nell’ambito dei cinque fondi ESIF. Gli Accordi di partenariato sono negoziati tra la CE e le autorità nazionali in seguito alla consultazione dei vari livelli di governance, dei rappresentanti dei gruppi di interesse e della società civile ed ei rappresentanti locali e regionali. I medesimi Accordi sono sviluppati a partire da una serie di documenti programmatici indirizzati, nel 2012, dai Servizi della Commissione a ciascuno Stato membro e riguardanti il modo in cui gli investimenti UE dovrebbero sostenere la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva perseguita nella strategia Europa 2020, concentrandosi sui principali vantaggi e sui settori di crescita importanti nelle Regioni e negli Stati membri. La Commissione europea ha adottato – in data 29 ottobre 2014 - un "accordo di partenariato" con l'Italia in cui si definisce la strategia per un uso ottimale dei Fondi strutturali e di investimento europei in tale paese. L'accordo apre la via all'investimento di 32,2 miliardi di euro di finanziamenti totali a titolo della politica di coesione nel periodo 2014-2020 (a prezzi correnti, compresi i finanziamenti nel campo della cooperazione territoriale europea e lo stanziamento per l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile). L'Italia riceve inoltre 10,4 miliardi di euro per lo sviluppo rurale e 537,3 milioni di euro per il settore marittimo e della pesca. Gli investimenti dell'UE contribuiranno ad affrontare il problema della disoccupazione e ad incentivare la competitività e la crescita economica, dando sostegno all'innovazione, alla formazione e all'istruzione negli ambiti urbani e nelle zone rurali. Essi serviranno anche a promuovere l'imprenditoria, a combattere l'esclusione sociale e ad aiutare lo sviluppo un'economia ecocompatibile ed efficiente sul piano della risorse. I Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) in Italia sono: • il Fondo europeo di sviluppo regionale • il Fondo sociale europeo • il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca • il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale Commentando l'adozione del partenariato, Johannes Hahn, Commissario responsabile per la Politica regionale, ha affermato: "È un momento estremamente importante per l'Italia. Oggi abbiamo adottato un piano d'investimento essenziale, strategico, che pone il paese sui binari della crescita e dell'occupazione per il prossimo decennio. Quest'accordo di partenariato rispecchia la determinazione comune alla Commissione europea e all'Italia di fare l'uso più efficiente possibile degli investimenti dell'UE e di evitare gli errori del passato. I nostri investimenti devono avere una portata strategica, conformemente alla nuova politica di coesione, ed essere incentrati sull'economia reale, sulla crescita sostenibile e sull'investimento nelle persone. Cosa altrettanto importante, essi devono essere accompagnati da strutture amministrative salde ed efficienti ad ogni livello. L'esercizio avviene all'insegna della qualità e non della celerità, ragion per cui nei prossimi mesi ci adopereremo appieno per negoziare i migliori risultati possibili per gli investimenti a valere sui Fondi strutturali e di investimento europei nel periodo 2014-2020 allorché delineiamo i programmi operativi da cui emergeranno i cento progetti volti a stimolare l'economia e a creare posti di lavoro in Italia. Occorre l'impegno di tutte le parti per poter disporre di programmi qualitativamente validi e di una gestione rafforzata dei fondi.” Il Commissario Hahn ha aggiunto: "Questa strategia d'investimento prende le mosse dall'importante contributo che l'Italia già apporta per aiutare l'UE a raggiungere i suoi obiettivi di sviluppo di circuiti della conoscenza, modernizzazione e internazionalizzazione dell'economia e promozione di un uso efficiente delle risorse energetiche e naturali. Con questo accordo di partenariato l'Italia dispone ora di una salda base che abbraccia tutti i Fondi strutturali e di investimento e dà un indirizzo strategico ai programmi futuri per stimolare l'innovazione, 10 trasformare le PMI italiane in modelli di crescita ed assicurare la competitività dell'Italia nei settori ad alta intensità di saperi. I Fondi SIE aiutano le regioni e le città italiane ad affrontare queste sfide." László Andor, Commissario responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, ha affermato: "Mi congratulo con l'Italia per aver perfezionato il suo accordo di partenariato in seguito a un'intensa collaborazione con la Commissione. Sono estremamente compiaciuto per il fatto che l'Italia abbia deciso di usare 10,5 miliardi di euro del Fondo sociale europeo (FSE) in modo da assicurare che le azioni finanziate dall'FSE abbiano un impatto significativo al fine di raggiungere gli obiettivi occupazionali e di lotta contro la povertà della strategia Europa 2020. Apprezzo anche il fatto che sia stata attribuita una priorità elevata alla lotta contro la disoccupazione giovanile, anche attraverso un programma che attua l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile. L'FSE aiuterà a massimizzare il potenziale di crescita di ciascuna regione affrontandone i bisogni specifici, concentrandosi sugli aspetti dell'imprenditoria e della creazione di posti di lavoro nonché su una migliore inclusione sociale attraverso l'occupazione, l'istruzione e la formazione professionale. Sono anche compiaciuto nell'osservare più intense sinergie tra le misure sostenute e i diversi fondi." Dacian Cioloş, Commissario responsabile per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha affermato: "È con grande soddisfazione che accolgo oggi l'approvazione dell'accordo di partenariato per l'Italia ed in particolare i nuovi obiettivi di sviluppo rurale, il secondo pilastro della politica agricola comune dell'UE. I programmi di sviluppo rurale recano un notevole contributo alla risoluzione di tutta una serie di problemi economici, ambientali e sociali nelle zone rurali. Per molte regioni italiane il Fondo per lo sviluppo rurale è la più importante fonte di finanziamento strutturale dell'UE. In tale contesto, sono fiducioso che l'accordo di partenariato per l'Italia consentirà un uso più efficiente dei finanziamenti in modo da appianare la via dell'Italia verso la crescita e la competitività, promuovere l'occupazione e ridurre le disparità regionali. Sono fiducioso che questo sostegno finanziario unionale opportunamente mirato a sviluppare un ambiente imprenditoriale innovativo, a migliorare le infrastrutture o a accrescere l'efficienza nell'uso delle risorse naturali, svolgerà un ruolo importante ai fini del raggiungimento di tali obiettivi." Maria Damanaki, Commissaria responsabile per gli Affari marittimi e la pesca, ha affermato: "Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca ha vocazione a investire nelle collettività locali che vivono della pesca per aiutarle a sprigionare il potenziale di sviluppo e di creazione di posti di lavoro di cui ha bisogno l'Europa e che l'UE si è impegnata a tradurre in realtà. Per l'Italia in particolare, la sfida maggiore ma anche l'opportunità più promettente consiste nel promuovere le potenzialità di "crescita blu" del paese valorizzando la sua lunga tradizione ed esperienza nei settori marino e marittimo. Il Fondo si adopererà per accrescere la competitività del settore italiano della pesca e dell'acquacoltura preservando nel contempo la gestione sostenibile delle risorse naturali e delle popolazioni alieutiche. Non staremo a prescrivere come debba essere speso ogni singolo centesimo: spetta a coloro che conoscono al meglio il proprio mestiere, all'industria e alle regioni locali adoperarsi per assicurare un futuro sostenibile alle loro collettività: questo è in effetti lo spirito della nuova politica comune della pesca e della politica marittima integrata". È consultabile online (http://www.dps.gov.it/it/index.html) l'Accordo di Partenariato, adottato il 29 ottobre dalla Commissione europea a chiusura del negoziato formale. Tale documento è lo strumento di programmazione nazionale dei fondi strutturali e di investimento europei assegnati all'Italia per la programmazione 2014-2020. L’Accordo, adottato il 29 ottobre scorso, muoverà risorse comunitarie per 44 miliardi di euro e altri 20 miliardi arriveranno dal cofinanziamento nazionale. 11 “Questi fondi sono ciò che serve per far fare un passo avanti a tutto il Paese. Siamo in linea con gli obiettivi che l'Accordo si pone per una crescita inclusiva, intelligente e sostenibile come chiede l'Europa”, ha affermato Delrio, spiegando la nuova impostazione voluta dal Governo: “Non interventi a pioggia, ma perseguimento di obiettivi strategici. Stiamo realizzando anche un investimento molto forte per il rafforzamento della capacità amministrativa, per recuperare ed evitare i ritardi del passato, e oggi stesso firmerò i decreti per rendere operativa l'Agenzia per la coesione. Niente deroghe e proroghe, d’ora in poi ognuno sarà chiamato ad assumersi le proprie responsabilità nella spesa dei fondi, perché non possiamo più permetterci di perderli”. I FONDI DIRETTI si riferiscono ai contributi erogati e gestiti direttamente dalla Commissione Europea attraverso le sue diverse Direzioni generali (DG) (ricerca, trasporti, istruzione, ambiente, etc.), o da Agenzie esecutive (vedi EASME) da essa delegate, e rappresentano sovvenzioni/versamenti di natura non commerciale, che devono essere integrate da risorse proprie dei beneficiari. Questo tipo di finanziamenti – di norma - richiedono la costituzione di un partenariato transnazionale tra due o più Paesi europei. Nei fondi diretti la Commissione europea trasferisce gli importi direttamente ai beneficiari del progetto. Per l’attuazione dei fondi diretti le diverse DG della Commissione europea utilizzano i seguenti strumenti: 1. SOVVENZIONI: vengono assegnate al beneficiario attraverso il co-finanziamento di progetti specifici ed alle quali si può accedere tramite inviti a presentare proposte (Call for proposal - ossia inviti a presentare proposte). La sovvenzione consiste nel versamento di contributi a fondo perduto che coprono una percentuale variabile di costi ammissibili riferiti a ciascun progetto (che mediamente si aggira intorno al 50%). Il cofinanziamento deve essere quindi integrato da risorse proprie del beneficiario. Le Sovvenzioni, che vengono utilizzate per l’attuazione dei programmi tematici, sono dei contributi finanziari diretti e finanziano: • PROGRAMMI COMUNITARI, programmi di azione adottati dalle istituzioni UE al fine di attuare una specifica politica comunitaria. Si fondano su atti normativi di base (Regolamento o Decisione) di durata pluriennale, la cui durata generalmente coincide con quella delle Programmazioni Finanziarie. • AZIONI destinate a promuovere la realizzazione di un obiettivo che si iscrive nel quadro di una politica dell’UE; 2. APPALTI PUBBLICI: ogni anno la Commissione europea aggiudica circa 9mila contratti di forniture, lavori e servizi mediante gare pubbliche d’appalto, per un valore di quasi tre miliardi di euro. Un giro di affari notevole e soprattutto una concreta opportunità per tutte le imprese europee che possono partecipare a questi bandi di gara d’appalto. La rosa delle PMI che possono partecipare ai bandi di gara d’appalto indetti dalla Commissione è molto ampia e riguarda non solo le imprese che forniscono strumenti o tecnologie (dalla fornitura di pc alla realizzazione e manutenzione di siti web) ma anche quelle in grado di svolgere attività riguardanti la comunicazione, la produzione di audiovisivi, pubblicazioni e organizzazione di convegni o eventi. L a Commissione appalta inoltre anche la realizzazione di studi, analisi, rapporti in tutti i settori nei quali opera (dall’ambiente alla cultura, dalle Itc ai trasporti e alle politiche sociali) di natura economica e giuridica. Del resto, la Commissione è l’organo esecutivo della Ue e con i suoi 34mila dipendenti necessita di beni e servizi. Una enorme struttura che per essere gestita al meglio ha bisogno di una vasta gamma di merci e di servizi, che vanno dalla consulenza sulle politiche e la legislazione ai servizi di corriere, dalle forniture da ufficio ai lavori di manutenzione dei locali. 12 Un'impresa registrata nell'UE ha il diritto di partecipare alle gare per l'aggiudicazione di tali appalti pubblici in altri paesi dell'Unione. Per garantire alla totalità delle imprese condizioni eque di concorrenza in tutta l'Europa, il diritto dell'UE stabilisce norme minime armonizzate. Queste norme, recepite nel diritto nazionale, si applicano agli appalti il cui valore monetario supera un certo importo (sul sito europa.eu si trovano le soglie). Gli appalti che superano le soglie si presume presentino un interesse transfrontaliero, in quanto il valore dell'appalto rende interessante per un'impresa presentare un'offerta all'estero. Per gli appalti di valore inferiore si applicano le norme nazionali (che devono tuttavia conformarsi ai principi generali del diritto dell'UE). Le procedure per tali appalti possono essere semplificate rispetto a quelle per gli appalti di portata europea. L'UE mette a disposizione una serie di servizi per aiutare le imprese che desiderano partecipare ad una procedura di gara: • TED (Tenders Electronic Daily): è la versione online del "Supplemento alla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea", dove vengono pubblicati gli avvisi di appalti e i bandi di gara cui si applicano le norme dell'UE. TED consente un accesso gratuito alle opportunità commerciali ed è aggiornato cinque volte alla settimana con circa 1 500 avvisi di appalti pubblici. • Banche dati nazionali sugli appalti pubblici: una sezione del SIMAP - il portale europeo degli appalti pubblici - dà accesso a tutte le banche dati nazionali sugli appalti pubblici. Sono tre le procedure d’appalto che la Commissione utilizza abitualmente: 1. La "procedura aperta" mediante la quale ogni operatore economico interessato può presentare un’offerta. La procedura comprende un’unica fase. La procedura aperta è di gran lunga la più frequente: è utilizzata per oltre la metà degli appalti che vengono aggiudicati; 2. La "procedura ristretta" che prevede due fasi: nella prima, alla quale possono partecipare tutti gli operatori economici interessati, viene valutata la capacità di ogni partecipante in funzione dei criteri di esclusione e di selezione; mentre nella seconda fase sono invitati a presentare un’offerta solo gli operatori che hanno superato la prima fase. Alcune procedure ristrette sono precedute da un invito a manifestare interesse. Gli operatori che rispondono a tale invito devono comprovare la loro capacità in riferimento ai criteri di esclusione e di selezione indicati. Se l’esito è positivo, gli operatori vengono iscritti in un elenco ristretto, valido fino a 3 anni al massimo, che può essere utilizzato più volte per varie procedure d’appalto di medio valore (in genere per gare d’appalto di servizi fino al valore massimo di 133mila euro). Ogni volta che vuole aggiudicare un appalto, la Commissione invita i candidati iscritti nell’elenco a presentare un’offerta; 3. L a "procedura negoziata" viene utilizzata, ad esempio, quando il valore dell’appalto è inferiore a 60mila euro. La Commissione europea invita direttamente gli operatori economici a presentare un’offerta e, se ritiene che le offerte possano essere migliorate, può condurre negoziati a condizioni paritarie con tutti gli offerenti. La procedura negoziata per gli appalti di valore modesto è di norma più semplice e rapida delle altre procedure: i documenti richiesti possono essere meno numerosi, le condizioni imposte ai candidati meno restrittive, la documentazione dell’offerta e, in certi casi, l’offerta stessa possono essere inviati per posta elettronica. Anche per appalti di valore superiore a 60mila euro, ma solo in circostanze eccezionali, la Commissione europea 13 può negoziare le condizioni contrattuali con uno o più operatori economici. La Commissione può pubblicare in precedenza il bando di gara, oppure può semplicemente consultare operatori economici a sua scelta. Per partecipare ai bandi di gara della Commissione Ue occorre visitare il sito web ted.europa.eu (Tender electronic daily) che li contiene tutti. I soggetti iscritti nel registro delle imprese degli Stati membri dell’Unione europea possono partecipare a questi bandi di gara d’appalto, purché, naturalmente, non siano in stato di fallimento; non siano stati condannati per violazione di regole professionali e deontologiche; non abbiano commesso un grave errore nell’esercizio dell’attività professionale; abbiano assolto agli obblighi relativi al pagamento dei contributi di previdenza sociale e agli oneri fiscali e tributari; non siano stati condannati per frode, corruzione, partecipazione a un’organizzazione criminale o ogni altra attività illecita che leda gli interessi finanziari dell’Unione europea, non siano stati esclusi dalla partecipazione in seguito a problemi sorti nell’ambito di gare o appalti precedenti. Naturalmente i soggetti interessati devono dimostrare la propria solidità finanziaria, ad esempio presentando un attestato del fatturato complessivo o della liquidità totale dell’impresa. La capacità tecnica può essere comprovata, ad esempio, in base a progetti o studi realizzati in precedenza nel settore pertinente. Le offerte possono essere redatte in una delle lingue ufficiali dell’Unione. In qualche caso può essere richiesto di presentare l’offerta in una determinata lingua (ad esempio, per gare d’appalto nel settore di tecnologie di punta, in cui in tutto il mondo predomina l’uso di una determinata lingua, oppure quando la conoscenza di una determinata lingua è necessaria per l’esecuzione del contratto). Durante l’esecuzione del contratto, il contraente dovrà utilizzare la lingua di lavoro richiesta dalla Commissione. Sono ammesse offerte congiunte presentate da gruppi di operatori economici e la Commissione può chiedere agli offerenti di precisare quale valore dell’appalto essi propongono di subappaltare e di indicare "il" o "i" subappaltatori. 