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FINANZIARE L’IMPRESA CON I FONDI EUROPEI
INDICE
LE PMI NELLA STRATEGIA EUROPA 2020
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LEGGE DI STABILITA’ 2016
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LO SCHEMA DI RIFERIMENTO PER IL FINANZIAMENTO DELLE PMI:
FONDI DIRETTI, FONDI INDIRETTI E STRUMENTI FINANZIARI
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IL GRUPPO BEI
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HORIZON
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HORIZON 2020: GLI STRUMENTI FINANZIARI
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COSME
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COSME: GLI STRUMENTI FINANZIARI
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BUDGET “EUROPEO”: TECNICHE DI REDAZIONE
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o LE PMI NELLA STRATEGIA EUROPA 2020
RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE del 6 maggio 2003
sulla definizione delle micro, piccole e medie imprese
I punti fondamentali:
ƒ si considera impresa qualsiasi entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che
svolga un'attività economica, incluse in particolare le entità che svolgono un'attività
artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le
associazioni che svolgono regolarmente un'attività economica;
ƒ un'impresa in cui almeno il 25 % dei diritti di capitale o di voto è controllato da un
organismo collettivo pubblico o da un ente pubblico non è una PMI;
ƒ il criterio del numero degli occupati (in prosieguo «il criterio degli effettivi») rimane senza
dubbio tra i più significativi e deve imporsi come criterio principale; tuttavia l'introduzione
di un criterio finanziario costituisce il complemento necessario per apprezzare la vera
importanza di un'impresa, i suoi risultati e la sua situazione rispetto ai concorrenti. Non
sarebbe però auspicabile prendere in considerazione come criterio finanziario solo il
fatturato, dato che il fatturato delle imprese nel settore del commercio e della
distribuzione è normalmente più elevato di quello del settore manifatturiero. Il criterio del
fatturato deve quindi essere considerato unitamente a quello del totale di bilancio, che
riflette l'insieme degli averi di un'impresa, ed uno dei due criteri può essere superato;
ƒ per quanto concerne le soglie per il totale di bilancio, in mancanza di elementi nuovi è
opportuno confermare l'approccio che consiste nell'applicare alle soglie del fatturato un
coefficiente basato sul rapporto statistico esistente tra queste due variabili. L'andamento
statistico osservato implica un aumento più rilevante della soglia del fatturato. Essendo
tale andamento diverso a seconda della dimensione delle imprese, per riflettere il più
fedelmente possibile l'andamento economico e non penalizzare le microimprese e le
piccole imprese rispetto a quelle di dimensioni medie è opportuno anche modulare il
suddetto coefficiente. Per le microimprese e le piccole imprese il coefficiente è molto
vicino a 1. Pertanto, in un'ottica di semplificazione, per tali categorie va mantenuta la
stessa cifra per la soglia del fatturato e per la soglia del totale di bilancio.
Il criterio del fatturato annuo viene determinato calcolando il reddito che l’impresa ha
ricavato durante l’anno di riferimento dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di
servizi, dopo il pagamento degli eventuali oneri. Il fatturato non comprende l’imposta sul
valore aggiunto (IVA) o altre imposte indirette.
Il bilancio generale annuo si riferisce al valore dei principali attivi della società;
ƒ le soglie finanziarie e quelle relative al personale occupato rappresentano limiti massimi e
gli Stati membri, la BEI ed il FEI possono stabilire soglie più basse di quelle comunitarie per
orientare i loro interventi a una categoria precisa di PMI. Per motivi legati alla
semplificazione amministrativa si deve anche consentire la selezione di un solo criterio,
quello degli effettivi, per l'attuazione di determinate politiche, eccetto per i settori regolati
dal diritto della concorrenza, che richiedono l'impiego e il rispetto di determinati criteri
finanziari;
ƒ il criterio degli effettivi riguarda il personale impiegato a tempo pieno, a tempo parziale o
su base stagionale e comprende le seguenti categorie:
• i dipendenti;
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• le persone che lavorano per l’impresa, ne sono dipendenti e, secondo la legislazione
nazionale, sono considerati come gli altri dipendenti dell’impresa;
• i proprietari-gestori;
• i soci che svolgono un’attività regolare nell’impresa e beneficiano di vantaggi
finanziari da essa forniti.
Gli apprendisti con contratto di apprendistato e gli studenti con contratto di formazione
non sono considerati come facenti parte degli effettivi. Non è inoltre contabilizzata la
durata dei congedi di maternità o parentali.
Gli effettivi sono espressi in unità lavorative-anno (ULA). Chiunque abbia lavorato nella
vostra impresa, o per suo conto, durante l’intero anno di riferimento conta come una
unità. I dipendenti che hanno lavorato a tempo parziale, i lavoratori stagionali e coloro che
non hanno lavorato tutto l’anno devono essere contabilizzati in frazioni di unità;
ƒ per meglio valutare la realtà economica delle PMI ed escludere dalla definizione i gruppi di
imprese il cui potere economico supera quello di una PMI, è necessario distinguere i vari
tipi di imprese:
IMPRESA AUTONOMA:
1) l’impresa è totalmente indipendente, vale a dire non ha alcuna partecipazione in altre
imprese e nessuna altra impresa ha una partecipazione nella stessa;
2) l’impresa detiene una partecipazione inferiore al 25 % del capitale o dei diritti di voto
(qualunque sia il più alto dei due) in una o più altre imprese e/o non vi sono soggetti
esterni che detengono una quota del 25 % o più del capitale o dei diritti di voto
(qualunque sia il più alto dei due) nella prima impresa.
Se l’impresa è autonoma, ciò significa che non è impresa associata o collegata ad
un’altra impresa.
È possibile cumulare più investitori ciascuno dei quali detiene una quota inferiore al 25 %
nell’impresa e rimanere nonostante tutto autonoma, purché questi investitori non siano
collegati tra di loro nel senso di «imprese collegate». Se gli investitori sono collegati,
l’impresa può essere considerata associata o collegata, a seconda della situazione
individuale.
Se l’impresa è autonoma, si utilizzeranno solo il numero di dipendenti e i dati finanziari
contenuti nei conti annuali dell’impresa stessa per verificare se sono rispettate le soglie
dimensionali previste.
ECCEZIONI. Le imprese possono essere considerate autonome, e quindi prive di imprese
associate, anche se questa soglia del 25 % è raggiunta o superata da uno dei seguenti
investitori:
- società pubbliche di partecipazione, società di capitale di rischio e «business
angels»;
- università o centri di ricerca senza scopo di lucro;
- investitori istituzionali, compresi i fondi di sviluppo regionale;
- autorità locali autonome aventi un bilancio annuale inferiore a 10 milioni di euro e
meno di 5.000 abitanti.
IMPRESA ASSOCIATA (O PARTNER):
questo tipo corrisponde alla situazione delle imprese che agiscono in cooperazione
finanziaria con altre imprese, senza che un’impresa eserciti un controllo effettivo diretto o
indiretto sull’altra. Sono definite partner le imprese che non sono autonome, ma che non
sono nemmeno collegate tra loro: l’impresa detiene una partecipazione o diritti al voto pari
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o superiori al 25% (ma non al 50%) in un’altra impresa e/o un’altra detiene almeno il 25%
ma non più del 50% nella prima. Inoltre, l’impresa richiedente non redige conti consolidati
che riprendono l’altra impresa tramite consolidamento e non è ripresa tramite
consolidamento nei conti di quest’ultima o di un’impresa ad essa collegata .
Se l’impresa è associata, si deve aggiungere ai dati della stessa una proporzione del calcolo
degli effettivi e degli elementi finanziari dell’altra impresa al fine di determinare
l’ammissibilità della prima alla condizione di PMI. Questa proporzione rifletterà la
percentuale di quote o di diritti di voto — quale dei due sia il più alto — che è detenuta.
Pertanto, se si ha una partecipazione del 30 % in un’altra impresa, si deve aggiungere il 30
% dei suoi effettivi, del suo fatturato e del totale di bilancio ai dati dell’impresa. Se vi sono
più imprese associate, lo stesso tipo di calcolo deve essere effettuato per ciascuna impresa
associata situata immediatamente a monte o a valle dell’impresa in considerazione.
IMPRESA COLLEGATA:
questo tipo corrisponde alla situazione economica delle imprese che fanno parte di un
gruppo in cui vi è controllo diretto o indiretto della maggioranza dei diritti di voto (anche in
virtù di accordi o in taluni casi tramite persone fisiche azioniste), o la capacità di esercitare
un influsso dominante su un’impresa. Si tratta quindi di casi meno frequenti dei precedenti.
Per evitare alle imprese difficoltà di interpretazione la Commissione europea ha definito
questo tipo d’imprese riprendendo, quando sono adeguate all’oggetto della definizione, le
condizioni di cui all’articolo 1 della direttiva 1983/349/CEE del Consiglio riguardante i conti
consolidati, che si applica da numerosi anni.
Un’impresa sa quindi di solito automaticamente di essere «collegata», dato che è già
tenuta in virtù della suddetta direttiva a redigere conti consolidati o è ripresa tramite
consolidamento nei conti di un’impresa che è tenuta a redigere conti consolidati;
o LEGGE DI STABILITA’ 2016.
Una nuova governance per i Fondi Strutturali e di Investimento Europei con l’istituzione di una
Autorità per la Coesione e di una Cabina di Regia per orientare la programmazione regionale e
nazionale secondo le Strategie di Specializzazione Intelligente , secondo quanto richiesto dalla
Unione Europea.
110 miliardi di euro nei prossimi sette anni a disposizione dell’Italia per favorire il processo di
recupero del divario nello sviluppo economico delle regioni.
La Manovra finanziaria 2015 aveva infatti stanziato 24 miliardi di euro di quota di cofinanziamento
nazionale (che si aggiungono ai quasi 30 miliardi di fondi strutturali UE), oltre ai 54,8 miliardi per il
Fondo per lo sviluppo e la coesione (ex Fondo Fas) per il 2014-2020 per infrastrutture, di cui l’80%
in favore del Mezzogiorno. Una diversa politica di bilancio di stimolo alla crescita ed agli
investimenti promuovendo la qualità e il controllo puntuale della spesa pubblica in ambiti oggetto
d'intervento dell'Ue. Dopo anni in cui i tagli ai bilanci pubblici hanno gravato soprattutto sulle
spese strategiche per la crescita, si scorgono primi anche se timidi segnali di una vera strategia
europea per rilanciare gli investimenti, che vedrà un ruolo sempre più incisivo della Banca Europea
per gli Investimenti (BEI), a garanzia di nuovi prestiti per progetti infrastrutturali.
La dotazione finanziaria del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) deve infatti impiegata per obiettivi
strategici relativi ad aree tematiche nazionali, anche con riferimento alla prevista adozione della
Strategia nazionale di specializzazione intelligente, come definita dalla Commissione europea,
indicando per regione e per area di specializzazione intelligente tempi di spesa, obiettivi associabili
a quello generale di crescita ed un responsabile. Con riferimento al comma 673, in attuazione
dell'Accordo di partenariato 2014-2020 con l'UE approvato, le funzioni di audit dei programmi
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operativi nazionali (PON), cofinanziati dai Fondi strutturali e di investimento 2014- 2020, saranno
svolte dal nucleo tecnico di valutazione e verifica degli investimenti pubblici UVER (Unità di
verifica) o dal Ministero dell'economia e delle finanze Dipartimento della Ragioneria generale dello
Stato IGRUE, ovvero da autorità di audit individuate presso le stesse amministrazioni centrali
titolari di ciascun programma.
Invece, con riferimento al comma 676, le risorse derivanti dai Fondi strutturali e di investimento
europei vengono assegnate in partenariato tra le amministrazioni nazionali aventi responsabilità di
coordinamento dei Fondi strutturali e di investimento europei e le singole amministrazioni centrali
e regionali interessate, in coerenza con la destinazione territoriale, sotto il coordinamento del
Ministro, o Sottosegretario di Stato, delegato per la coesione territoriale, denominato «Autorità
politica per la coesione». Entro il 30 aprile 2015 è poi prevista l’istituzione di una Cabina di regia,
composta da rappresentanti delle amministrazioni interessate e delle regioni e delle province
autonome di Trento e di Bolzano, incaricata di definire specifici piani operativi per ciascuna area
tematica nazionale.
In conclusione, una prospettiva decisamente positiva della Legge di Stabilità legata a scelte
strategiche e di nuovi modelli di governance più efficaci sull’utilizzo dei fondi strutturali, in un
momento di generale prosciugamento delle risorse a disposizione delle regioni a valere sulla spesa
corrente. La Legge di Stabilità 2016 sancisce infatti l’estensione dei fondi FESR e FSE, e dei relativi
programmi operativi nazionali (PON) e regionali (POR), ai liberi professionisti, indipendentemente
della forma giuridica rivestita.
I professionisti diventano quindi a tutti gli effetti destinatari di oltre 31 miliardi di
euro di finanziamenti comunitari, a cui si aggiungono oltre 16 miliardi di euro di cofinanziamento
nazionale e altri 4,3 miliardi a carico delle regioni.
Leggi anche:
Legge di Stabilità 2016, fondi UE ai professionisti un risultato storico
Cos’è il Fondo FESR?
Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) promuove gli investimenti e contribuisce a ridurre gli
squilibri regionali in Europa. Il FESR partecipa al finanziamento di investimenti produttivi che
contribuiscono alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro stabili, in primo luogo attraverso aiuti
diretti agli investimenti principalmente nelle piccole e medie imprese, di investimenti in infrastrutture e
dello sviluppo di potenziale endogeno attraverso misure che sostengano lo sviluppo regionale e locale.
Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale sostiene i seguenti obiettivi tematici del regolamento (UE) n. 1303/2013:
- Obiettivo tematico (OT) 1 - Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione (rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e
l'innovazione)
- Obiettivo tematico (OT) 2 - Agenda digitale (migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione,
nonché l'impiego e la qualità delle medesime)
- Obiettivo tematico (OT) 3 - Competitività dei sistemi produttivi
- Obiettivo tematico (OT) 4 - Energia sostenibile e qualità della vita (sostenere la transizione verso un’economia a basse
emissioni di carbonio in tutti i settori)
- Obiettivo tematico (OT) 5 - Clima e rischi ambientali (promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la
prevenzione e la gestione dei rischi)
- Obiettivo tematico (OT) 6 - Tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali (tutelare l'ambiente e
promuovere l'uso efficiente delle risorse
- Obiettivo tematico (OT) 7 - Mobilità sostenibile di persone e merci (promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed
eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete)
- Obiettivo Tematico (OT) 8 - Occupazione (promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei
lavoratori)
- Obiettivo Tematico (OT) 9 - Inclusione sociale e lotta alla povertà (promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà
e ogni forma di discriminazione)
- Obiettivo Tematico (OT) 10 - Istruzione e formazione (investire nell’istruzione, formazione e formazione professionale,
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per le competenze e l’apprendimento permanente)
- Obiettivo Tematico (OT) 11 – Capacità istituzionale e amministrativa (rafforzare la capacità istituzionale e promuovere
un’amministrazione pubblica efficiente nell’ erogazione di servizi)
Che cos’è il FSE?
Il Fondo sociale europeo (FSE) è finalizzato a promuovere e migliorare l'occupazione, la qualità e la
produttività, oltre che l'integrazione sociale.
Nello specifico, tale Fondo è volto al raggiungimento di quattro obiettivi tematici:
- promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori;
- promuovere l’inclusione sociale e lottare contro la povertà;
- investire in istruzione, competenze e apprendimento permanente;
- migliorare la capacità istituzionale e un’efficiente amministrazione pubblica.
Le risorse
Per il ciclo di programmazione 2014-2020, come precedentemente accennato, le risorse comunitarie
dei Fondi strutturali FSE e FESR riservate all’Italia ammontano complessivamente a 31,1 milioni di euro
(di cui oltre 20,6 di fondi FESR e più di 10,5 di fondi FSE), dei quali:
- oltre 7,5 miliardi sono destinati alla regioni più sviluppate (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia,
Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle
d’Aosta, Veneto);
- 1,35 miliardi alle regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna);
- 22,2 miliardi alle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia).
A tali importi vanno aggiunti poco più di 16 miliardi di euro di cofinanziamento nazionale e circa 4,4
miliardi di euro di risorse regionali.
I programmi operativi nazionali e regionali
La Programmazione 2014 - 2020 relativa ai Fondi FESR e FSE è attuata attraverso i programmi
operativi.
I programmi operativi possono essere sia regionali, ossia elaborati dalle regioni, sia nazionali.
I Programmi Operativi Regionali FESR e FSE sono previsti in tutte le Regioni e Provincie autonome.
Tali Programmi regionali sono tutti monofondo, ad eccezione delle Regioni Calabria, Molise e Puglia,
che hanno deciso di dotarsi di un programma plurifondo.
Il totale delle risorse FESR allocato sui Programmi regionali è di poco superiore a 15 miliari di euro,
mentre i POR del FSE assorbono oltre 6 miliari di euro.
I Programmi Nazionali FESR e FSE sono in totale 11, di cui 6 interessano tutte le regioni:
- PON “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento” (FSE e FESR, plurifondo);
- PON “Sistemi di politiche attive per l’occupazione” (FSE, monofondo);
- PON “Inclusione” (FSE, monofondo);
- PON “Città Metropolitane” (FESR e FSE, plurifondo);
- PON “Governance e Capacità Istituzionale” (FESR e FSE, plurifondo);
- PON “Iniziativa Occupazione Giovani” (FSE, monofondo).
Due i Programmi Nazionali che riguardano le regioni in transizione e meno sviluppate:
- PON “Ricerca e innovazione” (FESR e FSE, plurifondo);
- PON “Imprese e Competitività” (FESR, monofondo).
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Infine, tre sono i Programmi Nazionali destinate alle sole regioni meno sviluppate:
- PON “Infrastrutture e reti” (FESR, monofondo);
- PON “Cultura” (FESR, monofondo);
- PON “Legalità” (FESR e FSE, plurifondo).
L’importo complessivo della quota comunitaria che finanzia i Programmi Nazionali supera i 10,6 miliardi
di euro (di cui oltre 5,6 di fondi FESR e circa 4,5 di fondi FSE), mentre il cofinanziamento nazionale è di
oltre 6,5 miliardi, per una dotazione complessiva pari a più di 17 miliardi di euro.
Risorse comunitarie per Programma Operativo Regionale e per Fondo
FESR
FSE
Totale
(FESR+FSE)
Abruzzo
115.754.890
71.251.575
187.006.465
Basilicata
413.015.666
144.812.084
557.827.750
Calabria
1.529.877.755
254.339.876
1.784.217.631
Campania
3.085.159.382
627.882.260
3.713.041.642
Emilia-Romagna
240.947.636
393.125.091
634.072.727
Friuli-Venezia Giulia
115.389.592
138.213.907
253.603.499
Lazio
456.532.597
451.267.357
907.799.954
Liguria
196.272.620
177.272.384
373.545.004
Lombardia
485.237.258
485.237.258
970.474.516
Marche
168.691.644
143.989.809
312.681.453
Molise
52.950.497
23.853.230
76.803.727
P.A. Bolzano
68.310.599
68.310.599
136.621.198
P.A. Trento
54.334.047
54.989.992
109.324.039
2.788.070.047
772.409.449
3.560.479.496
466.636.206
221.253.335
687.889.541
3.418.431.018
615.072.321
4.033.503.339
Piemonte
482.922.370
436.145.000
919.067.370
Toscana
396.227.254
366.481.608
762.708.862
Umbria
178.146.602
118.764.401
296.911.003
Valle d’Aosta
32.175.475
27.786.275
59.961.750
Veneto
300.155.358
382.015.911
682.171.269
15.045.238.513
5.974.473.722
21.019.712.235
Regione/Provincie Autonome
Puglia
Sardegna
Sicilia
Totale POR
(risorse comunitarie)
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o LO SCHEMA DI RIFERIMENTO PER IL FINANZIAMENTO DELLE PMI: FONDI DIRETTI, FONDI
INDIRETTI E STRUMENTI FINANZIARI (PRESTITO E CAPITALE)
I principali cambiamenti della nuova programmazione rispetto alla precedente sono:
1. Semplificazione. Iter burocratico di accesso ai fondi semplificato: introduzione di regole certe ed
uniche (regole comuni) per tutti (- burocrazia); regole uniche per macroprogrammi (da apprendere
tramite lettura dei work programme, direttive, etc); anche i finanziamenti sono certi;
2. Accorpamento dei programmi: sono stati portati in un unico programma tutti i programmi e
progetti di finanziamento che si riferiscono al settore della ricerca ed all’innovazione, per una
maggiore razionalizzazione, avendo un quadro globale delle diverse offerte. Si supera un problema
storico: in passato il finanziamento europeo si fermava alla fase della dimostrazione tecnologica e
non erano più previsti dei supporti per coprire la fase finale dell’ideazione per arrivare alla
commercializzazione ed al mercato (valle della morte). Quindi si copre l’intero ciclo che va dalla
ricerca di base (di laboratorio) fino al supporto per la commercializzazione e per immettere nuovi
prodotti sul mercato.
