Orizzonti 3_U3_C9
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Orizzonti 3_U3_C9
I due principali vincitori della Seconda guerra mondiale sapevano benissimo che lo scontro tra di loro sarebbe stato inevitabile anche se non necessariamente diretto. L’espressione «Guerra fredda», d’altronde, non significò la pace nel mondo nella seconda metà del XX secolo; al contrario, una lunga serie di conflitti locali, spesso cruenti, ebbe USA e URSS come protagonisti espliciti o, più spesso, dietro le quinte. Il confronto sarebbe stato vinto dal blocco occidentale a causa dell’implosione di quello comunista sul finire degli anni Ottanta. L’Occidente, d’altronde, aveva conosciuto nel secondo dopoguerra un clamoroso sviluppo economico, solo rallentato dalla grave crisi degli anni Settanta. E mentre le ex colonie d’Africa e Asia si guadagnavano il diritto all’indipendenza, l’Italia, geograficamente ma anche politicamente crocevia delle tensioni dell’epoca, gettava i fondamenti della sua vicenda repubblicana: una Costituzione democratica, un confronto politico aspro ma pacifico, un boom economico destinato a cambiare per sempre il paese. L’ansia riformatrice degli anni Sessanta doveva fare i conti, però, con desideri e aspirazioni sempre più forti specie nelle giovani generazioni. L’incapacità politica di dare risposte, l’esaurirsi dei benefici della crescita economica, l’esplodere della violenza politica, precipitarono il paese in una fase dura e tormentata dalla quale, pur con molte contraddizioni, si sarebbe usciti solo negli anni Ottanta. Il mondo diviso dalla Guerra fredda Per orientarti 1945 1990 C 9-C13 C 12 1946-1989 Guerra fredda 1945-1975 Decolonizzazione C 11 1948-1960 Centrismo democristiano 1946 Referendum monarchia/ repubblica Da ricordare C 11 1949 1945 C9 180 1955 Patto atlantico 1957 Patto di C 10 C 11 Nascita Varsavia della CEE 1949-1976 C 9 Mao Tse-tung presidente della Repubblica popolare cinese C 9 1947 C 12 C 11 India e Pakistan indipendenti Fondazione dell’ONU © Loescher Editore – Torino C 9 1953 Morte di Stalin C 9 1956 1958-1963 Invasione C 11 «Miracolo sovietica economico» dell’Ungheria C 9 1960-1968 Centrosinistra 1961 Concilio Vaticano II C 10 1969-1982 Anni di piombo C 14 1976-1979 Solidarietà nazionale C 14 1968 Innalzato il Muro di Berlino 1981-1992 Governi di pentapartito 1985 Protesta giovanile C 10 1962-1965 C 14 C 10 C 13 Gorbacev lancia la perestrojka C 13 1965-1973 Guerra del Vietnam 1968 C 10 Primavera di Praga C 10 1973 Shock petrolifero C 10 C 15 1989 Caduta del Muro di Berlino 1978 Rapimento 1980-1989 e uccisione di C 13 Presidenza Reagan Aldo Moro C 14 1989 Protesta di Piazza Tien-An-Men C 15 © Loescher Editore – Torino 181 Il Palazzo dell’ONU a New York. La Guerra fredda Groenlandia GERMANIA OVEST DANIMARCA NORVEGIA GERMANIA EST UNIONE SOVIETICA POLONIA CECOSLOVACCHIA REGNO UNITO PAESI BASSI UNGHERIA BELGIO IUGOSLAVIA MONGOLIA FRANCIA ROMANIA ITALIA PORTOGALLO SPAGNA TURCHIA CINA ALBANIA IRAQ IRAN BULGARIA GRECIA PAKISTAN ISLANDA CANADA STAT I U N I T I Oceano Atlantico PANAMA COREA DEL NORD GIAPPONE COREA DEL SUD FORMOSA PAKISTAN OR. THAILANDIA Churchill durante il famoso discorso di Fulton nel marzo 1946. FILIPPINE Oceano Pacifico VIETNAM DEL SUD Oceano Indiano Oceano AUSTRALIA Pacifico La nascita dell’ONU e la Conferenza di Bretton Woods USA e alleati URSS e alleati NUOVA ZELANDA Le aree di influenza di Stati Uniti e Unione Sovietica 9.1 Stati Uniti e Unione superpotenze: il termine venne dapprima usato all’inizio del Novecento per indicare l’Impero britannico. Dopo la Seconda guerra mondiale, fu appannaggio di USA e URSS. Sovietica padroni del mondo e nemici Due sistemi contrapposti Stati Uniti e Unione Sovietica furono i veri vincitori della Seconda guerra mondiale: l’aiuto di Washington fu essenziale per permettere a Regno Unito e Francia di sconfiggere Hitler, mentre Mosca aveva dimostrato di poter fronteggiare addirittura da sola la Germania. Le tradizionali potenze europee, già indebolite dal conflitto del 1914-1918, persero definitivamente il loro predominio e, nel ruolo di guide della politica mondiale, vennero sostituite dopo il 1945 proprio da Manifesto propagandista raffigurante Stalin. USA e URSS. Essi erano adesso gli unici due paesi in grado, per risorse umane e materiali, di agire su scala globale e imporre le proprie scelte alla comunità internazionale. Le due superpotenze erano però anche profondamente diverse. Negli Stati Uniti vigevano la democrazia liberale e parlamentare e il sistema economico capitalista, basato sull’iniziativa individuale e sul limitato intervento dello Stato. In Unione Sovietica, il comunismo aveva invece imposto il partito unico, una fortissima restrizione dei diritti dei cittadini e un sistema economico fondato sulla pianificazione e sulla proprietà statale dei mezzi di produzione. Scomparsa la minaccia nazista, uno scontro tra democrazia e comunismo sembrava inevitabile. La guerra, pur col suo drammatico carico di morti, si chiuse in realtà tra grandi speranze. Le potenze vincitrici, in particolare per iniziativa degli Stati Uniti, vollero ripristinare la legalità internazionale e chiamarono coloro che avevano determinato lo scoppio della Seconda guerra mondiale a rispondere delle proprie azioni: tra il novembre 1945 e l’ottobre 1946, con accuse durissime, i capi nazisti vennero processati a Norimberga (e in buona parte condannati a morte). Il 26 giugno 1945 ben cinquantuno governi approvarono a San Francisco lo Statuto dell’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. [Testimonianze documento 1, p. 316] Essa sostituì la Società delle Nazioni ed ebbe due scopi principali: la promozione dello sviluppo economico e sociale dei popoli e il mantenimento della pace nel mondo attraverso il dialogo e la diplomazia. Il modo in cui si organizzò portava chiaramente il segno della guerra appena conclusa: nell’Assemblea generale dell’ONU sedeva un rappresentante per ogni paese aderente, mentre il Consiglio di Sicurezza era guidato dai cinque vincitori del conflitto: Francia, Regno Unito, Cina, Stati Uniti e Unione Sovietica. Affinché il Consiglio prendesse le sue decisioni era necessario che questi cinque paesi fossero tutti d’accordo e non opponessero veti. Questa richiesta di unanimità rese difficile l’attività delle Nazioni Unite, ma all’epoca della prima Assemblea generale (a Londra nel gennaio 1946) si pensava che le maggiori potenze del pianeta avrebbero