4. STRUMENTI FINANZIARI: costituiscono uno degli elementi essenziali della prossima programmazione 2014-2020, ed avranno un impatto significativo sul Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE rappresentando circa l’1% del budget, ovvero circa € 10 miliardi. Le misure di risanamento finanziario continueranno a ridurre i fondi destinati agli investimenti pubblici nazionali, mentre le variazioni strutturali nella regolamentazione delle istituzioni finanziarie modificheranno la propensione di quest’ultime per determinate classi di attività e tipologie di rischio. Da un lato, la crisi economica finanziaria, che ha colpito l’Europa negli ultimi anni, ha ed ha avuto un effetto negativo importante sul funzionamento dei mercati finanziari e quindi sulla disponibilità di capitali a favore della crescita; dall’altro la Strategia Europa 2020 ha definito obiettivi ambiziosi per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva3 dell’UE. Si renderà necessario mitigare il sentimento preponderante di avversione al rischio, garantendo così l’accesso ai capitali per attività generatrici di crescita come le infrastrutture, le PMI e l’innovazione, ed a tale riguardo gli strumenti finanziari innovativi 3 Europa 2020 definisce un modello di sviluppo economico basato sugli obiettivi di una crescita intelligente (aumento degli investimenti in R&S), sostenibile (riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990; 20% del fabbisogno energetico ricavato da fonti rinnovabili; aumento del 20% dell’efficienza energetica) ed inclusiva (lotta alla povertà ed alla emarginazione). Questi obiettivi sono riconducibili alle 7 iniziative faro ossia gli ambiti entro i quali l’UE e gli stati membri concentrano i loro sforzi per realizzare gli obiettivi di Europa 2020: innovazione, economia digitale, occupazione, giovani, politica industriale, povertà ed uso efficiente delle risorse. 14 rivestiranno un ruolo fondamentale per reperire sul mercato consistenti finanziamenti per investimenti strategici in settori ritenuti prioritari dall’UE, consentendo di aumentare l’impatto del budget UE grazie all’attivazione di ulteriori investimenti pubblici e privati e completando schemi di finanziamento nazionali e regionali (effetto moltiplicatore). La strategia Europa 2020 prevede una maggiore mobilitazione degli strumenti finanziari innovativi nell’ambito di una strategia di finanziamento coerente, che riunisca i fondi pubblici e privati europei e nazionali allo scopo di perseguire gli obiettivi Europa 2020. Gli strumenti finanziari hanno lo scopo di integrare alle sovvenzioni erogate dall’UE i prestiti o il capitale di rischio forniti dalle istituzioni finanziarie e sono particolarmente idonei nelle situazioni d’investimento sub ottimali in un’ampia gamma di aree strategiche, come nel caso di attività o infrastrutture che sono finanziariamente indipendenti (ad esempio in termini di capacità di generare entrate), ma che non sono (ancora) capaci di attirare finanziamenti sufficienti dalle fonti di mercato. La logica alla base degli strumenti finanziari innovativi è la seguente: - perseguire gli obiettivi strategici UE garantendo finanziamenti adeguati per le aree di interesse dell’Unione in materia di crescita sostenibile, innovazione, creazione di posti di lavoro, ecc. Questi strumenti mirano a correggere eventuali errori/imperfezioni del mercato che portano a un finanziamento insufficiente di questi settori da parte delle fonti di mercato, ad esempio in quanto l’area è percepita come troppo rischiosa dal settore privato. - migliorare l’efficienza e l’efficacia delle risorse pubbliche. Attraverso la condivisione delle risorse provenienti da varie fonti, gli strumenti finanziari possono catalizzare gli investimenti per determinate lacune del mercato, nonché raggiungere economie di scala e/o minimizzare il rischio di fallimento nei settori in cui per i singoli Stati membri sarebbe difficile raggiungere la massa critica richiesta. L’intervento dell’UE deve conformarsi al principio della sussidiarietà: come sottolineato dalla Corte dei conti, le spese finanziate dal bilancio UE devono offrire benefici chiari e tangibili per l’Unione e per i suoi cittadini, che non potrebbero altrimenti essere raggiunti soltanto con la spesa nazionale, regionale o locale. Il valore aggiunto UE di uno strumento a livello europeo diventa chiaro qualora i risultati (in termini di efficienza o proporzioni) superino quanto sarebbe stato possibile raggiungere con finanziamenti a livello nazionale. Ipotizzando che sia possibile dimostrare il valore aggiunto UE di uno strumento europeo, il rapporto costi-benefici di un tale strumento sarebbe probabilmente maggiore rispetto a quello di una serie di strumenti finanziari a livello nazionale, regionale o locale, visti i maggiori volumi gestiti, il contenimento dei costi attraverso norme e termini di attuazione armonizzati e costi di attuazione inferiori (ad esempio, le spese di gestione applicate dagli intermediari finanziari); - promuovere la capacità del settore privato di crescere, la creazione di posti di lavoro, l’inclusione e/o innovazione sociale, sostenendo le nuove iniziative, le PMI, le microimprese, le imprese sociali, gli investimenti nel capitale umano, gli istituti di ricerca, i parchi d’impresa/scientifici, il trasferimento tecnologico/delle conoscenze o gli investimenti in diritti di proprietà intellettuale; - contribuire allo sviluppo ed al consolidamento dei mercati finanziari (dei capitali e azionari), nonché ad una maggiore integrazione del mercato finanziario UE, mettendo a disposizione fonti alternative di finanziamento per i settori generatori di crescita; 15 - mobilitazione di fondi pubblici e privati aggiuntivi attraverso il contributo dell’Unione (“effetto moltiplicatore”); - attuazione di misure che garantiscano l’allineamento degli interessi tra la Commissione e l’istituzione finanziaria incaricata dell’attuazione dello strumento finanziario. Il Regolamento Finanziario 966/2012 inoltre fornisce una serie di definizioni: "prestito", un accordo ai sensi del quale il mutuante è tenuto a mettere a disposizione del mutuatario una somma convenuta di denaro per un periodo di tempo concordato e in forza del quale il mutuatario è tenuto a ripagare tale importo entro il termine concordato; "garanzia", l'impegno scritto ad assumersi, in parte o nella sua interezza, la responsabilità del debito o dell'obbligazione di un terzo o del risultato positivo da parte di un terzo dei propri obblighi nel caso di un evento che inneschi tale garanzia, come un inadempimento del prestito; "investimento azionario", il conferimento di capitale a una impresa, investito direttamente o indirettamente in contropartita della totale o parziale proprietà di quella stessa impresa laddove l'investitore azionario può assumere un certo controllo della gestione e condividere gli utili; "investimento quasi azionario", un tipo di finanziamento che si colloca tra investimento e debito e ha un rischio più elevato del debito privilegiato e un rischio inferiore rispetto al patrimonio di qualità primaria. Gli investimenti quasi azionari possono essere strutturati come debito, di norma non garantito e subordinato e in alcuni casi convertibile in azioni o azioni privilegiate; "strumento di condivisione del rischio", uno strumento finanziario che consente la condivisione di un determinato rischio tra due o più entità, se del caso in contropartita di una remunerazione convenuta; o IL GRUPPO BEI Il Gruppo BEI è composto dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI), il braccio specializzato nel capitale di rischio a favore delle PMI in Europa. Il Gruppo è stato istituito nel 2000 quando BEI e FEI si sono uniti per mobilitare il sostegno finanziario a favore degli obiettivi dell’UE. La BEI è finanziariamente autonoma e raccoglie la maggior parte delle risorse da destinare ai suoi prestiti sui mercati dei capitali internazionali attraverso emissioni obbligazionarie. BEI è uno dei maggiori mutuatari multilaterali attivi sui mercati globali e l’eccellente merito di credito consente di operare a tassi favorevoli, che verranno poi trasferiti ai clienti. La Banca europea per gli investimenti (BEI) è la banca dell’UE (banca pubblica senza fini di lucro) che, all’interno dell’Unione, eroga prestiti a medio e lungo termine per progetti conformi agli obiettivi ed alle politiche europee. Essa partecipa anche a progetti che sostengono la cooperazione e lo sviluppo nei Paesi partner dell’UE. Essa non effettua operazioni allo sportello, non gestisce conti bancari personali e non si occupa di transazioni valutarie. La Banca dispone di organi decisionali propri. Al suo vertice si trova il Consiglio dei governatori che – composto da ministri (di norma finanziari) designati dagli Stati membri – definisce la politica generale di credito della Banca, autorizza il finanziamento di progetti nei Paesi esterni all’UE, dispone in merito agli aumenti di capitale, approva il bilancio e la relazione annuale. Il Consiglio di amministrazione ha competenza esclusiva per deliberare sulla concessione di finanziamenti e 16 garanzie e sulle emissioni di prestiti. Le operazioni sono proposte dal Comitato direttivo, l’organo collegiale esecutivo permanente della Banca. Il principale ambito di cooperazione tra BEI e FEI (che, come vedremo, partecipa agli investimenti in capitale di rischio e accorda garanzie alle organizzazioni finanziarie che erogano prestiti alle imprese) è costituito dal sostegno alle PMI, per le quali il Gruppo BEI rappresenta una fonte importante di assistenza finanziaria. La Banca europea per gli investimenti è stata fondata nel 1958 dal Trattato di Roma come istituzione di finanziamento a lungo termine dell’odierna Unione europea, con la missione di sostenere gli obiettivi politici dell’UE offrendo prestiti per investimenti. Da allora ha finanziato progetti negli Stati membri, nei Paesi candidati e nei Paesi partner dell’UE per un totale di quasi 860 miliardi di euro. Gli ultimi anni sono stati molto impegnativi per la Banca europea per gli investimenti. Già impegnata – su incarico degli Stati membri - a ricapitalizzare il FEI con 10 miliardi di EUR, per consentirgli di svolgere un ruolo anticiclico in tempi di crisi, ha aumentato il volume dei finanziamenti e rafforzato il proprio ruolo come partner affidabile in quei mercati che le banche commerciali avevano disertato o verso i quali avevano ridotto gli affidamenti. BEI ha aumentato le attività complessive del Gruppo BEI del 37 %, portandole a 75,1 miliardi di EUR. E questo risultato è ancor più ragguardevole se si tiene conto solo dell’Europa, dove i finanziamenti pari a 67,1 miliardi di EUR equivalgono ad un aumento del 42 % rispetto ai volumi del 2012. I finanziamenti alle PMI dell’Europa sono raddoppiati nel 2013, arrivando a 21,9 miliardi di EUR. Gli investimenti hanno mobilitato oltre 50 miliardi di EUR destinati a quasi 230 mila PMI e midcap, favorendo 2,8 milioni di posti di lavoro in Europa. E, per quanto gli investimenti alle PMI abbiano assorbito quasi il 30 % dei finanziamenti complessivi del 2013, forte è rimasto l’impegno verso le altre principali priorità: - alla R&S europea sono andati 17,2 miliardi di euro dei finanziamenti del Gruppo; - 15,9 miliardi di euro alle infrastrutture strategiche in Europa; - 19 miliardi di euro all’Azione a favore del clima globale. Nel corso degli ultimi anni la Banca ha ampliato il proprio raggio d’azione con nuovi strumenti di finanziamento rispetto a quelli tradizionali ed adeguando le soluzioni di finanziamento alle esigenze particolari degli Stati membri. Ad esempio i premiati Meccanismi di finanziamento al commercio estero della Grecia e di Cipro, un Fondo di garanzia per le PMI greche ed un’innovativa Garanzia di stato per il portafoglio crediti in Portogallo. E’ stata attivata la fase pilota dell’Iniziativa Europa 2020 sui Project bonds. L’Europa sta portando avanti la creazione di un mercato dei Project bonds, con l’obiettivo di favorire la realizzazione di infrastrutture e servizi di pubblica utilità, nonostante la crisi finanziaria in atto. Al riguardo, i project bond vogliono rappresentare un importante strumento per attrarre investimenti in operazioni di finanza di progetto e, di conseguenza, per finanziare la realizzazione delle rispettive opere, aggiungendosi (e non sostituendosi) ai finanziamenti bancari e ai contributi di natura pubblica (cioè alle altre modalità classiche di finanziamento di opere infrastrutturali). Sul piano finanziario i project bond sono obbligazioni di scopo emesse da società che realizzano un progetto infrastrutturale o un servizio di pubblica utilità, per finanziarne la realizzazione e sono destinati ad investitori istituzionali. Il rimborso dei project bond dipende unicamente dai flussi finanziari che il progetto è in grado di assicurare. Le infrastrutture continueranno ad essere finanziate dalle banche in prima battuta, ma dopo il termine della costruzione dell'opera (la fase più rischiosa), il prestito bancario potrà essere estinto con l'emissione di project bond sul mercato, con rischi mitigati dalle garanzie fornite dal budget 17 comunitario e dalla partecipazione della Bei (come sottoscrittore delle tranche dei bond subordinati o con lettere di credito o garanzie rilasciate anche tramite il Fondo europei per gli investimenti). Ambiti e criteri di operatività. Gli interventi della Banca si basano in particolare sui seguenti criteri: servono da catalizzatore per attrarre altre fonti di finanziamento; s'inscrivono in settori quali il rafforzamento della competitività delle industrie europee e del settore delle piccole e medie imprese, la realizzazione delle reti transeuropee (trasporto, telecomunicazioni e trasferimento di energia), la tutela dell'ambiente naturale e urbano, nonché l'investimento nei settori della sanità, dell'istruzione, e delle tecnologie dell'informazione; riguardano in particolare le regioni meno favorite. Questa filosofia si applica sia alle attività all'interno degli Stati membri dell'Unione europea che nei paesi terzi. Infatti, se è vero che la BEI si dedica per quasi il 90% ad attività localizzate all'interno dell'Unione europea, al di fuori la Banca opera in circa 160 Paesi per attuare il pilastro finanziario delle politiche di cooperazione esterna e di sviluppo dell’UE (sviluppo del settore privato e delle infrastrutture, sicurezza delle forniture energetiche, sostenibilità ambientale): 1. Paesi in fase di preadesione dell’Europa sudorientale per i quali sono stati posti in essere specifici meccanismi di finanziamento; 2. Paesi partner del Mediterraneo, i Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, i Paesi dell’America latina e dell’Asia, la Russia; 3. altri Paesi vicini dell’Est. La priorità di finanziamento è riservata al sostegno alla crescita e all'occupazione. Per garantire il massimo impatto delle attività, BEI investe in progetti validi, affianca i suoi prestiti ai fondi dell’UE ed offre consulenza su aspetti tecnici e finanziari. Sblocca l'accesso al credito per le PMI, sostiene l'innovazione e lo sviluppo di competenze, contribuisce alla realizzazione delle infrastrutture strategiche e finanzia l'azione a favore del clima. All’interno dell’UE, la Banca sostiene gli obiettivi delle politiche comunitarie nei seguenti ambiti: lotta contro il cambiamento climatico: riduzione degli effetti negativi e adattamento al riscaldamento globale; coesione e convergenza: lotta contro gli squilibri economici e sociali nelle regioni svantaggiate; PMI: promozione degli investimenti delle piccole e medie imprese; tutela dell’ambiente e comunità sostenibili: investimenti in un ambiente naturale e urbano più pulito; energia sostenibile, competitiva e sicura: produzione di energia da fonti alternative e riduzione della dipendenza dalle importazioni; economia della conoscenza: promozione di un’economia che stimoli la conoscenza e la creatività investendo nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nonché nel capitale umano e sociale; reti trans europee: costruzione di reti transfrontaliere nei settori dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni. Ciò vuol dire, in pratica, che la BEI finanzia un’ampia gamma di investimenti in tutti i settori dell’economia. Core business BEI: finanziare l’attività di prestito. La BEI riveste il duplice ruolo di istituzione europea e di banca. Pur operando nel quadro dell’UE, gode di autonomia finanziaria e dispone di un capitale di 232 miliardi di euro sottoscritto dagli Stati membri dell’UE in qualità di azionisti. 