3. Decentramento nella gestione dei fondi: ruolo più importante delle Agenzie esecutive per la
gestione esecutiva dei programmi. Una recentemente costituita è l’Europea Agency for SME EASME. Le Agenzie tramite i propri funzionari tecnici (officers) sono il punto di riferimento per chi
gestisce il progetto nei vari stati membri
4. Fondi strutturali: facilitare il processo di pianificazione. In questo senso una cosa fatta a livello
regionale nel campo della innovazione tecnologica sono i programmi di smart specialisation che
sono delle linee programmatiche settennali, in cui ogni regione italiana deve dire su quali linee di
innovazione / tecnologiche intende puntare nei successivi sette anni: biotecnologie, ict,
biomedicale, tecnologie ambientali. Ogni regione fa le sue proposte, poi vengono mandate
Bruxelles vengono omogeneizzati e vengono fatte le pianificazioni nazionali e locali attraverso cui
spendere i fondi strutturali ;
5. Un unico portale : partecipant portal , niente più cartaceo tutto on line.
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Per raggiungere gli obiettivi strategici l’Unione europea si avvale di due diverse tipologie di
strumenti finanziari :
1. FONDI INDIRETTI1 :
• Fondi strutturali
• Fondo di coesione2
2. FONDI DIRETTI:
• Programmi comunitari (finanziamenti diretti UE) noti anche come “programmi
tematici”
• Strumenti finanziari per l’assistenza esterna
I FONDI INDIRETTI vengono erogati dalla Commissione Europea ma gestiti dalle Autorità Nazionali
o Regionali, le quali distribuiscono i finanziamenti attraverso i bandi. I Fondi indiretti sono
strumenti finanziari gestiti dalla Commissione Europea per rafforzare la coesione economica,
sociale e territoriale e ridurre il divario fra le regioni più avanzate e quelle in ritardo di sviluppo e
rappresentano la gran parte dei finanziamenti comunitari, e la maggior parte della totale spesa
dell’UE. Le risorse finanziarie vengono trasferite dalla Commissione agli Stati membri ed in
particolare alle regioni, le quali, sulla base di una programmazione approvata dalla Commissione
stessa, ne dispongono l’utilizzazione. Il budget dei fondi indiretti viene speso attraverso un sistema
di “responsabilità condivisa” tra la Commissione europea e gli Stati membri. Il rapporto con il
beneficiario non è “diretto” ma mediato da autorità nazionali, regionali o locali che hanno il
compito di programmare gli interventi, emanare i bandi e gestire le risorse europee.
Accordo di Partenariato 2014-2020
Gli Accordi di Partenariato definiscono le priorità di investimento per utilizzare i finanziamenti
erogati dai fondi strutturali e di investimento europei dal 2014 al 2020. Con le nuove norme, gli
Stati membri sono infatti tenuti a stilare e mettere in atto piani strategici con le priorità
1
Fondi strutturali e Fondo di coesione attuano la politica di coesione nota anche come la “politica regionale”
dell’Unione europea, che ha come obiettivo la riduzione delle disparità economiche, sociali e territoriali tra le varie
regioni europee. Le regioni più povere dell’Europa ricevono la maggior parte dei finanziamenti, anche se tutte le
Regioni possono usufruire di finanziamenti tramite i diversi strumenti disponibili.
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Il Fondo di coesione opera nell'ambito dell'obiettivo "Convergenza", volto, appunto, a velocizzare la convergenza
degli Stati membri e delle regioni meno sviluppate. La missione è di potenziare la coesione economica e sociale
dell'Unione europea in una prospettiva di sostegno allo sviluppo sostenibile. In questo quadro, il Fondo interviene su
due livelli. In particolare, da un lato contribuisce al finanziamento di interventi volti alla tutela ambientale, dall'altro
favorisce il miglioramento della qualità delle reti transeuropee di trasporto nei dieci nuovi Stati membri e Spagna,
Portogallo e Grecia, dando priorità ai progetti di interesse europeo. Il tetto di partecipazione a questo fondo alle spese
pubbliche cofinanziate negli Stati membri è dell'85%. L'assistenza finanziaria del Fondo è condizionale nella misura in
cui il Consiglio riconosce un deficit pubblico eccessivo in uno Stato membro beneficiario e constata che lo Stato
membro non ha svolto alcuna azione in risposta ad una raccomandazione. Il fondo di coesione assiste gli Stati membri
con un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al 90% della media dell’Unione europea. Gli Stati membri
ammissibili al Fondo di coesione nel periodo 2014-2020 sono: Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia,
Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.
Il Fondo di coesione prevede lo stanziamento di complessivi 66 miliardi di EUR da destinarsi ad attività comprese nelle
seguenti categorie:
- reti transeuropee di trasporto, in particolare i progetti prioritari di interesse europeo così come definiti
dall’UE. Il Fondo di coesione sosterrà i progetti infrastrutturali rientranti nell’iniziativa Meccanismo per
collegare l’Europa;
- tutela dell’ambiente. In tale campo, il Fondo di coesione può anche intervenire nel quadro di progetti
correlati al settore dell’energia o dei trasporti, a condizione che questi offrano chiari vantaggi sotto il profilo
ambientale in termini di efficienza energetica, utilizzo delle energie rinnovabili, sviluppo del trasporto
ferroviario, sostegno all’intermodalità, potenziamento dei trasporti pubblici e così via.
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d’investimento nell’ambito dei cinque fondi ESIF. Gli Accordi di partenariato sono negoziati tra la
CE e le autorità nazionali in seguito alla consultazione dei vari livelli di governance, dei
rappresentanti dei gruppi di interesse e della società civile ed ei rappresentanti locali e regionali. I
medesimi Accordi sono sviluppati a partire da una serie di documenti programmatici indirizzati, nel
2012, dai Servizi della Commissione a ciascuno Stato membro e riguardanti il modo in cui gli
investimenti UE dovrebbero sostenere la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva perseguita
nella strategia Europa 2020, concentrandosi sui principali vantaggi e sui settori di crescita
importanti nelle Regioni e negli Stati membri.
La Commissione europea ha adottato – in data 29 ottobre 2014 - un "accordo di partenariato" con
l'Italia in cui si definisce la strategia per un uso ottimale dei Fondi strutturali e di investimento
europei in tale paese.
L'accordo apre la via all'investimento di 32,2 miliardi di euro di finanziamenti totali a titolo della
politica di coesione nel periodo 2014-2020 (a prezzi correnti, compresi i finanziamenti nel campo
della cooperazione territoriale europea e lo stanziamento per l'iniziativa a favore dell'occupazione
giovanile). L'Italia riceve inoltre 10,4 miliardi di euro per lo sviluppo rurale e 537,3 milioni di euro
per il settore marittimo e della pesca.
Gli investimenti dell'UE contribuiranno ad affrontare il problema della disoccupazione e ad
incentivare la competitività e la crescita economica, dando sostegno all'innovazione, alla
formazione e all'istruzione negli ambiti urbani e nelle zone rurali. Essi serviranno anche a
promuovere l'imprenditoria, a combattere l'esclusione sociale e ad aiutare lo sviluppo
un'economia ecocompatibile ed efficiente sul piano della risorse.
I Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) in Italia sono:
•
il Fondo europeo di sviluppo regionale
•
il Fondo sociale europeo
•
il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca
•
il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale
Commentando l'adozione del partenariato, Johannes Hahn, Commissario responsabile per la
Politica regionale, ha affermato: "È un momento estremamente importante per l'Italia. Oggi
abbiamo adottato un piano d'investimento essenziale, strategico, che pone il paese sui binari della
crescita e dell'occupazione per il prossimo decennio. Quest'accordo di partenariato rispecchia la
determinazione comune alla Commissione europea e all'Italia di fare l'uso più efficiente possibile
degli investimenti dell'UE e di evitare gli errori del passato. I nostri investimenti devono avere una
portata strategica, conformemente alla nuova politica di coesione, ed essere incentrati
sull'economia reale, sulla crescita sostenibile e sull'investimento nelle persone. Cosa altrettanto
importante, essi devono essere accompagnati da strutture amministrative salde ed efficienti ad
ogni livello. L'esercizio avviene all'insegna della qualità e non della celerità, ragion per cui nei
prossimi mesi ci adopereremo appieno per negoziare i migliori risultati possibili per gli
investimenti a valere sui Fondi strutturali e di investimento europei nel periodo 2014-2020
allorché delineiamo i programmi operativi da cui emergeranno i cento progetti volti a stimolare
l'economia e a creare posti di lavoro in Italia. Occorre l'impegno di tutte le parti per poter disporre
di programmi qualitativamente validi e di una gestione rafforzata dei fondi.”
Il Commissario Hahn ha aggiunto: "Questa strategia d'investimento prende le mosse
dall'importante contributo che l'Italia già apporta per aiutare l'UE a raggiungere i suoi obiettivi di
sviluppo di circuiti della conoscenza, modernizzazione e internazionalizzazione dell'economia e
promozione di un uso efficiente delle risorse energetiche e naturali. Con questo accordo di
partenariato l'Italia dispone ora di una salda base che abbraccia tutti i Fondi strutturali e di
investimento e dà un indirizzo strategico ai programmi futuri per stimolare l'innovazione,
10
trasformare le PMI italiane in modelli di crescita ed assicurare la competitività dell'Italia nei settori
ad alta intensità di saperi. I Fondi SIE aiutano le regioni e le città italiane ad affrontare queste
sfide."
László Andor, Commissario responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, ha
affermato:
"Mi congratulo con l'Italia per aver perfezionato il suo accordo di partenariato in seguito a
un'intensa collaborazione con la Commissione. Sono estremamente compiaciuto per il fatto che
l'Italia abbia deciso di usare 10,5 miliardi di euro del Fondo sociale europeo (FSE) in modo da
assicurare che le azioni finanziate dall'FSE abbiano un impatto significativo al fine di raggiungere gli
obiettivi occupazionali e di lotta contro la povertà della strategia Europa 2020. Apprezzo anche il
fatto che sia stata attribuita una priorità elevata alla lotta contro la disoccupazione giovanile,
anche attraverso un programma che attua l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile. L'FSE
aiuterà a massimizzare il potenziale di crescita di ciascuna regione affrontandone i bisogni
specifici, concentrandosi sugli aspetti dell'imprenditoria e della creazione di posti di lavoro nonché
su una migliore inclusione sociale attraverso l'occupazione, l'istruzione e la formazione
professionale. Sono anche compiaciuto nell'osservare più intense sinergie tra le misure sostenute
e i diversi fondi."
Dacian Cioloş, Commissario responsabile per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha affermato:
"È con grande soddisfazione che accolgo oggi l'approvazione dell'accordo di partenariato per
l'Italia ed in particolare i nuovi obiettivi di sviluppo rurale, il secondo pilastro della politica agricola
comune dell'UE. I programmi di sviluppo rurale recano un notevole contributo alla risoluzione di
tutta una serie di problemi economici, ambientali e sociali nelle zone rurali. Per molte regioni
italiane il Fondo per lo sviluppo rurale è la più importante fonte di finanziamento strutturale
dell'UE. In tale contesto, sono fiducioso che l'accordo di partenariato per l'Italia consentirà un uso
più efficiente dei finanziamenti in modo da appianare la via dell'Italia verso la crescita e la
competitività, promuovere l'occupazione e ridurre le disparità regionali. Sono fiducioso che questo
sostegno finanziario unionale opportunamente mirato a sviluppare un ambiente imprenditoriale
innovativo, a migliorare le infrastrutture o a accrescere l'efficienza nell'uso delle risorse naturali,
svolgerà un ruolo importante ai fini del raggiungimento di tali obiettivi."
Maria Damanaki, Commissaria responsabile per gli Affari marittimi e la pesca, ha affermato:
"Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca ha vocazione a investire nelle collettività locali
che vivono della pesca per aiutarle a sprigionare il potenziale di sviluppo e di creazione di posti di
lavoro di cui ha bisogno l'Europa e che l'UE si è impegnata a tradurre in realtà. Per l'Italia in
particolare, la sfida maggiore ma anche l'opportunità più promettente consiste nel promuovere le
potenzialità di "crescita blu" del paese valorizzando la sua lunga tradizione ed esperienza nei
settori marino e marittimo. Il Fondo si adopererà per accrescere la competitività del settore
italiano della pesca e dell'acquacoltura preservando nel contempo la gestione sostenibile delle
risorse naturali e delle popolazioni alieutiche. Non staremo a prescrivere come debba essere speso
ogni singolo centesimo: spetta a coloro che conoscono al meglio il proprio mestiere, all'industria e
alle regioni locali adoperarsi per assicurare un futuro sostenibile alle loro collettività: questo è in
effetti lo spirito della nuova politica comune della pesca e della politica marittima integrata".
È consultabile online (http://www.dps.gov.it/it/index.html) l'Accordo di Partenariato, adottato il
29 ottobre dalla Commissione europea a chiusura del negoziato formale. Tale documento è lo
strumento di programmazione nazionale dei fondi strutturali e di investimento europei assegnati
all'Italia per la programmazione 2014-2020.
L’Accordo, adottato il 29 ottobre scorso, muoverà risorse comunitarie per 44 miliardi di euro e altri
20 miliardi arriveranno dal cofinanziamento nazionale.
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“Questi fondi sono ciò che serve per far fare un passo avanti a tutto il Paese. Siamo in linea con gli
obiettivi che l'Accordo si pone per una crescita inclusiva, intelligente e sostenibile come chiede
l'Europa”, ha affermato Delrio, spiegando la nuova impostazione voluta dal Governo: “Non
interventi a pioggia, ma perseguimento di obiettivi strategici. Stiamo realizzando anche un
investimento molto forte per il rafforzamento della capacità amministrativa, per recuperare ed
evitare i ritardi del passato, e oggi stesso firmerò i decreti per rendere operativa l'Agenzia per la
coesione. Niente deroghe e proroghe, d’ora in poi ognuno sarà chiamato ad assumersi le proprie
responsabilità nella spesa dei fondi, perché non possiamo più permetterci di perderli”.
I FONDI DIRETTI si riferiscono ai contributi erogati e gestiti direttamente dalla Commissione
Europea attraverso le sue diverse Direzioni generali (DG) (ricerca, trasporti, istruzione, ambiente,
etc.), o da Agenzie esecutive (vedi EASME) da essa delegate, e rappresentano
sovvenzioni/versamenti di natura non commerciale, che devono essere integrate da risorse
proprie dei beneficiari. Questo tipo di finanziamenti – di norma - richiedono la costituzione di un
partenariato transnazionale tra due o più Paesi europei. Nei fondi diretti la Commissione europea
trasferisce gli importi direttamente ai beneficiari del progetto.
Per l’attuazione dei fondi diretti le diverse DG della Commissione europea utilizzano i seguenti
strumenti:
1. SOVVENZIONI: vengono assegnate al beneficiario attraverso il co-finanziamento di progetti
specifici ed alle quali si può accedere tramite inviti a presentare proposte (Call for proposal
- ossia inviti a presentare proposte). La sovvenzione consiste nel versamento di contributi a
fondo perduto che coprono una percentuale variabile di costi ammissibili riferiti a ciascun
progetto (che mediamente si aggira intorno al 50%). Il cofinanziamento deve essere quindi
integrato da risorse proprie del beneficiario.
Le Sovvenzioni, che vengono utilizzate per l’attuazione dei programmi tematici, sono dei
contributi finanziari diretti e finanziano:
• PROGRAMMI COMUNITARI, programmi di azione adottati dalle istituzioni UE al fine
di attuare una specifica politica comunitaria. Si fondano su atti normativi di base
(Regolamento o Decisione) di durata pluriennale, la cui durata generalmente
coincide con quella delle Programmazioni Finanziarie.
• AZIONI destinate a promuovere la realizzazione di un obiettivo che si iscrive nel
quadro di una politica dell’UE;
2. APPALTI PUBBLICI: ogni anno la Commissione europea aggiudica circa 9mila contratti di
forniture, lavori e servizi mediante gare pubbliche d’appalto, per un valore di quasi tre
miliardi di euro. Un giro di affari notevole e soprattutto una concreta opportunità per tutte
le imprese europee che possono partecipare a questi bandi di gara d’appalto.
La rosa delle PMI che possono partecipare ai bandi di gara d’appalto indetti dalla
Commissione è molto ampia e riguarda non solo le imprese che forniscono strumenti o
tecnologie (dalla fornitura di pc alla realizzazione e manutenzione di siti web) ma anche
quelle in grado di svolgere attività riguardanti la comunicazione, la produzione di
audiovisivi, pubblicazioni e organizzazione di convegni o eventi. L a Commissione appalta
inoltre anche la realizzazione di studi, analisi, rapporti in tutti i settori nei quali opera
(dall’ambiente alla cultura, dalle Itc ai trasporti e alle politiche sociali) di natura economica
e giuridica. Del resto, la Commissione è l’organo esecutivo della Ue e con i suoi 34mila
dipendenti necessita di beni e servizi. Una enorme struttura che per essere gestita al
meglio ha bisogno di una vasta gamma di merci e di servizi, che vanno dalla consulenza
sulle politiche e la legislazione ai servizi di corriere, dalle forniture da ufficio ai lavori di
manutenzione dei locali.
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Un'impresa registrata nell'UE ha il diritto di partecipare alle gare per l'aggiudicazione di tali
appalti pubblici in altri paesi dell'Unione. Per garantire alla totalità delle imprese condizioni
eque di concorrenza in tutta l'Europa, il diritto dell'UE stabilisce norme minime
armonizzate. Queste norme, recepite nel diritto nazionale, si applicano agli appalti il cui
valore monetario supera un certo importo (sul sito europa.eu si trovano le soglie). Gli
appalti che superano le soglie si presume presentino un interesse transfrontaliero, in
quanto il valore dell'appalto rende interessante per un'impresa presentare un'offerta
all'estero.
Per gli appalti di valore inferiore si applicano le norme nazionali (che devono tuttavia
conformarsi ai principi generali del diritto dell'UE). Le procedure per tali appalti possono
essere semplificate rispetto a quelle per gli appalti di portata europea.
L'UE mette a disposizione una serie di servizi per aiutare le imprese che desiderano
partecipare ad una procedura di gara:
• TED (Tenders Electronic Daily): è la versione online del "Supplemento alla Gazzetta
ufficiale dell'Unione europea", dove vengono pubblicati gli avvisi di appalti e i bandi di
gara cui si applicano le norme dell'UE. TED consente un accesso gratuito alle
opportunità commerciali ed è aggiornato cinque volte alla settimana con circa 1 500
avvisi di appalti pubblici.
• Banche dati nazionali sugli appalti pubblici: una sezione del SIMAP - il portale europeo
degli appalti pubblici - dà accesso a tutte le banche dati nazionali sugli appalti pubblici.
Sono tre le procedure d’appalto che la Commissione utilizza abitualmente:
1. La "procedura aperta" mediante la quale ogni operatore economico interessato può
presentare un’offerta. La procedura comprende un’unica fase. La procedura aperta è di
gran lunga la più frequente: è utilizzata per oltre la metà degli appalti che vengono
aggiudicati;
2. La "procedura ristretta" che prevede due fasi: nella prima, alla quale possono
partecipare tutti gli operatori economici interessati, viene valutata la capacità di ogni
partecipante in funzione dei criteri di esclusione e di selezione; mentre nella seconda
fase sono invitati a presentare un’offerta solo gli operatori che hanno superato la prima
fase. Alcune procedure ristrette sono precedute da un invito a manifestare interesse.
Gli operatori che rispondono a tale invito devono comprovare la loro capacità in
riferimento ai criteri di esclusione e di selezione indicati. Se l’esito è positivo, gli
operatori vengono iscritti in un elenco ristretto, valido fino a 3 anni al massimo, che
può essere utilizzato più volte per varie procedure d’appalto di medio valore (in genere
per gare d’appalto di servizi fino al valore massimo di 133mila euro). Ogni volta che
vuole aggiudicare un appalto, la Commissione invita i candidati iscritti nell’elenco a
presentare un’offerta;
3. L a "procedura negoziata" viene utilizzata, ad esempio, quando il valore dell’appalto è
inferiore a 60mila euro. La Commissione europea invita direttamente gli operatori
economici a presentare un’offerta e, se ritiene che le offerte possano essere migliorate,
può condurre negoziati a condizioni paritarie con tutti gli offerenti. La procedura
negoziata per gli appalti di valore modesto è di norma più semplice e rapida delle altre
procedure: i documenti richiesti possono essere meno numerosi, le condizioni imposte
ai candidati meno restrittive, la documentazione dell’offerta e, in certi casi, l’offerta
stessa possono essere inviati per posta elettronica. Anche per appalti di valore
superiore a 60mila euro, ma solo in circostanze eccezionali, la Commissione europea
13
può negoziare le condizioni contrattuali con uno o più operatori economici. La
Commissione può pubblicare in precedenza il bando di gara, oppure può
semplicemente consultare operatori economici a sua scelta.
Per partecipare ai bandi di gara della Commissione Ue occorre visitare il sito web
ted.europa.eu (Tender electronic daily) che li contiene tutti. I soggetti iscritti nel registro
delle imprese degli Stati membri dell’Unione europea possono partecipare a questi bandi di
gara d’appalto, purché, naturalmente, non siano in stato di fallimento; non siano stati
condannati per violazione di regole professionali e deontologiche; non abbiano commesso
un grave errore nell’esercizio dell’attività professionale; abbiano assolto agli obblighi
relativi al pagamento dei contributi di previdenza sociale e agli oneri fiscali e tributari; non
siano stati condannati per frode, corruzione, partecipazione a un’organizzazione criminale
o ogni altra attività illecita che leda gli interessi finanziari dell’Unione europea, non siano
stati esclusi dalla partecipazione in seguito a problemi sorti nell’ambito di gare o appalti
precedenti.