trovato un’intesa sulle questioni cruciali. Altre importanti organizzazioni nacquero in quel periodo, a testimonianza di un nuovo desiderio di cooperazione tra Stati: la Banca Mondiale, con lo scopo di favorire lo sviluppo delle regioni più arretrate del pianeta erogando prestiti finanziati dai paesi ricchi, e il Fondo Monetario Internazionale (FMI), per prestare aiuto economico ai paesi in difficoltà, prevenendo così politiche commerciali protezionistiche nocive per i traffici internazionali. La Banca Mondiale e il FMI furono fondati in realtà prima della fine della guerra, nell’estate del 1944, nell’ambito della Con- © Loescher Editore – Torino 182 1945 p. 312 © Loescher Editore – Torino 1957 Entra in produzione la Fiat 500 1961 Gagarin primo uomo nello spazio 1969 Armstrong primo uomo sulla Luna 1986 Incidente nucleare di Chernobyl 1990 183 3 9 Il mondo diviso dalla Guerra fredda Manifesto americano di propaganda antisovietica, 1947. ferenza di Bretton Woods (località del New Hampshire negli Stati Uniti nord-orientali). Qui, i rappresentanti degli Alleati – con l’importante eccezione dell’Unione Sovietica – avevano deciso che capitalismo e libero mercato avrebbero dovuto rappresentare l’asse portante delle future relazioni economiche internazionali. E stabilirono anche che il dollaro americano diventasse la moneta mondiale di riferimento: al suo valore, agganciato all’oro, si sarebbe legato il valore delle altre divise nazionali. Tale periodo di fervide iniziative in campo politico ed economico si chiuse nel 1947, con la nascita a Ginevra del GATT, l’Accordo generale sulle tariffe e il commercio: il suo scopo era quello di allargare sempre più tra i continenti l’area di libero scambio delle merci. Nel 1948, infine, l’Assemblea dell’ONU approvò la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, documento che riconosceva l’universalità e inalienabilità dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali di ogni persona. La «cortina di ferro» La tensione tra i vincitori della guerra saliva però senza soste. Essi non riuscivano a trovare un accordo sul futuro assetto della Germania, che al termine del conflitto era stata divisa in quattro zone d’occupazione (rette da Francia, Regno Unito, Unione Sovietica e Stati Uniti). A rendere difficile il dialogo era soprattutto la politica di Stalin. Egli intendeva infatti approfittare della presenza dell’Armata Rossa nei paesi dell’Europa dell’Est per imporvi regimi comunisti non democratici obbedienti a Mosca. Elezioni falsate, stampa Manifesto sovietico di propaganda che illustra il capitalismo come un mostro che aggredisce il proletariato. imbavagliata, intimidazione degli avversari politici: tutti questi mezzi furono utilizzati per raggiungere questo scopo. Winston Churchill, in un famoso discorso del marzo 1946 a Fulton, parlò di una «cortina di ferro» che calava tra Mar Baltico e Mare Adriatico. A causa di quella «cortina», disse, l’Europa orientale sarebbe rimasta prigioniera del dittatore sovietico e il continente si sarebbe trovato spaccato in due sfere di influenza. Era proprio ciò che stava accadendo: nell’Est europeo si formava un blocco comprendente tra gli altri Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia e Romania, dominato dall’Unione Sovietica. All’Ovest, invece, nasceva un blocco fedele agli Stati Uniti e che, tra gli altri, contava, oltre a Francia e Regno Unito, anche l’Italia. La divisione tra comunismo e capitalismo dava così origine alla «Guerra fredda»: un conflitto non cruento, combattuto in primo luogo con le armi della propaganda, tra due visioni del mondo opposte e ferocemente nemiche. Era il trionfo delle ideologie politiche, che impregnarono di sé la storia del Novecento. Il Piano Marshall Il presidente americano Harry Truman era convinto che fosse compito degli Stati Uniti difendere l’Europa dal comunismo. E riteneva che favorire lo sviluppo della democrazia e del libero mercato nelle nazioni prostrate dalla guerra fosse il modo migliore per perseguire tale obiettivo. Nacque così nella primavera del 1948 il Piano Marshall, dal nome di George Marshall, il Segretario di Stato che lo aveva George Marshall. elaborato. Il progetto era molto semplice: finanziare, grazie alla forza del sistema economico statunitense, la ricostruzione dell’Europa. Tra 1948 e 1951, ben 17 miliardi di dollari, quasi tutti a fondo perduto, vennero offerti a Regno Unito, Germania, Italia, Francia e molti altri paesi. Furono utilizzati soprattutto per l’acquisto di beni alimentari e industriali, e si dimostrarono essenziali nel favorire la ripresa produttiva dell’Europa occidentale. Anche ai paesi dell’Est fu offerto di partecipare al Piano Marshall, ma essi dovettero rinunciarvi per volere dell’Unione Sovietica. Mosca si affrettò a fondare tra i suoi alleati il Comecon, o Consiglio di mutuo aiuto economico. L’Unione Sovietica, che possedeva risorse assai più limitate degli Stati Uniti, tese a subordinare le esigenze dei popoli fedeli alle proprie. Cominciò allora a crearsi tra i due blocchi d’Europa un divario non più solo politico ma anche economico e sociale. Divario che si sarebbe approfondito nei decenni seguenti a tutto vantaggio dell’Ovest. La divisione della Germania La mancanza di un accordo sull’assetto della Germania ebbe un esito drammatico: il blocco sovietico di Berlino. Al termine del conflitto, la Germania aveva perso ampi territori a vantaggio della Polonia e, come deciso dagli Alleati nel 1945 a Yalta, il territorio tedesco era stato occupato dalle potenze vincitrici: a Ovest Francia, Regno Unito e Stati Uniti, a Est i sovietici. Berlino, l’ex capitale, si trovava nel territorio controllato dall’URSS ed era a sua volta divisa in quattro zone d’occupazione gestite da Parigi, Londra, Washington e Mosca. Le crescenti tensioni internazionali resero presto chiaro che un accordo condiviso sul futuro di Berlino era impossibile e gli occidentali decisero di unificare i propri settori per dar loro un’amministrazione unica. Stalin reagì chiudendo tutte le vie d’accesso alla città, che passavano sul suolo tedesco sotto occupazione sovietica. Sperava in questo modo di spingere le democrazie ad abbandonare Berlino al suo destino e inglobarla interamente nell’alleanza dei paesi comunisti. Il blocco durò dal maggio 1948 al giugno 1949 e fu causa di gravissime tensioni tra Est e Ovest. Si risolse però in uno scacco per Stalin: gli americani riuscirono infatti a rifornire I