18 La Banca si finanzia da sola e raccoglie gran parte delle risorse necessarie per l’erogazione dei prestiti sui mercati internazionali dei capitali, dove è possibile ottenere fondi a lungo termine emettendo obbligazioni e altre tipologie di titoli. Essa è il principale emittente non sovrano sul mercato obbligazionario dell’UE. La BEI si adopera per massimizzare il valore finanziario e non finanziario delle proprie attività, infatti il supporto offerto da BEI è spesso fondamentale per attrarre ulteriori investitori. Inoltre BEI dispone di una varietà di strumenti che consentono ai beneficiari di integrare le risorse della Banca con risorse finanziarie aggiuntive. Come detto, gode di un merito di credito eccellente (AAA) sui mercati dei capitali e questo le consente di mutuare fondi ai tassi migliori. Poiché opera senza scopo di lucro, la Banca trasferisce questo vantaggio ai promotori dei progetti richiedendo a questi ultimi soltanto una piccola maggiorazione a copertura dei costi e – se del caso – un margine per il rischio. Come banca dell’UE, la BEI catalizza capitali, sia pubblici che privati quando partecipa a un progetto. Essa applica criteri rigorosi all’analisi dei progetti per verificare che siano validi, di qualità elevata e conformi ai propri principi in ambito ambientale e sociale. BEI finanzia clienti di tutte le dimensioni per incentivare crescita sostenibile ed occupazione: organismi del settore pubblico ed imprese private. I grandi progetti, con costi superiori a 25 milioni di euro, beneficiano di prestiti diretti. Le iniziative di piccole e medie dimensioni ed i progetti concernenti infrastrutture su scala più ridotta sono finanziati indirettamente attraverso linee di credito istituite di concerto con banche nazionali e regionali che conoscono il mercato locale. I prestiti non superano il 50% del capitale necessario per la realizzazione di un determinato progetto e, come detto in precedenza, fungono spesso da catalizzatori di ulteriori finanziamenti, provenienti da altre istituzioni finanziarie internazionali pubbliche, dalla Commissione europea e da investitori privati. I tassi applicati sono favorevoli, pur riflettendo le condizioni di mercato, e sono definiti senza scopo di lucro. In taluni casi particolari, laddove il valore del progetto accresce il valore aggiunto a sostegno delle politiche dell’UE, il Gruppo BEI è disposto ad assumersi un rischio di credito superiore a quello di un’organizzazione finanziaria commerciale. Per poter ricevere il sostegno BEI i progetti devono promuovere gli obiettivi dell’UE ed essere validi sotto il profilo economico, tecnico, finanziario e ambientale. In questo senso BEI svolge anche attività di assistenza tecnica nelle fasi di preparazione e di realizzazione del progetto. Sul piano del sostegno finanziario alle PMI la BEI ha già come finalità istituzionale lo svolgimento di attività di supporto al sistema bancario anche attraverso la concessione di finanziamenti su durate proibitive extra-lunghe. In futuro, è previsto che potenzierà il suo ruolo nel cosiddetto "capital relief" (operazione che libera il capitale delle banche a fronte dei rischi) attraverso strumenti di securitisation assistiti da garanzie FEI. Le banche locali dovranno essere messe in grado di cedere portafogli di prestiti concessi alle PMI (compresa la tranche equity) collocando sui mercati le Abs (Asset backed securities): per agevolare il collocamento BEI potrà acquistare i bond più rischiosi (mezzanine) mentre il rischio di credito sarà calmierato da garanzie concesse dal FEI. Tramite la rivitalizzazione delle Abs, le banche potranno liberare capitale e fare spazio in bilancio per l'erogazione di nuovi prestiti alle PMI, finanziati anche tramite la nuova liquidità messa a disposizione dalla Bce con le TLTRO (Targeted long term refinancing operations). Nel 2013 la Bei ha finanziato 8.400 PMI italiane per 3,4 miliardi: ne ha assistite fino a 70.000 tra il 2008 e il 2013. Gli strumenti finanziari alle PMI. I finanziamenti alle PMI sono diventati l’asse prioritario della politica del Gruppo BEI. Essi rappresentano infatti un quarto circa del volume annuale dei prestiti del Gruppo. Tra il 2013 e il 2015, il Gruppo BEI intende incrementare sensibilmente il suo sostegno 19 alle PMI ed alle imprese di media capitalizzazione (mid-cap), che attualmente devono affrontare una difficile situazione finanziaria. Per migliorare l’accesso delle PMI ai finanziamenti, il Gruppo BEI fa squadra con la Commissione europea e altri operatori chiave. Il Consiglio europeo ha riconosciuto al Gruppo BEI un ruolo crescente e determinante per migliorare l'accesso al mercato dei capitali per le PMI: infatti gli interventi straordinari già adottati e preannunciati dalla Bce, che passeranno prevalentemente attraverso il canale bancario in un contesto di inarrestabile "deleveraging"(riduzione di impieghi e rischi), saranno affiancati dalla BEI e dal FEI. BEI e FEI, entrambi potenziati con aumenti di capitale, faranno in prospettiva sempre di più per accelerare lo sviluppo del mercato dei capitali in Europa, dai bond, all'equity, dal venture capital alle cartolarizzazioni: in questo modo contribuiranno a colmare il vuoto lasciato dal deleveraging delle banche. Il FEI aumenterà la sottoscrizione di quote di fondi di debito specializzati nell'investimento in minibond. Altri strumenti che verranno potenziati dal FEI per le PMI sono il microcredito, il venture capital e il private equity. Gli strumenti finanziari offerti da BEI sono di vario tipo: da prodotti dedicati quali prestiti, partecipazioni, investimenti mezzanine e garanzie ad una gamma diversificata di intermediari (banche, banche di sviluppo e banche pubbliche, altre istituzioni finanziarie, società di leasing, istituzioni di microfinanza, fondi di capitale di rischio), per arrivare a strumenti di finanziamento più adatti per le varie fasi di sviluppo aziendale (capitale di rischio per la fase di start-up e quella di prima espansione, microcrediti, prestiti a sostegno degli investimenti in beni materiali e immateriali e per finanziare il capitale d’esercizio). Di seguito una panoramica dei principali strumenti di finanziamento BEI: PROJECT LOANS: prestiti per investimenti superiori a € 25 milioni. Il sostegno è spesso la chiave per attrarre ulteriori risorse da altri investitori. Questi prestiti coprono fino al 50% del costo totale dell’investimento a carico dei promotori pubblici e privati, ma mediamente la quota è del 30%. I fondi finanziano una varietà di progetti, di norma provenienti da enti pubblici, nei settori delle infrastrutture, efficienza energetica/rinnovabili, trasporti e rinnovamento urbano; PRESTITI INTERMEDI (PER LE PMI): si tratta di fondi concessi a banche locali che, a loro volta, finanziano le PMI (SMEs e mid caps). Le tipologie di intervento sono le seguenti: - PRESTITI (LOANS): Elegibili tutti gli investimenti, materiali ed immateriali, necessari per lo sviluppo della piccola impresa. Sono ammessi tutti i settori ed i finanziamenti sono canalizzati tramite una rete di banche locali partner BEI (vedi paragrafo successivo con riferimento web per l’elenco); - TECNICHE FINANZIARIE PER INCREMENTARE L’EFFICACIA DEI FONDI EUROPEI (INNOVATIVE FINANCING OPTIONS): BEI condivide il rischio con le banche partner, enti di garanzia e di microcredito. Le garanzie offerte sono di due tipi: 1. Aumento delle risorse / cartolarizzazioni; 2. Garanzie e controgaranzie che incentivano la crescita delle PMI e delle mid-cap liberando gli intermediari finanziari di parte del rischio da sostenere sui portafogli di prestiti e leasing concessi alle PMI. Un esempio è costituito dal RSI (Risk Sharing Instruments) per PMI (SMEs e Small Mid-Caps) innovative a supporto dei loro investimenti in R&I. RSI è uno strumento finalizzato a favorire l’accesso al credito delle PMI innovative attraverso garanzie dirette ed indirette a favore di selezionati intermediari finanziari. 20 Obiettivo del programma RSI è quello di incoraggiare le banche, attraverso il sostegno finanziario dell’UE, ad erogare prestiti alle PMI ed alle small mid caps con meno di 500 dipendenti che necessitano di finanziamenti per supportare la ricerca, lo sviluppo e le attività innovative. RSI è stato, nella precedente programmazione, uno schema di garanzia pilota utilizzato in cooperazione tra BEI e CE (nell’ambito del 7° Programma Quadro) e costituiva una parte del Risk Sharing Finance Facility (RSFF), gestito da BEI, ed indirizzato prevalentemente a large Corporates and MidCaps. RSI ha avuto successo e le risorse impegnate interamente utilizzate. Nell’ambito di RSI, il FEI ha fornito garanzie e controgaranzie a numerosi intermediari finanziari selezionati, consentendo loro di erogare finanziamenti, leasing e garanzie a PMI. Sotto la nuova programmazione 2014-2020, il FEI gestisce l’InnovFin SME Guarantee Facility, che è il successore dell’RSI nell’ambito del programma H2020, attraverso i seguenti partner bancari: Alba Leasing, Banco Popolare, Cassa Di Risparmio di Cento, Crem, Deutsche Bank, Gruppo Credito Valtellinese, ICCREA. Un esempio è l’accordo di garanzia RISK SHARING INSTRUMENT (RSI) siglato tra FEI e DEUTSCHE BANK a favore di aziende innovative. L’accordo prevede l’erogazione di finanziamenti alle piccole e medie imprese e alle small mid caps orientate all’innovazione. Deutsche Bank mette a disposizione delle aziende innovative presenti in Italia un plafond di 40 milioni di euro, da erogarsi entro il 31 dicembre 2015, garantito al 50% da FEI. Si tratta del settimo accordo di questo tipo firmato in Italia e del ventisettesimo in Europa, che porta ad oltre 2 miliardi di euro l’ammontare dei prestiti messi a disposizione delle aziende innovative all’interno dell’Unione Europea. FINANZA STRUTTURATA: BEI fornisce supporto addizionale per progetti prioritari ad alto rischio. Queste priorità includono trans-European transport and energy networks ed altre infrastrutture, l’economia della conoscenza, energia e SMEs. Questo supporto è fornito attraverso lo strumento Structured Finance Facility (SFF). Gli SFF incorporano il rischio della fase finale del progetto e di quella iniziale di esercizio dell’opera. Gli SFF utilizzano un mix dei seguenti strumenti: • prestiti subordinati e garanzie; • finanziamenti mezzanine; • prodotti derivati su progetti. GARANZIE: BEI garantisce grandi e piccoli progetti al fine di rendere gli stessi più attrattivi ad investitori esterni. Inoltre fornisce garanzie per debiti senior e subordinati, sia nella forma standard che nella forma di garanzia del servizio del debito. Beneficiari possono essere progetti privati e pubblici o i partner finanziari. Gli strumenti di garanzia utilizzati sono: - Loan Guarantee Instrument for Trans-European Network Transport (LGTT) per garantire rischi a medio termine derivanti da partnership pubblico – privato (PPP) in tema di trasporti; - InnovFin per il potenziamento della ricerca, sviluppo ed innovazione; - "InnovFin – EU Finance for Innovators" è una iniziativa lanciata in cooperazione tra il Gruppo BEI (BEI e FEI) con la CE all’interno di H2020. Essa consiste in una serie di strumenti e servizi di consulenza integrati e complementari offerti dal Gruppo BEI, 21 che copre l’intera catena del valore della R&I al fine di sostenere gli investimenti dalla piccola alla grande impresa. InnovFin è fruibile trasversalmente in tutti i settori elegibili all’interno di H2020, negli Stati membri e paesi associate. Gli strumenti finanziari di InnovFin coprono una larga gamma di prestiti e garanzie che possono essere cuciti su misura delle esigenze delle imprese innovatrici. Il finanziamento viene erogato direttamente o tramite intermediario finanziario, normalmente una banca Lo strumento Innovfin SMEs fornisce garanzie e controgaranzie su finanziamenti di importo compreso tra € 25mila e € 7,5 Mln, al fine di incrementare l’accesso al credito delle PMI innovative (fino a 499 addetti). Questa agevolazione viene erogata tramite intermediari finanziari, che sono garantiti o controgarantiti su una parte delle loro potenziali perdite. EQUITY & FONDI DI INVESTIMENTO: Il Gruppo BEI stimola e catalizza capitale privato attraverso investimenti in capitale di rischio e fondi, collaborando con manager finanziari operativi in segmenti sia tradizionali che innovativi. BEI effettua investimenti nei fondi che hanno la strategia di investimento focalizzata sugli obiettivi prioritari UE: - Fondi di capitale di rischio per investimenti infrastrutturali; - Fondi ambientali. FONDI VENTURE CAPITAL. Attraverso questo strumento, la Banca finanzia fondi di venture capital con l’obiettivo di colmare i divari di mercato. Lo strumento è gestito dal FEI. Maggiori informazioni sui prodotti BEI sono disponibili all'indirizzo: www.eib.org/products. o FEI Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) è stato istituito nel 1994 come organismo finanziario dell’UE specializzato nell’assistenza alle PMI. Il suo assetto proprietario è stato modificato nel giugno 2000, quando la BEI ne è divenuta l’azionista di maggioranza, in un processo culminato con la creazione del Gruppo BEI. Il FEI è l’organismo del Gruppo specializzato nell’offerta di soluzioni integrate di risk finance a favore delle PMI negli Stati membri dell’UE, i Paesi dell’EFTA e i Paesi candidati. Esso offre un ventaglio di soluzioni finanziarie agli intermediari del settore pubblico e privato, con lo scopo di fornire supporto al credito alle PMI e colmare le lacune sui mercati. Il FEI promuove gli obiettivi dell’UE in materia di innovazione, sviluppo regionale, imprenditorialità, crescita e occupazione. Il FEI opera in una logica commerciale, avvalendosi di strumenti di mercato per promuovere la creazione e la crescita delle PMI in Europa. Il FEI è l'organo della BEI - dotato di personalità giuridica e di autonomia finanziaria - specializzato nell’erogazione di capitale di rischio e di strumenti di garanzia a favore dello sviluppo delle piccole e medie imprese (PMI) ed opera negli Stati membri dell'Unione europea, in Turchia e nei tre paesi EFTA (Islanda, Liechtenstein e Norvegia). Missione del FEI è supportare le PMI nell’accesso al credito. A questo scopo il FEI mira a soddisfare le esigenze attuali e future del mercato progettando prodotti da destinare ai partners (banche, enti di garanzia, società di leasing e di microcredito, private equity e venture capital), quali intermediari finanziari del fondo. Attraverso l’offerta di un ventaglio di prodotti integrati sul rischio finanziario delle PMI agli intermediari convenzionati, il FEI completa i prodotti offerti dalla BEI, con la quale forma l’EIB Group. 22 Pertanto il FEI non eroga prestiti: concede garanzie (per liberare capitale) e investe nell'equity. Tramite le banche e altri fondi. Istituito nel 1994 è lo strumento specializzato nel finanziamento indiretto delle PMI – di qualsiasi settore - con particolare attenzione alle imprese ai primi stadi di sviluppo e con un alto contenuto tecnologico. Il FEI dispone di un insieme di strumenti finanziari quali: capitale di rischio; finanziamenti mezzanine e strumenti di debito (supportati da prodotti di garanzia). Nel segmento del capitale di rischio, l’attività del FEI quale investitore ricorrente (cornerstone) contribuisce a finanziare le PMI innovative e con un elevato potenziale di crescita oltre che a soddisfare le esigenze di liquidità delle imprese in fase iniziale di sviluppo e in espansione. Esso copre un’ampia gamma di esigenze delle PMI, offrendo sostegno al capitale di rischio e alle imprese del comparto lower mid-market. Per quanto concerne gli strumenti di debito, il FEI interviene attraverso attività di supporto del credito (o garanzie per i portafogli cartolarizzati di prestiti e contratti di leasing delle PMI) e garanzie/controgaranzie per i portafogli di prestiti e contratti di leasing delle PMI. Con riferimento ai prodotti di garanzia, il FEI costituisce un operatore unico nel suo genere grazie allo status di banca multilaterale di sviluppo con rating di tripla A ed al fatto di essere riconosciuto come investitore affidabile nel comparto delle PMI. Il FEI aiuta le istituzioni finanziarie partner ad agevolare il trasferimento dei rischi, rendere disponibile parte del capitale economico e del patrimonio di vigilanza e diversificare le fonti di finanziamento. Le garanzie del FEI contribuiscono anche a rafforzare l’accessibilità al credito delle PMI, generando ulteriori risorse per lo sviluppo di tali imprese. Il FEI si adopera per soddisfare le esigenze di mercato e sviluppa nuovi prodotti in stretto concerto con la BEI e gli operatori. Dal 2009 investe anche in fondi mezzanine: ciò migliora l’accesso ai finanziamenti per le società tecnologiche con elevato potenziale di crescita nella loro fase di sviluppo e aiuta le imprese più mature ad affrontare i problemi di espansione o di successione senza essere costrette a cedere il controllo. Il FEI fornisce finanziamenti sotto forma di capitale di rischio, di debito o misto agli istituti specializzati nel microcredito cooperando con le banche. Il FEI finanzia inoltre i fondi specializzati nel trasferimento di tecnologia, contribuendo pertanto in modo attivo a colmare il divario tra la ricerca applicata e il mercato del capitale di rischio. Le attività del FEI sono finanziate mediante risorse proprie ovvero fornite dagli azionisti del Fondo (la BEI e la Commissione europea per conto dell'Unione europea) o da terzi (ad esempio per l’istituzione di un fondo di fondi di capitale di rischio in determinati Stati membri). Il FEI nell’ambito dello sviluppo di imprese a livello regionale gestisce i fondi di partecipazione di JEREMIE con i Fondi strutturali dell’UE per conto delle regioni e degli Stati membri con lo scopo di definire strumenti di ingegneria finanziaria sostenibili (garanzie e capitale di rischio) a sostegno delle micro, piccole e medie imprese. Il FEI non fornisce finanziamenti diretti alle PMI. Esso costituisce partenariati con le istituzioni finanziarie locali attive nel segmento del capitale di rischio (di norma fondi di capitale di rischio, investitori privati informali, o business angels, organizzazioni impegnate nel trasferimento di tecnologia, istituti specializzati nel microcredito) e in quello degli strumenti di debito (banche, società di leasing, istituzioni che gestiscono schemi di garanzia, anche collettiva, istituti specializzati nel microcredito). Il Fondo opera attraverso i seguenti strumenti: CAPITALE DI RISCHIO. FEI è la principale istituzione finanziaria nel mercato europeo del private equity. Attraverso gli interventi di venture capital e private equity, il FEI gioca un ruolo cruciale nella creazione e nello sviluppo delle PMI innovative e con un alto grado di 23 crescita agevolando l’accesso al capitale di rischio, nell’intero ciclo di innovazione. Il FEI investe in venture capital e fondi per lo sviluppo, fondi mezzanine che sostengono le PMI, dalle prime fasi di sviluppo dell’idea fino alle fasi successive di maturazione e sviluppo. Due sono i target degli investimenti FEI in questo campo. Trattasi di : 1. PMI; 2. EARLY STAGES COMPANIES, con tecnologie avanzate nell’industria e servizi. Le attività di investimento del FEI inoltre coprono i trasferimenti tecnologici e gli incubatori d’impresa. Si tratta di sottoscrizione di quote di fondi di private equity e di venture capital, sia su risorse proprie sia su mandati di terzi (BEI). In questa