Il Trionfo della morte nell´Oratorio dei disciplini di Clusone

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Il Trionfo della morte nell´Oratorio dei disciplini di Clusone
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Letture storiche
Prima di iniziare: le parole rosse
Per comprendere la lettura ti servono queste parole, che nel testo saranno evidenziate in rosso:
Macabro/ basilica/ ghibellino/ camuno/ inquietante/ rango/ declivio/ flagellazione/ espiare/
emblema/ beffardo/ prelato/ archibugio.
Prova a inserirle nella tabella. Se non riesci, aiutati con il dizionario.
Antica arma da fuoco, simile al fucile
Chiesa di grande importanza
Nel basso medioevo, sostenitore dell’imperatore contro il papa
della Valle Camonica
Funereo, raccapricciante
Persona con una carica ecclesiastica (vescovo o cardinale)
Sarcastico, che prende in giro qualcuno
Scontare una colpa, fare penitenza
Simbolo
Preoccupante, angosciante
Grado, posizione
Pendio, discesa
fustigazione
Prova adesso a scrivere delle brevi frasi con le seguenti parole rosse
Macabro
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Basilica
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Emblema
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Prelato
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
Beffardo
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
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Il trionfo della morte
sulla facciata dell’ Oratorio dei Disciplini di Clusone
Introduzione. Inoltrandosi per una ventina di km in Valle Seriana (Bergamo) si arriva a
Clusone, una cittadina di circa 9000 abitanti piena di fascino e di mistero. Clusone si aggrappa ad
un declivio sulla cui sommità è posta la monumentale basilica di Santa Maria Assunta, il cui
imponente campanile è visibile da tutta la vallata. Di fronte alla basilica sorge l'Oratorio dei
Disciplini, che presenta nella facciata i resti di un affresco della metà del XV secolo, con in alto
il Trionfo della morte e, nella parte inferiore, una Danza macabra di grande interesse.
Prima di descrivere questa sorprendente opera per ricavarne importanti informazioni sulla
mentalità del basso medioevo è bene chiarire 1) chi erano i disciplini; 2) cosa si intende per
“trionfo della morte” e “danza macabra”.
I disciplini. Quello dei disciplini fu un movimento laico (non composto cioè da preti
e monaci, ma da gente comune), nato in Valle Camonica (Brescia), conosciuto anche come "Ordine
dei Disciplinati". Attivo già dal XII secolo, il movimento ebbe la sua massima diffusione tra il 1400 e
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il 1800. I disciplini erano osteggiati dalla Chiesa ma avevano un buon seguito tra il popolo ed erano
spesso ben visti dal clero locale. Al vertice dell’ordine c’era un consiglio di dodici persone, dodici
come gli apostoli di Cristo. I disciplini vestivano un abito di lana dal colore naturale, stretto ai
fianchi da un cordone da cui pendeva la disciplina (ossia una frusta) o un piccolo teschio; sulle
spalle, un lungo cappuccio che lasciava solo due fessure per gli occhi, tra le quali si allungava una
croce rosso sangue. I disciplini praticavano l’autoflagellazione per espiare i peccati e prepararsi
alla morte. Tra i loro compiti vi era quello di curare le orazioni per i morti e di servire nelle
processioni. Data la sua impostazione laica, il movimento fu sostenuto dal partito ghibellino
camuno. L’ordine dei disciplini si diffuse in molte zone del nord Italia. Nel 1300 è già attivo e ben
radicato a Clusone, dove organizza processioni e manifestazioni religiose molto coinvolgenti e si fa
costruire un oratorio come luogo di riunione. Verso il 1485 i disciplini di Clusone fecero affrescare
la facciata del loro oratorio, affidando l’opera probabilmente ad un pittore locale: Giacomo
Borlone de Buschis. Nacque così una rappresentazione della morte tra le più inquietanti e
drammatiche che siano mai state realizzate.