Naturalmente i soggetti interessati devono dimostrare la propria solidità finanziaria, ad
esempio presentando un attestato del fatturato complessivo o della liquidità totale
dell’impresa. La capacità tecnica può essere comprovata, ad esempio, in base a progetti o
studi realizzati in precedenza nel settore pertinente. Le offerte possono essere redatte in
una delle lingue ufficiali dell’Unione. In qualche caso può essere richiesto di presentare
l’offerta in una determinata lingua (ad esempio, per gare d’appalto nel settore di
tecnologie di punta, in cui in tutto il mondo predomina l’uso di una determinata lingua,
oppure quando la conoscenza di una determinata lingua è necessaria per l’esecuzione del
contratto). Durante l’esecuzione del contratto, il contraente dovrà utilizzare la lingua di
lavoro richiesta dalla Commissione. Sono ammesse offerte congiunte presentate da gruppi
di operatori economici e la Commissione può chiedere agli offerenti di precisare quale
valore dell’appalto essi propongono di subappaltare e di indicare "il" o "i" subappaltatori.
4. STRUMENTI FINANZIARI: costituiscono uno degli elementi essenziali della prossima
programmazione 2014-2020, ed avranno un impatto significativo sul Quadro
Finanziario Pluriennale dell’UE rappresentando circa l’1% del budget, ovvero circa € 10
miliardi.
Le misure di risanamento finanziario continueranno a ridurre i fondi destinati agli
investimenti pubblici nazionali, mentre le variazioni strutturali nella regolamentazione delle
istituzioni finanziarie modificheranno la propensione di quest’ultime per determinate classi
di attività e tipologie di rischio.
Da un lato, la crisi economica finanziaria, che ha colpito l’Europa negli ultimi anni, ha ed ha
avuto un effetto negativo importante sul funzionamento dei mercati finanziari e quindi
sulla disponibilità di capitali a favore della crescita; dall’altro la Strategia Europa 2020 ha
definito obiettivi ambiziosi per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva3 dell’UE.
Si renderà necessario mitigare il sentimento preponderante di avversione al rischio,
garantendo così l’accesso ai capitali per attività generatrici di crescita come le
infrastrutture, le PMI e l’innovazione, ed a tale riguardo gli strumenti finanziari innovativi
3
Europa 2020 definisce un modello di sviluppo economico basato sugli obiettivi di una crescita intelligente (aumento
degli investimenti in R&S), sostenibile (riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990; 20% del
fabbisogno energetico ricavato da fonti rinnovabili; aumento del 20% dell’efficienza energetica) ed inclusiva (lotta alla
povertà ed alla emarginazione). Questi obiettivi sono riconducibili alle 7 iniziative faro ossia gli ambiti entro i quali l’UE
e gli stati membri concentrano i loro sforzi per realizzare gli obiettivi di Europa 2020: innovazione, economia digitale,
occupazione, giovani, politica industriale, povertà ed uso efficiente delle risorse.
14
rivestiranno un ruolo fondamentale per reperire sul mercato consistenti finanziamenti per
investimenti strategici in settori ritenuti prioritari dall’UE, consentendo di aumentare
l’impatto del budget UE grazie all’attivazione di ulteriori investimenti pubblici e privati e
completando schemi di finanziamento nazionali e regionali (effetto moltiplicatore). La
strategia Europa 2020 prevede una maggiore mobilitazione degli strumenti finanziari
innovativi nell’ambito di una strategia di finanziamento coerente, che riunisca i fondi
pubblici e privati europei e nazionali allo scopo di perseguire gli obiettivi Europa 2020.
Gli strumenti finanziari hanno lo scopo di integrare alle sovvenzioni erogate dall’UE i
prestiti o il capitale di rischio forniti dalle istituzioni finanziarie e sono particolarmente
idonei nelle situazioni d’investimento sub ottimali in un’ampia gamma di aree strategiche,
come nel caso di attività o infrastrutture che sono finanziariamente indipendenti (ad
esempio in termini di capacità di generare entrate), ma che non sono (ancora) capaci di
attirare finanziamenti sufficienti dalle fonti di mercato.
La logica alla base degli strumenti finanziari innovativi è la seguente:
- perseguire gli obiettivi strategici UE garantendo finanziamenti adeguati per le aree di
interesse dell’Unione in materia di crescita sostenibile, innovazione, creazione di
posti di lavoro, ecc.
Questi strumenti mirano a correggere eventuali errori/imperfezioni del mercato che
portano a un finanziamento insufficiente di questi settori da parte delle fonti di
mercato, ad esempio in quanto l’area è percepita come troppo rischiosa dal settore
privato.
- migliorare l’efficienza e l’efficacia delle risorse pubbliche. Attraverso la condivisione
delle risorse provenienti da varie fonti, gli strumenti finanziari possono catalizzare gli
investimenti per determinate lacune del mercato, nonché raggiungere economie di
scala e/o minimizzare il rischio di fallimento nei settori in cui per i singoli Stati
membri sarebbe difficile raggiungere la massa critica richiesta. L’intervento dell’UE
deve conformarsi al principio della sussidiarietà: come sottolineato dalla Corte dei
conti, le spese finanziate dal bilancio UE devono offrire benefici chiari e tangibili per
l’Unione e per i suoi cittadini, che non potrebbero altrimenti essere raggiunti soltanto
con la spesa nazionale, regionale o locale. Il valore aggiunto UE di uno strumento a
livello europeo diventa chiaro qualora i risultati (in termini di efficienza o proporzioni)
superino quanto sarebbe stato possibile raggiungere con finanziamenti a livello
nazionale.
Ipotizzando che sia possibile dimostrare il valore aggiunto UE di uno strumento
europeo, il rapporto costi-benefici di un tale strumento sarebbe probabilmente
maggiore rispetto a quello di una serie di strumenti finanziari a livello nazionale,
regionale o locale, visti i maggiori volumi gestiti, il contenimento dei costi attraverso
norme e termini di attuazione armonizzati e costi di attuazione inferiori (ad esempio,
le spese di gestione applicate dagli intermediari finanziari);
- promuovere la capacità del settore privato di crescere, la creazione di posti di lavoro,
l’inclusione e/o innovazione sociale, sostenendo le nuove iniziative, le PMI, le
microimprese, le imprese sociali, gli investimenti nel capitale umano, gli istituti di
ricerca, i parchi d’impresa/scientifici, il trasferimento tecnologico/delle conoscenze o
gli investimenti in diritti di proprietà intellettuale;
- contribuire allo sviluppo ed al consolidamento dei mercati finanziari (dei capitali e
azionari), nonché ad una maggiore integrazione del mercato finanziario UE, mettendo
a disposizione fonti alternative di finanziamento per i settori generatori di crescita;
15
-
mobilitazione di fondi pubblici e privati aggiuntivi attraverso il contributo dell’Unione
(“effetto moltiplicatore”);
- attuazione di misure che garantiscano l’allineamento degli interessi tra la
Commissione e l’istituzione finanziaria incaricata dell’attuazione dello strumento
finanziario.
Il Regolamento Finanziario 966/2012 inoltre fornisce una serie di definizioni:
ƒ "prestito", un accordo ai sensi del quale il mutuante è tenuto a mettere a
disposizione del mutuatario una somma convenuta di denaro per un periodo di
tempo concordato e in forza del quale il mutuatario è tenuto a ripagare tale importo
entro il termine concordato;
ƒ "garanzia", l'impegno scritto ad assumersi, in parte o nella sua interezza, la
responsabilità del debito o dell'obbligazione di un terzo o del risultato positivo da
parte di un terzo dei propri obblighi nel caso di un evento che inneschi tale garanzia,
come un inadempimento del prestito;
ƒ "investimento azionario", il conferimento di capitale a una impresa, investito
direttamente o indirettamente in contropartita della totale o parziale proprietà di
quella stessa impresa laddove l'investitore azionario può assumere un certo controllo
della gestione e condividere gli utili;
ƒ "investimento quasi azionario", un tipo di finanziamento che si colloca tra
investimento e debito e ha un rischio più elevato del debito privilegiato e un rischio
inferiore rispetto al patrimonio di qualità primaria. Gli investimenti quasi azionari
possono essere strutturati come debito, di norma non garantito e subordinato e in
alcuni casi convertibile in azioni o azioni privilegiate;
ƒ "strumento di condivisione del rischio", uno strumento finanziario che consente la
condivisione di un determinato rischio tra due o più entità, se del caso in
contropartita di una remunerazione convenuta;
o IL GRUPPO BEI
Il Gruppo BEI è composto dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e dal Fondo europeo per
gli investimenti (FEI), il braccio specializzato nel capitale di rischio a favore delle PMI in Europa. Il
Gruppo è stato istituito nel 2000 quando BEI e FEI si sono uniti per mobilitare il sostegno
finanziario a favore degli obiettivi dell’UE.
La BEI è finanziariamente autonoma e raccoglie la maggior parte delle risorse da destinare ai suoi
prestiti sui mercati dei capitali internazionali attraverso emissioni obbligazionarie. BEI è uno dei
maggiori mutuatari multilaterali attivi sui mercati globali e l’eccellente merito di credito consente
di operare a tassi favorevoli, che verranno poi trasferiti ai clienti.
La Banca europea per gli investimenti (BEI) è la banca dell’UE (banca pubblica senza fini di lucro)
che, all’interno dell’Unione, eroga prestiti a medio e lungo termine per progetti conformi agli
obiettivi ed alle politiche europee. Essa partecipa anche a progetti che sostengono la cooperazione
e lo sviluppo nei Paesi partner dell’UE. Essa non effettua operazioni allo sportello, non gestisce
conti bancari personali e non si occupa di transazioni valutarie.
La Banca dispone di organi decisionali propri. Al suo vertice si trova il Consiglio dei governatori che
– composto da ministri (di norma finanziari) designati dagli Stati membri – definisce la politica
generale di credito della Banca, autorizza il finanziamento di progetti nei Paesi esterni all’UE,
dispone in merito agli aumenti di capitale, approva il bilancio e la relazione annuale. Il Consiglio di
amministrazione ha competenza esclusiva per deliberare sulla concessione di finanziamenti e
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garanzie e sulle emissioni di prestiti. Le operazioni sono proposte dal Comitato direttivo, l’organo
collegiale esecutivo permanente della Banca.
Il principale ambito di cooperazione tra BEI e FEI (che, come vedremo, partecipa agli investimenti
in capitale di rischio e accorda garanzie alle organizzazioni finanziarie che erogano prestiti alle
imprese) è costituito dal sostegno alle PMI, per le quali il Gruppo BEI rappresenta una fonte
importante di assistenza finanziaria.
La Banca europea per gli investimenti è stata fondata nel 1958 dal Trattato di Roma come
istituzione di finanziamento a lungo termine dell’odierna Unione europea, con la missione di
sostenere gli obiettivi politici dell’UE offrendo prestiti per investimenti. Da allora ha finanziato
progetti negli Stati membri, nei Paesi candidati e nei Paesi partner dell’UE per un totale di quasi
860 miliardi di euro.
Gli ultimi anni sono stati molto impegnativi per la Banca europea per gli investimenti. Già
impegnata – su incarico degli Stati membri - a ricapitalizzare il FEI con 10 miliardi di EUR, per
consentirgli di svolgere un ruolo anticiclico in tempi di crisi, ha aumentato il volume dei
finanziamenti e rafforzato il proprio ruolo come partner affidabile in quei mercati che le banche
commerciali avevano disertato o verso i quali avevano ridotto gli affidamenti.
BEI ha aumentato le attività complessive del Gruppo BEI del 37 %, portandole a 75,1 miliardi di
EUR. E questo risultato è ancor più ragguardevole se si tiene conto solo dell’Europa, dove i
finanziamenti pari a 67,1 miliardi di EUR equivalgono ad un aumento del 42 % rispetto ai volumi
del 2012.
I finanziamenti alle PMI dell’Europa sono raddoppiati nel 2013, arrivando a 21,9 miliardi di EUR. Gli
investimenti hanno mobilitato oltre 50 miliardi di EUR destinati a quasi 230 mila PMI e midcap,
favorendo 2,8 milioni di posti di lavoro in Europa.
E, per quanto gli investimenti alle PMI abbiano assorbito quasi il 30 % dei finanziamenti
complessivi del 2013, forte è rimasto l’impegno verso le altre principali priorità:
- alla R&S europea sono andati 17,2 miliardi di euro dei finanziamenti del Gruppo;
- 15,9 miliardi di euro alle infrastrutture strategiche in Europa;
- 19 miliardi di euro all’Azione a favore del clima globale.
Nel corso degli ultimi anni la Banca ha ampliato il proprio raggio d’azione con nuovi strumenti di
finanziamento rispetto a quelli tradizionali ed adeguando le soluzioni di finanziamento alle
esigenze particolari degli Stati membri. Ad esempio i premiati Meccanismi di finanziamento al
commercio estero della Grecia e di Cipro, un Fondo di garanzia per le PMI greche ed un’innovativa
Garanzia di stato per il portafoglio crediti in Portogallo.
E’ stata attivata la fase pilota dell’Iniziativa Europa 2020 sui Project bonds. L’Europa sta portando
avanti la creazione di un mercato dei Project bonds, con l’obiettivo di favorire la realizzazione di
infrastrutture e servizi di pubblica utilità, nonostante la crisi finanziaria in atto. Al riguardo, i
project bond vogliono rappresentare un importante strumento per attrarre investimenti in
operazioni di finanza di progetto e, di conseguenza, per finanziare la realizzazione delle rispettive
opere, aggiungendosi (e non sostituendosi) ai finanziamenti bancari e ai contributi di natura
pubblica (cioè alle altre modalità classiche di finanziamento di opere infrastrutturali).
Sul piano finanziario i project bond sono obbligazioni di scopo emesse da società che realizzano un
progetto infrastrutturale o un servizio di pubblica utilità, per finanziarne la realizzazione e sono
destinati ad investitori istituzionali. Il rimborso dei project bond dipende unicamente dai flussi
finanziari che il progetto è in grado di assicurare.
Le infrastrutture continueranno ad essere finanziate dalle banche in prima battuta, ma dopo il
termine della costruzione dell'opera (la fase più rischiosa), il prestito bancario potrà essere estinto
con l'emissione di project bond sul mercato, con rischi mitigati dalle garanzie fornite dal budget
17
comunitario e dalla partecipazione della Bei (come sottoscrittore delle tranche dei bond
subordinati o con lettere di credito o garanzie rilasciate anche tramite il Fondo europei per gli
investimenti).
Ambiti e criteri di operatività. Gli interventi della Banca si basano in particolare sui seguenti
criteri:
ƒ servono da catalizzatore per attrarre altre fonti di finanziamento;
ƒ s'inscrivono in settori quali il rafforzamento della competitività delle industrie europee e
del settore delle piccole e medie imprese, la realizzazione delle reti transeuropee
(trasporto, telecomunicazioni e trasferimento di energia), la tutela dell'ambiente naturale e
urbano, nonché l'investimento nei settori della sanità, dell'istruzione, e delle tecnologie
dell'informazione;
ƒ riguardano in particolare le regioni meno favorite. Questa filosofia si applica sia alle attività
all'interno degli Stati membri dell'Unione europea che nei paesi terzi.
Infatti, se è vero che la BEI si dedica per quasi il 90% ad attività localizzate all'interno dell'Unione
europea, al di fuori la Banca opera in circa 160 Paesi per attuare il pilastro finanziario delle
politiche di cooperazione esterna e di sviluppo dell’UE (sviluppo del settore privato e delle
infrastrutture, sicurezza delle forniture energetiche, sostenibilità ambientale):
1. Paesi in fase di preadesione dell’Europa sudorientale per i quali sono stati posti in essere
specifici meccanismi di finanziamento;
2. Paesi partner del Mediterraneo, i Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, i Paesi
dell’America latina e dell’Asia, la Russia;
3. altri Paesi vicini dell’Est.
La priorità di finanziamento è riservata al sostegno alla crescita e all'occupazione. Per garantire il
massimo impatto delle attività, BEI investe in progetti validi, affianca i suoi prestiti ai fondi dell’UE
ed offre consulenza su aspetti tecnici e finanziari. Sblocca l'accesso al credito per le PMI, sostiene
l'innovazione e lo sviluppo di competenze, contribuisce alla realizzazione delle infrastrutture
strategiche e finanzia l'azione a favore del clima.
All’interno dell’UE, la Banca sostiene gli obiettivi delle politiche comunitarie nei seguenti ambiti:
ƒ lotta contro il cambiamento climatico: riduzione degli effetti negativi e adattamento al
riscaldamento globale;
ƒ coesione e convergenza: lotta contro gli squilibri economici e sociali nelle regioni
svantaggiate;
ƒ PMI: promozione degli investimenti delle piccole e medie imprese;
ƒ tutela dell’ambiente e comunità sostenibili: investimenti in un ambiente naturale e urbano
più pulito;
ƒ energia sostenibile, competitiva e sicura: produzione di energia da fonti alternative e
riduzione della dipendenza dalle importazioni;
ƒ economia della conoscenza: promozione di un’economia che stimoli la conoscenza e la
creatività investendo nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nonché nel
capitale umano e sociale;
ƒ reti trans europee: costruzione di reti transfrontaliere nei settori dei trasporti, dell’energia
e delle comunicazioni.
Ciò vuol dire, in pratica, che la BEI finanzia un’ampia gamma di investimenti in tutti i settori
dell’economia.
Core business BEI: finanziare l’attività di prestito. La BEI riveste il duplice ruolo di istituzione
europea e di banca. Pur operando nel quadro dell’UE, gode di autonomia finanziaria e dispone di
un capitale di 232 miliardi di euro sottoscritto dagli Stati membri dell’UE in qualità di azionisti.
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La Banca si finanzia da sola e raccoglie gran parte delle risorse necessarie per l’erogazione dei
prestiti sui mercati internazionali dei capitali, dove è possibile ottenere fondi a lungo termine
emettendo obbligazioni e altre tipologie di titoli. Essa è il principale emittente non sovrano sul
mercato obbligazionario dell’UE.
La BEI si adopera per massimizzare il valore finanziario e non finanziario delle proprie attività,
infatti il supporto offerto da BEI è spesso fondamentale per attrarre ulteriori investitori. Inoltre BEI
dispone di una varietà di strumenti che consentono ai beneficiari di integrare le risorse della Banca
con risorse finanziarie aggiuntive. Come detto, gode di un merito di credito eccellente (AAA) sui
mercati dei capitali e questo le consente di mutuare fondi ai tassi migliori. Poiché opera senza
scopo di lucro, la Banca trasferisce questo vantaggio ai promotori dei progetti richiedendo a questi
ultimi soltanto una piccola maggiorazione a copertura dei costi e – se del caso – un margine per il
rischio.
Come banca dell’UE, la BEI catalizza capitali, sia pubblici che privati quando partecipa a un
progetto. Essa applica criteri rigorosi all’analisi dei progetti per verificare che siano validi, di qualità
elevata e conformi ai propri principi in ambito ambientale e sociale.
BEI finanzia clienti di tutte le dimensioni per incentivare crescita sostenibile ed occupazione:
organismi del settore pubblico ed imprese private. I grandi progetti, con costi superiori a 25 milioni
di euro, beneficiano di prestiti diretti. Le iniziative di piccole e medie dimensioni ed i progetti
concernenti infrastrutture su scala più ridotta sono finanziati indirettamente attraverso linee di
credito istituite di concerto con banche nazionali e regionali che conoscono il mercato locale.
I prestiti non superano il 50% del capitale necessario per la realizzazione di un determinato
progetto e, come detto in precedenza, fungono spesso da catalizzatori di ulteriori finanziamenti,
provenienti da altre istituzioni finanziarie internazionali pubbliche, dalla Commissione europea e
da investitori privati. I tassi applicati sono favorevoli, pur riflettendo le condizioni di mercato, e
sono definiti senza scopo di lucro.
In taluni casi particolari, laddove il valore del progetto accresce il valore aggiunto a sostegno delle
politiche dell’UE, il Gruppo BEI è disposto ad assumersi un rischio di credito superiore a quello di
un’organizzazione finanziaria commerciale.
Per poter ricevere il sostegno BEI i progetti devono promuovere gli obiettivi dell’UE ed essere
validi sotto il profilo economico, tecnico, finanziario e ambientale. In questo senso BEI svolge
anche attività di assistenza tecnica nelle fasi di preparazione e di realizzazione del progetto.
Sul piano del sostegno finanziario alle PMI la BEI ha già come finalità istituzionale lo svolgimento di
attività di supporto al sistema bancario anche attraverso la concessione di finanziamenti su durate
proibitive extra-lunghe. In futuro, è previsto che potenzierà il suo ruolo nel cosiddetto "capital
relief" (operazione che libera il capitale delle banche a fronte dei rischi) attraverso strumenti di
securitisation assistiti da garanzie FEI. Le banche locali dovranno essere messe in grado di cedere
portafogli di prestiti concessi alle PMI (compresa la tranche equity) collocando sui mercati le Abs
(Asset backed securities): per agevolare il collocamento BEI potrà acquistare i bond più rischiosi
(mezzanine) mentre il rischio di credito sarà calmierato da garanzie concesse dal FEI. Tramite la
rivitalizzazione delle Abs, le banche potranno liberare capitale e fare spazio in bilancio per
l'erogazione di nuovi prestiti alle PMI, finanziati anche tramite la nuova liquidità messa a
disposizione dalla Bce con le TLTRO (Targeted long term refinancing operations).
Nel 2013 la Bei ha finanziato 8.400 PMI italiane per 3,4 miliardi: ne ha assistite fino a 70.000 tra il
2008 e il 2013.