maniera il Fondo permette di rafforzare la struttura finanziaria delle PMI tramite apporti di capitale. Il FEI non effettua investimenti diretti nelle imprese, ma opera come “fondo dei fondi”, finanziando altre realtà create appositamente per effettuare operazioni su capitali di rischio, finalizzate ad aiutare le PMI ad incrementare i fondi propri. I destinatari prioritari dei suoi investimenti sono: - i fondi regionali di capitale di rischio che contribuiscono a creare un mercato più omogeneo - i fondi paneuropei di capitale di rischio: in particolare quelli che fanno progredire le iniziative nazionali e favoriscono il trasferimento di know-how e la diffusione delle migliori prassi in tutto il continente. L’attività del FEI consiste dunque nell’assumere partecipazioni di minoranza in fondi che sostengono la creazione e lo sviluppo delle PMI. I fondi di capitale di rischio nei quali investe il FEI dovranno avere le seguenti caratteristiche: - investire non più del 15% delle loro risorse fuori dall’UE o dai paesi dell’allargamento - operare solo con imprese con meno di 500 dipendenti e con un capitale immobilizzato netto non superiore ai 75 milioni di euro. I prodotti di capitale di rischio (equity products) sono i seguenti: o Trasferimento tecnologico. E’ un’area strategica per il FEI e può essere definita come il processo di trasformazione dei risultati della ricerca in prodotti/servizi pronti per il mercato. Questa trasformazione può avvenire in vari modi, in particolare attraverso la collaborazione tra enti di ricerca ed il sistema industriale, licenze di diritti di proprietà intellettuale ed attraverso la creazione di imprese in fase di start up o spin-out universitarie. Gli investitori europei, sebbene seguano con attenzione le opportunità legate al trasferimento tecnologico, considerano la ricerca accademica un investimento ad alto rischio per essere finanziato in maniera tradizionale. Nuove scoperte e tecnologie possono non concretizzare le loro potenzialità fino a che non diventino attrattive per l’industria e gli investitori ed è in questa fase che il FEI gioca un ruolo importante, finanziando i fondi e le strutture che si occupano di trasferimento tecnologico. Questi intermediari investono tipicamente in progetti o imprese in fase di start up e di preavviamento che poi successivamente potranno essere finanziate attraverso fondi di venture capital e private equity. o European Angels Fund (EAF). Si tratta di un programma volto a fornire ai business angel e ad altri investitori non istituzionali il capitale necessario a finanziare le PMI innovative sotto forma di coinvestimenti, permettendo di accrescere la capacità di investimento di questi operatori. L’attività dello European Angels Fund è adattata allo stile di investimento utilizzato dai business angel, nel senso che concede il massimo grado di libertà in termini di processo decisionale e di gestione degli investimenti. Nell’ambito del primo progetto pilota, varato in Germania, a fine 2012 erano già stati 24 firmati impegni con cinque business angel per complessivi 17 milioni di euro. Tale progetto, che ha destato grande interesse in tutta Europa, viene ora replicato in altri Paesi, quali la Spagna e potrebbe costituire un modello per l’Italia. o Venture capital. FEI è leader del mercato europeo del VC, sostenendo innovazione ed imprenditorialità. FEI seleziona e finanzia fondi di VC che investono in PMI innovative high tech nella fase iniziale e di sviluppo. In particolare FEI è interessato ad imprese tecnologiche nella fase iniziale con notevoli potenzialità caratterizzate da un tipico disavanzo finanziario ma che al contempo rappresentano un’importante occasione di investimento. FEI ha acquisito una consolidata esperienza in materia di biotecnologie, ambiente e ICT anche gestendo risorse di terze parti: BEI, CE e Autorità di gestione nazionali e regionali. o Mezzanine. Il debito mezzanino, o mezzanine financing, è uno strumento di finanziamento che si colloca per remunerazione, modalità di rimborso e durata in una posizione intermedia fra il capitale di rischio e i prestiti a medio/lungo termine. La tipologia dello strumento consente al prenditore di fondi di accedere al prestito con un piano di rimborso interessi correlato all’incremento di valore economico della società (mezzanine financing come classica operazione di finanziamento). Esiste una seconda accezione del termine “mezzanine financing”, con la quale si intende la possibilità di effettuare acquisizioni attraverso titoli di debito subordinati soprattutto in relazione a operazioni di leveraged buy-out o di crescita aziendale. In tal caso l’azienda ottiene un finanziamento a medio-lungo termine subordinato nel rimborso rispetto ad un finanziamento primario per cui, in caso di fallimento, il rimborso di tale debito non avviene fin quando non sia già stato rimborsato tutto il debito primario. La componente debitoria è costituita dal prestito a m/l mentre gli elementi tipici del capitale di rischio sono racchiusi nella facoltà del finanziatore di partecipare al capitale di rischio dell’impresa finanziata (tipicamente con warrant od opzioni call). Nonostante la flessibilità di questa forma di finanziamento, essa è poco utilizzata nel nostro paese mentre è più diffusa in paesi anglosassoni. L’utilizzo del debito mezzanino può essere utile per le imprese di minori dimensioni in forte crescita, la cui capacità di generare flussi di cassa da destinare al rimorso del debito è, nel breve periodo, limitata. Il nostro ordinamento non regola il debito mezzanino in maniera specifica. Spesso, infatti, vengono riscontrati nella pratica problemi di compatibilità con le norme del diritto nazionale (specialmente in materia di usura). Per quanto riguarda la regolamentazione del debito mezzanino, dunque, la normativa a cui si fa riferimento è quella relativa al contratto di mutuo, artt. 1813 e segg. del Codice Civile. Per quanto riguarda invece gli obblighi informativi degli istituti che emettono tale forma di finanziamento, devono essere rispettate le disposizioni in tema di trasparenza delle condizioni contrattuali previste dal Testo Unico in materia bancaria e creditizia (D. Lgs. 01/09/1993, n. 385). La seconda “tipologia” di mezzanine financing si articola generalmente in due componenti fondamentali: - il debito subordinato, strutturato nella forma di un prestito tradizionale ad un tasso di interesse fisso o indicizzato maggiorato di uno spread (generalmente compreso fra 2,5 e 4 punti percentuali); 25 - l’equity kicker, cioè la possibilità concessa al sottoscrittore del debito mezzanino di poter convertire il proprio credito in titoli azionari della società finanziata. Questa componente è solitamente concessa sottoforma di warrant o di opzioni call sulle azioni ordinarie della società finanziata. Il prezzo d’esercizio di questa facoltà viene stabilito in modo tale da soddisfare le esigenze di rendimento complessive dei sottoscrittori di mezzanino, rapportate al rischio sopportato. Il rendimento del debito mezzanino per il finanziatore (o costo per l’impresa finanziata) in questo caso è scomponibile in interessi passivi (sul debito subordinato) e utile (sull’equity kicker). I due valori sono tra loro interdipendenti: maggiori sono gli interessi passivi che l’azienda deve pagare sul debito subordinato, minore sarà il rendimento dell’equity kicker per il finanziatore e viceversa. Il debito è subordinato ad altri debiti sia in sede di rimborso delle quote di capitale, sia in caso di liquidazione dell’azienda. La subordinazione può essere completa (rispetto a tutti i finanziamenti in essere) o parziale (rispetto ad uno specifico finanziamento senior). Anche le garanzie reali date al creditore subordinato sono residuali rispetto a quelle del debito senior. Questo tipo di finanziamento è molto più simile ad un finanziamento di capitale azionario piuttosto che al debito tradizionale. Il vantaggio del debito mezzanino è quello di essere molto flessibile: esso può essere progettato in base alla dinamica del fabbisogno finanziario dell’azienda. In entrambi i casi, le aziende che si finanziano con il debito mezzanino devono rispettare alcuni vincoli, tra i più frequenti: - divieto di distribuire utili agli azionisti e di effettuare operazioni di finanza straordinaria durante il periodo di finanziamento, senza il preventivo consenso dei creditori mezzanini; - mantenimento di un rapporto minimo tra capitale proprio e capitale di debito salvaguardia di un livello minimo di liquidità. The Mezzanine Facility for Growth riceve risorse da BEI per essere investite in fondi ibridi debito/equity in Europa. Un esempio in Italia risale all’ottobre 2013 dove il Fondo Italiano di Investimento e FEI hanno sottoscritto un commitment di 30 milioni di Euro ciascuno nel fondo Emisys Development, al suo primo closing. Emisys Development è un veicolo di investimento che intende offrire supporto ai piani di sviluppo delle Piccole e Medie Imprese Italiane attraverso strumenti ibridi di debito ed equity, fornendo alle stesse il capitale necessario per affrontare gli investimenti per la crescita, l’espansione ed il rafforzamento competitivo. Si tratta di una strategia di investimento particolarmente innovativa per il mercato italiano, ma già largamente sperimentata con successo in altri contesti, tra cui il mondo anglosassone. Fondo Italiano e FEI, assieme al Gruppo Fineurop, ad IMI Investimenti e ad altri family office ed investitori privati, hanno partecipato al primo closing, che è avvenuto ad una dimensione di 131 milioni di Euro. L’investimento in Emsiys Development risponde all’opportunità, per il FEI, di supportare uno team nel sud Europa attivo negli investimenti in capitale ibrido e conferma l’impegno del FEI a sostenere lo sviluppo e la crescita di tale regione. 26 La presenza di Fondo Italiano e FEI, che sin dal 2011 hanno già realizzato congiuntamente numerose iniziative di investimento sul mercato del private equity italiano, permette di incrementare sostanzialmente le risorse di capitale di rischio disponibili per le PMI italiane, contribuendo in misura importante a sostenere i processi di fundraising a favore di tali soggetti. o Cosme (EGF). L’Equity Facility for Growth (EFG) è uno strumento europeo che ha l’obiettivo di facilitare la crescita, la ricerca e l’innovazione nelle imprese. EFG, gestito da FEI, è una componente del programma Cosme. Attraverso EFG, il FEI investe in fondi selezionati (vedi elenco degli intermediari finanziari FEI sul sito) che forniscono VC e mezzanini (equity e debt financing) per l’espansione e la crescita delle SMEs, in particolare quelle che operano oltre frontiera. Gli interventi sono focalizzati sulle SMEs con un grande potenziale di crescita. Grazie a 1,3 Mld € allocati nel budget Cosme per il finanziamento delle SMEs, sarà possibile smobilizzare per effetto leva fino a 25 Mld € dagli intermediari finanziari per i prossimi sette anni. DEBT PRODUCTS. L’UE supporta il finanziamento alle SMEs per lo start up e lo sviluppo attraverso una larga varietà di programmi europei. Per trovare i dettagli dei contatti delle banche locali e degli istituti di microcredito che erogano finanziamenti nell’ambito degli accordi FEI, bisogna andare sulla pagina “where to access finance” e selezionare il Paese di riferimento. La concessione di garanzie e di altri strumenti analoghi per finanziamenti e altre obbligazioni finanziarie, è effettuata sotto qualsiasi forma ammessa dalle leggi vigenti. Le garanzie (incluse quelle accordate a titoli ABS – cartolarizzazione dei finanziamenti accordati alle imprese) sono concesse su portafogli di prestiti alle PMI, non sulle singole imprese ma su pool di crediti bancari alle aziende di piccola e media dimensione. Il FEI opera con un plafond che è pari a tre volte il capitale sottoscritto. Il ruolo FEI crescerà nel contesto della rivitalizzazione del mercato delle Asset backed Securities (Abs), proprio con l’ingresso nella tranche mezzanine, e per il lancio dei minibond in Italia e in altri paesi. Le aziende che, tramite gli intermediari finanziari, potranno usufruire delle garanzie del FEI dovranno presentare le seguenti caratteristiche: - un numero di dipendenti non superiore a 500; - un capitale immobilizzato netto inferiore ai 75 milioni di euro; - essere indipendenti (al massimo 1/3 del capitale dell’azienda potrà essere posseduto da un’impresa che per le sue caratteristiche, non rientra nella definizione di PMI). Agli intermediari finanziari del FEI verrà appieno delegata ogni valutazione e decisione operativa riguardo alle singole operazioni di investimento. Le PMI che desiderano ottenere finanziamenti devono rivolgersi all’intermediario finanziario con cui il FEI opera nel loro Paese. CARTOLARIZZAZIONI. Facilitando la realizzazione di operazioni di cartolarizzazione, il FEI fornice garanzie a banche ed istituzioni finanziarie permettendo loro di diversificare le proprie fonti finanziarie. o INNOVFIN SME GUARANTEES FACILITY. Lo strumento di garanzia è gestito dal FEI è parte di “InnovFin – EU Finance for Innovators” iniziativa lanciata dalla CE e dal Gruppo BEI nell’ambito di H2020. Lo strumento di garanzia sarà messo in campo dai partner FEI 27 (banche convenzionate, società di leasing, enti di garanzia) selezionati in maniera accurata attraverso specifiche Call for Expression of Interest. Una volta selezionati questi partner agiscono come intermediari finanziari. Il FEI, quale organo esecutivo di BEI e CE, copre una quota delle eventuali perdite subite dagli intermediari su prestiti, locazioni e garanzie di importo compreso tra € 25mila e € 7,5 Mln nell’ambito dello strumento InnovFin SME Guarantee Facility. Lo strumento di garanzia è demand-driven, strumento senza massimale costruito sulle basi dell’RSI. o COSME- Loan Guarantee Facility (LGF). Il COSME Loan Guarantee Facility (LGF) è uno strumento finanziario che supporta le imprese europee nella crescita e nell’innovazione (R&I). LGF è una componente di Cosme, programma lanciato dalla CE e gestito dal FEI. Attraverso Cosme LGF, il FEI offre garanzie e controgaranzie, incluse operazioni di cartolarizzazione di portafogli di crediti verso SMEs, ad una rete selezionata di intermediari finanziari convenzionati con l’obiettivo di agevolare gli stessi ad offrire più credito alle SMEs. Condividendo il rischio, le garanzie Cosme consentono agli intermediari finanziari di estendere la propria attività di finanziamento a favore di molte PMI che potrebbero avere difficoltà ad accedere ai tradizionali canali bancari. MICROFINANCE. Microfinance consiste essenzialmente in microprestiti (meno di € 25.000,00) tagliati su misura per micro-imprese (91% di tutte le imprese europee) e su individui che intendono avviare un’attività d’impresa ma hanno difficoltà ad accedere ai canali bancari tradizionali. In tutta l’UE il 99% delle start up sono microimprese ed un terzo di queste sono avviate da disoccupati. Essendo uno strumento cruciale per superare gli effetti della crisi finanziaria, il FEI si è occupato del settore della microfinanza fin dagli anni 2000, fornendo risorse finanziarie (nella forma di capitale di rischio o prestiti), garanzie ed assistenza tecnica ad una larga platea di intermediari finanziari. L’obiettivo è: imprenditorialità, crescita e creazione di occupazione. L’European Progress Microfinance Facility è una iniziativa attraverso la quale 205 Mln€ di finanziamenti sono stati resi disponibili dalla CE e dalla BEI. E’ un’iniziativa di tutti i Paesi europei ed aspira ad favorire l’accesso al credito di individui che hanno perso il lavoro o sono in rischio di perderlo o hanno difficoltà ad rientrare nel mondo del lavoro. E’ uno strumento a favore anche di quei soggetti svantaggiati, incluse le persone a rischio di esclusione sociale. Inoltre, Progress Microfinance supporta le microimprese, incluse quelle sociali che forniscono lavoro per i disoccupati e le persone svantaggiate. Come funziona Progress Microfinance? Il FEI non finanzia direttamente il micro imprenditore, la microimpresa o il singolo individuo. Il futuro micro imprenditore (o un’impresa con meno di 10 dipendenti) che necessita di un micro finanziamento (importo massimo concedibile 25 mila €) dovrà contattare i partner finanziari selezionati, che forniranno tutte le informazioni necessarie. Lo "Strumento europeo Progress di microfinanza" (Progress Microfinance), istituito nel 2010, accresce la disponibilità di microcrediti - prestiti di importo inferiore a 25 000 euro per la costituzione o lo sviluppo di piccole imprese. Progress Microfinance non finanzia direttamente gli imprenditori, ma permette a una serie di intermediari di microcredito dell'UE di aumentare il volume dei prestiti emettendo garanzie per coprire il rischio di eventuali perdite e mettendo a disposizione ulteriori fondi per la concessione di microfinanziamenti. 28 Gli intermediari di microcredito possono essere banche private o pubbliche, istituti di microfinanza non bancari, erogatori di microcredito senza fini di lucro. Le condizioni di erogazione dei microfinanziamenti - importo, durata, tasso d'interesse e commissioni, tempo necessario per ottenere un prestito - dipendono dall'istituto che li concede. I finanziamenti dello strumento Progress non possono essere utilizzati per coprire linee di credito come gli scoperti o i finanziamenti revolving a breve termine. Chi può beneficiare di Progress Microfinance? Chiunque: - voglia mettersi in proprio o costituire/sviluppare una microimpresa (meno di dieci dipendenti), specie nel settore dell'economia sociale - sia disoccupato - sia rimasto per qualche tempo fuori del mercato del lavoro - abbia difficoltà ad ottenere un finanziamento tradizionale (perché donna, considerato troppo giovane o troppo vecchio, appartenente a una minoranza, con una disabilità ecc.). Come chiedere un finanziamento? Per prima cosa occorre accertarsi se ci sia già un intermediario di microcredito aderente a Progress nel proprio paese. È all'intermediario che bisogna chiedere informazioni sui requisiti e le procedure per ottenere un finanziamento e inviare poi direttamente la domanda di microcredito. Progress Microfinance offre due linee di prodotto alle banche convenzionate: 1. garanzie per il microcredito (dirette e controgaranzie) per la copertura di portafogli di microcrediti; 2. strumenti di finanziamento (prestiti e capitale di rischio). In funzione del tipo di intermediario finanziario e della sua attività, Progress Microfinance quattro tipologie di strumenti: 9 prestiti chirografari con durata tra 5 e 7 anni (Senior Loans). Si tratta Il termine Senior deriva dal fatto che esso è privilegiato in sede di rimborso delle quote di capitale e degli interessi rispetto all’eventuale debito subordinato. 