paesi aderenti al Piano Marshall ISLANDA Oceano NORVEGIA Atlantico SVEZIA IRLANDA REGNO DANIMARCA UNITO PAESI BASSI REP. BELGIO FEDERALE LUSSEMB. TEDESCA FRANCIA SVIZZERA AUSTRIA Ma r Nero PORTOGALLO ITALIA TURCHIA GRECIA Mare Mediterraneo costantemente la città attraverso un gigantesco ponte aereo, portandovi beni alimentari, combustibile per il riscaldamento e ogni altro genere di prima necessità, e costrinsero così il dittatore sovietico a desistere. A quel punto, le grandi potenze presero le proprie decisioni. Nella Germania occupata dagli occidentali nacque nel maggio 1949 la Repubblica Federale Tedesca, che aveva la sua capitale a Bonn e solide istituzioni parlamentari. Nell’ottobre dello stesso anno, nella Germania occupata dall’URSS nacque la Repubblica Democratica Tedesca, con capitale a Berlino e istituzioni ricalcate su quelle sovietiche. Berlino rimase comunque La divisione della Germania e di Berlino in zone d’occupazione DANIMARCA Mare Territori occupati da: Mar Baltico del Nord 1945 Sovietici Americani Amburgo PA E S I BASSI Hannover F E DE RA LE BELGIO LUSS. Francesi BERLINO Postdam R E PU B B LIC A Bonn Inglesi Brema R E PU B B LI C A D E MOCR AT I C A T E D E SC A POLON IA Dresda T E D E SC A Francoforte Cortina di ferro CECOSLOVACCHIA Norimberga Settore francese FRANCIA Monaco Settore britannico Berlino Est Berlino Ovest Settore sovietico Settore statunitense SVIZ Z E RA AUSTRIA © Loescher Editore – Torino 184 La Guerra fredda © Loescher Editore – Torino 1957 Entra in produzione la Fiat 500 1961 Gagarin primo uomo nello spazio 1969 Armstrong primo uomo sulla Luna 1986 Incidente nucleare di Chernobyl 1990 185 3 9 Il mondo diviso dalla Guerra fredda divisa e tale sarebbe stata ancora per quarant’anni, simbolo palese dell’accesa rivalità tra i popoli d’Europa. NATO: sigla di North Atlantic Treaty Organization («Organizzazione del trattato nord-atlantico»). L’alleanza conta oggi 26 paesi, molti dei quali ex membri del Patto di Varsavia, scioltosi all’inizio degli anni Novanta. Tweet Storia p. 430 L’Unione Sovietica non poteva rivaleggiare con i mezzi economici degli Stati Uniti, ma aveva a disposizione un altro efficace strumento per premere sull’Europa occidentale: l’Armata Rossa. Fu proprio il timore che l’esercito di Mosca usasse tale forza per espandere la propria sfera d’influenza a spingere le democrazie occidentali sulla strada di una nuova alleanza militare. Il 4 aprile 1949 nacque a Washington il Patto Atlantico, che fu firmato da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Canada, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Norvegia, Islanda, Italia e Portogallo. L’articolo più importante del trattato era il numero 5: esso stabiliva che, se anche uno solo dei paesi aderenti fosse stato attaccato, i suoi alleati sarebbero intervenuti per difenderlo con le armi. La struttura militare legata al Patto sorse grazie al contributo degli eserciti di tutti i paesi membri e prese il nome di NATO , o Organizzazione del trattato nordatlantico. Nel 1955 alla NATO si unì anche la Repubblica Federale Tedesca, nonostante la contrarietà dell’opinione pubblica di molti paesi europei. In quello stesso 1955, l’URSS reagì all’allargamento della NATO creando il Patto di Nel 1953, presidente degli Stati Uniti divenne il repubblicano Dwight Eisenhower, il generale eroe della Seconda guerra mondiale. A quell’epoca, l’economia americana era la più ricca del pianeta e il benessere andava diffondendosi in strati sempre più larghi della popolazione. La grande democrazia americana conobbe però allora un momento oscuro: la paura del comunismo e di una sua infiltrazione nella società statunitense generò un’ondata di intolleranza verso chiunque manifestasse il minimo apprezzamento per idee e politiche di sinistra. Il cosiddetto «maccartismo» portò alla limitazione delle libertà sindacali e all’emarginazione dal lavoro e dalla vita pubblica di tutti i simpatizzanti comunisti o presunti tali. E culminò con il processo per spionaggio atomico contro i coniugi Ethel e Julius Rosenberg, condannati alla sedia elettrica nel marzo del 1951. La facilità con cui, in tale atmosfera politica, venivano calpestati i diritti civili dei cittadini provocò la reazione dell’opinione pubblica americana e il «maccartismo» ebbe termine già alla metà del decennio. Rimase invece altissima la guardia contro i sovietici. La presenza militare americana aumentò in ogni continente e gli USA assunsero per sé il ruolo di «gendarmi della libertà» mondiale, mentre buona parte delle risorse economiche nazionali venne utilizzata nella crescente produzione di armamenti. ISLANDA Alleati degli USA Alleati dell’URSS STATI UNITI Oceano Atlantico NORVEGIA FINLANDIA SVEZIA Mare del Nord IRLANDA REGNO DANIMARCA UNITO PAESI Berlino BELGIO REP. REP. DEM. POLONIA TEDESCA LUSS. FED. TEDESCA CECOSLOVACCHIA BASSI U R S S FRANCIA SVIZZERA AUSTRIA UNGHERIA PO RTO G ALL O ROMANIA IUGOSLAVIA SPAGNA specchio Stati Uniti: benessere economico e «maccartismo» CANADA AT L A N T I C O 9.2 Due blocchi allo Patto Atlantico e Patto di Varsavia I paesi aderenti alla NATO e al Patto di Varsavia (1955) OCEANO Harry Truman, presidente degli Sati Uniti tra 1945 e 1953, su sua iniziativa fu fondata la NATO. ITALIA BULGARIA M a r N ero ALBANIA GRECIA Ma r Med iterra neo TURCHIA Varsavia, che raccoglieva i paesi dell’Europa dell’Est a difesa del sistema comunista. A metà degli anni Cinquanta, dunque, divenne chiaro che lo scontro finale tra le due grandi potenze mondiali si sarebbe giocato sul suolo del vecchio continente. Pochi paesi rimasero fuori dai blocchi: la Spagna franchista, l’Irlanda, la Svizzera (neutrale da secoli), le nordiche Svezia e Finlandia, la Iugoslavia (ostile tanto allo stalinismo quanto al capitalismo) e l’Austria, che dopo la guerra subì l’occupazione alleata, com’era accaduto alla Germania, e tornò libera nel 1955 a patto che si mantenesse neutrale. La «cortina di ferro» si imponeva dunque con l’evidenza delle armi e tagliava, non solo in senso figurato, in due l’Europa, correndo talvolta nel cuore di una stessa città. Questo fu per esempio, per un decennio, il destino di Trieste: contesa tra Italia e Iugoslavia, nel 1945 era stata affidata in amministrazione provvisoria agli anglo-americani, mentre il suo circondario era stato assegnato a Tito. La città giuliana sarebbe tornata completamente italiana solo nel 1954. varsi: il suo tasso di crescita giunse in breve al 6% annuo, il