Parola noi - Diocesi di Como
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P A G I N A 2 RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 22 MAGGIO 2010 DA MAMMA EMILIA A MADRE TERESA NOVITÀ IN LIBRERIA LE DONNE DI WOJTYLA IL ROSARIO DELLA NONNA Q uesto libro si inoltra nel mondo femminile di Karol Wojtyla: che cosa ha detto delle donne e alle donne? Che tipo di relazione instaurava con esse? Quanto hanno plasmato la sua personalità gli incontri con le figure di donne che hanno costellato la sua vita? A scriverlo è una donna, la giornalista Annalisa Borghese: sedicenne quando Giovanni Paolo II fu elevato al soglio pontificio, è cresciuta interrogandosi e riflettendo sul suo magistero, lo ha incontrato di persona più volte, e ne conserva un ricordo indelebile. Scorrendo le pagine si incontrano prima le presenze femminili più significative nella vita del papa polacco, a cominciare dalla amorevole madre Emilia; poi l’autrice si sofferma sulla sua profondissima devozione a Ma- ria e sulla sua attenzione alla santità al femminile; una terza parte è dedicata all’umanità muliebre così come la si ritrova nel magistero e nell’opera letteraria di Karol Wojtyla. Annalisa Borghese non nasconde la sua ammirazione per l’eccezionalità dell’uomo e per il carisma del pontefice, e sottolinea il rispetto che Giovanni Paolo II nutriva per le donne e la sua fiducia nel genio femminile: “La forza morale della donna, la sua forza spirituale – si legge nella Mulieris dignitatem – si unisce con la consapevolezza che Dio le affida in modo speciale l’uomo, l’essere umano”. Una lettura interessante, che rivela il volto di un uomo – papa amatissimo – che ha sempre saputo coltivare dentro di sé una intensa e limpida attenzione nei confronti della donna. ELENA CLERICI Siamo nel mese di maggio: questo libro è un’ottima occasione per far conoscere ai bambini l’antica preghiera del rosario e riscoprirla insieme, in famiglia, per recitarla. E’ la nonna a “sgranare” il rosario in un tenero dialogo con i suoi nipotini Anna e Gianni, le cui domande e i cui commenti sono un invito per tutti ad apprendere col cuore: vengono così raccontati con freschezza, non banalmente, i misteri della gioia, della luce, del dolore, della gloria, cioè gli episodi della vita di Gesù e di Maria “su cui meditare mentre le labbra ripetono le avemarie”. “Più ascolto i tuoi racconti – dice Anna alla nonna – e più capisco perchè non è difficile non distrarsi recitando il Rosario. Non c’è davvero bisogno di concentrarsi sulla ripetizione delle parole, basta fermare l’attenzione sul mistero, immaginare la scena … “. Ecco, basta contemplare il mistero: “guardare con gli occhi della mente, guidati dalla fede”. ELETTRA BEDON – illustrazioni di MIRELLA MARIANI, Il Rosario. La nonna racconta …, San Paolo, pagine 90, euro 14,00. ANNALISA BORGHESE, Le donne di Wojtyla. Da mamma Emilia a Madre Teresa, Ancora, pagine 126, euro 13,50. IL NUOVO ROMANZO DI ANNE-LAURE BONDOUX FIGLIO DELLA FORTUNA E cco un nuovo romanzo della francese AnneLaure Bondoux: l’abbiamo apprezzata nell’emozionante Le lacrime dell’assassino, storia di una rinascita alla vita dagli abissi della violenza e del dolore, meritato Premio Andersen 2009, e per la seconda volta nel libro La vita come viene, ancora un inno potente alla vita. La sua scrittura è suggestiva, i suoi personaggi restano impressi nella memoria. In questa terza prova letteraria affronta il tema delle radici e della ricerca della felicità; di nuovo i protagonisti sono figure di spessore, sempre al limite, ricche in umanità. La storia si svolge nel