Gli strumenti finanziari alle PMI. I finanziamenti alle PMI sono diventati l’asse prioritario della
politica del Gruppo BEI. Essi rappresentano infatti un quarto circa del volume annuale dei prestiti
del Gruppo. Tra il 2013 e il 2015, il Gruppo BEI intende incrementare sensibilmente il suo sostegno
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alle PMI ed alle imprese di media capitalizzazione (mid-cap), che attualmente devono affrontare
una difficile situazione finanziaria.
Per migliorare l’accesso delle PMI ai finanziamenti, il Gruppo BEI fa squadra con la Commissione
europea e altri operatori chiave. Il Consiglio europeo ha riconosciuto al Gruppo BEI un ruolo
crescente e determinante per migliorare l'accesso al mercato dei capitali per le PMI: infatti gli
interventi straordinari già adottati e preannunciati dalla Bce, che passeranno prevalentemente
attraverso il canale bancario in un contesto di inarrestabile "deleveraging"(riduzione di impieghi e
rischi), saranno affiancati dalla BEI e dal FEI.
BEI e FEI, entrambi potenziati con aumenti di capitale, faranno in prospettiva sempre di più per
accelerare lo sviluppo del mercato dei capitali in Europa, dai bond, all'equity, dal venture capital
alle cartolarizzazioni: in questo modo contribuiranno a colmare il vuoto lasciato dal deleveraging
delle banche.
Il FEI aumenterà la sottoscrizione di quote di fondi di debito specializzati nell'investimento in minibond. Altri strumenti che verranno potenziati dal FEI per le PMI sono il microcredito, il venture
capital e il private equity.
Gli strumenti finanziari offerti da BEI sono di vario tipo: da prodotti dedicati quali prestiti,
partecipazioni, investimenti mezzanine e garanzie ad una gamma diversificata di intermediari
(banche, banche di sviluppo e banche pubbliche, altre istituzioni finanziarie, società di leasing,
istituzioni di microfinanza, fondi di capitale di rischio), per arrivare a strumenti di finanziamento
più adatti per le varie fasi di sviluppo aziendale (capitale di rischio per la fase di start-up e quella di
prima espansione, microcrediti, prestiti a sostegno degli investimenti in beni materiali e
immateriali e per finanziare il capitale d’esercizio).
Di seguito una panoramica dei principali strumenti di finanziamento BEI:
ƒ PROJECT LOANS: prestiti per investimenti superiori a € 25 milioni. Il sostegno è spesso la
chiave per attrarre ulteriori risorse da altri investitori. Questi prestiti coprono fino al 50%
del costo totale dell’investimento a carico dei promotori pubblici e privati, ma mediamente
la quota è del 30%. I fondi finanziano una varietà di progetti, di norma provenienti da enti
pubblici, nei settori delle infrastrutture, efficienza energetica/rinnovabili, trasporti e
rinnovamento urbano;
ƒ PRESTITI INTERMEDI (PER LE PMI): si tratta di fondi concessi a banche locali che, a loro
volta, finanziano le PMI (SMEs e mid caps). Le tipologie di intervento sono le seguenti:
- PRESTITI (LOANS): Elegibili tutti gli investimenti, materiali ed immateriali, necessari per
lo sviluppo della piccola impresa. Sono ammessi tutti i settori ed i finanziamenti sono
canalizzati tramite una rete di banche locali partner BEI (vedi paragrafo successivo con
riferimento web per l’elenco);
- TECNICHE FINANZIARIE PER INCREMENTARE L’EFFICACIA DEI FONDI EUROPEI
(INNOVATIVE FINANCING OPTIONS): BEI condivide il rischio con le banche partner, enti
di garanzia e di microcredito. Le garanzie offerte sono di due tipi:
1. Aumento delle risorse / cartolarizzazioni;
2. Garanzie e controgaranzie che incentivano la crescita delle PMI e delle mid-cap
liberando gli intermediari finanziari di parte del rischio da sostenere sui portafogli di
prestiti e leasing concessi alle PMI.
Un esempio è costituito dal RSI (Risk Sharing Instruments) per PMI (SMEs e Small
Mid-Caps) innovative a supporto dei loro investimenti in R&I. RSI è uno strumento
finalizzato a favorire l’accesso al credito delle PMI innovative attraverso garanzie
dirette ed indirette a favore di selezionati intermediari finanziari.
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Obiettivo del programma RSI è quello di incoraggiare le banche, attraverso il
sostegno finanziario dell’UE, ad erogare prestiti alle PMI ed alle small mid caps con
meno di 500 dipendenti che necessitano di finanziamenti per supportare la ricerca,
lo sviluppo e le attività innovative. RSI è stato, nella precedente programmazione,
uno schema di garanzia pilota utilizzato in cooperazione tra BEI e CE (nell’ambito del
7° Programma Quadro) e costituiva una parte del Risk Sharing Finance Facility
(RSFF), gestito da BEI, ed indirizzato prevalentemente a large Corporates and MidCaps. RSI ha avuto successo e le risorse impegnate interamente utilizzate.
Nell’ambito di RSI, il FEI ha fornito garanzie e controgaranzie a numerosi
intermediari finanziari selezionati, consentendo loro di erogare finanziamenti,
leasing e garanzie a PMI.
Sotto la nuova programmazione 2014-2020, il FEI gestisce l’InnovFin SME Guarantee
Facility, che è il successore dell’RSI nell’ambito del programma H2020, attraverso i
seguenti partner bancari: Alba Leasing, Banco Popolare, Cassa Di Risparmio di
Cento, Crem, Deutsche Bank, Gruppo Credito Valtellinese, ICCREA.
Un esempio è l’accordo di garanzia RISK SHARING INSTRUMENT (RSI) siglato tra FEI
e DEUTSCHE BANK a favore di aziende innovative. L’accordo prevede l’erogazione di
finanziamenti alle piccole e medie imprese e alle small mid caps orientate
all’innovazione. Deutsche Bank mette a disposizione delle aziende innovative
presenti in Italia un plafond di 40 milioni di euro, da erogarsi entro il 31 dicembre
2015, garantito al 50% da FEI. Si tratta del settimo accordo di questo tipo firmato in
Italia e del ventisettesimo in Europa, che porta ad oltre 2 miliardi di euro
l’ammontare dei prestiti messi a disposizione delle aziende innovative all’interno
dell’Unione Europea.
ƒ FINANZA STRUTTURATA: BEI fornisce supporto addizionale per progetti prioritari ad alto
rischio. Queste priorità includono trans-European transport and energy networks ed altre
infrastrutture, l’economia della conoscenza, energia e SMEs.
Questo supporto è fornito attraverso lo strumento Structured Finance Facility (SFF). Gli SFF
incorporano il rischio della fase finale del progetto e di quella iniziale di esercizio
dell’opera. Gli SFF utilizzano un mix dei seguenti strumenti:
• prestiti subordinati e garanzie;
• finanziamenti mezzanine;
• prodotti derivati su progetti.
ƒ GARANZIE: BEI garantisce grandi e piccoli progetti al fine di rendere gli stessi più attrattivi
ad investitori esterni. Inoltre fornisce garanzie per debiti senior e subordinati, sia nella
forma standard che nella forma di garanzia del servizio del debito. Beneficiari possono
essere progetti privati e pubblici o i partner finanziari.
Gli strumenti di garanzia utilizzati sono:
- Loan Guarantee Instrument for Trans-European Network Transport (LGTT) per
garantire rischi a medio termine derivanti da partnership pubblico – privato (PPP) in
tema di trasporti;
- InnovFin per il potenziamento della ricerca, sviluppo ed innovazione;
- "InnovFin – EU Finance for Innovators" è una iniziativa lanciata in cooperazione tra il
Gruppo BEI (BEI e FEI) con la CE all’interno di H2020. Essa consiste in una serie di
strumenti e servizi di consulenza integrati e complementari offerti dal Gruppo BEI,
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che copre l’intera catena del valore della R&I al fine di sostenere gli investimenti dalla
piccola alla grande impresa.
InnovFin è fruibile trasversalmente in tutti i settori elegibili all’interno di H2020, negli
Stati membri e paesi associate.
Gli strumenti finanziari di InnovFin coprono una larga gamma di prestiti e garanzie
che possono essere cuciti su misura delle esigenze delle imprese innovatrici. Il
finanziamento viene erogato direttamente o tramite intermediario finanziario,
normalmente una banca
Lo strumento Innovfin SMEs fornisce garanzie e controgaranzie su finanziamenti di
importo compreso tra € 25mila e € 7,5 Mln, al fine di incrementare l’accesso al
credito delle PMI innovative (fino a 499 addetti). Questa agevolazione viene erogata
tramite intermediari finanziari, che sono garantiti o controgarantiti su una parte delle
loro potenziali perdite.
ƒ EQUITY & FONDI DI INVESTIMENTO: Il Gruppo BEI stimola e catalizza capitale privato
attraverso investimenti in capitale di rischio e fondi, collaborando con manager finanziari
operativi in segmenti sia tradizionali che innovativi.
BEI effettua investimenti nei fondi che hanno la strategia di investimento focalizzata sugli
obiettivi prioritari UE:
- Fondi di capitale di rischio per investimenti infrastrutturali;
- Fondi ambientali.
ƒ FONDI VENTURE CAPITAL. Attraverso questo strumento, la Banca finanzia fondi di venture
capital con l’obiettivo di colmare i divari di mercato. Lo strumento è gestito dal FEI.
Maggiori informazioni sui prodotti BEI sono disponibili all'indirizzo: www.eib.org/products.
o FEI
Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) è stato istituito nel 1994 come organismo finanziario
dell’UE specializzato nell’assistenza alle PMI. Il suo assetto proprietario è stato modificato nel
giugno 2000, quando la BEI ne è divenuta l’azionista di maggioranza, in un processo culminato con
la creazione del Gruppo BEI. Il FEI è l’organismo del Gruppo specializzato nell’offerta di soluzioni
integrate di risk finance a favore delle PMI negli Stati membri dell’UE, i Paesi dell’EFTA e i Paesi
candidati. Esso offre un ventaglio di soluzioni finanziarie agli intermediari del settore pubblico e
privato, con lo scopo di fornire supporto al credito alle PMI e colmare le lacune sui mercati. Il FEI
promuove gli obiettivi dell’UE in materia di innovazione, sviluppo regionale, imprenditorialità,
crescita e occupazione.
Il FEI opera in una logica commerciale, avvalendosi di strumenti di mercato per promuovere la
creazione e la crescita delle PMI in Europa.
Il FEI è l'organo della BEI - dotato di personalità giuridica e di autonomia finanziaria - specializzato
nell’erogazione di capitale di rischio e di strumenti di garanzia a favore dello sviluppo delle piccole
e medie imprese (PMI) ed opera negli Stati membri dell'Unione europea, in Turchia e nei tre paesi
EFTA (Islanda, Liechtenstein e Norvegia).
Missione del FEI è supportare le PMI nell’accesso al credito. A questo scopo il FEI mira a soddisfare
le esigenze attuali e future del mercato progettando prodotti da destinare ai partners (banche,
enti di garanzia, società di leasing e di microcredito, private equity e venture capital), quali
intermediari finanziari del fondo. Attraverso l’offerta di un ventaglio di prodotti integrati sul rischio
finanziario delle PMI agli intermediari convenzionati, il FEI completa i prodotti offerti dalla BEI, con
la quale forma l’EIB Group.
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Pertanto il FEI non eroga prestiti: concede garanzie (per liberare capitale) e investe nell'equity.
Tramite le banche e altri fondi. Istituito nel 1994 è lo strumento specializzato nel finanziamento
indiretto delle PMI – di qualsiasi settore - con particolare attenzione alle imprese ai primi stadi di
sviluppo e con un alto contenuto tecnologico.
Il FEI dispone di un insieme di strumenti finanziari quali:
ƒ capitale di rischio;
ƒ finanziamenti mezzanine e strumenti di debito (supportati da prodotti di garanzia).
Nel segmento del capitale di rischio, l’attività del FEI quale investitore ricorrente (cornerstone)
contribuisce a finanziare le PMI innovative e con un elevato potenziale di crescita oltre che a
soddisfare le esigenze di liquidità delle imprese in fase iniziale di sviluppo e in espansione. Esso
copre un’ampia gamma di esigenze delle PMI, offrendo sostegno al capitale di rischio e alle
imprese del comparto lower mid-market.
Per quanto concerne gli strumenti di debito, il FEI interviene attraverso attività di supporto del
credito (o garanzie per i portafogli cartolarizzati di prestiti e contratti di leasing delle PMI) e
garanzie/controgaranzie per i portafogli di prestiti e contratti di leasing delle PMI.
Con riferimento ai prodotti di garanzia, il FEI costituisce un operatore unico nel suo genere grazie
allo status di banca multilaterale di sviluppo con rating di tripla A ed al fatto di essere riconosciuto
come investitore affidabile nel comparto delle PMI. Il FEI aiuta le istituzioni finanziarie partner ad
agevolare il trasferimento dei rischi, rendere disponibile parte del capitale economico e del
patrimonio di vigilanza e diversificare le fonti di finanziamento. Le garanzie del FEI contribuiscono
anche a rafforzare l’accessibilità al credito delle PMI, generando ulteriori risorse per lo sviluppo di
tali imprese.
Il FEI si adopera per soddisfare le esigenze di mercato e sviluppa nuovi prodotti in stretto concerto
con la BEI e gli operatori. Dal 2009 investe anche in fondi mezzanine: ciò migliora l’accesso ai
finanziamenti per le società tecnologiche con elevato potenziale di crescita nella loro fase di
sviluppo e aiuta le imprese più mature ad affrontare i problemi di espansione o di successione
senza essere costrette a cedere il controllo. Il FEI fornisce finanziamenti sotto forma di capitale di
rischio, di debito o misto agli istituti specializzati nel microcredito cooperando con le banche. Il FEI
finanzia inoltre i fondi specializzati nel trasferimento di tecnologia, contribuendo pertanto in modo
attivo a colmare il divario tra la ricerca applicata e il mercato del capitale di rischio.
Le attività del FEI sono finanziate mediante risorse proprie ovvero fornite dagli azionisti del Fondo
(la BEI e la Commissione europea per conto dell'Unione europea) o da terzi (ad esempio per
l’istituzione di un fondo di fondi di capitale di rischio in determinati Stati membri).
Il FEI nell’ambito dello sviluppo di imprese a livello regionale gestisce i fondi di partecipazione di
JEREMIE con i Fondi strutturali dell’UE per conto delle regioni e degli Stati membri con lo scopo di
definire strumenti di ingegneria finanziaria sostenibili (garanzie e capitale di rischio) a sostegno
delle micro, piccole e medie imprese.
Il FEI non fornisce finanziamenti diretti alle PMI. Esso costituisce partenariati con le istituzioni
finanziarie locali attive nel segmento del capitale di rischio (di norma fondi di capitale di rischio,
investitori privati informali, o business angels, organizzazioni impegnate nel trasferimento di
tecnologia, istituti specializzati nel microcredito) e in quello degli strumenti di debito (banche,
società di leasing, istituzioni che gestiscono schemi di garanzia, anche collettiva, istituti
specializzati nel microcredito).
Il Fondo opera attraverso i seguenti strumenti:
ƒ CAPITALE DI RISCHIO. FEI è la principale istituzione finanziaria nel mercato europeo del
private equity. Attraverso gli interventi di venture capital e private equity, il FEI gioca un
ruolo cruciale nella creazione e nello sviluppo delle PMI innovative e con un alto grado di
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crescita agevolando l’accesso al capitale di rischio, nell’intero ciclo di innovazione. Il FEI
investe in venture capital e fondi per lo sviluppo, fondi mezzanine che sostengono le PMI,
dalle prime fasi di sviluppo dell’idea fino alle fasi successive di maturazione e sviluppo.
Due sono i target degli investimenti FEI in questo campo. Trattasi di :
1. PMI;
2. EARLY STAGES COMPANIES, con tecnologie avanzate nell’industria e servizi.
Le attività di investimento del FEI inoltre coprono i trasferimenti tecnologici e gli incubatori
d’impresa. Si tratta di sottoscrizione di quote di fondi di private equity e di venture capital,
sia su risorse proprie sia su mandati di terzi (BEI). In questa maniera il Fondo permette di
rafforzare la struttura finanziaria delle PMI tramite apporti di capitale.
Il FEI non effettua investimenti diretti nelle imprese, ma opera come “fondo dei fondi”,
finanziando altre realtà create appositamente per effettuare operazioni su capitali di
rischio, finalizzate ad aiutare le PMI ad incrementare i fondi propri. I destinatari prioritari
dei suoi investimenti sono:
- i fondi regionali di capitale di rischio che contribuiscono a creare un mercato più
omogeneo
- i fondi paneuropei di capitale di rischio: in particolare quelli che fanno progredire le
iniziative nazionali e favoriscono il trasferimento di know-how e la diffusione delle
migliori prassi in tutto il continente.
L’attività del FEI consiste dunque nell’assumere partecipazioni di minoranza in fondi che
sostengono la creazione e lo sviluppo delle PMI. I fondi di capitale di rischio nei quali
investe il FEI dovranno avere le seguenti caratteristiche:
- investire non più del 15% delle loro risorse fuori dall’UE o dai paesi dell’allargamento
- operare solo con imprese con meno di 500 dipendenti e con un capitale immobilizzato
netto non superiore ai 75 milioni di euro.
I prodotti di capitale di rischio (equity products) sono i seguenti:
o Trasferimento tecnologico. E’ un’area strategica per il FEI e può essere definita come il
processo di trasformazione dei risultati della ricerca in prodotti/servizi pronti per il
mercato. Questa trasformazione può avvenire in vari modi, in particolare attraverso la
collaborazione tra enti di ricerca ed il sistema industriale, licenze di diritti di proprietà
intellettuale ed attraverso la creazione di imprese in fase di start up o spin-out
universitarie. Gli investitori europei, sebbene seguano con attenzione le opportunità
legate al trasferimento tecnologico, considerano la ricerca accademica un
investimento ad alto rischio per essere finanziato in maniera tradizionale. Nuove
scoperte e tecnologie possono non concretizzare le loro potenzialità fino a che non
diventino attrattive per l’industria e gli investitori ed è in questa fase che il FEI gioca un
ruolo importante, finanziando i fondi e le strutture che si occupano di trasferimento
tecnologico. Questi intermediari investono tipicamente in progetti o imprese in fase di
start up e di preavviamento che poi successivamente potranno essere finanziate
attraverso fondi di venture capital e private equity.
o European Angels Fund (EAF). Si tratta di un programma volto a fornire ai business
angel e ad altri investitori non istituzionali il capitale necessario a finanziare le PMI
innovative sotto forma di coinvestimenti, permettendo di accrescere la capacità di
investimento di questi operatori. L’attività dello European Angels Fund è adattata allo
stile di investimento utilizzato dai business angel, nel senso che concede il massimo
grado di libertà in termini di processo decisionale e di gestione degli investimenti.
Nell’ambito del primo progetto pilota, varato in Germania, a fine 2012 erano già stati
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firmati impegni con cinque business angel per complessivi 17 milioni di euro. Tale
progetto, che ha destato grande interesse in tutta Europa, viene ora replicato in altri
Paesi, quali la Spagna e potrebbe costituire un modello per l’Italia.
o Venture capital. FEI è leader del mercato europeo del VC, sostenendo innovazione ed
imprenditorialità. FEI seleziona e finanzia fondi di VC che investono in PMI innovative
high tech nella fase iniziale e di sviluppo. In particolare FEI è interessato ad imprese
tecnologiche nella fase iniziale con notevoli potenzialità caratterizzate da un tipico
disavanzo finanziario ma che al contempo rappresentano un’importante occasione di
investimento. FEI ha acquisito una consolidata esperienza in materia di biotecnologie,
ambiente e ICT anche gestendo risorse di terze parti: BEI, CE e Autorità di gestione
nazionali e regionali.
o Mezzanine. Il debito mezzanino, o mezzanine financing, è uno strumento di
finanziamento che si colloca per remunerazione, modalità di rimborso e durata in una
posizione intermedia fra il capitale di rischio e i prestiti a medio/lungo termine. La
tipologia dello strumento consente al prenditore di fondi di accedere al prestito con un
piano di rimborso interessi correlato all’incremento di valore economico della società
(mezzanine financing come classica operazione di finanziamento).
Esiste una seconda accezione del termine “mezzanine financing”, con la quale si
intende la possibilità di effettuare acquisizioni attraverso titoli di debito subordinati
soprattutto in relazione a operazioni di leveraged buy-out o di crescita aziendale. In tal
caso l’azienda ottiene un finanziamento a medio-lungo termine subordinato nel
rimborso rispetto ad un finanziamento primario per cui, in caso di fallimento, il
rimborso di tale debito non avviene fin quando non sia già stato rimborsato tutto il
debito primario. La componente debitoria è costituita dal prestito a m/l mentre gli
elementi tipici del capitale di rischio sono racchiusi nella facoltà del finanziatore di
partecipare al capitale di rischio dell’impresa finanziata (tipicamente con warrant od
opzioni call).
Nonostante la flessibilità di questa forma di finanziamento, essa è poco utilizzata nel
nostro paese mentre è più diffusa in paesi anglosassoni. L’utilizzo del debito mezzanino
può essere utile per le imprese di minori dimensioni in forte crescita, la cui capacità di
generare flussi di cassa da destinare al rimorso del debito è, nel breve periodo,
limitata.