maggiore al mondo dopo quello del Giappone. Il Regno Unito fu guidato fino al 1950 dai laburisti e poi dai conservatori. I governi progressisti favorirono un maggiore intervento dello Stato nella vita pubblica. La Banca d’Inghilterra, l’industria siderurgica e i trasporti vennero nazionalizzati. Soprattutto fu creato un complesso e solido sistema di assistenza sociale: il cosiddetto Welfare State (letteralmente «Stato del benessere») che si proponeva di proteggere il cittadino «dalla culla alla tomba»; in altre parole il governo si fece carico di quei bisogni che il singolo individuo e la famiglia non potevano soddisfare. Crebbe la sanità pubblica e le sue prestazioni, pagate dallo Stato, furono estese a tutti i cittadini. Vennero inaugurati imponenti piani di edilizia popolare. I disoccupati ricevettero sussidi sufficienti a soddisfare i bisogni primari e furono elevate le pensioni di anzianità. L’obbligo scolastico fu esteso dai 5 ai 15 anni e garantire una solida istruzione a tutti i giovani divenne una delle priorità del potere centrale. A finanziare il Welfare State furono destinate le entrate fiscali e l’esempio britannico fu imitato in breve dai governi di tutta l’Europa occidentale, che nel giro di due decenni introdussero nei rispettivi paesi un sistema assistenziale altrettanto evoluto. La Francia fu invece appesantita da una notevole instabilità politica, legata in gran parte alle vicende coloniali. Parigi dovette infatti, negli anni Cinquanta, ritirarsi dall’Indocina e fronteggiare la rivolta d’Al- La rinascita dell’Europa occidentale Il vecchio continente era uscito distrutto dalla Seconda guerra mondiale. Ma i paesi dell’Europa occidentale, attratti nell’orbita politica ed economica degli Stati Uniti, conobbero dopo il 1945 una rapida ricostruzione e, anzi, una fase di accelerato sviluppo. Per tutti gli anni Cinquanta, la Repubblica Federale Tedesca venne guidata dal cancelliere Konrad Adenauer, capo della Cdu , il Partito democratico cristiano. La stabilità politica e i finanziamenti generosi del Piano Marshall aiutarono la Germania a risolle- 1945 laburisti: nome assunto nel Regno Unito dai socialdemocratici. Storicamente ha sempre avuto un forte legame con le Trade Unions (i sindacati inglesi) – da qui deriva il suo nome Labour Party (Partito del lavoro) – e posizioni contrapposte a quelle dei comunisti. maccartismo: il nome viene da Joseph McCarthy, il senatore repubblicano che fu il principale sostenitore della «Commissione per la repressione delle attività antiamericane», che fu incaricata di indagare su eventuali cospirazioni comuniste. Cdu: sigla di Christlich Demokratische Union (Unione democratico cristiana). Suo alleato era la moderata Csu (Christlich Soziale Union, Unione cristiano-sociale). All’opposizione era la Spd (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, il Partito socialdemocratico tedesco). Il cancelliere tedesco Konrad Adenauer. © Loescher Editore – Torino 186 La Guerra fredda Tweet Storia p. 430 © Loescher Editore – Torino 1957 Entra in produzione la Fiat 500 1961 Gagarin primo uomo nello spazio 1969 Armstrong primo uomo sulla Luna 1986 Incidente nucleare di Chernobyl 1990 187 3 9 Il mondo diviso dalla Guerra fredda a una moltitudine di presunti «oppositori» politici del regime. Stalin, incapace di reggere il confronto con gli Stati Uniti sul piano dei consumi e del benessere, voleva almeno assicurarsi la supremazia militare. Egli riteneva inoltre che lo scontro tra comunismo e capitalismo sarebbe presto sfociato in conflitto aperto. Incaricò dunque i suoi scienziati a concentrarsi sulla fabbricazione della bomba atomica ed egli stesso annunciò al mondo, nel settembre 1949, che l’URSS aveva raggiunto la parità nucleare con gli Stati Uniti. D6 Favorì inoltre l’allargamento delle forze armate, che già erano le più numerose del pianeta: per questo i piani economici quinquennali del 1946 e del 1951 diedero la priorità all’industria pesante, a scapito dell’industria leggera e della produzione di beni di consumo. A pagare a caro prezzo queste scelte furono i sovietici, il cui tenore di vita non conobbe nel dopoguerra una crescita analoga a quella sperimentata in occidente. Le «democrazie popolari» in Europa orientale Manifesto con Stalin che presenta il quarto piano quinquennale, 1946. geria. La Quarta Repubblica, nata nel 1946, cadde nel 1958. Alla presidenza della Quinta Repubblica fu chiamato con ampi poteri il generale Charles de Gaulle, il padre della Resistenza francese. La dittatura staliniana Dossier 6 p. 402 Al termine della Seconda guerra mondiale, l’Unione Sovietica estese notevolmente i suoi confini: annesse i paesi baltici di Lettonia, Lituania ed Estonia (occupati già all’inizio della guerra), e ampie fette di territorio già appartenute a Germania, Finlandia e Polonia. Stalin, che agli occhi del proprio popolo incarnava l’eroe vittorioso su Hitler, era padrone dell’URSS e della vita dei suoi cittadini. Il culto del dittatore, il peso della propaganda ideologica, la repressione poliziesca crebbero ulteriormente. Etnie minoritarie come tatari e ceceni, accusate di collaborazionismo con i tedeschi durante la guerra, vennero deportate in massa e finirono in campo di concentramento, insieme Nei paesi dell’Europa orientale l’imposizione del potere di Mosca seguì ovunque lo stesso copione. Dove l’Armata Rossa ebbe il controllo del territorio, i capi dei partiti liberali o conservatori vennero arrestati e ai loro rappresentanti si impedì di candidarsi alle elezioni. I rappresentanti più in vista della borghesia e gli intellettuali furono decimati dagli arresti e dalle deportazioni, il culto religioso scoraggiato e soffocato. Le Costituzioni vennero riscritte e sancirono l’illegalità dell’opposizione al partito unico comunista. Nacquero le cosiddette «democrazie popolari», così chiamate perché mantenevano la forma parlamentare e il suffragio universale, pur piegandole alle esigenze del socialismo dominante. Fu il percorso di Repubblica Democratica Tedesca, Romania, Ungheria, Bulgaria, Polonia e infine della Cecoslovacchia («colpo di Praga»). Qui i comunisti presero il potere nel febbraio 1948, con le consuete modalità: l’arresto dei membri dei partiti di centro e destra, la repressione contro gli oppositori e contro coloro che si ribellavano all’Armata Rossa, la chiusura dei giornali indipendenti; infine, l’insediamento di un governo composto da uomini fedeli a Stalin. Proprio