Isfahan perla della architettura islamica

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Isfahan perla della architettura islamica
Isfahan
perla
architettura islamica
della
La lettura di un articolo su Isfahan, mi ha fatto venire in
mente il viaggio che feci in Iran, un po’ di tempo fa, che mi
ha lasciato uno splendido ricordo di questa meravigliosa città
persiana.
Isfahan è una città dell’Iran centrale, sorge sulle sponde del
fiume Zayandè, su un altopiano a 1600 metri di altitudine. Fu
il re persiano Abbas I (1571-1629) che trasformò Isfahan nella
più stupefacente manifestazione di architettura islamica del
mondo, ciò che è ancora oggi. Quando Abbas I trasferì la
capitale della Persia a Isfahan, l’abbellì con grandiose
moschee, sontuosi palazzi, enormi giardini, numerose terme
(hammam).
Due sono i luoghi che rappresentano gli splendori della città
di Isfahan nel XVI e XVII secolo, ancora oggi testimoni: la
piazza Naqsh-e jahan ed il ponte dei trentatré archi, il Si-ose Pol.
La piazza Naqsh-e jahan, ribattezzata piazza Reale o dello
Scià e, dopo la rivoluzione iraniana, diventata Piazza
dell’Imam, è una grande, impressionante, strepitosa piazza
rettangolare; non è spettacolare solo perché è grande, bensì
per ciò che ci sta dentro ed intorno: gallerie porticate a due
piani la circondano, giardini e vasche d’acqua la rendono
armoniosa, meravigliosi edifici della più splendida
architettura islamica la delimitano; a sud della piazza c’è la
Moschea dello Scià (oggi dell’Imam), a est c’è la Moschea
dello sceicco Lotfollah, a ovest c’è il Palazzo reale (Ali
Qapu) e a nord c’è l’entrata del bazar di Qeisarieh. Tutto il
suo complesso è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità
Unesco.
Isfahan, Piazza dell’Imam
La moschea dello Scià (oggi dell’Imam) è la più bella moschea
che io abbia visto (e ne ho viste tante) con i suoi quattro
minareti, i suoi splendidi rivestimenti in ceramica e le sue
eccellenti decorazioni geometriche e a forma di stalattiti; fu
nel 1611 che Abbas I diede ordine di costruire la moschea
reale chiamando all’opera i migliori artisti, ceramisti e
calligrafi dell’epoca; la moschea fu ultimata nel 1630, un
anno dopo la morte dello scià. La moschea dell’Imam è davvero
grandiosa con i suoi quattro minareti, due ai lati del portone
d’ingresso e due davanti alla sala di preghiera, con la sua
grande cupola a bulbo rivestita all’esterno con piastrelle
colorate nei toni di blu e oro (all’interno è ricoperta con
maioliche e mosaici), con le sue due Madrase (scuole
coraniche), ai lati della sala di preghiera, ciascuna dotata
di cortile con giardino, piccole fontane e arcate decorate con
le caratteristiche piastrelle colorate. Sui due lati della
moschea dell’Imam sono allineati numerosi negozi, che pagavano
un affitto usato per sostenere i costi di mantenimento della
moschea.
Isfahan, Moschea dello Scià
o dell’Imam
A est della piazza dell’Imam (piazza Naqsh-e jahan) c’è la
moschea dello sceicco Lotfollah con la sua splendida cupola;
fu realizzata tra il 1602 ed il 1619, era riservata alla
famiglia reale ed è senza minareti perché aveva la funzione
principale di oratorio privato o mausoleo. La cupola e le
pareti della sala della preghiera presentano una meravigliosa
decorazione a base di mosaici azzurri e color oro, messa in
risalto dalla luce solare che entra attraverso le finestre.
Isfahan, ingresso Moschea
Lotfollah
A ovest della piazza dell’Imam si trova il palazzo Reale (Ali
Qapu) che venne eretto come residenza dello Scià di Persia,
sempre lui, Abbas I. L’edificio è a pianta rettangolare, si
sviluppa su sei piani (per circa 48 metri di altezza) e, nella
sua parte frontale, ha una vasta terrazza coperta con soffitto
intarsiato sostenuto da altissime colonne lignee. Dalla
galleria superiore, il sovrano e la sua corte assistevano alle
partite di polo e alle corse di cavalli che si tenevano nella
piazza. All’interno, vi sono ricchi affreschi con
numerosissimi motivi a soggetto naturalistico.
Isfahan, Palazzo Reale Ali
Qapu
A nord della piazza dell’Imam c’è l’entrata al Gran Bazar; la
sua struttura originaria risale all’XI secolo, poi oggetto di
numerosi interventi, oggi si presenta come un labirintico
intrigo di passaggi, sale e caravanserragli, coperti da una
serie di piccole cupole, ciascuna provvista di apertura per il
passaggio della luce; ci sono decorazioni di scene di caccia,
guerra e di banchetti, ma la cosa più sorprendente è il
passaggio dalla ricchezza monumentale dei luoghi dello scià ai
cunicoli dell’altra parte del mondo.
Isfahan, Gran Bazar
Lasciata la bellissima piazza dell’Imam, ci dirigiamo verso il
ponte dei trentatré archi (Si-o-se Pol), davvero unico nella
sua architettura; fu commissionato nel 1602 da, indovinate un
po’, sempre lui, lo scià Abbas I, è lungo 300 metri ed è
formato da una doppia fila di arcate posta su due piani; i
suoi pilastri ricordano quelli degli acquedotti romani, ma qui
c’è qualcosa di unico e straordinario: la forma a bulbo delle
arcate, la doppia fila, i due piani. Il ponte serviva
contemporaneamente da canale di irrigazione e via d’accesso
alla città.
Isfahan,
Ponte
trentatré archi
dei
Isfahan,
dei
Ponte
trentatré archi
Un viaggio in Iran non è facile per chi desidera viaggiare in
autonomia perché qui occorre essere accompagnati, quindi deve
essere un viaggio organizzato da un tour operator e, arrivati
sul posto, occorre rimanere con il gruppo e vestirsi
adeguatamente (foulard in testa ed abiti larghi e coprenti).
Rimane, comunque, un bel viaggio che resta nella memoria del
viaggiatore. Leggi anche Iran meta insolita.
Buon viaggio!
Cinzia Malaguti
Bibliografia:
J. Wiesehofer, La Persia antica, Bologna, Il Mulino, 2003
Storica NG nr. 91
Video: Iran meta insolita