Il nostro ordinamento non regola il debito mezzanino in maniera specifica. Spesso,
infatti, vengono riscontrati nella pratica problemi di compatibilità con le norme del
diritto nazionale (specialmente in materia di usura). Per quanto riguarda la
regolamentazione del debito mezzanino, dunque, la normativa a cui si fa riferimento è
quella relativa al contratto di mutuo, artt. 1813 e segg. del Codice Civile. Per quanto
riguarda invece gli obblighi informativi degli istituti che emettono tale forma di
finanziamento, devono essere rispettate le disposizioni in tema di trasparenza delle
condizioni contrattuali previste dal Testo Unico in materia bancaria e creditizia (D. Lgs.
01/09/1993, n. 385).
La seconda “tipologia” di mezzanine financing si articola generalmente in due
componenti
fondamentali:
- il debito subordinato, strutturato nella forma di un prestito tradizionale ad un
tasso di interesse fisso o indicizzato maggiorato di uno spread (generalmente
compreso fra 2,5 e 4 punti percentuali);
25
-
l’equity kicker, cioè la possibilità concessa al sottoscrittore del debito
mezzanino di poter convertire il proprio credito in titoli azionari della società
finanziata. Questa componente è solitamente concessa sottoforma di warrant
o di opzioni call sulle azioni ordinarie della società finanziata. Il prezzo
d’esercizio di questa facoltà viene stabilito in modo tale da soddisfare le
esigenze di rendimento complessive dei sottoscrittori di mezzanino, rapportate
al rischio sopportato.
Il rendimento del debito mezzanino per il finanziatore (o costo per l’impresa finanziata)
in questo caso è scomponibile in interessi passivi (sul debito subordinato) e utile
(sull’equity kicker). I due valori sono tra loro interdipendenti: maggiori sono gli
interessi passivi che l’azienda deve pagare sul debito subordinato, minore sarà il
rendimento dell’equity kicker per il finanziatore e viceversa.
Il debito è subordinato ad altri debiti sia in sede di rimborso delle quote di capitale, sia
in caso di liquidazione dell’azienda. La subordinazione può essere completa (rispetto a
tutti i finanziamenti in essere) o parziale (rispetto ad uno specifico finanziamento
senior). Anche le garanzie reali date al creditore subordinato sono residuali rispetto a
quelle del debito senior.
Questo tipo di finanziamento è molto più simile ad un finanziamento di capitale
azionario piuttosto che al debito tradizionale. Il vantaggio del debito mezzanino è
quello di essere molto flessibile: esso può essere progettato in base alla dinamica del
fabbisogno finanziario dell’azienda.
In entrambi i casi, le aziende che si finanziano con il debito mezzanino devono
rispettare alcuni
vincoli, tra i più frequenti:
- divieto di distribuire utili agli azionisti e di effettuare operazioni di finanza
straordinaria durante il periodo di finanziamento, senza il preventivo consenso
dei creditori mezzanini;
- mantenimento di un rapporto minimo tra capitale proprio e capitale di debito
salvaguardia di un livello minimo di liquidità.
The Mezzanine Facility for Growth riceve risorse da BEI per essere investite in fondi
ibridi debito/equity in Europa.
Un esempio in Italia risale all’ottobre 2013 dove il Fondo Italiano di Investimento e FEI
hanno sottoscritto un commitment di 30 milioni di Euro ciascuno nel fondo Emisys
Development, al suo primo closing. Emisys Development è un veicolo di investimento
che intende offrire supporto ai piani di sviluppo delle Piccole e Medie Imprese Italiane
attraverso strumenti ibridi di debito ed equity, fornendo alle stesse il capitale
necessario per affrontare gli investimenti per la crescita, l’espansione ed il
rafforzamento competitivo. Si tratta di una strategia di investimento particolarmente
innovativa per il mercato italiano, ma già largamente sperimentata con successo in
altri contesti, tra cui il mondo anglosassone.
Fondo Italiano e FEI, assieme al Gruppo Fineurop, ad IMI Investimenti e ad altri family
office ed investitori privati, hanno partecipato al primo closing, che è avvenuto ad una
dimensione di 131 milioni di Euro.
L’investimento in Emsiys Development risponde all’opportunità, per il FEI, di
supportare uno team nel sud Europa attivo negli investimenti in capitale ibrido e
conferma l’impegno del FEI a sostenere lo sviluppo e la crescita di tale regione.
26
La presenza di Fondo Italiano e FEI, che sin dal 2011 hanno già realizzato
congiuntamente numerose iniziative di investimento sul mercato del private equity
italiano, permette di incrementare sostanzialmente le risorse di capitale di rischio
disponibili per le PMI italiane, contribuendo in misura importante a sostenere i
processi di fundraising a favore di tali soggetti.
o Cosme (EGF). L’Equity Facility for Growth (EFG) è uno strumento europeo che ha
l’obiettivo di facilitare la crescita, la ricerca e l’innovazione nelle imprese. EFG, gestito
da FEI, è una componente del programma Cosme.
Attraverso EFG, il FEI investe in fondi selezionati (vedi elenco degli intermediari
finanziari FEI sul sito) che forniscono VC e mezzanini (equity e debt financing) per
l’espansione e la crescita delle SMEs, in particolare quelle che operano oltre frontiera.
Gli interventi sono focalizzati sulle SMEs con un grande potenziale di crescita. Grazie a
1,3 Mld € allocati nel budget Cosme per il finanziamento delle SMEs, sarà possibile
smobilizzare per effetto leva fino a 25 Mld € dagli intermediari finanziari per i prossimi
sette anni.
ƒ DEBT PRODUCTS. L’UE supporta il finanziamento alle SMEs per lo start up e lo sviluppo
attraverso una larga varietà di programmi europei. Per trovare i dettagli dei contatti delle
banche locali e degli istituti di microcredito che erogano finanziamenti nell’ambito degli
accordi FEI, bisogna andare sulla pagina “where to access finance” e selezionare il Paese di
riferimento.
La concessione di garanzie e di altri strumenti analoghi per finanziamenti e altre
obbligazioni finanziarie, è effettuata sotto qualsiasi forma ammessa dalle leggi vigenti. Le
garanzie (incluse quelle accordate a titoli ABS – cartolarizzazione dei finanziamenti
accordati alle imprese) sono concesse su portafogli di prestiti alle PMI, non sulle singole
imprese ma su pool di crediti bancari alle aziende di piccola e media dimensione. Il FEI
opera con un plafond che è pari a tre volte il capitale sottoscritto.
Il ruolo FEI crescerà nel contesto della rivitalizzazione del mercato delle Asset backed
Securities (Abs), proprio con l’ingresso nella tranche mezzanine, e per il lancio dei minibond in Italia e in altri paesi.
Le aziende che, tramite gli intermediari finanziari, potranno usufruire delle garanzie del FEI
dovranno presentare le seguenti caratteristiche:
- un numero di dipendenti non superiore a 500;
- un capitale immobilizzato netto inferiore ai 75 milioni di euro;
- essere indipendenti (al massimo 1/3 del capitale dell’azienda potrà essere
posseduto da un’impresa che per le sue caratteristiche, non rientra nella
definizione di PMI).
Agli intermediari finanziari del FEI verrà appieno delegata ogni valutazione e decisione
operativa riguardo alle singole operazioni di investimento. Le PMI che desiderano ottenere
finanziamenti devono rivolgersi all’intermediario finanziario con cui il FEI opera nel loro
Paese.
CARTOLARIZZAZIONI. Facilitando la realizzazione di operazioni di cartolarizzazione, il FEI
fornice garanzie a banche ed istituzioni finanziarie permettendo loro di diversificare le
proprie fonti finanziarie.
o INNOVFIN SME GUARANTEES FACILITY. Lo strumento di garanzia è gestito dal FEI è
parte di “InnovFin – EU Finance for Innovators” iniziativa lanciata dalla CE e dal Gruppo
BEI nell’ambito di H2020. Lo strumento di garanzia sarà messo in campo dai partner FEI
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(banche convenzionate, società di leasing, enti di garanzia) selezionati in maniera
accurata attraverso specifiche Call for Expression of Interest. Una volta selezionati
questi partner agiscono come intermediari finanziari. Il FEI, quale organo esecutivo di
BEI e CE, copre una quota delle eventuali perdite subite dagli intermediari su prestiti,
locazioni e garanzie di importo compreso tra € 25mila e € 7,5 Mln nell’ambito dello
strumento InnovFin SME Guarantee Facility.
Lo strumento di garanzia è demand-driven, strumento senza massimale costruito sulle
basi dell’RSI.
o COSME- Loan Guarantee Facility (LGF). Il COSME Loan Guarantee Facility (LGF) è uno
strumento finanziario che supporta le imprese europee nella crescita e
nell’innovazione (R&I).
LGF è una componente di Cosme, programma lanciato dalla CE e gestito dal FEI.
Attraverso Cosme LGF, il FEI offre garanzie e controgaranzie, incluse operazioni di
cartolarizzazione di portafogli di crediti verso SMEs, ad una rete selezionata di
intermediari finanziari convenzionati con l’obiettivo di agevolare gli stessi ad offrire più
credito alle SMEs. Condividendo il rischio, le garanzie Cosme consentono agli
intermediari finanziari di estendere la propria attività di finanziamento a favore di
molte PMI che potrebbero avere difficoltà ad accedere ai tradizionali canali bancari.
ƒ MICROFINANCE. Microfinance consiste essenzialmente in microprestiti (meno di €
25.000,00) tagliati su misura per micro-imprese (91% di tutte le imprese europee) e su
individui che intendono avviare un’attività d’impresa ma hanno difficoltà ad accedere ai
canali bancari tradizionali. In tutta l’UE il 99% delle start up sono microimprese ed un terzo
di queste sono avviate da disoccupati. Essendo uno strumento cruciale per superare gli
effetti della crisi finanziaria, il FEI si è occupato del settore della microfinanza fin dagli anni
2000, fornendo risorse finanziarie (nella forma di capitale di rischio o prestiti), garanzie ed
assistenza tecnica ad una larga platea di intermediari finanziari. L’obiettivo è:
imprenditorialità, crescita e creazione di occupazione.
L’European Progress Microfinance Facility è una iniziativa attraverso la quale 205 Mln€ di
finanziamenti sono stati resi disponibili dalla CE e dalla BEI. E’ un’iniziativa di tutti i Paesi
europei ed aspira ad favorire l’accesso al credito di individui che hanno perso il lavoro o
sono in rischio di perderlo o hanno difficoltà ad rientrare nel mondo del lavoro. E’ uno
strumento a favore anche di quei soggetti svantaggiati, incluse le persone a rischio di
esclusione sociale. Inoltre, Progress Microfinance supporta le microimprese, incluse quelle
sociali che forniscono lavoro per i disoccupati e le persone svantaggiate.
Come funziona Progress Microfinance? Il FEI non finanzia direttamente il micro
imprenditore, la microimpresa o il singolo individuo. Il futuro micro imprenditore (o
un’impresa con meno di 10 dipendenti) che necessita di un micro finanziamento (importo
massimo concedibile 25 mila €) dovrà contattare i partner finanziari selezionati, che
forniranno tutte le informazioni necessarie.
Lo "Strumento europeo Progress di microfinanza" (Progress Microfinance), istituito nel
2010, accresce la disponibilità di microcrediti - prestiti di importo inferiore a 25 000 euro per la costituzione o lo sviluppo di piccole imprese.
Progress Microfinance non finanzia direttamente gli imprenditori, ma permette a una serie
di intermediari di microcredito dell'UE di aumentare il volume dei prestiti emettendo
garanzie per coprire il rischio di eventuali perdite e mettendo a disposizione ulteriori fondi
per la concessione di microfinanziamenti.
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Gli intermediari di microcredito possono essere banche private o pubbliche, istituti di
microfinanza non bancari, erogatori di microcredito senza fini di lucro.
Le condizioni di erogazione dei microfinanziamenti - importo, durata, tasso d'interesse e
commissioni, tempo necessario per ottenere un prestito - dipendono dall'istituto che li
concede.
I finanziamenti dello strumento Progress non possono essere utilizzati per coprire linee di
credito come gli scoperti o i finanziamenti revolving a breve termine.
Chi può beneficiare di Progress Microfinance?
Chiunque:
- voglia mettersi in proprio o costituire/sviluppare una microimpresa (meno di dieci
dipendenti), specie nel settore dell'economia sociale
- sia disoccupato
- sia rimasto per qualche tempo fuori del mercato del lavoro
- abbia difficoltà ad ottenere un finanziamento tradizionale (perché donna,
considerato troppo giovane o troppo vecchio, appartenente a una minoranza, con
una disabilità ecc.).
Come chiedere un finanziamento?
Per prima cosa occorre accertarsi se ci sia già un intermediario di microcredito aderente a
Progress nel proprio paese. È all'intermediario che bisogna chiedere informazioni sui
requisiti e le procedure per ottenere un finanziamento e inviare poi direttamente la
domanda di microcredito.
Progress Microfinance offre due linee di prodotto alle banche convenzionate:
1. garanzie per il microcredito (dirette e controgaranzie) per la copertura di portafogli
di microcrediti;
2. strumenti di finanziamento (prestiti e capitale di rischio). In funzione del tipo di
intermediario finanziario e della sua attività, Progress Microfinance quattro
tipologie di strumenti:
9 prestiti chirografari con durata tra 5 e 7 anni (Senior Loans). Si tratta Il
termine Senior deriva dal fatto che esso è privilegiato in sede di rimborso
delle quote di capitale e degli interessi rispetto all’eventuale debito
subordinato.
9 Finanziamento bancario subordinato – Mezzanine (Subordinated loans),
tipicamente utilizzato per rafforzare la struttura del capitale
dell’intermediario. Prestito subordinato nel pagamento degli interessi in fase
di rimborso e di liquidazione, rispetto ai finanziatori senior. Dotato solo
parzialmente di una garanzia reale (collateral), residuale rispetto al senior
debt (second security).
I prestiti subordinati sono una forma di prestito assistito che prevede una
clausola contrattuale di subordinazione al rimborso, nel caso di liquidazione
o fallimento del debitore. Il finanziatore accetta quindi che il rimborso del
suo credito sia subordinato al completo soddisfacimento di altri creditori.
9 Risk sharing loans. Prestiti senior combinati con una partecipazione al rischio
nel micro credito erogato dagli intermediari;
9 Partecipazione nel capitale di rischio. Tipicamente per un periodo di 6-8
anni.
ƒ SVILUPPO REGIONALE. L’Iniziativa JEREMIE (Joint European Resources for Micro to
Medium Enterprises - Risorse europee congiunte per le piccole e medie imprese) offre agli
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Stati membri dell’UE, mediante le rispettive Autorità di gestione nazionali e regionali,
l’opportunità di utilizzare parte dei Fondi strutturali per migliorare l’accesso al credito delle
PMI, attraverso soluzioni quali la partecipazione al capitale d’impresa, prestiti o garanzie
disponibili tramite Fondi di partecipazione. L’iniziativa Jeremie, come fondo di
partecipazione a comparti multipli, si rivolge agli intermediari finanziari e non direttamente
alle PMI, offrendo prodotti specifici: garanzie, cogaranzie e controgaranzie, garanzie sulla
partecipazione al capitale d’impresa, micro prestiti, operazioni di cartolarizzazione, capitale
di rischio, investimenti nei fondi di trasferimento tecnologico e nei fondi di coinvestimento
per business angels. Questi intermediari finanziari erogano alle PMI prestiti e
partecipazioni al capitale d’impresa.
o HORIZON 2020
H2020 è lo strumento di finanziamento alla ricerca scientifica ed alla innovazione della CE che ha
un budget stanziato tra i più alti del mondo: quasi 80 Mld €.
Obiettivo di H2020 è favorire, migliorare, sviluppare la ricerca scientifica in Europa, nel momento
in cui i risultati di questa ricerca migliorano la competitività delle imprese per rilanciare l’economia
e l’occupazione.
Le Regole di partecipazione H2020 fanno esplicito ed implicito richiamo Regolamento Finanziario
dell’Unione Europea n. 966/2012.
In termini di partecipazione, Horizon 2020 amplia il novero dei soggetti eleggibili includendo quelli
sprovvisti di personalità giuridica:
- società di persone, società di fatto, associazioni non riconosciute e i comitati (enti che non
si registrano nei registri della prefettura ex art 1 DPR n 361 / 2000) di cui all’art. 36 e ss cod.
civile;
purché siano previsti meccanismi di attribuzione della responsabilità in capo ai rappresentati legali
tali da garantire – in maniera equivalente ai soggetti dotati di personalità giuridica – gli interessi
finanziari della CE.
Nessuna variazione rispetto al passato, invece, sia in termini di tipologie di soggetti eleggibili
(persone fisiche/giuridiche, JRC - joint research center-, organizzazioni internazionali d’interesse
europeo e non) che di ammissibilità al finanziamento (soggetti stabiliti in Stati Membri o Associati
inclusi gli istituti del JRC, ovvero in Paesi Partner della Cooperazione Internazionale, organizzazioni
internazionali d’interesse europeo). I Paesi Terzi Industrializzati e le Organizzazioni Internazionali
sono generalmente esclusi dal finanziamento, fatta eccezione per le ipotesi previste dal singolo
bando (WP), in presenza di accordi scientifici bilaterali, ovvero qualora se ne dimostri l’essenzialità
ai fini degli obiettivi progettuali.
ART 131 REG. FIN. 966/2012: “La domanda specifica lo status giuridico del richiedente e dimostra
la sua capacità finanziaria e operativa di realizzare l'azione o il programma di lavoro oggetto della
sua proposta.
A tale scopo, il richiedente presenta una dichiarazione sull'onore e, salvo nel caso di sovvenzioni di
valore modesto, tutti i documenti giustificativi richiesti dall'ordinatore responsabile, sulla base di
un'analisi dei rischi. L'obbligo di presentare tali documenti è indicato nell'invito a presentare
proposte”.
Sempre in tema di partecipazione, va evidenziato che le regole alla base della verifica della
capacità finanziaria sono state riviste rispetto al VII PQ, essendovi assoggettati solo i coordinatori
dei progetti destinatari di un contributo UE uguale o superiore ai 500.000€, sebbene la CE si riservi
di effettuare tale verifica tutte le volte in cui ci siano dubbi circa la solidità finanziaria di un
partecipante.
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COME PARTECIPARE : LE AZIONI DI FINANZIAMENTO
Ogni bando presenta uno o più schemi di finanziamento chiamati “azioni”. Ogni azione presenta
obiettivi specifici particolari:
ƒ Research and Innovation Action (RIA) e la Innovation Action (IA) con un focus
rispettivamente sull’attività di ricerca e dimostrativa (vecchi Collaborative projects nel VII
PQ).
Il coinvolgimento delle PMI nei progetti collaborativi - 13% del budget all’interno dei Work
Programme LEITs del secondo pilastro e Societal Challenges del terzo pilastro dovrà
necessariamente andare a beneficio delle PMI. Si tratta delle proposte in cui è necessario
rispondere esattamente al topic descritto dalla CE nel Work Programme (approccio top
down), attraverso la costituzione di un partenariato costituito da almeno tre soggetti
giuridici aventi sede legale in tre stati differenti, che siano stati membri UE o associati ad
Horizon 2020. In Horizon 2020 i progetti collaborativi si distinguono in due tipologie:
9 Research and Innovation Action (RIA): RIA in cui le core activities della proposta
sono quelle di Ricerca e Sviluppo. Ciò nonostante sono ammissibili al finanziamento
anche attività di Dimostrazione, Management e altro.
Azioni prevalentemente orientate alla produzione di nuove conoscenze, nonché a
verificare/migliorare l’efficacia di nuove tecnologie, prodotti, processi, servizi o
soluzioni. A tal fine, l’azione può includere ricerca di base e/o applicata, sviluppo e
integrazione di tecnologie, validazione e test su scala ridotta (per esempio in
laboratorio o in ambiente simulato). I progetti possono tuttavia contenere
connesse, purché limitate, attività dimostrative al fine di dimostrare la fattibilità
tecnica in ambiente operativo.
Chi può beneficiarne: Tutti i soggetti eleggibili in H2020
Tipologia supporto finanziario: sovvenzioni pari al 100% dei costi eleggibili
9 Innovation Action (IA): IA in cui le core activities della proposta sono quelle
dimostrative (testing, sviluppo del prototipo, scaling up, first market replication).
Ciò nonostante sono ammissibili al finanziamento anche attività di Ricerca e
Sviluppo, Management e altro.
Azioni prevalentemente dirette alla produzione di impianti e disegni per nuovi o
migliori prodotti, processi o servizi. A tal fine, l’azione può includere attività di
prototipizzazione, test, dimostrazione, piloting, validazione su larga scala e progetti
di prima applicazione commerciale.
I progetti possono tuttavia includere limitate attività di ricerca e sviluppo.
Chi può beneficiarne: Tutti i soggetti eleggibili in H2020.
Tipologia supporto finanziario: sovvenzioni pari al 70% dei costi eleggibili (fatta
eccezione per gli enti no-profit, ai quali è riconosciuto il 100%).
ƒ Coordination and Support action: Azioni prevalentemente rivolte al finanziamento di
misure di accompagnamento, ed in particolare ad attività di standardizzazione,
promozione, comunicazione, disseminazione, networking, servizi di supporto, studi per la
definizione di nuove infrastrutture, pianificazione strategica, coordinamento di programmi
in Paesi differenti.
Chi può beneficiarne: Tutti i soggetti eleggibili in H2020.