l’asservimento della Cecoslovacchia rappresentò l’ultimo atto della conquista sovietica dell’Europa orientale, considerata la prima linea di un ipotetico scontro con l’Occidente filoamericano. In tutti i paesi dell’Est la sottomissione a Mosca determinò la perdita delle libertà democratiche. Ovunque, il capo del partito comunista locale assunse una posizione analoga a quella di Stalin, divenendo il dittatore del proprio popolo; le economie furono nazionalizzate e vennero imposte la pianificazione quinquennale, la collettivizzazione dell’agricoltura e l’industrializzazione pesante. L’eccezione iugoslava Le direttive di Mosca furono applicate in modo inflessibile dai regimi locali, che solo raramente accordarono modeste libertà ai cittadini. Per esempio, nell’Europa dell’Est, in generale, la collettivizzazione delle campagne fu resa abbastanza difficoltosa dalla presenza di una borghesia agraria e di un ceto contadino più forti di quelli dell’Unione Sovietica rivoluzionaria. Così gli agricoltori furono in alcuni casi autorizzati a trattenere per sé una piccola parte della produzione. In Polonia – altro esempio – il cattolicesimo era così radicato che le autorità preferirono non impegnarsi in una battaglia per l’ateismo di Stato, concedendo una certa libertà di culto. L’unica rilevante eccezione alla sottomissione a Mosca fu rappresentata dalla Iugoslavia: lo Stato balcanico infatti non era stata liberato dall’Armata Rossa ma dai partigiani comunisti di Tito (vero nome: Josip Broz) che avevano poi preso il governo del paese. Il tentativo staliniano di imporre a Tito le solite scelte economiche e politiche – anche in campo diplomatico – portò alla rottura fra URSS e Iugoslavia. Nel giugno 1948, Mosca accusò la Iugoslavia di essere una «democrazia borghese» e una «colonia imperialista». Tito si ritenne da allora libero di cercare una «via nazionale al socialismo», che praticò per esempio dando spazio alla gestione delle fabbriche da parte degli operai e riducendo il peso della pianificazione economica. Questa vicenda evidenziò che, senza il sostegno dell’Armata Rossa, difficilmente Mosca avrebbe potuto costringere i paesi «fratelli» ad allinearsi ai suoi ordini. L’avvento di Kruscev Stalin morì nel marzo del 1953 e il suo posto venne preso da un ucraino, Nikita Kruscev, che proprio quell’anno divenne segretario generale del PCUS, il Partito comunista sovietico. Kruscev era un cauto riformista e voleva dare maggiore dinamismo all’URSS in campo politico, economico e diplomatico. Kruscev annunciò le sue intenzioni nel febbraio 1956, durante il XX congresso del partito, e suscitò subito ampie speranze in tutto il mondo affermando che il comunismo non doveva essere più visto come un «campo trincerato». Giudicava anzi possibile la «co- Manifesto sovietico di propaganda antiamericana,1953. 1945 collettivizzazione: assegnazione alla collettività di beni appartenenti ai privati. Josip Broz Tito. © Loescher Editore – Torino 188 La Guerra fredda © Loescher Editore – Torino 1957 Entra in produzione la Fiat 500 1961 Gagarin primo uomo nello spazio 1969 Armstrong primo uomo sulla Luna 1986 Incidente nucleare di Chernobyl 1990 189 3 9 Il mondo diviso dalla Guerra fredda 9.3 Tensioni e guerre La guerra di Corea nel mondo UNIONE SOVIETICA L’«equilibrio del terrore» Nikita Kruscev, politico sovietico, fotografato nel corso di un dibattito dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. deterrenza nucleare: «deterrente» è ciò che induce a non fare qualche cosa. La deterrenza nucleare si fondava sulla Mad, ossia sulla Mutual assured destruction, «distruzione reciproca assicurata»: formula che significava semplicemente che nessuno sarebbe sopravvissuto a un conflitto atomico. Album p. 194 Dossier 6 p. 402 esistenza pacifica» tra Est e Ovest. Enorme scalpore provocarono poi le dichiarazioni di Kruscev su Stalin. Egli si scagliò contro il dittatore scomparso, che aveva concentrato nelle proprie mani un «potere immenso e quasi illimitato», e lo accusò di molti eccessi: dalla repressione indiscriminata, portatrice di milioni di morti, al culto della personalità. Assumendo tali posizioni, il nuovo capo dell’URSS provocò un vero shock in tutti i comunisti del mondo. Ma le aperture internazionali da lui lanciate e l’invocazione di un maggiore equilibrio nella gestione del potere sovietico non diedero frutti immediati: la Guerra fredda aveva altre leggi. Negli Stati Uniti, in Unione Sovietica e nei paesi loro alleati, gli anni della Guerra fredda furono dominati dalla paura. La propaganda, in entrambi gli schieramenti, demonizzava l’avversario dipingendolo come una minaccia terribile e incombente; e il timore che il nemico scatenasse per primo un conflitto, nella speranza di vincerlo con un colpo rapido e violento, crebbe dopo che l’URSS annunciò di avere la bomba atomica. La corsa ad armamenti sempre più potenti non conobbe sosta e nel 1952 gli americani sperimentarono la bomba all’idrogeno (detta anche bomba H, molto più distruttiva delle prime bombe atomiche), che un anno dopo anche i sovietici riuscirono a ottenere. Popoli e governi diventavano ostaggi di una logica bellica che impediva qualsiasi dialogo. D6 La pace si basava, per paradosso, sulla «deterrenza nucleare» , sulla consapevolezza che una guerra avrebbe probabilmente causato la distruzione totale di attaccante e attaccato. Un vero e proprio «equilibrio del terrore». Il rischio di una catastrofe in caso di scontro generalizzato non impedì tuttavia a USA e URSS di confrontarsi in aree periferiche del mondo. [ I NODI DELLA STORIA p. 192] A Fuori dall’Europa e dall’America settentrionale, infatti, il pianeta era in pieno fermento. Per esempio l’America Latina percorreva una difficile strada verso la maturità politica, economica e sociale; ma soprattutto la guerra appena conclusa aveva inferto un colpo decisivo agli imperi coloniali e molti popoli asiatici e africani cercavano la libertà, lottando per la creazione di un proprio Stato. In Cina nel 1949 giungeva a compimento la rivoluzione, con l’affermazione dei comunisti di Mao Tse-tung: avvenimento che modificava radicalmente gli equilibri politici internazionali. La guerra di Corea Manifesto italiano di propaganda della Democrazia cristiana contro il pericolo della vittoria del Fronte popolare social-comunista, 1948. In questo quadro rientrò la guerra di Corea, il fatto bellico più rilevante dell’epoca, che fu combattuta tra 1950 e 1953. Fino al 1945 la