Caucaso sconvolto dalla guerra: Galya è una giovane don- a cura di ELENA CLERICI na, Kumail il bambino di cui si è presa cura salvandolo da morte quando era in fasce. Il suo vero nome è Blaise Fortune, è cittadino francese: il treno su cui viaggiava con sua madre subì un attentato terroristico, i due vennero separati, ma Galya ha promesso di riportarlo a casa, a Parigi. Il romanzo racconta la loro vita in fuga, i loro incontri, i tradimenti e gli abbandoni, le amicizie, la fame, il freddo, la paura, soprattutto il loro legame fortissimo, viscerale. Con molti colpi di scena, e un esito finale non scontato e aperto alla speranza. ELE.CLE. ANNE-LAURE BONDOUX, Figlio della fortuna, San Paolo, pagine 206, euro 15,00. La caccia al tesoro è uno dei giochi più classici ed entusiasmanti; è divertente sia per chi cerca il tesoro, sia per coloro che organizzano il gioco. La sfida è trovare sempre metodi nuovi per stimolare i concorrenti, che diventano a loro volta degli esperti capaci di risolvere quiz, decifrare messaggi segreti, fare il percorso nel tempo più breve possibile. Questo libro, scritto da un esperto di giochi di intrattenimento e attività manuali - che è prima di tutto un appassionato giocatore – aiuta sia ad organizzare la caccia al tesoro, sia a capire quali sono i meccanismi per affrontarla come concorrente e vincerla. Una specie di ricettario, con ingredienti e trucchi del mestiere: aggiungere a piacere fantasia ed intuizione!MARSILIO PAROLINI – illustrazioni di MASSIMO ALFAIOLI, Caccia al tesoro per tutte le occasioni, San Paolo, pagine 254, euro 18,00. Questa storia allegra sa di casa e di vita di tutti giorni: l’autrice è una giornalista, mamma di quattro figli tra i 14 e i 5 anni! A raccontare è Cecilia, 10 anni quasi, capelli rossi e ricci, lettrice accanita, molti raffreddori, un fratello “grande” che va alle medie e vuole decidere da solo, e soprattutto … una nonna minuta, col naso affilato e i capelli azzurrini cotonati, assolutamente svitata. “Questa è la storia di come un giorno io e mia nonna Topina riuscimmo a rendere inoffensivo un dottore dei bambini che abitava nel mio palazzo e che era capace di trasformare ogni visita in un incubo”. Che personaggio, il dottor Gallo: vietato tutto ciò che fa felici i bambini! Ma la nonna, coi suoi rimedi fantasiosi che fanno inorridire il rigido pediatra, e la sua strampalata amica Zoe, sono tenaci come … lumache: che c’entrano le lumache? Non resta che leggere questa divertente avventura a sorpresa per scoprirlo! ZITA DAZZI – illustrazioni di BARBARA BONGINI, Sciroppo di lumache e altri rimedi, San Paolo, pagine 146, euro 10,00. DOMENICA DI PENTECOSTE - ANNO C Parola FRA noi AT 2,1-11 SAL 103 ROM 8,8-17 GV 14,15-16.23b-26 La bellissima Sequenza di Pentecoste, per dirci chi è lo Spirito Santo, ci mostra che cosa fa di don AGOSTINO CLERICI QUARTA SETTIMANA del Salterio IL DONO DELLA FORTEZZA PER NOI PELLEGRINI D i fronte allo Spirito Santo siamo spesso tentati di domandarci chi è veramente la terza persona della Santissima Trinità. La bellissima Sequenza di Pentecoste, invece, per dirci chi è lo Spirito Santo, ci mostra che cosa fa. Egli è l’Amore in azione, con le mani dentro la pasta della nostra umanità. Se domenica scorsa, solennità dell’Ascensione, ci è stato mostrato Gesù Risorto, il Figlio, seduto alla destra del Padre, ebbene, lo Spirito Santo è Dio… in piedi, ora e qui in mezzo a noi. E com’è l’Amore di Dio quando è in piedi in mezzo a noi? Egli è innanzitutto «padre dei poveri». Il che significa che davanti all’Amore si può stare solo da figli e da