9 Finanziamento bancario subordinato – Mezzanine (Subordinated loans), tipicamente utilizzato per rafforzare la struttura del capitale dell’intermediario. Prestito subordinato nel pagamento degli interessi in fase di rimborso e di liquidazione, rispetto ai finanziatori senior. Dotato solo parzialmente di una garanzia reale (collateral), residuale rispetto al senior debt (second security). I prestiti subordinati sono una forma di prestito assistito che prevede una clausola contrattuale di subordinazione al rimborso, nel caso di liquidazione o fallimento del debitore. Il finanziatore accetta quindi che il rimborso del suo credito sia subordinato al completo soddisfacimento di altri creditori. 9 Risk sharing loans. Prestiti senior combinati con una partecipazione al rischio nel micro credito erogato dagli intermediari; 9 Partecipazione nel capitale di rischio. Tipicamente per un periodo di 6-8 anni. SVILUPPO REGIONALE. L’Iniziativa JEREMIE (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises - Risorse europee congiunte per le piccole e medie imprese) offre agli 29 Stati membri dell’UE, mediante le rispettive Autorità di gestione nazionali e regionali, l’opportunità di utilizzare parte dei Fondi strutturali per migliorare l’accesso al credito delle PMI, attraverso soluzioni quali la partecipazione al capitale d’impresa, prestiti o garanzie disponibili tramite Fondi di partecipazione. L’iniziativa Jeremie, come fondo di partecipazione a comparti multipli, si rivolge agli intermediari finanziari e non direttamente alle PMI, offrendo prodotti specifici: garanzie, cogaranzie e controgaranzie, garanzie sulla partecipazione al capitale d’impresa, micro prestiti, operazioni di cartolarizzazione, capitale di rischio, investimenti nei fondi di trasferimento tecnologico e nei fondi di coinvestimento per business angels. Questi intermediari finanziari erogano alle PMI prestiti e partecipazioni al capitale d’impresa. o HORIZON 2020 H2020 è lo strumento di finanziamento alla ricerca scientifica ed alla innovazione della CE che ha un budget stanziato tra i più alti del mondo: quasi 80 Mld €. Obiettivo di H2020 è favorire, migliorare, sviluppare la ricerca scientifica in Europa, nel momento in cui i risultati di questa ricerca migliorano la competitività delle imprese per rilanciare l’economia e l’occupazione. Le Regole di partecipazione H2020 fanno esplicito ed implicito richiamo Regolamento Finanziario dell’Unione Europea n. 966/2012. In termini di partecipazione, Horizon 2020 amplia il novero dei soggetti eleggibili includendo quelli sprovvisti di personalità giuridica: - società di persone, società di fatto, associazioni non riconosciute e i comitati (enti che non si registrano nei registri della prefettura ex art 1 DPR n 361 / 2000) di cui all’art. 36 e ss cod. civile; purché siano previsti meccanismi di attribuzione della responsabilità in capo ai rappresentati legali tali da garantire – in maniera equivalente ai soggetti dotati di personalità giuridica – gli interessi finanziari della CE. Nessuna variazione rispetto al passato, invece, sia in termini di tipologie di soggetti eleggibili (persone fisiche/giuridiche, JRC - joint research center-, organizzazioni internazionali d’interesse europeo e non) che di ammissibilità al finanziamento (soggetti stabiliti in Stati Membri o Associati inclusi gli istituti del JRC, ovvero in Paesi Partner della Cooperazione Internazionale, organizzazioni internazionali d’interesse europeo). I Paesi Terzi Industrializzati e le Organizzazioni Internazionali sono generalmente esclusi dal finanziamento, fatta eccezione per le ipotesi previste dal singolo bando (WP), in presenza di accordi scientifici bilaterali, ovvero qualora se ne dimostri l’essenzialità ai fini degli obiettivi progettuali. ART 131 REG. FIN. 966/2012: “La domanda specifica lo status giuridico del richiedente e dimostra la sua capacità finanziaria e operativa di realizzare l'azione o il programma di lavoro oggetto della sua proposta. A tale scopo, il richiedente presenta una dichiarazione sull'onore e, salvo nel caso di sovvenzioni di valore modesto, tutti i documenti giustificativi richiesti dall'ordinatore responsabile, sulla base di un'analisi dei rischi. L'obbligo di presentare tali documenti è indicato nell'invito a presentare proposte”. Sempre in tema di partecipazione, va evidenziato che le regole alla base della verifica della capacità finanziaria sono state riviste rispetto al VII PQ, essendovi assoggettati solo i coordinatori dei progetti destinatari di un contributo UE uguale o superiore ai 500.000€, sebbene la CE si riservi di effettuare tale verifica tutte le volte in cui ci siano dubbi circa la solidità finanziaria di un partecipante. 30 COME PARTECIPARE : LE AZIONI DI FINANZIAMENTO Ogni bando presenta uno o più schemi di finanziamento chiamati “azioni”. Ogni azione presenta obiettivi specifici particolari: Research and Innovation Action (RIA) e la Innovation Action (IA) con un focus rispettivamente sull’attività di ricerca e dimostrativa (vecchi Collaborative projects nel VII PQ). Il coinvolgimento delle PMI nei progetti collaborativi - 13% del budget all’interno dei Work Programme LEITs del secondo pilastro e Societal Challenges del terzo pilastro dovrà necessariamente andare a beneficio delle PMI. Si tratta delle proposte in cui è necessario rispondere esattamente al topic descritto dalla CE nel Work Programme (approccio top down), attraverso la costituzione di un partenariato costituito da almeno tre soggetti giuridici aventi sede legale in tre stati differenti, che siano stati membri UE o associati ad Horizon 2020. In Horizon 2020 i progetti collaborativi si distinguono in due tipologie: 9 Research and Innovation Action (RIA): RIA in cui le core activities della proposta sono quelle di Ricerca e Sviluppo. Ciò nonostante sono ammissibili al finanziamento anche attività di Dimostrazione, Management e altro. Azioni prevalentemente orientate alla produzione di nuove conoscenze, nonché a verificare/migliorare l’efficacia di nuove tecnologie, prodotti, processi, servizi o soluzioni. A tal fine, l’azione può includere ricerca di base e/o applicata, sviluppo e integrazione di tecnologie, validazione e test su scala ridotta (per esempio in laboratorio o in ambiente simulato). I progetti possono tuttavia contenere connesse, purché limitate, attività dimostrative al fine di dimostrare la fattibilità tecnica in ambiente operativo. Chi può beneficiarne: Tutti i soggetti eleggibili in H2020 Tipologia supporto finanziario: sovvenzioni pari al 100% dei costi eleggibili 9 Innovation Action (IA): IA in cui le core activities della proposta sono quelle dimostrative (testing, sviluppo del prototipo, scaling up, first market replication). Ciò nonostante sono ammissibili al finanziamento anche attività di Ricerca e Sviluppo, Management e altro. Azioni prevalentemente dirette alla produzione di impianti e disegni per nuovi o migliori prodotti, processi o servizi. A tal fine, l’azione può includere attività di prototipizzazione, test, dimostrazione, piloting, validazione su larga scala e progetti di prima applicazione commerciale. I progetti possono tuttavia includere limitate attività di ricerca e sviluppo. Chi può beneficiarne: Tutti i soggetti eleggibili in H2020. Tipologia supporto finanziario: sovvenzioni pari al 70% dei costi eleggibili (fatta eccezione per gli enti no-profit, ai quali è riconosciuto il 100%). Coordination and Support action: Azioni prevalentemente rivolte al finanziamento di misure di accompagnamento, ed in particolare ad attività di standardizzazione, promozione, comunicazione, disseminazione, networking, servizi di supporto, studi per la definizione di nuove infrastrutture, pianificazione strategica, coordinamento di programmi in Paesi differenti. Chi può beneficiarne: Tutti i soggetti eleggibili in H2020. Tipologia supporto finanziario: Sovvenzioni pari al 100% dei costi eleggibili Program co-funding action (vecchi ERA-NET/ERA-NET+, Cofund Marie Curie, iniziative ex art.185) Pre-Commercial Procurement (PCP) e Public Procurement of Innovative Solutions (PPI) 31 Premi Si aggiungono a questa lista le procedure ad hoc previste per lo Strumento PMI e il Fast Track to Innovation (vedi più avanti). PARTICIPANT PORTAL I bandi vengono pubblicati dalla CE sul sito ufficiale di Horizon 2020, il Participant Portal. Nella sezione Funding Opportunities sono disponibili tutti i bandi aperti, selezionabili in base alla tematica d'interesse. Il sistema permette di fare una ricerca anche per singolo topic (specifico tema di ricerca di un bando) tramite parola chiave, nella sezione search topic. Anche APRE dispone di una piattaforma per la pubblicazione dei bandi di Horizon 2020 dove troverete anche delle informazioni aggiuntive indicate dai Punti di Contatto Nazionale. Al lancio dei bandi viene reso disponibile sul Participant Portal il Programma di Lavoro (Work Programme – WP). Nel WP si trovano gli argomenti di ricerca e tutte le informazioni sul bando: criteri di ammissibilità, tipo di partenariato richiesto, specifiche sul budget, indicazioni sulle azioni di finanziamento ecc. ). Il WP è disponibile nella pagina del bando sul Participant Portal. COSTRUZIONE DEL PARTENARIATO Horizon 2020 promuove la cooperazione scientifica tra gli stati membri o stati associati all’Unione europea. La maggior parte dei bandi aperti richiede ai proponenti di costituire un partenariato transazionale composto da almeno tre organizzazioni indipendenti provenienti da tre diversi stati membri o associati. E' possibile decidere di organizzare un partenariato e assumere il ruolo di Coordinatore del progetto oppure di avere il ruolo di partner. Ci sono diversi servizi di Ricerca Partner utilizzabili per costituire un partenariato e per ricercare partner di consorzio. Diverse reti costituite dai Punti di Contatto Nazionali promuovono strumenti di Ricerca Partner: • APRE Partner Search: APRE ha sviluppato un servizio di ricerca di partner per aiutare organizzazioni come le università, le aziende, istituti di ricerca, PMI e altri soggetti giuridici a trovare partner adeguati o coordinatori per la partecipazione a Horizon 2020. • CORDIS Partner Service: uno dei database con il numero maggiore di profili registrati. • IDEALIST Partner Search: piattaforma di Ricerca Partner sviluppata dalla rete dei Punti di Contatto Nazionali per ICT, anche se i profili raccolti includono anche altre categorie. I profili vengono sottoposti ad un controllo di qualità prima di essere validati. • NMP TEAM: Servizio di ricerca Partner in Nanoscienze e Nanotecnologie, Materiali e nuove tecnologie di Produzione, Biotecnologie (NMP+B). • FIT for HEALTH: sviluppata da FIT4HEALTH in stretta collaborazione con la rete dei Punti di Contatto Nazionali per il tema Salute. • IMI Partner Search: servizio di Ricerca Partner promosso dall’Innovative Medicines Initiatives Joint Undertaking per le organizzazioni interessate allo sviluppo di farmaci più sicuri ed efficaci. Sono presenti anche opportunità per PMI. • Enterprise Europe Network Cooperation Opportunities Network: l’Enterprise Europe Network (EEN) dedicato alle PMI, pubblica un consistente numero di profili di aziende internazionali e enti di ricerca per aiutare ad identificare partner adatti per eventuali collaborazioni. APRE ospita tutti i Punti di Contatto Nazionale (NCP) di Horizon 2020 in Italia. Gli NCP in APRE offrono un servizio, a titolo gratuito, di informazione e assistenza su: o la priorità tematiche o i programmi di ricerca; o gli strumenti finanziari; le procedure amministrative; 32 o la preparazione della proposta (incluso il pre-screening). REGOLE DI FINANZIAMENTO Le regole di finanziamento prevedono un’unica percentuale di rimborso per progetto (70% oppure 100%- fanno eccezione le azioni ERANET Cofund e i PPI, finanziati rispettivamente al 33% e al 70%), indipendentemente dalla tipologia di partecipante e dalle attività previste dall’azione. Alla stessa logica di semplificazione risponde la previsione di un’unica metodologia di calcolo dei costi indiretti per tutti i partecipanti, indipendentemente dalla loro natura giuridica e sistema di contabilità (elementi questi che incidevano nella determinazione della metodologia nel VII PQ): il 25% dei costi diretti (fatta eccezione per i subcontratti e i costi relativi alle risorse messe a disposizione dalle parti terze non utilizzate nei locali del beneficiario). Quanto alla definizione dei costi eleggibili, spicca l’eleggibilità dell’IVA (rendicontabile se non recuperabile sulla base della legislazione nazionale), nonché alcune novità riguardanti i costi del personale: esteso utilizzo dei costi medi se previsto dal regolamento interno dell’ente; possibilità per gli enti no-profit di rendicontare remunerazioni aggiuntive, se previsto dal regolamento interno dell’ente e nei limiti di 8000€/anno/persona; time sheet non richiesto per i ricercatori impegnati full time sul progetto; scelta tra monte ore produttive fisso (1720), standard o individuale. La certificazione dei costi è anch’essa assoggettata a nuove regole in H2020, essendo richiesta alla fine del progetto e solo per importi reali (fatta eccezione per quelli forfettari: per esempio flat rate, lump sum) superiori ai 325.000€. Conclude il quadro finanziario la possibilità di essere assoggettati ad ex post audit entro i due anni dal pagamento finale (mentre nel VII PQ tali controlli erano estesi fino a cinque anni dalla fine del progetto). STRUTTURA DEL PROGRAMMA. La prima novità riguarda l’approccio lineare che ha tradizionalmente marcato i Programmi precedenti, divenuto non più adeguato alla nuova strategia europea. Europa 2020 impone di lavorare tutti insieme, concentrando su poche priorità ad alto valore aggiunto ed impatto, le scarse risorse disponibili, attraverso un approccio sistemico e sinergico. Per la prima volta si richiede di costruire i progetti affrontando più problemi interconnessi tra loro, integrando tecnologie diverse, disperse in H2020 ed in altri Programmi. (LOGICA SISTEMICA). La seconda novità riguarda gli aspetti finanziari. In particolare la capacità di combinare, in progetti complessi, strumenti finanziari differenti appartenenti a più Programmi diversi. Una propria e vera ingegneria finanziaria che deve permettere l’utilizzo ottimale delle risorse pubbliche e private, disponibili a livello europeo, nazionale e regionale. (INGEGNERIA DEI FINANZIAMENTI). Nel quadro del nuovo periodo di programmazione UE 2014-2020, i programmi a gestione diretta (come per esempio Horizon 2020 e COSME) e indiretta (come i Fondi Strutturali) sono chiamati a lavorare in modo creativo e sinergico in termini di attività, programmi di lavoro e bandi. Rientrano in tale esercizio i nuovi strumenti finanziari a sostegno della Ricerca & Innovazione (R&I), in particolare quelli a supporto delle micro, piccole e medie imprese (PMI) e delle midcaps. L’introduzione di un nuovo sistema semplificato di imputazione dei costi progettuali e l’eliminazione della fase negoziale precedente alla conclusione dei contratti, sono anch’esse novità importanti, destinate a facilitare ed accelerare l’erogazione dei finanziamenti che necessitano tuttavia una conoscenza approfondita delle regole e degli strumenti finanziari previsti non solo in H2020 ma anche negli altri Programmi, per poter realizzare le sinergie richieste. 33 H2020 indirizzerà le risorse verso tre priorità distinte ma interconnesse le quali, rappresentando i tre pilastri del Programma, si integrano reciprocamente e rispondono alle priorità della strategia Europa 2020 e, in particolare, della sua iniziativa faro ”Unione dell'Innovazione”: 1. ECCELLENZA SCIENTIFICA: è il primo dei tre pilastri del nuovo Programma Quadro Horizon 2020. Il suo obiettivo generale è elevare il livello di eccellenza della base scientifica europea e garantire una produzione costante di ricerca a livello mondiale per assicurare la competitività dell'Europa a lungo termine. Vuole sostenere le idee migliori, sviluppare i talenti in Europa, dare ai ricercatori accesso ad infrastrutture di ricerca prioritarie e fare dell'Europa un luogo attraente per i migliori ricercatori del mondo mira a rafforzare l'eccellenza della ricerca europea. Si articola in 4 programmi: a) European Research Council (ERC): sostiene gli individui più talentuosi e creativi e le loro equipe nello svolgere ricerche di frontiera di altissima qualità. I bandi ERC saranno incentrati su cinque principali schemi di finanziamento: 1) Starting Grant (StG): Si rivolge a ricercatori di qualsiasi nazionalità, leader emergenti della ricerca, con 2-7 anni di esperienza maturata dopo il conseguimento del dottorato (o di un altro titolo equipollente); 2) Consolidator Grant(CoG): è destinato a ricercatori di qualsiasi nazionalità con 712 anni di esperienza maturata dopo il conseguimento del dottorato di ricerca (o di un altro titolo equipollente) e con un curriculum scientifico molto promettente; 3) Advanced Grant (AdG): permette a leader della ricerca eccezionali e affermati di qualsiasi età e nazionalità di portare avanti progetti innovativi e ad alto rischio in grado di aprire nuove direzioni nei loro rispettivi campi di ricerca e in altri settori; 4) Synergy Grant (SyG): lanciato come "azione pilota" nell’ambito degli ultimi due bandi VII PQ, non sarà riproposto nel primo Work Programme di Horizon2020. Promuove progressi sostanziali nella frontiera della conoscenza e incoraggiare nuove linee produttive di ricerca nonché nuovi metodi e tecniche. È destinato a gruppi costituiti da un minimo di due e da un massimo di quattro ricercatori principali. 