penisola coreana aveva fatto parte dei domini giapponesi e dopo la M a n c i u r i a C I N A Linea del fronte nell’ottobre 1950 Mar del Giappone COREA DEL NORD Confine attuale (armistizio del 1953) Pyeongyang Seul COREA DEL SUD 1945 Fronte nel gennaio 1951 Fronte nell’agosto 1950 Mar Cinese Orientale G IAPPO N E Marines in attesa di essere imbarcati per la Corea, 1951. fine della guerra era stata divisa lungo il 38° parallelo in due Stati: la Corea del Nord, comunista, appoggiata dall’Unione Sovietica e dalla Cina di Mao e la Corea del Sud, conservatrice, sostenuta dagli americani. Quando, nel maggio 1950, le truppe del Nord invasero il Sud per riunificare il paese nel segno del comunismo, gli Stati Uniti chiesero e ottennero l’intervento delle Nazioni Unite. A capo di una coalizione di diciotto paesi, gli americani respinsero gli attaccanti fino a conquistare la capitale nordcoreana Pyeongyang. Fu però la Cina, allora, a scendere in campo con il suo esercito inducendo gli Stati Uniti a una ritirata precipitosa. Fu questo il momento di massima tensione tra «mondo libero» e «mondo comunista». Il comandante statunitense, il generale Douglas MacArthur, chiese al presidente Truman di bombardare la Manciuria, regione cinese. Tale scelta avrebbe inevitabilmente causato l’allargamento del conflitto e Truman rifiutò. Prevalso il buon senso, iniziarono nell’estate del 1951 trattative che portarono, dopo ben due anni, all’armistizio del luglio 1953. La guerra di Corea si chiuse con un ritorno alle condizioni territoriali del 1950, dopo aver causato circa 2,5 milioni di morti. La svolta del Giappone L’avvio della Guerra fredda ebbe un’importanza decisiva anche per le sorti del Giappone. Gli Stati Uniti, che nel 1945 erano decisi a stroncare per sempre la potenza economica e il militarismo nipponici, cambiarono infatti idea all’evolversi della situazione internazionale. L’espansionismo sovietico, il trionfo del comunismo in Cina e la guerra di Corea indussero Washington a fare di Tokyo il suo migliore alleato in Asia. Affinché ciò avvenisse, il Giappone doveva però trasformarsi in una democrazia sana e prospera, come stava accadendo in Europa alla Germania. E il generale americano MacArthur, che dal 1945 al 1949 fu governatore d’occupazione delle isole giapponesi, lavorò con tenacia a questo scopo: diede al paese una nuova Costituzione, che introduceva la monarchia parlamentare, mentre l’imperatore perse il suo carattere divino per diventare il «simbolo dello Stato e dell’unità del popolo». I responsabili di Pearl Harbor furono puniti in un processo per crimini di guerra che condusse a pene durissime ed esemplari, e il trattato di pace fu firmato nel 1951. Infine, © Loescher Editore – Torino 190 La Guerra fredda © Loescher Editore – Torino 1957 Entra in produzione la Fiat 500 1961 Gagarin primo uomo nello spazio 1969 Armstrong primo uomo sulla Luna 1986 Incidente nucleare di Chernobyl 1990 191 3 9 Il mondo diviso dalla Guerra fredda Budapest: la folla brucia con gioia le fotografie di Stalin e di Rákosi, 25 ottobre 1956. e soprattutto, la ricostruzione del Giappone fu sostenuta con imponenti aiuti economici. Partì allora un’impetuosa ripresa produttiva, che nel giro di due decenni avrebbe portato Tokyo a diventare una grande potenza industriale, seconda nel mondo solo agli Stati Uniti. La crisi d’Ungheria La ferrea stretta esercitata dall’Unione Sovietica sull’Europa orientale causava nelle po- polazioni sottomesse un forte malcontento, che non tardò a sfociare in ribellione aperta. Nel 1953 a Berlino Est, nella Repubblica Democratica Tedesca, e nel 1956 a Poznan, in Polonia, furono gli operai a scioperare e manifestare contro il potere comunista. A spingerli erano le dure condizioni di lavoro, i salari insufficienti, il rialzo dei prezzi di generi di prima necessità. In entrambe le occasioni, la rivolta fu sedata con l’intervento dell’esercito, che provocò decine di morti. Ma in quello stesso 1956 un segnale molto più grave per Mosca arrivò dall’Ungheria. Alla fine di ottobre, un forte movimento popolare di protesta spinse il partito a destituire lo stalinista Mátyás Rákosi e ad affidare il governo al riformista Imre Nagy, che annunciò il ritorno del pluripartitismo, libere elezioni e l’uscita del paese dal Patto di Varsavia. Il 4 novembre, l’Unione Sovietica rispose attaccando i ribelli e facendo migliaia di vittime. Una durissima repressione piegò l’Ungheria, chiarendo che a nessuno, nell’Europa dell’Est, sarebbe stato consentito abbandonare l’alleanza con la «patria del socialismo». Temendo lo scontro con i sovietici, né gli Stati Uniti né alcun altro paese occidentale corsero in aiuto degli insorti di Budapest. La divisione del vecchio continente in blocchi contrapposti sembrava consolidata. 1945 Fondazione dell’ONU 1946 Inizio della Guerra fredda 1948 Piano Marshall 1949 Patto Atlantico 1949 Anche l’URSS mette a punto la bomba atomica Che cosa fu la Guerra fredda? L’epoca del confronto ideologico, politico, economico e militare tra l’Occidente guidato dagli Stati Uniti e il mondo comunista guidato dall’Unione Sovietica è caratterizzato da una serie di ossimori, cioè di termini in accostamento apparentemente impossibile tra di loro. La stessa espressione Guerra fredda è paradossale, essendo per definizione la guerra di tutt’altro tipo. Allo stesso modo «equilibrio del terrore», in riferimento agli arsenali atomici esibiti ma mai usati, sembra rientrare nel novero di queste contraddizioni. In realtà, le relazioni internazionali tra la fine degli anni Quaranta e la fine degli anni Ottanta del XX secolo furono caratterizzate da un confronto durissimo tra le due superpotenze basato fondamentalmente sull’uso del deterrente nucleare per scoraggiare reciproche politiche aggressive. Questo non significa, come qualche volta si usa dire, che sia stato un lungo e finora ininterrotto periodo di pace. Le guerre nel mondo dopo la Seconda guerra mondiale sono state 192 © Loescher Editore – Torino numerose e sanguinose e, nei primi quarant’anni, hanno avuto sistematicamente come protagonisti più o meno nascosti proprio USA e URSS. Tuttavia, l’«equilibrio del terrore», la paura cioè di attaccare il nemico nella convinzione che anche solo la sua prima reazione sarebbe stata distruttiva, data la natura delle armi nucleari, generò, paradossalmente, una certa stabilità. La politica dei due blocchi contrapposti semplificava i conflitti e, se ne rendeva più facile l’esplosione, ne agevolava anche la conclusione. La Guerra fredda, insomma, fu un classico caso di guerra simmetrica dove l’equilibrio tra le forze in campo scoraggiava mosse avventate. L’asimmetria dei conflitti attuali è ben nota: a fronte di un unico esercito invincibile sul campo di battaglia si risponde violando i tradizionali comportamenti di guerra, portando il terrore direttamente in casa del nemico (perché la paura è l’unico nemico che non si può vincere con la superiorità tecnologica). 