poveri, ovvero come persone disponibili a riceverlo. Come creature siamo stati pensati così: capaci di dare amore, dopo averlo ricevuto. Nascere significa essenzialmente essere radicalmente amati: non ci siamo e in un istante ci siamo. Crescere, soprattutto nei primi mesi e anni di vita, significa dipendere totalmente da coloro che ci amano: ci siamo e ci formiamo lentamente e abbiamo bisogno di tutto. E anche quando nella nostra vita sboccia la capacità di donare amore, essa può divenire attiva solo se, nello stesso momento in cui desideriamo dare, siamo disposti ancora a ricevere. Solo se rimaniamo figli, diveniamo amanti. Solo se restiamo poveri, il dono dell’amore che facciamo all’altro arricchisce anche noi. Ecco perché lo Spirito di Dio è perennemente all’azione come «padre dei poveri». È poi «luce dei cuori». L’amore è l’unica realtà in grado di leggere dentro il cuore dell’uomo, andando oltre la superficie di ciò che si vede. Solo Dio sa leggere che cosa c’è dentro ogni uomo, e, perciò, solo Lui è capace di giudizio pieno. L’amore è una vera partecipazione a questa qualità di Dio che intus legit, legge dentro. Chi ama, sa che è così. E chi ama, quindi, è la persona maggiormente capace di gioire e di soffrire. Sbaglia chi pensa che lo Spirito, donandosi come amore che getta luce nei cuori, sia fonte solo di gioia. Egli dona anche la sofferenza, che è parte integrante di un amore autentico e profondo. «Consolatore perfetto» è lo Spirito. L’amore è consolazione perfetta, perché chi ama è chiamato a stare tenacemente a fianco dell’amato. Questo è il senso del termine greco «paraclito» con cui comunemente invochiamo lo Spirito: è chiamato a stare vicino, è ad-vocatus, ma non in un senso freddamente giudiziario, in qualità di difensore d’ufficio stabilito dall’alto, ma come «ospite dolce dell’anima». L’amore fa sì che si possa in un certo senso dimorare dentro la persona amata. Dio fa così e lo fa con dolcezza. E lo Spirito ci dona la forza di essere vicini come dal di dentro, condividendo in forza dell’amore e non semplicemente in ragione di un ruolo o di un comando. Da questo punto di vista si spiegano le bellissime invocazioni della Sequenza affinché lo Spirito entri nell’intimo dei cuori con una presenza che tiene conto della diversità delle situazioni. L’amore è così, è capace di adattarsi pur di esserci: «nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto». Non solo. Lo Spirito Santo come opera efficace di Dio in piedi in mezzo a noi è un amore che «lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina, piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato». L’amore è concreto, non è sempre indolore. La sua dolcezza sa anche levigare. Abbiamo bisogno tutti del dono dello Spirito. Dei doni dello Spirito Santo. E ce n’è uno che forse è il più decisivo, finché siamo pellegrini sulla terra: è il dono della fortezza. «Senza la tua forza – abbiamo detto – nulla è nell’uomo, nulla senza colpa». La fortezza è il dono del coraggio di partire, di riprendere il cammino con tenacia dopo ogni caduta, di portare a termine i propositi e le decisioni prese. È curioso che uno dei sette doni dello Spirito abbia lo stesso nome di una delle quattro virtù cardinali. È un modo per ricordarci che la vita è sempre un grande gioco di grazia e libertà. Senza la forza che viene dall’amore di Dio è impossibile evitare la colpa, ma tutto resta comunque affidato all’impegno personale. Dice sant’Agostino: «Colui che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te!». Lo Spirito Santo è proprio Amore: è energia donata per camminare!