Il Trionfo della morte e la Danza macabra. Si tratta di rappresentazioni a
carattere macabro che si sono diffuse in Europa nel tardo medioevo, dopo la peste del 1348, ed
hanno continuato poi per secoli ad ossessionare la fantasia degli artisti. La peste e le continue
guerre avevano reso familiare e quotidiana l’esperienza della morte, ed essa aveva invaso perciò
l’arte, invitando a riflettere sul senso della vita.
Nei Trionfi la morte è solitamente rappresentata come uno scheletro, armato di falce, che colpisce
diverse categorie di persone, aiutato da altri scheletri o demoni. I Trionfi intendono sottolineare in
particolare come re, papi e gente comune siano uguali davanti alla morte e come nessuno possa
sfuggire ad essa.
La Danza macabra è invece la rappresentazione di una danza fra uomini e scheletri, che sono una
personificazione della morte, mentre gli uomini sono solitamente abbigliati in modo da
rappresentare le diverse categorie della società dell'epoca, dai personaggi più umili, come
contadini e artigiani, ai più potenti, come l'imperatore, il papa, principi e prelati. Danzando e
talvolta con atteggiamenti beffardi, gli scheletri conducono i vivi alla tomba. Il messaggio è sempre
lo stesso: davanti alla morte ricchi e poveri, umili e potenti sono uguali.
L’affresco sulla facciata dell’Oratorio dei disciplini. L’affresco ha forma
pentagonale. La parte inferiore, in cui probabilmente erano rappresentate scene del giudizio
universale è andata perduta, la parte che ci è rimasta è divisa in tre settori: in alto a sinistra
l’Incontro dei tre vivi e dei tre morti, in alto al centro il Trionfo della morte, nella fascia che un
tempo divideva l’affresco a metà una Danza macabra.
L'Incontro dei tre morti e dei tre vivi è una leggenda che ebbe grande diffusione nel medioevo.
Qui è riproposta tramite la rappresentazione di tre giovani cavalieri, impegnati in una caccia col
falcone, che incontrano tre morti "viventi", che li ammoniscono dicendo: «Ciò che sarete voi, noi
siamo adesso. Chi si scorda di noi, scorda se stesso».
Nel Trionfo la Morte viene vista come una grande regina che sottomette tutti a sé; è
rappresentata infatti come uno scheletro trionfante avvolto in un mantello e con una corona sul
capo. La Morte inoltre sventola dei cartigli con i quali lancia i suoi messaggi all’umanità.
Nell’affresco gruppi di persone, tra cui riconosciamo anche vescovi e cardinali, la implorano,
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offrendole ricchezze di ogni genere per essere risparmiate. Nei cartigli però la Morte dice di
essere regina e di non volere le ricchezze che le vengono offerte. Sotto i suoi piedi, in un sepolcro
di marmo senza coperchio, giacciono i corpi del Papa e dell'Imperatore, circondati da serpenti,
rospi e scorpioni, emblemi di superbia e morte improvvisa. Questo sta a simboleggiare la potenza
della Morte, che non risparmia nessuno, nemmeno i più potenti tra i potenti: la grande Regina
colpisce in modo spietato, aiutata da altri due scheletri armati di arco (scheletro di sinistra) e di
archibugio (scheletro di destra), insensibile alle suppliche. Ma un altro cartiglio rassicura: la morte
deve essere temuta soltanto da chi offende Dio, mentre porta ad una vita migliore chi pratica la
penitenza.
Nella Danza macabra (fascia sotto il Trionfo), scheletri beffardi danzano con diversi personaggi che
invece hanno un aspetto triste e pensieroso; essi appartengono ad un rango sociale inferiore
rispetto alle vittime rappresentate nella parte superiore dell’affresco: una donna con uno
specchio, simbolo della vanità; un membro della confraternita dei disciplini, con l'abito della regola
e la disciplina; un contadino; un oste; un soldato; un avido mercante che fruga nella sacca dei
soldi; un uomo di lettere; un magistrato. Questi, ciascuno in coppia con uno scheletro, si avviano
verso un macabro ballo. Uno degli scheletri indica con il dito la direzione da seguire. Sembra dire al
mercante: «Lascia perdere la sacca, bello, e vieni con me: la tua tomba è di là».
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