1 Stati Uniti e Unione Sovietica, le due «superpotenze» emerse dalla Seconda guerra mondiale, diventano in breve nemici mortali. Dalla Seconda guerra mondiale emersero due sole grandi potenze, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, destinate a vivere una lunga contrapposizione reciproca. Democrazia americana e comunismo sovietico avevano infatti visioni del mondo profondamente differenti. Proprio nel 1945 vide la luce anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite, che ebbe il compito di assicurare la pace ed evitare le guerre. Ma negli anni successivi la rivalità tra USA e URSS crebbe senza tregua, fino alla rottura dell’alleanza che aveva permesso loro di trionfare sul nazismo. Era la cosiddetta Guerra fredda, conflitto non cruento combattuto prima di tutto con le armi della propaganda. 2 L’Europa si divide in due blocchi: l’Ovest capitalista legato agli USA e l’Est comunista alleato dell’URSS. Mentre nei paesi dell’Europa occidentale si affermavano parlamentarismo e capitalismo, nei paesi dell’Europa orientale prendevano il potere regimi guidati dai partiti comunisti e si imponeva l’economia pianificata. L’Ovest rimase fedele a Washington, l’Est fu asservito agli interessi di Mosca, lungo una linea di frattura che divideva la stessa Germania e la città di Berlino. I due blocchi, separati dalla cosiddetta «cortina di ferro», si raccolsero infine in alleanze militari contrapposte e potentemente armate: il Patto Atlantico e il Patto di Varsavia. 3 In Europa occidentale gli anni Cinquanta sono un periodo di progresso economico e sociale, mentre in Europa orientale Mosca fatica a tenere legati a sé gli alleati. Grazie anche ai finanziamenti americani del Piano Marshall, tra anni Quaranta e Cinquanta le democrazie europee conobbero una fase di straordinaria ripresa e sviluppo economico, abbinati a stabilità politica e sociale. Le difficoltà dei paesi comunisti furono considerevoli: rivolte contro i regimi autoritari si ebbero a Berlino Est nel 1953, in Polonia nel 1956 e in Ungheria, ancora nel 1956. Qui, per sedare la ribellione popolare, intervennero i carri armati sovietici: Mosca aveva dunque bisogno della forza militare per conservare il controllo nell’Europa orientale. 4 1950-1953 Guerra di Corea I NODI DELLA STORIA La Guerra fredda 1953 Morte di Stalin il potere passa a Kruscev 1955 Patto di Varsavia Negli Stati Uniti cresce il benessere, in un contesto politico conservatore, mentre in Unione Sovietica Nikita Kruscev apre il suo paese a un cauto riformismo. Negli Stati Uniti, un eccezionale progresso economico si accompagnò a una svolta politica conservatrice, culminata nell’intolleranza del «maccartismo» verso chiunque fosse sospettato di simpatizzare per le idee della sinistra. In Unione Sovietica, morto Stalin nel 1953, il potere passò a Nikita Kruscev. Il nuovo capo del Cremlino era un cauto riformista, che desiderava aprire il suo paese al dialogo con l’Occidente: giudicava anzi possibile la «coesistenza pacifica» tra Est e Ovest. Grande clamore suscitò anche in tutto il mondo, nel 1956, la sua ferma condanna dei crimini dello stalinismo. Secondo Kruscev, Stalin era stato uno spietato dittatore e si era macchiato di delitti terribili. 5 Al tempo della Guerra fredda la pace è assicurata dalla «deterrenza nucleare» e le tensioni si sfogano in conflitti periferici come la guerra di Corea. Le due superpotenze erano intanto protagoniste di una gigantesca corsa al riarmo. E la pace veniva paradossalmente assicurata dalla «deterrenza nucleare», la certezza che una guerra atomica avrebbe causato la distruzione degli attaccanti e degli attaccati. Democrazia e comunismo si affrontarono comunque nella guerra di Corea. Combattuta tra 1950 e 1953, causò 2,5 milioni di morti e non produsse alcuna modifica territoriale. Fu il punto di tensione più alto della Guerra fredda e del contrasto che in quegli anni oppose Washington e Mosca. 1956 Invasione sovietica dell’Ungheria © Loescher Editore – Torino 193 3 9 Il mondo diviso dalla Guerra fredda La propaganda della Guerra fredda in Occidente Le guerre moderne non si combattono soltanto con le armi, ma anche con la propaganda. Nel caso della Guerra fredda, che non vide mai il conflitto militare diretto tra Stati Uniti e Unione Sovietica, la lotta psicologica contro il nemico e la mobilitazione propagandistica del fronte interno furono decisive. Più interessante di quella sovietica fu la guerra di propaganda americana ed europea occidentale, poiché all’interno di una società democratica, più che in uno Stato tirannico, era necessario costruire il consenso intorno alle scelte del governo. Difedersi da un attacco atomico La popolazione americana, soprattutto nelle grandi città, era terrorizzata dalla prospettiva di un bombardamento atomico sovietico: non a caso proprio su questo terreno psicologico insisteva la campagna propagandistica, distribuendo, per esempio, istruzioni per far fronte alle prime urgenze nel caso di un attacco atomico. Questo genere di manifesti svolgeva una doppia funzione di mobilitare contro la costante minaccia dell’aggressione nemica e di rassicurare la popolazione civile circa la capacità del governo di far fronte all’emergenza nucleare. La Guerra fredda Un manifesto anticomunista durante la propaganda per le elezioni del 1948 in Italia. La propaganda anticomunista in Italia Manifesto americano che evoca la minaccia nucleare sovietica, 1951. Manifesto antisovietico. I manifesti antisovietici Il «maccartismo» Negli Stati Uniti degli anni Cinquanta, la fase del «maccartismo» fu segnata dall’intolleranza non solo nei confronti di ogni forma dichiarata di adesione o simpatia al comunismo, ma anche contro ogni atteggiamento indifferente o scettico, che prevedesse la neutralità nello scontro con l’Unione Sovietica. Il motore psicologico elementare, ma efficacissimo era volto a suscitare il terrore del nemico e a evocare lo spettro sconvolgente di una sua possibile vittoria. 