5) Proof of Concept(PoC): Mirano a garantire il collegamento tra ricerca di base e mercato. b) Future and Emerging Technologies: l’obiettivo è promuovere tecnologie radicalmente nuove per mezzo dell’esplorazione di idee nuove e ad alto rischio fondate su basi scientifiche. Si promuove la ricerca oltre quanto è già conosciuto, accettato o ampiamente adottato ed incoraggia un pensiero nuovo e visionario per aprire percorsi promettenti verso nuove tecnologie. Si promuovono gli sforzi per perseguire le opportunità di ricerca su piccola scala in tutti i settori, compresi i temi emergenti e le grandi sfide scientifiche e tecnologiche che esigono federazione e collaborazione fra i programmi in Europa ed oltre; c) Azioni Marie Curie: offre ai ricercatori eccellenti opportunità di formazione e di carriera mediante sostenendo la mobilità. Sono previste 4 azioni: d) Infrastrutture di ricerca: garantisce che l'Europa disponga di infrastrutture di ricerca (comprese le infrastrutture elettroniche in rete) di livello mondiale accessibili a tutti i ricercatori in Europa e in altri paesi. Sono considerate IR risorse e servizi utilizzate da ricercatori o imprese per attività di ricerca ed innovazione e comprendono: grandi 34 attrezzature scientifiche, archivi, database oltre che tecnologie ITC (software, super calcolatori). 2. LEADERSHIP INDUSTRIALE: il secondo pilastro di H2020 intende fare dell’Europa un luogo più attraente per investire nella ricerca e nell’innovazione (compresa l’innovazione ecologica), promuovendo attività strutturate dalle aziende. Vuole portare grandi investimenti in tecnologie industriali essenziali, incentivare il potenziale di crescita delle aziende europee fornendo loro livelli adeguati di finanziamento ed aiutare le PMI innovative a trasformarsi in imprese leader a livello mondiale. Si articola in 3 programmi: a) Leadership nelle tecnologie abilitanti e industriali: fornisce un sostegno mirato alla ricerca, allo sviluppo ed alla dimostrazione delle seguenti priorità/programmi: - ICT: tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazione. L’obiettivo specifico di questo tema è consentire all’Europa di sviluppare e valorizzare le opportunità offerte dai progressi compiuti grazie alle ICT a vantaggio della società. Le ICT sostengono l’innovazione e la competitività e consentono progressi scientifici in tutte le discipline. Nel prossimo decennio l’impatto rivoluzionario delle tecnologie digitali, dei componenti delle ICT, delle infrastrutture e dei servizi sarà sempre più visibile nella vita delle persone. - Nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, fabbricazione e trasformazione avanzate. Sono tutte aree chiave che determinano la posizione dell’Europa nel mercato globale. Investire in queste aree dà una spinta alla competitività, crea posti di lavoro e sostiene la crescita. - Spazio: l’obiettivo specifico è promuovere un’industria ed una comunità di ricerca spaziale concorrenziali ed innovative e sviluppare e sfruttare le infrastrutture spaziali per soddisfare le future esigenze della politica dell ‘UE e della società. b) Accesso alla finanza di rischio: obiettivo: sviluppare maggiori investimenti in R&I in specie dal settore privato. Leverage effect: to attract additional finance and multiply HORIZON 2020 budget resources. Mira a superare i disavanzi della disponibilità di crediti e fondi per il settore R&S, le imprese ed i progetti innovativi in tutte le fasi di sviluppo. Congiuntamente agli strumenti di finanza di rischio in Cosme sostiene lo sviluppo del capitale di rischio a livello europeo. Raccoglie degli strumenti finanziari volti a supportare le aziende ed altri tipi di organizzazioni attive nei settori di R&I nell’accesso a prestiti, garanzie, controgaranzie, finanziamenti ibridi o mezzanini ed a strumenti di equity. Equity finance: - Early stage finance (GIF 1.2) per imprese innovative; inoltre con Cosme è possibile un livello di finanziamento per lo sviluppo; - Pilot facility for technology transfer (TTFF) per portare I risultati della R&D sul mercato (es. Creazione di spin off); - Piloting Co-Investments by Business Angels per imprese ICT innovative. Debt finance: - Loans services for R&I (RSFF II): finanziamenti e garanzie per investimenti in R&I effettuati da midcaps e grandi imprese, istituti di ricerca; prestiti con ammontare superiore a 7.5 milioni di euro; - SME & small midcaps R&I Loans Service (RSI II): strumenti di garanzia per prestiti a favore di piccole e medie imprese innovative e research intensive. Importo del finanziamento tra 25.000,00 euro e 7,5 milioni di euro; 35 - Joint Guarantee Instruments for R&I-intensive SMEs and Small Midcaps ("SME Initiative") (ESIF-COSME-H2020) (2014-2016) c) Innovazione nelle PMI: nel programma di lavoro “Innovazione nelle Piccole e Medie Imprese – PMI” la Commissione supporterà l’innovazione delle aziende europee in tutte le sue forme con un interesse specifico per quelle dotate di un potenziale di crescita suscettibile con l’internazionalizzazione sul mercato unico e oltre: sviluppo e applicazione di tecnologie, nuovi business e modelli di organizzazione per raggiungere nuovi mercati e crescere rapidamente. Le attività inserite nel programma di lavoro non prevedono ricerca ma finanziamenti per azioni di supporto alla ricerca. Le attività inserite nel programma saranno complementari a quelle finanziate in Cosme, volto a: • fornire accesso ai finanziamenti per le imprese orientate alla crescita che non rientrano in H2020; • sviluppare condizioni migliori di crescita per le PMI, attraverso misure relative ai cluster ed in settori di interesse strategico e supporto all’internazionalizzazione delle PMI. Innovation in Sme è un ponte tra le attività principali di H2020 (il supporto alla ricerca, progetti di sviluppo e innovazione) e la creazione di un ambiente favorevole per la crescita e l’innovazione delle PMI. In aggiunta, l’analisi delle performance di innovazione delle PMI e del loro sviluppo futuro sono oggetto del bando. “Innovation in SMEs” è un ponte tra le attività principali di Horizon 2020 (il supporto alla ricerca, progetti di sviluppo e innovazione) e la creazione di un ecosistema favorevole per la crescita e l’innovazione delle PMI. Il programma di lavoro include l’introduzione di un nuovo strumento specifico per le PMI, il cui budget è allocato nelle LEITs (II Pilastro) e nelle Sfide Sociali (III Pilastro), il supporto all’iniziativa Eurostars e varie azioni che puntano allo sviluppo e a fornire maggiore supporto per le PMI stesse (IPR Helpdesk, IPorta, ecc.). In aggiunta, l'analisi delle performance di innovazione delle PMI e del loro sviluppo futuro sono oggetto del bando. Attività simili a queste in passato erano finanziate dal “programma per l’imprenditorialità e l’innovazione”, parte del programma CIP. Tabella riassuntiva SME Instrument all’interno dei bandi LEITs e Societal Challenges. Schemi di finanziamento: • Innovation Actions • Coordination and Support Actions – CSA: 100% • Public Procurement • Expert contracts 3. SFIDE SOCIALI: rispecchia le priorità strategiche di Europa 2020 e ha l’obiettivo di sviluppare nuove e convincenti soluzioni per sette grandi attuali problematiche che i cittadini europei (e quelli di altri paesi nel mondo) condividono. Queste sette sfide sociali sono le seguenti: 1) Sanità, cambiamenti demografici e benessere; 2) Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia; 3) Energia da fonti sicure, pulita ed efficiente; 4) Trasporti intelligenti, ecologici e integrati; 5) Azione per il clima, efficienza sotto il profilo delle risorse e materie prime; 36 6) Società inclusive, innovative e riflessive; 7) Società sicure e innovative - proteggere libertà e sicurezza dell’Europa e dei suoi cittadini. Le attività interessano l’intero ciclo di vita che va dalla ricerca di base al mercato, con un nuovo accento sulle attività connesse all’innovazione, quali azioni pilota, le dimostrazioni, i test a sostegno ed allo svolgimento di gare d’appalto, la progettazione, l’innovazione sociale e la commercializzazione delle innovazioni. Alle tre grandi priorità si aggiungono le seguenti attività orizzontali con i relativi budget: • Diffondere l’eccellenza e ampliare la partecipazione: € 816 milioni. Ha come obiettivo il miglioramento e l’incremento della partecipazione a H2020 di alcuni Stati membri e regioni UE con prestazioni non soddisfacenti sul piano della R&I. Attività principali: teaming, twinning, Era Chairs, Rete transnazionale di NCP. • Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia: € 2,7 miliardi. Obiettivo è integrare il triangolo della conoscenza, costituito da ricerca, da innovazione e da istruzione, rafforzare la capacità in innovazione dell’UE e affrontare le problematiche della nostra società. • Scienza con e per la società: € 462 milioni. E’ un’azione volta ad approfondire la cooperazione tra scienza e società nonché promuovere una ricerca ed un’innovazione responsabile, una cultura ed educazione scientifica e rafforzare la fiducia del pubblico nella scienza favorendo un impegno dei cittadini e della società civile su questioni di R&I; • Joint Research Center: il Centro Comune di Ricerca è il servizio scientifico interno del CE, che ah l’obiettivo di fornire un supporto tecnico indipendente e basato sull’evidenza scientifica, alle politiche dell’UE al momento della loro definizione. • Euratom: Programma per la formazione e la ricerca che sarà finanziato con circa € 1,6 miliardi per il periodo 2014 2018. Per lo stesso programma, nel periodo 2019-2020 si stima invece un budget di € 770 milioni. Secondo fonti UE, meno del 50% dei partner industriali utilizza fondi pubblici in modo strategico per avviare progetti di ricerca e solamente il 22% delle PMI che partecipano ai programmi europei sono orientate all’innovazione. Molte delle strutture accademiche beneficiano della collaborazione dell’industria al fine portare avanti la propria ricerca. Tuttavia la diffusione e commercializzazione della conoscenza risulta particolarmente problematica. I risultati, infatti, mancano di una strategia efficace di condivisione e sfruttamento poiché l’architettura progettuale non è disegnata, in partenza, per un loro utilizzo. Inoltre, le PMI non sono spesso al corrente dei programmi a supporto dell’internazionalizzazione, nonostante ci sia una forte relazione tra innovazione ed internazionalizzazione che dovrebbe essere maggiormente sfruttata. Sulla base di queste considerazioni, all’interno del secondo pilastro “Leadership Industriale”, è stata inserita una linea d’azione relativa all’Innovazione nelle PMI, volta non soltanto al sostegno di progetti innovativi ma anche alla realizzazione di condizioni in grado di favorire l’innovazione, la commercializzazione e la crescita delle aziende. Più in generale, H2020 prevede una struttura integrata a supporto delle PMI volta a sostenere l’intero processo di innovazione. A tal fine è stato adottato un approccio integrato ad hoc a supporto delle PMI. LE OPPORTUNITA’ PER LE PMI. Secondo fonti UE, meno del 50% dei partner industriali utilizza fondi pubblici in modo strategico per avviare progetti di ricerca e solamente il 22% delle PMI che partecipano ai programmi europei sono orientate all’innovazione. Molte delle strutture accademiche beneficiano della collaborazione dell’industria al fine portare avanti la propria ricerca. Tuttavia la diffusione e commercializzazione della conoscenza risulta particolarmente problematica. I risultati, infatti, 37 mancano di una strategia efficace di condivisione e sfruttamento poiché l’architettura progettuale non è disegnata, in partenza, per un loro utilizzo. Inoltre, le PMI non sono spesso al corrente dei programmi a supporto dell’internazionalizzazione, nonostante ci sia una forte relazione tra innovazione ed internazionalizzazione che dovrebbe essere maggiormente sfruttata. Sulla base di queste considerazioni, all’interno del secondo pilastro “Leadership Industriale”, è stata inserita una linea d’azione relativa all’Innovazione nelle PMI, volta non soltanto al sostegno di progetti innovativi ma anche alla realizzazione di condizioni in grado di favorire l’innovazione, la commercializzazione e la crescita delle aziende. Più in generale, H2020 prevede una struttura integrata a supporto delle PMI volta a sostenere l’intero processo di innovazione. A tal fine è stato adottato un approccio integrato ad hoc a supporto delle PMI. La grande novità per le PMI in H2020 è la previsione di un nuovo strumento mainstreaming con applicazione trasversale ai “Work Programme” inseriti nelle Leadership in Enabling and Industrial Technologies (LEIT) del secondo pilastro ed alle sette Sfide Sociali del terzo pilastro. Lo Strumento per le PMI (SME Instrument) si prefigge di supportare le PMI innovative nel percorso ideale che va dalla verifica tecnico-scientifica dell’idea progettuale, allo sviluppo della stessa idea con la prototipazione e la prima applicazione sul mercato, fino alla commercializzazione del prodotto/servizio/tecnologia finito sviluppata nelle fasi precedenti. Nel quadro di H2020, inoltre, vi sono una serie di opportunità aggiuntive per le aziende: “L’accesso alla finanzia di rischio” (Access to Risk Finance – vedi paragrafo 1.3). Lo scambio e la mobilità dei piccoli imprenditori all’interno delle Azioni Marie Curie: le Azioni Marie Sklodowska - Curie (MSCA) finanziano l'eccellenza e l'innovazione nella formazione, nella carriera e nelle opportunità di scambio di conoscenze dei ricercatori europei grazie alla mobilità transfrontaliera ed intersettoriale, al fine di prepararli al meglio ad affrontare le sfide sociali attuali e future. L’azione “Research and Innovation Staff Exchange (RISE)” ha come obiettivo quello di promuovere una collaborazione internazionale e intersettoriale attraverso distacchi di personale per condividere scambi di conoscenze e buone prassi. Questa tipologia di azione mira a favorire lo sviluppo e la condivisione di competenze e il trasferimento di idee innovative dalla ricerca al mercato. RISE si rivolge a organizzazioni del settore accademico e non accademico (in particolare PMI) con sede in uno Stato Membro o Paese Associato e in Paesi Terzi e fornisce supporto allo sviluppo di collaborazioni da realizzarsi sotto forma di attività congiunte in ricerca e innovazione. Al distacco possono partecipare ricercatori (sia early stage che experienced) e staff tecnico amministrativo. Supporto al Programma Eurostars dedicato al supporto dei progetti di PMI innovative e start up. Eurostars è basato sull'art. 185 ( ex 169) rivolto al sostegno della ricerca industriale delle piccole e medie imprese europee aventi proprie capacità di ricerca. Esso è stato ideato, definito e fortemente sostenuto dall'iniziativa EUREKA che ora, tramite il proprio Segretariato di Bruxelles, ne è anche il gestore. Ad oggi trentatre paesi membri di EUREKA tra cui l'Italia, hanno dato la loro adesione al programma, co-finanziando di anno in anno, i relativi bandi. Eurostars ha come principali obiettivi: a) incoraggiare le PMI a sviluppare nuove attività produttive basate sui risultati dei progetti di R&S; b) creare una rete internazionale di supporto alle attività di ricerca delle PMI; c) aiutare le PMI a sviluppare rapidamente nuovi prodotti, processi e servizi per il mercato. 38 Dall'Energia all'Ambiente, dall'ICT alle Bio e Nanotecnologie, dall'Eco-innovazione ai Trasporti, all'Educazione, all'Agroalimentare etc., non esiste settore che l'Unione Europea non sostenga con generosi finanziamenti o strumenti finanziari incredibilmente efficaci. Nel caso specifico delle imprese e delle PMI, le misure di finanziamento UE riguardano lo startup e lo sviluppo d'impresa (infrastrutturale, tecnico-tecnologico e strategico-operativo), la conversione dei sistemi di approvvigionamento e produzione energetica da tradizionale a rinnovabile, l'introduzione di materiali e tecnologie eco-compatibili e, soprattutto, la Ricerca e Sviluppo (R&D), lo sviluppo pre-commerciale e, più in generale, l'innovazione (in termini di risultati, contesto o metodi di implementazione) nel settore manifatturiero, produzione di beni e servizi, etc. Tra i tanti, l'R&D, la prototipazione, lo sviluppo pre-commerciale e l'accesso al mercato sono infatti topic di prima classe sia per le grandi imprese che per le PMI, tuttavia molto spesso, a causa di problemi di budget aziendale o di un management timoroso e poco orientato all'innovazione, gli imprenditori o finiscono con il limitare al minimo gli investimenti R&D che non conducano immediatamente ad applicazioni commerciali short-term, o non si avvedono dell'elevata spendibilità delle proprie expertise e del proprio skill aziendale in ambito europrogettuale. L'Unione Europea viene in aiuto delle imprese con programmi di finanziamento a fondo perduto estremamente generosi (es. 36 miliardi di euro sono a disposizione per le sole misure Cooperation e Capacities del VII Programma Quadro), ma entrare in partita non è da tutti. Per la maggior parte le imprese private vengono infatti coinvolte in Progetti Europei all'ultimo minuto come partner tecnici o candidati subcontraenti, ma è assai raro che esse riescano a profilarsi come primo proponente di progetto o project leader. Così facendo, i benefici che ricevono dalla propria partecipazione ai Programmi di finanziamento dell'UE rimangono limitati nel tempo, e il loro business e la loro fama in Europa non crescono come potrebbero! L'Unione Europea viene però incontro alle imprese con numerose iniziative a sostegno dell'innovazione, dello sviluppo del business intra ed extra-europeo, dell'accesso a nuovi mercati, etc. supportate da finanziamenti a dir poco ingenti, tuttavia non è da tutti riuscire a entrare nel gioco. Soprattutto in Italia infatti, le PMI spesso non sono a conoscenza delle opportunità che l'UE dedica a loro in maniera esclusiva, e anche quando si trovano a partecipare ad un Progetto Europeo solitamente vengono coinvolte all'ultimo minuto come partner tecnico/tecnologico o candidato subcontraente, ma è molto, molto difficile che la proposta progettuale nasca da loro o che riescano a profilarsi come Project leader. Così, i benefici che esse ricevono dai programmi di finanziamento europei restano a dir poco limitati, e il loro business in Europa non si sviluppa come meriterebbe! Il nostro pacchetto di euroconsulenza per le imprese (erogato attraverso una serie di moduli di consulenza e training aziendale) si basa sulla ripianificazione da un lato dei vostri obiettivi a brevemedio termine e delle vostre strategie imprenditoriali, dall'altro del vostro management interno al fine di farvi rientrare non solo nella ristretta rosa dei potenziali beneficiari dei bandi UE, ma tra quelli maggiormente prioritari per la Commissione Europea. Attingendo al contempo alle politiche comunitarie d'ambito, alle normative UE per l'innovazione e ai piani di sviluppo delle DG della Commissione Europea, e intercalando tali prospettive all'interno delle logiche d'intervento teoriche e pratiche dei Programmi di finanziamento accessibili, delle più efficaci strategie e tecniche di networking e di ricerca partner, nonché degli strumenti di Europrogettazione e Gestione di progetti europei più efficaci in ambito di analisi previsionale, vi verrà trasmesso tutto il know-how di cui avete bisogno per profilare al meglio la vostra azienda in un contesto Europrogettuale altamente competitivo. 