Tipologia supporto finanziario: Sovvenzioni pari al 100% dei costi eleggibili
ƒ Program co-funding action (vecchi ERA-NET/ERA-NET+, Cofund Marie Curie, iniziative ex
art.185)
ƒ Pre-Commercial Procurement (PCP) e Public Procurement of Innovative Solutions (PPI)
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ƒ Premi
Si aggiungono a questa lista le procedure ad hoc previste per lo Strumento PMI e il Fast Track to
Innovation (vedi più avanti).
PARTICIPANT PORTAL
I bandi vengono pubblicati dalla CE sul sito ufficiale di Horizon 2020, il Participant Portal.
Nella sezione Funding Opportunities sono disponibili tutti i bandi aperti, selezionabili in base alla
tematica d'interesse. Il sistema permette di fare una ricerca anche per singolo topic (specifico
tema di ricerca di un bando) tramite parola chiave, nella sezione search topic.
Anche APRE dispone di una piattaforma per la pubblicazione dei bandi di Horizon 2020 dove
troverete anche delle informazioni aggiuntive indicate dai Punti di Contatto Nazionale.
Al lancio dei bandi viene reso disponibile sul Participant Portal il Programma di Lavoro (Work
Programme – WP). Nel WP si trovano gli argomenti di ricerca e tutte le informazioni sul bando:
criteri di ammissibilità, tipo di partenariato richiesto, specifiche sul budget, indicazioni sulle azioni
di finanziamento ecc. ). Il WP è disponibile nella pagina del bando sul Participant Portal.
COSTRUZIONE DEL PARTENARIATO
Horizon 2020 promuove la cooperazione scientifica tra gli stati membri o stati associati all’Unione
europea. La maggior parte dei bandi aperti richiede ai proponenti di costituire un partenariato
transazionale composto da almeno tre organizzazioni indipendenti provenienti da tre diversi stati
membri o associati.
E' possibile decidere di organizzare un partenariato e assumere il ruolo di Coordinatore del
progetto oppure di avere il ruolo di partner.
Ci sono diversi servizi di Ricerca Partner utilizzabili per costituire un partenariato e per ricercare
partner di consorzio. Diverse reti costituite dai Punti di Contatto Nazionali promuovono strumenti
di Ricerca Partner:
• APRE Partner Search: APRE ha sviluppato un servizio di ricerca di partner per aiutare
organizzazioni come le università, le aziende, istituti di ricerca, PMI e altri soggetti giuridici
a trovare partner adeguati o coordinatori per la partecipazione a Horizon 2020.
• CORDIS Partner Service: uno dei database con il numero maggiore di profili registrati.
• IDEALIST Partner Search: piattaforma di Ricerca Partner sviluppata dalla rete dei Punti di
Contatto Nazionali per ICT, anche se i profili raccolti includono anche altre categorie. I
profili vengono sottoposti ad un controllo di qualità prima di essere validati.
• NMP TEAM: Servizio di ricerca Partner in Nanoscienze e Nanotecnologie, Materiali e nuove
tecnologie di Produzione, Biotecnologie (NMP+B).
• FIT for HEALTH: sviluppata da FIT4HEALTH in stretta collaborazione con la rete dei Punti di
Contatto Nazionali per il tema Salute.
• IMI Partner Search: servizio di Ricerca Partner promosso dall’Innovative Medicines
Initiatives Joint Undertaking per le organizzazioni interessate allo sviluppo di farmaci più
sicuri ed efficaci. Sono presenti anche opportunità per PMI.
• Enterprise Europe Network Cooperation Opportunities Network: l’Enterprise Europe
Network (EEN) dedicato alle PMI, pubblica un consistente numero di profili di aziende
internazionali e enti di ricerca per aiutare ad identificare partner adatti per eventuali
collaborazioni.
APRE ospita tutti i Punti di Contatto Nazionale (NCP) di Horizon 2020 in Italia. Gli NCP in APRE
offrono un servizio, a titolo gratuito, di informazione e assistenza su:
o la priorità tematiche o i programmi di ricerca;
o gli strumenti finanziari; le procedure amministrative;
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o la preparazione della proposta (incluso il pre-screening).
REGOLE DI FINANZIAMENTO
Le regole di finanziamento prevedono un’unica percentuale di rimborso per progetto (70% oppure
100%- fanno eccezione le azioni ERANET Cofund e i PPI, finanziati rispettivamente al 33% e al
70%), indipendentemente dalla tipologia di partecipante e dalle attività previste dall’azione. Alla
stessa logica di semplificazione risponde la previsione di un’unica metodologia di calcolo dei costi
indiretti per tutti i partecipanti, indipendentemente dalla loro natura giuridica e sistema di
contabilità (elementi questi che incidevano nella determinazione della metodologia nel VII PQ): il
25% dei costi diretti (fatta eccezione per i subcontratti e i costi relativi alle risorse messe a
disposizione dalle parti terze non utilizzate nei locali del beneficiario).
Quanto alla definizione dei costi eleggibili, spicca l’eleggibilità dell’IVA (rendicontabile se non
recuperabile sulla base della legislazione nazionale), nonché alcune novità riguardanti i costi del
personale:
ƒ esteso utilizzo dei costi medi se previsto dal regolamento interno dell’ente;
ƒ possibilità per gli enti no-profit di rendicontare remunerazioni aggiuntive, se previsto dal
regolamento interno dell’ente e nei limiti di 8000€/anno/persona;
ƒ time sheet non richiesto per i ricercatori impegnati full time sul progetto;
ƒ scelta tra monte ore produttive fisso (1720), standard o individuale.
La certificazione dei costi è anch’essa assoggettata a nuove regole in H2020, essendo richiesta alla
fine del progetto e solo per importi reali (fatta eccezione per quelli forfettari: per esempio flat
rate, lump sum) superiori ai 325.000€.
Conclude il quadro finanziario la possibilità di essere assoggettati ad ex post audit entro i due anni
dal pagamento finale (mentre nel VII PQ tali controlli erano estesi fino a cinque anni dalla fine del
progetto).
STRUTTURA DEL PROGRAMMA.
La prima novità riguarda l’approccio lineare che ha tradizionalmente marcato i Programmi
precedenti, divenuto non più adeguato alla nuova strategia europea. Europa 2020 impone di
lavorare tutti insieme, concentrando su poche priorità ad alto valore aggiunto ed impatto, le
scarse risorse disponibili, attraverso un approccio sistemico e sinergico. Per la prima volta si
richiede di costruire i progetti affrontando più problemi interconnessi tra loro, integrando
tecnologie diverse, disperse in H2020 ed in altri Programmi. (LOGICA SISTEMICA).
La seconda novità riguarda gli aspetti finanziari. In particolare la capacità di combinare, in progetti
complessi, strumenti finanziari differenti appartenenti a più Programmi diversi. Una propria e vera
ingegneria finanziaria che deve permettere l’utilizzo ottimale delle risorse pubbliche e private,
disponibili a livello europeo, nazionale e regionale. (INGEGNERIA DEI FINANZIAMENTI).
Nel quadro del nuovo periodo di programmazione UE 2014-2020, i programmi a gestione diretta
(come per esempio Horizon 2020 e COSME) e indiretta (come i Fondi Strutturali) sono chiamati a
lavorare in modo creativo e sinergico in termini di attività, programmi di lavoro e bandi.
Rientrano in tale esercizio i nuovi strumenti finanziari a sostegno della Ricerca & Innovazione
(R&I), in particolare quelli a supporto delle micro, piccole e medie imprese (PMI) e delle midcaps.
L’introduzione di un nuovo sistema semplificato di imputazione dei costi progettuali e
l’eliminazione della fase negoziale precedente alla conclusione dei contratti, sono anch’esse novità
importanti, destinate a facilitare ed accelerare l’erogazione dei finanziamenti che necessitano
tuttavia una conoscenza approfondita delle regole e degli strumenti finanziari previsti non solo in
H2020 ma anche negli altri Programmi, per poter realizzare le sinergie richieste.
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H2020 indirizzerà le risorse verso tre priorità distinte ma interconnesse le quali, rappresentando i
tre pilastri del Programma, si integrano reciprocamente e rispondono alle priorità della strategia
Europa 2020 e, in particolare, della sua iniziativa faro ”Unione dell'Innovazione”:
1. ECCELLENZA SCIENTIFICA: è il primo dei tre pilastri del nuovo Programma Quadro Horizon
2020. Il suo obiettivo generale è elevare il livello di eccellenza della base scientifica
europea e garantire una produzione costante di ricerca a livello mondiale per assicurare la
competitività dell'Europa a lungo termine. Vuole sostenere le idee migliori, sviluppare i
talenti in Europa, dare ai ricercatori accesso ad infrastrutture di ricerca prioritarie e fare
dell'Europa un luogo attraente per i migliori ricercatori del mondo mira a rafforzare
l'eccellenza della ricerca europea. Si articola in 4 programmi:
a) European Research Council (ERC): sostiene gli individui più talentuosi e creativi e le
loro equipe nello svolgere ricerche di frontiera di altissima qualità.
I bandi ERC saranno incentrati su cinque principali schemi di finanziamento:
1) Starting Grant (StG): Si rivolge a ricercatori di qualsiasi nazionalità, leader
emergenti della ricerca, con 2-7 anni di esperienza maturata dopo il
conseguimento del dottorato (o di un altro titolo equipollente);
2) Consolidator Grant(CoG): è destinato a ricercatori di qualsiasi nazionalità con 712 anni di esperienza maturata dopo il conseguimento del dottorato di ricerca (o
di un altro titolo equipollente) e con un curriculum scientifico molto
promettente;
3) Advanced Grant (AdG): permette a leader della ricerca eccezionali e affermati di
qualsiasi età e nazionalità di portare avanti progetti innovativi e ad alto rischio in
grado di aprire nuove direzioni nei loro rispettivi campi di ricerca e in altri
settori;
4) Synergy Grant (SyG): lanciato come "azione pilota" nell’ambito degli ultimi due
bandi VII PQ, non sarà riproposto nel primo Work Programme di Horizon2020.
Promuove progressi sostanziali nella frontiera della conoscenza e incoraggiare
nuove linee produttive di ricerca nonché nuovi metodi e tecniche. È destinato a
gruppi costituiti da un minimo di due e da un massimo di quattro ricercatori
principali.
5) Proof of Concept(PoC): Mirano a garantire il collegamento tra ricerca di base e
mercato.
b) Future and Emerging Technologies: l’obiettivo è promuovere tecnologie
radicalmente nuove per mezzo dell’esplorazione di idee nuove e ad alto rischio
fondate su basi scientifiche. Si promuove la ricerca oltre quanto è già conosciuto,
accettato o ampiamente adottato ed incoraggia un pensiero nuovo e visionario per
aprire percorsi promettenti verso nuove tecnologie. Si promuovono gli sforzi per
perseguire le opportunità di ricerca su piccola scala in tutti i settori, compresi i temi
emergenti e le grandi sfide scientifiche e tecnologiche che esigono federazione e
collaborazione fra i programmi in Europa ed oltre;
c) Azioni Marie Curie: offre ai ricercatori eccellenti opportunità di formazione e di
carriera mediante sostenendo la mobilità. Sono previste 4 azioni:
d) Infrastrutture di ricerca: garantisce che l'Europa disponga di infrastrutture di ricerca
(comprese le infrastrutture elettroniche in rete) di livello mondiale accessibili a tutti i
ricercatori in Europa e in altri paesi. Sono considerate IR risorse e servizi utilizzate da
ricercatori o imprese per attività di ricerca ed innovazione e comprendono: grandi
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attrezzature scientifiche, archivi, database oltre che tecnologie ITC (software, super
calcolatori).
2. LEADERSHIP INDUSTRIALE: il secondo pilastro di H2020 intende fare dell’Europa un luogo
più attraente per investire nella ricerca e nell’innovazione (compresa l’innovazione
ecologica), promuovendo attività strutturate dalle aziende. Vuole portare grandi
investimenti in tecnologie industriali essenziali, incentivare il potenziale di crescita delle
aziende europee fornendo loro livelli adeguati di finanziamento ed aiutare le PMI
innovative a trasformarsi in imprese leader a livello mondiale. Si articola in 3 programmi:
a) Leadership nelle tecnologie abilitanti e industriali: fornisce un sostegno mirato alla
ricerca, allo sviluppo ed alla dimostrazione delle seguenti priorità/programmi:
- ICT: tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazione. L’obiettivo
specifico di questo tema è consentire all’Europa di sviluppare e valorizzare le
opportunità offerte dai progressi compiuti grazie alle ICT a vantaggio della
società. Le ICT sostengono l’innovazione e la competitività e consentono
progressi scientifici in tutte le discipline. Nel prossimo decennio l’impatto
rivoluzionario delle tecnologie digitali, dei componenti delle ICT, delle
infrastrutture e dei servizi sarà sempre più visibile nella vita delle persone.
- Nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, fabbricazione e
trasformazione avanzate. Sono tutte aree chiave che determinano la
posizione dell’Europa nel mercato globale. Investire in queste aree dà una
spinta alla competitività, crea posti di lavoro e sostiene la crescita.
- Spazio: l’obiettivo specifico è promuovere un’industria ed una comunità di
ricerca spaziale concorrenziali ed innovative e sviluppare e sfruttare le
infrastrutture spaziali per soddisfare le future esigenze della politica dell ‘UE e
della società.
b) Accesso alla finanza di rischio: obiettivo: sviluppare maggiori investimenti in R&I in
specie dal settore privato. Leverage effect: to attract additional finance and multiply
HORIZON 2020 budget resources. Mira a superare i disavanzi della disponibilità di
crediti e fondi per il settore R&S, le imprese ed i progetti innovativi in tutte le fasi di
sviluppo. Congiuntamente agli strumenti di finanza di rischio in Cosme sostiene lo
sviluppo del capitale di rischio a livello europeo. Raccoglie degli strumenti finanziari
volti a supportare le aziende ed altri tipi di organizzazioni attive nei settori di R&I
nell’accesso a prestiti, garanzie, controgaranzie, finanziamenti ibridi o mezzanini ed a
strumenti di equity.
Equity finance:
- Early stage finance (GIF 1.2) per imprese innovative; inoltre con Cosme è
possibile un livello di finanziamento per lo sviluppo;
- Pilot facility for technology transfer (TTFF) per portare I risultati della R&D sul
mercato (es. Creazione di spin off);
- Piloting Co-Investments by Business Angels per imprese ICT innovative.
Debt finance:
- Loans services for R&I (RSFF II): finanziamenti e garanzie per investimenti in
R&I effettuati da midcaps e grandi imprese, istituti di ricerca; prestiti con
ammontare superiore a 7.5 milioni di euro;
- SME & small midcaps R&I Loans Service (RSI II): strumenti di garanzia per
prestiti a favore di piccole e medie imprese innovative e research intensive.
Importo del finanziamento tra 25.000,00 euro e 7,5 milioni di euro;
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-
Joint Guarantee Instruments for R&I-intensive SMEs and Small Midcaps
("SME Initiative") (ESIF-COSME-H2020) (2014-2016)
c) Innovazione nelle PMI: nel programma di lavoro “Innovazione nelle Piccole e Medie
Imprese – PMI” la Commissione supporterà l’innovazione delle aziende europee in
tutte le sue forme con un interesse specifico per quelle dotate di un potenziale di
crescita suscettibile con l’internazionalizzazione sul mercato unico e oltre: sviluppo e
applicazione di tecnologie, nuovi business e modelli di organizzazione per
raggiungere nuovi mercati e crescere rapidamente. Le attività inserite nel programma
di lavoro non prevedono ricerca ma finanziamenti per azioni di supporto alla ricerca.
Le attività inserite nel programma saranno complementari a quelle finanziate in
Cosme, volto a:
• fornire accesso ai finanziamenti per le imprese orientate alla crescita che non
rientrano in H2020;
• sviluppare condizioni migliori di crescita per le PMI, attraverso misure relative
ai cluster ed in settori di interesse strategico e supporto
all’internazionalizzazione delle PMI.
Innovation in Sme è un ponte tra le attività principali di H2020 (il supporto alla
ricerca, progetti di sviluppo e innovazione) e la creazione di un ambiente favorevole
per la crescita e l’innovazione delle PMI. In aggiunta, l’analisi delle performance di
innovazione delle PMI e del loro sviluppo futuro sono oggetto del bando.
“Innovation in SMEs” è un ponte tra le attività principali di Horizon 2020 (il supporto
alla ricerca, progetti di sviluppo e innovazione) e la creazione di un ecosistema
favorevole per la crescita e l’innovazione delle PMI.
Il programma di lavoro include l’introduzione di un nuovo strumento specifico per le
PMI, il cui budget è allocato nelle LEITs (II Pilastro) e nelle Sfide Sociali (III Pilastro), il
supporto all’iniziativa Eurostars e varie azioni che puntano allo sviluppo e a fornire
maggiore supporto per le PMI stesse (IPR Helpdesk, IPorta, ecc.). In aggiunta, l'analisi
delle performance di innovazione delle PMI e del loro sviluppo futuro sono oggetto
del bando. Attività simili a queste in passato erano finanziate dal “programma per
l’imprenditorialità e l’innovazione”, parte del programma CIP.
Tabella riassuntiva SME Instrument all’interno dei bandi LEITs e Societal Challenges.
Schemi di finanziamento:
• Innovation Actions
• Coordination and Support Actions – CSA: 100%
• Public Procurement
• Expert contracts
3. SFIDE SOCIALI: rispecchia le priorità strategiche di Europa 2020 e ha l’obiettivo di
sviluppare nuove e convincenti soluzioni per sette grandi attuali problematiche che i
cittadini europei (e quelli di altri paesi nel mondo) condividono. Queste sette sfide sociali
sono le seguenti:
1) Sanità, cambiamenti demografici e benessere;
2) Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia;
3) Energia da fonti sicure, pulita ed efficiente;
4) Trasporti intelligenti, ecologici e integrati;
5) Azione per il clima, efficienza sotto il profilo delle risorse e materie prime;
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6) Società inclusive, innovative e riflessive;
7) Società sicure e innovative - proteggere libertà e sicurezza dell’Europa e dei suoi
cittadini.
Le attività interessano l’intero ciclo di vita che va dalla ricerca di base al mercato, con un
nuovo accento sulle attività connesse all’innovazione, quali azioni pilota, le dimostrazioni, i
test a sostegno ed allo svolgimento di gare d’appalto, la progettazione, l’innovazione
sociale e la commercializzazione delle innovazioni.
Alle tre grandi priorità si aggiungono le seguenti attività orizzontali con i relativi budget:
• Diffondere l’eccellenza e ampliare la partecipazione: € 816 milioni. Ha come obiettivo il
miglioramento e l’incremento della partecipazione a H2020 di alcuni Stati membri e regioni
UE con prestazioni non soddisfacenti sul piano della R&I. Attività principali: teaming,
twinning, Era Chairs, Rete transnazionale di NCP.
• Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia: € 2,7 miliardi. Obiettivo è integrare il
triangolo della conoscenza, costituito da ricerca, da innovazione e da istruzione, rafforzare
la capacità in innovazione dell’UE e affrontare le problematiche della nostra società.
• Scienza con e per la società: € 462 milioni. E’ un’azione volta ad approfondire la
cooperazione tra scienza e società nonché promuovere una ricerca ed un’innovazione
responsabile, una cultura ed educazione scientifica e rafforzare la fiducia del pubblico nella
scienza favorendo un impegno dei cittadini e della società civile su questioni di R&I;
• Joint Research Center: il Centro Comune di Ricerca è il servizio scientifico interno del CE,
che ah l’obiettivo di fornire un supporto tecnico indipendente e basato sull’evidenza
scientifica, alle politiche dell’UE al momento della loro definizione.
• Euratom: Programma per la formazione e la ricerca che sarà finanziato con circa € 1,6
miliardi per il periodo 2014 2018. Per lo stesso programma, nel periodo 2019-2020 si stima
invece un budget di € 770 milioni.
Secondo fonti UE, meno del 50% dei partner industriali utilizza fondi pubblici in modo strategico
per avviare progetti di ricerca e solamente il 22% delle PMI che partecipano ai programmi europei
sono orientate all’innovazione. Molte delle strutture accademiche beneficiano della
collaborazione dell’industria al fine portare avanti la propria ricerca. Tuttavia la diffusione e
commercializzazione della conoscenza risulta particolarmente problematica. I risultati, infatti,
mancano di una strategia efficace di condivisione e sfruttamento poiché l’architettura progettuale
non è disegnata, in partenza, per un loro utilizzo. Inoltre, le PMI non sono spesso al corrente dei
programmi a supporto dell’internazionalizzazione, nonostante ci sia una forte relazione tra
innovazione ed internazionalizzazione che dovrebbe essere maggiormente sfruttata.
Sulla base di queste considerazioni, all’interno del secondo pilastro “Leadership Industriale”, è
stata inserita una linea d’azione relativa all’Innovazione nelle PMI, volta non soltanto al sostegno
di progetti innovativi ma anche alla realizzazione di condizioni in grado di favorire l’innovazione, la
commercializzazione e la crescita delle aziende. Più in generale, H2020 prevede una struttura
integrata a supporto delle PMI volta a sostenere l’intero processo di innovazione. A tal fine è stato
adottato un approccio integrato ad hoc a supporto delle PMI.
LE OPPORTUNITA’ PER LE PMI.