194 © Loescher Editore – Torino Attraverso il linguaggio comprensibile e diretto dei manifesti, era possibile veicolare messaggi politici che rimandavano a realtà politiche, diplomatiche e ideologiche ben più complesse. Le autorità americane, in particolare, profusero non poche energie per denunciare la strategia sovietica che stava alla base del Movimento per la Pace: pur rivendicando le proprie intenzioni pacifiche, il governo di Stalin non aveva rinunciato affatto alla propria politica di aggressione contro gli Stati Uniti. Al contrario, il pacifismo comunista non era che una maschera del suo bellicismo. Le istruzioni da seguire in caso di attacco atomico. La propaganda della Guerra fredda non coinvolse soltanto i principali contendenti, Stati Uniti e Unione Sovietica, ma anche gli altri paesi alleati degli uni o dell’altra. In Italia, la Democrazia cristiana, soprattutto in occasione delle elezioni dell’aprile 1948, s’impegnò in una capillare azione di propaganda, che faceva capo soprattutto sulla rete parrocchiale e sulle istituzioni ecclesiastiche. I manifesti democristiani tendevano a incutere il timore che una minaccia mortale gravasse, in caso di vittoria comunista, sulla tradizionale civiltà cristiana italiana, cercando di chiamare a raccolta tutti i propri potenziali sostenitori. © Loescher Editore – Torino 195 3 9 Il mondo diviso dalla Guerra fredda Ragiona sul tempo e sullo spazio Impara il significato 1 4 2 Osserva le cartine alle pp. 185 (in alto) e 186 e illustra analogie e differenze tra le due rappresentazioni. ATTIVITÀ 1 Il 4 aprile il Patto Atlantico sigla la nascita della NATO, alleanza militare tra gli Stati Uniti e i paesi occidentali in funzione antisovietica 2 Nel marzo Winston Churchill dichiara in un suo discorso che una «cortina di ferro» ormai separa l’Europa orientale e quella occidentale 3 Nel in Ungheria una rivolta destituisce lo stalinista Mátyás Rákosi e affida il governo al riformista Imre Nagy, che annuncia il ritorno del pluripartitismo, libere elezioni e l’uscita del paese dal Patto di Varsavia 4 Nella Primavera del gli Stati Uniti lanciano il Piano Marshall: il progetto prevede l’invio di aiuti e finanziamenti ai paesi occidentali per favorire la ricostruzione economica dell’Europa 5 Tra il maggio e il giugno l’Unione Sovietica attua il blocco di Berlino, che interrompe tutti gli accessi via terra alla città (interamente collocata nella zona di occupazione sovietica); tuttavia gli americani riescono a rifornire costantemente la città attraverso un gigantesco ponte aereo 6 Nell’ambito della Conferenza di Bretton Woods, nel , vengono fondati la Banca Mondiale e il Fondo monetario internazionale 7 Tra il e il si combatte la guerra di Corea, tra la Corea del Nord, comunista (appoggiata dall’Unione Sovietica e dalla Cina di Mao) e la Corea del Sud, conservatrice (sostenuta dagli americani); essa si conclude con un armistizio che conferma le condizioni territoriali di partenza 8 Nel , in pieno maccartismo, i coniugi Ethel e Julius Rosenberg vengono processati per spionaggio atomico e condannati alla sedia elettrica 9 Nel maggio , nella Germania occupata dagli occidentali, nasce la Repubblica Federale Tedesca (con capitale Bonn); nell’ottobre dello stesso anno, nella Germania occupata dall’URSS, nasce la Repubblica Democratica Tedesca (con capitale Berlino) Scrivi quale significato assumono i seguenti concetti nel periodo della Guerra fredda. 1 2 3 4 5 6 7 8 Completa le frasi scrivendo l’anno esatto in cui accade l’evento; poi distingui con tre colori diversi gli eventi riconducibili al blocco occidentale, quelli che riguardano il blocco orientale e quelli che si riferiscono a entrambi. 5 Legalità internazionale Pensione di anzianità Piani di edilizia popolare Collaborazionismo Ateismo di stato Pluripartitismo Piani economici quinquennali Ponte aereo Prova a riflettere sul significato di «demonizzare» e spiega quali conseguenze ha la demonizzazione del nemico. Osserva, rifletti e rispondi alle domande 6 La Guerra fredda Osserva la mappa concettuale relativa alla Guerra fredda. Poi rispondi alle domande. Cause e svolgimento della Guerra fredda 1 Quali sono le differenze tra USA e URSS sul piano politico? 2 Quali sono le differenze tra USA e URSS sul piano economico? 3 In cosa consiste l’«equilibrio del terrore»? Esplora il macrotema 3 Completa il testo. Stati Uniti e Unione Sovietica sono i veri vincitori della Seconda guerra mondiale; le tradizionali potenze europee, stremate dal conflitto, perdono il loro predominio e vengono sostituite da USA e URSS nel ruolo di guide della politica (1) . Essi sono gli unici due paesi in grado di agire su scala globale e imporre le proprie scelte alla comunità internazionale. Tuttavia le due superpotenze sono profondamente diverse: negli Stati Uniti, infatti, vigono la (2) liberale e parlamentare e il sistema economico capitalista, basato sull’iniziativa individuale e sul limitato intervento dello (3) ; in Unione Sovietica, invece, il comunismo impone il partito unico, una fortissima restrizione dei diritti dei cittadini e un sistema economico fondato sulla pianificazione e sulla (4) statale dei mezzi di produzione. Ben presto il continente si trova spaccato in due sfere di influenza: nell’Est europeo si forma un blocco comprendente tra gli altri Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia e Romania, dominato dall’(5) ; a Ovest, invece, nasce un blocco fedele agli Stati Uniti e che conta, tra gli altri, Francia, Regno Unito e Italia. La divisione tra comunismo e capitalismo dà così origine alla «Guerra fredda»: un conflitto non cruento, combattuto in primo luogo con le armi della propaganda, tra due visioni del mondo e ideologie (6) opposte e ferocemente nemiche. Il timore dell’Armata Rossa spinge le democrazie occidentali a istituire, con il Patto Atlantico, una nuova alleanza (7) : la NATO. Dal canto suo, l’URSS crea il Patto di Varsavia, che raccoglie i paesi dell’Europa dell’Est a difesa del sistema comunista. Così, negli Stati Uniti, in Unione Sovietica e nei paesi loro alleati, gli anni della Guerra fredda sono dominati dalla paura e la pace si basa, per paradosso, sulla «deterrenza nucleare». Un vero e proprio «(8) del terrore». 196 © Loescher Editore – Torino Mostra quello che sai 7 Osserva le immagini di propaganda alle pp. 184 e 190 e spiega analogie e differenze tra le rappresentazioni dell’altro che propongono. © Loescher Editore – Torino 197