39 o H2020: GLI STRUMENTI FINANZIARI L’implementazione degli strumenti finanziari si baserà sul Regolamento finanziario e sulle regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione e dal Regolamento delegato sulle regole di applicazione del Regolamento sopra citato. Gli strumenti previsti potranno essere utilizzati in modo complementare ai finanziamenti a fondo perduto della CE e in fasi successive o contemporanee per uno stesso progetto, richiedendo ad esempio l’attivazione congiunta degli strumenti di debito e di equity. Gli strumenti finanziari previsti da H2020 e COSME hanno lo scopo principale di sostenere le imprese attive nel settore della R&I. In particolare COSME apre il finanziamento a tutti i tipi di impresa. Il Programma H2020 raggrupperà i finanziamenti alla R&I4. Il nuovo approccio fortemente sostenuto dalla CE è improntato al consolidamento delle sinergie tra gli strumenti finanziari presenti nei programmi COSME e H2020: seppur formalmente distinti, questi sono da considerarsi complementari in una prospettiva complessiva che mira a garantire continuità e facilità al processo di finanziamento e che si ipotizza essere in grado di assistere e sostenere ogni stadio della vita produttiva dei soggetti coinvolti. A sostegno degli investimenti in ricerca e innovazione nell’ambito di H2020 sono state previste due tipologie di strumenti finanziari: 1. Strumenti di debito di H2020 A. Prestiti per le attività di R&I (Loans Service for R&I). E’ uno strumento che fornisce: prestiti a singoli beneficiari; garanzie ad intermediari; finanziamenti ibridi o mezzanino (combinazioni di prestiti e garanzie). Possono beneficiare del prestito e della garanzia le grandi imprese, medie a grandi midcaps5, gli enti di ricerca, le infrastrutture di ricerca, le università, i PPP e i veicoli e progetti speciali compresi quelli di dimostrazione industriale e che promuovono first-of-a-kind. Tali beneficiari mettono a punto progetti per la creazione o la commercializzazione di prodotti e servizi di importanza per la società (ovvero, che contribuiscono a risolvere le sfide sociali individuate da H2020) e/o che costituiscono un bene pubblico. Importi: IMPRESE: le medie e grandi mid-caps possono richiedere un prestito e un finanziamento ibrido o mezzanino di un valore compreso tra € 7,5 milioni e € 25 milioni; al di sopra di tale soglia la richiesta sarà considerata caso per caso. Per le grandi imprese saranno disponibili prestiti di valore compreso tra € 25 milioni e € 300 milioni; un prestito richiesto per un valore inferiore ai € 25 milioni sarà considerato caso per caso. Altre tipologie di enti: disponibili prestiti di valore compreso tra €7,5 e €300 milioni. Si tratta di uno strumento attivabile su domanda e aperto a qualsiasi settore, area geografica, tipologia e grandezza delle imprese. 4 Nella vecchia programmazione i finanziamenti alla R&I erano forniti dal 7° Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo tecnologico attraverso lo Strumento finanziario per la condivisione del rischio (Risk Sharing Finance Facility - RSFF) e dalla parte di innovazione del Programma per la Competitività e Innovazione (Competitiveness and Innovation Programme – CIP). 5 Midcaps: imprese che comprendono un numero di impiegati tra 250 e 3000 “in full-time equivalents”. Small midcaps ≥250 ≤ 499 impiegati; Medium or large midcaps ≥500 ≤3000 impiegati. 40 BEI e FEI avranno il compito di implementare questo strumento. Le risorse finanziarie saranno veicolate ai beneficiari direttamente dalla BEI e dagli intermediari finanziari. Questi ultimi saranno parzialmente garantiti, in caso di perdite, da BEI/FEI, che offriranno, inoltre, contro garanzie a istituti di garanzia. Le aziende potranno rivolgersi direttamente a BEI o FEI per la richiesta del prestito e, in altri casi ancora da definire, agli intermediari finanziari, precedentemente selezionati, che potranno usufruire di una garanzia da parte di BEI e/o FEI. A.1 – Sub facility. Per prestiti e/o garanzie a supporto di progetti dimostrativi nel settore energetico (per esempio investimenti per generare nuove tecnologie energetiche e nuovi sistemi energetici a bassa emissione di carbonio). La “sub-facility” sarà disponibile a partire dal secondo semestre 2015. B. Prestiti per le attività di R&I delle PMI e alle piccole mid-caps. E’ uno strumento che fornisce garanzie a intermediari finanziari che effettuano prestiti in favore di PMI e piccole mid-caps che svolgono attività di ricerca e innovazione. Possono beneficiarne le PMI orientate a ricerca e innovazione e piccole mid-caps. Particolare attenzione sarà data alle imprese eco-innovative. Le garanzie copriranno prestiti per un valore compreso tra € 25,000 e € 7,5 milioni e per un massimo del 50% delle perdite potenziali dell’intermediario finanziario. Il FEI potrà offrire anche contro garanzie. Un prestito al di sopra di € 7,5 milioni sarà considerato caso per caso. Si tratta di uno strumento attivabile su domanda e aperto a qualsiasi settore e area geografica. La PMI o la piccola mid-cap che vuole accedere al prestito dovrà contattare uno degli intermediari finanziari precedentemente selezionati dal FEI. L’elenco sarà disponibile sul sito del FEI. B.1 – Sub facility: Climate-Change Window (CCW). Questa “sub-facility” ha lo scopo di fornire prestiti tra € 25,000 e € 7,5 milioni in favore di specifiche PMI e piccole mid-caps che svolgono attività di ricerca & innovazione e che agiscono come “suppliers, developers o end-users” di innovazione climate-friendly. Al fine dell’eleggibilità, i potenziali beneficiari dovranno soddisfare determinati criteri “climatefriendly”. Le PMI e piccole mid-caps interessate al prestito dovranno contattare uno degli intermediari finanziari firmatari dell’accordo con il FEI. B.2 Strumenti congiunti di garanzia per le PMI e le piccole mid-caps ad alta intensità di R&I6. Si tratta di strumenti che rientrano nell’ambito della proposta d’iniziativa denominata “EU SME Finance Initiative” che utilizzerà fondi provenienti da H2020, COSME, European Structural & Investment Funds (ESIF) e risorse BEI e FEI. Essi permetteranno agli Stati Membri e alle Regioni, all’interno dei loro programmi operativi, di dedicare una parte dei futuri ESIF al Servizio di prestiti per le attività di R&I destinato alle PMI e alle piccole midcaps. Il sostegno sarà offerto in favore di PMI e piccole mid-caps orientate ad attività di ricerca e innovazione. Operativamente saranno fornite garanzie di portafogli congiunti oppure operazioni di cartolarizzazione congiunta. 2. Strumenti di equity di H2020 (Equity Facility for R&I) 6 Per approfondimenti su Strumenti finanziari in coordinamento H2020-Fondi Strutturali vedi Cap.2.1 (ESIF) 41 Si tratta di uno strumento azionario per investimenti in fondi di capitale di rischio che investono principalmente su base transfrontaliera e che forniscono risorse a PMI in fase iniziale orientate alla R&I e alle piccole mid-caps. Tale strumento è complementare allo Strumento di Equity per la Crescita (Equity Facility for Growth - EFG) previsto all’interno di COSME. Possono beneficiarne le PMI in fase iniziale orientate a ricerca e innovazione e le piccole mid-caps. Particolare attenzione sarà data alle imprese eco-innovative. Tali investimenti saranno gestiti dal FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti) che potrà investire in un’ampia gamma di intermediari finanziari, compresi quelli che collaborano con i business angels (BA). Operativamente, il FEI farà un investimento in equity nei fondi selezionati in modo che tali fondi possano fornire capitale di rischio e quasi-equity, compreso capitale mezzanino, alle singole imprese, prevalentemente PMI. Nel caso di fondi multistage, che prevedono finanziamenti che potrebbero coprire, ad esempio, sia la fase iniziale che la fase di crescita, il finanziamento potrebbe essere fornito pro rata sia da tale strumento che da quello di COSME. Si tratta di uno strumento attivabile su domanda e aperto a qualsiasi settore e area geografica. Le aziende potranno rivolgersi direttamente agli intermediari finanziari, inclusi quelli che collaborano con i BA, che saranno precedentemente selezionati dal FEI. Accanto agli strumenti finanziari già definiti, la CE, per il 2015, intende lanciare due iniziative pilota a sostegno del processo di trasferimento tecnologico e del risk finance nel settore delle TIC. Tali iniziative saranno sottoposte a valutazione che, se favorevole, porterà a un loro ampliamento ed evoluzione: • Strumento pilota per il finanziamento del trasferimento tecnologico. L’iniziativa ha lo scopo di co-finanziare investimenti e fondi di trasferimento tecnologico (TT) allo scopo di creare nuove aziende e concessione di licenze di proprietà intellettuale e si concentrerà su proof-of-concept, sviluppo e primo stadio di commercializzazione del processo di TT. BEI e FEI forniranno capitale di rischio, prestiti convertibili e di mezzanino per intermediari finanziari (veicoli e fondi TT) precedentemente selezionati. L’iniziativa sarà lanciata nel 2015 con un budget indicativo di € 60 milioni. • Iniziativa pilota per co-investimenti da parte dei Business Angels in aziende innovative nel settore delle TIC. L’iniziativa ha lo scopo di co-finanziare gli investimenti che i BA realizzano in PMI e piccole mid-caps per commercializzare nuovi prodotti e servizi nel settore delle TIC. Oltre ai BA possono essere potenziali investitori anche family offices e piattaforme di crowdfunding. Lo schema opererà attraverso un veicolo d’investimento dedicato. L’iniziativa sarà lanciata nel 2015 con un budget indicativo di € 30 milioni Gli strumenti di debito e di equity previsti da H2020 sopra descritti e strutturati secondo un approccio demand-driven, sopra descritti opereranno congiuntamente con quelli previsti da COSME (Programma per la Competitività delle Piccole e Medie Imprese). Per l’attivazione delle Facilities, BEI e FEI ricopriranno un ruolo significativo a fianco della CE. o COSME Il programma COSME mira a incrementane la competitività e la sostenibilità delle imprese dell'UE sui mercati, a incoraggiare una cultura imprenditoriale e promuovere la creazione e la crescita delle PMI. 42 Dal 2014 sostituirà le azioni previste nel Programma per la Competitività e l’Innovazione (CIP) dell’UE e nel Settimo Programma Quadro. Il Programma godrà di un budget di € 2,3 miliardi per il periodo 2014-2020, di cui minimo € 1,2 miliardi saranno destinati agli strumenti finanziari. Per il 2014 la cifra destinata agli strumenti finanziari di COSME sarà superiore a € 163 milioni. OBIETTIVI • creare un ambiente favorevole alla creazione di imprese e alla crescita; • aiutare le piccole imprese ad operare al di fuori dei loro paesi d'origine e a migliorare il loro accesso ai mercati • migliorare l'accesso ai finanziamenti destinati alle PMI sotto forma di capitale proprio e di debito; • migliorare le condizioni quadro per la competitività e la sostenibilità delle imprese dell'Unione, specie le PMI, incluse quelle nel settore del turismo; • promuovere l'imprenditorialità e la cultura di impresa, sviluppando abilità e attitudini, in particolare tra i nuovi imprenditori, i giovani e le donne. BENEFICIARI • imprenditori, soprattutto PMI, che beneficiano di un accesso agevolato ai finanziamenti per le proprie imprese; • cittadini che desiderano mettersi in proprio e devono far fronte alle difficoltà legate alla creazione o allo sviluppo della propria impresa; • autorità degli Stati membri che ricevono una migliore assistenza nella loro attività di elaborazione e attuazione di riforme politiche efficaci. LE AZIONI CHIAVE 1. Azioni per migliorare l'accesso ai mercati: per il supporto alle PMI nei mercati al di fuori dell'UE attraverso centri specifici ed helpdesks. COSME fornisce il supporto alle PMI affinché possano beneficiare dei mercati sia all'interno dell'Unione europea che nei Paesi che sono al di fuori dell'Unione europea attraverso centri specifici e helpdesks, come i servizi della rete "Enterprise Europe Network" dedicati in particolare all'internazionalizzazione delle PMI, ad agevolare l'espansione imprenditoriale e i partenariati internazionali. La rete EEN è una rete di centri che offrono servizi alle imprese dell'UE che vogliono esplorare le opportunità offerte dal mercato interno e dai paesi terzi. Enterprise Europe Network, la più grande rete di servizi di assistenza gratuita a sostegno della competitività e dell’innovazione delle PMI, nasce nel 2008 per volontà della Direzione Generale Imprese e Industria della Commissione Europea ed opera in oltre 50 paesi in Europa e nel Mondo, contando circa 600 organizzazioni. La rete italiana è composta da circa 50 punti e include diverse realtà appartenenti a Sistema camerale, Associazioni imprenditoriali, Agenzie di Sviluppo, Centri di Ricerca, Università, Laboratori, Parchi Tecnologici, Autorità locali. Sono 5 i consorzi Enterprise Europe Network in Italia: - ALPS - www.alps-europa.eu (Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria) - B.R.I.D.G.€conomies - www.bridgeconomies.eu (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia) - CINEMA - www.een-centroitalia.eu (Lazio, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria) - FRIEND EUROPE - www.friendeurope.it (Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto-Adige, Veneto) 43 - SIMPLER - www.simplernet.it (Lombardia, Emilia-Romagna) La rete offre un sistema integrato di servizi per: 9 aiutare le aziende ad individuare nuovi partner commerciali, produttivi e tecnologici all’estero; 9 sostenere l’innovazione e il trasferimento tecnologico; 9 promuovere la partecipazione delle ai Programmi COSME e Horizon2020. Tutti i partner italiani sono in grado di informare le aziende sulle principali tematiche europee relative al mondo dell’impresa e della ricerca, fornendo loro gli strumenti per essere più competitive sui mercati internazionali. La prossimità territoriale alle PMI consente inoltre di studiare le specifiche esigenze aziendali e di cogliere bisogni e potenzialità delle imprese, fornendo all’Unione europea un prezioso feedback su problematiche e/o ostacoli incontrati dalle imprese nel mercato interno, a causa di una scorretta applicazione delle normative UE in vigore o di una mancanza di norme specifiche. Nella cartina sul sito web della sezione "EEN Italia: a chi rivolgersi", si può trovare i contatti del punto EEN più vicino. COSME inoltre finanzia portal web specificamente progettati per lo sviluppo delle imprese, come: • Your Europe Business Portal . Fornisce on line pratiche informazioni per le imprese che intendono avviare un percorso di internazionalizzazione (in Europa); • SME Internationalisation Portal (in fase di aggiornamento). Si focalizza sulle imprese che vogliono sviluppare il proprio business fuori dall’Europa; • Intellectual Property Rights (IPR) SME Helpdesks, che offre supporto in materia di diritti di proprietà intellettuale nelle aree di Asia, Cina e Mercosur. COSME inoltre fornisce assistenza finanziaria al Centro Giapponese per la cooperazione industriale per la promozione di tutte le forme di cooperazione industriale, commerciale e di investimento attraverso la diffusione delle informazioni su come accedere al mercato giapponese, facilitare scambi di esperienze e know-how tra il mondo imprenditoriale europeo e quello giapponese. 2. Azioni per migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti attraverso strumenti finanziari dedicati: strumento di capitale proprio (EFG) per gli investimenti in fase di sviluppo fornisce alle PMI finanziamenti azionari rimborsabili a orientamento commerciale, principalmente sotto forma di venture capital, ottenuti attraverso intermediari finanziari; strumento di garanzia dei prestiti (LGF) offre alle PMI garanzie dirette o altre formule di condivisione del rischio utilizzabili presso gli intermediari finanziari, quali le banche, i fondi di mutua garanzia e i fondi di venture capital, per garantire crediti fino a 150.000 euro. L'assegnazione dei fondi nell'abito del programma COSME è gestita da intermediari finanziari, come banche, garanzie comuni e fondi di capitale di rischio. Le PMI possono accedere a questi fondi attraverso un portale finanziario sostenuto dall'Unione europea; 3. Azioni per migliorare le condizioni quadro per la competitività e la sostenibilità delle imprese dell'Unione in particolare le PMI: il miglioramento delle condizioni quadro è ottenuto attraverso la fornitura di assistenza all'attuazione degli orientamenti dell'UE in 44 materia di PMI, con la riduzione degli oneri amministrativi o mediante attività dedicate a specifici settori ove sono preponderanti la partecipazione delle PMI e la creazione di posti di lavoro. 