Secondo fonti UE, meno del 50% dei partner industriali utilizza fondi pubblici in modo strategico
per avviare progetti di ricerca e solamente il 22% delle PMI che partecipano ai programmi europei
sono orientate all’innovazione. Molte delle strutture accademiche beneficiano della
collaborazione dell’industria al fine portare avanti la propria ricerca. Tuttavia la diffusione e
commercializzazione della conoscenza risulta particolarmente problematica. I risultati, infatti,
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mancano di una strategia efficace di condivisione e sfruttamento poiché l’architettura progettuale
non è disegnata, in partenza, per un loro utilizzo. Inoltre, le PMI non sono spesso al corrente dei
programmi a supporto dell’internazionalizzazione, nonostante ci sia una forte relazione tra
innovazione ed internazionalizzazione che dovrebbe essere maggiormente sfruttata.
Sulla base di queste considerazioni, all’interno del secondo pilastro “Leadership Industriale”, è
stata inserita una linea d’azione relativa all’Innovazione nelle PMI, volta non soltanto al sostegno
di progetti innovativi ma anche alla realizzazione di condizioni in grado di favorire l’innovazione, la
commercializzazione e la crescita delle aziende. Più in generale, H2020 prevede una struttura
integrata a supporto delle PMI volta a sostenere l’intero processo di innovazione. A tal fine è stato
adottato un approccio integrato ad hoc a supporto delle PMI. La grande novità per le PMI in H2020
è la previsione di un nuovo strumento mainstreaming con applicazione trasversale ai “Work
Programme” inseriti nelle Leadership in Enabling and Industrial Technologies (LEIT) del secondo
pilastro ed alle sette Sfide Sociali del terzo pilastro. Lo Strumento per le PMI (SME Instrument) si
prefigge di supportare le PMI innovative nel percorso ideale che va dalla verifica tecnico-scientifica
dell’idea progettuale, allo sviluppo della stessa idea con la prototipazione e la prima applicazione
sul mercato, fino alla commercializzazione del prodotto/servizio/tecnologia finito sviluppata nelle
fasi precedenti.
Nel quadro di H2020, inoltre, vi sono una serie di opportunità aggiuntive per le aziende:
ƒ “L’accesso alla finanzia di rischio” (Access to Risk Finance – vedi paragrafo 1.3).
ƒ Lo scambio e la mobilità dei piccoli imprenditori all’interno delle Azioni Marie Curie: le
Azioni Marie Sklodowska - Curie (MSCA) finanziano l'eccellenza e l'innovazione nella
formazione, nella carriera e nelle opportunità di scambio di conoscenze dei ricercatori
europei grazie alla mobilità transfrontaliera ed intersettoriale, al fine di prepararli al meglio
ad affrontare le sfide sociali attuali e future. L’azione “Research and Innovation Staff
Exchange (RISE)” ha come obiettivo quello di promuovere una collaborazione
internazionale e intersettoriale attraverso distacchi di personale per condividere scambi di
conoscenze e buone prassi. Questa tipologia di azione mira a favorire lo sviluppo e la
condivisione di competenze e il trasferimento di idee innovative dalla ricerca al mercato.
RISE si rivolge a organizzazioni del settore accademico e non accademico (in particolare
PMI) con sede in uno Stato Membro o Paese Associato e in Paesi Terzi e fornisce supporto
allo sviluppo di collaborazioni da realizzarsi sotto forma di attività congiunte in ricerca e
innovazione. Al distacco possono partecipare ricercatori (sia early stage che experienced) e
staff tecnico amministrativo.
ƒ Supporto al Programma Eurostars dedicato al supporto dei progetti di PMI innovative e
start up. Eurostars è basato sull'art. 185 ( ex 169) rivolto al sostegno della ricerca
industriale delle piccole e medie imprese europee aventi proprie capacità di ricerca. Esso è
stato ideato, definito e fortemente sostenuto dall'iniziativa EUREKA che ora, tramite il
proprio Segretariato di Bruxelles, ne è anche il gestore. Ad oggi trentatre paesi membri di
EUREKA tra cui l'Italia, hanno dato la loro adesione al programma, co-finanziando di anno
in anno, i relativi bandi.
Eurostars ha come principali obiettivi:
a) incoraggiare le PMI a sviluppare nuove attività produttive basate sui risultati dei progetti
di R&S;
b) creare una rete internazionale di supporto alle attività di ricerca delle PMI;
c) aiutare le PMI a sviluppare rapidamente nuovi prodotti, processi e servizi per il mercato.
38
Dall'Energia all'Ambiente, dall'ICT alle Bio e Nanotecnologie, dall'Eco-innovazione ai Trasporti,
all'Educazione, all'Agroalimentare etc., non esiste settore che l'Unione Europea non sostenga con
generosi finanziamenti o strumenti finanziari incredibilmente efficaci.
Nel caso specifico delle imprese e delle PMI, le misure di finanziamento UE riguardano lo startup e
lo sviluppo d'impresa (infrastrutturale, tecnico-tecnologico e strategico-operativo), la conversione
dei sistemi di approvvigionamento e produzione energetica da tradizionale a rinnovabile,
l'introduzione di materiali e tecnologie eco-compatibili e, soprattutto, la Ricerca e Sviluppo (R&D),
lo sviluppo pre-commerciale e, più in generale, l'innovazione (in termini di risultati, contesto o
metodi di implementazione) nel settore manifatturiero, produzione di beni e servizi, etc.
Tra i tanti, l'R&D, la prototipazione, lo sviluppo pre-commerciale e l'accesso al mercato sono infatti
topic di prima classe sia per le grandi imprese che per le PMI, tuttavia molto spesso, a causa di
problemi di budget aziendale o di un management timoroso e poco orientato all'innovazione, gli
imprenditori o finiscono con il limitare al minimo gli investimenti R&D che non conducano
immediatamente ad applicazioni commerciali short-term, o non si avvedono dell'elevata
spendibilità delle proprie expertise e del proprio skill aziendale in ambito europrogettuale.
L'Unione Europea viene in aiuto delle imprese con programmi di finanziamento a fondo perduto
estremamente generosi (es. 36 miliardi di euro sono a disposizione per le sole misure Cooperation
e Capacities del VII Programma Quadro), ma entrare in partita non è da tutti. Per la maggior parte
le imprese private vengono infatti coinvolte in Progetti Europei all'ultimo minuto come partner
tecnici o candidati subcontraenti, ma è assai raro che esse riescano a profilarsi come primo
proponente di progetto o project leader. Così facendo, i benefici che ricevono dalla propria
partecipazione ai Programmi di finanziamento dell'UE rimangono limitati nel tempo, e il loro
business e la loro fama in Europa non crescono come potrebbero!
L'Unione Europea viene però incontro alle imprese con numerose iniziative a sostegno
dell'innovazione, dello sviluppo del business intra ed extra-europeo, dell'accesso a nuovi mercati,
etc. supportate da finanziamenti a dir poco ingenti, tuttavia non è da tutti riuscire a entrare nel
gioco. Soprattutto in Italia infatti, le PMI spesso non sono a conoscenza delle opportunità che l'UE
dedica a loro in maniera esclusiva, e anche quando si trovano a partecipare ad un Progetto
Europeo solitamente vengono coinvolte all'ultimo minuto come partner tecnico/tecnologico o
candidato subcontraente, ma è molto, molto difficile che la proposta progettuale nasca da loro o
che riescano a profilarsi come Project leader. Così, i benefici che esse ricevono dai programmi di
finanziamento europei restano a dir poco limitati, e il loro business in Europa non si sviluppa come
meriterebbe!
Il nostro pacchetto di euroconsulenza per le imprese (erogato attraverso una serie di moduli di
consulenza e training aziendale) si basa sulla ripianificazione da un lato dei vostri obiettivi a brevemedio termine e delle vostre strategie imprenditoriali, dall'altro del vostro management interno al
fine di farvi rientrare non solo nella ristretta rosa dei potenziali beneficiari dei bandi UE, ma tra
quelli maggiormente prioritari per la Commissione Europea. Attingendo al contempo alle politiche
comunitarie d'ambito, alle normative UE per l'innovazione e ai piani di sviluppo delle DG della
Commissione Europea, e intercalando tali prospettive all'interno delle logiche d'intervento
teoriche e pratiche dei Programmi di finanziamento accessibili, delle più efficaci strategie e
tecniche di networking e di ricerca partner, nonché degli strumenti di Europrogettazione e
Gestione di progetti europei più efficaci in ambito di analisi previsionale, vi verrà trasmesso tutto il
know-how di cui avete bisogno per profilare al meglio la vostra azienda in un contesto
Europrogettuale altamente competitivo.
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o H2020: GLI STRUMENTI FINANZIARI
L’implementazione degli strumenti finanziari si baserà sul Regolamento finanziario e sulle regole
finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione e dal Regolamento delegato sulle regole di
applicazione del Regolamento sopra citato. Gli strumenti previsti potranno essere utilizzati in
modo complementare ai finanziamenti a fondo perduto della CE e in fasi successive o
contemporanee per uno stesso progetto, richiedendo ad esempio l’attivazione congiunta degli
strumenti di debito e di equity.
Gli strumenti finanziari previsti da H2020 e COSME hanno lo scopo principale di sostenere le
imprese attive nel settore della R&I. In particolare COSME apre il finanziamento a tutti i tipi di
impresa.
Il Programma H2020 raggrupperà i finanziamenti alla R&I4.
Il nuovo approccio fortemente sostenuto dalla CE è improntato al consolidamento delle sinergie
tra gli strumenti finanziari presenti nei programmi COSME e H2020: seppur formalmente distinti,
questi sono da considerarsi complementari in una prospettiva complessiva che mira a garantire
continuità e facilità al processo di finanziamento e che si ipotizza essere in grado di assistere e
sostenere ogni stadio della vita produttiva dei soggetti coinvolti.
A sostegno degli investimenti in ricerca e innovazione nell’ambito di H2020 sono state previste
due tipologie di strumenti finanziari:
1. Strumenti di debito di H2020
A. Prestiti per le attività di R&I (Loans Service for R&I).
E’ uno strumento che fornisce:
ƒ prestiti a singoli beneficiari;
ƒ garanzie ad intermediari;
ƒ finanziamenti ibridi o mezzanino (combinazioni di prestiti e garanzie).
Possono beneficiare del prestito e della garanzia le grandi imprese, medie a grandi midcaps5, gli enti di ricerca, le infrastrutture di ricerca, le università, i PPP e i veicoli e progetti
speciali compresi quelli di dimostrazione industriale e che promuovono first-of-a-kind.
Tali beneficiari mettono a punto progetti per la creazione o la commercializzazione di
prodotti e servizi di importanza per la società (ovvero, che contribuiscono a risolvere le
sfide sociali individuate da H2020) e/o che costituiscono un bene pubblico.
Importi:
ƒ IMPRESE: le medie e grandi mid-caps possono richiedere un prestito e un
finanziamento ibrido o mezzanino di un valore compreso tra € 7,5 milioni e € 25
milioni; al di sopra di tale soglia la richiesta sarà considerata caso per caso. Per le
grandi imprese saranno disponibili prestiti di valore compreso tra € 25 milioni e €
300 milioni; un prestito richiesto per un valore inferiore ai € 25 milioni sarà
considerato caso per caso.
ƒ Altre tipologie di enti: disponibili prestiti di valore compreso tra €7,5 e €300 milioni.
Si tratta di uno strumento attivabile su domanda e aperto a qualsiasi settore, area
geografica, tipologia e grandezza delle imprese.
4
Nella vecchia programmazione i finanziamenti alla R&I erano forniti dal 7° Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo
tecnologico attraverso lo Strumento finanziario per la condivisione del rischio (Risk Sharing Finance Facility - RSFF) e
dalla parte di innovazione del Programma per la Competitività e Innovazione (Competitiveness and Innovation
Programme – CIP).
5
Midcaps: imprese che comprendono un numero di impiegati tra 250 e 3000 “in full-time equivalents”. Small midcaps
≥250 ≤ 499 impiegati; Medium or large midcaps ≥500 ≤3000 impiegati.
40
BEI e FEI avranno il compito di implementare questo strumento. Le risorse finanziarie
saranno veicolate ai beneficiari direttamente dalla BEI e dagli intermediari finanziari. Questi
ultimi saranno parzialmente garantiti, in caso di perdite, da BEI/FEI, che offriranno, inoltre,
contro garanzie a istituti di garanzia.
Le aziende potranno rivolgersi direttamente a BEI o FEI per la richiesta del prestito e, in altri
casi ancora da definire, agli intermediari finanziari, precedentemente selezionati, che
potranno usufruire di una garanzia da parte di BEI e/o FEI.
A.1 – Sub facility.
Per prestiti e/o garanzie a supporto di progetti dimostrativi nel settore energetico (per
esempio investimenti per generare nuove tecnologie energetiche e nuovi sistemi energetici
a bassa emissione di carbonio). La “sub-facility” sarà disponibile a partire dal secondo
semestre 2015.
B. Prestiti per le attività di R&I delle PMI e alle piccole mid-caps.
E’ uno strumento che fornisce garanzie a intermediari finanziari che effettuano prestiti in
favore di PMI e piccole mid-caps che svolgono attività di ricerca e innovazione. Possono
beneficiarne le PMI orientate a ricerca e innovazione e piccole mid-caps. Particolare
attenzione sarà data alle imprese eco-innovative.
Le garanzie copriranno prestiti per un valore compreso tra € 25,000 e € 7,5 milioni e per un
massimo del 50% delle perdite potenziali dell’intermediario finanziario. Il FEI potrà offrire
anche contro garanzie. Un prestito al di sopra di € 7,5 milioni sarà considerato caso per
caso. Si tratta di uno strumento attivabile su domanda e aperto a qualsiasi settore e area
geografica. La PMI o la piccola mid-cap che vuole accedere al prestito dovrà contattare uno
degli intermediari finanziari precedentemente selezionati dal FEI. L’elenco sarà disponibile
sul sito del FEI.
B.1 – Sub facility: Climate-Change Window (CCW).
Questa “sub-facility” ha lo scopo di fornire prestiti tra € 25,000 e € 7,5 milioni in favore di
specifiche PMI e piccole mid-caps che svolgono attività di ricerca & innovazione e che
agiscono come “suppliers, developers o end-users” di innovazione climate-friendly. Al fine
dell’eleggibilità, i potenziali beneficiari dovranno soddisfare determinati criteri “climatefriendly”. Le PMI e piccole mid-caps interessate al prestito dovranno contattare uno degli
intermediari finanziari firmatari dell’accordo con il FEI.
B.2 Strumenti congiunti di garanzia per le PMI e le piccole mid-caps ad alta intensità di
R&I6.
Si tratta di strumenti che rientrano nell’ambito della proposta d’iniziativa denominata “EU
SME Finance Initiative” che utilizzerà fondi provenienti da H2020, COSME, European
Structural & Investment Funds (ESIF) e risorse BEI e FEI. Essi permetteranno agli Stati
Membri e alle Regioni, all’interno dei loro programmi operativi, di dedicare una parte dei
futuri ESIF al Servizio di prestiti per le attività di R&I destinato alle PMI e alle piccole midcaps. Il sostegno sarà offerto in favore di PMI e piccole mid-caps orientate ad attività di
ricerca e innovazione. Operativamente saranno fornite garanzie di portafogli congiunti
oppure operazioni di cartolarizzazione congiunta.
2. Strumenti di equity di H2020 (Equity Facility for R&I)
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Per approfondimenti su Strumenti finanziari in coordinamento H2020-Fondi Strutturali vedi Cap.2.1 (ESIF)
41
Si tratta di uno strumento azionario per investimenti in fondi di capitale di rischio che
investono principalmente su base transfrontaliera e che forniscono risorse a PMI in fase
iniziale orientate alla R&I e alle piccole mid-caps. Tale strumento è complementare allo
Strumento di Equity per la Crescita (Equity Facility for Growth - EFG) previsto all’interno di
COSME.
Possono beneficiarne le PMI in fase iniziale orientate a ricerca e innovazione e le piccole
mid-caps. Particolare attenzione sarà data alle imprese eco-innovative.
Tali investimenti saranno gestiti dal FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti) che potrà
investire in un’ampia gamma di intermediari finanziari, compresi quelli che collaborano con
i business angels (BA). Operativamente, il FEI farà un investimento in equity nei fondi
selezionati in modo che tali fondi possano fornire capitale di rischio e quasi-equity,
compreso capitale mezzanino, alle singole imprese, prevalentemente PMI. Nel caso di fondi
multistage, che prevedono finanziamenti che potrebbero coprire, ad esempio, sia la fase
iniziale che la fase di crescita, il finanziamento potrebbe essere fornito pro rata sia da tale
strumento che da quello di COSME. Si tratta di uno strumento attivabile su domanda e
aperto a qualsiasi settore e area geografica.
Le aziende potranno rivolgersi direttamente agli intermediari finanziari, inclusi quelli che
collaborano con i BA, che saranno precedentemente selezionati dal FEI.
Accanto agli strumenti finanziari già definiti, la CE, per il 2015, intende lanciare due
iniziative pilota a sostegno del processo di trasferimento tecnologico e del risk finance nel
settore delle TIC. Tali iniziative saranno sottoposte a valutazione che, se favorevole, porterà
a un loro ampliamento ed evoluzione:
• Strumento pilota per il finanziamento del trasferimento tecnologico. L’iniziativa ha
lo scopo di co-finanziare investimenti e fondi di trasferimento tecnologico (TT) allo
scopo di creare nuove aziende e concessione di licenze di proprietà intellettuale e si
concentrerà su proof-of-concept, sviluppo e primo stadio di commercializzazione
del processo di TT. BEI e FEI forniranno capitale di rischio, prestiti convertibili e di
mezzanino per intermediari finanziari (veicoli e fondi TT) precedentemente
selezionati.
L’iniziativa sarà lanciata nel 2015 con un budget indicativo di € 60 milioni.
• Iniziativa pilota per co-investimenti da parte dei Business Angels in aziende
innovative nel settore delle TIC. L’iniziativa ha lo scopo di co-finanziare gli
investimenti che i BA realizzano in PMI e piccole mid-caps per commercializzare
nuovi prodotti e servizi nel settore delle TIC. Oltre ai BA possono essere potenziali
investitori anche family offices e piattaforme di crowdfunding. Lo schema opererà
attraverso un veicolo d’investimento dedicato. L’iniziativa sarà lanciata nel 2015
con un budget indicativo di € 30 milioni
Gli strumenti di debito e di equity previsti da H2020 sopra descritti e strutturati secondo un
approccio demand-driven, sopra descritti opereranno congiuntamente con quelli previsti da
COSME (Programma per la Competitività delle Piccole e Medie Imprese).
Per l’attivazione delle Facilities, BEI e FEI ricopriranno un ruolo significativo a fianco della CE.
o COSME
Il programma COSME mira a incrementane la competitività e la sostenibilità delle imprese dell'UE
sui mercati, a incoraggiare una cultura imprenditoriale e promuovere la creazione e la crescita
delle PMI.
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Dal 2014 sostituirà le azioni previste nel Programma per la Competitività e l’Innovazione (CIP)
dell’UE e nel Settimo Programma Quadro.
Il Programma godrà di un budget di € 2,3 miliardi per il periodo 2014-2020, di cui minimo € 1,2
miliardi saranno destinati agli strumenti finanziari. Per il 2014 la cifra destinata agli strumenti
finanziari di COSME sarà superiore a € 163 milioni.
OBIETTIVI
• creare un ambiente favorevole alla creazione di imprese e alla crescita;
• aiutare le piccole imprese ad operare al di fuori dei loro paesi d'origine e a migliorare il loro
accesso ai mercati
• migliorare l'accesso ai finanziamenti destinati alle PMI sotto forma di capitale proprio e di
debito;
• migliorare le condizioni quadro per la competitività e la sostenibilità delle imprese
dell'Unione, specie le PMI, incluse quelle nel settore del turismo;
• promuovere l'imprenditorialità e la cultura di impresa, sviluppando abilità e attitudini, in
particolare tra i nuovi imprenditori, i giovani e le donne.
BENEFICIARI
• imprenditori, soprattutto PMI, che beneficiano di un accesso agevolato ai finanziamenti per
le proprie imprese;
• cittadini che desiderano mettersi in proprio e devono far fronte alle difficoltà legate alla
creazione o allo sviluppo della propria impresa;
• autorità degli Stati membri che ricevono una migliore assistenza nella loro attività di
elaborazione e attuazione di riforme politiche efficaci.
LE AZIONI CHIAVE
1. Azioni per migliorare l'accesso ai mercati: per il supporto alle PMI nei mercati al di fuori
dell'UE attraverso centri specifici ed helpdesks.
COSME fornisce il supporto alle PMI affinché possano beneficiare dei mercati sia all'interno
dell'Unione europea che nei Paesi che sono al di fuori dell'Unione europea attraverso
centri specifici e helpdesks, come i servizi della rete "Enterprise Europe Network" dedicati
in particolare all'internazionalizzazione delle PMI, ad agevolare l'espansione
imprenditoriale e i partenariati internazionali. La rete EEN è una rete di centri che offrono
servizi alle imprese dell'UE che vogliono esplorare le opportunità offerte dal mercato
interno e dai paesi terzi.
Enterprise Europe Network, la più grande rete di servizi di assistenza gratuita a sostegno
della competitività e dell’innovazione delle PMI, nasce nel 2008 per volontà della Direzione
Generale Imprese e Industria della Commissione Europea ed opera in oltre 50 paesi in
Europa e nel Mondo, contando circa 600 organizzazioni. La rete italiana è composta da
circa 50 punti e include diverse realtà appartenenti a Sistema camerale, Associazioni
imprenditoriali, Agenzie di Sviluppo, Centri di Ricerca, Università, Laboratori, Parchi
Tecnologici, Autorità locali.
Sono 5 i consorzi Enterprise Europe Network in Italia:
- ALPS - www.alps-europa.eu (Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria)
- B.R.I.D.G.€conomies - www.bridgeconomies.eu (Abruzzo, Basilicata, Calabria,
Campania, Molise, Puglia, Sicilia)
- CINEMA - www.een-centroitalia.eu (Lazio, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria)
- FRIEND EUROPE - www.friendeurope.it (Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto-Adige,
Veneto)
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- SIMPLER - www.simplernet.it (Lombardia, Emilia-Romagna)
La rete offre un sistema integrato di servizi per:
9 aiutare le aziende ad individuare nuovi partner commerciali, produttivi e tecnologici
all’estero;
9 sostenere l’innovazione e il trasferimento tecnologico;
9 promuovere la partecipazione delle ai Programmi COSME e Horizon2020.
Tutti i partner italiani sono in grado di informare le aziende sulle principali tematiche
europee relative al mondo dell’impresa e della ricerca, fornendo loro gli strumenti per
essere più competitive sui mercati internazionali.
La prossimità territoriale alle PMI consente inoltre di studiare le specifiche esigenze
aziendali e di cogliere bisogni e potenzialità delle imprese, fornendo all’Unione europea un
prezioso feedback su problematiche e/o ostacoli incontrati dalle imprese nel mercato
interno, a causa di una scorretta applicazione delle normative UE in vigore o di una
mancanza di norme specifiche.
Nella cartina sul sito web della sezione "EEN Italia: a chi rivolgersi", si può trovare i contatti
del punto EEN più vicino.
COSME inoltre finanzia portal web specificamente progettati per lo sviluppo delle imprese,
come:
•
Your Europe Business Portal . Fornisce on line pratiche informazioni per le imprese che
intendono avviare un percorso di internazionalizzazione (in Europa);
• SME Internationalisation Portal (in fase di aggiornamento). Si focalizza sulle imprese
che vogliono sviluppare il proprio business fuori dall’Europa;
• Intellectual Property Rights (IPR) SME Helpdesks, che offre supporto in materia di
diritti di proprietà intellettuale nelle aree di Asia, Cina e Mercosur.
COSME inoltre fornisce assistenza finanziaria al Centro Giapponese per la cooperazione
industriale per la promozione di tutte le forme di cooperazione industriale, commerciale e
di investimento attraverso la diffusione delle informazioni su come accedere al mercato
giapponese, facilitare scambi di esperienze e know-how tra il mondo imprenditoriale
europeo e quello giapponese.
2. Azioni per migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti attraverso strumenti finanziari
dedicati:
ƒ strumento di capitale proprio (EFG) per gli investimenti in fase di sviluppo fornisce
alle PMI finanziamenti azionari rimborsabili a orientamento commerciale,
principalmente sotto forma di venture capital, ottenuti attraverso intermediari
finanziari;
ƒ strumento di garanzia dei prestiti (LGF) offre alle PMI garanzie dirette o altre
formule di condivisione del rischio utilizzabili presso gli intermediari finanziari, quali
le banche, i fondi di mutua garanzia e i fondi di venture capital, per garantire crediti
fino a 150.000 euro.
L'assegnazione dei fondi nell'abito del programma COSME è gestita da intermediari
finanziari, come banche, garanzie comuni e fondi di capitale di rischio.
Le PMI possono accedere a questi fondi attraverso un portale finanziario sostenuto
dall'Unione europea;
3. Azioni per migliorare le condizioni quadro per la competitività e la sostenibilità delle
imprese dell'Unione in particolare le PMI: il miglioramento delle condizioni quadro è
ottenuto attraverso la fornitura di assistenza all'attuazione degli orientamenti dell'UE in
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materia di PMI, con la riduzione degli oneri amministrativi o mediante attività dedicate a
specifici settori ove sono preponderanti la partecipazione delle PMI e la creazione di posti
di lavoro.
4. Azioni per promuovere l'imprenditorialità: comprendono lo sviluppo di capacità e di
atteggiamenti imprenditoriali, in particolare tra i nuovi imprenditori, i giovani e le donne,
unitamente a programmi di scambio come "Erasmus per giovani imprenditori".
COSME condivide lo sviluppo dell’ Entrepreneurship 2020 Action Plan attraverso un ampio
ventaglio di attività: mobilità, ricerca, diffusione di best practices, progetti pilota in aree
quali la formazione imprenditoriale ed il mentoring.
L’Entrepreneurship 2020 Action Plan è un fondamentale piano d’azione a livello europeo,
nazionale e locale. Le iniziative previste dal piano si sviluppano su tre direttive:
1. Formazione imprenditoriale. COSME supporta scambi tra formatori a livello
europeo per diffondere le best practice in formazione imprenditoriale a livello
europeo.
2. Migliorare l’ambiente imprenditoriale – unitamente al miglioramento dell’ambiente
legale e fiscale, gli esperti sviluppano raccomandazioni sui sostegni all’impresa
migliori in funzione del ciclo di vita della stessa. Saranno previsti specifici sostegni
per le imprese digitali;
3. Sostegno a gruppi specifici. Attraverso COSME gruppi specifici come giovani, donne,
o imprenditori senior potranno beneficiare di assistenza e programmi
personalizzati:
• The European Network of Mentors for Women Entrepreneurs fornisce
consulenza e supporto alle donne imprenditrici nella fase di start up,
consolidamento e sviluppo nei primi anni di attività ;
• Erasmus for Young Entrepreneurs
aiuta i giovani imprenditori (non
necessariamente in funzione di età anagrafica, ma di esperienza
imprenditoriale) offrendo loro l’opportunità di apprendere dall’esperienza di un
imprenditore ospitante di un altro paese. L’ospitante, per contro, potrà
beneficiare di nuove prospettive di crescita per il suo business.
o COSME : GLI STRUMENTI FINANZIARI
COSME prevede, al suo interno, una serie di strumenti finanziari volti a migliorare l’accesso ai
finanziamenti per le PMI nella loro fase di crescita. Gli strumenti, simmetrici e complementari a
quelli di H2020, sono costituiti da:
1. strumento di debito di COSME (Loan Guarantee Facility)
E’ atteso che attraverso Cosme fino a circa 330 mila imprese possano ottenere credito per
un importo globale di 21Mld €.
Trattasi di uno strumento per la garanzia sui prestiti (Loan Guarantee Facility – LGF). Lo
strumento offrirà garanzie sui prestiti per le PMI e cartolarizzazione di portafogli di crediti
allo scopo di ridurre le difficoltà che hanno le PMI nell’accesso al credito perché gli
investimenti sono ritenuti troppo rischiosi o perché le imprese non dispongono di garanzie
sufficienti. Possono beneficiare della garanzia tutte le tipologie di PMI.
Lo strumento coprirà i finanziamenti fino a € 150.000 per progetti con un potenziale
impatto sul mercato. La LGF potrà coprire anche prestiti superiori a € 150.000 nel caso in
cui la PMI non rispetti i requisiti di accesso alla finestra Servizio di prestiti per le attività di
R&I destinato alle PMI e alle piccole mid-caps di H2020.
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2. strumento di equity di COSME (Equity Facility for Growth) fornisce capitale di rischio ai
fondi di equity che investono in PMI in fase di sviluppo.
Lo strumento azionario per investimenti volti alla crescita delle PMI sarà indirizzato ai fondi
che forniscono capitale di rischio e finanziamenti mezzanino. Il focus saranno investimenti
in PMI (tutte le PMI) in fase di crescita, ma non sono esclusi gli investimenti per PMI alle
prime fasi (early stage) insieme allo Strumento di Equity per la R&I di H2020 (H2020 Equity
Facility for R&I).
o BUDGET “EUROPEO” – TECNICHE DI REDAZIONE
La predisposizione del budget per i Progetti Europei è un momento fondamentale nella fase di
richiesta di finanziamento. Il budget consiste nell’accurata definizione dei costi, suddivisi per fasi,
attività e partner. La corretta allocazione delle risorse rispetto alle attività dichiarate nella richiesta
di finanziamento è fondamentale in quanto degli errori in questa fase potrebbero comportare una
valutazione negativa della proposta.
E’ necessario costruire un prospetto dettagliato dal quale poi si estraggono i prospetti aggregati
utilizzabili per la richiesta di finanziamento. In alcuni casi programmi di finanziamento prevedono
la compilazioni di budget di predefiniti, con la specificazione delle voci di costo, ecc., mentre in
altri è necessario costruire il budget partendo dalle linee guida della call e allegarli nella sezione
dedicata alle risorse finanziarie. Talvolta i budget possono avere delle strutture anche molto
complesse e la loro corretta compilazione costituisce di per se un segnale importante circa le
capacità del richiedente.
VOCI DI COSTO AMMISSIBILI. Per redigere un budget dettagliato è necessario partire dall’action
plan, ossia il piano che contiene il dettaglio delle azioni e delle attività, che saranno realizzate per
raggiungere gli obiettivi. Il costo delle attività da riportare deve essere la somma di tutte le voci di
costo ammissibili. Tali voci di costo sono riportate nel programma di finanziamento e,
generalmente, riguardano:
• il personale
• i viaggi
• i meeting
• le attività di comunicazione/disseminazione dei risultati
• il subcontracting (gli esperti esterni)
• il coordinamento
• le spese generali
• le spese amministrative e accessorie
• le attrezzature e i materiali di consumo
• la tutela dei risultati
• la formazione
• e per i FESR, raramente per gli altri programmi, gli investimenti
Le voci di costo ammissibili nel budget per progetti europei sono sempre riportate all’interno della
manualistica del bando di riferimento, tuttavia generalmente i costi ammissibili includono sempre:
ƒ Costi del personale. I costi del personale assegnato al progetto, inclusi gli stipendi effettivi
nonché oneri di previdenza sociale ed ulteriori costi statutari, sono ammissibili posto che
corrispondano alla consueta retribuzione applicata dal beneficiario. I costi del personale
devono essere dettagliati nel bilancio previsionale, indicando i nominativi, funzione e ruolo
nel progetto, durata dell’impegno imputabile al progetto. Il costo del lavoratore viene
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ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
computato facendo riferimento alla retribuzione che lo stesso percepisce secondo i limiti
contrattuali del CCNL ed eventuali accordi aziendali o interaziendali.
Costi di viaggio e soggiorno. I costi di viaggio e soggiorno sono ammissibili come costi
diretti per il personale o altre persone che partecipano alle attività del progetto e il cui
viaggio è necessario per l’attuazione dello stesso. All’interno del budget è necessario
indicare i nominativi e le funzioni delle risorse, la destinazione del viaggio nonché il mezzo
di trasporto, il numero di viaggi e il relativo costo. I viaggi in aereo sono ammessi per
distanze superiori agli 800 km (A/R) o se giustificati dalla destinazione geografica o, ancora,
se economicamente più vantaggiosi. Nel caso in cui il ricorso ai mezzi pubblici risulti
inconciliabile o eccessivamente gravoso è possibile servirsi di mezzi privati. I costi di
soggiorno sono ammissibili in base ai costi effettivi o secondo una tariffa diaria.
Attrezzature. I costi relativi all’acquisto di attrezzature sono ammissibili soltanto se tali
attrezzature sono indispensabili per l’attuazione del progetto e le stesse continuino ad
essere usate per le finalità del progetto, dopo la data di acquisto. Se acquistate prima
dell’inizio del progetto, il costo va imputato in quota parte del loro ammortamenti. I costi
per le attrezzature di uso quotidiano sono da considerarsi costi indiretti. La scelta fra
leasing e acquisto deve basarsi sull’opzione meno onerosa. L’attrezzatura, in fase di
attuazione, deve essere segnata sul registro dei beni ammortizzabili. Le attrezzature
acquistate devono essere usate per le finalità del progetto per una durata minima di tre
anni per le apparecchiature di tecnologia e dell’informazione; cinque anni per altri tipi di
attrezzature quali l’attrezzatura operativa e i mezzi di trasporto.
Immobili. E’ ammissibile l’acquisto d’immobile laddove sia essenziale per l’attuazione del
progetto ed è in nesso evidente con i suoi obiettivi. Inoltre è necessaria in fase di
rendicontazione: 1. La presentazione di un certificato rilasciato da un perito, attestante che
il prezzo non è superiore al valore di mercato e che l’immobile è conforme alle norme
nazionali; 2. L’immobile non deve esser stato acquistato mediante una sovvenzione
comunitaria o nazionale in epoca precedente all’attuazione del progetto; 3. L’immobile
deve essere utilizzato unicamente ai fini indicati nel progetto per almeno 5 anni dopo la
data di conclusione del progetto, a meno di esplicita autorizzazione della CE; 4. E’
ammissibile solo la % di ammortamento calcolata sulla durata ed il tasso di utilizzo effettivo
dell’immobile per il progetto. Le spese di locazione sono imputabili interamente in caso di
utilizzo esclusivo dell’immobile per l’attuazione del progetto, in caso contrario vanno
imputate in quota parte.
Materiali di consumo, forniture e servizi generali. Sono ammissibili i costi di consumo,
delle forniture e dei servizi generali, purché siano identificabili e direttamente necessari
per l’attuazione del progetto. Tuttavia, non sono costi diretti ammissibili le forniture da
ufficio e tutti i tipi di piccoli materiali di consumo per ufficio, le forniture, i costi di ospitalità
ed i servizi generali. Per materiali di consumo si intendono quei beni che non possono
essere utilizzati senza incorrere nel deperimento o nella trasformazione della propria
sostanza. Per forniture si intendono beni di consumo generici che comunemente hanno
una durata inferiore alle attrezzature ed ai macchinari; sono destinati ad un utilizzo
ricorrente. Per servizi generali si intendono i servizi applicabili all’intera organizzazione, il
cui utilizzo non è circoscritto a specifici dipartimenti o funzioni.
Subappalti / Esperti esterni. Come principio generale, il beneficiario finale deve essere in
grado di svolgere autonomamente le attività relative al progetto. Tuttavia, è possibile
subappaltare parzialmente o integralmente alcune attività ad esclusione dei compiti relativi
alla gestione complessiva del progetto. Esempi di attività subappaltabili sono: servizi di
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traduzione ed interpretariato; impaginazione e stampa di manuali / brochure / locandine
etc; organizzazione di corsi di formazione; Servizio catering per eventi quali seminari o
conferenze; Onorari per la consulenza legale; Onorari di esperti tecnici o finanziari.
MODELLI DI IMPUTAZIONE DEI COSTI. L’imputazione dei costi segue, di norma, tre modelli:
1. Full cost (a costo pieno) dove il costo del progetto è pari alla somma dei costi diretti e dei
costi generali; questo modello presuppone una visione analitica e preventiva di quanto
peseranno i costi generali sul totale del progetto, va sottolineato che in questo caso i costi
generali non devono appesantire troppo il totale del progetto, i finanziamenti comunitari
non possono servire a coprire delle inefficienze, pena l’annullamento della richiesta di
finanziamento.
2. Full cost flat rate (a costo pieno e spese generali a forfait) dove vengono esplicitati i soli
costi diretti mentre le spese generali sono calcolate secondo una quota definita dal
programma (variabile tra il 5% e il 20%) sul totale dei costi diretti; questo è il modello più
diffuso e premia le strutture che hanno costi generali bassi
3. Additional cost (a costi addizionali) dove il costo del progetto consiste nella somma di tutti
i costi strettamente ad esso correlati e che, senza di esso, non si sarebbero sostenuti; in
questo caso, per esempio, risultano eleggibili i costi del personale che lavorano a tempo
pieno sul progetto con i quali è stato siglato un contratto ad hoc; talvolta, anche per questo
modello è prevista la copertura dei costi generali a forfait. Questo modello è ottimo per
quegli enti, principalmente centri di ricerca o organizzazioni del terzo settore, che hanno
molto personale assunto a progetto, è, invece, più problematico per le strutture che
devono coprire i costi del personale assunto.
Circa i modelli di imputazione dei costi, mentre alcuni programmi danno la possibilità di scegliere
quello più adatto all’organizzazione proponente, in base alla sua struttura e amministrazione, altri
programmi impongono un determinato modello.
Infine, non solo i costi dettagliati nei budget devono riferirsi alle voci ammissibili, ma devono
anche soddisfare le seguenti richieste:
ƒ devono essere congrui e coerenti con il budget di progetto
ƒ non devono essere finanziati da altri programmi comunitari o nazionali o da risorse
pubbliche
ƒ devono essere funzionali al raggiungimento degli obiettivi dichiarati nella proposta di
progetto
ƒ devono avere un importo ragionevole
Esempio struttura dell’action plan
Work Package Attività Periodo d’inizio Periodo di conclusione
Descrizione Attività
1
2
1.1
Gennaio 2014
Giugno 2014
……….
20.000
1.2
Giugno 2014
Luglio 2014
……….
10.000
2.1
Maggio 2014
Ottobre 2014
……….
50.000
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COSTRUIRE IL BUDGET. Prima di tutto è necessario conoscere quali spese sono ritenute
ammissibili (Elegible costs) e quindi se siano rendicontabili ossia documentabili, queste preziose
informazioni sono riportate nelle linee guida (financial guidelines for applicant) dove, talvolta,
sono anche riportati i limiti percentuali relativi ad alcune macrovoci di spesa (ad es. spesso per il
costo del personale non può superare il 30% del totale dei costi elegibili).
Il budget deve essere fatto su un foglio di calcolo (es. Excel) e i costi devono essere assegnati a
pacchetti di lavoro (WP), generalmente i formulari che si trovano nei bandi europei hanno delle
schede riassuntive che aiutano la compilazione. Ogni progetto ha un proprio schema per il budget,
ma generalmente ci sono delle categorie di costo comuni:
• Costi del Personale: è considerato “personale” chiunque percepisca una busta paga come i
dipendenti a tempo determinato, indeterminato, co.co.co., co.co.pro.
• Costi di viaggio: sono normalmente dei costi legati ad una precisa attività (workshop,
meeting, final event, etc.) che richiede al partenariato di ritrovarsi riunito in un luogo
preciso.
• Costi di vitto e alloggio: sono correlati ai costi di viaggio e riguardano l’hotel, i pasti e se
compresa la diaria.
• Attrezzature: strumenti da acquistare per il progetto (es: computer; gadget).
• Beni di consumo: ad la cancelleria; cd-rom; etc.
• Servizi/subcontratti: ogni servizio che generi una fattura/ricevuta fiscale per una specifica
attività non prevista nelle voci precedenti, ad esempio affitto aule, traduzioni, grafica del
materiale di comunicazione ecc..
PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL BUDGET:
1. Analisi di Processo
E’ necessario compiere un’analisi delle attività, andando a “prezzare” ogni step, se per esempio
dobbiamo fare un’attività di raccolta di buone pratiche nel budget dovremmo prevedere i costi del
personale interno / esterno che dovrà redigere e condurre le interviste, i gadget per gli intervistati,
le spese di viaggio, la gestione di questa attività e la sua divulgazione. Inoltre occorre chiedersi chi
nel partenariato svolgerà questa attività, uno, alcuni o tutti partner?
2. Quantificazione del costo
Una volta definite le attività e sottoattività è necessario quantificarne il valore e dunque il costo,
se prendiamo come esempio l’attività di “coordinamento”, dovremmo presumere di avere un
project manager che lavori sul progetto un certo numero di giorni in base alle giornate necessarie
a svolgere il suo compito, quando otteniamo il costo complessivo è fondamentale confrontarlo
con il massimale consentito dal progetto, per non superarlo. In questa fase è fondamentale
coinvolgere i partner, cercando di sciogliere tutti i nodi amministrativi e fiscali che le diverse
nazioni coinvolte nel progetto presentano. Per ciò che concerne il trattamento dell’IVA (VAT in
inglese) occorre fare riferimento a quanto scritto nelle linee guida finanziarie. La stima dei costi
per attività deve avvenire secondo i valori correnti di mercato al lordo.
3. Attenzione ai costi non ammissibili.
Alcuni costi non possono essere messi a budget e ancor rendicontati questi possono variare da
progetto a progetto, tuttavia generalmente non sono rendicontabili i seguenti costi:
o Costi non quantificabili e non suscettibili di fattura o ricevuta come il materiale in prestito o
il lavoro di un volontario
o Costi per investimento di capitale
o Oneri finanziari
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o Interessi passivi
o contribution in kind
o Perdite dovute al cambio di valuta
o L’IVA se è un costo recuperabile
o Spese eccessive, non pertinenti e sconsiderate
o Spese il cui costo sia già stato coperto da un altro finanziamento dell’Unione europea
o Qualsiasi tipo di sanzione.
4. Evidenziare il co-finanziamento
Ogni programma stabilisce il livello massimo di finanziamento e prevede un co-finanziamento che
viene espresso in percentuale rispetto al totale delle spese ammissibili, il co-finanziamento può
essere finanziario, e quindi corrisposto in denaro o attraverso la valorizzazione dei fattori prodotti,
come ad esempio i costi di personale, le specie generali ecc (co-finanziamento economico). E’
buona prassi valutare il co-finanziamento assieme ai partner utilizzando, usando un criterio
condiviso, come ad esempio quello percentuale. Quindi ognuno sul totale del budget dichiara la
percentuale che intende co-finanziare sempre tenendo a mente di controllare quale sia la minima
e massima finanziabile o l’espressione minima in percentuale di co-finanziamento. Normalmente il
capofila ha un budget maggiore di e sostiene dunque anche un maggiore co-finanziamento.
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