4. Azioni per promuovere l'imprenditorialità: comprendono lo sviluppo di capacità e di atteggiamenti imprenditoriali, in particolare tra i nuovi imprenditori, i giovani e le donne, unitamente a programmi di scambio come "Erasmus per giovani imprenditori". COSME condivide lo sviluppo dell’ Entrepreneurship 2020 Action Plan attraverso un ampio ventaglio di attività: mobilità, ricerca, diffusione di best practices, progetti pilota in aree quali la formazione imprenditoriale ed il mentoring. L’Entrepreneurship 2020 Action Plan è un fondamentale piano d’azione a livello europeo, nazionale e locale. Le iniziative previste dal piano si sviluppano su tre direttive: 1. Formazione imprenditoriale. COSME supporta scambi tra formatori a livello europeo per diffondere le best practice in formazione imprenditoriale a livello europeo. 2. Migliorare l’ambiente imprenditoriale – unitamente al miglioramento dell’ambiente legale e fiscale, gli esperti sviluppano raccomandazioni sui sostegni all’impresa migliori in funzione del ciclo di vita della stessa. Saranno previsti specifici sostegni per le imprese digitali; 3. Sostegno a gruppi specifici. Attraverso COSME gruppi specifici come giovani, donne, o imprenditori senior potranno beneficiare di assistenza e programmi personalizzati: • The European Network of Mentors for Women Entrepreneurs fornisce consulenza e supporto alle donne imprenditrici nella fase di start up, consolidamento e sviluppo nei primi anni di attività ; • Erasmus for Young Entrepreneurs aiuta i giovani imprenditori (non necessariamente in funzione di età anagrafica, ma di esperienza imprenditoriale) offrendo loro l’opportunità di apprendere dall’esperienza di un imprenditore ospitante di un altro paese. L’ospitante, per contro, potrà beneficiare di nuove prospettive di crescita per il suo business. o COSME : GLI STRUMENTI FINANZIARI COSME prevede, al suo interno, una serie di strumenti finanziari volti a migliorare l’accesso ai finanziamenti per le PMI nella loro fase di crescita. Gli strumenti, simmetrici e complementari a quelli di H2020, sono costituiti da: 1. strumento di debito di COSME (Loan Guarantee Facility) E’ atteso che attraverso Cosme fino a circa 330 mila imprese possano ottenere credito per un importo globale di 21Mld €. Trattasi di uno strumento per la garanzia sui prestiti (Loan Guarantee Facility – LGF). Lo strumento offrirà garanzie sui prestiti per le PMI e cartolarizzazione di portafogli di crediti allo scopo di ridurre le difficoltà che hanno le PMI nell’accesso al credito perché gli investimenti sono ritenuti troppo rischiosi o perché le imprese non dispongono di garanzie sufficienti. Possono beneficiare della garanzia tutte le tipologie di PMI. Lo strumento coprirà i finanziamenti fino a € 150.000 per progetti con un potenziale impatto sul mercato. La LGF potrà coprire anche prestiti superiori a € 150.000 nel caso in cui la PMI non rispetti i requisiti di accesso alla finestra Servizio di prestiti per le attività di R&I destinato alle PMI e alle piccole mid-caps di H2020. 45 2. strumento di equity di COSME (Equity Facility for Growth) fornisce capitale di rischio ai fondi di equity che investono in PMI in fase di sviluppo. Lo strumento azionario per investimenti volti alla crescita delle PMI sarà indirizzato ai fondi che forniscono capitale di rischio e finanziamenti mezzanino. Il focus saranno investimenti in PMI (tutte le PMI) in fase di crescita, ma non sono esclusi gli investimenti per PMI alle prime fasi (early stage) insieme allo Strumento di Equity per la R&I di H2020 (H2020 Equity Facility for R&I). o BUDGET “EUROPEO” – TECNICHE DI REDAZIONE La predisposizione del budget per i Progetti Europei è un momento fondamentale nella fase di richiesta di finanziamento. Il budget consiste nell’accurata definizione dei costi, suddivisi per fasi, attività e partner. La corretta allocazione delle risorse rispetto alle attività dichiarate nella richiesta di finanziamento è fondamentale in quanto degli errori in questa fase potrebbero comportare una valutazione negativa della proposta. E’ necessario costruire un prospetto dettagliato dal quale poi si estraggono i prospetti aggregati utilizzabili per la richiesta di finanziamento. In alcuni casi programmi di finanziamento prevedono la compilazioni di budget di predefiniti, con la specificazione delle voci di costo, ecc., mentre in altri è necessario costruire il budget partendo dalle linee guida della call e allegarli nella sezione dedicata alle risorse finanziarie. Talvolta i budget possono avere delle strutture anche molto complesse e la loro corretta compilazione costituisce di per se un segnale importante circa le capacità del richiedente. VOCI DI COSTO AMMISSIBILI. Per redigere un budget dettagliato è necessario partire dall’action plan, ossia il piano che contiene il dettaglio delle azioni e delle attività, che saranno realizzate per raggiungere gli obiettivi. Il costo delle attività da riportare deve essere la somma di tutte le voci di costo ammissibili. Tali voci di costo sono riportate nel programma di finanziamento e, generalmente, riguardano: • il personale • i viaggi • i meeting • le attività di comunicazione/disseminazione dei risultati • il subcontracting (gli esperti esterni) • il coordinamento • le spese generali • le spese amministrative e accessorie • le attrezzature e i materiali di consumo • la tutela dei risultati • la formazione • e per i FESR, raramente per gli altri programmi, gli investimenti Le voci di costo ammissibili nel budget per progetti europei sono sempre riportate all’interno della manualistica del bando di riferimento, tuttavia generalmente i costi ammissibili includono sempre: Costi del personale. I costi del personale assegnato al progetto, inclusi gli stipendi effettivi nonché oneri di previdenza sociale ed ulteriori costi statutari, sono ammissibili posto che corrispondano alla consueta retribuzione applicata dal beneficiario. I costi del personale devono essere dettagliati nel bilancio previsionale, indicando i nominativi, funzione e ruolo nel progetto, durata dell’impegno imputabile al progetto. Il costo del lavoratore viene 46 computato facendo riferimento alla retribuzione che lo stesso percepisce secondo i limiti contrattuali del CCNL ed eventuali accordi aziendali o interaziendali. Costi di viaggio e soggiorno. I costi di viaggio e soggiorno sono ammissibili come costi diretti per il personale o altre persone che partecipano alle attività del progetto e il cui viaggio è necessario per l’attuazione dello stesso. All’interno del budget è necessario indicare i nominativi e le funzioni delle risorse, la destinazione del viaggio nonché il mezzo di trasporto, il numero di viaggi e il relativo costo. I viaggi in aereo sono ammessi per distanze superiori agli 800 km (A/R) o se giustificati dalla destinazione geografica o, ancora, se economicamente più vantaggiosi. Nel caso in cui il ricorso ai mezzi pubblici risulti inconciliabile o eccessivamente gravoso è possibile servirsi di mezzi privati. I costi di soggiorno sono ammissibili in base ai costi effettivi o secondo una tariffa diaria. Attrezzature. I costi relativi all’acquisto di attrezzature sono ammissibili soltanto se tali attrezzature sono indispensabili per l’attuazione del progetto e le stesse continuino ad essere usate per le finalità del progetto, dopo la data di acquisto. Se acquistate prima dell’inizio del progetto, il costo va imputato in quota parte del loro ammortamenti. I costi per le attrezzature di uso quotidiano sono da considerarsi costi indiretti. La scelta fra leasing e acquisto deve basarsi sull’opzione meno onerosa. L’attrezzatura, in fase di attuazione, deve essere segnata sul registro dei beni ammortizzabili. Le attrezzature acquistate devono essere usate per le finalità del progetto per una durata minima di tre anni per le apparecchiature di tecnologia e dell’informazione; cinque anni per altri tipi di attrezzature quali l’attrezzatura operativa e i mezzi di trasporto. Immobili. E’ ammissibile l’acquisto d’immobile laddove sia essenziale per l’attuazione del progetto ed è in nesso evidente con i suoi obiettivi. Inoltre è necessaria in fase di rendicontazione: 1. La presentazione di un certificato rilasciato da un perito, attestante che il prezzo non è superiore al valore di mercato e che l’immobile è conforme alle norme nazionali; 2. L’immobile non deve esser stato acquistato mediante una sovvenzione comunitaria o nazionale in epoca precedente all’attuazione del progetto; 3. L’immobile deve essere utilizzato unicamente ai fini indicati nel progetto per almeno 5 anni dopo la data di conclusione del progetto, a meno di esplicita autorizzazione della CE; 4. E’ ammissibile solo la % di ammortamento calcolata sulla durata ed il tasso di utilizzo effettivo dell’immobile per il progetto. Le spese di locazione sono imputabili interamente in caso di utilizzo esclusivo dell’immobile per l’attuazione del progetto, in caso contrario vanno imputate in quota parte. Materiali di consumo, forniture e servizi generali. Sono ammissibili i costi di consumo, delle forniture e dei servizi generali, purché siano identificabili e direttamente necessari per l’attuazione del progetto. Tuttavia, non sono costi diretti ammissibili le forniture da ufficio e tutti i tipi di piccoli materiali di consumo per ufficio, le forniture, i costi di ospitalità ed i servizi generali. Per materiali di consumo si intendono quei beni che non possono essere utilizzati senza incorrere nel deperimento o nella trasformazione della propria sostanza. Per forniture si intendono beni di consumo generici che comunemente hanno una durata inferiore alle attrezzature ed ai macchinari; sono destinati ad un utilizzo ricorrente. Per servizi generali si intendono i servizi applicabili all’intera organizzazione, il cui utilizzo non è circoscritto a specifici dipartimenti o funzioni. Subappalti / Esperti esterni. Come principio generale, il beneficiario finale deve essere in grado di svolgere autonomamente le attività relative al progetto. Tuttavia, è possibile subappaltare parzialmente o integralmente alcune attività ad esclusione dei compiti relativi alla gestione complessiva del progetto. Esempi di attività subappaltabili sono: servizi di 47 traduzione ed interpretariato; impaginazione e stampa di manuali / brochure / locandine etc; organizzazione di corsi di formazione; Servizio catering per eventi quali seminari o conferenze; Onorari per la consulenza legale; Onorari di esperti tecnici o finanziari. MODELLI DI IMPUTAZIONE DEI COSTI. L’imputazione dei costi segue, di norma, tre modelli: 1. Full cost (a costo pieno) dove il costo del progetto è pari alla somma dei costi diretti e dei costi generali; questo modello presuppone una visione analitica e preventiva di quanto peseranno i costi generali sul totale del progetto, va sottolineato che in questo caso i costi generali non devono appesantire troppo il totale del progetto, i finanziamenti comunitari non possono servire a coprire delle inefficienze, pena l’annullamento della richiesta di finanziamento. 2. Full cost flat rate (a costo pieno e spese generali a forfait) dove vengono esplicitati i soli costi diretti mentre le spese generali sono calcolate secondo una quota definita dal programma (variabile tra il 5% e il 20%) sul totale dei costi diretti; questo è il modello più diffuso e premia le strutture che hanno costi generali bassi 3. Additional cost (a costi addizionali) dove il costo del progetto consiste nella somma di tutti i costi strettamente ad esso correlati e che, senza di esso, non si sarebbero sostenuti; in questo caso, per esempio, risultano eleggibili i costi del personale che lavorano a tempo pieno sul progetto con i quali è stato siglato un contratto ad hoc; talvolta, anche per questo modello è prevista la copertura dei costi generali a forfait. Questo modello è ottimo per quegli enti, principalmente centri di ricerca o organizzazioni del terzo settore, che hanno molto personale assunto a progetto, è, invece, più problematico per le strutture che devono coprire i costi del personale assunto. Circa i modelli di imputazione dei costi, mentre alcuni programmi danno la possibilità di scegliere quello più adatto all’organizzazione proponente, in base alla sua struttura e amministrazione, altri programmi impongono un determinato modello. Infine, non solo i costi dettagliati nei budget devono riferirsi alle voci ammissibili, ma devono anche soddisfare le seguenti richieste: devono essere congrui e coerenti con il budget di progetto non devono essere finanziati da altri programmi comunitari o nazionali o da risorse pubbliche devono essere funzionali al raggiungimento degli obiettivi dichiarati nella proposta di progetto devono avere un importo ragionevole Esempio struttura dell’action plan Work Package Attività Periodo d’inizio Periodo di conclusione Descrizione Attività 1 2 1.1 Gennaio 2014 Giugno 2014 ………. 20.000 1.2 Giugno 2014 Luglio 2014 ………. 10.000 2.1 Maggio 2014 Ottobre 2014 ………. 50.000 48 COSTRUIRE IL BUDGET. Prima di tutto è necessario conoscere quali spese sono ritenute ammissibili (Elegible costs) e quindi se siano rendicontabili ossia documentabili, queste preziose informazioni sono riportate nelle linee guida (financial guidelines for applicant) dove, talvolta, sono anche riportati i limiti percentuali relativi ad alcune macrovoci di spesa (ad es. spesso per il costo del personale non può superare il 30% del totale dei costi elegibili). Il budget deve essere fatto su un foglio di calcolo (es. Excel) e i costi devono essere assegnati a pacchetti di lavoro (WP), generalmente i formulari che si trovano nei bandi europei hanno delle schede riassuntive che aiutano la compilazione. Ogni progetto ha un proprio schema per il budget, ma generalmente ci sono delle categorie di costo comuni: • Costi del Personale: è considerato “personale” chiunque percepisca una busta paga come i dipendenti a tempo determinato, indeterminato, co.co.co., co.co.pro. • Costi di viaggio: sono normalmente dei costi legati ad una precisa attività (workshop, meeting, final event, etc.) che richiede al partenariato di ritrovarsi riunito in un luogo preciso. • Costi di vitto e alloggio: sono correlati ai costi di viaggio e riguardano l’hotel, i pasti e se compresa la diaria. • Attrezzature: strumenti da acquistare per il progetto (es: computer; gadget). • Beni di consumo: ad la cancelleria; cd-rom; etc. • Servizi/subcontratti: ogni servizio che generi una fattura/ricevuta fiscale per una specifica attività non prevista nelle voci precedenti, ad esempio affitto aule, traduzioni, grafica del materiale di comunicazione ecc.. PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL BUDGET: 1. Analisi di Processo E’ necessario compiere un’analisi delle attività, andando a “prezzare” ogni step, se per esempio dobbiamo fare un’attività di raccolta di buone pratiche nel budget dovremmo prevedere i costi del personale interno / esterno che dovrà redigere e condurre le interviste, i gadget per gli intervistati, le spese di viaggio, la gestione di questa attività e la sua divulgazione. Inoltre occorre chiedersi chi nel partenariato svolgerà questa attività, uno, alcuni o tutti partner? 2. Quantificazione del costo Una volta definite le attività e sottoattività è necessario quantificarne il valore e dunque il costo, se prendiamo come esempio l’attività di “coordinamento”, dovremmo presumere di avere un project manager che lavori sul progetto un certo numero di giorni in base alle giornate necessarie a svolgere il suo compito, quando otteniamo il costo complessivo è fondamentale confrontarlo con il massimale consentito dal progetto, per non superarlo. In questa fase è fondamentale coinvolgere i partner, cercando di sciogliere tutti i nodi amministrativi e fiscali che le diverse nazioni coinvolte nel progetto presentano. Per ciò che concerne il trattamento dell’IVA (VAT in inglese) occorre fare riferimento a quanto scritto nelle linee guida finanziarie. La stima dei costi per attività deve avvenire secondo i valori correnti di mercato al lordo. 3. Attenzione ai costi non ammissibili. Alcuni costi non possono essere messi a budget e ancor rendicontati questi possono variare da progetto a progetto, tuttavia generalmente non sono rendicontabili i seguenti costi: o Costi non quantificabili e non suscettibili di fattura o ricevuta come il materiale in prestito o il lavoro di un volontario o Costi per investimento di capitale o Oneri finanziari 49 o Interessi passivi o contribution in kind o Perdite dovute al cambio di valuta o L’IVA se è un costo recuperabile o Spese eccessive, non pertinenti e sconsiderate o Spese il cui costo sia già stato coperto da un altro finanziamento dell’Unione europea o Qualsiasi tipo di sanzione. 4. Evidenziare il co-finanziamento Ogni programma stabilisce il livello massimo di finanziamento e prevede un co-finanziamento che viene espresso in percentuale rispetto al totale delle spese ammissibili, il co-finanziamento può essere finanziario, e quindi corrisposto in denaro o attraverso la valorizzazione dei fattori prodotti, come ad esempio i costi di personale, le specie generali ecc (co-finanziamento economico). E’ buona prassi valutare il co-finanziamento assieme ai partner utilizzando, usando un criterio condiviso, come ad esempio quello percentuale. Quindi ognuno sul totale del budget dichiara la percentuale che intende co-finanziare sempre tenendo a mente di controllare quale sia la minima e massima finanziabile o l’espressione minima in percentuale di co-finanziamento. Normalmente il capofila ha un budget maggiore di e sostiene dunque anche un maggiore co-finanziamento. 50